La valutazione del rischio in ambito domestico
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La valutazione del rischio in ambito domestico
La Valutazione del rischio in ambito domestico: metodologie e strumenti SOC SISP-SPRESAL*-ASL 21- Casale Monferrato Ambrogetti P, Cane A*, D’Angelo M, Morano L, Peano A, Trisoglio M, Galiano A. Torino 22 novembre 2006 PREMESSA • • • • • Come ampiamente dimostrato dai dati epidemiologici l’ambiente domestico è tutt’altro che un luogo sicuro Seppure in ragione dell’ampiezza del fenomeno l’enfasi venga posta sugli incidenti/infortuni domestici, non sono trascurabili le malattie ad andamento acuto e cronico degenerative che riconoscono nella esposizione domestica la loro causa Mentre si chiariscono i rapporti di causalità tra alcune patologie cronico degenerative (tumore del polmone, alcune leucemie, bpco) ed esposizione ad inquinanti domestici “storici” come il radon, i campi elettromagnetici a bassa frequenza, il benzene,VOC, le micotossine, gli Nox…), nuovi elementi di pericolo hanno fatto il loro ingresso in casa ( ritardanti di fiamma come i bromocomposti, gli ftalati, i composti ureici….) I rischi domestici trovano la loro origine in deficit della progettazione, costruzione, manutenzione e modalità d’uso delle strutture, degli impianti e dei componenti di arredo, ciò, a dispetto di una secolare azione di “vigilanza e controllo”, con presunto valore preventivo, esercitato dalla Sanità Pubblica una riflessione sul ruolo(scarsamente incisivo) svolto dal SISP nel campo della prevenzione dei rischi domestici, l’emanazione della legge 493 e del Testo Unico dell’Edilizia, oltre che i recenti e rapidi mutamenti del contesto sociale e culturale con nuove fasce di emarginazione e povertà, legate anche al fenomeno delle immigrazioni, ci ha indotti ad avviare un processo di revisione della qualità delle attività svolte nel campo specifico PREMESSA • • • • Il processo di revisione della qualità delle attività di prevenzione nel settore dell’igiene edilizia, che ha coinvolto tutti gli operatori del sisp e successivamente ha visto la partecipazione attiva di un tecnico SPRESAL “particolarmente formato”, è stato avviato nel 2001 con obiettivi plurimi, che verranno di seguito declinati Alcuni Obiettivi Specifici Intermedi del Processo sono stati inseriti nella Programmazione Budgettaria Aziendale negli esercizi: 2002 ( sicurezza delle aree gioco), 2003 ( valutazione campionaria della sicurezza di impianti termici con obiettivo autoformativo e di sviluppo di una procedura di controllo ), 2004 ( produzione di uno strumento di analisi e ponderazione dei rischi domestici), 2006 (revisione degli strumenti prodotti) Per sua propria natura e per deficit di Sistema ( carenze normative, parzialità o assenza di standard di riferimento, parzialità ed incompletezza delle fonti epidemiologiche, divenire delle conoscenze in particolare sugli aspetti tossicologici delle sostanze, parzialità dei sistemi di sorveglianza) è un “processo in divenire” Questa relazione è il riassunto sintetico del lavoro ad oggi svolto obiettivi specifici • • • • • • • Ridefinire le funzioni sulla base del mandato normativo, significativamente mutato Rimodulare l’azione sulla base delle evidenze epidemiologiche Sviluppare e consolidare un linguaggio comune Sviluppare un sistema e strumenti in grado di assicurare una puntuale ricognizione e caratterizzazione dei pericoli ed una oggettiva valutazione rischio sanitario, superando quindi l’approccio qualitativo dialettico, orientato alla sola struttura, e tutto poggiato sulle conoscenze, competenze e sensibilità, espresse di volta in volta dai singoli operatori Assicurare equità e trasparenza di giudizio Avviare un processo di autoformazione dei diversi soggetti del gruppo di lavoro, orientata alla valorizzazione della formazione di base, da esprimere come professionals sia nelle attività di valutazione che di formazione collettiva ed individuale Definire a priori , possibilità d’uso, deficienze e limiti di utilizzo degli strumenti e del sistema e avviare i processi di correzione Alcune Norme Nazionali e Regionali di mandato, di settore, d’indirizzo • • • • • • • • • • • • • • • • Piano Sanitario Nazionale 1994-96 e successivi, fino al PSN 2005/07 DPCM 21 novembre 2001“ Livelli Essenziali di Assistenza ( LEA )” Atto d’intesa Stato Regioni del 23 marzo 2005 “Piano Nazionale della Prevenzione“ e successivo Piano Regionale Legge 493/99 “ Assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico “ Istruzioni Ministeriali 20 giugno 1896 “Compilazione dei Regolamenti Comunali sull’Igiene del Suolo e dell’Abitato” Regio Decreto 1265/34 “Testo Unico delle Leggi Sanitarie” Decreto Ministeriale 5 luglio 1975 Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n°380 “Nuovo Testo Unico delle disposizioni Legislative in materia edilizia” Direttiva CEE (90/143/EURATOM) del 20 Febbraio 1990 “Raccomandazioni sulla tutela della popolazione contro l’esposizione a radon negli ambienti chiusi”, Recepita nei Decreti Legislativi 230/95, 241/2000, 257/2001 DPR 31 agosto 1999 n°394 e Testo Unico dell’Immigrazione Leggi Regionali del Piemonte 46/95, 51/96, 22/2001 Legge 5 marzo 1990 n° 46 “Norme sulla sicurezza degli impianti” DPR 6 dicembre 1990 n° 447 “Regolamento d’attuazione della Legge 46/90” DPCM 8 luglio 2003 “ “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione ……per la protezione della popolazione da campi elettromagnetici tra 100 kHz e 300 GHz” DPCM 8 luglio 2003 “ fissazione dei limiti d’esposizione e dei valori di attenzione ….per la popolazione dai rischi da esposizione da CEM a frequenza inferiore 50 Hz” Atto d’intesa Stato Regione, settembre 2001 “ Linee guida sull’inquinamento indoor” Glossario, Definizioni, Basi Concettuali • • • • • • • • • • • Una comunicazione efficace presuppone una condivisione del linguaggio ed una consonanza sul significato dei termini utilizzati Pericolo: qualità potenziale intrinseca di un sistema, di una sostanza, di una apparecchiatura,di un comportamento, capace di generare un danno Danno: effetto avverso alla salute fisica e mentale ( malattia, sintomi, lesioni ) Rischio: espressione della probabilità di attualizzazione del danno correlata alla severità dello stesso, è sintetizzato nella formula R=P x D. Incidente: evento in cui si ha una non intenzionale e concentrata liberazione o inappropriata applicazione di energia capace di generare un danno a persone, strutture, ambiente, con costi sociali, sanitari, economici Infortunio: esito sanitario dell’incidente che si concretizza in un danno biologico (menomazione dell’integrità psicofisica del soggetto),temporaneo o permanente, che s’instaura e si manifesta clinicamente nell’immediatezza dell’evento Rischio per la sicurezza e per la salute: rispettivamente infortunio e malattia Analisi e Valutazione del rischio: processo multistadio attraverso il quale il rischio viene caratterizzato, stimato, gestito, comunicato Determinanti e modulatori del rischio: sono i fattori che influiscono sulla probabilità di accadimento e sulla gravità del danno (caratteristiche proprie e deficienze degli elementi strutturali; elemento umano con le sue specificità biologiche, di conoscenza, competenze/abilità, atteggiamenti, capacità psicomotorie e sensoriali; elementi tecnologici ed impiantistici; caratteristiche di tossicità delle sostanze; etc) La valutazione è in genere attuata sulla base di confronti la valutazione si effettua per attuare interventi mirati di eliminazione/riduzione del rischio sulla base di priorità in relazione alla severità Glossario, Definizioni, Basi Concettuali • • • La protezione dei soggetti/gruppi “sensibili” dovrebbe essere in grado di proteggere tutta la popolazione Modello Ideale: definisce i criteri delle funzioni e dei comportamenti percepiti correntemente come più sicuri, e che possono ragionevolmente attendersi da un elemento strutturale o impiantistico di un edificio Ambiente domestico: abitazione e sue pertinenze Analisi e valutazione del Rischio: il modello teorico • • • • • E’ un processo che si sviluppa per fasi, pur con alcune differenze dovute ai diversi contesti di applicazione, le tappe significative sono: Definizione spaziale del contesto di valutazione Individuazione e caratterizzazione dei pericoli : in questa fase si procede alla ricoggnizione degli elementi di pericolo di cui si definiscono e valutano i parametri di tossicità/lesività, organi bersaglio, natura e gravità dei possibili danni a breve e lungo termine, NOEL (livello di dose alla quale non si osservano effetti), ADI (dose giornaliera ammissibile)….. il tutto sulla base di informazioni tratte da banche dati istituzionali o accreditate scientificamente a livello nazionale ed internazionale ( IARC, EPA, ISS, ISPESL …) Valutazione e caratterizzazione dello scenario di esposizione: si attua attraverso una definizione delle sorgenti del pericolo, le caratteristiche della popolazione esposta, i momenti, i luoghi ed i tempi di esposizione, le concentrazioni ambientali rilevate o stimate, le dosi biologiche Stima/pesatura del rischio: sintetizzata dalla formula R = P x D , ed espressa graficamente in una apposita matrice, si effettua attraverso l’utilizzo di indicatori di occorrenza (incidenza, prevalenza) e di associazione ( RR, OR), rilevati in contesti di esposizione simili, da studi epidemiologici validati o revisioni sistematiche o attraverso sistemi di sorveglianza Probabilità Analisi del rischio Alto Medio Basso 3 2 1 Basso 6 4 2 9 6 3 Medio Alto Severità del danno Fonte: CDC Probabilità Analisi del rischio Alto Medio Basso 3 2 1 6 4 2 Alto Medio 9 6 3 Basso Severità del danno - Danno basso: infortunio o esposizione acuta con effetti di inabilità reversibile; esposizione cronica con effetti reversibili - Danno medio: infortunio o esposizione acuta con effetti di inabilità parziale; esposizione cronica con effetti parzialmente invalidanti - Danno alto: infortunio o esposizione acuta con effetti letali o di inabilidità totale; esposizione cronica con effetti letali o totalmente invalidanti - Probabilità bassa: poco probabile - Probabilità media: probabile - Probabilità alta: altamente probabile o inevitabile nel tempo Fonte: CDC-INAIL Analisi e valutazione del Rischio • • Il rischio e funzione probabilistica del realizzarsi dell’evento e dei diversi danni potenziali che potrebbero attualizzarsi nell’unità di tempo, e può essere espresso sia in termini quantitativi, sulla base modelli statistici, che in termini qualitativi (elevato/grave, moderato, lieve, trascurabile……) Strettamente conseguenziali alle fasi di analisi e valutazione si pongono le fasi di comunicazione e gestione del rischio I rischi per la salute e per la sicurezza in ambito domestico • • L’ambiente domestico, può presentare condizioni di rischio sovrapponibili a quelli presenti negli ambienti di lavoro: - rischi per la sicurezza: tutte le tipologie incidente/ infortunio domestico ( cadute in piano per scivolamento o da luogo elevato, schiacciamenti, elettrocuzione, avvelenamento ed intossicazioni, ustioni, etc) - rischi per la salute: le diverse tipologie di malattie ad andamento acuto, sub-acuto e croniche o cronico degenerative ( tumore del polmone, alcune forme leucemiche, asma estrinseco, BPCO…..) - rischi di tipo chimico ( CO, Nox, VOC, Pb, IPA, antiparassitari…..) - rischi di tipo fisico ( radon, campi elettromagnetici, rumore……) - rischi di natura biologica ( legionella, aflatossine, miceti…….. ) Rispetto agli ambienti di lavoro presenta fattori determinanti e modulatori che svolgono un azione di moltiplicazione del rischio: - gruppi di popolazione sensibile versus popolazione selezionata - dis-conoscenza del rischio versus informazione/formazione specifica - lunghi tempi di esposizione versus tempi di esposizione correlati al rischio ponderato - strutture ed impianti solo parzialmente progettati, realizzati e manutenuti sulla base di una valutazione preliminare dei rischi sanitari versus strutture ed impianti tecnologici progettati e realizzati per minimizzare i rischi specifici alla fonte Il nostro approccio valutativo: gli strumenti per la ricognizione e caratterizzazione dei pericoli, il metodo di stima • • • • • Le diverse condizioni di rischio in ambito domestico si realizzano per : - deficit di progettazione, costruzione e manutenzione delle strutture e degli impianti - contesto ambientale in cui risulta inserito l’edificio - deficienze, scorretti comportamenti e modalità d’uso da parte degli abitanti e dei vicini - interazione tra gli elementi strutturali ed impiantistici deficitari o non, con i comportamenti e le modalità d’uso le “caratteristiche proprie” degli abitanti La completa individuazione e registrazione degli elementi deficitari e la precisa caratterizzazione dei rischi correlati a ciascun elemento di pericolo sono prerequisito che condiziona la stima del rischio e la sua gestione Occorre non dimenticare che lo stesso elemento di pericolo può essere alla base di più tipologie di rischio ( vedi ad esempio l’impianto elettrico: rischio di elettrocuzione e rischio incendio; differenziale e magnetotermico) L’ispezione dei luoghi, pur spesso attivata sulla base di una parziale percezione del rischio o sulla base di contenziosi tra vicini, spesso sottesi da rischi non percepiti, necessita di una ricognizione e registrazione puntuale di tutti gli elementi di deficit presenti sulla scena, a partire dal contesto ambientale circostante Disporre di uno strumento per l’analisi guidata e per la registrazione dei dati di rilievo può risultare estremamente utile per : minimizzare le incompletezze dei rilevamenti e la focalizzazione sulla sola problematica che ha portato all’ intervento; garantisce omogeneità ai rilievi condotti dai diversi operatori ; permettere una lettura aggregata ed una elaborazione dei dati, su cui effettuare confronti con realtà simili o diverse Il nostro approccio valutativo: gli strumenti per la ricognizione e caratterizzazione dei pericoli, il metodo di stima • • • • • Il modello che qui vi presentiamo, mutuato da una esperienza Francese, con gli opportuni aggiustamenti, si compone di : - una griglia per la registrazione dei rilievi concernenti il fabbricato con il suo territorio circostante ed una per le singole unità immobiliari oggetto della valutazione; - una tavola excel con collegamenti ipertestuali, da poter gestire nell’ambito della rete, funzionale alla interpretazione dei rilievi e per la definizione dello standard di sicurezza ideale per i diversi elementi, sulla base di norme cogenti, norme di buona tecnica, linee guida - una matrice per la determinazione del grado di salubrità e di sicurezza dell’ edificio o del singolo alloggio Le griglie sono strutturate in sezioni , per indagare, registrare ed ed esprimere un giudizio di qualità relativamente : - alla struttura dell’edificio ed all’ambiente immediatamente circostante - organizzazione interna degli alloggi - sicurezza degli impianti ( elettrico, termico, idrico) - esposizione a rischi particolari ( caduta, amianto, CO, radon, incendio) - manutenzione e modalità d’uso di struttura ed impianti - presenza tra gli abitanti di soggetti appartenenti a gruppi a rischio ( anziani, bambini, soggetti portatori di handicap, a cui viene attribuito un coefficiente moltiplicatore del rischio • • • • • • Per ognuno degli elementi analizzati, sulla base bello scarto tra requisito minimo/ideale e quanto osservato, viene espresso un giudizio di qualità su una scala a 4 categorie: buono, mediocre, scadente, molto scadente Per la definizione dell’ideale e per l’individuazione del requisito minimo di sicurezza, sulla cui base viene formulato il giudizio, ci si serve di una scheda informatizzata, con rimandi specifici a : Norme Statali e Regionali di settore; Norme tecniche degli istituti di normazione ( CEI, UNI, UNI-CIG ); Direttive Comunitarie; Linee Guida e Banche dati di Organismi Governativi Nazionali ( ISPESL, ISS ) ed Internazionali ( CDC, EPA, NIOSCH);Banche dati di organismi scientifici internazionalmente accreditati Come inciso giova sottolineare che i “requisiti minimi” definiti da norme cogenti, ed a cui si fa riferimento assoluto, in maniera rituale nella espressione di pareri vari, rappresenta il livello più basso di tutela, un vero spartiacque tra possedere il requisito di sicurezza e il non possederlo, e che di fatto, potrebbero essere già superato dal livello di conoscenza ampiamente più rapido della norma Il peso complessivo del rischio è ottenuto attraverso l’attribuzione di un valore da 0 a 3, dal buono al molto scadente, a ciascun elemento valutato, ed attraverso l’uso di un fattore di moltiplicazione dall’1 al 3 o dall’1 all’8, rispettivamente per le singole unità immobiliari e l’intero edificio. L’influenza dell’elemento umano, nei termini di gruppo a rischio, viene valorizzato attraverso l’uso di un ulteriore coefficiente di moltiplicazione La sommatoria dei risultati del peso di ogni singolo elemento, fratto il totale della sommatoria degli elementi valutati, viene letta su una scala semiquantitativa da 0 ad 1 e definisce il grado di salubrità e sicurezza per quella singola unità immobiliare o edificio La comunicazione del rischio • La dis-conoscenza del rischio è un fattore di moltiplicazione dello stesso, con azione di determinante e di modulatore, su questo assunto, la comunicazione (informazione/formazione) svolge un ruolo importante nella gestione del rischio • I Sisp sono ampiamente inseriti nel processo di comunicazione dei rischi domestici • Comunicazione istituzionale - pareri preliminari su progetti : sono strumento di gestione del rischio la dove , uscendo dalla ritualità, orientano verso soluzioni progettuali mirate ad una riduzione del rischio alla fonte, nello scegliere ciò che non è pericoloso rispetto a ciò che lo è. Richiedono comunque altri approcci valutativi e forse anche linguistici, in ragione delle - • quote d’incertezza, e la dove lo standard di sicurezza non è sancito in norme cogenti richiesta di assunzione di provvedimenti ordinativi di messa in sicurezza assume valore di strumento di gestione, la dove è in grado di riferirsi puntualmente alle problematicità (rilevato/atteso) ed individua le misure correttive, su una scala di priorità ed una tempistica degli interventi sulla base del rischio ponderato ( gli interventi costano e non sempre gli obbligati sono nelle disponibilità delle risorse necessarie) Comunicazione strumento di Educazione Sanitaria - traduzione dei dati epidemiologici validati in messaggi informativi in grado di supportare ed orientare scelte consapevoli sia nei decisori istituzionali che nella popolazione generale e più in generale per sviluppare cultura preventiva - councelling individuale mirato, sia per supportare l’adesione/accettazione di prescrizioni impartite che per accrescere conoscenze e competenze La gestione del Rischio • • • • • • • Considerato che le condizioni di rischio si generano in funzione di deficit progettuali, manutentivi, modalità d’uso, l’azione preventiva và agita dai diversi soggetti ( committenti delle opere, progettisti, costruttori, installatori, manutentori, organi istituzionali di controllo, istituti di formazione)attraverso : L’adozione da parte dei progettisti di soluzioni tecniche mirate coniugare gli aspetti estetici, di sicurezza , salubrità ed ecocompatibilità una valutazione e controllo, in fase progettuale, da parte degli organi tecnici istituzionali delle ASL, la dove chiamati ad esprimersi, focalizzata sugli elementi di pericolo significativi, che dovrebbero essere puntualmente ed adeguatamente evidenziati sugli elaborati di progetto, con riferimento agli standard di sicurezza ideali individuati dagli Istituti di Normazione L’adozione, da parte delle singole amministrazione comunali, così come stabilito dall’art 2 e dall’art 4, del 380/2001, di Regolamenti Edilizi che dettaglino e che facciano riferimento esplicito alle norme tecniche dei diversi Istituti di Normazione che li definiscono, standard di sicurezza e salubrità di edifici ed impianti ( UNI,CEI,UNI CIG ) a cui si dovrebbe fare riferimento nelle scelte progettuali e che dovrebbero essere puntualmente declinati nelle autocertificazioni prodotte dai progettisti ai fini dell’ acquisizione dei permessi di costruzione Lo sviluppo, attraverso mirati interventi di informazione/formazione, di una cultura orientata verso la realizzazione di strutture edilizie, impianti ed elementi di arredo, che garantiscano un uso in sicurezza, nelle diverse fasi della vita dei suoi abitanti (fasce a rischio) La diffusa applicazione dell’obbligo per i costruttori ed installatori di fornire i prescritti libretti d’istruzione e manutenzione e le schede tecniche di sicurezza ( DPR 459/96 per i costruttori di macchine, DLgs 494/96 sui fascicoli tecnici delle costruzioni) L’attuazione di mirati interventi di prevenzione rivolti alle fasce deboli della popolazione ed agli immigrati che, per svantaggi sociali ed economici, disconoscenza, cultura, modalità d’uso delle strutture ed impianti, potrebbero essere sottoposti a quote aggiuntive di rischio Conclusioni • • • Pur con tutti i limiti legati alla empiricità del sistema di pesatura ed alla incompletezza degli strumenti di supporto fin qui prodotto, il modello di valutazione dei rischi da noi sviluppato si presta senz’altro per promuovere tra gli operatori del servizio un approccio metodologico sistematico al rischio domestico A dispetto del pensiero di alcuni Igienisti, che presi dal sacro fuoco della sottrazione, riconducevano nel novero delle pratiche inutili le attività in campo edilizio, la prevenzione dei rischi domestici, a cui è da ricondurre tutta la nostra attività storica, è un ambito di tutela che si giova del contributo assolutamente essenziale dei Servizi del Dipartimento di Prevenzione, sia nel ruolo di valutatori del rischio che in quello di formatori o di raccoglitori e lettori dei dati epidemiologici, su cui di fatto si informa l’azione preventiva E’ certo comunque che, per il raggiungimento di concreti obiettivi preventivi è necessaria una rimodulazione delle attività finora svolte e l’attivazione di nuove linee, il cui presupposto è un investimento sulle risorse umane presenti nei Servizi, finalizzato ad accrescere conoscenze, competenze, abilità