Psiche e donne 50enni

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Psiche e donne 50enni
PSICHE & SOCIETA’
di Roberto Cafiso*
Quando una donna compie 50 anni …. aggiungete voi le vostre considerazioni,
perché a volte le donne sono allegre, serene. Altre volte soffrono, si deprimono.
Alcune non fanno neppure caso alla cifra 5 che scatta a descriverle nel tempo.
Dipende. E non è una questione di climaterio, di ormoni o di rughe. Perché non
esistono contingenze che ognuno di noi non interpreti e alle quali non si consegnino i
propri vissuti. E’ esattamente nel modo di viversi, dai 50 anni in poi, dal significato
attribuito a questa cifra, che una donna ( e non solo le donne ) traccia la propria
esistenza a venire.
Cinquantenni all’attacco, la vita – posponendo l’età del vecchio best seller di
Marina Lante della Rovere – comincia a 50 anni e così via. L’ironia e l’ottimismo
distillato esorcizzano le paure del proprio sfiorire , soprattutto chi sul fisico ha
fondato la propria immagine e quindi la propria identità. Comprensibile, ad esempio,
per una top model che col proprio corpo e col piglio temperamentale che da esso
scaturiva ha interpretato ruoli connotandosi come il sogno proibito di tanti uomini.
Di recente l’attrice Anna Galiena, che ha debuttato nei suoi 50 anni, ha confessato
un periodo di forte depressione. Adesso affronto l’età con coraggio, ha detto. Ma era
atterrita dal fatto che da fantasia sensuale dell’immaginario maschile, le proponevano
solo ruoli di madre. Un tracollo per chi ha coinciso con l’aspetto e con le linee di un
partamento che fonda i suoi presupposti sul corpo. E si ha un bel dire, a volte, con la
storia che ciò che conta è la bellezza interiore. Solo battute consolatorie, racconta
sempre la Galiena, che non rassicurano affatto, anzi.
E il corpo a 50 anni per quanto lo si possa stressare con la chirurgia estetica e
l’esercizio fisico esagerato, accusa il tempo. Si modifica il metabolismo e si rischia di
ingrassare in zone antiestetiche pur bevendo solo acqua. Un supplizio, come quello
della strega di Biancaneve che ossessivamente ogni giorno interrogava lo specchio,
fino a che il tempo non datò anche lei. E’ la mentalità comune qui a dettar legge. I
sistemi di riferimento e di autovalutazione di una donna che va avanti negli anni che
possono predire su come e con quale spirito invecchierà.
E’ vero che a 50 anni conta molto come ci si arriva. Intanto se in salute o meno, se
da tempo non più fertili oppure in contemporanea trasformazione. E soprattutto se
ancorate al mito dell’aspetto fisico o già inclini a cambiare look a favore di altri modi
di interpretare se stesse. Certo per quest’ultima operazione ci vogliono requisiti e
competenze culturali che non si acquisiscono frequentando i centri di estetica o
rifacendosi naso, seno, glutei e doppio mento a piè sospinto.
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Sentirsi di essere e di valere malgrado le rughe e non sentirsi obbligate a circolare
a pancia scoperta, è prerogativa di chi ha qualcosa da dire o esprimere oltre il proprio
corpo e di coloro che non si sono abbeverate alla fonte del proprio mito. E qui,
onestamente, le “non troppo belle” sono avvantaggiate, perché da tempo si sono
cimentate nella ricerca di altre caratteristiche da promuovere rispetto a chi invece,
forte di un aspetto incantevole o prorompente, ha sempre avuto accesso al mondo tra
sguardi maschili ammirati o di gelosia delle pari, dal quale ci si è abituate a distillare
l’implicita , invidiata ammirazione .
Molte belle ma intelligenti hanno comunque preparato il proprio futuro
dedicandosi ad altro, coltivando interessi differenti. Ma molte intelligenti ed
impegnate non si sono mai profondamente persuase che il proprio fisico era da
mettere in secondo piano rispetto ai contenuti interiori, continuando persino con
l’autoinganno a cercare modalità e palcoscenici più o meno mascherati ove far
sfoggio di sé nelle maniere più tradizionali. Proprio costoro spesso risultano le più
critiche rispetto altre coetanee definite volgari o inopportune.
E’ vero comunque che è difficile ammettere che si sta invecchiando, che esiste una
fisiologica trasformazione che in un mondo pervaso dall’immagine ha tutta l’aria di
una patologia. Ed invece è tutto naturale a differenza dei “ritocchi” estetici che se da
un lato illudono pur per poco tempo, dall’altro ritardano la maturazione e l’
adattamento al proprio tempo. Il rischio è di diventare patetiche in uno sforzo
disumano di arrestare l’inarrestabile, consegnandosi ai paradossi e ad un ‘ulteriore
nucleo depressivo.
C’è chi cerca la fuga nella passione, nell’innamoramento con un uomo più
piccolo, implicita conferma del poter ancora attrarre l’altro sesso, del riuscire ad
essere scelte tra donne più giovani, ma non per questo più belle. Spesso si esce da
queste storie con le ossa rotte per le forzature con le quali queste storie sono nate e si
sono alimentate e con bilanci sconfortanti quando si scopre di essere state usate o
addirittura sfruttate .
Il tempo, prima o poi, ci piaccia o no, mette a posto le cose. Ma per vivere
serenamente i propri 50 anni una donna deve prepararsi già a 40 e trovare il passo
giusto, il proprio passo, per arrivarci preparata e forte di convincimenti inossidabili.
Tenersi in forma, in esercizio fisico, non esagerare col cibo, avere cura di sé,
conoscere i segnali della menopausa, capire che non è una sentenza di morte di status,
monitorare i problemi fisici ad essa legati ( ad esempio l’osteoporosi ), sono modalità
attraverso le quali ogni soglia può essere varcata senza drammi. E’ vero d’altra parte
che ogni età ha i suoi segreti, i suoi momenti intimi, piacevoli, da scoprire ed
esplorare. Compresi quelli dei legami da rinverdire o quelli da vivere per la prima
volta. Ci si ricorda del proprio matrimonio appena ieri e ci si ritrova con un nipotino
in braccio, senza saper come. Ma esiste un fascino che solo gli anni conferiscono ad
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una donna e la rendono attraente al di là di una taglia over 42. Davvero la vita non è
tutta lì.
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*Dirigente del Servizio di Psicologia Asl 8 Siracusa
PUBBLICATO SUL QUOTIDIANO “LA SICILIA”
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