Il Gazzettino, 2016-04-09
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Il Gazzettino, 2016-04-09
CULTURA & SPETTACOLI Sabato 9 aprile 2016 PG 21 MUSICA Il cantautore romano annuncia il ritorno dal vivo con un doppio concerto a Verona A giugno l’Arena riparte da Zero «Il Veneto mi ha sempre accolto con amore anche se mi deve tre malleoli: 18 anni fa mi infortunai» Daniela Ghio Nel giorno in cui la Fondazione Arena di Verona, organizzatrice della lirica, ha annunciato la sua messa in liquidazione, Renato Zero annuncia il suo grande ritorno con un nuovo album e due concerti speciali proprio all’Arena, il 1˚ e il 2 giugno. Dopo più di due anni di assenza il grande cantautore romano ha scelto di tornare a esibirsi dal vivo per presentare al pubblico i brani contenuti nel nuovo album «Alt», insieme ai suoi successi di sempre, ed ha scelto proprio l'Arena di Verona. «Adoro il Veneto, è una regione spettacolare - ha spiegato Renato Zero -. Veneto significa Padova, Vicenza, Treviso, città che mi hanno sempre accolto con grande amore. Ed è una delle regioni che maggiormente mi ha creduto quando ho iniziato la mia carriera. Sono poi particolarmente felice di tornare a Verona perché mi deve... tre malleoli, vado a chiedere il conto. Con una televisione che sembra tornata in bianco e nero, con poche le offerte allettanti, un concerto è l'unico modo per far conoscere un disco». È la seconda volta che Renato Zero canta all'Arena di Verona, la prima volta fu 18 anni fa, nel settembre 1998. Volle riprende- NUOVO LOOK Renato Zero in "Alt!", il nuovo album uscito l’altro ieri e che sarà promosso in Arena il 1˚ e 2 giugno re da lì il tour in 30 città «Tour dopo tour», interrotto bruscamente nel maggio 1998, alla sesta tappa, per una caduta in una buca sul palco del Palasport, con un volo di cinque metri e una conseguente frattura complessa del malleolo destro. Fu un tutto esaurito. I biglietti sono andati esauriti in pochi giorni ed ora è rimasto solo qualche posto in gradinata non numerata, ma il re dei sorcini non pensa di aggiungere una terza data. «Per ora intendo fare solo queste due - spiega -. Spero siano già una bella opportunità per scambiarci delle emozioni». Ma difficilmente Zero si fermerà qui: quest'anno festeggia infatti i 50 anni di carriera. Zero nei suoi album è sempre stato un preveggente, questa volta invece guarda all'oggi del nostro Paese. «Questi tempi mi hanno sollecitato un intervento quasi obbligatorio - afferma -. Questa nostra Italia ha ormai quasi svenduto tutto. Per noi il lunedì parte una guerra alla resistenza. La politica non fa nulla per aiutare, non capisce che le persone stanno diventando povere. Voglio essere un sollecitatore, non riesco a stare in pantofole a guardare. Questo mio disco vuole rivolgersi a chi non vuole stare in panchina e rassegnarsi al tempo, all'Isis». «Alt» è un planetario dell'oggi, schegge di presente offerte alla luce del cuore e della ragione, un salto senza rete nella denuncia, per rompere il silenzio. «Per una nuova stagione del desiderio - spiega ancora Zero -, perché il rispetto sia la norma. Nessuno è condannato. Sta a noi scegliere, evitare le seconde scelte e le imboscate delle sterili tentazioni. La gioia è nello sforzo comune. La vita dev'essere restituita alle nostre cure. Alt al compromesso». © riproduzione riservata FONDAZIONE LA FENICE A Tate il premio "Una vita per la musica" VENEZIA - È Jeffrey Tate il vincitore del Premio Una vita nella musica 2016. La cerimonia di consegna del Premio avrà luogo venerdì 22 aprile alle 12, nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice. Il nome del maestro inglese si aggiungerà così a quelli di Arthur Rubinstein, Andrés Segovia, Karl Böhm, Carlo Maria Giulini, Yehudi Menuhin, Mstislav Rostropovic, Gianandrea Gavazzeni e Franco Ferrara, Nathan Milstein, Leonard Bernstein e Francesco Siciliani, Nikita Magaloff, Isaac Stern, Maurizio Pollini, Raina Kabaivanska e Luca Ronconi, Salva- tore Accardo, Claudio Abbado, Carla Fracci e Renzo Piano, Ruggero Raimondi, Pier Luigi Pizzi, Zubin Mehta, Alfred Brendel, Claudio Scimone e I Solisti Veneti, Daniel Barenboim, Carlo Bergonzi, Gidon Kremer, Aldo Ciccolini, Myung-Whun Chung, Salvatore Sciarrino e Yuri Temirkanov: un albo d’oro di assoluto prestigio. Organizzato dalla Fondazione Teatro La Fenice e coordinato da un comitato scientifico presieduto da Mario Messinis Accanto a Jeffrey Tate riceveranno così il Premio Una vita nella musica - Giovani il pianista Benjamin Grosvenor, il DIRETTORE D’ORCHESTRA Jeffrey Tate, 73 anni, è nato a Saluisbury compositore Vittorio Montalti e il musicologo Francesco Fontanelli. Il giorno prima alle 20 e sabato 23 aprile alle 17 al Teatro Malibran, Jeffrey Tate dirigerà l’Orchestra del Teatro La Fenice nella Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore WAB 105 di Anton Bruckner. IL LIBRO Punk, per i 40 anni Venezia soffia sulle... copertine VENEZIA - Il punk ha 40 anni, e nonostante la sua natura programmaticamente ribelle e anti-sociale, non si sottrae alle celebrazioni: soprattutto in Inghilterra, dove il genere musicale divenuto anche uno stile di vita, un variegato movimento artistico e naturalmente una moda, che ispira ancora gli stilisti, fu tenuto a battesimo con la pubblicazione a Londra, il 26 novembre del 1976, dell’album dei Sex Pistols "Anarchy In The U.K.". Anche Venezia porta il suo contributo ai "festeggiamenti", per iniziativa di un graphic designers appassionato del genere, Matteo Torcinovich, che ha raccolto in un libro (naturalmente molto... trendy) le immagini delle copertine più note realizzate per i loro dischi dalle innumerevoli band SIMBOLO Blondie nel picture punk sorte sulla disc di "Parallel lines" scia di Johnny Rotten e compagni. Il libro sarà presentato oggi alle 18 a ISO.LAB (Castello 3865), con l’intervento del fotografo Giovanni Pancino. Torcinovich - che ha anche fondato radio, gruppi musicali ed etichette discografiche e collabora al Venice Punk Museum - non si limita a raccogliere immagini diventate icone del loro tempo, ma ne ricostruisce la genesi e il back-stage, intervistando i fotografi e raccontando la preparazione dei ritratti rarissimi di artisti del calibro di David Bowie, The Ramones, Blondie, Iggy Pop, Nina Hagen e molti altri. Foto che - tra magrezze inquietanti, occhiaie allucinate, nudi (che oggi appaiono pudichi), schizzi (finti) di sangue rappresentano anche l’autoritratto di un’epoca che voleva liberarsi di ogni retaggio del passato, anche a costo di provocare, irritare, spaventare i benpensanti. S.F.