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PLUS24 1 Il Sole 24 Ore
Sabato 14 Luglio 2012
10 Attualità
Risparmio tradito. L’ultimo caso nasce in Uk, cresce nei paradisi fiscali e produce vittime in Italia
Vademecum. Come investire in un hedge fund
Tra Prudential e Dominion
a rimetterci sono i clienti
Prima regola:
acquisto diretto
L
a triangolazione è perfetta,
se non fosse che anche in
questo caso a rimetterci sono
gli investitori finali. E tra loro
figurano anche famiglie italiane che hanno acquistato una
polizza vita che investe in un
fondo d’investimento Dominion (Px0, Px1 o Px2) domiciliato sull’isola di Guernsey, che a
sua volta investe fino a quasi
tre volte il patrimonio in gestione in un altro prodotto assicurativo with-profit emesso da Prudential, una delle più importanti compagnie britanniche. Uno
schema nel quale il gestore del
fondo mira ad amplificare il
rendimento certo (with-profit)
"garantito" dalle polizze sottostanti, cercando di realizzare
un’ottimale gestione del rischio tassi attraverso la leva
dell’indebitamento.
Un’articolata struttura finanziaria che negli ultimi anni è
stata fonte di angoscia per gli
investitori: se la sono ritrovata
anche nelle gestioni patrimoniali e hanno visto il valore dei loro
risparmi crollare. Non solo. Per
coloro che hanno chiesto di
uscire dall’investimento, al danno si è aggiunta la proverbiale
beffa: oltre a scoprire di non poter uscire immediatamente,
hanno appreso di dover pagare,
nonostante le ingenti perdite
Il drammatico confronto
Il crollo del fondo Dominion Px2 a confronto con l’andamento dei listini azionari
negli ultimi quattro anni. Base 2/6/2008=100
120
100
80
60
Dominion Px2
Indice Msci World
40
20
2008
2009
2010
2011
2012
Fonte: Bloomberg
già subite, una sorta di penale
di uscita anche del 30-40% di
quanto loro rimasto. Una riduzione del valore di mercato del
fondo, cosiddetta Mvr, prevista
dalle compagnie nelle polizze
with-profit e che il gestore del
fondo a sua volta applica ai sottoscrittori al momento di liquidare l’investimento, in aggiunta
alle più tradizionali commissioni di uscita previste per chi chiede il rimborso delle quote nei
primi 5 anni. Regolatori dei valori di mercato (Mvr) che sono
stati al centro di una disputa
presso l’Alta Corte inglese tra
Dominion Dx Pcc Limited e
Prudential International Assurance Plc. Un procedimento av-
viato da Dominion a inizio
2010, dopo aver appreso nel
marzo 2009 da Prudential che
avrebbe applicato Mvr di entità
sproporzionata agli oltre 500 milioni di euro investiti dai fondi
Px dal 2004 nelle polizze withprofit. In particolare, in una nota diffusa a febbraio 2010, il fondo Dominion sottolineava che
«fu notato che i regolatori applicati alle polizze dei fondi Px
(42,44% in un caso) erano sostanzialmente differenti da quelli applicati alle polizze detenute
da altri contraenti (13,8%)».
Una vertenza che ha portato a
una sospensione (dal 23 marzo
2009) dei fondi Px, che si è conclusa con un laconico comuni-
cato di Dominion del 4 aprile
scorso dove annunciava di aver
abbandonato il contenzioso
che la opponeva a Prudential e
di proporre ai clienti dei fondi
Px (ma anche di quelli Nx con
sottostanti polizze with profit di
Aviva) di trasferirsi in un nuovo
fondo Dx Evolution. Ma a passaggio avvenuto, agli investitori
finalmente "liberi" di uscire
dall’investimento la spiacevole
sorpresa di vedersi applicare
Mvr fino al 30% è rimasta.
E casi simili non sono così
isolati. A novembre 2010
Plus24 aveva raccontato la storia dei risparmiatori che nel
2003 avevano sottoscritto la polizza vita Vipvalor protected
emessa dalla compagnia Valor
Life con sede in Liechtenstein e
che aveva come sottostante un
hedge fund. A poco più un anno dalla scadenza del 15 novembre 2011 i sottoscrittori
hanno visto svanire l’iniziale garanzia del 92% del capitale investito poiché sono stati dirottati
su un altro fondo, per di più
con oneri aggiuntivi. Una vicenda che finì in tribunale, con
l’autorità giudiziaria italiana
che nel giugno 2011 dispose il
sequestro di beni e conti correnti della compagnia.
Gianfranco Ursino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I gestori di qualità
non lasciano
all’oscuro
i sottoscrittori
B
alzano agli onori delle cronache ogni qual volta
scoppia l’ennesimo scandalo finanziario che li vede coinvolti,
ma gli hedge fund non sono
sinonimo di fregature. Nel
mondo ci sono anche hedge
eccellenti, ma occorre saperli
acquistare. E se i risparmiatori
seguissero alcuni fondamentali
passaggi, vicende come quelle
descritte nell’articolo a fianco
forse sarebbero evitabili. Gli hedge sono più liberi di muoversi
sui mercati rispetto ai fondi tradizionali (anche se il confine è
sempre più labile) e non sono
obbligati a rispettare benchmark, dunque sulla carta dovrebbero riuscire a ottenere
maggiori vantaggi e guadagni.
Anche gli obblighi informativi
nei confronti dei clienti sono
più snelli. Per queste ragioni,
ma non solo, gli hedge fund
non sono aperti a tutti, ma solo
a chi dispone di capitali ingenti. In Italia, ad esempio, per legge è richiesto un investimento
minimo di 500mila euro.
Per aggirare l’ostacolo della
soglia minima, nell’ultimo decennio gli intermediari non
hanno lesinato a proporre polizze a rendimento "garantito"
agganciate a hedge fund, con
un investimento minimo richiesto di poche migliaia di euro. «Il fondo hedge è preferibile
acquistarlo direttamente – afferma Ida Pagnottella, consulente indipendente fee only –.
Quando c’è una polizza di mezzo si tende ad avere meno chiarezza, perché c’è un’ulteriore
barriera tra il gestore hedge e
l’investitore. In questo caso occorre quantomeno poter rintracciare l’andamento e il contenuto del fondo sottostante.
Se non è possibile, è meglio
starne alla larga». Pur non dovendo rendere conto ai clienti
in tempo reale delle decisioni
di investimento, alcuni gestori
hedge americani rendono pubbliche le strategie intraprese.
«Un hedge fund di qualità continua Pagnotella – non lascia completamente all’oscuro
il proprio cliente, ma comunica con lui attraverso report,
web seminar e conferenze».
Infine, è bene ricordare,
che un fondo hedge ben gestito, come qualsiasi altro
strumento finanziario, non è
detto che metta al riparo da
eventuali crisi sistemiche.
G.Ur.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Normativa comunitaria. Un quadro in rapida evoluzione
Mercati finanziari targati Ue
L
a questione bancaria è sempre più al centro dell’attenzione dell’Unione Europea. E
forse il settore finanziario potrebbe essere per il futuro il
fulcro aggregante dell’Europa,
come lo furono inizialmente
gli accordi sul carbone e sull’acciaio. Lunedì scorso al Parlamento Europeo, il presidente
della Bce, Mario Draghi ha affermato che entro la fine di
quest’anno occorre avere una
"ragionevole idea" di quale
dovrà essere la supervisione
del sistema bancario a livello
comunitario. E il commissario al mercato interno, Michel
Barnier, ha ricordato che il
Consiglio Ue, ha deciso di attivare l’articolo 127 del trattato
per creare un sistema di supervisione integrato del sistema bancario che coinvolga la
Bce. Ma Barnier ha ricordato
che l’Unione Finanziaria o
Unione Bancaria non si esaurisce in una supervisione integrata. E per questo ha enucleato quattro direttrici del lavoro a venire: il pacchetto Crd
IV ("Capital Requirements Directive"); un quadro europeo
di difesa dei depositanti; un
quadro europeo di prevenzione delle crisi bancarie; la lotta
agli abusi di mercato.
Al pacchetto per la prevenzione delle crisi Plus24 ha già
dedicato un articolo lo scorso
16 giugno. Di recente, lo scorso
3 luglio, la Commissione ha presentato anche un pacchetto in-
Dalle misure
per risolvere
presto le crisi
alla tutela
dei risparmiatori
tegrato per la difesa dei consumatori nel campo dei servizi finanziari. Questo pacchetto si
compone di tre proposte normative, come ricordava il comunicato della Commissione:
una proposta di regolamento
sui principali documenti informativi per prodotti di investimento al dettaglio preassemblati (Prips), una revisione della di-
Il bilancio AcegasAps
e la responsabilità sociale
Nella tabella a pagina 66 della guida n. 18 di Plus24
dal titolo “Finanza etica. Come investire in maniera
responsabile”, pubblicato il 30 giugno scorso, vi è da
precisare che “il gruppo AcegasAps anche nel 2011
ha rinnovato il proprio impegno di trasparenza nei
confronti degli stakeholder, pubblicando un unico
documento, il bilancio integrato, al fine di divulgare i
risultati annuali del proprio operato, sia fornendo
una rendicontazione economico-finanziaria, sia conducendo un’attenta analisi di sostenibilità ambientale e sociale delle attività del gruppo”. Il bilancio
integrato di Acegas-Aps è distribuito in edizione
cartacea ed è consultabile in formato digitale nel
portale aziendale (www.gruppo.acegas-aps.it).
rettiva sulla intermediazione assicurativa (Imd), e una proposta per rafforzare la tutela di
coloro che acquistano fondi di
investimento (attualmente disciplinati dalla direttiva sugli organismi d’investimento collettivo in valori mobiliari - Oicvm).
In tema di Prips la proposta
è quella di migliorare l’informazione ai risparmiatori attraverso l’utilizzo del Kid anche per
questi prodotti finanziari. Secondo le indicazioni della
Commissione Ue: «La proposta prevede che ogni ideatore
di prodotti d’investimento (ad
esempio gestori dei fondi di investimento, imprese di assicurazione, banche) dovrà presentare tale documento per ciascun investimento». A parte le
riserve che in più occasioni
Plus24 ha sollevato a proposito
dell’introduzione nella sua versione attuale del Kid e che probabilmente si potrebbero riproporre in questo caso, in un
commento a caldo riportato
on line il 4 luglio, David Strachan della Deloitte, pur apprezzando le scopo del documento, spiegava che considerando
l’ampio spettro di prodotti di
investimento che sarebbero interessati, sarà una sfida per le
imprese e i regolatori che il Kid
sarà di uso pratico per i consumatori e serva allo scopo per
cui è stato pensato.
Sempre sull’informazione
si basa la proposta che riguarda la revisione della direttiva
sulla intermediazione assicurativa. Rileva infatti la Commissione che «in molti casi i
consumatori non sono consapevoli dei rischi associati alla
sottoscrizione di coperture assicurative». Uno dei punti qualificanti della proposta è che
«si applicherà lo stesso livello
di protezione a tutti i consumatori, indipendentemente
dal canale attraverso il quale i
consumatori acquisteranno
un prodotto assicurativo». E
inoltre sarà «più facile per gli
intermediari esercitare le proprie attività transfrontaliere,
favorendo in tal modo l’emergere di un vero mercato interno dei servizi assicurativi».
Inoltre la Commissione spiega che le proposte per le attuali norme Oicvm «sono basate
sugli insegnamenti tratti dalla
crisi finanziaria, per continuare a garantire la sicurezza degli
investitori e l’integrità del mercato. In particolare, la proposta garantirà che il marchio Oicvm rimanga affidabile assicurando che i doveri e la responsabilità del depositario (l’entità
che custodisce le attività) siano chiari ed uniformi in tutta
la Ue». In particolare in materia di sanzioni si mira a garantire che esse siano sempre superiori ai potenziali benefici derivanti dalla violazione delle disposizioni in questo campo.
Antonio Criscione
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LE COORDINATE DEGLI INTERVENTI UE
Prodotti di investimento
«preassemblati»
Il punto di partenza dell’iniziativa
Ue è che nel territorio dell’Unione
viene venduto ai risparmiatori un
ampio ventaglio di prodotti finanziari,
alcuni molto complessi tanto che può
essere difficile per i risparmiatori
compararli e verificarne il reale grado
di rischiosità. Le regole esistenti non
sono abbastanza standardizzate da
assicurare informazioni facilmente
comparabili. Le regole vanno
cambiate per assicurare agli
investitori un’informazione
"abbordabile" e affidabile. Questa
per la commissione Ue passa
attraverso il Kid (key information
document), con informazioni chiari e
comparabili. Il Kid deve essere
uguale per tutti i prodotti finanziari,
con lo scopo di permettere ai
consumatori di comparare meglio i
rischi e i costi dei prodotti, per
trovare quelli che si attaglia meglio
alle loro esigenze
Intermediazione assicurativa
La proposta della Commissione Ue
per la revisione della direttiva Imd
mira innanzitutto a estenderne la
disciplina a tutti i venditori di
prodotti assicurativi. E saranno
previste regole più stringenti sui
conflitti di interesse, per cui i
consumatori dovranno ricevere
informazioni chiare sullo statuto
professionale di chi vende loro un
prodotto assicurativo. Verranno
instaurate delle regole per affrontare
in maniera più efficace i rischi di
conflitto di interessi, compresa la
pubblicazione della remunerazione
percepita dai venditori di prodotti
assicurativi. Saranno migliorati i
requisiti applicati alle assicurazioni
sulla vita con elementi di
investimento, disciplinando gli
standard di vendita e i conflitti di
interesse. In caso di prodotti venduti
in modo collegato, sarà previsto che i
clienti siano informati della possibilità
del loro acquisto separato.
La revisione della Imd prevederà
anche un mutuo riconoscimento delle
conoscenze e delle capacità
professionali acquisite in un altro
stato membro. Inoltre sarà previsto
anche in questo ambito che siano
predisposte sanzioni amministrative
«effettive, proporzionate e dissuasive»
Investimento mobiliare
Tre le aree di intervento per
migliorare la direttiva Ucits V: sarà
data una definizione precisa dei
compiti e delle responsabilità dei
depositari che agiscono per conto di
un fondo Oicvm; saranno previste
norme chiare sulle retribuzioni dei
gestori degli Oicvm (con modalità di
remunerazione che non dovrebbero
incoraggiare assunzioni di rischio
eccessive e la politica di
remunerazione terrà conto degli
interessi a lungo termine degli
investitori e del raggiungimento degli
obiettivi di investimento degli Oicvm).
Infine è prevista un’impostazione
comune relativa alle sanzioni delle
infrazioni principali al quadro
giuridico Oicvm, con norme comuni
sui livelli delle sanzioni
amministrative, per garantirne
un’applicazione uniforme a livello
comunitario.