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Arte
Mercoledì 15 Marzo 2017
"LE DONNE NELL'ARTE" ALLA GALLERIA LA TELACCIA
"Le donne nell'arte", collettiva a cura di Monia Malinpensa, comprendente lavori di Fernanda
Cerrina, Milena Bissoni Trevi, Antonella Tomei e Susanna Travani. Orario: dal lunedì al sabato
15-19. Chiuso i festivi. Info: 011.5628220 - 347.2257267 - [email protected] - www.latelaccia.it
ore 15:00
Torino
Via Santarosa 1
ROBERT MAPPLETHORPE ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
La Galleria Franco Noero ospita per la prima volta all'interno dello spazio espositivo di Piazza
Carignano una personale di Robert Mapplethorpe, mostra che continua la collaborazione tra la
galleria italiana e The Robert Mapplethorpe Foundation. Robert Mapplethorpe, straordinario e
controverso esponente dell'avanguardia americana, è ancora oggi simbolo anticonformista di
una contemporaneità senza tempo, avendo saputo impersonare un senso estremo di libertà
che si esprime costantemente nell'intreccio tra la sua pratica artistica, gli aspetti privati e intimi
della sua vita personale, i suoi compagni di strada, le celebrità e il pubblico. La selezione di
fotografie in mostra presenterà una sequenza di associazioni, somiglianze e contrasti declinati
nelle composizioni e nei generi cari all'artista: ritratto, natura morta, nudi maschili e femminili,
parti del corpo e sensualità. Si tratta di un viaggio che spazia dalla freschezza adamantina
dell'occhio giovanile dell'artista negli Settanta, caratterizzati da una insaziabile curiosità nutrita
dalla fame di scoperta, ai momenti più stratificati e sofisticati degli anni Ottanta, venati di sottile
edonismo e sapiente raffinatezza. Nei suoi scatti si rivela costantemente una profonda
passione per la scultura classica in dialogo con una acuta conoscenza della stessa: la
precisione formale e stilistica è il terreno su cui Mapplethorpe dimostra la sua abilità di cogliere
l'inaspettato e creare un senso di misterioso stupore, nel contrasto mozzafiato tra luce e
ombra. Robert Mapplethorpe (New York 1946 - Boston, MA 1989), ha studiato disegno, pittura
e scultura al Pratt Institute di Brooklyn, per poi iniziare una carriera come artista e fotografo
che lo ha portato ad esporre il suo lavoro in una innumerevole serie di mostre personali nelle
Istituzioni di tutto il mondo, a partire dalla prima grande retrospettiva dedicatagli dal Whitney
Museum of American Art di New York nel 1988, un anno prima della sua morte. Nello stesso
anno Mapplethorpe ha dato vita alla Fondazione che porta il suo nome, dedicata a
promuovere la fotografia, dare supporto ai Musei che la espongono, e a raccogliere fondi per
la ricerca medica contro l'AIDS e contro le malattie ad esso correlate. Il lavoro dell'artista è
presente nelle collezioni dei maggiori Musei internazionali e la sua importanza storica e
sociale continua ad essere oggetto di rilevanti mostre personali nel mondo. Due prestigiose
retrospettive gli sono attualmente dedicate al The J. Paul Getty Museum e al LACMA,
entrambe a Los Angeles. Orario: da martedì a sabato 12-20. Info: 011.882208 [email protected] - www.franconoero.com. Prorogata fino al 18 marzo.
fino al 18/03/2017
ore 12:00
Torino
Piazza Carignano 2
ENRICA BORGHI E ISABELLA NAZZARRI ALLA GALLERIA OPERE SCELTE
"Evolutionary patterns", personale di Enrica Borghi ed Isabella Nazzarri, a cura di Roberto
Mastroianni. Orario: martedì-sabato 15,30-20. Info: 011.5823026 - 349.3509087 [email protected] - www.operescelte.com
fino al 18/03/2017
ore 18:30
Torino
TORINOSETTE
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Via Matteo Pescatore 11/D
SALVO ALLA NORMA MANGIONE GALLERY
"Se io disegno questo", personale di Salvo. Orario: dal martedì al sabato 15,30-19,30 o su
appuntamento. Info: 011.5539231 - [email protected] - www.normamangione.com
fino al 18/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Matteo Pescatore 17
SESTRIERE - "VETTE D'ARTE" A CASA OLIMPIA
"Vette d'Arte 2017", rassegna artistica internazionale, comprendente opere di Antonella
Avataneo, Daniela Baldo, Claudia Bambagioni, Santina Barbera, Alessandro Berretta, Piera
Bessone, Sergio Bilucaglia, Carla Bovi, Bruna Bracco, Sandra Stefania Camisassa, Sonia
Carella, Adriano Carpani, Ivana Casalino, Franco Castiglioni, Paula Ciobanu Mariut, Attilio
Collimedaglia,Antonio Crisà, Luigina Dallavalle, Ebe De Mitri, Franco De Nicolellis, Romina Di
Forti, Josine Dupont, Renata Ferrari, Alberto Ferrati, Tiziana Franzin, Marco Froio, Maria Pia
Galato Fransos, Gianfranco Gavinelli, Fiorella Gelain, Anna Gloder, Simone Gottardi, Luigi
Grassi, Samira Hosseinzadeh, Paola Levi Opezzi, Daniela Lignana, Susanna Locatelli,
Daniela Magnaguagno, Stefania Mairano, Sylvia Matera, Mario Menardi, Laura Morra, Maurì
Regina Morra, Rita Mura, Michela Musone, Sonia Nuccelli, Luisella Pastorino, Loretta Bruna
Pavani, Olivian Paveliuc, Franco Pinna, Graziella Pinosa, Luciana Pistone, Silvia Rege
Cambrin, Michele Revellino, Ambretta Rossi, Daniela Rosso (Prin), Anna Rotamilani, Maria
Grazia Ruggiu, Fernanda Sacco, Rosa Saragaglia, Alberto Schiavi, Ilario Simonetta, Anna
Sisti, Lina Tallano, Gianna Tibaldi, Eleonoratranfo,Giusy Uljanic, Umbertovaschetto,
Umbertoviapiano. Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
fino al 18/03/2017
ore 16:00
Sestriere (TO)
Via Pinerolo
20 ANNI DI "SENSO DEL SEGNO" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA
20 anni di "Senso del segno", mostra che illustra l'attività svolta dall'associazione per la
diffusione e la conoscenza dell'arte grafica ed incisoria dal 1996, anno della fondazione, ad
oggi. Sono esposti disegni, incisioni, documenti e materiale di laboratorio. Orario: dal lunedì al
venerdì dalle 10 alle 18; il sabato dalle 10,30 alle 12,30.
fino al 18/03/2017
ore 17:00
Torino
Piazza Carlo Alberto 3
ROBOCOOP E RICCARDO DI STEFANO DA AMANTES
Primo appuntamento del ciclo "Divergenze", quattro mostre per otto artisti. Gli artisti, divisi in
quattro coppie eterogenee, esporranno sette opere ciascuno, una delle quali pensata per il
contesto urbano. La mostra concluderà con una collettiva a cielo aperto nella città di Torino,
dove gli stessi lavori esposti in galleria saranno alla portata di tutti, sostenendo lo spazio
pubblico, come possibilità concreta di fruizione di opere d'arte. I protagonisti del primo ciclo
sono Robocoop e Riccardo Di Stefano. Robocoop (acronimo di RomaBolognaCooperazione) è
un progetto di arte urbana, formato da due studenti di Architettura provenienti da Roma e
Bologna. Il duo si inserisce nel contesto urbano della città attraverso affissioni di carta
blueback che reinterpretano pitture/affreschi/incisioni classiche attraverso inserimenti
contemporanei. Formatisi entrambi al liceo classico, il duo ROBOCOOP si muove nel campo
della street art in modo autonomo, mescolando varie tecniche, dalla composizione digitale alla
fotografia, dal disegno alla geometria descrittiva, attraverso la poster art. Riccardo Di Stefano
nasce nel 1990 ad Alessandria e studia Grafica d'Arte all'Accademia Albertina di Torino. Da
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sempre affascinato dal disegno, fa coincidere la rappresentazione grafica con l'interesse per il
mondo della meccanica. La figura umana è raramente rappresentata all'interno del suo lavoro,
ma è tuttavia presente e simbolicamente tradotta nella forma incombente della Macchina. Il
suo lavoro si articola tra l'incisione, la serigrafia, il disegno e la scultura cinetica. Orario: da
martedì a sabato dalle 18 alle 2. Ingresso libero con tessera Arci.
fino al 18/03/2017
ore 20:00
Torino
Via Principe Amedeo 38/A
JOSEPH BEUYS AL PAV
"La Tenda Verde (Das Grüne Zelt)", Joseph Beuys e il concetto ampliato di ecologia. "Das
Grüne Zelt", a cura di Marco Scotini, si colloca quale terzo capitolo di una ideale trilogia,
concludendo il ciclo di mostre con cui il PAV si è proposto di ricostruire una possibile
genealogia del rapporto tra pratiche artistiche e coscienza ecologica negli anni '70 in Europa.
Facendo seguito a "Earthrise. Visioni pre-ecologiche nell'arte italiana" (2015) ed "EcologEast.
Arte e natura al di là del Muro" (2016), questa nuova mostra intende focalizzare la propria
attenzione sull'attività di uno dei più noti artisti della seconda metà del secolo scorso come
Joseph Beuys, privilegiando piuttosto il suo rapporto con le istituzioni politiche e la minaccia
della crisi ambientale. La mostra, che coincide con il trentennale della scomparsa di Beuys
(1986), vuole essere una sorta di omaggio all'autore della 'scultura sociale'. Nonostante la
sterminata letteratura critica sull'attività dell'artista tedesco, soltanto in rari casi questa è
riuscita a trasformare la matrice romantica e spirituale della parola 'natura' in quella politica del
termine 'ecologia'. E ciò, sebbene la prospettiva di Beuys militasse in quella direzione, tanto da
condurlo a presiedere alla fondazione del movimento tedesco dei Verdi che, per un breve
periodo, lo ha visto candidato al Parlamento. Orario: venerdì 15-18; sabato e domenica 12-19;
venerdì 23 dicembre 15-18; sabato 24 dicembre 12-19; domenica 25 dicembre chiuso; venerdì
30 dicembre 15-18; sabato 31 dicembre e domenica 1 gennaio chiuso; venerdì 6 gennaio
15-18; sabato 7 gennaio 12-19; domenica 8 gennaio 12-19. Ingresso: intero 4 euro; ridotto 3
euro; gratuito Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65,
persone con disabilità. Info: 011.3182235 - www.parcoartevivente.it
fino al 19/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giordano Bruno 31
AVIGLIANA - GIULIANA BELLINA ALLA GALLERIA ARTE PER VOI
"C'è una casetta piccola così...", terrecotte della ceramista Giuliana Bellina. "C'è' una casetta
piccola così...", raccontava il grande Lucio Dalla in una delle sue canzoni più famose, "Attenti
al lupo". E forse per caso o per evocazione o perché c'è di mezzo la fantasia, elemento
imprescindibile per qualunque creazione, questa mostra di Giuliana Bellina è omaggio gentile
al cantautore bolognese. Ballano infatti una danza fiabesca non una sola ma tante "casette"
abitate da omini, donnine, bambine vestite di rosso, porcellini e lupi. Tutti nati da mani sapienti
nell'impastare e modellare l'argilla. L'artista racconta così fiabe conosciute ma anche altre in
attesa di nascere: quali avventure vivranno i viaggiatori delle casette-automobile? Dove vivrà il
destriero-torre? E il suo gemello dal corpo di albero? Quel lupo seduto sulla roccia sarà così
cattivo? Sarà magico l'uccellino che guarda tutto e tutti dall'alto del tetto? Giuliana Bellina ama
le sue ceramiche fiabesche e ama i giardini: così sono nati le insegne, gli animali, le casette, le
fatine e altri ancora per popolare l'esterno con percorsi magici fra erba, alberi e verdure
dell'orto. Orario: sabato e domenica dalle 15 alle 19. Info: [email protected] [email protected] - www.artepervoi.it
fino al 19/03/2017
ore 16:00
Avigliana (TO)
Piazza Conte Rosso 3
TORINOSETTE
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"SHODO - L'INCANTO DEL SEGNO" AL MAO
"Shodo - L'incanto del segno. Maestri contemporanei di calligrafia giapponese". La mostra
espone per la prima volta in Italia 95 opere di 95 artisti calligrafi giapponesi, 62 sho - calligrafie
vere e proprie - e 21 ventagli, 11 opere intagliate su legno, una grande opera di sette metri
raccolta a libro. Il percorso di visita costituisce un'occasione rara per apprezzare diverse
tipologie di lavori dei più autorevoli artisti giapponesi di calligrafia contemporanea. Spicca tra i
maestri Usuda Tosen insignito del premio più importante in questa forma d'arte, il "Mainichi
Shodo Kensho", e considerato un luminare soprattutto per la tecnica dell'intaglio sul legno.
Accanto a lui, Yanagisawa Kaishu, ideatore e disegnatore del logo del campionato mondiale di
calcio Corea/Giappone del 2002, Nagai Oshu, maestro di calligrafia, di cerimonia del tè e di
ikebana, Inoue Kyoen, importante maestra di calligrafia e tra le poche donne ad aver avuto
riconoscimenti a livello nazionale, nota soprattutto per la sua opera ispirata al Monte Fuji. In
Oriente come in Occidente, viviamo ormai in società dove le parole non si scrivono quasi più:
si digitano. E se disgrafia o agrafia di ritorno sono in agguato per le poche lettere del nostro
alfabeto, possiamo solo immaginare la dimensione del problema per lingue come il cinese e il
giapponese, che richiedono di memorizzare migliaia di caratteri e di saperli scrivere tratto dopo
tratto. Parlare di calligrafia nel XXI secolo assume quindi il valore inedito di una riscoperta, la
riscoperta del piacere del segno scritto in un mondo che - se le tendenze degli ultimi decenni
continueranno - rischia in un futuro non troppo distante di non saper più scrivere a mano. In
Oriente la calligrafia - "shodo", letteralmente "via della scrittura" - è considerata una forma
d'arte vera e propria; anzi, è Arte per eccellenza insieme a pittura e poesia, in quanto le tre
forme espressive non possono essere completamente disgiunte l'una dalle altre.
Tradizionalmente esse sono i mezzi attraverso cui l'artista (letterato, colto, elitario) dà voce al
proprio sentire o - in maniera contraddittoria solo per le nostre menti occidentali - annulla il
proprio io e lascia che la Natura trovi espressione sulla carta o sulla seta attraverso il suo
cuore e la sua mano, il pennello e l'inchiostro. Il carattere "do" viene usato in numerose
occasioni per contraddistinguere la pratica di un'arte che richiede un impegno costante e che
in diversi modi può assumere le caratteristiche di un "percorso" che conduce, tramite un
perfezionamento tecnico, a un affinamento interiore dell'individuo. Orario: da martedì a venerdì
10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10
euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info:
011.4436927 - www.maotorino.it. La sera dell'inaugurazione, mercoledì 1 marzo alle 18, si
potrà assistere alla performance dei maestri calligrafi, potendo così apprezzare dal vivo il
fascino e l'intensità di tale arte.
fino al 19/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Domenico 11
POIRINO - MARGHERITA FANTINI AL CAFFE' DELLA RIVA
"Natura silente", personale di Ines Daniela Bertolino. Orario: dal lunedì al sabato dalle 8 alle
19. Info: 011.9450993
fino al 20/03/2017
ore 08:00
Poirino (TO)
Passeggiata Marconi 6
"FOTOGRAF(ARS)I" DA MARTINARTE
"Fotograf(ars)i", mostra fotografica collettiva a coronomaneto del corso di fotografia tenutosi in
questo anno con il maestro Cosimo Savina. Orario: da lunedì a sabato 15,30-19,30. Info:
335.360545 - [email protected]
fino al 22/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Siracusa 24/A
TORINOSETTE
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ARMANDO MARROCCO A SPAZIOBIANCO
"Battaglienelcielo", mostra a cura di Toti Carpentieri che raccoglie le opere create da Armando
Marrocco tra il 2003 e il 2016. L'esposizione è la terza rappresentazione/testimonianza di un
percorso artistico originale e complesso iniziato negli anni Cinquanta del XX secolo e ancora
in pieno svolgimento. Spaziobianco ha già presentato nelle sue sale "Il luogo del ritrovo" (nel
2014) e "Uomouniverso" (nel 2015). Ora, con "Battaglienelcielo" offre ai visitatori un nuovo
paradigma del mondo poetico di Armando Marrocco. Orario: dal martedì al venerdì dalle 16,30
alle 19 o su appuntamento. Info: 333.6863429 - [email protected] www.spaziobiancogallery.com
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 23 bis
DANIELA ROSSI ALLA GALLERIA DI VIA SALUZZO
"Dalla Terra alla Luna", personale di Daniela Rossi ispirata al pensiero di alcuni tra i più famosi
astronomi, filosofi, letterati che hanno guardato alle stelle. Ognuna delle 30 opere di Daniela
Rossi, che è pittrice e scrittrice, illustra una loro riflessione intellettuale o poetica sul cosmo.
Ecco quindi, tra gli altri, Epicuro con gli infiniti mondi, Albert Camus con gli occhi aperti sotto
un cielo gocciolante di stelle, le predizioni di Jules Verne, le intuizioni di Giordano Bruno,
l'astronomia che, dice Platone, ci conduce da un mondo all'altro, la meditazione sulle stelle di
Carl Sagan ma anche Smeraldina, una delle città invisibili descritta da Calvino e la
dichiarazione di Lenin a proposito degli alieni: se riuscissimo a comunicare con loro tutti i
concetti filosofici, sociali e morali dovrebbero essere riveduti. Ciò imporrebbe la fine della
violenza quale metodo e mezzo di progresso. Daniela Rossi è pittrice, scrittrice e psicologa.
Ha esposto in varie città italiane e estere, realizzato trompe d'oeil e murales per privati ed enti
pubblici, scenografie e campagne pubblicitarie. Ha collaborato con quotidiani e riviste e
pubblicato romanzi. Con il primo "Il mondo delle cose senza nome" (pubblicato da Fazi nel
2004 e riedito da Bombiani nel 2010), ha vinto il Premio Anima per la Letteratura. Dal libro
sono stati tratti un film per la RAI interpretato da Elena Sofia Ricci e Gioele Dix e uno
spettacolo prodotto dal Teatro dell'Opera di Roma. Orario: da lunedì a venerdì 9-12 e 14-18;
sabato 9-12. Info: 339.8695542 - 393.36963467.
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 69
"EROS E COMIC ART" DA LITTLE NEMO
"Eros e Comic Art", mostra dedicata ai maestri dell'erotismo a fumetti. Si parte dagli originali di
copertina per i fumetti sexy pop degli anni '60 e '70, con opere di Biffignandi e Ciriello (maestri
appena scomparsi) e poi di Angiolini, Cubbino, Dangelico, Del Principe, Romanini, Taglietti. La
sezione dedicata all'erotismo d'autore segue un excursus che prende le mosse dalla
Barbarella di Jean-Claude Forest, passa per la Valentina di Crepax e le pin-up di Baldazzini e
Milo Manara e arriva alle tavole fortemente erotiche di Magnus e Von Gotha. In tutto, oltre
cento artisti accuratamente biografati dall'attenta penna di Giuseppe Pollicelli, critico d'arte e
giornalista specializzato. Per l'occasione è stato realizzato un catalogo monografico illustrato
di 280 pagine dal tiolo Eros & Comic Art, tirato anche in edizione di lusso, numerata e
accompagnata da un'esclusiva grafica con Eva Kant di Sergio Zaniboni. La prefazione del
catalogo si deve a Tinto Brass, a cui è dedicata l'ultima sezione del volume, con alcuni scatti
fotografici in grande formato che sono anche stati tirati in soli cinque esemplari firmati dallo
stesso regista e dal fotografo Gianfranco Salis. Ospite d'onore dell'asta, in programma alle 18
di venerdì 24 marzo, sarà Ilona Staller, presente nel catalogo con due delle sue creazioni
artistiche e ospite della galleria a partire delle ore 15. Giovedì 16 marzo alle 19 è in
programma una serata dedicata a "Erotismo e Gastronomia" curata dallo chef Silverio Cineri
del ristorante "La mia infanzia a tavola" di Faenza. Giovedì 23 marzo alle 19 Marzia
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Capannolo, critica d'arte, terrà una lectio brevis dal titolo "Il fumetto erotico: la dark room
dell'arte?", in dialogo con Roberto Baldazzini, fumettista e artista noto a livello internazionale.
Orario galleria: dal lunedì al sabato dalle 10,15 alle 13 e dalle 15,15 alle 19. Info: 011.7630397
- [email protected] - www.littlenemo.it
fino al 24/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Ozanam 7
MIKE NELSON ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
"Cloak of rags (tale of a dismembered bank, rendered in blue)", personale di Mike Nelson. Per
l'occasione, il progetto dell'artista "Procession, process. Progress, progression. Regression,
recession. Recess, regress", in residenza nella project room della galleria da diversi mesi, è
stato prorogato fino al 25 marzo, per tutta la durata della personale. Orario: lunedì e sabato
15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011.882208 - [email protected] www.franconoero.com
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mottalciata 10/B
"INTERNAZIONALE ITALIA ARTE 2017" AL MUSEO MIIT
Seconda sessione della mostra "Internazionale Italia Arte 2017", giunta alla sua quinta
edizione. In mostra opere selezionate di maestri contemporanei di fama internazionale e opere
di grandi maestri del '900 italiano. Tra gli artisti presenti in mostra, autori provenienti da
Argentina, Messico, Svizzera, USA, Serbia, Italia, Cina, Giappone, Francia, Germania,
Olanda, Inghilterra, Spagna, Belgio e altri paesi. In esposizione opere di pittura, fotografia, arte
digitale, scultura, installazioni, video. Orario: da martedì a sabato dalle 15,30 alle 19,30; su
appuntamento domenica, lunedì e festivi per visite guidate, gruppi, scolaresche. Info:
011.8129776 - www.museomiit.it - [email protected]
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Cairoli 4
BEDWYR WILLIAMS ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta "The Institute of Things to Come" (a cura
di Ludovica Carbotta e Valerio Del Baglivo), un centro di ricerca temporaneo sul futuro che da
febbraio a settembre 2017 proporrà un ciclo di quattro mostre personali collegate a un
programma di formazione. "The Institute of Things to Come" è realizzato con il sostegno della
Compagnia di San Paolo nell'ambito del bando ORA! Linguaggi contemporanei produzioni
innovative. Per il primo capitolo di "The Institute", l'artista Bedwyr Williams (vincitore del The
Derek Williams 2017) presenta "Echt", un'installazione filmica ambientata in un futuro
prossimo nel quale le istituzioni britanniche e i sistemi di governo sono crollati, ed il regime in
corso è caratterizzato da un sistema feudale accelerato. Il suo film fantasioso, immagina un
futuro in cui un evento apocalittico ha costretto l'umanità a riformare la società, dopo aver
cancellato le regole sociali precedenti. In questo nuovo mondo nel quale lo status sociale si
basa sul consumo smisurato, figure di accumulatori compulsivi sono divenuti re. Questi
accumulatori di oggetti e spazzatura hanno installato i loro centri di controllo in discoteche e
locali notturni dismessi, e sono accompagnati da una serie di personaggi acutamente descritti
dalla voce narrante di Williams. L'interesse principale di Bedwyr Williams si fonda
sull'immaginazione di scenari catastrofici e sugli effetti che essi hanno sulla vita quotidiana
delle persone. Le sue performance, film e installazioni trattano spesso di un futuro distopico,
nel quale gravi problematiche sono minimizzate da momenti di umorismo assurdo o da
osservazioni banali. Nei suoi progetti precedenti, Williams ha costruito un osservatorio stellare
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come omaggio agli astronomi amatoriali o ha assunto i panni di differenti personaggi, come il
"predicatore orbo", il "mietitore cupo", o anche il "Conte Polline". Il suo lavoro è stato mostrato
in varie istituzioni tra cui Barbican Curve Gallery (London), The Whitworth (Manchester),
Tramway (Glasgow), IKON (Birmingham) and Kunstverein Salzburger. Williams ha
rappresentato il Welsh Pavilion per la 55 Biennale di Venezia nel 2013 ed è finalista del
premio Artes Mundi 7, 2016. Collegato alla mostra personale, dal 7 al 9 febbraio, Bedwyr
Williams condurrà con l'artista Tai Shani "Demonio! Demonio!", un laboratorio filmico e
performativo che esplora le rappresentazione del "Sé Demoniaco", nel quale la città di Torino
funzionerà come sfondo per costruire questo autoritratto malevolo e teatrale. I partecipanti
selezionati sono Elena Bellantoni, Sara Bonaventura, Edmund Cook, Jürgen Dehm, Carl Gent,
Aoibheann Greenan, Jaime González Cela y Manuela Pedrón Nicolau, Inda Peralortega,
Ambika Thompson, Camille Tsvetoukhine, Lucia Veronesi, Saul Williams. Orario mostra:
giovedì 20-23 (ingresso libero); venerdì, sabato e domenica 12-19. Chiusa dal 13 al 26
febbraio 2017. Ingresso: intero euro 5; ridotto euro 3 (over 65, studenti); gruppi euro 4 (minimo
6 persone); gratuito (bambini fino a 12 anni, Insieme per l'Arte, abbonamento Torino Musei,
giornalisti accreditati, soci ICOM). Info: [email protected] - 011.3797600 - www.fsrr.org http://theinstituteofthingstocome.com/it/
fino al 26/03/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
ANDREA PESCIO ALLA GALLERIA PIRRA
"The Imagined Line - La linea e il segno", personale di Andrea Pescio a cura di Simonetta
Pavanello. In mostra oltre venti opere realizzate con tecniche diverse, tradizionali come la
grafite o l'acquerello e inconsuete come la penna Bic abbinata all'utilizzo di rulli decorativi. Il
percorso espositivo rivela non solo la ricercatezza della linea, il gusto raffinato del colore e la
straordinaria capacità tecnica dell'artista, ma anche la sua naturalezza nel coniugare la
padronanza del mezzo all'intimo impulso creativo e all'intenzione intellettiva. Orario: da lunedì
a sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30; domenica 10-12,30. Info: 011.543393 [email protected] - www.galleriapirra.it
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Vittorio Emanuele II 82
JIRI HAUSCHKA ALLA CRAG GALLERY
"In the middle of something", personale del pittore ceco Jiri Hauschka (1965). Hauschka
appartiene allo "Stuckism", movimento artistico internazionale fondato nel 1999 dagli artisti
Billy Childish e Charles Thomson in Gran Bretagna ai fini di promuovere la ricerca pittorica
orientata al figurativo e opporsi all'arte concettuale degli Young British Artists. Le opere in
mostra sono state realizzate nel 2016. Boschi, strade, montagne, laghi, fiumi ed architetture
fanno parte di un percorso durante il quale l'artista ha esplorato il suo rapporto con la natura e
con l'ambiente che lo circonda, esprimendo una pittura in equilibrio tra astrazione e realismo.
Robert Janas, storico dell'arte, fondatore nel 2004 dello Stucchismo a Praga, scrive a
proposito del lavoro di Jiri Hauschka che nella sua pittura il Neo-espressionismo si unisce ad
un forte sentimento per la composizione, basata su ampi spazi limitati da contorni accentuati,
e da colori utilizzati simbolicamente a dare liquidità alla forma. La bellezza del suo lavoro è
dunque quella che lui chiama la "storia", la sua storia, che vuole condividere nel mezzo di
qualcosa, in the middle of something, con il pubblico. Il suo lavoro porta l'osservatore in bilico
tra la dimensione del paesaggio semplice e la grandezza di ciò che ci circonda. Aperta ogni
giorno su appuntamento. Info: www.cragallery.com - [email protected] - 347.3420598 335.1227609
fino al 26/03/2017
ore 16:00
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Torino
Via Nole 57
RIVOLI - LIA E MARIA LATERZA ALLA CASA DEL CONTE VERDE
"Come sorelle", opere di Lia e Maria Laterza sorelle, molto diverse per stile e personalità,
presentate da Bruna Bertolo e Rita Margaira. La mostra è accompagnata da un video con testi
di Francesco De Bartolomeis. Orario: da martedì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore
10-13 e 16-19. Info: 011.9563020
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Rivoli (TO)
Via Piol 8
NOVALESA - ANDREA BENEDETTO ALLA CASA DEGLI AFFRESCHI
"Brandelli di vissuto", mostra di scultura di Andrea Benedetto. Orario: sabato e domenica
11-12 e 15-18; in settimana su prenotazione. Info: 320.6347337
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Novalesa (TO)
Via Maestra 46
NENE' DA CANTO A TEART
"Forme d'Altrove", personale di Nené Da Canto, descritta così dall'artista: "Il gioco è di
intravvedere e scoprire manifestazioni di un ordine insito al movimento...è come uno specchio
qui e ora". Orario: dal martedì al sabato dalle 17 alle 19. Info: 011.6966422 [email protected] - [email protected]
fino al 28/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giotto 14
"SHUNGA-E, IMMAGINI DI PRIMAVERA" DA IREL ONLUS
"Shunga-e, immagini di primavera - L'Arte erotica giapponese dal XVIII al XX secolo". Le
stampe chiamate shunga sono xilografie giapponesi dal contenuto esplicitamente erotico,
concepite secondo lo stile della scuola ukiyo-e, prodotte principalmente durante il periodo Edo
(antico nome dell'odierna Tokyo, 1603-1868), entrate a far parte della vita e della cultura
giapponese in maniera sorprendente. In Giappone, le prime raffigurazioni shunga risalgono al
periodo Heian (794 - 1185). A quei tempi erano per lo più riservate agli ambienti di corte.
Dipinte su rotoli di carta, si ipotizza fossero ispirate a modelli cinesi, soprattutto alle opere di
Zhou Fang (730 - 800), il grande pittore erotico attivo durante il regno della dinastia Tang.
Nella prima metà del diciannovesimo secolo, ad opera di Harunobu, si giunse alle opere
pienamente policrome (nisiki-e) con l'impiego, per le edizioni più lussuose, di quindici e fino a
diciassette colori attraverso l'incisione di altrettante matrici in legno. La complessa esecuzione
delle matrici era affidata ad abili incisori, guidati dagli artisti che avevano realizzato i soggetti.
Harunobu, Hokusai, Hirosige, Utamaro sono solo alcuni nomi degli artisti più acclamati in
quest'arte. Un'arte che gioca su tutta una gamma di espressioni, forme e colori che vanno
dalla varietà delle passioni umane alla grazia delle figure femminili, dall'esaltazione delle
emozioni amorose all'esplorazione di tutte le inclinazioni della sessualità, anche le più
promiscue, non disdegnando atti omosessuali e scene di gruppo. Le ambientazioni erano
realistiche: lussuose dimore, bagni pubblici, case da tè, alcove, in barca o all'aperto. All'inizio
del XVII secolo la scuola di pittura Kano stilò un'insieme di regole sull'estetica dell'arte shunga.
Vennero codificate le gradazioni di colore con cui dovevano essere stampati i genitali, sia
maschili che femminili e i colori da utilizzare nel resto dell'opera. Si stabilì anche la
convenzione della rappresentazione in dodici scene amorose, simboleggiando i mesi
dell'anno, secondo l'esperienza artistica già teorizzata dal pittore Tosa Mitsunobo (1434-1525).
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L'arte shunga assunse così la definizione di "genere", al pari del paesaggio e del ritratto.
Queste stampe si affermarono negli ambienti artistici europei, intorno alla metà del XIX secolo.
A Parigi circolavano tra i pittori realisti ed impressionisti: Theodore Duret, Degas, Renoir,
Pisarro e Monet. Degas ne fu fortemente influenzato, in alcuni tagli prospettici delle sue opere
si possono riscontrare significative analogie con l'arte giapponese. Ma anche Van Gogh non
rimase estraneo al fascino di queste opere; i ponti e gli ombrellini delle donne di Claude Monet
rimandano alle immagini di Hokusai. A Londra le prime xilografie ukiyo-e comparvero
all'Esposizione Universale del 1862. Aubrey Beardsley (1872-1898) possedeva una vasta
collezione di arte shunga, da cui trasse ispirazione per le illustrazioni della Lysistrata di
Aristofane. Le linee fluttuanti delle stampe giapponesi furono fonte di ispirazione anche per gli
artisti Art Nouveau. Nell'ultimo decennio di questo secolo le xilografie shunga hanno incontrato
un interesse particolare nella critica e nel pubblico occidentale. Molti musei hanno introdotto
nelle loro collezioni di grafica queste incisioni. Sono state anche presentate in importanti
mostre retrospettive come quella alla Kunsthal di Rotterdam nel 2005, a Palazzo Reale di
Milano nel 2009 e al British Museum di Londra nel 2013. La mostra consiste in oltre cinquanta
incisioni originali che vanno dalla fine del XVIII secolo fino agli inizi del XX secolo, oltre ad una
quarantina di opere minori, fuori catalogo. La rassegna è curata da Gianni Vurchio e Stefano
Liberati. Orario: dal martedì al sabato dalle 16 alle 19; domenica e lunedì chiuso. Prorogata
fino al 31 marzo.
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Dalmazzo 6/C
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DELLE GENTI ALPINE
"Sulle ali delle Alpi", mostra d'arte con acquarelli della pittrice Gianna Tuninetti. Una montagna
di fiori quando fuori nevica. Sono i fiori di Gianna Tuninetti che il Museo del Costume e delle
Tradizioni delle Genti Alpine di Pragelato, in borgata Rivets, presenta nella preziosa mostra
dal titolo "Sulle ali delle api", particolarmente impegnativa con oltre 120 opere in un percorso
artistico e culturale lungo un intero anno; un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle
stagioni, percorso entusiasmante e competente di un'artista che sa colloquiare con l'anima
attraverso il racconto di fiori, frutta, verdura ritratti ad acquarello. Inaugurata lo scorso 25
settembre, la mostra propone le prime 65 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
che saranno esposte sino a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle meraviglie della
flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e dell'estate
impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Il Museo del
Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine è aperto tutti i sabati fino al 17 dicembre 2016
con orario 16-18. Durante il periodo delle festività natalizie sarà aperto nelle giornate del
27-29-30 dicembre e 1-3-5-7 gennaio sempre con orario 16-18. Dal 14 gennaio al 16 aprile
sarà aperto tutti i sabati sempre con medesimo orario. Prevista l'apertura speciale anche per il
lunedì di Pasquetta. E' possibile visitare la mostra anche in altri giorni e orari contattando
telefonicamente l'ufficio del turismo di Pragelato: 0122.741728.
fino al 31/03/2017
ore 16:00
Pragelato-Ruà (TO)
Via San Giovanni 1
"PARATISSIMA ART GALLERY" DA YLDA
Prima edizione di "Paratissima Art Gallery", mostra per pittori, scultori, fotografi, designer,
fashion designer, grafici e illustratori. Una mostra doppia: una con opere e artisti emergenti in
carne e ossa, l'altra online. Per questo allestimento sono stati selezionati 13 nomi: Andreja,
Beatriz Basso, Fulvio Bresciani, AnneCécile Breuer, Albino Caramazza, Giorgio Ceglie, Marco
Corongi, Dabò, Paolo Forsennati, Angelo Lussiana, Scatti lenti, UpArt, Alessandro Sciurti. Tutti
hanno già partecipato alla kermesse, ma la Art Gallery è aperta anche a chi non ha mai
esposto a Paratissima. Le opere si possono vedere dal vivo e su una vetrina virtuale dove ogni
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artista avrà un pannello di controllo accessibile con login e password personali, e su cui potrà
aggiornare le informazioni. Si partecipa con 5 lavori dal prezzo inferiore a 3.000 euro. Visite su
prenotazione. Info: artgallery.paratissima.it - 011.2073075
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mazzini 25
COSIMO VENEZIANO DA ALBERTO PEOLA
"Petrolio/Appunti", seconda mostra personale di Cosimo Veneziano (Moncalieri TO, 1983). Le
opere inedite presentate concludono la ricerca di Cosimo Veneziano sul ruolo della scultura
nello spazio pubblico nella società contemporanea, e sul valore iconografico e simbolico che le
immagini assumono nel processo di creazione della propaganda politica. In particolare il suo
interesse si rivolge al processo di selezione di fatti e personaggi e scarto di altri, che viene
messo in atto nella costruzione di un'iconografia da parte di una comunità, prima che il simbolo
sia collocato nello spazio pubblico, fisico o virtuale. Nelle due opere della serie "Petrolio" i
disegni su tela della scultura di un toro androcefalo e di una scultura religiosa, originarie dell'
epoca assiro-babilonese, sono parzialmente coperti dal feltro per evidenziare la recente
distruzione nei conflitti in Medio-Oriente. L'opera invita a riflettere sul peso e sugli effetti che ha
sull' immaginario la perdita di un patrimonio culturale riconosciuto come collettivo. Il gruppo di
sculture in ceramica dal titolo "Membrana" è composto da riproduzioni di parti di statue greche
e romane sulle quali Veneziano ha operato una deformazione attraverso un processo di
stratificazione materica, contrapponendo l'originaria fisionomia frontale della statua a quello
che doveva essere l'aspetto della parte esterna del calco. Anche in questo caso l'occultamento
della visione corrisponde all'idea della perdita di un'identità culturale avvenuta nel tempo.
"Monochrome II" lavora sulla capacità percettiva graduale dell'osservatore. La serie di colature
di gomma siliconica è realizzata partendo da una matrice di dipinti su tela, che raffigurano
simboli iconografici propri delle culture occidentale e orientale, che si sono succeduti nel
tempo. Nell'ultima sala della galleria sono esposte quattro tele di grandi dimensioni sulle quali
Veneziano ha disegnato figure umane armate di martello. Per questo ultimo lavoro dal titolo
"Giorni di un futuro passato", l'artista riprende immagini usate dalla propaganda delle
rivoluzioni politiche del passato, e le mette in dialogo tra loro per evidenziare l'enfasi posta
sull'atto di distruzione che sottende ai processi di rottura e cambiamento avvenuti nella storia
umana. La forza dirompente dell'atto e la monumentalità della rappresentazione rimandano a
un intento celebrativo, in contrapposizione al processo di censura che avviene anche durante i
periodi di continuità politica. La mostra "Petrolio/Appunti" si sviluppa in due sedi: Galleria
Alberto Peola e MEF Museo Ettore Fico (dal 16 febbraio). Orario (Galleria Alberto Peola): da
martedì a sabato dalle 15 alle 19, mattino su appuntamento. Info: 011.8124460 - 335.6191039
- [email protected] - www.albertopeola.com
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 29
"ECCENTRIC SPACES" DA RICCARDO COSTANTINI CONTEMPORARY
"Eccentric Spaces", un progetto a cura di EIena Inchingolo e Paola Stroppiana: cinque artiste
di diverse nazionalità, Caroline Corbasson, Debbie Lawson, Dana Levy, Noa Pane, Anila
Rubiku, provenienti da esperienze formative differenti e con capacità espressive eterogenee,
interpretano il concetto di spazio inteso come una delle categorie essenziali per la percezione
del mondo. L'idea progettuale prende avvio da una riflessione sul testo "La prospettiva come
forma simbolica" (1927) di Erwin Panofsky, che dimostra come ogni epoca culturale abbia
sviluppato un proprio modo di rappresentare lo spazio, inteso come la 'forma simbolica'
visibile, propria di quella cultura. La declinazione all'arte contemporanea ha quindi condotto ad
una ragionata selezione di opere: il concetto di spazio che qui si vuole indagare è eterogenea,
onnicomprensiva, a partire dalla sua accezione primaria di luogo disponibile per gli oggetti
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della realtà, individuati da una collocazione o posizione, dotati di dimensioni e suscettibili di
spostamento. Il progetto espositivo include, per associazione mentale e slittamento
metaforico, concetti di spazio che diventa luogo relazionale, antropologico, geometrico,
architettonico, astronomico, poetico, onirico, naturalistico nell'ambito dell'arte contemporanea.
Volutamente le opere in mostra afferiscono a media diversi, installazioni video, sculture,
disegni, che pongono numerose riflessioni sulla realtà partendo dalla loro specificità:
l'interrogazione sulla natura delle cose, la classificazione scientifica dello spazio e dei suoi
oggetti, il mondo dell'osservazione in continuo movimento con sempre nuovi obiettivi di
conoscenza e di confronto. Caroline Corbasson (Parigi, 1989) trae ispirazione, per la sua
ricerca, dalla scienza, dall'astronomia, dai fenomeni naturali e dalla vastità dei paesaggi.
Libera le immagini dal proprio contesto e gli oggetti dalla loro funzionalità per estrarne
l'essenza e ridisegnarne i tratti rilevanti. L'economia dei mezzi, la densità delle immagini e
l'attenta selezione dei materiali (carbone, polvere, inchiostro, grafite), che caratterizzano la sua
produzione, riflettono la volontà di resistere al flusso infinito delle immagini che ci circondano.
In mostra l'opera "Anomalia", 2013 un'installazione di 10 pagine dell'"Atlas Eclipticalis",
(atlante celeste che risale al 1950) su cui l'artista interviene con sfere nere disegnate a
carbone ad alludere ai buchi neri presenti nella galassia, spazi sconosciuti nell'universo
attrattivi nella loro estetica ancora da definire, aperta a infinite possibilità. Dana Levy (Tel
Aviv), video artista di origine israeliana di base a New York, focalizza l'attenzione
sull'interdipendenza tra storia naturale e umana, tematiche ambientaliste e politica. Dopo aver
vissuto in prima persona gli effetti dell'uragano Sandy nel 2012, ha realizzato l'installazione
"Literature of Storms" (in mostra "Chapter 2" e "Chapter 3", 2014). Levy ha individuato, su
riviste di interior design degli anni '20, alcune fotografie di stanze dall'arredamento modernista
- immagini che le ricordavano di quello che fu un ideale estetico della società israeliana - e le
ha animate proiettando su di esse acquazzoni, folate di vento e sciami di insetti. Attraverso un
serrato confronto tra spazi abitativi freddi e forze naturali in movimento l'artista ha voluto porre
in evidenza la visione miope di un mondo industrializzato che ha decimato le risorse del
pianeta. Le tempeste hanno una 'letteratura' che dovremmo rileggere al fine di riconsiderare lo
spazio dell'essere umano nella storia come imprescindibile da quello della natura. Debbie
Lawson (Dundee), di origine scozzese, reinterpreta interni domestici interconnessi con
elementi naturali. Le sue opere sono nuovi ibridi in cui differenti codici visivi coincidono: alla
mimesis della natura si sovrappone una "filosofia dell'arredamento" eclettica, inedita, dagli esiti
inaspettati. Secondo la teoria che già Edgar Allan Poe citava nel saggio "Philosophy of
Furniture" del 1840, l'atto dell'arredare una casa può essere inteso come la conquista di uno
spazio, direttamente connessa con l'esperienza del vivere del suo proprietario. L'uso del
tappeto persiano come texture delle sue sculture ed opere installative evoca storie fantastiche,
di luoghi lontani, esotici. Elementi d'arredo quotidiano si animano creando nuove realtà
abitative che accolgono la natura esterna. In mostra "Persian Stag", 2016, "Persian Bear",
2016 and "Fox and Ivy", 2013, significativi esempi della sua eccentrica abilità plasticoscultorea su base tessile. Le sculture-installazioni di Noa Pane (Roma, 1983) esplorano le
possibilità di espansione e costrizione della gomma e dell'aria in strutture predeterminate o in
spazi naturali e architettonici, con cui entrano in un dialogo straniante. L'indagine sui limiti dei
materiali e l'attenzione all'aspetto formale conduce l'artista ad una continua ricerca
dell'essenziale, in cui l'aria, materiale non materiale, diventa un elemento tanto impalpabile
quanto vitale: incamerando l'aria nella gomma l'artista modella la forma nello spazio e ne
osserva la reazione sotto tensione. In particolare in "Compression 3", 2016 la massa sembra
essere essa stessa generata dall'elemento naturale quasi a suggerirne l'appartenenza allo
stesso sistema e allo stesso tempo percepirla come responsabile della rottura di un equilibrio.
Nello spazio costretto la forza spinge e trasborda, incurante dei limiti posti. La ricerca di Anila
Rubiku (Durazzo) si fonda su un'approfondita analisi dello spazio come luogo relazionale e
sociale. L'artista, di origine albanese, affronta la dimensione interiore dell'individuo ed in
particolare la condizione della donna, il concetto di spazio domestico e l'idea del viaggio
concepito come mezzo di confronto e possibilità di conoscenza. Da Riccardo Costantini una
selezione della sua indagine più recente dal titolo "The Consequences of Love" (2016). Anila,
utilizzando tecniche differenti - disegno, incisione, scultura - concentra la sua ricerca sul
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significato metaforico e ambivalente della catena e della maschera nelle relazioni amorose. La
catena intesa come vincolo costrittivo o stretto rapporto sentimentale e la maschera (in questo
caso colorata) concepita come imprevedibile spazio di libertà all'interno di una stessa
costrizione. Orario da martedì a sabato 11-19.30; lunedì e domenica chiuso. Info:
011.8141099 - 348.6703677 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via Giolitti 51
"STREET VINYLS" ALLA SQUARE 23 ART GALLERY
Copertine di dischi come opere d'arte contemporanea: a volte realizzate ad hoc, come la
famosa banana adesiva di Andy Warhol per i Velvet Underground, altre volte scelte a
posteriori, come quando i Manic Street Preachers telefonarono a Jenny Saville per chiederle in
prestito una tela vista su un giornale. Rock, pop, soul, jazz, dance, punk, hip-hop, elettronica,
classica: un intero mondo discografico che realizza nella fruttuosa chimica fra musicisti e artisti
uno nuovo modello di creatività. La mostra, realizzata in collaborazione con Teatro Colosseo e
Xora, promette una esplorazione del mondo dei dischi d'autore con una raccolta che spazia
negli ultimi 30 anni di lavori artistici sulle copertine di vinili di grandi artisti e band cult, con
particolare attenzione al mondo della street art. Dai writers americani come Futura 2000 a
Rammellzee, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring sino ai più contemporanei Kaws, Space
Invader. Non mancheranno artwork originali di artisti come Kaws, i mosaici di Space Invader, i
lavori di JR, Dface, Blu, Borondo, Nychos, Faith47. Si potrà vedere per esempio un disco a
tiratura limitata realizzato a spray su carta dal misterioso Banksy per la band norvegese di
musica elettronica Röyksopp, o le opere fatte arrivare a Torino direttamente da Obey, alias di
Shepard Fairey, per l'occasione. Non solo mostra però: i collezionisti potranno vedere ed
acquistare dischi rari e copertine d'autore grazie alla lunga ricerca fatta da Xora per proporre
agli amanti della street art e non solo una chicca quasi irripetibile, capace di aprire nuovi
orizzonti per quello che riguarda l'arte urbana. E se la street art ha oggi costi spesso
inarrivabili la mostra sarà l'occasione di avere in casa un pezzo originale e un'opera preziosa e
con un importante coefficiente di rivalutazione. La Galleria Square23 consolida con questa
mostra la collaborazione con il Teatro Colosseo attraverso il progetto Xora. La street art, sulle
facciate del teatro di via Madama Cristina 71 - con le opere di Zedz, Peeta, Never Crew e
l'ultima di Bordalo Segundo, così come con le mostre in via San Massimo 45, porta Torino in
primo piano a livello internazionale. Orario: da lunedì a sabato 11-20 o su appuntamento. Info:
334.9980390 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 11:00
Torino
Via San Massimo 45
MANUELA MACCO ALLA FUSION ART GALLERY
"Black bag notes / 2010-2017", personale di Manuela Macco, a cura di Barbara Fragogna.
L'artista torinese che con la sua attuale pratica artistica lavora con la performance, il video, la
fotografia e l'installazione è anche curatrice insieme a Guido Salvini del progetto
tpa/torinoPERFORMANCEART. Le opere in mostra raccontano alcune tappe significative degli
ultimi sette anni di lavoro dell'artista. La mostra fa parte di COLLA la nuova piattaforma delle
gallerie torinesi e rientra nel circuito di NEsxT Independent Art Network. "Corpuscolo,
sostenuto, oscillante, immobilmente in moto, ostinato, vuoto, statico/morbido, fluido
paradosso, equilibrio, indefesso, assente": Manuela Macco si nega attraverso gesti attivi
minimi e austeri che si collocano ai margini dell'attenzione dello sguardo. Sia si tratti della più
consistente produzione performativa (video performance, performance) che di frammenti
estrapolati da flussi di attività intellettuale (foto, documenti, oggetti), il suo lavoro ci costringe a
focalizzare il pensiero oltre l'estetica dell'immagine di modo che l'apparente staticità visuale
apra in noi finestre inattese di percezione meditativa. Allora, ipnotizzati dal riflusso, dal
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mormorio, dal gesto morbido, dobbiamo partecipare, magari ondulando (come l'acqua del
Rodano), senza nemmeno accorgerci in coscienza di esserne attori/protagonisti: risultiamo
automaticamente parte dell'opera. "Controcorrente, resistente, atto e passivo, concentrato
puntiglio, serio cipiglio, limite povero, processo caparbio, schivo, ricerca necessaria ma
invisibile, situazione inepilogabile": l'artista non tenta di gratificarci in alcun modo, ci (e si)
mette volentieri a disagio, nega la narrazione, nega (spesso) il suo sguardo (ermeticamente),
nega l'ovvio e costruisce l'opportunità di intuire, attraverso pochi elementi
poveri/quotidiani/comuni, che c'è un immenso retroscena concettuale che è la base della sua
ricerca. La consapevolezza di sé come donna e artista è l'imprescindibile chiave di lettura del
suo lavoro. Questa consapevolezza è sensualmente palpabile come, attraverso l'intuizione, è
intelligibile un testo poetico. "Ciclo precario, fragile membra, al margine, inerme, nascosto,
modesto, schivo, lontano, schermato, chiuso/protetto, cartarmato, ripetitivo, estenuante,
resistente, fulgido, monotono, colpevole, consapevole": trovandosi letteralmente circondati
dalla serie di lavori tra i più rilevanti della sua carriera tra il 2010 e il 2017 siamo testimoni del
paradosso. Da un lato le singole opere ci coinvolgono discretamente nella sfera intima e
personale, il suo corpo, per quanto spersonalizzato da applicazioni e ri-vestimenti ci
avvicina/affabula anche grazie a una non perturbante staticità. D'altro lato il concerto di più
elementi allestiti nella sala ci circonda quasi a creare un senso di assedio/pericolo/sfida. La
negazione si impone. La modestia è ambigua. Intrappolandoci nella sua maglia oscillante di
carne sotto schermo, come un'Aracne contemporanea, c'imbozzola nel suo personale/politico.
Devo sapere chi sono (da dove vengo) se voglio sapere chi sono (dove sto andando). "Agito,
prestato, abusato, dimesso, visto, spiato, contraddetto, poetico, malinteso, meccanico automa
desiderante, impotente, schernito, mercificato, illuso, patetico, epico, stoico, travolto, stop!":
Manuela Macco parte dal concetto, la sua ricerca, le sue idee e i suoi studi sono il carburante
dell'azione che esplode in esperienza dove il corpo è il corpo è il corpo, dove la mente è
pensiero e dove il corpo sintetizza il pensiero della mente, nel modo più onesto e distillato
possibile. Nell'esplorazione, nella costruzione e nell'ostensione del Sé tutto è ridotto al minimo,
nelle video performance non ci sono prove o ripetizioni, né montaggi, né interventi di post
produzione, il lavoro è site specific e i suoni dell'ambiente circostante non sono mai pianificati.
Il lavoro è essenziale, ridotto alla sintesi, all'essenza, un nucleo denso e pesante carico di
azione compressa che esplode nel nostro cervello come una domanda fondamentale: "No, ma
io no, come posso essere me?" e a questa domanda, sempre a volerlo, l'artista risponde
incitandoci a cercare, esplorare, studiare, capire, chiedere, sapere, confrontare, osservare,
conoscere, onestamente, tutto ciò che ci dirà chi siamo (Barbara Fragogna). Manuela Macco
nasce a Biella nel 1970. Laureata in Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università di
Torino lavora come artista visiva, con la performance, il video, la fotografia e l'installazione.
Vive a Torino. Orario: da giovedì a sabato dalle 16 alle 19,30 o su appuntamento. Info:
349.3644287 - www.fusionartgallery.net - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Piazza Peyron 9/G
LUCA CASSINE DA MUTABILIS
"Origini", personale di Luca Cassine. In mostra 16 opere 40 x 40 cm a tecnica mista: ceramica,
carta di cotone, oro liquido. "Il progetto nasce dalla volontà di riportare in vita ricordi. Chi di noi
non ha mai avuto tra le proprie mani un piatto semplice, pulito, elegante, come quelli esposti e
non ha pensato a un lontano ricordo? Ricordo piacevole (piatto intero) o meno piacevole
(piatto rotto), ma che nel loro insieme costituiscono il nostro passato, dal quale proveniamo e
dal quale ci siamo formati. Siamo ciò che siamo. Metamorfosi di sensazioni, sensi, emozioni.
Dall'antichità ai giorni nostri la farfalla è simbolo di leggerezza e cambiamento. Queste sue
caratteristiche fanno riflettere sulla bellezza del battito d'ali regalando speranza a coloro che
saranno capaci di trovarla" (Luca Cassine). Luca Cassine è nato a Bra nel 1975. Nel gennaio
del 2013 ispirato dall'opera "In and Out of Love" di Damien Hirst, nasce "Metamorfosi" che da
allora non ha più smesso di evolvere. La farfalla diventa protagonista delle molteplici
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trasformazioni, il fulcro su cui costruire il progetto. Ha esposto in varie sedi torinesi in diverse
collettive e personali: a Palazzo Madama, allo Spazio Mouv e a The Others; da Mutabilis Arte
nel 2013 ha esposto "Metamorfosi". Orario: da martedì a venerdì 15-19; sabato 10,30-13 e
15-19. Info: 347.1304979 - [email protected] - www.mutabilisarte.com
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Via dei Mille 25/C
"LE MERAVIGLIE DEL MONDO" AI MUSEI REALI
"Le meraviglie del mondo - Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia". La mostra presenta al
pubblico uno straordinario momento del collezionismo sabaudo: tra la fine del Cinquecento e
l'inizio del Seicento, il duca Carlo Emanuele I forma il primo ricchissimo nucleo delle raccolte di
pittura, scultura e oggetti preziosi che da subito godettero di grande fama internazionale. Il 30
agosto 1580 moriva il duca Emanuele Filiberto e saliva al trono Carlo Emanuele I detto Il
Grande, appena diciottenne, che regna per ben cinquant'anni, dal 1580 al 1630. Ambizioso,
colto, amante delle lettere, delle arti e delle scienze, il giovane duca - sulla scia delle scelte del
padre che era riuscito a riottenere i territori sabaudi e nel 1563 aveva trasferito la capitale
sabauda da Chambéry a Torino - si prodiga per un importante rinnovamento culturale ed
artistico della città. Eredita dal padre Emanuele Filiberto la visione strategica e l'attitudine
militare e dalla madre, Margherita di Valois, sorella di Francesco I di Francia, l'attenzione per
la cultura e il gusto del bello. La capitale sabauda doveva assumere una nuova immagine
puntando innanzitutto l'attenzione sulla zona di comando dove nel 1584 si ponevano le
fondamenta del nuovo Palazzo Ducale. Un favoloso patrimonio parzialmente giunto fino a noi
e ora custodito in gran parte tra i tesori dei Musei Reali di Torino, oggetti che ieri come oggi
trovano un profondo significato proprio nella unitarietà generale della raccolta, che tutta
insieme verrà esposta per la prima volta nella nuova ala dedicata alle mostre temporanee al
piano terreno della Galleria Sabauda e nei caveaux della Biblioteca Reale, con importanti
prestiti da parte di Musei e Istituti italiani e stranieri e riunendo anche prestigiose opere un
tempo facenti parte delle collezioni di Carlo Emanuele I, ma in seguito disperse e ora
conservate in vari Musei italiani e internazionali. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19.
Ingresso: intero 12 euro; ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni,
insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e
della Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe
ordinarie. Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima
della chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it. Martedì 7 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Pesci, uccelli,
fiori: le collezioni naturalistiche" con Giovanni Saccani e Pietro Passerin d'Entrèves. Martedì
14 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Il fascino dell'antico" con Gabriella Pantò e Anna Maria
Riccomini. Martedì 21 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Tra Genova e Torino. Orazio
Gentileschi e la fortuna del caravaggismo" con Annamaria Bava e Luca Leoncini.
fino al 02/04/2017
ore 09:00
Torino
Piazzetta Reale 1
MOSTRA FOTOGRAFICA AL TEATRO CARIGNANO
"Il Teatro Carignano", fotografie di Paolo Mussat Sartor, Tiziano Rossano Mainieri, vincitore
del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2016, Pino Musi e Daniele Marzorati,
vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2015. Progetto di Agarttha Arte
a cura di Adele Re Rebaudengo.
fino al 02/04/2017
ore 12:30
Torino
TORINOSETTE
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Piazza Carignano 6
SILVIO COCCO ALLA MIRAFIORI GALERIE
Una nuova generazione abita il mondo: i "Sempre-Connessi". Sono loro che hanno ispirato
Silvio Cocco, art grafic designer, dandogli lo spunto per l'originale progetto creativo esposto
alla Mirafiori Galerie. "Contemporary Aristocracy | Constantly Connected" - realizzata in
collaborazione con SKART, free press & web magazine specializzato in arte moderna,
contemporanea e design - è una galleria di modernissimi ritratti digitali, ironici, divertiti e
divertenti, esposti vicino a piccole ed evocative riproduzioni di ritratti di secoli passati. "L'idea
mi è venuta qualche tempo fa, mentre, a Hong Kong, ero in metropolitana - spiega Silvio
Cocco - Osservavo le persone intorno a me. Nessuno mi guardava come io guardavo gli altri.
In effetti, nessuno guardava proprio nessuno, tutti concentrati sulle loro connessioni mobili. E
quando lo sguardo si alzava, era più che altro una scorsa distante, distaccata, sfocata, rivolta
a una minima parte di realtà e durava solo per pochi attimi, per poi riaffondare nel magnete del
web. Mi sono ricordato così dei ritratti che l'aristocrazia europea ha lasciato in testimonianza di
sé, ho ripensato alla curiosa sensazione che restituiscono quelle espressioni che risultano
sconcertate, miopi, sciocche, talvolta strabiche. Perlomeno a una superficiale sensibilità
contemporanea. Indicano, invece, con chiarezza, il distacco dalla realtà che l'aristocrazia ha
sempre portato come vanto. La lontananza dalle altre classi e dagli obblighi del lavoro. La
sognante esclusività. Per certi versi, la generazione dei Sempre-Connessi mi riporta a tutto
ciò: il senso del distacco, la lontananza dal contingente pratico e la valutazione della realtà
attraverso masse di informazioni digitali". Costruire ritratti digitali e associarli con ironia a quelli
dei secoli passati è stato, quindi, il lavoro divertito di Silvio Cocco da cui sono nate le 20 opere
esposte in galleria. Orario: dal lunedì al venerdì 9-20; sabato 9-19,30; domenica 9,30-13 e
15-19,30. Info: https://www.facebook.com/MirafioriMV/
fino al 02/04/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Cattaneo
GREG GONG ALLA LUCE GALLERY
Seconda personale di Greg Gong alla Luce Gallery. L'artista californiano nelle sue opere pare
reiterare un esercizio che passa attraverso l'uso della ripetizione del disegno, del cerchio e di
linee rette, nel contrasto tra la rappresentazione orizzontale e verticale. I colori sono
istintivamente riferiti a quelli primari, che l'artista mischia sapientemente per arrivare a tinte
raramente usate in una composizione che non nasconde velature e trasparenze.
L'immaginario appare come sfocato richiamo alla natura del movimento. Alcuni dipinti
contengono la struttura del disegno in colori vibranti e non controllati in cui l'evoluzione
artistica continua e ridefinisce la propria rappresentazione quasi a non arrivare mai alla fine.
Questo continuo ripetersi di strati di pittura sono scelte ed indecisioni che influenzano l'artista,
come la vita di ogni giorno, fatta di impercettibili ma significative deviazioni che formano il
nostro destino. Nei colori di Gong non c'è contaminazione della sua franchezza, semmai
troviamo esperienza e dolore, ma alla fine ogni strada e buona perché abile a ricordarci che
nulla è veramente soddisfacente, anche quando la scelta è fatta ed il dipinto è terminato, è
possibile trovare un altro punto, dubbio o progetto. Greg Gong vive e lavora a Los Angeles.
Nel 2014 ha esposto la sua prima mostra personale in Italia alla Luce Gallery. Nello stesso
anno ha anche esposto in una doppia mostra alla Shane Campbell Gallery di Chicago. Il suo
lavoro è anche stato esposto in una collettiva al Museo di Capodimonte, Napoli. Orario: dal
martedì al sabato 15.30-19.30. Info: 011.8141011 - [email protected] www.lucegallery.com. Prorogata fino al 4 febbraio.
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Corso San Maurizio 25
TORINOSETTE
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UGO RICCIARDI ALLA BURNING GIRAFFE ART GALLERY
"Nightscapes - Luci e ombre dello spirito", mostra fotografica di Ugo Ricciardi. Dopo la
collettiva "Do You Like Flowers?", il fotografo torinese Ugo Ricciardi torna ad esporre alla
Burning Giraffe Art Gallery sotto la guida del curatore della galleria ?Andrea Rodi. Fotografo
professionista nella moda e nella pubblicità, docente di ritratto, Ugo Ricciardi ha ripreso la
produzione di progetti personali, affrontando principalmente i temi della caducità dell'esistenza
e della trasformazione. Le immagini in bianco e nero declinano su paesaggi notturni, un
genere nuovo per l'artista. Un anno di lavoro, misurato con le fasi della luna e reso possibile
anche grazie alla collaborazione di Daniele Vergaro, amico e collega. Durante il giorno il
fotografo sceglie le inquadrature e i soggetti, mentre la notte ritorna ad immortalarli in una luce
completamente diversa, artificiale, ma perfettamente in equilibrio con la propria visione. "?Non
è sufficiente trovarsi in un bel posto, attendere la luce giusta e trovare un'inquadratura
adeguata", afferma Ugo. "?Io devo poterlo toccare quel luogo, devo potermi immergere in esso
e tirare fuori la sensazione che quel posto mi trasmette e, ancor più importante, devo mostrare
questo contatto". Infatti, nella penombra della luna gli alberi si animano di una nuova vita
prendendo contorni diversi, sfuggevoli, mentre il resto è ammantato dalle tenebre. Così
l'autore trasforma luoghi familiari in visioni magiche, che accompagnano lo spettatore in un
percorso spirituale fatto di luci e ombre. Solo così il fotografo può concepire un paesaggio:
come una visione estremamente soggettiva che, in un modo o nell'altro, deve diventare reale.
Orario: dal martedì al sabato 14,30-19,30 o su appuntamento. Info: 011.5832745 347.7975704 - www.bugartgallery.com - [email protected]
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Bava 8/A
"LA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO" ALLA GALLERIA ACCADEMIA
Mostra del gruppo romano di Piazza del Popolo, al quale aderirono Franco Angeli, Tano
Festa, Giosetta Fioroni e Mario Schifano. La mostra, curata da Luca e Francesca Barsi,
attraverso venti opere selezionate e non seriali, si propone di rievocare il clima della fervente
scena artistica romana degli anni ?60. Nella Roma di quegli anni, spicca, tra le altre, la figura
di Plinio De Martiis, fondatore della Galleria La Tartaruga di Via del Babuino: La Tartaruga fu
fucina di idee e punto focale di cultura per tutti gli Anni '50 e '60, la prima a portare a Roma le
avanguardie americane. Trasferitasi nel 1963 in Piazza del Popolo, divenne presto punto di
riferimento e di incontro di quel gruppo di giovani artisti chiamato Scuola di Piazza del Popolo.
Tra il 1960 e il 1963 personalità come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta
Fioroni, e ancora poeti e menti aperte all'innovazione cominciano a riunirsi in Piazza del
Popolo. È qui che le esperienze degli artisti romani si fondono con quelle dei personaggi ben
descritti da Fellini nella Dolce Vita. Un clima in ebollizione dove convergevano teatro,
performance, cinema, fotografia, letteratura e poesia, in favore di una innovazione dei
linguaggi di comunicazione e di una contaminazione fra discipline diverse. Dalle celebri
"Finestre" di Tano Festa alla geniale intuizione dei "Paesaggi anemici" di Mario Schifano. Dalle
bellissime terrecotte di Giosetta Fioroni alle tele, cariche di simboli, segno di avversione alle
ideologie e al capitalismo di Franco Angeli. Il tratto distintivo della pittura di questi artisti è
proprio la scelta di rappresentare motivi presi dall'immaginario comune, e la creazione di un
nuovo codice espressivo che non ha nulla a che fare con l'ordinaria rappresentazione del reale
a fini estetici o provocatori. Gli oggetti presi in prestito dalla strada, dai cartelloni pubblicitari,
dai mezzi di comunicazione di massa, dalla politica, dalla moda, dalla civiltà dei consumi,
entrano nelle tele di Schifano, Angeli, Festa. Orario: 10,30-12,30 e 16,30-19,30; lunedì e festivi
chiuso. Info: 011.885408 - [email protected]. Prorogata fino all'8 aprile.
fino al 08/04/2017
ore 10:30
Torino
Via Accademia Albertina 3/E
TORINOSETTE
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CARMAGNOLA - "IL TEMPO E LA MEMORIA" A PALAZZO LOMELLINI
"Il tempo e la memoria", mostra a cura di Silvana Nota, comprendente lavori di Mariella
Bogliacino, Maria Erovereti, Fernando Montà e Rosa Sorda. "Il progetto della mostra,
caratterizzato da una forte valenza di ricerca poetico-gestuale riunisce quattro artisti di
rilevante cifra culturale. Affini e al contempo diversi dialogano, seguendo il filo della
dimensione legata al tempo e alla memoria, individuando in essa il substrato originario
indispensabile alla contemporaneità e alla germinazione del futuro. Il percorso si snoda
attraverso quattro isole monografiche per ciascun artista impegnato nell'elaborazione della
propria versione del tema, a cui si aggiunge uno spazio comune, sezione introduttiva per
evidenziare quanto il gesto artistico sia in grado oggi di nutrirsi di passato lasciandolo
riaffiorare senza vincoli nè schemi, come energia viva generatrice di inaspettate opportunità di
conoscenza" (Silvana Nota). Orario: giovedì, venerdì e sabato 15-18; domenica 10-12 e 15-18.
Ingresso libero. Info: 011.9724238 - www.comune.carmagnola.to.it www.palazzolomellini.com
fino al 09/04/2017
ore 18:30
Carmagnola (TO)
Piazza Sant'Agostino 17
PINEROLO - KURT MAIR ALLA GALLERIA LOSANO
"Vividi Sguardi", personale dell'artista tedesco Kurt Mair. La mostra è un omaggio ai temi
ricorrenti intorno ai quali Kurt Mair costruisce la propria visione, una selezione di oli e incisioni
in cui si percepisce la fascinazione per le tematiche rinascimentali e i suoi principali artefici,
lavori recenti di assoluta raffinatezza, "ricordi di luce che accarezzano di tenerezza nuda, dalla
quale affiora l'anima di chi come lui, prima di lui, li ha catturati e amati, fino a conferire loro il
senso di eternità". Orario: feriali 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info:
0121.74059 - [email protected]
fino al 09/04/2017
ore 17:00
Pinerolo (TO)
Via Savoia 33
LIBERO GRECO ALLA FONDAZ. GIORGIO AMENDOLA
Personale di Libero Greco, dedicata al tema della politica. Una raccolta di sensazioni filtrate
attraverso notizie che pervengono dai comuni mezzi d'informazione, vuole essere un
rendiconto del disagio che viene comunemente percepito a causa del malfunzionamento della
macchina dello stato, del governo e della sua politica. Libero Greco vuole dare il suo
contributo, utilizzando pennelli, colori, sensazioni e idee che possano graffiare la coltre
marcescente di un sistema che necessita cure. L'artista lo fa a modo suo, lanciando un
personalissimo urlo. Orario: dal lunedì al venerdì 9,30-12,30 e 15,30-19,30; sabato su
appuntamento. Info: www.fondazioneamendola.it - [email protected] 011.2482970 - 348.5308603
fino al 09/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Tollegno 52
HORIKI KATSUTOMI DA RAFFAELLA DE CHIRICO
"Anatomia dell'inquietudine", personale di Horiki Katsutomi. Saccheggiando la sintassi dei due
capolavori di Bruce Chatwin e Fernando Pessoa, nasce il titolo della mostra personale
dell'artista giapponese Horiki Katsutomi (Tokio, 1929), con lavori del ciclo di opere dedicato ad
Ulisse e all'Odissea. Naturale pensare al mitico personaggio oggetto della ricerca artistica di
Horiki, nell'interpretazione dantesca per esempio, esplicitata attraverso una sete di
conoscenza sfrenata, il viaggio come metafora di conoscenza e superamento del sé,
dimensione avventurosa e conturbante. L'esilio foscoliano. L'irrequietezza di Bruce Chatwin,
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sulla strada. L'inquietudine di Fernando Pessoa (alias Bernardo Soares), quella della vita
quotidiana. Ma ai nostri giorni questi temi hanno assunto connotazioni ben diverse e ne sono
diventati lo specchio di migrazioni ed esili ben diversi da quelli danteschi e foscoliani.
L'espulsione (o auto-espulsione) è dai regimi dittatoriali, tra i più conosciuti quello cinese di Ai
Weiwei; il mare non è più solo metafora di conoscenza così come non lo è la barca che lo
attraversa. Lo straniero sulla spiaggia evoca quello di Camus, ma non si limita ad una
speculazione intellettuale. Ed è per questo che il lavoro di Katsutomi è il risultato di una
narrazione infinita e atemporale m anche concreta e contemporanea. È un esule, dal
Giappone che lascia nel 1969 per arrivare in Europa. Come scrive Gaspare Luigi Marcone: "In
realtà è la figura dell'artista in senso assoluto a diventare Ulisse, personaggio che vive per la
conoscenza. Il maestro nipponico ha dipinto molte varianti di Ulisse con colori e formati diversi,
ma con una costante simbolica: l'eroe si trasforma nello strumento del suo viaggio. Nella parte
alta della tela appare una larga striscia pulviscolare, quasi una cometa che viaggia nel cosmo,
una striscia che simboleggia la chiglia di una nave. Una striscia "astratta", nell'etimologia latina
del termine (abstraho, "prelevo", "estraggo"), che sintetizza l'oggetto fisico, la nave, con un
gesto pittorico essenziale". O ancora, Katsutomi si avvicina alla contemporaneità nipponica di
Murakami Haruki; come per L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, romanzo
in cui il protagonista deve scoprire chi è veramente Tazaki Tsukuru ed il pellegrinaggio è verso
la sua città natale (quindi un ritorno), ma soprattutto in cerca di spiegazioni agli enigmi non
risolti nella sua vita. Le tele di Horiki dedicate all'eroe omerico sono di diversi colori e
dimensioni ed è una pittura che fluisce, delicata ma con l'incedere deciso del samurai. In una
selezione di carte degli anni '70, Katsutomi utilizza carta e inchiostro per creare delle false
impronte digitali; non desidera burlarsi di Piero Manzoni ma mettere in discussione l'idea
stessa di identità e di memoria. La mostra si compone di una decina di lavori su tela ed alcune
carte realizzate negli anni '70; l'esposizione dei lavori su carta sarà anche l'occasione per
aprire al pubblico un nuovo spazio della galleria De Chirico, sempre nell'interno cortile di via
della Rocca 19 che (ad eccezione della mostra di Katsutomi) sarà la project room dedicata ad
artisti emergenti. Orario: da martedì a sabato dalle 15 alle 19. Info:
www.dechiricogalleriadarte.com - [email protected] - 011.835387 - 392.8972581
fino al 15/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Giolitti 52
COSIMO VENEZIANO AL MUSEO ETTORE FICO
"Petrolio", personale di osimo Veneziano, nato a Moncalieri, ma che vive e opera a Leeds
(Regno Unito). La mostra si snoda in due sedi: al MEF e alla Galleria Alberto Peola, con le tele
"Giorni di un futuro passato" e le sculture "Membrana". Nelle sale museali di via Cigna,
Veneziano presenta lavori, accompagnati da un testo di Elena Forin, che esprimono la sua
indagine intorno al patrimonio sociale, urbano e architettonico, con particolare riferimento ai
monumenti pubblici. E si notano il marmo "Crash", le serigrafie e i disegni su feltro industriale
"Petrolio" e "The Monument". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19;
la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (over 65,
insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26 anni e gruppi di
minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati, persone con
disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card. Info:
011.853065 - www.museofico.it
fino al 16/04/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
INCISORI OLANDESI DEL SEICENTO IN GALLERIA SABAUDA
I Musei Reali di Torino posseggono una ricca collezione di opere appartenenti al cosiddetto
"Secolo d'oro olandese": un periodo particolare - seguito al distacco dalle province fiamminghe
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dominate dalla Spagna - durante il quale quella piccola terra strappata al mare, corrispondente
a parte degli attuali Paesi Bassi, divenne il centro nevralgico dei commerci, delle scienze e
delle arti di tutta Europa. Per valorizzare il patrimonio a sua disposizione, i Musei Reali
organizzano la mostra "L'occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento". La mostra presenta 32
fogli tratti dalla collezione della Galleria Sabauda, che documentano alcuni tra i generi più
diffusi all'epoca, dalle vedute d'insieme alle raffigurazioni di scene di vita e animali. La prima
sezione della mostra si concentra sul tema del paesaggio, inteso come rappresentazione
fedele della realtà, senza commistioni con soggetti narrativi derivati dalla religione, dal mito o
dalla storia. Tra i lavori esposti spiccano alcune splendide vedute di Rembrandt, come "La
capanna e il grande albero" (1645), "Veduta di Amsterdam" (1640 c.) e "Paesaggio con
capanna e fienile" (1641), ma anche una serie d'incisioni di Ruisdael, il cui sguardo si posa
principalmente sulle nuvole e sugli alberi, realizzati con minuziosi dettagli. Le scene di vita
ritratte da Adriaen van Ostade (1610-1685) costituiscono la seconda tappa del percorso
espositivo: le sue incisioni ritraggono uomini impegnati in piccole azioni quotidiane tra case e
taverne, che testimoniano le abitudini e i costumi dell'epoca. Le rimanenti sezioni sono
dedicate al mondo agreste: la terza presenta tre incisioni di Paulus Potter risalenti alla prima
metà del secolo, nelle quali l'artista - morto a soli 29 anni - si concentra sulla raffigurazione di
mucche e tori, che restituiscono un'atmosfera sognante e sospesa; la quarta comprende lavori
di Nicolaes Berchem, Dirk Stoop, Pieter Van Laer e Karel Du Jardin. Orario: dal martedì alla
domenica, dalle 9 alle 19 (la biglietteria di piazzetta Reale 1 chiude sempre un'ora prima). Il
biglietto d'ingresso (intero 12 euro; ridotto 6 euro) consente la visita all'intero complesso dei
Musei Reali, che comprende Palazzo Reale, l'Armeria Reale, la Galleria Sabauda e il Museo
Archeologico. Info: 011.5220421 - www.museireali.beniculturali.it. Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Piazzetta Reale 1
FEDERICO COLLINO AL MUSEO DELLA MONTAGNA
A Federico Collino (Pinerolo, 1869 - Torino 1942), musicista compositore, esecutore e
direttore d'orchestra, ma anche valente pittore, il Museomontagna, in collaborazione con la
Società Storica delle Valli di Lanzo, dedica la mostra antologica "Federico Collino tra musica e
pittura. Dal Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù". In mostra, coordinata da
Laura Gallo e realizzata da Marco Ribetti, sono esposte circa 60 opere di vario formato per lo
più dedicate ai paesaggi delle Valli di Lanzo, scelte per l'occasione all'interno di un corpus di
trecento tra disegni, pastelli e olii, realizzati da Collino a partire dal 1896. L'esposizione,
promossa dalla famiglia, rende omaggio a un artista pressoché sconosciuto, sia come
musicista sia come pittore e completa un lavoro di studio, recupero e valorizzazione in parte
già avviato dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino nel 2005 per quanto riguarda la sua
produzione musicale. Federico Collino si diploma al Liceo Musicale nel 1891 e nello stesso
anno viene assunto dallo stesso Liceo come Maestro di oboe e fagotto. Dal 1892 inizia a
rappresentare alcune sue composizioni a partire dal Circolo degli Artisti di Torino. Suona come
primo oboe e corno inglese al teatro Regio e al teatro Carignano; dirige al teatro Vittorio
Emanuele come Maestro sostituto per la stagione autunnale 1895. Parallelamente, coltiva la
passione per la pittura. Nel tempo libero, soprattutto durante le vacanze a Usseglio, avvia una
produzione come pittore en plein air, inserendosi nel filone del nuovo interesse per il
paesaggio maturato nella seconda metà dell'Ottocento dai pittori torinesi dell'Accademia
Albertina di Belle Arti e dai soci del Circolo degli Artisti, attratti dagli scenari montani, e in
particolare dalle Valli di Lanzo, tra cui si possono ricordare Cesare Ferro Milone, Giovanni
Guarlotti, Giovanni Piumati e Alessandro Poma. D'altra parte fra Otto e Novecento queste
vallate vivono una stagione irrepetibile quali luoghi di villeggiatura, frequentati anche da
presenze illustri, come la regina Margherita di Savoia, Benedetto Croce, Guglielmo Marconi,
Guido Gozzano, Annie Vivanti, Eleonora Duse, che gira a Balme il film Cenere, mentre
Giovanni Pastrone, il regista del kolossal Cabiria, soggiorna a Ricchiardi di Groscavallo. Il
primo schizzo dal vero di Collino, opera ispirata al greto d'un fiume le cui sponde sono
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fiancheggiate da un filare di alberi, porta la data del 1896. Seguono numerose tavolette, non
riconducibili a una data certa, che coprono l'intero arco della vita dell'artista. Collino ritrae
soprattutto il paesaggio montano: borgate (Interno di borgata Pianetto), torrenti, laghi
(Malciaussia), ghiacciai, pascoli alpini, piloni votivi (Pilone votivo al Cortevizio), scene di vita
quotidiana (Nel prato; Usseglio, prima della processione); ma anche affetti famigliari (Ritratto
di Tilde), nature morte con fiori e frutti. Nei suoi spostamenti tra Torino e le Valli di Lanzo il
pittore raffigura vedute delle campagne del fondovalle: da Baracca nella neve, fino agli scorci
della periferia torinese con le sue fabbriche di inizio Novecento (Torino, periferia). Non
mancano angoli di Torino, come il giardino della sua abitazione di corso Ferrucci, e il raffinato
pastello con un notturno di Piazza San Carlo percorsa da un'automobile con i fari accesi e le
sfavillanti luci dei portici che illuminano la notte. Federico Collino frequenta il Circolo degli
Artisti per tutta la vita, ne è animatore, socio dal 1913, membro del consiglio direttivo e figura
di spicco dal 1892 quando viene incaricato di musicare l'opera Donna Fabia. Anche se la
documentazione dei rapporti fra Collino e il Circolo è riconducibile soprattutto alla sua attività
di musicista, è proprio qui che emerge il suo interesse pittorico. La frequentazione conviviale
dei pittori soci e i loro amichevoli consigli hanno sicuramente favorito l'evoluzione e la piena
maturazione della sua tecnica, al punto da incoraggiarlo a esporre i suoi dipinti a Palazzo
Graneri nelle esposizioni sociali degli anni 1919, 1921, 1924, 1928. La mostra è
accompagnata dal volume: Federico Collino tra musica e pittura (1869-1942). Dal
Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù, a cura di Gian Giorgio Massara; testi di
Marco Albera, Manlio Collino, Marco Leo, Gian Giorgio Massara, Anna Nelayeva. Edito dalla
Società Storica delle Valli di Lanzo, 240 pagine, 334 illustrazioni. Come consuetudine sarà
disponibile il "giornale di mostra" - nel formato di un piccolo quotidiano - che verrà offerto
gratuitamente al pubblico durante il periodo dell'esposizione. Al suo interno si potranno trovare
immagini e testi dei curatori, utili ad approfondire l'argomento. Orario: da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7 euro; soci CAI 6,00 euro;
promozionale 1 euro. Info: 011.6604104 - [email protected] www.museomontagna.org. Giovedì 23 febbraio alle 18 concerto delle violiniste Alessandra
Génot ed Anna Castellani, del soprano Serena Rubini e del pianista Massimiliano Génot. Il
musicista-pittore sarà rappresentato da opere per pianoforte di carattere brillante e
carnevalesco come il "Valzer della Val Sopata", e da brani più intimistici come Notturno per
due violini e pianoforte. Sarà riproposta la lirica "Sogno", su una poesia di Ada Negri ed estratti
dell'opera "Donna Fabia", eseguita originariamente per il Circolo degli Artisti. Ingresso gratuito;
per l'occasione il Museo e la mostra resteranno aperti per tutta la durata del concerto.
fino al 17/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazzale Monte dei Cappuccini
"PASSARE IL SEGNO" ALLA PINACOTECA ALBERTINA
"Passare il segno. Studenti e artisti dalla scuola di grafica d'arte dell'Accademia Albertina",
mostra a cura di Franco Fanelli con la collaborazione di Daniele Gay. Una settantina di opere
compongono una mostra che ha la sua origine nel Corso di Tecniche dell'Incisione - Grafica
d'Arte dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ne sono autori ex studenti, molti dei
quali oggi affermati artisti, formatisi nei laboratori della Scuola di Grafica, le cui profonde
tradizioni e l'attuale vitalità le conferiscono un prestigio riconosciuto in ambito nazionale e
internazionale. "L'espressione grafica d'arte abbinata a tecniche dell'incisione", scrive il
curatore Franco Fanelli, docente del Corso, "ribadisce implicitamente la conservazione di un
sapere come base su cui impostare lo sviluppo e l'innovazione; la futuribilità, in sostanza, di
una scuola, di un metodo e di una disciplina. Contemporaneamente, la doppia definizione
amplia dichiaratamente il campo delle opportunità di ricerca e dei linguaggi, laddove le
tecniche tradizionali (calcografia, xilografia, litografia, serigrafia) si sviluppano in altre direzioni,
ma ancora in base ai principi fondamentali della grafica d'arte: segno, riproducibilità,
modularità. Qui sta la ragione del titolo di questa mostra: "Passare il segno" per osare, osare
per conoscere, conoscere per creare. Ed è la ragione per cui il visitatore vedrà, insieme a molti
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fogli di grafica tradizionale, opere basate su più recenti procedimenti legati alla stampa; e
s'imbatterà in libri d'artista, fotografie, sculture, installazioni, video e dipinti". Tre le sezioni.
"Nella scuola", raccoglie una quarantina di opere grafiche spazianti dalle tecniche tradizionali
della calcografia (acquaforte, acquatinta, puntasecca, mezzotinto) alle tecniche di
fotoincisione: è una panoramica sugli ultimi trent'anni di attività nei laboratori di tecniche
dell'incisione dell'Accademia Albertina di Belle Arti, sede operativa ma anche "luogo
dell'anima", nel quale la conservazione di un sapere è continuamente abbinata alla
sperimentazione e all'innovazione dei linguaggi. La sezione "Altri segni" riunisce gli esiti
professionali di alcuni ex studenti (Stefano Marvulli e Stefano Farci) che dalla grafica
tradizionale si sono spostati verso il digitale o verso la relazione con l'immagine in movimento,
sino alla cinematografia. Qui trovano posto le opere su carta di Stefano Allisiardi, artista che
ha mosso i primi passi nella scuola in un ambito prossimo all'illustrazione. È altresì
documentata l'attuale o quanto meno una recente fase di ricerca di ex studenti che hanno
mantenuto, come artisti, rapporti stretti con lo specifico della grafica, come Beatrice Piva,
Simone Pizzinga, Anna Guazzotti, Paolo Venice e Valentina Biga. La terza sezione, "Oltre il
segno", è infine una sorta di "mostra nella mostra", composta da artisti oggi affermati e altri
nella loro prima maturità. Si tratta di Botto & Bruno e Francesco Barocco, che hanno lavorato
in dialogo con le opere della Pinacoteca Albertina, Laura Pugno, che traspone l'incisione in
ambito installativo, Manuele Cerutti, Cornelia Badelita, che "disegna" utilizzando timbri, Nadir
Valente, Fatma Bucak e i più giovani Macchieraldo e Palasciano, Anna Canale, Aurora Paolillo
e Chiara Pigoni. Orario: tutti i giorni, a esclusione del mercoledì, dalle 10 alle 18. Ultimo
ingresso alle 17,30. Ingresso: intero 5 euro; ridotto (dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai
26 anni, possessori biglietto City Sightseeing, possessori biglietto Fondazione Accorsi Ometto, possessori tessera AIACE, possessori tessera Slow Food, gruppi minimo 15 persone;
gratuito per possessori abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Card) 2,50
euro. Info 011.0897370 - [email protected] - www.pinacotecalbertina.it.
Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Accademia Albertina 8
"TO REPEL GHOSTS" DA GUIDO COSTA PROJECTS
"To Repel Ghosts", terzo capitolo del ciclo dedicato da Guido Costa Projects all'Immateriale. In
mostra documenti e opere di: John Beattie, Richard Boursnell, Eduard Isidore Buguet, Craig
and George Falconer, Paul Fleury, Chiara Fumai, William Hope, Frederick Hudson, Enrico
Imoda, F.M.Parker, Turi Rapisarda e Simona Galeotti, Fulvio Rendhell, Gustavo Rol, William
Shew, Eugene Thiebault. Orario: dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011.8154113 www.guidocostaprojects.com - [email protected]
fino al 21/04/2017
ore 17:00
Torino
Via Mazzini 24
JEAN-PIERRE VELLY ALLO SPAZIO DON CHISCIOTTE
"Incisioni di Jean-Pierre Velly. Un point c'est tout", retrospettiva a cura di Vincenzo Gatti,
organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes. La mostra antologica prende il titolo da un lavoro
di Velly del 1978 per sottolineare l'elemento distintivo delle sue opere: all'artista bastano un
punto o un tratto inciso con il bulino per avviare sulla lastra la creazione di un mondo, ora
composto da morbidi nudi femminili, altre volte affollato di resti di urbani naufragi, ora colmo di
allucinate sarabande. Non si tratta solamente di un giusto omaggio a uno tra i più rilevanti
esponenti dell'arte calcografica del secondo Novecento, spiega il curatore Vincenzo Gatti, ma
anche della testimonianza di un comune destino che aveva legato Mario Lattes, a cui la
Fondazione è dedicata, e l'artista francese. La galleria romana Don Chisciotte, inaugurata con
una personale di Lettes nel 1962 e di cui lo spazio torinese ha raccolto l'eredità, sarà punto di
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riferimento costante per ambedue e il rapporto con il direttore Giuliano de Marsanich diventerà
fondamentale per la carriera di Velly. I fogli esposti a Torino, una trentina circa, provengono
dalla collezione Lattes e ben testimoniano dell'apprezzamento, della stima e anche della
comunanza di ideali ritrovati nelle opere dell'incisore: in prevalenza bulini anche di grande
formato, costituiscono una vera antologia dell'appassionato lavoro dell'incisore, a partire dagli
anni Sessanta, con fogli come "Trinità dei Monti" del 1968, fino a giungere alle ultime opere
prima della scomparsa come, ad esempio, "Fleurs d'Hiver" del 1989 nella quale l'uso della
tecnica della maniera nera testimonia del prevalente interesse pittorico manifestato dall'artista
in quegli anni. Velly, illustra Vincenzo Gatti, usa magistralmente il segno fatale e crudele del
bulino per costruire un'immagine del mondo sospesa fra tradizione, critica della modernità e
dedizione totale all'arte. La limpidezza della traccia sostiene e accentua le accumulazioni più
disperate: sono visioni cosmiche e apocalittiche costruite con una tecnica antica tanto
intimamente vissuta da sciogliersi e sublimarsi nel sogno. L'artista non nasconde l'ascendenza
nordica delle sue fantasie e dei suoi fantasmi, da Dürer a Seghers ad Altdorfer, fino a
giungere, in coerenza al suo stesso ideale di vita, al romanticismo più acceso di Friedrich e di
Carus, più evidente quando verso gli anni Ottanta si dedicherà quasi esclusivamente alla
pittura. Lontano dagli ambienti mondani, da un mondo superficiale e distratto, lavora chiuso
nel suo ambiente quasi come una crisalide, in tensione continua verso l'essenza delle cose e il
loro significato, oltre le apparenze, che pur lucidamente definite, finiscono tuttavia per
disgregarsi in una gloriosa e sofferta totalità. Come lo stesso Velly dichiarava a proposito della
sua dedizione al disegno e all'incisione: "... la visione in bianco e nero è un fatto mentale, non
esiste in natura, e nel bianco e nero si scatena tutta la mia ansia e sete di libertà espressiva,
senza inseguire le mode senza voler essere contemporaneo in tutti i modi...". Orario: da
martedì a sabato 10,30-12,30 e 15-19. Info: 011.19771755 - [email protected]
fino al 22/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 37
SALVO ALLA GALLERIA IN ARCO
"Salvo, la strada di casa", a cura di Luca Beatrice. "Il 12 settembre 2015 Salvo è vuoto
incolmabile nell'arte italiana e di Torino, la sua città d'adozione. Inutile sottolineare ancora una
volta la storia di un intellettuale -questo il termine che meglio gli si addice, non solo pittore
approdato ai colori dopo una significativa militanza concettuale- autodidatta spinto da una
curiosità vorace, certamente uno degli uomini più colti che ho mai incontrato. Per Salvo essere
artista voleva dire stare in bilico tra il ragionamento teorico e l'esercizio erudito, il coup de
theatre e le esigenze del mercato, la soluzione improbabile e il mestiere collaudato. Con lui
mai un momento di noia, la sensazione di ripetersi, l'autocompiacimento di fronte a un
mestiere sì bello ma in fondo pur sempre un lavoro, più quotidiano che eroico. Potrei
sottolineare i tanti incontri, le cene, i viaggi, tutto sempre condito da uno spirito di avventura
leggero e ironico. Farei però torto all'artista, immenso, raffinatissimo, mai banale. Una fortuna
averlo incontrato, conosciuto, lavorato, un po' perso con rammarico negli ultimi tempi. Salvo ha
rappresentato una delle più autentiche ragioni che mi hanno spinto ad approfondire questo
mestiere. Eppure raramente abbiamo parlato di pittura: molto più di libri, film, curiosità, calcio
anche. Di fronte a un suo quadro era sufficiente guardare. E lasciarsi andare. A dieci anni
esatti dalla retrospettiva che gli dedicò la GAM di Torino, una "medaglia" che Salvo accettò
con il suo solito pudore e la sua proverbiale riservatezza, la Galleria In Arco ripropone un
percorso esaustivo e completo nella pittura dell'artista siciliano, che era nato a Leonforte nel
1947, offrendo una sorta di "best of" di una carriera davvero importante, a partire dagli anni
Settanta, quando si consumò il definitivo passaggio da quello che Renato Barilli aveva
chiamato il concettuale differente al dipingere, fino ai tempi più recenti, in cui Salvo prosegue
nella sua esplorazione inesausta della pittura di genere, tra paesaggio, natura morta, scena
d'interno, inserendo raramente alcuni personaggi e figure. Una sfida soprattutto con se stesso,
nella ripetizione mnemonica, mai appuntata, di quegli elementi che servono nella costruzione
di un quadro al fine di raggiungere la perfezione, come in un'inquadratura cinematografica. Ho
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voluto prelevare, per questa mostra, il titolo di un suo quadro: La strada di casa. Perché
tornare a scrivere di Salvo oggi per me significa davvero ritornare in uno dei luoghi per me più
cari e importanti nella mia attività di critico. La Galleria In Arco di piazza Vittorio Veneto, che
proprio nel 1990 aprì la nuova e definitiva sede con una sua spettacolare e rarissima mostra,
Interni con funzione straordinaria, un unico soggetto ripetuto tante volte su variazioni minime,
a ribadire se ce ne fosse ancora bisogno che la pittura è prima di tutto risultato del pensiero,
della teoria e dell'intelligenza. Sempre rispondendo a un invito di Sergio Bertaccini, mi sono
poi ritrovato a scrivere per Là, metà anni Novanta, uno dei testi a cui sono più affezionato
perché Salvo mi consentì l'utilizzo di una lingua sperimentale dove il linguaggio critico era
messo da parte in favore dell'esercizio mnemonico, una specie di Je me souviens ispirato al
grande maestro Georges Perec. Pubblichiamo ora, per l'occasione, un catalogo ancor più
ricco della mostra, un repertorio caleidoscopico di immagini e figure da sfogliare come un
album. Non di ricordi, soltanto, ma di frames a colori che dimostrano, una volta di più, la
grandezza solitaria, senza uguali, di un talento puro che ho amato tantissimo e di un uomo che
mi manca altrettanto. Non so dove sia Salvo ora, ma sono certo che se leggerà queste parole
le troverà esagerate, assumerà un'espressione tra il contrito e l'imbarazzato, chiedendomi per
favore di non esagerare" (Luca Beatrice). Orario: da martedì a sabato 10-13 e 16-19,30. Info:
011.19665399 - [email protected] - www.in-arco.com
fino al 29/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazza Vittorio Veneto 3
"LIFE WORLD" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
"Life World", una selezione di opere fotografiche provenienti dalla Collezione di Isabel e
Agustin Coppel, a cura di Tanya Barson. Ispirata agli scritti del filosofo Vilem Flusser, la
mostra cerca di sviluppare ed espandere l'idea di una filosofia della fotografia o, nelle parole di
Flusser, di "contribuire a una discussione intorno al soggetto 'fotografia' in uno spirito
filosofico". Mira inoltre a illustrare come la fotografia sia diventata strumento chiave nello
sviluppo della coscienza umana in relazione alla 'mondità del mondo', riflettendo anche sullo
status filosofico della fotografia nel momento in cui Flusser scriveva, a partire dal suo 'Per una
filosofia della fotografia' (1983), per proseguire con 'Immagini: come la tecnologia ha cambiato
la nostra percezione del mondo' (1985): siamo agli albori della transizione dalla fotografia
come oggetto alla fotografia digitale. La mostra attinge alla ricca gamma di fotografie
racchiusa nella Collezione di Isabel e Augustin Coppel e la esamina, passando in rassegna
l'immagine che offre del mondo-vita in cui tutti esistiamo. In questa mostra, le idee di essere e
di coscienza sono analizzate con l'aiuto di tre concetti tratti dal pensiero fenomenologico: il
mondo sociale (mitwelt), l'ambiente o il mondo-intorno (umwelt) e il mondo interiore o proprio
(eigenwelt). Organizzata in questi tre principali gruppi di immagini, la mostra prende in esame
il ruolo che la fotografia ha svolto nel comunicare che cosa significa esistere, come noi
esistiamo insieme agli altri, e come sviluppiamo un'esistenza indipendente e il senso di una
nostra identità; in ciascuna categoria, la fotografia è un mezzo per riflettere sulla sfida di
essere nel mondo. A introdurre le tre sezioni un gruppo di opere selezionate che, nel loro
insieme, pongono la domanda: "Che cos'è una fotografia?", concentrandosi su alcune
caratteristiche che Flusser propone nelle sue tesi sulla fotografia e sul suo status filosofico. La
mostra include un'ampia gamma di pratiche fotografiche, oltre a una selezione di opere
realizzate con film, slide e nuovi media. Comprende opere di numerosi e importanti esponenti
della fotografia del XX secolo, accanto ad alcune figure meno note, fra cui Berenice Abbott,
Vito Acconci, Bas Jan Ader, Doug Aitken, Manuel Alvarez Bravo, Francis Alÿs, Diane Arbus,
Ursula Arnold, Richard Avedon, Bernd & Hilla Becher, Sophie Calle, Henri Cartier-Bresson,
Larry Clark, Edmund Collein, Bruce Davidson, Rineke Dijkstra, Jim Dow, William Eggleston,
Tracey Emin, Walker Evans, Valie Export, Harun Farocki, Peter Fischli and David Weiss,
Robert Frank, Lee Friedlander, Carlos Garaicoa, Héctor García, Alberto Garcia Alix, Anna
Gaskell, Nan Goldin, Félix González-Torres, Dan Graham, Sigurdur Gudmundsson, Jitka
Hanzlová, Bill Henson, Candida Höfer, Kati Horna, Graciela Iturbide, Seydou Keïta, Julius
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Koller, Helen Levitt, Philip Lorca DiCorcia, Cristina Lucas, Tuomo Manninen, Angel Marcos,
Teresa Margolles, Mary Ellen Mark, Gordon Matta Clark, Ana Mendieta, Enrique Metinides,
Ryiuji Miyamoto, Tina Modotti, Lazslo Moholy-Nagy, Zwelethu Mthethwa, Shirin Neshat,
Rivane Neueschwander, Arnold Newman, Kiyoshi Niiyama, Gabriel Orozco, Damien Ortega,
Bill Owens, Esteban Pastorino, Irving Penn, Martha María Pérez Bravo, Bernard Plossu, Albert
Renger-Patzsch, Miguel Río Branco, Herb Ritts, Daniela Rosell, Thomas Ruff, Ed Ruscha,
Sebastiao Salgado, August Sander, Cindy Sherman, Stephen Shore, Aaron Siskind, Melanie
Smith, Simon Starling, Thomas Struth, Superflex, Diana Thater, Wolfgang Tillmans, Ed Van
Der Elsken, Massimo Vitali, Annika Von Hausswolf, Edward Weston, Mariana Yampolsky,
Willy Zielke e Zoe Leonard. Orario: giovedì dalle 20 alle 23 (ingresso libero); venerdì, sabato e
domenica dalle 12 alle 19. Ingresso: intero 5 euro; ridotto 3 euro; gratuito con Abbonamento
Musei. Info: 011.3797600 - www.fsrr.org
fino al 30/04/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
PIOTR SKIBA ALLA GALLERIA GRGLT (GIORGIO GALOTTI)
La galleria Giorgio Galotti, in occasione dell'apertura della nuova sede, presenta la prima
personale di Piotr Skiba. La mostra presenta due opere in dialogo tra loro, realizzate per lo
spazio che le ospita, di cui una di dimensioni ambientali e una di dimensioni ridotte.
L'intervento punta a combinare due elementi basilari della pratica di Piotr; da un lato la
leggerezza dei materiali utilizzati e dall'altro il processo artigianale più arcaico attorno al quale
ruota l'elaborazione della sua ricerca. In quest'ultima produzione l'artista massimizza la sua
tecnica, introducendo al pubblico una composizione che attraversa aspetti differenti,
spaziando da un processo che parte dall'utilizzo di tessuti industriali di rame, che hanno subito
processi di ossidazione e combustione stravolgendone la forma e la colorazione, per arrivare
alla scultura tradizionale in bronzo, collocata al centro di una parete come un oggetto sacro e
onirico. Molti dei suoi progetti di esordio sono incentrati sui temi dell'esclusione,
dell'intolleranza razziale e l'alienazione sociale. Qui la riflessione si sposta sui materiali
utilizzati e abbandonati dall'industria moderna, che a contatto con l'ambiente assumono nel
tempo delle forme sinuose, integrandosi alla superficie terrestre. L'intenzione di Piotr è di
rivolgere l'attenzione sull'evoluzione di alcuni processi artificiali, che una volta dimenticati
tendono a perdere la loro configurazione di materiali di smaltimento, per rivelarsi parte di una
natura in grado di assorbire qualsiasi elemento estraneo ad essa, al punto da tramutare
oggetti artificiali in forme sinuose e vegetali. Con questa mostra Piotr Skiba entra in uno spazio
neutro e immacolato nello stesso modo in cui questi oggetti entrano a far parte dell'atmosfera
terrestre, adagiando le opere nell'ambiente della galleria, eludendo il concetto di "esposizione"
per sfruttare la possibilità di renderle fortemente connesse alla realtà in si cui trovano. Visite su
appuntamento: [email protected] - www.giorgiogalotti.com
fino al 30/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Beinasco 16
ROBERT DOISNEAU AL FORTE DI BARD
La mostra "Robert Doisneau. Icônes", a cura dell'Atelier Robert Doisneau di Parigi e
dell'Associazione Forte di Bard, presenta una nuova selezione di fotografie realizzate dal
grande artista francese nel corso della sua straordinaria carriera. Fil rouge del percorso la
iconicità delle immagini, quelle che maggiormente hanno saputo conquistare l'immaginario
collettivo e il grande pubblico, a partire dal celebre bacio del 1950, Le baiser de l'Hôtel de ville.
Doisneau viene definito per i suoi ritratti e la sua straordinaria capacità di raccontare la realtà
nella sua quotidianità, un esponente della "fotografia umanista". E' lui, meglio di ogni altro, ad
aver immortalato i miti e le icone della Parigi del '900, cogliendone appieno il loro fascino.
Attraversando la Ville Lumière dalle rive della Senna alle periferie, regala un monumentale
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affresco di Parigi e dei parigini, immortalando gli aspetti più curiosi e le contraddizioni della
società francese. I soggetti che lo hanno reso celebre sono i bambini e gli innamorati. In
mostra anche i ritratti di personalità quali Picasso, Giacometti, Prévert. Insieme ad Henry
Cartier-Bresson è considerato uno dei padri fondatori del fotogiornalismo di strada. Al centro
della sua fotografia c'è l'uomo con le sue emozioni, spesso colte nei momenti surreali che si
presentano nella vita di tutti i giorni. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e
festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora prima del Forte. Info: 0125.833811 [email protected] - www.fortedibard.it. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo World
Press Photo + Doisneau: intero 12 euro; ridotto 8 euro.
fino al 01/05/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"TONALITA' TANGIBILI" AL MUSEO DEL CINEMA
"Tonalità Tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano. Dalle collezioni fotografiche del
Museo Nazionale del Cinema", mostra a cura di Marco Antonetto e Dario Reteuna (la sezione
Peretti Griva, da Giovanna Galante Garrone). Il pittorialismo, felice manifestazione della
fotografia d'arte, ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell'Ottocento e i primi
vent'anni del Novecento. L'elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso
concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa
stregua della pittura o del disegno. A questi autori di grande talento è dedicata la mostra
Tonalità Tangibili, primo, fra tutti, alla figura emblematica di Domenico Riccardo Peretti Griva e
alle sue poetiche "impressioni fotografiche" che ci introducono nel mondo del pittorialismo. La
mostra, prosegue alla Bibliomediateca Mario Gromo (via Matilde Serao 8/A; orario: lunedì e
venerdì 9-13; martedì e giovedì 9-17,30; mercoledì, sabato e domenica chiuso; ingresso
libero) con un approfondimento su temi cari a Peretti Griva: paesaggi, ritratti e animali "amici".
Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 9-20; sabato 9-23; martedì chiuso;
ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Aperture straordinarie durante la mostra: martedì
14 febbraio (S.Valentino), domenica 16 aprile (Pasqua), lunedì 17 aprile (Pasquetta), martedì
18 aprile, martedì 25 aprile (Liberazione), lunedì 1 maggio (Festa del Lavoro). Ingresso: intero
10 euro; ridotto (studenti universitari fino a 26 anni, over 65, gruppi min. 15 persone con
prenotazione obbligatoria) 8 euro; ridotto giovani e scuole (da 6 a 18 anni, gruppi scolastici) 3
euro; gratuito fino a 5 anni, disabili e accompagnatore, Abbonamento Musei e
Torino+Piemonte Card. Info: 011/8138560-561 - [email protected] - www.museocinema.it
fino al 08/05/2017
ore 11:00
Torino
Via Montebello 20
"DALLE BOMBE AL MUSEO" ALLA GAM
L'edificio che ospita la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino - meglio conosciuta
come Gam - salta all'occhio anche del visitatore più distratto: le sue forme sghembe, con le
pareti inclinate e i volumi irregolari, contrastano con le architetture circostanti, siano esse le
palazzine liberty della Crocetta o i portici di corso Vittorio. Fin dalla sua progettazione, la
nuova Gam voleva rompere col passato e, al tempo stesso, raccontarne la storia: una storia
fatta di grande sofferenza, dal momento che la vecchia sede fu spazzata via dai
bombardamenti che squassarono la città nel corso della Seconda guerra mondiale, tra il '40 e
il '45. La mostra "Dalle bombe al museo" intende ripercorrere l'itinerario di rinascita dell'arte
moderna in Italia attraverso il caso della Gam, la cui ricostruzione rappresenta un esempio
significativo del più ampio processo che porterà l'Italia a risollevarsi dagli orrori della guerra.
Curata da Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino, l'esposizione si apre con una serie di opere
emblematiche del museo bombardato, in parte distrutte e in parte restaurate, come la "Eva" di
Odoardo Fantacchiotti (1809-1877). Accanto a esse è possibile ammirare alcune delle opere
acquisite dalla Galleria ancor prima che i lavori di ricostruzione dell'edificio fossero completati,
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a testimonianza della volontà dell'allora direttore dei Musei Civici Vittorio Viale di allestire una
collezione di respiro internazionale. Quadri come "Composition T 50-5" di Hans Hartung
(1950), ma anche "Dans mon pays" di Marc Chagall (1943) e "Ragazza seduta" di Giacomo
Manzù (1948), entrambi acquistati da Viale alla Biennale di Venezia del '48. E fu lo stesso
Viale a spingere perché l'edificio non fosse ricostruito tale e quale all'originale, ma fosse
indetto un bando per progettarne uno nuovo, moderno, che comunicasse anche esteriormente
un'idea di rinnovamento. Il concorso fu vinto da due giovani architetti ferraresi, Carlo Bassi e
Goffredo Boschetti, il cui lavoro culminò nell'inaugurazione del 31 ottobre 1959. La mostra
ripercorre lo sviluppo del cantiere attraverso una serie di fotografie d'epoca, che si affiancano
a quelle della vecchia sede, prima e dopo i bombardamenti. Un'ampia selezione di tavole
d'architettura, lettere e documenti originali arricchiscono il percorso, che - accanto a opere
come "Scultura di silenzio, Corneille" di Hans Jean Arp e "La cicogna" di Pinot Gallizio presenta tavoli, poltroncine, sedie e lampade di design, consentendo al visitatore di
immergersi nell'atmosfera di quegli anni. Una mostra che, come sottolinea il direttore della
Gam Carolyn Christov-Bakargiev, "intende ripercorrere la storia di un'utopia diventata realtà,
mettendo in luce la straordinaria capacità di un'intera città di trasformare la deformità della
guerra in un'idea propositiva verso il futuro". Orario: da martedì a domenica 10-18; la
biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it. Giovedì 23 marzo alle 17 visita guidata
speciale con Giorgina Bertolino, storica dell'arte e curatrice della mostra. Costo: biglietto
d'ingresso ridotto 8 euro (gratuito per studenti, abbonati Musei Torino Piemonte e Torino Card)
+ 5 euro la visita guidata. Massimo 20 persone a visita. Prenotazioni al numero 011.4436999.
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
"STRUTTURE E STILE" ALLA GAM
In contemporanea all'inaugurazione della mostra "Dalle bombe al museo:1942-1959" la GAM
apre al pubblico, nella sala "Archivi" del secondo piano, una mostra che documenta un
particolare capitolo della storia del museo. Il 18 giugno 1962 si apre alla Galleria Civica d'Arte
Moderna una grande mostra internazionale curata da Michel Tapié, dal titolo "Strutture e Stile Pitture e sculture di 42 artisti d'Europa America e Giappone". La mostra proponeva un
confronto internazionale di vaste proporzioni la cui importanza e portata furono chiare fin da
subito; Tapié, attraverso la pluralità delle sue ricerche che si sviluppano verso Parigi, Tokyo e
New York proietta il capoluogo piemontese al centro di una rete di rapporti e relazioni
internazionali che ne fanno una delle città italiane più favorite culturalmente. La mostra fu
realizzata in collaborazione con l'International Center for Aesthetic Research (ICAR), fondato
due anni prima da Tapié insieme all'architetto Luigi Moretti e diretto da Ada Minola, e allestita
negli spazi del museo con l'idea di trasferire nelle differenti sezioni espositive quella "possibile
classificazione delle materie e dei significati dell'Informale" chiarita nelle pagine dei suoi testi
teorici nei quali, ispirandosi alla teoria degli insiemi di Georg Cantor, approfondiva i rapporti tra
le scoperte scientifiche e le ricerche estetiche. Intorno all'opera "Scultura" di Sofu Teshigahara
in legno e foglia di rame, la mostra Archivi2 presenta una selezione di documenti provenienti
dall'Archivio della Fondazione Torino Musei e mette in luce la genesi di questa importante
esposizione attraverso le lettere, le fotografie originali dell'allestimento e dell'inaugurazione,
l'edizione originale del volume "Continuité et avant-garde au Japon" pubblicato da Fratelli
Pozzo Editori, esposti insieme ad alcune riviste e quotidiani con le recensioni della mostra.
Orario: da martedì a domenica 10-18; sabato 24 dicembre 10-14; domenica 25 dicembre
chiuso; lunedì 26 dicembre apertura straordinaria 10-18; sabato 31 dicembre 10-14; domenica
1° gennaio 14-18; venerdì 6 gennaio apertura straordinaria 10-18. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero: Abbonamento Musei e
Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 - [email protected] www.gamtorino.it
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fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
SAN SECONDO DI PINEROLO - "TIEPOLO E IL SETTECENTO VENETO" AL CASTELLO
DI MIRADOLO
"Tiepolo e il Settecento veneto", esposizione a cura di Giovanni Carlo Federico Villa, dedicata
a Giambattista e Giandomenico Tiepolo. La mostra si sviluppa intorno a preziosi capolavori,
provenienti dalle sale della Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza. Un viaggio attraverso
dipinti, disegni, acqueforti, incisioni e sculture, raccontando dell'importanza avuta dalla pittura
veneta, ancora nel XVIII secolo, del ruolo dei Tiepolo, padre e figlio. Nelle sale del Castello di
Miradolo sono presentati i grandi temi del Secolo dei lumi, dalla pittura di paesaggio alla
natura morta, dalle storie mitologiche alle grandi pale d'altare, attraverso le opere dei
protagonisti della stagione pittorica europea Settecentesca. In mostra si posso ammirare gli
incunaboli della storia del paesaggio, dalla celeberrima "Prospettiva di rovine con figure"
compiuta verso la metà del terzo decennio da Marco e Sebastiano Ricci, tra le opere più note
e studiate del Settecento veneto, al "Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre" di
Luca Carlevarijs, che introducono a un affondo sui grandi Maestri veneti, da Aviani a
Brisighella a Zais, e sulla natura morta. Prezioso è il confronto tra due grandi artisti veneti:
Giambattista Piazzetta e Giambattista Tiepolo, di vent'anni più giovane del collega. L'"Estasi di
San Francesco" di Piazzetta, dipinta nel 1729 per la Chiesa conventuale dell'Araceli di
Vicenza, che ritrae il Santo svenuto e sfinito, soccorso da un angelo, è opera esemplare per
Tiepolo, con i suoi profondi contrasti chiaroscurali. L'"Immacolata Concezione" di Tiepolo,
dipinta nel 1733-1734, testimonia la raggiunta autonomia del pittore che libero dal pathos
tardobarocco e dalla pratica delle luci artificiali è approdato a una pittura di pura luce, che
ripudia l'ombra. Egli ha primeggiato per uno stile senza confronti per qualità e genio inventivo,
capace di mettere in scena nelle sue opere rappresentazioni straordinarie. Ha riportato l'arte
della Serenissima Repubblica agli splendori cinquecenteschi, imponendola come l'essenza
stessa della modernità a livello europeo. Sono inoltre eccezionalmente presentati a Miradolo
"Scherzi e Capricci", brevi movimenti allegri e veloci, interpretati da Giambattista nelle sue
acqueforti, che ci riportano alla tradizione classica con suggestive narrazioni di sacrifici pagani,
scene pastorali, paesaggi agresti. Un racconto in quasi cinquanta opere, che permette di
ammirare anche tele riscoperte da recenti restauri, come il recupero della "Decollazione di San
Giovanni Battista" di Giandomenico Tiepolo, nel contrasto tra gli incarnati del santo e quelli del
boia, le vesti sgargianti e le ombre profonde della passione. Come di consueto la mostra è
arricchita da una colonna sonora dedicata, appositamente realizzata per questa esposizione
dal progetto Avant-dernière pensée. Un'installazione sonora che accompagna il visitatore
restituendo la suggestione di un'epoca, e rimandando alle opere esposte, all'ambiente artistico
e alla stagione pittorica cui appartengono. Orario: giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica e
lunedì 10-18,30; chiuso il martedì e il mercoledì. Per gruppi e scuole aperto, su prenotazione,
anche oltre il normale orario di visita. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (gruppi,
convenzionati, studenti fino a 26 anni, over 65); ridotto dai 6 ai 14 anni 3 euro; gratuito bambini
fino a 6 anni, Abbonati Musei. Info: 0121.502761 - [email protected] www.fondazionecosso.com. Sabato 25 marzo alle 14 servizio navetta da Torino (piazza Carlo
Felice angolo corso Vittorio Emanuele II) al Castello di Miradolo. Costo: 9 euro a persona.
Richiesta la prenotazione al numero 0121.502761
fino al 14/05/2017
ore 15:00
San Secondo di Pinerolo (TO)
Via Cardonata 2
"L'ITALIA DI MAGNUM" A CAMERA
La mostra "L'Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin" è un vero e proprio
viaggio per immagini lungo la penisola. Un itinerario lungo settant'anni, dal dopoguerra a oggi,
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che racconta il Belpaese attraverso l'obiettivo di venti grandi fotografi. L'esposizione, curata
dal neo direttore di Camera Walter Guadagnini con la collaborazione di Arianna Visani,
costituisce la prima tappa di "Magnum Photos 70", un progetto nato per celebrare
l'anniversario della storica agenzia francese che nei prossimi mesi toccherà Brescia, Cremona,
Parigi e New York. La mostra torinese, suddivisa per decenni, è introdotta da un omaggio a
Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni Trenta. Il racconto del decennio
successivo è affidato a Robert Capa e David Seymour, che presentano due serie fotografiche
dall'atmosfera opposta: il primo mostra un paese in rovina, travolto dagli esiti drammatici della
guerra; il secondo - immortalando i turisti che nel 1947 tornano a visitare la Cappella Sistina ne testimonia la voglia di rialzarsi, facendo leva sull'eterna bellezza del proprio patrimonio. Il
rapporto con l'arte è al centro della sezione dedicata agli anni Cinquanta, nella quale Elliott
Erwitt, Herbert List e René Burri pongono il proprio sguardo rispettivamente su Roma,
Cinecittà e Milano all'epoca della storica mostra di Picasso del '53. Le istantanee del trionfo di
Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma, scattate dal fotografo tedesco Thomas Hoepker,
introducono lo spazio dedicato agli anni Sessanta, completato da una serie di Bruno Barbey
sui funerali di Togliatti e da un reportage di Erich Lessing a Cesenatico. L'atmosfera degli anni
Settanta è ben restituita da Fernando Scianna, Leonard Freed e Raymond Depardon: il primo
attraverso il racconto della sua terra, la Sicilia; gli altri testimoniando due passaggi chiave
dell'Italia del tempo, il referendum sul divorzio e la Legge Basaglia. Ancora Scianna,
immortalando un giovane Berlusconi in ascesa, mette in luce lo spirito del decennio
successivo, i cui contrasti sono mirabilmente documentati da Martin Parr (il turismo di massa)
e Patrick Zachmann (la malavita organizzata). L'ultima sala, dedicata agli anni Novanta e
Duemila, ospita lavori di Alex Majoli, Thomas Dworzak, Peter Marlow e Chris Steele-Perkins, a
cui si affiancano alcune potenti immagini di Paolo Pellegrin e una sequenza di Mark Power
dedicata ai luoghi simbolo della cultura italiana. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e
domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a
26 anni, over 70), gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011.0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
VALERIO SPADA A CAMERA
"Valerio Spada. I am nothing", a cura di Francesco Zanot. La mostra presenta in anteprima il
lavoro realizzato dal fotografo insignito della prestigiosa Guggenheim Memorial Foundation
Fellowship sulla mafia siciliana, narrata attraverso le storie di alcuni boss e latitanti, unite ai
segni della sua inesorabile penetrazione nel tessuto sociale. Dopo il successo nel 2011 della
serie "Gomorrah Girl", in cui le vicende di alcune giovani servivano a filtrare un racconto sui
fatti e i comportamenti della camorra napoletana, Spada continua la sua esplorazione della
criminalità organizzata, spostando il suo obiettivo su Cosa Nostra. Il risultato è un progetto che
combina tra loro materiali eterogenei, sperimentando una strategia narrativa che sostituisce le
regole del tradizionale reportage fotografico. Il percorso della mostra si sviluppa così
attraverso la giustapposizione di scene di ordinaria quotidianità, ritratti attentamente posati, un
video ricavato dai filmati della polizia e la documentazione fotografica della Bibbia ritrovata nel
covo di Bernardo Provenzano, eccezionale testimonianza dei rituali, dell'estensione e della
capacità organizzativa della mafia. Scrive Roberto Saviano a proposito di questo progetto: "Io
sono un boss ma sono il niente. Io decido della vita e della morte ma sono il niente. Io sono il
niente perché sono come voi. Mi muovo tra voi. Vivo tra voi. Credo nel vostro Dio. Uso gli
stessi oggetti che usate voi, ma non li uso come li usate voi. Con la mia macchina da scrivere
compongo messaggi di morte. "I am nothing" di Valerio Spada è un lavoro impressionante
perché ci mostra il silenzio, la capacità di penetrazione della criminalità nella vita quotidiana e
la nostra incapacità, impossibilità a difenderci". L'annichilimento, il vuoto, l'invisibilità,
costituiscono così il filo conduttore dell'intera serie. I boss ci sono, ma non appaiono. E non
appaiono neppure le loro azioni, i loro incontri, le loro proprietà, nascoste attraverso un
complesso sistema di occultamento. Spada insegue le loro tracce, diffuse in ogni angolo del
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territorio e dei suoi abitanti, senza mai incontrare il loro volto, ad eccezione delle istantanee al
processo Giovanni Brusca. Il processo del boss è la cerimonia mediatica. Tanto cruciale
perché in questa occasione l'invisibile diventa visibile. "I am nothing" costituisce
un'osservazione di un fenomeno radicato e complesso, condotta da punti di vista inediti,
capaci di fare luce su aspetti spesso trascurati e poco visibili. Lungo un percorso di immagini
enigmatiche quanto dirette, seducenti quanto essenziali, emerge la mafia nella sua interezza, i
suoi codici di comunicazione, la sua struttura interna, il suo radicamento ad ogni livello,
evidenziando come non si tratti soltanto di una spietata organizzazione criminale, ma di un
vero e proprio stile di vita. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a 26 anni, over 70),
gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011/0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
"MARIO MERZ PRIZE" ALLA FONDAZIONE MERZ
"Mario Merz Prize", mostra dei finalisti Francesco Arena, Petrit Halilaj, Gili Lavy, Shahryar
Nashat, Suha Traboulsi. Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi 1978), Petrit Halilaj
(Kostërrc, Skenderaj-Kosovo 1986), Gili Lavy (Gerusalemme 1987), Shahryar Nashat
(Ginevra, 1975) e Suha Traboulsi (Freetown, Sierra Leone 1969) sono gli artisti scelti dalla
giuria composta da Marisa Merz (artista), Nicholas Cullinan (direttore della National Portrait
Gallery, Londra) e Claudia Gioia (curatrice indipendente). Il progetto espositivo, curato da
Beatrice Merz raccoglie lavori di ciascun autore, scelte tra le più significative del loro percorso
artistico. Il pubblico potrà esprimere la propria preferenza visitando la mostra o collegandosi al
sito web (mariomerzprize.org) per valutare i progetti degli artisti. Al voto del pubblico si
aggiungerà il responso della giuria composta da Manuel Borja-Villel (direttore Museo Nacional
Centro de Arte Reina Sofía, Madrid), Lawrence Weiner (artista), Massimiliano Gioni (direttore
Artistico New Museum, New York - direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano) e Beatrice
Merz. Al vincitore sarà commissionata una produzione per una mostra personale itinerante in
sedi museali a Torino e in Svizzera. Orario: da martedì a domenica 11-19; lunedì chiuso.
Ingresso: intero 6 euro; ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65
anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card) 3,50 euro; gratuito
(bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e
Torino + Piemonte Card, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati,
amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese). Info: 011.19719437 [email protected] - www.fondazionemerz.org
fino al 21/05/2017
ore 18:00
Torino
Via Limone 24
"LA STAMPA FOTOGRAFA UN'EPOCA" A PALAZZO MADAMA
Il 9 febbraio 2017 La Stampa compie 150 anni. In occasione di questo importante anniversario
Palazzo Madama, nel suggestivo scenario della Corte Medievale, ospita "La Stampa fotografa
un'epoca", mostra che documenta con quasi 500 fotografie la nascita e l'evoluzione del
quotidiano nazionale nato a Torino che dal 1867 ha saputo accompagnare i propri lettori in un
viaggio con gli occhi aperti sul mondo e la mente rivolta al futuro, mantenendo al contempo
uno strettissimo legame con il proprio territorio. Attraverso una selezione di 500 fotografie e
documenti provenienti dall'archivio storico del giornale sarà possibile rivivere temi sociali,
costumi e personaggi che hanno caratterizzato un secolo e mezzo di storia, testimoniando al
contempo l'importanza fondamentale che la documentazione iconografica riveste nella vita di
un giornale. Le tante testimonianze in mostra - attentamente selezionate dall'art director de La
Stampa e curatrice dell'esposizione Cynthia Sgarallino - comprendono fotografie originali e
documenti dell'archivio storico: alcune con annotazioni storiche, altre ritoccate a tempera e
matita, come si faceva prima di Photoshop, altre ancora sgualcite o incurvate. Tutte sono state
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selezionate perché "hanno addosso" il lavoro di questi 150 anni in cui sono passate di mano
tra fotografi, archivisti e giornalisti. La mostra si articola in 13 sezioni, seguendo un ordine
tematico che prende le mosse dalla Redazione e dalle maestranze, a testimonianza dei veri
protagonisti che hanno fatto la storia del quotidiano. Da questo punto di partenza si snodano
tutti gli altri dodici temi, Lavoro, Svago, Terza Pagina, Torino, Terrorismo, Moda, Diritti,
Solidarietà, Migrazioni, Conflitti, Mondo, Sport. Le fotografie presentate, in bianco e nero e a
colori, costituiscono una testimonianza dell'immenso materiale presente nell'archivio
fotografico del giornale, che conta ad oggi oltre 5 milioni di immagini. Attraverso di esse sarà
possibile compiere un viaggio alla scoperta di come La Stampa sia stata e continui ad essere
testimone importante non solo per la storia del territorio e dell'Italia, ma anche per i fatti
internazionali, grazie ad una chiara connotazione "glocal". Ad accompagnare le immagini in
mostra, un'ampia selezione di prime pagine del giornale, ben 47, e una time-line per ricordare
gli avvenimenti più importanti accaduti in Italia e nel mondo nel corso degli ultimi 150 anni.
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 18, escluso il martedì, giorno di chiusura; la biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso alla mostra "La Stampa fotografa un'epoca": 5 euro (3 euro
saranno devoluti in beneficienza alla Fondazione Specchio dei Tempi Onlus per il progetto "Un
tetto a chi soffre"); gratuito per i possessori di abbonamento Torino Musei Piemonte, Torino +
Piemonte Card e della Torino + Piemonte Card Junior, i minori di anni 6, accompagnatori
disabili e partecipanti ai laboratori didattici a cura del museo. Info: 011/4433501 www.palazzomadamatorino.it
fino al 22/05/2017
ore 15:00
Torino
Piazza Castello
ANTONIO MENEGHETTI ALL'OFFICINA DELLA SCRITTURA
"Scolpire la luce", personale di Antonio Meneghetti, a cura di Ermanno Tedeschi. Meneghetti è
stato uomo e artista geniale, generoso e gioioso, attento osservatore del mondo e della natura
umana. I suoi quadri sono caratterizzati da astratte pennellate di colore mentre al centro degli
oggetti di design c'è l'uomo: tutta la sua opera molto variegata si rifà alle poliedriche percezioni
e ai molteplici punti di vista del soggetto. Egli stesso ha detto della sua arte: "Si tratta di
cogliere tra due colori il loro denominatore universale, la trascendentalità, il punto di equilibrio
luce dove tutti si armonizzano". L'arte di Meneghetti è un insieme di colori e segni in cui si può
cogliere l'essenza dell'esistenza stessa. La mostra porta a Torino alcune tra le opere più
significative del maestro che comprendono dipinti, sculture e oggetti di design che per la
maggiore parte sono in vetro realizzati a Murano. L'arte di Meneghetti approda a Torino dopo
essere stato esposta in prestigiosi musei e sedi istituzionali in diverse parti del mondo - come
la Rocca Paolina di Perugia, Castel dell'Ovo a Napoli, Palazzo della Civiltà a Roma, le
Corderie dell'Arsenale e Palazzo Ducale a Venezia oltre che a San Pietroburgo, Brasilia,
Pechino e recentemente al Museo del Vittoriano a Roma. L'esposizione torinese si concentra
in particolare sui lavori in vetro nei quali l'intenzione dell'artista è tutta volta a catturare la luce
e a "disegnare" con essa. Una significativa testimonianza del suo lavoro è evidente a Lizori,
borgo medioevale tra Spoleto e Assisi dove ha vissuto dal 1976 iniziandone il recupero.
Questo luogo magico si è trasformato nel corso degli anni in un centro di riferimento della
cultura artistica e scientifica internazionale così come il centro di Marudo nel Lodigiano. In
occasione della mostra, sarà possibile vedere due video proiezioni che mostrano alcuni
momenti importanti dell'eclettica produzione del Maestro. A disposizione per tutta la durata
dell'esposizione, il volume "Antonio Meneghetti", edito da Gli Ori opera fondamentale per
comprenderne l'arte e la vita. Orario: lunedì, martedì, giovedi, venerdì dalle 9 alle 18; sabato e
domenica dalle 10 alle 19; mercoledì chiuso. Ingresso: intero 8 euro; ridotto (under 26 e over
65) 6 euro; gratuito bambini fino a 12 anni, disabili e un loro accompagnatore. Info:
[email protected] - www.officinadellascrittura.it - 011.0343090
fino al 23/05/2017
ore 18:30
Torino
TORINOSETTE
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Strada da Bertolla all'Abbadia di Stura 200
CASELLE - THOMAS BAYRLE ALL'AEROPORTO DI TORINO
Artissima, Fiera Internazionale di Arte Contemporanea, in occasione dell'edizione 2016
presenta "Flying Home", un progetto collaterale inedito, appositamente concepito per la città,
realizzato in collaborazione con l'Aeroporto di Torino e curato da Sarah Cosulich. Torino
Airport | Sagat si presenta per la prima volta come partner impegnato nella progettazione di
un'iniziativa di produzione artistica, accogliendo la sfida di Artissima di sperimentare modelli
nuovi e contaminare luoghi inaspettati e pubblici diversi. Due soggetti della città
apparentemente distanti collaborano a un'iniziativa culturale sorprendente, invitando il grande
artista tedesco Thomas Bayrle a proporre un'opera specifica per lo scalo torinese. Thomas
Bayrle (Berlino, 1937) è considerato il pioniere del movimento Pop tedesco. Anticipatore del
linguaggio digitale prima che questo potesse essere immaginato, l'artista tedesco ha costruito
fin dagli anni Sessanta immagini totali attraverso l'utilizzo della stessa immagine (o di piccole
immagini correlate) ripetute infinitamente come tante unità di un unico ideale insieme.
L'aeroporto, luogo di transito in cui migliaia di vite si incrociano quotidianamente, è
particolarmente significativo e ricorrente nella ricerca di Bayrle che nel suo lavoro rivela
dinamiche della nostra società, del nostro muoverci nello spazio, dell'economia, della
tecnologia fino alla religione, tutte in connessione tra loro perché guidate da un fondamentale
principio di ripetizione. Autore di una forma di "digitalizzazione artigianale", Bayrle ha costruito
"a mano" ciò che anni dopo il computer avrebbe processato automaticamente: disegna,
stampa, distorce, ritaglia e ricompone le unità per poi costituire l'insieme. Con "Flying Home"
Thomas Bayrle sceglie l'area ritiro bagagli per trasformarla in un inaspettato e stimolante
spazio espositivo denso di messaggi. Attraverso un'inedita sequenza di immagini, l'artista
svela i meccanismi di costruzione della sua mastodontica opera Flugzeug del 1984, un aereo
fatto da un milione di piccoli aerei su una superficie di 96 metri quadrati. L'aeroplano
raffigurato in "Flying Home" è quello realizzato nel 1980 per Lufthansa quando Bayrle,
affascinato dal messaggio di velocità, tecnologia e futuro che la compagnia aerea
rappresentava, aveva stampato l'opera in tiratura limitata per poi distribuirla ai passeggeri. La
matrice Lufthansa, una serigrafia composta da 1.960 piccoli aerei, modificata e alterata nelle
tante unità necessarie, era diventata nel 1984 uno delle centinaia di moduli dell'aereo gigante
Flugzeug. In "Flying Home" la matrice acquisisce un ulteriore livello: la presenza umana, la
collaborazione, l'interazione, il gesto e la tridimensionalità. Per la prima volta Bayrle mette in
luce la complessa elaborazione manuale della sua opera, svelando il backstage e facendo
riferimento al complesso meccanismo che permette il funzionamento dell'aeroporto stesso,
quel lato umano nascosto ma fondamentale nella definizione dell'insieme. Il progetto di
Artissima con l'Aereoporto di Torino collega la città in modo coinvolgente attraverso l'arte,
accogliendo tutti i viaggiatori in arrivo. Per i non-viaggiatori sarà disponibile un calendario di
visite speciali consultabile sul sito di Artissima e dell'Aeroporto. La visita all'installazione di
Thomas Bayrle è gratuita. L'installazione è ubicata nell'atrio riconsegna bagagli dell'Aeroporto
di Torino. Per partecipare alla visita, è necessario presentarsi muniti di un documento di
identità in corso di validità. L'accredito avverrà 30 minuti prima dell'inizio della visita, al livello
"Arrivi". Per motivi di sicurezza, solo i visitatori prenotati potranno partecipare alle visite. La
procedura di ingresso disposta dall'Aeroporto di Torino prevede il passaggio al metal-detector.
Per visitare l'installazione è necessario compilare il form sul sito:
http://www.aeroportoditorino.it/it/tolive/news-e-servizi/flying-home
fino al 28/05/2017
ore 15:00
Caselle (TO)
Strada Aeroporto 12
NUOVA ROTAZIONE DI STAMPE E DIPINTI NELLA GALLERIA GIAPPONESE AL MAO
"Il giovane Kunisada e la scuola di Osaka", rotazione di stampe e dipinti nella Galleria
giapponese. A partire da martedì 24 gennaio il percorso espositivo delle stampe sarà
completamente rinnovato: a quelle attualmente esposte subentreranno xilografie che
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raffigurano scene del teatro kabuki nel ventennio 1815-1835, periodo di affermazione della
grande scuola Utagawa di Edo (Tokyo) in questo filone dell'ukiyo-e, attraverso le opere di uno
dei suoi maggiori esponenti, Kunisada (1786-1864). Il suo stile eclettico, profondamente
influenzato dal caposcuola Toyokuni (1769-1825), viene messo a confronto con le produzioni
coeve degli artisti operanti nel Kansai, raggruppati sotto la dicitura "Scuola di Osaka": essi
diedero vita a uno stile regionale piuttosto uniforme, caratterizzato da una certa spigolosità
delle figure che le rende quasi monumentali. Oltre al corpus principale delle stampe kabuki,
verrà trattato il tema del paesaggio attraverso alcune composizioni in formato verticale tratte
da serie famose di Utagawa Hiroshige (1797-1858). Nella sala principale al secondo piano
saranno invece riproposti otto kakemono (dipinti in formato verticale) che forniscono un
assaggio della variegata produzione pittorica nipponica tra la fine del XVI e la seconda metà
del XIX secolo. Di questa rotazione particolarmente preziosa si segnalano dei dipinti a
inchiostro monocromo, su seta o su carta: un etereo paesaggio nello stile del grande maestro
di scuola Kano, Tan'yu (1602-1674); il tema Zen del "Gibbone che afferra il riflesso della luna
nell'acqua", dipinto da Kaiho Yusho (1533-1615), e un piccolo fugu (pesce palla) che reca la
firma del famoso Katsushika Hokusai (1760-1849). Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato
e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8
euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 www.maotorino.it
fino al 28/05/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
PINEROLO - "DIETRO LE QUINTE FACE TO FACE" AL TEATRO SOCIALE
"#dietrolequintefacetoface", esposizione di lavori contemporanei negli spazi destinati al
pubblico del Teatro Sociale di Pinerolo. In mostra lavori di Angelo Barile, Lidia Bachis,Silvia
Beccaria, Luca Bernardelli, Caty Bruno, Antonella Casazza, Anna Maria Colace, Chen Li,
Ridha Dhib, Gerardo Gerry Di Fonzo, Domenico Doglio, Chiara Ferrin, Loredana Galante,
Rosanna Giani, Elisa Filomena, Laura Govoni, Tere Grindatto, Nadia Magnabosco, Moho,
Martha Nieuwenhuijs, Stefania Misale, Andrea Nisbet, Corrado Porchietti,Serghej Potapenko,
Benedetta Picco, Francesco Sambo, Luca Storero, Vania Elettra Tam, Alessandro Vargiu,
Sabina Villa. Info: 333.4249372 - www.epa.it. Sabato 3 dicembre alle 15,30 visita guidata, in
occasione della quale agli artisti già presenti nella collettiva saranno aggiunte opere di:
Augusto Cantamessa, Graziella Dotti, Mimmo La Grotteria, Gianpiero Viglino.
fino al 31/05/2017
ore 19:00
Pinerolo (TO)
Piazza Vittorio Veneto
"WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR" AL FORTE DI BARD
In mostra in esclusiva per l'Italia le immagini premiate alla 52esima edizione della mostra
"Wildlife Photographer of the Year", promossa dal Natural History Museum di Londra. Il
pubblico potrà ammirare un'emozionante gallery che ripercorre gli scatti più spettacolari
realizzati nel 2016: 100 immagini che testimoniano il lato più affascinante del mondo animale e
vegetale, spaziando da sorprendenti ritrattirubati ai più sublimi paesaggi del nostro pianeta.
Vincitore assoluto, il fotografo americano Tim Laman con lo scatto "Vite intrecciate": la
fotografia immortala un orangotango del Borneo che si arrampica sul tronco di un albero,
come una fuga simbolica dalla distruzione della foresta pluviale indonesiana, suo habitat
naturale. Ha invece 16 anni l'autore del miglior scatto per la categoria giovani: dalla Gran
Bretagna, Gideon Knight ha catturato la silhouette di un corvo e del sicomoro su cui riposa,
poetiche figure nere che si stagliano contro il profondo blu e la luna di un magico cielo
notturno. Molti nomi italiani tra gli autori degli scatti esposti, tra i quali i finalisti Walter Bassi,
con "Verme ipnotico" (categoria Invertebrati), Hugo Wassermann con "Ritiro alpino" (Ambiente
Urbano), Fortunato Gatto con "Dopo la tempesta" (categoria Terra), Stefano Baglioni con
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"Piccola Stella" (categoria Piante e funghi) e Nicola Di Sario con "Luce degli occhi" (categoria
Bianco e nero). Vincitori invece, rispettivamente per le categorie Rettili, anfibi e pesci, Piante e
funghi e Sul territorio i tre reporter naturalistici Marco Colombo, con "Piccolo Tesoro", Valter
Binotto con "La composizione del vento" e Stefano Unterhiner con "Spirito delle montagne".
Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude
un'ora prima del Forte. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo Wildlife + Doisneau: intero
12 euro; ridotto 8 euro. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"DISCOVERING TIZIANO" AL FORTE DI BARD
Come dipingeva Tiziano? Quale forza creativa ispirava il suo pennello? Perché tornava a
distanza di tempo sullo stesso soggetto? Quale differenza c'è tra una replica e una copia?
L'evento "Discovering Tiziano" tenta di rispondere a queste domande presentando, dall'11
marzo al 4 giugno all'interno della Cappella della fortezza, il capolavoro "Deposizione di Gesù
Cristo al Sepolcro" (olio su tela, 138 x 177 cm, collezione privata). Nell'occasione, saranno
presentati i risultati dello studio iconografico e storico-artistico svolti sull'opera che hanno
determinato l'attribuzione al grande pittore cinquecentesco. Sabato 11 marzo alle 16.30, si
terrà un incontro con Antonio Paolucci, storico dell'arte, già Ministro per i Beni e le Attività
Culturali e direttore dei Musei Vaticani, che illustrerà la vicenda attributiva e le caratteristiche
del grande olio su tela riscoperto dallo storico dell'arte Andrea Donati. Ingresso su
prenotazione sino a esaurimento dei posti disponibili (0125.833816 - [email protected]).
Tiziano dipinse almeno quattro dipinti della Deposizione: il primo e più antico (risalente al
1526-1527) è al Louvre, il secondo è andato perduto, il terzo e il quarto si trovano al Prado, il
quinto alla Pinacoteca Ambrosiana. Una sesta versione della Deposizione di Tiziano,
cronologicamente anteriore a quella dell'Ambrosiana e unanimemente considerata l'ultima e
incompiuta, proveniente dalla collezione italo-spagnola de la Riva-Agüero e Francesca Basso
della Rovere, è stata riscoperta da Andrea Donati ed esposta al Forte di Bard. La
presentazione dell'opera è accompagnata dal filmato "Scoprire Tiziano. Indagine sulla pittura",
ideato su progetto di Andrea Donati, realizzato in collaborazione con il Seminario Patriarcale di
Venezia, la Pinacoteca Manfrediana e la Basilica di Santa Maria della Salute (2016). Orario:
da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora
prima del Forte. Ingresso libero. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 16:30
Bard (AO)
Forte di Bard
BRUNO MUNARI AL MUSEO ETTORE FICO
"Bruno Munari. Artista Totale". Curata da Claudio Cerritelli (autore anche del saggio storicocritico in catalogo), la rassegna dedicata a Munari (Milano 1907-1998) costituisce un
significativo documento di un'esperienza originale e multiforme, caratterizzata dalla
realizzazione di sculture, collage, dipinti, oggetti di industrial design, lavori di grafica editoriale
e dalle collaborazioni con Einaudi, Scheiwiller e Corraini. Invitato alla Biennale di Venezia e
alla Quadriennale di Roma, l'attività di Munari si è sviluppata secondo una visione e una
creatività in cui - suggerisce l'artista - è necessario "conservare lo spirito dell'infanzia dentro di
sè per tutta la vita". E dalla tempera "Futurista" del 1931 alla "Scultura da viaggio", fluisce la
mostra torinese che annovera opere come "Prova d'autore", un collage di campioni tessuti
stampati, la singolare "Macchina inutile", in metallo, fili di nylon e nastro adesivo, il dipinto
"Negativo-Positivo" e la xilografia "Autoritratto". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e
domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto
8 euro (over 65, insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26
anni e gruppi di minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati,
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persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card.
Info: 011.853065 - www.museofico.it
fino al 11/06/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
"DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL'ORDINE" AL MUSEO ACCORSI-OMETTO
La mostra "Dal Futurismo al Ritorno all'ordine. Pittura italiana del decennio cruciale
1910-1920", curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio
Berman di Giuliana Godio, presenta 72 dipinti che ripercorrono, per la prima volta in una
visione complessiva, il clima culturale italiano delle nuove tendenze artistiche del decennio
1910-1920. Partendo dal Futurismo storico (Marinetti, Boccioni, Balla, Carrà, Severini,
Russolo, Depero) e passando dal Primitivismo (Carrà, Soffici, Garbari) e dal Secessionismo di
area italiana (Casorati, Moggioli, Trentini, Rossi, Ferrazzi, Chini, Lionne, Oppo) si arriva
all'altra "faccia della modernità", ossia la Metafisica (De Chirico, Carrà, Morandi, de Pisis) e al
cosiddetto "Ritorno all'ordine" (Casorati, Soffici, Funi, Guidi), con il recupero dell'antico
mediato dalle recenti avanguardie. L'esposizione continua il percorso di approfondimento delle
tendenze pittoriche italiane del Novecento che il Museo ha intrapreso nel 2015 con la
rassegna dedicata al "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla". Orario: da
martedì a venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-13 e 14-19; lunedì chiuso.
Ingresso mostra: intero euro 8; ridotto euro 6 (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni).
Mostra con visita guidata (da martedì a venerdì ore 11 e 17; sabato, domenica e festivi anche
ore 18): intero 12 euro; rid. 10 euro; con Abbonamento Musei 4 euro. Info: 011.837688 int. 3 [email protected] - www.fondazioneaccorsi-ometto.it. Domenica 19 marzo alle
10,30 conversazione d'arte dal titolo "I futuristi italiani a Parigi e l'incontro/scontro con il
Cubismo", a cura di Anna Maria Cavanna, storica dell'arte. Costo approfondimento: intero 18
euro; ridotto 15 euro (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni); possessori Abbonamento
Musei e Torino + Piemonte Card 6 euro. Prenotazione obbligatoria 011.837688 int. 3
fino al 18/06/2017
ore 10:00
Torino
Via Po 55
"PITTURA COME SCULTURA" IN GALLERIA SABAUDA
"Confronti/3 - Pittura come scultura - Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo". La
protagonista di questo terzo appuntamento con "Confronti", lo spazio della Galleria Sabauda
dedicato all'incontro tra opere, è la "Madonna dei Miracoli", così chiamata perché a lei viene
attribuito il merito di aver debellato la pestilenza che affliggeva la città di Milano nel 1485. La
pala è presentata all'interno della Spazio Confronti insieme al bozzetto in terracotta della
Vergine, modellato da Cerano in età giovanile. Il confronto consente di apprezzare la
poliedricità di uno dei massimi protagonisti del Seicento lombardo. Dopo il successo di
"Venere incontra Venere", dedicata ai due dipinti di Botticelli, e quello che vedeva protagonista
i bambini di Boldini e Van Dyck, che raccontava due modi di vedere l'infanzia a distanza di
secoli uno dall'altro, è ora il momento de "La Madonna dei Miracoli di Santa Maria presso San
Celso venerata da San Francesco e dal Beato Carlo Borromeo", dipinta da Giovan Battista
Crespi detto il Cerano. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19. Ingresso: intero 12 euro;
ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con
scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri
ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e della
Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima della
chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it
fino al 18/06/2017
TORINOSETTE
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ore 14:00
Torino
Piazzetta Reale 1
"CAVALIERI D'ORIENTE" AL MAO
Il MAO espone all'ultimo piano di Palazzo Mazzonis una piccola ma preziosa selezione di
tessuti. Per la prima volta dall'apertura del Museo questi verranno sostituiti con un gruppo di
tessuti legati alla cavalcatura, tema molto interessante e poco conosciuto in Occidente.
L'esposizione "Cavalieri d'Oriente" presenta al pubblico un aspetto insolito della tradizione
tessile orientale, presentando coperte da cavallo e da sella preziose e sfarzose e altre di uso
più comune, restituendo così il duplice aspetto di oggetto d'uso quotidiano e di simbolo di
ricchezza e fasto. L'usanza di riservare coperture in tessuto alle cavalcature prestigiose
appare piuttosto antica, come testimoniato dalle miniature di scuola timuride e safavide, dove i
cavalli sono ornati di con ampie gauldrappe o con selle con apparato iconografico che
richiama i tappeti ricchi di volute floreali. In Persia, dove l'equitazione e l'allevamento dei
cavalli sono considerate nobili arti, le coperture da cavallo e le selle sono prodotte sia in
laboratori cittadini sia in zone rurali. Tra le popolazioni nomadi tale manufatto doveva e deve
essere sempre presente nella dote che la sposa porta in dono al consorte. In ambito ottomano
i cavalli erano ornati in modo sfarzoso anche in tempo di pace come simbolo di potere.
Contestualmente verrà messa in risalto al centro della Galleria un'opera delle collezioni del
Museo un vaso di pregevolissima fattura a forma di cavallo con cavaliere del XIII secolo
proveniente dall'Iran centrale. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19.
La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18
anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 25/06/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
DYLAN JONAS STONE E BETH CAMPBELL AL MUSLI
"The Paper Theatre and The Magic Lantern", mostra di Dylan Jonas Stone e Beth Campbell.
L'esposizione costituisce il coronamento della collaborazione instaurata tra Stone e il museo
due anni fa, che ha portato l'artista a realizzare una serie di linoleografie (stampe da incisioni
su linoleum) e installazioni di carta ispirate ai giochi e ai libri esposti al Musli. Per l'occasione,
Stone ha coinvolto un'amica, Beth Campbell, che è intervenuta su una moltitudine di figurine a
forma di mano, assemblate in tre sculture mobili che scendono dal soffitto come una pioggia
leggera. Nelle opere di Stone - circa duecento - si può leggere invece una sorta d'intento
autobiografico, un viaggio tra i giocattoli e le attività che l'hanno appassionato da bambino. Si
comincia con una lanterna magica, di cui l'artista illustra il funzionamento su sei stampe
circondate da piccoli prosceni in cartoncino. Scelta non casuale, dal momento che Stone, figlio
di produttori cinematografici, insegna a sua volta cinema a Londra e alla Scuola Holden di
Torino. Così come non è casuale la scelta di esporre una pressa a soffietto per far seccare
fiori e foglie, un oggetto che racconta la passione di Stone per la memoria e l'archiviazione del
reale, testimoniata da opere come "Drugstore Photographs or A Trip Along the Yangtze River",
una raccolta di 26.000 fotografie che documentano 526 isolati di Manhattan, esposta al Moma
Ps1 nel 2000. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e la domenica dalle 15,30 alle
18,30. Ingresso: 4 euro; gratuito con tessera Abbonamento Musei. Info: 011.19784944 www.fondazionetancredidibarolo.com
fino al 30/06/2017
ore 17:00
Torino
Via Corte d?Appello 20/C
FOSSANO - "CARAVAGGIO. LA MOSTRA IMPOSSIBILE" AL CASTELLO DEGLI ACAJA
Quando si pensa ai grandi maestri dell'arte non si può fare a meno di citare Michelangelo
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Merisi noto come Caravaggio. L'artista, che visse sul finire del XVI secolo e iniziò a muoversi
dalle secche del manierismo verso uno stile pittorico che prediligeva la realtà al culto della
bellezza classica, è il protagonista dell'esposizione "Caravaggio. La mostra impossibile".
Nonostante la sua breve vita, Caravaggio ebbe una ricca produzione che oggi si trova in
autorevoli musei del mondo, collezioni private e chiese. Ammirare in un unico spazio
capolavori come "Giovane con canestro di frutta", "Bacco", "Giuditta e Oloferne", "Sacrificio
d'Isacco", "Incredulità di San Tommaso", "Flagellazione di Cristo alla colonna", "David con la
testa di Golia", le due versioni della "Cena di Emmaus", solo per citare qualche titolo, risulta
impossibile per problemi legati allo stato di conservazione, alla complessità degli apparati
allestitivi, alla rimozione delle opere dai loro luoghi originali, ai rischi del trasporto. Per questo
l'esposizione, ideata da Renato Parascandolo con la direzione scientifica del professor
Ferdinando Bologna, e realizzata dalla Rai prende spunto da un'istanza di democrazia
culturale: e cioè presentare in un unico spazio espositivo, in dimensioni reali (scala 1:1),
l'opera omnia di un pittore sotto forma di riproduzioni ad altissima definizione. E in questo caso
l'oggetto, anzi gli oggetti, sono i 41 dipinti di Caravaggio. Orario: venerdì 15-22, sabato e
domenica 10-19. Ingresso: 10 euro.
fino al 02/07/2017
ore 15:00
Fossano (CN)
Via Vescovado 8
"L'EMOZIONE DEI COLORI NELL'ARTE" ALLA GAM
La mostra "L'emozione dei colori nell'arte" è presentata nella Manica Lunga del Castello di
Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e nelle sale della GAM-Galleria Civica d'Arte Moderna e
Contemporanea di Torino, con l'esposizione di una straordinaria raccolta di 400 opere d'arte
realizzate da oltre 130 artisti provenienti da tutto il mondo che datano dalla fine del Settecento
al presente. La mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l'esperienza e l'uso del
colore nell'arte. Attraverso una molteplicità di racconti e presentazioni di opere d'arte
importanti, si affronta l'uso del colore da svariati punti di vista, tra i quali quello filosofico,
biologico, quello antropologico e quello neuroscientifico. "Durante il secolo scorso sono state
organizzate numerose mostre sul colore a partire dalle teorie della percezione divenute
popolari negli anni Sessanta. Quel tipo di approccio discende da una nozione universalistica
della percezione e da una sua pretesa valenza oggettiva, molto distante dalla consapevolezza
odierna della complessità di significati racchiusa nel colore", afferma Carolyn ChristovBakargiev. La mostra indaga l'utilizzo del colore nell'arte dando conto di movimenti e ricerche
artistiche che si discostano dalle storie canoniche sul colore e l'astrazione, attraverso
molteplici narrazioni che si ricollegano alla memoria, alla spiritualità, alla politica, alla
psicologia e alla sinestesia. Le opere provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia
di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il
Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la
AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la
Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez
Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM - Torino e Castello di Rivoli e da numerose
collezioni private. I precedenti dell'arte astratta moderna sono indagati attraverso opere dei
seguaci Hindu Tantra (XVIII secolo) e dei Teosofisti (XIX secolo) che utilizzavano le formecolore come fonti per la meditazione e la trasmissione immateriale del pensiero. Il punto di
avvio nell'astrazione teosofica è legato alle ricerche di Annie Besant (1847-1933), la quale
scrisse attorno al 1904, "dipingere le forme vestite dalla luce di altri mondi con i colori ottusi
della terra è un compito arduo; esprimiamo gratitudine a chi ha tentato di farlo. Avrebbero
bisogno di fuoco colorato, ma hanno solo pigmenti e terre a disposizione". Alla fine del
Settecento, Isaac Newton scopre che i colori che vediamo corrispondono a specifiche e
oggettive onde elettromagnetiche non assorbite da materiali. Johann Wolfgang von Goethe,
che pubblica nel 1810 la sua "Zur Farbenlehre" ("La teoria dei colori") si oppone a Newton,
affermando che i colori sono prodotti dalla mente e non oggettivi. Goethe scopre il fenomeno
degli "Afterimage colors" (il fatto che l'occhio umano percepisce come immagine residua il
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colore complementare a un colore osservato con persistenza su di una superficie bianca).
All'epoca prevalse la teoria di Newton. L'Ottocento è anche il secolo del grande sviluppo della
chimica e della scoperta dei colori sintetici derivati dal catrame di carbone. Nell'Ottocento e
Novecento si sviluppa la standardizzazione industriale dei colori con i vari codici RAL e
Pantone. Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e
psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso
profondamente libertario. Con il relativismo culturale che caratterizza l'epoca attuale e
attraverso le recenti ricerche neuroscientifiche, si torna alla visione di Goethe, attribuendovi un
valore nuovo. "L'emozione dei colori nell'arte" riflette sul tema da un punto di vista che tiene
conto della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo. Si pone in discussione la
standardizzazione nell'uso del colore nell'era digitale, standardizzazione che riduce
sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale. Nel corso della mostra,
il neuroscienziato Vittorio Gallese - che insieme a Giacomo Rizzolati ha scoperto i neuroni
specchio - dirigerà, per la prima volta a livello mondiale, un laboratorio di studio
neuroscientifico incentrato sull'esperienza del pubblico di fronte a opere d'arte. In mostra
opere di: Anonymous Tantra drawings, Isaac Newton, Johann Wolfgang von Goethe, William
Turner, Friedlieb Ferdinand Runge, Michel Eugène Chevreul, Antonio Mancini, Édouard
Manet, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Annie Besant, Lea Porsager, Erin Hayden, Stanislao
Lepri, Mikalojus Konstantinas Ciurlionis, Piet Mondrian, Gabriele Münter, Wassily Kandinsky,
Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin, Edvard Munch, Hans Richter, Henri Matisse,
Leo Gestel, Luigi Russolo, Frantisek Kupka, Giacomo Balla, Hilma af Klint, Paul Klee,
Johannes Itten, Fortunato Depero, Sonia Delaunay, Oskar Fischinger, Francis Picabia,
Alexander Calder, Josef Albers, Mario Nigro, Giulio Turcato, Nicolas De Staël, Hans Hofmann,
Mark Rothko, Pinot Gallizio, Karel Appel, Asger Jorn, Paul Guiragossian, Fahrelnissa Zeid,
Atsuko Tanaka, Shozo Shimamoto, Lucio Fontana, Yves Klein, Enrico Castellani, Piero
Dorazio, Carla Accardi, Victor Vasarely, Tancredi Parmeggiani, Giulio Paolini, Mario Schifano,
Alejandro Puente, Sergio Lombardo, Estuardo Maldonado, Carlos Cruz-Diez, Luis Tomasello,
Warlimpirrnga Tjapaltjarri, Kenny Williams Tjampitjinpa, Michelangelo Pistoletto, Arman, Andy
Warhol, Gerhard Richter, Alighiero Boetti, Ellsworth Kelly, Donald Judd, Dan Flavin, James
Turrell, Jordan Belson, James Whitney, John Latham, Pietro Caracciolo / Agata Marta Soccini
/ Ruben Spini, Gustav Metzger, Claude Bellegarde, Gruppo MID, Rupprecht Geiger, Piero
Gilardi, Pino Pascali, Helio Oiticica, Raymundo Amado, André Cadere, Franz Erhard Walther,
Bas Jan Ader, Lawrence Weiner, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Lothar Baumgarten, Mel
Bochner, John Baldessari, Robert Barry, Sigmar Polke, Gotthard Graubner, Giorgio Griffa,
Channa Horwitz, Nicola De Maria, Tony Cragg, Anish Kapoor, Ettore Spalletti, Haim
Steinbach, Wolfgang Laib, Katharina Fritsch, David Hammons, Irma Blank, Thomas Ruff,
Damien Hirst, Liam Gillick, Jim Lambie, Arturo Herrera, Olafur Eliasson, Walid Raad & The
Atlas Group, Edi Rama, Anri Sala, Ryan Gander, Ed Atkins, Hito Steyerl, Theaster Gates, Etel
Adnan, Eugénie Paultre, Giuliano Dal Molin, Cheyney Thompson, Ye Xianyan, Maria Morganti,
Mika Tajima, Basim Magdy, Rose Shakinovsky, Simon Starling, Moon Kyungwon & Jeon
Joonho, Asli Çavusoglu, Lara Favaretto, Liu Wei, Kerstin Brätsch, Camille Henrot, Heather
Phillipson, Otobong Nkanga, Bracha Ettinger, Vittorio Gallese & Martina Ardizzi / Università di
Parma. Orario: da martedì a domenica 10-18; la biglietteria chiude sempre un'ora prima.
Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro per possessori biglietto Castello di Rivoli. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it
fino al 23/07/2017
ore 10:00
Torino
Via Magenta 31
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DEL COSTUME E DELLE TRADIZIONI
DELLE GENTI ALPINE
Una mostra lunga un anno, un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle stagioni. Questa
l'idea alle spalle della mostra "Sulle Ali delle Api", acquarelli floreali di Gianna Tuninetti, che
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sarà inaugurata domenica 25 settembre alle ore 11.30, nell'ambito della Festa d'Autunno, il
Museo del Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine, nella borgata Rivets. Per l'occasione
il Museo ha programmato un'apertura straordinaria per la "Festa d'Autunno" sabato 24 e
domenica 25 settembre dalle ore 16.00 alle 18.00. Dopo la pausa autunnale, il museo riaprirà
dal 29 ottobre al 17 dicembre tutti i sabati con medesimo orario e successivamente con
calendario dedicato alle festività natalizie. "Sulle Ali delle Api" presenta un centinaio di opere in
un percorso artistico e culturale lungo un intero anno. Cento acquarelli, ospitati nei suggestivi
ambienti del Museo, dieci anni dopo l'esposizione "Fratello Fiore e Sorella Montagna" che
risale al periodo olimpico. Le prime 50 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
saranno esposte dal 25 settembre 2016 a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle
meraviglie della flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e
dell'estate impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Info:
[email protected] - 0122.78800 - [email protected] 0122.741728 - [email protected] - www.giannatuninetti.it - 011.9450807
fino al 03/09/2017
ore 16:00
Pragelato (TO)
Borgata Rivets
"KESA - SIMMETRIE E ASIMMETRIE NEI MANTELLI MONASTICI" AL MAO
Il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di tre kesa e di altre opere al
secondo piano della sezione giapponese. I kesa sono preziosi mantelli rituali indossati dai
monaci buddhisti che si compongono di diversi pezzi di stoffa uniti da cuciture sovrapposte.
Giocano un ruolo molto importante nella pratica buddhista poiché il dono di un tessuto
conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il
monaco. La rotazione prevede l'esposizione di tre esemplari del XIX secolo. Il kesa a disegni
geometrici romboidali risale agli anni di passaggio tra il periodo Edo (1603-1868) e l'era
riformista Meiji (1868-1912), e nella sua simmetria appare più sobrio di gran parte dei tessuti
giapponesi in possesso del MAO. Nel kesa con motivi floreali, simboli augurali e draghi
predominano i motivi decorativi floreali: grandi crisantemi e peonie si intrecciano a fiori più
piccoli, stilizzati e arabescati. L'andamento sinuoso degli steli tra un fiore e l'altro crea la
sensazione di un moto ondeggiante che conferisce eleganza all'intero impianto decorativo. I
simboli augurali, nonché l'impiego di vivaci colori, fanno supporre che si tratti di un tessuto di
origine cinese. Nel kesa con motivi di aceri, crisantemi, pini, ventagli, onde e cascata
l'elemento ricorrente è l'acqua nelle sue diverse forme: il moto ondoso dei flutti increspati si
alterna al dinamismo curvilineo dei corsi fluviali, a loro volta in contrasto con la linearità dello
scroscio di una cascata. Anche i paraventi esposti nella sezione giapponese del MAO hanno
bisogno di essere messi periodicamente a riposo, come tutti i materiali più delicati delle nostre
collezioni. Nella stessa sala che ospita i kesa, il paravento questa volta verrà sostituito da due
opere di natura diversa: la prima è un grande kakemono (dipinto su rotolo verticale) realizzato
nel terzo quarto del XIX secolo; ne è protagonista il Buddha storico ritratto in Parinirvana,
ovvero nell'attimo in cui cessa la sua esistenza fisica per estinguersi nel nirvana. Completa la
rotazione un raro contenitore per sutra (scritture buddhiste) in pietra con iscrizione datante
1127. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati
Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 15/10/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
Giovedì 16 Marzo 2017
ROBERT MAPPLETHORPE ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
La Galleria Franco Noero ospita per la prima volta all'interno dello spazio espositivo di Piazza
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Carignano una personale di Robert Mapplethorpe, mostra che continua la collaborazione tra la
galleria italiana e The Robert Mapplethorpe Foundation. Robert Mapplethorpe, straordinario e
controverso esponente dell'avanguardia americana, è ancora oggi simbolo anticonformista di
una contemporaneità senza tempo, avendo saputo impersonare un senso estremo di libertà
che si esprime costantemente nell'intreccio tra la sua pratica artistica, gli aspetti privati e intimi
della sua vita personale, i suoi compagni di strada, le celebrità e il pubblico. La selezione di
fotografie in mostra presenterà una sequenza di associazioni, somiglianze e contrasti declinati
nelle composizioni e nei generi cari all'artista: ritratto, natura morta, nudi maschili e femminili,
parti del corpo e sensualità. Si tratta di un viaggio che spazia dalla freschezza adamantina
dell'occhio giovanile dell'artista negli Settanta, caratterizzati da una insaziabile curiosità nutrita
dalla fame di scoperta, ai momenti più stratificati e sofisticati degli anni Ottanta, venati di sottile
edonismo e sapiente raffinatezza. Nei suoi scatti si rivela costantemente una profonda
passione per la scultura classica in dialogo con una acuta conoscenza della stessa: la
precisione formale e stilistica è il terreno su cui Mapplethorpe dimostra la sua abilità di cogliere
l'inaspettato e creare un senso di misterioso stupore, nel contrasto mozzafiato tra luce e
ombra. Robert Mapplethorpe (New York 1946 - Boston, MA 1989), ha studiato disegno, pittura
e scultura al Pratt Institute di Brooklyn, per poi iniziare una carriera come artista e fotografo
che lo ha portato ad esporre il suo lavoro in una innumerevole serie di mostre personali nelle
Istituzioni di tutto il mondo, a partire dalla prima grande retrospettiva dedicatagli dal Whitney
Museum of American Art di New York nel 1988, un anno prima della sua morte. Nello stesso
anno Mapplethorpe ha dato vita alla Fondazione che porta il suo nome, dedicata a
promuovere la fotografia, dare supporto ai Musei che la espongono, e a raccogliere fondi per
la ricerca medica contro l'AIDS e contro le malattie ad esso correlate. Il lavoro dell'artista è
presente nelle collezioni dei maggiori Musei internazionali e la sua importanza storica e
sociale continua ad essere oggetto di rilevanti mostre personali nel mondo. Due prestigiose
retrospettive gli sono attualmente dedicate al The J. Paul Getty Museum e al LACMA,
entrambe a Los Angeles. Orario: da martedì a sabato 12-20. Info: 011.882208 [email protected] - www.franconoero.com. Prorogata fino al 18 marzo.
fino al 18/03/2017
ore 12:00
Torino
Piazza Carignano 2
ENRICA BORGHI E ISABELLA NAZZARRI ALLA GALLERIA OPERE SCELTE
"Evolutionary patterns", personale di Enrica Borghi ed Isabella Nazzarri, a cura di Roberto
Mastroianni. Orario: martedì-sabato 15,30-20. Info: 011.5823026 - 349.3509087 [email protected] - www.operescelte.com
fino al 18/03/2017
ore 18:30
Torino
Via Matteo Pescatore 11/D
SALVO ALLA NORMA MANGIONE GALLERY
"Se io disegno questo", personale di Salvo. Orario: dal martedì al sabato 15,30-19,30 o su
appuntamento. Info: 011.5539231 - [email protected] - www.normamangione.com
fino al 18/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Matteo Pescatore 17
SESTRIERE - "VETTE D'ARTE" A CASA OLIMPIA
"Vette d'Arte 2017", rassegna artistica internazionale, comprendente opere di Antonella
Avataneo, Daniela Baldo, Claudia Bambagioni, Santina Barbera, Alessandro Berretta, Piera
Bessone, Sergio Bilucaglia, Carla Bovi, Bruna Bracco, Sandra Stefania Camisassa, Sonia
Carella, Adriano Carpani, Ivana Casalino, Franco Castiglioni, Paula Ciobanu Mariut, Attilio
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Collimedaglia,Antonio Crisà, Luigina Dallavalle, Ebe De Mitri, Franco De Nicolellis, Romina Di
Forti, Josine Dupont, Renata Ferrari, Alberto Ferrati, Tiziana Franzin, Marco Froio, Maria Pia
Galato Fransos, Gianfranco Gavinelli, Fiorella Gelain, Anna Gloder, Simone Gottardi, Luigi
Grassi, Samira Hosseinzadeh, Paola Levi Opezzi, Daniela Lignana, Susanna Locatelli,
Daniela Magnaguagno, Stefania Mairano, Sylvia Matera, Mario Menardi, Laura Morra, Maurì
Regina Morra, Rita Mura, Michela Musone, Sonia Nuccelli, Luisella Pastorino, Loretta Bruna
Pavani, Olivian Paveliuc, Franco Pinna, Graziella Pinosa, Luciana Pistone, Silvia Rege
Cambrin, Michele Revellino, Ambretta Rossi, Daniela Rosso (Prin), Anna Rotamilani, Maria
Grazia Ruggiu, Fernanda Sacco, Rosa Saragaglia, Alberto Schiavi, Ilario Simonetta, Anna
Sisti, Lina Tallano, Gianna Tibaldi, Eleonoratranfo,Giusy Uljanic, Umbertovaschetto,
Umbertoviapiano. Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
fino al 18/03/2017
ore 16:00
Sestriere (TO)
Via Pinerolo
20 ANNI DI "SENSO DEL SEGNO" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA
20 anni di "Senso del segno", mostra che illustra l'attività svolta dall'associazione per la
diffusione e la conoscenza dell'arte grafica ed incisoria dal 1996, anno della fondazione, ad
oggi. Sono esposti disegni, incisioni, documenti e materiale di laboratorio. Orario: dal lunedì al
venerdì dalle 10 alle 18; il sabato dalle 10,30 alle 12,30.
fino al 18/03/2017
ore 17:00
Torino
Piazza Carlo Alberto 3
ROBOCOOP E RICCARDO DI STEFANO DA AMANTES
Primo appuntamento del ciclo "Divergenze", quattro mostre per otto artisti. Gli artisti, divisi in
quattro coppie eterogenee, esporranno sette opere ciascuno, una delle quali pensata per il
contesto urbano. La mostra concluderà con una collettiva a cielo aperto nella città di Torino,
dove gli stessi lavori esposti in galleria saranno alla portata di tutti, sostenendo lo spazio
pubblico, come possibilità concreta di fruizione di opere d'arte. I protagonisti del primo ciclo
sono Robocoop e Riccardo Di Stefano. Robocoop (acronimo di RomaBolognaCooperazione) è
un progetto di arte urbana, formato da due studenti di Architettura provenienti da Roma e
Bologna. Il duo si inserisce nel contesto urbano della città attraverso affissioni di carta
blueback che reinterpretano pitture/affreschi/incisioni classiche attraverso inserimenti
contemporanei. Formatisi entrambi al liceo classico, il duo ROBOCOOP si muove nel campo
della street art in modo autonomo, mescolando varie tecniche, dalla composizione digitale alla
fotografia, dal disegno alla geometria descrittiva, attraverso la poster art. Riccardo Di Stefano
nasce nel 1990 ad Alessandria e studia Grafica d'Arte all'Accademia Albertina di Torino. Da
sempre affascinato dal disegno, fa coincidere la rappresentazione grafica con l'interesse per il
mondo della meccanica. La figura umana è raramente rappresentata all'interno del suo lavoro,
ma è tuttavia presente e simbolicamente tradotta nella forma incombente della Macchina. Il
suo lavoro si articola tra l'incisione, la serigrafia, il disegno e la scultura cinetica. Orario: da
martedì a sabato dalle 18 alle 2. Ingresso libero con tessera Arci.
fino al 18/03/2017
ore 20:00
Torino
Via Principe Amedeo 38/A
JOSEPH BEUYS AL PAV
"La Tenda Verde (Das Grüne Zelt)", Joseph Beuys e il concetto ampliato di ecologia. "Das
Grüne Zelt", a cura di Marco Scotini, si colloca quale terzo capitolo di una ideale trilogia,
concludendo il ciclo di mostre con cui il PAV si è proposto di ricostruire una possibile
genealogia del rapporto tra pratiche artistiche e coscienza ecologica negli anni '70 in Europa.
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Facendo seguito a "Earthrise. Visioni pre-ecologiche nell'arte italiana" (2015) ed "EcologEast.
Arte e natura al di là del Muro" (2016), questa nuova mostra intende focalizzare la propria
attenzione sull'attività di uno dei più noti artisti della seconda metà del secolo scorso come
Joseph Beuys, privilegiando piuttosto il suo rapporto con le istituzioni politiche e la minaccia
della crisi ambientale. La mostra, che coincide con il trentennale della scomparsa di Beuys
(1986), vuole essere una sorta di omaggio all'autore della 'scultura sociale'. Nonostante la
sterminata letteratura critica sull'attività dell'artista tedesco, soltanto in rari casi questa è
riuscita a trasformare la matrice romantica e spirituale della parola 'natura' in quella politica del
termine 'ecologia'. E ciò, sebbene la prospettiva di Beuys militasse in quella direzione, tanto da
condurlo a presiedere alla fondazione del movimento tedesco dei Verdi che, per un breve
periodo, lo ha visto candidato al Parlamento. Orario: venerdì 15-18; sabato e domenica 12-19;
venerdì 23 dicembre 15-18; sabato 24 dicembre 12-19; domenica 25 dicembre chiuso; venerdì
30 dicembre 15-18; sabato 31 dicembre e domenica 1 gennaio chiuso; venerdì 6 gennaio
15-18; sabato 7 gennaio 12-19; domenica 8 gennaio 12-19. Ingresso: intero 4 euro; ridotto 3
euro; gratuito Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65,
persone con disabilità. Info: 011.3182235 - www.parcoartevivente.it
fino al 19/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giordano Bruno 31
AVIGLIANA - GIULIANA BELLINA ALLA GALLERIA ARTE PER VOI
"C'è una casetta piccola così...", terrecotte della ceramista Giuliana Bellina. "C'è' una casetta
piccola così...", raccontava il grande Lucio Dalla in una delle sue canzoni più famose, "Attenti
al lupo". E forse per caso o per evocazione o perché c'è di mezzo la fantasia, elemento
imprescindibile per qualunque creazione, questa mostra di Giuliana Bellina è omaggio gentile
al cantautore bolognese. Ballano infatti una danza fiabesca non una sola ma tante "casette"
abitate da omini, donnine, bambine vestite di rosso, porcellini e lupi. Tutti nati da mani sapienti
nell'impastare e modellare l'argilla. L'artista racconta così fiabe conosciute ma anche altre in
attesa di nascere: quali avventure vivranno i viaggiatori delle casette-automobile? Dove vivrà il
destriero-torre? E il suo gemello dal corpo di albero? Quel lupo seduto sulla roccia sarà così
cattivo? Sarà magico l'uccellino che guarda tutto e tutti dall'alto del tetto? Giuliana Bellina ama
le sue ceramiche fiabesche e ama i giardini: così sono nati le insegne, gli animali, le casette, le
fatine e altri ancora per popolare l'esterno con percorsi magici fra erba, alberi e verdure
dell'orto. Orario: sabato e domenica dalle 15 alle 19. Info: [email protected] [email protected] - www.artepervoi.it
fino al 19/03/2017
ore 16:00
Avigliana (TO)
Piazza Conte Rosso 3
"SHODO - L'INCANTO DEL SEGNO" AL MAO
"Shodo - L'incanto del segno. Maestri contemporanei di calligrafia giapponese". La mostra
espone per la prima volta in Italia 95 opere di 95 artisti calligrafi giapponesi, 62 sho - calligrafie
vere e proprie - e 21 ventagli, 11 opere intagliate su legno, una grande opera di sette metri
raccolta a libro. Il percorso di visita costituisce un'occasione rara per apprezzare diverse
tipologie di lavori dei più autorevoli artisti giapponesi di calligrafia contemporanea. Spicca tra i
maestri Usuda Tosen insignito del premio più importante in questa forma d'arte, il "Mainichi
Shodo Kensho", e considerato un luminare soprattutto per la tecnica dell'intaglio sul legno.
Accanto a lui, Yanagisawa Kaishu, ideatore e disegnatore del logo del campionato mondiale di
calcio Corea/Giappone del 2002, Nagai Oshu, maestro di calligrafia, di cerimonia del tè e di
ikebana, Inoue Kyoen, importante maestra di calligrafia e tra le poche donne ad aver avuto
riconoscimenti a livello nazionale, nota soprattutto per la sua opera ispirata al Monte Fuji. In
Oriente come in Occidente, viviamo ormai in società dove le parole non si scrivono quasi più:
si digitano. E se disgrafia o agrafia di ritorno sono in agguato per le poche lettere del nostro
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alfabeto, possiamo solo immaginare la dimensione del problema per lingue come il cinese e il
giapponese, che richiedono di memorizzare migliaia di caratteri e di saperli scrivere tratto dopo
tratto. Parlare di calligrafia nel XXI secolo assume quindi il valore inedito di una riscoperta, la
riscoperta del piacere del segno scritto in un mondo che - se le tendenze degli ultimi decenni
continueranno - rischia in un futuro non troppo distante di non saper più scrivere a mano. In
Oriente la calligrafia - "shodo", letteralmente "via della scrittura" - è considerata una forma
d'arte vera e propria; anzi, è Arte per eccellenza insieme a pittura e poesia, in quanto le tre
forme espressive non possono essere completamente disgiunte l'una dalle altre.
Tradizionalmente esse sono i mezzi attraverso cui l'artista (letterato, colto, elitario) dà voce al
proprio sentire o - in maniera contraddittoria solo per le nostre menti occidentali - annulla il
proprio io e lascia che la Natura trovi espressione sulla carta o sulla seta attraverso il suo
cuore e la sua mano, il pennello e l'inchiostro. Il carattere "do" viene usato in numerose
occasioni per contraddistinguere la pratica di un'arte che richiede un impegno costante e che
in diversi modi può assumere le caratteristiche di un "percorso" che conduce, tramite un
perfezionamento tecnico, a un affinamento interiore dell'individuo. Orario: da martedì a venerdì
10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10
euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info:
011.4436927 - www.maotorino.it. La sera dell'inaugurazione, mercoledì 1 marzo alle 18, si
potrà assistere alla performance dei maestri calligrafi, potendo così apprezzare dal vivo il
fascino e l'intensità di tale arte.
fino al 19/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Domenico 11
POIRINO - MARGHERITA FANTINI AL CAFFE' DELLA RIVA
"Natura silente", personale di Ines Daniela Bertolino. Orario: dal lunedì al sabato dalle 8 alle
19. Info: 011.9450993
fino al 20/03/2017
ore 08:00
Poirino (TO)
Passeggiata Marconi 6
"FOTOGRAF(ARS)I" DA MARTINARTE
"Fotograf(ars)i", mostra fotografica collettiva a coronomaneto del corso di fotografia tenutosi in
questo anno con il maestro Cosimo Savina. Orario: da lunedì a sabato 15,30-19,30. Info:
335.360545 - [email protected]
fino al 22/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Siracusa 24/A
ARMANDO MARROCCO A SPAZIOBIANCO
"Battaglienelcielo", mostra a cura di Toti Carpentieri che raccoglie le opere create da Armando
Marrocco tra il 2003 e il 2016. L'esposizione è la terza rappresentazione/testimonianza di un
percorso artistico originale e complesso iniziato negli anni Cinquanta del XX secolo e ancora
in pieno svolgimento. Spaziobianco ha già presentato nelle sue sale "Il luogo del ritrovo" (nel
2014) e "Uomouniverso" (nel 2015). Ora, con "Battaglienelcielo" offre ai visitatori un nuovo
paradigma del mondo poetico di Armando Marrocco. Orario: dal martedì al venerdì dalle 16,30
alle 19 o su appuntamento. Info: 333.6863429 - [email protected] www.spaziobiancogallery.com
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 23 bis
TORINOSETTE
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DANIELA ROSSI ALLA GALLERIA DI VIA SALUZZO
"Dalla Terra alla Luna", personale di Daniela Rossi ispirata al pensiero di alcuni tra i più famosi
astronomi, filosofi, letterati che hanno guardato alle stelle. Ognuna delle 30 opere di Daniela
Rossi, che è pittrice e scrittrice, illustra una loro riflessione intellettuale o poetica sul cosmo.
Ecco quindi, tra gli altri, Epicuro con gli infiniti mondi, Albert Camus con gli occhi aperti sotto
un cielo gocciolante di stelle, le predizioni di Jules Verne, le intuizioni di Giordano Bruno,
l'astronomia che, dice Platone, ci conduce da un mondo all'altro, la meditazione sulle stelle di
Carl Sagan ma anche Smeraldina, una delle città invisibili descritta da Calvino e la
dichiarazione di Lenin a proposito degli alieni: se riuscissimo a comunicare con loro tutti i
concetti filosofici, sociali e morali dovrebbero essere riveduti. Ciò imporrebbe la fine della
violenza quale metodo e mezzo di progresso. Daniela Rossi è pittrice, scrittrice e psicologa.
Ha esposto in varie città italiane e estere, realizzato trompe d'oeil e murales per privati ed enti
pubblici, scenografie e campagne pubblicitarie. Ha collaborato con quotidiani e riviste e
pubblicato romanzi. Con il primo "Il mondo delle cose senza nome" (pubblicato da Fazi nel
2004 e riedito da Bombiani nel 2010), ha vinto il Premio Anima per la Letteratura. Dal libro
sono stati tratti un film per la RAI interpretato da Elena Sofia Ricci e Gioele Dix e uno
spettacolo prodotto dal Teatro dell'Opera di Roma. Orario: da lunedì a venerdì 9-12 e 14-18;
sabato 9-12. Info: 339.8695542 - 393.36963467.
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 69
"EROS E COMIC ART" DA LITTLE NEMO
"Eros e Comic Art", mostra dedicata ai maestri dell'erotismo a fumetti. Si parte dagli originali di
copertina per i fumetti sexy pop degli anni '60 e '70, con opere di Biffignandi e Ciriello (maestri
appena scomparsi) e poi di Angiolini, Cubbino, Dangelico, Del Principe, Romanini, Taglietti. La
sezione dedicata all'erotismo d'autore segue un excursus che prende le mosse dalla
Barbarella di Jean-Claude Forest, passa per la Valentina di Crepax e le pin-up di Baldazzini e
Milo Manara e arriva alle tavole fortemente erotiche di Magnus e Von Gotha. In tutto, oltre
cento artisti accuratamente biografati dall'attenta penna di Giuseppe Pollicelli, critico d'arte e
giornalista specializzato. Per l'occasione è stato realizzato un catalogo monografico illustrato
di 280 pagine dal tiolo Eros & Comic Art, tirato anche in edizione di lusso, numerata e
accompagnata da un'esclusiva grafica con Eva Kant di Sergio Zaniboni. La prefazione del
catalogo si deve a Tinto Brass, a cui è dedicata l'ultima sezione del volume, con alcuni scatti
fotografici in grande formato che sono anche stati tirati in soli cinque esemplari firmati dallo
stesso regista e dal fotografo Gianfranco Salis. Ospite d'onore dell'asta, in programma alle 18
di venerdì 24 marzo, sarà Ilona Staller, presente nel catalogo con due delle sue creazioni
artistiche e ospite della galleria a partire delle ore 15. Giovedì 16 marzo alle 19 è in
programma una serata dedicata a "Erotismo e Gastronomia" curata dallo chef Silverio Cineri
del ristorante "La mia infanzia a tavola" di Faenza. Giovedì 23 marzo alle 19 Marzia
Capannolo, critica d'arte, terrà una lectio brevis dal titolo "Il fumetto erotico: la dark room
dell'arte?", in dialogo con Roberto Baldazzini, fumettista e artista noto a livello internazionale.
Orario galleria: dal lunedì al sabato dalle 10,15 alle 13 e dalle 15,15 alle 19. Info: 011.7630397
- [email protected] - www.littlenemo.it
fino al 24/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Ozanam 7
MIKE NELSON ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
"Cloak of rags (tale of a dismembered bank, rendered in blue)", personale di Mike Nelson. Per
l'occasione, il progetto dell'artista "Procession, process. Progress, progression. Regression,
recession. Recess, regress", in residenza nella project room della galleria da diversi mesi, è
stato prorogato fino al 25 marzo, per tutta la durata della personale. Orario: lunedì e sabato
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15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011.882208 - [email protected] www.franconoero.com
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mottalciata 10/B
"INTERNAZIONALE ITALIA ARTE 2017" AL MUSEO MIIT
Seconda sessione della mostra "Internazionale Italia Arte 2017", giunta alla sua quinta
edizione. In mostra opere selezionate di maestri contemporanei di fama internazionale e opere
di grandi maestri del '900 italiano. Tra gli artisti presenti in mostra, autori provenienti da
Argentina, Messico, Svizzera, USA, Serbia, Italia, Cina, Giappone, Francia, Germania,
Olanda, Inghilterra, Spagna, Belgio e altri paesi. In esposizione opere di pittura, fotografia, arte
digitale, scultura, installazioni, video. Orario: da martedì a sabato dalle 15,30 alle 19,30; su
appuntamento domenica, lunedì e festivi per visite guidate, gruppi, scolaresche. Info:
011.8129776 - www.museomiit.it - [email protected]
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Cairoli 4
BIANCA SALLUSTIO ALLA GALLERIA LA TELACCIA
"Opere illuminate dal sentimento e da una profonda espressività", personale di Bianca
Sallustio a cura di Monia Malinpensa. Orario: dal lunedì al sabato 15-19. Chiuso i festivi. Info:
011.5628220 - 347.2257267 - [email protected] - www.latelaccia.it
fino al 25/03/2017
ore 15:00
Torino
Via Santarosa 1
BEDWYR WILLIAMS ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta "The Institute of Things to Come" (a cura
di Ludovica Carbotta e Valerio Del Baglivo), un centro di ricerca temporaneo sul futuro che da
febbraio a settembre 2017 proporrà un ciclo di quattro mostre personali collegate a un
programma di formazione. "The Institute of Things to Come" è realizzato con il sostegno della
Compagnia di San Paolo nell'ambito del bando ORA! Linguaggi contemporanei produzioni
innovative. Per il primo capitolo di "The Institute", l'artista Bedwyr Williams (vincitore del The
Derek Williams 2017) presenta "Echt", un'installazione filmica ambientata in un futuro
prossimo nel quale le istituzioni britanniche e i sistemi di governo sono crollati, ed il regime in
corso è caratterizzato da un sistema feudale accelerato. Il suo film fantasioso, immagina un
futuro in cui un evento apocalittico ha costretto l'umanità a riformare la società, dopo aver
cancellato le regole sociali precedenti. In questo nuovo mondo nel quale lo status sociale si
basa sul consumo smisurato, figure di accumulatori compulsivi sono divenuti re. Questi
accumulatori di oggetti e spazzatura hanno installato i loro centri di controllo in discoteche e
locali notturni dismessi, e sono accompagnati da una serie di personaggi acutamente descritti
dalla voce narrante di Williams. L'interesse principale di Bedwyr Williams si fonda
sull'immaginazione di scenari catastrofici e sugli effetti che essi hanno sulla vita quotidiana
delle persone. Le sue performance, film e installazioni trattano spesso di un futuro distopico,
nel quale gravi problematiche sono minimizzate da momenti di umorismo assurdo o da
osservazioni banali. Nei suoi progetti precedenti, Williams ha costruito un osservatorio stellare
come omaggio agli astronomi amatoriali o ha assunto i panni di differenti personaggi, come il
"predicatore orbo", il "mietitore cupo", o anche il "Conte Polline". Il suo lavoro è stato mostrato
in varie istituzioni tra cui Barbican Curve Gallery (London), The Whitworth (Manchester),
Tramway (Glasgow), IKON (Birmingham) and Kunstverein Salzburger. Williams ha
rappresentato il Welsh Pavilion per la 55 Biennale di Venezia nel 2013 ed è finalista del
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premio Artes Mundi 7, 2016. Collegato alla mostra personale, dal 7 al 9 febbraio, Bedwyr
Williams condurrà con l'artista Tai Shani "Demonio! Demonio!", un laboratorio filmico e
performativo che esplora le rappresentazione del "Sé Demoniaco", nel quale la città di Torino
funzionerà come sfondo per costruire questo autoritratto malevolo e teatrale. I partecipanti
selezionati sono Elena Bellantoni, Sara Bonaventura, Edmund Cook, Jürgen Dehm, Carl Gent,
Aoibheann Greenan, Jaime González Cela y Manuela Pedrón Nicolau, Inda Peralortega,
Ambika Thompson, Camille Tsvetoukhine, Lucia Veronesi, Saul Williams. Orario mostra:
giovedì 20-23 (ingresso libero); venerdì, sabato e domenica 12-19. Chiusa dal 13 al 26
febbraio 2017. Ingresso: intero euro 5; ridotto euro 3 (over 65, studenti); gruppi euro 4 (minimo
6 persone); gratuito (bambini fino a 12 anni, Insieme per l'Arte, abbonamento Torino Musei,
giornalisti accreditati, soci ICOM). Info: [email protected] - 011.3797600 - www.fsrr.org http://theinstituteofthingstocome.com/it/
fino al 26/03/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
ANDREA PESCIO ALLA GALLERIA PIRRA
"The Imagined Line - La linea e il segno", personale di Andrea Pescio a cura di Simonetta
Pavanello. In mostra oltre venti opere realizzate con tecniche diverse, tradizionali come la
grafite o l'acquerello e inconsuete come la penna Bic abbinata all'utilizzo di rulli decorativi. Il
percorso espositivo rivela non solo la ricercatezza della linea, il gusto raffinato del colore e la
straordinaria capacità tecnica dell'artista, ma anche la sua naturalezza nel coniugare la
padronanza del mezzo all'intimo impulso creativo e all'intenzione intellettiva. Orario: da lunedì
a sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30; domenica 10-12,30. Info: 011.543393 [email protected] - www.galleriapirra.it
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Vittorio Emanuele II 82
JIRI HAUSCHKA ALLA CRAG GALLERY
"In the middle of something", personale del pittore ceco Jiri Hauschka (1965). Hauschka
appartiene allo "Stuckism", movimento artistico internazionale fondato nel 1999 dagli artisti
Billy Childish e Charles Thomson in Gran Bretagna ai fini di promuovere la ricerca pittorica
orientata al figurativo e opporsi all'arte concettuale degli Young British Artists. Le opere in
mostra sono state realizzate nel 2016. Boschi, strade, montagne, laghi, fiumi ed architetture
fanno parte di un percorso durante il quale l'artista ha esplorato il suo rapporto con la natura e
con l'ambiente che lo circonda, esprimendo una pittura in equilibrio tra astrazione e realismo.
Robert Janas, storico dell'arte, fondatore nel 2004 dello Stucchismo a Praga, scrive a
proposito del lavoro di Jiri Hauschka che nella sua pittura il Neo-espressionismo si unisce ad
un forte sentimento per la composizione, basata su ampi spazi limitati da contorni accentuati,
e da colori utilizzati simbolicamente a dare liquidità alla forma. La bellezza del suo lavoro è
dunque quella che lui chiama la "storia", la sua storia, che vuole condividere nel mezzo di
qualcosa, in the middle of something, con il pubblico. Il suo lavoro porta l'osservatore in bilico
tra la dimensione del paesaggio semplice e la grandezza di ciò che ci circonda. Aperta ogni
giorno su appuntamento. Info: www.cragallery.com - [email protected] - 347.3420598 335.1227609
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Torino
Via Nole 57
RIVOLI - LIA E MARIA LATERZA ALLA CASA DEL CONTE VERDE
"Come sorelle", opere di Lia e Maria Laterza sorelle, molto diverse per stile e personalità,
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presentate da Bruna Bertolo e Rita Margaira. La mostra è accompagnata da un video con testi
di Francesco De Bartolomeis. Orario: da martedì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore
10-13 e 16-19. Info: 011.9563020
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Rivoli (TO)
Via Piol 8
NOVALESA - ANDREA BENEDETTO ALLA CASA DEGLI AFFRESCHI
"Brandelli di vissuto", mostra di scultura di Andrea Benedetto. Orario: sabato e domenica
11-12 e 15-18; in settimana su prenotazione. Info: 320.6347337
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Novalesa (TO)
Via Maestra 46
NENE' DA CANTO A TEART
"Forme d'Altrove", personale di Nené Da Canto, descritta così dall'artista: "Il gioco è di
intravvedere e scoprire manifestazioni di un ordine insito al movimento...è come uno specchio
qui e ora". Orario: dal martedì al sabato dalle 17 alle 19. Info: 011.6966422 [email protected] - [email protected]
fino al 28/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giotto 14
"SHUNGA-E, IMMAGINI DI PRIMAVERA" DA IREL ONLUS
"Shunga-e, immagini di primavera - L'Arte erotica giapponese dal XVIII al XX secolo". Le
stampe chiamate shunga sono xilografie giapponesi dal contenuto esplicitamente erotico,
concepite secondo lo stile della scuola ukiyo-e, prodotte principalmente durante il periodo Edo
(antico nome dell'odierna Tokyo, 1603-1868), entrate a far parte della vita e della cultura
giapponese in maniera sorprendente. In Giappone, le prime raffigurazioni shunga risalgono al
periodo Heian (794 - 1185). A quei tempi erano per lo più riservate agli ambienti di corte.
Dipinte su rotoli di carta, si ipotizza fossero ispirate a modelli cinesi, soprattutto alle opere di
Zhou Fang (730 - 800), il grande pittore erotico attivo durante il regno della dinastia Tang.
Nella prima metà del diciannovesimo secolo, ad opera di Harunobu, si giunse alle opere
pienamente policrome (nisiki-e) con l'impiego, per le edizioni più lussuose, di quindici e fino a
diciassette colori attraverso l'incisione di altrettante matrici in legno. La complessa esecuzione
delle matrici era affidata ad abili incisori, guidati dagli artisti che avevano realizzato i soggetti.
Harunobu, Hokusai, Hirosige, Utamaro sono solo alcuni nomi degli artisti più acclamati in
quest'arte. Un'arte che gioca su tutta una gamma di espressioni, forme e colori che vanno
dalla varietà delle passioni umane alla grazia delle figure femminili, dall'esaltazione delle
emozioni amorose all'esplorazione di tutte le inclinazioni della sessualità, anche le più
promiscue, non disdegnando atti omosessuali e scene di gruppo. Le ambientazioni erano
realistiche: lussuose dimore, bagni pubblici, case da tè, alcove, in barca o all'aperto. All'inizio
del XVII secolo la scuola di pittura Kano stilò un'insieme di regole sull'estetica dell'arte shunga.
Vennero codificate le gradazioni di colore con cui dovevano essere stampati i genitali, sia
maschili che femminili e i colori da utilizzare nel resto dell'opera. Si stabilì anche la
convenzione della rappresentazione in dodici scene amorose, simboleggiando i mesi
dell'anno, secondo l'esperienza artistica già teorizzata dal pittore Tosa Mitsunobo (1434-1525).
L'arte shunga assunse così la definizione di "genere", al pari del paesaggio e del ritratto.
Queste stampe si affermarono negli ambienti artistici europei, intorno alla metà del XIX secolo.
A Parigi circolavano tra i pittori realisti ed impressionisti: Theodore Duret, Degas, Renoir,
Pisarro e Monet. Degas ne fu fortemente influenzato, in alcuni tagli prospettici delle sue opere
si possono riscontrare significative analogie con l'arte giapponese. Ma anche Van Gogh non
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rimase estraneo al fascino di queste opere; i ponti e gli ombrellini delle donne di Claude Monet
rimandano alle immagini di Hokusai. A Londra le prime xilografie ukiyo-e comparvero
all'Esposizione Universale del 1862. Aubrey Beardsley (1872-1898) possedeva una vasta
collezione di arte shunga, da cui trasse ispirazione per le illustrazioni della Lysistrata di
Aristofane. Le linee fluttuanti delle stampe giapponesi furono fonte di ispirazione anche per gli
artisti Art Nouveau. Nell'ultimo decennio di questo secolo le xilografie shunga hanno incontrato
un interesse particolare nella critica e nel pubblico occidentale. Molti musei hanno introdotto
nelle loro collezioni di grafica queste incisioni. Sono state anche presentate in importanti
mostre retrospettive come quella alla Kunsthal di Rotterdam nel 2005, a Palazzo Reale di
Milano nel 2009 e al British Museum di Londra nel 2013. La mostra consiste in oltre cinquanta
incisioni originali che vanno dalla fine del XVIII secolo fino agli inizi del XX secolo, oltre ad una
quarantina di opere minori, fuori catalogo. La rassegna è curata da Gianni Vurchio e Stefano
Liberati. Orario: dal martedì al sabato dalle 16 alle 19; domenica e lunedì chiuso. Prorogata
fino al 31 marzo.
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Dalmazzo 6/C
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DELLE GENTI ALPINE
"Sulle ali delle Alpi", mostra d'arte con acquarelli della pittrice Gianna Tuninetti. Una montagna
di fiori quando fuori nevica. Sono i fiori di Gianna Tuninetti che il Museo del Costume e delle
Tradizioni delle Genti Alpine di Pragelato, in borgata Rivets, presenta nella preziosa mostra
dal titolo "Sulle ali delle api", particolarmente impegnativa con oltre 120 opere in un percorso
artistico e culturale lungo un intero anno; un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle
stagioni, percorso entusiasmante e competente di un'artista che sa colloquiare con l'anima
attraverso il racconto di fiori, frutta, verdura ritratti ad acquarello. Inaugurata lo scorso 25
settembre, la mostra propone le prime 65 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
che saranno esposte sino a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle meraviglie della
flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e dell'estate
impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Il Museo del
Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine è aperto tutti i sabati fino al 17 dicembre 2016
con orario 16-18. Durante il periodo delle festività natalizie sarà aperto nelle giornate del
27-29-30 dicembre e 1-3-5-7 gennaio sempre con orario 16-18. Dal 14 gennaio al 16 aprile
sarà aperto tutti i sabati sempre con medesimo orario. Prevista l'apertura speciale anche per il
lunedì di Pasquetta. E' possibile visitare la mostra anche in altri giorni e orari contattando
telefonicamente l'ufficio del turismo di Pragelato: 0122.741728.
fino al 31/03/2017
ore 16:00
Pragelato-Ruà (TO)
Via San Giovanni 1
"PARATISSIMA ART GALLERY" DA YLDA
Prima edizione di "Paratissima Art Gallery", mostra per pittori, scultori, fotografi, designer,
fashion designer, grafici e illustratori. Una mostra doppia: una con opere e artisti emergenti in
carne e ossa, l'altra online. Per questo allestimento sono stati selezionati 13 nomi: Andreja,
Beatriz Basso, Fulvio Bresciani, AnneCécile Breuer, Albino Caramazza, Giorgio Ceglie, Marco
Corongi, Dabò, Paolo Forsennati, Angelo Lussiana, Scatti lenti, UpArt, Alessandro Sciurti. Tutti
hanno già partecipato alla kermesse, ma la Art Gallery è aperta anche a chi non ha mai
esposto a Paratissima. Le opere si possono vedere dal vivo e su una vetrina virtuale dove ogni
artista avrà un pannello di controllo accessibile con login e password personali, e su cui potrà
aggiornare le informazioni. Si partecipa con 5 lavori dal prezzo inferiore a 3.000 euro. Visite su
prenotazione. Info: artgallery.paratissima.it - 011.2073075
fino al 31/03/2017
ore 18:00
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Torino
Via Mazzini 25
COSIMO VENEZIANO DA ALBERTO PEOLA
"Petrolio/Appunti", seconda mostra personale di Cosimo Veneziano (Moncalieri TO, 1983). Le
opere inedite presentate concludono la ricerca di Cosimo Veneziano sul ruolo della scultura
nello spazio pubblico nella società contemporanea, e sul valore iconografico e simbolico che le
immagini assumono nel processo di creazione della propaganda politica. In particolare il suo
interesse si rivolge al processo di selezione di fatti e personaggi e scarto di altri, che viene
messo in atto nella costruzione di un'iconografia da parte di una comunità, prima che il simbolo
sia collocato nello spazio pubblico, fisico o virtuale. Nelle due opere della serie "Petrolio" i
disegni su tela della scultura di un toro androcefalo e di una scultura religiosa, originarie dell'
epoca assiro-babilonese, sono parzialmente coperti dal feltro per evidenziare la recente
distruzione nei conflitti in Medio-Oriente. L'opera invita a riflettere sul peso e sugli effetti che ha
sull' immaginario la perdita di un patrimonio culturale riconosciuto come collettivo. Il gruppo di
sculture in ceramica dal titolo "Membrana" è composto da riproduzioni di parti di statue greche
e romane sulle quali Veneziano ha operato una deformazione attraverso un processo di
stratificazione materica, contrapponendo l'originaria fisionomia frontale della statua a quello
che doveva essere l'aspetto della parte esterna del calco. Anche in questo caso l'occultamento
della visione corrisponde all'idea della perdita di un'identità culturale avvenuta nel tempo.
"Monochrome II" lavora sulla capacità percettiva graduale dell'osservatore. La serie di colature
di gomma siliconica è realizzata partendo da una matrice di dipinti su tela, che raffigurano
simboli iconografici propri delle culture occidentale e orientale, che si sono succeduti nel
tempo. Nell'ultima sala della galleria sono esposte quattro tele di grandi dimensioni sulle quali
Veneziano ha disegnato figure umane armate di martello. Per questo ultimo lavoro dal titolo
"Giorni di un futuro passato", l'artista riprende immagini usate dalla propaganda delle
rivoluzioni politiche del passato, e le mette in dialogo tra loro per evidenziare l'enfasi posta
sull'atto di distruzione che sottende ai processi di rottura e cambiamento avvenuti nella storia
umana. La forza dirompente dell'atto e la monumentalità della rappresentazione rimandano a
un intento celebrativo, in contrapposizione al processo di censura che avviene anche durante i
periodi di continuità politica. La mostra "Petrolio/Appunti" si sviluppa in due sedi: Galleria
Alberto Peola e MEF Museo Ettore Fico (dal 16 febbraio). Orario (Galleria Alberto Peola): da
martedì a sabato dalle 15 alle 19, mattino su appuntamento. Info: 011.8124460 - 335.6191039
- [email protected] - www.albertopeola.com
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 29
"ECCENTRIC SPACES" DA RICCARDO COSTANTINI CONTEMPORARY
"Eccentric Spaces", un progetto a cura di EIena Inchingolo e Paola Stroppiana: cinque artiste
di diverse nazionalità, Caroline Corbasson, Debbie Lawson, Dana Levy, Noa Pane, Anila
Rubiku, provenienti da esperienze formative differenti e con capacità espressive eterogenee,
interpretano il concetto di spazio inteso come una delle categorie essenziali per la percezione
del mondo. L'idea progettuale prende avvio da una riflessione sul testo "La prospettiva come
forma simbolica" (1927) di Erwin Panofsky, che dimostra come ogni epoca culturale abbia
sviluppato un proprio modo di rappresentare lo spazio, inteso come la 'forma simbolica'
visibile, propria di quella cultura. La declinazione all'arte contemporanea ha quindi condotto ad
una ragionata selezione di opere: il concetto di spazio che qui si vuole indagare è eterogenea,
onnicomprensiva, a partire dalla sua accezione primaria di luogo disponibile per gli oggetti
della realtà, individuati da una collocazione o posizione, dotati di dimensioni e suscettibili di
spostamento. Il progetto espositivo include, per associazione mentale e slittamento
metaforico, concetti di spazio che diventa luogo relazionale, antropologico, geometrico,
architettonico, astronomico, poetico, onirico, naturalistico nell'ambito dell'arte contemporanea.
Volutamente le opere in mostra afferiscono a media diversi, installazioni video, sculture,
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disegni, che pongono numerose riflessioni sulla realtà partendo dalla loro specificità:
l'interrogazione sulla natura delle cose, la classificazione scientifica dello spazio e dei suoi
oggetti, il mondo dell'osservazione in continuo movimento con sempre nuovi obiettivi di
conoscenza e di confronto. Caroline Corbasson (Parigi, 1989) trae ispirazione, per la sua
ricerca, dalla scienza, dall'astronomia, dai fenomeni naturali e dalla vastità dei paesaggi.
Libera le immagini dal proprio contesto e gli oggetti dalla loro funzionalità per estrarne
l'essenza e ridisegnarne i tratti rilevanti. L'economia dei mezzi, la densità delle immagini e
l'attenta selezione dei materiali (carbone, polvere, inchiostro, grafite), che caratterizzano la sua
produzione, riflettono la volontà di resistere al flusso infinito delle immagini che ci circondano.
In mostra l'opera "Anomalia", 2013 un'installazione di 10 pagine dell'"Atlas Eclipticalis",
(atlante celeste che risale al 1950) su cui l'artista interviene con sfere nere disegnate a
carbone ad alludere ai buchi neri presenti nella galassia, spazi sconosciuti nell'universo
attrattivi nella loro estetica ancora da definire, aperta a infinite possibilità. Dana Levy (Tel
Aviv), video artista di origine israeliana di base a New York, focalizza l'attenzione
sull'interdipendenza tra storia naturale e umana, tematiche ambientaliste e politica. Dopo aver
vissuto in prima persona gli effetti dell'uragano Sandy nel 2012, ha realizzato l'installazione
"Literature of Storms" (in mostra "Chapter 2" e "Chapter 3", 2014). Levy ha individuato, su
riviste di interior design degli anni '20, alcune fotografie di stanze dall'arredamento modernista
- immagini che le ricordavano di quello che fu un ideale estetico della società israeliana - e le
ha animate proiettando su di esse acquazzoni, folate di vento e sciami di insetti. Attraverso un
serrato confronto tra spazi abitativi freddi e forze naturali in movimento l'artista ha voluto porre
in evidenza la visione miope di un mondo industrializzato che ha decimato le risorse del
pianeta. Le tempeste hanno una 'letteratura' che dovremmo rileggere al fine di riconsiderare lo
spazio dell'essere umano nella storia come imprescindibile da quello della natura. Debbie
Lawson (Dundee), di origine scozzese, reinterpreta interni domestici interconnessi con
elementi naturali. Le sue opere sono nuovi ibridi in cui differenti codici visivi coincidono: alla
mimesis della natura si sovrappone una "filosofia dell'arredamento" eclettica, inedita, dagli esiti
inaspettati. Secondo la teoria che già Edgar Allan Poe citava nel saggio "Philosophy of
Furniture" del 1840, l'atto dell'arredare una casa può essere inteso come la conquista di uno
spazio, direttamente connessa con l'esperienza del vivere del suo proprietario. L'uso del
tappeto persiano come texture delle sue sculture ed opere installative evoca storie fantastiche,
di luoghi lontani, esotici. Elementi d'arredo quotidiano si animano creando nuove realtà
abitative che accolgono la natura esterna. In mostra "Persian Stag", 2016, "Persian Bear",
2016 and "Fox and Ivy", 2013, significativi esempi della sua eccentrica abilità plasticoscultorea su base tessile. Le sculture-installazioni di Noa Pane (Roma, 1983) esplorano le
possibilità di espansione e costrizione della gomma e dell'aria in strutture predeterminate o in
spazi naturali e architettonici, con cui entrano in un dialogo straniante. L'indagine sui limiti dei
materiali e l'attenzione all'aspetto formale conduce l'artista ad una continua ricerca
dell'essenziale, in cui l'aria, materiale non materiale, diventa un elemento tanto impalpabile
quanto vitale: incamerando l'aria nella gomma l'artista modella la forma nello spazio e ne
osserva la reazione sotto tensione. In particolare in "Compression 3", 2016 la massa sembra
essere essa stessa generata dall'elemento naturale quasi a suggerirne l'appartenenza allo
stesso sistema e allo stesso tempo percepirla come responsabile della rottura di un equilibrio.
Nello spazio costretto la forza spinge e trasborda, incurante dei limiti posti. La ricerca di Anila
Rubiku (Durazzo) si fonda su un'approfondita analisi dello spazio come luogo relazionale e
sociale. L'artista, di origine albanese, affronta la dimensione interiore dell'individuo ed in
particolare la condizione della donna, il concetto di spazio domestico e l'idea del viaggio
concepito come mezzo di confronto e possibilità di conoscenza. Da Riccardo Costantini una
selezione della sua indagine più recente dal titolo "The Consequences of Love" (2016). Anila,
utilizzando tecniche differenti - disegno, incisione, scultura - concentra la sua ricerca sul
significato metaforico e ambivalente della catena e della maschera nelle relazioni amorose. La
catena intesa come vincolo costrittivo o stretto rapporto sentimentale e la maschera (in questo
caso colorata) concepita come imprevedibile spazio di libertà all'interno di una stessa
costrizione. Orario da martedì a sabato 11-19.30; lunedì e domenica chiuso. Info:
011.8141099 - 348.6703677 - [email protected]
TORINOSETTE
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fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via Giolitti 51
"STREET VINYLS" ALLA SQUARE 23 ART GALLERY
Copertine di dischi come opere d'arte contemporanea: a volte realizzate ad hoc, come la
famosa banana adesiva di Andy Warhol per i Velvet Underground, altre volte scelte a
posteriori, come quando i Manic Street Preachers telefonarono a Jenny Saville per chiederle in
prestito una tela vista su un giornale. Rock, pop, soul, jazz, dance, punk, hip-hop, elettronica,
classica: un intero mondo discografico che realizza nella fruttuosa chimica fra musicisti e artisti
uno nuovo modello di creatività. La mostra, realizzata in collaborazione con Teatro Colosseo e
Xora, promette una esplorazione del mondo dei dischi d'autore con una raccolta che spazia
negli ultimi 30 anni di lavori artistici sulle copertine di vinili di grandi artisti e band cult, con
particolare attenzione al mondo della street art. Dai writers americani come Futura 2000 a
Rammellzee, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring sino ai più contemporanei Kaws, Space
Invader. Non mancheranno artwork originali di artisti come Kaws, i mosaici di Space Invader, i
lavori di JR, Dface, Blu, Borondo, Nychos, Faith47. Si potrà vedere per esempio un disco a
tiratura limitata realizzato a spray su carta dal misterioso Banksy per la band norvegese di
musica elettronica Röyksopp, o le opere fatte arrivare a Torino direttamente da Obey, alias di
Shepard Fairey, per l'occasione. Non solo mostra però: i collezionisti potranno vedere ed
acquistare dischi rari e copertine d'autore grazie alla lunga ricerca fatta da Xora per proporre
agli amanti della street art e non solo una chicca quasi irripetibile, capace di aprire nuovi
orizzonti per quello che riguarda l'arte urbana. E se la street art ha oggi costi spesso
inarrivabili la mostra sarà l'occasione di avere in casa un pezzo originale e un'opera preziosa e
con un importante coefficiente di rivalutazione. La Galleria Square23 consolida con questa
mostra la collaborazione con il Teatro Colosseo attraverso il progetto Xora. La street art, sulle
facciate del teatro di via Madama Cristina 71 - con le opere di Zedz, Peeta, Never Crew e
l'ultima di Bordalo Segundo, così come con le mostre in via San Massimo 45, porta Torino in
primo piano a livello internazionale. Orario: da lunedì a sabato 11-20 o su appuntamento. Info:
334.9980390 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 11:00
Torino
Via San Massimo 45
MANUELA MACCO ALLA FUSION ART GALLERY
"Black bag notes / 2010-2017", personale di Manuela Macco, a cura di Barbara Fragogna.
L'artista torinese che con la sua attuale pratica artistica lavora con la performance, il video, la
fotografia e l'installazione è anche curatrice insieme a Guido Salvini del progetto
tpa/torinoPERFORMANCEART. Le opere in mostra raccontano alcune tappe significative degli
ultimi sette anni di lavoro dell'artista. La mostra fa parte di COLLA la nuova piattaforma delle
gallerie torinesi e rientra nel circuito di NEsxT Independent Art Network. "Corpuscolo,
sostenuto, oscillante, immobilmente in moto, ostinato, vuoto, statico/morbido, fluido
paradosso, equilibrio, indefesso, assente": Manuela Macco si nega attraverso gesti attivi
minimi e austeri che si collocano ai margini dell'attenzione dello sguardo. Sia si tratti della più
consistente produzione performativa (video performance, performance) che di frammenti
estrapolati da flussi di attività intellettuale (foto, documenti, oggetti), il suo lavoro ci costringe a
focalizzare il pensiero oltre l'estetica dell'immagine di modo che l'apparente staticità visuale
apra in noi finestre inattese di percezione meditativa. Allora, ipnotizzati dal riflusso, dal
mormorio, dal gesto morbido, dobbiamo partecipare, magari ondulando (come l'acqua del
Rodano), senza nemmeno accorgerci in coscienza di esserne attori/protagonisti: risultiamo
automaticamente parte dell'opera. "Controcorrente, resistente, atto e passivo, concentrato
puntiglio, serio cipiglio, limite povero, processo caparbio, schivo, ricerca necessaria ma
invisibile, situazione inepilogabile": l'artista non tenta di gratificarci in alcun modo, ci (e si)
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mette volentieri a disagio, nega la narrazione, nega (spesso) il suo sguardo (ermeticamente),
nega l'ovvio e costruisce l'opportunità di intuire, attraverso pochi elementi
poveri/quotidiani/comuni, che c'è un immenso retroscena concettuale che è la base della sua
ricerca. La consapevolezza di sé come donna e artista è l'imprescindibile chiave di lettura del
suo lavoro. Questa consapevolezza è sensualmente palpabile come, attraverso l'intuizione, è
intelligibile un testo poetico. "Ciclo precario, fragile membra, al margine, inerme, nascosto,
modesto, schivo, lontano, schermato, chiuso/protetto, cartarmato, ripetitivo, estenuante,
resistente, fulgido, monotono, colpevole, consapevole": trovandosi letteralmente circondati
dalla serie di lavori tra i più rilevanti della sua carriera tra il 2010 e il 2017 siamo testimoni del
paradosso. Da un lato le singole opere ci coinvolgono discretamente nella sfera intima e
personale, il suo corpo, per quanto spersonalizzato da applicazioni e ri-vestimenti ci
avvicina/affabula anche grazie a una non perturbante staticità. D'altro lato il concerto di più
elementi allestiti nella sala ci circonda quasi a creare un senso di assedio/pericolo/sfida. La
negazione si impone. La modestia è ambigua. Intrappolandoci nella sua maglia oscillante di
carne sotto schermo, come un'Aracne contemporanea, c'imbozzola nel suo personale/politico.
Devo sapere chi sono (da dove vengo) se voglio sapere chi sono (dove sto andando). "Agito,
prestato, abusato, dimesso, visto, spiato, contraddetto, poetico, malinteso, meccanico automa
desiderante, impotente, schernito, mercificato, illuso, patetico, epico, stoico, travolto, stop!":
Manuela Macco parte dal concetto, la sua ricerca, le sue idee e i suoi studi sono il carburante
dell'azione che esplode in esperienza dove il corpo è il corpo è il corpo, dove la mente è
pensiero e dove il corpo sintetizza il pensiero della mente, nel modo più onesto e distillato
possibile. Nell'esplorazione, nella costruzione e nell'ostensione del Sé tutto è ridotto al minimo,
nelle video performance non ci sono prove o ripetizioni, né montaggi, né interventi di post
produzione, il lavoro è site specific e i suoni dell'ambiente circostante non sono mai pianificati.
Il lavoro è essenziale, ridotto alla sintesi, all'essenza, un nucleo denso e pesante carico di
azione compressa che esplode nel nostro cervello come una domanda fondamentale: "No, ma
io no, come posso essere me?" e a questa domanda, sempre a volerlo, l'artista risponde
incitandoci a cercare, esplorare, studiare, capire, chiedere, sapere, confrontare, osservare,
conoscere, onestamente, tutto ciò che ci dirà chi siamo (Barbara Fragogna). Manuela Macco
nasce a Biella nel 1970. Laureata in Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università di
Torino lavora come artista visiva, con la performance, il video, la fotografia e l'installazione.
Vive a Torino. Orario: da giovedì a sabato dalle 16 alle 19,30 o su appuntamento. Info:
349.3644287 - www.fusionartgallery.net - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Piazza Peyron 9/G
LUCA CASSINE DA MUTABILIS
"Origini", personale di Luca Cassine. In mostra 16 opere 40 x 40 cm a tecnica mista: ceramica,
carta di cotone, oro liquido. "Il progetto nasce dalla volontà di riportare in vita ricordi. Chi di noi
non ha mai avuto tra le proprie mani un piatto semplice, pulito, elegante, come quelli esposti e
non ha pensato a un lontano ricordo? Ricordo piacevole (piatto intero) o meno piacevole
(piatto rotto), ma che nel loro insieme costituiscono il nostro passato, dal quale proveniamo e
dal quale ci siamo formati. Siamo ciò che siamo. Metamorfosi di sensazioni, sensi, emozioni.
Dall'antichità ai giorni nostri la farfalla è simbolo di leggerezza e cambiamento. Queste sue
caratteristiche fanno riflettere sulla bellezza del battito d'ali regalando speranza a coloro che
saranno capaci di trovarla" (Luca Cassine). Luca Cassine è nato a Bra nel 1975. Nel gennaio
del 2013 ispirato dall'opera "In and Out of Love" di Damien Hirst, nasce "Metamorfosi" che da
allora non ha più smesso di evolvere. La farfalla diventa protagonista delle molteplici
trasformazioni, il fulcro su cui costruire il progetto. Ha esposto in varie sedi torinesi in diverse
collettive e personali: a Palazzo Madama, allo Spazio Mouv e a The Others; da Mutabilis Arte
nel 2013 ha esposto "Metamorfosi". Orario: da martedì a venerdì 15-19; sabato 10,30-13 e
15-19. Info: 347.1304979 - [email protected] - www.mutabilisarte.com
fino al 01/04/2017
TORINOSETTE
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ore 19:00
Torino
Via dei Mille 25/C
PHILIP GIORDANO DA CARACOL
"Philip Giordano Works", personale dell'illustratore italiano nato in un piccolo paesino della
Liguria da mamma filippina e padre svizzero. Si tratta della sua prima mostra in quella che è
stata per un periodo la sua città. Philip ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Brera e
l'Istituto Europeo di Design, a Milano, e un master in Tecniche d'Animazione a Torino,
attualmente vive in Giappone. I suoi libri illustrati sono stati tradotti in tutto il mondo, è da poco
uscito per Lapis Edizioni "Il pinguino che aveva freddo" e ha collaborato con riviste, musei,
fondazioni e case editrici di fama internazionale. Orario: dal martedì al sabato 10,30-19. Info:
011.531255 - www.caracolarte.it - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Saluzzo 23
"LE MERAVIGLIE DEL MONDO" AI MUSEI REALI
"Le meraviglie del mondo - Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia". La mostra presenta al
pubblico uno straordinario momento del collezionismo sabaudo: tra la fine del Cinquecento e
l'inizio del Seicento, il duca Carlo Emanuele I forma il primo ricchissimo nucleo delle raccolte di
pittura, scultura e oggetti preziosi che da subito godettero di grande fama internazionale. Il 30
agosto 1580 moriva il duca Emanuele Filiberto e saliva al trono Carlo Emanuele I detto Il
Grande, appena diciottenne, che regna per ben cinquant'anni, dal 1580 al 1630. Ambizioso,
colto, amante delle lettere, delle arti e delle scienze, il giovane duca - sulla scia delle scelte del
padre che era riuscito a riottenere i territori sabaudi e nel 1563 aveva trasferito la capitale
sabauda da Chambéry a Torino - si prodiga per un importante rinnovamento culturale ed
artistico della città. Eredita dal padre Emanuele Filiberto la visione strategica e l'attitudine
militare e dalla madre, Margherita di Valois, sorella di Francesco I di Francia, l'attenzione per
la cultura e il gusto del bello. La capitale sabauda doveva assumere una nuova immagine
puntando innanzitutto l'attenzione sulla zona di comando dove nel 1584 si ponevano le
fondamenta del nuovo Palazzo Ducale. Un favoloso patrimonio parzialmente giunto fino a noi
e ora custodito in gran parte tra i tesori dei Musei Reali di Torino, oggetti che ieri come oggi
trovano un profondo significato proprio nella unitarietà generale della raccolta, che tutta
insieme verrà esposta per la prima volta nella nuova ala dedicata alle mostre temporanee al
piano terreno della Galleria Sabauda e nei caveaux della Biblioteca Reale, con importanti
prestiti da parte di Musei e Istituti italiani e stranieri e riunendo anche prestigiose opere un
tempo facenti parte delle collezioni di Carlo Emanuele I, ma in seguito disperse e ora
conservate in vari Musei italiani e internazionali. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19.
Ingresso: intero 12 euro; ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni,
insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e
della Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe
ordinarie. Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima
della chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it. Martedì 7 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Pesci, uccelli,
fiori: le collezioni naturalistiche" con Giovanni Saccani e Pietro Passerin d'Entrèves. Martedì
14 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Il fascino dell'antico" con Gabriella Pantò e Anna Maria
Riccomini. Martedì 21 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Tra Genova e Torino. Orazio
Gentileschi e la fortuna del caravaggismo" con Annamaria Bava e Luca Leoncini.
fino al 02/04/2017
ore 09:00
Torino
Piazzetta Reale 1
TORINOSETTE
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MOSTRA FOTOGRAFICA AL TEATRO CARIGNANO
"Il Teatro Carignano", fotografie di Paolo Mussat Sartor, Tiziano Rossano Mainieri, vincitore
del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2016, Pino Musi e Daniele Marzorati,
vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2015. Progetto di Agarttha Arte
a cura di Adele Re Rebaudengo.
fino al 02/04/2017
ore 12:30
Torino
Piazza Carignano 6
SILVIO COCCO ALLA MIRAFIORI GALERIE
Una nuova generazione abita il mondo: i "Sempre-Connessi". Sono loro che hanno ispirato
Silvio Cocco, art grafic designer, dandogli lo spunto per l'originale progetto creativo esposto
alla Mirafiori Galerie. "Contemporary Aristocracy | Constantly Connected" - realizzata in
collaborazione con SKART, free press & web magazine specializzato in arte moderna,
contemporanea e design - è una galleria di modernissimi ritratti digitali, ironici, divertiti e
divertenti, esposti vicino a piccole ed evocative riproduzioni di ritratti di secoli passati. "L'idea
mi è venuta qualche tempo fa, mentre, a Hong Kong, ero in metropolitana - spiega Silvio
Cocco - Osservavo le persone intorno a me. Nessuno mi guardava come io guardavo gli altri.
In effetti, nessuno guardava proprio nessuno, tutti concentrati sulle loro connessioni mobili. E
quando lo sguardo si alzava, era più che altro una scorsa distante, distaccata, sfocata, rivolta
a una minima parte di realtà e durava solo per pochi attimi, per poi riaffondare nel magnete del
web. Mi sono ricordato così dei ritratti che l'aristocrazia europea ha lasciato in testimonianza di
sé, ho ripensato alla curiosa sensazione che restituiscono quelle espressioni che risultano
sconcertate, miopi, sciocche, talvolta strabiche. Perlomeno a una superficiale sensibilità
contemporanea. Indicano, invece, con chiarezza, il distacco dalla realtà che l'aristocrazia ha
sempre portato come vanto. La lontananza dalle altre classi e dagli obblighi del lavoro. La
sognante esclusività. Per certi versi, la generazione dei Sempre-Connessi mi riporta a tutto
ciò: il senso del distacco, la lontananza dal contingente pratico e la valutazione della realtà
attraverso masse di informazioni digitali". Costruire ritratti digitali e associarli con ironia a quelli
dei secoli passati è stato, quindi, il lavoro divertito di Silvio Cocco da cui sono nate le 20 opere
esposte in galleria. Orario: dal lunedì al venerdì 9-20; sabato 9-19,30; domenica 9,30-13 e
15-19,30. Info: https://www.facebook.com/MirafioriMV/
fino al 02/04/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Cattaneo
GREG GONG ALLA LUCE GALLERY
Seconda personale di Greg Gong alla Luce Gallery. L'artista californiano nelle sue opere pare
reiterare un esercizio che passa attraverso l'uso della ripetizione del disegno, del cerchio e di
linee rette, nel contrasto tra la rappresentazione orizzontale e verticale. I colori sono
istintivamente riferiti a quelli primari, che l'artista mischia sapientemente per arrivare a tinte
raramente usate in una composizione che non nasconde velature e trasparenze.
L'immaginario appare come sfocato richiamo alla natura del movimento. Alcuni dipinti
contengono la struttura del disegno in colori vibranti e non controllati in cui l'evoluzione
artistica continua e ridefinisce la propria rappresentazione quasi a non arrivare mai alla fine.
Questo continuo ripetersi di strati di pittura sono scelte ed indecisioni che influenzano l'artista,
come la vita di ogni giorno, fatta di impercettibili ma significative deviazioni che formano il
nostro destino. Nei colori di Gong non c'è contaminazione della sua franchezza, semmai
troviamo esperienza e dolore, ma alla fine ogni strada e buona perché abile a ricordarci che
nulla è veramente soddisfacente, anche quando la scelta è fatta ed il dipinto è terminato, è
possibile trovare un altro punto, dubbio o progetto. Greg Gong vive e lavora a Los Angeles.
Nel 2014 ha esposto la sua prima mostra personale in Italia alla Luce Gallery. Nello stesso
anno ha anche esposto in una doppia mostra alla Shane Campbell Gallery di Chicago. Il suo
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lavoro è anche stato esposto in una collettiva al Museo di Capodimonte, Napoli. Orario: dal
martedì al sabato 15.30-19.30. Info: 011.8141011 - [email protected] www.lucegallery.com. Prorogata fino al 4 febbraio.
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Corso San Maurizio 25
UGO RICCIARDI ALLA BURNING GIRAFFE ART GALLERY
"Nightscapes - Luci e ombre dello spirito", mostra fotografica di Ugo Ricciardi. Dopo la
collettiva "Do You Like Flowers?", il fotografo torinese Ugo Ricciardi torna ad esporre alla
Burning Giraffe Art Gallery sotto la guida del curatore della galleria ?Andrea Rodi. Fotografo
professionista nella moda e nella pubblicità, docente di ritratto, Ugo Ricciardi ha ripreso la
produzione di progetti personali, affrontando principalmente i temi della caducità dell'esistenza
e della trasformazione. Le immagini in bianco e nero declinano su paesaggi notturni, un
genere nuovo per l'artista. Un anno di lavoro, misurato con le fasi della luna e reso possibile
anche grazie alla collaborazione di Daniele Vergaro, amico e collega. Durante il giorno il
fotografo sceglie le inquadrature e i soggetti, mentre la notte ritorna ad immortalarli in una luce
completamente diversa, artificiale, ma perfettamente in equilibrio con la propria visione. "?Non
è sufficiente trovarsi in un bel posto, attendere la luce giusta e trovare un'inquadratura
adeguata", afferma Ugo. "?Io devo poterlo toccare quel luogo, devo potermi immergere in esso
e tirare fuori la sensazione che quel posto mi trasmette e, ancor più importante, devo mostrare
questo contatto". Infatti, nella penombra della luna gli alberi si animano di una nuova vita
prendendo contorni diversi, sfuggevoli, mentre il resto è ammantato dalle tenebre. Così
l'autore trasforma luoghi familiari in visioni magiche, che accompagnano lo spettatore in un
percorso spirituale fatto di luci e ombre. Solo così il fotografo può concepire un paesaggio:
come una visione estremamente soggettiva che, in un modo o nell'altro, deve diventare reale.
Orario: dal martedì al sabato 14,30-19,30 o su appuntamento. Info: 011.5832745 347.7975704 - www.bugartgallery.com - [email protected]
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Bava 8/A
"LA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO" ALLA GALLERIA ACCADEMIA
Mostra del gruppo romano di Piazza del Popolo, al quale aderirono Franco Angeli, Tano
Festa, Giosetta Fioroni e Mario Schifano. La mostra, curata da Luca e Francesca Barsi,
attraverso venti opere selezionate e non seriali, si propone di rievocare il clima della fervente
scena artistica romana degli anni ?60. Nella Roma di quegli anni, spicca, tra le altre, la figura
di Plinio De Martiis, fondatore della Galleria La Tartaruga di Via del Babuino: La Tartaruga fu
fucina di idee e punto focale di cultura per tutti gli Anni '50 e '60, la prima a portare a Roma le
avanguardie americane. Trasferitasi nel 1963 in Piazza del Popolo, divenne presto punto di
riferimento e di incontro di quel gruppo di giovani artisti chiamato Scuola di Piazza del Popolo.
Tra il 1960 e il 1963 personalità come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta
Fioroni, e ancora poeti e menti aperte all'innovazione cominciano a riunirsi in Piazza del
Popolo. È qui che le esperienze degli artisti romani si fondono con quelle dei personaggi ben
descritti da Fellini nella Dolce Vita. Un clima in ebollizione dove convergevano teatro,
performance, cinema, fotografia, letteratura e poesia, in favore di una innovazione dei
linguaggi di comunicazione e di una contaminazione fra discipline diverse. Dalle celebri
"Finestre" di Tano Festa alla geniale intuizione dei "Paesaggi anemici" di Mario Schifano. Dalle
bellissime terrecotte di Giosetta Fioroni alle tele, cariche di simboli, segno di avversione alle
ideologie e al capitalismo di Franco Angeli. Il tratto distintivo della pittura di questi artisti è
proprio la scelta di rappresentare motivi presi dall'immaginario comune, e la creazione di un
nuovo codice espressivo che non ha nulla a che fare con l'ordinaria rappresentazione del reale
a fini estetici o provocatori. Gli oggetti presi in prestito dalla strada, dai cartelloni pubblicitari,
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dai mezzi di comunicazione di massa, dalla politica, dalla moda, dalla civiltà dei consumi,
entrano nelle tele di Schifano, Angeli, Festa. Orario: 10,30-12,30 e 16,30-19,30; lunedì e festivi
chiuso. Info: 011.885408 - [email protected]. Prorogata fino all'8 aprile.
fino al 08/04/2017
ore 10:30
Torino
Via Accademia Albertina 3/E
CARMAGNOLA - "IL TEMPO E LA MEMORIA" A PALAZZO LOMELLINI
"Il tempo e la memoria", mostra a cura di Silvana Nota, comprendente lavori di Mariella
Bogliacino, Maria Erovereti, Fernando Montà e Rosa Sorda. "Il progetto della mostra,
caratterizzato da una forte valenza di ricerca poetico-gestuale riunisce quattro artisti di
rilevante cifra culturale. Affini e al contempo diversi dialogano, seguendo il filo della
dimensione legata al tempo e alla memoria, individuando in essa il substrato originario
indispensabile alla contemporaneità e alla germinazione del futuro. Il percorso si snoda
attraverso quattro isole monografiche per ciascun artista impegnato nell'elaborazione della
propria versione del tema, a cui si aggiunge uno spazio comune, sezione introduttiva per
evidenziare quanto il gesto artistico sia in grado oggi di nutrirsi di passato lasciandolo
riaffiorare senza vincoli nè schemi, come energia viva generatrice di inaspettate opportunità di
conoscenza" (Silvana Nota). Orario: giovedì, venerdì e sabato 15-18; domenica 10-12 e 15-18.
Ingresso libero. Info: 011.9724238 - www.comune.carmagnola.to.it www.palazzolomellini.com
fino al 09/04/2017
ore 18:30
Carmagnola (TO)
Piazza Sant'Agostino 17
PINEROLO - KURT MAIR ALLA GALLERIA LOSANO
"Vividi Sguardi", personale dell'artista tedesco Kurt Mair. La mostra è un omaggio ai temi
ricorrenti intorno ai quali Kurt Mair costruisce la propria visione, una selezione di oli e incisioni
in cui si percepisce la fascinazione per le tematiche rinascimentali e i suoi principali artefici,
lavori recenti di assoluta raffinatezza, "ricordi di luce che accarezzano di tenerezza nuda, dalla
quale affiora l'anima di chi come lui, prima di lui, li ha catturati e amati, fino a conferire loro il
senso di eternità". Orario: feriali 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info:
0121.74059 - [email protected]
fino al 09/04/2017
ore 17:00
Pinerolo (TO)
Via Savoia 33
LIBERO GRECO ALLA FONDAZ. GIORGIO AMENDOLA
Personale di Libero Greco, dedicata al tema della politica. Una raccolta di sensazioni filtrate
attraverso notizie che pervengono dai comuni mezzi d'informazione, vuole essere un
rendiconto del disagio che viene comunemente percepito a causa del malfunzionamento della
macchina dello stato, del governo e della sua politica. Libero Greco vuole dare il suo
contributo, utilizzando pennelli, colori, sensazioni e idee che possano graffiare la coltre
marcescente di un sistema che necessita cure. L'artista lo fa a modo suo, lanciando un
personalissimo urlo. Orario: dal lunedì al venerdì 9,30-12,30 e 15,30-19,30; sabato su
appuntamento. Info: www.fondazioneamendola.it - [email protected] 011.2482970 - 348.5308603
fino al 09/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Tollegno 52
TORINOSETTE
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HORIKI KATSUTOMI DA RAFFAELLA DE CHIRICO
"Anatomia dell'inquietudine", personale di Horiki Katsutomi. Saccheggiando la sintassi dei due
capolavori di Bruce Chatwin e Fernando Pessoa, nasce il titolo della mostra personale
dell'artista giapponese Horiki Katsutomi (Tokio, 1929), con lavori del ciclo di opere dedicato ad
Ulisse e all'Odissea. Naturale pensare al mitico personaggio oggetto della ricerca artistica di
Horiki, nell'interpretazione dantesca per esempio, esplicitata attraverso una sete di
conoscenza sfrenata, il viaggio come metafora di conoscenza e superamento del sé,
dimensione avventurosa e conturbante. L'esilio foscoliano. L'irrequietezza di Bruce Chatwin,
sulla strada. L'inquietudine di Fernando Pessoa (alias Bernardo Soares), quella della vita
quotidiana. Ma ai nostri giorni questi temi hanno assunto connotazioni ben diverse e ne sono
diventati lo specchio di migrazioni ed esili ben diversi da quelli danteschi e foscoliani.
L'espulsione (o auto-espulsione) è dai regimi dittatoriali, tra i più conosciuti quello cinese di Ai
Weiwei; il mare non è più solo metafora di conoscenza così come non lo è la barca che lo
attraversa. Lo straniero sulla spiaggia evoca quello di Camus, ma non si limita ad una
speculazione intellettuale. Ed è per questo che il lavoro di Katsutomi è il risultato di una
narrazione infinita e atemporale m anche concreta e contemporanea. È un esule, dal
Giappone che lascia nel 1969 per arrivare in Europa. Come scrive Gaspare Luigi Marcone: "In
realtà è la figura dell'artista in senso assoluto a diventare Ulisse, personaggio che vive per la
conoscenza. Il maestro nipponico ha dipinto molte varianti di Ulisse con colori e formati diversi,
ma con una costante simbolica: l'eroe si trasforma nello strumento del suo viaggio. Nella parte
alta della tela appare una larga striscia pulviscolare, quasi una cometa che viaggia nel cosmo,
una striscia che simboleggia la chiglia di una nave. Una striscia "astratta", nell'etimologia latina
del termine (abstraho, "prelevo", "estraggo"), che sintetizza l'oggetto fisico, la nave, con un
gesto pittorico essenziale". O ancora, Katsutomi si avvicina alla contemporaneità nipponica di
Murakami Haruki; come per L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, romanzo
in cui il protagonista deve scoprire chi è veramente Tazaki Tsukuru ed il pellegrinaggio è verso
la sua città natale (quindi un ritorno), ma soprattutto in cerca di spiegazioni agli enigmi non
risolti nella sua vita. Le tele di Horiki dedicate all'eroe omerico sono di diversi colori e
dimensioni ed è una pittura che fluisce, delicata ma con l'incedere deciso del samurai. In una
selezione di carte degli anni '70, Katsutomi utilizza carta e inchiostro per creare delle false
impronte digitali; non desidera burlarsi di Piero Manzoni ma mettere in discussione l'idea
stessa di identità e di memoria. La mostra si compone di una decina di lavori su tela ed alcune
carte realizzate negli anni '70; l'esposizione dei lavori su carta sarà anche l'occasione per
aprire al pubblico un nuovo spazio della galleria De Chirico, sempre nell'interno cortile di via
della Rocca 19 che (ad eccezione della mostra di Katsutomi) sarà la project room dedicata ad
artisti emergenti. Orario: da martedì a sabato dalle 15 alle 19. Info:
www.dechiricogalleriadarte.com - [email protected] - 011.835387 - 392.8972581
fino al 15/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Giolitti 52
COSIMO VENEZIANO AL MUSEO ETTORE FICO
"Petrolio", personale di osimo Veneziano, nato a Moncalieri, ma che vive e opera a Leeds
(Regno Unito). La mostra si snoda in due sedi: al MEF e alla Galleria Alberto Peola, con le tele
"Giorni di un futuro passato" e le sculture "Membrana". Nelle sale museali di via Cigna,
Veneziano presenta lavori, accompagnati da un testo di Elena Forin, che esprimono la sua
indagine intorno al patrimonio sociale, urbano e architettonico, con particolare riferimento ai
monumenti pubblici. E si notano il marmo "Crash", le serigrafie e i disegni su feltro industriale
"Petrolio" e "The Monument". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19;
la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (over 65,
insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26 anni e gruppi di
minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati, persone con
disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card. Info:
011.853065 - www.museofico.it
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fino al 16/04/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
INCISORI OLANDESI DEL SEICENTO IN GALLERIA SABAUDA
I Musei Reali di Torino posseggono una ricca collezione di opere appartenenti al cosiddetto
"Secolo d'oro olandese": un periodo particolare - seguito al distacco dalle province fiamminghe
dominate dalla Spagna - durante il quale quella piccola terra strappata al mare, corrispondente
a parte degli attuali Paesi Bassi, divenne il centro nevralgico dei commerci, delle scienze e
delle arti di tutta Europa. Per valorizzare il patrimonio a sua disposizione, i Musei Reali
organizzano la mostra "L'occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento". La mostra presenta 32
fogli tratti dalla collezione della Galleria Sabauda, che documentano alcuni tra i generi più
diffusi all'epoca, dalle vedute d'insieme alle raffigurazioni di scene di vita e animali. La prima
sezione della mostra si concentra sul tema del paesaggio, inteso come rappresentazione
fedele della realtà, senza commistioni con soggetti narrativi derivati dalla religione, dal mito o
dalla storia. Tra i lavori esposti spiccano alcune splendide vedute di Rembrandt, come "La
capanna e il grande albero" (1645), "Veduta di Amsterdam" (1640 c.) e "Paesaggio con
capanna e fienile" (1641), ma anche una serie d'incisioni di Ruisdael, il cui sguardo si posa
principalmente sulle nuvole e sugli alberi, realizzati con minuziosi dettagli. Le scene di vita
ritratte da Adriaen van Ostade (1610-1685) costituiscono la seconda tappa del percorso
espositivo: le sue incisioni ritraggono uomini impegnati in piccole azioni quotidiane tra case e
taverne, che testimoniano le abitudini e i costumi dell'epoca. Le rimanenti sezioni sono
dedicate al mondo agreste: la terza presenta tre incisioni di Paulus Potter risalenti alla prima
metà del secolo, nelle quali l'artista - morto a soli 29 anni - si concentra sulla raffigurazione di
mucche e tori, che restituiscono un'atmosfera sognante e sospesa; la quarta comprende lavori
di Nicolaes Berchem, Dirk Stoop, Pieter Van Laer e Karel Du Jardin. Orario: dal martedì alla
domenica, dalle 9 alle 19 (la biglietteria di piazzetta Reale 1 chiude sempre un'ora prima). Il
biglietto d'ingresso (intero 12 euro; ridotto 6 euro) consente la visita all'intero complesso dei
Musei Reali, che comprende Palazzo Reale, l'Armeria Reale, la Galleria Sabauda e il Museo
Archeologico. Info: 011.5220421 - www.museireali.beniculturali.it. Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Piazzetta Reale 1
FEDERICO COLLINO AL MUSEO DELLA MONTAGNA
A Federico Collino (Pinerolo, 1869 - Torino 1942), musicista compositore, esecutore e
direttore d'orchestra, ma anche valente pittore, il Museomontagna, in collaborazione con la
Società Storica delle Valli di Lanzo, dedica la mostra antologica "Federico Collino tra musica e
pittura. Dal Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù". In mostra, coordinata da
Laura Gallo e realizzata da Marco Ribetti, sono esposte circa 60 opere di vario formato per lo
più dedicate ai paesaggi delle Valli di Lanzo, scelte per l'occasione all'interno di un corpus di
trecento tra disegni, pastelli e olii, realizzati da Collino a partire dal 1896. L'esposizione,
promossa dalla famiglia, rende omaggio a un artista pressoché sconosciuto, sia come
musicista sia come pittore e completa un lavoro di studio, recupero e valorizzazione in parte
già avviato dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino nel 2005 per quanto riguarda la sua
produzione musicale. Federico Collino si diploma al Liceo Musicale nel 1891 e nello stesso
anno viene assunto dallo stesso Liceo come Maestro di oboe e fagotto. Dal 1892 inizia a
rappresentare alcune sue composizioni a partire dal Circolo degli Artisti di Torino. Suona come
primo oboe e corno inglese al teatro Regio e al teatro Carignano; dirige al teatro Vittorio
Emanuele come Maestro sostituto per la stagione autunnale 1895. Parallelamente, coltiva la
passione per la pittura. Nel tempo libero, soprattutto durante le vacanze a Usseglio, avvia una
produzione come pittore en plein air, inserendosi nel filone del nuovo interesse per il
paesaggio maturato nella seconda metà dell'Ottocento dai pittori torinesi dell'Accademia
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Albertina di Belle Arti e dai soci del Circolo degli Artisti, attratti dagli scenari montani, e in
particolare dalle Valli di Lanzo, tra cui si possono ricordare Cesare Ferro Milone, Giovanni
Guarlotti, Giovanni Piumati e Alessandro Poma. D'altra parte fra Otto e Novecento queste
vallate vivono una stagione irrepetibile quali luoghi di villeggiatura, frequentati anche da
presenze illustri, come la regina Margherita di Savoia, Benedetto Croce, Guglielmo Marconi,
Guido Gozzano, Annie Vivanti, Eleonora Duse, che gira a Balme il film Cenere, mentre
Giovanni Pastrone, il regista del kolossal Cabiria, soggiorna a Ricchiardi di Groscavallo. Il
primo schizzo dal vero di Collino, opera ispirata al greto d'un fiume le cui sponde sono
fiancheggiate da un filare di alberi, porta la data del 1896. Seguono numerose tavolette, non
riconducibili a una data certa, che coprono l'intero arco della vita dell'artista. Collino ritrae
soprattutto il paesaggio montano: borgate (Interno di borgata Pianetto), torrenti, laghi
(Malciaussia), ghiacciai, pascoli alpini, piloni votivi (Pilone votivo al Cortevizio), scene di vita
quotidiana (Nel prato; Usseglio, prima della processione); ma anche affetti famigliari (Ritratto
di Tilde), nature morte con fiori e frutti. Nei suoi spostamenti tra Torino e le Valli di Lanzo il
pittore raffigura vedute delle campagne del fondovalle: da Baracca nella neve, fino agli scorci
della periferia torinese con le sue fabbriche di inizio Novecento (Torino, periferia). Non
mancano angoli di Torino, come il giardino della sua abitazione di corso Ferrucci, e il raffinato
pastello con un notturno di Piazza San Carlo percorsa da un'automobile con i fari accesi e le
sfavillanti luci dei portici che illuminano la notte. Federico Collino frequenta il Circolo degli
Artisti per tutta la vita, ne è animatore, socio dal 1913, membro del consiglio direttivo e figura
di spicco dal 1892 quando viene incaricato di musicare l'opera Donna Fabia. Anche se la
documentazione dei rapporti fra Collino e il Circolo è riconducibile soprattutto alla sua attività
di musicista, è proprio qui che emerge il suo interesse pittorico. La frequentazione conviviale
dei pittori soci e i loro amichevoli consigli hanno sicuramente favorito l'evoluzione e la piena
maturazione della sua tecnica, al punto da incoraggiarlo a esporre i suoi dipinti a Palazzo
Graneri nelle esposizioni sociali degli anni 1919, 1921, 1924, 1928. La mostra è
accompagnata dal volume: Federico Collino tra musica e pittura (1869-1942). Dal
Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù, a cura di Gian Giorgio Massara; testi di
Marco Albera, Manlio Collino, Marco Leo, Gian Giorgio Massara, Anna Nelayeva. Edito dalla
Società Storica delle Valli di Lanzo, 240 pagine, 334 illustrazioni. Come consuetudine sarà
disponibile il "giornale di mostra" - nel formato di un piccolo quotidiano - che verrà offerto
gratuitamente al pubblico durante il periodo dell'esposizione. Al suo interno si potranno trovare
immagini e testi dei curatori, utili ad approfondire l'argomento. Orario: da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7 euro; soci CAI 6,00 euro;
promozionale 1 euro. Info: 011.6604104 - [email protected] www.museomontagna.org. Giovedì 23 febbraio alle 18 concerto delle violiniste Alessandra
Génot ed Anna Castellani, del soprano Serena Rubini e del pianista Massimiliano Génot. Il
musicista-pittore sarà rappresentato da opere per pianoforte di carattere brillante e
carnevalesco come il "Valzer della Val Sopata", e da brani più intimistici come Notturno per
due violini e pianoforte. Sarà riproposta la lirica "Sogno", su una poesia di Ada Negri ed estratti
dell'opera "Donna Fabia", eseguita originariamente per il Circolo degli Artisti. Ingresso gratuito;
per l'occasione il Museo e la mostra resteranno aperti per tutta la durata del concerto.
fino al 17/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazzale Monte dei Cappuccini
"PASSARE IL SEGNO" ALLA PINACOTECA ALBERTINA
"Passare il segno. Studenti e artisti dalla scuola di grafica d'arte dell'Accademia Albertina",
mostra a cura di Franco Fanelli con la collaborazione di Daniele Gay. Una settantina di opere
compongono una mostra che ha la sua origine nel Corso di Tecniche dell'Incisione - Grafica
d'Arte dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ne sono autori ex studenti, molti dei
quali oggi affermati artisti, formatisi nei laboratori della Scuola di Grafica, le cui profonde
tradizioni e l'attuale vitalità le conferiscono un prestigio riconosciuto in ambito nazionale e
internazionale. "L'espressione grafica d'arte abbinata a tecniche dell'incisione", scrive il
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curatore Franco Fanelli, docente del Corso, "ribadisce implicitamente la conservazione di un
sapere come base su cui impostare lo sviluppo e l'innovazione; la futuribilità, in sostanza, di
una scuola, di un metodo e di una disciplina. Contemporaneamente, la doppia definizione
amplia dichiaratamente il campo delle opportunità di ricerca e dei linguaggi, laddove le
tecniche tradizionali (calcografia, xilografia, litografia, serigrafia) si sviluppano in altre direzioni,
ma ancora in base ai principi fondamentali della grafica d'arte: segno, riproducibilità,
modularità. Qui sta la ragione del titolo di questa mostra: "Passare il segno" per osare, osare
per conoscere, conoscere per creare. Ed è la ragione per cui il visitatore vedrà, insieme a molti
fogli di grafica tradizionale, opere basate su più recenti procedimenti legati alla stampa; e
s'imbatterà in libri d'artista, fotografie, sculture, installazioni, video e dipinti". Tre le sezioni.
"Nella scuola", raccoglie una quarantina di opere grafiche spazianti dalle tecniche tradizionali
della calcografia (acquaforte, acquatinta, puntasecca, mezzotinto) alle tecniche di
fotoincisione: è una panoramica sugli ultimi trent'anni di attività nei laboratori di tecniche
dell'incisione dell'Accademia Albertina di Belle Arti, sede operativa ma anche "luogo
dell'anima", nel quale la conservazione di un sapere è continuamente abbinata alla
sperimentazione e all'innovazione dei linguaggi. La sezione "Altri segni" riunisce gli esiti
professionali di alcuni ex studenti (Stefano Marvulli e Stefano Farci) che dalla grafica
tradizionale si sono spostati verso il digitale o verso la relazione con l'immagine in movimento,
sino alla cinematografia. Qui trovano posto le opere su carta di Stefano Allisiardi, artista che
ha mosso i primi passi nella scuola in un ambito prossimo all'illustrazione. È altresì
documentata l'attuale o quanto meno una recente fase di ricerca di ex studenti che hanno
mantenuto, come artisti, rapporti stretti con lo specifico della grafica, come Beatrice Piva,
Simone Pizzinga, Anna Guazzotti, Paolo Venice e Valentina Biga. La terza sezione, "Oltre il
segno", è infine una sorta di "mostra nella mostra", composta da artisti oggi affermati e altri
nella loro prima maturità. Si tratta di Botto & Bruno e Francesco Barocco, che hanno lavorato
in dialogo con le opere della Pinacoteca Albertina, Laura Pugno, che traspone l'incisione in
ambito installativo, Manuele Cerutti, Cornelia Badelita, che "disegna" utilizzando timbri, Nadir
Valente, Fatma Bucak e i più giovani Macchieraldo e Palasciano, Anna Canale, Aurora Paolillo
e Chiara Pigoni. Orario: tutti i giorni, a esclusione del mercoledì, dalle 10 alle 18. Ultimo
ingresso alle 17,30. Ingresso: intero 5 euro; ridotto (dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai
26 anni, possessori biglietto City Sightseeing, possessori biglietto Fondazione Accorsi Ometto, possessori tessera AIACE, possessori tessera Slow Food, gruppi minimo 15 persone;
gratuito per possessori abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Card) 2,50
euro. Info 011.0897370 - [email protected] - www.pinacotecalbertina.it.
Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Accademia Albertina 8
"TO REPEL GHOSTS" DA GUIDO COSTA PROJECTS
"To Repel Ghosts", terzo capitolo del ciclo dedicato da Guido Costa Projects all'Immateriale. In
mostra documenti e opere di: John Beattie, Richard Boursnell, Eduard Isidore Buguet, Craig
and George Falconer, Paul Fleury, Chiara Fumai, William Hope, Frederick Hudson, Enrico
Imoda, F.M.Parker, Turi Rapisarda e Simona Galeotti, Fulvio Rendhell, Gustavo Rol, William
Shew, Eugene Thiebault. Orario: dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011.8154113 www.guidocostaprojects.com - [email protected]
fino al 21/04/2017
ore 17:00
Torino
Via Mazzini 24
JEAN-PIERRE VELLY ALLO SPAZIO DON CHISCIOTTE
"Incisioni di Jean-Pierre Velly. Un point c'est tout", retrospettiva a cura di Vincenzo Gatti,
organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes. La mostra antologica prende il titolo da un lavoro
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di Velly del 1978 per sottolineare l'elemento distintivo delle sue opere: all'artista bastano un
punto o un tratto inciso con il bulino per avviare sulla lastra la creazione di un mondo, ora
composto da morbidi nudi femminili, altre volte affollato di resti di urbani naufragi, ora colmo di
allucinate sarabande. Non si tratta solamente di un giusto omaggio a uno tra i più rilevanti
esponenti dell'arte calcografica del secondo Novecento, spiega il curatore Vincenzo Gatti, ma
anche della testimonianza di un comune destino che aveva legato Mario Lattes, a cui la
Fondazione è dedicata, e l'artista francese. La galleria romana Don Chisciotte, inaugurata con
una personale di Lettes nel 1962 e di cui lo spazio torinese ha raccolto l'eredità, sarà punto di
riferimento costante per ambedue e il rapporto con il direttore Giuliano de Marsanich diventerà
fondamentale per la carriera di Velly. I fogli esposti a Torino, una trentina circa, provengono
dalla collezione Lattes e ben testimoniano dell'apprezzamento, della stima e anche della
comunanza di ideali ritrovati nelle opere dell'incisore: in prevalenza bulini anche di grande
formato, costituiscono una vera antologia dell'appassionato lavoro dell'incisore, a partire dagli
anni Sessanta, con fogli come "Trinità dei Monti" del 1968, fino a giungere alle ultime opere
prima della scomparsa come, ad esempio, "Fleurs d'Hiver" del 1989 nella quale l'uso della
tecnica della maniera nera testimonia del prevalente interesse pittorico manifestato dall'artista
in quegli anni. Velly, illustra Vincenzo Gatti, usa magistralmente il segno fatale e crudele del
bulino per costruire un'immagine del mondo sospesa fra tradizione, critica della modernità e
dedizione totale all'arte. La limpidezza della traccia sostiene e accentua le accumulazioni più
disperate: sono visioni cosmiche e apocalittiche costruite con una tecnica antica tanto
intimamente vissuta da sciogliersi e sublimarsi nel sogno. L'artista non nasconde l'ascendenza
nordica delle sue fantasie e dei suoi fantasmi, da Dürer a Seghers ad Altdorfer, fino a
giungere, in coerenza al suo stesso ideale di vita, al romanticismo più acceso di Friedrich e di
Carus, più evidente quando verso gli anni Ottanta si dedicherà quasi esclusivamente alla
pittura. Lontano dagli ambienti mondani, da un mondo superficiale e distratto, lavora chiuso
nel suo ambiente quasi come una crisalide, in tensione continua verso l'essenza delle cose e il
loro significato, oltre le apparenze, che pur lucidamente definite, finiscono tuttavia per
disgregarsi in una gloriosa e sofferta totalità. Come lo stesso Velly dichiarava a proposito della
sua dedizione al disegno e all'incisione: "... la visione in bianco e nero è un fatto mentale, non
esiste in natura, e nel bianco e nero si scatena tutta la mia ansia e sete di libertà espressiva,
senza inseguire le mode senza voler essere contemporaneo in tutti i modi...". Orario: da
martedì a sabato 10,30-12,30 e 15-19. Info: 011.19771755 - [email protected]
fino al 22/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 37
SALVO ALLA GALLERIA IN ARCO
"Salvo, la strada di casa", a cura di Luca Beatrice. "Il 12 settembre 2015 Salvo è vuoto
incolmabile nell'arte italiana e di Torino, la sua città d'adozione. Inutile sottolineare ancora una
volta la storia di un intellettuale -questo il termine che meglio gli si addice, non solo pittore
approdato ai colori dopo una significativa militanza concettuale- autodidatta spinto da una
curiosità vorace, certamente uno degli uomini più colti che ho mai incontrato. Per Salvo essere
artista voleva dire stare in bilico tra il ragionamento teorico e l'esercizio erudito, il coup de
theatre e le esigenze del mercato, la soluzione improbabile e il mestiere collaudato. Con lui
mai un momento di noia, la sensazione di ripetersi, l'autocompiacimento di fronte a un
mestiere sì bello ma in fondo pur sempre un lavoro, più quotidiano che eroico. Potrei
sottolineare i tanti incontri, le cene, i viaggi, tutto sempre condito da uno spirito di avventura
leggero e ironico. Farei però torto all'artista, immenso, raffinatissimo, mai banale. Una fortuna
averlo incontrato, conosciuto, lavorato, un po' perso con rammarico negli ultimi tempi. Salvo ha
rappresentato una delle più autentiche ragioni che mi hanno spinto ad approfondire questo
mestiere. Eppure raramente abbiamo parlato di pittura: molto più di libri, film, curiosità, calcio
anche. Di fronte a un suo quadro era sufficiente guardare. E lasciarsi andare. A dieci anni
esatti dalla retrospettiva che gli dedicò la GAM di Torino, una "medaglia" che Salvo accettò
con il suo solito pudore e la sua proverbiale riservatezza, la Galleria In Arco ripropone un
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percorso esaustivo e completo nella pittura dell'artista siciliano, che era nato a Leonforte nel
1947, offrendo una sorta di "best of" di una carriera davvero importante, a partire dagli anni
Settanta, quando si consumò il definitivo passaggio da quello che Renato Barilli aveva
chiamato il concettuale differente al dipingere, fino ai tempi più recenti, in cui Salvo prosegue
nella sua esplorazione inesausta della pittura di genere, tra paesaggio, natura morta, scena
d'interno, inserendo raramente alcuni personaggi e figure. Una sfida soprattutto con se stesso,
nella ripetizione mnemonica, mai appuntata, di quegli elementi che servono nella costruzione
di un quadro al fine di raggiungere la perfezione, come in un'inquadratura cinematografica. Ho
voluto prelevare, per questa mostra, il titolo di un suo quadro: La strada di casa. Perché
tornare a scrivere di Salvo oggi per me significa davvero ritornare in uno dei luoghi per me più
cari e importanti nella mia attività di critico. La Galleria In Arco di piazza Vittorio Veneto, che
proprio nel 1990 aprì la nuova e definitiva sede con una sua spettacolare e rarissima mostra,
Interni con funzione straordinaria, un unico soggetto ripetuto tante volte su variazioni minime,
a ribadire se ce ne fosse ancora bisogno che la pittura è prima di tutto risultato del pensiero,
della teoria e dell'intelligenza. Sempre rispondendo a un invito di Sergio Bertaccini, mi sono
poi ritrovato a scrivere per Là, metà anni Novanta, uno dei testi a cui sono più affezionato
perché Salvo mi consentì l'utilizzo di una lingua sperimentale dove il linguaggio critico era
messo da parte in favore dell'esercizio mnemonico, una specie di Je me souviens ispirato al
grande maestro Georges Perec. Pubblichiamo ora, per l'occasione, un catalogo ancor più
ricco della mostra, un repertorio caleidoscopico di immagini e figure da sfogliare come un
album. Non di ricordi, soltanto, ma di frames a colori che dimostrano, una volta di più, la
grandezza solitaria, senza uguali, di un talento puro che ho amato tantissimo e di un uomo che
mi manca altrettanto. Non so dove sia Salvo ora, ma sono certo che se leggerà queste parole
le troverà esagerate, assumerà un'espressione tra il contrito e l'imbarazzato, chiedendomi per
favore di non esagerare" (Luca Beatrice). Orario: da martedì a sabato 10-13 e 16-19,30. Info:
011.19665399 - [email protected] - www.in-arco.com
fino al 29/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazza Vittorio Veneto 3
"LIFE WORLD" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
"Life World", una selezione di opere fotografiche provenienti dalla Collezione di Isabel e
Agustin Coppel, a cura di Tanya Barson. Ispirata agli scritti del filosofo Vilem Flusser, la
mostra cerca di sviluppare ed espandere l'idea di una filosofia della fotografia o, nelle parole di
Flusser, di "contribuire a una discussione intorno al soggetto 'fotografia' in uno spirito
filosofico". Mira inoltre a illustrare come la fotografia sia diventata strumento chiave nello
sviluppo della coscienza umana in relazione alla 'mondità del mondo', riflettendo anche sullo
status filosofico della fotografia nel momento in cui Flusser scriveva, a partire dal suo 'Per una
filosofia della fotografia' (1983), per proseguire con 'Immagini: come la tecnologia ha cambiato
la nostra percezione del mondo' (1985): siamo agli albori della transizione dalla fotografia
come oggetto alla fotografia digitale. La mostra attinge alla ricca gamma di fotografie
racchiusa nella Collezione di Isabel e Augustin Coppel e la esamina, passando in rassegna
l'immagine che offre del mondo-vita in cui tutti esistiamo. In questa mostra, le idee di essere e
di coscienza sono analizzate con l'aiuto di tre concetti tratti dal pensiero fenomenologico: il
mondo sociale (mitwelt), l'ambiente o il mondo-intorno (umwelt) e il mondo interiore o proprio
(eigenwelt). Organizzata in questi tre principali gruppi di immagini, la mostra prende in esame
il ruolo che la fotografia ha svolto nel comunicare che cosa significa esistere, come noi
esistiamo insieme agli altri, e come sviluppiamo un'esistenza indipendente e il senso di una
nostra identità; in ciascuna categoria, la fotografia è un mezzo per riflettere sulla sfida di
essere nel mondo. A introdurre le tre sezioni un gruppo di opere selezionate che, nel loro
insieme, pongono la domanda: "Che cos'è una fotografia?", concentrandosi su alcune
caratteristiche che Flusser propone nelle sue tesi sulla fotografia e sul suo status filosofico. La
mostra include un'ampia gamma di pratiche fotografiche, oltre a una selezione di opere
realizzate con film, slide e nuovi media. Comprende opere di numerosi e importanti esponenti
TORINOSETTE
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della fotografia del XX secolo, accanto ad alcune figure meno note, fra cui Berenice Abbott,
Vito Acconci, Bas Jan Ader, Doug Aitken, Manuel Alvarez Bravo, Francis Alÿs, Diane Arbus,
Ursula Arnold, Richard Avedon, Bernd & Hilla Becher, Sophie Calle, Henri Cartier-Bresson,
Larry Clark, Edmund Collein, Bruce Davidson, Rineke Dijkstra, Jim Dow, William Eggleston,
Tracey Emin, Walker Evans, Valie Export, Harun Farocki, Peter Fischli and David Weiss,
Robert Frank, Lee Friedlander, Carlos Garaicoa, Héctor García, Alberto Garcia Alix, Anna
Gaskell, Nan Goldin, Félix González-Torres, Dan Graham, Sigurdur Gudmundsson, Jitka
Hanzlová, Bill Henson, Candida Höfer, Kati Horna, Graciela Iturbide, Seydou Keïta, Julius
Koller, Helen Levitt, Philip Lorca DiCorcia, Cristina Lucas, Tuomo Manninen, Angel Marcos,
Teresa Margolles, Mary Ellen Mark, Gordon Matta Clark, Ana Mendieta, Enrique Metinides,
Ryiuji Miyamoto, Tina Modotti, Lazslo Moholy-Nagy, Zwelethu Mthethwa, Shirin Neshat,
Rivane Neueschwander, Arnold Newman, Kiyoshi Niiyama, Gabriel Orozco, Damien Ortega,
Bill Owens, Esteban Pastorino, Irving Penn, Martha María Pérez Bravo, Bernard Plossu, Albert
Renger-Patzsch, Miguel Río Branco, Herb Ritts, Daniela Rosell, Thomas Ruff, Ed Ruscha,
Sebastiao Salgado, August Sander, Cindy Sherman, Stephen Shore, Aaron Siskind, Melanie
Smith, Simon Starling, Thomas Struth, Superflex, Diana Thater, Wolfgang Tillmans, Ed Van
Der Elsken, Massimo Vitali, Annika Von Hausswolf, Edward Weston, Mariana Yampolsky,
Willy Zielke e Zoe Leonard. Orario: giovedì dalle 20 alle 23 (ingresso libero); venerdì, sabato e
domenica dalle 12 alle 19. Ingresso: intero 5 euro; ridotto 3 euro; gratuito con Abbonamento
Musei. Info: 011.3797600 - www.fsrr.org
fino al 30/04/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
PIOTR SKIBA ALLA GALLERIA GRGLT (GIORGIO GALOTTI)
La galleria Giorgio Galotti, in occasione dell'apertura della nuova sede, presenta la prima
personale di Piotr Skiba. La mostra presenta due opere in dialogo tra loro, realizzate per lo
spazio che le ospita, di cui una di dimensioni ambientali e una di dimensioni ridotte.
L'intervento punta a combinare due elementi basilari della pratica di Piotr; da un lato la
leggerezza dei materiali utilizzati e dall'altro il processo artigianale più arcaico attorno al quale
ruota l'elaborazione della sua ricerca. In quest'ultima produzione l'artista massimizza la sua
tecnica, introducendo al pubblico una composizione che attraversa aspetti differenti,
spaziando da un processo che parte dall'utilizzo di tessuti industriali di rame, che hanno subito
processi di ossidazione e combustione stravolgendone la forma e la colorazione, per arrivare
alla scultura tradizionale in bronzo, collocata al centro di una parete come un oggetto sacro e
onirico. Molti dei suoi progetti di esordio sono incentrati sui temi dell'esclusione,
dell'intolleranza razziale e l'alienazione sociale. Qui la riflessione si sposta sui materiali
utilizzati e abbandonati dall'industria moderna, che a contatto con l'ambiente assumono nel
tempo delle forme sinuose, integrandosi alla superficie terrestre. L'intenzione di Piotr è di
rivolgere l'attenzione sull'evoluzione di alcuni processi artificiali, che una volta dimenticati
tendono a perdere la loro configurazione di materiali di smaltimento, per rivelarsi parte di una
natura in grado di assorbire qualsiasi elemento estraneo ad essa, al punto da tramutare
oggetti artificiali in forme sinuose e vegetali. Con questa mostra Piotr Skiba entra in uno spazio
neutro e immacolato nello stesso modo in cui questi oggetti entrano a far parte dell'atmosfera
terrestre, adagiando le opere nell'ambiente della galleria, eludendo il concetto di "esposizione"
per sfruttare la possibilità di renderle fortemente connesse alla realtà in si cui trovano. Visite su
appuntamento: [email protected] - www.giorgiogalotti.com
fino al 30/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Beinasco 16
ROBERT DOISNEAU AL FORTE DI BARD
La mostra "Robert Doisneau. Icônes", a cura dell'Atelier Robert Doisneau di Parigi e
TORINOSETTE
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dell'Associazione Forte di Bard, presenta una nuova selezione di fotografie realizzate dal
grande artista francese nel corso della sua straordinaria carriera. Fil rouge del percorso la
iconicità delle immagini, quelle che maggiormente hanno saputo conquistare l'immaginario
collettivo e il grande pubblico, a partire dal celebre bacio del 1950, Le baiser de l'Hôtel de ville.
Doisneau viene definito per i suoi ritratti e la sua straordinaria capacità di raccontare la realtà
nella sua quotidianità, un esponente della "fotografia umanista". E' lui, meglio di ogni altro, ad
aver immortalato i miti e le icone della Parigi del '900, cogliendone appieno il loro fascino.
Attraversando la Ville Lumière dalle rive della Senna alle periferie, regala un monumentale
affresco di Parigi e dei parigini, immortalando gli aspetti più curiosi e le contraddizioni della
società francese. I soggetti che lo hanno reso celebre sono i bambini e gli innamorati. In
mostra anche i ritratti di personalità quali Picasso, Giacometti, Prévert. Insieme ad Henry
Cartier-Bresson è considerato uno dei padri fondatori del fotogiornalismo di strada. Al centro
della sua fotografia c'è l'uomo con le sue emozioni, spesso colte nei momenti surreali che si
presentano nella vita di tutti i giorni. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e
festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora prima del Forte. Info: 0125.833811 [email protected] - www.fortedibard.it. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo World
Press Photo + Doisneau: intero 12 euro; ridotto 8 euro.
fino al 01/05/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"TONALITA' TANGIBILI" AL MUSEO DEL CINEMA
"Tonalità Tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano. Dalle collezioni fotografiche del
Museo Nazionale del Cinema", mostra a cura di Marco Antonetto e Dario Reteuna (la sezione
Peretti Griva, da Giovanna Galante Garrone). Il pittorialismo, felice manifestazione della
fotografia d'arte, ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell'Ottocento e i primi
vent'anni del Novecento. L'elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso
concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa
stregua della pittura o del disegno. A questi autori di grande talento è dedicata la mostra
Tonalità Tangibili, primo, fra tutti, alla figura emblematica di Domenico Riccardo Peretti Griva e
alle sue poetiche "impressioni fotografiche" che ci introducono nel mondo del pittorialismo. La
mostra, prosegue alla Bibliomediateca Mario Gromo (via Matilde Serao 8/A; orario: lunedì e
venerdì 9-13; martedì e giovedì 9-17,30; mercoledì, sabato e domenica chiuso; ingresso
libero) con un approfondimento su temi cari a Peretti Griva: paesaggi, ritratti e animali "amici".
Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 9-20; sabato 9-23; martedì chiuso;
ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Aperture straordinarie durante la mostra: martedì
14 febbraio (S.Valentino), domenica 16 aprile (Pasqua), lunedì 17 aprile (Pasquetta), martedì
18 aprile, martedì 25 aprile (Liberazione), lunedì 1 maggio (Festa del Lavoro). Ingresso: intero
10 euro; ridotto (studenti universitari fino a 26 anni, over 65, gruppi min. 15 persone con
prenotazione obbligatoria) 8 euro; ridotto giovani e scuole (da 6 a 18 anni, gruppi scolastici) 3
euro; gratuito fino a 5 anni, disabili e accompagnatore, Abbonamento Musei e
Torino+Piemonte Card. Info: 011/8138560-561 - [email protected] - www.museocinema.it
fino al 08/05/2017
ore 11:00
Torino
Via Montebello 20
"DALLE BOMBE AL MUSEO" ALLA GAM
L'edificio che ospita la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino - meglio conosciuta
come Gam - salta all'occhio anche del visitatore più distratto: le sue forme sghembe, con le
pareti inclinate e i volumi irregolari, contrastano con le architetture circostanti, siano esse le
palazzine liberty della Crocetta o i portici di corso Vittorio. Fin dalla sua progettazione, la
nuova Gam voleva rompere col passato e, al tempo stesso, raccontarne la storia: una storia
fatta di grande sofferenza, dal momento che la vecchia sede fu spazzata via dai
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bombardamenti che squassarono la città nel corso della Seconda guerra mondiale, tra il '40 e
il '45. La mostra "Dalle bombe al museo" intende ripercorrere l'itinerario di rinascita dell'arte
moderna in Italia attraverso il caso della Gam, la cui ricostruzione rappresenta un esempio
significativo del più ampio processo che porterà l'Italia a risollevarsi dagli orrori della guerra.
Curata da Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino, l'esposizione si apre con una serie di opere
emblematiche del museo bombardato, in parte distrutte e in parte restaurate, come la "Eva" di
Odoardo Fantacchiotti (1809-1877). Accanto a esse è possibile ammirare alcune delle opere
acquisite dalla Galleria ancor prima che i lavori di ricostruzione dell'edificio fossero completati,
a testimonianza della volontà dell'allora direttore dei Musei Civici Vittorio Viale di allestire una
collezione di respiro internazionale. Quadri come "Composition T 50-5" di Hans Hartung
(1950), ma anche "Dans mon pays" di Marc Chagall (1943) e "Ragazza seduta" di Giacomo
Manzù (1948), entrambi acquistati da Viale alla Biennale di Venezia del '48. E fu lo stesso
Viale a spingere perché l'edificio non fosse ricostruito tale e quale all'originale, ma fosse
indetto un bando per progettarne uno nuovo, moderno, che comunicasse anche esteriormente
un'idea di rinnovamento. Il concorso fu vinto da due giovani architetti ferraresi, Carlo Bassi e
Goffredo Boschetti, il cui lavoro culminò nell'inaugurazione del 31 ottobre 1959. La mostra
ripercorre lo sviluppo del cantiere attraverso una serie di fotografie d'epoca, che si affiancano
a quelle della vecchia sede, prima e dopo i bombardamenti. Un'ampia selezione di tavole
d'architettura, lettere e documenti originali arricchiscono il percorso, che - accanto a opere
come "Scultura di silenzio, Corneille" di Hans Jean Arp e "La cicogna" di Pinot Gallizio presenta tavoli, poltroncine, sedie e lampade di design, consentendo al visitatore di
immergersi nell'atmosfera di quegli anni. Una mostra che, come sottolinea il direttore della
Gam Carolyn Christov-Bakargiev, "intende ripercorrere la storia di un'utopia diventata realtà,
mettendo in luce la straordinaria capacità di un'intera città di trasformare la deformità della
guerra in un'idea propositiva verso il futuro". Orario: da martedì a domenica 10-18; la
biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it. Giovedì 23 marzo alle 17 visita guidata
speciale con Giorgina Bertolino, storica dell'arte e curatrice della mostra. Costo: biglietto
d'ingresso ridotto 8 euro (gratuito per studenti, abbonati Musei Torino Piemonte e Torino Card)
+ 5 euro la visita guidata. Massimo 20 persone a visita. Prenotazioni al numero 011.4436999.
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
"STRUTTURE E STILE" ALLA GAM
In contemporanea all'inaugurazione della mostra "Dalle bombe al museo:1942-1959" la GAM
apre al pubblico, nella sala "Archivi" del secondo piano, una mostra che documenta un
particolare capitolo della storia del museo. Il 18 giugno 1962 si apre alla Galleria Civica d'Arte
Moderna una grande mostra internazionale curata da Michel Tapié, dal titolo "Strutture e Stile Pitture e sculture di 42 artisti d'Europa America e Giappone". La mostra proponeva un
confronto internazionale di vaste proporzioni la cui importanza e portata furono chiare fin da
subito; Tapié, attraverso la pluralità delle sue ricerche che si sviluppano verso Parigi, Tokyo e
New York proietta il capoluogo piemontese al centro di una rete di rapporti e relazioni
internazionali che ne fanno una delle città italiane più favorite culturalmente. La mostra fu
realizzata in collaborazione con l'International Center for Aesthetic Research (ICAR), fondato
due anni prima da Tapié insieme all'architetto Luigi Moretti e diretto da Ada Minola, e allestita
negli spazi del museo con l'idea di trasferire nelle differenti sezioni espositive quella "possibile
classificazione delle materie e dei significati dell'Informale" chiarita nelle pagine dei suoi testi
teorici nei quali, ispirandosi alla teoria degli insiemi di Georg Cantor, approfondiva i rapporti tra
le scoperte scientifiche e le ricerche estetiche. Intorno all'opera "Scultura" di Sofu Teshigahara
in legno e foglia di rame, la mostra Archivi2 presenta una selezione di documenti provenienti
dall'Archivio della Fondazione Torino Musei e mette in luce la genesi di questa importante
esposizione attraverso le lettere, le fotografie originali dell'allestimento e dell'inaugurazione,
TORINOSETTE
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l'edizione originale del volume "Continuité et avant-garde au Japon" pubblicato da Fratelli
Pozzo Editori, esposti insieme ad alcune riviste e quotidiani con le recensioni della mostra.
Orario: da martedì a domenica 10-18; sabato 24 dicembre 10-14; domenica 25 dicembre
chiuso; lunedì 26 dicembre apertura straordinaria 10-18; sabato 31 dicembre 10-14; domenica
1° gennaio 14-18; venerdì 6 gennaio apertura straordinaria 10-18. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero: Abbonamento Musei e
Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 - [email protected] www.gamtorino.it
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
SAN SECONDO DI PINEROLO - "TIEPOLO E IL SETTECENTO VENETO" AL CASTELLO
DI MIRADOLO
"Tiepolo e il Settecento veneto", esposizione a cura di Giovanni Carlo Federico Villa, dedicata
a Giambattista e Giandomenico Tiepolo. La mostra si sviluppa intorno a preziosi capolavori,
provenienti dalle sale della Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza. Un viaggio attraverso
dipinti, disegni, acqueforti, incisioni e sculture, raccontando dell'importanza avuta dalla pittura
veneta, ancora nel XVIII secolo, del ruolo dei Tiepolo, padre e figlio. Nelle sale del Castello di
Miradolo sono presentati i grandi temi del Secolo dei lumi, dalla pittura di paesaggio alla
natura morta, dalle storie mitologiche alle grandi pale d'altare, attraverso le opere dei
protagonisti della stagione pittorica europea Settecentesca. In mostra si posso ammirare gli
incunaboli della storia del paesaggio, dalla celeberrima "Prospettiva di rovine con figure"
compiuta verso la metà del terzo decennio da Marco e Sebastiano Ricci, tra le opere più note
e studiate del Settecento veneto, al "Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre" di
Luca Carlevarijs, che introducono a un affondo sui grandi Maestri veneti, da Aviani a
Brisighella a Zais, e sulla natura morta. Prezioso è il confronto tra due grandi artisti veneti:
Giambattista Piazzetta e Giambattista Tiepolo, di vent'anni più giovane del collega. L'"Estasi di
San Francesco" di Piazzetta, dipinta nel 1729 per la Chiesa conventuale dell'Araceli di
Vicenza, che ritrae il Santo svenuto e sfinito, soccorso da un angelo, è opera esemplare per
Tiepolo, con i suoi profondi contrasti chiaroscurali. L'"Immacolata Concezione" di Tiepolo,
dipinta nel 1733-1734, testimonia la raggiunta autonomia del pittore che libero dal pathos
tardobarocco e dalla pratica delle luci artificiali è approdato a una pittura di pura luce, che
ripudia l'ombra. Egli ha primeggiato per uno stile senza confronti per qualità e genio inventivo,
capace di mettere in scena nelle sue opere rappresentazioni straordinarie. Ha riportato l'arte
della Serenissima Repubblica agli splendori cinquecenteschi, imponendola come l'essenza
stessa della modernità a livello europeo. Sono inoltre eccezionalmente presentati a Miradolo
"Scherzi e Capricci", brevi movimenti allegri e veloci, interpretati da Giambattista nelle sue
acqueforti, che ci riportano alla tradizione classica con suggestive narrazioni di sacrifici pagani,
scene pastorali, paesaggi agresti. Un racconto in quasi cinquanta opere, che permette di
ammirare anche tele riscoperte da recenti restauri, come il recupero della "Decollazione di San
Giovanni Battista" di Giandomenico Tiepolo, nel contrasto tra gli incarnati del santo e quelli del
boia, le vesti sgargianti e le ombre profonde della passione. Come di consueto la mostra è
arricchita da una colonna sonora dedicata, appositamente realizzata per questa esposizione
dal progetto Avant-dernière pensée. Un'installazione sonora che accompagna il visitatore
restituendo la suggestione di un'epoca, e rimandando alle opere esposte, all'ambiente artistico
e alla stagione pittorica cui appartengono. Orario: giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica e
lunedì 10-18,30; chiuso il martedì e il mercoledì. Per gruppi e scuole aperto, su prenotazione,
anche oltre il normale orario di visita. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (gruppi,
convenzionati, studenti fino a 26 anni, over 65); ridotto dai 6 ai 14 anni 3 euro; gratuito bambini
fino a 6 anni, Abbonati Musei. Info: 0121.502761 - [email protected] www.fondazionecosso.com. Sabato 25 marzo alle 14 servizio navetta da Torino (piazza Carlo
Felice angolo corso Vittorio Emanuele II) al Castello di Miradolo. Costo: 9 euro a persona.
Richiesta la prenotazione al numero 0121.502761
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fino al 14/05/2017
ore 15:00
San Secondo di Pinerolo (TO)
Via Cardonata 2
"L'ITALIA DI MAGNUM" A CAMERA
La mostra "L'Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin" è un vero e proprio
viaggio per immagini lungo la penisola. Un itinerario lungo settant'anni, dal dopoguerra a oggi,
che racconta il Belpaese attraverso l'obiettivo di venti grandi fotografi. L'esposizione, curata
dal neo direttore di Camera Walter Guadagnini con la collaborazione di Arianna Visani,
costituisce la prima tappa di "Magnum Photos 70", un progetto nato per celebrare
l'anniversario della storica agenzia francese che nei prossimi mesi toccherà Brescia, Cremona,
Parigi e New York. La mostra torinese, suddivisa per decenni, è introdotta da un omaggio a
Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni Trenta. Il racconto del decennio
successivo è affidato a Robert Capa e David Seymour, che presentano due serie fotografiche
dall'atmosfera opposta: il primo mostra un paese in rovina, travolto dagli esiti drammatici della
guerra; il secondo - immortalando i turisti che nel 1947 tornano a visitare la Cappella Sistina ne testimonia la voglia di rialzarsi, facendo leva sull'eterna bellezza del proprio patrimonio. Il
rapporto con l'arte è al centro della sezione dedicata agli anni Cinquanta, nella quale Elliott
Erwitt, Herbert List e René Burri pongono il proprio sguardo rispettivamente su Roma,
Cinecittà e Milano all'epoca della storica mostra di Picasso del '53. Le istantanee del trionfo di
Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma, scattate dal fotografo tedesco Thomas Hoepker,
introducono lo spazio dedicato agli anni Sessanta, completato da una serie di Bruno Barbey
sui funerali di Togliatti e da un reportage di Erich Lessing a Cesenatico. L'atmosfera degli anni
Settanta è ben restituita da Fernando Scianna, Leonard Freed e Raymond Depardon: il primo
attraverso il racconto della sua terra, la Sicilia; gli altri testimoniando due passaggi chiave
dell'Italia del tempo, il referendum sul divorzio e la Legge Basaglia. Ancora Scianna,
immortalando un giovane Berlusconi in ascesa, mette in luce lo spirito del decennio
successivo, i cui contrasti sono mirabilmente documentati da Martin Parr (il turismo di massa)
e Patrick Zachmann (la malavita organizzata). L'ultima sala, dedicata agli anni Novanta e
Duemila, ospita lavori di Alex Majoli, Thomas Dworzak, Peter Marlow e Chris Steele-Perkins, a
cui si affiancano alcune potenti immagini di Paolo Pellegrin e una sequenza di Mark Power
dedicata ai luoghi simbolo della cultura italiana. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e
domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a
26 anni, over 70), gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011.0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
VALERIO SPADA A CAMERA
"Valerio Spada. I am nothing", a cura di Francesco Zanot. La mostra presenta in anteprima il
lavoro realizzato dal fotografo insignito della prestigiosa Guggenheim Memorial Foundation
Fellowship sulla mafia siciliana, narrata attraverso le storie di alcuni boss e latitanti, unite ai
segni della sua inesorabile penetrazione nel tessuto sociale. Dopo il successo nel 2011 della
serie "Gomorrah Girl", in cui le vicende di alcune giovani servivano a filtrare un racconto sui
fatti e i comportamenti della camorra napoletana, Spada continua la sua esplorazione della
criminalità organizzata, spostando il suo obiettivo su Cosa Nostra. Il risultato è un progetto che
combina tra loro materiali eterogenei, sperimentando una strategia narrativa che sostituisce le
regole del tradizionale reportage fotografico. Il percorso della mostra si sviluppa così
attraverso la giustapposizione di scene di ordinaria quotidianità, ritratti attentamente posati, un
video ricavato dai filmati della polizia e la documentazione fotografica della Bibbia ritrovata nel
covo di Bernardo Provenzano, eccezionale testimonianza dei rituali, dell'estensione e della
capacità organizzativa della mafia. Scrive Roberto Saviano a proposito di questo progetto: "Io
sono un boss ma sono il niente. Io decido della vita e della morte ma sono il niente. Io sono il
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niente perché sono come voi. Mi muovo tra voi. Vivo tra voi. Credo nel vostro Dio. Uso gli
stessi oggetti che usate voi, ma non li uso come li usate voi. Con la mia macchina da scrivere
compongo messaggi di morte. "I am nothing" di Valerio Spada è un lavoro impressionante
perché ci mostra il silenzio, la capacità di penetrazione della criminalità nella vita quotidiana e
la nostra incapacità, impossibilità a difenderci". L'annichilimento, il vuoto, l'invisibilità,
costituiscono così il filo conduttore dell'intera serie. I boss ci sono, ma non appaiono. E non
appaiono neppure le loro azioni, i loro incontri, le loro proprietà, nascoste attraverso un
complesso sistema di occultamento. Spada insegue le loro tracce, diffuse in ogni angolo del
territorio e dei suoi abitanti, senza mai incontrare il loro volto, ad eccezione delle istantanee al
processo Giovanni Brusca. Il processo del boss è la cerimonia mediatica. Tanto cruciale
perché in questa occasione l'invisibile diventa visibile. "I am nothing" costituisce
un'osservazione di un fenomeno radicato e complesso, condotta da punti di vista inediti,
capaci di fare luce su aspetti spesso trascurati e poco visibili. Lungo un percorso di immagini
enigmatiche quanto dirette, seducenti quanto essenziali, emerge la mafia nella sua interezza, i
suoi codici di comunicazione, la sua struttura interna, il suo radicamento ad ogni livello,
evidenziando come non si tratti soltanto di una spietata organizzazione criminale, ma di un
vero e proprio stile di vita. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a 26 anni, over 70),
gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011/0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
"MARIO MERZ PRIZE" ALLA FONDAZIONE MERZ
"Mario Merz Prize", mostra dei finalisti Francesco Arena, Petrit Halilaj, Gili Lavy, Shahryar
Nashat, Suha Traboulsi. Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi 1978), Petrit Halilaj
(Kostërrc, Skenderaj-Kosovo 1986), Gili Lavy (Gerusalemme 1987), Shahryar Nashat
(Ginevra, 1975) e Suha Traboulsi (Freetown, Sierra Leone 1969) sono gli artisti scelti dalla
giuria composta da Marisa Merz (artista), Nicholas Cullinan (direttore della National Portrait
Gallery, Londra) e Claudia Gioia (curatrice indipendente). Il progetto espositivo, curato da
Beatrice Merz raccoglie lavori di ciascun autore, scelte tra le più significative del loro percorso
artistico. Il pubblico potrà esprimere la propria preferenza visitando la mostra o collegandosi al
sito web (mariomerzprize.org) per valutare i progetti degli artisti. Al voto del pubblico si
aggiungerà il responso della giuria composta da Manuel Borja-Villel (direttore Museo Nacional
Centro de Arte Reina Sofía, Madrid), Lawrence Weiner (artista), Massimiliano Gioni (direttore
Artistico New Museum, New York - direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano) e Beatrice
Merz. Al vincitore sarà commissionata una produzione per una mostra personale itinerante in
sedi museali a Torino e in Svizzera. Orario: da martedì a domenica 11-19; lunedì chiuso.
Ingresso: intero 6 euro; ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65
anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card) 3,50 euro; gratuito
(bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e
Torino + Piemonte Card, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati,
amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese). Info: 011.19719437 [email protected] - www.fondazionemerz.org
fino al 21/05/2017
ore 18:00
Torino
Via Limone 24
"TRA AVIGLIANA E LA SACRA. LUOGHI DI INCANTO" AL BORGO MEDIEVALE
Mostra fotografica intitolata "Tra Avigliana e la Sacra. Luoghi di incanto", che prosegue la
prestigiosa collaborazione tra il museo e il Fondo Ambiente Italiano. Grazie alla campagna
fotografica promossa dal FAI Giovani Piemonte - Valle d'Aosta, nella sala espositiva della
Chiesa, verranno esposte le opere frutto della collaborazione con la città di Avigliana,
importante esempio di architettura medievale in Piemonte e modello alla fine dell'Ottocento per
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gli ideatori del Borgo Medievale durante la costruzione del complesso. I visitatori potranno
rivivere, attraverso evocative immagini, le antiche atmosfere dell'importante centro medievale
all'imbocco della Valle di Susa grazie alla capacità dei fotografi di creare un forte legame con
l'ambiente circostante e, allo stesso tempo, di raffigurare tramite immagini di forte impatto
visivo ed emozionale la varietà del territorio. Dai paesaggi con le montagne e i laghi al
Castello, dagli elementi architettonici alla Sacra, uno dei monumenti più rappresentativi del
Medioevo europeo, un itinerario visivo attraverso luoghi di incanto. Il Borgo costituisce la prima
tappa di questa esposizione a carattere itinerante, dedicata alla diffusione e alla salvaguardia
delle innumerevoli bellezze del territorio piemontese. Allestimento a cura di ABF- Scatola
Chiara. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-19. Ingresso libero; le offerte che verranno
raccolte saranno devolute dal Fai per la ricostruzione dell'Oratorio della Madonna del Sole di
Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto, colpito dagli eventi sismici di fine agosto. Info:
011.4431701 - www.borgomedievaletorino.it
fino al 21/05/2017
ore 17:00
Torino
Viale Virgilio 107
"LA STAMPA FOTOGRAFA UN'EPOCA" A PALAZZO MADAMA
Il 9 febbraio 2017 La Stampa compie 150 anni. In occasione di questo importante anniversario
Palazzo Madama, nel suggestivo scenario della Corte Medievale, ospita "La Stampa fotografa
un'epoca", mostra che documenta con quasi 500 fotografie la nascita e l'evoluzione del
quotidiano nazionale nato a Torino che dal 1867 ha saputo accompagnare i propri lettori in un
viaggio con gli occhi aperti sul mondo e la mente rivolta al futuro, mantenendo al contempo
uno strettissimo legame con il proprio territorio. Attraverso una selezione di 500 fotografie e
documenti provenienti dall'archivio storico del giornale sarà possibile rivivere temi sociali,
costumi e personaggi che hanno caratterizzato un secolo e mezzo di storia, testimoniando al
contempo l'importanza fondamentale che la documentazione iconografica riveste nella vita di
un giornale. Le tante testimonianze in mostra - attentamente selezionate dall'art director de La
Stampa e curatrice dell'esposizione Cynthia Sgarallino - comprendono fotografie originali e
documenti dell'archivio storico: alcune con annotazioni storiche, altre ritoccate a tempera e
matita, come si faceva prima di Photoshop, altre ancora sgualcite o incurvate. Tutte sono state
selezionate perché "hanno addosso" il lavoro di questi 150 anni in cui sono passate di mano
tra fotografi, archivisti e giornalisti. La mostra si articola in 13 sezioni, seguendo un ordine
tematico che prende le mosse dalla Redazione e dalle maestranze, a testimonianza dei veri
protagonisti che hanno fatto la storia del quotidiano. Da questo punto di partenza si snodano
tutti gli altri dodici temi, Lavoro, Svago, Terza Pagina, Torino, Terrorismo, Moda, Diritti,
Solidarietà, Migrazioni, Conflitti, Mondo, Sport. Le fotografie presentate, in bianco e nero e a
colori, costituiscono una testimonianza dell'immenso materiale presente nell'archivio
fotografico del giornale, che conta ad oggi oltre 5 milioni di immagini. Attraverso di esse sarà
possibile compiere un viaggio alla scoperta di come La Stampa sia stata e continui ad essere
testimone importante non solo per la storia del territorio e dell'Italia, ma anche per i fatti
internazionali, grazie ad una chiara connotazione "glocal". Ad accompagnare le immagini in
mostra, un'ampia selezione di prime pagine del giornale, ben 47, e una time-line per ricordare
gli avvenimenti più importanti accaduti in Italia e nel mondo nel corso degli ultimi 150 anni.
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 18, escluso il martedì, giorno di chiusura; la biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso alla mostra "La Stampa fotografa un'epoca": 5 euro (3 euro
saranno devoluti in beneficienza alla Fondazione Specchio dei Tempi Onlus per il progetto "Un
tetto a chi soffre"); gratuito per i possessori di abbonamento Torino Musei Piemonte, Torino +
Piemonte Card e della Torino + Piemonte Card Junior, i minori di anni 6, accompagnatori
disabili e partecipanti ai laboratori didattici a cura del museo. Info: 011/4433501 www.palazzomadamatorino.it
fino al 22/05/2017
ore 15:00
Torino
TORINOSETTE
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Piazza Castello
ANTONIO MENEGHETTI ALL'OFFICINA DELLA SCRITTURA
"Scolpire la luce", personale di Antonio Meneghetti, a cura di Ermanno Tedeschi. Meneghetti è
stato uomo e artista geniale, generoso e gioioso, attento osservatore del mondo e della natura
umana. I suoi quadri sono caratterizzati da astratte pennellate di colore mentre al centro degli
oggetti di design c'è l'uomo: tutta la sua opera molto variegata si rifà alle poliedriche percezioni
e ai molteplici punti di vista del soggetto. Egli stesso ha detto della sua arte: "Si tratta di
cogliere tra due colori il loro denominatore universale, la trascendentalità, il punto di equilibrio
luce dove tutti si armonizzano". L'arte di Meneghetti è un insieme di colori e segni in cui si può
cogliere l'essenza dell'esistenza stessa. La mostra porta a Torino alcune tra le opere più
significative del maestro che comprendono dipinti, sculture e oggetti di design che per la
maggiore parte sono in vetro realizzati a Murano. L'arte di Meneghetti approda a Torino dopo
essere stato esposta in prestigiosi musei e sedi istituzionali in diverse parti del mondo - come
la Rocca Paolina di Perugia, Castel dell'Ovo a Napoli, Palazzo della Civiltà a Roma, le
Corderie dell'Arsenale e Palazzo Ducale a Venezia oltre che a San Pietroburgo, Brasilia,
Pechino e recentemente al Museo del Vittoriano a Roma. L'esposizione torinese si concentra
in particolare sui lavori in vetro nei quali l'intenzione dell'artista è tutta volta a catturare la luce
e a "disegnare" con essa. Una significativa testimonianza del suo lavoro è evidente a Lizori,
borgo medioevale tra Spoleto e Assisi dove ha vissuto dal 1976 iniziandone il recupero.
Questo luogo magico si è trasformato nel corso degli anni in un centro di riferimento della
cultura artistica e scientifica internazionale così come il centro di Marudo nel Lodigiano. In
occasione della mostra, sarà possibile vedere due video proiezioni che mostrano alcuni
momenti importanti dell'eclettica produzione del Maestro. A disposizione per tutta la durata
dell'esposizione, il volume "Antonio Meneghetti", edito da Gli Ori opera fondamentale per
comprenderne l'arte e la vita. Orario: lunedì, martedì, giovedi, venerdì dalle 9 alle 18; sabato e
domenica dalle 10 alle 19; mercoledì chiuso. Ingresso: intero 8 euro; ridotto (under 26 e over
65) 6 euro; gratuito bambini fino a 12 anni, disabili e un loro accompagnatore. Info:
[email protected] - www.officinadellascrittura.it - 011.0343090
fino al 23/05/2017
ore 18:30
Torino
Strada da Bertolla all'Abbadia di Stura 200
CASELLE - THOMAS BAYRLE ALL'AEROPORTO DI TORINO
Artissima, Fiera Internazionale di Arte Contemporanea, in occasione dell'edizione 2016
presenta "Flying Home", un progetto collaterale inedito, appositamente concepito per la città,
realizzato in collaborazione con l'Aeroporto di Torino e curato da Sarah Cosulich. Torino
Airport | Sagat si presenta per la prima volta come partner impegnato nella progettazione di
un'iniziativa di produzione artistica, accogliendo la sfida di Artissima di sperimentare modelli
nuovi e contaminare luoghi inaspettati e pubblici diversi. Due soggetti della città
apparentemente distanti collaborano a un'iniziativa culturale sorprendente, invitando il grande
artista tedesco Thomas Bayrle a proporre un'opera specifica per lo scalo torinese. Thomas
Bayrle (Berlino, 1937) è considerato il pioniere del movimento Pop tedesco. Anticipatore del
linguaggio digitale prima che questo potesse essere immaginato, l'artista tedesco ha costruito
fin dagli anni Sessanta immagini totali attraverso l'utilizzo della stessa immagine (o di piccole
immagini correlate) ripetute infinitamente come tante unità di un unico ideale insieme.
L'aeroporto, luogo di transito in cui migliaia di vite si incrociano quotidianamente, è
particolarmente significativo e ricorrente nella ricerca di Bayrle che nel suo lavoro rivela
dinamiche della nostra società, del nostro muoverci nello spazio, dell'economia, della
tecnologia fino alla religione, tutte in connessione tra loro perché guidate da un fondamentale
principio di ripetizione. Autore di una forma di "digitalizzazione artigianale", Bayrle ha costruito
"a mano" ciò che anni dopo il computer avrebbe processato automaticamente: disegna,
stampa, distorce, ritaglia e ricompone le unità per poi costituire l'insieme. Con "Flying Home"
Thomas Bayrle sceglie l'area ritiro bagagli per trasformarla in un inaspettato e stimolante
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spazio espositivo denso di messaggi. Attraverso un'inedita sequenza di immagini, l'artista
svela i meccanismi di costruzione della sua mastodontica opera Flugzeug del 1984, un aereo
fatto da un milione di piccoli aerei su una superficie di 96 metri quadrati. L'aeroplano
raffigurato in "Flying Home" è quello realizzato nel 1980 per Lufthansa quando Bayrle,
affascinato dal messaggio di velocità, tecnologia e futuro che la compagnia aerea
rappresentava, aveva stampato l'opera in tiratura limitata per poi distribuirla ai passeggeri. La
matrice Lufthansa, una serigrafia composta da 1.960 piccoli aerei, modificata e alterata nelle
tante unità necessarie, era diventata nel 1984 uno delle centinaia di moduli dell'aereo gigante
Flugzeug. In "Flying Home" la matrice acquisisce un ulteriore livello: la presenza umana, la
collaborazione, l'interazione, il gesto e la tridimensionalità. Per la prima volta Bayrle mette in
luce la complessa elaborazione manuale della sua opera, svelando il backstage e facendo
riferimento al complesso meccanismo che permette il funzionamento dell'aeroporto stesso,
quel lato umano nascosto ma fondamentale nella definizione dell'insieme. Il progetto di
Artissima con l'Aereoporto di Torino collega la città in modo coinvolgente attraverso l'arte,
accogliendo tutti i viaggiatori in arrivo. Per i non-viaggiatori sarà disponibile un calendario di
visite speciali consultabile sul sito di Artissima e dell'Aeroporto. La visita all'installazione di
Thomas Bayrle è gratuita. L'installazione è ubicata nell'atrio riconsegna bagagli dell'Aeroporto
di Torino. Per partecipare alla visita, è necessario presentarsi muniti di un documento di
identità in corso di validità. L'accredito avverrà 30 minuti prima dell'inizio della visita, al livello
"Arrivi". Per motivi di sicurezza, solo i visitatori prenotati potranno partecipare alle visite. La
procedura di ingresso disposta dall'Aeroporto di Torino prevede il passaggio al metal-detector.
Per visitare l'installazione è necessario compilare il form sul sito:
http://www.aeroportoditorino.it/it/tolive/news-e-servizi/flying-home
fino al 28/05/2017
ore 15:00
Caselle (TO)
Strada Aeroporto 12
NUOVA ROTAZIONE DI STAMPE E DIPINTI NELLA GALLERIA GIAPPONESE AL MAO
"Il giovane Kunisada e la scuola di Osaka", rotazione di stampe e dipinti nella Galleria
giapponese. A partire da martedì 24 gennaio il percorso espositivo delle stampe sarà
completamente rinnovato: a quelle attualmente esposte subentreranno xilografie che
raffigurano scene del teatro kabuki nel ventennio 1815-1835, periodo di affermazione della
grande scuola Utagawa di Edo (Tokyo) in questo filone dell'ukiyo-e, attraverso le opere di uno
dei suoi maggiori esponenti, Kunisada (1786-1864). Il suo stile eclettico, profondamente
influenzato dal caposcuola Toyokuni (1769-1825), viene messo a confronto con le produzioni
coeve degli artisti operanti nel Kansai, raggruppati sotto la dicitura "Scuola di Osaka": essi
diedero vita a uno stile regionale piuttosto uniforme, caratterizzato da una certa spigolosità
delle figure che le rende quasi monumentali. Oltre al corpus principale delle stampe kabuki,
verrà trattato il tema del paesaggio attraverso alcune composizioni in formato verticale tratte
da serie famose di Utagawa Hiroshige (1797-1858). Nella sala principale al secondo piano
saranno invece riproposti otto kakemono (dipinti in formato verticale) che forniscono un
assaggio della variegata produzione pittorica nipponica tra la fine del XVI e la seconda metà
del XIX secolo. Di questa rotazione particolarmente preziosa si segnalano dei dipinti a
inchiostro monocromo, su seta o su carta: un etereo paesaggio nello stile del grande maestro
di scuola Kano, Tan'yu (1602-1674); il tema Zen del "Gibbone che afferra il riflesso della luna
nell'acqua", dipinto da Kaiho Yusho (1533-1615), e un piccolo fugu (pesce palla) che reca la
firma del famoso Katsushika Hokusai (1760-1849). Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato
e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8
euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 www.maotorino.it
fino al 28/05/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
TORINOSETTE
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PINEROLO - "DIETRO LE QUINTE FACE TO FACE" AL TEATRO SOCIALE
"#dietrolequintefacetoface", esposizione di lavori contemporanei negli spazi destinati al
pubblico del Teatro Sociale di Pinerolo. In mostra lavori di Angelo Barile, Lidia Bachis,Silvia
Beccaria, Luca Bernardelli, Caty Bruno, Antonella Casazza, Anna Maria Colace, Chen Li,
Ridha Dhib, Gerardo Gerry Di Fonzo, Domenico Doglio, Chiara Ferrin, Loredana Galante,
Rosanna Giani, Elisa Filomena, Laura Govoni, Tere Grindatto, Nadia Magnabosco, Moho,
Martha Nieuwenhuijs, Stefania Misale, Andrea Nisbet, Corrado Porchietti,Serghej Potapenko,
Benedetta Picco, Francesco Sambo, Luca Storero, Vania Elettra Tam, Alessandro Vargiu,
Sabina Villa. Info: 333.4249372 - www.epa.it. Sabato 3 dicembre alle 15,30 visita guidata, in
occasione della quale agli artisti già presenti nella collettiva saranno aggiunte opere di:
Augusto Cantamessa, Graziella Dotti, Mimmo La Grotteria, Gianpiero Viglino.
fino al 31/05/2017
ore 19:00
Pinerolo (TO)
Piazza Vittorio Veneto
"WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR" AL FORTE DI BARD
In mostra in esclusiva per l'Italia le immagini premiate alla 52esima edizione della mostra
"Wildlife Photographer of the Year", promossa dal Natural History Museum di Londra. Il
pubblico potrà ammirare un'emozionante gallery che ripercorre gli scatti più spettacolari
realizzati nel 2016: 100 immagini che testimoniano il lato più affascinante del mondo animale e
vegetale, spaziando da sorprendenti ritrattirubati ai più sublimi paesaggi del nostro pianeta.
Vincitore assoluto, il fotografo americano Tim Laman con lo scatto "Vite intrecciate": la
fotografia immortala un orangotango del Borneo che si arrampica sul tronco di un albero,
come una fuga simbolica dalla distruzione della foresta pluviale indonesiana, suo habitat
naturale. Ha invece 16 anni l'autore del miglior scatto per la categoria giovani: dalla Gran
Bretagna, Gideon Knight ha catturato la silhouette di un corvo e del sicomoro su cui riposa,
poetiche figure nere che si stagliano contro il profondo blu e la luna di un magico cielo
notturno. Molti nomi italiani tra gli autori degli scatti esposti, tra i quali i finalisti Walter Bassi,
con "Verme ipnotico" (categoria Invertebrati), Hugo Wassermann con "Ritiro alpino" (Ambiente
Urbano), Fortunato Gatto con "Dopo la tempesta" (categoria Terra), Stefano Baglioni con
"Piccola Stella" (categoria Piante e funghi) e Nicola Di Sario con "Luce degli occhi" (categoria
Bianco e nero). Vincitori invece, rispettivamente per le categorie Rettili, anfibi e pesci, Piante e
funghi e Sul territorio i tre reporter naturalistici Marco Colombo, con "Piccolo Tesoro", Valter
Binotto con "La composizione del vento" e Stefano Unterhiner con "Spirito delle montagne".
Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude
un'ora prima del Forte. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo Wildlife + Doisneau: intero
12 euro; ridotto 8 euro. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"DISCOVERING TIZIANO" AL FORTE DI BARD
Come dipingeva Tiziano? Quale forza creativa ispirava il suo pennello? Perché tornava a
distanza di tempo sullo stesso soggetto? Quale differenza c'è tra una replica e una copia?
L'evento "Discovering Tiziano" tenta di rispondere a queste domande presentando, dall'11
marzo al 4 giugno all'interno della Cappella della fortezza, il capolavoro "Deposizione di Gesù
Cristo al Sepolcro" (olio su tela, 138 x 177 cm, collezione privata). Nell'occasione, saranno
presentati i risultati dello studio iconografico e storico-artistico svolti sull'opera che hanno
determinato l'attribuzione al grande pittore cinquecentesco. Sabato 11 marzo alle 16.30, si
terrà un incontro con Antonio Paolucci, storico dell'arte, già Ministro per i Beni e le Attività
Culturali e direttore dei Musei Vaticani, che illustrerà la vicenda attributiva e le caratteristiche
del grande olio su tela riscoperto dallo storico dell'arte Andrea Donati. Ingresso su
prenotazione sino a esaurimento dei posti disponibili (0125.833816 - [email protected]).
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Tiziano dipinse almeno quattro dipinti della Deposizione: il primo e più antico (risalente al
1526-1527) è al Louvre, il secondo è andato perduto, il terzo e il quarto si trovano al Prado, il
quinto alla Pinacoteca Ambrosiana. Una sesta versione della Deposizione di Tiziano,
cronologicamente anteriore a quella dell'Ambrosiana e unanimemente considerata l'ultima e
incompiuta, proveniente dalla collezione italo-spagnola de la Riva-Agüero e Francesca Basso
della Rovere, è stata riscoperta da Andrea Donati ed esposta al Forte di Bard. La
presentazione dell'opera è accompagnata dal filmato "Scoprire Tiziano. Indagine sulla pittura",
ideato su progetto di Andrea Donati, realizzato in collaborazione con il Seminario Patriarcale di
Venezia, la Pinacoteca Manfrediana e la Basilica di Santa Maria della Salute (2016). Orario:
da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora
prima del Forte. Ingresso libero. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 16:30
Bard (AO)
Forte di Bard
BRUNO MUNARI AL MUSEO ETTORE FICO
"Bruno Munari. Artista Totale". Curata da Claudio Cerritelli (autore anche del saggio storicocritico in catalogo), la rassegna dedicata a Munari (Milano 1907-1998) costituisce un
significativo documento di un'esperienza originale e multiforme, caratterizzata dalla
realizzazione di sculture, collage, dipinti, oggetti di industrial design, lavori di grafica editoriale
e dalle collaborazioni con Einaudi, Scheiwiller e Corraini. Invitato alla Biennale di Venezia e
alla Quadriennale di Roma, l'attività di Munari si è sviluppata secondo una visione e una
creatività in cui - suggerisce l'artista - è necessario "conservare lo spirito dell'infanzia dentro di
sè per tutta la vita". E dalla tempera "Futurista" del 1931 alla "Scultura da viaggio", fluisce la
mostra torinese che annovera opere come "Prova d'autore", un collage di campioni tessuti
stampati, la singolare "Macchina inutile", in metallo, fili di nylon e nastro adesivo, il dipinto
"Negativo-Positivo" e la xilografia "Autoritratto". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e
domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto
8 euro (over 65, insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26
anni e gruppi di minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati,
persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card.
Info: 011.853065 - www.museofico.it
fino al 11/06/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
"PITTURA ANALITICA: IERI E OGGI" ALLA GALLERIA MAZZOLENI
"Pittura Analitica: ieri e oggi", a cura di Alberto Fiz, un'ampia rassegna dedicata alla Pittura
Analitica, tra le più significative e influenti esperienze artistiche del dopoguerra. La mostra,
allestita sui tre piani dello spazio torinese, propone un confronto particolarmente eloquente tra
le esperienze dell'inizio degli anni settanta e quelle dell'ultimo decennio dei 14 protagonisti
dell'esperienza artistica: Carlo Battaglia (1933-2005), Enzo Cacciola (1945), Vincenzo
Cecchini (1934), Paolo Cotani (1940-2011), Marco Gastini (1938), Giorgio Griffa (1936),
Riccardo Guarneri (1933), Elio Marchegiani (1929), Paolo Masi (1933), Carmengloria Morales
(1942), Claudio Olivieri (1934), Pino Pinelli (1938), Claudio Verna (1937) e Gianfranco
Zappettini (1939). In linea con altri movimenti artistici europei come Supports/Surfaces in
Francia ed esperienze come la Pittura Radicale in Germania, la Pittura Analitica emerge in
Italia a partire dagli anni settanta per riappropriarsi di un linguaggio che sembrava tramontato
e sviluppare una rinnovata creatività dove il manufatto recupera un proprio ruolo, così come il
processo operativo. Un movimento, dunque, a vocazione internazionale (Robert Ryman,
Agnes Martin, Barnett Newman, Piero Manzoni sono stati riferimenti fondamentali) che oggi
sta riscuotendo ampi consensi. Tra le tante iniziative recenti va ricordata "Gli anni della Pittura
Analitca", la rassegna che si è svolta lo scorso anno al Palazzo della Gran Guardia di Verona.
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Ma non mancheranno i riscontri anche nella prossima edizione della Biennale di Venezia dove
la direttrice Christine Macel ha invitato Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri. Orario: dal martedì
al sabato 10.30-13 e 16-19; domenica su appuntamento; lunedì chiuso. Info: 011.534473 [email protected]
fino al 11/06/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Solferino 2
"DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL'ORDINE" AL MUSEO ACCORSI-OMETTO
La mostra "Dal Futurismo al Ritorno all'ordine. Pittura italiana del decennio cruciale
1910-1920", curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio
Berman di Giuliana Godio, presenta 72 dipinti che ripercorrono, per la prima volta in una
visione complessiva, il clima culturale italiano delle nuove tendenze artistiche del decennio
1910-1920. Partendo dal Futurismo storico (Marinetti, Boccioni, Balla, Carrà, Severini,
Russolo, Depero) e passando dal Primitivismo (Carrà, Soffici, Garbari) e dal Secessionismo di
area italiana (Casorati, Moggioli, Trentini, Rossi, Ferrazzi, Chini, Lionne, Oppo) si arriva
all'altra "faccia della modernità", ossia la Metafisica (De Chirico, Carrà, Morandi, de Pisis) e al
cosiddetto "Ritorno all'ordine" (Casorati, Soffici, Funi, Guidi), con il recupero dell'antico
mediato dalle recenti avanguardie. L'esposizione continua il percorso di approfondimento delle
tendenze pittoriche italiane del Novecento che il Museo ha intrapreso nel 2015 con la
rassegna dedicata al "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla". Orario: da
martedì a venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-13 e 14-19; lunedì chiuso.
Ingresso mostra: intero euro 8; ridotto euro 6 (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni).
Mostra con visita guidata (da martedì a venerdì ore 11 e 17; sabato, domenica e festivi anche
ore 18): intero 12 euro; rid. 10 euro; con Abbonamento Musei 4 euro. Info: 011.837688 int. 3 [email protected] - www.fondazioneaccorsi-ometto.it. Domenica 19 marzo alle
10,30 conversazione d'arte dal titolo "I futuristi italiani a Parigi e l'incontro/scontro con il
Cubismo", a cura di Anna Maria Cavanna, storica dell'arte. Costo approfondimento: intero 18
euro; ridotto 15 euro (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni); possessori Abbonamento
Musei e Torino + Piemonte Card 6 euro. Prenotazione obbligatoria 011.837688 int. 3
fino al 18/06/2017
ore 10:00
Torino
Via Po 55
"PITTURA COME SCULTURA" IN GALLERIA SABAUDA
"Confronti/3 - Pittura come scultura - Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo". La
protagonista di questo terzo appuntamento con "Confronti", lo spazio della Galleria Sabauda
dedicato all'incontro tra opere, è la "Madonna dei Miracoli", così chiamata perché a lei viene
attribuito il merito di aver debellato la pestilenza che affliggeva la città di Milano nel 1485. La
pala è presentata all'interno della Spazio Confronti insieme al bozzetto in terracotta della
Vergine, modellato da Cerano in età giovanile. Il confronto consente di apprezzare la
poliedricità di uno dei massimi protagonisti del Seicento lombardo. Dopo il successo di
"Venere incontra Venere", dedicata ai due dipinti di Botticelli, e quello che vedeva protagonista
i bambini di Boldini e Van Dyck, che raccontava due modi di vedere l'infanzia a distanza di
secoli uno dall'altro, è ora il momento de "La Madonna dei Miracoli di Santa Maria presso San
Celso venerata da San Francesco e dal Beato Carlo Borromeo", dipinta da Giovan Battista
Crespi detto il Cerano. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19. Ingresso: intero 12 euro;
ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con
scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri
ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e della
Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima della
chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] -
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www.museireali.beniculturali.it
fino al 18/06/2017
ore 14:00
Torino
Piazzetta Reale 1
"CAVALIERI D'ORIENTE" AL MAO
Il MAO espone all'ultimo piano di Palazzo Mazzonis una piccola ma preziosa selezione di
tessuti. Per la prima volta dall'apertura del Museo questi verranno sostituiti con un gruppo di
tessuti legati alla cavalcatura, tema molto interessante e poco conosciuto in Occidente.
L'esposizione "Cavalieri d'Oriente" presenta al pubblico un aspetto insolito della tradizione
tessile orientale, presentando coperte da cavallo e da sella preziose e sfarzose e altre di uso
più comune, restituendo così il duplice aspetto di oggetto d'uso quotidiano e di simbolo di
ricchezza e fasto. L'usanza di riservare coperture in tessuto alle cavalcature prestigiose
appare piuttosto antica, come testimoniato dalle miniature di scuola timuride e safavide, dove i
cavalli sono ornati di con ampie gauldrappe o con selle con apparato iconografico che
richiama i tappeti ricchi di volute floreali. In Persia, dove l'equitazione e l'allevamento dei
cavalli sono considerate nobili arti, le coperture da cavallo e le selle sono prodotte sia in
laboratori cittadini sia in zone rurali. Tra le popolazioni nomadi tale manufatto doveva e deve
essere sempre presente nella dote che la sposa porta in dono al consorte. In ambito ottomano
i cavalli erano ornati in modo sfarzoso anche in tempo di pace come simbolo di potere.
Contestualmente verrà messa in risalto al centro della Galleria un'opera delle collezioni del
Museo un vaso di pregevolissima fattura a forma di cavallo con cavaliere del XIII secolo
proveniente dall'Iran centrale. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19.
La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18
anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 25/06/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
DYLAN JONAS STONE E BETH CAMPBELL AL MUSLI
"The Paper Theatre and The Magic Lantern", mostra di Dylan Jonas Stone e Beth Campbell.
L'esposizione costituisce il coronamento della collaborazione instaurata tra Stone e il museo
due anni fa, che ha portato l'artista a realizzare una serie di linoleografie (stampe da incisioni
su linoleum) e installazioni di carta ispirate ai giochi e ai libri esposti al Musli. Per l'occasione,
Stone ha coinvolto un'amica, Beth Campbell, che è intervenuta su una moltitudine di figurine a
forma di mano, assemblate in tre sculture mobili che scendono dal soffitto come una pioggia
leggera. Nelle opere di Stone - circa duecento - si può leggere invece una sorta d'intento
autobiografico, un viaggio tra i giocattoli e le attività che l'hanno appassionato da bambino. Si
comincia con una lanterna magica, di cui l'artista illustra il funzionamento su sei stampe
circondate da piccoli prosceni in cartoncino. Scelta non casuale, dal momento che Stone, figlio
di produttori cinematografici, insegna a sua volta cinema a Londra e alla Scuola Holden di
Torino. Così come non è casuale la scelta di esporre una pressa a soffietto per far seccare
fiori e foglie, un oggetto che racconta la passione di Stone per la memoria e l'archiviazione del
reale, testimoniata da opere come "Drugstore Photographs or A Trip Along the Yangtze River",
una raccolta di 26.000 fotografie che documentano 526 isolati di Manhattan, esposta al Moma
Ps1 nel 2000. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e la domenica dalle 15,30 alle
18,30. Ingresso: 4 euro; gratuito con tessera Abbonamento Musei. Info: 011.19784944 www.fondazionetancredidibarolo.com
fino al 30/06/2017
ore 17:00
Torino
Via Corte d?Appello 20/C
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FOSSANO - "CARAVAGGIO. LA MOSTRA IMPOSSIBILE" AL CASTELLO DEGLI ACAJA
Quando si pensa ai grandi maestri dell'arte non si può fare a meno di citare Michelangelo
Merisi noto come Caravaggio. L'artista, che visse sul finire del XVI secolo e iniziò a muoversi
dalle secche del manierismo verso uno stile pittorico che prediligeva la realtà al culto della
bellezza classica, è il protagonista dell'esposizione "Caravaggio. La mostra impossibile".
Nonostante la sua breve vita, Caravaggio ebbe una ricca produzione che oggi si trova in
autorevoli musei del mondo, collezioni private e chiese. Ammirare in un unico spazio
capolavori come "Giovane con canestro di frutta", "Bacco", "Giuditta e Oloferne", "Sacrificio
d'Isacco", "Incredulità di San Tommaso", "Flagellazione di Cristo alla colonna", "David con la
testa di Golia", le due versioni della "Cena di Emmaus", solo per citare qualche titolo, risulta
impossibile per problemi legati allo stato di conservazione, alla complessità degli apparati
allestitivi, alla rimozione delle opere dai loro luoghi originali, ai rischi del trasporto. Per questo
l'esposizione, ideata da Renato Parascandolo con la direzione scientifica del professor
Ferdinando Bologna, e realizzata dalla Rai prende spunto da un'istanza di democrazia
culturale: e cioè presentare in un unico spazio espositivo, in dimensioni reali (scala 1:1),
l'opera omnia di un pittore sotto forma di riproduzioni ad altissima definizione. E in questo caso
l'oggetto, anzi gli oggetti, sono i 41 dipinti di Caravaggio. Orario: venerdì 15-22, sabato e
domenica 10-19. Ingresso: 10 euro.
fino al 02/07/2017
ore 15:00
Fossano (CN)
Via Vescovado 8
"L'EMOZIONE DEI COLORI NELL'ARTE" ALLA GAM
La mostra "L'emozione dei colori nell'arte" è presentata nella Manica Lunga del Castello di
Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e nelle sale della GAM-Galleria Civica d'Arte Moderna e
Contemporanea di Torino, con l'esposizione di una straordinaria raccolta di 400 opere d'arte
realizzate da oltre 130 artisti provenienti da tutto il mondo che datano dalla fine del Settecento
al presente. La mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l'esperienza e l'uso del
colore nell'arte. Attraverso una molteplicità di racconti e presentazioni di opere d'arte
importanti, si affronta l'uso del colore da svariati punti di vista, tra i quali quello filosofico,
biologico, quello antropologico e quello neuroscientifico. "Durante il secolo scorso sono state
organizzate numerose mostre sul colore a partire dalle teorie della percezione divenute
popolari negli anni Sessanta. Quel tipo di approccio discende da una nozione universalistica
della percezione e da una sua pretesa valenza oggettiva, molto distante dalla consapevolezza
odierna della complessità di significati racchiusa nel colore", afferma Carolyn ChristovBakargiev. La mostra indaga l'utilizzo del colore nell'arte dando conto di movimenti e ricerche
artistiche che si discostano dalle storie canoniche sul colore e l'astrazione, attraverso
molteplici narrazioni che si ricollegano alla memoria, alla spiritualità, alla politica, alla
psicologia e alla sinestesia. Le opere provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia
di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il
Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la
AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la
Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez
Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM - Torino e Castello di Rivoli e da numerose
collezioni private. I precedenti dell'arte astratta moderna sono indagati attraverso opere dei
seguaci Hindu Tantra (XVIII secolo) e dei Teosofisti (XIX secolo) che utilizzavano le formecolore come fonti per la meditazione e la trasmissione immateriale del pensiero. Il punto di
avvio nell'astrazione teosofica è legato alle ricerche di Annie Besant (1847-1933), la quale
scrisse attorno al 1904, "dipingere le forme vestite dalla luce di altri mondi con i colori ottusi
della terra è un compito arduo; esprimiamo gratitudine a chi ha tentato di farlo. Avrebbero
bisogno di fuoco colorato, ma hanno solo pigmenti e terre a disposizione". Alla fine del
Settecento, Isaac Newton scopre che i colori che vediamo corrispondono a specifiche e
oggettive onde elettromagnetiche non assorbite da materiali. Johann Wolfgang von Goethe,
che pubblica nel 1810 la sua "Zur Farbenlehre" ("La teoria dei colori") si oppone a Newton,
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affermando che i colori sono prodotti dalla mente e non oggettivi. Goethe scopre il fenomeno
degli "Afterimage colors" (il fatto che l'occhio umano percepisce come immagine residua il
colore complementare a un colore osservato con persistenza su di una superficie bianca).
All'epoca prevalse la teoria di Newton. L'Ottocento è anche il secolo del grande sviluppo della
chimica e della scoperta dei colori sintetici derivati dal catrame di carbone. Nell'Ottocento e
Novecento si sviluppa la standardizzazione industriale dei colori con i vari codici RAL e
Pantone. Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e
psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso
profondamente libertario. Con il relativismo culturale che caratterizza l'epoca attuale e
attraverso le recenti ricerche neuroscientifiche, si torna alla visione di Goethe, attribuendovi un
valore nuovo. "L'emozione dei colori nell'arte" riflette sul tema da un punto di vista che tiene
conto della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo. Si pone in discussione la
standardizzazione nell'uso del colore nell'era digitale, standardizzazione che riduce
sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale. Nel corso della mostra,
il neuroscienziato Vittorio Gallese - che insieme a Giacomo Rizzolati ha scoperto i neuroni
specchio - dirigerà, per la prima volta a livello mondiale, un laboratorio di studio
neuroscientifico incentrato sull'esperienza del pubblico di fronte a opere d'arte. In mostra
opere di: Anonymous Tantra drawings, Isaac Newton, Johann Wolfgang von Goethe, William
Turner, Friedlieb Ferdinand Runge, Michel Eugène Chevreul, Antonio Mancini, Édouard
Manet, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Annie Besant, Lea Porsager, Erin Hayden, Stanislao
Lepri, Mikalojus Konstantinas Ciurlionis, Piet Mondrian, Gabriele Münter, Wassily Kandinsky,
Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin, Edvard Munch, Hans Richter, Henri Matisse,
Leo Gestel, Luigi Russolo, Frantisek Kupka, Giacomo Balla, Hilma af Klint, Paul Klee,
Johannes Itten, Fortunato Depero, Sonia Delaunay, Oskar Fischinger, Francis Picabia,
Alexander Calder, Josef Albers, Mario Nigro, Giulio Turcato, Nicolas De Staël, Hans Hofmann,
Mark Rothko, Pinot Gallizio, Karel Appel, Asger Jorn, Paul Guiragossian, Fahrelnissa Zeid,
Atsuko Tanaka, Shozo Shimamoto, Lucio Fontana, Yves Klein, Enrico Castellani, Piero
Dorazio, Carla Accardi, Victor Vasarely, Tancredi Parmeggiani, Giulio Paolini, Mario Schifano,
Alejandro Puente, Sergio Lombardo, Estuardo Maldonado, Carlos Cruz-Diez, Luis Tomasello,
Warlimpirrnga Tjapaltjarri, Kenny Williams Tjampitjinpa, Michelangelo Pistoletto, Arman, Andy
Warhol, Gerhard Richter, Alighiero Boetti, Ellsworth Kelly, Donald Judd, Dan Flavin, James
Turrell, Jordan Belson, James Whitney, John Latham, Pietro Caracciolo / Agata Marta Soccini
/ Ruben Spini, Gustav Metzger, Claude Bellegarde, Gruppo MID, Rupprecht Geiger, Piero
Gilardi, Pino Pascali, Helio Oiticica, Raymundo Amado, André Cadere, Franz Erhard Walther,
Bas Jan Ader, Lawrence Weiner, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Lothar Baumgarten, Mel
Bochner, John Baldessari, Robert Barry, Sigmar Polke, Gotthard Graubner, Giorgio Griffa,
Channa Horwitz, Nicola De Maria, Tony Cragg, Anish Kapoor, Ettore Spalletti, Haim
Steinbach, Wolfgang Laib, Katharina Fritsch, David Hammons, Irma Blank, Thomas Ruff,
Damien Hirst, Liam Gillick, Jim Lambie, Arturo Herrera, Olafur Eliasson, Walid Raad & The
Atlas Group, Edi Rama, Anri Sala, Ryan Gander, Ed Atkins, Hito Steyerl, Theaster Gates, Etel
Adnan, Eugénie Paultre, Giuliano Dal Molin, Cheyney Thompson, Ye Xianyan, Maria Morganti,
Mika Tajima, Basim Magdy, Rose Shakinovsky, Simon Starling, Moon Kyungwon & Jeon
Joonho, Asli Çavusoglu, Lara Favaretto, Liu Wei, Kerstin Brätsch, Camille Henrot, Heather
Phillipson, Otobong Nkanga, Bracha Ettinger, Vittorio Gallese & Martina Ardizzi / Università di
Parma. Orario: da martedì a domenica 10-18; la biglietteria chiude sempre un'ora prima.
Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro per possessori biglietto Castello di Rivoli. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it
fino al 23/07/2017
ore 10:00
Torino
Via Magenta 31
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DEL COSTUME E DELLE TRADIZIONI
DELLE GENTI ALPINE
TORINOSETTE
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Una mostra lunga un anno, un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle stagioni. Questa
l'idea alle spalle della mostra "Sulle Ali delle Api", acquarelli floreali di Gianna Tuninetti, che
sarà inaugurata domenica 25 settembre alle ore 11.30, nell'ambito della Festa d'Autunno, il
Museo del Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine, nella borgata Rivets. Per l'occasione
il Museo ha programmato un'apertura straordinaria per la "Festa d'Autunno" sabato 24 e
domenica 25 settembre dalle ore 16.00 alle 18.00. Dopo la pausa autunnale, il museo riaprirà
dal 29 ottobre al 17 dicembre tutti i sabati con medesimo orario e successivamente con
calendario dedicato alle festività natalizie. "Sulle Ali delle Api" presenta un centinaio di opere in
un percorso artistico e culturale lungo un intero anno. Cento acquarelli, ospitati nei suggestivi
ambienti del Museo, dieci anni dopo l'esposizione "Fratello Fiore e Sorella Montagna" che
risale al periodo olimpico. Le prime 50 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
saranno esposte dal 25 settembre 2016 a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle
meraviglie della flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e
dell'estate impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Info:
[email protected] - 0122.78800 - [email protected] 0122.741728 - [email protected] - www.giannatuninetti.it - 011.9450807
fino al 03/09/2017
ore 16:00
Pragelato (TO)
Borgata Rivets
"KESA - SIMMETRIE E ASIMMETRIE NEI MANTELLI MONASTICI" AL MAO
Il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di tre kesa e di altre opere al
secondo piano della sezione giapponese. I kesa sono preziosi mantelli rituali indossati dai
monaci buddhisti che si compongono di diversi pezzi di stoffa uniti da cuciture sovrapposte.
Giocano un ruolo molto importante nella pratica buddhista poiché il dono di un tessuto
conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il
monaco. La rotazione prevede l'esposizione di tre esemplari del XIX secolo. Il kesa a disegni
geometrici romboidali risale agli anni di passaggio tra il periodo Edo (1603-1868) e l'era
riformista Meiji (1868-1912), e nella sua simmetria appare più sobrio di gran parte dei tessuti
giapponesi in possesso del MAO. Nel kesa con motivi floreali, simboli augurali e draghi
predominano i motivi decorativi floreali: grandi crisantemi e peonie si intrecciano a fiori più
piccoli, stilizzati e arabescati. L'andamento sinuoso degli steli tra un fiore e l'altro crea la
sensazione di un moto ondeggiante che conferisce eleganza all'intero impianto decorativo. I
simboli augurali, nonché l'impiego di vivaci colori, fanno supporre che si tratti di un tessuto di
origine cinese. Nel kesa con motivi di aceri, crisantemi, pini, ventagli, onde e cascata
l'elemento ricorrente è l'acqua nelle sue diverse forme: il moto ondoso dei flutti increspati si
alterna al dinamismo curvilineo dei corsi fluviali, a loro volta in contrasto con la linearità dello
scroscio di una cascata. Anche i paraventi esposti nella sezione giapponese del MAO hanno
bisogno di essere messi periodicamente a riposo, come tutti i materiali più delicati delle nostre
collezioni. Nella stessa sala che ospita i kesa, il paravento questa volta verrà sostituito da due
opere di natura diversa: la prima è un grande kakemono (dipinto su rotolo verticale) realizzato
nel terzo quarto del XIX secolo; ne è protagonista il Buddha storico ritratto in Parinirvana,
ovvero nell'attimo in cui cessa la sua esistenza fisica per estinguersi nel nirvana. Completa la
rotazione un raro contenitore per sutra (scritture buddhiste) in pietra con iscrizione datante
1127. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati
Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 15/10/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
Venerdì 17 Marzo 2017
TORINOSETTE
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ROBERT MAPPLETHORPE ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
La Galleria Franco Noero ospita per la prima volta all'interno dello spazio espositivo di Piazza
Carignano una personale di Robert Mapplethorpe, mostra che continua la collaborazione tra la
galleria italiana e The Robert Mapplethorpe Foundation. Robert Mapplethorpe, straordinario e
controverso esponente dell'avanguardia americana, è ancora oggi simbolo anticonformista di
una contemporaneità senza tempo, avendo saputo impersonare un senso estremo di libertà
che si esprime costantemente nell'intreccio tra la sua pratica artistica, gli aspetti privati e intimi
della sua vita personale, i suoi compagni di strada, le celebrità e il pubblico. La selezione di
fotografie in mostra presenterà una sequenza di associazioni, somiglianze e contrasti declinati
nelle composizioni e nei generi cari all'artista: ritratto, natura morta, nudi maschili e femminili,
parti del corpo e sensualità. Si tratta di un viaggio che spazia dalla freschezza adamantina
dell'occhio giovanile dell'artista negli Settanta, caratterizzati da una insaziabile curiosità nutrita
dalla fame di scoperta, ai momenti più stratificati e sofisticati degli anni Ottanta, venati di sottile
edonismo e sapiente raffinatezza. Nei suoi scatti si rivela costantemente una profonda
passione per la scultura classica in dialogo con una acuta conoscenza della stessa: la
precisione formale e stilistica è il terreno su cui Mapplethorpe dimostra la sua abilità di cogliere
l'inaspettato e creare un senso di misterioso stupore, nel contrasto mozzafiato tra luce e
ombra. Robert Mapplethorpe (New York 1946 - Boston, MA 1989), ha studiato disegno, pittura
e scultura al Pratt Institute di Brooklyn, per poi iniziare una carriera come artista e fotografo
che lo ha portato ad esporre il suo lavoro in una innumerevole serie di mostre personali nelle
Istituzioni di tutto il mondo, a partire dalla prima grande retrospettiva dedicatagli dal Whitney
Museum of American Art di New York nel 1988, un anno prima della sua morte. Nello stesso
anno Mapplethorpe ha dato vita alla Fondazione che porta il suo nome, dedicata a
promuovere la fotografia, dare supporto ai Musei che la espongono, e a raccogliere fondi per
la ricerca medica contro l'AIDS e contro le malattie ad esso correlate. Il lavoro dell'artista è
presente nelle collezioni dei maggiori Musei internazionali e la sua importanza storica e
sociale continua ad essere oggetto di rilevanti mostre personali nel mondo. Due prestigiose
retrospettive gli sono attualmente dedicate al The J. Paul Getty Museum e al LACMA,
entrambe a Los Angeles. Orario: da martedì a sabato 12-20. Info: 011.882208 [email protected] - www.franconoero.com. Prorogata fino al 18 marzo.
fino al 18/03/2017
ore 12:00
Torino
Piazza Carignano 2
ENRICA BORGHI E ISABELLA NAZZARRI ALLA GALLERIA OPERE SCELTE
"Evolutionary patterns", personale di Enrica Borghi ed Isabella Nazzarri, a cura di Roberto
Mastroianni. Orario: martedì-sabato 15,30-20. Info: 011.5823026 - 349.3509087 [email protected] - www.operescelte.com
fino al 18/03/2017
ore 18:30
Torino
Via Matteo Pescatore 11/D
SALVO ALLA NORMA MANGIONE GALLERY
"Se io disegno questo", personale di Salvo. Orario: dal martedì al sabato 15,30-19,30 o su
appuntamento. Info: 011.5539231 - [email protected] - www.normamangione.com
fino al 18/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Matteo Pescatore 17
SESTRIERE - "VETTE D'ARTE" A CASA OLIMPIA
"Vette d'Arte 2017", rassegna artistica internazionale, comprendente opere di Antonella
Avataneo, Daniela Baldo, Claudia Bambagioni, Santina Barbera, Alessandro Berretta, Piera
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Bessone, Sergio Bilucaglia, Carla Bovi, Bruna Bracco, Sandra Stefania Camisassa, Sonia
Carella, Adriano Carpani, Ivana Casalino, Franco Castiglioni, Paula Ciobanu Mariut, Attilio
Collimedaglia,Antonio Crisà, Luigina Dallavalle, Ebe De Mitri, Franco De Nicolellis, Romina Di
Forti, Josine Dupont, Renata Ferrari, Alberto Ferrati, Tiziana Franzin, Marco Froio, Maria Pia
Galato Fransos, Gianfranco Gavinelli, Fiorella Gelain, Anna Gloder, Simone Gottardi, Luigi
Grassi, Samira Hosseinzadeh, Paola Levi Opezzi, Daniela Lignana, Susanna Locatelli,
Daniela Magnaguagno, Stefania Mairano, Sylvia Matera, Mario Menardi, Laura Morra, Maurì
Regina Morra, Rita Mura, Michela Musone, Sonia Nuccelli, Luisella Pastorino, Loretta Bruna
Pavani, Olivian Paveliuc, Franco Pinna, Graziella Pinosa, Luciana Pistone, Silvia Rege
Cambrin, Michele Revellino, Ambretta Rossi, Daniela Rosso (Prin), Anna Rotamilani, Maria
Grazia Ruggiu, Fernanda Sacco, Rosa Saragaglia, Alberto Schiavi, Ilario Simonetta, Anna
Sisti, Lina Tallano, Gianna Tibaldi, Eleonoratranfo,Giusy Uljanic, Umbertovaschetto,
Umbertoviapiano. Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
fino al 18/03/2017
ore 16:00
Sestriere (TO)
Via Pinerolo
20 ANNI DI "SENSO DEL SEGNO" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA
20 anni di "Senso del segno", mostra che illustra l'attività svolta dall'associazione per la
diffusione e la conoscenza dell'arte grafica ed incisoria dal 1996, anno della fondazione, ad
oggi. Sono esposti disegni, incisioni, documenti e materiale di laboratorio. Orario: dal lunedì al
venerdì dalle 10 alle 18; il sabato dalle 10,30 alle 12,30.
fino al 18/03/2017
ore 17:00
Torino
Piazza Carlo Alberto 3
ROBOCOOP E RICCARDO DI STEFANO DA AMANTES
Primo appuntamento del ciclo "Divergenze", quattro mostre per otto artisti. Gli artisti, divisi in
quattro coppie eterogenee, esporranno sette opere ciascuno, una delle quali pensata per il
contesto urbano. La mostra concluderà con una collettiva a cielo aperto nella città di Torino,
dove gli stessi lavori esposti in galleria saranno alla portata di tutti, sostenendo lo spazio
pubblico, come possibilità concreta di fruizione di opere d'arte. I protagonisti del primo ciclo
sono Robocoop e Riccardo Di Stefano. Robocoop (acronimo di RomaBolognaCooperazione) è
un progetto di arte urbana, formato da due studenti di Architettura provenienti da Roma e
Bologna. Il duo si inserisce nel contesto urbano della città attraverso affissioni di carta
blueback che reinterpretano pitture/affreschi/incisioni classiche attraverso inserimenti
contemporanei. Formatisi entrambi al liceo classico, il duo ROBOCOOP si muove nel campo
della street art in modo autonomo, mescolando varie tecniche, dalla composizione digitale alla
fotografia, dal disegno alla geometria descrittiva, attraverso la poster art. Riccardo Di Stefano
nasce nel 1990 ad Alessandria e studia Grafica d'Arte all'Accademia Albertina di Torino. Da
sempre affascinato dal disegno, fa coincidere la rappresentazione grafica con l'interesse per il
mondo della meccanica. La figura umana è raramente rappresentata all'interno del suo lavoro,
ma è tuttavia presente e simbolicamente tradotta nella forma incombente della Macchina. Il
suo lavoro si articola tra l'incisione, la serigrafia, il disegno e la scultura cinetica. Orario: da
martedì a sabato dalle 18 alle 2. Ingresso libero con tessera Arci.
fino al 18/03/2017
ore 20:00
Torino
Via Principe Amedeo 38/A
JOSEPH BEUYS AL PAV
"La Tenda Verde (Das Grüne Zelt)", Joseph Beuys e il concetto ampliato di ecologia. "Das
Grüne Zelt", a cura di Marco Scotini, si colloca quale terzo capitolo di una ideale trilogia,
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concludendo il ciclo di mostre con cui il PAV si è proposto di ricostruire una possibile
genealogia del rapporto tra pratiche artistiche e coscienza ecologica negli anni '70 in Europa.
Facendo seguito a "Earthrise. Visioni pre-ecologiche nell'arte italiana" (2015) ed "EcologEast.
Arte e natura al di là del Muro" (2016), questa nuova mostra intende focalizzare la propria
attenzione sull'attività di uno dei più noti artisti della seconda metà del secolo scorso come
Joseph Beuys, privilegiando piuttosto il suo rapporto con le istituzioni politiche e la minaccia
della crisi ambientale. La mostra, che coincide con il trentennale della scomparsa di Beuys
(1986), vuole essere una sorta di omaggio all'autore della 'scultura sociale'. Nonostante la
sterminata letteratura critica sull'attività dell'artista tedesco, soltanto in rari casi questa è
riuscita a trasformare la matrice romantica e spirituale della parola 'natura' in quella politica del
termine 'ecologia'. E ciò, sebbene la prospettiva di Beuys militasse in quella direzione, tanto da
condurlo a presiedere alla fondazione del movimento tedesco dei Verdi che, per un breve
periodo, lo ha visto candidato al Parlamento. Orario: venerdì 15-18; sabato e domenica 12-19;
venerdì 23 dicembre 15-18; sabato 24 dicembre 12-19; domenica 25 dicembre chiuso; venerdì
30 dicembre 15-18; sabato 31 dicembre e domenica 1 gennaio chiuso; venerdì 6 gennaio
15-18; sabato 7 gennaio 12-19; domenica 8 gennaio 12-19. Ingresso: intero 4 euro; ridotto 3
euro; gratuito Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65,
persone con disabilità. Info: 011.3182235 - www.parcoartevivente.it
fino al 19/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giordano Bruno 31
AVIGLIANA - GIULIANA BELLINA ALLA GALLERIA ARTE PER VOI
"C'è una casetta piccola così...", terrecotte della ceramista Giuliana Bellina. "C'è' una casetta
piccola così...", raccontava il grande Lucio Dalla in una delle sue canzoni più famose, "Attenti
al lupo". E forse per caso o per evocazione o perché c'è di mezzo la fantasia, elemento
imprescindibile per qualunque creazione, questa mostra di Giuliana Bellina è omaggio gentile
al cantautore bolognese. Ballano infatti una danza fiabesca non una sola ma tante "casette"
abitate da omini, donnine, bambine vestite di rosso, porcellini e lupi. Tutti nati da mani sapienti
nell'impastare e modellare l'argilla. L'artista racconta così fiabe conosciute ma anche altre in
attesa di nascere: quali avventure vivranno i viaggiatori delle casette-automobile? Dove vivrà il
destriero-torre? E il suo gemello dal corpo di albero? Quel lupo seduto sulla roccia sarà così
cattivo? Sarà magico l'uccellino che guarda tutto e tutti dall'alto del tetto? Giuliana Bellina ama
le sue ceramiche fiabesche e ama i giardini: così sono nati le insegne, gli animali, le casette, le
fatine e altri ancora per popolare l'esterno con percorsi magici fra erba, alberi e verdure
dell'orto. Orario: sabato e domenica dalle 15 alle 19. Info: [email protected] [email protected] - www.artepervoi.it
fino al 19/03/2017
ore 16:00
Avigliana (TO)
Piazza Conte Rosso 3
"SHODO - L'INCANTO DEL SEGNO" AL MAO
"Shodo - L'incanto del segno. Maestri contemporanei di calligrafia giapponese". La mostra
espone per la prima volta in Italia 95 opere di 95 artisti calligrafi giapponesi, 62 sho - calligrafie
vere e proprie - e 21 ventagli, 11 opere intagliate su legno, una grande opera di sette metri
raccolta a libro. Il percorso di visita costituisce un'occasione rara per apprezzare diverse
tipologie di lavori dei più autorevoli artisti giapponesi di calligrafia contemporanea. Spicca tra i
maestri Usuda Tosen insignito del premio più importante in questa forma d'arte, il "Mainichi
Shodo Kensho", e considerato un luminare soprattutto per la tecnica dell'intaglio sul legno.
Accanto a lui, Yanagisawa Kaishu, ideatore e disegnatore del logo del campionato mondiale di
calcio Corea/Giappone del 2002, Nagai Oshu, maestro di calligrafia, di cerimonia del tè e di
ikebana, Inoue Kyoen, importante maestra di calligrafia e tra le poche donne ad aver avuto
riconoscimenti a livello nazionale, nota soprattutto per la sua opera ispirata al Monte Fuji. In
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Oriente come in Occidente, viviamo ormai in società dove le parole non si scrivono quasi più:
si digitano. E se disgrafia o agrafia di ritorno sono in agguato per le poche lettere del nostro
alfabeto, possiamo solo immaginare la dimensione del problema per lingue come il cinese e il
giapponese, che richiedono di memorizzare migliaia di caratteri e di saperli scrivere tratto dopo
tratto. Parlare di calligrafia nel XXI secolo assume quindi il valore inedito di una riscoperta, la
riscoperta del piacere del segno scritto in un mondo che - se le tendenze degli ultimi decenni
continueranno - rischia in un futuro non troppo distante di non saper più scrivere a mano. In
Oriente la calligrafia - "shodo", letteralmente "via della scrittura" - è considerata una forma
d'arte vera e propria; anzi, è Arte per eccellenza insieme a pittura e poesia, in quanto le tre
forme espressive non possono essere completamente disgiunte l'una dalle altre.
Tradizionalmente esse sono i mezzi attraverso cui l'artista (letterato, colto, elitario) dà voce al
proprio sentire o - in maniera contraddittoria solo per le nostre menti occidentali - annulla il
proprio io e lascia che la Natura trovi espressione sulla carta o sulla seta attraverso il suo
cuore e la sua mano, il pennello e l'inchiostro. Il carattere "do" viene usato in numerose
occasioni per contraddistinguere la pratica di un'arte che richiede un impegno costante e che
in diversi modi può assumere le caratteristiche di un "percorso" che conduce, tramite un
perfezionamento tecnico, a un affinamento interiore dell'individuo. Orario: da martedì a venerdì
10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10
euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info:
011.4436927 - www.maotorino.it. La sera dell'inaugurazione, mercoledì 1 marzo alle 18, si
potrà assistere alla performance dei maestri calligrafi, potendo così apprezzare dal vivo il
fascino e l'intensità di tale arte.
fino al 19/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Domenico 11
POIRINO - MARGHERITA FANTINI AL CAFFE' DELLA RIVA
"Natura silente", personale di Ines Daniela Bertolino. Orario: dal lunedì al sabato dalle 8 alle
19. Info: 011.9450993
fino al 20/03/2017
ore 08:00
Poirino (TO)
Passeggiata Marconi 6
"FOTOGRAF(ARS)I" DA MARTINARTE
"Fotograf(ars)i", mostra fotografica collettiva a coronomaneto del corso di fotografia tenutosi in
questo anno con il maestro Cosimo Savina. Orario: da lunedì a sabato 15,30-19,30. Info:
335.360545 - [email protected]
fino al 22/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Siracusa 24/A
ARMANDO MARROCCO A SPAZIOBIANCO
"Battaglienelcielo", mostra a cura di Toti Carpentieri che raccoglie le opere create da Armando
Marrocco tra il 2003 e il 2016. L'esposizione è la terza rappresentazione/testimonianza di un
percorso artistico originale e complesso iniziato negli anni Cinquanta del XX secolo e ancora
in pieno svolgimento. Spaziobianco ha già presentato nelle sue sale "Il luogo del ritrovo" (nel
2014) e "Uomouniverso" (nel 2015). Ora, con "Battaglienelcielo" offre ai visitatori un nuovo
paradigma del mondo poetico di Armando Marrocco. Orario: dal martedì al venerdì dalle 16,30
alle 19 o su appuntamento. Info: 333.6863429 - [email protected] www.spaziobiancogallery.com
fino al 23/03/2017
ore 18:00
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Torino
Via Saluzzo 23 bis
DANIELA ROSSI ALLA GALLERIA DI VIA SALUZZO
"Dalla Terra alla Luna", personale di Daniela Rossi ispirata al pensiero di alcuni tra i più famosi
astronomi, filosofi, letterati che hanno guardato alle stelle. Ognuna delle 30 opere di Daniela
Rossi, che è pittrice e scrittrice, illustra una loro riflessione intellettuale o poetica sul cosmo.
Ecco quindi, tra gli altri, Epicuro con gli infiniti mondi, Albert Camus con gli occhi aperti sotto
un cielo gocciolante di stelle, le predizioni di Jules Verne, le intuizioni di Giordano Bruno,
l'astronomia che, dice Platone, ci conduce da un mondo all'altro, la meditazione sulle stelle di
Carl Sagan ma anche Smeraldina, una delle città invisibili descritta da Calvino e la
dichiarazione di Lenin a proposito degli alieni: se riuscissimo a comunicare con loro tutti i
concetti filosofici, sociali e morali dovrebbero essere riveduti. Ciò imporrebbe la fine della
violenza quale metodo e mezzo di progresso. Daniela Rossi è pittrice, scrittrice e psicologa.
Ha esposto in varie città italiane e estere, realizzato trompe d'oeil e murales per privati ed enti
pubblici, scenografie e campagne pubblicitarie. Ha collaborato con quotidiani e riviste e
pubblicato romanzi. Con il primo "Il mondo delle cose senza nome" (pubblicato da Fazi nel
2004 e riedito da Bombiani nel 2010), ha vinto il Premio Anima per la Letteratura. Dal libro
sono stati tratti un film per la RAI interpretato da Elena Sofia Ricci e Gioele Dix e uno
spettacolo prodotto dal Teatro dell'Opera di Roma. Orario: da lunedì a venerdì 9-12 e 14-18;
sabato 9-12. Info: 339.8695542 - 393.36963467.
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 69
"EROS E COMIC ART" DA LITTLE NEMO
"Eros e Comic Art", mostra dedicata ai maestri dell'erotismo a fumetti. Si parte dagli originali di
copertina per i fumetti sexy pop degli anni '60 e '70, con opere di Biffignandi e Ciriello (maestri
appena scomparsi) e poi di Angiolini, Cubbino, Dangelico, Del Principe, Romanini, Taglietti. La
sezione dedicata all'erotismo d'autore segue un excursus che prende le mosse dalla
Barbarella di Jean-Claude Forest, passa per la Valentina di Crepax e le pin-up di Baldazzini e
Milo Manara e arriva alle tavole fortemente erotiche di Magnus e Von Gotha. In tutto, oltre
cento artisti accuratamente biografati dall'attenta penna di Giuseppe Pollicelli, critico d'arte e
giornalista specializzato. Per l'occasione è stato realizzato un catalogo monografico illustrato
di 280 pagine dal tiolo Eros & Comic Art, tirato anche in edizione di lusso, numerata e
accompagnata da un'esclusiva grafica con Eva Kant di Sergio Zaniboni. La prefazione del
catalogo si deve a Tinto Brass, a cui è dedicata l'ultima sezione del volume, con alcuni scatti
fotografici in grande formato che sono anche stati tirati in soli cinque esemplari firmati dallo
stesso regista e dal fotografo Gianfranco Salis. Ospite d'onore dell'asta, in programma alle 18
di venerdì 24 marzo, sarà Ilona Staller, presente nel catalogo con due delle sue creazioni
artistiche e ospite della galleria a partire delle ore 15. Giovedì 16 marzo alle 19 è in
programma una serata dedicata a "Erotismo e Gastronomia" curata dallo chef Silverio Cineri
del ristorante "La mia infanzia a tavola" di Faenza. Giovedì 23 marzo alle 19 Marzia
Capannolo, critica d'arte, terrà una lectio brevis dal titolo "Il fumetto erotico: la dark room
dell'arte?", in dialogo con Roberto Baldazzini, fumettista e artista noto a livello internazionale.
Orario galleria: dal lunedì al sabato dalle 10,15 alle 13 e dalle 15,15 alle 19. Info: 011.7630397
- [email protected] - www.littlenemo.it
fino al 24/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Ozanam 7
MIKE NELSON ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
"Cloak of rags (tale of a dismembered bank, rendered in blue)", personale di Mike Nelson. Per
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l'occasione, il progetto dell'artista "Procession, process. Progress, progression. Regression,
recession. Recess, regress", in residenza nella project room della galleria da diversi mesi, è
stato prorogato fino al 25 marzo, per tutta la durata della personale. Orario: lunedì e sabato
15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011.882208 - [email protected] www.franconoero.com
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mottalciata 10/B
"INTERNAZIONALE ITALIA ARTE 2017" AL MUSEO MIIT
Seconda sessione della mostra "Internazionale Italia Arte 2017", giunta alla sua quinta
edizione. In mostra opere selezionate di maestri contemporanei di fama internazionale e opere
di grandi maestri del '900 italiano. Tra gli artisti presenti in mostra, autori provenienti da
Argentina, Messico, Svizzera, USA, Serbia, Italia, Cina, Giappone, Francia, Germania,
Olanda, Inghilterra, Spagna, Belgio e altri paesi. In esposizione opere di pittura, fotografia, arte
digitale, scultura, installazioni, video. Orario: da martedì a sabato dalle 15,30 alle 19,30; su
appuntamento domenica, lunedì e festivi per visite guidate, gruppi, scolaresche. Info:
011.8129776 - www.museomiit.it - [email protected]
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Cairoli 4
BIANCA SALLUSTIO ALLA GALLERIA LA TELACCIA
"Opere illuminate dal sentimento e da una profonda espressività", personale di Bianca
Sallustio a cura di Monia Malinpensa. Orario: dal lunedì al sabato 15-19. Chiuso i festivi. Info:
011.5628220 - 347.2257267 - [email protected] - www.latelaccia.it
fino al 25/03/2017
ore 15:00
Torino
Via Santarosa 1
BEDWYR WILLIAMS ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta "The Institute of Things to Come" (a cura
di Ludovica Carbotta e Valerio Del Baglivo), un centro di ricerca temporaneo sul futuro che da
febbraio a settembre 2017 proporrà un ciclo di quattro mostre personali collegate a un
programma di formazione. "The Institute of Things to Come" è realizzato con il sostegno della
Compagnia di San Paolo nell'ambito del bando ORA! Linguaggi contemporanei produzioni
innovative. Per il primo capitolo di "The Institute", l'artista Bedwyr Williams (vincitore del The
Derek Williams 2017) presenta "Echt", un'installazione filmica ambientata in un futuro
prossimo nel quale le istituzioni britanniche e i sistemi di governo sono crollati, ed il regime in
corso è caratterizzato da un sistema feudale accelerato. Il suo film fantasioso, immagina un
futuro in cui un evento apocalittico ha costretto l'umanità a riformare la società, dopo aver
cancellato le regole sociali precedenti. In questo nuovo mondo nel quale lo status sociale si
basa sul consumo smisurato, figure di accumulatori compulsivi sono divenuti re. Questi
accumulatori di oggetti e spazzatura hanno installato i loro centri di controllo in discoteche e
locali notturni dismessi, e sono accompagnati da una serie di personaggi acutamente descritti
dalla voce narrante di Williams. L'interesse principale di Bedwyr Williams si fonda
sull'immaginazione di scenari catastrofici e sugli effetti che essi hanno sulla vita quotidiana
delle persone. Le sue performance, film e installazioni trattano spesso di un futuro distopico,
nel quale gravi problematiche sono minimizzate da momenti di umorismo assurdo o da
osservazioni banali. Nei suoi progetti precedenti, Williams ha costruito un osservatorio stellare
come omaggio agli astronomi amatoriali o ha assunto i panni di differenti personaggi, come il
"predicatore orbo", il "mietitore cupo", o anche il "Conte Polline". Il suo lavoro è stato mostrato
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in varie istituzioni tra cui Barbican Curve Gallery (London), The Whitworth (Manchester),
Tramway (Glasgow), IKON (Birmingham) and Kunstverein Salzburger. Williams ha
rappresentato il Welsh Pavilion per la 55 Biennale di Venezia nel 2013 ed è finalista del
premio Artes Mundi 7, 2016. Collegato alla mostra personale, dal 7 al 9 febbraio, Bedwyr
Williams condurrà con l'artista Tai Shani "Demonio! Demonio!", un laboratorio filmico e
performativo che esplora le rappresentazione del "Sé Demoniaco", nel quale la città di Torino
funzionerà come sfondo per costruire questo autoritratto malevolo e teatrale. I partecipanti
selezionati sono Elena Bellantoni, Sara Bonaventura, Edmund Cook, Jürgen Dehm, Carl Gent,
Aoibheann Greenan, Jaime González Cela y Manuela Pedrón Nicolau, Inda Peralortega,
Ambika Thompson, Camille Tsvetoukhine, Lucia Veronesi, Saul Williams. Orario mostra:
giovedì 20-23 (ingresso libero); venerdì, sabato e domenica 12-19. Chiusa dal 13 al 26
febbraio 2017. Ingresso: intero euro 5; ridotto euro 3 (over 65, studenti); gruppi euro 4 (minimo
6 persone); gratuito (bambini fino a 12 anni, Insieme per l'Arte, abbonamento Torino Musei,
giornalisti accreditati, soci ICOM). Info: [email protected] - 011.3797600 - www.fsrr.org http://theinstituteofthingstocome.com/it/
fino al 26/03/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
ANDREA PESCIO ALLA GALLERIA PIRRA
"The Imagined Line - La linea e il segno", personale di Andrea Pescio a cura di Simonetta
Pavanello. In mostra oltre venti opere realizzate con tecniche diverse, tradizionali come la
grafite o l'acquerello e inconsuete come la penna Bic abbinata all'utilizzo di rulli decorativi. Il
percorso espositivo rivela non solo la ricercatezza della linea, il gusto raffinato del colore e la
straordinaria capacità tecnica dell'artista, ma anche la sua naturalezza nel coniugare la
padronanza del mezzo all'intimo impulso creativo e all'intenzione intellettiva. Orario: da lunedì
a sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30; domenica 10-12,30. Info: 011.543393 [email protected] - www.galleriapirra.it
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Vittorio Emanuele II 82
JIRI HAUSCHKA ALLA CRAG GALLERY
"In the middle of something", personale del pittore ceco Jiri Hauschka (1965). Hauschka
appartiene allo "Stuckism", movimento artistico internazionale fondato nel 1999 dagli artisti
Billy Childish e Charles Thomson in Gran Bretagna ai fini di promuovere la ricerca pittorica
orientata al figurativo e opporsi all'arte concettuale degli Young British Artists. Le opere in
mostra sono state realizzate nel 2016. Boschi, strade, montagne, laghi, fiumi ed architetture
fanno parte di un percorso durante il quale l'artista ha esplorato il suo rapporto con la natura e
con l'ambiente che lo circonda, esprimendo una pittura in equilibrio tra astrazione e realismo.
Robert Janas, storico dell'arte, fondatore nel 2004 dello Stucchismo a Praga, scrive a
proposito del lavoro di Jiri Hauschka che nella sua pittura il Neo-espressionismo si unisce ad
un forte sentimento per la composizione, basata su ampi spazi limitati da contorni accentuati,
e da colori utilizzati simbolicamente a dare liquidità alla forma. La bellezza del suo lavoro è
dunque quella che lui chiama la "storia", la sua storia, che vuole condividere nel mezzo di
qualcosa, in the middle of something, con il pubblico. Il suo lavoro porta l'osservatore in bilico
tra la dimensione del paesaggio semplice e la grandezza di ciò che ci circonda. Aperta ogni
giorno su appuntamento. Info: www.cragallery.com - [email protected] - 347.3420598 335.1227609
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Torino
Via Nole 57
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RIVOLI - LIA E MARIA LATERZA ALLA CASA DEL CONTE VERDE
"Come sorelle", opere di Lia e Maria Laterza sorelle, molto diverse per stile e personalità,
presentate da Bruna Bertolo e Rita Margaira. La mostra è accompagnata da un video con testi
di Francesco De Bartolomeis. Orario: da martedì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore
10-13 e 16-19. Info: 011.9563020
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Rivoli (TO)
Via Piol 8
NOVALESA - ANDREA BENEDETTO ALLA CASA DEGLI AFFRESCHI
"Brandelli di vissuto", mostra di scultura di Andrea Benedetto. Orario: sabato e domenica
11-12 e 15-18; in settimana su prenotazione. Info: 320.6347337
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Novalesa (TO)
Via Maestra 46
NENE' DA CANTO A TEART
"Forme d'Altrove", personale di Nené Da Canto, descritta così dall'artista: "Il gioco è di
intravvedere e scoprire manifestazioni di un ordine insito al movimento...è come uno specchio
qui e ora". Orario: dal martedì al sabato dalle 17 alle 19. Info: 011.6966422 [email protected] - [email protected]
fino al 28/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giotto 14
"SHUNGA-E, IMMAGINI DI PRIMAVERA" DA IREL ONLUS
"Shunga-e, immagini di primavera - L'Arte erotica giapponese dal XVIII al XX secolo". Le
stampe chiamate shunga sono xilografie giapponesi dal contenuto esplicitamente erotico,
concepite secondo lo stile della scuola ukiyo-e, prodotte principalmente durante il periodo Edo
(antico nome dell'odierna Tokyo, 1603-1868), entrate a far parte della vita e della cultura
giapponese in maniera sorprendente. In Giappone, le prime raffigurazioni shunga risalgono al
periodo Heian (794 - 1185). A quei tempi erano per lo più riservate agli ambienti di corte.
Dipinte su rotoli di carta, si ipotizza fossero ispirate a modelli cinesi, soprattutto alle opere di
Zhou Fang (730 - 800), il grande pittore erotico attivo durante il regno della dinastia Tang.
Nella prima metà del diciannovesimo secolo, ad opera di Harunobu, si giunse alle opere
pienamente policrome (nisiki-e) con l'impiego, per le edizioni più lussuose, di quindici e fino a
diciassette colori attraverso l'incisione di altrettante matrici in legno. La complessa esecuzione
delle matrici era affidata ad abili incisori, guidati dagli artisti che avevano realizzato i soggetti.
Harunobu, Hokusai, Hirosige, Utamaro sono solo alcuni nomi degli artisti più acclamati in
quest'arte. Un'arte che gioca su tutta una gamma di espressioni, forme e colori che vanno
dalla varietà delle passioni umane alla grazia delle figure femminili, dall'esaltazione delle
emozioni amorose all'esplorazione di tutte le inclinazioni della sessualità, anche le più
promiscue, non disdegnando atti omosessuali e scene di gruppo. Le ambientazioni erano
realistiche: lussuose dimore, bagni pubblici, case da tè, alcove, in barca o all'aperto. All'inizio
del XVII secolo la scuola di pittura Kano stilò un'insieme di regole sull'estetica dell'arte shunga.
Vennero codificate le gradazioni di colore con cui dovevano essere stampati i genitali, sia
maschili che femminili e i colori da utilizzare nel resto dell'opera. Si stabilì anche la
convenzione della rappresentazione in dodici scene amorose, simboleggiando i mesi
dell'anno, secondo l'esperienza artistica già teorizzata dal pittore Tosa Mitsunobo (1434-1525).
L'arte shunga assunse così la definizione di "genere", al pari del paesaggio e del ritratto.
Queste stampe si affermarono negli ambienti artistici europei, intorno alla metà del XIX secolo.
A Parigi circolavano tra i pittori realisti ed impressionisti: Theodore Duret, Degas, Renoir,
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Pisarro e Monet. Degas ne fu fortemente influenzato, in alcuni tagli prospettici delle sue opere
si possono riscontrare significative analogie con l'arte giapponese. Ma anche Van Gogh non
rimase estraneo al fascino di queste opere; i ponti e gli ombrellini delle donne di Claude Monet
rimandano alle immagini di Hokusai. A Londra le prime xilografie ukiyo-e comparvero
all'Esposizione Universale del 1862. Aubrey Beardsley (1872-1898) possedeva una vasta
collezione di arte shunga, da cui trasse ispirazione per le illustrazioni della Lysistrata di
Aristofane. Le linee fluttuanti delle stampe giapponesi furono fonte di ispirazione anche per gli
artisti Art Nouveau. Nell'ultimo decennio di questo secolo le xilografie shunga hanno incontrato
un interesse particolare nella critica e nel pubblico occidentale. Molti musei hanno introdotto
nelle loro collezioni di grafica queste incisioni. Sono state anche presentate in importanti
mostre retrospettive come quella alla Kunsthal di Rotterdam nel 2005, a Palazzo Reale di
Milano nel 2009 e al British Museum di Londra nel 2013. La mostra consiste in oltre cinquanta
incisioni originali che vanno dalla fine del XVIII secolo fino agli inizi del XX secolo, oltre ad una
quarantina di opere minori, fuori catalogo. La rassegna è curata da Gianni Vurchio e Stefano
Liberati. Orario: dal martedì al sabato dalle 16 alle 19; domenica e lunedì chiuso. Prorogata
fino al 31 marzo.
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Dalmazzo 6/C
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DELLE GENTI ALPINE
"Sulle ali delle Alpi", mostra d'arte con acquarelli della pittrice Gianna Tuninetti. Una montagna
di fiori quando fuori nevica. Sono i fiori di Gianna Tuninetti che il Museo del Costume e delle
Tradizioni delle Genti Alpine di Pragelato, in borgata Rivets, presenta nella preziosa mostra
dal titolo "Sulle ali delle api", particolarmente impegnativa con oltre 120 opere in un percorso
artistico e culturale lungo un intero anno; un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle
stagioni, percorso entusiasmante e competente di un'artista che sa colloquiare con l'anima
attraverso il racconto di fiori, frutta, verdura ritratti ad acquarello. Inaugurata lo scorso 25
settembre, la mostra propone le prime 65 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
che saranno esposte sino a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle meraviglie della
flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e dell'estate
impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Il Museo del
Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine è aperto tutti i sabati fino al 17 dicembre 2016
con orario 16-18. Durante il periodo delle festività natalizie sarà aperto nelle giornate del
27-29-30 dicembre e 1-3-5-7 gennaio sempre con orario 16-18. Dal 14 gennaio al 16 aprile
sarà aperto tutti i sabati sempre con medesimo orario. Prevista l'apertura speciale anche per il
lunedì di Pasquetta. E' possibile visitare la mostra anche in altri giorni e orari contattando
telefonicamente l'ufficio del turismo di Pragelato: 0122.741728.
fino al 31/03/2017
ore 16:00
Pragelato-Ruà (TO)
Via San Giovanni 1
"PARATISSIMA ART GALLERY" DA YLDA
Prima edizione di "Paratissima Art Gallery", mostra per pittori, scultori, fotografi, designer,
fashion designer, grafici e illustratori. Una mostra doppia: una con opere e artisti emergenti in
carne e ossa, l'altra online. Per questo allestimento sono stati selezionati 13 nomi: Andreja,
Beatriz Basso, Fulvio Bresciani, AnneCécile Breuer, Albino Caramazza, Giorgio Ceglie, Marco
Corongi, Dabò, Paolo Forsennati, Angelo Lussiana, Scatti lenti, UpArt, Alessandro Sciurti. Tutti
hanno già partecipato alla kermesse, ma la Art Gallery è aperta anche a chi non ha mai
esposto a Paratissima. Le opere si possono vedere dal vivo e su una vetrina virtuale dove ogni
artista avrà un pannello di controllo accessibile con login e password personali, e su cui potrà
aggiornare le informazioni. Si partecipa con 5 lavori dal prezzo inferiore a 3.000 euro. Visite su
prenotazione. Info: artgallery.paratissima.it - 011.2073075
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fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mazzini 25
COSIMO VENEZIANO DA ALBERTO PEOLA
"Petrolio/Appunti", seconda mostra personale di Cosimo Veneziano (Moncalieri TO, 1983). Le
opere inedite presentate concludono la ricerca di Cosimo Veneziano sul ruolo della scultura
nello spazio pubblico nella società contemporanea, e sul valore iconografico e simbolico che le
immagini assumono nel processo di creazione della propaganda politica. In particolare il suo
interesse si rivolge al processo di selezione di fatti e personaggi e scarto di altri, che viene
messo in atto nella costruzione di un'iconografia da parte di una comunità, prima che il simbolo
sia collocato nello spazio pubblico, fisico o virtuale. Nelle due opere della serie "Petrolio" i
disegni su tela della scultura di un toro androcefalo e di una scultura religiosa, originarie dell'
epoca assiro-babilonese, sono parzialmente coperti dal feltro per evidenziare la recente
distruzione nei conflitti in Medio-Oriente. L'opera invita a riflettere sul peso e sugli effetti che ha
sull' immaginario la perdita di un patrimonio culturale riconosciuto come collettivo. Il gruppo di
sculture in ceramica dal titolo "Membrana" è composto da riproduzioni di parti di statue greche
e romane sulle quali Veneziano ha operato una deformazione attraverso un processo di
stratificazione materica, contrapponendo l'originaria fisionomia frontale della statua a quello
che doveva essere l'aspetto della parte esterna del calco. Anche in questo caso l'occultamento
della visione corrisponde all'idea della perdita di un'identità culturale avvenuta nel tempo.
"Monochrome II" lavora sulla capacità percettiva graduale dell'osservatore. La serie di colature
di gomma siliconica è realizzata partendo da una matrice di dipinti su tela, che raffigurano
simboli iconografici propri delle culture occidentale e orientale, che si sono succeduti nel
tempo. Nell'ultima sala della galleria sono esposte quattro tele di grandi dimensioni sulle quali
Veneziano ha disegnato figure umane armate di martello. Per questo ultimo lavoro dal titolo
"Giorni di un futuro passato", l'artista riprende immagini usate dalla propaganda delle
rivoluzioni politiche del passato, e le mette in dialogo tra loro per evidenziare l'enfasi posta
sull'atto di distruzione che sottende ai processi di rottura e cambiamento avvenuti nella storia
umana. La forza dirompente dell'atto e la monumentalità della rappresentazione rimandano a
un intento celebrativo, in contrapposizione al processo di censura che avviene anche durante i
periodi di continuità politica. La mostra "Petrolio/Appunti" si sviluppa in due sedi: Galleria
Alberto Peola e MEF Museo Ettore Fico (dal 16 febbraio). Orario (Galleria Alberto Peola): da
martedì a sabato dalle 15 alle 19, mattino su appuntamento. Info: 011.8124460 - 335.6191039
- [email protected] - www.albertopeola.com
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 29
"ECCENTRIC SPACES" DA RICCARDO COSTANTINI CONTEMPORARY
"Eccentric Spaces", un progetto a cura di EIena Inchingolo e Paola Stroppiana: cinque artiste
di diverse nazionalità, Caroline Corbasson, Debbie Lawson, Dana Levy, Noa Pane, Anila
Rubiku, provenienti da esperienze formative differenti e con capacità espressive eterogenee,
interpretano il concetto di spazio inteso come una delle categorie essenziali per la percezione
del mondo. L'idea progettuale prende avvio da una riflessione sul testo "La prospettiva come
forma simbolica" (1927) di Erwin Panofsky, che dimostra come ogni epoca culturale abbia
sviluppato un proprio modo di rappresentare lo spazio, inteso come la 'forma simbolica'
visibile, propria di quella cultura. La declinazione all'arte contemporanea ha quindi condotto ad
una ragionata selezione di opere: il concetto di spazio che qui si vuole indagare è eterogenea,
onnicomprensiva, a partire dalla sua accezione primaria di luogo disponibile per gli oggetti
della realtà, individuati da una collocazione o posizione, dotati di dimensioni e suscettibili di
spostamento. Il progetto espositivo include, per associazione mentale e slittamento
metaforico, concetti di spazio che diventa luogo relazionale, antropologico, geometrico,
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architettonico, astronomico, poetico, onirico, naturalistico nell'ambito dell'arte contemporanea.
Volutamente le opere in mostra afferiscono a media diversi, installazioni video, sculture,
disegni, che pongono numerose riflessioni sulla realtà partendo dalla loro specificità:
l'interrogazione sulla natura delle cose, la classificazione scientifica dello spazio e dei suoi
oggetti, il mondo dell'osservazione in continuo movimento con sempre nuovi obiettivi di
conoscenza e di confronto. Caroline Corbasson (Parigi, 1989) trae ispirazione, per la sua
ricerca, dalla scienza, dall'astronomia, dai fenomeni naturali e dalla vastità dei paesaggi.
Libera le immagini dal proprio contesto e gli oggetti dalla loro funzionalità per estrarne
l'essenza e ridisegnarne i tratti rilevanti. L'economia dei mezzi, la densità delle immagini e
l'attenta selezione dei materiali (carbone, polvere, inchiostro, grafite), che caratterizzano la sua
produzione, riflettono la volontà di resistere al flusso infinito delle immagini che ci circondano.
In mostra l'opera "Anomalia", 2013 un'installazione di 10 pagine dell'"Atlas Eclipticalis",
(atlante celeste che risale al 1950) su cui l'artista interviene con sfere nere disegnate a
carbone ad alludere ai buchi neri presenti nella galassia, spazi sconosciuti nell'universo
attrattivi nella loro estetica ancora da definire, aperta a infinite possibilità. Dana Levy (Tel
Aviv), video artista di origine israeliana di base a New York, focalizza l'attenzione
sull'interdipendenza tra storia naturale e umana, tematiche ambientaliste e politica. Dopo aver
vissuto in prima persona gli effetti dell'uragano Sandy nel 2012, ha realizzato l'installazione
"Literature of Storms" (in mostra "Chapter 2" e "Chapter 3", 2014). Levy ha individuato, su
riviste di interior design degli anni '20, alcune fotografie di stanze dall'arredamento modernista
- immagini che le ricordavano di quello che fu un ideale estetico della società israeliana - e le
ha animate proiettando su di esse acquazzoni, folate di vento e sciami di insetti. Attraverso un
serrato confronto tra spazi abitativi freddi e forze naturali in movimento l'artista ha voluto porre
in evidenza la visione miope di un mondo industrializzato che ha decimato le risorse del
pianeta. Le tempeste hanno una 'letteratura' che dovremmo rileggere al fine di riconsiderare lo
spazio dell'essere umano nella storia come imprescindibile da quello della natura. Debbie
Lawson (Dundee), di origine scozzese, reinterpreta interni domestici interconnessi con
elementi naturali. Le sue opere sono nuovi ibridi in cui differenti codici visivi coincidono: alla
mimesis della natura si sovrappone una "filosofia dell'arredamento" eclettica, inedita, dagli esiti
inaspettati. Secondo la teoria che già Edgar Allan Poe citava nel saggio "Philosophy of
Furniture" del 1840, l'atto dell'arredare una casa può essere inteso come la conquista di uno
spazio, direttamente connessa con l'esperienza del vivere del suo proprietario. L'uso del
tappeto persiano come texture delle sue sculture ed opere installative evoca storie fantastiche,
di luoghi lontani, esotici. Elementi d'arredo quotidiano si animano creando nuove realtà
abitative che accolgono la natura esterna. In mostra "Persian Stag", 2016, "Persian Bear",
2016 and "Fox and Ivy", 2013, significativi esempi della sua eccentrica abilità plasticoscultorea su base tessile. Le sculture-installazioni di Noa Pane (Roma, 1983) esplorano le
possibilità di espansione e costrizione della gomma e dell'aria in strutture predeterminate o in
spazi naturali e architettonici, con cui entrano in un dialogo straniante. L'indagine sui limiti dei
materiali e l'attenzione all'aspetto formale conduce l'artista ad una continua ricerca
dell'essenziale, in cui l'aria, materiale non materiale, diventa un elemento tanto impalpabile
quanto vitale: incamerando l'aria nella gomma l'artista modella la forma nello spazio e ne
osserva la reazione sotto tensione. In particolare in "Compression 3", 2016 la massa sembra
essere essa stessa generata dall'elemento naturale quasi a suggerirne l'appartenenza allo
stesso sistema e allo stesso tempo percepirla come responsabile della rottura di un equilibrio.
Nello spazio costretto la forza spinge e trasborda, incurante dei limiti posti. La ricerca di Anila
Rubiku (Durazzo) si fonda su un'approfondita analisi dello spazio come luogo relazionale e
sociale. L'artista, di origine albanese, affronta la dimensione interiore dell'individuo ed in
particolare la condizione della donna, il concetto di spazio domestico e l'idea del viaggio
concepito come mezzo di confronto e possibilità di conoscenza. Da Riccardo Costantini una
selezione della sua indagine più recente dal titolo "The Consequences of Love" (2016). Anila,
utilizzando tecniche differenti - disegno, incisione, scultura - concentra la sua ricerca sul
significato metaforico e ambivalente della catena e della maschera nelle relazioni amorose. La
catena intesa come vincolo costrittivo o stretto rapporto sentimentale e la maschera (in questo
caso colorata) concepita come imprevedibile spazio di libertà all'interno di una stessa
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costrizione. Orario da martedì a sabato 11-19.30; lunedì e domenica chiuso. Info:
011.8141099 - 348.6703677 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via Giolitti 51
"STREET VINYLS" ALLA SQUARE 23 ART GALLERY
Copertine di dischi come opere d'arte contemporanea: a volte realizzate ad hoc, come la
famosa banana adesiva di Andy Warhol per i Velvet Underground, altre volte scelte a
posteriori, come quando i Manic Street Preachers telefonarono a Jenny Saville per chiederle in
prestito una tela vista su un giornale. Rock, pop, soul, jazz, dance, punk, hip-hop, elettronica,
classica: un intero mondo discografico che realizza nella fruttuosa chimica fra musicisti e artisti
uno nuovo modello di creatività. La mostra, realizzata in collaborazione con Teatro Colosseo e
Xora, promette una esplorazione del mondo dei dischi d'autore con una raccolta che spazia
negli ultimi 30 anni di lavori artistici sulle copertine di vinili di grandi artisti e band cult, con
particolare attenzione al mondo della street art. Dai writers americani come Futura 2000 a
Rammellzee, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring sino ai più contemporanei Kaws, Space
Invader. Non mancheranno artwork originali di artisti come Kaws, i mosaici di Space Invader, i
lavori di JR, Dface, Blu, Borondo, Nychos, Faith47. Si potrà vedere per esempio un disco a
tiratura limitata realizzato a spray su carta dal misterioso Banksy per la band norvegese di
musica elettronica Röyksopp, o le opere fatte arrivare a Torino direttamente da Obey, alias di
Shepard Fairey, per l'occasione. Non solo mostra però: i collezionisti potranno vedere ed
acquistare dischi rari e copertine d'autore grazie alla lunga ricerca fatta da Xora per proporre
agli amanti della street art e non solo una chicca quasi irripetibile, capace di aprire nuovi
orizzonti per quello che riguarda l'arte urbana. E se la street art ha oggi costi spesso
inarrivabili la mostra sarà l'occasione di avere in casa un pezzo originale e un'opera preziosa e
con un importante coefficiente di rivalutazione. La Galleria Square23 consolida con questa
mostra la collaborazione con il Teatro Colosseo attraverso il progetto Xora. La street art, sulle
facciate del teatro di via Madama Cristina 71 - con le opere di Zedz, Peeta, Never Crew e
l'ultima di Bordalo Segundo, così come con le mostre in via San Massimo 45, porta Torino in
primo piano a livello internazionale. Orario: da lunedì a sabato 11-20 o su appuntamento. Info:
334.9980390 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 11:00
Torino
Via San Massimo 45
MANUELA MACCO ALLA FUSION ART GALLERY
"Black bag notes / 2010-2017", personale di Manuela Macco, a cura di Barbara Fragogna.
L'artista torinese che con la sua attuale pratica artistica lavora con la performance, il video, la
fotografia e l'installazione è anche curatrice insieme a Guido Salvini del progetto
tpa/torinoPERFORMANCEART. Le opere in mostra raccontano alcune tappe significative degli
ultimi sette anni di lavoro dell'artista. La mostra fa parte di COLLA la nuova piattaforma delle
gallerie torinesi e rientra nel circuito di NEsxT Independent Art Network. "Corpuscolo,
sostenuto, oscillante, immobilmente in moto, ostinato, vuoto, statico/morbido, fluido
paradosso, equilibrio, indefesso, assente": Manuela Macco si nega attraverso gesti attivi
minimi e austeri che si collocano ai margini dell'attenzione dello sguardo. Sia si tratti della più
consistente produzione performativa (video performance, performance) che di frammenti
estrapolati da flussi di attività intellettuale (foto, documenti, oggetti), il suo lavoro ci costringe a
focalizzare il pensiero oltre l'estetica dell'immagine di modo che l'apparente staticità visuale
apra in noi finestre inattese di percezione meditativa. Allora, ipnotizzati dal riflusso, dal
mormorio, dal gesto morbido, dobbiamo partecipare, magari ondulando (come l'acqua del
Rodano), senza nemmeno accorgerci in coscienza di esserne attori/protagonisti: risultiamo
automaticamente parte dell'opera. "Controcorrente, resistente, atto e passivo, concentrato
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puntiglio, serio cipiglio, limite povero, processo caparbio, schivo, ricerca necessaria ma
invisibile, situazione inepilogabile": l'artista non tenta di gratificarci in alcun modo, ci (e si)
mette volentieri a disagio, nega la narrazione, nega (spesso) il suo sguardo (ermeticamente),
nega l'ovvio e costruisce l'opportunità di intuire, attraverso pochi elementi
poveri/quotidiani/comuni, che c'è un immenso retroscena concettuale che è la base della sua
ricerca. La consapevolezza di sé come donna e artista è l'imprescindibile chiave di lettura del
suo lavoro. Questa consapevolezza è sensualmente palpabile come, attraverso l'intuizione, è
intelligibile un testo poetico. "Ciclo precario, fragile membra, al margine, inerme, nascosto,
modesto, schivo, lontano, schermato, chiuso/protetto, cartarmato, ripetitivo, estenuante,
resistente, fulgido, monotono, colpevole, consapevole": trovandosi letteralmente circondati
dalla serie di lavori tra i più rilevanti della sua carriera tra il 2010 e il 2017 siamo testimoni del
paradosso. Da un lato le singole opere ci coinvolgono discretamente nella sfera intima e
personale, il suo corpo, per quanto spersonalizzato da applicazioni e ri-vestimenti ci
avvicina/affabula anche grazie a una non perturbante staticità. D'altro lato il concerto di più
elementi allestiti nella sala ci circonda quasi a creare un senso di assedio/pericolo/sfida. La
negazione si impone. La modestia è ambigua. Intrappolandoci nella sua maglia oscillante di
carne sotto schermo, come un'Aracne contemporanea, c'imbozzola nel suo personale/politico.
Devo sapere chi sono (da dove vengo) se voglio sapere chi sono (dove sto andando). "Agito,
prestato, abusato, dimesso, visto, spiato, contraddetto, poetico, malinteso, meccanico automa
desiderante, impotente, schernito, mercificato, illuso, patetico, epico, stoico, travolto, stop!":
Manuela Macco parte dal concetto, la sua ricerca, le sue idee e i suoi studi sono il carburante
dell'azione che esplode in esperienza dove il corpo è il corpo è il corpo, dove la mente è
pensiero e dove il corpo sintetizza il pensiero della mente, nel modo più onesto e distillato
possibile. Nell'esplorazione, nella costruzione e nell'ostensione del Sé tutto è ridotto al minimo,
nelle video performance non ci sono prove o ripetizioni, né montaggi, né interventi di post
produzione, il lavoro è site specific e i suoni dell'ambiente circostante non sono mai pianificati.
Il lavoro è essenziale, ridotto alla sintesi, all'essenza, un nucleo denso e pesante carico di
azione compressa che esplode nel nostro cervello come una domanda fondamentale: "No, ma
io no, come posso essere me?" e a questa domanda, sempre a volerlo, l'artista risponde
incitandoci a cercare, esplorare, studiare, capire, chiedere, sapere, confrontare, osservare,
conoscere, onestamente, tutto ciò che ci dirà chi siamo (Barbara Fragogna). Manuela Macco
nasce a Biella nel 1970. Laureata in Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università di
Torino lavora come artista visiva, con la performance, il video, la fotografia e l'installazione.
Vive a Torino. Orario: da giovedì a sabato dalle 16 alle 19,30 o su appuntamento. Info:
349.3644287 - www.fusionartgallery.net - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Piazza Peyron 9/G
LUCA CASSINE DA MUTABILIS
"Origini", personale di Luca Cassine. In mostra 16 opere 40 x 40 cm a tecnica mista: ceramica,
carta di cotone, oro liquido. "Il progetto nasce dalla volontà di riportare in vita ricordi. Chi di noi
non ha mai avuto tra le proprie mani un piatto semplice, pulito, elegante, come quelli esposti e
non ha pensato a un lontano ricordo? Ricordo piacevole (piatto intero) o meno piacevole
(piatto rotto), ma che nel loro insieme costituiscono il nostro passato, dal quale proveniamo e
dal quale ci siamo formati. Siamo ciò che siamo. Metamorfosi di sensazioni, sensi, emozioni.
Dall'antichità ai giorni nostri la farfalla è simbolo di leggerezza e cambiamento. Queste sue
caratteristiche fanno riflettere sulla bellezza del battito d'ali regalando speranza a coloro che
saranno capaci di trovarla" (Luca Cassine). Luca Cassine è nato a Bra nel 1975. Nel gennaio
del 2013 ispirato dall'opera "In and Out of Love" di Damien Hirst, nasce "Metamorfosi" che da
allora non ha più smesso di evolvere. La farfalla diventa protagonista delle molteplici
trasformazioni, il fulcro su cui costruire il progetto. Ha esposto in varie sedi torinesi in diverse
collettive e personali: a Palazzo Madama, allo Spazio Mouv e a The Others; da Mutabilis Arte
nel 2013 ha esposto "Metamorfosi". Orario: da martedì a venerdì 15-19; sabato 10,30-13 e
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15-19. Info: 347.1304979 - [email protected] - www.mutabilisarte.com
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Via dei Mille 25/C
PHILIP GIORDANO DA CARACOL
"Philip Giordano Works", personale dell'illustratore italiano nato in un piccolo paesino della
Liguria da mamma filippina e padre svizzero. Si tratta della sua prima mostra in quella che è
stata per un periodo la sua città. Philip ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Brera e
l'Istituto Europeo di Design, a Milano, e un master in Tecniche d'Animazione a Torino,
attualmente vive in Giappone. I suoi libri illustrati sono stati tradotti in tutto il mondo, è da poco
uscito per Lapis Edizioni "Il pinguino che aveva freddo" e ha collaborato con riviste, musei,
fondazioni e case editrici di fama internazionale. Orario: dal martedì al sabato 10,30-19. Info:
011.531255 - www.caracolarte.it - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Saluzzo 23
"LE MERAVIGLIE DEL MONDO" AI MUSEI REALI
"Le meraviglie del mondo - Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia". La mostra presenta al
pubblico uno straordinario momento del collezionismo sabaudo: tra la fine del Cinquecento e
l'inizio del Seicento, il duca Carlo Emanuele I forma il primo ricchissimo nucleo delle raccolte di
pittura, scultura e oggetti preziosi che da subito godettero di grande fama internazionale. Il 30
agosto 1580 moriva il duca Emanuele Filiberto e saliva al trono Carlo Emanuele I detto Il
Grande, appena diciottenne, che regna per ben cinquant'anni, dal 1580 al 1630. Ambizioso,
colto, amante delle lettere, delle arti e delle scienze, il giovane duca - sulla scia delle scelte del
padre che era riuscito a riottenere i territori sabaudi e nel 1563 aveva trasferito la capitale
sabauda da Chambéry a Torino - si prodiga per un importante rinnovamento culturale ed
artistico della città. Eredita dal padre Emanuele Filiberto la visione strategica e l'attitudine
militare e dalla madre, Margherita di Valois, sorella di Francesco I di Francia, l'attenzione per
la cultura e il gusto del bello. La capitale sabauda doveva assumere una nuova immagine
puntando innanzitutto l'attenzione sulla zona di comando dove nel 1584 si ponevano le
fondamenta del nuovo Palazzo Ducale. Un favoloso patrimonio parzialmente giunto fino a noi
e ora custodito in gran parte tra i tesori dei Musei Reali di Torino, oggetti che ieri come oggi
trovano un profondo significato proprio nella unitarietà generale della raccolta, che tutta
insieme verrà esposta per la prima volta nella nuova ala dedicata alle mostre temporanee al
piano terreno della Galleria Sabauda e nei caveaux della Biblioteca Reale, con importanti
prestiti da parte di Musei e Istituti italiani e stranieri e riunendo anche prestigiose opere un
tempo facenti parte delle collezioni di Carlo Emanuele I, ma in seguito disperse e ora
conservate in vari Musei italiani e internazionali. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19.
Ingresso: intero 12 euro; ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni,
insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e
della Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe
ordinarie. Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima
della chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it. Martedì 7 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Pesci, uccelli,
fiori: le collezioni naturalistiche" con Giovanni Saccani e Pietro Passerin d'Entrèves. Martedì
14 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Il fascino dell'antico" con Gabriella Pantò e Anna Maria
Riccomini. Martedì 21 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Tra Genova e Torino. Orazio
Gentileschi e la fortuna del caravaggismo" con Annamaria Bava e Luca Leoncini.
fino al 02/04/2017
ore 09:00
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Torino
Piazzetta Reale 1
MOSTRA FOTOGRAFICA AL TEATRO CARIGNANO
"Il Teatro Carignano", fotografie di Paolo Mussat Sartor, Tiziano Rossano Mainieri, vincitore
del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2016, Pino Musi e Daniele Marzorati,
vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2015. Progetto di Agarttha Arte
a cura di Adele Re Rebaudengo.
fino al 02/04/2017
ore 12:30
Torino
Piazza Carignano 6
SILVIO COCCO ALLA MIRAFIORI GALERIE
Una nuova generazione abita il mondo: i "Sempre-Connessi". Sono loro che hanno ispirato
Silvio Cocco, art grafic designer, dandogli lo spunto per l'originale progetto creativo esposto
alla Mirafiori Galerie. "Contemporary Aristocracy | Constantly Connected" - realizzata in
collaborazione con SKART, free press & web magazine specializzato in arte moderna,
contemporanea e design - è una galleria di modernissimi ritratti digitali, ironici, divertiti e
divertenti, esposti vicino a piccole ed evocative riproduzioni di ritratti di secoli passati. "L'idea
mi è venuta qualche tempo fa, mentre, a Hong Kong, ero in metropolitana - spiega Silvio
Cocco - Osservavo le persone intorno a me. Nessuno mi guardava come io guardavo gli altri.
In effetti, nessuno guardava proprio nessuno, tutti concentrati sulle loro connessioni mobili. E
quando lo sguardo si alzava, era più che altro una scorsa distante, distaccata, sfocata, rivolta
a una minima parte di realtà e durava solo per pochi attimi, per poi riaffondare nel magnete del
web. Mi sono ricordato così dei ritratti che l'aristocrazia europea ha lasciato in testimonianza di
sé, ho ripensato alla curiosa sensazione che restituiscono quelle espressioni che risultano
sconcertate, miopi, sciocche, talvolta strabiche. Perlomeno a una superficiale sensibilità
contemporanea. Indicano, invece, con chiarezza, il distacco dalla realtà che l'aristocrazia ha
sempre portato come vanto. La lontananza dalle altre classi e dagli obblighi del lavoro. La
sognante esclusività. Per certi versi, la generazione dei Sempre-Connessi mi riporta a tutto
ciò: il senso del distacco, la lontananza dal contingente pratico e la valutazione della realtà
attraverso masse di informazioni digitali". Costruire ritratti digitali e associarli con ironia a quelli
dei secoli passati è stato, quindi, il lavoro divertito di Silvio Cocco da cui sono nate le 20 opere
esposte in galleria. Orario: dal lunedì al venerdì 9-20; sabato 9-19,30; domenica 9,30-13 e
15-19,30. Info: https://www.facebook.com/MirafioriMV/
fino al 02/04/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Cattaneo
GREG GONG ALLA LUCE GALLERY
Seconda personale di Greg Gong alla Luce Gallery. L'artista californiano nelle sue opere pare
reiterare un esercizio che passa attraverso l'uso della ripetizione del disegno, del cerchio e di
linee rette, nel contrasto tra la rappresentazione orizzontale e verticale. I colori sono
istintivamente riferiti a quelli primari, che l'artista mischia sapientemente per arrivare a tinte
raramente usate in una composizione che non nasconde velature e trasparenze.
L'immaginario appare come sfocato richiamo alla natura del movimento. Alcuni dipinti
contengono la struttura del disegno in colori vibranti e non controllati in cui l'evoluzione
artistica continua e ridefinisce la propria rappresentazione quasi a non arrivare mai alla fine.
Questo continuo ripetersi di strati di pittura sono scelte ed indecisioni che influenzano l'artista,
come la vita di ogni giorno, fatta di impercettibili ma significative deviazioni che formano il
nostro destino. Nei colori di Gong non c'è contaminazione della sua franchezza, semmai
troviamo esperienza e dolore, ma alla fine ogni strada e buona perché abile a ricordarci che
nulla è veramente soddisfacente, anche quando la scelta è fatta ed il dipinto è terminato, è
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possibile trovare un altro punto, dubbio o progetto. Greg Gong vive e lavora a Los Angeles.
Nel 2014 ha esposto la sua prima mostra personale in Italia alla Luce Gallery. Nello stesso
anno ha anche esposto in una doppia mostra alla Shane Campbell Gallery di Chicago. Il suo
lavoro è anche stato esposto in una collettiva al Museo di Capodimonte, Napoli. Orario: dal
martedì al sabato 15.30-19.30. Info: 011.8141011 - [email protected] www.lucegallery.com. Prorogata fino al 4 febbraio.
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Corso San Maurizio 25
UGO RICCIARDI ALLA BURNING GIRAFFE ART GALLERY
"Nightscapes - Luci e ombre dello spirito", mostra fotografica di Ugo Ricciardi. Dopo la
collettiva "Do You Like Flowers?", il fotografo torinese Ugo Ricciardi torna ad esporre alla
Burning Giraffe Art Gallery sotto la guida del curatore della galleria ?Andrea Rodi. Fotografo
professionista nella moda e nella pubblicità, docente di ritratto, Ugo Ricciardi ha ripreso la
produzione di progetti personali, affrontando principalmente i temi della caducità dell'esistenza
e della trasformazione. Le immagini in bianco e nero declinano su paesaggi notturni, un
genere nuovo per l'artista. Un anno di lavoro, misurato con le fasi della luna e reso possibile
anche grazie alla collaborazione di Daniele Vergaro, amico e collega. Durante il giorno il
fotografo sceglie le inquadrature e i soggetti, mentre la notte ritorna ad immortalarli in una luce
completamente diversa, artificiale, ma perfettamente in equilibrio con la propria visione. "?Non
è sufficiente trovarsi in un bel posto, attendere la luce giusta e trovare un'inquadratura
adeguata", afferma Ugo. "?Io devo poterlo toccare quel luogo, devo potermi immergere in esso
e tirare fuori la sensazione che quel posto mi trasmette e, ancor più importante, devo mostrare
questo contatto". Infatti, nella penombra della luna gli alberi si animano di una nuova vita
prendendo contorni diversi, sfuggevoli, mentre il resto è ammantato dalle tenebre. Così
l'autore trasforma luoghi familiari in visioni magiche, che accompagnano lo spettatore in un
percorso spirituale fatto di luci e ombre. Solo così il fotografo può concepire un paesaggio:
come una visione estremamente soggettiva che, in un modo o nell'altro, deve diventare reale.
Orario: dal martedì al sabato 14,30-19,30 o su appuntamento. Info: 011.5832745 347.7975704 - www.bugartgallery.com - [email protected]
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Bava 8/A
"LA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO" ALLA GALLERIA ACCADEMIA
Mostra del gruppo romano di Piazza del Popolo, al quale aderirono Franco Angeli, Tano
Festa, Giosetta Fioroni e Mario Schifano. La mostra, curata da Luca e Francesca Barsi,
attraverso venti opere selezionate e non seriali, si propone di rievocare il clima della fervente
scena artistica romana degli anni ?60. Nella Roma di quegli anni, spicca, tra le altre, la figura
di Plinio De Martiis, fondatore della Galleria La Tartaruga di Via del Babuino: La Tartaruga fu
fucina di idee e punto focale di cultura per tutti gli Anni '50 e '60, la prima a portare a Roma le
avanguardie americane. Trasferitasi nel 1963 in Piazza del Popolo, divenne presto punto di
riferimento e di incontro di quel gruppo di giovani artisti chiamato Scuola di Piazza del Popolo.
Tra il 1960 e il 1963 personalità come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta
Fioroni, e ancora poeti e menti aperte all'innovazione cominciano a riunirsi in Piazza del
Popolo. È qui che le esperienze degli artisti romani si fondono con quelle dei personaggi ben
descritti da Fellini nella Dolce Vita. Un clima in ebollizione dove convergevano teatro,
performance, cinema, fotografia, letteratura e poesia, in favore di una innovazione dei
linguaggi di comunicazione e di una contaminazione fra discipline diverse. Dalle celebri
"Finestre" di Tano Festa alla geniale intuizione dei "Paesaggi anemici" di Mario Schifano. Dalle
bellissime terrecotte di Giosetta Fioroni alle tele, cariche di simboli, segno di avversione alle
ideologie e al capitalismo di Franco Angeli. Il tratto distintivo della pittura di questi artisti è
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proprio la scelta di rappresentare motivi presi dall'immaginario comune, e la creazione di un
nuovo codice espressivo che non ha nulla a che fare con l'ordinaria rappresentazione del reale
a fini estetici o provocatori. Gli oggetti presi in prestito dalla strada, dai cartelloni pubblicitari,
dai mezzi di comunicazione di massa, dalla politica, dalla moda, dalla civiltà dei consumi,
entrano nelle tele di Schifano, Angeli, Festa. Orario: 10,30-12,30 e 16,30-19,30; lunedì e festivi
chiuso. Info: 011.885408 - [email protected]. Prorogata fino all'8 aprile.
fino al 08/04/2017
ore 10:30
Torino
Via Accademia Albertina 3/E
CARMAGNOLA - "IL TEMPO E LA MEMORIA" A PALAZZO LOMELLINI
"Il tempo e la memoria", mostra a cura di Silvana Nota, comprendente lavori di Mariella
Bogliacino, Maria Erovereti, Fernando Montà e Rosa Sorda. "Il progetto della mostra,
caratterizzato da una forte valenza di ricerca poetico-gestuale riunisce quattro artisti di
rilevante cifra culturale. Affini e al contempo diversi dialogano, seguendo il filo della
dimensione legata al tempo e alla memoria, individuando in essa il substrato originario
indispensabile alla contemporaneità e alla germinazione del futuro. Il percorso si snoda
attraverso quattro isole monografiche per ciascun artista impegnato nell'elaborazione della
propria versione del tema, a cui si aggiunge uno spazio comune, sezione introduttiva per
evidenziare quanto il gesto artistico sia in grado oggi di nutrirsi di passato lasciandolo
riaffiorare senza vincoli nè schemi, come energia viva generatrice di inaspettate opportunità di
conoscenza" (Silvana Nota). Orario: giovedì, venerdì e sabato 15-18; domenica 10-12 e 15-18.
Ingresso libero. Info: 011.9724238 - www.comune.carmagnola.to.it www.palazzolomellini.com
fino al 09/04/2017
ore 18:30
Carmagnola (TO)
Piazza Sant'Agostino 17
PINEROLO - KURT MAIR ALLA GALLERIA LOSANO
"Vividi Sguardi", personale dell'artista tedesco Kurt Mair. La mostra è un omaggio ai temi
ricorrenti intorno ai quali Kurt Mair costruisce la propria visione, una selezione di oli e incisioni
in cui si percepisce la fascinazione per le tematiche rinascimentali e i suoi principali artefici,
lavori recenti di assoluta raffinatezza, "ricordi di luce che accarezzano di tenerezza nuda, dalla
quale affiora l'anima di chi come lui, prima di lui, li ha catturati e amati, fino a conferire loro il
senso di eternità". Orario: feriali 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info:
0121.74059 - [email protected]
fino al 09/04/2017
ore 17:00
Pinerolo (TO)
Via Savoia 33
LIBERO GRECO ALLA FONDAZ. GIORGIO AMENDOLA
Personale di Libero Greco, dedicata al tema della politica. Una raccolta di sensazioni filtrate
attraverso notizie che pervengono dai comuni mezzi d'informazione, vuole essere un
rendiconto del disagio che viene comunemente percepito a causa del malfunzionamento della
macchina dello stato, del governo e della sua politica. Libero Greco vuole dare il suo
contributo, utilizzando pennelli, colori, sensazioni e idee che possano graffiare la coltre
marcescente di un sistema che necessita cure. L'artista lo fa a modo suo, lanciando un
personalissimo urlo. Orario: dal lunedì al venerdì 9,30-12,30 e 15,30-19,30; sabato su
appuntamento. Info: www.fondazioneamendola.it - [email protected] 011.2482970 - 348.5308603
fino al 09/04/2017
ore 17:30
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Torino
Via Tollegno 52
HORIKI KATSUTOMI DA RAFFAELLA DE CHIRICO
"Anatomia dell'inquietudine", personale di Horiki Katsutomi. Saccheggiando la sintassi dei due
capolavori di Bruce Chatwin e Fernando Pessoa, nasce il titolo della mostra personale
dell'artista giapponese Horiki Katsutomi (Tokio, 1929), con lavori del ciclo di opere dedicato ad
Ulisse e all'Odissea. Naturale pensare al mitico personaggio oggetto della ricerca artistica di
Horiki, nell'interpretazione dantesca per esempio, esplicitata attraverso una sete di
conoscenza sfrenata, il viaggio come metafora di conoscenza e superamento del sé,
dimensione avventurosa e conturbante. L'esilio foscoliano. L'irrequietezza di Bruce Chatwin,
sulla strada. L'inquietudine di Fernando Pessoa (alias Bernardo Soares), quella della vita
quotidiana. Ma ai nostri giorni questi temi hanno assunto connotazioni ben diverse e ne sono
diventati lo specchio di migrazioni ed esili ben diversi da quelli danteschi e foscoliani.
L'espulsione (o auto-espulsione) è dai regimi dittatoriali, tra i più conosciuti quello cinese di Ai
Weiwei; il mare non è più solo metafora di conoscenza così come non lo è la barca che lo
attraversa. Lo straniero sulla spiaggia evoca quello di Camus, ma non si limita ad una
speculazione intellettuale. Ed è per questo che il lavoro di Katsutomi è il risultato di una
narrazione infinita e atemporale m anche concreta e contemporanea. È un esule, dal
Giappone che lascia nel 1969 per arrivare in Europa. Come scrive Gaspare Luigi Marcone: "In
realtà è la figura dell'artista in senso assoluto a diventare Ulisse, personaggio che vive per la
conoscenza. Il maestro nipponico ha dipinto molte varianti di Ulisse con colori e formati diversi,
ma con una costante simbolica: l'eroe si trasforma nello strumento del suo viaggio. Nella parte
alta della tela appare una larga striscia pulviscolare, quasi una cometa che viaggia nel cosmo,
una striscia che simboleggia la chiglia di una nave. Una striscia "astratta", nell'etimologia latina
del termine (abstraho, "prelevo", "estraggo"), che sintetizza l'oggetto fisico, la nave, con un
gesto pittorico essenziale". O ancora, Katsutomi si avvicina alla contemporaneità nipponica di
Murakami Haruki; come per L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, romanzo
in cui il protagonista deve scoprire chi è veramente Tazaki Tsukuru ed il pellegrinaggio è verso
la sua città natale (quindi un ritorno), ma soprattutto in cerca di spiegazioni agli enigmi non
risolti nella sua vita. Le tele di Horiki dedicate all'eroe omerico sono di diversi colori e
dimensioni ed è una pittura che fluisce, delicata ma con l'incedere deciso del samurai. In una
selezione di carte degli anni '70, Katsutomi utilizza carta e inchiostro per creare delle false
impronte digitali; non desidera burlarsi di Piero Manzoni ma mettere in discussione l'idea
stessa di identità e di memoria. La mostra si compone di una decina di lavori su tela ed alcune
carte realizzate negli anni '70; l'esposizione dei lavori su carta sarà anche l'occasione per
aprire al pubblico un nuovo spazio della galleria De Chirico, sempre nell'interno cortile di via
della Rocca 19 che (ad eccezione della mostra di Katsutomi) sarà la project room dedicata ad
artisti emergenti. Orario: da martedì a sabato dalle 15 alle 19. Info:
www.dechiricogalleriadarte.com - [email protected] - 011.835387 - 392.8972581
fino al 15/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Giolitti 52
COSIMO VENEZIANO AL MUSEO ETTORE FICO
"Petrolio", personale di osimo Veneziano, nato a Moncalieri, ma che vive e opera a Leeds
(Regno Unito). La mostra si snoda in due sedi: al MEF e alla Galleria Alberto Peola, con le tele
"Giorni di un futuro passato" e le sculture "Membrana". Nelle sale museali di via Cigna,
Veneziano presenta lavori, accompagnati da un testo di Elena Forin, che esprimono la sua
indagine intorno al patrimonio sociale, urbano e architettonico, con particolare riferimento ai
monumenti pubblici. E si notano il marmo "Crash", le serigrafie e i disegni su feltro industriale
"Petrolio" e "The Monument". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19;
la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (over 65,
insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26 anni e gruppi di
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minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati, persone con
disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card. Info:
011.853065 - www.museofico.it
fino al 16/04/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
INCISORI OLANDESI DEL SEICENTO IN GALLERIA SABAUDA
I Musei Reali di Torino posseggono una ricca collezione di opere appartenenti al cosiddetto
"Secolo d'oro olandese": un periodo particolare - seguito al distacco dalle province fiamminghe
dominate dalla Spagna - durante il quale quella piccola terra strappata al mare, corrispondente
a parte degli attuali Paesi Bassi, divenne il centro nevralgico dei commerci, delle scienze e
delle arti di tutta Europa. Per valorizzare il patrimonio a sua disposizione, i Musei Reali
organizzano la mostra "L'occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento". La mostra presenta 32
fogli tratti dalla collezione della Galleria Sabauda, che documentano alcuni tra i generi più
diffusi all'epoca, dalle vedute d'insieme alle raffigurazioni di scene di vita e animali. La prima
sezione della mostra si concentra sul tema del paesaggio, inteso come rappresentazione
fedele della realtà, senza commistioni con soggetti narrativi derivati dalla religione, dal mito o
dalla storia. Tra i lavori esposti spiccano alcune splendide vedute di Rembrandt, come "La
capanna e il grande albero" (1645), "Veduta di Amsterdam" (1640 c.) e "Paesaggio con
capanna e fienile" (1641), ma anche una serie d'incisioni di Ruisdael, il cui sguardo si posa
principalmente sulle nuvole e sugli alberi, realizzati con minuziosi dettagli. Le scene di vita
ritratte da Adriaen van Ostade (1610-1685) costituiscono la seconda tappa del percorso
espositivo: le sue incisioni ritraggono uomini impegnati in piccole azioni quotidiane tra case e
taverne, che testimoniano le abitudini e i costumi dell'epoca. Le rimanenti sezioni sono
dedicate al mondo agreste: la terza presenta tre incisioni di Paulus Potter risalenti alla prima
metà del secolo, nelle quali l'artista - morto a soli 29 anni - si concentra sulla raffigurazione di
mucche e tori, che restituiscono un'atmosfera sognante e sospesa; la quarta comprende lavori
di Nicolaes Berchem, Dirk Stoop, Pieter Van Laer e Karel Du Jardin. Orario: dal martedì alla
domenica, dalle 9 alle 19 (la biglietteria di piazzetta Reale 1 chiude sempre un'ora prima). Il
biglietto d'ingresso (intero 12 euro; ridotto 6 euro) consente la visita all'intero complesso dei
Musei Reali, che comprende Palazzo Reale, l'Armeria Reale, la Galleria Sabauda e il Museo
Archeologico. Info: 011.5220421 - www.museireali.beniculturali.it. Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Piazzetta Reale 1
FEDERICO COLLINO AL MUSEO DELLA MONTAGNA
A Federico Collino (Pinerolo, 1869 - Torino 1942), musicista compositore, esecutore e
direttore d'orchestra, ma anche valente pittore, il Museomontagna, in collaborazione con la
Società Storica delle Valli di Lanzo, dedica la mostra antologica "Federico Collino tra musica e
pittura. Dal Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù". In mostra, coordinata da
Laura Gallo e realizzata da Marco Ribetti, sono esposte circa 60 opere di vario formato per lo
più dedicate ai paesaggi delle Valli di Lanzo, scelte per l'occasione all'interno di un corpus di
trecento tra disegni, pastelli e olii, realizzati da Collino a partire dal 1896. L'esposizione,
promossa dalla famiglia, rende omaggio a un artista pressoché sconosciuto, sia come
musicista sia come pittore e completa un lavoro di studio, recupero e valorizzazione in parte
già avviato dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino nel 2005 per quanto riguarda la sua
produzione musicale. Federico Collino si diploma al Liceo Musicale nel 1891 e nello stesso
anno viene assunto dallo stesso Liceo come Maestro di oboe e fagotto. Dal 1892 inizia a
rappresentare alcune sue composizioni a partire dal Circolo degli Artisti di Torino. Suona come
primo oboe e corno inglese al teatro Regio e al teatro Carignano; dirige al teatro Vittorio
Emanuele come Maestro sostituto per la stagione autunnale 1895. Parallelamente, coltiva la
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passione per la pittura. Nel tempo libero, soprattutto durante le vacanze a Usseglio, avvia una
produzione come pittore en plein air, inserendosi nel filone del nuovo interesse per il
paesaggio maturato nella seconda metà dell'Ottocento dai pittori torinesi dell'Accademia
Albertina di Belle Arti e dai soci del Circolo degli Artisti, attratti dagli scenari montani, e in
particolare dalle Valli di Lanzo, tra cui si possono ricordare Cesare Ferro Milone, Giovanni
Guarlotti, Giovanni Piumati e Alessandro Poma. D'altra parte fra Otto e Novecento queste
vallate vivono una stagione irrepetibile quali luoghi di villeggiatura, frequentati anche da
presenze illustri, come la regina Margherita di Savoia, Benedetto Croce, Guglielmo Marconi,
Guido Gozzano, Annie Vivanti, Eleonora Duse, che gira a Balme il film Cenere, mentre
Giovanni Pastrone, il regista del kolossal Cabiria, soggiorna a Ricchiardi di Groscavallo. Il
primo schizzo dal vero di Collino, opera ispirata al greto d'un fiume le cui sponde sono
fiancheggiate da un filare di alberi, porta la data del 1896. Seguono numerose tavolette, non
riconducibili a una data certa, che coprono l'intero arco della vita dell'artista. Collino ritrae
soprattutto il paesaggio montano: borgate (Interno di borgata Pianetto), torrenti, laghi
(Malciaussia), ghiacciai, pascoli alpini, piloni votivi (Pilone votivo al Cortevizio), scene di vita
quotidiana (Nel prato; Usseglio, prima della processione); ma anche affetti famigliari (Ritratto
di Tilde), nature morte con fiori e frutti. Nei suoi spostamenti tra Torino e le Valli di Lanzo il
pittore raffigura vedute delle campagne del fondovalle: da Baracca nella neve, fino agli scorci
della periferia torinese con le sue fabbriche di inizio Novecento (Torino, periferia). Non
mancano angoli di Torino, come il giardino della sua abitazione di corso Ferrucci, e il raffinato
pastello con un notturno di Piazza San Carlo percorsa da un'automobile con i fari accesi e le
sfavillanti luci dei portici che illuminano la notte. Federico Collino frequenta il Circolo degli
Artisti per tutta la vita, ne è animatore, socio dal 1913, membro del consiglio direttivo e figura
di spicco dal 1892 quando viene incaricato di musicare l'opera Donna Fabia. Anche se la
documentazione dei rapporti fra Collino e il Circolo è riconducibile soprattutto alla sua attività
di musicista, è proprio qui che emerge il suo interesse pittorico. La frequentazione conviviale
dei pittori soci e i loro amichevoli consigli hanno sicuramente favorito l'evoluzione e la piena
maturazione della sua tecnica, al punto da incoraggiarlo a esporre i suoi dipinti a Palazzo
Graneri nelle esposizioni sociali degli anni 1919, 1921, 1924, 1928. La mostra è
accompagnata dal volume: Federico Collino tra musica e pittura (1869-1942). Dal
Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù, a cura di Gian Giorgio Massara; testi di
Marco Albera, Manlio Collino, Marco Leo, Gian Giorgio Massara, Anna Nelayeva. Edito dalla
Società Storica delle Valli di Lanzo, 240 pagine, 334 illustrazioni. Come consuetudine sarà
disponibile il "giornale di mostra" - nel formato di un piccolo quotidiano - che verrà offerto
gratuitamente al pubblico durante il periodo dell'esposizione. Al suo interno si potranno trovare
immagini e testi dei curatori, utili ad approfondire l'argomento. Orario: da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7 euro; soci CAI 6,00 euro;
promozionale 1 euro. Info: 011.6604104 - [email protected] www.museomontagna.org. Giovedì 23 febbraio alle 18 concerto delle violiniste Alessandra
Génot ed Anna Castellani, del soprano Serena Rubini e del pianista Massimiliano Génot. Il
musicista-pittore sarà rappresentato da opere per pianoforte di carattere brillante e
carnevalesco come il "Valzer della Val Sopata", e da brani più intimistici come Notturno per
due violini e pianoforte. Sarà riproposta la lirica "Sogno", su una poesia di Ada Negri ed estratti
dell'opera "Donna Fabia", eseguita originariamente per il Circolo degli Artisti. Ingresso gratuito;
per l'occasione il Museo e la mostra resteranno aperti per tutta la durata del concerto.
fino al 17/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazzale Monte dei Cappuccini
"PASSARE IL SEGNO" ALLA PINACOTECA ALBERTINA
"Passare il segno. Studenti e artisti dalla scuola di grafica d'arte dell'Accademia Albertina",
mostra a cura di Franco Fanelli con la collaborazione di Daniele Gay. Una settantina di opere
compongono una mostra che ha la sua origine nel Corso di Tecniche dell'Incisione - Grafica
d'Arte dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ne sono autori ex studenti, molti dei
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quali oggi affermati artisti, formatisi nei laboratori della Scuola di Grafica, le cui profonde
tradizioni e l'attuale vitalità le conferiscono un prestigio riconosciuto in ambito nazionale e
internazionale. "L'espressione grafica d'arte abbinata a tecniche dell'incisione", scrive il
curatore Franco Fanelli, docente del Corso, "ribadisce implicitamente la conservazione di un
sapere come base su cui impostare lo sviluppo e l'innovazione; la futuribilità, in sostanza, di
una scuola, di un metodo e di una disciplina. Contemporaneamente, la doppia definizione
amplia dichiaratamente il campo delle opportunità di ricerca e dei linguaggi, laddove le
tecniche tradizionali (calcografia, xilografia, litografia, serigrafia) si sviluppano in altre direzioni,
ma ancora in base ai principi fondamentali della grafica d'arte: segno, riproducibilità,
modularità. Qui sta la ragione del titolo di questa mostra: "Passare il segno" per osare, osare
per conoscere, conoscere per creare. Ed è la ragione per cui il visitatore vedrà, insieme a molti
fogli di grafica tradizionale, opere basate su più recenti procedimenti legati alla stampa; e
s'imbatterà in libri d'artista, fotografie, sculture, installazioni, video e dipinti". Tre le sezioni.
"Nella scuola", raccoglie una quarantina di opere grafiche spazianti dalle tecniche tradizionali
della calcografia (acquaforte, acquatinta, puntasecca, mezzotinto) alle tecniche di
fotoincisione: è una panoramica sugli ultimi trent'anni di attività nei laboratori di tecniche
dell'incisione dell'Accademia Albertina di Belle Arti, sede operativa ma anche "luogo
dell'anima", nel quale la conservazione di un sapere è continuamente abbinata alla
sperimentazione e all'innovazione dei linguaggi. La sezione "Altri segni" riunisce gli esiti
professionali di alcuni ex studenti (Stefano Marvulli e Stefano Farci) che dalla grafica
tradizionale si sono spostati verso il digitale o verso la relazione con l'immagine in movimento,
sino alla cinematografia. Qui trovano posto le opere su carta di Stefano Allisiardi, artista che
ha mosso i primi passi nella scuola in un ambito prossimo all'illustrazione. È altresì
documentata l'attuale o quanto meno una recente fase di ricerca di ex studenti che hanno
mantenuto, come artisti, rapporti stretti con lo specifico della grafica, come Beatrice Piva,
Simone Pizzinga, Anna Guazzotti, Paolo Venice e Valentina Biga. La terza sezione, "Oltre il
segno", è infine una sorta di "mostra nella mostra", composta da artisti oggi affermati e altri
nella loro prima maturità. Si tratta di Botto & Bruno e Francesco Barocco, che hanno lavorato
in dialogo con le opere della Pinacoteca Albertina, Laura Pugno, che traspone l'incisione in
ambito installativo, Manuele Cerutti, Cornelia Badelita, che "disegna" utilizzando timbri, Nadir
Valente, Fatma Bucak e i più giovani Macchieraldo e Palasciano, Anna Canale, Aurora Paolillo
e Chiara Pigoni. Orario: tutti i giorni, a esclusione del mercoledì, dalle 10 alle 18. Ultimo
ingresso alle 17,30. Ingresso: intero 5 euro; ridotto (dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai
26 anni, possessori biglietto City Sightseeing, possessori biglietto Fondazione Accorsi Ometto, possessori tessera AIACE, possessori tessera Slow Food, gruppi minimo 15 persone;
gratuito per possessori abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Card) 2,50
euro. Info 011.0897370 - [email protected] - www.pinacotecalbertina.it.
Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Accademia Albertina 8
"TO REPEL GHOSTS" DA GUIDO COSTA PROJECTS
"To Repel Ghosts", terzo capitolo del ciclo dedicato da Guido Costa Projects all'Immateriale. In
mostra documenti e opere di: John Beattie, Richard Boursnell, Eduard Isidore Buguet, Craig
and George Falconer, Paul Fleury, Chiara Fumai, William Hope, Frederick Hudson, Enrico
Imoda, F.M.Parker, Turi Rapisarda e Simona Galeotti, Fulvio Rendhell, Gustavo Rol, William
Shew, Eugene Thiebault. Orario: dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011.8154113 www.guidocostaprojects.com - [email protected]
fino al 21/04/2017
ore 17:00
Torino
Via Mazzini 24
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JEAN-PIERRE VELLY ALLO SPAZIO DON CHISCIOTTE
"Incisioni di Jean-Pierre Velly. Un point c'est tout", retrospettiva a cura di Vincenzo Gatti,
organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes. La mostra antologica prende il titolo da un lavoro
di Velly del 1978 per sottolineare l'elemento distintivo delle sue opere: all'artista bastano un
punto o un tratto inciso con il bulino per avviare sulla lastra la creazione di un mondo, ora
composto da morbidi nudi femminili, altre volte affollato di resti di urbani naufragi, ora colmo di
allucinate sarabande. Non si tratta solamente di un giusto omaggio a uno tra i più rilevanti
esponenti dell'arte calcografica del secondo Novecento, spiega il curatore Vincenzo Gatti, ma
anche della testimonianza di un comune destino che aveva legato Mario Lattes, a cui la
Fondazione è dedicata, e l'artista francese. La galleria romana Don Chisciotte, inaugurata con
una personale di Lettes nel 1962 e di cui lo spazio torinese ha raccolto l'eredità, sarà punto di
riferimento costante per ambedue e il rapporto con il direttore Giuliano de Marsanich diventerà
fondamentale per la carriera di Velly. I fogli esposti a Torino, una trentina circa, provengono
dalla collezione Lattes e ben testimoniano dell'apprezzamento, della stima e anche della
comunanza di ideali ritrovati nelle opere dell'incisore: in prevalenza bulini anche di grande
formato, costituiscono una vera antologia dell'appassionato lavoro dell'incisore, a partire dagli
anni Sessanta, con fogli come "Trinità dei Monti" del 1968, fino a giungere alle ultime opere
prima della scomparsa come, ad esempio, "Fleurs d'Hiver" del 1989 nella quale l'uso della
tecnica della maniera nera testimonia del prevalente interesse pittorico manifestato dall'artista
in quegli anni. Velly, illustra Vincenzo Gatti, usa magistralmente il segno fatale e crudele del
bulino per costruire un'immagine del mondo sospesa fra tradizione, critica della modernità e
dedizione totale all'arte. La limpidezza della traccia sostiene e accentua le accumulazioni più
disperate: sono visioni cosmiche e apocalittiche costruite con una tecnica antica tanto
intimamente vissuta da sciogliersi e sublimarsi nel sogno. L'artista non nasconde l'ascendenza
nordica delle sue fantasie e dei suoi fantasmi, da Dürer a Seghers ad Altdorfer, fino a
giungere, in coerenza al suo stesso ideale di vita, al romanticismo più acceso di Friedrich e di
Carus, più evidente quando verso gli anni Ottanta si dedicherà quasi esclusivamente alla
pittura. Lontano dagli ambienti mondani, da un mondo superficiale e distratto, lavora chiuso
nel suo ambiente quasi come una crisalide, in tensione continua verso l'essenza delle cose e il
loro significato, oltre le apparenze, che pur lucidamente definite, finiscono tuttavia per
disgregarsi in una gloriosa e sofferta totalità. Come lo stesso Velly dichiarava a proposito della
sua dedizione al disegno e all'incisione: "... la visione in bianco e nero è un fatto mentale, non
esiste in natura, e nel bianco e nero si scatena tutta la mia ansia e sete di libertà espressiva,
senza inseguire le mode senza voler essere contemporaneo in tutti i modi...". Orario: da
martedì a sabato 10,30-12,30 e 15-19. Info: 011.19771755 - [email protected]
fino al 22/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 37
SALVO ALLA GALLERIA IN ARCO
"Salvo, la strada di casa", a cura di Luca Beatrice. "Il 12 settembre 2015 Salvo è vuoto
incolmabile nell'arte italiana e di Torino, la sua città d'adozione. Inutile sottolineare ancora una
volta la storia di un intellettuale -questo il termine che meglio gli si addice, non solo pittore
approdato ai colori dopo una significativa militanza concettuale- autodidatta spinto da una
curiosità vorace, certamente uno degli uomini più colti che ho mai incontrato. Per Salvo essere
artista voleva dire stare in bilico tra il ragionamento teorico e l'esercizio erudito, il coup de
theatre e le esigenze del mercato, la soluzione improbabile e il mestiere collaudato. Con lui
mai un momento di noia, la sensazione di ripetersi, l'autocompiacimento di fronte a un
mestiere sì bello ma in fondo pur sempre un lavoro, più quotidiano che eroico. Potrei
sottolineare i tanti incontri, le cene, i viaggi, tutto sempre condito da uno spirito di avventura
leggero e ironico. Farei però torto all'artista, immenso, raffinatissimo, mai banale. Una fortuna
averlo incontrato, conosciuto, lavorato, un po' perso con rammarico negli ultimi tempi. Salvo ha
rappresentato una delle più autentiche ragioni che mi hanno spinto ad approfondire questo
mestiere. Eppure raramente abbiamo parlato di pittura: molto più di libri, film, curiosità, calcio
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anche. Di fronte a un suo quadro era sufficiente guardare. E lasciarsi andare. A dieci anni
esatti dalla retrospettiva che gli dedicò la GAM di Torino, una "medaglia" che Salvo accettò
con il suo solito pudore e la sua proverbiale riservatezza, la Galleria In Arco ripropone un
percorso esaustivo e completo nella pittura dell'artista siciliano, che era nato a Leonforte nel
1947, offrendo una sorta di "best of" di una carriera davvero importante, a partire dagli anni
Settanta, quando si consumò il definitivo passaggio da quello che Renato Barilli aveva
chiamato il concettuale differente al dipingere, fino ai tempi più recenti, in cui Salvo prosegue
nella sua esplorazione inesausta della pittura di genere, tra paesaggio, natura morta, scena
d'interno, inserendo raramente alcuni personaggi e figure. Una sfida soprattutto con se stesso,
nella ripetizione mnemonica, mai appuntata, di quegli elementi che servono nella costruzione
di un quadro al fine di raggiungere la perfezione, come in un'inquadratura cinematografica. Ho
voluto prelevare, per questa mostra, il titolo di un suo quadro: La strada di casa. Perché
tornare a scrivere di Salvo oggi per me significa davvero ritornare in uno dei luoghi per me più
cari e importanti nella mia attività di critico. La Galleria In Arco di piazza Vittorio Veneto, che
proprio nel 1990 aprì la nuova e definitiva sede con una sua spettacolare e rarissima mostra,
Interni con funzione straordinaria, un unico soggetto ripetuto tante volte su variazioni minime,
a ribadire se ce ne fosse ancora bisogno che la pittura è prima di tutto risultato del pensiero,
della teoria e dell'intelligenza. Sempre rispondendo a un invito di Sergio Bertaccini, mi sono
poi ritrovato a scrivere per Là, metà anni Novanta, uno dei testi a cui sono più affezionato
perché Salvo mi consentì l'utilizzo di una lingua sperimentale dove il linguaggio critico era
messo da parte in favore dell'esercizio mnemonico, una specie di Je me souviens ispirato al
grande maestro Georges Perec. Pubblichiamo ora, per l'occasione, un catalogo ancor più
ricco della mostra, un repertorio caleidoscopico di immagini e figure da sfogliare come un
album. Non di ricordi, soltanto, ma di frames a colori che dimostrano, una volta di più, la
grandezza solitaria, senza uguali, di un talento puro che ho amato tantissimo e di un uomo che
mi manca altrettanto. Non so dove sia Salvo ora, ma sono certo che se leggerà queste parole
le troverà esagerate, assumerà un'espressione tra il contrito e l'imbarazzato, chiedendomi per
favore di non esagerare" (Luca Beatrice). Orario: da martedì a sabato 10-13 e 16-19,30. Info:
011.19665399 - [email protected] - www.in-arco.com
fino al 29/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazza Vittorio Veneto 3
"LIFE WORLD" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
"Life World", una selezione di opere fotografiche provenienti dalla Collezione di Isabel e
Agustin Coppel, a cura di Tanya Barson. Ispirata agli scritti del filosofo Vilem Flusser, la
mostra cerca di sviluppare ed espandere l'idea di una filosofia della fotografia o, nelle parole di
Flusser, di "contribuire a una discussione intorno al soggetto 'fotografia' in uno spirito
filosofico". Mira inoltre a illustrare come la fotografia sia diventata strumento chiave nello
sviluppo della coscienza umana in relazione alla 'mondità del mondo', riflettendo anche sullo
status filosofico della fotografia nel momento in cui Flusser scriveva, a partire dal suo 'Per una
filosofia della fotografia' (1983), per proseguire con 'Immagini: come la tecnologia ha cambiato
la nostra percezione del mondo' (1985): siamo agli albori della transizione dalla fotografia
come oggetto alla fotografia digitale. La mostra attinge alla ricca gamma di fotografie
racchiusa nella Collezione di Isabel e Augustin Coppel e la esamina, passando in rassegna
l'immagine che offre del mondo-vita in cui tutti esistiamo. In questa mostra, le idee di essere e
di coscienza sono analizzate con l'aiuto di tre concetti tratti dal pensiero fenomenologico: il
mondo sociale (mitwelt), l'ambiente o il mondo-intorno (umwelt) e il mondo interiore o proprio
(eigenwelt). Organizzata in questi tre principali gruppi di immagini, la mostra prende in esame
il ruolo che la fotografia ha svolto nel comunicare che cosa significa esistere, come noi
esistiamo insieme agli altri, e come sviluppiamo un'esistenza indipendente e il senso di una
nostra identità; in ciascuna categoria, la fotografia è un mezzo per riflettere sulla sfida di
essere nel mondo. A introdurre le tre sezioni un gruppo di opere selezionate che, nel loro
insieme, pongono la domanda: "Che cos'è una fotografia?", concentrandosi su alcune
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caratteristiche che Flusser propone nelle sue tesi sulla fotografia e sul suo status filosofico. La
mostra include un'ampia gamma di pratiche fotografiche, oltre a una selezione di opere
realizzate con film, slide e nuovi media. Comprende opere di numerosi e importanti esponenti
della fotografia del XX secolo, accanto ad alcune figure meno note, fra cui Berenice Abbott,
Vito Acconci, Bas Jan Ader, Doug Aitken, Manuel Alvarez Bravo, Francis Alÿs, Diane Arbus,
Ursula Arnold, Richard Avedon, Bernd & Hilla Becher, Sophie Calle, Henri Cartier-Bresson,
Larry Clark, Edmund Collein, Bruce Davidson, Rineke Dijkstra, Jim Dow, William Eggleston,
Tracey Emin, Walker Evans, Valie Export, Harun Farocki, Peter Fischli and David Weiss,
Robert Frank, Lee Friedlander, Carlos Garaicoa, Héctor García, Alberto Garcia Alix, Anna
Gaskell, Nan Goldin, Félix González-Torres, Dan Graham, Sigurdur Gudmundsson, Jitka
Hanzlová, Bill Henson, Candida Höfer, Kati Horna, Graciela Iturbide, Seydou Keïta, Julius
Koller, Helen Levitt, Philip Lorca DiCorcia, Cristina Lucas, Tuomo Manninen, Angel Marcos,
Teresa Margolles, Mary Ellen Mark, Gordon Matta Clark, Ana Mendieta, Enrique Metinides,
Ryiuji Miyamoto, Tina Modotti, Lazslo Moholy-Nagy, Zwelethu Mthethwa, Shirin Neshat,
Rivane Neueschwander, Arnold Newman, Kiyoshi Niiyama, Gabriel Orozco, Damien Ortega,
Bill Owens, Esteban Pastorino, Irving Penn, Martha María Pérez Bravo, Bernard Plossu, Albert
Renger-Patzsch, Miguel Río Branco, Herb Ritts, Daniela Rosell, Thomas Ruff, Ed Ruscha,
Sebastiao Salgado, August Sander, Cindy Sherman, Stephen Shore, Aaron Siskind, Melanie
Smith, Simon Starling, Thomas Struth, Superflex, Diana Thater, Wolfgang Tillmans, Ed Van
Der Elsken, Massimo Vitali, Annika Von Hausswolf, Edward Weston, Mariana Yampolsky,
Willy Zielke e Zoe Leonard. Orario: giovedì dalle 20 alle 23 (ingresso libero); venerdì, sabato e
domenica dalle 12 alle 19. Ingresso: intero 5 euro; ridotto 3 euro; gratuito con Abbonamento
Musei. Info: 011.3797600 - www.fsrr.org
fino al 30/04/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
PIOTR SKIBA ALLA GALLERIA GRGLT (GIORGIO GALOTTI)
La galleria Giorgio Galotti, in occasione dell'apertura della nuova sede, presenta la prima
personale di Piotr Skiba. La mostra presenta due opere in dialogo tra loro, realizzate per lo
spazio che le ospita, di cui una di dimensioni ambientali e una di dimensioni ridotte.
L'intervento punta a combinare due elementi basilari della pratica di Piotr; da un lato la
leggerezza dei materiali utilizzati e dall'altro il processo artigianale più arcaico attorno al quale
ruota l'elaborazione della sua ricerca. In quest'ultima produzione l'artista massimizza la sua
tecnica, introducendo al pubblico una composizione che attraversa aspetti differenti,
spaziando da un processo che parte dall'utilizzo di tessuti industriali di rame, che hanno subito
processi di ossidazione e combustione stravolgendone la forma e la colorazione, per arrivare
alla scultura tradizionale in bronzo, collocata al centro di una parete come un oggetto sacro e
onirico. Molti dei suoi progetti di esordio sono incentrati sui temi dell'esclusione,
dell'intolleranza razziale e l'alienazione sociale. Qui la riflessione si sposta sui materiali
utilizzati e abbandonati dall'industria moderna, che a contatto con l'ambiente assumono nel
tempo delle forme sinuose, integrandosi alla superficie terrestre. L'intenzione di Piotr è di
rivolgere l'attenzione sull'evoluzione di alcuni processi artificiali, che una volta dimenticati
tendono a perdere la loro configurazione di materiali di smaltimento, per rivelarsi parte di una
natura in grado di assorbire qualsiasi elemento estraneo ad essa, al punto da tramutare
oggetti artificiali in forme sinuose e vegetali. Con questa mostra Piotr Skiba entra in uno spazio
neutro e immacolato nello stesso modo in cui questi oggetti entrano a far parte dell'atmosfera
terrestre, adagiando le opere nell'ambiente della galleria, eludendo il concetto di "esposizione"
per sfruttare la possibilità di renderle fortemente connesse alla realtà in si cui trovano. Visite su
appuntamento: [email protected] - www.giorgiogalotti.com
fino al 30/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Beinasco 16
TORINOSETTE
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ROBERT DOISNEAU AL FORTE DI BARD
La mostra "Robert Doisneau. Icônes", a cura dell'Atelier Robert Doisneau di Parigi e
dell'Associazione Forte di Bard, presenta una nuova selezione di fotografie realizzate dal
grande artista francese nel corso della sua straordinaria carriera. Fil rouge del percorso la
iconicità delle immagini, quelle che maggiormente hanno saputo conquistare l'immaginario
collettivo e il grande pubblico, a partire dal celebre bacio del 1950, Le baiser de l'Hôtel de ville.
Doisneau viene definito per i suoi ritratti e la sua straordinaria capacità di raccontare la realtà
nella sua quotidianità, un esponente della "fotografia umanista". E' lui, meglio di ogni altro, ad
aver immortalato i miti e le icone della Parigi del '900, cogliendone appieno il loro fascino.
Attraversando la Ville Lumière dalle rive della Senna alle periferie, regala un monumentale
affresco di Parigi e dei parigini, immortalando gli aspetti più curiosi e le contraddizioni della
società francese. I soggetti che lo hanno reso celebre sono i bambini e gli innamorati. In
mostra anche i ritratti di personalità quali Picasso, Giacometti, Prévert. Insieme ad Henry
Cartier-Bresson è considerato uno dei padri fondatori del fotogiornalismo di strada. Al centro
della sua fotografia c'è l'uomo con le sue emozioni, spesso colte nei momenti surreali che si
presentano nella vita di tutti i giorni. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e
festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora prima del Forte. Info: 0125.833811 [email protected] - www.fortedibard.it. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo World
Press Photo + Doisneau: intero 12 euro; ridotto 8 euro.
fino al 01/05/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"TONALITA' TANGIBILI" AL MUSEO DEL CINEMA
"Tonalità Tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano. Dalle collezioni fotografiche del
Museo Nazionale del Cinema", mostra a cura di Marco Antonetto e Dario Reteuna (la sezione
Peretti Griva, da Giovanna Galante Garrone). Il pittorialismo, felice manifestazione della
fotografia d'arte, ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell'Ottocento e i primi
vent'anni del Novecento. L'elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso
concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa
stregua della pittura o del disegno. A questi autori di grande talento è dedicata la mostra
Tonalità Tangibili, primo, fra tutti, alla figura emblematica di Domenico Riccardo Peretti Griva e
alle sue poetiche "impressioni fotografiche" che ci introducono nel mondo del pittorialismo. La
mostra, prosegue alla Bibliomediateca Mario Gromo (via Matilde Serao 8/A; orario: lunedì e
venerdì 9-13; martedì e giovedì 9-17,30; mercoledì, sabato e domenica chiuso; ingresso
libero) con un approfondimento su temi cari a Peretti Griva: paesaggi, ritratti e animali "amici".
Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 9-20; sabato 9-23; martedì chiuso;
ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Aperture straordinarie durante la mostra: martedì
14 febbraio (S.Valentino), domenica 16 aprile (Pasqua), lunedì 17 aprile (Pasquetta), martedì
18 aprile, martedì 25 aprile (Liberazione), lunedì 1 maggio (Festa del Lavoro). Ingresso: intero
10 euro; ridotto (studenti universitari fino a 26 anni, over 65, gruppi min. 15 persone con
prenotazione obbligatoria) 8 euro; ridotto giovani e scuole (da 6 a 18 anni, gruppi scolastici) 3
euro; gratuito fino a 5 anni, disabili e accompagnatore, Abbonamento Musei e
Torino+Piemonte Card. Info: 011/8138560-561 - [email protected] - www.museocinema.it
fino al 08/05/2017
ore 11:00
Torino
Via Montebello 20
"DALLE BOMBE AL MUSEO" ALLA GAM
L'edificio che ospita la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino - meglio conosciuta
come Gam - salta all'occhio anche del visitatore più distratto: le sue forme sghembe, con le
pareti inclinate e i volumi irregolari, contrastano con le architetture circostanti, siano esse le
palazzine liberty della Crocetta o i portici di corso Vittorio. Fin dalla sua progettazione, la
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nuova Gam voleva rompere col passato e, al tempo stesso, raccontarne la storia: una storia
fatta di grande sofferenza, dal momento che la vecchia sede fu spazzata via dai
bombardamenti che squassarono la città nel corso della Seconda guerra mondiale, tra il '40 e
il '45. La mostra "Dalle bombe al museo" intende ripercorrere l'itinerario di rinascita dell'arte
moderna in Italia attraverso il caso della Gam, la cui ricostruzione rappresenta un esempio
significativo del più ampio processo che porterà l'Italia a risollevarsi dagli orrori della guerra.
Curata da Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino, l'esposizione si apre con una serie di opere
emblematiche del museo bombardato, in parte distrutte e in parte restaurate, come la "Eva" di
Odoardo Fantacchiotti (1809-1877). Accanto a esse è possibile ammirare alcune delle opere
acquisite dalla Galleria ancor prima che i lavori di ricostruzione dell'edificio fossero completati,
a testimonianza della volontà dell'allora direttore dei Musei Civici Vittorio Viale di allestire una
collezione di respiro internazionale. Quadri come "Composition T 50-5" di Hans Hartung
(1950), ma anche "Dans mon pays" di Marc Chagall (1943) e "Ragazza seduta" di Giacomo
Manzù (1948), entrambi acquistati da Viale alla Biennale di Venezia del '48. E fu lo stesso
Viale a spingere perché l'edificio non fosse ricostruito tale e quale all'originale, ma fosse
indetto un bando per progettarne uno nuovo, moderno, che comunicasse anche esteriormente
un'idea di rinnovamento. Il concorso fu vinto da due giovani architetti ferraresi, Carlo Bassi e
Goffredo Boschetti, il cui lavoro culminò nell'inaugurazione del 31 ottobre 1959. La mostra
ripercorre lo sviluppo del cantiere attraverso una serie di fotografie d'epoca, che si affiancano
a quelle della vecchia sede, prima e dopo i bombardamenti. Un'ampia selezione di tavole
d'architettura, lettere e documenti originali arricchiscono il percorso, che - accanto a opere
come "Scultura di silenzio, Corneille" di Hans Jean Arp e "La cicogna" di Pinot Gallizio presenta tavoli, poltroncine, sedie e lampade di design, consentendo al visitatore di
immergersi nell'atmosfera di quegli anni. Una mostra che, come sottolinea il direttore della
Gam Carolyn Christov-Bakargiev, "intende ripercorrere la storia di un'utopia diventata realtà,
mettendo in luce la straordinaria capacità di un'intera città di trasformare la deformità della
guerra in un'idea propositiva verso il futuro". Orario: da martedì a domenica 10-18; la
biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it. Giovedì 23 marzo alle 17 visita guidata
speciale con Giorgina Bertolino, storica dell'arte e curatrice della mostra. Costo: biglietto
d'ingresso ridotto 8 euro (gratuito per studenti, abbonati Musei Torino Piemonte e Torino Card)
+ 5 euro la visita guidata. Massimo 20 persone a visita. Prenotazioni al numero 011.4436999.
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
"STRUTTURE E STILE" ALLA GAM
In contemporanea all'inaugurazione della mostra "Dalle bombe al museo:1942-1959" la GAM
apre al pubblico, nella sala "Archivi" del secondo piano, una mostra che documenta un
particolare capitolo della storia del museo. Il 18 giugno 1962 si apre alla Galleria Civica d'Arte
Moderna una grande mostra internazionale curata da Michel Tapié, dal titolo "Strutture e Stile Pitture e sculture di 42 artisti d'Europa America e Giappone". La mostra proponeva un
confronto internazionale di vaste proporzioni la cui importanza e portata furono chiare fin da
subito; Tapié, attraverso la pluralità delle sue ricerche che si sviluppano verso Parigi, Tokyo e
New York proietta il capoluogo piemontese al centro di una rete di rapporti e relazioni
internazionali che ne fanno una delle città italiane più favorite culturalmente. La mostra fu
realizzata in collaborazione con l'International Center for Aesthetic Research (ICAR), fondato
due anni prima da Tapié insieme all'architetto Luigi Moretti e diretto da Ada Minola, e allestita
negli spazi del museo con l'idea di trasferire nelle differenti sezioni espositive quella "possibile
classificazione delle materie e dei significati dell'Informale" chiarita nelle pagine dei suoi testi
teorici nei quali, ispirandosi alla teoria degli insiemi di Georg Cantor, approfondiva i rapporti tra
le scoperte scientifiche e le ricerche estetiche. Intorno all'opera "Scultura" di Sofu Teshigahara
in legno e foglia di rame, la mostra Archivi2 presenta una selezione di documenti provenienti
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dall'Archivio della Fondazione Torino Musei e mette in luce la genesi di questa importante
esposizione attraverso le lettere, le fotografie originali dell'allestimento e dell'inaugurazione,
l'edizione originale del volume "Continuité et avant-garde au Japon" pubblicato da Fratelli
Pozzo Editori, esposti insieme ad alcune riviste e quotidiani con le recensioni della mostra.
Orario: da martedì a domenica 10-18; sabato 24 dicembre 10-14; domenica 25 dicembre
chiuso; lunedì 26 dicembre apertura straordinaria 10-18; sabato 31 dicembre 10-14; domenica
1° gennaio 14-18; venerdì 6 gennaio apertura straordinaria 10-18. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero: Abbonamento Musei e
Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 - [email protected] www.gamtorino.it
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
SAN SECONDO DI PINEROLO - "TIEPOLO E IL SETTECENTO VENETO" AL CASTELLO
DI MIRADOLO
"Tiepolo e il Settecento veneto", esposizione a cura di Giovanni Carlo Federico Villa, dedicata
a Giambattista e Giandomenico Tiepolo. La mostra si sviluppa intorno a preziosi capolavori,
provenienti dalle sale della Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza. Un viaggio attraverso
dipinti, disegni, acqueforti, incisioni e sculture, raccontando dell'importanza avuta dalla pittura
veneta, ancora nel XVIII secolo, del ruolo dei Tiepolo, padre e figlio. Nelle sale del Castello di
Miradolo sono presentati i grandi temi del Secolo dei lumi, dalla pittura di paesaggio alla
natura morta, dalle storie mitologiche alle grandi pale d'altare, attraverso le opere dei
protagonisti della stagione pittorica europea Settecentesca. In mostra si posso ammirare gli
incunaboli della storia del paesaggio, dalla celeberrima "Prospettiva di rovine con figure"
compiuta verso la metà del terzo decennio da Marco e Sebastiano Ricci, tra le opere più note
e studiate del Settecento veneto, al "Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre" di
Luca Carlevarijs, che introducono a un affondo sui grandi Maestri veneti, da Aviani a
Brisighella a Zais, e sulla natura morta. Prezioso è il confronto tra due grandi artisti veneti:
Giambattista Piazzetta e Giambattista Tiepolo, di vent'anni più giovane del collega. L'"Estasi di
San Francesco" di Piazzetta, dipinta nel 1729 per la Chiesa conventuale dell'Araceli di
Vicenza, che ritrae il Santo svenuto e sfinito, soccorso da un angelo, è opera esemplare per
Tiepolo, con i suoi profondi contrasti chiaroscurali. L'"Immacolata Concezione" di Tiepolo,
dipinta nel 1733-1734, testimonia la raggiunta autonomia del pittore che libero dal pathos
tardobarocco e dalla pratica delle luci artificiali è approdato a una pittura di pura luce, che
ripudia l'ombra. Egli ha primeggiato per uno stile senza confronti per qualità e genio inventivo,
capace di mettere in scena nelle sue opere rappresentazioni straordinarie. Ha riportato l'arte
della Serenissima Repubblica agli splendori cinquecenteschi, imponendola come l'essenza
stessa della modernità a livello europeo. Sono inoltre eccezionalmente presentati a Miradolo
"Scherzi e Capricci", brevi movimenti allegri e veloci, interpretati da Giambattista nelle sue
acqueforti, che ci riportano alla tradizione classica con suggestive narrazioni di sacrifici pagani,
scene pastorali, paesaggi agresti. Un racconto in quasi cinquanta opere, che permette di
ammirare anche tele riscoperte da recenti restauri, come il recupero della "Decollazione di San
Giovanni Battista" di Giandomenico Tiepolo, nel contrasto tra gli incarnati del santo e quelli del
boia, le vesti sgargianti e le ombre profonde della passione. Come di consueto la mostra è
arricchita da una colonna sonora dedicata, appositamente realizzata per questa esposizione
dal progetto Avant-dernière pensée. Un'installazione sonora che accompagna il visitatore
restituendo la suggestione di un'epoca, e rimandando alle opere esposte, all'ambiente artistico
e alla stagione pittorica cui appartengono. Orario: giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica e
lunedì 10-18,30; chiuso il martedì e il mercoledì. Per gruppi e scuole aperto, su prenotazione,
anche oltre il normale orario di visita. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (gruppi,
convenzionati, studenti fino a 26 anni, over 65); ridotto dai 6 ai 14 anni 3 euro; gratuito bambini
fino a 6 anni, Abbonati Musei. Info: 0121.502761 - [email protected] www.fondazionecosso.com. Sabato 25 marzo alle 14 servizio navetta da Torino (piazza Carlo
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Felice angolo corso Vittorio Emanuele II) al Castello di Miradolo. Costo: 9 euro a persona.
Richiesta la prenotazione al numero 0121.502761
fino al 14/05/2017
ore 15:00
San Secondo di Pinerolo (TO)
Via Cardonata 2
"L'ITALIA DI MAGNUM" A CAMERA
La mostra "L'Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin" è un vero e proprio
viaggio per immagini lungo la penisola. Un itinerario lungo settant'anni, dal dopoguerra a oggi,
che racconta il Belpaese attraverso l'obiettivo di venti grandi fotografi. L'esposizione, curata
dal neo direttore di Camera Walter Guadagnini con la collaborazione di Arianna Visani,
costituisce la prima tappa di "Magnum Photos 70", un progetto nato per celebrare
l'anniversario della storica agenzia francese che nei prossimi mesi toccherà Brescia, Cremona,
Parigi e New York. La mostra torinese, suddivisa per decenni, è introdotta da un omaggio a
Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni Trenta. Il racconto del decennio
successivo è affidato a Robert Capa e David Seymour, che presentano due serie fotografiche
dall'atmosfera opposta: il primo mostra un paese in rovina, travolto dagli esiti drammatici della
guerra; il secondo - immortalando i turisti che nel 1947 tornano a visitare la Cappella Sistina ne testimonia la voglia di rialzarsi, facendo leva sull'eterna bellezza del proprio patrimonio. Il
rapporto con l'arte è al centro della sezione dedicata agli anni Cinquanta, nella quale Elliott
Erwitt, Herbert List e René Burri pongono il proprio sguardo rispettivamente su Roma,
Cinecittà e Milano all'epoca della storica mostra di Picasso del '53. Le istantanee del trionfo di
Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma, scattate dal fotografo tedesco Thomas Hoepker,
introducono lo spazio dedicato agli anni Sessanta, completato da una serie di Bruno Barbey
sui funerali di Togliatti e da un reportage di Erich Lessing a Cesenatico. L'atmosfera degli anni
Settanta è ben restituita da Fernando Scianna, Leonard Freed e Raymond Depardon: il primo
attraverso il racconto della sua terra, la Sicilia; gli altri testimoniando due passaggi chiave
dell'Italia del tempo, il referendum sul divorzio e la Legge Basaglia. Ancora Scianna,
immortalando un giovane Berlusconi in ascesa, mette in luce lo spirito del decennio
successivo, i cui contrasti sono mirabilmente documentati da Martin Parr (il turismo di massa)
e Patrick Zachmann (la malavita organizzata). L'ultima sala, dedicata agli anni Novanta e
Duemila, ospita lavori di Alex Majoli, Thomas Dworzak, Peter Marlow e Chris Steele-Perkins, a
cui si affiancano alcune potenti immagini di Paolo Pellegrin e una sequenza di Mark Power
dedicata ai luoghi simbolo della cultura italiana. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e
domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a
26 anni, over 70), gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011.0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
VALERIO SPADA A CAMERA
"Valerio Spada. I am nothing", a cura di Francesco Zanot. La mostra presenta in anteprima il
lavoro realizzato dal fotografo insignito della prestigiosa Guggenheim Memorial Foundation
Fellowship sulla mafia siciliana, narrata attraverso le storie di alcuni boss e latitanti, unite ai
segni della sua inesorabile penetrazione nel tessuto sociale. Dopo il successo nel 2011 della
serie "Gomorrah Girl", in cui le vicende di alcune giovani servivano a filtrare un racconto sui
fatti e i comportamenti della camorra napoletana, Spada continua la sua esplorazione della
criminalità organizzata, spostando il suo obiettivo su Cosa Nostra. Il risultato è un progetto che
combina tra loro materiali eterogenei, sperimentando una strategia narrativa che sostituisce le
regole del tradizionale reportage fotografico. Il percorso della mostra si sviluppa così
attraverso la giustapposizione di scene di ordinaria quotidianità, ritratti attentamente posati, un
video ricavato dai filmati della polizia e la documentazione fotografica della Bibbia ritrovata nel
covo di Bernardo Provenzano, eccezionale testimonianza dei rituali, dell'estensione e della
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capacità organizzativa della mafia. Scrive Roberto Saviano a proposito di questo progetto: "Io
sono un boss ma sono il niente. Io decido della vita e della morte ma sono il niente. Io sono il
niente perché sono come voi. Mi muovo tra voi. Vivo tra voi. Credo nel vostro Dio. Uso gli
stessi oggetti che usate voi, ma non li uso come li usate voi. Con la mia macchina da scrivere
compongo messaggi di morte. "I am nothing" di Valerio Spada è un lavoro impressionante
perché ci mostra il silenzio, la capacità di penetrazione della criminalità nella vita quotidiana e
la nostra incapacità, impossibilità a difenderci". L'annichilimento, il vuoto, l'invisibilità,
costituiscono così il filo conduttore dell'intera serie. I boss ci sono, ma non appaiono. E non
appaiono neppure le loro azioni, i loro incontri, le loro proprietà, nascoste attraverso un
complesso sistema di occultamento. Spada insegue le loro tracce, diffuse in ogni angolo del
territorio e dei suoi abitanti, senza mai incontrare il loro volto, ad eccezione delle istantanee al
processo Giovanni Brusca. Il processo del boss è la cerimonia mediatica. Tanto cruciale
perché in questa occasione l'invisibile diventa visibile. "I am nothing" costituisce
un'osservazione di un fenomeno radicato e complesso, condotta da punti di vista inediti,
capaci di fare luce su aspetti spesso trascurati e poco visibili. Lungo un percorso di immagini
enigmatiche quanto dirette, seducenti quanto essenziali, emerge la mafia nella sua interezza, i
suoi codici di comunicazione, la sua struttura interna, il suo radicamento ad ogni livello,
evidenziando come non si tratti soltanto di una spietata organizzazione criminale, ma di un
vero e proprio stile di vita. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a 26 anni, over 70),
gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011/0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
"MARIO MERZ PRIZE" ALLA FONDAZIONE MERZ
"Mario Merz Prize", mostra dei finalisti Francesco Arena, Petrit Halilaj, Gili Lavy, Shahryar
Nashat, Suha Traboulsi. Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi 1978), Petrit Halilaj
(Kostërrc, Skenderaj-Kosovo 1986), Gili Lavy (Gerusalemme 1987), Shahryar Nashat
(Ginevra, 1975) e Suha Traboulsi (Freetown, Sierra Leone 1969) sono gli artisti scelti dalla
giuria composta da Marisa Merz (artista), Nicholas Cullinan (direttore della National Portrait
Gallery, Londra) e Claudia Gioia (curatrice indipendente). Il progetto espositivo, curato da
Beatrice Merz raccoglie lavori di ciascun autore, scelte tra le più significative del loro percorso
artistico. Il pubblico potrà esprimere la propria preferenza visitando la mostra o collegandosi al
sito web (mariomerzprize.org) per valutare i progetti degli artisti. Al voto del pubblico si
aggiungerà il responso della giuria composta da Manuel Borja-Villel (direttore Museo Nacional
Centro de Arte Reina Sofía, Madrid), Lawrence Weiner (artista), Massimiliano Gioni (direttore
Artistico New Museum, New York - direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano) e Beatrice
Merz. Al vincitore sarà commissionata una produzione per una mostra personale itinerante in
sedi museali a Torino e in Svizzera. Orario: da martedì a domenica 11-19; lunedì chiuso.
Ingresso: intero 6 euro; ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65
anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card) 3,50 euro; gratuito
(bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e
Torino + Piemonte Card, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati,
amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese). Info: 011.19719437 [email protected] - www.fondazionemerz.org
fino al 21/05/2017
ore 18:00
Torino
Via Limone 24
"TRA AVIGLIANA E LA SACRA. LUOGHI DI INCANTO" AL BORGO MEDIEVALE
Mostra fotografica intitolata "Tra Avigliana e la Sacra. Luoghi di incanto", che prosegue la
prestigiosa collaborazione tra il museo e il Fondo Ambiente Italiano. Grazie alla campagna
fotografica promossa dal FAI Giovani Piemonte - Valle d'Aosta, nella sala espositiva della
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Chiesa, verranno esposte le opere frutto della collaborazione con la città di Avigliana,
importante esempio di architettura medievale in Piemonte e modello alla fine dell'Ottocento per
gli ideatori del Borgo Medievale durante la costruzione del complesso. I visitatori potranno
rivivere, attraverso evocative immagini, le antiche atmosfere dell'importante centro medievale
all'imbocco della Valle di Susa grazie alla capacità dei fotografi di creare un forte legame con
l'ambiente circostante e, allo stesso tempo, di raffigurare tramite immagini di forte impatto
visivo ed emozionale la varietà del territorio. Dai paesaggi con le montagne e i laghi al
Castello, dagli elementi architettonici alla Sacra, uno dei monumenti più rappresentativi del
Medioevo europeo, un itinerario visivo attraverso luoghi di incanto. Il Borgo costituisce la prima
tappa di questa esposizione a carattere itinerante, dedicata alla diffusione e alla salvaguardia
delle innumerevoli bellezze del territorio piemontese. Allestimento a cura di ABF- Scatola
Chiara. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-19. Ingresso libero; le offerte che verranno
raccolte saranno devolute dal Fai per la ricostruzione dell'Oratorio della Madonna del Sole di
Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto, colpito dagli eventi sismici di fine agosto. Info:
011.4431701 - www.borgomedievaletorino.it
fino al 21/05/2017
ore 17:00
Torino
Viale Virgilio 107
"LA STAMPA FOTOGRAFA UN'EPOCA" A PALAZZO MADAMA
Il 9 febbraio 2017 La Stampa compie 150 anni. In occasione di questo importante anniversario
Palazzo Madama, nel suggestivo scenario della Corte Medievale, ospita "La Stampa fotografa
un'epoca", mostra che documenta con quasi 500 fotografie la nascita e l'evoluzione del
quotidiano nazionale nato a Torino che dal 1867 ha saputo accompagnare i propri lettori in un
viaggio con gli occhi aperti sul mondo e la mente rivolta al futuro, mantenendo al contempo
uno strettissimo legame con il proprio territorio. Attraverso una selezione di 500 fotografie e
documenti provenienti dall'archivio storico del giornale sarà possibile rivivere temi sociali,
costumi e personaggi che hanno caratterizzato un secolo e mezzo di storia, testimoniando al
contempo l'importanza fondamentale che la documentazione iconografica riveste nella vita di
un giornale. Le tante testimonianze in mostra - attentamente selezionate dall'art director de La
Stampa e curatrice dell'esposizione Cynthia Sgarallino - comprendono fotografie originali e
documenti dell'archivio storico: alcune con annotazioni storiche, altre ritoccate a tempera e
matita, come si faceva prima di Photoshop, altre ancora sgualcite o incurvate. Tutte sono state
selezionate perché "hanno addosso" il lavoro di questi 150 anni in cui sono passate di mano
tra fotografi, archivisti e giornalisti. La mostra si articola in 13 sezioni, seguendo un ordine
tematico che prende le mosse dalla Redazione e dalle maestranze, a testimonianza dei veri
protagonisti che hanno fatto la storia del quotidiano. Da questo punto di partenza si snodano
tutti gli altri dodici temi, Lavoro, Svago, Terza Pagina, Torino, Terrorismo, Moda, Diritti,
Solidarietà, Migrazioni, Conflitti, Mondo, Sport. Le fotografie presentate, in bianco e nero e a
colori, costituiscono una testimonianza dell'immenso materiale presente nell'archivio
fotografico del giornale, che conta ad oggi oltre 5 milioni di immagini. Attraverso di esse sarà
possibile compiere un viaggio alla scoperta di come La Stampa sia stata e continui ad essere
testimone importante non solo per la storia del territorio e dell'Italia, ma anche per i fatti
internazionali, grazie ad una chiara connotazione "glocal". Ad accompagnare le immagini in
mostra, un'ampia selezione di prime pagine del giornale, ben 47, e una time-line per ricordare
gli avvenimenti più importanti accaduti in Italia e nel mondo nel corso degli ultimi 150 anni.
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 18, escluso il martedì, giorno di chiusura; la biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso alla mostra "La Stampa fotografa un'epoca": 5 euro (3 euro
saranno devoluti in beneficienza alla Fondazione Specchio dei Tempi Onlus per il progetto "Un
tetto a chi soffre"); gratuito per i possessori di abbonamento Torino Musei Piemonte, Torino +
Piemonte Card e della Torino + Piemonte Card Junior, i minori di anni 6, accompagnatori
disabili e partecipanti ai laboratori didattici a cura del museo. Info: 011/4433501 www.palazzomadamatorino.it
fino al 22/05/2017
TORINOSETTE
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ore 15:00
Torino
Piazza Castello
ANTONIO MENEGHETTI ALL'OFFICINA DELLA SCRITTURA
"Scolpire la luce", personale di Antonio Meneghetti, a cura di Ermanno Tedeschi. Meneghetti è
stato uomo e artista geniale, generoso e gioioso, attento osservatore del mondo e della natura
umana. I suoi quadri sono caratterizzati da astratte pennellate di colore mentre al centro degli
oggetti di design c'è l'uomo: tutta la sua opera molto variegata si rifà alle poliedriche percezioni
e ai molteplici punti di vista del soggetto. Egli stesso ha detto della sua arte: "Si tratta di
cogliere tra due colori il loro denominatore universale, la trascendentalità, il punto di equilibrio
luce dove tutti si armonizzano". L'arte di Meneghetti è un insieme di colori e segni in cui si può
cogliere l'essenza dell'esistenza stessa. La mostra porta a Torino alcune tra le opere più
significative del maestro che comprendono dipinti, sculture e oggetti di design che per la
maggiore parte sono in vetro realizzati a Murano. L'arte di Meneghetti approda a Torino dopo
essere stato esposta in prestigiosi musei e sedi istituzionali in diverse parti del mondo - come
la Rocca Paolina di Perugia, Castel dell'Ovo a Napoli, Palazzo della Civiltà a Roma, le
Corderie dell'Arsenale e Palazzo Ducale a Venezia oltre che a San Pietroburgo, Brasilia,
Pechino e recentemente al Museo del Vittoriano a Roma. L'esposizione torinese si concentra
in particolare sui lavori in vetro nei quali l'intenzione dell'artista è tutta volta a catturare la luce
e a "disegnare" con essa. Una significativa testimonianza del suo lavoro è evidente a Lizori,
borgo medioevale tra Spoleto e Assisi dove ha vissuto dal 1976 iniziandone il recupero.
Questo luogo magico si è trasformato nel corso degli anni in un centro di riferimento della
cultura artistica e scientifica internazionale così come il centro di Marudo nel Lodigiano. In
occasione della mostra, sarà possibile vedere due video proiezioni che mostrano alcuni
momenti importanti dell'eclettica produzione del Maestro. A disposizione per tutta la durata
dell'esposizione, il volume "Antonio Meneghetti", edito da Gli Ori opera fondamentale per
comprenderne l'arte e la vita. Orario: lunedì, martedì, giovedi, venerdì dalle 9 alle 18; sabato e
domenica dalle 10 alle 19; mercoledì chiuso. Ingresso: intero 8 euro; ridotto (under 26 e over
65) 6 euro; gratuito bambini fino a 12 anni, disabili e un loro accompagnatore. Info:
[email protected] - www.officinadellascrittura.it - 011.0343090
fino al 23/05/2017
ore 18:30
Torino
Strada da Bertolla all'Abbadia di Stura 200
CASELLE - THOMAS BAYRLE ALL'AEROPORTO DI TORINO
Artissima, Fiera Internazionale di Arte Contemporanea, in occasione dell'edizione 2016
presenta "Flying Home", un progetto collaterale inedito, appositamente concepito per la città,
realizzato in collaborazione con l'Aeroporto di Torino e curato da Sarah Cosulich. Torino
Airport | Sagat si presenta per la prima volta come partner impegnato nella progettazione di
un'iniziativa di produzione artistica, accogliendo la sfida di Artissima di sperimentare modelli
nuovi e contaminare luoghi inaspettati e pubblici diversi. Due soggetti della città
apparentemente distanti collaborano a un'iniziativa culturale sorprendente, invitando il grande
artista tedesco Thomas Bayrle a proporre un'opera specifica per lo scalo torinese. Thomas
Bayrle (Berlino, 1937) è considerato il pioniere del movimento Pop tedesco. Anticipatore del
linguaggio digitale prima che questo potesse essere immaginato, l'artista tedesco ha costruito
fin dagli anni Sessanta immagini totali attraverso l'utilizzo della stessa immagine (o di piccole
immagini correlate) ripetute infinitamente come tante unità di un unico ideale insieme.
L'aeroporto, luogo di transito in cui migliaia di vite si incrociano quotidianamente, è
particolarmente significativo e ricorrente nella ricerca di Bayrle che nel suo lavoro rivela
dinamiche della nostra società, del nostro muoverci nello spazio, dell'economia, della
tecnologia fino alla religione, tutte in connessione tra loro perché guidate da un fondamentale
principio di ripetizione. Autore di una forma di "digitalizzazione artigianale", Bayrle ha costruito
"a mano" ciò che anni dopo il computer avrebbe processato automaticamente: disegna,
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stampa, distorce, ritaglia e ricompone le unità per poi costituire l'insieme. Con "Flying Home"
Thomas Bayrle sceglie l'area ritiro bagagli per trasformarla in un inaspettato e stimolante
spazio espositivo denso di messaggi. Attraverso un'inedita sequenza di immagini, l'artista
svela i meccanismi di costruzione della sua mastodontica opera Flugzeug del 1984, un aereo
fatto da un milione di piccoli aerei su una superficie di 96 metri quadrati. L'aeroplano
raffigurato in "Flying Home" è quello realizzato nel 1980 per Lufthansa quando Bayrle,
affascinato dal messaggio di velocità, tecnologia e futuro che la compagnia aerea
rappresentava, aveva stampato l'opera in tiratura limitata per poi distribuirla ai passeggeri. La
matrice Lufthansa, una serigrafia composta da 1.960 piccoli aerei, modificata e alterata nelle
tante unità necessarie, era diventata nel 1984 uno delle centinaia di moduli dell'aereo gigante
Flugzeug. In "Flying Home" la matrice acquisisce un ulteriore livello: la presenza umana, la
collaborazione, l'interazione, il gesto e la tridimensionalità. Per la prima volta Bayrle mette in
luce la complessa elaborazione manuale della sua opera, svelando il backstage e facendo
riferimento al complesso meccanismo che permette il funzionamento dell'aeroporto stesso,
quel lato umano nascosto ma fondamentale nella definizione dell'insieme. Il progetto di
Artissima con l'Aereoporto di Torino collega la città in modo coinvolgente attraverso l'arte,
accogliendo tutti i viaggiatori in arrivo. Per i non-viaggiatori sarà disponibile un calendario di
visite speciali consultabile sul sito di Artissima e dell'Aeroporto. La visita all'installazione di
Thomas Bayrle è gratuita. L'installazione è ubicata nell'atrio riconsegna bagagli dell'Aeroporto
di Torino. Per partecipare alla visita, è necessario presentarsi muniti di un documento di
identità in corso di validità. L'accredito avverrà 30 minuti prima dell'inizio della visita, al livello
"Arrivi". Per motivi di sicurezza, solo i visitatori prenotati potranno partecipare alle visite. La
procedura di ingresso disposta dall'Aeroporto di Torino prevede il passaggio al metal-detector.
Per visitare l'installazione è necessario compilare il form sul sito:
http://www.aeroportoditorino.it/it/tolive/news-e-servizi/flying-home
fino al 28/05/2017
ore 15:00
Caselle (TO)
Strada Aeroporto 12
NUOVA ROTAZIONE DI STAMPE E DIPINTI NELLA GALLERIA GIAPPONESE AL MAO
"Il giovane Kunisada e la scuola di Osaka", rotazione di stampe e dipinti nella Galleria
giapponese. A partire da martedì 24 gennaio il percorso espositivo delle stampe sarà
completamente rinnovato: a quelle attualmente esposte subentreranno xilografie che
raffigurano scene del teatro kabuki nel ventennio 1815-1835, periodo di affermazione della
grande scuola Utagawa di Edo (Tokyo) in questo filone dell'ukiyo-e, attraverso le opere di uno
dei suoi maggiori esponenti, Kunisada (1786-1864). Il suo stile eclettico, profondamente
influenzato dal caposcuola Toyokuni (1769-1825), viene messo a confronto con le produzioni
coeve degli artisti operanti nel Kansai, raggruppati sotto la dicitura "Scuola di Osaka": essi
diedero vita a uno stile regionale piuttosto uniforme, caratterizzato da una certa spigolosità
delle figure che le rende quasi monumentali. Oltre al corpus principale delle stampe kabuki,
verrà trattato il tema del paesaggio attraverso alcune composizioni in formato verticale tratte
da serie famose di Utagawa Hiroshige (1797-1858). Nella sala principale al secondo piano
saranno invece riproposti otto kakemono (dipinti in formato verticale) che forniscono un
assaggio della variegata produzione pittorica nipponica tra la fine del XVI e la seconda metà
del XIX secolo. Di questa rotazione particolarmente preziosa si segnalano dei dipinti a
inchiostro monocromo, su seta o su carta: un etereo paesaggio nello stile del grande maestro
di scuola Kano, Tan'yu (1602-1674); il tema Zen del "Gibbone che afferra il riflesso della luna
nell'acqua", dipinto da Kaiho Yusho (1533-1615), e un piccolo fugu (pesce palla) che reca la
firma del famoso Katsushika Hokusai (1760-1849). Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato
e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8
euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 www.maotorino.it
fino al 28/05/2017
ore 10:00
TORINOSETTE
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Torino
Via San Domenico 11
PINEROLO - "DIETRO LE QUINTE FACE TO FACE" AL TEATRO SOCIALE
"#dietrolequintefacetoface", esposizione di lavori contemporanei negli spazi destinati al
pubblico del Teatro Sociale di Pinerolo. In mostra lavori di Angelo Barile, Lidia Bachis,Silvia
Beccaria, Luca Bernardelli, Caty Bruno, Antonella Casazza, Anna Maria Colace, Chen Li,
Ridha Dhib, Gerardo Gerry Di Fonzo, Domenico Doglio, Chiara Ferrin, Loredana Galante,
Rosanna Giani, Elisa Filomena, Laura Govoni, Tere Grindatto, Nadia Magnabosco, Moho,
Martha Nieuwenhuijs, Stefania Misale, Andrea Nisbet, Corrado Porchietti,Serghej Potapenko,
Benedetta Picco, Francesco Sambo, Luca Storero, Vania Elettra Tam, Alessandro Vargiu,
Sabina Villa. Info: 333.4249372 - www.epa.it. Sabato 3 dicembre alle 15,30 visita guidata, in
occasione della quale agli artisti già presenti nella collettiva saranno aggiunte opere di:
Augusto Cantamessa, Graziella Dotti, Mimmo La Grotteria, Gianpiero Viglino.
fino al 31/05/2017
ore 19:00
Pinerolo (TO)
Piazza Vittorio Veneto
"WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR" AL FORTE DI BARD
In mostra in esclusiva per l'Italia le immagini premiate alla 52esima edizione della mostra
"Wildlife Photographer of the Year", promossa dal Natural History Museum di Londra. Il
pubblico potrà ammirare un'emozionante gallery che ripercorre gli scatti più spettacolari
realizzati nel 2016: 100 immagini che testimoniano il lato più affascinante del mondo animale e
vegetale, spaziando da sorprendenti ritrattirubati ai più sublimi paesaggi del nostro pianeta.
Vincitore assoluto, il fotografo americano Tim Laman con lo scatto "Vite intrecciate": la
fotografia immortala un orangotango del Borneo che si arrampica sul tronco di un albero,
come una fuga simbolica dalla distruzione della foresta pluviale indonesiana, suo habitat
naturale. Ha invece 16 anni l'autore del miglior scatto per la categoria giovani: dalla Gran
Bretagna, Gideon Knight ha catturato la silhouette di un corvo e del sicomoro su cui riposa,
poetiche figure nere che si stagliano contro il profondo blu e la luna di un magico cielo
notturno. Molti nomi italiani tra gli autori degli scatti esposti, tra i quali i finalisti Walter Bassi,
con "Verme ipnotico" (categoria Invertebrati), Hugo Wassermann con "Ritiro alpino" (Ambiente
Urbano), Fortunato Gatto con "Dopo la tempesta" (categoria Terra), Stefano Baglioni con
"Piccola Stella" (categoria Piante e funghi) e Nicola Di Sario con "Luce degli occhi" (categoria
Bianco e nero). Vincitori invece, rispettivamente per le categorie Rettili, anfibi e pesci, Piante e
funghi e Sul territorio i tre reporter naturalistici Marco Colombo, con "Piccolo Tesoro", Valter
Binotto con "La composizione del vento" e Stefano Unterhiner con "Spirito delle montagne".
Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude
un'ora prima del Forte. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo Wildlife + Doisneau: intero
12 euro; ridotto 8 euro. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"DISCOVERING TIZIANO" AL FORTE DI BARD
Come dipingeva Tiziano? Quale forza creativa ispirava il suo pennello? Perché tornava a
distanza di tempo sullo stesso soggetto? Quale differenza c'è tra una replica e una copia?
L'evento "Discovering Tiziano" tenta di rispondere a queste domande presentando, dall'11
marzo al 4 giugno all'interno della Cappella della fortezza, il capolavoro "Deposizione di Gesù
Cristo al Sepolcro" (olio su tela, 138 x 177 cm, collezione privata). Nell'occasione, saranno
presentati i risultati dello studio iconografico e storico-artistico svolti sull'opera che hanno
determinato l'attribuzione al grande pittore cinquecentesco. Sabato 11 marzo alle 16.30, si
terrà un incontro con Antonio Paolucci, storico dell'arte, già Ministro per i Beni e le Attività
TORINOSETTE
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Culturali e direttore dei Musei Vaticani, che illustrerà la vicenda attributiva e le caratteristiche
del grande olio su tela riscoperto dallo storico dell'arte Andrea Donati. Ingresso su
prenotazione sino a esaurimento dei posti disponibili (0125.833816 - [email protected]).
Tiziano dipinse almeno quattro dipinti della Deposizione: il primo e più antico (risalente al
1526-1527) è al Louvre, il secondo è andato perduto, il terzo e il quarto si trovano al Prado, il
quinto alla Pinacoteca Ambrosiana. Una sesta versione della Deposizione di Tiziano,
cronologicamente anteriore a quella dell'Ambrosiana e unanimemente considerata l'ultima e
incompiuta, proveniente dalla collezione italo-spagnola de la Riva-Agüero e Francesca Basso
della Rovere, è stata riscoperta da Andrea Donati ed esposta al Forte di Bard. La
presentazione dell'opera è accompagnata dal filmato "Scoprire Tiziano. Indagine sulla pittura",
ideato su progetto di Andrea Donati, realizzato in collaborazione con il Seminario Patriarcale di
Venezia, la Pinacoteca Manfrediana e la Basilica di Santa Maria della Salute (2016). Orario:
da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora
prima del Forte. Ingresso libero. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 16:30
Bard (AO)
Forte di Bard
BRUNO MUNARI AL MUSEO ETTORE FICO
"Bruno Munari. Artista Totale". Curata da Claudio Cerritelli (autore anche del saggio storicocritico in catalogo), la rassegna dedicata a Munari (Milano 1907-1998) costituisce un
significativo documento di un'esperienza originale e multiforme, caratterizzata dalla
realizzazione di sculture, collage, dipinti, oggetti di industrial design, lavori di grafica editoriale
e dalle collaborazioni con Einaudi, Scheiwiller e Corraini. Invitato alla Biennale di Venezia e
alla Quadriennale di Roma, l'attività di Munari si è sviluppata secondo una visione e una
creatività in cui - suggerisce l'artista - è necessario "conservare lo spirito dell'infanzia dentro di
sè per tutta la vita". E dalla tempera "Futurista" del 1931 alla "Scultura da viaggio", fluisce la
mostra torinese che annovera opere come "Prova d'autore", un collage di campioni tessuti
stampati, la singolare "Macchina inutile", in metallo, fili di nylon e nastro adesivo, il dipinto
"Negativo-Positivo" e la xilografia "Autoritratto". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e
domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto
8 euro (over 65, insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26
anni e gruppi di minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati,
persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card.
Info: 011.853065 - www.museofico.it
fino al 11/06/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
"PITTURA ANALITICA: IERI E OGGI" ALLA GALLERIA MAZZOLENI
"Pittura Analitica: ieri e oggi", a cura di Alberto Fiz, un'ampia rassegna dedicata alla Pittura
Analitica, tra le più significative e influenti esperienze artistiche del dopoguerra. La mostra,
allestita sui tre piani dello spazio torinese, propone un confronto particolarmente eloquente tra
le esperienze dell'inizio degli anni settanta e quelle dell'ultimo decennio dei 14 protagonisti
dell'esperienza artistica: Carlo Battaglia (1933-2005), Enzo Cacciola (1945), Vincenzo
Cecchini (1934), Paolo Cotani (1940-2011), Marco Gastini (1938), Giorgio Griffa (1936),
Riccardo Guarneri (1933), Elio Marchegiani (1929), Paolo Masi (1933), Carmengloria Morales
(1942), Claudio Olivieri (1934), Pino Pinelli (1938), Claudio Verna (1937) e Gianfranco
Zappettini (1939). In linea con altri movimenti artistici europei come Supports/Surfaces in
Francia ed esperienze come la Pittura Radicale in Germania, la Pittura Analitica emerge in
Italia a partire dagli anni settanta per riappropriarsi di un linguaggio che sembrava tramontato
e sviluppare una rinnovata creatività dove il manufatto recupera un proprio ruolo, così come il
processo operativo. Un movimento, dunque, a vocazione internazionale (Robert Ryman,
TORINOSETTE
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Agnes Martin, Barnett Newman, Piero Manzoni sono stati riferimenti fondamentali) che oggi
sta riscuotendo ampi consensi. Tra le tante iniziative recenti va ricordata "Gli anni della Pittura
Analitca", la rassegna che si è svolta lo scorso anno al Palazzo della Gran Guardia di Verona.
Ma non mancheranno i riscontri anche nella prossima edizione della Biennale di Venezia dove
la direttrice Christine Macel ha invitato Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri. Orario: dal martedì
al sabato 10.30-13 e 16-19; domenica su appuntamento; lunedì chiuso. Info: 011.534473 [email protected]
fino al 11/06/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Solferino 2
"DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL'ORDINE" AL MUSEO ACCORSI-OMETTO
La mostra "Dal Futurismo al Ritorno all'ordine. Pittura italiana del decennio cruciale
1910-1920", curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio
Berman di Giuliana Godio, presenta 72 dipinti che ripercorrono, per la prima volta in una
visione complessiva, il clima culturale italiano delle nuove tendenze artistiche del decennio
1910-1920. Partendo dal Futurismo storico (Marinetti, Boccioni, Balla, Carrà, Severini,
Russolo, Depero) e passando dal Primitivismo (Carrà, Soffici, Garbari) e dal Secessionismo di
area italiana (Casorati, Moggioli, Trentini, Rossi, Ferrazzi, Chini, Lionne, Oppo) si arriva
all'altra "faccia della modernità", ossia la Metafisica (De Chirico, Carrà, Morandi, de Pisis) e al
cosiddetto "Ritorno all'ordine" (Casorati, Soffici, Funi, Guidi), con il recupero dell'antico
mediato dalle recenti avanguardie. L'esposizione continua il percorso di approfondimento delle
tendenze pittoriche italiane del Novecento che il Museo ha intrapreso nel 2015 con la
rassegna dedicata al "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla". Orario: da
martedì a venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-13 e 14-19; lunedì chiuso.
Ingresso mostra: intero euro 8; ridotto euro 6 (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni).
Mostra con visita guidata (da martedì a venerdì ore 11 e 17; sabato, domenica e festivi anche
ore 18): intero 12 euro; rid. 10 euro; con Abbonamento Musei 4 euro. Info: 011.837688 int. 3 [email protected] - www.fondazioneaccorsi-ometto.it. Domenica 19 marzo alle
10,30 conversazione d'arte dal titolo "I futuristi italiani a Parigi e l'incontro/scontro con il
Cubismo", a cura di Anna Maria Cavanna, storica dell'arte. Costo approfondimento: intero 18
euro; ridotto 15 euro (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni); possessori Abbonamento
Musei e Torino + Piemonte Card 6 euro. Prenotazione obbligatoria 011.837688 int. 3
fino al 18/06/2017
ore 10:00
Torino
Via Po 55
"PITTURA COME SCULTURA" IN GALLERIA SABAUDA
"Confronti/3 - Pittura come scultura - Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo". La
protagonista di questo terzo appuntamento con "Confronti", lo spazio della Galleria Sabauda
dedicato all'incontro tra opere, è la "Madonna dei Miracoli", così chiamata perché a lei viene
attribuito il merito di aver debellato la pestilenza che affliggeva la città di Milano nel 1485. La
pala è presentata all'interno della Spazio Confronti insieme al bozzetto in terracotta della
Vergine, modellato da Cerano in età giovanile. Il confronto consente di apprezzare la
poliedricità di uno dei massimi protagonisti del Seicento lombardo. Dopo il successo di
"Venere incontra Venere", dedicata ai due dipinti di Botticelli, e quello che vedeva protagonista
i bambini di Boldini e Van Dyck, che raccontava due modi di vedere l'infanzia a distanza di
secoli uno dall'altro, è ora il momento de "La Madonna dei Miracoli di Santa Maria presso San
Celso venerata da San Francesco e dal Beato Carlo Borromeo", dipinta da Giovan Battista
Crespi detto il Cerano. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19. Ingresso: intero 12 euro;
ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con
scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri
ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e della
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Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima della
chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it
fino al 18/06/2017
ore 14:00
Torino
Piazzetta Reale 1
"CAVALIERI D'ORIENTE" AL MAO
Il MAO espone all'ultimo piano di Palazzo Mazzonis una piccola ma preziosa selezione di
tessuti. Per la prima volta dall'apertura del Museo questi verranno sostituiti con un gruppo di
tessuti legati alla cavalcatura, tema molto interessante e poco conosciuto in Occidente.
L'esposizione "Cavalieri d'Oriente" presenta al pubblico un aspetto insolito della tradizione
tessile orientale, presentando coperte da cavallo e da sella preziose e sfarzose e altre di uso
più comune, restituendo così il duplice aspetto di oggetto d'uso quotidiano e di simbolo di
ricchezza e fasto. L'usanza di riservare coperture in tessuto alle cavalcature prestigiose
appare piuttosto antica, come testimoniato dalle miniature di scuola timuride e safavide, dove i
cavalli sono ornati di con ampie gauldrappe o con selle con apparato iconografico che
richiama i tappeti ricchi di volute floreali. In Persia, dove l'equitazione e l'allevamento dei
cavalli sono considerate nobili arti, le coperture da cavallo e le selle sono prodotte sia in
laboratori cittadini sia in zone rurali. Tra le popolazioni nomadi tale manufatto doveva e deve
essere sempre presente nella dote che la sposa porta in dono al consorte. In ambito ottomano
i cavalli erano ornati in modo sfarzoso anche in tempo di pace come simbolo di potere.
Contestualmente verrà messa in risalto al centro della Galleria un'opera delle collezioni del
Museo un vaso di pregevolissima fattura a forma di cavallo con cavaliere del XIII secolo
proveniente dall'Iran centrale. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19.
La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18
anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 25/06/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
DYLAN JONAS STONE E BETH CAMPBELL AL MUSLI
"The Paper Theatre and The Magic Lantern", mostra di Dylan Jonas Stone e Beth Campbell.
L'esposizione costituisce il coronamento della collaborazione instaurata tra Stone e il museo
due anni fa, che ha portato l'artista a realizzare una serie di linoleografie (stampe da incisioni
su linoleum) e installazioni di carta ispirate ai giochi e ai libri esposti al Musli. Per l'occasione,
Stone ha coinvolto un'amica, Beth Campbell, che è intervenuta su una moltitudine di figurine a
forma di mano, assemblate in tre sculture mobili che scendono dal soffitto come una pioggia
leggera. Nelle opere di Stone - circa duecento - si può leggere invece una sorta d'intento
autobiografico, un viaggio tra i giocattoli e le attività che l'hanno appassionato da bambino. Si
comincia con una lanterna magica, di cui l'artista illustra il funzionamento su sei stampe
circondate da piccoli prosceni in cartoncino. Scelta non casuale, dal momento che Stone, figlio
di produttori cinematografici, insegna a sua volta cinema a Londra e alla Scuola Holden di
Torino. Così come non è casuale la scelta di esporre una pressa a soffietto per far seccare
fiori e foglie, un oggetto che racconta la passione di Stone per la memoria e l'archiviazione del
reale, testimoniata da opere come "Drugstore Photographs or A Trip Along the Yangtze River",
una raccolta di 26.000 fotografie che documentano 526 isolati di Manhattan, esposta al Moma
Ps1 nel 2000. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e la domenica dalle 15,30 alle
18,30. Ingresso: 4 euro; gratuito con tessera Abbonamento Musei. Info: 011.19784944 www.fondazionetancredidibarolo.com
fino al 30/06/2017
ore 17:00
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Torino
Via Corte d?Appello 20/C
FOSSANO - "CARAVAGGIO. LA MOSTRA IMPOSSIBILE" AL CASTELLO DEGLI ACAJA
Quando si pensa ai grandi maestri dell'arte non si può fare a meno di citare Michelangelo
Merisi noto come Caravaggio. L'artista, che visse sul finire del XVI secolo e iniziò a muoversi
dalle secche del manierismo verso uno stile pittorico che prediligeva la realtà al culto della
bellezza classica, è il protagonista dell'esposizione "Caravaggio. La mostra impossibile".
Nonostante la sua breve vita, Caravaggio ebbe una ricca produzione che oggi si trova in
autorevoli musei del mondo, collezioni private e chiese. Ammirare in un unico spazio
capolavori come "Giovane con canestro di frutta", "Bacco", "Giuditta e Oloferne", "Sacrificio
d'Isacco", "Incredulità di San Tommaso", "Flagellazione di Cristo alla colonna", "David con la
testa di Golia", le due versioni della "Cena di Emmaus", solo per citare qualche titolo, risulta
impossibile per problemi legati allo stato di conservazione, alla complessità degli apparati
allestitivi, alla rimozione delle opere dai loro luoghi originali, ai rischi del trasporto. Per questo
l'esposizione, ideata da Renato Parascandolo con la direzione scientifica del professor
Ferdinando Bologna, e realizzata dalla Rai prende spunto da un'istanza di democrazia
culturale: e cioè presentare in un unico spazio espositivo, in dimensioni reali (scala 1:1),
l'opera omnia di un pittore sotto forma di riproduzioni ad altissima definizione. E in questo caso
l'oggetto, anzi gli oggetti, sono i 41 dipinti di Caravaggio. Orario: venerdì 15-22, sabato e
domenica 10-19. Ingresso: 10 euro.
fino al 02/07/2017
ore 15:00
Fossano (CN)
Via Vescovado 8
"L'EMOZIONE DEI COLORI NELL'ARTE" ALLA GAM
La mostra "L'emozione dei colori nell'arte" è presentata nella Manica Lunga del Castello di
Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e nelle sale della GAM-Galleria Civica d'Arte Moderna e
Contemporanea di Torino, con l'esposizione di una straordinaria raccolta di 400 opere d'arte
realizzate da oltre 130 artisti provenienti da tutto il mondo che datano dalla fine del Settecento
al presente. La mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l'esperienza e l'uso del
colore nell'arte. Attraverso una molteplicità di racconti e presentazioni di opere d'arte
importanti, si affronta l'uso del colore da svariati punti di vista, tra i quali quello filosofico,
biologico, quello antropologico e quello neuroscientifico. "Durante il secolo scorso sono state
organizzate numerose mostre sul colore a partire dalle teorie della percezione divenute
popolari negli anni Sessanta. Quel tipo di approccio discende da una nozione universalistica
della percezione e da una sua pretesa valenza oggettiva, molto distante dalla consapevolezza
odierna della complessità di significati racchiusa nel colore", afferma Carolyn ChristovBakargiev. La mostra indaga l'utilizzo del colore nell'arte dando conto di movimenti e ricerche
artistiche che si discostano dalle storie canoniche sul colore e l'astrazione, attraverso
molteplici narrazioni che si ricollegano alla memoria, alla spiritualità, alla politica, alla
psicologia e alla sinestesia. Le opere provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia
di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il
Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la
AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la
Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez
Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM - Torino e Castello di Rivoli e da numerose
collezioni private. I precedenti dell'arte astratta moderna sono indagati attraverso opere dei
seguaci Hindu Tantra (XVIII secolo) e dei Teosofisti (XIX secolo) che utilizzavano le formecolore come fonti per la meditazione e la trasmissione immateriale del pensiero. Il punto di
avvio nell'astrazione teosofica è legato alle ricerche di Annie Besant (1847-1933), la quale
scrisse attorno al 1904, "dipingere le forme vestite dalla luce di altri mondi con i colori ottusi
della terra è un compito arduo; esprimiamo gratitudine a chi ha tentato di farlo. Avrebbero
bisogno di fuoco colorato, ma hanno solo pigmenti e terre a disposizione". Alla fine del
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Settecento, Isaac Newton scopre che i colori che vediamo corrispondono a specifiche e
oggettive onde elettromagnetiche non assorbite da materiali. Johann Wolfgang von Goethe,
che pubblica nel 1810 la sua "Zur Farbenlehre" ("La teoria dei colori") si oppone a Newton,
affermando che i colori sono prodotti dalla mente e non oggettivi. Goethe scopre il fenomeno
degli "Afterimage colors" (il fatto che l'occhio umano percepisce come immagine residua il
colore complementare a un colore osservato con persistenza su di una superficie bianca).
All'epoca prevalse la teoria di Newton. L'Ottocento è anche il secolo del grande sviluppo della
chimica e della scoperta dei colori sintetici derivati dal catrame di carbone. Nell'Ottocento e
Novecento si sviluppa la standardizzazione industriale dei colori con i vari codici RAL e
Pantone. Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e
psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso
profondamente libertario. Con il relativismo culturale che caratterizza l'epoca attuale e
attraverso le recenti ricerche neuroscientifiche, si torna alla visione di Goethe, attribuendovi un
valore nuovo. "L'emozione dei colori nell'arte" riflette sul tema da un punto di vista che tiene
conto della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo. Si pone in discussione la
standardizzazione nell'uso del colore nell'era digitale, standardizzazione che riduce
sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale. Nel corso della mostra,
il neuroscienziato Vittorio Gallese - che insieme a Giacomo Rizzolati ha scoperto i neuroni
specchio - dirigerà, per la prima volta a livello mondiale, un laboratorio di studio
neuroscientifico incentrato sull'esperienza del pubblico di fronte a opere d'arte. In mostra
opere di: Anonymous Tantra drawings, Isaac Newton, Johann Wolfgang von Goethe, William
Turner, Friedlieb Ferdinand Runge, Michel Eugène Chevreul, Antonio Mancini, Édouard
Manet, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Annie Besant, Lea Porsager, Erin Hayden, Stanislao
Lepri, Mikalojus Konstantinas Ciurlionis, Piet Mondrian, Gabriele Münter, Wassily Kandinsky,
Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin, Edvard Munch, Hans Richter, Henri Matisse,
Leo Gestel, Luigi Russolo, Frantisek Kupka, Giacomo Balla, Hilma af Klint, Paul Klee,
Johannes Itten, Fortunato Depero, Sonia Delaunay, Oskar Fischinger, Francis Picabia,
Alexander Calder, Josef Albers, Mario Nigro, Giulio Turcato, Nicolas De Staël, Hans Hofmann,
Mark Rothko, Pinot Gallizio, Karel Appel, Asger Jorn, Paul Guiragossian, Fahrelnissa Zeid,
Atsuko Tanaka, Shozo Shimamoto, Lucio Fontana, Yves Klein, Enrico Castellani, Piero
Dorazio, Carla Accardi, Victor Vasarely, Tancredi Parmeggiani, Giulio Paolini, Mario Schifano,
Alejandro Puente, Sergio Lombardo, Estuardo Maldonado, Carlos Cruz-Diez, Luis Tomasello,
Warlimpirrnga Tjapaltjarri, Kenny Williams Tjampitjinpa, Michelangelo Pistoletto, Arman, Andy
Warhol, Gerhard Richter, Alighiero Boetti, Ellsworth Kelly, Donald Judd, Dan Flavin, James
Turrell, Jordan Belson, James Whitney, John Latham, Pietro Caracciolo / Agata Marta Soccini
/ Ruben Spini, Gustav Metzger, Claude Bellegarde, Gruppo MID, Rupprecht Geiger, Piero
Gilardi, Pino Pascali, Helio Oiticica, Raymundo Amado, André Cadere, Franz Erhard Walther,
Bas Jan Ader, Lawrence Weiner, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Lothar Baumgarten, Mel
Bochner, John Baldessari, Robert Barry, Sigmar Polke, Gotthard Graubner, Giorgio Griffa,
Channa Horwitz, Nicola De Maria, Tony Cragg, Anish Kapoor, Ettore Spalletti, Haim
Steinbach, Wolfgang Laib, Katharina Fritsch, David Hammons, Irma Blank, Thomas Ruff,
Damien Hirst, Liam Gillick, Jim Lambie, Arturo Herrera, Olafur Eliasson, Walid Raad & The
Atlas Group, Edi Rama, Anri Sala, Ryan Gander, Ed Atkins, Hito Steyerl, Theaster Gates, Etel
Adnan, Eugénie Paultre, Giuliano Dal Molin, Cheyney Thompson, Ye Xianyan, Maria Morganti,
Mika Tajima, Basim Magdy, Rose Shakinovsky, Simon Starling, Moon Kyungwon & Jeon
Joonho, Asli Çavusoglu, Lara Favaretto, Liu Wei, Kerstin Brätsch, Camille Henrot, Heather
Phillipson, Otobong Nkanga, Bracha Ettinger, Vittorio Gallese & Martina Ardizzi / Università di
Parma. Orario: da martedì a domenica 10-18; la biglietteria chiude sempre un'ora prima.
Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro per possessori biglietto Castello di Rivoli. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it
fino al 23/07/2017
ore 10:00
Torino
Via Magenta 31
TORINOSETTE
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PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DEL COSTUME E DELLE TRADIZIONI
DELLE GENTI ALPINE
Una mostra lunga un anno, un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle stagioni. Questa
l'idea alle spalle della mostra "Sulle Ali delle Api", acquarelli floreali di Gianna Tuninetti, che
sarà inaugurata domenica 25 settembre alle ore 11.30, nell'ambito della Festa d'Autunno, il
Museo del Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine, nella borgata Rivets. Per l'occasione
il Museo ha programmato un'apertura straordinaria per la "Festa d'Autunno" sabato 24 e
domenica 25 settembre dalle ore 16.00 alle 18.00. Dopo la pausa autunnale, il museo riaprirà
dal 29 ottobre al 17 dicembre tutti i sabati con medesimo orario e successivamente con
calendario dedicato alle festività natalizie. "Sulle Ali delle Api" presenta un centinaio di opere in
un percorso artistico e culturale lungo un intero anno. Cento acquarelli, ospitati nei suggestivi
ambienti del Museo, dieci anni dopo l'esposizione "Fratello Fiore e Sorella Montagna" che
risale al periodo olimpico. Le prime 50 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
saranno esposte dal 25 settembre 2016 a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle
meraviglie della flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e
dell'estate impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Info:
[email protected] - 0122.78800 - [email protected] 0122.741728 - [email protected] - www.giannatuninetti.it - 011.9450807
fino al 03/09/2017
ore 16:00
Pragelato (TO)
Borgata Rivets
"KESA - SIMMETRIE E ASIMMETRIE NEI MANTELLI MONASTICI" AL MAO
Il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di tre kesa e di altre opere al
secondo piano della sezione giapponese. I kesa sono preziosi mantelli rituali indossati dai
monaci buddhisti che si compongono di diversi pezzi di stoffa uniti da cuciture sovrapposte.
Giocano un ruolo molto importante nella pratica buddhista poiché il dono di un tessuto
conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il
monaco. La rotazione prevede l'esposizione di tre esemplari del XIX secolo. Il kesa a disegni
geometrici romboidali risale agli anni di passaggio tra il periodo Edo (1603-1868) e l'era
riformista Meiji (1868-1912), e nella sua simmetria appare più sobrio di gran parte dei tessuti
giapponesi in possesso del MAO. Nel kesa con motivi floreali, simboli augurali e draghi
predominano i motivi decorativi floreali: grandi crisantemi e peonie si intrecciano a fiori più
piccoli, stilizzati e arabescati. L'andamento sinuoso degli steli tra un fiore e l'altro crea la
sensazione di un moto ondeggiante che conferisce eleganza all'intero impianto decorativo. I
simboli augurali, nonché l'impiego di vivaci colori, fanno supporre che si tratti di un tessuto di
origine cinese. Nel kesa con motivi di aceri, crisantemi, pini, ventagli, onde e cascata
l'elemento ricorrente è l'acqua nelle sue diverse forme: il moto ondoso dei flutti increspati si
alterna al dinamismo curvilineo dei corsi fluviali, a loro volta in contrasto con la linearità dello
scroscio di una cascata. Anche i paraventi esposti nella sezione giapponese del MAO hanno
bisogno di essere messi periodicamente a riposo, come tutti i materiali più delicati delle nostre
collezioni. Nella stessa sala che ospita i kesa, il paravento questa volta verrà sostituito da due
opere di natura diversa: la prima è un grande kakemono (dipinto su rotolo verticale) realizzato
nel terzo quarto del XIX secolo; ne è protagonista il Buddha storico ritratto in Parinirvana,
ovvero nell'attimo in cui cessa la sua esistenza fisica per estinguersi nel nirvana. Completa la
rotazione un raro contenitore per sutra (scritture buddhiste) in pietra con iscrizione datante
1127. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati
Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 15/10/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
TORINOSETTE
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Sabato 18 Marzo 2017
ROBERT MAPPLETHORPE ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
La Galleria Franco Noero ospita per la prima volta all'interno dello spazio espositivo di Piazza
Carignano una personale di Robert Mapplethorpe, mostra che continua la collaborazione tra la
galleria italiana e The Robert Mapplethorpe Foundation. Robert Mapplethorpe, straordinario e
controverso esponente dell'avanguardia americana, è ancora oggi simbolo anticonformista di
una contemporaneità senza tempo, avendo saputo impersonare un senso estremo di libertà
che si esprime costantemente nell'intreccio tra la sua pratica artistica, gli aspetti privati e intimi
della sua vita personale, i suoi compagni di strada, le celebrità e il pubblico. La selezione di
fotografie in mostra presenterà una sequenza di associazioni, somiglianze e contrasti declinati
nelle composizioni e nei generi cari all'artista: ritratto, natura morta, nudi maschili e femminili,
parti del corpo e sensualità. Si tratta di un viaggio che spazia dalla freschezza adamantina
dell'occhio giovanile dell'artista negli Settanta, caratterizzati da una insaziabile curiosità nutrita
dalla fame di scoperta, ai momenti più stratificati e sofisticati degli anni Ottanta, venati di sottile
edonismo e sapiente raffinatezza. Nei suoi scatti si rivela costantemente una profonda
passione per la scultura classica in dialogo con una acuta conoscenza della stessa: la
precisione formale e stilistica è il terreno su cui Mapplethorpe dimostra la sua abilità di cogliere
l'inaspettato e creare un senso di misterioso stupore, nel contrasto mozzafiato tra luce e
ombra. Robert Mapplethorpe (New York 1946 - Boston, MA 1989), ha studiato disegno, pittura
e scultura al Pratt Institute di Brooklyn, per poi iniziare una carriera come artista e fotografo
che lo ha portato ad esporre il suo lavoro in una innumerevole serie di mostre personali nelle
Istituzioni di tutto il mondo, a partire dalla prima grande retrospettiva dedicatagli dal Whitney
Museum of American Art di New York nel 1988, un anno prima della sua morte. Nello stesso
anno Mapplethorpe ha dato vita alla Fondazione che porta il suo nome, dedicata a
promuovere la fotografia, dare supporto ai Musei che la espongono, e a raccogliere fondi per
la ricerca medica contro l'AIDS e contro le malattie ad esso correlate. Il lavoro dell'artista è
presente nelle collezioni dei maggiori Musei internazionali e la sua importanza storica e
sociale continua ad essere oggetto di rilevanti mostre personali nel mondo. Due prestigiose
retrospettive gli sono attualmente dedicate al The J. Paul Getty Museum e al LACMA,
entrambe a Los Angeles. Orario: da martedì a sabato 12-20. Info: 011.882208 [email protected] - www.franconoero.com. Prorogata fino al 18 marzo.
ore 12:00
Torino
Piazza Carignano 2
ENRICA BORGHI E ISABELLA NAZZARRI ALLA GALLERIA OPERE SCELTE
"Evolutionary patterns", personale di Enrica Borghi ed Isabella Nazzarri, a cura di Roberto
Mastroianni. Orario: martedì-sabato 15,30-20. Info: 011.5823026 - 349.3509087 [email protected] - www.operescelte.com
ore 18:30
Torino
Via Matteo Pescatore 11/D
SALVO ALLA NORMA MANGIONE GALLERY
"Se io disegno questo", personale di Salvo. Orario: dal martedì al sabato 15,30-19,30 o su
appuntamento. Info: 011.5539231 - [email protected] - www.normamangione.com
ore 18:00
Torino
Via Matteo Pescatore 17
SESTRIERE - "VETTE D'ARTE" A CASA OLIMPIA
"Vette d'Arte 2017", rassegna artistica internazionale, comprendente opere di Antonella
Avataneo, Daniela Baldo, Claudia Bambagioni, Santina Barbera, Alessandro Berretta, Piera
Bessone, Sergio Bilucaglia, Carla Bovi, Bruna Bracco, Sandra Stefania Camisassa, Sonia
TORINOSETTE
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Carella, Adriano Carpani, Ivana Casalino, Franco Castiglioni, Paula Ciobanu Mariut, Attilio
Collimedaglia,Antonio Crisà, Luigina Dallavalle, Ebe De Mitri, Franco De Nicolellis, Romina Di
Forti, Josine Dupont, Renata Ferrari, Alberto Ferrati, Tiziana Franzin, Marco Froio, Maria Pia
Galato Fransos, Gianfranco Gavinelli, Fiorella Gelain, Anna Gloder, Simone Gottardi, Luigi
Grassi, Samira Hosseinzadeh, Paola Levi Opezzi, Daniela Lignana, Susanna Locatelli,
Daniela Magnaguagno, Stefania Mairano, Sylvia Matera, Mario Menardi, Laura Morra, Maurì
Regina Morra, Rita Mura, Michela Musone, Sonia Nuccelli, Luisella Pastorino, Loretta Bruna
Pavani, Olivian Paveliuc, Franco Pinna, Graziella Pinosa, Luciana Pistone, Silvia Rege
Cambrin, Michele Revellino, Ambretta Rossi, Daniela Rosso (Prin), Anna Rotamilani, Maria
Grazia Ruggiu, Fernanda Sacco, Rosa Saragaglia, Alberto Schiavi, Ilario Simonetta, Anna
Sisti, Lina Tallano, Gianna Tibaldi, Eleonoratranfo,Giusy Uljanic, Umbertovaschetto,
Umbertoviapiano. Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
ore 16:00
Sestriere (TO)
Via Pinerolo
20 ANNI DI "SENSO DEL SEGNO" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA
20 anni di "Senso del segno", mostra che illustra l'attività svolta dall'associazione per la
diffusione e la conoscenza dell'arte grafica ed incisoria dal 1996, anno della fondazione, ad
oggi. Sono esposti disegni, incisioni, documenti e materiale di laboratorio. Orario: dal lunedì al
venerdì dalle 10 alle 18; il sabato dalle 10,30 alle 12,30.
ore 17:00
Torino
Piazza Carlo Alberto 3
ROBOCOOP E RICCARDO DI STEFANO DA AMANTES
Primo appuntamento del ciclo "Divergenze", quattro mostre per otto artisti. Gli artisti, divisi in
quattro coppie eterogenee, esporranno sette opere ciascuno, una delle quali pensata per il
contesto urbano. La mostra concluderà con una collettiva a cielo aperto nella città di Torino,
dove gli stessi lavori esposti in galleria saranno alla portata di tutti, sostenendo lo spazio
pubblico, come possibilità concreta di fruizione di opere d'arte. I protagonisti del primo ciclo
sono Robocoop e Riccardo Di Stefano. Robocoop (acronimo di RomaBolognaCooperazione) è
un progetto di arte urbana, formato da due studenti di Architettura provenienti da Roma e
Bologna. Il duo si inserisce nel contesto urbano della città attraverso affissioni di carta
blueback che reinterpretano pitture/affreschi/incisioni classiche attraverso inserimenti
contemporanei. Formatisi entrambi al liceo classico, il duo ROBOCOOP si muove nel campo
della street art in modo autonomo, mescolando varie tecniche, dalla composizione digitale alla
fotografia, dal disegno alla geometria descrittiva, attraverso la poster art. Riccardo Di Stefano
nasce nel 1990 ad Alessandria e studia Grafica d'Arte all'Accademia Albertina di Torino. Da
sempre affascinato dal disegno, fa coincidere la rappresentazione grafica con l'interesse per il
mondo della meccanica. La figura umana è raramente rappresentata all'interno del suo lavoro,
ma è tuttavia presente e simbolicamente tradotta nella forma incombente della Macchina. Il
suo lavoro si articola tra l'incisione, la serigrafia, il disegno e la scultura cinetica. Orario: da
martedì a sabato dalle 18 alle 2. Ingresso libero con tessera Arci.
ore 20:00
Torino
Via Principe Amedeo 38/A
JOSEPH BEUYS AL PAV
"La Tenda Verde (Das Grüne Zelt)", Joseph Beuys e il concetto ampliato di ecologia. "Das
Grüne Zelt", a cura di Marco Scotini, si colloca quale terzo capitolo di una ideale trilogia,
concludendo il ciclo di mostre con cui il PAV si è proposto di ricostruire una possibile
genealogia del rapporto tra pratiche artistiche e coscienza ecologica negli anni '70 in Europa.
Facendo seguito a "Earthrise. Visioni pre-ecologiche nell'arte italiana" (2015) ed "EcologEast.
Arte e natura al di là del Muro" (2016), questa nuova mostra intende focalizzare la propria
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attenzione sull'attività di uno dei più noti artisti della seconda metà del secolo scorso come
Joseph Beuys, privilegiando piuttosto il suo rapporto con le istituzioni politiche e la minaccia
della crisi ambientale. La mostra, che coincide con il trentennale della scomparsa di Beuys
(1986), vuole essere una sorta di omaggio all'autore della 'scultura sociale'. Nonostante la
sterminata letteratura critica sull'attività dell'artista tedesco, soltanto in rari casi questa è
riuscita a trasformare la matrice romantica e spirituale della parola 'natura' in quella politica del
termine 'ecologia'. E ciò, sebbene la prospettiva di Beuys militasse in quella direzione, tanto da
condurlo a presiedere alla fondazione del movimento tedesco dei Verdi che, per un breve
periodo, lo ha visto candidato al Parlamento. Orario: venerdì 15-18; sabato e domenica 12-19;
venerdì 23 dicembre 15-18; sabato 24 dicembre 12-19; domenica 25 dicembre chiuso; venerdì
30 dicembre 15-18; sabato 31 dicembre e domenica 1 gennaio chiuso; venerdì 6 gennaio
15-18; sabato 7 gennaio 12-19; domenica 8 gennaio 12-19. Ingresso: intero 4 euro; ridotto 3
euro; gratuito Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65,
persone con disabilità. Info: 011.3182235 - www.parcoartevivente.it
fino al 19/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giordano Bruno 31
AVIGLIANA - GIULIANA BELLINA ALLA GALLERIA ARTE PER VOI
"C'è una casetta piccola così...", terrecotte della ceramista Giuliana Bellina. "C'è' una casetta
piccola così...", raccontava il grande Lucio Dalla in una delle sue canzoni più famose, "Attenti
al lupo". E forse per caso o per evocazione o perché c'è di mezzo la fantasia, elemento
imprescindibile per qualunque creazione, questa mostra di Giuliana Bellina è omaggio gentile
al cantautore bolognese. Ballano infatti una danza fiabesca non una sola ma tante "casette"
abitate da omini, donnine, bambine vestite di rosso, porcellini e lupi. Tutti nati da mani sapienti
nell'impastare e modellare l'argilla. L'artista racconta così fiabe conosciute ma anche altre in
attesa di nascere: quali avventure vivranno i viaggiatori delle casette-automobile? Dove vivrà il
destriero-torre? E il suo gemello dal corpo di albero? Quel lupo seduto sulla roccia sarà così
cattivo? Sarà magico l'uccellino che guarda tutto e tutti dall'alto del tetto? Giuliana Bellina ama
le sue ceramiche fiabesche e ama i giardini: così sono nati le insegne, gli animali, le casette, le
fatine e altri ancora per popolare l'esterno con percorsi magici fra erba, alberi e verdure
dell'orto. Orario: sabato e domenica dalle 15 alle 19. Info: [email protected] [email protected] - www.artepervoi.it
fino al 19/03/2017
ore 16:00
Avigliana (TO)
Piazza Conte Rosso 3
"SHODO - L'INCANTO DEL SEGNO" AL MAO
"Shodo - L'incanto del segno. Maestri contemporanei di calligrafia giapponese". La mostra
espone per la prima volta in Italia 95 opere di 95 artisti calligrafi giapponesi, 62 sho - calligrafie
vere e proprie - e 21 ventagli, 11 opere intagliate su legno, una grande opera di sette metri
raccolta a libro. Il percorso di visita costituisce un'occasione rara per apprezzare diverse
tipologie di lavori dei più autorevoli artisti giapponesi di calligrafia contemporanea. Spicca tra i
maestri Usuda Tosen insignito del premio più importante in questa forma d'arte, il "Mainichi
Shodo Kensho", e considerato un luminare soprattutto per la tecnica dell'intaglio sul legno.
Accanto a lui, Yanagisawa Kaishu, ideatore e disegnatore del logo del campionato mondiale di
calcio Corea/Giappone del 2002, Nagai Oshu, maestro di calligrafia, di cerimonia del tè e di
ikebana, Inoue Kyoen, importante maestra di calligrafia e tra le poche donne ad aver avuto
riconoscimenti a livello nazionale, nota soprattutto per la sua opera ispirata al Monte Fuji. In
Oriente come in Occidente, viviamo ormai in società dove le parole non si scrivono quasi più:
si digitano. E se disgrafia o agrafia di ritorno sono in agguato per le poche lettere del nostro
alfabeto, possiamo solo immaginare la dimensione del problema per lingue come il cinese e il
giapponese, che richiedono di memorizzare migliaia di caratteri e di saperli scrivere tratto dopo
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tratto. Parlare di calligrafia nel XXI secolo assume quindi il valore inedito di una riscoperta, la
riscoperta del piacere del segno scritto in un mondo che - se le tendenze degli ultimi decenni
continueranno - rischia in un futuro non troppo distante di non saper più scrivere a mano. In
Oriente la calligrafia - "shodo", letteralmente "via della scrittura" - è considerata una forma
d'arte vera e propria; anzi, è Arte per eccellenza insieme a pittura e poesia, in quanto le tre
forme espressive non possono essere completamente disgiunte l'una dalle altre.
Tradizionalmente esse sono i mezzi attraverso cui l'artista (letterato, colto, elitario) dà voce al
proprio sentire o - in maniera contraddittoria solo per le nostre menti occidentali - annulla il
proprio io e lascia che la Natura trovi espressione sulla carta o sulla seta attraverso il suo
cuore e la sua mano, il pennello e l'inchiostro. Il carattere "do" viene usato in numerose
occasioni per contraddistinguere la pratica di un'arte che richiede un impegno costante e che
in diversi modi può assumere le caratteristiche di un "percorso" che conduce, tramite un
perfezionamento tecnico, a un affinamento interiore dell'individuo. Orario: da martedì a venerdì
10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10
euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info:
011.4436927 - www.maotorino.it. La sera dell'inaugurazione, mercoledì 1 marzo alle 18, si
potrà assistere alla performance dei maestri calligrafi, potendo così apprezzare dal vivo il
fascino e l'intensità di tale arte.
fino al 19/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Domenico 11
POIRINO - MARGHERITA FANTINI AL CAFFE' DELLA RIVA
"Natura silente", personale di Ines Daniela Bertolino. Orario: dal lunedì al sabato dalle 8 alle
19. Info: 011.9450993
fino al 20/03/2017
ore 08:00
Poirino (TO)
Passeggiata Marconi 6
"FOTOGRAF(ARS)I" DA MARTINARTE
"Fotograf(ars)i", mostra fotografica collettiva a coronomaneto del corso di fotografia tenutosi in
questo anno con il maestro Cosimo Savina. Orario: da lunedì a sabato 15,30-19,30. Info:
335.360545 - [email protected]
fino al 22/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Siracusa 24/A
ARMANDO MARROCCO A SPAZIOBIANCO
"Battaglienelcielo", mostra a cura di Toti Carpentieri che raccoglie le opere create da Armando
Marrocco tra il 2003 e il 2016. L'esposizione è la terza rappresentazione/testimonianza di un
percorso artistico originale e complesso iniziato negli anni Cinquanta del XX secolo e ancora
in pieno svolgimento. Spaziobianco ha già presentato nelle sue sale "Il luogo del ritrovo" (nel
2014) e "Uomouniverso" (nel 2015). Ora, con "Battaglienelcielo" offre ai visitatori un nuovo
paradigma del mondo poetico di Armando Marrocco. Orario: dal martedì al venerdì dalle 16,30
alle 19 o su appuntamento. Info: 333.6863429 - [email protected] www.spaziobiancogallery.com
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 23 bis
DANIELA ROSSI ALLA GALLERIA DI VIA SALUZZO
TORINOSETTE
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"Dalla Terra alla Luna", personale di Daniela Rossi ispirata al pensiero di alcuni tra i più famosi
astronomi, filosofi, letterati che hanno guardato alle stelle. Ognuna delle 30 opere di Daniela
Rossi, che è pittrice e scrittrice, illustra una loro riflessione intellettuale o poetica sul cosmo.
Ecco quindi, tra gli altri, Epicuro con gli infiniti mondi, Albert Camus con gli occhi aperti sotto
un cielo gocciolante di stelle, le predizioni di Jules Verne, le intuizioni di Giordano Bruno,
l'astronomia che, dice Platone, ci conduce da un mondo all'altro, la meditazione sulle stelle di
Carl Sagan ma anche Smeraldina, una delle città invisibili descritta da Calvino e la
dichiarazione di Lenin a proposito degli alieni: se riuscissimo a comunicare con loro tutti i
concetti filosofici, sociali e morali dovrebbero essere riveduti. Ciò imporrebbe la fine della
violenza quale metodo e mezzo di progresso. Daniela Rossi è pittrice, scrittrice e psicologa.
Ha esposto in varie città italiane e estere, realizzato trompe d'oeil e murales per privati ed enti
pubblici, scenografie e campagne pubblicitarie. Ha collaborato con quotidiani e riviste e
pubblicato romanzi. Con il primo "Il mondo delle cose senza nome" (pubblicato da Fazi nel
2004 e riedito da Bombiani nel 2010), ha vinto il Premio Anima per la Letteratura. Dal libro
sono stati tratti un film per la RAI interpretato da Elena Sofia Ricci e Gioele Dix e uno
spettacolo prodotto dal Teatro dell'Opera di Roma. Orario: da lunedì a venerdì 9-12 e 14-18;
sabato 9-12. Info: 339.8695542 - 393.36963467.
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 69
"EROS E COMIC ART" DA LITTLE NEMO
"Eros e Comic Art", mostra dedicata ai maestri dell'erotismo a fumetti. Si parte dagli originali di
copertina per i fumetti sexy pop degli anni '60 e '70, con opere di Biffignandi e Ciriello (maestri
appena scomparsi) e poi di Angiolini, Cubbino, Dangelico, Del Principe, Romanini, Taglietti. La
sezione dedicata all'erotismo d'autore segue un excursus che prende le mosse dalla
Barbarella di Jean-Claude Forest, passa per la Valentina di Crepax e le pin-up di Baldazzini e
Milo Manara e arriva alle tavole fortemente erotiche di Magnus e Von Gotha. In tutto, oltre
cento artisti accuratamente biografati dall'attenta penna di Giuseppe Pollicelli, critico d'arte e
giornalista specializzato. Per l'occasione è stato realizzato un catalogo monografico illustrato
di 280 pagine dal tiolo Eros & Comic Art, tirato anche in edizione di lusso, numerata e
accompagnata da un'esclusiva grafica con Eva Kant di Sergio Zaniboni. La prefazione del
catalogo si deve a Tinto Brass, a cui è dedicata l'ultima sezione del volume, con alcuni scatti
fotografici in grande formato che sono anche stati tirati in soli cinque esemplari firmati dallo
stesso regista e dal fotografo Gianfranco Salis. Ospite d'onore dell'asta, in programma alle 18
di venerdì 24 marzo, sarà Ilona Staller, presente nel catalogo con due delle sue creazioni
artistiche e ospite della galleria a partire delle ore 15. Giovedì 16 marzo alle 19 è in
programma una serata dedicata a "Erotismo e Gastronomia" curata dallo chef Silverio Cineri
del ristorante "La mia infanzia a tavola" di Faenza. Giovedì 23 marzo alle 19 Marzia
Capannolo, critica d'arte, terrà una lectio brevis dal titolo "Il fumetto erotico: la dark room
dell'arte?", in dialogo con Roberto Baldazzini, fumettista e artista noto a livello internazionale.
Orario galleria: dal lunedì al sabato dalle 10,15 alle 13 e dalle 15,15 alle 19. Info: 011.7630397
- [email protected] - www.littlenemo.it
fino al 24/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Ozanam 7
MIKE NELSON ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
"Cloak of rags (tale of a dismembered bank, rendered in blue)", personale di Mike Nelson. Per
l'occasione, il progetto dell'artista "Procession, process. Progress, progression. Regression,
recession. Recess, regress", in residenza nella project room della galleria da diversi mesi, è
stato prorogato fino al 25 marzo, per tutta la durata della personale. Orario: lunedì e sabato
15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011.882208 - [email protected] -
TORINOSETTE
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www.franconoero.com
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mottalciata 10/B
"INTERNAZIONALE ITALIA ARTE 2017" AL MUSEO MIIT
Seconda sessione della mostra "Internazionale Italia Arte 2017", giunta alla sua quinta
edizione. In mostra opere selezionate di maestri contemporanei di fama internazionale e opere
di grandi maestri del '900 italiano. Tra gli artisti presenti in mostra, autori provenienti da
Argentina, Messico, Svizzera, USA, Serbia, Italia, Cina, Giappone, Francia, Germania,
Olanda, Inghilterra, Spagna, Belgio e altri paesi. In esposizione opere di pittura, fotografia, arte
digitale, scultura, installazioni, video. Orario: da martedì a sabato dalle 15,30 alle 19,30; su
appuntamento domenica, lunedì e festivi per visite guidate, gruppi, scolaresche. Info:
011.8129776 - www.museomiit.it - [email protected]
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Cairoli 4
BIANCA SALLUSTIO ALLA GALLERIA LA TELACCIA
"Opere illuminate dal sentimento e da una profonda espressività", personale di Bianca
Sallustio a cura di Monia Malinpensa. Orario: dal lunedì al sabato 15-19. Chiuso i festivi. Info:
011.5628220 - 347.2257267 - [email protected] - www.latelaccia.it
fino al 25/03/2017
ore 15:00
Torino
Via Santarosa 1
BEDWYR WILLIAMS ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta "The Institute of Things to Come" (a cura
di Ludovica Carbotta e Valerio Del Baglivo), un centro di ricerca temporaneo sul futuro che da
febbraio a settembre 2017 proporrà un ciclo di quattro mostre personali collegate a un
programma di formazione. "The Institute of Things to Come" è realizzato con il sostegno della
Compagnia di San Paolo nell'ambito del bando ORA! Linguaggi contemporanei produzioni
innovative. Per il primo capitolo di "The Institute", l'artista Bedwyr Williams (vincitore del The
Derek Williams 2017) presenta "Echt", un'installazione filmica ambientata in un futuro
prossimo nel quale le istituzioni britanniche e i sistemi di governo sono crollati, ed il regime in
corso è caratterizzato da un sistema feudale accelerato. Il suo film fantasioso, immagina un
futuro in cui un evento apocalittico ha costretto l'umanità a riformare la società, dopo aver
cancellato le regole sociali precedenti. In questo nuovo mondo nel quale lo status sociale si
basa sul consumo smisurato, figure di accumulatori compulsivi sono divenuti re. Questi
accumulatori di oggetti e spazzatura hanno installato i loro centri di controllo in discoteche e
locali notturni dismessi, e sono accompagnati da una serie di personaggi acutamente descritti
dalla voce narrante di Williams. L'interesse principale di Bedwyr Williams si fonda
sull'immaginazione di scenari catastrofici e sugli effetti che essi hanno sulla vita quotidiana
delle persone. Le sue performance, film e installazioni trattano spesso di un futuro distopico,
nel quale gravi problematiche sono minimizzate da momenti di umorismo assurdo o da
osservazioni banali. Nei suoi progetti precedenti, Williams ha costruito un osservatorio stellare
come omaggio agli astronomi amatoriali o ha assunto i panni di differenti personaggi, come il
"predicatore orbo", il "mietitore cupo", o anche il "Conte Polline". Il suo lavoro è stato mostrato
in varie istituzioni tra cui Barbican Curve Gallery (London), The Whitworth (Manchester),
Tramway (Glasgow), IKON (Birmingham) and Kunstverein Salzburger. Williams ha
rappresentato il Welsh Pavilion per la 55 Biennale di Venezia nel 2013 ed è finalista del
premio Artes Mundi 7, 2016. Collegato alla mostra personale, dal 7 al 9 febbraio, Bedwyr
TORINOSETTE
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Williams condurrà con l'artista Tai Shani "Demonio! Demonio!", un laboratorio filmico e
performativo che esplora le rappresentazione del "Sé Demoniaco", nel quale la città di Torino
funzionerà come sfondo per costruire questo autoritratto malevolo e teatrale. I partecipanti
selezionati sono Elena Bellantoni, Sara Bonaventura, Edmund Cook, Jürgen Dehm, Carl Gent,
Aoibheann Greenan, Jaime González Cela y Manuela Pedrón Nicolau, Inda Peralortega,
Ambika Thompson, Camille Tsvetoukhine, Lucia Veronesi, Saul Williams. Orario mostra:
giovedì 20-23 (ingresso libero); venerdì, sabato e domenica 12-19. Chiusa dal 13 al 26
febbraio 2017. Ingresso: intero euro 5; ridotto euro 3 (over 65, studenti); gruppi euro 4 (minimo
6 persone); gratuito (bambini fino a 12 anni, Insieme per l'Arte, abbonamento Torino Musei,
giornalisti accreditati, soci ICOM). Info: [email protected] - 011.3797600 - www.fsrr.org http://theinstituteofthingstocome.com/it/
fino al 26/03/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
ANDREA PESCIO ALLA GALLERIA PIRRA
"The Imagined Line - La linea e il segno", personale di Andrea Pescio a cura di Simonetta
Pavanello. In mostra oltre venti opere realizzate con tecniche diverse, tradizionali come la
grafite o l'acquerello e inconsuete come la penna Bic abbinata all'utilizzo di rulli decorativi. Il
percorso espositivo rivela non solo la ricercatezza della linea, il gusto raffinato del colore e la
straordinaria capacità tecnica dell'artista, ma anche la sua naturalezza nel coniugare la
padronanza del mezzo all'intimo impulso creativo e all'intenzione intellettiva. Orario: da lunedì
a sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30; domenica 10-12,30. Info: 011.543393 [email protected] - www.galleriapirra.it
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Vittorio Emanuele II 82
JIRI HAUSCHKA ALLA CRAG GALLERY
"In the middle of something", personale del pittore ceco Jiri Hauschka (1965). Hauschka
appartiene allo "Stuckism", movimento artistico internazionale fondato nel 1999 dagli artisti
Billy Childish e Charles Thomson in Gran Bretagna ai fini di promuovere la ricerca pittorica
orientata al figurativo e opporsi all'arte concettuale degli Young British Artists. Le opere in
mostra sono state realizzate nel 2016. Boschi, strade, montagne, laghi, fiumi ed architetture
fanno parte di un percorso durante il quale l'artista ha esplorato il suo rapporto con la natura e
con l'ambiente che lo circonda, esprimendo una pittura in equilibrio tra astrazione e realismo.
Robert Janas, storico dell'arte, fondatore nel 2004 dello Stucchismo a Praga, scrive a
proposito del lavoro di Jiri Hauschka che nella sua pittura il Neo-espressionismo si unisce ad
un forte sentimento per la composizione, basata su ampi spazi limitati da contorni accentuati,
e da colori utilizzati simbolicamente a dare liquidità alla forma. La bellezza del suo lavoro è
dunque quella che lui chiama la "storia", la sua storia, che vuole condividere nel mezzo di
qualcosa, in the middle of something, con il pubblico. Il suo lavoro porta l'osservatore in bilico
tra la dimensione del paesaggio semplice e la grandezza di ciò che ci circonda. Aperta ogni
giorno su appuntamento. Info: www.cragallery.com - [email protected] - 347.3420598 335.1227609
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Torino
Via Nole 57
RIVOLI - LIA E MARIA LATERZA ALLA CASA DEL CONTE VERDE
"Come sorelle", opere di Lia e Maria Laterza sorelle, molto diverse per stile e personalità,
presentate da Bruna Bertolo e Rita Margaira. La mostra è accompagnata da un video con testi
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di Francesco De Bartolomeis. Orario: da martedì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore
10-13 e 16-19. Info: 011.9563020
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Rivoli (TO)
Via Piol 8
NOVALESA - ANDREA BENEDETTO ALLA CASA DEGLI AFFRESCHI
"Brandelli di vissuto", mostra di scultura di Andrea Benedetto. Orario: sabato e domenica
11-12 e 15-18; in settimana su prenotazione. Info: 320.6347337
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Novalesa (TO)
Via Maestra 46
NENE' DA CANTO A TEART
"Forme d'Altrove", personale di Nené Da Canto, descritta così dall'artista: "Il gioco è di
intravvedere e scoprire manifestazioni di un ordine insito al movimento...è come uno specchio
qui e ora". Orario: dal martedì al sabato dalle 17 alle 19. Info: 011.6966422 [email protected] - [email protected]
fino al 28/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giotto 14
"SHUNGA-E, IMMAGINI DI PRIMAVERA" DA IREL ONLUS
"Shunga-e, immagini di primavera - L'Arte erotica giapponese dal XVIII al XX secolo". Le
stampe chiamate shunga sono xilografie giapponesi dal contenuto esplicitamente erotico,
concepite secondo lo stile della scuola ukiyo-e, prodotte principalmente durante il periodo Edo
(antico nome dell'odierna Tokyo, 1603-1868), entrate a far parte della vita e della cultura
giapponese in maniera sorprendente. In Giappone, le prime raffigurazioni shunga risalgono al
periodo Heian (794 - 1185). A quei tempi erano per lo più riservate agli ambienti di corte.
Dipinte su rotoli di carta, si ipotizza fossero ispirate a modelli cinesi, soprattutto alle opere di
Zhou Fang (730 - 800), il grande pittore erotico attivo durante il regno della dinastia Tang.
Nella prima metà del diciannovesimo secolo, ad opera di Harunobu, si giunse alle opere
pienamente policrome (nisiki-e) con l'impiego, per le edizioni più lussuose, di quindici e fino a
diciassette colori attraverso l'incisione di altrettante matrici in legno. La complessa esecuzione
delle matrici era affidata ad abili incisori, guidati dagli artisti che avevano realizzato i soggetti.
Harunobu, Hokusai, Hirosige, Utamaro sono solo alcuni nomi degli artisti più acclamati in
quest'arte. Un'arte che gioca su tutta una gamma di espressioni, forme e colori che vanno
dalla varietà delle passioni umane alla grazia delle figure femminili, dall'esaltazione delle
emozioni amorose all'esplorazione di tutte le inclinazioni della sessualità, anche le più
promiscue, non disdegnando atti omosessuali e scene di gruppo. Le ambientazioni erano
realistiche: lussuose dimore, bagni pubblici, case da tè, alcove, in barca o all'aperto. All'inizio
del XVII secolo la scuola di pittura Kano stilò un'insieme di regole sull'estetica dell'arte shunga.
Vennero codificate le gradazioni di colore con cui dovevano essere stampati i genitali, sia
maschili che femminili e i colori da utilizzare nel resto dell'opera. Si stabilì anche la
convenzione della rappresentazione in dodici scene amorose, simboleggiando i mesi
dell'anno, secondo l'esperienza artistica già teorizzata dal pittore Tosa Mitsunobo (1434-1525).
L'arte shunga assunse così la definizione di "genere", al pari del paesaggio e del ritratto.
Queste stampe si affermarono negli ambienti artistici europei, intorno alla metà del XIX secolo.
A Parigi circolavano tra i pittori realisti ed impressionisti: Theodore Duret, Degas, Renoir,
Pisarro e Monet. Degas ne fu fortemente influenzato, in alcuni tagli prospettici delle sue opere
si possono riscontrare significative analogie con l'arte giapponese. Ma anche Van Gogh non
rimase estraneo al fascino di queste opere; i ponti e gli ombrellini delle donne di Claude Monet
TORINOSETTE
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rimandano alle immagini di Hokusai. A Londra le prime xilografie ukiyo-e comparvero
all'Esposizione Universale del 1862. Aubrey Beardsley (1872-1898) possedeva una vasta
collezione di arte shunga, da cui trasse ispirazione per le illustrazioni della Lysistrata di
Aristofane. Le linee fluttuanti delle stampe giapponesi furono fonte di ispirazione anche per gli
artisti Art Nouveau. Nell'ultimo decennio di questo secolo le xilografie shunga hanno incontrato
un interesse particolare nella critica e nel pubblico occidentale. Molti musei hanno introdotto
nelle loro collezioni di grafica queste incisioni. Sono state anche presentate in importanti
mostre retrospettive come quella alla Kunsthal di Rotterdam nel 2005, a Palazzo Reale di
Milano nel 2009 e al British Museum di Londra nel 2013. La mostra consiste in oltre cinquanta
incisioni originali che vanno dalla fine del XVIII secolo fino agli inizi del XX secolo, oltre ad una
quarantina di opere minori, fuori catalogo. La rassegna è curata da Gianni Vurchio e Stefano
Liberati. Orario: dal martedì al sabato dalle 16 alle 19; domenica e lunedì chiuso. Prorogata
fino al 31 marzo.
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Dalmazzo 6/C
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DELLE GENTI ALPINE
"Sulle ali delle Alpi", mostra d'arte con acquarelli della pittrice Gianna Tuninetti. Una montagna
di fiori quando fuori nevica. Sono i fiori di Gianna Tuninetti che il Museo del Costume e delle
Tradizioni delle Genti Alpine di Pragelato, in borgata Rivets, presenta nella preziosa mostra
dal titolo "Sulle ali delle api", particolarmente impegnativa con oltre 120 opere in un percorso
artistico e culturale lungo un intero anno; un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle
stagioni, percorso entusiasmante e competente di un'artista che sa colloquiare con l'anima
attraverso il racconto di fiori, frutta, verdura ritratti ad acquarello. Inaugurata lo scorso 25
settembre, la mostra propone le prime 65 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
che saranno esposte sino a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle meraviglie della
flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e dell'estate
impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Il Museo del
Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine è aperto tutti i sabati fino al 17 dicembre 2016
con orario 16-18. Durante il periodo delle festività natalizie sarà aperto nelle giornate del
27-29-30 dicembre e 1-3-5-7 gennaio sempre con orario 16-18. Dal 14 gennaio al 16 aprile
sarà aperto tutti i sabati sempre con medesimo orario. Prevista l'apertura speciale anche per il
lunedì di Pasquetta. E' possibile visitare la mostra anche in altri giorni e orari contattando
telefonicamente l'ufficio del turismo di Pragelato: 0122.741728.
fino al 31/03/2017
ore 16:00
Pragelato-Ruà (TO)
Via San Giovanni 1
"PARATISSIMA ART GALLERY" DA YLDA
Prima edizione di "Paratissima Art Gallery", mostra per pittori, scultori, fotografi, designer,
fashion designer, grafici e illustratori. Una mostra doppia: una con opere e artisti emergenti in
carne e ossa, l'altra online. Per questo allestimento sono stati selezionati 13 nomi: Andreja,
Beatriz Basso, Fulvio Bresciani, AnneCécile Breuer, Albino Caramazza, Giorgio Ceglie, Marco
Corongi, Dabò, Paolo Forsennati, Angelo Lussiana, Scatti lenti, UpArt, Alessandro Sciurti. Tutti
hanno già partecipato alla kermesse, ma la Art Gallery è aperta anche a chi non ha mai
esposto a Paratissima. Le opere si possono vedere dal vivo e su una vetrina virtuale dove ogni
artista avrà un pannello di controllo accessibile con login e password personali, e su cui potrà
aggiornare le informazioni. Si partecipa con 5 lavori dal prezzo inferiore a 3.000 euro. Visite su
prenotazione. Info: artgallery.paratissima.it - 011.2073075
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
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Via Mazzini 25
COSIMO VENEZIANO DA ALBERTO PEOLA
"Petrolio/Appunti", seconda mostra personale di Cosimo Veneziano (Moncalieri TO, 1983). Le
opere inedite presentate concludono la ricerca di Cosimo Veneziano sul ruolo della scultura
nello spazio pubblico nella società contemporanea, e sul valore iconografico e simbolico che le
immagini assumono nel processo di creazione della propaganda politica. In particolare il suo
interesse si rivolge al processo di selezione di fatti e personaggi e scarto di altri, che viene
messo in atto nella costruzione di un'iconografia da parte di una comunità, prima che il simbolo
sia collocato nello spazio pubblico, fisico o virtuale. Nelle due opere della serie "Petrolio" i
disegni su tela della scultura di un toro androcefalo e di una scultura religiosa, originarie dell'
epoca assiro-babilonese, sono parzialmente coperti dal feltro per evidenziare la recente
distruzione nei conflitti in Medio-Oriente. L'opera invita a riflettere sul peso e sugli effetti che ha
sull' immaginario la perdita di un patrimonio culturale riconosciuto come collettivo. Il gruppo di
sculture in ceramica dal titolo "Membrana" è composto da riproduzioni di parti di statue greche
e romane sulle quali Veneziano ha operato una deformazione attraverso un processo di
stratificazione materica, contrapponendo l'originaria fisionomia frontale della statua a quello
che doveva essere l'aspetto della parte esterna del calco. Anche in questo caso l'occultamento
della visione corrisponde all'idea della perdita di un'identità culturale avvenuta nel tempo.
"Monochrome II" lavora sulla capacità percettiva graduale dell'osservatore. La serie di colature
di gomma siliconica è realizzata partendo da una matrice di dipinti su tela, che raffigurano
simboli iconografici propri delle culture occidentale e orientale, che si sono succeduti nel
tempo. Nell'ultima sala della galleria sono esposte quattro tele di grandi dimensioni sulle quali
Veneziano ha disegnato figure umane armate di martello. Per questo ultimo lavoro dal titolo
"Giorni di un futuro passato", l'artista riprende immagini usate dalla propaganda delle
rivoluzioni politiche del passato, e le mette in dialogo tra loro per evidenziare l'enfasi posta
sull'atto di distruzione che sottende ai processi di rottura e cambiamento avvenuti nella storia
umana. La forza dirompente dell'atto e la monumentalità della rappresentazione rimandano a
un intento celebrativo, in contrapposizione al processo di censura che avviene anche durante i
periodi di continuità politica. La mostra "Petrolio/Appunti" si sviluppa in due sedi: Galleria
Alberto Peola e MEF Museo Ettore Fico (dal 16 febbraio). Orario (Galleria Alberto Peola): da
martedì a sabato dalle 15 alle 19, mattino su appuntamento. Info: 011.8124460 - 335.6191039
- [email protected] - www.albertopeola.com
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 29
"ECCENTRIC SPACES" DA RICCARDO COSTANTINI CONTEMPORARY
"Eccentric Spaces", un progetto a cura di EIena Inchingolo e Paola Stroppiana: cinque artiste
di diverse nazionalità, Caroline Corbasson, Debbie Lawson, Dana Levy, Noa Pane, Anila
Rubiku, provenienti da esperienze formative differenti e con capacità espressive eterogenee,
interpretano il concetto di spazio inteso come una delle categorie essenziali per la percezione
del mondo. L'idea progettuale prende avvio da una riflessione sul testo "La prospettiva come
forma simbolica" (1927) di Erwin Panofsky, che dimostra come ogni epoca culturale abbia
sviluppato un proprio modo di rappresentare lo spazio, inteso come la 'forma simbolica'
visibile, propria di quella cultura. La declinazione all'arte contemporanea ha quindi condotto ad
una ragionata selezione di opere: il concetto di spazio che qui si vuole indagare è eterogenea,
onnicomprensiva, a partire dalla sua accezione primaria di luogo disponibile per gli oggetti
della realtà, individuati da una collocazione o posizione, dotati di dimensioni e suscettibili di
spostamento. Il progetto espositivo include, per associazione mentale e slittamento
metaforico, concetti di spazio che diventa luogo relazionale, antropologico, geometrico,
architettonico, astronomico, poetico, onirico, naturalistico nell'ambito dell'arte contemporanea.
Volutamente le opere in mostra afferiscono a media diversi, installazioni video, sculture,
disegni, che pongono numerose riflessioni sulla realtà partendo dalla loro specificità:
TORINOSETTE
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l'interrogazione sulla natura delle cose, la classificazione scientifica dello spazio e dei suoi
oggetti, il mondo dell'osservazione in continuo movimento con sempre nuovi obiettivi di
conoscenza e di confronto. Caroline Corbasson (Parigi, 1989) trae ispirazione, per la sua
ricerca, dalla scienza, dall'astronomia, dai fenomeni naturali e dalla vastità dei paesaggi.
Libera le immagini dal proprio contesto e gli oggetti dalla loro funzionalità per estrarne
l'essenza e ridisegnarne i tratti rilevanti. L'economia dei mezzi, la densità delle immagini e
l'attenta selezione dei materiali (carbone, polvere, inchiostro, grafite), che caratterizzano la sua
produzione, riflettono la volontà di resistere al flusso infinito delle immagini che ci circondano.
In mostra l'opera "Anomalia", 2013 un'installazione di 10 pagine dell'"Atlas Eclipticalis",
(atlante celeste che risale al 1950) su cui l'artista interviene con sfere nere disegnate a
carbone ad alludere ai buchi neri presenti nella galassia, spazi sconosciuti nell'universo
attrattivi nella loro estetica ancora da definire, aperta a infinite possibilità. Dana Levy (Tel
Aviv), video artista di origine israeliana di base a New York, focalizza l'attenzione
sull'interdipendenza tra storia naturale e umana, tematiche ambientaliste e politica. Dopo aver
vissuto in prima persona gli effetti dell'uragano Sandy nel 2012, ha realizzato l'installazione
"Literature of Storms" (in mostra "Chapter 2" e "Chapter 3", 2014). Levy ha individuato, su
riviste di interior design degli anni '20, alcune fotografie di stanze dall'arredamento modernista
- immagini che le ricordavano di quello che fu un ideale estetico della società israeliana - e le
ha animate proiettando su di esse acquazzoni, folate di vento e sciami di insetti. Attraverso un
serrato confronto tra spazi abitativi freddi e forze naturali in movimento l'artista ha voluto porre
in evidenza la visione miope di un mondo industrializzato che ha decimato le risorse del
pianeta. Le tempeste hanno una 'letteratura' che dovremmo rileggere al fine di riconsiderare lo
spazio dell'essere umano nella storia come imprescindibile da quello della natura. Debbie
Lawson (Dundee), di origine scozzese, reinterpreta interni domestici interconnessi con
elementi naturali. Le sue opere sono nuovi ibridi in cui differenti codici visivi coincidono: alla
mimesis della natura si sovrappone una "filosofia dell'arredamento" eclettica, inedita, dagli esiti
inaspettati. Secondo la teoria che già Edgar Allan Poe citava nel saggio "Philosophy of
Furniture" del 1840, l'atto dell'arredare una casa può essere inteso come la conquista di uno
spazio, direttamente connessa con l'esperienza del vivere del suo proprietario. L'uso del
tappeto persiano come texture delle sue sculture ed opere installative evoca storie fantastiche,
di luoghi lontani, esotici. Elementi d'arredo quotidiano si animano creando nuove realtà
abitative che accolgono la natura esterna. In mostra "Persian Stag", 2016, "Persian Bear",
2016 and "Fox and Ivy", 2013, significativi esempi della sua eccentrica abilità plasticoscultorea su base tessile. Le sculture-installazioni di Noa Pane (Roma, 1983) esplorano le
possibilità di espansione e costrizione della gomma e dell'aria in strutture predeterminate o in
spazi naturali e architettonici, con cui entrano in un dialogo straniante. L'indagine sui limiti dei
materiali e l'attenzione all'aspetto formale conduce l'artista ad una continua ricerca
dell'essenziale, in cui l'aria, materiale non materiale, diventa un elemento tanto impalpabile
quanto vitale: incamerando l'aria nella gomma l'artista modella la forma nello spazio e ne
osserva la reazione sotto tensione. In particolare in "Compression 3", 2016 la massa sembra
essere essa stessa generata dall'elemento naturale quasi a suggerirne l'appartenenza allo
stesso sistema e allo stesso tempo percepirla come responsabile della rottura di un equilibrio.
Nello spazio costretto la forza spinge e trasborda, incurante dei limiti posti. La ricerca di Anila
Rubiku (Durazzo) si fonda su un'approfondita analisi dello spazio come luogo relazionale e
sociale. L'artista, di origine albanese, affronta la dimensione interiore dell'individuo ed in
particolare la condizione della donna, il concetto di spazio domestico e l'idea del viaggio
concepito come mezzo di confronto e possibilità di conoscenza. Da Riccardo Costantini una
selezione della sua indagine più recente dal titolo "The Consequences of Love" (2016). Anila,
utilizzando tecniche differenti - disegno, incisione, scultura - concentra la sua ricerca sul
significato metaforico e ambivalente della catena e della maschera nelle relazioni amorose. La
catena intesa come vincolo costrittivo o stretto rapporto sentimentale e la maschera (in questo
caso colorata) concepita come imprevedibile spazio di libertà all'interno di una stessa
costrizione. Orario da martedì a sabato 11-19.30; lunedì e domenica chiuso. Info:
011.8141099 - 348.6703677 - [email protected]
fino al 01/04/2017
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ore 18:00
Torino
Via Giolitti 51
"STREET VINYLS" ALLA SQUARE 23 ART GALLERY
Copertine di dischi come opere d'arte contemporanea: a volte realizzate ad hoc, come la
famosa banana adesiva di Andy Warhol per i Velvet Underground, altre volte scelte a
posteriori, come quando i Manic Street Preachers telefonarono a Jenny Saville per chiederle in
prestito una tela vista su un giornale. Rock, pop, soul, jazz, dance, punk, hip-hop, elettronica,
classica: un intero mondo discografico che realizza nella fruttuosa chimica fra musicisti e artisti
uno nuovo modello di creatività. La mostra, realizzata in collaborazione con Teatro Colosseo e
Xora, promette una esplorazione del mondo dei dischi d'autore con una raccolta che spazia
negli ultimi 30 anni di lavori artistici sulle copertine di vinili di grandi artisti e band cult, con
particolare attenzione al mondo della street art. Dai writers americani come Futura 2000 a
Rammellzee, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring sino ai più contemporanei Kaws, Space
Invader. Non mancheranno artwork originali di artisti come Kaws, i mosaici di Space Invader, i
lavori di JR, Dface, Blu, Borondo, Nychos, Faith47. Si potrà vedere per esempio un disco a
tiratura limitata realizzato a spray su carta dal misterioso Banksy per la band norvegese di
musica elettronica Röyksopp, o le opere fatte arrivare a Torino direttamente da Obey, alias di
Shepard Fairey, per l'occasione. Non solo mostra però: i collezionisti potranno vedere ed
acquistare dischi rari e copertine d'autore grazie alla lunga ricerca fatta da Xora per proporre
agli amanti della street art e non solo una chicca quasi irripetibile, capace di aprire nuovi
orizzonti per quello che riguarda l'arte urbana. E se la street art ha oggi costi spesso
inarrivabili la mostra sarà l'occasione di avere in casa un pezzo originale e un'opera preziosa e
con un importante coefficiente di rivalutazione. La Galleria Square23 consolida con questa
mostra la collaborazione con il Teatro Colosseo attraverso il progetto Xora. La street art, sulle
facciate del teatro di via Madama Cristina 71 - con le opere di Zedz, Peeta, Never Crew e
l'ultima di Bordalo Segundo, così come con le mostre in via San Massimo 45, porta Torino in
primo piano a livello internazionale. Orario: da lunedì a sabato 11-20 o su appuntamento. Info:
334.9980390 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 11:00
Torino
Via San Massimo 45
MANUELA MACCO ALLA FUSION ART GALLERY
"Black bag notes / 2010-2017", personale di Manuela Macco, a cura di Barbara Fragogna.
L'artista torinese che con la sua attuale pratica artistica lavora con la performance, il video, la
fotografia e l'installazione è anche curatrice insieme a Guido Salvini del progetto
tpa/torinoPERFORMANCEART. Le opere in mostra raccontano alcune tappe significative degli
ultimi sette anni di lavoro dell'artista. La mostra fa parte di COLLA la nuova piattaforma delle
gallerie torinesi e rientra nel circuito di NEsxT Independent Art Network. "Corpuscolo,
sostenuto, oscillante, immobilmente in moto, ostinato, vuoto, statico/morbido, fluido
paradosso, equilibrio, indefesso, assente": Manuela Macco si nega attraverso gesti attivi
minimi e austeri che si collocano ai margini dell'attenzione dello sguardo. Sia si tratti della più
consistente produzione performativa (video performance, performance) che di frammenti
estrapolati da flussi di attività intellettuale (foto, documenti, oggetti), il suo lavoro ci costringe a
focalizzare il pensiero oltre l'estetica dell'immagine di modo che l'apparente staticità visuale
apra in noi finestre inattese di percezione meditativa. Allora, ipnotizzati dal riflusso, dal
mormorio, dal gesto morbido, dobbiamo partecipare, magari ondulando (come l'acqua del
Rodano), senza nemmeno accorgerci in coscienza di esserne attori/protagonisti: risultiamo
automaticamente parte dell'opera. "Controcorrente, resistente, atto e passivo, concentrato
puntiglio, serio cipiglio, limite povero, processo caparbio, schivo, ricerca necessaria ma
invisibile, situazione inepilogabile": l'artista non tenta di gratificarci in alcun modo, ci (e si)
mette volentieri a disagio, nega la narrazione, nega (spesso) il suo sguardo (ermeticamente),
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nega l'ovvio e costruisce l'opportunità di intuire, attraverso pochi elementi
poveri/quotidiani/comuni, che c'è un immenso retroscena concettuale che è la base della sua
ricerca. La consapevolezza di sé come donna e artista è l'imprescindibile chiave di lettura del
suo lavoro. Questa consapevolezza è sensualmente palpabile come, attraverso l'intuizione, è
intelligibile un testo poetico. "Ciclo precario, fragile membra, al margine, inerme, nascosto,
modesto, schivo, lontano, schermato, chiuso/protetto, cartarmato, ripetitivo, estenuante,
resistente, fulgido, monotono, colpevole, consapevole": trovandosi letteralmente circondati
dalla serie di lavori tra i più rilevanti della sua carriera tra il 2010 e il 2017 siamo testimoni del
paradosso. Da un lato le singole opere ci coinvolgono discretamente nella sfera intima e
personale, il suo corpo, per quanto spersonalizzato da applicazioni e ri-vestimenti ci
avvicina/affabula anche grazie a una non perturbante staticità. D'altro lato il concerto di più
elementi allestiti nella sala ci circonda quasi a creare un senso di assedio/pericolo/sfida. La
negazione si impone. La modestia è ambigua. Intrappolandoci nella sua maglia oscillante di
carne sotto schermo, come un'Aracne contemporanea, c'imbozzola nel suo personale/politico.
Devo sapere chi sono (da dove vengo) se voglio sapere chi sono (dove sto andando). "Agito,
prestato, abusato, dimesso, visto, spiato, contraddetto, poetico, malinteso, meccanico automa
desiderante, impotente, schernito, mercificato, illuso, patetico, epico, stoico, travolto, stop!":
Manuela Macco parte dal concetto, la sua ricerca, le sue idee e i suoi studi sono il carburante
dell'azione che esplode in esperienza dove il corpo è il corpo è il corpo, dove la mente è
pensiero e dove il corpo sintetizza il pensiero della mente, nel modo più onesto e distillato
possibile. Nell'esplorazione, nella costruzione e nell'ostensione del Sé tutto è ridotto al minimo,
nelle video performance non ci sono prove o ripetizioni, né montaggi, né interventi di post
produzione, il lavoro è site specific e i suoni dell'ambiente circostante non sono mai pianificati.
Il lavoro è essenziale, ridotto alla sintesi, all'essenza, un nucleo denso e pesante carico di
azione compressa che esplode nel nostro cervello come una domanda fondamentale: "No, ma
io no, come posso essere me?" e a questa domanda, sempre a volerlo, l'artista risponde
incitandoci a cercare, esplorare, studiare, capire, chiedere, sapere, confrontare, osservare,
conoscere, onestamente, tutto ciò che ci dirà chi siamo (Barbara Fragogna). Manuela Macco
nasce a Biella nel 1970. Laureata in Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università di
Torino lavora come artista visiva, con la performance, il video, la fotografia e l'installazione.
Vive a Torino. Orario: da giovedì a sabato dalle 16 alle 19,30 o su appuntamento. Info:
349.3644287 - www.fusionartgallery.net - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Piazza Peyron 9/G
LUCA CASSINE DA MUTABILIS
"Origini", personale di Luca Cassine. In mostra 16 opere 40 x 40 cm a tecnica mista: ceramica,
carta di cotone, oro liquido. "Il progetto nasce dalla volontà di riportare in vita ricordi. Chi di noi
non ha mai avuto tra le proprie mani un piatto semplice, pulito, elegante, come quelli esposti e
non ha pensato a un lontano ricordo? Ricordo piacevole (piatto intero) o meno piacevole
(piatto rotto), ma che nel loro insieme costituiscono il nostro passato, dal quale proveniamo e
dal quale ci siamo formati. Siamo ciò che siamo. Metamorfosi di sensazioni, sensi, emozioni.
Dall'antichità ai giorni nostri la farfalla è simbolo di leggerezza e cambiamento. Queste sue
caratteristiche fanno riflettere sulla bellezza del battito d'ali regalando speranza a coloro che
saranno capaci di trovarla" (Luca Cassine). Luca Cassine è nato a Bra nel 1975. Nel gennaio
del 2013 ispirato dall'opera "In and Out of Love" di Damien Hirst, nasce "Metamorfosi" che da
allora non ha più smesso di evolvere. La farfalla diventa protagonista delle molteplici
trasformazioni, il fulcro su cui costruire il progetto. Ha esposto in varie sedi torinesi in diverse
collettive e personali: a Palazzo Madama, allo Spazio Mouv e a The Others; da Mutabilis Arte
nel 2013 ha esposto "Metamorfosi". Orario: da martedì a venerdì 15-19; sabato 10,30-13 e
15-19. Info: 347.1304979 - [email protected] - www.mutabilisarte.com
fino al 01/04/2017
ore 19:00
TORINOSETTE
129/263
Torino
Via dei Mille 25/C
PHILIP GIORDANO DA CARACOL
"Philip Giordano Works", personale dell'illustratore italiano nato in un piccolo paesino della
Liguria da mamma filippina e padre svizzero. Si tratta della sua prima mostra in quella che è
stata per un periodo la sua città. Philip ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Brera e
l'Istituto Europeo di Design, a Milano, e un master in Tecniche d'Animazione a Torino,
attualmente vive in Giappone. I suoi libri illustrati sono stati tradotti in tutto il mondo, è da poco
uscito per Lapis Edizioni "Il pinguino che aveva freddo" e ha collaborato con riviste, musei,
fondazioni e case editrici di fama internazionale. Orario: dal martedì al sabato 10,30-19. Info:
011.531255 - www.caracolarte.it - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Saluzzo 23
"LE MERAVIGLIE DEL MONDO" AI MUSEI REALI
"Le meraviglie del mondo - Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia". La mostra presenta al
pubblico uno straordinario momento del collezionismo sabaudo: tra la fine del Cinquecento e
l'inizio del Seicento, il duca Carlo Emanuele I forma il primo ricchissimo nucleo delle raccolte di
pittura, scultura e oggetti preziosi che da subito godettero di grande fama internazionale. Il 30
agosto 1580 moriva il duca Emanuele Filiberto e saliva al trono Carlo Emanuele I detto Il
Grande, appena diciottenne, che regna per ben cinquant'anni, dal 1580 al 1630. Ambizioso,
colto, amante delle lettere, delle arti e delle scienze, il giovane duca - sulla scia delle scelte del
padre che era riuscito a riottenere i territori sabaudi e nel 1563 aveva trasferito la capitale
sabauda da Chambéry a Torino - si prodiga per un importante rinnovamento culturale ed
artistico della città. Eredita dal padre Emanuele Filiberto la visione strategica e l'attitudine
militare e dalla madre, Margherita di Valois, sorella di Francesco I di Francia, l'attenzione per
la cultura e il gusto del bello. La capitale sabauda doveva assumere una nuova immagine
puntando innanzitutto l'attenzione sulla zona di comando dove nel 1584 si ponevano le
fondamenta del nuovo Palazzo Ducale. Un favoloso patrimonio parzialmente giunto fino a noi
e ora custodito in gran parte tra i tesori dei Musei Reali di Torino, oggetti che ieri come oggi
trovano un profondo significato proprio nella unitarietà generale della raccolta, che tutta
insieme verrà esposta per la prima volta nella nuova ala dedicata alle mostre temporanee al
piano terreno della Galleria Sabauda e nei caveaux della Biblioteca Reale, con importanti
prestiti da parte di Musei e Istituti italiani e stranieri e riunendo anche prestigiose opere un
tempo facenti parte delle collezioni di Carlo Emanuele I, ma in seguito disperse e ora
conservate in vari Musei italiani e internazionali. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19.
Ingresso: intero 12 euro; ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni,
insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e
della Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe
ordinarie. Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima
della chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it. Martedì 7 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Pesci, uccelli,
fiori: le collezioni naturalistiche" con Giovanni Saccani e Pietro Passerin d'Entrèves. Martedì
14 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Il fascino dell'antico" con Gabriella Pantò e Anna Maria
Riccomini. Martedì 21 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Tra Genova e Torino. Orazio
Gentileschi e la fortuna del caravaggismo" con Annamaria Bava e Luca Leoncini.
fino al 02/04/2017
ore 09:00
Torino
Piazzetta Reale 1
TORINOSETTE
130/263
MOSTRA FOTOGRAFICA AL TEATRO CARIGNANO
"Il Teatro Carignano", fotografie di Paolo Mussat Sartor, Tiziano Rossano Mainieri, vincitore
del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2016, Pino Musi e Daniele Marzorati,
vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2015. Progetto di Agarttha Arte
a cura di Adele Re Rebaudengo.
fino al 02/04/2017
ore 12:30
Torino
Piazza Carignano 6
SILVIO COCCO ALLA MIRAFIORI GALERIE
Una nuova generazione abita il mondo: i "Sempre-Connessi". Sono loro che hanno ispirato
Silvio Cocco, art grafic designer, dandogli lo spunto per l'originale progetto creativo esposto
alla Mirafiori Galerie. "Contemporary Aristocracy | Constantly Connected" - realizzata in
collaborazione con SKART, free press & web magazine specializzato in arte moderna,
contemporanea e design - è una galleria di modernissimi ritratti digitali, ironici, divertiti e
divertenti, esposti vicino a piccole ed evocative riproduzioni di ritratti di secoli passati. "L'idea
mi è venuta qualche tempo fa, mentre, a Hong Kong, ero in metropolitana - spiega Silvio
Cocco - Osservavo le persone intorno a me. Nessuno mi guardava come io guardavo gli altri.
In effetti, nessuno guardava proprio nessuno, tutti concentrati sulle loro connessioni mobili. E
quando lo sguardo si alzava, era più che altro una scorsa distante, distaccata, sfocata, rivolta
a una minima parte di realtà e durava solo per pochi attimi, per poi riaffondare nel magnete del
web. Mi sono ricordato così dei ritratti che l'aristocrazia europea ha lasciato in testimonianza di
sé, ho ripensato alla curiosa sensazione che restituiscono quelle espressioni che risultano
sconcertate, miopi, sciocche, talvolta strabiche. Perlomeno a una superficiale sensibilità
contemporanea. Indicano, invece, con chiarezza, il distacco dalla realtà che l'aristocrazia ha
sempre portato come vanto. La lontananza dalle altre classi e dagli obblighi del lavoro. La
sognante esclusività. Per certi versi, la generazione dei Sempre-Connessi mi riporta a tutto
ciò: il senso del distacco, la lontananza dal contingente pratico e la valutazione della realtà
attraverso masse di informazioni digitali". Costruire ritratti digitali e associarli con ironia a quelli
dei secoli passati è stato, quindi, il lavoro divertito di Silvio Cocco da cui sono nate le 20 opere
esposte in galleria. Orario: dal lunedì al venerdì 9-20; sabato 9-19,30; domenica 9,30-13 e
15-19,30. Info: https://www.facebook.com/MirafioriMV/
fino al 02/04/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Cattaneo
GREG GONG ALLA LUCE GALLERY
Seconda personale di Greg Gong alla Luce Gallery. L'artista californiano nelle sue opere pare
reiterare un esercizio che passa attraverso l'uso della ripetizione del disegno, del cerchio e di
linee rette, nel contrasto tra la rappresentazione orizzontale e verticale. I colori sono
istintivamente riferiti a quelli primari, che l'artista mischia sapientemente per arrivare a tinte
raramente usate in una composizione che non nasconde velature e trasparenze.
L'immaginario appare come sfocato richiamo alla natura del movimento. Alcuni dipinti
contengono la struttura del disegno in colori vibranti e non controllati in cui l'evoluzione
artistica continua e ridefinisce la propria rappresentazione quasi a non arrivare mai alla fine.
Questo continuo ripetersi di strati di pittura sono scelte ed indecisioni che influenzano l'artista,
come la vita di ogni giorno, fatta di impercettibili ma significative deviazioni che formano il
nostro destino. Nei colori di Gong non c'è contaminazione della sua franchezza, semmai
troviamo esperienza e dolore, ma alla fine ogni strada e buona perché abile a ricordarci che
nulla è veramente soddisfacente, anche quando la scelta è fatta ed il dipinto è terminato, è
possibile trovare un altro punto, dubbio o progetto. Greg Gong vive e lavora a Los Angeles.
Nel 2014 ha esposto la sua prima mostra personale in Italia alla Luce Gallery. Nello stesso
anno ha anche esposto in una doppia mostra alla Shane Campbell Gallery di Chicago. Il suo
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131/263
lavoro è anche stato esposto in una collettiva al Museo di Capodimonte, Napoli. Orario: dal
martedì al sabato 15.30-19.30. Info: 011.8141011 - [email protected] www.lucegallery.com. Prorogata fino al 4 febbraio.
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Corso San Maurizio 25
UGO RICCIARDI ALLA BURNING GIRAFFE ART GALLERY
"Nightscapes - Luci e ombre dello spirito", mostra fotografica di Ugo Ricciardi. Dopo la
collettiva "Do You Like Flowers?", il fotografo torinese Ugo Ricciardi torna ad esporre alla
Burning Giraffe Art Gallery sotto la guida del curatore della galleria ?Andrea Rodi. Fotografo
professionista nella moda e nella pubblicità, docente di ritratto, Ugo Ricciardi ha ripreso la
produzione di progetti personali, affrontando principalmente i temi della caducità dell'esistenza
e della trasformazione. Le immagini in bianco e nero declinano su paesaggi notturni, un
genere nuovo per l'artista. Un anno di lavoro, misurato con le fasi della luna e reso possibile
anche grazie alla collaborazione di Daniele Vergaro, amico e collega. Durante il giorno il
fotografo sceglie le inquadrature e i soggetti, mentre la notte ritorna ad immortalarli in una luce
completamente diversa, artificiale, ma perfettamente in equilibrio con la propria visione. "?Non
è sufficiente trovarsi in un bel posto, attendere la luce giusta e trovare un'inquadratura
adeguata", afferma Ugo. "?Io devo poterlo toccare quel luogo, devo potermi immergere in esso
e tirare fuori la sensazione che quel posto mi trasmette e, ancor più importante, devo mostrare
questo contatto". Infatti, nella penombra della luna gli alberi si animano di una nuova vita
prendendo contorni diversi, sfuggevoli, mentre il resto è ammantato dalle tenebre. Così
l'autore trasforma luoghi familiari in visioni magiche, che accompagnano lo spettatore in un
percorso spirituale fatto di luci e ombre. Solo così il fotografo può concepire un paesaggio:
come una visione estremamente soggettiva che, in un modo o nell'altro, deve diventare reale.
Orario: dal martedì al sabato 14,30-19,30 o su appuntamento. Info: 011.5832745 347.7975704 - www.bugartgallery.com - [email protected]
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Bava 8/A
"LA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO" ALLA GALLERIA ACCADEMIA
Mostra del gruppo romano di Piazza del Popolo, al quale aderirono Franco Angeli, Tano
Festa, Giosetta Fioroni e Mario Schifano. La mostra, curata da Luca e Francesca Barsi,
attraverso venti opere selezionate e non seriali, si propone di rievocare il clima della fervente
scena artistica romana degli anni ?60. Nella Roma di quegli anni, spicca, tra le altre, la figura
di Plinio De Martiis, fondatore della Galleria La Tartaruga di Via del Babuino: La Tartaruga fu
fucina di idee e punto focale di cultura per tutti gli Anni '50 e '60, la prima a portare a Roma le
avanguardie americane. Trasferitasi nel 1963 in Piazza del Popolo, divenne presto punto di
riferimento e di incontro di quel gruppo di giovani artisti chiamato Scuola di Piazza del Popolo.
Tra il 1960 e il 1963 personalità come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta
Fioroni, e ancora poeti e menti aperte all'innovazione cominciano a riunirsi in Piazza del
Popolo. È qui che le esperienze degli artisti romani si fondono con quelle dei personaggi ben
descritti da Fellini nella Dolce Vita. Un clima in ebollizione dove convergevano teatro,
performance, cinema, fotografia, letteratura e poesia, in favore di una innovazione dei
linguaggi di comunicazione e di una contaminazione fra discipline diverse. Dalle celebri
"Finestre" di Tano Festa alla geniale intuizione dei "Paesaggi anemici" di Mario Schifano. Dalle
bellissime terrecotte di Giosetta Fioroni alle tele, cariche di simboli, segno di avversione alle
ideologie e al capitalismo di Franco Angeli. Il tratto distintivo della pittura di questi artisti è
proprio la scelta di rappresentare motivi presi dall'immaginario comune, e la creazione di un
nuovo codice espressivo che non ha nulla a che fare con l'ordinaria rappresentazione del reale
a fini estetici o provocatori. Gli oggetti presi in prestito dalla strada, dai cartelloni pubblicitari,
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dai mezzi di comunicazione di massa, dalla politica, dalla moda, dalla civiltà dei consumi,
entrano nelle tele di Schifano, Angeli, Festa. Orario: 10,30-12,30 e 16,30-19,30; lunedì e festivi
chiuso. Info: 011.885408 - [email protected]. Prorogata fino all'8 aprile.
fino al 08/04/2017
ore 10:30
Torino
Via Accademia Albertina 3/E
CARMAGNOLA - "IL TEMPO E LA MEMORIA" A PALAZZO LOMELLINI
"Il tempo e la memoria", mostra a cura di Silvana Nota, comprendente lavori di Mariella
Bogliacino, Maria Erovereti, Fernando Montà e Rosa Sorda. "Il progetto della mostra,
caratterizzato da una forte valenza di ricerca poetico-gestuale riunisce quattro artisti di
rilevante cifra culturale. Affini e al contempo diversi dialogano, seguendo il filo della
dimensione legata al tempo e alla memoria, individuando in essa il substrato originario
indispensabile alla contemporaneità e alla germinazione del futuro. Il percorso si snoda
attraverso quattro isole monografiche per ciascun artista impegnato nell'elaborazione della
propria versione del tema, a cui si aggiunge uno spazio comune, sezione introduttiva per
evidenziare quanto il gesto artistico sia in grado oggi di nutrirsi di passato lasciandolo
riaffiorare senza vincoli nè schemi, come energia viva generatrice di inaspettate opportunità di
conoscenza" (Silvana Nota). Orario: giovedì, venerdì e sabato 15-18; domenica 10-12 e 15-18.
Ingresso libero. Info: 011.9724238 - www.comune.carmagnola.to.it www.palazzolomellini.com
fino al 09/04/2017
ore 18:30
Carmagnola (TO)
Piazza Sant'Agostino 17
PINEROLO - KURT MAIR ALLA GALLERIA LOSANO
"Vividi Sguardi", personale dell'artista tedesco Kurt Mair. La mostra è un omaggio ai temi
ricorrenti intorno ai quali Kurt Mair costruisce la propria visione, una selezione di oli e incisioni
in cui si percepisce la fascinazione per le tematiche rinascimentali e i suoi principali artefici,
lavori recenti di assoluta raffinatezza, "ricordi di luce che accarezzano di tenerezza nuda, dalla
quale affiora l'anima di chi come lui, prima di lui, li ha catturati e amati, fino a conferire loro il
senso di eternità". Orario: feriali 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info:
0121.74059 - [email protected]
fino al 09/04/2017
ore 17:00
Pinerolo (TO)
Via Savoia 33
LIBERO GRECO ALLA FONDAZ. GIORGIO AMENDOLA
Personale di Libero Greco, dedicata al tema della politica. Una raccolta di sensazioni filtrate
attraverso notizie che pervengono dai comuni mezzi d'informazione, vuole essere un
rendiconto del disagio che viene comunemente percepito a causa del malfunzionamento della
macchina dello stato, del governo e della sua politica. Libero Greco vuole dare il suo
contributo, utilizzando pennelli, colori, sensazioni e idee che possano graffiare la coltre
marcescente di un sistema che necessita cure. L'artista lo fa a modo suo, lanciando un
personalissimo urlo. Orario: dal lunedì al venerdì 9,30-12,30 e 15,30-19,30; sabato su
appuntamento. Info: www.fondazioneamendola.it - [email protected] 011.2482970 - 348.5308603
fino al 09/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Tollegno 52
TORINOSETTE
133/263
HORIKI KATSUTOMI DA RAFFAELLA DE CHIRICO
"Anatomia dell'inquietudine", personale di Horiki Katsutomi. Saccheggiando la sintassi dei due
capolavori di Bruce Chatwin e Fernando Pessoa, nasce il titolo della mostra personale
dell'artista giapponese Horiki Katsutomi (Tokio, 1929), con lavori del ciclo di opere dedicato ad
Ulisse e all'Odissea. Naturale pensare al mitico personaggio oggetto della ricerca artistica di
Horiki, nell'interpretazione dantesca per esempio, esplicitata attraverso una sete di
conoscenza sfrenata, il viaggio come metafora di conoscenza e superamento del sé,
dimensione avventurosa e conturbante. L'esilio foscoliano. L'irrequietezza di Bruce Chatwin,
sulla strada. L'inquietudine di Fernando Pessoa (alias Bernardo Soares), quella della vita
quotidiana. Ma ai nostri giorni questi temi hanno assunto connotazioni ben diverse e ne sono
diventati lo specchio di migrazioni ed esili ben diversi da quelli danteschi e foscoliani.
L'espulsione (o auto-espulsione) è dai regimi dittatoriali, tra i più conosciuti quello cinese di Ai
Weiwei; il mare non è più solo metafora di conoscenza così come non lo è la barca che lo
attraversa. Lo straniero sulla spiaggia evoca quello di Camus, ma non si limita ad una
speculazione intellettuale. Ed è per questo che il lavoro di Katsutomi è il risultato di una
narrazione infinita e atemporale m anche concreta e contemporanea. È un esule, dal
Giappone che lascia nel 1969 per arrivare in Europa. Come scrive Gaspare Luigi Marcone: "In
realtà è la figura dell'artista in senso assoluto a diventare Ulisse, personaggio che vive per la
conoscenza. Il maestro nipponico ha dipinto molte varianti di Ulisse con colori e formati diversi,
ma con una costante simbolica: l'eroe si trasforma nello strumento del suo viaggio. Nella parte
alta della tela appare una larga striscia pulviscolare, quasi una cometa che viaggia nel cosmo,
una striscia che simboleggia la chiglia di una nave. Una striscia "astratta", nell'etimologia latina
del termine (abstraho, "prelevo", "estraggo"), che sintetizza l'oggetto fisico, la nave, con un
gesto pittorico essenziale". O ancora, Katsutomi si avvicina alla contemporaneità nipponica di
Murakami Haruki; come per L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, romanzo
in cui il protagonista deve scoprire chi è veramente Tazaki Tsukuru ed il pellegrinaggio è verso
la sua città natale (quindi un ritorno), ma soprattutto in cerca di spiegazioni agli enigmi non
risolti nella sua vita. Le tele di Horiki dedicate all'eroe omerico sono di diversi colori e
dimensioni ed è una pittura che fluisce, delicata ma con l'incedere deciso del samurai. In una
selezione di carte degli anni '70, Katsutomi utilizza carta e inchiostro per creare delle false
impronte digitali; non desidera burlarsi di Piero Manzoni ma mettere in discussione l'idea
stessa di identità e di memoria. La mostra si compone di una decina di lavori su tela ed alcune
carte realizzate negli anni '70; l'esposizione dei lavori su carta sarà anche l'occasione per
aprire al pubblico un nuovo spazio della galleria De Chirico, sempre nell'interno cortile di via
della Rocca 19 che (ad eccezione della mostra di Katsutomi) sarà la project room dedicata ad
artisti emergenti. Orario: da martedì a sabato dalle 15 alle 19. Info:
www.dechiricogalleriadarte.com - [email protected] - 011.835387 - 392.8972581
fino al 15/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Giolitti 52
COSIMO VENEZIANO AL MUSEO ETTORE FICO
"Petrolio", personale di osimo Veneziano, nato a Moncalieri, ma che vive e opera a Leeds
(Regno Unito). La mostra si snoda in due sedi: al MEF e alla Galleria Alberto Peola, con le tele
"Giorni di un futuro passato" e le sculture "Membrana". Nelle sale museali di via Cigna,
Veneziano presenta lavori, accompagnati da un testo di Elena Forin, che esprimono la sua
indagine intorno al patrimonio sociale, urbano e architettonico, con particolare riferimento ai
monumenti pubblici. E si notano il marmo "Crash", le serigrafie e i disegni su feltro industriale
"Petrolio" e "The Monument". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19;
la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (over 65,
insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26 anni e gruppi di
minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati, persone con
disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card. Info:
011.853065 - www.museofico.it
TORINOSETTE
134/263
fino al 16/04/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
INCISORI OLANDESI DEL SEICENTO IN GALLERIA SABAUDA
I Musei Reali di Torino posseggono una ricca collezione di opere appartenenti al cosiddetto
"Secolo d'oro olandese": un periodo particolare - seguito al distacco dalle province fiamminghe
dominate dalla Spagna - durante il quale quella piccola terra strappata al mare, corrispondente
a parte degli attuali Paesi Bassi, divenne il centro nevralgico dei commerci, delle scienze e
delle arti di tutta Europa. Per valorizzare il patrimonio a sua disposizione, i Musei Reali
organizzano la mostra "L'occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento". La mostra presenta 32
fogli tratti dalla collezione della Galleria Sabauda, che documentano alcuni tra i generi più
diffusi all'epoca, dalle vedute d'insieme alle raffigurazioni di scene di vita e animali. La prima
sezione della mostra si concentra sul tema del paesaggio, inteso come rappresentazione
fedele della realtà, senza commistioni con soggetti narrativi derivati dalla religione, dal mito o
dalla storia. Tra i lavori esposti spiccano alcune splendide vedute di Rembrandt, come "La
capanna e il grande albero" (1645), "Veduta di Amsterdam" (1640 c.) e "Paesaggio con
capanna e fienile" (1641), ma anche una serie d'incisioni di Ruisdael, il cui sguardo si posa
principalmente sulle nuvole e sugli alberi, realizzati con minuziosi dettagli. Le scene di vita
ritratte da Adriaen van Ostade (1610-1685) costituiscono la seconda tappa del percorso
espositivo: le sue incisioni ritraggono uomini impegnati in piccole azioni quotidiane tra case e
taverne, che testimoniano le abitudini e i costumi dell'epoca. Le rimanenti sezioni sono
dedicate al mondo agreste: la terza presenta tre incisioni di Paulus Potter risalenti alla prima
metà del secolo, nelle quali l'artista - morto a soli 29 anni - si concentra sulla raffigurazione di
mucche e tori, che restituiscono un'atmosfera sognante e sospesa; la quarta comprende lavori
di Nicolaes Berchem, Dirk Stoop, Pieter Van Laer e Karel Du Jardin. Orario: dal martedì alla
domenica, dalle 9 alle 19 (la biglietteria di piazzetta Reale 1 chiude sempre un'ora prima). Il
biglietto d'ingresso (intero 12 euro; ridotto 6 euro) consente la visita all'intero complesso dei
Musei Reali, che comprende Palazzo Reale, l'Armeria Reale, la Galleria Sabauda e il Museo
Archeologico. Info: 011.5220421 - www.museireali.beniculturali.it. Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Piazzetta Reale 1
FEDERICO COLLINO AL MUSEO DELLA MONTAGNA
A Federico Collino (Pinerolo, 1869 - Torino 1942), musicista compositore, esecutore e
direttore d'orchestra, ma anche valente pittore, il Museomontagna, in collaborazione con la
Società Storica delle Valli di Lanzo, dedica la mostra antologica "Federico Collino tra musica e
pittura. Dal Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù". In mostra, coordinata da
Laura Gallo e realizzata da Marco Ribetti, sono esposte circa 60 opere di vario formato per lo
più dedicate ai paesaggi delle Valli di Lanzo, scelte per l'occasione all'interno di un corpus di
trecento tra disegni, pastelli e olii, realizzati da Collino a partire dal 1896. L'esposizione,
promossa dalla famiglia, rende omaggio a un artista pressoché sconosciuto, sia come
musicista sia come pittore e completa un lavoro di studio, recupero e valorizzazione in parte
già avviato dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino nel 2005 per quanto riguarda la sua
produzione musicale. Federico Collino si diploma al Liceo Musicale nel 1891 e nello stesso
anno viene assunto dallo stesso Liceo come Maestro di oboe e fagotto. Dal 1892 inizia a
rappresentare alcune sue composizioni a partire dal Circolo degli Artisti di Torino. Suona come
primo oboe e corno inglese al teatro Regio e al teatro Carignano; dirige al teatro Vittorio
Emanuele come Maestro sostituto per la stagione autunnale 1895. Parallelamente, coltiva la
passione per la pittura. Nel tempo libero, soprattutto durante le vacanze a Usseglio, avvia una
produzione come pittore en plein air, inserendosi nel filone del nuovo interesse per il
paesaggio maturato nella seconda metà dell'Ottocento dai pittori torinesi dell'Accademia
TORINOSETTE
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Albertina di Belle Arti e dai soci del Circolo degli Artisti, attratti dagli scenari montani, e in
particolare dalle Valli di Lanzo, tra cui si possono ricordare Cesare Ferro Milone, Giovanni
Guarlotti, Giovanni Piumati e Alessandro Poma. D'altra parte fra Otto e Novecento queste
vallate vivono una stagione irrepetibile quali luoghi di villeggiatura, frequentati anche da
presenze illustri, come la regina Margherita di Savoia, Benedetto Croce, Guglielmo Marconi,
Guido Gozzano, Annie Vivanti, Eleonora Duse, che gira a Balme il film Cenere, mentre
Giovanni Pastrone, il regista del kolossal Cabiria, soggiorna a Ricchiardi di Groscavallo. Il
primo schizzo dal vero di Collino, opera ispirata al greto d'un fiume le cui sponde sono
fiancheggiate da un filare di alberi, porta la data del 1896. Seguono numerose tavolette, non
riconducibili a una data certa, che coprono l'intero arco della vita dell'artista. Collino ritrae
soprattutto il paesaggio montano: borgate (Interno di borgata Pianetto), torrenti, laghi
(Malciaussia), ghiacciai, pascoli alpini, piloni votivi (Pilone votivo al Cortevizio), scene di vita
quotidiana (Nel prato; Usseglio, prima della processione); ma anche affetti famigliari (Ritratto
di Tilde), nature morte con fiori e frutti. Nei suoi spostamenti tra Torino e le Valli di Lanzo il
pittore raffigura vedute delle campagne del fondovalle: da Baracca nella neve, fino agli scorci
della periferia torinese con le sue fabbriche di inizio Novecento (Torino, periferia). Non
mancano angoli di Torino, come il giardino della sua abitazione di corso Ferrucci, e il raffinato
pastello con un notturno di Piazza San Carlo percorsa da un'automobile con i fari accesi e le
sfavillanti luci dei portici che illuminano la notte. Federico Collino frequenta il Circolo degli
Artisti per tutta la vita, ne è animatore, socio dal 1913, membro del consiglio direttivo e figura
di spicco dal 1892 quando viene incaricato di musicare l'opera Donna Fabia. Anche se la
documentazione dei rapporti fra Collino e il Circolo è riconducibile soprattutto alla sua attività
di musicista, è proprio qui che emerge il suo interesse pittorico. La frequentazione conviviale
dei pittori soci e i loro amichevoli consigli hanno sicuramente favorito l'evoluzione e la piena
maturazione della sua tecnica, al punto da incoraggiarlo a esporre i suoi dipinti a Palazzo
Graneri nelle esposizioni sociali degli anni 1919, 1921, 1924, 1928. La mostra è
accompagnata dal volume: Federico Collino tra musica e pittura (1869-1942). Dal
Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù, a cura di Gian Giorgio Massara; testi di
Marco Albera, Manlio Collino, Marco Leo, Gian Giorgio Massara, Anna Nelayeva. Edito dalla
Società Storica delle Valli di Lanzo, 240 pagine, 334 illustrazioni. Come consuetudine sarà
disponibile il "giornale di mostra" - nel formato di un piccolo quotidiano - che verrà offerto
gratuitamente al pubblico durante il periodo dell'esposizione. Al suo interno si potranno trovare
immagini e testi dei curatori, utili ad approfondire l'argomento. Orario: da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7 euro; soci CAI 6,00 euro;
promozionale 1 euro. Info: 011.6604104 - [email protected] www.museomontagna.org. Giovedì 23 febbraio alle 18 concerto delle violiniste Alessandra
Génot ed Anna Castellani, del soprano Serena Rubini e del pianista Massimiliano Génot. Il
musicista-pittore sarà rappresentato da opere per pianoforte di carattere brillante e
carnevalesco come il "Valzer della Val Sopata", e da brani più intimistici come Notturno per
due violini e pianoforte. Sarà riproposta la lirica "Sogno", su una poesia di Ada Negri ed estratti
dell'opera "Donna Fabia", eseguita originariamente per il Circolo degli Artisti. Ingresso gratuito;
per l'occasione il Museo e la mostra resteranno aperti per tutta la durata del concerto.
fino al 17/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazzale Monte dei Cappuccini
"PASSARE IL SEGNO" ALLA PINACOTECA ALBERTINA
"Passare il segno. Studenti e artisti dalla scuola di grafica d'arte dell'Accademia Albertina",
mostra a cura di Franco Fanelli con la collaborazione di Daniele Gay. Una settantina di opere
compongono una mostra che ha la sua origine nel Corso di Tecniche dell'Incisione - Grafica
d'Arte dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ne sono autori ex studenti, molti dei
quali oggi affermati artisti, formatisi nei laboratori della Scuola di Grafica, le cui profonde
tradizioni e l'attuale vitalità le conferiscono un prestigio riconosciuto in ambito nazionale e
internazionale. "L'espressione grafica d'arte abbinata a tecniche dell'incisione", scrive il
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curatore Franco Fanelli, docente del Corso, "ribadisce implicitamente la conservazione di un
sapere come base su cui impostare lo sviluppo e l'innovazione; la futuribilità, in sostanza, di
una scuola, di un metodo e di una disciplina. Contemporaneamente, la doppia definizione
amplia dichiaratamente il campo delle opportunità di ricerca e dei linguaggi, laddove le
tecniche tradizionali (calcografia, xilografia, litografia, serigrafia) si sviluppano in altre direzioni,
ma ancora in base ai principi fondamentali della grafica d'arte: segno, riproducibilità,
modularità. Qui sta la ragione del titolo di questa mostra: "Passare il segno" per osare, osare
per conoscere, conoscere per creare. Ed è la ragione per cui il visitatore vedrà, insieme a molti
fogli di grafica tradizionale, opere basate su più recenti procedimenti legati alla stampa; e
s'imbatterà in libri d'artista, fotografie, sculture, installazioni, video e dipinti". Tre le sezioni.
"Nella scuola", raccoglie una quarantina di opere grafiche spazianti dalle tecniche tradizionali
della calcografia (acquaforte, acquatinta, puntasecca, mezzotinto) alle tecniche di
fotoincisione: è una panoramica sugli ultimi trent'anni di attività nei laboratori di tecniche
dell'incisione dell'Accademia Albertina di Belle Arti, sede operativa ma anche "luogo
dell'anima", nel quale la conservazione di un sapere è continuamente abbinata alla
sperimentazione e all'innovazione dei linguaggi. La sezione "Altri segni" riunisce gli esiti
professionali di alcuni ex studenti (Stefano Marvulli e Stefano Farci) che dalla grafica
tradizionale si sono spostati verso il digitale o verso la relazione con l'immagine in movimento,
sino alla cinematografia. Qui trovano posto le opere su carta di Stefano Allisiardi, artista che
ha mosso i primi passi nella scuola in un ambito prossimo all'illustrazione. È altresì
documentata l'attuale o quanto meno una recente fase di ricerca di ex studenti che hanno
mantenuto, come artisti, rapporti stretti con lo specifico della grafica, come Beatrice Piva,
Simone Pizzinga, Anna Guazzotti, Paolo Venice e Valentina Biga. La terza sezione, "Oltre il
segno", è infine una sorta di "mostra nella mostra", composta da artisti oggi affermati e altri
nella loro prima maturità. Si tratta di Botto & Bruno e Francesco Barocco, che hanno lavorato
in dialogo con le opere della Pinacoteca Albertina, Laura Pugno, che traspone l'incisione in
ambito installativo, Manuele Cerutti, Cornelia Badelita, che "disegna" utilizzando timbri, Nadir
Valente, Fatma Bucak e i più giovani Macchieraldo e Palasciano, Anna Canale, Aurora Paolillo
e Chiara Pigoni. Orario: tutti i giorni, a esclusione del mercoledì, dalle 10 alle 18. Ultimo
ingresso alle 17,30. Ingresso: intero 5 euro; ridotto (dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai
26 anni, possessori biglietto City Sightseeing, possessori biglietto Fondazione Accorsi Ometto, possessori tessera AIACE, possessori tessera Slow Food, gruppi minimo 15 persone;
gratuito per possessori abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Card) 2,50
euro. Info 011.0897370 - [email protected] - www.pinacotecalbertina.it.
Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Accademia Albertina 8
"TO REPEL GHOSTS" DA GUIDO COSTA PROJECTS
"To Repel Ghosts", terzo capitolo del ciclo dedicato da Guido Costa Projects all'Immateriale. In
mostra documenti e opere di: John Beattie, Richard Boursnell, Eduard Isidore Buguet, Craig
and George Falconer, Paul Fleury, Chiara Fumai, William Hope, Frederick Hudson, Enrico
Imoda, F.M.Parker, Turi Rapisarda e Simona Galeotti, Fulvio Rendhell, Gustavo Rol, William
Shew, Eugene Thiebault. Orario: dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011.8154113 www.guidocostaprojects.com - [email protected]
fino al 21/04/2017
ore 17:00
Torino
Via Mazzini 24
JEAN-PIERRE VELLY ALLO SPAZIO DON CHISCIOTTE
"Incisioni di Jean-Pierre Velly. Un point c'est tout", retrospettiva a cura di Vincenzo Gatti,
organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes. La mostra antologica prende il titolo da un lavoro
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di Velly del 1978 per sottolineare l'elemento distintivo delle sue opere: all'artista bastano un
punto o un tratto inciso con il bulino per avviare sulla lastra la creazione di un mondo, ora
composto da morbidi nudi femminili, altre volte affollato di resti di urbani naufragi, ora colmo di
allucinate sarabande. Non si tratta solamente di un giusto omaggio a uno tra i più rilevanti
esponenti dell'arte calcografica del secondo Novecento, spiega il curatore Vincenzo Gatti, ma
anche della testimonianza di un comune destino che aveva legato Mario Lattes, a cui la
Fondazione è dedicata, e l'artista francese. La galleria romana Don Chisciotte, inaugurata con
una personale di Lettes nel 1962 e di cui lo spazio torinese ha raccolto l'eredità, sarà punto di
riferimento costante per ambedue e il rapporto con il direttore Giuliano de Marsanich diventerà
fondamentale per la carriera di Velly. I fogli esposti a Torino, una trentina circa, provengono
dalla collezione Lattes e ben testimoniano dell'apprezzamento, della stima e anche della
comunanza di ideali ritrovati nelle opere dell'incisore: in prevalenza bulini anche di grande
formato, costituiscono una vera antologia dell'appassionato lavoro dell'incisore, a partire dagli
anni Sessanta, con fogli come "Trinità dei Monti" del 1968, fino a giungere alle ultime opere
prima della scomparsa come, ad esempio, "Fleurs d'Hiver" del 1989 nella quale l'uso della
tecnica della maniera nera testimonia del prevalente interesse pittorico manifestato dall'artista
in quegli anni. Velly, illustra Vincenzo Gatti, usa magistralmente il segno fatale e crudele del
bulino per costruire un'immagine del mondo sospesa fra tradizione, critica della modernità e
dedizione totale all'arte. La limpidezza della traccia sostiene e accentua le accumulazioni più
disperate: sono visioni cosmiche e apocalittiche costruite con una tecnica antica tanto
intimamente vissuta da sciogliersi e sublimarsi nel sogno. L'artista non nasconde l'ascendenza
nordica delle sue fantasie e dei suoi fantasmi, da Dürer a Seghers ad Altdorfer, fino a
giungere, in coerenza al suo stesso ideale di vita, al romanticismo più acceso di Friedrich e di
Carus, più evidente quando verso gli anni Ottanta si dedicherà quasi esclusivamente alla
pittura. Lontano dagli ambienti mondani, da un mondo superficiale e distratto, lavora chiuso
nel suo ambiente quasi come una crisalide, in tensione continua verso l'essenza delle cose e il
loro significato, oltre le apparenze, che pur lucidamente definite, finiscono tuttavia per
disgregarsi in una gloriosa e sofferta totalità. Come lo stesso Velly dichiarava a proposito della
sua dedizione al disegno e all'incisione: "... la visione in bianco e nero è un fatto mentale, non
esiste in natura, e nel bianco e nero si scatena tutta la mia ansia e sete di libertà espressiva,
senza inseguire le mode senza voler essere contemporaneo in tutti i modi...". Orario: da
martedì a sabato 10,30-12,30 e 15-19. Info: 011.19771755 - [email protected]
fino al 22/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 37
SALVO ALLA GALLERIA IN ARCO
"Salvo, la strada di casa", a cura di Luca Beatrice. "Il 12 settembre 2015 Salvo è vuoto
incolmabile nell'arte italiana e di Torino, la sua città d'adozione. Inutile sottolineare ancora una
volta la storia di un intellettuale -questo il termine che meglio gli si addice, non solo pittore
approdato ai colori dopo una significativa militanza concettuale- autodidatta spinto da una
curiosità vorace, certamente uno degli uomini più colti che ho mai incontrato. Per Salvo essere
artista voleva dire stare in bilico tra il ragionamento teorico e l'esercizio erudito, il coup de
theatre e le esigenze del mercato, la soluzione improbabile e il mestiere collaudato. Con lui
mai un momento di noia, la sensazione di ripetersi, l'autocompiacimento di fronte a un
mestiere sì bello ma in fondo pur sempre un lavoro, più quotidiano che eroico. Potrei
sottolineare i tanti incontri, le cene, i viaggi, tutto sempre condito da uno spirito di avventura
leggero e ironico. Farei però torto all'artista, immenso, raffinatissimo, mai banale. Una fortuna
averlo incontrato, conosciuto, lavorato, un po' perso con rammarico negli ultimi tempi. Salvo ha
rappresentato una delle più autentiche ragioni che mi hanno spinto ad approfondire questo
mestiere. Eppure raramente abbiamo parlato di pittura: molto più di libri, film, curiosità, calcio
anche. Di fronte a un suo quadro era sufficiente guardare. E lasciarsi andare. A dieci anni
esatti dalla retrospettiva che gli dedicò la GAM di Torino, una "medaglia" che Salvo accettò
con il suo solito pudore e la sua proverbiale riservatezza, la Galleria In Arco ripropone un
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percorso esaustivo e completo nella pittura dell'artista siciliano, che era nato a Leonforte nel
1947, offrendo una sorta di "best of" di una carriera davvero importante, a partire dagli anni
Settanta, quando si consumò il definitivo passaggio da quello che Renato Barilli aveva
chiamato il concettuale differente al dipingere, fino ai tempi più recenti, in cui Salvo prosegue
nella sua esplorazione inesausta della pittura di genere, tra paesaggio, natura morta, scena
d'interno, inserendo raramente alcuni personaggi e figure. Una sfida soprattutto con se stesso,
nella ripetizione mnemonica, mai appuntata, di quegli elementi che servono nella costruzione
di un quadro al fine di raggiungere la perfezione, come in un'inquadratura cinematografica. Ho
voluto prelevare, per questa mostra, il titolo di un suo quadro: La strada di casa. Perché
tornare a scrivere di Salvo oggi per me significa davvero ritornare in uno dei luoghi per me più
cari e importanti nella mia attività di critico. La Galleria In Arco di piazza Vittorio Veneto, che
proprio nel 1990 aprì la nuova e definitiva sede con una sua spettacolare e rarissima mostra,
Interni con funzione straordinaria, un unico soggetto ripetuto tante volte su variazioni minime,
a ribadire se ce ne fosse ancora bisogno che la pittura è prima di tutto risultato del pensiero,
della teoria e dell'intelligenza. Sempre rispondendo a un invito di Sergio Bertaccini, mi sono
poi ritrovato a scrivere per Là, metà anni Novanta, uno dei testi a cui sono più affezionato
perché Salvo mi consentì l'utilizzo di una lingua sperimentale dove il linguaggio critico era
messo da parte in favore dell'esercizio mnemonico, una specie di Je me souviens ispirato al
grande maestro Georges Perec. Pubblichiamo ora, per l'occasione, un catalogo ancor più
ricco della mostra, un repertorio caleidoscopico di immagini e figure da sfogliare come un
album. Non di ricordi, soltanto, ma di frames a colori che dimostrano, una volta di più, la
grandezza solitaria, senza uguali, di un talento puro che ho amato tantissimo e di un uomo che
mi manca altrettanto. Non so dove sia Salvo ora, ma sono certo che se leggerà queste parole
le troverà esagerate, assumerà un'espressione tra il contrito e l'imbarazzato, chiedendomi per
favore di non esagerare" (Luca Beatrice). Orario: da martedì a sabato 10-13 e 16-19,30. Info:
011.19665399 - [email protected] - www.in-arco.com
fino al 29/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazza Vittorio Veneto 3
"LIFE WORLD" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
"Life World", una selezione di opere fotografiche provenienti dalla Collezione di Isabel e
Agustin Coppel, a cura di Tanya Barson. Ispirata agli scritti del filosofo Vilem Flusser, la
mostra cerca di sviluppare ed espandere l'idea di una filosofia della fotografia o, nelle parole di
Flusser, di "contribuire a una discussione intorno al soggetto 'fotografia' in uno spirito
filosofico". Mira inoltre a illustrare come la fotografia sia diventata strumento chiave nello
sviluppo della coscienza umana in relazione alla 'mondità del mondo', riflettendo anche sullo
status filosofico della fotografia nel momento in cui Flusser scriveva, a partire dal suo 'Per una
filosofia della fotografia' (1983), per proseguire con 'Immagini: come la tecnologia ha cambiato
la nostra percezione del mondo' (1985): siamo agli albori della transizione dalla fotografia
come oggetto alla fotografia digitale. La mostra attinge alla ricca gamma di fotografie
racchiusa nella Collezione di Isabel e Augustin Coppel e la esamina, passando in rassegna
l'immagine che offre del mondo-vita in cui tutti esistiamo. In questa mostra, le idee di essere e
di coscienza sono analizzate con l'aiuto di tre concetti tratti dal pensiero fenomenologico: il
mondo sociale (mitwelt), l'ambiente o il mondo-intorno (umwelt) e il mondo interiore o proprio
(eigenwelt). Organizzata in questi tre principali gruppi di immagini, la mostra prende in esame
il ruolo che la fotografia ha svolto nel comunicare che cosa significa esistere, come noi
esistiamo insieme agli altri, e come sviluppiamo un'esistenza indipendente e il senso di una
nostra identità; in ciascuna categoria, la fotografia è un mezzo per riflettere sulla sfida di
essere nel mondo. A introdurre le tre sezioni un gruppo di opere selezionate che, nel loro
insieme, pongono la domanda: "Che cos'è una fotografia?", concentrandosi su alcune
caratteristiche che Flusser propone nelle sue tesi sulla fotografia e sul suo status filosofico. La
mostra include un'ampia gamma di pratiche fotografiche, oltre a una selezione di opere
realizzate con film, slide e nuovi media. Comprende opere di numerosi e importanti esponenti
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della fotografia del XX secolo, accanto ad alcune figure meno note, fra cui Berenice Abbott,
Vito Acconci, Bas Jan Ader, Doug Aitken, Manuel Alvarez Bravo, Francis Alÿs, Diane Arbus,
Ursula Arnold, Richard Avedon, Bernd & Hilla Becher, Sophie Calle, Henri Cartier-Bresson,
Larry Clark, Edmund Collein, Bruce Davidson, Rineke Dijkstra, Jim Dow, William Eggleston,
Tracey Emin, Walker Evans, Valie Export, Harun Farocki, Peter Fischli and David Weiss,
Robert Frank, Lee Friedlander, Carlos Garaicoa, Héctor García, Alberto Garcia Alix, Anna
Gaskell, Nan Goldin, Félix González-Torres, Dan Graham, Sigurdur Gudmundsson, Jitka
Hanzlová, Bill Henson, Candida Höfer, Kati Horna, Graciela Iturbide, Seydou Keïta, Julius
Koller, Helen Levitt, Philip Lorca DiCorcia, Cristina Lucas, Tuomo Manninen, Angel Marcos,
Teresa Margolles, Mary Ellen Mark, Gordon Matta Clark, Ana Mendieta, Enrique Metinides,
Ryiuji Miyamoto, Tina Modotti, Lazslo Moholy-Nagy, Zwelethu Mthethwa, Shirin Neshat,
Rivane Neueschwander, Arnold Newman, Kiyoshi Niiyama, Gabriel Orozco, Damien Ortega,
Bill Owens, Esteban Pastorino, Irving Penn, Martha María Pérez Bravo, Bernard Plossu, Albert
Renger-Patzsch, Miguel Río Branco, Herb Ritts, Daniela Rosell, Thomas Ruff, Ed Ruscha,
Sebastiao Salgado, August Sander, Cindy Sherman, Stephen Shore, Aaron Siskind, Melanie
Smith, Simon Starling, Thomas Struth, Superflex, Diana Thater, Wolfgang Tillmans, Ed Van
Der Elsken, Massimo Vitali, Annika Von Hausswolf, Edward Weston, Mariana Yampolsky,
Willy Zielke e Zoe Leonard. Orario: giovedì dalle 20 alle 23 (ingresso libero); venerdì, sabato e
domenica dalle 12 alle 19. Ingresso: intero 5 euro; ridotto 3 euro; gratuito con Abbonamento
Musei. Info: 011.3797600 - www.fsrr.org
fino al 30/04/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
PIOTR SKIBA ALLA GALLERIA GRGLT (GIORGIO GALOTTI)
La galleria Giorgio Galotti, in occasione dell'apertura della nuova sede, presenta la prima
personale di Piotr Skiba. La mostra presenta due opere in dialogo tra loro, realizzate per lo
spazio che le ospita, di cui una di dimensioni ambientali e una di dimensioni ridotte.
L'intervento punta a combinare due elementi basilari della pratica di Piotr; da un lato la
leggerezza dei materiali utilizzati e dall'altro il processo artigianale più arcaico attorno al quale
ruota l'elaborazione della sua ricerca. In quest'ultima produzione l'artista massimizza la sua
tecnica, introducendo al pubblico una composizione che attraversa aspetti differenti,
spaziando da un processo che parte dall'utilizzo di tessuti industriali di rame, che hanno subito
processi di ossidazione e combustione stravolgendone la forma e la colorazione, per arrivare
alla scultura tradizionale in bronzo, collocata al centro di una parete come un oggetto sacro e
onirico. Molti dei suoi progetti di esordio sono incentrati sui temi dell'esclusione,
dell'intolleranza razziale e l'alienazione sociale. Qui la riflessione si sposta sui materiali
utilizzati e abbandonati dall'industria moderna, che a contatto con l'ambiente assumono nel
tempo delle forme sinuose, integrandosi alla superficie terrestre. L'intenzione di Piotr è di
rivolgere l'attenzione sull'evoluzione di alcuni processi artificiali, che una volta dimenticati
tendono a perdere la loro configurazione di materiali di smaltimento, per rivelarsi parte di una
natura in grado di assorbire qualsiasi elemento estraneo ad essa, al punto da tramutare
oggetti artificiali in forme sinuose e vegetali. Con questa mostra Piotr Skiba entra in uno spazio
neutro e immacolato nello stesso modo in cui questi oggetti entrano a far parte dell'atmosfera
terrestre, adagiando le opere nell'ambiente della galleria, eludendo il concetto di "esposizione"
per sfruttare la possibilità di renderle fortemente connesse alla realtà in si cui trovano. Visite su
appuntamento: [email protected] - www.giorgiogalotti.com
fino al 30/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Beinasco 16
ROBERT DOISNEAU AL FORTE DI BARD
La mostra "Robert Doisneau. Icônes", a cura dell'Atelier Robert Doisneau di Parigi e
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dell'Associazione Forte di Bard, presenta una nuova selezione di fotografie realizzate dal
grande artista francese nel corso della sua straordinaria carriera. Fil rouge del percorso la
iconicità delle immagini, quelle che maggiormente hanno saputo conquistare l'immaginario
collettivo e il grande pubblico, a partire dal celebre bacio del 1950, Le baiser de l'Hôtel de ville.
Doisneau viene definito per i suoi ritratti e la sua straordinaria capacità di raccontare la realtà
nella sua quotidianità, un esponente della "fotografia umanista". E' lui, meglio di ogni altro, ad
aver immortalato i miti e le icone della Parigi del '900, cogliendone appieno il loro fascino.
Attraversando la Ville Lumière dalle rive della Senna alle periferie, regala un monumentale
affresco di Parigi e dei parigini, immortalando gli aspetti più curiosi e le contraddizioni della
società francese. I soggetti che lo hanno reso celebre sono i bambini e gli innamorati. In
mostra anche i ritratti di personalità quali Picasso, Giacometti, Prévert. Insieme ad Henry
Cartier-Bresson è considerato uno dei padri fondatori del fotogiornalismo di strada. Al centro
della sua fotografia c'è l'uomo con le sue emozioni, spesso colte nei momenti surreali che si
presentano nella vita di tutti i giorni. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e
festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora prima del Forte. Info: 0125.833811 [email protected] - www.fortedibard.it. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo World
Press Photo + Doisneau: intero 12 euro; ridotto 8 euro.
fino al 01/05/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"TONALITA' TANGIBILI" AL MUSEO DEL CINEMA
"Tonalità Tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano. Dalle collezioni fotografiche del
Museo Nazionale del Cinema", mostra a cura di Marco Antonetto e Dario Reteuna (la sezione
Peretti Griva, da Giovanna Galante Garrone). Il pittorialismo, felice manifestazione della
fotografia d'arte, ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell'Ottocento e i primi
vent'anni del Novecento. L'elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso
concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa
stregua della pittura o del disegno. A questi autori di grande talento è dedicata la mostra
Tonalità Tangibili, primo, fra tutti, alla figura emblematica di Domenico Riccardo Peretti Griva e
alle sue poetiche "impressioni fotografiche" che ci introducono nel mondo del pittorialismo. La
mostra, prosegue alla Bibliomediateca Mario Gromo (via Matilde Serao 8/A; orario: lunedì e
venerdì 9-13; martedì e giovedì 9-17,30; mercoledì, sabato e domenica chiuso; ingresso
libero) con un approfondimento su temi cari a Peretti Griva: paesaggi, ritratti e animali "amici".
Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 9-20; sabato 9-23; martedì chiuso;
ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Aperture straordinarie durante la mostra: martedì
14 febbraio (S.Valentino), domenica 16 aprile (Pasqua), lunedì 17 aprile (Pasquetta), martedì
18 aprile, martedì 25 aprile (Liberazione), lunedì 1 maggio (Festa del Lavoro). Ingresso: intero
10 euro; ridotto (studenti universitari fino a 26 anni, over 65, gruppi min. 15 persone con
prenotazione obbligatoria) 8 euro; ridotto giovani e scuole (da 6 a 18 anni, gruppi scolastici) 3
euro; gratuito fino a 5 anni, disabili e accompagnatore, Abbonamento Musei e
Torino+Piemonte Card. Info: 011/8138560-561 - [email protected] - www.museocinema.it
fino al 08/05/2017
ore 11:00
Torino
Via Montebello 20
"DALLE BOMBE AL MUSEO" ALLA GAM
L'edificio che ospita la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino - meglio conosciuta
come Gam - salta all'occhio anche del visitatore più distratto: le sue forme sghembe, con le
pareti inclinate e i volumi irregolari, contrastano con le architetture circostanti, siano esse le
palazzine liberty della Crocetta o i portici di corso Vittorio. Fin dalla sua progettazione, la
nuova Gam voleva rompere col passato e, al tempo stesso, raccontarne la storia: una storia
fatta di grande sofferenza, dal momento che la vecchia sede fu spazzata via dai
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bombardamenti che squassarono la città nel corso della Seconda guerra mondiale, tra il '40 e
il '45. La mostra "Dalle bombe al museo" intende ripercorrere l'itinerario di rinascita dell'arte
moderna in Italia attraverso il caso della Gam, la cui ricostruzione rappresenta un esempio
significativo del più ampio processo che porterà l'Italia a risollevarsi dagli orrori della guerra.
Curata da Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino, l'esposizione si apre con una serie di opere
emblematiche del museo bombardato, in parte distrutte e in parte restaurate, come la "Eva" di
Odoardo Fantacchiotti (1809-1877). Accanto a esse è possibile ammirare alcune delle opere
acquisite dalla Galleria ancor prima che i lavori di ricostruzione dell'edificio fossero completati,
a testimonianza della volontà dell'allora direttore dei Musei Civici Vittorio Viale di allestire una
collezione di respiro internazionale. Quadri come "Composition T 50-5" di Hans Hartung
(1950), ma anche "Dans mon pays" di Marc Chagall (1943) e "Ragazza seduta" di Giacomo
Manzù (1948), entrambi acquistati da Viale alla Biennale di Venezia del '48. E fu lo stesso
Viale a spingere perché l'edificio non fosse ricostruito tale e quale all'originale, ma fosse
indetto un bando per progettarne uno nuovo, moderno, che comunicasse anche esteriormente
un'idea di rinnovamento. Il concorso fu vinto da due giovani architetti ferraresi, Carlo Bassi e
Goffredo Boschetti, il cui lavoro culminò nell'inaugurazione del 31 ottobre 1959. La mostra
ripercorre lo sviluppo del cantiere attraverso una serie di fotografie d'epoca, che si affiancano
a quelle della vecchia sede, prima e dopo i bombardamenti. Un'ampia selezione di tavole
d'architettura, lettere e documenti originali arricchiscono il percorso, che - accanto a opere
come "Scultura di silenzio, Corneille" di Hans Jean Arp e "La cicogna" di Pinot Gallizio presenta tavoli, poltroncine, sedie e lampade di design, consentendo al visitatore di
immergersi nell'atmosfera di quegli anni. Una mostra che, come sottolinea il direttore della
Gam Carolyn Christov-Bakargiev, "intende ripercorrere la storia di un'utopia diventata realtà,
mettendo in luce la straordinaria capacità di un'intera città di trasformare la deformità della
guerra in un'idea propositiva verso il futuro". Orario: da martedì a domenica 10-18; la
biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it. Giovedì 23 marzo alle 17 visita guidata
speciale con Giorgina Bertolino, storica dell'arte e curatrice della mostra. Costo: biglietto
d'ingresso ridotto 8 euro (gratuito per studenti, abbonati Musei Torino Piemonte e Torino Card)
+ 5 euro la visita guidata. Massimo 20 persone a visita. Prenotazioni al numero 011.4436999.
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
"STRUTTURE E STILE" ALLA GAM
In contemporanea all'inaugurazione della mostra "Dalle bombe al museo:1942-1959" la GAM
apre al pubblico, nella sala "Archivi" del secondo piano, una mostra che documenta un
particolare capitolo della storia del museo. Il 18 giugno 1962 si apre alla Galleria Civica d'Arte
Moderna una grande mostra internazionale curata da Michel Tapié, dal titolo "Strutture e Stile Pitture e sculture di 42 artisti d'Europa America e Giappone". La mostra proponeva un
confronto internazionale di vaste proporzioni la cui importanza e portata furono chiare fin da
subito; Tapié, attraverso la pluralità delle sue ricerche che si sviluppano verso Parigi, Tokyo e
New York proietta il capoluogo piemontese al centro di una rete di rapporti e relazioni
internazionali che ne fanno una delle città italiane più favorite culturalmente. La mostra fu
realizzata in collaborazione con l'International Center for Aesthetic Research (ICAR), fondato
due anni prima da Tapié insieme all'architetto Luigi Moretti e diretto da Ada Minola, e allestita
negli spazi del museo con l'idea di trasferire nelle differenti sezioni espositive quella "possibile
classificazione delle materie e dei significati dell'Informale" chiarita nelle pagine dei suoi testi
teorici nei quali, ispirandosi alla teoria degli insiemi di Georg Cantor, approfondiva i rapporti tra
le scoperte scientifiche e le ricerche estetiche. Intorno all'opera "Scultura" di Sofu Teshigahara
in legno e foglia di rame, la mostra Archivi2 presenta una selezione di documenti provenienti
dall'Archivio della Fondazione Torino Musei e mette in luce la genesi di questa importante
esposizione attraverso le lettere, le fotografie originali dell'allestimento e dell'inaugurazione,
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l'edizione originale del volume "Continuité et avant-garde au Japon" pubblicato da Fratelli
Pozzo Editori, esposti insieme ad alcune riviste e quotidiani con le recensioni della mostra.
Orario: da martedì a domenica 10-18; sabato 24 dicembre 10-14; domenica 25 dicembre
chiuso; lunedì 26 dicembre apertura straordinaria 10-18; sabato 31 dicembre 10-14; domenica
1° gennaio 14-18; venerdì 6 gennaio apertura straordinaria 10-18. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero: Abbonamento Musei e
Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 - [email protected] www.gamtorino.it
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
SAN SECONDO DI PINEROLO - "TIEPOLO E IL SETTECENTO VENETO" AL CASTELLO
DI MIRADOLO
"Tiepolo e il Settecento veneto", esposizione a cura di Giovanni Carlo Federico Villa, dedicata
a Giambattista e Giandomenico Tiepolo. La mostra si sviluppa intorno a preziosi capolavori,
provenienti dalle sale della Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza. Un viaggio attraverso
dipinti, disegni, acqueforti, incisioni e sculture, raccontando dell'importanza avuta dalla pittura
veneta, ancora nel XVIII secolo, del ruolo dei Tiepolo, padre e figlio. Nelle sale del Castello di
Miradolo sono presentati i grandi temi del Secolo dei lumi, dalla pittura di paesaggio alla
natura morta, dalle storie mitologiche alle grandi pale d'altare, attraverso le opere dei
protagonisti della stagione pittorica europea Settecentesca. In mostra si posso ammirare gli
incunaboli della storia del paesaggio, dalla celeberrima "Prospettiva di rovine con figure"
compiuta verso la metà del terzo decennio da Marco e Sebastiano Ricci, tra le opere più note
e studiate del Settecento veneto, al "Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre" di
Luca Carlevarijs, che introducono a un affondo sui grandi Maestri veneti, da Aviani a
Brisighella a Zais, e sulla natura morta. Prezioso è il confronto tra due grandi artisti veneti:
Giambattista Piazzetta e Giambattista Tiepolo, di vent'anni più giovane del collega. L'"Estasi di
San Francesco" di Piazzetta, dipinta nel 1729 per la Chiesa conventuale dell'Araceli di
Vicenza, che ritrae il Santo svenuto e sfinito, soccorso da un angelo, è opera esemplare per
Tiepolo, con i suoi profondi contrasti chiaroscurali. L'"Immacolata Concezione" di Tiepolo,
dipinta nel 1733-1734, testimonia la raggiunta autonomia del pittore che libero dal pathos
tardobarocco e dalla pratica delle luci artificiali è approdato a una pittura di pura luce, che
ripudia l'ombra. Egli ha primeggiato per uno stile senza confronti per qualità e genio inventivo,
capace di mettere in scena nelle sue opere rappresentazioni straordinarie. Ha riportato l'arte
della Serenissima Repubblica agli splendori cinquecenteschi, imponendola come l'essenza
stessa della modernità a livello europeo. Sono inoltre eccezionalmente presentati a Miradolo
"Scherzi e Capricci", brevi movimenti allegri e veloci, interpretati da Giambattista nelle sue
acqueforti, che ci riportano alla tradizione classica con suggestive narrazioni di sacrifici pagani,
scene pastorali, paesaggi agresti. Un racconto in quasi cinquanta opere, che permette di
ammirare anche tele riscoperte da recenti restauri, come il recupero della "Decollazione di San
Giovanni Battista" di Giandomenico Tiepolo, nel contrasto tra gli incarnati del santo e quelli del
boia, le vesti sgargianti e le ombre profonde della passione. Come di consueto la mostra è
arricchita da una colonna sonora dedicata, appositamente realizzata per questa esposizione
dal progetto Avant-dernière pensée. Un'installazione sonora che accompagna il visitatore
restituendo la suggestione di un'epoca, e rimandando alle opere esposte, all'ambiente artistico
e alla stagione pittorica cui appartengono. Orario: giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica e
lunedì 10-18,30; chiuso il martedì e il mercoledì. Per gruppi e scuole aperto, su prenotazione,
anche oltre il normale orario di visita. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (gruppi,
convenzionati, studenti fino a 26 anni, over 65); ridotto dai 6 ai 14 anni 3 euro; gratuito bambini
fino a 6 anni, Abbonati Musei. Info: 0121.502761 - [email protected] www.fondazionecosso.com. Sabato 25 marzo alle 14 servizio navetta da Torino (piazza Carlo
Felice angolo corso Vittorio Emanuele II) al Castello di Miradolo. Costo: 9 euro a persona.
Richiesta la prenotazione al numero 0121.502761
TORINOSETTE
143/263
fino al 14/05/2017
ore 15:00
San Secondo di Pinerolo (TO)
Via Cardonata 2
"L'ITALIA DI MAGNUM" A CAMERA
La mostra "L'Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin" è un vero e proprio
viaggio per immagini lungo la penisola. Un itinerario lungo settant'anni, dal dopoguerra a oggi,
che racconta il Belpaese attraverso l'obiettivo di venti grandi fotografi. L'esposizione, curata
dal neo direttore di Camera Walter Guadagnini con la collaborazione di Arianna Visani,
costituisce la prima tappa di "Magnum Photos 70", un progetto nato per celebrare
l'anniversario della storica agenzia francese che nei prossimi mesi toccherà Brescia, Cremona,
Parigi e New York. La mostra torinese, suddivisa per decenni, è introdotta da un omaggio a
Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni Trenta. Il racconto del decennio
successivo è affidato a Robert Capa e David Seymour, che presentano due serie fotografiche
dall'atmosfera opposta: il primo mostra un paese in rovina, travolto dagli esiti drammatici della
guerra; il secondo - immortalando i turisti che nel 1947 tornano a visitare la Cappella Sistina ne testimonia la voglia di rialzarsi, facendo leva sull'eterna bellezza del proprio patrimonio. Il
rapporto con l'arte è al centro della sezione dedicata agli anni Cinquanta, nella quale Elliott
Erwitt, Herbert List e René Burri pongono il proprio sguardo rispettivamente su Roma,
Cinecittà e Milano all'epoca della storica mostra di Picasso del '53. Le istantanee del trionfo di
Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma, scattate dal fotografo tedesco Thomas Hoepker,
introducono lo spazio dedicato agli anni Sessanta, completato da una serie di Bruno Barbey
sui funerali di Togliatti e da un reportage di Erich Lessing a Cesenatico. L'atmosfera degli anni
Settanta è ben restituita da Fernando Scianna, Leonard Freed e Raymond Depardon: il primo
attraverso il racconto della sua terra, la Sicilia; gli altri testimoniando due passaggi chiave
dell'Italia del tempo, il referendum sul divorzio e la Legge Basaglia. Ancora Scianna,
immortalando un giovane Berlusconi in ascesa, mette in luce lo spirito del decennio
successivo, i cui contrasti sono mirabilmente documentati da Martin Parr (il turismo di massa)
e Patrick Zachmann (la malavita organizzata). L'ultima sala, dedicata agli anni Novanta e
Duemila, ospita lavori di Alex Majoli, Thomas Dworzak, Peter Marlow e Chris Steele-Perkins, a
cui si affiancano alcune potenti immagini di Paolo Pellegrin e una sequenza di Mark Power
dedicata ai luoghi simbolo della cultura italiana. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e
domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a
26 anni, over 70), gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011.0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
VALERIO SPADA A CAMERA
"Valerio Spada. I am nothing", a cura di Francesco Zanot. La mostra presenta in anteprima il
lavoro realizzato dal fotografo insignito della prestigiosa Guggenheim Memorial Foundation
Fellowship sulla mafia siciliana, narrata attraverso le storie di alcuni boss e latitanti, unite ai
segni della sua inesorabile penetrazione nel tessuto sociale. Dopo il successo nel 2011 della
serie "Gomorrah Girl", in cui le vicende di alcune giovani servivano a filtrare un racconto sui
fatti e i comportamenti della camorra napoletana, Spada continua la sua esplorazione della
criminalità organizzata, spostando il suo obiettivo su Cosa Nostra. Il risultato è un progetto che
combina tra loro materiali eterogenei, sperimentando una strategia narrativa che sostituisce le
regole del tradizionale reportage fotografico. Il percorso della mostra si sviluppa così
attraverso la giustapposizione di scene di ordinaria quotidianità, ritratti attentamente posati, un
video ricavato dai filmati della polizia e la documentazione fotografica della Bibbia ritrovata nel
covo di Bernardo Provenzano, eccezionale testimonianza dei rituali, dell'estensione e della
capacità organizzativa della mafia. Scrive Roberto Saviano a proposito di questo progetto: "Io
sono un boss ma sono il niente. Io decido della vita e della morte ma sono il niente. Io sono il
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niente perché sono come voi. Mi muovo tra voi. Vivo tra voi. Credo nel vostro Dio. Uso gli
stessi oggetti che usate voi, ma non li uso come li usate voi. Con la mia macchina da scrivere
compongo messaggi di morte. "I am nothing" di Valerio Spada è un lavoro impressionante
perché ci mostra il silenzio, la capacità di penetrazione della criminalità nella vita quotidiana e
la nostra incapacità, impossibilità a difenderci". L'annichilimento, il vuoto, l'invisibilità,
costituiscono così il filo conduttore dell'intera serie. I boss ci sono, ma non appaiono. E non
appaiono neppure le loro azioni, i loro incontri, le loro proprietà, nascoste attraverso un
complesso sistema di occultamento. Spada insegue le loro tracce, diffuse in ogni angolo del
territorio e dei suoi abitanti, senza mai incontrare il loro volto, ad eccezione delle istantanee al
processo Giovanni Brusca. Il processo del boss è la cerimonia mediatica. Tanto cruciale
perché in questa occasione l'invisibile diventa visibile. "I am nothing" costituisce
un'osservazione di un fenomeno radicato e complesso, condotta da punti di vista inediti,
capaci di fare luce su aspetti spesso trascurati e poco visibili. Lungo un percorso di immagini
enigmatiche quanto dirette, seducenti quanto essenziali, emerge la mafia nella sua interezza, i
suoi codici di comunicazione, la sua struttura interna, il suo radicamento ad ogni livello,
evidenziando come non si tratti soltanto di una spietata organizzazione criminale, ma di un
vero e proprio stile di vita. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a 26 anni, over 70),
gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011/0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
"MARIO MERZ PRIZE" ALLA FONDAZIONE MERZ
"Mario Merz Prize", mostra dei finalisti Francesco Arena, Petrit Halilaj, Gili Lavy, Shahryar
Nashat, Suha Traboulsi. Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi 1978), Petrit Halilaj
(Kostërrc, Skenderaj-Kosovo 1986), Gili Lavy (Gerusalemme 1987), Shahryar Nashat
(Ginevra, 1975) e Suha Traboulsi (Freetown, Sierra Leone 1969) sono gli artisti scelti dalla
giuria composta da Marisa Merz (artista), Nicholas Cullinan (direttore della National Portrait
Gallery, Londra) e Claudia Gioia (curatrice indipendente). Il progetto espositivo, curato da
Beatrice Merz raccoglie lavori di ciascun autore, scelte tra le più significative del loro percorso
artistico. Il pubblico potrà esprimere la propria preferenza visitando la mostra o collegandosi al
sito web (mariomerzprize.org) per valutare i progetti degli artisti. Al voto del pubblico si
aggiungerà il responso della giuria composta da Manuel Borja-Villel (direttore Museo Nacional
Centro de Arte Reina Sofía, Madrid), Lawrence Weiner (artista), Massimiliano Gioni (direttore
Artistico New Museum, New York - direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano) e Beatrice
Merz. Al vincitore sarà commissionata una produzione per una mostra personale itinerante in
sedi museali a Torino e in Svizzera. Orario: da martedì a domenica 11-19; lunedì chiuso.
Ingresso: intero 6 euro; ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65
anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card) 3,50 euro; gratuito
(bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e
Torino + Piemonte Card, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati,
amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese). Info: 011.19719437 [email protected] - www.fondazionemerz.org
fino al 21/05/2017
ore 18:00
Torino
Via Limone 24
"TRA AVIGLIANA E LA SACRA. LUOGHI DI INCANTO" AL BORGO MEDIEVALE
Mostra fotografica intitolata "Tra Avigliana e la Sacra. Luoghi di incanto", che prosegue la
prestigiosa collaborazione tra il museo e il Fondo Ambiente Italiano. Grazie alla campagna
fotografica promossa dal FAI Giovani Piemonte - Valle d'Aosta, nella sala espositiva della
Chiesa, verranno esposte le opere frutto della collaborazione con la città di Avigliana,
importante esempio di architettura medievale in Piemonte e modello alla fine dell'Ottocento per
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gli ideatori del Borgo Medievale durante la costruzione del complesso. I visitatori potranno
rivivere, attraverso evocative immagini, le antiche atmosfere dell'importante centro medievale
all'imbocco della Valle di Susa grazie alla capacità dei fotografi di creare un forte legame con
l'ambiente circostante e, allo stesso tempo, di raffigurare tramite immagini di forte impatto
visivo ed emozionale la varietà del territorio. Dai paesaggi con le montagne e i laghi al
Castello, dagli elementi architettonici alla Sacra, uno dei monumenti più rappresentativi del
Medioevo europeo, un itinerario visivo attraverso luoghi di incanto. Il Borgo costituisce la prima
tappa di questa esposizione a carattere itinerante, dedicata alla diffusione e alla salvaguardia
delle innumerevoli bellezze del territorio piemontese. Allestimento a cura di ABF- Scatola
Chiara. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-19. Ingresso libero; le offerte che verranno
raccolte saranno devolute dal Fai per la ricostruzione dell'Oratorio della Madonna del Sole di
Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto, colpito dagli eventi sismici di fine agosto. Info:
011.4431701 - www.borgomedievaletorino.it
fino al 21/05/2017
ore 17:00
Torino
Viale Virgilio 107
"LA STAMPA FOTOGRAFA UN'EPOCA" A PALAZZO MADAMA
Il 9 febbraio 2017 La Stampa compie 150 anni. In occasione di questo importante anniversario
Palazzo Madama, nel suggestivo scenario della Corte Medievale, ospita "La Stampa fotografa
un'epoca", mostra che documenta con quasi 500 fotografie la nascita e l'evoluzione del
quotidiano nazionale nato a Torino che dal 1867 ha saputo accompagnare i propri lettori in un
viaggio con gli occhi aperti sul mondo e la mente rivolta al futuro, mantenendo al contempo
uno strettissimo legame con il proprio territorio. Attraverso una selezione di 500 fotografie e
documenti provenienti dall'archivio storico del giornale sarà possibile rivivere temi sociali,
costumi e personaggi che hanno caratterizzato un secolo e mezzo di storia, testimoniando al
contempo l'importanza fondamentale che la documentazione iconografica riveste nella vita di
un giornale. Le tante testimonianze in mostra - attentamente selezionate dall'art director de La
Stampa e curatrice dell'esposizione Cynthia Sgarallino - comprendono fotografie originali e
documenti dell'archivio storico: alcune con annotazioni storiche, altre ritoccate a tempera e
matita, come si faceva prima di Photoshop, altre ancora sgualcite o incurvate. Tutte sono state
selezionate perché "hanno addosso" il lavoro di questi 150 anni in cui sono passate di mano
tra fotografi, archivisti e giornalisti. La mostra si articola in 13 sezioni, seguendo un ordine
tematico che prende le mosse dalla Redazione e dalle maestranze, a testimonianza dei veri
protagonisti che hanno fatto la storia del quotidiano. Da questo punto di partenza si snodano
tutti gli altri dodici temi, Lavoro, Svago, Terza Pagina, Torino, Terrorismo, Moda, Diritti,
Solidarietà, Migrazioni, Conflitti, Mondo, Sport. Le fotografie presentate, in bianco e nero e a
colori, costituiscono una testimonianza dell'immenso materiale presente nell'archivio
fotografico del giornale, che conta ad oggi oltre 5 milioni di immagini. Attraverso di esse sarà
possibile compiere un viaggio alla scoperta di come La Stampa sia stata e continui ad essere
testimone importante non solo per la storia del territorio e dell'Italia, ma anche per i fatti
internazionali, grazie ad una chiara connotazione "glocal". Ad accompagnare le immagini in
mostra, un'ampia selezione di prime pagine del giornale, ben 47, e una time-line per ricordare
gli avvenimenti più importanti accaduti in Italia e nel mondo nel corso degli ultimi 150 anni.
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 18, escluso il martedì, giorno di chiusura; la biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso alla mostra "La Stampa fotografa un'epoca": 5 euro (3 euro
saranno devoluti in beneficienza alla Fondazione Specchio dei Tempi Onlus per il progetto "Un
tetto a chi soffre"); gratuito per i possessori di abbonamento Torino Musei Piemonte, Torino +
Piemonte Card e della Torino + Piemonte Card Junior, i minori di anni 6, accompagnatori
disabili e partecipanti ai laboratori didattici a cura del museo. Info: 011/4433501 www.palazzomadamatorino.it
fino al 22/05/2017
ore 15:00
Torino
TORINOSETTE
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Piazza Castello
ANTONIO MENEGHETTI ALL'OFFICINA DELLA SCRITTURA
"Scolpire la luce", personale di Antonio Meneghetti, a cura di Ermanno Tedeschi. Meneghetti è
stato uomo e artista geniale, generoso e gioioso, attento osservatore del mondo e della natura
umana. I suoi quadri sono caratterizzati da astratte pennellate di colore mentre al centro degli
oggetti di design c'è l'uomo: tutta la sua opera molto variegata si rifà alle poliedriche percezioni
e ai molteplici punti di vista del soggetto. Egli stesso ha detto della sua arte: "Si tratta di
cogliere tra due colori il loro denominatore universale, la trascendentalità, il punto di equilibrio
luce dove tutti si armonizzano". L'arte di Meneghetti è un insieme di colori e segni in cui si può
cogliere l'essenza dell'esistenza stessa. La mostra porta a Torino alcune tra le opere più
significative del maestro che comprendono dipinti, sculture e oggetti di design che per la
maggiore parte sono in vetro realizzati a Murano. L'arte di Meneghetti approda a Torino dopo
essere stato esposta in prestigiosi musei e sedi istituzionali in diverse parti del mondo - come
la Rocca Paolina di Perugia, Castel dell'Ovo a Napoli, Palazzo della Civiltà a Roma, le
Corderie dell'Arsenale e Palazzo Ducale a Venezia oltre che a San Pietroburgo, Brasilia,
Pechino e recentemente al Museo del Vittoriano a Roma. L'esposizione torinese si concentra
in particolare sui lavori in vetro nei quali l'intenzione dell'artista è tutta volta a catturare la luce
e a "disegnare" con essa. Una significativa testimonianza del suo lavoro è evidente a Lizori,
borgo medioevale tra Spoleto e Assisi dove ha vissuto dal 1976 iniziandone il recupero.
Questo luogo magico si è trasformato nel corso degli anni in un centro di riferimento della
cultura artistica e scientifica internazionale così come il centro di Marudo nel Lodigiano. In
occasione della mostra, sarà possibile vedere due video proiezioni che mostrano alcuni
momenti importanti dell'eclettica produzione del Maestro. A disposizione per tutta la durata
dell'esposizione, il volume "Antonio Meneghetti", edito da Gli Ori opera fondamentale per
comprenderne l'arte e la vita. Orario: lunedì, martedì, giovedi, venerdì dalle 9 alle 18; sabato e
domenica dalle 10 alle 19; mercoledì chiuso. Ingresso: intero 8 euro; ridotto (under 26 e over
65) 6 euro; gratuito bambini fino a 12 anni, disabili e un loro accompagnatore. Info:
[email protected] - www.officinadellascrittura.it - 011.0343090
fino al 23/05/2017
ore 18:30
Torino
Strada da Bertolla all'Abbadia di Stura 200
CASELLE - THOMAS BAYRLE ALL'AEROPORTO DI TORINO
Artissima, Fiera Internazionale di Arte Contemporanea, in occasione dell'edizione 2016
presenta "Flying Home", un progetto collaterale inedito, appositamente concepito per la città,
realizzato in collaborazione con l'Aeroporto di Torino e curato da Sarah Cosulich. Torino
Airport | Sagat si presenta per la prima volta come partner impegnato nella progettazione di
un'iniziativa di produzione artistica, accogliendo la sfida di Artissima di sperimentare modelli
nuovi e contaminare luoghi inaspettati e pubblici diversi. Due soggetti della città
apparentemente distanti collaborano a un'iniziativa culturale sorprendente, invitando il grande
artista tedesco Thomas Bayrle a proporre un'opera specifica per lo scalo torinese. Thomas
Bayrle (Berlino, 1937) è considerato il pioniere del movimento Pop tedesco. Anticipatore del
linguaggio digitale prima che questo potesse essere immaginato, l'artista tedesco ha costruito
fin dagli anni Sessanta immagini totali attraverso l'utilizzo della stessa immagine (o di piccole
immagini correlate) ripetute infinitamente come tante unità di un unico ideale insieme.
L'aeroporto, luogo di transito in cui migliaia di vite si incrociano quotidianamente, è
particolarmente significativo e ricorrente nella ricerca di Bayrle che nel suo lavoro rivela
dinamiche della nostra società, del nostro muoverci nello spazio, dell'economia, della
tecnologia fino alla religione, tutte in connessione tra loro perché guidate da un fondamentale
principio di ripetizione. Autore di una forma di "digitalizzazione artigianale", Bayrle ha costruito
"a mano" ciò che anni dopo il computer avrebbe processato automaticamente: disegna,
stampa, distorce, ritaglia e ricompone le unità per poi costituire l'insieme. Con "Flying Home"
Thomas Bayrle sceglie l'area ritiro bagagli per trasformarla in un inaspettato e stimolante
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spazio espositivo denso di messaggi. Attraverso un'inedita sequenza di immagini, l'artista
svela i meccanismi di costruzione della sua mastodontica opera Flugzeug del 1984, un aereo
fatto da un milione di piccoli aerei su una superficie di 96 metri quadrati. L'aeroplano
raffigurato in "Flying Home" è quello realizzato nel 1980 per Lufthansa quando Bayrle,
affascinato dal messaggio di velocità, tecnologia e futuro che la compagnia aerea
rappresentava, aveva stampato l'opera in tiratura limitata per poi distribuirla ai passeggeri. La
matrice Lufthansa, una serigrafia composta da 1.960 piccoli aerei, modificata e alterata nelle
tante unità necessarie, era diventata nel 1984 uno delle centinaia di moduli dell'aereo gigante
Flugzeug. In "Flying Home" la matrice acquisisce un ulteriore livello: la presenza umana, la
collaborazione, l'interazione, il gesto e la tridimensionalità. Per la prima volta Bayrle mette in
luce la complessa elaborazione manuale della sua opera, svelando il backstage e facendo
riferimento al complesso meccanismo che permette il funzionamento dell'aeroporto stesso,
quel lato umano nascosto ma fondamentale nella definizione dell'insieme. Il progetto di
Artissima con l'Aereoporto di Torino collega la città in modo coinvolgente attraverso l'arte,
accogliendo tutti i viaggiatori in arrivo. Per i non-viaggiatori sarà disponibile un calendario di
visite speciali consultabile sul sito di Artissima e dell'Aeroporto. La visita all'installazione di
Thomas Bayrle è gratuita. L'installazione è ubicata nell'atrio riconsegna bagagli dell'Aeroporto
di Torino. Per partecipare alla visita, è necessario presentarsi muniti di un documento di
identità in corso di validità. L'accredito avverrà 30 minuti prima dell'inizio della visita, al livello
"Arrivi". Per motivi di sicurezza, solo i visitatori prenotati potranno partecipare alle visite. La
procedura di ingresso disposta dall'Aeroporto di Torino prevede il passaggio al metal-detector.
Per visitare l'installazione è necessario compilare il form sul sito:
http://www.aeroportoditorino.it/it/tolive/news-e-servizi/flying-home
fino al 28/05/2017
ore 15:00
Caselle (TO)
Strada Aeroporto 12
NUOVA ROTAZIONE DI STAMPE E DIPINTI NELLA GALLERIA GIAPPONESE AL MAO
"Il giovane Kunisada e la scuola di Osaka", rotazione di stampe e dipinti nella Galleria
giapponese. A partire da martedì 24 gennaio il percorso espositivo delle stampe sarà
completamente rinnovato: a quelle attualmente esposte subentreranno xilografie che
raffigurano scene del teatro kabuki nel ventennio 1815-1835, periodo di affermazione della
grande scuola Utagawa di Edo (Tokyo) in questo filone dell'ukiyo-e, attraverso le opere di uno
dei suoi maggiori esponenti, Kunisada (1786-1864). Il suo stile eclettico, profondamente
influenzato dal caposcuola Toyokuni (1769-1825), viene messo a confronto con le produzioni
coeve degli artisti operanti nel Kansai, raggruppati sotto la dicitura "Scuola di Osaka": essi
diedero vita a uno stile regionale piuttosto uniforme, caratterizzato da una certa spigolosità
delle figure che le rende quasi monumentali. Oltre al corpus principale delle stampe kabuki,
verrà trattato il tema del paesaggio attraverso alcune composizioni in formato verticale tratte
da serie famose di Utagawa Hiroshige (1797-1858). Nella sala principale al secondo piano
saranno invece riproposti otto kakemono (dipinti in formato verticale) che forniscono un
assaggio della variegata produzione pittorica nipponica tra la fine del XVI e la seconda metà
del XIX secolo. Di questa rotazione particolarmente preziosa si segnalano dei dipinti a
inchiostro monocromo, su seta o su carta: un etereo paesaggio nello stile del grande maestro
di scuola Kano, Tan'yu (1602-1674); il tema Zen del "Gibbone che afferra il riflesso della luna
nell'acqua", dipinto da Kaiho Yusho (1533-1615), e un piccolo fugu (pesce palla) che reca la
firma del famoso Katsushika Hokusai (1760-1849). Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato
e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8
euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 www.maotorino.it
fino al 28/05/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
TORINOSETTE
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PINEROLO - "DIETRO LE QUINTE FACE TO FACE" AL TEATRO SOCIALE
"#dietrolequintefacetoface", esposizione di lavori contemporanei negli spazi destinati al
pubblico del Teatro Sociale di Pinerolo. In mostra lavori di Angelo Barile, Lidia Bachis,Silvia
Beccaria, Luca Bernardelli, Caty Bruno, Antonella Casazza, Anna Maria Colace, Chen Li,
Ridha Dhib, Gerardo Gerry Di Fonzo, Domenico Doglio, Chiara Ferrin, Loredana Galante,
Rosanna Giani, Elisa Filomena, Laura Govoni, Tere Grindatto, Nadia Magnabosco, Moho,
Martha Nieuwenhuijs, Stefania Misale, Andrea Nisbet, Corrado Porchietti,Serghej Potapenko,
Benedetta Picco, Francesco Sambo, Luca Storero, Vania Elettra Tam, Alessandro Vargiu,
Sabina Villa. Info: 333.4249372 - www.epa.it. Sabato 3 dicembre alle 15,30 visita guidata, in
occasione della quale agli artisti già presenti nella collettiva saranno aggiunte opere di:
Augusto Cantamessa, Graziella Dotti, Mimmo La Grotteria, Gianpiero Viglino.
fino al 31/05/2017
ore 19:00
Pinerolo (TO)
Piazza Vittorio Veneto
"WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR" AL FORTE DI BARD
In mostra in esclusiva per l'Italia le immagini premiate alla 52esima edizione della mostra
"Wildlife Photographer of the Year", promossa dal Natural History Museum di Londra. Il
pubblico potrà ammirare un'emozionante gallery che ripercorre gli scatti più spettacolari
realizzati nel 2016: 100 immagini che testimoniano il lato più affascinante del mondo animale e
vegetale, spaziando da sorprendenti ritrattirubati ai più sublimi paesaggi del nostro pianeta.
Vincitore assoluto, il fotografo americano Tim Laman con lo scatto "Vite intrecciate": la
fotografia immortala un orangotango del Borneo che si arrampica sul tronco di un albero,
come una fuga simbolica dalla distruzione della foresta pluviale indonesiana, suo habitat
naturale. Ha invece 16 anni l'autore del miglior scatto per la categoria giovani: dalla Gran
Bretagna, Gideon Knight ha catturato la silhouette di un corvo e del sicomoro su cui riposa,
poetiche figure nere che si stagliano contro il profondo blu e la luna di un magico cielo
notturno. Molti nomi italiani tra gli autori degli scatti esposti, tra i quali i finalisti Walter Bassi,
con "Verme ipnotico" (categoria Invertebrati), Hugo Wassermann con "Ritiro alpino" (Ambiente
Urbano), Fortunato Gatto con "Dopo la tempesta" (categoria Terra), Stefano Baglioni con
"Piccola Stella" (categoria Piante e funghi) e Nicola Di Sario con "Luce degli occhi" (categoria
Bianco e nero). Vincitori invece, rispettivamente per le categorie Rettili, anfibi e pesci, Piante e
funghi e Sul territorio i tre reporter naturalistici Marco Colombo, con "Piccolo Tesoro", Valter
Binotto con "La composizione del vento" e Stefano Unterhiner con "Spirito delle montagne".
Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude
un'ora prima del Forte. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo Wildlife + Doisneau: intero
12 euro; ridotto 8 euro. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"DISCOVERING TIZIANO" AL FORTE DI BARD
Come dipingeva Tiziano? Quale forza creativa ispirava il suo pennello? Perché tornava a
distanza di tempo sullo stesso soggetto? Quale differenza c'è tra una replica e una copia?
L'evento "Discovering Tiziano" tenta di rispondere a queste domande presentando, dall'11
marzo al 4 giugno all'interno della Cappella della fortezza, il capolavoro "Deposizione di Gesù
Cristo al Sepolcro" (olio su tela, 138 x 177 cm, collezione privata). Nell'occasione, saranno
presentati i risultati dello studio iconografico e storico-artistico svolti sull'opera che hanno
determinato l'attribuzione al grande pittore cinquecentesco. Sabato 11 marzo alle 16.30, si
terrà un incontro con Antonio Paolucci, storico dell'arte, già Ministro per i Beni e le Attività
Culturali e direttore dei Musei Vaticani, che illustrerà la vicenda attributiva e le caratteristiche
del grande olio su tela riscoperto dallo storico dell'arte Andrea Donati. Ingresso su
prenotazione sino a esaurimento dei posti disponibili (0125.833816 - [email protected]).
TORINOSETTE
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Tiziano dipinse almeno quattro dipinti della Deposizione: il primo e più antico (risalente al
1526-1527) è al Louvre, il secondo è andato perduto, il terzo e il quarto si trovano al Prado, il
quinto alla Pinacoteca Ambrosiana. Una sesta versione della Deposizione di Tiziano,
cronologicamente anteriore a quella dell'Ambrosiana e unanimemente considerata l'ultima e
incompiuta, proveniente dalla collezione italo-spagnola de la Riva-Agüero e Francesca Basso
della Rovere, è stata riscoperta da Andrea Donati ed esposta al Forte di Bard. La
presentazione dell'opera è accompagnata dal filmato "Scoprire Tiziano. Indagine sulla pittura",
ideato su progetto di Andrea Donati, realizzato in collaborazione con il Seminario Patriarcale di
Venezia, la Pinacoteca Manfrediana e la Basilica di Santa Maria della Salute (2016). Orario:
da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora
prima del Forte. Ingresso libero. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 16:30
Bard (AO)
Forte di Bard
BRUNO MUNARI AL MUSEO ETTORE FICO
"Bruno Munari. Artista Totale". Curata da Claudio Cerritelli (autore anche del saggio storicocritico in catalogo), la rassegna dedicata a Munari (Milano 1907-1998) costituisce un
significativo documento di un'esperienza originale e multiforme, caratterizzata dalla
realizzazione di sculture, collage, dipinti, oggetti di industrial design, lavori di grafica editoriale
e dalle collaborazioni con Einaudi, Scheiwiller e Corraini. Invitato alla Biennale di Venezia e
alla Quadriennale di Roma, l'attività di Munari si è sviluppata secondo una visione e una
creatività in cui - suggerisce l'artista - è necessario "conservare lo spirito dell'infanzia dentro di
sè per tutta la vita". E dalla tempera "Futurista" del 1931 alla "Scultura da viaggio", fluisce la
mostra torinese che annovera opere come "Prova d'autore", un collage di campioni tessuti
stampati, la singolare "Macchina inutile", in metallo, fili di nylon e nastro adesivo, il dipinto
"Negativo-Positivo" e la xilografia "Autoritratto". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e
domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto
8 euro (over 65, insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26
anni e gruppi di minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati,
persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card.
Info: 011.853065 - www.museofico.it
fino al 11/06/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
"PITTURA ANALITICA: IERI E OGGI" ALLA GALLERIA MAZZOLENI
"Pittura Analitica: ieri e oggi", a cura di Alberto Fiz, un'ampia rassegna dedicata alla Pittura
Analitica, tra le più significative e influenti esperienze artistiche del dopoguerra. La mostra,
allestita sui tre piani dello spazio torinese, propone un confronto particolarmente eloquente tra
le esperienze dell'inizio degli anni settanta e quelle dell'ultimo decennio dei 14 protagonisti
dell'esperienza artistica: Carlo Battaglia (1933-2005), Enzo Cacciola (1945), Vincenzo
Cecchini (1934), Paolo Cotani (1940-2011), Marco Gastini (1938), Giorgio Griffa (1936),
Riccardo Guarneri (1933), Elio Marchegiani (1929), Paolo Masi (1933), Carmengloria Morales
(1942), Claudio Olivieri (1934), Pino Pinelli (1938), Claudio Verna (1937) e Gianfranco
Zappettini (1939). In linea con altri movimenti artistici europei come Supports/Surfaces in
Francia ed esperienze come la Pittura Radicale in Germania, la Pittura Analitica emerge in
Italia a partire dagli anni settanta per riappropriarsi di un linguaggio che sembrava tramontato
e sviluppare una rinnovata creatività dove il manufatto recupera un proprio ruolo, così come il
processo operativo. Un movimento, dunque, a vocazione internazionale (Robert Ryman,
Agnes Martin, Barnett Newman, Piero Manzoni sono stati riferimenti fondamentali) che oggi
sta riscuotendo ampi consensi. Tra le tante iniziative recenti va ricordata "Gli anni della Pittura
Analitca", la rassegna che si è svolta lo scorso anno al Palazzo della Gran Guardia di Verona.
TORINOSETTE
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Ma non mancheranno i riscontri anche nella prossima edizione della Biennale di Venezia dove
la direttrice Christine Macel ha invitato Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri. Orario: dal martedì
al sabato 10.30-13 e 16-19; domenica su appuntamento; lunedì chiuso. Info: 011.534473 [email protected]
fino al 11/06/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Solferino 2
"DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL'ORDINE" AL MUSEO ACCORSI-OMETTO
La mostra "Dal Futurismo al Ritorno all'ordine. Pittura italiana del decennio cruciale
1910-1920", curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio
Berman di Giuliana Godio, presenta 72 dipinti che ripercorrono, per la prima volta in una
visione complessiva, il clima culturale italiano delle nuove tendenze artistiche del decennio
1910-1920. Partendo dal Futurismo storico (Marinetti, Boccioni, Balla, Carrà, Severini,
Russolo, Depero) e passando dal Primitivismo (Carrà, Soffici, Garbari) e dal Secessionismo di
area italiana (Casorati, Moggioli, Trentini, Rossi, Ferrazzi, Chini, Lionne, Oppo) si arriva
all'altra "faccia della modernità", ossia la Metafisica (De Chirico, Carrà, Morandi, de Pisis) e al
cosiddetto "Ritorno all'ordine" (Casorati, Soffici, Funi, Guidi), con il recupero dell'antico
mediato dalle recenti avanguardie. L'esposizione continua il percorso di approfondimento delle
tendenze pittoriche italiane del Novecento che il Museo ha intrapreso nel 2015 con la
rassegna dedicata al "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla". Orario: da
martedì a venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-13 e 14-19; lunedì chiuso.
Ingresso mostra: intero euro 8; ridotto euro 6 (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni).
Mostra con visita guidata (da martedì a venerdì ore 11 e 17; sabato, domenica e festivi anche
ore 18): intero 12 euro; rid. 10 euro; con Abbonamento Musei 4 euro. Info: 011.837688 int. 3 [email protected] - www.fondazioneaccorsi-ometto.it. Domenica 19 marzo alle
10,30 conversazione d'arte dal titolo "I futuristi italiani a Parigi e l'incontro/scontro con il
Cubismo", a cura di Anna Maria Cavanna, storica dell'arte. Costo approfondimento: intero 18
euro; ridotto 15 euro (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni); possessori Abbonamento
Musei e Torino + Piemonte Card 6 euro. Prenotazione obbligatoria 011.837688 int. 3
fino al 18/06/2017
ore 10:00
Torino
Via Po 55
"PITTURA COME SCULTURA" IN GALLERIA SABAUDA
"Confronti/3 - Pittura come scultura - Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo". La
protagonista di questo terzo appuntamento con "Confronti", lo spazio della Galleria Sabauda
dedicato all'incontro tra opere, è la "Madonna dei Miracoli", così chiamata perché a lei viene
attribuito il merito di aver debellato la pestilenza che affliggeva la città di Milano nel 1485. La
pala è presentata all'interno della Spazio Confronti insieme al bozzetto in terracotta della
Vergine, modellato da Cerano in età giovanile. Il confronto consente di apprezzare la
poliedricità di uno dei massimi protagonisti del Seicento lombardo. Dopo il successo di
"Venere incontra Venere", dedicata ai due dipinti di Botticelli, e quello che vedeva protagonista
i bambini di Boldini e Van Dyck, che raccontava due modi di vedere l'infanzia a distanza di
secoli uno dall'altro, è ora il momento de "La Madonna dei Miracoli di Santa Maria presso San
Celso venerata da San Francesco e dal Beato Carlo Borromeo", dipinta da Giovan Battista
Crespi detto il Cerano. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19. Ingresso: intero 12 euro;
ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con
scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri
ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e della
Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima della
chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] -
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www.museireali.beniculturali.it
fino al 18/06/2017
ore 14:00
Torino
Piazzetta Reale 1
"CAVALIERI D'ORIENTE" AL MAO
Il MAO espone all'ultimo piano di Palazzo Mazzonis una piccola ma preziosa selezione di
tessuti. Per la prima volta dall'apertura del Museo questi verranno sostituiti con un gruppo di
tessuti legati alla cavalcatura, tema molto interessante e poco conosciuto in Occidente.
L'esposizione "Cavalieri d'Oriente" presenta al pubblico un aspetto insolito della tradizione
tessile orientale, presentando coperte da cavallo e da sella preziose e sfarzose e altre di uso
più comune, restituendo così il duplice aspetto di oggetto d'uso quotidiano e di simbolo di
ricchezza e fasto. L'usanza di riservare coperture in tessuto alle cavalcature prestigiose
appare piuttosto antica, come testimoniato dalle miniature di scuola timuride e safavide, dove i
cavalli sono ornati di con ampie gauldrappe o con selle con apparato iconografico che
richiama i tappeti ricchi di volute floreali. In Persia, dove l'equitazione e l'allevamento dei
cavalli sono considerate nobili arti, le coperture da cavallo e le selle sono prodotte sia in
laboratori cittadini sia in zone rurali. Tra le popolazioni nomadi tale manufatto doveva e deve
essere sempre presente nella dote che la sposa porta in dono al consorte. In ambito ottomano
i cavalli erano ornati in modo sfarzoso anche in tempo di pace come simbolo di potere.
Contestualmente verrà messa in risalto al centro della Galleria un'opera delle collezioni del
Museo un vaso di pregevolissima fattura a forma di cavallo con cavaliere del XIII secolo
proveniente dall'Iran centrale. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19.
La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18
anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 25/06/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
DYLAN JONAS STONE E BETH CAMPBELL AL MUSLI
"The Paper Theatre and The Magic Lantern", mostra di Dylan Jonas Stone e Beth Campbell.
L'esposizione costituisce il coronamento della collaborazione instaurata tra Stone e il museo
due anni fa, che ha portato l'artista a realizzare una serie di linoleografie (stampe da incisioni
su linoleum) e installazioni di carta ispirate ai giochi e ai libri esposti al Musli. Per l'occasione,
Stone ha coinvolto un'amica, Beth Campbell, che è intervenuta su una moltitudine di figurine a
forma di mano, assemblate in tre sculture mobili che scendono dal soffitto come una pioggia
leggera. Nelle opere di Stone - circa duecento - si può leggere invece una sorta d'intento
autobiografico, un viaggio tra i giocattoli e le attività che l'hanno appassionato da bambino. Si
comincia con una lanterna magica, di cui l'artista illustra il funzionamento su sei stampe
circondate da piccoli prosceni in cartoncino. Scelta non casuale, dal momento che Stone, figlio
di produttori cinematografici, insegna a sua volta cinema a Londra e alla Scuola Holden di
Torino. Così come non è casuale la scelta di esporre una pressa a soffietto per far seccare
fiori e foglie, un oggetto che racconta la passione di Stone per la memoria e l'archiviazione del
reale, testimoniata da opere come "Drugstore Photographs or A Trip Along the Yangtze River",
una raccolta di 26.000 fotografie che documentano 526 isolati di Manhattan, esposta al Moma
Ps1 nel 2000. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e la domenica dalle 15,30 alle
18,30. Ingresso: 4 euro; gratuito con tessera Abbonamento Musei. Info: 011.19784944 www.fondazionetancredidibarolo.com
fino al 30/06/2017
ore 17:00
Torino
Via Corte d?Appello 20/C
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FOSSANO - "CARAVAGGIO. LA MOSTRA IMPOSSIBILE" AL CASTELLO DEGLI ACAJA
Quando si pensa ai grandi maestri dell'arte non si può fare a meno di citare Michelangelo
Merisi noto come Caravaggio. L'artista, che visse sul finire del XVI secolo e iniziò a muoversi
dalle secche del manierismo verso uno stile pittorico che prediligeva la realtà al culto della
bellezza classica, è il protagonista dell'esposizione "Caravaggio. La mostra impossibile".
Nonostante la sua breve vita, Caravaggio ebbe una ricca produzione che oggi si trova in
autorevoli musei del mondo, collezioni private e chiese. Ammirare in un unico spazio
capolavori come "Giovane con canestro di frutta", "Bacco", "Giuditta e Oloferne", "Sacrificio
d'Isacco", "Incredulità di San Tommaso", "Flagellazione di Cristo alla colonna", "David con la
testa di Golia", le due versioni della "Cena di Emmaus", solo per citare qualche titolo, risulta
impossibile per problemi legati allo stato di conservazione, alla complessità degli apparati
allestitivi, alla rimozione delle opere dai loro luoghi originali, ai rischi del trasporto. Per questo
l'esposizione, ideata da Renato Parascandolo con la direzione scientifica del professor
Ferdinando Bologna, e realizzata dalla Rai prende spunto da un'istanza di democrazia
culturale: e cioè presentare in un unico spazio espositivo, in dimensioni reali (scala 1:1),
l'opera omnia di un pittore sotto forma di riproduzioni ad altissima definizione. E in questo caso
l'oggetto, anzi gli oggetti, sono i 41 dipinti di Caravaggio. Orario: venerdì 15-22, sabato e
domenica 10-19. Ingresso: 10 euro.
fino al 02/07/2017
ore 15:00
Fossano (CN)
Via Vescovado 8
"L'EMOZIONE DEI COLORI NELL'ARTE" ALLA GAM
La mostra "L'emozione dei colori nell'arte" è presentata nella Manica Lunga del Castello di
Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e nelle sale della GAM-Galleria Civica d'Arte Moderna e
Contemporanea di Torino, con l'esposizione di una straordinaria raccolta di 400 opere d'arte
realizzate da oltre 130 artisti provenienti da tutto il mondo che datano dalla fine del Settecento
al presente. La mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l'esperienza e l'uso del
colore nell'arte. Attraverso una molteplicità di racconti e presentazioni di opere d'arte
importanti, si affronta l'uso del colore da svariati punti di vista, tra i quali quello filosofico,
biologico, quello antropologico e quello neuroscientifico. "Durante il secolo scorso sono state
organizzate numerose mostre sul colore a partire dalle teorie della percezione divenute
popolari negli anni Sessanta. Quel tipo di approccio discende da una nozione universalistica
della percezione e da una sua pretesa valenza oggettiva, molto distante dalla consapevolezza
odierna della complessità di significati racchiusa nel colore", afferma Carolyn ChristovBakargiev. La mostra indaga l'utilizzo del colore nell'arte dando conto di movimenti e ricerche
artistiche che si discostano dalle storie canoniche sul colore e l'astrazione, attraverso
molteplici narrazioni che si ricollegano alla memoria, alla spiritualità, alla politica, alla
psicologia e alla sinestesia. Le opere provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia
di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il
Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la
AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la
Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez
Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM - Torino e Castello di Rivoli e da numerose
collezioni private. I precedenti dell'arte astratta moderna sono indagati attraverso opere dei
seguaci Hindu Tantra (XVIII secolo) e dei Teosofisti (XIX secolo) che utilizzavano le formecolore come fonti per la meditazione e la trasmissione immateriale del pensiero. Il punto di
avvio nell'astrazione teosofica è legato alle ricerche di Annie Besant (1847-1933), la quale
scrisse attorno al 1904, "dipingere le forme vestite dalla luce di altri mondi con i colori ottusi
della terra è un compito arduo; esprimiamo gratitudine a chi ha tentato di farlo. Avrebbero
bisogno di fuoco colorato, ma hanno solo pigmenti e terre a disposizione". Alla fine del
Settecento, Isaac Newton scopre che i colori che vediamo corrispondono a specifiche e
oggettive onde elettromagnetiche non assorbite da materiali. Johann Wolfgang von Goethe,
che pubblica nel 1810 la sua "Zur Farbenlehre" ("La teoria dei colori") si oppone a Newton,
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affermando che i colori sono prodotti dalla mente e non oggettivi. Goethe scopre il fenomeno
degli "Afterimage colors" (il fatto che l'occhio umano percepisce come immagine residua il
colore complementare a un colore osservato con persistenza su di una superficie bianca).
All'epoca prevalse la teoria di Newton. L'Ottocento è anche il secolo del grande sviluppo della
chimica e della scoperta dei colori sintetici derivati dal catrame di carbone. Nell'Ottocento e
Novecento si sviluppa la standardizzazione industriale dei colori con i vari codici RAL e
Pantone. Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e
psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso
profondamente libertario. Con il relativismo culturale che caratterizza l'epoca attuale e
attraverso le recenti ricerche neuroscientifiche, si torna alla visione di Goethe, attribuendovi un
valore nuovo. "L'emozione dei colori nell'arte" riflette sul tema da un punto di vista che tiene
conto della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo. Si pone in discussione la
standardizzazione nell'uso del colore nell'era digitale, standardizzazione che riduce
sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale. Nel corso della mostra,
il neuroscienziato Vittorio Gallese - che insieme a Giacomo Rizzolati ha scoperto i neuroni
specchio - dirigerà, per la prima volta a livello mondiale, un laboratorio di studio
neuroscientifico incentrato sull'esperienza del pubblico di fronte a opere d'arte. In mostra
opere di: Anonymous Tantra drawings, Isaac Newton, Johann Wolfgang von Goethe, William
Turner, Friedlieb Ferdinand Runge, Michel Eugène Chevreul, Antonio Mancini, Édouard
Manet, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Annie Besant, Lea Porsager, Erin Hayden, Stanislao
Lepri, Mikalojus Konstantinas Ciurlionis, Piet Mondrian, Gabriele Münter, Wassily Kandinsky,
Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin, Edvard Munch, Hans Richter, Henri Matisse,
Leo Gestel, Luigi Russolo, Frantisek Kupka, Giacomo Balla, Hilma af Klint, Paul Klee,
Johannes Itten, Fortunato Depero, Sonia Delaunay, Oskar Fischinger, Francis Picabia,
Alexander Calder, Josef Albers, Mario Nigro, Giulio Turcato, Nicolas De Staël, Hans Hofmann,
Mark Rothko, Pinot Gallizio, Karel Appel, Asger Jorn, Paul Guiragossian, Fahrelnissa Zeid,
Atsuko Tanaka, Shozo Shimamoto, Lucio Fontana, Yves Klein, Enrico Castellani, Piero
Dorazio, Carla Accardi, Victor Vasarely, Tancredi Parmeggiani, Giulio Paolini, Mario Schifano,
Alejandro Puente, Sergio Lombardo, Estuardo Maldonado, Carlos Cruz-Diez, Luis Tomasello,
Warlimpirrnga Tjapaltjarri, Kenny Williams Tjampitjinpa, Michelangelo Pistoletto, Arman, Andy
Warhol, Gerhard Richter, Alighiero Boetti, Ellsworth Kelly, Donald Judd, Dan Flavin, James
Turrell, Jordan Belson, James Whitney, John Latham, Pietro Caracciolo / Agata Marta Soccini
/ Ruben Spini, Gustav Metzger, Claude Bellegarde, Gruppo MID, Rupprecht Geiger, Piero
Gilardi, Pino Pascali, Helio Oiticica, Raymundo Amado, André Cadere, Franz Erhard Walther,
Bas Jan Ader, Lawrence Weiner, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Lothar Baumgarten, Mel
Bochner, John Baldessari, Robert Barry, Sigmar Polke, Gotthard Graubner, Giorgio Griffa,
Channa Horwitz, Nicola De Maria, Tony Cragg, Anish Kapoor, Ettore Spalletti, Haim
Steinbach, Wolfgang Laib, Katharina Fritsch, David Hammons, Irma Blank, Thomas Ruff,
Damien Hirst, Liam Gillick, Jim Lambie, Arturo Herrera, Olafur Eliasson, Walid Raad & The
Atlas Group, Edi Rama, Anri Sala, Ryan Gander, Ed Atkins, Hito Steyerl, Theaster Gates, Etel
Adnan, Eugénie Paultre, Giuliano Dal Molin, Cheyney Thompson, Ye Xianyan, Maria Morganti,
Mika Tajima, Basim Magdy, Rose Shakinovsky, Simon Starling, Moon Kyungwon & Jeon
Joonho, Asli Çavusoglu, Lara Favaretto, Liu Wei, Kerstin Brätsch, Camille Henrot, Heather
Phillipson, Otobong Nkanga, Bracha Ettinger, Vittorio Gallese & Martina Ardizzi / Università di
Parma. Orario: da martedì a domenica 10-18; la biglietteria chiude sempre un'ora prima.
Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro per possessori biglietto Castello di Rivoli. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it
fino al 23/07/2017
ore 10:00
Torino
Via Magenta 31
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DEL COSTUME E DELLE TRADIZIONI
DELLE GENTI ALPINE
TORINOSETTE
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Una mostra lunga un anno, un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle stagioni. Questa
l'idea alle spalle della mostra "Sulle Ali delle Api", acquarelli floreali di Gianna Tuninetti, che
sarà inaugurata domenica 25 settembre alle ore 11.30, nell'ambito della Festa d'Autunno, il
Museo del Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine, nella borgata Rivets. Per l'occasione
il Museo ha programmato un'apertura straordinaria per la "Festa d'Autunno" sabato 24 e
domenica 25 settembre dalle ore 16.00 alle 18.00. Dopo la pausa autunnale, il museo riaprirà
dal 29 ottobre al 17 dicembre tutti i sabati con medesimo orario e successivamente con
calendario dedicato alle festività natalizie. "Sulle Ali delle Api" presenta un centinaio di opere in
un percorso artistico e culturale lungo un intero anno. Cento acquarelli, ospitati nei suggestivi
ambienti del Museo, dieci anni dopo l'esposizione "Fratello Fiore e Sorella Montagna" che
risale al periodo olimpico. Le prime 50 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
saranno esposte dal 25 settembre 2016 a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle
meraviglie della flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e
dell'estate impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Info:
[email protected] - 0122.78800 - [email protected] 0122.741728 - [email protected] - www.giannatuninetti.it - 011.9450807
fino al 03/09/2017
ore 16:00
Pragelato (TO)
Borgata Rivets
"KESA - SIMMETRIE E ASIMMETRIE NEI MANTELLI MONASTICI" AL MAO
Il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di tre kesa e di altre opere al
secondo piano della sezione giapponese. I kesa sono preziosi mantelli rituali indossati dai
monaci buddhisti che si compongono di diversi pezzi di stoffa uniti da cuciture sovrapposte.
Giocano un ruolo molto importante nella pratica buddhista poiché il dono di un tessuto
conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il
monaco. La rotazione prevede l'esposizione di tre esemplari del XIX secolo. Il kesa a disegni
geometrici romboidali risale agli anni di passaggio tra il periodo Edo (1603-1868) e l'era
riformista Meiji (1868-1912), e nella sua simmetria appare più sobrio di gran parte dei tessuti
giapponesi in possesso del MAO. Nel kesa con motivi floreali, simboli augurali e draghi
predominano i motivi decorativi floreali: grandi crisantemi e peonie si intrecciano a fiori più
piccoli, stilizzati e arabescati. L'andamento sinuoso degli steli tra un fiore e l'altro crea la
sensazione di un moto ondeggiante che conferisce eleganza all'intero impianto decorativo. I
simboli augurali, nonché l'impiego di vivaci colori, fanno supporre che si tratti di un tessuto di
origine cinese. Nel kesa con motivi di aceri, crisantemi, pini, ventagli, onde e cascata
l'elemento ricorrente è l'acqua nelle sue diverse forme: il moto ondoso dei flutti increspati si
alterna al dinamismo curvilineo dei corsi fluviali, a loro volta in contrasto con la linearità dello
scroscio di una cascata. Anche i paraventi esposti nella sezione giapponese del MAO hanno
bisogno di essere messi periodicamente a riposo, come tutti i materiali più delicati delle nostre
collezioni. Nella stessa sala che ospita i kesa, il paravento questa volta verrà sostituito da due
opere di natura diversa: la prima è un grande kakemono (dipinto su rotolo verticale) realizzato
nel terzo quarto del XIX secolo; ne è protagonista il Buddha storico ritratto in Parinirvana,
ovvero nell'attimo in cui cessa la sua esistenza fisica per estinguersi nel nirvana. Completa la
rotazione un raro contenitore per sutra (scritture buddhiste) in pietra con iscrizione datante
1127. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati
Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 15/10/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
Domenica 19 Marzo 2017
TORINOSETTE
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JOSEPH BEUYS AL PAV
"La Tenda Verde (Das Grüne Zelt)", Joseph Beuys e il concetto ampliato di ecologia. "Das
Grüne Zelt", a cura di Marco Scotini, si colloca quale terzo capitolo di una ideale trilogia,
concludendo il ciclo di mostre con cui il PAV si è proposto di ricostruire una possibile
genealogia del rapporto tra pratiche artistiche e coscienza ecologica negli anni '70 in Europa.
Facendo seguito a "Earthrise. Visioni pre-ecologiche nell'arte italiana" (2015) ed "EcologEast.
Arte e natura al di là del Muro" (2016), questa nuova mostra intende focalizzare la propria
attenzione sull'attività di uno dei più noti artisti della seconda metà del secolo scorso come
Joseph Beuys, privilegiando piuttosto il suo rapporto con le istituzioni politiche e la minaccia
della crisi ambientale. La mostra, che coincide con il trentennale della scomparsa di Beuys
(1986), vuole essere una sorta di omaggio all'autore della 'scultura sociale'. Nonostante la
sterminata letteratura critica sull'attività dell'artista tedesco, soltanto in rari casi questa è
riuscita a trasformare la matrice romantica e spirituale della parola 'natura' in quella politica del
termine 'ecologia'. E ciò, sebbene la prospettiva di Beuys militasse in quella direzione, tanto da
condurlo a presiedere alla fondazione del movimento tedesco dei Verdi che, per un breve
periodo, lo ha visto candidato al Parlamento. Orario: venerdì 15-18; sabato e domenica 12-19;
venerdì 23 dicembre 15-18; sabato 24 dicembre 12-19; domenica 25 dicembre chiuso; venerdì
30 dicembre 15-18; sabato 31 dicembre e domenica 1 gennaio chiuso; venerdì 6 gennaio
15-18; sabato 7 gennaio 12-19; domenica 8 gennaio 12-19. Ingresso: intero 4 euro; ridotto 3
euro; gratuito Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65,
persone con disabilità. Info: 011.3182235 - www.parcoartevivente.it
ore 18:00
Torino
Via Giordano Bruno 31
AVIGLIANA - GIULIANA BELLINA ALLA GALLERIA ARTE PER VOI
"C'è una casetta piccola così...", terrecotte della ceramista Giuliana Bellina. "C'è' una casetta
piccola così...", raccontava il grande Lucio Dalla in una delle sue canzoni più famose, "Attenti
al lupo". E forse per caso o per evocazione o perché c'è di mezzo la fantasia, elemento
imprescindibile per qualunque creazione, questa mostra di Giuliana Bellina è omaggio gentile
al cantautore bolognese. Ballano infatti una danza fiabesca non una sola ma tante "casette"
abitate da omini, donnine, bambine vestite di rosso, porcellini e lupi. Tutti nati da mani sapienti
nell'impastare e modellare l'argilla. L'artista racconta così fiabe conosciute ma anche altre in
attesa di nascere: quali avventure vivranno i viaggiatori delle casette-automobile? Dove vivrà il
destriero-torre? E il suo gemello dal corpo di albero? Quel lupo seduto sulla roccia sarà così
cattivo? Sarà magico l'uccellino che guarda tutto e tutti dall'alto del tetto? Giuliana Bellina ama
le sue ceramiche fiabesche e ama i giardini: così sono nati le insegne, gli animali, le casette, le
fatine e altri ancora per popolare l'esterno con percorsi magici fra erba, alberi e verdure
dell'orto. Orario: sabato e domenica dalle 15 alle 19. Info: [email protected] [email protected] - www.artepervoi.it
ore 16:00
Avigliana (TO)
Piazza Conte Rosso 3
"SHODO - L'INCANTO DEL SEGNO" AL MAO
"Shodo - L'incanto del segno. Maestri contemporanei di calligrafia giapponese". La mostra
espone per la prima volta in Italia 95 opere di 95 artisti calligrafi giapponesi, 62 sho - calligrafie
vere e proprie - e 21 ventagli, 11 opere intagliate su legno, una grande opera di sette metri
raccolta a libro. Il percorso di visita costituisce un'occasione rara per apprezzare diverse
tipologie di lavori dei più autorevoli artisti giapponesi di calligrafia contemporanea. Spicca tra i
maestri Usuda Tosen insignito del premio più importante in questa forma d'arte, il "Mainichi
Shodo Kensho", e considerato un luminare soprattutto per la tecnica dell'intaglio sul legno.
Accanto a lui, Yanagisawa Kaishu, ideatore e disegnatore del logo del campionato mondiale di
calcio Corea/Giappone del 2002, Nagai Oshu, maestro di calligrafia, di cerimonia del tè e di
ikebana, Inoue Kyoen, importante maestra di calligrafia e tra le poche donne ad aver avuto
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riconoscimenti a livello nazionale, nota soprattutto per la sua opera ispirata al Monte Fuji. In
Oriente come in Occidente, viviamo ormai in società dove le parole non si scrivono quasi più:
si digitano. E se disgrafia o agrafia di ritorno sono in agguato per le poche lettere del nostro
alfabeto, possiamo solo immaginare la dimensione del problema per lingue come il cinese e il
giapponese, che richiedono di memorizzare migliaia di caratteri e di saperli scrivere tratto dopo
tratto. Parlare di calligrafia nel XXI secolo assume quindi il valore inedito di una riscoperta, la
riscoperta del piacere del segno scritto in un mondo che - se le tendenze degli ultimi decenni
continueranno - rischia in un futuro non troppo distante di non saper più scrivere a mano. In
Oriente la calligrafia - "shodo", letteralmente "via della scrittura" - è considerata una forma
d'arte vera e propria; anzi, è Arte per eccellenza insieme a pittura e poesia, in quanto le tre
forme espressive non possono essere completamente disgiunte l'una dalle altre.
Tradizionalmente esse sono i mezzi attraverso cui l'artista (letterato, colto, elitario) dà voce al
proprio sentire o - in maniera contraddittoria solo per le nostre menti occidentali - annulla il
proprio io e lascia che la Natura trovi espressione sulla carta o sulla seta attraverso il suo
cuore e la sua mano, il pennello e l'inchiostro. Il carattere "do" viene usato in numerose
occasioni per contraddistinguere la pratica di un'arte che richiede un impegno costante e che
in diversi modi può assumere le caratteristiche di un "percorso" che conduce, tramite un
perfezionamento tecnico, a un affinamento interiore dell'individuo. Orario: da martedì a venerdì
10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10
euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info:
011.4436927 - www.maotorino.it. La sera dell'inaugurazione, mercoledì 1 marzo alle 18, si
potrà assistere alla performance dei maestri calligrafi, potendo così apprezzare dal vivo il
fascino e l'intensità di tale arte.
ore 18:00
Torino
Via San Domenico 11
POIRINO - MARGHERITA FANTINI AL CAFFE' DELLA RIVA
"Natura silente", personale di Ines Daniela Bertolino. Orario: dal lunedì al sabato dalle 8 alle
19. Info: 011.9450993
fino al 20/03/2017
ore 08:00
Poirino (TO)
Passeggiata Marconi 6
"FOTOGRAF(ARS)I" DA MARTINARTE
"Fotograf(ars)i", mostra fotografica collettiva a coronomaneto del corso di fotografia tenutosi in
questo anno con il maestro Cosimo Savina. Orario: da lunedì a sabato 15,30-19,30. Info:
335.360545 - [email protected]
fino al 22/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Siracusa 24/A
ARMANDO MARROCCO A SPAZIOBIANCO
"Battaglienelcielo", mostra a cura di Toti Carpentieri che raccoglie le opere create da Armando
Marrocco tra il 2003 e il 2016. L'esposizione è la terza rappresentazione/testimonianza di un
percorso artistico originale e complesso iniziato negli anni Cinquanta del XX secolo e ancora
in pieno svolgimento. Spaziobianco ha già presentato nelle sue sale "Il luogo del ritrovo" (nel
2014) e "Uomouniverso" (nel 2015). Ora, con "Battaglienelcielo" offre ai visitatori un nuovo
paradigma del mondo poetico di Armando Marrocco. Orario: dal martedì al venerdì dalle 16,30
alle 19 o su appuntamento. Info: 333.6863429 - [email protected] www.spaziobiancogallery.com
fino al 23/03/2017
ore 18:00
TORINOSETTE
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Torino
Via Saluzzo 23 bis
DANIELA ROSSI ALLA GALLERIA DI VIA SALUZZO
"Dalla Terra alla Luna", personale di Daniela Rossi ispirata al pensiero di alcuni tra i più famosi
astronomi, filosofi, letterati che hanno guardato alle stelle. Ognuna delle 30 opere di Daniela
Rossi, che è pittrice e scrittrice, illustra una loro riflessione intellettuale o poetica sul cosmo.
Ecco quindi, tra gli altri, Epicuro con gli infiniti mondi, Albert Camus con gli occhi aperti sotto
un cielo gocciolante di stelle, le predizioni di Jules Verne, le intuizioni di Giordano Bruno,
l'astronomia che, dice Platone, ci conduce da un mondo all'altro, la meditazione sulle stelle di
Carl Sagan ma anche Smeraldina, una delle città invisibili descritta da Calvino e la
dichiarazione di Lenin a proposito degli alieni: se riuscissimo a comunicare con loro tutti i
concetti filosofici, sociali e morali dovrebbero essere riveduti. Ciò imporrebbe la fine della
violenza quale metodo e mezzo di progresso. Daniela Rossi è pittrice, scrittrice e psicologa.
Ha esposto in varie città italiane e estere, realizzato trompe d'oeil e murales per privati ed enti
pubblici, scenografie e campagne pubblicitarie. Ha collaborato con quotidiani e riviste e
pubblicato romanzi. Con il primo "Il mondo delle cose senza nome" (pubblicato da Fazi nel
2004 e riedito da Bombiani nel 2010), ha vinto il Premio Anima per la Letteratura. Dal libro
sono stati tratti un film per la RAI interpretato da Elena Sofia Ricci e Gioele Dix e uno
spettacolo prodotto dal Teatro dell'Opera di Roma. Orario: da lunedì a venerdì 9-12 e 14-18;
sabato 9-12. Info: 339.8695542 - 393.36963467.
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 69
"EROS E COMIC ART" DA LITTLE NEMO
"Eros e Comic Art", mostra dedicata ai maestri dell'erotismo a fumetti. Si parte dagli originali di
copertina per i fumetti sexy pop degli anni '60 e '70, con opere di Biffignandi e Ciriello (maestri
appena scomparsi) e poi di Angiolini, Cubbino, Dangelico, Del Principe, Romanini, Taglietti. La
sezione dedicata all'erotismo d'autore segue un excursus che prende le mosse dalla
Barbarella di Jean-Claude Forest, passa per la Valentina di Crepax e le pin-up di Baldazzini e
Milo Manara e arriva alle tavole fortemente erotiche di Magnus e Von Gotha. In tutto, oltre
cento artisti accuratamente biografati dall'attenta penna di Giuseppe Pollicelli, critico d'arte e
giornalista specializzato. Per l'occasione è stato realizzato un catalogo monografico illustrato
di 280 pagine dal tiolo Eros & Comic Art, tirato anche in edizione di lusso, numerata e
accompagnata da un'esclusiva grafica con Eva Kant di Sergio Zaniboni. La prefazione del
catalogo si deve a Tinto Brass, a cui è dedicata l'ultima sezione del volume, con alcuni scatti
fotografici in grande formato che sono anche stati tirati in soli cinque esemplari firmati dallo
stesso regista e dal fotografo Gianfranco Salis. Ospite d'onore dell'asta, in programma alle 18
di venerdì 24 marzo, sarà Ilona Staller, presente nel catalogo con due delle sue creazioni
artistiche e ospite della galleria a partire delle ore 15. Giovedì 16 marzo alle 19 è in
programma una serata dedicata a "Erotismo e Gastronomia" curata dallo chef Silverio Cineri
del ristorante "La mia infanzia a tavola" di Faenza. Giovedì 23 marzo alle 19 Marzia
Capannolo, critica d'arte, terrà una lectio brevis dal titolo "Il fumetto erotico: la dark room
dell'arte?", in dialogo con Roberto Baldazzini, fumettista e artista noto a livello internazionale.
Orario galleria: dal lunedì al sabato dalle 10,15 alle 13 e dalle 15,15 alle 19. Info: 011.7630397
- [email protected] - www.littlenemo.it
fino al 24/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Ozanam 7
MIKE NELSON ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
"Cloak of rags (tale of a dismembered bank, rendered in blue)", personale di Mike Nelson. Per
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l'occasione, il progetto dell'artista "Procession, process. Progress, progression. Regression,
recession. Recess, regress", in residenza nella project room della galleria da diversi mesi, è
stato prorogato fino al 25 marzo, per tutta la durata della personale. Orario: lunedì e sabato
15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011.882208 - [email protected] www.franconoero.com
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mottalciata 10/B
"INTERNAZIONALE ITALIA ARTE 2017" AL MUSEO MIIT
Seconda sessione della mostra "Internazionale Italia Arte 2017", giunta alla sua quinta
edizione. In mostra opere selezionate di maestri contemporanei di fama internazionale e opere
di grandi maestri del '900 italiano. Tra gli artisti presenti in mostra, autori provenienti da
Argentina, Messico, Svizzera, USA, Serbia, Italia, Cina, Giappone, Francia, Germania,
Olanda, Inghilterra, Spagna, Belgio e altri paesi. In esposizione opere di pittura, fotografia, arte
digitale, scultura, installazioni, video. Orario: da martedì a sabato dalle 15,30 alle 19,30; su
appuntamento domenica, lunedì e festivi per visite guidate, gruppi, scolaresche. Info:
011.8129776 - www.museomiit.it - [email protected]
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Cairoli 4
BIANCA SALLUSTIO ALLA GALLERIA LA TELACCIA
"Opere illuminate dal sentimento e da una profonda espressività", personale di Bianca
Sallustio a cura di Monia Malinpensa. Orario: dal lunedì al sabato 15-19. Chiuso i festivi. Info:
011.5628220 - 347.2257267 - [email protected] - www.latelaccia.it
fino al 25/03/2017
ore 15:00
Torino
Via Santarosa 1
BEDWYR WILLIAMS ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta "The Institute of Things to Come" (a cura
di Ludovica Carbotta e Valerio Del Baglivo), un centro di ricerca temporaneo sul futuro che da
febbraio a settembre 2017 proporrà un ciclo di quattro mostre personali collegate a un
programma di formazione. "The Institute of Things to Come" è realizzato con il sostegno della
Compagnia di San Paolo nell'ambito del bando ORA! Linguaggi contemporanei produzioni
innovative. Per il primo capitolo di "The Institute", l'artista Bedwyr Williams (vincitore del The
Derek Williams 2017) presenta "Echt", un'installazione filmica ambientata in un futuro
prossimo nel quale le istituzioni britanniche e i sistemi di governo sono crollati, ed il regime in
corso è caratterizzato da un sistema feudale accelerato. Il suo film fantasioso, immagina un
futuro in cui un evento apocalittico ha costretto l'umanità a riformare la società, dopo aver
cancellato le regole sociali precedenti. In questo nuovo mondo nel quale lo status sociale si
basa sul consumo smisurato, figure di accumulatori compulsivi sono divenuti re. Questi
accumulatori di oggetti e spazzatura hanno installato i loro centri di controllo in discoteche e
locali notturni dismessi, e sono accompagnati da una serie di personaggi acutamente descritti
dalla voce narrante di Williams. L'interesse principale di Bedwyr Williams si fonda
sull'immaginazione di scenari catastrofici e sugli effetti che essi hanno sulla vita quotidiana
delle persone. Le sue performance, film e installazioni trattano spesso di un futuro distopico,
nel quale gravi problematiche sono minimizzate da momenti di umorismo assurdo o da
osservazioni banali. Nei suoi progetti precedenti, Williams ha costruito un osservatorio stellare
come omaggio agli astronomi amatoriali o ha assunto i panni di differenti personaggi, come il
"predicatore orbo", il "mietitore cupo", o anche il "Conte Polline". Il suo lavoro è stato mostrato
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in varie istituzioni tra cui Barbican Curve Gallery (London), The Whitworth (Manchester),
Tramway (Glasgow), IKON (Birmingham) and Kunstverein Salzburger. Williams ha
rappresentato il Welsh Pavilion per la 55 Biennale di Venezia nel 2013 ed è finalista del
premio Artes Mundi 7, 2016. Collegato alla mostra personale, dal 7 al 9 febbraio, Bedwyr
Williams condurrà con l'artista Tai Shani "Demonio! Demonio!", un laboratorio filmico e
performativo che esplora le rappresentazione del "Sé Demoniaco", nel quale la città di Torino
funzionerà come sfondo per costruire questo autoritratto malevolo e teatrale. I partecipanti
selezionati sono Elena Bellantoni, Sara Bonaventura, Edmund Cook, Jürgen Dehm, Carl Gent,
Aoibheann Greenan, Jaime González Cela y Manuela Pedrón Nicolau, Inda Peralortega,
Ambika Thompson, Camille Tsvetoukhine, Lucia Veronesi, Saul Williams. Orario mostra:
giovedì 20-23 (ingresso libero); venerdì, sabato e domenica 12-19. Chiusa dal 13 al 26
febbraio 2017. Ingresso: intero euro 5; ridotto euro 3 (over 65, studenti); gruppi euro 4 (minimo
6 persone); gratuito (bambini fino a 12 anni, Insieme per l'Arte, abbonamento Torino Musei,
giornalisti accreditati, soci ICOM). Info: [email protected] - 011.3797600 - www.fsrr.org http://theinstituteofthingstocome.com/it/
fino al 26/03/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
ANDREA PESCIO ALLA GALLERIA PIRRA
"The Imagined Line - La linea e il segno", personale di Andrea Pescio a cura di Simonetta
Pavanello. In mostra oltre venti opere realizzate con tecniche diverse, tradizionali come la
grafite o l'acquerello e inconsuete come la penna Bic abbinata all'utilizzo di rulli decorativi. Il
percorso espositivo rivela non solo la ricercatezza della linea, il gusto raffinato del colore e la
straordinaria capacità tecnica dell'artista, ma anche la sua naturalezza nel coniugare la
padronanza del mezzo all'intimo impulso creativo e all'intenzione intellettiva. Orario: da lunedì
a sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30; domenica 10-12,30. Info: 011.543393 [email protected] - www.galleriapirra.it
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Vittorio Emanuele II 82
JIRI HAUSCHKA ALLA CRAG GALLERY
"In the middle of something", personale del pittore ceco Jiri Hauschka (1965). Hauschka
appartiene allo "Stuckism", movimento artistico internazionale fondato nel 1999 dagli artisti
Billy Childish e Charles Thomson in Gran Bretagna ai fini di promuovere la ricerca pittorica
orientata al figurativo e opporsi all'arte concettuale degli Young British Artists. Le opere in
mostra sono state realizzate nel 2016. Boschi, strade, montagne, laghi, fiumi ed architetture
fanno parte di un percorso durante il quale l'artista ha esplorato il suo rapporto con la natura e
con l'ambiente che lo circonda, esprimendo una pittura in equilibrio tra astrazione e realismo.
Robert Janas, storico dell'arte, fondatore nel 2004 dello Stucchismo a Praga, scrive a
proposito del lavoro di Jiri Hauschka che nella sua pittura il Neo-espressionismo si unisce ad
un forte sentimento per la composizione, basata su ampi spazi limitati da contorni accentuati,
e da colori utilizzati simbolicamente a dare liquidità alla forma. La bellezza del suo lavoro è
dunque quella che lui chiama la "storia", la sua storia, che vuole condividere nel mezzo di
qualcosa, in the middle of something, con il pubblico. Il suo lavoro porta l'osservatore in bilico
tra la dimensione del paesaggio semplice e la grandezza di ciò che ci circonda. Aperta ogni
giorno su appuntamento. Info: www.cragallery.com - [email protected] - 347.3420598 335.1227609
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Torino
Via Nole 57
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RIVOLI - LIA E MARIA LATERZA ALLA CASA DEL CONTE VERDE
"Come sorelle", opere di Lia e Maria Laterza sorelle, molto diverse per stile e personalità,
presentate da Bruna Bertolo e Rita Margaira. La mostra è accompagnata da un video con testi
di Francesco De Bartolomeis. Orario: da martedì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore
10-13 e 16-19. Info: 011.9563020
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Rivoli (TO)
Via Piol 8
NOVALESA - ANDREA BENEDETTO ALLA CASA DEGLI AFFRESCHI
"Brandelli di vissuto", mostra di scultura di Andrea Benedetto. Orario: sabato e domenica
11-12 e 15-18; in settimana su prenotazione. Info: 320.6347337
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Novalesa (TO)
Via Maestra 46
NENE' DA CANTO A TEART
"Forme d'Altrove", personale di Nené Da Canto, descritta così dall'artista: "Il gioco è di
intravvedere e scoprire manifestazioni di un ordine insito al movimento...è come uno specchio
qui e ora". Orario: dal martedì al sabato dalle 17 alle 19. Info: 011.6966422 [email protected] - [email protected]
fino al 28/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giotto 14
"SHUNGA-E, IMMAGINI DI PRIMAVERA" DA IREL ONLUS
"Shunga-e, immagini di primavera - L'Arte erotica giapponese dal XVIII al XX secolo". Le
stampe chiamate shunga sono xilografie giapponesi dal contenuto esplicitamente erotico,
concepite secondo lo stile della scuola ukiyo-e, prodotte principalmente durante il periodo Edo
(antico nome dell'odierna Tokyo, 1603-1868), entrate a far parte della vita e della cultura
giapponese in maniera sorprendente. In Giappone, le prime raffigurazioni shunga risalgono al
periodo Heian (794 - 1185). A quei tempi erano per lo più riservate agli ambienti di corte.
Dipinte su rotoli di carta, si ipotizza fossero ispirate a modelli cinesi, soprattutto alle opere di
Zhou Fang (730 - 800), il grande pittore erotico attivo durante il regno della dinastia Tang.
Nella prima metà del diciannovesimo secolo, ad opera di Harunobu, si giunse alle opere
pienamente policrome (nisiki-e) con l'impiego, per le edizioni più lussuose, di quindici e fino a
diciassette colori attraverso l'incisione di altrettante matrici in legno. La complessa esecuzione
delle matrici era affidata ad abili incisori, guidati dagli artisti che avevano realizzato i soggetti.
Harunobu, Hokusai, Hirosige, Utamaro sono solo alcuni nomi degli artisti più acclamati in
quest'arte. Un'arte che gioca su tutta una gamma di espressioni, forme e colori che vanno
dalla varietà delle passioni umane alla grazia delle figure femminili, dall'esaltazione delle
emozioni amorose all'esplorazione di tutte le inclinazioni della sessualità, anche le più
promiscue, non disdegnando atti omosessuali e scene di gruppo. Le ambientazioni erano
realistiche: lussuose dimore, bagni pubblici, case da tè, alcove, in barca o all'aperto. All'inizio
del XVII secolo la scuola di pittura Kano stilò un'insieme di regole sull'estetica dell'arte shunga.
Vennero codificate le gradazioni di colore con cui dovevano essere stampati i genitali, sia
maschili che femminili e i colori da utilizzare nel resto dell'opera. Si stabilì anche la
convenzione della rappresentazione in dodici scene amorose, simboleggiando i mesi
dell'anno, secondo l'esperienza artistica già teorizzata dal pittore Tosa Mitsunobo (1434-1525).
L'arte shunga assunse così la definizione di "genere", al pari del paesaggio e del ritratto.
Queste stampe si affermarono negli ambienti artistici europei, intorno alla metà del XIX secolo.
A Parigi circolavano tra i pittori realisti ed impressionisti: Theodore Duret, Degas, Renoir,
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Pisarro e Monet. Degas ne fu fortemente influenzato, in alcuni tagli prospettici delle sue opere
si possono riscontrare significative analogie con l'arte giapponese. Ma anche Van Gogh non
rimase estraneo al fascino di queste opere; i ponti e gli ombrellini delle donne di Claude Monet
rimandano alle immagini di Hokusai. A Londra le prime xilografie ukiyo-e comparvero
all'Esposizione Universale del 1862. Aubrey Beardsley (1872-1898) possedeva una vasta
collezione di arte shunga, da cui trasse ispirazione per le illustrazioni della Lysistrata di
Aristofane. Le linee fluttuanti delle stampe giapponesi furono fonte di ispirazione anche per gli
artisti Art Nouveau. Nell'ultimo decennio di questo secolo le xilografie shunga hanno incontrato
un interesse particolare nella critica e nel pubblico occidentale. Molti musei hanno introdotto
nelle loro collezioni di grafica queste incisioni. Sono state anche presentate in importanti
mostre retrospettive come quella alla Kunsthal di Rotterdam nel 2005, a Palazzo Reale di
Milano nel 2009 e al British Museum di Londra nel 2013. La mostra consiste in oltre cinquanta
incisioni originali che vanno dalla fine del XVIII secolo fino agli inizi del XX secolo, oltre ad una
quarantina di opere minori, fuori catalogo. La rassegna è curata da Gianni Vurchio e Stefano
Liberati. Orario: dal martedì al sabato dalle 16 alle 19; domenica e lunedì chiuso. Prorogata
fino al 31 marzo.
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Dalmazzo 6/C
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DELLE GENTI ALPINE
"Sulle ali delle Alpi", mostra d'arte con acquarelli della pittrice Gianna Tuninetti. Una montagna
di fiori quando fuori nevica. Sono i fiori di Gianna Tuninetti che il Museo del Costume e delle
Tradizioni delle Genti Alpine di Pragelato, in borgata Rivets, presenta nella preziosa mostra
dal titolo "Sulle ali delle api", particolarmente impegnativa con oltre 120 opere in un percorso
artistico e culturale lungo un intero anno; un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle
stagioni, percorso entusiasmante e competente di un'artista che sa colloquiare con l'anima
attraverso il racconto di fiori, frutta, verdura ritratti ad acquarello. Inaugurata lo scorso 25
settembre, la mostra propone le prime 65 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
che saranno esposte sino a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle meraviglie della
flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e dell'estate
impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Il Museo del
Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine è aperto tutti i sabati fino al 17 dicembre 2016
con orario 16-18. Durante il periodo delle festività natalizie sarà aperto nelle giornate del
27-29-30 dicembre e 1-3-5-7 gennaio sempre con orario 16-18. Dal 14 gennaio al 16 aprile
sarà aperto tutti i sabati sempre con medesimo orario. Prevista l'apertura speciale anche per il
lunedì di Pasquetta. E' possibile visitare la mostra anche in altri giorni e orari contattando
telefonicamente l'ufficio del turismo di Pragelato: 0122.741728.
fino al 31/03/2017
ore 16:00
Pragelato-Ruà (TO)
Via San Giovanni 1
"PARATISSIMA ART GALLERY" DA YLDA
Prima edizione di "Paratissima Art Gallery", mostra per pittori, scultori, fotografi, designer,
fashion designer, grafici e illustratori. Una mostra doppia: una con opere e artisti emergenti in
carne e ossa, l'altra online. Per questo allestimento sono stati selezionati 13 nomi: Andreja,
Beatriz Basso, Fulvio Bresciani, AnneCécile Breuer, Albino Caramazza, Giorgio Ceglie, Marco
Corongi, Dabò, Paolo Forsennati, Angelo Lussiana, Scatti lenti, UpArt, Alessandro Sciurti. Tutti
hanno già partecipato alla kermesse, ma la Art Gallery è aperta anche a chi non ha mai
esposto a Paratissima. Le opere si possono vedere dal vivo e su una vetrina virtuale dove ogni
artista avrà un pannello di controllo accessibile con login e password personali, e su cui potrà
aggiornare le informazioni. Si partecipa con 5 lavori dal prezzo inferiore a 3.000 euro. Visite su
prenotazione. Info: artgallery.paratissima.it - 011.2073075
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fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mazzini 25
COSIMO VENEZIANO DA ALBERTO PEOLA
"Petrolio/Appunti", seconda mostra personale di Cosimo Veneziano (Moncalieri TO, 1983). Le
opere inedite presentate concludono la ricerca di Cosimo Veneziano sul ruolo della scultura
nello spazio pubblico nella società contemporanea, e sul valore iconografico e simbolico che le
immagini assumono nel processo di creazione della propaganda politica. In particolare il suo
interesse si rivolge al processo di selezione di fatti e personaggi e scarto di altri, che viene
messo in atto nella costruzione di un'iconografia da parte di una comunità, prima che il simbolo
sia collocato nello spazio pubblico, fisico o virtuale. Nelle due opere della serie "Petrolio" i
disegni su tela della scultura di un toro androcefalo e di una scultura religiosa, originarie dell'
epoca assiro-babilonese, sono parzialmente coperti dal feltro per evidenziare la recente
distruzione nei conflitti in Medio-Oriente. L'opera invita a riflettere sul peso e sugli effetti che ha
sull' immaginario la perdita di un patrimonio culturale riconosciuto come collettivo. Il gruppo di
sculture in ceramica dal titolo "Membrana" è composto da riproduzioni di parti di statue greche
e romane sulle quali Veneziano ha operato una deformazione attraverso un processo di
stratificazione materica, contrapponendo l'originaria fisionomia frontale della statua a quello
che doveva essere l'aspetto della parte esterna del calco. Anche in questo caso l'occultamento
della visione corrisponde all'idea della perdita di un'identità culturale avvenuta nel tempo.
"Monochrome II" lavora sulla capacità percettiva graduale dell'osservatore. La serie di colature
di gomma siliconica è realizzata partendo da una matrice di dipinti su tela, che raffigurano
simboli iconografici propri delle culture occidentale e orientale, che si sono succeduti nel
tempo. Nell'ultima sala della galleria sono esposte quattro tele di grandi dimensioni sulle quali
Veneziano ha disegnato figure umane armate di martello. Per questo ultimo lavoro dal titolo
"Giorni di un futuro passato", l'artista riprende immagini usate dalla propaganda delle
rivoluzioni politiche del passato, e le mette in dialogo tra loro per evidenziare l'enfasi posta
sull'atto di distruzione che sottende ai processi di rottura e cambiamento avvenuti nella storia
umana. La forza dirompente dell'atto e la monumentalità della rappresentazione rimandano a
un intento celebrativo, in contrapposizione al processo di censura che avviene anche durante i
periodi di continuità politica. La mostra "Petrolio/Appunti" si sviluppa in due sedi: Galleria
Alberto Peola e MEF Museo Ettore Fico (dal 16 febbraio). Orario (Galleria Alberto Peola): da
martedì a sabato dalle 15 alle 19, mattino su appuntamento. Info: 011.8124460 - 335.6191039
- [email protected] - www.albertopeola.com
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 29
"ECCENTRIC SPACES" DA RICCARDO COSTANTINI CONTEMPORARY
"Eccentric Spaces", un progetto a cura di EIena Inchingolo e Paola Stroppiana: cinque artiste
di diverse nazionalità, Caroline Corbasson, Debbie Lawson, Dana Levy, Noa Pane, Anila
Rubiku, provenienti da esperienze formative differenti e con capacità espressive eterogenee,
interpretano il concetto di spazio inteso come una delle categorie essenziali per la percezione
del mondo. L'idea progettuale prende avvio da una riflessione sul testo "La prospettiva come
forma simbolica" (1927) di Erwin Panofsky, che dimostra come ogni epoca culturale abbia
sviluppato un proprio modo di rappresentare lo spazio, inteso come la 'forma simbolica'
visibile, propria di quella cultura. La declinazione all'arte contemporanea ha quindi condotto ad
una ragionata selezione di opere: il concetto di spazio che qui si vuole indagare è eterogenea,
onnicomprensiva, a partire dalla sua accezione primaria di luogo disponibile per gli oggetti
della realtà, individuati da una collocazione o posizione, dotati di dimensioni e suscettibili di
spostamento. Il progetto espositivo include, per associazione mentale e slittamento
metaforico, concetti di spazio che diventa luogo relazionale, antropologico, geometrico,
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architettonico, astronomico, poetico, onirico, naturalistico nell'ambito dell'arte contemporanea.
Volutamente le opere in mostra afferiscono a media diversi, installazioni video, sculture,
disegni, che pongono numerose riflessioni sulla realtà partendo dalla loro specificità:
l'interrogazione sulla natura delle cose, la classificazione scientifica dello spazio e dei suoi
oggetti, il mondo dell'osservazione in continuo movimento con sempre nuovi obiettivi di
conoscenza e di confronto. Caroline Corbasson (Parigi, 1989) trae ispirazione, per la sua
ricerca, dalla scienza, dall'astronomia, dai fenomeni naturali e dalla vastità dei paesaggi.
Libera le immagini dal proprio contesto e gli oggetti dalla loro funzionalità per estrarne
l'essenza e ridisegnarne i tratti rilevanti. L'economia dei mezzi, la densità delle immagini e
l'attenta selezione dei materiali (carbone, polvere, inchiostro, grafite), che caratterizzano la sua
produzione, riflettono la volontà di resistere al flusso infinito delle immagini che ci circondano.
In mostra l'opera "Anomalia", 2013 un'installazione di 10 pagine dell'"Atlas Eclipticalis",
(atlante celeste che risale al 1950) su cui l'artista interviene con sfere nere disegnate a
carbone ad alludere ai buchi neri presenti nella galassia, spazi sconosciuti nell'universo
attrattivi nella loro estetica ancora da definire, aperta a infinite possibilità. Dana Levy (Tel
Aviv), video artista di origine israeliana di base a New York, focalizza l'attenzione
sull'interdipendenza tra storia naturale e umana, tematiche ambientaliste e politica. Dopo aver
vissuto in prima persona gli effetti dell'uragano Sandy nel 2012, ha realizzato l'installazione
"Literature of Storms" (in mostra "Chapter 2" e "Chapter 3", 2014). Levy ha individuato, su
riviste di interior design degli anni '20, alcune fotografie di stanze dall'arredamento modernista
- immagini che le ricordavano di quello che fu un ideale estetico della società israeliana - e le
ha animate proiettando su di esse acquazzoni, folate di vento e sciami di insetti. Attraverso un
serrato confronto tra spazi abitativi freddi e forze naturali in movimento l'artista ha voluto porre
in evidenza la visione miope di un mondo industrializzato che ha decimato le risorse del
pianeta. Le tempeste hanno una 'letteratura' che dovremmo rileggere al fine di riconsiderare lo
spazio dell'essere umano nella storia come imprescindibile da quello della natura. Debbie
Lawson (Dundee), di origine scozzese, reinterpreta interni domestici interconnessi con
elementi naturali. Le sue opere sono nuovi ibridi in cui differenti codici visivi coincidono: alla
mimesis della natura si sovrappone una "filosofia dell'arredamento" eclettica, inedita, dagli esiti
inaspettati. Secondo la teoria che già Edgar Allan Poe citava nel saggio "Philosophy of
Furniture" del 1840, l'atto dell'arredare una casa può essere inteso come la conquista di uno
spazio, direttamente connessa con l'esperienza del vivere del suo proprietario. L'uso del
tappeto persiano come texture delle sue sculture ed opere installative evoca storie fantastiche,
di luoghi lontani, esotici. Elementi d'arredo quotidiano si animano creando nuove realtà
abitative che accolgono la natura esterna. In mostra "Persian Stag", 2016, "Persian Bear",
2016 and "Fox and Ivy", 2013, significativi esempi della sua eccentrica abilità plasticoscultorea su base tessile. Le sculture-installazioni di Noa Pane (Roma, 1983) esplorano le
possibilità di espansione e costrizione della gomma e dell'aria in strutture predeterminate o in
spazi naturali e architettonici, con cui entrano in un dialogo straniante. L'indagine sui limiti dei
materiali e l'attenzione all'aspetto formale conduce l'artista ad una continua ricerca
dell'essenziale, in cui l'aria, materiale non materiale, diventa un elemento tanto impalpabile
quanto vitale: incamerando l'aria nella gomma l'artista modella la forma nello spazio e ne
osserva la reazione sotto tensione. In particolare in "Compression 3", 2016 la massa sembra
essere essa stessa generata dall'elemento naturale quasi a suggerirne l'appartenenza allo
stesso sistema e allo stesso tempo percepirla come responsabile della rottura di un equilibrio.
Nello spazio costretto la forza spinge e trasborda, incurante dei limiti posti. La ricerca di Anila
Rubiku (Durazzo) si fonda su un'approfondita analisi dello spazio come luogo relazionale e
sociale. L'artista, di origine albanese, affronta la dimensione interiore dell'individuo ed in
particolare la condizione della donna, il concetto di spazio domestico e l'idea del viaggio
concepito come mezzo di confronto e possibilità di conoscenza. Da Riccardo Costantini una
selezione della sua indagine più recente dal titolo "The Consequences of Love" (2016). Anila,
utilizzando tecniche differenti - disegno, incisione, scultura - concentra la sua ricerca sul
significato metaforico e ambivalente della catena e della maschera nelle relazioni amorose. La
catena intesa come vincolo costrittivo o stretto rapporto sentimentale e la maschera (in questo
caso colorata) concepita come imprevedibile spazio di libertà all'interno di una stessa
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costrizione. Orario da martedì a sabato 11-19.30; lunedì e domenica chiuso. Info:
011.8141099 - 348.6703677 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via Giolitti 51
"STREET VINYLS" ALLA SQUARE 23 ART GALLERY
Copertine di dischi come opere d'arte contemporanea: a volte realizzate ad hoc, come la
famosa banana adesiva di Andy Warhol per i Velvet Underground, altre volte scelte a
posteriori, come quando i Manic Street Preachers telefonarono a Jenny Saville per chiederle in
prestito una tela vista su un giornale. Rock, pop, soul, jazz, dance, punk, hip-hop, elettronica,
classica: un intero mondo discografico che realizza nella fruttuosa chimica fra musicisti e artisti
uno nuovo modello di creatività. La mostra, realizzata in collaborazione con Teatro Colosseo e
Xora, promette una esplorazione del mondo dei dischi d'autore con una raccolta che spazia
negli ultimi 30 anni di lavori artistici sulle copertine di vinili di grandi artisti e band cult, con
particolare attenzione al mondo della street art. Dai writers americani come Futura 2000 a
Rammellzee, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring sino ai più contemporanei Kaws, Space
Invader. Non mancheranno artwork originali di artisti come Kaws, i mosaici di Space Invader, i
lavori di JR, Dface, Blu, Borondo, Nychos, Faith47. Si potrà vedere per esempio un disco a
tiratura limitata realizzato a spray su carta dal misterioso Banksy per la band norvegese di
musica elettronica Röyksopp, o le opere fatte arrivare a Torino direttamente da Obey, alias di
Shepard Fairey, per l'occasione. Non solo mostra però: i collezionisti potranno vedere ed
acquistare dischi rari e copertine d'autore grazie alla lunga ricerca fatta da Xora per proporre
agli amanti della street art e non solo una chicca quasi irripetibile, capace di aprire nuovi
orizzonti per quello che riguarda l'arte urbana. E se la street art ha oggi costi spesso
inarrivabili la mostra sarà l'occasione di avere in casa un pezzo originale e un'opera preziosa e
con un importante coefficiente di rivalutazione. La Galleria Square23 consolida con questa
mostra la collaborazione con il Teatro Colosseo attraverso il progetto Xora. La street art, sulle
facciate del teatro di via Madama Cristina 71 - con le opere di Zedz, Peeta, Never Crew e
l'ultima di Bordalo Segundo, così come con le mostre in via San Massimo 45, porta Torino in
primo piano a livello internazionale. Orario: da lunedì a sabato 11-20 o su appuntamento. Info:
334.9980390 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 11:00
Torino
Via San Massimo 45
MANUELA MACCO ALLA FUSION ART GALLERY
"Black bag notes / 2010-2017", personale di Manuela Macco, a cura di Barbara Fragogna.
L'artista torinese che con la sua attuale pratica artistica lavora con la performance, il video, la
fotografia e l'installazione è anche curatrice insieme a Guido Salvini del progetto
tpa/torinoPERFORMANCEART. Le opere in mostra raccontano alcune tappe significative degli
ultimi sette anni di lavoro dell'artista. La mostra fa parte di COLLA la nuova piattaforma delle
gallerie torinesi e rientra nel circuito di NEsxT Independent Art Network. "Corpuscolo,
sostenuto, oscillante, immobilmente in moto, ostinato, vuoto, statico/morbido, fluido
paradosso, equilibrio, indefesso, assente": Manuela Macco si nega attraverso gesti attivi
minimi e austeri che si collocano ai margini dell'attenzione dello sguardo. Sia si tratti della più
consistente produzione performativa (video performance, performance) che di frammenti
estrapolati da flussi di attività intellettuale (foto, documenti, oggetti), il suo lavoro ci costringe a
focalizzare il pensiero oltre l'estetica dell'immagine di modo che l'apparente staticità visuale
apra in noi finestre inattese di percezione meditativa. Allora, ipnotizzati dal riflusso, dal
mormorio, dal gesto morbido, dobbiamo partecipare, magari ondulando (come l'acqua del
Rodano), senza nemmeno accorgerci in coscienza di esserne attori/protagonisti: risultiamo
automaticamente parte dell'opera. "Controcorrente, resistente, atto e passivo, concentrato
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puntiglio, serio cipiglio, limite povero, processo caparbio, schivo, ricerca necessaria ma
invisibile, situazione inepilogabile": l'artista non tenta di gratificarci in alcun modo, ci (e si)
mette volentieri a disagio, nega la narrazione, nega (spesso) il suo sguardo (ermeticamente),
nega l'ovvio e costruisce l'opportunità di intuire, attraverso pochi elementi
poveri/quotidiani/comuni, che c'è un immenso retroscena concettuale che è la base della sua
ricerca. La consapevolezza di sé come donna e artista è l'imprescindibile chiave di lettura del
suo lavoro. Questa consapevolezza è sensualmente palpabile come, attraverso l'intuizione, è
intelligibile un testo poetico. "Ciclo precario, fragile membra, al margine, inerme, nascosto,
modesto, schivo, lontano, schermato, chiuso/protetto, cartarmato, ripetitivo, estenuante,
resistente, fulgido, monotono, colpevole, consapevole": trovandosi letteralmente circondati
dalla serie di lavori tra i più rilevanti della sua carriera tra il 2010 e il 2017 siamo testimoni del
paradosso. Da un lato le singole opere ci coinvolgono discretamente nella sfera intima e
personale, il suo corpo, per quanto spersonalizzato da applicazioni e ri-vestimenti ci
avvicina/affabula anche grazie a una non perturbante staticità. D'altro lato il concerto di più
elementi allestiti nella sala ci circonda quasi a creare un senso di assedio/pericolo/sfida. La
negazione si impone. La modestia è ambigua. Intrappolandoci nella sua maglia oscillante di
carne sotto schermo, come un'Aracne contemporanea, c'imbozzola nel suo personale/politico.
Devo sapere chi sono (da dove vengo) se voglio sapere chi sono (dove sto andando). "Agito,
prestato, abusato, dimesso, visto, spiato, contraddetto, poetico, malinteso, meccanico automa
desiderante, impotente, schernito, mercificato, illuso, patetico, epico, stoico, travolto, stop!":
Manuela Macco parte dal concetto, la sua ricerca, le sue idee e i suoi studi sono il carburante
dell'azione che esplode in esperienza dove il corpo è il corpo è il corpo, dove la mente è
pensiero e dove il corpo sintetizza il pensiero della mente, nel modo più onesto e distillato
possibile. Nell'esplorazione, nella costruzione e nell'ostensione del Sé tutto è ridotto al minimo,
nelle video performance non ci sono prove o ripetizioni, né montaggi, né interventi di post
produzione, il lavoro è site specific e i suoni dell'ambiente circostante non sono mai pianificati.
Il lavoro è essenziale, ridotto alla sintesi, all'essenza, un nucleo denso e pesante carico di
azione compressa che esplode nel nostro cervello come una domanda fondamentale: "No, ma
io no, come posso essere me?" e a questa domanda, sempre a volerlo, l'artista risponde
incitandoci a cercare, esplorare, studiare, capire, chiedere, sapere, confrontare, osservare,
conoscere, onestamente, tutto ciò che ci dirà chi siamo (Barbara Fragogna). Manuela Macco
nasce a Biella nel 1970. Laureata in Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università di
Torino lavora come artista visiva, con la performance, il video, la fotografia e l'installazione.
Vive a Torino. Orario: da giovedì a sabato dalle 16 alle 19,30 o su appuntamento. Info:
349.3644287 - www.fusionartgallery.net - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Piazza Peyron 9/G
LUCA CASSINE DA MUTABILIS
"Origini", personale di Luca Cassine. In mostra 16 opere 40 x 40 cm a tecnica mista: ceramica,
carta di cotone, oro liquido. "Il progetto nasce dalla volontà di riportare in vita ricordi. Chi di noi
non ha mai avuto tra le proprie mani un piatto semplice, pulito, elegante, come quelli esposti e
non ha pensato a un lontano ricordo? Ricordo piacevole (piatto intero) o meno piacevole
(piatto rotto), ma che nel loro insieme costituiscono il nostro passato, dal quale proveniamo e
dal quale ci siamo formati. Siamo ciò che siamo. Metamorfosi di sensazioni, sensi, emozioni.
Dall'antichità ai giorni nostri la farfalla è simbolo di leggerezza e cambiamento. Queste sue
caratteristiche fanno riflettere sulla bellezza del battito d'ali regalando speranza a coloro che
saranno capaci di trovarla" (Luca Cassine). Luca Cassine è nato a Bra nel 1975. Nel gennaio
del 2013 ispirato dall'opera "In and Out of Love" di Damien Hirst, nasce "Metamorfosi" che da
allora non ha più smesso di evolvere. La farfalla diventa protagonista delle molteplici
trasformazioni, il fulcro su cui costruire il progetto. Ha esposto in varie sedi torinesi in diverse
collettive e personali: a Palazzo Madama, allo Spazio Mouv e a The Others; da Mutabilis Arte
nel 2013 ha esposto "Metamorfosi". Orario: da martedì a venerdì 15-19; sabato 10,30-13 e
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15-19. Info: 347.1304979 - [email protected] - www.mutabilisarte.com
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Via dei Mille 25/C
PHILIP GIORDANO DA CARACOL
"Philip Giordano Works", personale dell'illustratore italiano nato in un piccolo paesino della
Liguria da mamma filippina e padre svizzero. Si tratta della sua prima mostra in quella che è
stata per un periodo la sua città. Philip ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Brera e
l'Istituto Europeo di Design, a Milano, e un master in Tecniche d'Animazione a Torino,
attualmente vive in Giappone. I suoi libri illustrati sono stati tradotti in tutto il mondo, è da poco
uscito per Lapis Edizioni "Il pinguino che aveva freddo" e ha collaborato con riviste, musei,
fondazioni e case editrici di fama internazionale. Orario: dal martedì al sabato 10,30-19. Info:
011.531255 - www.caracolarte.it - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Saluzzo 23
"LE MERAVIGLIE DEL MONDO" AI MUSEI REALI
"Le meraviglie del mondo - Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia". La mostra presenta al
pubblico uno straordinario momento del collezionismo sabaudo: tra la fine del Cinquecento e
l'inizio del Seicento, il duca Carlo Emanuele I forma il primo ricchissimo nucleo delle raccolte di
pittura, scultura e oggetti preziosi che da subito godettero di grande fama internazionale. Il 30
agosto 1580 moriva il duca Emanuele Filiberto e saliva al trono Carlo Emanuele I detto Il
Grande, appena diciottenne, che regna per ben cinquant'anni, dal 1580 al 1630. Ambizioso,
colto, amante delle lettere, delle arti e delle scienze, il giovane duca - sulla scia delle scelte del
padre che era riuscito a riottenere i territori sabaudi e nel 1563 aveva trasferito la capitale
sabauda da Chambéry a Torino - si prodiga per un importante rinnovamento culturale ed
artistico della città. Eredita dal padre Emanuele Filiberto la visione strategica e l'attitudine
militare e dalla madre, Margherita di Valois, sorella di Francesco I di Francia, l'attenzione per
la cultura e il gusto del bello. La capitale sabauda doveva assumere una nuova immagine
puntando innanzitutto l'attenzione sulla zona di comando dove nel 1584 si ponevano le
fondamenta del nuovo Palazzo Ducale. Un favoloso patrimonio parzialmente giunto fino a noi
e ora custodito in gran parte tra i tesori dei Musei Reali di Torino, oggetti che ieri come oggi
trovano un profondo significato proprio nella unitarietà generale della raccolta, che tutta
insieme verrà esposta per la prima volta nella nuova ala dedicata alle mostre temporanee al
piano terreno della Galleria Sabauda e nei caveaux della Biblioteca Reale, con importanti
prestiti da parte di Musei e Istituti italiani e stranieri e riunendo anche prestigiose opere un
tempo facenti parte delle collezioni di Carlo Emanuele I, ma in seguito disperse e ora
conservate in vari Musei italiani e internazionali. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19.
Ingresso: intero 12 euro; ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni,
insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e
della Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe
ordinarie. Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima
della chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it. Martedì 7 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Pesci, uccelli,
fiori: le collezioni naturalistiche" con Giovanni Saccani e Pietro Passerin d'Entrèves. Martedì
14 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Il fascino dell'antico" con Gabriella Pantò e Anna Maria
Riccomini. Martedì 21 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Tra Genova e Torino. Orazio
Gentileschi e la fortuna del caravaggismo" con Annamaria Bava e Luca Leoncini.
fino al 02/04/2017
ore 09:00
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Torino
Piazzetta Reale 1
MOSTRA FOTOGRAFICA AL TEATRO CARIGNANO
"Il Teatro Carignano", fotografie di Paolo Mussat Sartor, Tiziano Rossano Mainieri, vincitore
del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2016, Pino Musi e Daniele Marzorati,
vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2015. Progetto di Agarttha Arte
a cura di Adele Re Rebaudengo.
fino al 02/04/2017
ore 12:30
Torino
Piazza Carignano 6
SILVIO COCCO ALLA MIRAFIORI GALERIE
Una nuova generazione abita il mondo: i "Sempre-Connessi". Sono loro che hanno ispirato
Silvio Cocco, art grafic designer, dandogli lo spunto per l'originale progetto creativo esposto
alla Mirafiori Galerie. "Contemporary Aristocracy | Constantly Connected" - realizzata in
collaborazione con SKART, free press & web magazine specializzato in arte moderna,
contemporanea e design - è una galleria di modernissimi ritratti digitali, ironici, divertiti e
divertenti, esposti vicino a piccole ed evocative riproduzioni di ritratti di secoli passati. "L'idea
mi è venuta qualche tempo fa, mentre, a Hong Kong, ero in metropolitana - spiega Silvio
Cocco - Osservavo le persone intorno a me. Nessuno mi guardava come io guardavo gli altri.
In effetti, nessuno guardava proprio nessuno, tutti concentrati sulle loro connessioni mobili. E
quando lo sguardo si alzava, era più che altro una scorsa distante, distaccata, sfocata, rivolta
a una minima parte di realtà e durava solo per pochi attimi, per poi riaffondare nel magnete del
web. Mi sono ricordato così dei ritratti che l'aristocrazia europea ha lasciato in testimonianza di
sé, ho ripensato alla curiosa sensazione che restituiscono quelle espressioni che risultano
sconcertate, miopi, sciocche, talvolta strabiche. Perlomeno a una superficiale sensibilità
contemporanea. Indicano, invece, con chiarezza, il distacco dalla realtà che l'aristocrazia ha
sempre portato come vanto. La lontananza dalle altre classi e dagli obblighi del lavoro. La
sognante esclusività. Per certi versi, la generazione dei Sempre-Connessi mi riporta a tutto
ciò: il senso del distacco, la lontananza dal contingente pratico e la valutazione della realtà
attraverso masse di informazioni digitali". Costruire ritratti digitali e associarli con ironia a quelli
dei secoli passati è stato, quindi, il lavoro divertito di Silvio Cocco da cui sono nate le 20 opere
esposte in galleria. Orario: dal lunedì al venerdì 9-20; sabato 9-19,30; domenica 9,30-13 e
15-19,30. Info: https://www.facebook.com/MirafioriMV/
fino al 02/04/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Cattaneo
GREG GONG ALLA LUCE GALLERY
Seconda personale di Greg Gong alla Luce Gallery. L'artista californiano nelle sue opere pare
reiterare un esercizio che passa attraverso l'uso della ripetizione del disegno, del cerchio e di
linee rette, nel contrasto tra la rappresentazione orizzontale e verticale. I colori sono
istintivamente riferiti a quelli primari, che l'artista mischia sapientemente per arrivare a tinte
raramente usate in una composizione che non nasconde velature e trasparenze.
L'immaginario appare come sfocato richiamo alla natura del movimento. Alcuni dipinti
contengono la struttura del disegno in colori vibranti e non controllati in cui l'evoluzione
artistica continua e ridefinisce la propria rappresentazione quasi a non arrivare mai alla fine.
Questo continuo ripetersi di strati di pittura sono scelte ed indecisioni che influenzano l'artista,
come la vita di ogni giorno, fatta di impercettibili ma significative deviazioni che formano il
nostro destino. Nei colori di Gong non c'è contaminazione della sua franchezza, semmai
troviamo esperienza e dolore, ma alla fine ogni strada e buona perché abile a ricordarci che
nulla è veramente soddisfacente, anche quando la scelta è fatta ed il dipinto è terminato, è
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possibile trovare un altro punto, dubbio o progetto. Greg Gong vive e lavora a Los Angeles.
Nel 2014 ha esposto la sua prima mostra personale in Italia alla Luce Gallery. Nello stesso
anno ha anche esposto in una doppia mostra alla Shane Campbell Gallery di Chicago. Il suo
lavoro è anche stato esposto in una collettiva al Museo di Capodimonte, Napoli. Orario: dal
martedì al sabato 15.30-19.30. Info: 011.8141011 - [email protected] www.lucegallery.com. Prorogata fino al 4 febbraio.
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Corso San Maurizio 25
UGO RICCIARDI ALLA BURNING GIRAFFE ART GALLERY
"Nightscapes - Luci e ombre dello spirito", mostra fotografica di Ugo Ricciardi. Dopo la
collettiva "Do You Like Flowers?", il fotografo torinese Ugo Ricciardi torna ad esporre alla
Burning Giraffe Art Gallery sotto la guida del curatore della galleria ?Andrea Rodi. Fotografo
professionista nella moda e nella pubblicità, docente di ritratto, Ugo Ricciardi ha ripreso la
produzione di progetti personali, affrontando principalmente i temi della caducità dell'esistenza
e della trasformazione. Le immagini in bianco e nero declinano su paesaggi notturni, un
genere nuovo per l'artista. Un anno di lavoro, misurato con le fasi della luna e reso possibile
anche grazie alla collaborazione di Daniele Vergaro, amico e collega. Durante il giorno il
fotografo sceglie le inquadrature e i soggetti, mentre la notte ritorna ad immortalarli in una luce
completamente diversa, artificiale, ma perfettamente in equilibrio con la propria visione. "?Non
è sufficiente trovarsi in un bel posto, attendere la luce giusta e trovare un'inquadratura
adeguata", afferma Ugo. "?Io devo poterlo toccare quel luogo, devo potermi immergere in esso
e tirare fuori la sensazione che quel posto mi trasmette e, ancor più importante, devo mostrare
questo contatto". Infatti, nella penombra della luna gli alberi si animano di una nuova vita
prendendo contorni diversi, sfuggevoli, mentre il resto è ammantato dalle tenebre. Così
l'autore trasforma luoghi familiari in visioni magiche, che accompagnano lo spettatore in un
percorso spirituale fatto di luci e ombre. Solo così il fotografo può concepire un paesaggio:
come una visione estremamente soggettiva che, in un modo o nell'altro, deve diventare reale.
Orario: dal martedì al sabato 14,30-19,30 o su appuntamento. Info: 011.5832745 347.7975704 - www.bugartgallery.com - [email protected]
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Bava 8/A
"LA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO" ALLA GALLERIA ACCADEMIA
Mostra del gruppo romano di Piazza del Popolo, al quale aderirono Franco Angeli, Tano
Festa, Giosetta Fioroni e Mario Schifano. La mostra, curata da Luca e Francesca Barsi,
attraverso venti opere selezionate e non seriali, si propone di rievocare il clima della fervente
scena artistica romana degli anni ?60. Nella Roma di quegli anni, spicca, tra le altre, la figura
di Plinio De Martiis, fondatore della Galleria La Tartaruga di Via del Babuino: La Tartaruga fu
fucina di idee e punto focale di cultura per tutti gli Anni '50 e '60, la prima a portare a Roma le
avanguardie americane. Trasferitasi nel 1963 in Piazza del Popolo, divenne presto punto di
riferimento e di incontro di quel gruppo di giovani artisti chiamato Scuola di Piazza del Popolo.
Tra il 1960 e il 1963 personalità come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta
Fioroni, e ancora poeti e menti aperte all'innovazione cominciano a riunirsi in Piazza del
Popolo. È qui che le esperienze degli artisti romani si fondono con quelle dei personaggi ben
descritti da Fellini nella Dolce Vita. Un clima in ebollizione dove convergevano teatro,
performance, cinema, fotografia, letteratura e poesia, in favore di una innovazione dei
linguaggi di comunicazione e di una contaminazione fra discipline diverse. Dalle celebri
"Finestre" di Tano Festa alla geniale intuizione dei "Paesaggi anemici" di Mario Schifano. Dalle
bellissime terrecotte di Giosetta Fioroni alle tele, cariche di simboli, segno di avversione alle
ideologie e al capitalismo di Franco Angeli. Il tratto distintivo della pittura di questi artisti è
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proprio la scelta di rappresentare motivi presi dall'immaginario comune, e la creazione di un
nuovo codice espressivo che non ha nulla a che fare con l'ordinaria rappresentazione del reale
a fini estetici o provocatori. Gli oggetti presi in prestito dalla strada, dai cartelloni pubblicitari,
dai mezzi di comunicazione di massa, dalla politica, dalla moda, dalla civiltà dei consumi,
entrano nelle tele di Schifano, Angeli, Festa. Orario: 10,30-12,30 e 16,30-19,30; lunedì e festivi
chiuso. Info: 011.885408 - [email protected]. Prorogata fino all'8 aprile.
fino al 08/04/2017
ore 10:30
Torino
Via Accademia Albertina 3/E
CARMAGNOLA - "IL TEMPO E LA MEMORIA" A PALAZZO LOMELLINI
"Il tempo e la memoria", mostra a cura di Silvana Nota, comprendente lavori di Mariella
Bogliacino, Maria Erovereti, Fernando Montà e Rosa Sorda. "Il progetto della mostra,
caratterizzato da una forte valenza di ricerca poetico-gestuale riunisce quattro artisti di
rilevante cifra culturale. Affini e al contempo diversi dialogano, seguendo il filo della
dimensione legata al tempo e alla memoria, individuando in essa il substrato originario
indispensabile alla contemporaneità e alla germinazione del futuro. Il percorso si snoda
attraverso quattro isole monografiche per ciascun artista impegnato nell'elaborazione della
propria versione del tema, a cui si aggiunge uno spazio comune, sezione introduttiva per
evidenziare quanto il gesto artistico sia in grado oggi di nutrirsi di passato lasciandolo
riaffiorare senza vincoli nè schemi, come energia viva generatrice di inaspettate opportunità di
conoscenza" (Silvana Nota). Orario: giovedì, venerdì e sabato 15-18; domenica 10-12 e 15-18.
Ingresso libero. Info: 011.9724238 - www.comune.carmagnola.to.it www.palazzolomellini.com
fino al 09/04/2017
ore 18:30
Carmagnola (TO)
Piazza Sant'Agostino 17
PINEROLO - KURT MAIR ALLA GALLERIA LOSANO
"Vividi Sguardi", personale dell'artista tedesco Kurt Mair. La mostra è un omaggio ai temi
ricorrenti intorno ai quali Kurt Mair costruisce la propria visione, una selezione di oli e incisioni
in cui si percepisce la fascinazione per le tematiche rinascimentali e i suoi principali artefici,
lavori recenti di assoluta raffinatezza, "ricordi di luce che accarezzano di tenerezza nuda, dalla
quale affiora l'anima di chi come lui, prima di lui, li ha catturati e amati, fino a conferire loro il
senso di eternità". Orario: feriali 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info:
0121.74059 - [email protected]
fino al 09/04/2017
ore 17:00
Pinerolo (TO)
Via Savoia 33
LIBERO GRECO ALLA FONDAZ. GIORGIO AMENDOLA
Personale di Libero Greco, dedicata al tema della politica. Una raccolta di sensazioni filtrate
attraverso notizie che pervengono dai comuni mezzi d'informazione, vuole essere un
rendiconto del disagio che viene comunemente percepito a causa del malfunzionamento della
macchina dello stato, del governo e della sua politica. Libero Greco vuole dare il suo
contributo, utilizzando pennelli, colori, sensazioni e idee che possano graffiare la coltre
marcescente di un sistema che necessita cure. L'artista lo fa a modo suo, lanciando un
personalissimo urlo. Orario: dal lunedì al venerdì 9,30-12,30 e 15,30-19,30; sabato su
appuntamento. Info: www.fondazioneamendola.it - [email protected] 011.2482970 - 348.5308603
fino al 09/04/2017
ore 17:30
TORINOSETTE
170/263
Torino
Via Tollegno 52
HORIKI KATSUTOMI DA RAFFAELLA DE CHIRICO
"Anatomia dell'inquietudine", personale di Horiki Katsutomi. Saccheggiando la sintassi dei due
capolavori di Bruce Chatwin e Fernando Pessoa, nasce il titolo della mostra personale
dell'artista giapponese Horiki Katsutomi (Tokio, 1929), con lavori del ciclo di opere dedicato ad
Ulisse e all'Odissea. Naturale pensare al mitico personaggio oggetto della ricerca artistica di
Horiki, nell'interpretazione dantesca per esempio, esplicitata attraverso una sete di
conoscenza sfrenata, il viaggio come metafora di conoscenza e superamento del sé,
dimensione avventurosa e conturbante. L'esilio foscoliano. L'irrequietezza di Bruce Chatwin,
sulla strada. L'inquietudine di Fernando Pessoa (alias Bernardo Soares), quella della vita
quotidiana. Ma ai nostri giorni questi temi hanno assunto connotazioni ben diverse e ne sono
diventati lo specchio di migrazioni ed esili ben diversi da quelli danteschi e foscoliani.
L'espulsione (o auto-espulsione) è dai regimi dittatoriali, tra i più conosciuti quello cinese di Ai
Weiwei; il mare non è più solo metafora di conoscenza così come non lo è la barca che lo
attraversa. Lo straniero sulla spiaggia evoca quello di Camus, ma non si limita ad una
speculazione intellettuale. Ed è per questo che il lavoro di Katsutomi è il risultato di una
narrazione infinita e atemporale m anche concreta e contemporanea. È un esule, dal
Giappone che lascia nel 1969 per arrivare in Europa. Come scrive Gaspare Luigi Marcone: "In
realtà è la figura dell'artista in senso assoluto a diventare Ulisse, personaggio che vive per la
conoscenza. Il maestro nipponico ha dipinto molte varianti di Ulisse con colori e formati diversi,
ma con una costante simbolica: l'eroe si trasforma nello strumento del suo viaggio. Nella parte
alta della tela appare una larga striscia pulviscolare, quasi una cometa che viaggia nel cosmo,
una striscia che simboleggia la chiglia di una nave. Una striscia "astratta", nell'etimologia latina
del termine (abstraho, "prelevo", "estraggo"), che sintetizza l'oggetto fisico, la nave, con un
gesto pittorico essenziale". O ancora, Katsutomi si avvicina alla contemporaneità nipponica di
Murakami Haruki; come per L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, romanzo
in cui il protagonista deve scoprire chi è veramente Tazaki Tsukuru ed il pellegrinaggio è verso
la sua città natale (quindi un ritorno), ma soprattutto in cerca di spiegazioni agli enigmi non
risolti nella sua vita. Le tele di Horiki dedicate all'eroe omerico sono di diversi colori e
dimensioni ed è una pittura che fluisce, delicata ma con l'incedere deciso del samurai. In una
selezione di carte degli anni '70, Katsutomi utilizza carta e inchiostro per creare delle false
impronte digitali; non desidera burlarsi di Piero Manzoni ma mettere in discussione l'idea
stessa di identità e di memoria. La mostra si compone di una decina di lavori su tela ed alcune
carte realizzate negli anni '70; l'esposizione dei lavori su carta sarà anche l'occasione per
aprire al pubblico un nuovo spazio della galleria De Chirico, sempre nell'interno cortile di via
della Rocca 19 che (ad eccezione della mostra di Katsutomi) sarà la project room dedicata ad
artisti emergenti. Orario: da martedì a sabato dalle 15 alle 19. Info:
www.dechiricogalleriadarte.com - [email protected] - 011.835387 - 392.8972581
fino al 15/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Giolitti 52
COSIMO VENEZIANO AL MUSEO ETTORE FICO
"Petrolio", personale di osimo Veneziano, nato a Moncalieri, ma che vive e opera a Leeds
(Regno Unito). La mostra si snoda in due sedi: al MEF e alla Galleria Alberto Peola, con le tele
"Giorni di un futuro passato" e le sculture "Membrana". Nelle sale museali di via Cigna,
Veneziano presenta lavori, accompagnati da un testo di Elena Forin, che esprimono la sua
indagine intorno al patrimonio sociale, urbano e architettonico, con particolare riferimento ai
monumenti pubblici. E si notano il marmo "Crash", le serigrafie e i disegni su feltro industriale
"Petrolio" e "The Monument". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19;
la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (over 65,
insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26 anni e gruppi di
TORINOSETTE
171/263
minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati, persone con
disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card. Info:
011.853065 - www.museofico.it
fino al 16/04/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
INCISORI OLANDESI DEL SEICENTO IN GALLERIA SABAUDA
I Musei Reali di Torino posseggono una ricca collezione di opere appartenenti al cosiddetto
"Secolo d'oro olandese": un periodo particolare - seguito al distacco dalle province fiamminghe
dominate dalla Spagna - durante il quale quella piccola terra strappata al mare, corrispondente
a parte degli attuali Paesi Bassi, divenne il centro nevralgico dei commerci, delle scienze e
delle arti di tutta Europa. Per valorizzare il patrimonio a sua disposizione, i Musei Reali
organizzano la mostra "L'occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento". La mostra presenta 32
fogli tratti dalla collezione della Galleria Sabauda, che documentano alcuni tra i generi più
diffusi all'epoca, dalle vedute d'insieme alle raffigurazioni di scene di vita e animali. La prima
sezione della mostra si concentra sul tema del paesaggio, inteso come rappresentazione
fedele della realtà, senza commistioni con soggetti narrativi derivati dalla religione, dal mito o
dalla storia. Tra i lavori esposti spiccano alcune splendide vedute di Rembrandt, come "La
capanna e il grande albero" (1645), "Veduta di Amsterdam" (1640 c.) e "Paesaggio con
capanna e fienile" (1641), ma anche una serie d'incisioni di Ruisdael, il cui sguardo si posa
principalmente sulle nuvole e sugli alberi, realizzati con minuziosi dettagli. Le scene di vita
ritratte da Adriaen van Ostade (1610-1685) costituiscono la seconda tappa del percorso
espositivo: le sue incisioni ritraggono uomini impegnati in piccole azioni quotidiane tra case e
taverne, che testimoniano le abitudini e i costumi dell'epoca. Le rimanenti sezioni sono
dedicate al mondo agreste: la terza presenta tre incisioni di Paulus Potter risalenti alla prima
metà del secolo, nelle quali l'artista - morto a soli 29 anni - si concentra sulla raffigurazione di
mucche e tori, che restituiscono un'atmosfera sognante e sospesa; la quarta comprende lavori
di Nicolaes Berchem, Dirk Stoop, Pieter Van Laer e Karel Du Jardin. Orario: dal martedì alla
domenica, dalle 9 alle 19 (la biglietteria di piazzetta Reale 1 chiude sempre un'ora prima). Il
biglietto d'ingresso (intero 12 euro; ridotto 6 euro) consente la visita all'intero complesso dei
Musei Reali, che comprende Palazzo Reale, l'Armeria Reale, la Galleria Sabauda e il Museo
Archeologico. Info: 011.5220421 - www.museireali.beniculturali.it. Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Piazzetta Reale 1
FEDERICO COLLINO AL MUSEO DELLA MONTAGNA
A Federico Collino (Pinerolo, 1869 - Torino 1942), musicista compositore, esecutore e
direttore d'orchestra, ma anche valente pittore, il Museomontagna, in collaborazione con la
Società Storica delle Valli di Lanzo, dedica la mostra antologica "Federico Collino tra musica e
pittura. Dal Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù". In mostra, coordinata da
Laura Gallo e realizzata da Marco Ribetti, sono esposte circa 60 opere di vario formato per lo
più dedicate ai paesaggi delle Valli di Lanzo, scelte per l'occasione all'interno di un corpus di
trecento tra disegni, pastelli e olii, realizzati da Collino a partire dal 1896. L'esposizione,
promossa dalla famiglia, rende omaggio a un artista pressoché sconosciuto, sia come
musicista sia come pittore e completa un lavoro di studio, recupero e valorizzazione in parte
già avviato dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino nel 2005 per quanto riguarda la sua
produzione musicale. Federico Collino si diploma al Liceo Musicale nel 1891 e nello stesso
anno viene assunto dallo stesso Liceo come Maestro di oboe e fagotto. Dal 1892 inizia a
rappresentare alcune sue composizioni a partire dal Circolo degli Artisti di Torino. Suona come
primo oboe e corno inglese al teatro Regio e al teatro Carignano; dirige al teatro Vittorio
Emanuele come Maestro sostituto per la stagione autunnale 1895. Parallelamente, coltiva la
TORINOSETTE
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passione per la pittura. Nel tempo libero, soprattutto durante le vacanze a Usseglio, avvia una
produzione come pittore en plein air, inserendosi nel filone del nuovo interesse per il
paesaggio maturato nella seconda metà dell'Ottocento dai pittori torinesi dell'Accademia
Albertina di Belle Arti e dai soci del Circolo degli Artisti, attratti dagli scenari montani, e in
particolare dalle Valli di Lanzo, tra cui si possono ricordare Cesare Ferro Milone, Giovanni
Guarlotti, Giovanni Piumati e Alessandro Poma. D'altra parte fra Otto e Novecento queste
vallate vivono una stagione irrepetibile quali luoghi di villeggiatura, frequentati anche da
presenze illustri, come la regina Margherita di Savoia, Benedetto Croce, Guglielmo Marconi,
Guido Gozzano, Annie Vivanti, Eleonora Duse, che gira a Balme il film Cenere, mentre
Giovanni Pastrone, il regista del kolossal Cabiria, soggiorna a Ricchiardi di Groscavallo. Il
primo schizzo dal vero di Collino, opera ispirata al greto d'un fiume le cui sponde sono
fiancheggiate da un filare di alberi, porta la data del 1896. Seguono numerose tavolette, non
riconducibili a una data certa, che coprono l'intero arco della vita dell'artista. Collino ritrae
soprattutto il paesaggio montano: borgate (Interno di borgata Pianetto), torrenti, laghi
(Malciaussia), ghiacciai, pascoli alpini, piloni votivi (Pilone votivo al Cortevizio), scene di vita
quotidiana (Nel prato; Usseglio, prima della processione); ma anche affetti famigliari (Ritratto
di Tilde), nature morte con fiori e frutti. Nei suoi spostamenti tra Torino e le Valli di Lanzo il
pittore raffigura vedute delle campagne del fondovalle: da Baracca nella neve, fino agli scorci
della periferia torinese con le sue fabbriche di inizio Novecento (Torino, periferia). Non
mancano angoli di Torino, come il giardino della sua abitazione di corso Ferrucci, e il raffinato
pastello con un notturno di Piazza San Carlo percorsa da un'automobile con i fari accesi e le
sfavillanti luci dei portici che illuminano la notte. Federico Collino frequenta il Circolo degli
Artisti per tutta la vita, ne è animatore, socio dal 1913, membro del consiglio direttivo e figura
di spicco dal 1892 quando viene incaricato di musicare l'opera Donna Fabia. Anche se la
documentazione dei rapporti fra Collino e il Circolo è riconducibile soprattutto alla sua attività
di musicista, è proprio qui che emerge il suo interesse pittorico. La frequentazione conviviale
dei pittori soci e i loro amichevoli consigli hanno sicuramente favorito l'evoluzione e la piena
maturazione della sua tecnica, al punto da incoraggiarlo a esporre i suoi dipinti a Palazzo
Graneri nelle esposizioni sociali degli anni 1919, 1921, 1924, 1928. La mostra è
accompagnata dal volume: Federico Collino tra musica e pittura (1869-1942). Dal
Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù, a cura di Gian Giorgio Massara; testi di
Marco Albera, Manlio Collino, Marco Leo, Gian Giorgio Massara, Anna Nelayeva. Edito dalla
Società Storica delle Valli di Lanzo, 240 pagine, 334 illustrazioni. Come consuetudine sarà
disponibile il "giornale di mostra" - nel formato di un piccolo quotidiano - che verrà offerto
gratuitamente al pubblico durante il periodo dell'esposizione. Al suo interno si potranno trovare
immagini e testi dei curatori, utili ad approfondire l'argomento. Orario: da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7 euro; soci CAI 6,00 euro;
promozionale 1 euro. Info: 011.6604104 - [email protected] www.museomontagna.org. Giovedì 23 febbraio alle 18 concerto delle violiniste Alessandra
Génot ed Anna Castellani, del soprano Serena Rubini e del pianista Massimiliano Génot. Il
musicista-pittore sarà rappresentato da opere per pianoforte di carattere brillante e
carnevalesco come il "Valzer della Val Sopata", e da brani più intimistici come Notturno per
due violini e pianoforte. Sarà riproposta la lirica "Sogno", su una poesia di Ada Negri ed estratti
dell'opera "Donna Fabia", eseguita originariamente per il Circolo degli Artisti. Ingresso gratuito;
per l'occasione il Museo e la mostra resteranno aperti per tutta la durata del concerto.
fino al 17/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazzale Monte dei Cappuccini
"PASSARE IL SEGNO" ALLA PINACOTECA ALBERTINA
"Passare il segno. Studenti e artisti dalla scuola di grafica d'arte dell'Accademia Albertina",
mostra a cura di Franco Fanelli con la collaborazione di Daniele Gay. Una settantina di opere
compongono una mostra che ha la sua origine nel Corso di Tecniche dell'Incisione - Grafica
d'Arte dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ne sono autori ex studenti, molti dei
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quali oggi affermati artisti, formatisi nei laboratori della Scuola di Grafica, le cui profonde
tradizioni e l'attuale vitalità le conferiscono un prestigio riconosciuto in ambito nazionale e
internazionale. "L'espressione grafica d'arte abbinata a tecniche dell'incisione", scrive il
curatore Franco Fanelli, docente del Corso, "ribadisce implicitamente la conservazione di un
sapere come base su cui impostare lo sviluppo e l'innovazione; la futuribilità, in sostanza, di
una scuola, di un metodo e di una disciplina. Contemporaneamente, la doppia definizione
amplia dichiaratamente il campo delle opportunità di ricerca e dei linguaggi, laddove le
tecniche tradizionali (calcografia, xilografia, litografia, serigrafia) si sviluppano in altre direzioni,
ma ancora in base ai principi fondamentali della grafica d'arte: segno, riproducibilità,
modularità. Qui sta la ragione del titolo di questa mostra: "Passare il segno" per osare, osare
per conoscere, conoscere per creare. Ed è la ragione per cui il visitatore vedrà, insieme a molti
fogli di grafica tradizionale, opere basate su più recenti procedimenti legati alla stampa; e
s'imbatterà in libri d'artista, fotografie, sculture, installazioni, video e dipinti". Tre le sezioni.
"Nella scuola", raccoglie una quarantina di opere grafiche spazianti dalle tecniche tradizionali
della calcografia (acquaforte, acquatinta, puntasecca, mezzotinto) alle tecniche di
fotoincisione: è una panoramica sugli ultimi trent'anni di attività nei laboratori di tecniche
dell'incisione dell'Accademia Albertina di Belle Arti, sede operativa ma anche "luogo
dell'anima", nel quale la conservazione di un sapere è continuamente abbinata alla
sperimentazione e all'innovazione dei linguaggi. La sezione "Altri segni" riunisce gli esiti
professionali di alcuni ex studenti (Stefano Marvulli e Stefano Farci) che dalla grafica
tradizionale si sono spostati verso il digitale o verso la relazione con l'immagine in movimento,
sino alla cinematografia. Qui trovano posto le opere su carta di Stefano Allisiardi, artista che
ha mosso i primi passi nella scuola in un ambito prossimo all'illustrazione. È altresì
documentata l'attuale o quanto meno una recente fase di ricerca di ex studenti che hanno
mantenuto, come artisti, rapporti stretti con lo specifico della grafica, come Beatrice Piva,
Simone Pizzinga, Anna Guazzotti, Paolo Venice e Valentina Biga. La terza sezione, "Oltre il
segno", è infine una sorta di "mostra nella mostra", composta da artisti oggi affermati e altri
nella loro prima maturità. Si tratta di Botto & Bruno e Francesco Barocco, che hanno lavorato
in dialogo con le opere della Pinacoteca Albertina, Laura Pugno, che traspone l'incisione in
ambito installativo, Manuele Cerutti, Cornelia Badelita, che "disegna" utilizzando timbri, Nadir
Valente, Fatma Bucak e i più giovani Macchieraldo e Palasciano, Anna Canale, Aurora Paolillo
e Chiara Pigoni. Orario: tutti i giorni, a esclusione del mercoledì, dalle 10 alle 18. Ultimo
ingresso alle 17,30. Ingresso: intero 5 euro; ridotto (dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai
26 anni, possessori biglietto City Sightseeing, possessori biglietto Fondazione Accorsi Ometto, possessori tessera AIACE, possessori tessera Slow Food, gruppi minimo 15 persone;
gratuito per possessori abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Card) 2,50
euro. Info 011.0897370 - [email protected] - www.pinacotecalbertina.it.
Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Accademia Albertina 8
"TO REPEL GHOSTS" DA GUIDO COSTA PROJECTS
"To Repel Ghosts", terzo capitolo del ciclo dedicato da Guido Costa Projects all'Immateriale. In
mostra documenti e opere di: John Beattie, Richard Boursnell, Eduard Isidore Buguet, Craig
and George Falconer, Paul Fleury, Chiara Fumai, William Hope, Frederick Hudson, Enrico
Imoda, F.M.Parker, Turi Rapisarda e Simona Galeotti, Fulvio Rendhell, Gustavo Rol, William
Shew, Eugene Thiebault. Orario: dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011.8154113 www.guidocostaprojects.com - [email protected]
fino al 21/04/2017
ore 17:00
Torino
Via Mazzini 24
TORINOSETTE
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JEAN-PIERRE VELLY ALLO SPAZIO DON CHISCIOTTE
"Incisioni di Jean-Pierre Velly. Un point c'est tout", retrospettiva a cura di Vincenzo Gatti,
organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes. La mostra antologica prende il titolo da un lavoro
di Velly del 1978 per sottolineare l'elemento distintivo delle sue opere: all'artista bastano un
punto o un tratto inciso con il bulino per avviare sulla lastra la creazione di un mondo, ora
composto da morbidi nudi femminili, altre volte affollato di resti di urbani naufragi, ora colmo di
allucinate sarabande. Non si tratta solamente di un giusto omaggio a uno tra i più rilevanti
esponenti dell'arte calcografica del secondo Novecento, spiega il curatore Vincenzo Gatti, ma
anche della testimonianza di un comune destino che aveva legato Mario Lattes, a cui la
Fondazione è dedicata, e l'artista francese. La galleria romana Don Chisciotte, inaugurata con
una personale di Lettes nel 1962 e di cui lo spazio torinese ha raccolto l'eredità, sarà punto di
riferimento costante per ambedue e il rapporto con il direttore Giuliano de Marsanich diventerà
fondamentale per la carriera di Velly. I fogli esposti a Torino, una trentina circa, provengono
dalla collezione Lattes e ben testimoniano dell'apprezzamento, della stima e anche della
comunanza di ideali ritrovati nelle opere dell'incisore: in prevalenza bulini anche di grande
formato, costituiscono una vera antologia dell'appassionato lavoro dell'incisore, a partire dagli
anni Sessanta, con fogli come "Trinità dei Monti" del 1968, fino a giungere alle ultime opere
prima della scomparsa come, ad esempio, "Fleurs d'Hiver" del 1989 nella quale l'uso della
tecnica della maniera nera testimonia del prevalente interesse pittorico manifestato dall'artista
in quegli anni. Velly, illustra Vincenzo Gatti, usa magistralmente il segno fatale e crudele del
bulino per costruire un'immagine del mondo sospesa fra tradizione, critica della modernità e
dedizione totale all'arte. La limpidezza della traccia sostiene e accentua le accumulazioni più
disperate: sono visioni cosmiche e apocalittiche costruite con una tecnica antica tanto
intimamente vissuta da sciogliersi e sublimarsi nel sogno. L'artista non nasconde l'ascendenza
nordica delle sue fantasie e dei suoi fantasmi, da Dürer a Seghers ad Altdorfer, fino a
giungere, in coerenza al suo stesso ideale di vita, al romanticismo più acceso di Friedrich e di
Carus, più evidente quando verso gli anni Ottanta si dedicherà quasi esclusivamente alla
pittura. Lontano dagli ambienti mondani, da un mondo superficiale e distratto, lavora chiuso
nel suo ambiente quasi come una crisalide, in tensione continua verso l'essenza delle cose e il
loro significato, oltre le apparenze, che pur lucidamente definite, finiscono tuttavia per
disgregarsi in una gloriosa e sofferta totalità. Come lo stesso Velly dichiarava a proposito della
sua dedizione al disegno e all'incisione: "... la visione in bianco e nero è un fatto mentale, non
esiste in natura, e nel bianco e nero si scatena tutta la mia ansia e sete di libertà espressiva,
senza inseguire le mode senza voler essere contemporaneo in tutti i modi...". Orario: da
martedì a sabato 10,30-12,30 e 15-19. Info: 011.19771755 - [email protected]
fino al 22/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 37
SALVO ALLA GALLERIA IN ARCO
"Salvo, la strada di casa", a cura di Luca Beatrice. "Il 12 settembre 2015 Salvo è vuoto
incolmabile nell'arte italiana e di Torino, la sua città d'adozione. Inutile sottolineare ancora una
volta la storia di un intellettuale -questo il termine che meglio gli si addice, non solo pittore
approdato ai colori dopo una significativa militanza concettuale- autodidatta spinto da una
curiosità vorace, certamente uno degli uomini più colti che ho mai incontrato. Per Salvo essere
artista voleva dire stare in bilico tra il ragionamento teorico e l'esercizio erudito, il coup de
theatre e le esigenze del mercato, la soluzione improbabile e il mestiere collaudato. Con lui
mai un momento di noia, la sensazione di ripetersi, l'autocompiacimento di fronte a un
mestiere sì bello ma in fondo pur sempre un lavoro, più quotidiano che eroico. Potrei
sottolineare i tanti incontri, le cene, i viaggi, tutto sempre condito da uno spirito di avventura
leggero e ironico. Farei però torto all'artista, immenso, raffinatissimo, mai banale. Una fortuna
averlo incontrato, conosciuto, lavorato, un po' perso con rammarico negli ultimi tempi. Salvo ha
rappresentato una delle più autentiche ragioni che mi hanno spinto ad approfondire questo
mestiere. Eppure raramente abbiamo parlato di pittura: molto più di libri, film, curiosità, calcio
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anche. Di fronte a un suo quadro era sufficiente guardare. E lasciarsi andare. A dieci anni
esatti dalla retrospettiva che gli dedicò la GAM di Torino, una "medaglia" che Salvo accettò
con il suo solito pudore e la sua proverbiale riservatezza, la Galleria In Arco ripropone un
percorso esaustivo e completo nella pittura dell'artista siciliano, che era nato a Leonforte nel
1947, offrendo una sorta di "best of" di una carriera davvero importante, a partire dagli anni
Settanta, quando si consumò il definitivo passaggio da quello che Renato Barilli aveva
chiamato il concettuale differente al dipingere, fino ai tempi più recenti, in cui Salvo prosegue
nella sua esplorazione inesausta della pittura di genere, tra paesaggio, natura morta, scena
d'interno, inserendo raramente alcuni personaggi e figure. Una sfida soprattutto con se stesso,
nella ripetizione mnemonica, mai appuntata, di quegli elementi che servono nella costruzione
di un quadro al fine di raggiungere la perfezione, come in un'inquadratura cinematografica. Ho
voluto prelevare, per questa mostra, il titolo di un suo quadro: La strada di casa. Perché
tornare a scrivere di Salvo oggi per me significa davvero ritornare in uno dei luoghi per me più
cari e importanti nella mia attività di critico. La Galleria In Arco di piazza Vittorio Veneto, che
proprio nel 1990 aprì la nuova e definitiva sede con una sua spettacolare e rarissima mostra,
Interni con funzione straordinaria, un unico soggetto ripetuto tante volte su variazioni minime,
a ribadire se ce ne fosse ancora bisogno che la pittura è prima di tutto risultato del pensiero,
della teoria e dell'intelligenza. Sempre rispondendo a un invito di Sergio Bertaccini, mi sono
poi ritrovato a scrivere per Là, metà anni Novanta, uno dei testi a cui sono più affezionato
perché Salvo mi consentì l'utilizzo di una lingua sperimentale dove il linguaggio critico era
messo da parte in favore dell'esercizio mnemonico, una specie di Je me souviens ispirato al
grande maestro Georges Perec. Pubblichiamo ora, per l'occasione, un catalogo ancor più
ricco della mostra, un repertorio caleidoscopico di immagini e figure da sfogliare come un
album. Non di ricordi, soltanto, ma di frames a colori che dimostrano, una volta di più, la
grandezza solitaria, senza uguali, di un talento puro che ho amato tantissimo e di un uomo che
mi manca altrettanto. Non so dove sia Salvo ora, ma sono certo che se leggerà queste parole
le troverà esagerate, assumerà un'espressione tra il contrito e l'imbarazzato, chiedendomi per
favore di non esagerare" (Luca Beatrice). Orario: da martedì a sabato 10-13 e 16-19,30. Info:
011.19665399 - [email protected] - www.in-arco.com
fino al 29/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazza Vittorio Veneto 3
"LIFE WORLD" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
"Life World", una selezione di opere fotografiche provenienti dalla Collezione di Isabel e
Agustin Coppel, a cura di Tanya Barson. Ispirata agli scritti del filosofo Vilem Flusser, la
mostra cerca di sviluppare ed espandere l'idea di una filosofia della fotografia o, nelle parole di
Flusser, di "contribuire a una discussione intorno al soggetto 'fotografia' in uno spirito
filosofico". Mira inoltre a illustrare come la fotografia sia diventata strumento chiave nello
sviluppo della coscienza umana in relazione alla 'mondità del mondo', riflettendo anche sullo
status filosofico della fotografia nel momento in cui Flusser scriveva, a partire dal suo 'Per una
filosofia della fotografia' (1983), per proseguire con 'Immagini: come la tecnologia ha cambiato
la nostra percezione del mondo' (1985): siamo agli albori della transizione dalla fotografia
come oggetto alla fotografia digitale. La mostra attinge alla ricca gamma di fotografie
racchiusa nella Collezione di Isabel e Augustin Coppel e la esamina, passando in rassegna
l'immagine che offre del mondo-vita in cui tutti esistiamo. In questa mostra, le idee di essere e
di coscienza sono analizzate con l'aiuto di tre concetti tratti dal pensiero fenomenologico: il
mondo sociale (mitwelt), l'ambiente o il mondo-intorno (umwelt) e il mondo interiore o proprio
(eigenwelt). Organizzata in questi tre principali gruppi di immagini, la mostra prende in esame
il ruolo che la fotografia ha svolto nel comunicare che cosa significa esistere, come noi
esistiamo insieme agli altri, e come sviluppiamo un'esistenza indipendente e il senso di una
nostra identità; in ciascuna categoria, la fotografia è un mezzo per riflettere sulla sfida di
essere nel mondo. A introdurre le tre sezioni un gruppo di opere selezionate che, nel loro
insieme, pongono la domanda: "Che cos'è una fotografia?", concentrandosi su alcune
TORINOSETTE
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caratteristiche che Flusser propone nelle sue tesi sulla fotografia e sul suo status filosofico. La
mostra include un'ampia gamma di pratiche fotografiche, oltre a una selezione di opere
realizzate con film, slide e nuovi media. Comprende opere di numerosi e importanti esponenti
della fotografia del XX secolo, accanto ad alcune figure meno note, fra cui Berenice Abbott,
Vito Acconci, Bas Jan Ader, Doug Aitken, Manuel Alvarez Bravo, Francis Alÿs, Diane Arbus,
Ursula Arnold, Richard Avedon, Bernd & Hilla Becher, Sophie Calle, Henri Cartier-Bresson,
Larry Clark, Edmund Collein, Bruce Davidson, Rineke Dijkstra, Jim Dow, William Eggleston,
Tracey Emin, Walker Evans, Valie Export, Harun Farocki, Peter Fischli and David Weiss,
Robert Frank, Lee Friedlander, Carlos Garaicoa, Héctor García, Alberto Garcia Alix, Anna
Gaskell, Nan Goldin, Félix González-Torres, Dan Graham, Sigurdur Gudmundsson, Jitka
Hanzlová, Bill Henson, Candida Höfer, Kati Horna, Graciela Iturbide, Seydou Keïta, Julius
Koller, Helen Levitt, Philip Lorca DiCorcia, Cristina Lucas, Tuomo Manninen, Angel Marcos,
Teresa Margolles, Mary Ellen Mark, Gordon Matta Clark, Ana Mendieta, Enrique Metinides,
Ryiuji Miyamoto, Tina Modotti, Lazslo Moholy-Nagy, Zwelethu Mthethwa, Shirin Neshat,
Rivane Neueschwander, Arnold Newman, Kiyoshi Niiyama, Gabriel Orozco, Damien Ortega,
Bill Owens, Esteban Pastorino, Irving Penn, Martha María Pérez Bravo, Bernard Plossu, Albert
Renger-Patzsch, Miguel Río Branco, Herb Ritts, Daniela Rosell, Thomas Ruff, Ed Ruscha,
Sebastiao Salgado, August Sander, Cindy Sherman, Stephen Shore, Aaron Siskind, Melanie
Smith, Simon Starling, Thomas Struth, Superflex, Diana Thater, Wolfgang Tillmans, Ed Van
Der Elsken, Massimo Vitali, Annika Von Hausswolf, Edward Weston, Mariana Yampolsky,
Willy Zielke e Zoe Leonard. Orario: giovedì dalle 20 alle 23 (ingresso libero); venerdì, sabato e
domenica dalle 12 alle 19. Ingresso: intero 5 euro; ridotto 3 euro; gratuito con Abbonamento
Musei. Info: 011.3797600 - www.fsrr.org
fino al 30/04/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
PIOTR SKIBA ALLA GALLERIA GRGLT (GIORGIO GALOTTI)
La galleria Giorgio Galotti, in occasione dell'apertura della nuova sede, presenta la prima
personale di Piotr Skiba. La mostra presenta due opere in dialogo tra loro, realizzate per lo
spazio che le ospita, di cui una di dimensioni ambientali e una di dimensioni ridotte.
L'intervento punta a combinare due elementi basilari della pratica di Piotr; da un lato la
leggerezza dei materiali utilizzati e dall'altro il processo artigianale più arcaico attorno al quale
ruota l'elaborazione della sua ricerca. In quest'ultima produzione l'artista massimizza la sua
tecnica, introducendo al pubblico una composizione che attraversa aspetti differenti,
spaziando da un processo che parte dall'utilizzo di tessuti industriali di rame, che hanno subito
processi di ossidazione e combustione stravolgendone la forma e la colorazione, per arrivare
alla scultura tradizionale in bronzo, collocata al centro di una parete come un oggetto sacro e
onirico. Molti dei suoi progetti di esordio sono incentrati sui temi dell'esclusione,
dell'intolleranza razziale e l'alienazione sociale. Qui la riflessione si sposta sui materiali
utilizzati e abbandonati dall'industria moderna, che a contatto con l'ambiente assumono nel
tempo delle forme sinuose, integrandosi alla superficie terrestre. L'intenzione di Piotr è di
rivolgere l'attenzione sull'evoluzione di alcuni processi artificiali, che una volta dimenticati
tendono a perdere la loro configurazione di materiali di smaltimento, per rivelarsi parte di una
natura in grado di assorbire qualsiasi elemento estraneo ad essa, al punto da tramutare
oggetti artificiali in forme sinuose e vegetali. Con questa mostra Piotr Skiba entra in uno spazio
neutro e immacolato nello stesso modo in cui questi oggetti entrano a far parte dell'atmosfera
terrestre, adagiando le opere nell'ambiente della galleria, eludendo il concetto di "esposizione"
per sfruttare la possibilità di renderle fortemente connesse alla realtà in si cui trovano. Visite su
appuntamento: [email protected] - www.giorgiogalotti.com
fino al 30/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Beinasco 16
TORINOSETTE
177/263
ROBERT DOISNEAU AL FORTE DI BARD
La mostra "Robert Doisneau. Icônes", a cura dell'Atelier Robert Doisneau di Parigi e
dell'Associazione Forte di Bard, presenta una nuova selezione di fotografie realizzate dal
grande artista francese nel corso della sua straordinaria carriera. Fil rouge del percorso la
iconicità delle immagini, quelle che maggiormente hanno saputo conquistare l'immaginario
collettivo e il grande pubblico, a partire dal celebre bacio del 1950, Le baiser de l'Hôtel de ville.
Doisneau viene definito per i suoi ritratti e la sua straordinaria capacità di raccontare la realtà
nella sua quotidianità, un esponente della "fotografia umanista". E' lui, meglio di ogni altro, ad
aver immortalato i miti e le icone della Parigi del '900, cogliendone appieno il loro fascino.
Attraversando la Ville Lumière dalle rive della Senna alle periferie, regala un monumentale
affresco di Parigi e dei parigini, immortalando gli aspetti più curiosi e le contraddizioni della
società francese. I soggetti che lo hanno reso celebre sono i bambini e gli innamorati. In
mostra anche i ritratti di personalità quali Picasso, Giacometti, Prévert. Insieme ad Henry
Cartier-Bresson è considerato uno dei padri fondatori del fotogiornalismo di strada. Al centro
della sua fotografia c'è l'uomo con le sue emozioni, spesso colte nei momenti surreali che si
presentano nella vita di tutti i giorni. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e
festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora prima del Forte. Info: 0125.833811 [email protected] - www.fortedibard.it. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo World
Press Photo + Doisneau: intero 12 euro; ridotto 8 euro.
fino al 01/05/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"TONALITA' TANGIBILI" AL MUSEO DEL CINEMA
"Tonalità Tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano. Dalle collezioni fotografiche del
Museo Nazionale del Cinema", mostra a cura di Marco Antonetto e Dario Reteuna (la sezione
Peretti Griva, da Giovanna Galante Garrone). Il pittorialismo, felice manifestazione della
fotografia d'arte, ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell'Ottocento e i primi
vent'anni del Novecento. L'elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso
concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa
stregua della pittura o del disegno. A questi autori di grande talento è dedicata la mostra
Tonalità Tangibili, primo, fra tutti, alla figura emblematica di Domenico Riccardo Peretti Griva e
alle sue poetiche "impressioni fotografiche" che ci introducono nel mondo del pittorialismo. La
mostra, prosegue alla Bibliomediateca Mario Gromo (via Matilde Serao 8/A; orario: lunedì e
venerdì 9-13; martedì e giovedì 9-17,30; mercoledì, sabato e domenica chiuso; ingresso
libero) con un approfondimento su temi cari a Peretti Griva: paesaggi, ritratti e animali "amici".
Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 9-20; sabato 9-23; martedì chiuso;
ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Aperture straordinarie durante la mostra: martedì
14 febbraio (S.Valentino), domenica 16 aprile (Pasqua), lunedì 17 aprile (Pasquetta), martedì
18 aprile, martedì 25 aprile (Liberazione), lunedì 1 maggio (Festa del Lavoro). Ingresso: intero
10 euro; ridotto (studenti universitari fino a 26 anni, over 65, gruppi min. 15 persone con
prenotazione obbligatoria) 8 euro; ridotto giovani e scuole (da 6 a 18 anni, gruppi scolastici) 3
euro; gratuito fino a 5 anni, disabili e accompagnatore, Abbonamento Musei e
Torino+Piemonte Card. Info: 011/8138560-561 - [email protected] - www.museocinema.it
fino al 08/05/2017
ore 11:00
Torino
Via Montebello 20
"DALLE BOMBE AL MUSEO" ALLA GAM
L'edificio che ospita la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino - meglio conosciuta
come Gam - salta all'occhio anche del visitatore più distratto: le sue forme sghembe, con le
pareti inclinate e i volumi irregolari, contrastano con le architetture circostanti, siano esse le
palazzine liberty della Crocetta o i portici di corso Vittorio. Fin dalla sua progettazione, la
TORINOSETTE
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nuova Gam voleva rompere col passato e, al tempo stesso, raccontarne la storia: una storia
fatta di grande sofferenza, dal momento che la vecchia sede fu spazzata via dai
bombardamenti che squassarono la città nel corso della Seconda guerra mondiale, tra il '40 e
il '45. La mostra "Dalle bombe al museo" intende ripercorrere l'itinerario di rinascita dell'arte
moderna in Italia attraverso il caso della Gam, la cui ricostruzione rappresenta un esempio
significativo del più ampio processo che porterà l'Italia a risollevarsi dagli orrori della guerra.
Curata da Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino, l'esposizione si apre con una serie di opere
emblematiche del museo bombardato, in parte distrutte e in parte restaurate, come la "Eva" di
Odoardo Fantacchiotti (1809-1877). Accanto a esse è possibile ammirare alcune delle opere
acquisite dalla Galleria ancor prima che i lavori di ricostruzione dell'edificio fossero completati,
a testimonianza della volontà dell'allora direttore dei Musei Civici Vittorio Viale di allestire una
collezione di respiro internazionale. Quadri come "Composition T 50-5" di Hans Hartung
(1950), ma anche "Dans mon pays" di Marc Chagall (1943) e "Ragazza seduta" di Giacomo
Manzù (1948), entrambi acquistati da Viale alla Biennale di Venezia del '48. E fu lo stesso
Viale a spingere perché l'edificio non fosse ricostruito tale e quale all'originale, ma fosse
indetto un bando per progettarne uno nuovo, moderno, che comunicasse anche esteriormente
un'idea di rinnovamento. Il concorso fu vinto da due giovani architetti ferraresi, Carlo Bassi e
Goffredo Boschetti, il cui lavoro culminò nell'inaugurazione del 31 ottobre 1959. La mostra
ripercorre lo sviluppo del cantiere attraverso una serie di fotografie d'epoca, che si affiancano
a quelle della vecchia sede, prima e dopo i bombardamenti. Un'ampia selezione di tavole
d'architettura, lettere e documenti originali arricchiscono il percorso, che - accanto a opere
come "Scultura di silenzio, Corneille" di Hans Jean Arp e "La cicogna" di Pinot Gallizio presenta tavoli, poltroncine, sedie e lampade di design, consentendo al visitatore di
immergersi nell'atmosfera di quegli anni. Una mostra che, come sottolinea il direttore della
Gam Carolyn Christov-Bakargiev, "intende ripercorrere la storia di un'utopia diventata realtà,
mettendo in luce la straordinaria capacità di un'intera città di trasformare la deformità della
guerra in un'idea propositiva verso il futuro". Orario: da martedì a domenica 10-18; la
biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it. Giovedì 23 marzo alle 17 visita guidata
speciale con Giorgina Bertolino, storica dell'arte e curatrice della mostra. Costo: biglietto
d'ingresso ridotto 8 euro (gratuito per studenti, abbonati Musei Torino Piemonte e Torino Card)
+ 5 euro la visita guidata. Massimo 20 persone a visita. Prenotazioni al numero 011.4436999.
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
"STRUTTURE E STILE" ALLA GAM
In contemporanea all'inaugurazione della mostra "Dalle bombe al museo:1942-1959" la GAM
apre al pubblico, nella sala "Archivi" del secondo piano, una mostra che documenta un
particolare capitolo della storia del museo. Il 18 giugno 1962 si apre alla Galleria Civica d'Arte
Moderna una grande mostra internazionale curata da Michel Tapié, dal titolo "Strutture e Stile Pitture e sculture di 42 artisti d'Europa America e Giappone". La mostra proponeva un
confronto internazionale di vaste proporzioni la cui importanza e portata furono chiare fin da
subito; Tapié, attraverso la pluralità delle sue ricerche che si sviluppano verso Parigi, Tokyo e
New York proietta il capoluogo piemontese al centro di una rete di rapporti e relazioni
internazionali che ne fanno una delle città italiane più favorite culturalmente. La mostra fu
realizzata in collaborazione con l'International Center for Aesthetic Research (ICAR), fondato
due anni prima da Tapié insieme all'architetto Luigi Moretti e diretto da Ada Minola, e allestita
negli spazi del museo con l'idea di trasferire nelle differenti sezioni espositive quella "possibile
classificazione delle materie e dei significati dell'Informale" chiarita nelle pagine dei suoi testi
teorici nei quali, ispirandosi alla teoria degli insiemi di Georg Cantor, approfondiva i rapporti tra
le scoperte scientifiche e le ricerche estetiche. Intorno all'opera "Scultura" di Sofu Teshigahara
in legno e foglia di rame, la mostra Archivi2 presenta una selezione di documenti provenienti
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dall'Archivio della Fondazione Torino Musei e mette in luce la genesi di questa importante
esposizione attraverso le lettere, le fotografie originali dell'allestimento e dell'inaugurazione,
l'edizione originale del volume "Continuité et avant-garde au Japon" pubblicato da Fratelli
Pozzo Editori, esposti insieme ad alcune riviste e quotidiani con le recensioni della mostra.
Orario: da martedì a domenica 10-18; sabato 24 dicembre 10-14; domenica 25 dicembre
chiuso; lunedì 26 dicembre apertura straordinaria 10-18; sabato 31 dicembre 10-14; domenica
1° gennaio 14-18; venerdì 6 gennaio apertura straordinaria 10-18. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero: Abbonamento Musei e
Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 - [email protected] www.gamtorino.it
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
SAN SECONDO DI PINEROLO - "TIEPOLO E IL SETTECENTO VENETO" AL CASTELLO
DI MIRADOLO
"Tiepolo e il Settecento veneto", esposizione a cura di Giovanni Carlo Federico Villa, dedicata
a Giambattista e Giandomenico Tiepolo. La mostra si sviluppa intorno a preziosi capolavori,
provenienti dalle sale della Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza. Un viaggio attraverso
dipinti, disegni, acqueforti, incisioni e sculture, raccontando dell'importanza avuta dalla pittura
veneta, ancora nel XVIII secolo, del ruolo dei Tiepolo, padre e figlio. Nelle sale del Castello di
Miradolo sono presentati i grandi temi del Secolo dei lumi, dalla pittura di paesaggio alla
natura morta, dalle storie mitologiche alle grandi pale d'altare, attraverso le opere dei
protagonisti della stagione pittorica europea Settecentesca. In mostra si posso ammirare gli
incunaboli della storia del paesaggio, dalla celeberrima "Prospettiva di rovine con figure"
compiuta verso la metà del terzo decennio da Marco e Sebastiano Ricci, tra le opere più note
e studiate del Settecento veneto, al "Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre" di
Luca Carlevarijs, che introducono a un affondo sui grandi Maestri veneti, da Aviani a
Brisighella a Zais, e sulla natura morta. Prezioso è il confronto tra due grandi artisti veneti:
Giambattista Piazzetta e Giambattista Tiepolo, di vent'anni più giovane del collega. L'"Estasi di
San Francesco" di Piazzetta, dipinta nel 1729 per la Chiesa conventuale dell'Araceli di
Vicenza, che ritrae il Santo svenuto e sfinito, soccorso da un angelo, è opera esemplare per
Tiepolo, con i suoi profondi contrasti chiaroscurali. L'"Immacolata Concezione" di Tiepolo,
dipinta nel 1733-1734, testimonia la raggiunta autonomia del pittore che libero dal pathos
tardobarocco e dalla pratica delle luci artificiali è approdato a una pittura di pura luce, che
ripudia l'ombra. Egli ha primeggiato per uno stile senza confronti per qualità e genio inventivo,
capace di mettere in scena nelle sue opere rappresentazioni straordinarie. Ha riportato l'arte
della Serenissima Repubblica agli splendori cinquecenteschi, imponendola come l'essenza
stessa della modernità a livello europeo. Sono inoltre eccezionalmente presentati a Miradolo
"Scherzi e Capricci", brevi movimenti allegri e veloci, interpretati da Giambattista nelle sue
acqueforti, che ci riportano alla tradizione classica con suggestive narrazioni di sacrifici pagani,
scene pastorali, paesaggi agresti. Un racconto in quasi cinquanta opere, che permette di
ammirare anche tele riscoperte da recenti restauri, come il recupero della "Decollazione di San
Giovanni Battista" di Giandomenico Tiepolo, nel contrasto tra gli incarnati del santo e quelli del
boia, le vesti sgargianti e le ombre profonde della passione. Come di consueto la mostra è
arricchita da una colonna sonora dedicata, appositamente realizzata per questa esposizione
dal progetto Avant-dernière pensée. Un'installazione sonora che accompagna il visitatore
restituendo la suggestione di un'epoca, e rimandando alle opere esposte, all'ambiente artistico
e alla stagione pittorica cui appartengono. Orario: giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica e
lunedì 10-18,30; chiuso il martedì e il mercoledì. Per gruppi e scuole aperto, su prenotazione,
anche oltre il normale orario di visita. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (gruppi,
convenzionati, studenti fino a 26 anni, over 65); ridotto dai 6 ai 14 anni 3 euro; gratuito bambini
fino a 6 anni, Abbonati Musei. Info: 0121.502761 - [email protected] www.fondazionecosso.com. Sabato 25 marzo alle 14 servizio navetta da Torino (piazza Carlo
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Felice angolo corso Vittorio Emanuele II) al Castello di Miradolo. Costo: 9 euro a persona.
Richiesta la prenotazione al numero 0121.502761
fino al 14/05/2017
ore 15:00
San Secondo di Pinerolo (TO)
Via Cardonata 2
"L'ITALIA DI MAGNUM" A CAMERA
La mostra "L'Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin" è un vero e proprio
viaggio per immagini lungo la penisola. Un itinerario lungo settant'anni, dal dopoguerra a oggi,
che racconta il Belpaese attraverso l'obiettivo di venti grandi fotografi. L'esposizione, curata
dal neo direttore di Camera Walter Guadagnini con la collaborazione di Arianna Visani,
costituisce la prima tappa di "Magnum Photos 70", un progetto nato per celebrare
l'anniversario della storica agenzia francese che nei prossimi mesi toccherà Brescia, Cremona,
Parigi e New York. La mostra torinese, suddivisa per decenni, è introdotta da un omaggio a
Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni Trenta. Il racconto del decennio
successivo è affidato a Robert Capa e David Seymour, che presentano due serie fotografiche
dall'atmosfera opposta: il primo mostra un paese in rovina, travolto dagli esiti drammatici della
guerra; il secondo - immortalando i turisti che nel 1947 tornano a visitare la Cappella Sistina ne testimonia la voglia di rialzarsi, facendo leva sull'eterna bellezza del proprio patrimonio. Il
rapporto con l'arte è al centro della sezione dedicata agli anni Cinquanta, nella quale Elliott
Erwitt, Herbert List e René Burri pongono il proprio sguardo rispettivamente su Roma,
Cinecittà e Milano all'epoca della storica mostra di Picasso del '53. Le istantanee del trionfo di
Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma, scattate dal fotografo tedesco Thomas Hoepker,
introducono lo spazio dedicato agli anni Sessanta, completato da una serie di Bruno Barbey
sui funerali di Togliatti e da un reportage di Erich Lessing a Cesenatico. L'atmosfera degli anni
Settanta è ben restituita da Fernando Scianna, Leonard Freed e Raymond Depardon: il primo
attraverso il racconto della sua terra, la Sicilia; gli altri testimoniando due passaggi chiave
dell'Italia del tempo, il referendum sul divorzio e la Legge Basaglia. Ancora Scianna,
immortalando un giovane Berlusconi in ascesa, mette in luce lo spirito del decennio
successivo, i cui contrasti sono mirabilmente documentati da Martin Parr (il turismo di massa)
e Patrick Zachmann (la malavita organizzata). L'ultima sala, dedicata agli anni Novanta e
Duemila, ospita lavori di Alex Majoli, Thomas Dworzak, Peter Marlow e Chris Steele-Perkins, a
cui si affiancano alcune potenti immagini di Paolo Pellegrin e una sequenza di Mark Power
dedicata ai luoghi simbolo della cultura italiana. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e
domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a
26 anni, over 70), gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011.0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
VALERIO SPADA A CAMERA
"Valerio Spada. I am nothing", a cura di Francesco Zanot. La mostra presenta in anteprima il
lavoro realizzato dal fotografo insignito della prestigiosa Guggenheim Memorial Foundation
Fellowship sulla mafia siciliana, narrata attraverso le storie di alcuni boss e latitanti, unite ai
segni della sua inesorabile penetrazione nel tessuto sociale. Dopo il successo nel 2011 della
serie "Gomorrah Girl", in cui le vicende di alcune giovani servivano a filtrare un racconto sui
fatti e i comportamenti della camorra napoletana, Spada continua la sua esplorazione della
criminalità organizzata, spostando il suo obiettivo su Cosa Nostra. Il risultato è un progetto che
combina tra loro materiali eterogenei, sperimentando una strategia narrativa che sostituisce le
regole del tradizionale reportage fotografico. Il percorso della mostra si sviluppa così
attraverso la giustapposizione di scene di ordinaria quotidianità, ritratti attentamente posati, un
video ricavato dai filmati della polizia e la documentazione fotografica della Bibbia ritrovata nel
covo di Bernardo Provenzano, eccezionale testimonianza dei rituali, dell'estensione e della
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capacità organizzativa della mafia. Scrive Roberto Saviano a proposito di questo progetto: "Io
sono un boss ma sono il niente. Io decido della vita e della morte ma sono il niente. Io sono il
niente perché sono come voi. Mi muovo tra voi. Vivo tra voi. Credo nel vostro Dio. Uso gli
stessi oggetti che usate voi, ma non li uso come li usate voi. Con la mia macchina da scrivere
compongo messaggi di morte. "I am nothing" di Valerio Spada è un lavoro impressionante
perché ci mostra il silenzio, la capacità di penetrazione della criminalità nella vita quotidiana e
la nostra incapacità, impossibilità a difenderci". L'annichilimento, il vuoto, l'invisibilità,
costituiscono così il filo conduttore dell'intera serie. I boss ci sono, ma non appaiono. E non
appaiono neppure le loro azioni, i loro incontri, le loro proprietà, nascoste attraverso un
complesso sistema di occultamento. Spada insegue le loro tracce, diffuse in ogni angolo del
territorio e dei suoi abitanti, senza mai incontrare il loro volto, ad eccezione delle istantanee al
processo Giovanni Brusca. Il processo del boss è la cerimonia mediatica. Tanto cruciale
perché in questa occasione l'invisibile diventa visibile. "I am nothing" costituisce
un'osservazione di un fenomeno radicato e complesso, condotta da punti di vista inediti,
capaci di fare luce su aspetti spesso trascurati e poco visibili. Lungo un percorso di immagini
enigmatiche quanto dirette, seducenti quanto essenziali, emerge la mafia nella sua interezza, i
suoi codici di comunicazione, la sua struttura interna, il suo radicamento ad ogni livello,
evidenziando come non si tratti soltanto di una spietata organizzazione criminale, ma di un
vero e proprio stile di vita. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a 26 anni, over 70),
gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011/0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
"MARIO MERZ PRIZE" ALLA FONDAZIONE MERZ
"Mario Merz Prize", mostra dei finalisti Francesco Arena, Petrit Halilaj, Gili Lavy, Shahryar
Nashat, Suha Traboulsi. Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi 1978), Petrit Halilaj
(Kostërrc, Skenderaj-Kosovo 1986), Gili Lavy (Gerusalemme 1987), Shahryar Nashat
(Ginevra, 1975) e Suha Traboulsi (Freetown, Sierra Leone 1969) sono gli artisti scelti dalla
giuria composta da Marisa Merz (artista), Nicholas Cullinan (direttore della National Portrait
Gallery, Londra) e Claudia Gioia (curatrice indipendente). Il progetto espositivo, curato da
Beatrice Merz raccoglie lavori di ciascun autore, scelte tra le più significative del loro percorso
artistico. Il pubblico potrà esprimere la propria preferenza visitando la mostra o collegandosi al
sito web (mariomerzprize.org) per valutare i progetti degli artisti. Al voto del pubblico si
aggiungerà il responso della giuria composta da Manuel Borja-Villel (direttore Museo Nacional
Centro de Arte Reina Sofía, Madrid), Lawrence Weiner (artista), Massimiliano Gioni (direttore
Artistico New Museum, New York - direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano) e Beatrice
Merz. Al vincitore sarà commissionata una produzione per una mostra personale itinerante in
sedi museali a Torino e in Svizzera. Orario: da martedì a domenica 11-19; lunedì chiuso.
Ingresso: intero 6 euro; ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65
anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card) 3,50 euro; gratuito
(bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e
Torino + Piemonte Card, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati,
amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese). Info: 011.19719437 [email protected] - www.fondazionemerz.org
fino al 21/05/2017
ore 18:00
Torino
Via Limone 24
"TRA AVIGLIANA E LA SACRA. LUOGHI DI INCANTO" AL BORGO MEDIEVALE
Mostra fotografica intitolata "Tra Avigliana e la Sacra. Luoghi di incanto", che prosegue la
prestigiosa collaborazione tra il museo e il Fondo Ambiente Italiano. Grazie alla campagna
fotografica promossa dal FAI Giovani Piemonte - Valle d'Aosta, nella sala espositiva della
TORINOSETTE
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Chiesa, verranno esposte le opere frutto della collaborazione con la città di Avigliana,
importante esempio di architettura medievale in Piemonte e modello alla fine dell'Ottocento per
gli ideatori del Borgo Medievale durante la costruzione del complesso. I visitatori potranno
rivivere, attraverso evocative immagini, le antiche atmosfere dell'importante centro medievale
all'imbocco della Valle di Susa grazie alla capacità dei fotografi di creare un forte legame con
l'ambiente circostante e, allo stesso tempo, di raffigurare tramite immagini di forte impatto
visivo ed emozionale la varietà del territorio. Dai paesaggi con le montagne e i laghi al
Castello, dagli elementi architettonici alla Sacra, uno dei monumenti più rappresentativi del
Medioevo europeo, un itinerario visivo attraverso luoghi di incanto. Il Borgo costituisce la prima
tappa di questa esposizione a carattere itinerante, dedicata alla diffusione e alla salvaguardia
delle innumerevoli bellezze del territorio piemontese. Allestimento a cura di ABF- Scatola
Chiara. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-19. Ingresso libero; le offerte che verranno
raccolte saranno devolute dal Fai per la ricostruzione dell'Oratorio della Madonna del Sole di
Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto, colpito dagli eventi sismici di fine agosto. Info:
011.4431701 - www.borgomedievaletorino.it
fino al 21/05/2017
ore 17:00
Torino
Viale Virgilio 107
"LA STAMPA FOTOGRAFA UN'EPOCA" A PALAZZO MADAMA
Il 9 febbraio 2017 La Stampa compie 150 anni. In occasione di questo importante anniversario
Palazzo Madama, nel suggestivo scenario della Corte Medievale, ospita "La Stampa fotografa
un'epoca", mostra che documenta con quasi 500 fotografie la nascita e l'evoluzione del
quotidiano nazionale nato a Torino che dal 1867 ha saputo accompagnare i propri lettori in un
viaggio con gli occhi aperti sul mondo e la mente rivolta al futuro, mantenendo al contempo
uno strettissimo legame con il proprio territorio. Attraverso una selezione di 500 fotografie e
documenti provenienti dall'archivio storico del giornale sarà possibile rivivere temi sociali,
costumi e personaggi che hanno caratterizzato un secolo e mezzo di storia, testimoniando al
contempo l'importanza fondamentale che la documentazione iconografica riveste nella vita di
un giornale. Le tante testimonianze in mostra - attentamente selezionate dall'art director de La
Stampa e curatrice dell'esposizione Cynthia Sgarallino - comprendono fotografie originali e
documenti dell'archivio storico: alcune con annotazioni storiche, altre ritoccate a tempera e
matita, come si faceva prima di Photoshop, altre ancora sgualcite o incurvate. Tutte sono state
selezionate perché "hanno addosso" il lavoro di questi 150 anni in cui sono passate di mano
tra fotografi, archivisti e giornalisti. La mostra si articola in 13 sezioni, seguendo un ordine
tematico che prende le mosse dalla Redazione e dalle maestranze, a testimonianza dei veri
protagonisti che hanno fatto la storia del quotidiano. Da questo punto di partenza si snodano
tutti gli altri dodici temi, Lavoro, Svago, Terza Pagina, Torino, Terrorismo, Moda, Diritti,
Solidarietà, Migrazioni, Conflitti, Mondo, Sport. Le fotografie presentate, in bianco e nero e a
colori, costituiscono una testimonianza dell'immenso materiale presente nell'archivio
fotografico del giornale, che conta ad oggi oltre 5 milioni di immagini. Attraverso di esse sarà
possibile compiere un viaggio alla scoperta di come La Stampa sia stata e continui ad essere
testimone importante non solo per la storia del territorio e dell'Italia, ma anche per i fatti
internazionali, grazie ad una chiara connotazione "glocal". Ad accompagnare le immagini in
mostra, un'ampia selezione di prime pagine del giornale, ben 47, e una time-line per ricordare
gli avvenimenti più importanti accaduti in Italia e nel mondo nel corso degli ultimi 150 anni.
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 18, escluso il martedì, giorno di chiusura; la biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso alla mostra "La Stampa fotografa un'epoca": 5 euro (3 euro
saranno devoluti in beneficienza alla Fondazione Specchio dei Tempi Onlus per il progetto "Un
tetto a chi soffre"); gratuito per i possessori di abbonamento Torino Musei Piemonte, Torino +
Piemonte Card e della Torino + Piemonte Card Junior, i minori di anni 6, accompagnatori
disabili e partecipanti ai laboratori didattici a cura del museo. Info: 011/4433501 www.palazzomadamatorino.it
fino al 22/05/2017
TORINOSETTE
183/263
ore 15:00
Torino
Piazza Castello
ANTONIO MENEGHETTI ALL'OFFICINA DELLA SCRITTURA
"Scolpire la luce", personale di Antonio Meneghetti, a cura di Ermanno Tedeschi. Meneghetti è
stato uomo e artista geniale, generoso e gioioso, attento osservatore del mondo e della natura
umana. I suoi quadri sono caratterizzati da astratte pennellate di colore mentre al centro degli
oggetti di design c'è l'uomo: tutta la sua opera molto variegata si rifà alle poliedriche percezioni
e ai molteplici punti di vista del soggetto. Egli stesso ha detto della sua arte: "Si tratta di
cogliere tra due colori il loro denominatore universale, la trascendentalità, il punto di equilibrio
luce dove tutti si armonizzano". L'arte di Meneghetti è un insieme di colori e segni in cui si può
cogliere l'essenza dell'esistenza stessa. La mostra porta a Torino alcune tra le opere più
significative del maestro che comprendono dipinti, sculture e oggetti di design che per la
maggiore parte sono in vetro realizzati a Murano. L'arte di Meneghetti approda a Torino dopo
essere stato esposta in prestigiosi musei e sedi istituzionali in diverse parti del mondo - come
la Rocca Paolina di Perugia, Castel dell'Ovo a Napoli, Palazzo della Civiltà a Roma, le
Corderie dell'Arsenale e Palazzo Ducale a Venezia oltre che a San Pietroburgo, Brasilia,
Pechino e recentemente al Museo del Vittoriano a Roma. L'esposizione torinese si concentra
in particolare sui lavori in vetro nei quali l'intenzione dell'artista è tutta volta a catturare la luce
e a "disegnare" con essa. Una significativa testimonianza del suo lavoro è evidente a Lizori,
borgo medioevale tra Spoleto e Assisi dove ha vissuto dal 1976 iniziandone il recupero.
Questo luogo magico si è trasformato nel corso degli anni in un centro di riferimento della
cultura artistica e scientifica internazionale così come il centro di Marudo nel Lodigiano. In
occasione della mostra, sarà possibile vedere due video proiezioni che mostrano alcuni
momenti importanti dell'eclettica produzione del Maestro. A disposizione per tutta la durata
dell'esposizione, il volume "Antonio Meneghetti", edito da Gli Ori opera fondamentale per
comprenderne l'arte e la vita. Orario: lunedì, martedì, giovedi, venerdì dalle 9 alle 18; sabato e
domenica dalle 10 alle 19; mercoledì chiuso. Ingresso: intero 8 euro; ridotto (under 26 e over
65) 6 euro; gratuito bambini fino a 12 anni, disabili e un loro accompagnatore. Info:
[email protected] - www.officinadellascrittura.it - 011.0343090
fino al 23/05/2017
ore 18:30
Torino
Strada da Bertolla all'Abbadia di Stura 200
CASELLE - THOMAS BAYRLE ALL'AEROPORTO DI TORINO
Artissima, Fiera Internazionale di Arte Contemporanea, in occasione dell'edizione 2016
presenta "Flying Home", un progetto collaterale inedito, appositamente concepito per la città,
realizzato in collaborazione con l'Aeroporto di Torino e curato da Sarah Cosulich. Torino
Airport | Sagat si presenta per la prima volta come partner impegnato nella progettazione di
un'iniziativa di produzione artistica, accogliendo la sfida di Artissima di sperimentare modelli
nuovi e contaminare luoghi inaspettati e pubblici diversi. Due soggetti della città
apparentemente distanti collaborano a un'iniziativa culturale sorprendente, invitando il grande
artista tedesco Thomas Bayrle a proporre un'opera specifica per lo scalo torinese. Thomas
Bayrle (Berlino, 1937) è considerato il pioniere del movimento Pop tedesco. Anticipatore del
linguaggio digitale prima che questo potesse essere immaginato, l'artista tedesco ha costruito
fin dagli anni Sessanta immagini totali attraverso l'utilizzo della stessa immagine (o di piccole
immagini correlate) ripetute infinitamente come tante unità di un unico ideale insieme.
L'aeroporto, luogo di transito in cui migliaia di vite si incrociano quotidianamente, è
particolarmente significativo e ricorrente nella ricerca di Bayrle che nel suo lavoro rivela
dinamiche della nostra società, del nostro muoverci nello spazio, dell'economia, della
tecnologia fino alla religione, tutte in connessione tra loro perché guidate da un fondamentale
principio di ripetizione. Autore di una forma di "digitalizzazione artigianale", Bayrle ha costruito
"a mano" ciò che anni dopo il computer avrebbe processato automaticamente: disegna,
TORINOSETTE
184/263
stampa, distorce, ritaglia e ricompone le unità per poi costituire l'insieme. Con "Flying Home"
Thomas Bayrle sceglie l'area ritiro bagagli per trasformarla in un inaspettato e stimolante
spazio espositivo denso di messaggi. Attraverso un'inedita sequenza di immagini, l'artista
svela i meccanismi di costruzione della sua mastodontica opera Flugzeug del 1984, un aereo
fatto da un milione di piccoli aerei su una superficie di 96 metri quadrati. L'aeroplano
raffigurato in "Flying Home" è quello realizzato nel 1980 per Lufthansa quando Bayrle,
affascinato dal messaggio di velocità, tecnologia e futuro che la compagnia aerea
rappresentava, aveva stampato l'opera in tiratura limitata per poi distribuirla ai passeggeri. La
matrice Lufthansa, una serigrafia composta da 1.960 piccoli aerei, modificata e alterata nelle
tante unità necessarie, era diventata nel 1984 uno delle centinaia di moduli dell'aereo gigante
Flugzeug. In "Flying Home" la matrice acquisisce un ulteriore livello: la presenza umana, la
collaborazione, l'interazione, il gesto e la tridimensionalità. Per la prima volta Bayrle mette in
luce la complessa elaborazione manuale della sua opera, svelando il backstage e facendo
riferimento al complesso meccanismo che permette il funzionamento dell'aeroporto stesso,
quel lato umano nascosto ma fondamentale nella definizione dell'insieme. Il progetto di
Artissima con l'Aereoporto di Torino collega la città in modo coinvolgente attraverso l'arte,
accogliendo tutti i viaggiatori in arrivo. Per i non-viaggiatori sarà disponibile un calendario di
visite speciali consultabile sul sito di Artissima e dell'Aeroporto. La visita all'installazione di
Thomas Bayrle è gratuita. L'installazione è ubicata nell'atrio riconsegna bagagli dell'Aeroporto
di Torino. Per partecipare alla visita, è necessario presentarsi muniti di un documento di
identità in corso di validità. L'accredito avverrà 30 minuti prima dell'inizio della visita, al livello
"Arrivi". Per motivi di sicurezza, solo i visitatori prenotati potranno partecipare alle visite. La
procedura di ingresso disposta dall'Aeroporto di Torino prevede il passaggio al metal-detector.
Per visitare l'installazione è necessario compilare il form sul sito:
http://www.aeroportoditorino.it/it/tolive/news-e-servizi/flying-home
fino al 28/05/2017
ore 15:00
Caselle (TO)
Strada Aeroporto 12
NUOVA ROTAZIONE DI STAMPE E DIPINTI NELLA GALLERIA GIAPPONESE AL MAO
"Il giovane Kunisada e la scuola di Osaka", rotazione di stampe e dipinti nella Galleria
giapponese. A partire da martedì 24 gennaio il percorso espositivo delle stampe sarà
completamente rinnovato: a quelle attualmente esposte subentreranno xilografie che
raffigurano scene del teatro kabuki nel ventennio 1815-1835, periodo di affermazione della
grande scuola Utagawa di Edo (Tokyo) in questo filone dell'ukiyo-e, attraverso le opere di uno
dei suoi maggiori esponenti, Kunisada (1786-1864). Il suo stile eclettico, profondamente
influenzato dal caposcuola Toyokuni (1769-1825), viene messo a confronto con le produzioni
coeve degli artisti operanti nel Kansai, raggruppati sotto la dicitura "Scuola di Osaka": essi
diedero vita a uno stile regionale piuttosto uniforme, caratterizzato da una certa spigolosità
delle figure che le rende quasi monumentali. Oltre al corpus principale delle stampe kabuki,
verrà trattato il tema del paesaggio attraverso alcune composizioni in formato verticale tratte
da serie famose di Utagawa Hiroshige (1797-1858). Nella sala principale al secondo piano
saranno invece riproposti otto kakemono (dipinti in formato verticale) che forniscono un
assaggio della variegata produzione pittorica nipponica tra la fine del XVI e la seconda metà
del XIX secolo. Di questa rotazione particolarmente preziosa si segnalano dei dipinti a
inchiostro monocromo, su seta o su carta: un etereo paesaggio nello stile del grande maestro
di scuola Kano, Tan'yu (1602-1674); il tema Zen del "Gibbone che afferra il riflesso della luna
nell'acqua", dipinto da Kaiho Yusho (1533-1615), e un piccolo fugu (pesce palla) che reca la
firma del famoso Katsushika Hokusai (1760-1849). Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato
e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8
euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 www.maotorino.it
fino al 28/05/2017
ore 10:00
TORINOSETTE
185/263
Torino
Via San Domenico 11
PINEROLO - "DIETRO LE QUINTE FACE TO FACE" AL TEATRO SOCIALE
"#dietrolequintefacetoface", esposizione di lavori contemporanei negli spazi destinati al
pubblico del Teatro Sociale di Pinerolo. In mostra lavori di Angelo Barile, Lidia Bachis,Silvia
Beccaria, Luca Bernardelli, Caty Bruno, Antonella Casazza, Anna Maria Colace, Chen Li,
Ridha Dhib, Gerardo Gerry Di Fonzo, Domenico Doglio, Chiara Ferrin, Loredana Galante,
Rosanna Giani, Elisa Filomena, Laura Govoni, Tere Grindatto, Nadia Magnabosco, Moho,
Martha Nieuwenhuijs, Stefania Misale, Andrea Nisbet, Corrado Porchietti,Serghej Potapenko,
Benedetta Picco, Francesco Sambo, Luca Storero, Vania Elettra Tam, Alessandro Vargiu,
Sabina Villa. Info: 333.4249372 - www.epa.it. Sabato 3 dicembre alle 15,30 visita guidata, in
occasione della quale agli artisti già presenti nella collettiva saranno aggiunte opere di:
Augusto Cantamessa, Graziella Dotti, Mimmo La Grotteria, Gianpiero Viglino.
fino al 31/05/2017
ore 19:00
Pinerolo (TO)
Piazza Vittorio Veneto
"WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR" AL FORTE DI BARD
In mostra in esclusiva per l'Italia le immagini premiate alla 52esima edizione della mostra
"Wildlife Photographer of the Year", promossa dal Natural History Museum di Londra. Il
pubblico potrà ammirare un'emozionante gallery che ripercorre gli scatti più spettacolari
realizzati nel 2016: 100 immagini che testimoniano il lato più affascinante del mondo animale e
vegetale, spaziando da sorprendenti ritrattirubati ai più sublimi paesaggi del nostro pianeta.
Vincitore assoluto, il fotografo americano Tim Laman con lo scatto "Vite intrecciate": la
fotografia immortala un orangotango del Borneo che si arrampica sul tronco di un albero,
come una fuga simbolica dalla distruzione della foresta pluviale indonesiana, suo habitat
naturale. Ha invece 16 anni l'autore del miglior scatto per la categoria giovani: dalla Gran
Bretagna, Gideon Knight ha catturato la silhouette di un corvo e del sicomoro su cui riposa,
poetiche figure nere che si stagliano contro il profondo blu e la luna di un magico cielo
notturno. Molti nomi italiani tra gli autori degli scatti esposti, tra i quali i finalisti Walter Bassi,
con "Verme ipnotico" (categoria Invertebrati), Hugo Wassermann con "Ritiro alpino" (Ambiente
Urbano), Fortunato Gatto con "Dopo la tempesta" (categoria Terra), Stefano Baglioni con
"Piccola Stella" (categoria Piante e funghi) e Nicola Di Sario con "Luce degli occhi" (categoria
Bianco e nero). Vincitori invece, rispettivamente per le categorie Rettili, anfibi e pesci, Piante e
funghi e Sul territorio i tre reporter naturalistici Marco Colombo, con "Piccolo Tesoro", Valter
Binotto con "La composizione del vento" e Stefano Unterhiner con "Spirito delle montagne".
Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude
un'ora prima del Forte. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo Wildlife + Doisneau: intero
12 euro; ridotto 8 euro. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"DISCOVERING TIZIANO" AL FORTE DI BARD
Come dipingeva Tiziano? Quale forza creativa ispirava il suo pennello? Perché tornava a
distanza di tempo sullo stesso soggetto? Quale differenza c'è tra una replica e una copia?
L'evento "Discovering Tiziano" tenta di rispondere a queste domande presentando, dall'11
marzo al 4 giugno all'interno della Cappella della fortezza, il capolavoro "Deposizione di Gesù
Cristo al Sepolcro" (olio su tela, 138 x 177 cm, collezione privata). Nell'occasione, saranno
presentati i risultati dello studio iconografico e storico-artistico svolti sull'opera che hanno
determinato l'attribuzione al grande pittore cinquecentesco. Sabato 11 marzo alle 16.30, si
terrà un incontro con Antonio Paolucci, storico dell'arte, già Ministro per i Beni e le Attività
TORINOSETTE
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Culturali e direttore dei Musei Vaticani, che illustrerà la vicenda attributiva e le caratteristiche
del grande olio su tela riscoperto dallo storico dell'arte Andrea Donati. Ingresso su
prenotazione sino a esaurimento dei posti disponibili (0125.833816 - [email protected]).
Tiziano dipinse almeno quattro dipinti della Deposizione: il primo e più antico (risalente al
1526-1527) è al Louvre, il secondo è andato perduto, il terzo e il quarto si trovano al Prado, il
quinto alla Pinacoteca Ambrosiana. Una sesta versione della Deposizione di Tiziano,
cronologicamente anteriore a quella dell'Ambrosiana e unanimemente considerata l'ultima e
incompiuta, proveniente dalla collezione italo-spagnola de la Riva-Agüero e Francesca Basso
della Rovere, è stata riscoperta da Andrea Donati ed esposta al Forte di Bard. La
presentazione dell'opera è accompagnata dal filmato "Scoprire Tiziano. Indagine sulla pittura",
ideato su progetto di Andrea Donati, realizzato in collaborazione con il Seminario Patriarcale di
Venezia, la Pinacoteca Manfrediana e la Basilica di Santa Maria della Salute (2016). Orario:
da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora
prima del Forte. Ingresso libero. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 16:30
Bard (AO)
Forte di Bard
BRUNO MUNARI AL MUSEO ETTORE FICO
"Bruno Munari. Artista Totale". Curata da Claudio Cerritelli (autore anche del saggio storicocritico in catalogo), la rassegna dedicata a Munari (Milano 1907-1998) costituisce un
significativo documento di un'esperienza originale e multiforme, caratterizzata dalla
realizzazione di sculture, collage, dipinti, oggetti di industrial design, lavori di grafica editoriale
e dalle collaborazioni con Einaudi, Scheiwiller e Corraini. Invitato alla Biennale di Venezia e
alla Quadriennale di Roma, l'attività di Munari si è sviluppata secondo una visione e una
creatività in cui - suggerisce l'artista - è necessario "conservare lo spirito dell'infanzia dentro di
sè per tutta la vita". E dalla tempera "Futurista" del 1931 alla "Scultura da viaggio", fluisce la
mostra torinese che annovera opere come "Prova d'autore", un collage di campioni tessuti
stampati, la singolare "Macchina inutile", in metallo, fili di nylon e nastro adesivo, il dipinto
"Negativo-Positivo" e la xilografia "Autoritratto". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e
domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto
8 euro (over 65, insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26
anni e gruppi di minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati,
persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card.
Info: 011.853065 - www.museofico.it
fino al 11/06/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
"PITTURA ANALITICA: IERI E OGGI" ALLA GALLERIA MAZZOLENI
"Pittura Analitica: ieri e oggi", a cura di Alberto Fiz, un'ampia rassegna dedicata alla Pittura
Analitica, tra le più significative e influenti esperienze artistiche del dopoguerra. La mostra,
allestita sui tre piani dello spazio torinese, propone un confronto particolarmente eloquente tra
le esperienze dell'inizio degli anni settanta e quelle dell'ultimo decennio dei 14 protagonisti
dell'esperienza artistica: Carlo Battaglia (1933-2005), Enzo Cacciola (1945), Vincenzo
Cecchini (1934), Paolo Cotani (1940-2011), Marco Gastini (1938), Giorgio Griffa (1936),
Riccardo Guarneri (1933), Elio Marchegiani (1929), Paolo Masi (1933), Carmengloria Morales
(1942), Claudio Olivieri (1934), Pino Pinelli (1938), Claudio Verna (1937) e Gianfranco
Zappettini (1939). In linea con altri movimenti artistici europei come Supports/Surfaces in
Francia ed esperienze come la Pittura Radicale in Germania, la Pittura Analitica emerge in
Italia a partire dagli anni settanta per riappropriarsi di un linguaggio che sembrava tramontato
e sviluppare una rinnovata creatività dove il manufatto recupera un proprio ruolo, così come il
processo operativo. Un movimento, dunque, a vocazione internazionale (Robert Ryman,
TORINOSETTE
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Agnes Martin, Barnett Newman, Piero Manzoni sono stati riferimenti fondamentali) che oggi
sta riscuotendo ampi consensi. Tra le tante iniziative recenti va ricordata "Gli anni della Pittura
Analitca", la rassegna che si è svolta lo scorso anno al Palazzo della Gran Guardia di Verona.
Ma non mancheranno i riscontri anche nella prossima edizione della Biennale di Venezia dove
la direttrice Christine Macel ha invitato Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri. Orario: dal martedì
al sabato 10.30-13 e 16-19; domenica su appuntamento; lunedì chiuso. Info: 011.534473 [email protected]
fino al 11/06/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Solferino 2
"DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL'ORDINE" AL MUSEO ACCORSI-OMETTO
La mostra "Dal Futurismo al Ritorno all'ordine. Pittura italiana del decennio cruciale
1910-1920", curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio
Berman di Giuliana Godio, presenta 72 dipinti che ripercorrono, per la prima volta in una
visione complessiva, il clima culturale italiano delle nuove tendenze artistiche del decennio
1910-1920. Partendo dal Futurismo storico (Marinetti, Boccioni, Balla, Carrà, Severini,
Russolo, Depero) e passando dal Primitivismo (Carrà, Soffici, Garbari) e dal Secessionismo di
area italiana (Casorati, Moggioli, Trentini, Rossi, Ferrazzi, Chini, Lionne, Oppo) si arriva
all'altra "faccia della modernità", ossia la Metafisica (De Chirico, Carrà, Morandi, de Pisis) e al
cosiddetto "Ritorno all'ordine" (Casorati, Soffici, Funi, Guidi), con il recupero dell'antico
mediato dalle recenti avanguardie. L'esposizione continua il percorso di approfondimento delle
tendenze pittoriche italiane del Novecento che il Museo ha intrapreso nel 2015 con la
rassegna dedicata al "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla". Orario: da
martedì a venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-13 e 14-19; lunedì chiuso.
Ingresso mostra: intero euro 8; ridotto euro 6 (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni).
Mostra con visita guidata (da martedì a venerdì ore 11 e 17; sabato, domenica e festivi anche
ore 18): intero 12 euro; rid. 10 euro; con Abbonamento Musei 4 euro. Info: 011.837688 int. 3 [email protected] - www.fondazioneaccorsi-ometto.it. Domenica 19 marzo alle
10,30 conversazione d'arte dal titolo "I futuristi italiani a Parigi e l'incontro/scontro con il
Cubismo", a cura di Anna Maria Cavanna, storica dell'arte. Costo approfondimento: intero 18
euro; ridotto 15 euro (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni); possessori Abbonamento
Musei e Torino + Piemonte Card 6 euro. Prenotazione obbligatoria 011.837688 int. 3
fino al 18/06/2017
ore 10:00
Torino
Via Po 55
"PITTURA COME SCULTURA" IN GALLERIA SABAUDA
"Confronti/3 - Pittura come scultura - Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo". La
protagonista di questo terzo appuntamento con "Confronti", lo spazio della Galleria Sabauda
dedicato all'incontro tra opere, è la "Madonna dei Miracoli", così chiamata perché a lei viene
attribuito il merito di aver debellato la pestilenza che affliggeva la città di Milano nel 1485. La
pala è presentata all'interno della Spazio Confronti insieme al bozzetto in terracotta della
Vergine, modellato da Cerano in età giovanile. Il confronto consente di apprezzare la
poliedricità di uno dei massimi protagonisti del Seicento lombardo. Dopo il successo di
"Venere incontra Venere", dedicata ai due dipinti di Botticelli, e quello che vedeva protagonista
i bambini di Boldini e Van Dyck, che raccontava due modi di vedere l'infanzia a distanza di
secoli uno dall'altro, è ora il momento de "La Madonna dei Miracoli di Santa Maria presso San
Celso venerata da San Francesco e dal Beato Carlo Borromeo", dipinta da Giovan Battista
Crespi detto il Cerano. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19. Ingresso: intero 12 euro;
ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con
scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri
ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e della
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Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima della
chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it
fino al 18/06/2017
ore 14:00
Torino
Piazzetta Reale 1
"CAVALIERI D'ORIENTE" AL MAO
Il MAO espone all'ultimo piano di Palazzo Mazzonis una piccola ma preziosa selezione di
tessuti. Per la prima volta dall'apertura del Museo questi verranno sostituiti con un gruppo di
tessuti legati alla cavalcatura, tema molto interessante e poco conosciuto in Occidente.
L'esposizione "Cavalieri d'Oriente" presenta al pubblico un aspetto insolito della tradizione
tessile orientale, presentando coperte da cavallo e da sella preziose e sfarzose e altre di uso
più comune, restituendo così il duplice aspetto di oggetto d'uso quotidiano e di simbolo di
ricchezza e fasto. L'usanza di riservare coperture in tessuto alle cavalcature prestigiose
appare piuttosto antica, come testimoniato dalle miniature di scuola timuride e safavide, dove i
cavalli sono ornati di con ampie gauldrappe o con selle con apparato iconografico che
richiama i tappeti ricchi di volute floreali. In Persia, dove l'equitazione e l'allevamento dei
cavalli sono considerate nobili arti, le coperture da cavallo e le selle sono prodotte sia in
laboratori cittadini sia in zone rurali. Tra le popolazioni nomadi tale manufatto doveva e deve
essere sempre presente nella dote che la sposa porta in dono al consorte. In ambito ottomano
i cavalli erano ornati in modo sfarzoso anche in tempo di pace come simbolo di potere.
Contestualmente verrà messa in risalto al centro della Galleria un'opera delle collezioni del
Museo un vaso di pregevolissima fattura a forma di cavallo con cavaliere del XIII secolo
proveniente dall'Iran centrale. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19.
La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18
anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 25/06/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
DYLAN JONAS STONE E BETH CAMPBELL AL MUSLI
"The Paper Theatre and The Magic Lantern", mostra di Dylan Jonas Stone e Beth Campbell.
L'esposizione costituisce il coronamento della collaborazione instaurata tra Stone e il museo
due anni fa, che ha portato l'artista a realizzare una serie di linoleografie (stampe da incisioni
su linoleum) e installazioni di carta ispirate ai giochi e ai libri esposti al Musli. Per l'occasione,
Stone ha coinvolto un'amica, Beth Campbell, che è intervenuta su una moltitudine di figurine a
forma di mano, assemblate in tre sculture mobili che scendono dal soffitto come una pioggia
leggera. Nelle opere di Stone - circa duecento - si può leggere invece una sorta d'intento
autobiografico, un viaggio tra i giocattoli e le attività che l'hanno appassionato da bambino. Si
comincia con una lanterna magica, di cui l'artista illustra il funzionamento su sei stampe
circondate da piccoli prosceni in cartoncino. Scelta non casuale, dal momento che Stone, figlio
di produttori cinematografici, insegna a sua volta cinema a Londra e alla Scuola Holden di
Torino. Così come non è casuale la scelta di esporre una pressa a soffietto per far seccare
fiori e foglie, un oggetto che racconta la passione di Stone per la memoria e l'archiviazione del
reale, testimoniata da opere come "Drugstore Photographs or A Trip Along the Yangtze River",
una raccolta di 26.000 fotografie che documentano 526 isolati di Manhattan, esposta al Moma
Ps1 nel 2000. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e la domenica dalle 15,30 alle
18,30. Ingresso: 4 euro; gratuito con tessera Abbonamento Musei. Info: 011.19784944 www.fondazionetancredidibarolo.com
fino al 30/06/2017
ore 17:00
TORINOSETTE
189/263
Torino
Via Corte d?Appello 20/C
FOSSANO - "CARAVAGGIO. LA MOSTRA IMPOSSIBILE" AL CASTELLO DEGLI ACAJA
Quando si pensa ai grandi maestri dell'arte non si può fare a meno di citare Michelangelo
Merisi noto come Caravaggio. L'artista, che visse sul finire del XVI secolo e iniziò a muoversi
dalle secche del manierismo verso uno stile pittorico che prediligeva la realtà al culto della
bellezza classica, è il protagonista dell'esposizione "Caravaggio. La mostra impossibile".
Nonostante la sua breve vita, Caravaggio ebbe una ricca produzione che oggi si trova in
autorevoli musei del mondo, collezioni private e chiese. Ammirare in un unico spazio
capolavori come "Giovane con canestro di frutta", "Bacco", "Giuditta e Oloferne", "Sacrificio
d'Isacco", "Incredulità di San Tommaso", "Flagellazione di Cristo alla colonna", "David con la
testa di Golia", le due versioni della "Cena di Emmaus", solo per citare qualche titolo, risulta
impossibile per problemi legati allo stato di conservazione, alla complessità degli apparati
allestitivi, alla rimozione delle opere dai loro luoghi originali, ai rischi del trasporto. Per questo
l'esposizione, ideata da Renato Parascandolo con la direzione scientifica del professor
Ferdinando Bologna, e realizzata dalla Rai prende spunto da un'istanza di democrazia
culturale: e cioè presentare in un unico spazio espositivo, in dimensioni reali (scala 1:1),
l'opera omnia di un pittore sotto forma di riproduzioni ad altissima definizione. E in questo caso
l'oggetto, anzi gli oggetti, sono i 41 dipinti di Caravaggio. Orario: venerdì 15-22, sabato e
domenica 10-19. Ingresso: 10 euro.
fino al 02/07/2017
ore 15:00
Fossano (CN)
Via Vescovado 8
"L'EMOZIONE DEI COLORI NELL'ARTE" ALLA GAM
La mostra "L'emozione dei colori nell'arte" è presentata nella Manica Lunga del Castello di
Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e nelle sale della GAM-Galleria Civica d'Arte Moderna e
Contemporanea di Torino, con l'esposizione di una straordinaria raccolta di 400 opere d'arte
realizzate da oltre 130 artisti provenienti da tutto il mondo che datano dalla fine del Settecento
al presente. La mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l'esperienza e l'uso del
colore nell'arte. Attraverso una molteplicità di racconti e presentazioni di opere d'arte
importanti, si affronta l'uso del colore da svariati punti di vista, tra i quali quello filosofico,
biologico, quello antropologico e quello neuroscientifico. "Durante il secolo scorso sono state
organizzate numerose mostre sul colore a partire dalle teorie della percezione divenute
popolari negli anni Sessanta. Quel tipo di approccio discende da una nozione universalistica
della percezione e da una sua pretesa valenza oggettiva, molto distante dalla consapevolezza
odierna della complessità di significati racchiusa nel colore", afferma Carolyn ChristovBakargiev. La mostra indaga l'utilizzo del colore nell'arte dando conto di movimenti e ricerche
artistiche che si discostano dalle storie canoniche sul colore e l'astrazione, attraverso
molteplici narrazioni che si ricollegano alla memoria, alla spiritualità, alla politica, alla
psicologia e alla sinestesia. Le opere provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia
di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il
Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la
AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la
Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez
Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM - Torino e Castello di Rivoli e da numerose
collezioni private. I precedenti dell'arte astratta moderna sono indagati attraverso opere dei
seguaci Hindu Tantra (XVIII secolo) e dei Teosofisti (XIX secolo) che utilizzavano le formecolore come fonti per la meditazione e la trasmissione immateriale del pensiero. Il punto di
avvio nell'astrazione teosofica è legato alle ricerche di Annie Besant (1847-1933), la quale
scrisse attorno al 1904, "dipingere le forme vestite dalla luce di altri mondi con i colori ottusi
della terra è un compito arduo; esprimiamo gratitudine a chi ha tentato di farlo. Avrebbero
bisogno di fuoco colorato, ma hanno solo pigmenti e terre a disposizione". Alla fine del
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Settecento, Isaac Newton scopre che i colori che vediamo corrispondono a specifiche e
oggettive onde elettromagnetiche non assorbite da materiali. Johann Wolfgang von Goethe,
che pubblica nel 1810 la sua "Zur Farbenlehre" ("La teoria dei colori") si oppone a Newton,
affermando che i colori sono prodotti dalla mente e non oggettivi. Goethe scopre il fenomeno
degli "Afterimage colors" (il fatto che l'occhio umano percepisce come immagine residua il
colore complementare a un colore osservato con persistenza su di una superficie bianca).
All'epoca prevalse la teoria di Newton. L'Ottocento è anche il secolo del grande sviluppo della
chimica e della scoperta dei colori sintetici derivati dal catrame di carbone. Nell'Ottocento e
Novecento si sviluppa la standardizzazione industriale dei colori con i vari codici RAL e
Pantone. Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e
psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso
profondamente libertario. Con il relativismo culturale che caratterizza l'epoca attuale e
attraverso le recenti ricerche neuroscientifiche, si torna alla visione di Goethe, attribuendovi un
valore nuovo. "L'emozione dei colori nell'arte" riflette sul tema da un punto di vista che tiene
conto della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo. Si pone in discussione la
standardizzazione nell'uso del colore nell'era digitale, standardizzazione che riduce
sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale. Nel corso della mostra,
il neuroscienziato Vittorio Gallese - che insieme a Giacomo Rizzolati ha scoperto i neuroni
specchio - dirigerà, per la prima volta a livello mondiale, un laboratorio di studio
neuroscientifico incentrato sull'esperienza del pubblico di fronte a opere d'arte. In mostra
opere di: Anonymous Tantra drawings, Isaac Newton, Johann Wolfgang von Goethe, William
Turner, Friedlieb Ferdinand Runge, Michel Eugène Chevreul, Antonio Mancini, Édouard
Manet, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Annie Besant, Lea Porsager, Erin Hayden, Stanislao
Lepri, Mikalojus Konstantinas Ciurlionis, Piet Mondrian, Gabriele Münter, Wassily Kandinsky,
Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin, Edvard Munch, Hans Richter, Henri Matisse,
Leo Gestel, Luigi Russolo, Frantisek Kupka, Giacomo Balla, Hilma af Klint, Paul Klee,
Johannes Itten, Fortunato Depero, Sonia Delaunay, Oskar Fischinger, Francis Picabia,
Alexander Calder, Josef Albers, Mario Nigro, Giulio Turcato, Nicolas De Staël, Hans Hofmann,
Mark Rothko, Pinot Gallizio, Karel Appel, Asger Jorn, Paul Guiragossian, Fahrelnissa Zeid,
Atsuko Tanaka, Shozo Shimamoto, Lucio Fontana, Yves Klein, Enrico Castellani, Piero
Dorazio, Carla Accardi, Victor Vasarely, Tancredi Parmeggiani, Giulio Paolini, Mario Schifano,
Alejandro Puente, Sergio Lombardo, Estuardo Maldonado, Carlos Cruz-Diez, Luis Tomasello,
Warlimpirrnga Tjapaltjarri, Kenny Williams Tjampitjinpa, Michelangelo Pistoletto, Arman, Andy
Warhol, Gerhard Richter, Alighiero Boetti, Ellsworth Kelly, Donald Judd, Dan Flavin, James
Turrell, Jordan Belson, James Whitney, John Latham, Pietro Caracciolo / Agata Marta Soccini
/ Ruben Spini, Gustav Metzger, Claude Bellegarde, Gruppo MID, Rupprecht Geiger, Piero
Gilardi, Pino Pascali, Helio Oiticica, Raymundo Amado, André Cadere, Franz Erhard Walther,
Bas Jan Ader, Lawrence Weiner, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Lothar Baumgarten, Mel
Bochner, John Baldessari, Robert Barry, Sigmar Polke, Gotthard Graubner, Giorgio Griffa,
Channa Horwitz, Nicola De Maria, Tony Cragg, Anish Kapoor, Ettore Spalletti, Haim
Steinbach, Wolfgang Laib, Katharina Fritsch, David Hammons, Irma Blank, Thomas Ruff,
Damien Hirst, Liam Gillick, Jim Lambie, Arturo Herrera, Olafur Eliasson, Walid Raad & The
Atlas Group, Edi Rama, Anri Sala, Ryan Gander, Ed Atkins, Hito Steyerl, Theaster Gates, Etel
Adnan, Eugénie Paultre, Giuliano Dal Molin, Cheyney Thompson, Ye Xianyan, Maria Morganti,
Mika Tajima, Basim Magdy, Rose Shakinovsky, Simon Starling, Moon Kyungwon & Jeon
Joonho, Asli Çavusoglu, Lara Favaretto, Liu Wei, Kerstin Brätsch, Camille Henrot, Heather
Phillipson, Otobong Nkanga, Bracha Ettinger, Vittorio Gallese & Martina Ardizzi / Università di
Parma. Orario: da martedì a domenica 10-18; la biglietteria chiude sempre un'ora prima.
Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro per possessori biglietto Castello di Rivoli. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it
fino al 23/07/2017
ore 10:00
Torino
Via Magenta 31
TORINOSETTE
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PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DEL COSTUME E DELLE TRADIZIONI
DELLE GENTI ALPINE
Una mostra lunga un anno, un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle stagioni. Questa
l'idea alle spalle della mostra "Sulle Ali delle Api", acquarelli floreali di Gianna Tuninetti, che
sarà inaugurata domenica 25 settembre alle ore 11.30, nell'ambito della Festa d'Autunno, il
Museo del Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine, nella borgata Rivets. Per l'occasione
il Museo ha programmato un'apertura straordinaria per la "Festa d'Autunno" sabato 24 e
domenica 25 settembre dalle ore 16.00 alle 18.00. Dopo la pausa autunnale, il museo riaprirà
dal 29 ottobre al 17 dicembre tutti i sabati con medesimo orario e successivamente con
calendario dedicato alle festività natalizie. "Sulle Ali delle Api" presenta un centinaio di opere in
un percorso artistico e culturale lungo un intero anno. Cento acquarelli, ospitati nei suggestivi
ambienti del Museo, dieci anni dopo l'esposizione "Fratello Fiore e Sorella Montagna" che
risale al periodo olimpico. Le prime 50 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
saranno esposte dal 25 settembre 2016 a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle
meraviglie della flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e
dell'estate impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Info:
[email protected] - 0122.78800 - [email protected] 0122.741728 - [email protected] - www.giannatuninetti.it - 011.9450807
fino al 03/09/2017
ore 16:00
Pragelato (TO)
Borgata Rivets
"KESA - SIMMETRIE E ASIMMETRIE NEI MANTELLI MONASTICI" AL MAO
Il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di tre kesa e di altre opere al
secondo piano della sezione giapponese. I kesa sono preziosi mantelli rituali indossati dai
monaci buddhisti che si compongono di diversi pezzi di stoffa uniti da cuciture sovrapposte.
Giocano un ruolo molto importante nella pratica buddhista poiché il dono di un tessuto
conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il
monaco. La rotazione prevede l'esposizione di tre esemplari del XIX secolo. Il kesa a disegni
geometrici romboidali risale agli anni di passaggio tra il periodo Edo (1603-1868) e l'era
riformista Meiji (1868-1912), e nella sua simmetria appare più sobrio di gran parte dei tessuti
giapponesi in possesso del MAO. Nel kesa con motivi floreali, simboli augurali e draghi
predominano i motivi decorativi floreali: grandi crisantemi e peonie si intrecciano a fiori più
piccoli, stilizzati e arabescati. L'andamento sinuoso degli steli tra un fiore e l'altro crea la
sensazione di un moto ondeggiante che conferisce eleganza all'intero impianto decorativo. I
simboli augurali, nonché l'impiego di vivaci colori, fanno supporre che si tratti di un tessuto di
origine cinese. Nel kesa con motivi di aceri, crisantemi, pini, ventagli, onde e cascata
l'elemento ricorrente è l'acqua nelle sue diverse forme: il moto ondoso dei flutti increspati si
alterna al dinamismo curvilineo dei corsi fluviali, a loro volta in contrasto con la linearità dello
scroscio di una cascata. Anche i paraventi esposti nella sezione giapponese del MAO hanno
bisogno di essere messi periodicamente a riposo, come tutti i materiali più delicati delle nostre
collezioni. Nella stessa sala che ospita i kesa, il paravento questa volta verrà sostituito da due
opere di natura diversa: la prima è un grande kakemono (dipinto su rotolo verticale) realizzato
nel terzo quarto del XIX secolo; ne è protagonista il Buddha storico ritratto in Parinirvana,
ovvero nell'attimo in cui cessa la sua esistenza fisica per estinguersi nel nirvana. Completa la
rotazione un raro contenitore per sutra (scritture buddhiste) in pietra con iscrizione datante
1127. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati
Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 15/10/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
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Lunedì 20 Marzo 2017
POIRINO - MARGHERITA FANTINI AL CAFFE' DELLA RIVA
"Natura silente", personale di Ines Daniela Bertolino. Orario: dal lunedì al sabato dalle 8 alle
19. Info: 011.9450993
ore 08:00
Poirino (TO)
Passeggiata Marconi 6
"FOTOGRAF(ARS)I" DA MARTINARTE
"Fotograf(ars)i", mostra fotografica collettiva a coronomaneto del corso di fotografia tenutosi in
questo anno con il maestro Cosimo Savina. Orario: da lunedì a sabato 15,30-19,30. Info:
335.360545 - [email protected]
fino al 22/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Siracusa 24/A
ARMANDO MARROCCO A SPAZIOBIANCO
"Battaglienelcielo", mostra a cura di Toti Carpentieri che raccoglie le opere create da Armando
Marrocco tra il 2003 e il 2016. L'esposizione è la terza rappresentazione/testimonianza di un
percorso artistico originale e complesso iniziato negli anni Cinquanta del XX secolo e ancora
in pieno svolgimento. Spaziobianco ha già presentato nelle sue sale "Il luogo del ritrovo" (nel
2014) e "Uomouniverso" (nel 2015). Ora, con "Battaglienelcielo" offre ai visitatori un nuovo
paradigma del mondo poetico di Armando Marrocco. Orario: dal martedì al venerdì dalle 16,30
alle 19 o su appuntamento. Info: 333.6863429 - [email protected] www.spaziobiancogallery.com
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 23 bis
DANIELA ROSSI ALLA GALLERIA DI VIA SALUZZO
"Dalla Terra alla Luna", personale di Daniela Rossi ispirata al pensiero di alcuni tra i più famosi
astronomi, filosofi, letterati che hanno guardato alle stelle. Ognuna delle 30 opere di Daniela
Rossi, che è pittrice e scrittrice, illustra una loro riflessione intellettuale o poetica sul cosmo.
Ecco quindi, tra gli altri, Epicuro con gli infiniti mondi, Albert Camus con gli occhi aperti sotto
un cielo gocciolante di stelle, le predizioni di Jules Verne, le intuizioni di Giordano Bruno,
l'astronomia che, dice Platone, ci conduce da un mondo all'altro, la meditazione sulle stelle di
Carl Sagan ma anche Smeraldina, una delle città invisibili descritta da Calvino e la
dichiarazione di Lenin a proposito degli alieni: se riuscissimo a comunicare con loro tutti i
concetti filosofici, sociali e morali dovrebbero essere riveduti. Ciò imporrebbe la fine della
violenza quale metodo e mezzo di progresso. Daniela Rossi è pittrice, scrittrice e psicologa.
Ha esposto in varie città italiane e estere, realizzato trompe d'oeil e murales per privati ed enti
pubblici, scenografie e campagne pubblicitarie. Ha collaborato con quotidiani e riviste e
pubblicato romanzi. Con il primo "Il mondo delle cose senza nome" (pubblicato da Fazi nel
2004 e riedito da Bombiani nel 2010), ha vinto il Premio Anima per la Letteratura. Dal libro
sono stati tratti un film per la RAI interpretato da Elena Sofia Ricci e Gioele Dix e uno
spettacolo prodotto dal Teatro dell'Opera di Roma. Orario: da lunedì a venerdì 9-12 e 14-18;
sabato 9-12. Info: 339.8695542 - 393.36963467.
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 69
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"EROS E COMIC ART" DA LITTLE NEMO
"Eros e Comic Art", mostra dedicata ai maestri dell'erotismo a fumetti. Si parte dagli originali di
copertina per i fumetti sexy pop degli anni '60 e '70, con opere di Biffignandi e Ciriello (maestri
appena scomparsi) e poi di Angiolini, Cubbino, Dangelico, Del Principe, Romanini, Taglietti. La
sezione dedicata all'erotismo d'autore segue un excursus che prende le mosse dalla
Barbarella di Jean-Claude Forest, passa per la Valentina di Crepax e le pin-up di Baldazzini e
Milo Manara e arriva alle tavole fortemente erotiche di Magnus e Von Gotha. In tutto, oltre
cento artisti accuratamente biografati dall'attenta penna di Giuseppe Pollicelli, critico d'arte e
giornalista specializzato. Per l'occasione è stato realizzato un catalogo monografico illustrato
di 280 pagine dal tiolo Eros & Comic Art, tirato anche in edizione di lusso, numerata e
accompagnata da un'esclusiva grafica con Eva Kant di Sergio Zaniboni. La prefazione del
catalogo si deve a Tinto Brass, a cui è dedicata l'ultima sezione del volume, con alcuni scatti
fotografici in grande formato che sono anche stati tirati in soli cinque esemplari firmati dallo
stesso regista e dal fotografo Gianfranco Salis. Ospite d'onore dell'asta, in programma alle 18
di venerdì 24 marzo, sarà Ilona Staller, presente nel catalogo con due delle sue creazioni
artistiche e ospite della galleria a partire delle ore 15. Giovedì 16 marzo alle 19 è in
programma una serata dedicata a "Erotismo e Gastronomia" curata dallo chef Silverio Cineri
del ristorante "La mia infanzia a tavola" di Faenza. Giovedì 23 marzo alle 19 Marzia
Capannolo, critica d'arte, terrà una lectio brevis dal titolo "Il fumetto erotico: la dark room
dell'arte?", in dialogo con Roberto Baldazzini, fumettista e artista noto a livello internazionale.
Orario galleria: dal lunedì al sabato dalle 10,15 alle 13 e dalle 15,15 alle 19. Info: 011.7630397
- [email protected] - www.littlenemo.it
fino al 24/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Ozanam 7
MIKE NELSON ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
"Cloak of rags (tale of a dismembered bank, rendered in blue)", personale di Mike Nelson. Per
l'occasione, il progetto dell'artista "Procession, process. Progress, progression. Regression,
recession. Recess, regress", in residenza nella project room della galleria da diversi mesi, è
stato prorogato fino al 25 marzo, per tutta la durata della personale. Orario: lunedì e sabato
15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011.882208 - [email protected] www.franconoero.com
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mottalciata 10/B
"INTERNAZIONALE ITALIA ARTE 2017" AL MUSEO MIIT
Seconda sessione della mostra "Internazionale Italia Arte 2017", giunta alla sua quinta
edizione. In mostra opere selezionate di maestri contemporanei di fama internazionale e opere
di grandi maestri del '900 italiano. Tra gli artisti presenti in mostra, autori provenienti da
Argentina, Messico, Svizzera, USA, Serbia, Italia, Cina, Giappone, Francia, Germania,
Olanda, Inghilterra, Spagna, Belgio e altri paesi. In esposizione opere di pittura, fotografia, arte
digitale, scultura, installazioni, video. Orario: da martedì a sabato dalle 15,30 alle 19,30; su
appuntamento domenica, lunedì e festivi per visite guidate, gruppi, scolaresche. Info:
011.8129776 - www.museomiit.it - [email protected]
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Cairoli 4
BIANCA SALLUSTIO ALLA GALLERIA LA TELACCIA
"Opere illuminate dal sentimento e da una profonda espressività", personale di Bianca
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Sallustio a cura di Monia Malinpensa. Orario: dal lunedì al sabato 15-19. Chiuso i festivi. Info:
011.5628220 - 347.2257267 - [email protected] - www.latelaccia.it
fino al 25/03/2017
ore 15:00
Torino
Via Santarosa 1
BEDWYR WILLIAMS ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta "The Institute of Things to Come" (a cura
di Ludovica Carbotta e Valerio Del Baglivo), un centro di ricerca temporaneo sul futuro che da
febbraio a settembre 2017 proporrà un ciclo di quattro mostre personali collegate a un
programma di formazione. "The Institute of Things to Come" è realizzato con il sostegno della
Compagnia di San Paolo nell'ambito del bando ORA! Linguaggi contemporanei produzioni
innovative. Per il primo capitolo di "The Institute", l'artista Bedwyr Williams (vincitore del The
Derek Williams 2017) presenta "Echt", un'installazione filmica ambientata in un futuro
prossimo nel quale le istituzioni britanniche e i sistemi di governo sono crollati, ed il regime in
corso è caratterizzato da un sistema feudale accelerato. Il suo film fantasioso, immagina un
futuro in cui un evento apocalittico ha costretto l'umanità a riformare la società, dopo aver
cancellato le regole sociali precedenti. In questo nuovo mondo nel quale lo status sociale si
basa sul consumo smisurato, figure di accumulatori compulsivi sono divenuti re. Questi
accumulatori di oggetti e spazzatura hanno installato i loro centri di controllo in discoteche e
locali notturni dismessi, e sono accompagnati da una serie di personaggi acutamente descritti
dalla voce narrante di Williams. L'interesse principale di Bedwyr Williams si fonda
sull'immaginazione di scenari catastrofici e sugli effetti che essi hanno sulla vita quotidiana
delle persone. Le sue performance, film e installazioni trattano spesso di un futuro distopico,
nel quale gravi problematiche sono minimizzate da momenti di umorismo assurdo o da
osservazioni banali. Nei suoi progetti precedenti, Williams ha costruito un osservatorio stellare
come omaggio agli astronomi amatoriali o ha assunto i panni di differenti personaggi, come il
"predicatore orbo", il "mietitore cupo", o anche il "Conte Polline". Il suo lavoro è stato mostrato
in varie istituzioni tra cui Barbican Curve Gallery (London), The Whitworth (Manchester),
Tramway (Glasgow), IKON (Birmingham) and Kunstverein Salzburger. Williams ha
rappresentato il Welsh Pavilion per la 55 Biennale di Venezia nel 2013 ed è finalista del
premio Artes Mundi 7, 2016. Collegato alla mostra personale, dal 7 al 9 febbraio, Bedwyr
Williams condurrà con l'artista Tai Shani "Demonio! Demonio!", un laboratorio filmico e
performativo che esplora le rappresentazione del "Sé Demoniaco", nel quale la città di Torino
funzionerà come sfondo per costruire questo autoritratto malevolo e teatrale. I partecipanti
selezionati sono Elena Bellantoni, Sara Bonaventura, Edmund Cook, Jürgen Dehm, Carl Gent,
Aoibheann Greenan, Jaime González Cela y Manuela Pedrón Nicolau, Inda Peralortega,
Ambika Thompson, Camille Tsvetoukhine, Lucia Veronesi, Saul Williams. Orario mostra:
giovedì 20-23 (ingresso libero); venerdì, sabato e domenica 12-19. Chiusa dal 13 al 26
febbraio 2017. Ingresso: intero euro 5; ridotto euro 3 (over 65, studenti); gruppi euro 4 (minimo
6 persone); gratuito (bambini fino a 12 anni, Insieme per l'Arte, abbonamento Torino Musei,
giornalisti accreditati, soci ICOM). Info: [email protected] - 011.3797600 - www.fsrr.org http://theinstituteofthingstocome.com/it/
fino al 26/03/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
ANDREA PESCIO ALLA GALLERIA PIRRA
"The Imagined Line - La linea e il segno", personale di Andrea Pescio a cura di Simonetta
Pavanello. In mostra oltre venti opere realizzate con tecniche diverse, tradizionali come la
grafite o l'acquerello e inconsuete come la penna Bic abbinata all'utilizzo di rulli decorativi. Il
percorso espositivo rivela non solo la ricercatezza della linea, il gusto raffinato del colore e la
straordinaria capacità tecnica dell'artista, ma anche la sua naturalezza nel coniugare la
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padronanza del mezzo all'intimo impulso creativo e all'intenzione intellettiva. Orario: da lunedì
a sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30; domenica 10-12,30. Info: 011.543393 [email protected] - www.galleriapirra.it
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Vittorio Emanuele II 82
JIRI HAUSCHKA ALLA CRAG GALLERY
"In the middle of something", personale del pittore ceco Jiri Hauschka (1965). Hauschka
appartiene allo "Stuckism", movimento artistico internazionale fondato nel 1999 dagli artisti
Billy Childish e Charles Thomson in Gran Bretagna ai fini di promuovere la ricerca pittorica
orientata al figurativo e opporsi all'arte concettuale degli Young British Artists. Le opere in
mostra sono state realizzate nel 2016. Boschi, strade, montagne, laghi, fiumi ed architetture
fanno parte di un percorso durante il quale l'artista ha esplorato il suo rapporto con la natura e
con l'ambiente che lo circonda, esprimendo una pittura in equilibrio tra astrazione e realismo.
Robert Janas, storico dell'arte, fondatore nel 2004 dello Stucchismo a Praga, scrive a
proposito del lavoro di Jiri Hauschka che nella sua pittura il Neo-espressionismo si unisce ad
un forte sentimento per la composizione, basata su ampi spazi limitati da contorni accentuati,
e da colori utilizzati simbolicamente a dare liquidità alla forma. La bellezza del suo lavoro è
dunque quella che lui chiama la "storia", la sua storia, che vuole condividere nel mezzo di
qualcosa, in the middle of something, con il pubblico. Il suo lavoro porta l'osservatore in bilico
tra la dimensione del paesaggio semplice e la grandezza di ciò che ci circonda. Aperta ogni
giorno su appuntamento. Info: www.cragallery.com - [email protected] - 347.3420598 335.1227609
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Torino
Via Nole 57
RIVOLI - LIA E MARIA LATERZA ALLA CASA DEL CONTE VERDE
"Come sorelle", opere di Lia e Maria Laterza sorelle, molto diverse per stile e personalità,
presentate da Bruna Bertolo e Rita Margaira. La mostra è accompagnata da un video con testi
di Francesco De Bartolomeis. Orario: da martedì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore
10-13 e 16-19. Info: 011.9563020
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Rivoli (TO)
Via Piol 8
NOVALESA - ANDREA BENEDETTO ALLA CASA DEGLI AFFRESCHI
"Brandelli di vissuto", mostra di scultura di Andrea Benedetto. Orario: sabato e domenica
11-12 e 15-18; in settimana su prenotazione. Info: 320.6347337
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Novalesa (TO)
Via Maestra 46
NENE' DA CANTO A TEART
"Forme d'Altrove", personale di Nené Da Canto, descritta così dall'artista: "Il gioco è di
intravvedere e scoprire manifestazioni di un ordine insito al movimento...è come uno specchio
qui e ora". Orario: dal martedì al sabato dalle 17 alle 19. Info: 011.6966422 [email protected] - [email protected]
fino al 28/03/2017
ore 18:00
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Torino
Via Giotto 14
"SHUNGA-E, IMMAGINI DI PRIMAVERA" DA IREL ONLUS
"Shunga-e, immagini di primavera - L'Arte erotica giapponese dal XVIII al XX secolo". Le
stampe chiamate shunga sono xilografie giapponesi dal contenuto esplicitamente erotico,
concepite secondo lo stile della scuola ukiyo-e, prodotte principalmente durante il periodo Edo
(antico nome dell'odierna Tokyo, 1603-1868), entrate a far parte della vita e della cultura
giapponese in maniera sorprendente. In Giappone, le prime raffigurazioni shunga risalgono al
periodo Heian (794 - 1185). A quei tempi erano per lo più riservate agli ambienti di corte.
Dipinte su rotoli di carta, si ipotizza fossero ispirate a modelli cinesi, soprattutto alle opere di
Zhou Fang (730 - 800), il grande pittore erotico attivo durante il regno della dinastia Tang.
Nella prima metà del diciannovesimo secolo, ad opera di Harunobu, si giunse alle opere
pienamente policrome (nisiki-e) con l'impiego, per le edizioni più lussuose, di quindici e fino a
diciassette colori attraverso l'incisione di altrettante matrici in legno. La complessa esecuzione
delle matrici era affidata ad abili incisori, guidati dagli artisti che avevano realizzato i soggetti.
Harunobu, Hokusai, Hirosige, Utamaro sono solo alcuni nomi degli artisti più acclamati in
quest'arte. Un'arte che gioca su tutta una gamma di espressioni, forme e colori che vanno
dalla varietà delle passioni umane alla grazia delle figure femminili, dall'esaltazione delle
emozioni amorose all'esplorazione di tutte le inclinazioni della sessualità, anche le più
promiscue, non disdegnando atti omosessuali e scene di gruppo. Le ambientazioni erano
realistiche: lussuose dimore, bagni pubblici, case da tè, alcove, in barca o all'aperto. All'inizio
del XVII secolo la scuola di pittura Kano stilò un'insieme di regole sull'estetica dell'arte shunga.
Vennero codificate le gradazioni di colore con cui dovevano essere stampati i genitali, sia
maschili che femminili e i colori da utilizzare nel resto dell'opera. Si stabilì anche la
convenzione della rappresentazione in dodici scene amorose, simboleggiando i mesi
dell'anno, secondo l'esperienza artistica già teorizzata dal pittore Tosa Mitsunobo (1434-1525).
L'arte shunga assunse così la definizione di "genere", al pari del paesaggio e del ritratto.
Queste stampe si affermarono negli ambienti artistici europei, intorno alla metà del XIX secolo.
A Parigi circolavano tra i pittori realisti ed impressionisti: Theodore Duret, Degas, Renoir,
Pisarro e Monet. Degas ne fu fortemente influenzato, in alcuni tagli prospettici delle sue opere
si possono riscontrare significative analogie con l'arte giapponese. Ma anche Van Gogh non
rimase estraneo al fascino di queste opere; i ponti e gli ombrellini delle donne di Claude Monet
rimandano alle immagini di Hokusai. A Londra le prime xilografie ukiyo-e comparvero
all'Esposizione Universale del 1862. Aubrey Beardsley (1872-1898) possedeva una vasta
collezione di arte shunga, da cui trasse ispirazione per le illustrazioni della Lysistrata di
Aristofane. Le linee fluttuanti delle stampe giapponesi furono fonte di ispirazione anche per gli
artisti Art Nouveau. Nell'ultimo decennio di questo secolo le xilografie shunga hanno incontrato
un interesse particolare nella critica e nel pubblico occidentale. Molti musei hanno introdotto
nelle loro collezioni di grafica queste incisioni. Sono state anche presentate in importanti
mostre retrospettive come quella alla Kunsthal di Rotterdam nel 2005, a Palazzo Reale di
Milano nel 2009 e al British Museum di Londra nel 2013. La mostra consiste in oltre cinquanta
incisioni originali che vanno dalla fine del XVIII secolo fino agli inizi del XX secolo, oltre ad una
quarantina di opere minori, fuori catalogo. La rassegna è curata da Gianni Vurchio e Stefano
Liberati. Orario: dal martedì al sabato dalle 16 alle 19; domenica e lunedì chiuso. Prorogata
fino al 31 marzo.
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Dalmazzo 6/C
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DELLE GENTI ALPINE
"Sulle ali delle Alpi", mostra d'arte con acquarelli della pittrice Gianna Tuninetti. Una montagna
di fiori quando fuori nevica. Sono i fiori di Gianna Tuninetti che il Museo del Costume e delle
Tradizioni delle Genti Alpine di Pragelato, in borgata Rivets, presenta nella preziosa mostra
TORINOSETTE
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dal titolo "Sulle ali delle api", particolarmente impegnativa con oltre 120 opere in un percorso
artistico e culturale lungo un intero anno; un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle
stagioni, percorso entusiasmante e competente di un'artista che sa colloquiare con l'anima
attraverso il racconto di fiori, frutta, verdura ritratti ad acquarello. Inaugurata lo scorso 25
settembre, la mostra propone le prime 65 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
che saranno esposte sino a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle meraviglie della
flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e dell'estate
impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Il Museo del
Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine è aperto tutti i sabati fino al 17 dicembre 2016
con orario 16-18. Durante il periodo delle festività natalizie sarà aperto nelle giornate del
27-29-30 dicembre e 1-3-5-7 gennaio sempre con orario 16-18. Dal 14 gennaio al 16 aprile
sarà aperto tutti i sabati sempre con medesimo orario. Prevista l'apertura speciale anche per il
lunedì di Pasquetta. E' possibile visitare la mostra anche in altri giorni e orari contattando
telefonicamente l'ufficio del turismo di Pragelato: 0122.741728.
fino al 31/03/2017
ore 16:00
Pragelato-Ruà (TO)
Via San Giovanni 1
"PARATISSIMA ART GALLERY" DA YLDA
Prima edizione di "Paratissima Art Gallery", mostra per pittori, scultori, fotografi, designer,
fashion designer, grafici e illustratori. Una mostra doppia: una con opere e artisti emergenti in
carne e ossa, l'altra online. Per questo allestimento sono stati selezionati 13 nomi: Andreja,
Beatriz Basso, Fulvio Bresciani, AnneCécile Breuer, Albino Caramazza, Giorgio Ceglie, Marco
Corongi, Dabò, Paolo Forsennati, Angelo Lussiana, Scatti lenti, UpArt, Alessandro Sciurti. Tutti
hanno già partecipato alla kermesse, ma la Art Gallery è aperta anche a chi non ha mai
esposto a Paratissima. Le opere si possono vedere dal vivo e su una vetrina virtuale dove ogni
artista avrà un pannello di controllo accessibile con login e password personali, e su cui potrà
aggiornare le informazioni. Si partecipa con 5 lavori dal prezzo inferiore a 3.000 euro. Visite su
prenotazione. Info: artgallery.paratissima.it - 011.2073075
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mazzini 25
COSIMO VENEZIANO DA ALBERTO PEOLA
"Petrolio/Appunti", seconda mostra personale di Cosimo Veneziano (Moncalieri TO, 1983). Le
opere inedite presentate concludono la ricerca di Cosimo Veneziano sul ruolo della scultura
nello spazio pubblico nella società contemporanea, e sul valore iconografico e simbolico che le
immagini assumono nel processo di creazione della propaganda politica. In particolare il suo
interesse si rivolge al processo di selezione di fatti e personaggi e scarto di altri, che viene
messo in atto nella costruzione di un'iconografia da parte di una comunità, prima che il simbolo
sia collocato nello spazio pubblico, fisico o virtuale. Nelle due opere della serie "Petrolio" i
disegni su tela della scultura di un toro androcefalo e di una scultura religiosa, originarie dell'
epoca assiro-babilonese, sono parzialmente coperti dal feltro per evidenziare la recente
distruzione nei conflitti in Medio-Oriente. L'opera invita a riflettere sul peso e sugli effetti che ha
sull' immaginario la perdita di un patrimonio culturale riconosciuto come collettivo. Il gruppo di
sculture in ceramica dal titolo "Membrana" è composto da riproduzioni di parti di statue greche
e romane sulle quali Veneziano ha operato una deformazione attraverso un processo di
stratificazione materica, contrapponendo l'originaria fisionomia frontale della statua a quello
che doveva essere l'aspetto della parte esterna del calco. Anche in questo caso l'occultamento
della visione corrisponde all'idea della perdita di un'identità culturale avvenuta nel tempo.
"Monochrome II" lavora sulla capacità percettiva graduale dell'osservatore. La serie di colature
di gomma siliconica è realizzata partendo da una matrice di dipinti su tela, che raffigurano
simboli iconografici propri delle culture occidentale e orientale, che si sono succeduti nel
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tempo. Nell'ultima sala della galleria sono esposte quattro tele di grandi dimensioni sulle quali
Veneziano ha disegnato figure umane armate di martello. Per questo ultimo lavoro dal titolo
"Giorni di un futuro passato", l'artista riprende immagini usate dalla propaganda delle
rivoluzioni politiche del passato, e le mette in dialogo tra loro per evidenziare l'enfasi posta
sull'atto di distruzione che sottende ai processi di rottura e cambiamento avvenuti nella storia
umana. La forza dirompente dell'atto e la monumentalità della rappresentazione rimandano a
un intento celebrativo, in contrapposizione al processo di censura che avviene anche durante i
periodi di continuità politica. La mostra "Petrolio/Appunti" si sviluppa in due sedi: Galleria
Alberto Peola e MEF Museo Ettore Fico (dal 16 febbraio). Orario (Galleria Alberto Peola): da
martedì a sabato dalle 15 alle 19, mattino su appuntamento. Info: 011.8124460 - 335.6191039
- [email protected] - www.albertopeola.com
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 29
"ECCENTRIC SPACES" DA RICCARDO COSTANTINI CONTEMPORARY
"Eccentric Spaces", un progetto a cura di EIena Inchingolo e Paola Stroppiana: cinque artiste
di diverse nazionalità, Caroline Corbasson, Debbie Lawson, Dana Levy, Noa Pane, Anila
Rubiku, provenienti da esperienze formative differenti e con capacità espressive eterogenee,
interpretano il concetto di spazio inteso come una delle categorie essenziali per la percezione
del mondo. L'idea progettuale prende avvio da una riflessione sul testo "La prospettiva come
forma simbolica" (1927) di Erwin Panofsky, che dimostra come ogni epoca culturale abbia
sviluppato un proprio modo di rappresentare lo spazio, inteso come la 'forma simbolica'
visibile, propria di quella cultura. La declinazione all'arte contemporanea ha quindi condotto ad
una ragionata selezione di opere: il concetto di spazio che qui si vuole indagare è eterogenea,
onnicomprensiva, a partire dalla sua accezione primaria di luogo disponibile per gli oggetti
della realtà, individuati da una collocazione o posizione, dotati di dimensioni e suscettibili di
spostamento. Il progetto espositivo include, per associazione mentale e slittamento
metaforico, concetti di spazio che diventa luogo relazionale, antropologico, geometrico,
architettonico, astronomico, poetico, onirico, naturalistico nell'ambito dell'arte contemporanea.
Volutamente le opere in mostra afferiscono a media diversi, installazioni video, sculture,
disegni, che pongono numerose riflessioni sulla realtà partendo dalla loro specificità:
l'interrogazione sulla natura delle cose, la classificazione scientifica dello spazio e dei suoi
oggetti, il mondo dell'osservazione in continuo movimento con sempre nuovi obiettivi di
conoscenza e di confronto. Caroline Corbasson (Parigi, 1989) trae ispirazione, per la sua
ricerca, dalla scienza, dall'astronomia, dai fenomeni naturali e dalla vastità dei paesaggi.
Libera le immagini dal proprio contesto e gli oggetti dalla loro funzionalità per estrarne
l'essenza e ridisegnarne i tratti rilevanti. L'economia dei mezzi, la densità delle immagini e
l'attenta selezione dei materiali (carbone, polvere, inchiostro, grafite), che caratterizzano la sua
produzione, riflettono la volontà di resistere al flusso infinito delle immagini che ci circondano.
In mostra l'opera "Anomalia", 2013 un'installazione di 10 pagine dell'"Atlas Eclipticalis",
(atlante celeste che risale al 1950) su cui l'artista interviene con sfere nere disegnate a
carbone ad alludere ai buchi neri presenti nella galassia, spazi sconosciuti nell'universo
attrattivi nella loro estetica ancora da definire, aperta a infinite possibilità. Dana Levy (Tel
Aviv), video artista di origine israeliana di base a New York, focalizza l'attenzione
sull'interdipendenza tra storia naturale e umana, tematiche ambientaliste e politica. Dopo aver
vissuto in prima persona gli effetti dell'uragano Sandy nel 2012, ha realizzato l'installazione
"Literature of Storms" (in mostra "Chapter 2" e "Chapter 3", 2014). Levy ha individuato, su
riviste di interior design degli anni '20, alcune fotografie di stanze dall'arredamento modernista
- immagini che le ricordavano di quello che fu un ideale estetico della società israeliana - e le
ha animate proiettando su di esse acquazzoni, folate di vento e sciami di insetti. Attraverso un
serrato confronto tra spazi abitativi freddi e forze naturali in movimento l'artista ha voluto porre
in evidenza la visione miope di un mondo industrializzato che ha decimato le risorse del
pianeta. Le tempeste hanno una 'letteratura' che dovremmo rileggere al fine di riconsiderare lo
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spazio dell'essere umano nella storia come imprescindibile da quello della natura. Debbie
Lawson (Dundee), di origine scozzese, reinterpreta interni domestici interconnessi con
elementi naturali. Le sue opere sono nuovi ibridi in cui differenti codici visivi coincidono: alla
mimesis della natura si sovrappone una "filosofia dell'arredamento" eclettica, inedita, dagli esiti
inaspettati. Secondo la teoria che già Edgar Allan Poe citava nel saggio "Philosophy of
Furniture" del 1840, l'atto dell'arredare una casa può essere inteso come la conquista di uno
spazio, direttamente connessa con l'esperienza del vivere del suo proprietario. L'uso del
tappeto persiano come texture delle sue sculture ed opere installative evoca storie fantastiche,
di luoghi lontani, esotici. Elementi d'arredo quotidiano si animano creando nuove realtà
abitative che accolgono la natura esterna. In mostra "Persian Stag", 2016, "Persian Bear",
2016 and "Fox and Ivy", 2013, significativi esempi della sua eccentrica abilità plasticoscultorea su base tessile. Le sculture-installazioni di Noa Pane (Roma, 1983) esplorano le
possibilità di espansione e costrizione della gomma e dell'aria in strutture predeterminate o in
spazi naturali e architettonici, con cui entrano in un dialogo straniante. L'indagine sui limiti dei
materiali e l'attenzione all'aspetto formale conduce l'artista ad una continua ricerca
dell'essenziale, in cui l'aria, materiale non materiale, diventa un elemento tanto impalpabile
quanto vitale: incamerando l'aria nella gomma l'artista modella la forma nello spazio e ne
osserva la reazione sotto tensione. In particolare in "Compression 3", 2016 la massa sembra
essere essa stessa generata dall'elemento naturale quasi a suggerirne l'appartenenza allo
stesso sistema e allo stesso tempo percepirla come responsabile della rottura di un equilibrio.
Nello spazio costretto la forza spinge e trasborda, incurante dei limiti posti. La ricerca di Anila
Rubiku (Durazzo) si fonda su un'approfondita analisi dello spazio come luogo relazionale e
sociale. L'artista, di origine albanese, affronta la dimensione interiore dell'individuo ed in
particolare la condizione della donna, il concetto di spazio domestico e l'idea del viaggio
concepito come mezzo di confronto e possibilità di conoscenza. Da Riccardo Costantini una
selezione della sua indagine più recente dal titolo "The Consequences of Love" (2016). Anila,
utilizzando tecniche differenti - disegno, incisione, scultura - concentra la sua ricerca sul
significato metaforico e ambivalente della catena e della maschera nelle relazioni amorose. La
catena intesa come vincolo costrittivo o stretto rapporto sentimentale e la maschera (in questo
caso colorata) concepita come imprevedibile spazio di libertà all'interno di una stessa
costrizione. Orario da martedì a sabato 11-19.30; lunedì e domenica chiuso. Info:
011.8141099 - 348.6703677 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via Giolitti 51
"STREET VINYLS" ALLA SQUARE 23 ART GALLERY
Copertine di dischi come opere d'arte contemporanea: a volte realizzate ad hoc, come la
famosa banana adesiva di Andy Warhol per i Velvet Underground, altre volte scelte a
posteriori, come quando i Manic Street Preachers telefonarono a Jenny Saville per chiederle in
prestito una tela vista su un giornale. Rock, pop, soul, jazz, dance, punk, hip-hop, elettronica,
classica: un intero mondo discografico che realizza nella fruttuosa chimica fra musicisti e artisti
uno nuovo modello di creatività. La mostra, realizzata in collaborazione con Teatro Colosseo e
Xora, promette una esplorazione del mondo dei dischi d'autore con una raccolta che spazia
negli ultimi 30 anni di lavori artistici sulle copertine di vinili di grandi artisti e band cult, con
particolare attenzione al mondo della street art. Dai writers americani come Futura 2000 a
Rammellzee, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring sino ai più contemporanei Kaws, Space
Invader. Non mancheranno artwork originali di artisti come Kaws, i mosaici di Space Invader, i
lavori di JR, Dface, Blu, Borondo, Nychos, Faith47. Si potrà vedere per esempio un disco a
tiratura limitata realizzato a spray su carta dal misterioso Banksy per la band norvegese di
musica elettronica Röyksopp, o le opere fatte arrivare a Torino direttamente da Obey, alias di
Shepard Fairey, per l'occasione. Non solo mostra però: i collezionisti potranno vedere ed
acquistare dischi rari e copertine d'autore grazie alla lunga ricerca fatta da Xora per proporre
agli amanti della street art e non solo una chicca quasi irripetibile, capace di aprire nuovi
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orizzonti per quello che riguarda l'arte urbana. E se la street art ha oggi costi spesso
inarrivabili la mostra sarà l'occasione di avere in casa un pezzo originale e un'opera preziosa e
con un importante coefficiente di rivalutazione. La Galleria Square23 consolida con questa
mostra la collaborazione con il Teatro Colosseo attraverso il progetto Xora. La street art, sulle
facciate del teatro di via Madama Cristina 71 - con le opere di Zedz, Peeta, Never Crew e
l'ultima di Bordalo Segundo, così come con le mostre in via San Massimo 45, porta Torino in
primo piano a livello internazionale. Orario: da lunedì a sabato 11-20 o su appuntamento. Info:
334.9980390 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 11:00
Torino
Via San Massimo 45
MANUELA MACCO ALLA FUSION ART GALLERY
"Black bag notes / 2010-2017", personale di Manuela Macco, a cura di Barbara Fragogna.
L'artista torinese che con la sua attuale pratica artistica lavora con la performance, il video, la
fotografia e l'installazione è anche curatrice insieme a Guido Salvini del progetto
tpa/torinoPERFORMANCEART. Le opere in mostra raccontano alcune tappe significative degli
ultimi sette anni di lavoro dell'artista. La mostra fa parte di COLLA la nuova piattaforma delle
gallerie torinesi e rientra nel circuito di NEsxT Independent Art Network. "Corpuscolo,
sostenuto, oscillante, immobilmente in moto, ostinato, vuoto, statico/morbido, fluido
paradosso, equilibrio, indefesso, assente": Manuela Macco si nega attraverso gesti attivi
minimi e austeri che si collocano ai margini dell'attenzione dello sguardo. Sia si tratti della più
consistente produzione performativa (video performance, performance) che di frammenti
estrapolati da flussi di attività intellettuale (foto, documenti, oggetti), il suo lavoro ci costringe a
focalizzare il pensiero oltre l'estetica dell'immagine di modo che l'apparente staticità visuale
apra in noi finestre inattese di percezione meditativa. Allora, ipnotizzati dal riflusso, dal
mormorio, dal gesto morbido, dobbiamo partecipare, magari ondulando (come l'acqua del
Rodano), senza nemmeno accorgerci in coscienza di esserne attori/protagonisti: risultiamo
automaticamente parte dell'opera. "Controcorrente, resistente, atto e passivo, concentrato
puntiglio, serio cipiglio, limite povero, processo caparbio, schivo, ricerca necessaria ma
invisibile, situazione inepilogabile": l'artista non tenta di gratificarci in alcun modo, ci (e si)
mette volentieri a disagio, nega la narrazione, nega (spesso) il suo sguardo (ermeticamente),
nega l'ovvio e costruisce l'opportunità di intuire, attraverso pochi elementi
poveri/quotidiani/comuni, che c'è un immenso retroscena concettuale che è la base della sua
ricerca. La consapevolezza di sé come donna e artista è l'imprescindibile chiave di lettura del
suo lavoro. Questa consapevolezza è sensualmente palpabile come, attraverso l'intuizione, è
intelligibile un testo poetico. "Ciclo precario, fragile membra, al margine, inerme, nascosto,
modesto, schivo, lontano, schermato, chiuso/protetto, cartarmato, ripetitivo, estenuante,
resistente, fulgido, monotono, colpevole, consapevole": trovandosi letteralmente circondati
dalla serie di lavori tra i più rilevanti della sua carriera tra il 2010 e il 2017 siamo testimoni del
paradosso. Da un lato le singole opere ci coinvolgono discretamente nella sfera intima e
personale, il suo corpo, per quanto spersonalizzato da applicazioni e ri-vestimenti ci
avvicina/affabula anche grazie a una non perturbante staticità. D'altro lato il concerto di più
elementi allestiti nella sala ci circonda quasi a creare un senso di assedio/pericolo/sfida. La
negazione si impone. La modestia è ambigua. Intrappolandoci nella sua maglia oscillante di
carne sotto schermo, come un'Aracne contemporanea, c'imbozzola nel suo personale/politico.
Devo sapere chi sono (da dove vengo) se voglio sapere chi sono (dove sto andando). "Agito,
prestato, abusato, dimesso, visto, spiato, contraddetto, poetico, malinteso, meccanico automa
desiderante, impotente, schernito, mercificato, illuso, patetico, epico, stoico, travolto, stop!":
Manuela Macco parte dal concetto, la sua ricerca, le sue idee e i suoi studi sono il carburante
dell'azione che esplode in esperienza dove il corpo è il corpo è il corpo, dove la mente è
pensiero e dove il corpo sintetizza il pensiero della mente, nel modo più onesto e distillato
possibile. Nell'esplorazione, nella costruzione e nell'ostensione del Sé tutto è ridotto al minimo,
nelle video performance non ci sono prove o ripetizioni, né montaggi, né interventi di post
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produzione, il lavoro è site specific e i suoni dell'ambiente circostante non sono mai pianificati.
Il lavoro è essenziale, ridotto alla sintesi, all'essenza, un nucleo denso e pesante carico di
azione compressa che esplode nel nostro cervello come una domanda fondamentale: "No, ma
io no, come posso essere me?" e a questa domanda, sempre a volerlo, l'artista risponde
incitandoci a cercare, esplorare, studiare, capire, chiedere, sapere, confrontare, osservare,
conoscere, onestamente, tutto ciò che ci dirà chi siamo (Barbara Fragogna). Manuela Macco
nasce a Biella nel 1970. Laureata in Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università di
Torino lavora come artista visiva, con la performance, il video, la fotografia e l'installazione.
Vive a Torino. Orario: da giovedì a sabato dalle 16 alle 19,30 o su appuntamento. Info:
349.3644287 - www.fusionartgallery.net - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Piazza Peyron 9/G
LUCA CASSINE DA MUTABILIS
"Origini", personale di Luca Cassine. In mostra 16 opere 40 x 40 cm a tecnica mista: ceramica,
carta di cotone, oro liquido. "Il progetto nasce dalla volontà di riportare in vita ricordi. Chi di noi
non ha mai avuto tra le proprie mani un piatto semplice, pulito, elegante, come quelli esposti e
non ha pensato a un lontano ricordo? Ricordo piacevole (piatto intero) o meno piacevole
(piatto rotto), ma che nel loro insieme costituiscono il nostro passato, dal quale proveniamo e
dal quale ci siamo formati. Siamo ciò che siamo. Metamorfosi di sensazioni, sensi, emozioni.
Dall'antichità ai giorni nostri la farfalla è simbolo di leggerezza e cambiamento. Queste sue
caratteristiche fanno riflettere sulla bellezza del battito d'ali regalando speranza a coloro che
saranno capaci di trovarla" (Luca Cassine). Luca Cassine è nato a Bra nel 1975. Nel gennaio
del 2013 ispirato dall'opera "In and Out of Love" di Damien Hirst, nasce "Metamorfosi" che da
allora non ha più smesso di evolvere. La farfalla diventa protagonista delle molteplici
trasformazioni, il fulcro su cui costruire il progetto. Ha esposto in varie sedi torinesi in diverse
collettive e personali: a Palazzo Madama, allo Spazio Mouv e a The Others; da Mutabilis Arte
nel 2013 ha esposto "Metamorfosi". Orario: da martedì a venerdì 15-19; sabato 10,30-13 e
15-19. Info: 347.1304979 - [email protected] - www.mutabilisarte.com
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Via dei Mille 25/C
PHILIP GIORDANO DA CARACOL
"Philip Giordano Works", personale dell'illustratore italiano nato in un piccolo paesino della
Liguria da mamma filippina e padre svizzero. Si tratta della sua prima mostra in quella che è
stata per un periodo la sua città. Philip ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Brera e
l'Istituto Europeo di Design, a Milano, e un master in Tecniche d'Animazione a Torino,
attualmente vive in Giappone. I suoi libri illustrati sono stati tradotti in tutto il mondo, è da poco
uscito per Lapis Edizioni "Il pinguino che aveva freddo" e ha collaborato con riviste, musei,
fondazioni e case editrici di fama internazionale. Orario: dal martedì al sabato 10,30-19. Info:
011.531255 - www.caracolarte.it - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Saluzzo 23
"LE MERAVIGLIE DEL MONDO" AI MUSEI REALI
"Le meraviglie del mondo - Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia". La mostra presenta al
pubblico uno straordinario momento del collezionismo sabaudo: tra la fine del Cinquecento e
l'inizio del Seicento, il duca Carlo Emanuele I forma il primo ricchissimo nucleo delle raccolte di
pittura, scultura e oggetti preziosi che da subito godettero di grande fama internazionale. Il 30
TORINOSETTE
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agosto 1580 moriva il duca Emanuele Filiberto e saliva al trono Carlo Emanuele I detto Il
Grande, appena diciottenne, che regna per ben cinquant'anni, dal 1580 al 1630. Ambizioso,
colto, amante delle lettere, delle arti e delle scienze, il giovane duca - sulla scia delle scelte del
padre che era riuscito a riottenere i territori sabaudi e nel 1563 aveva trasferito la capitale
sabauda da Chambéry a Torino - si prodiga per un importante rinnovamento culturale ed
artistico della città. Eredita dal padre Emanuele Filiberto la visione strategica e l'attitudine
militare e dalla madre, Margherita di Valois, sorella di Francesco I di Francia, l'attenzione per
la cultura e il gusto del bello. La capitale sabauda doveva assumere una nuova immagine
puntando innanzitutto l'attenzione sulla zona di comando dove nel 1584 si ponevano le
fondamenta del nuovo Palazzo Ducale. Un favoloso patrimonio parzialmente giunto fino a noi
e ora custodito in gran parte tra i tesori dei Musei Reali di Torino, oggetti che ieri come oggi
trovano un profondo significato proprio nella unitarietà generale della raccolta, che tutta
insieme verrà esposta per la prima volta nella nuova ala dedicata alle mostre temporanee al
piano terreno della Galleria Sabauda e nei caveaux della Biblioteca Reale, con importanti
prestiti da parte di Musei e Istituti italiani e stranieri e riunendo anche prestigiose opere un
tempo facenti parte delle collezioni di Carlo Emanuele I, ma in seguito disperse e ora
conservate in vari Musei italiani e internazionali. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19.
Ingresso: intero 12 euro; ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni,
insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e
della Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe
ordinarie. Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima
della chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it. Martedì 7 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Pesci, uccelli,
fiori: le collezioni naturalistiche" con Giovanni Saccani e Pietro Passerin d'Entrèves. Martedì
14 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Il fascino dell'antico" con Gabriella Pantò e Anna Maria
Riccomini. Martedì 21 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Tra Genova e Torino. Orazio
Gentileschi e la fortuna del caravaggismo" con Annamaria Bava e Luca Leoncini.
fino al 02/04/2017
ore 09:00
Torino
Piazzetta Reale 1
MOSTRA FOTOGRAFICA AL TEATRO CARIGNANO
"Il Teatro Carignano", fotografie di Paolo Mussat Sartor, Tiziano Rossano Mainieri, vincitore
del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2016, Pino Musi e Daniele Marzorati,
vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2015. Progetto di Agarttha Arte
a cura di Adele Re Rebaudengo.
fino al 02/04/2017
ore 12:30
Torino
Piazza Carignano 6
SILVIO COCCO ALLA MIRAFIORI GALERIE
Una nuova generazione abita il mondo: i "Sempre-Connessi". Sono loro che hanno ispirato
Silvio Cocco, art grafic designer, dandogli lo spunto per l'originale progetto creativo esposto
alla Mirafiori Galerie. "Contemporary Aristocracy | Constantly Connected" - realizzata in
collaborazione con SKART, free press & web magazine specializzato in arte moderna,
contemporanea e design - è una galleria di modernissimi ritratti digitali, ironici, divertiti e
divertenti, esposti vicino a piccole ed evocative riproduzioni di ritratti di secoli passati. "L'idea
mi è venuta qualche tempo fa, mentre, a Hong Kong, ero in metropolitana - spiega Silvio
Cocco - Osservavo le persone intorno a me. Nessuno mi guardava come io guardavo gli altri.
In effetti, nessuno guardava proprio nessuno, tutti concentrati sulle loro connessioni mobili. E
quando lo sguardo si alzava, era più che altro una scorsa distante, distaccata, sfocata, rivolta
a una minima parte di realtà e durava solo per pochi attimi, per poi riaffondare nel magnete del
TORINOSETTE
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web. Mi sono ricordato così dei ritratti che l'aristocrazia europea ha lasciato in testimonianza di
sé, ho ripensato alla curiosa sensazione che restituiscono quelle espressioni che risultano
sconcertate, miopi, sciocche, talvolta strabiche. Perlomeno a una superficiale sensibilità
contemporanea. Indicano, invece, con chiarezza, il distacco dalla realtà che l'aristocrazia ha
sempre portato come vanto. La lontananza dalle altre classi e dagli obblighi del lavoro. La
sognante esclusività. Per certi versi, la generazione dei Sempre-Connessi mi riporta a tutto
ciò: il senso del distacco, la lontananza dal contingente pratico e la valutazione della realtà
attraverso masse di informazioni digitali". Costruire ritratti digitali e associarli con ironia a quelli
dei secoli passati è stato, quindi, il lavoro divertito di Silvio Cocco da cui sono nate le 20 opere
esposte in galleria. Orario: dal lunedì al venerdì 9-20; sabato 9-19,30; domenica 9,30-13 e
15-19,30. Info: https://www.facebook.com/MirafioriMV/
fino al 02/04/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Cattaneo
GREG GONG ALLA LUCE GALLERY
Seconda personale di Greg Gong alla Luce Gallery. L'artista californiano nelle sue opere pare
reiterare un esercizio che passa attraverso l'uso della ripetizione del disegno, del cerchio e di
linee rette, nel contrasto tra la rappresentazione orizzontale e verticale. I colori sono
istintivamente riferiti a quelli primari, che l'artista mischia sapientemente per arrivare a tinte
raramente usate in una composizione che non nasconde velature e trasparenze.
L'immaginario appare come sfocato richiamo alla natura del movimento. Alcuni dipinti
contengono la struttura del disegno in colori vibranti e non controllati in cui l'evoluzione
artistica continua e ridefinisce la propria rappresentazione quasi a non arrivare mai alla fine.
Questo continuo ripetersi di strati di pittura sono scelte ed indecisioni che influenzano l'artista,
come la vita di ogni giorno, fatta di impercettibili ma significative deviazioni che formano il
nostro destino. Nei colori di Gong non c'è contaminazione della sua franchezza, semmai
troviamo esperienza e dolore, ma alla fine ogni strada e buona perché abile a ricordarci che
nulla è veramente soddisfacente, anche quando la scelta è fatta ed il dipinto è terminato, è
possibile trovare un altro punto, dubbio o progetto. Greg Gong vive e lavora a Los Angeles.
Nel 2014 ha esposto la sua prima mostra personale in Italia alla Luce Gallery. Nello stesso
anno ha anche esposto in una doppia mostra alla Shane Campbell Gallery di Chicago. Il suo
lavoro è anche stato esposto in una collettiva al Museo di Capodimonte, Napoli. Orario: dal
martedì al sabato 15.30-19.30. Info: 011.8141011 - [email protected] www.lucegallery.com. Prorogata fino al 4 febbraio.
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Corso San Maurizio 25
UGO RICCIARDI ALLA BURNING GIRAFFE ART GALLERY
"Nightscapes - Luci e ombre dello spirito", mostra fotografica di Ugo Ricciardi. Dopo la
collettiva "Do You Like Flowers?", il fotografo torinese Ugo Ricciardi torna ad esporre alla
Burning Giraffe Art Gallery sotto la guida del curatore della galleria ?Andrea Rodi. Fotografo
professionista nella moda e nella pubblicità, docente di ritratto, Ugo Ricciardi ha ripreso la
produzione di progetti personali, affrontando principalmente i temi della caducità dell'esistenza
e della trasformazione. Le immagini in bianco e nero declinano su paesaggi notturni, un
genere nuovo per l'artista. Un anno di lavoro, misurato con le fasi della luna e reso possibile
anche grazie alla collaborazione di Daniele Vergaro, amico e collega. Durante il giorno il
fotografo sceglie le inquadrature e i soggetti, mentre la notte ritorna ad immortalarli in una luce
completamente diversa, artificiale, ma perfettamente in equilibrio con la propria visione. "?Non
è sufficiente trovarsi in un bel posto, attendere la luce giusta e trovare un'inquadratura
adeguata", afferma Ugo. "?Io devo poterlo toccare quel luogo, devo potermi immergere in esso
e tirare fuori la sensazione che quel posto mi trasmette e, ancor più importante, devo mostrare
TORINOSETTE
204/263
questo contatto". Infatti, nella penombra della luna gli alberi si animano di una nuova vita
prendendo contorni diversi, sfuggevoli, mentre il resto è ammantato dalle tenebre. Così
l'autore trasforma luoghi familiari in visioni magiche, che accompagnano lo spettatore in un
percorso spirituale fatto di luci e ombre. Solo così il fotografo può concepire un paesaggio:
come una visione estremamente soggettiva che, in un modo o nell'altro, deve diventare reale.
Orario: dal martedì al sabato 14,30-19,30 o su appuntamento. Info: 011.5832745 347.7975704 - www.bugartgallery.com - [email protected]
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Bava 8/A
"LA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO" ALLA GALLERIA ACCADEMIA
Mostra del gruppo romano di Piazza del Popolo, al quale aderirono Franco Angeli, Tano
Festa, Giosetta Fioroni e Mario Schifano. La mostra, curata da Luca e Francesca Barsi,
attraverso venti opere selezionate e non seriali, si propone di rievocare il clima della fervente
scena artistica romana degli anni ?60. Nella Roma di quegli anni, spicca, tra le altre, la figura
di Plinio De Martiis, fondatore della Galleria La Tartaruga di Via del Babuino: La Tartaruga fu
fucina di idee e punto focale di cultura per tutti gli Anni '50 e '60, la prima a portare a Roma le
avanguardie americane. Trasferitasi nel 1963 in Piazza del Popolo, divenne presto punto di
riferimento e di incontro di quel gruppo di giovani artisti chiamato Scuola di Piazza del Popolo.
Tra il 1960 e il 1963 personalità come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta
Fioroni, e ancora poeti e menti aperte all'innovazione cominciano a riunirsi in Piazza del
Popolo. È qui che le esperienze degli artisti romani si fondono con quelle dei personaggi ben
descritti da Fellini nella Dolce Vita. Un clima in ebollizione dove convergevano teatro,
performance, cinema, fotografia, letteratura e poesia, in favore di una innovazione dei
linguaggi di comunicazione e di una contaminazione fra discipline diverse. Dalle celebri
"Finestre" di Tano Festa alla geniale intuizione dei "Paesaggi anemici" di Mario Schifano. Dalle
bellissime terrecotte di Giosetta Fioroni alle tele, cariche di simboli, segno di avversione alle
ideologie e al capitalismo di Franco Angeli. Il tratto distintivo della pittura di questi artisti è
proprio la scelta di rappresentare motivi presi dall'immaginario comune, e la creazione di un
nuovo codice espressivo che non ha nulla a che fare con l'ordinaria rappresentazione del reale
a fini estetici o provocatori. Gli oggetti presi in prestito dalla strada, dai cartelloni pubblicitari,
dai mezzi di comunicazione di massa, dalla politica, dalla moda, dalla civiltà dei consumi,
entrano nelle tele di Schifano, Angeli, Festa. Orario: 10,30-12,30 e 16,30-19,30; lunedì e festivi
chiuso. Info: 011.885408 - [email protected]. Prorogata fino all'8 aprile.
fino al 08/04/2017
ore 10:30
Torino
Via Accademia Albertina 3/E
CARMAGNOLA - "IL TEMPO E LA MEMORIA" A PALAZZO LOMELLINI
"Il tempo e la memoria", mostra a cura di Silvana Nota, comprendente lavori di Mariella
Bogliacino, Maria Erovereti, Fernando Montà e Rosa Sorda. "Il progetto della mostra,
caratterizzato da una forte valenza di ricerca poetico-gestuale riunisce quattro artisti di
rilevante cifra culturale. Affini e al contempo diversi dialogano, seguendo il filo della
dimensione legata al tempo e alla memoria, individuando in essa il substrato originario
indispensabile alla contemporaneità e alla germinazione del futuro. Il percorso si snoda
attraverso quattro isole monografiche per ciascun artista impegnato nell'elaborazione della
propria versione del tema, a cui si aggiunge uno spazio comune, sezione introduttiva per
evidenziare quanto il gesto artistico sia in grado oggi di nutrirsi di passato lasciandolo
riaffiorare senza vincoli nè schemi, come energia viva generatrice di inaspettate opportunità di
conoscenza" (Silvana Nota). Orario: giovedì, venerdì e sabato 15-18; domenica 10-12 e 15-18.
Ingresso libero. Info: 011.9724238 - www.comune.carmagnola.to.it www.palazzolomellini.com
TORINOSETTE
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fino al 09/04/2017
ore 18:30
Carmagnola (TO)
Piazza Sant'Agostino 17
PINEROLO - KURT MAIR ALLA GALLERIA LOSANO
"Vividi Sguardi", personale dell'artista tedesco Kurt Mair. La mostra è un omaggio ai temi
ricorrenti intorno ai quali Kurt Mair costruisce la propria visione, una selezione di oli e incisioni
in cui si percepisce la fascinazione per le tematiche rinascimentali e i suoi principali artefici,
lavori recenti di assoluta raffinatezza, "ricordi di luce che accarezzano di tenerezza nuda, dalla
quale affiora l'anima di chi come lui, prima di lui, li ha catturati e amati, fino a conferire loro il
senso di eternità". Orario: feriali 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info:
0121.74059 - [email protected]
fino al 09/04/2017
ore 17:00
Pinerolo (TO)
Via Savoia 33
LIBERO GRECO ALLA FONDAZ. GIORGIO AMENDOLA
Personale di Libero Greco, dedicata al tema della politica. Una raccolta di sensazioni filtrate
attraverso notizie che pervengono dai comuni mezzi d'informazione, vuole essere un
rendiconto del disagio che viene comunemente percepito a causa del malfunzionamento della
macchina dello stato, del governo e della sua politica. Libero Greco vuole dare il suo
contributo, utilizzando pennelli, colori, sensazioni e idee che possano graffiare la coltre
marcescente di un sistema che necessita cure. L'artista lo fa a modo suo, lanciando un
personalissimo urlo. Orario: dal lunedì al venerdì 9,30-12,30 e 15,30-19,30; sabato su
appuntamento. Info: www.fondazioneamendola.it - [email protected] 011.2482970 - 348.5308603
fino al 09/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Tollegno 52
HORIKI KATSUTOMI DA RAFFAELLA DE CHIRICO
"Anatomia dell'inquietudine", personale di Horiki Katsutomi. Saccheggiando la sintassi dei due
capolavori di Bruce Chatwin e Fernando Pessoa, nasce il titolo della mostra personale
dell'artista giapponese Horiki Katsutomi (Tokio, 1929), con lavori del ciclo di opere dedicato ad
Ulisse e all'Odissea. Naturale pensare al mitico personaggio oggetto della ricerca artistica di
Horiki, nell'interpretazione dantesca per esempio, esplicitata attraverso una sete di
conoscenza sfrenata, il viaggio come metafora di conoscenza e superamento del sé,
dimensione avventurosa e conturbante. L'esilio foscoliano. L'irrequietezza di Bruce Chatwin,
sulla strada. L'inquietudine di Fernando Pessoa (alias Bernardo Soares), quella della vita
quotidiana. Ma ai nostri giorni questi temi hanno assunto connotazioni ben diverse e ne sono
diventati lo specchio di migrazioni ed esili ben diversi da quelli danteschi e foscoliani.
L'espulsione (o auto-espulsione) è dai regimi dittatoriali, tra i più conosciuti quello cinese di Ai
Weiwei; il mare non è più solo metafora di conoscenza così come non lo è la barca che lo
attraversa. Lo straniero sulla spiaggia evoca quello di Camus, ma non si limita ad una
speculazione intellettuale. Ed è per questo che il lavoro di Katsutomi è il risultato di una
narrazione infinita e atemporale m anche concreta e contemporanea. È un esule, dal
Giappone che lascia nel 1969 per arrivare in Europa. Come scrive Gaspare Luigi Marcone: "In
realtà è la figura dell'artista in senso assoluto a diventare Ulisse, personaggio che vive per la
conoscenza. Il maestro nipponico ha dipinto molte varianti di Ulisse con colori e formati diversi,
ma con una costante simbolica: l'eroe si trasforma nello strumento del suo viaggio. Nella parte
alta della tela appare una larga striscia pulviscolare, quasi una cometa che viaggia nel cosmo,
una striscia che simboleggia la chiglia di una nave. Una striscia "astratta", nell'etimologia latina
TORINOSETTE
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del termine (abstraho, "prelevo", "estraggo"), che sintetizza l'oggetto fisico, la nave, con un
gesto pittorico essenziale". O ancora, Katsutomi si avvicina alla contemporaneità nipponica di
Murakami Haruki; come per L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, romanzo
in cui il protagonista deve scoprire chi è veramente Tazaki Tsukuru ed il pellegrinaggio è verso
la sua città natale (quindi un ritorno), ma soprattutto in cerca di spiegazioni agli enigmi non
risolti nella sua vita. Le tele di Horiki dedicate all'eroe omerico sono di diversi colori e
dimensioni ed è una pittura che fluisce, delicata ma con l'incedere deciso del samurai. In una
selezione di carte degli anni '70, Katsutomi utilizza carta e inchiostro per creare delle false
impronte digitali; non desidera burlarsi di Piero Manzoni ma mettere in discussione l'idea
stessa di identità e di memoria. La mostra si compone di una decina di lavori su tela ed alcune
carte realizzate negli anni '70; l'esposizione dei lavori su carta sarà anche l'occasione per
aprire al pubblico un nuovo spazio della galleria De Chirico, sempre nell'interno cortile di via
della Rocca 19 che (ad eccezione della mostra di Katsutomi) sarà la project room dedicata ad
artisti emergenti. Orario: da martedì a sabato dalle 15 alle 19. Info:
www.dechiricogalleriadarte.com - [email protected] - 011.835387 - 392.8972581
fino al 15/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Giolitti 52
COSIMO VENEZIANO AL MUSEO ETTORE FICO
"Petrolio", personale di osimo Veneziano, nato a Moncalieri, ma che vive e opera a Leeds
(Regno Unito). La mostra si snoda in due sedi: al MEF e alla Galleria Alberto Peola, con le tele
"Giorni di un futuro passato" e le sculture "Membrana". Nelle sale museali di via Cigna,
Veneziano presenta lavori, accompagnati da un testo di Elena Forin, che esprimono la sua
indagine intorno al patrimonio sociale, urbano e architettonico, con particolare riferimento ai
monumenti pubblici. E si notano il marmo "Crash", le serigrafie e i disegni su feltro industriale
"Petrolio" e "The Monument". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19;
la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (over 65,
insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26 anni e gruppi di
minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati, persone con
disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card. Info:
011.853065 - www.museofico.it
fino al 16/04/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
INCISORI OLANDESI DEL SEICENTO IN GALLERIA SABAUDA
I Musei Reali di Torino posseggono una ricca collezione di opere appartenenti al cosiddetto
"Secolo d'oro olandese": un periodo particolare - seguito al distacco dalle province fiamminghe
dominate dalla Spagna - durante il quale quella piccola terra strappata al mare, corrispondente
a parte degli attuali Paesi Bassi, divenne il centro nevralgico dei commerci, delle scienze e
delle arti di tutta Europa. Per valorizzare il patrimonio a sua disposizione, i Musei Reali
organizzano la mostra "L'occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento". La mostra presenta 32
fogli tratti dalla collezione della Galleria Sabauda, che documentano alcuni tra i generi più
diffusi all'epoca, dalle vedute d'insieme alle raffigurazioni di scene di vita e animali. La prima
sezione della mostra si concentra sul tema del paesaggio, inteso come rappresentazione
fedele della realtà, senza commistioni con soggetti narrativi derivati dalla religione, dal mito o
dalla storia. Tra i lavori esposti spiccano alcune splendide vedute di Rembrandt, come "La
capanna e il grande albero" (1645), "Veduta di Amsterdam" (1640 c.) e "Paesaggio con
capanna e fienile" (1641), ma anche una serie d'incisioni di Ruisdael, il cui sguardo si posa
principalmente sulle nuvole e sugli alberi, realizzati con minuziosi dettagli. Le scene di vita
ritratte da Adriaen van Ostade (1610-1685) costituiscono la seconda tappa del percorso
espositivo: le sue incisioni ritraggono uomini impegnati in piccole azioni quotidiane tra case e
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taverne, che testimoniano le abitudini e i costumi dell'epoca. Le rimanenti sezioni sono
dedicate al mondo agreste: la terza presenta tre incisioni di Paulus Potter risalenti alla prima
metà del secolo, nelle quali l'artista - morto a soli 29 anni - si concentra sulla raffigurazione di
mucche e tori, che restituiscono un'atmosfera sognante e sospesa; la quarta comprende lavori
di Nicolaes Berchem, Dirk Stoop, Pieter Van Laer e Karel Du Jardin. Orario: dal martedì alla
domenica, dalle 9 alle 19 (la biglietteria di piazzetta Reale 1 chiude sempre un'ora prima). Il
biglietto d'ingresso (intero 12 euro; ridotto 6 euro) consente la visita all'intero complesso dei
Musei Reali, che comprende Palazzo Reale, l'Armeria Reale, la Galleria Sabauda e il Museo
Archeologico. Info: 011.5220421 - www.museireali.beniculturali.it. Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Piazzetta Reale 1
FEDERICO COLLINO AL MUSEO DELLA MONTAGNA
A Federico Collino (Pinerolo, 1869 - Torino 1942), musicista compositore, esecutore e
direttore d'orchestra, ma anche valente pittore, il Museomontagna, in collaborazione con la
Società Storica delle Valli di Lanzo, dedica la mostra antologica "Federico Collino tra musica e
pittura. Dal Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù". In mostra, coordinata da
Laura Gallo e realizzata da Marco Ribetti, sono esposte circa 60 opere di vario formato per lo
più dedicate ai paesaggi delle Valli di Lanzo, scelte per l'occasione all'interno di un corpus di
trecento tra disegni, pastelli e olii, realizzati da Collino a partire dal 1896. L'esposizione,
promossa dalla famiglia, rende omaggio a un artista pressoché sconosciuto, sia come
musicista sia come pittore e completa un lavoro di studio, recupero e valorizzazione in parte
già avviato dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino nel 2005 per quanto riguarda la sua
produzione musicale. Federico Collino si diploma al Liceo Musicale nel 1891 e nello stesso
anno viene assunto dallo stesso Liceo come Maestro di oboe e fagotto. Dal 1892 inizia a
rappresentare alcune sue composizioni a partire dal Circolo degli Artisti di Torino. Suona come
primo oboe e corno inglese al teatro Regio e al teatro Carignano; dirige al teatro Vittorio
Emanuele come Maestro sostituto per la stagione autunnale 1895. Parallelamente, coltiva la
passione per la pittura. Nel tempo libero, soprattutto durante le vacanze a Usseglio, avvia una
produzione come pittore en plein air, inserendosi nel filone del nuovo interesse per il
paesaggio maturato nella seconda metà dell'Ottocento dai pittori torinesi dell'Accademia
Albertina di Belle Arti e dai soci del Circolo degli Artisti, attratti dagli scenari montani, e in
particolare dalle Valli di Lanzo, tra cui si possono ricordare Cesare Ferro Milone, Giovanni
Guarlotti, Giovanni Piumati e Alessandro Poma. D'altra parte fra Otto e Novecento queste
vallate vivono una stagione irrepetibile quali luoghi di villeggiatura, frequentati anche da
presenze illustri, come la regina Margherita di Savoia, Benedetto Croce, Guglielmo Marconi,
Guido Gozzano, Annie Vivanti, Eleonora Duse, che gira a Balme il film Cenere, mentre
Giovanni Pastrone, il regista del kolossal Cabiria, soggiorna a Ricchiardi di Groscavallo. Il
primo schizzo dal vero di Collino, opera ispirata al greto d'un fiume le cui sponde sono
fiancheggiate da un filare di alberi, porta la data del 1896. Seguono numerose tavolette, non
riconducibili a una data certa, che coprono l'intero arco della vita dell'artista. Collino ritrae
soprattutto il paesaggio montano: borgate (Interno di borgata Pianetto), torrenti, laghi
(Malciaussia), ghiacciai, pascoli alpini, piloni votivi (Pilone votivo al Cortevizio), scene di vita
quotidiana (Nel prato; Usseglio, prima della processione); ma anche affetti famigliari (Ritratto
di Tilde), nature morte con fiori e frutti. Nei suoi spostamenti tra Torino e le Valli di Lanzo il
pittore raffigura vedute delle campagne del fondovalle: da Baracca nella neve, fino agli scorci
della periferia torinese con le sue fabbriche di inizio Novecento (Torino, periferia). Non
mancano angoli di Torino, come il giardino della sua abitazione di corso Ferrucci, e il raffinato
pastello con un notturno di Piazza San Carlo percorsa da un'automobile con i fari accesi e le
sfavillanti luci dei portici che illuminano la notte. Federico Collino frequenta il Circolo degli
Artisti per tutta la vita, ne è animatore, socio dal 1913, membro del consiglio direttivo e figura
di spicco dal 1892 quando viene incaricato di musicare l'opera Donna Fabia. Anche se la
documentazione dei rapporti fra Collino e il Circolo è riconducibile soprattutto alla sua attività
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di musicista, è proprio qui che emerge il suo interesse pittorico. La frequentazione conviviale
dei pittori soci e i loro amichevoli consigli hanno sicuramente favorito l'evoluzione e la piena
maturazione della sua tecnica, al punto da incoraggiarlo a esporre i suoi dipinti a Palazzo
Graneri nelle esposizioni sociali degli anni 1919, 1921, 1924, 1928. La mostra è
accompagnata dal volume: Federico Collino tra musica e pittura (1869-1942). Dal
Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù, a cura di Gian Giorgio Massara; testi di
Marco Albera, Manlio Collino, Marco Leo, Gian Giorgio Massara, Anna Nelayeva. Edito dalla
Società Storica delle Valli di Lanzo, 240 pagine, 334 illustrazioni. Come consuetudine sarà
disponibile il "giornale di mostra" - nel formato di un piccolo quotidiano - che verrà offerto
gratuitamente al pubblico durante il periodo dell'esposizione. Al suo interno si potranno trovare
immagini e testi dei curatori, utili ad approfondire l'argomento. Orario: da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7 euro; soci CAI 6,00 euro;
promozionale 1 euro. Info: 011.6604104 - [email protected] www.museomontagna.org. Giovedì 23 febbraio alle 18 concerto delle violiniste Alessandra
Génot ed Anna Castellani, del soprano Serena Rubini e del pianista Massimiliano Génot. Il
musicista-pittore sarà rappresentato da opere per pianoforte di carattere brillante e
carnevalesco come il "Valzer della Val Sopata", e da brani più intimistici come Notturno per
due violini e pianoforte. Sarà riproposta la lirica "Sogno", su una poesia di Ada Negri ed estratti
dell'opera "Donna Fabia", eseguita originariamente per il Circolo degli Artisti. Ingresso gratuito;
per l'occasione il Museo e la mostra resteranno aperti per tutta la durata del concerto.
fino al 17/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazzale Monte dei Cappuccini
"PASSARE IL SEGNO" ALLA PINACOTECA ALBERTINA
"Passare il segno. Studenti e artisti dalla scuola di grafica d'arte dell'Accademia Albertina",
mostra a cura di Franco Fanelli con la collaborazione di Daniele Gay. Una settantina di opere
compongono una mostra che ha la sua origine nel Corso di Tecniche dell'Incisione - Grafica
d'Arte dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ne sono autori ex studenti, molti dei
quali oggi affermati artisti, formatisi nei laboratori della Scuola di Grafica, le cui profonde
tradizioni e l'attuale vitalità le conferiscono un prestigio riconosciuto in ambito nazionale e
internazionale. "L'espressione grafica d'arte abbinata a tecniche dell'incisione", scrive il
curatore Franco Fanelli, docente del Corso, "ribadisce implicitamente la conservazione di un
sapere come base su cui impostare lo sviluppo e l'innovazione; la futuribilità, in sostanza, di
una scuola, di un metodo e di una disciplina. Contemporaneamente, la doppia definizione
amplia dichiaratamente il campo delle opportunità di ricerca e dei linguaggi, laddove le
tecniche tradizionali (calcografia, xilografia, litografia, serigrafia) si sviluppano in altre direzioni,
ma ancora in base ai principi fondamentali della grafica d'arte: segno, riproducibilità,
modularità. Qui sta la ragione del titolo di questa mostra: "Passare il segno" per osare, osare
per conoscere, conoscere per creare. Ed è la ragione per cui il visitatore vedrà, insieme a molti
fogli di grafica tradizionale, opere basate su più recenti procedimenti legati alla stampa; e
s'imbatterà in libri d'artista, fotografie, sculture, installazioni, video e dipinti". Tre le sezioni.
"Nella scuola", raccoglie una quarantina di opere grafiche spazianti dalle tecniche tradizionali
della calcografia (acquaforte, acquatinta, puntasecca, mezzotinto) alle tecniche di
fotoincisione: è una panoramica sugli ultimi trent'anni di attività nei laboratori di tecniche
dell'incisione dell'Accademia Albertina di Belle Arti, sede operativa ma anche "luogo
dell'anima", nel quale la conservazione di un sapere è continuamente abbinata alla
sperimentazione e all'innovazione dei linguaggi. La sezione "Altri segni" riunisce gli esiti
professionali di alcuni ex studenti (Stefano Marvulli e Stefano Farci) che dalla grafica
tradizionale si sono spostati verso il digitale o verso la relazione con l'immagine in movimento,
sino alla cinematografia. Qui trovano posto le opere su carta di Stefano Allisiardi, artista che
ha mosso i primi passi nella scuola in un ambito prossimo all'illustrazione. È altresì
documentata l'attuale o quanto meno una recente fase di ricerca di ex studenti che hanno
mantenuto, come artisti, rapporti stretti con lo specifico della grafica, come Beatrice Piva,
TORINOSETTE
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Simone Pizzinga, Anna Guazzotti, Paolo Venice e Valentina Biga. La terza sezione, "Oltre il
segno", è infine una sorta di "mostra nella mostra", composta da artisti oggi affermati e altri
nella loro prima maturità. Si tratta di Botto & Bruno e Francesco Barocco, che hanno lavorato
in dialogo con le opere della Pinacoteca Albertina, Laura Pugno, che traspone l'incisione in
ambito installativo, Manuele Cerutti, Cornelia Badelita, che "disegna" utilizzando timbri, Nadir
Valente, Fatma Bucak e i più giovani Macchieraldo e Palasciano, Anna Canale, Aurora Paolillo
e Chiara Pigoni. Orario: tutti i giorni, a esclusione del mercoledì, dalle 10 alle 18. Ultimo
ingresso alle 17,30. Ingresso: intero 5 euro; ridotto (dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai
26 anni, possessori biglietto City Sightseeing, possessori biglietto Fondazione Accorsi Ometto, possessori tessera AIACE, possessori tessera Slow Food, gruppi minimo 15 persone;
gratuito per possessori abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Card) 2,50
euro. Info 011.0897370 - [email protected] - www.pinacotecalbertina.it.
Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Accademia Albertina 8
"TO REPEL GHOSTS" DA GUIDO COSTA PROJECTS
"To Repel Ghosts", terzo capitolo del ciclo dedicato da Guido Costa Projects all'Immateriale. In
mostra documenti e opere di: John Beattie, Richard Boursnell, Eduard Isidore Buguet, Craig
and George Falconer, Paul Fleury, Chiara Fumai, William Hope, Frederick Hudson, Enrico
Imoda, F.M.Parker, Turi Rapisarda e Simona Galeotti, Fulvio Rendhell, Gustavo Rol, William
Shew, Eugene Thiebault. Orario: dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011.8154113 www.guidocostaprojects.com - [email protected]
fino al 21/04/2017
ore 17:00
Torino
Via Mazzini 24
JEAN-PIERRE VELLY ALLO SPAZIO DON CHISCIOTTE
"Incisioni di Jean-Pierre Velly. Un point c'est tout", retrospettiva a cura di Vincenzo Gatti,
organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes. La mostra antologica prende il titolo da un lavoro
di Velly del 1978 per sottolineare l'elemento distintivo delle sue opere: all'artista bastano un
punto o un tratto inciso con il bulino per avviare sulla lastra la creazione di un mondo, ora
composto da morbidi nudi femminili, altre volte affollato di resti di urbani naufragi, ora colmo di
allucinate sarabande. Non si tratta solamente di un giusto omaggio a uno tra i più rilevanti
esponenti dell'arte calcografica del secondo Novecento, spiega il curatore Vincenzo Gatti, ma
anche della testimonianza di un comune destino che aveva legato Mario Lattes, a cui la
Fondazione è dedicata, e l'artista francese. La galleria romana Don Chisciotte, inaugurata con
una personale di Lettes nel 1962 e di cui lo spazio torinese ha raccolto l'eredità, sarà punto di
riferimento costante per ambedue e il rapporto con il direttore Giuliano de Marsanich diventerà
fondamentale per la carriera di Velly. I fogli esposti a Torino, una trentina circa, provengono
dalla collezione Lattes e ben testimoniano dell'apprezzamento, della stima e anche della
comunanza di ideali ritrovati nelle opere dell'incisore: in prevalenza bulini anche di grande
formato, costituiscono una vera antologia dell'appassionato lavoro dell'incisore, a partire dagli
anni Sessanta, con fogli come "Trinità dei Monti" del 1968, fino a giungere alle ultime opere
prima della scomparsa come, ad esempio, "Fleurs d'Hiver" del 1989 nella quale l'uso della
tecnica della maniera nera testimonia del prevalente interesse pittorico manifestato dall'artista
in quegli anni. Velly, illustra Vincenzo Gatti, usa magistralmente il segno fatale e crudele del
bulino per costruire un'immagine del mondo sospesa fra tradizione, critica della modernità e
dedizione totale all'arte. La limpidezza della traccia sostiene e accentua le accumulazioni più
disperate: sono visioni cosmiche e apocalittiche costruite con una tecnica antica tanto
intimamente vissuta da sciogliersi e sublimarsi nel sogno. L'artista non nasconde l'ascendenza
nordica delle sue fantasie e dei suoi fantasmi, da Dürer a Seghers ad Altdorfer, fino a
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giungere, in coerenza al suo stesso ideale di vita, al romanticismo più acceso di Friedrich e di
Carus, più evidente quando verso gli anni Ottanta si dedicherà quasi esclusivamente alla
pittura. Lontano dagli ambienti mondani, da un mondo superficiale e distratto, lavora chiuso
nel suo ambiente quasi come una crisalide, in tensione continua verso l'essenza delle cose e il
loro significato, oltre le apparenze, che pur lucidamente definite, finiscono tuttavia per
disgregarsi in una gloriosa e sofferta totalità. Come lo stesso Velly dichiarava a proposito della
sua dedizione al disegno e all'incisione: "... la visione in bianco e nero è un fatto mentale, non
esiste in natura, e nel bianco e nero si scatena tutta la mia ansia e sete di libertà espressiva,
senza inseguire le mode senza voler essere contemporaneo in tutti i modi...". Orario: da
martedì a sabato 10,30-12,30 e 15-19. Info: 011.19771755 - [email protected]
fino al 22/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 37
SALVO ALLA GALLERIA IN ARCO
"Salvo, la strada di casa", a cura di Luca Beatrice. "Il 12 settembre 2015 Salvo è vuoto
incolmabile nell'arte italiana e di Torino, la sua città d'adozione. Inutile sottolineare ancora una
volta la storia di un intellettuale -questo il termine che meglio gli si addice, non solo pittore
approdato ai colori dopo una significativa militanza concettuale- autodidatta spinto da una
curiosità vorace, certamente uno degli uomini più colti che ho mai incontrato. Per Salvo essere
artista voleva dire stare in bilico tra il ragionamento teorico e l'esercizio erudito, il coup de
theatre e le esigenze del mercato, la soluzione improbabile e il mestiere collaudato. Con lui
mai un momento di noia, la sensazione di ripetersi, l'autocompiacimento di fronte a un
mestiere sì bello ma in fondo pur sempre un lavoro, più quotidiano che eroico. Potrei
sottolineare i tanti incontri, le cene, i viaggi, tutto sempre condito da uno spirito di avventura
leggero e ironico. Farei però torto all'artista, immenso, raffinatissimo, mai banale. Una fortuna
averlo incontrato, conosciuto, lavorato, un po' perso con rammarico negli ultimi tempi. Salvo ha
rappresentato una delle più autentiche ragioni che mi hanno spinto ad approfondire questo
mestiere. Eppure raramente abbiamo parlato di pittura: molto più di libri, film, curiosità, calcio
anche. Di fronte a un suo quadro era sufficiente guardare. E lasciarsi andare. A dieci anni
esatti dalla retrospettiva che gli dedicò la GAM di Torino, una "medaglia" che Salvo accettò
con il suo solito pudore e la sua proverbiale riservatezza, la Galleria In Arco ripropone un
percorso esaustivo e completo nella pittura dell'artista siciliano, che era nato a Leonforte nel
1947, offrendo una sorta di "best of" di una carriera davvero importante, a partire dagli anni
Settanta, quando si consumò il definitivo passaggio da quello che Renato Barilli aveva
chiamato il concettuale differente al dipingere, fino ai tempi più recenti, in cui Salvo prosegue
nella sua esplorazione inesausta della pittura di genere, tra paesaggio, natura morta, scena
d'interno, inserendo raramente alcuni personaggi e figure. Una sfida soprattutto con se stesso,
nella ripetizione mnemonica, mai appuntata, di quegli elementi che servono nella costruzione
di un quadro al fine di raggiungere la perfezione, come in un'inquadratura cinematografica. Ho
voluto prelevare, per questa mostra, il titolo di un suo quadro: La strada di casa. Perché
tornare a scrivere di Salvo oggi per me significa davvero ritornare in uno dei luoghi per me più
cari e importanti nella mia attività di critico. La Galleria In Arco di piazza Vittorio Veneto, che
proprio nel 1990 aprì la nuova e definitiva sede con una sua spettacolare e rarissima mostra,
Interni con funzione straordinaria, un unico soggetto ripetuto tante volte su variazioni minime,
a ribadire se ce ne fosse ancora bisogno che la pittura è prima di tutto risultato del pensiero,
della teoria e dell'intelligenza. Sempre rispondendo a un invito di Sergio Bertaccini, mi sono
poi ritrovato a scrivere per Là, metà anni Novanta, uno dei testi a cui sono più affezionato
perché Salvo mi consentì l'utilizzo di una lingua sperimentale dove il linguaggio critico era
messo da parte in favore dell'esercizio mnemonico, una specie di Je me souviens ispirato al
grande maestro Georges Perec. Pubblichiamo ora, per l'occasione, un catalogo ancor più
ricco della mostra, un repertorio caleidoscopico di immagini e figure da sfogliare come un
album. Non di ricordi, soltanto, ma di frames a colori che dimostrano, una volta di più, la
grandezza solitaria, senza uguali, di un talento puro che ho amato tantissimo e di un uomo che
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mi manca altrettanto. Non so dove sia Salvo ora, ma sono certo che se leggerà queste parole
le troverà esagerate, assumerà un'espressione tra il contrito e l'imbarazzato, chiedendomi per
favore di non esagerare" (Luca Beatrice). Orario: da martedì a sabato 10-13 e 16-19,30. Info:
011.19665399 - [email protected] - www.in-arco.com
fino al 29/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazza Vittorio Veneto 3
"LIFE WORLD" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
"Life World", una selezione di opere fotografiche provenienti dalla Collezione di Isabel e
Agustin Coppel, a cura di Tanya Barson. Ispirata agli scritti del filosofo Vilem Flusser, la
mostra cerca di sviluppare ed espandere l'idea di una filosofia della fotografia o, nelle parole di
Flusser, di "contribuire a una discussione intorno al soggetto 'fotografia' in uno spirito
filosofico". Mira inoltre a illustrare come la fotografia sia diventata strumento chiave nello
sviluppo della coscienza umana in relazione alla 'mondità del mondo', riflettendo anche sullo
status filosofico della fotografia nel momento in cui Flusser scriveva, a partire dal suo 'Per una
filosofia della fotografia' (1983), per proseguire con 'Immagini: come la tecnologia ha cambiato
la nostra percezione del mondo' (1985): siamo agli albori della transizione dalla fotografia
come oggetto alla fotografia digitale. La mostra attinge alla ricca gamma di fotografie
racchiusa nella Collezione di Isabel e Augustin Coppel e la esamina, passando in rassegna
l'immagine che offre del mondo-vita in cui tutti esistiamo. In questa mostra, le idee di essere e
di coscienza sono analizzate con l'aiuto di tre concetti tratti dal pensiero fenomenologico: il
mondo sociale (mitwelt), l'ambiente o il mondo-intorno (umwelt) e il mondo interiore o proprio
(eigenwelt). Organizzata in questi tre principali gruppi di immagini, la mostra prende in esame
il ruolo che la fotografia ha svolto nel comunicare che cosa significa esistere, come noi
esistiamo insieme agli altri, e come sviluppiamo un'esistenza indipendente e il senso di una
nostra identità; in ciascuna categoria, la fotografia è un mezzo per riflettere sulla sfida di
essere nel mondo. A introdurre le tre sezioni un gruppo di opere selezionate che, nel loro
insieme, pongono la domanda: "Che cos'è una fotografia?", concentrandosi su alcune
caratteristiche che Flusser propone nelle sue tesi sulla fotografia e sul suo status filosofico. La
mostra include un'ampia gamma di pratiche fotografiche, oltre a una selezione di opere
realizzate con film, slide e nuovi media. Comprende opere di numerosi e importanti esponenti
della fotografia del XX secolo, accanto ad alcune figure meno note, fra cui Berenice Abbott,
Vito Acconci, Bas Jan Ader, Doug Aitken, Manuel Alvarez Bravo, Francis Alÿs, Diane Arbus,
Ursula Arnold, Richard Avedon, Bernd & Hilla Becher, Sophie Calle, Henri Cartier-Bresson,
Larry Clark, Edmund Collein, Bruce Davidson, Rineke Dijkstra, Jim Dow, William Eggleston,
Tracey Emin, Walker Evans, Valie Export, Harun Farocki, Peter Fischli and David Weiss,
Robert Frank, Lee Friedlander, Carlos Garaicoa, Héctor García, Alberto Garcia Alix, Anna
Gaskell, Nan Goldin, Félix González-Torres, Dan Graham, Sigurdur Gudmundsson, Jitka
Hanzlová, Bill Henson, Candida Höfer, Kati Horna, Graciela Iturbide, Seydou Keïta, Julius
Koller, Helen Levitt, Philip Lorca DiCorcia, Cristina Lucas, Tuomo Manninen, Angel Marcos,
Teresa Margolles, Mary Ellen Mark, Gordon Matta Clark, Ana Mendieta, Enrique Metinides,
Ryiuji Miyamoto, Tina Modotti, Lazslo Moholy-Nagy, Zwelethu Mthethwa, Shirin Neshat,
Rivane Neueschwander, Arnold Newman, Kiyoshi Niiyama, Gabriel Orozco, Damien Ortega,
Bill Owens, Esteban Pastorino, Irving Penn, Martha María Pérez Bravo, Bernard Plossu, Albert
Renger-Patzsch, Miguel Río Branco, Herb Ritts, Daniela Rosell, Thomas Ruff, Ed Ruscha,
Sebastiao Salgado, August Sander, Cindy Sherman, Stephen Shore, Aaron Siskind, Melanie
Smith, Simon Starling, Thomas Struth, Superflex, Diana Thater, Wolfgang Tillmans, Ed Van
Der Elsken, Massimo Vitali, Annika Von Hausswolf, Edward Weston, Mariana Yampolsky,
Willy Zielke e Zoe Leonard. Orario: giovedì dalle 20 alle 23 (ingresso libero); venerdì, sabato e
domenica dalle 12 alle 19. Ingresso: intero 5 euro; ridotto 3 euro; gratuito con Abbonamento
Musei. Info: 011.3797600 - www.fsrr.org
fino al 30/04/2017
ore 19:00
TORINOSETTE
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Torino
Via Modane 16
PIOTR SKIBA ALLA GALLERIA GRGLT (GIORGIO GALOTTI)
La galleria Giorgio Galotti, in occasione dell'apertura della nuova sede, presenta la prima
personale di Piotr Skiba. La mostra presenta due opere in dialogo tra loro, realizzate per lo
spazio che le ospita, di cui una di dimensioni ambientali e una di dimensioni ridotte.
L'intervento punta a combinare due elementi basilari della pratica di Piotr; da un lato la
leggerezza dei materiali utilizzati e dall'altro il processo artigianale più arcaico attorno al quale
ruota l'elaborazione della sua ricerca. In quest'ultima produzione l'artista massimizza la sua
tecnica, introducendo al pubblico una composizione che attraversa aspetti differenti,
spaziando da un processo che parte dall'utilizzo di tessuti industriali di rame, che hanno subito
processi di ossidazione e combustione stravolgendone la forma e la colorazione, per arrivare
alla scultura tradizionale in bronzo, collocata al centro di una parete come un oggetto sacro e
onirico. Molti dei suoi progetti di esordio sono incentrati sui temi dell'esclusione,
dell'intolleranza razziale e l'alienazione sociale. Qui la riflessione si sposta sui materiali
utilizzati e abbandonati dall'industria moderna, che a contatto con l'ambiente assumono nel
tempo delle forme sinuose, integrandosi alla superficie terrestre. L'intenzione di Piotr è di
rivolgere l'attenzione sull'evoluzione di alcuni processi artificiali, che una volta dimenticati
tendono a perdere la loro configurazione di materiali di smaltimento, per rivelarsi parte di una
natura in grado di assorbire qualsiasi elemento estraneo ad essa, al punto da tramutare
oggetti artificiali in forme sinuose e vegetali. Con questa mostra Piotr Skiba entra in uno spazio
neutro e immacolato nello stesso modo in cui questi oggetti entrano a far parte dell'atmosfera
terrestre, adagiando le opere nell'ambiente della galleria, eludendo il concetto di "esposizione"
per sfruttare la possibilità di renderle fortemente connesse alla realtà in si cui trovano. Visite su
appuntamento: [email protected] - www.giorgiogalotti.com
fino al 30/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Beinasco 16
ROBERT DOISNEAU AL FORTE DI BARD
La mostra "Robert Doisneau. Icônes", a cura dell'Atelier Robert Doisneau di Parigi e
dell'Associazione Forte di Bard, presenta una nuova selezione di fotografie realizzate dal
grande artista francese nel corso della sua straordinaria carriera. Fil rouge del percorso la
iconicità delle immagini, quelle che maggiormente hanno saputo conquistare l'immaginario
collettivo e il grande pubblico, a partire dal celebre bacio del 1950, Le baiser de l'Hôtel de ville.
Doisneau viene definito per i suoi ritratti e la sua straordinaria capacità di raccontare la realtà
nella sua quotidianità, un esponente della "fotografia umanista". E' lui, meglio di ogni altro, ad
aver immortalato i miti e le icone della Parigi del '900, cogliendone appieno il loro fascino.
Attraversando la Ville Lumière dalle rive della Senna alle periferie, regala un monumentale
affresco di Parigi e dei parigini, immortalando gli aspetti più curiosi e le contraddizioni della
società francese. I soggetti che lo hanno reso celebre sono i bambini e gli innamorati. In
mostra anche i ritratti di personalità quali Picasso, Giacometti, Prévert. Insieme ad Henry
Cartier-Bresson è considerato uno dei padri fondatori del fotogiornalismo di strada. Al centro
della sua fotografia c'è l'uomo con le sue emozioni, spesso colte nei momenti surreali che si
presentano nella vita di tutti i giorni. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e
festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora prima del Forte. Info: 0125.833811 [email protected] - www.fortedibard.it. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo World
Press Photo + Doisneau: intero 12 euro; ridotto 8 euro.
fino al 01/05/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
TORINOSETTE
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"TONALITA' TANGIBILI" AL MUSEO DEL CINEMA
"Tonalità Tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano. Dalle collezioni fotografiche del
Museo Nazionale del Cinema", mostra a cura di Marco Antonetto e Dario Reteuna (la sezione
Peretti Griva, da Giovanna Galante Garrone). Il pittorialismo, felice manifestazione della
fotografia d'arte, ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell'Ottocento e i primi
vent'anni del Novecento. L'elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso
concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa
stregua della pittura o del disegno. A questi autori di grande talento è dedicata la mostra
Tonalità Tangibili, primo, fra tutti, alla figura emblematica di Domenico Riccardo Peretti Griva e
alle sue poetiche "impressioni fotografiche" che ci introducono nel mondo del pittorialismo. La
mostra, prosegue alla Bibliomediateca Mario Gromo (via Matilde Serao 8/A; orario: lunedì e
venerdì 9-13; martedì e giovedì 9-17,30; mercoledì, sabato e domenica chiuso; ingresso
libero) con un approfondimento su temi cari a Peretti Griva: paesaggi, ritratti e animali "amici".
Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 9-20; sabato 9-23; martedì chiuso;
ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Aperture straordinarie durante la mostra: martedì
14 febbraio (S.Valentino), domenica 16 aprile (Pasqua), lunedì 17 aprile (Pasquetta), martedì
18 aprile, martedì 25 aprile (Liberazione), lunedì 1 maggio (Festa del Lavoro). Ingresso: intero
10 euro; ridotto (studenti universitari fino a 26 anni, over 65, gruppi min. 15 persone con
prenotazione obbligatoria) 8 euro; ridotto giovani e scuole (da 6 a 18 anni, gruppi scolastici) 3
euro; gratuito fino a 5 anni, disabili e accompagnatore, Abbonamento Musei e
Torino+Piemonte Card. Info: 011/8138560-561 - [email protected] - www.museocinema.it
fino al 08/05/2017
ore 11:00
Torino
Via Montebello 20
"DALLE BOMBE AL MUSEO" ALLA GAM
L'edificio che ospita la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino - meglio conosciuta
come Gam - salta all'occhio anche del visitatore più distratto: le sue forme sghembe, con le
pareti inclinate e i volumi irregolari, contrastano con le architetture circostanti, siano esse le
palazzine liberty della Crocetta o i portici di corso Vittorio. Fin dalla sua progettazione, la
nuova Gam voleva rompere col passato e, al tempo stesso, raccontarne la storia: una storia
fatta di grande sofferenza, dal momento che la vecchia sede fu spazzata via dai
bombardamenti che squassarono la città nel corso della Seconda guerra mondiale, tra il '40 e
il '45. La mostra "Dalle bombe al museo" intende ripercorrere l'itinerario di rinascita dell'arte
moderna in Italia attraverso il caso della Gam, la cui ricostruzione rappresenta un esempio
significativo del più ampio processo che porterà l'Italia a risollevarsi dagli orrori della guerra.
Curata da Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino, l'esposizione si apre con una serie di opere
emblematiche del museo bombardato, in parte distrutte e in parte restaurate, come la "Eva" di
Odoardo Fantacchiotti (1809-1877). Accanto a esse è possibile ammirare alcune delle opere
acquisite dalla Galleria ancor prima che i lavori di ricostruzione dell'edificio fossero completati,
a testimonianza della volontà dell'allora direttore dei Musei Civici Vittorio Viale di allestire una
collezione di respiro internazionale. Quadri come "Composition T 50-5" di Hans Hartung
(1950), ma anche "Dans mon pays" di Marc Chagall (1943) e "Ragazza seduta" di Giacomo
Manzù (1948), entrambi acquistati da Viale alla Biennale di Venezia del '48. E fu lo stesso
Viale a spingere perché l'edificio non fosse ricostruito tale e quale all'originale, ma fosse
indetto un bando per progettarne uno nuovo, moderno, che comunicasse anche esteriormente
un'idea di rinnovamento. Il concorso fu vinto da due giovani architetti ferraresi, Carlo Bassi e
Goffredo Boschetti, il cui lavoro culminò nell'inaugurazione del 31 ottobre 1959. La mostra
ripercorre lo sviluppo del cantiere attraverso una serie di fotografie d'epoca, che si affiancano
a quelle della vecchia sede, prima e dopo i bombardamenti. Un'ampia selezione di tavole
d'architettura, lettere e documenti originali arricchiscono il percorso, che - accanto a opere
come "Scultura di silenzio, Corneille" di Hans Jean Arp e "La cicogna" di Pinot Gallizio presenta tavoli, poltroncine, sedie e lampade di design, consentendo al visitatore di
immergersi nell'atmosfera di quegli anni. Una mostra che, come sottolinea il direttore della
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Gam Carolyn Christov-Bakargiev, "intende ripercorrere la storia di un'utopia diventata realtà,
mettendo in luce la straordinaria capacità di un'intera città di trasformare la deformità della
guerra in un'idea propositiva verso il futuro". Orario: da martedì a domenica 10-18; la
biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it. Giovedì 23 marzo alle 17 visita guidata
speciale con Giorgina Bertolino, storica dell'arte e curatrice della mostra. Costo: biglietto
d'ingresso ridotto 8 euro (gratuito per studenti, abbonati Musei Torino Piemonte e Torino Card)
+ 5 euro la visita guidata. Massimo 20 persone a visita. Prenotazioni al numero 011.4436999.
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
"STRUTTURE E STILE" ALLA GAM
In contemporanea all'inaugurazione della mostra "Dalle bombe al museo:1942-1959" la GAM
apre al pubblico, nella sala "Archivi" del secondo piano, una mostra che documenta un
particolare capitolo della storia del museo. Il 18 giugno 1962 si apre alla Galleria Civica d'Arte
Moderna una grande mostra internazionale curata da Michel Tapié, dal titolo "Strutture e Stile Pitture e sculture di 42 artisti d'Europa America e Giappone". La mostra proponeva un
confronto internazionale di vaste proporzioni la cui importanza e portata furono chiare fin da
subito; Tapié, attraverso la pluralità delle sue ricerche che si sviluppano verso Parigi, Tokyo e
New York proietta il capoluogo piemontese al centro di una rete di rapporti e relazioni
internazionali che ne fanno una delle città italiane più favorite culturalmente. La mostra fu
realizzata in collaborazione con l'International Center for Aesthetic Research (ICAR), fondato
due anni prima da Tapié insieme all'architetto Luigi Moretti e diretto da Ada Minola, e allestita
negli spazi del museo con l'idea di trasferire nelle differenti sezioni espositive quella "possibile
classificazione delle materie e dei significati dell'Informale" chiarita nelle pagine dei suoi testi
teorici nei quali, ispirandosi alla teoria degli insiemi di Georg Cantor, approfondiva i rapporti tra
le scoperte scientifiche e le ricerche estetiche. Intorno all'opera "Scultura" di Sofu Teshigahara
in legno e foglia di rame, la mostra Archivi2 presenta una selezione di documenti provenienti
dall'Archivio della Fondazione Torino Musei e mette in luce la genesi di questa importante
esposizione attraverso le lettere, le fotografie originali dell'allestimento e dell'inaugurazione,
l'edizione originale del volume "Continuité et avant-garde au Japon" pubblicato da Fratelli
Pozzo Editori, esposti insieme ad alcune riviste e quotidiani con le recensioni della mostra.
Orario: da martedì a domenica 10-18; sabato 24 dicembre 10-14; domenica 25 dicembre
chiuso; lunedì 26 dicembre apertura straordinaria 10-18; sabato 31 dicembre 10-14; domenica
1° gennaio 14-18; venerdì 6 gennaio apertura straordinaria 10-18. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero: Abbonamento Musei e
Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 - [email protected] www.gamtorino.it
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
SAN SECONDO DI PINEROLO - "TIEPOLO E IL SETTECENTO VENETO" AL CASTELLO
DI MIRADOLO
"Tiepolo e il Settecento veneto", esposizione a cura di Giovanni Carlo Federico Villa, dedicata
a Giambattista e Giandomenico Tiepolo. La mostra si sviluppa intorno a preziosi capolavori,
provenienti dalle sale della Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza. Un viaggio attraverso
dipinti, disegni, acqueforti, incisioni e sculture, raccontando dell'importanza avuta dalla pittura
veneta, ancora nel XVIII secolo, del ruolo dei Tiepolo, padre e figlio. Nelle sale del Castello di
Miradolo sono presentati i grandi temi del Secolo dei lumi, dalla pittura di paesaggio alla
natura morta, dalle storie mitologiche alle grandi pale d'altare, attraverso le opere dei
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protagonisti della stagione pittorica europea Settecentesca. In mostra si posso ammirare gli
incunaboli della storia del paesaggio, dalla celeberrima "Prospettiva di rovine con figure"
compiuta verso la metà del terzo decennio da Marco e Sebastiano Ricci, tra le opere più note
e studiate del Settecento veneto, al "Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre" di
Luca Carlevarijs, che introducono a un affondo sui grandi Maestri veneti, da Aviani a
Brisighella a Zais, e sulla natura morta. Prezioso è il confronto tra due grandi artisti veneti:
Giambattista Piazzetta e Giambattista Tiepolo, di vent'anni più giovane del collega. L'"Estasi di
San Francesco" di Piazzetta, dipinta nel 1729 per la Chiesa conventuale dell'Araceli di
Vicenza, che ritrae il Santo svenuto e sfinito, soccorso da un angelo, è opera esemplare per
Tiepolo, con i suoi profondi contrasti chiaroscurali. L'"Immacolata Concezione" di Tiepolo,
dipinta nel 1733-1734, testimonia la raggiunta autonomia del pittore che libero dal pathos
tardobarocco e dalla pratica delle luci artificiali è approdato a una pittura di pura luce, che
ripudia l'ombra. Egli ha primeggiato per uno stile senza confronti per qualità e genio inventivo,
capace di mettere in scena nelle sue opere rappresentazioni straordinarie. Ha riportato l'arte
della Serenissima Repubblica agli splendori cinquecenteschi, imponendola come l'essenza
stessa della modernità a livello europeo. Sono inoltre eccezionalmente presentati a Miradolo
"Scherzi e Capricci", brevi movimenti allegri e veloci, interpretati da Giambattista nelle sue
acqueforti, che ci riportano alla tradizione classica con suggestive narrazioni di sacrifici pagani,
scene pastorali, paesaggi agresti. Un racconto in quasi cinquanta opere, che permette di
ammirare anche tele riscoperte da recenti restauri, come il recupero della "Decollazione di San
Giovanni Battista" di Giandomenico Tiepolo, nel contrasto tra gli incarnati del santo e quelli del
boia, le vesti sgargianti e le ombre profonde della passione. Come di consueto la mostra è
arricchita da una colonna sonora dedicata, appositamente realizzata per questa esposizione
dal progetto Avant-dernière pensée. Un'installazione sonora che accompagna il visitatore
restituendo la suggestione di un'epoca, e rimandando alle opere esposte, all'ambiente artistico
e alla stagione pittorica cui appartengono. Orario: giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica e
lunedì 10-18,30; chiuso il martedì e il mercoledì. Per gruppi e scuole aperto, su prenotazione,
anche oltre il normale orario di visita. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (gruppi,
convenzionati, studenti fino a 26 anni, over 65); ridotto dai 6 ai 14 anni 3 euro; gratuito bambini
fino a 6 anni, Abbonati Musei. Info: 0121.502761 - [email protected] www.fondazionecosso.com. Sabato 25 marzo alle 14 servizio navetta da Torino (piazza Carlo
Felice angolo corso Vittorio Emanuele II) al Castello di Miradolo. Costo: 9 euro a persona.
Richiesta la prenotazione al numero 0121.502761
fino al 14/05/2017
ore 15:00
San Secondo di Pinerolo (TO)
Via Cardonata 2
"L'ITALIA DI MAGNUM" A CAMERA
La mostra "L'Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin" è un vero e proprio
viaggio per immagini lungo la penisola. Un itinerario lungo settant'anni, dal dopoguerra a oggi,
che racconta il Belpaese attraverso l'obiettivo di venti grandi fotografi. L'esposizione, curata
dal neo direttore di Camera Walter Guadagnini con la collaborazione di Arianna Visani,
costituisce la prima tappa di "Magnum Photos 70", un progetto nato per celebrare
l'anniversario della storica agenzia francese che nei prossimi mesi toccherà Brescia, Cremona,
Parigi e New York. La mostra torinese, suddivisa per decenni, è introdotta da un omaggio a
Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni Trenta. Il racconto del decennio
successivo è affidato a Robert Capa e David Seymour, che presentano due serie fotografiche
dall'atmosfera opposta: il primo mostra un paese in rovina, travolto dagli esiti drammatici della
guerra; il secondo - immortalando i turisti che nel 1947 tornano a visitare la Cappella Sistina ne testimonia la voglia di rialzarsi, facendo leva sull'eterna bellezza del proprio patrimonio. Il
rapporto con l'arte è al centro della sezione dedicata agli anni Cinquanta, nella quale Elliott
Erwitt, Herbert List e René Burri pongono il proprio sguardo rispettivamente su Roma,
Cinecittà e Milano all'epoca della storica mostra di Picasso del '53. Le istantanee del trionfo di
Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma, scattate dal fotografo tedesco Thomas Hoepker,
TORINOSETTE
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introducono lo spazio dedicato agli anni Sessanta, completato da una serie di Bruno Barbey
sui funerali di Togliatti e da un reportage di Erich Lessing a Cesenatico. L'atmosfera degli anni
Settanta è ben restituita da Fernando Scianna, Leonard Freed e Raymond Depardon: il primo
attraverso il racconto della sua terra, la Sicilia; gli altri testimoniando due passaggi chiave
dell'Italia del tempo, il referendum sul divorzio e la Legge Basaglia. Ancora Scianna,
immortalando un giovane Berlusconi in ascesa, mette in luce lo spirito del decennio
successivo, i cui contrasti sono mirabilmente documentati da Martin Parr (il turismo di massa)
e Patrick Zachmann (la malavita organizzata). L'ultima sala, dedicata agli anni Novanta e
Duemila, ospita lavori di Alex Majoli, Thomas Dworzak, Peter Marlow e Chris Steele-Perkins, a
cui si affiancano alcune potenti immagini di Paolo Pellegrin e una sequenza di Mark Power
dedicata ai luoghi simbolo della cultura italiana. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e
domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a
26 anni, over 70), gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011.0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
VALERIO SPADA A CAMERA
"Valerio Spada. I am nothing", a cura di Francesco Zanot. La mostra presenta in anteprima il
lavoro realizzato dal fotografo insignito della prestigiosa Guggenheim Memorial Foundation
Fellowship sulla mafia siciliana, narrata attraverso le storie di alcuni boss e latitanti, unite ai
segni della sua inesorabile penetrazione nel tessuto sociale. Dopo il successo nel 2011 della
serie "Gomorrah Girl", in cui le vicende di alcune giovani servivano a filtrare un racconto sui
fatti e i comportamenti della camorra napoletana, Spada continua la sua esplorazione della
criminalità organizzata, spostando il suo obiettivo su Cosa Nostra. Il risultato è un progetto che
combina tra loro materiali eterogenei, sperimentando una strategia narrativa che sostituisce le
regole del tradizionale reportage fotografico. Il percorso della mostra si sviluppa così
attraverso la giustapposizione di scene di ordinaria quotidianità, ritratti attentamente posati, un
video ricavato dai filmati della polizia e la documentazione fotografica della Bibbia ritrovata nel
covo di Bernardo Provenzano, eccezionale testimonianza dei rituali, dell'estensione e della
capacità organizzativa della mafia. Scrive Roberto Saviano a proposito di questo progetto: "Io
sono un boss ma sono il niente. Io decido della vita e della morte ma sono il niente. Io sono il
niente perché sono come voi. Mi muovo tra voi. Vivo tra voi. Credo nel vostro Dio. Uso gli
stessi oggetti che usate voi, ma non li uso come li usate voi. Con la mia macchina da scrivere
compongo messaggi di morte. "I am nothing" di Valerio Spada è un lavoro impressionante
perché ci mostra il silenzio, la capacità di penetrazione della criminalità nella vita quotidiana e
la nostra incapacità, impossibilità a difenderci". L'annichilimento, il vuoto, l'invisibilità,
costituiscono così il filo conduttore dell'intera serie. I boss ci sono, ma non appaiono. E non
appaiono neppure le loro azioni, i loro incontri, le loro proprietà, nascoste attraverso un
complesso sistema di occultamento. Spada insegue le loro tracce, diffuse in ogni angolo del
territorio e dei suoi abitanti, senza mai incontrare il loro volto, ad eccezione delle istantanee al
processo Giovanni Brusca. Il processo del boss è la cerimonia mediatica. Tanto cruciale
perché in questa occasione l'invisibile diventa visibile. "I am nothing" costituisce
un'osservazione di un fenomeno radicato e complesso, condotta da punti di vista inediti,
capaci di fare luce su aspetti spesso trascurati e poco visibili. Lungo un percorso di immagini
enigmatiche quanto dirette, seducenti quanto essenziali, emerge la mafia nella sua interezza, i
suoi codici di comunicazione, la sua struttura interna, il suo radicamento ad ogni livello,
evidenziando come non si tratti soltanto di una spietata organizzazione criminale, ma di un
vero e proprio stile di vita. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a 26 anni, over 70),
gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011/0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
TORINOSETTE
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"MARIO MERZ PRIZE" ALLA FONDAZIONE MERZ
"Mario Merz Prize", mostra dei finalisti Francesco Arena, Petrit Halilaj, Gili Lavy, Shahryar
Nashat, Suha Traboulsi. Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi 1978), Petrit Halilaj
(Kostërrc, Skenderaj-Kosovo 1986), Gili Lavy (Gerusalemme 1987), Shahryar Nashat
(Ginevra, 1975) e Suha Traboulsi (Freetown, Sierra Leone 1969) sono gli artisti scelti dalla
giuria composta da Marisa Merz (artista), Nicholas Cullinan (direttore della National Portrait
Gallery, Londra) e Claudia Gioia (curatrice indipendente). Il progetto espositivo, curato da
Beatrice Merz raccoglie lavori di ciascun autore, scelte tra le più significative del loro percorso
artistico. Il pubblico potrà esprimere la propria preferenza visitando la mostra o collegandosi al
sito web (mariomerzprize.org) per valutare i progetti degli artisti. Al voto del pubblico si
aggiungerà il responso della giuria composta da Manuel Borja-Villel (direttore Museo Nacional
Centro de Arte Reina Sofía, Madrid), Lawrence Weiner (artista), Massimiliano Gioni (direttore
Artistico New Museum, New York - direttore artistico Fondazione Trussardi, Milano) e Beatrice
Merz. Al vincitore sarà commissionata una produzione per una mostra personale itinerante in
sedi museali a Torino e in Svizzera. Orario: da martedì a domenica 11-19; lunedì chiuso.
Ingresso: intero 6 euro; ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65
anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card) 3,50 euro; gratuito
(bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e
Torino + Piemonte Card, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati,
amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese). Info: 011.19719437 [email protected] - www.fondazionemerz.org
fino al 21/05/2017
ore 18:00
Torino
Via Limone 24
"TRA AVIGLIANA E LA SACRA. LUOGHI DI INCANTO" AL BORGO MEDIEVALE
Mostra fotografica intitolata "Tra Avigliana e la Sacra. Luoghi di incanto", che prosegue la
prestigiosa collaborazione tra il museo e il Fondo Ambiente Italiano. Grazie alla campagna
fotografica promossa dal FAI Giovani Piemonte - Valle d'Aosta, nella sala espositiva della
Chiesa, verranno esposte le opere frutto della collaborazione con la città di Avigliana,
importante esempio di architettura medievale in Piemonte e modello alla fine dell'Ottocento per
gli ideatori del Borgo Medievale durante la costruzione del complesso. I visitatori potranno
rivivere, attraverso evocative immagini, le antiche atmosfere dell'importante centro medievale
all'imbocco della Valle di Susa grazie alla capacità dei fotografi di creare un forte legame con
l'ambiente circostante e, allo stesso tempo, di raffigurare tramite immagini di forte impatto
visivo ed emozionale la varietà del territorio. Dai paesaggi con le montagne e i laghi al
Castello, dagli elementi architettonici alla Sacra, uno dei monumenti più rappresentativi del
Medioevo europeo, un itinerario visivo attraverso luoghi di incanto. Il Borgo costituisce la prima
tappa di questa esposizione a carattere itinerante, dedicata alla diffusione e alla salvaguardia
delle innumerevoli bellezze del territorio piemontese. Allestimento a cura di ABF- Scatola
Chiara. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-19. Ingresso libero; le offerte che verranno
raccolte saranno devolute dal Fai per la ricostruzione dell'Oratorio della Madonna del Sole di
Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto, colpito dagli eventi sismici di fine agosto. Info:
011.4431701 - www.borgomedievaletorino.it
fino al 21/05/2017
ore 17:00
Torino
Viale Virgilio 107
"LA STAMPA FOTOGRAFA UN'EPOCA" A PALAZZO MADAMA
Il 9 febbraio 2017 La Stampa compie 150 anni. In occasione di questo importante anniversario
Palazzo Madama, nel suggestivo scenario della Corte Medievale, ospita "La Stampa fotografa
un'epoca", mostra che documenta con quasi 500 fotografie la nascita e l'evoluzione del
quotidiano nazionale nato a Torino che dal 1867 ha saputo accompagnare i propri lettori in un
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viaggio con gli occhi aperti sul mondo e la mente rivolta al futuro, mantenendo al contempo
uno strettissimo legame con il proprio territorio. Attraverso una selezione di 500 fotografie e
documenti provenienti dall'archivio storico del giornale sarà possibile rivivere temi sociali,
costumi e personaggi che hanno caratterizzato un secolo e mezzo di storia, testimoniando al
contempo l'importanza fondamentale che la documentazione iconografica riveste nella vita di
un giornale. Le tante testimonianze in mostra - attentamente selezionate dall'art director de La
Stampa e curatrice dell'esposizione Cynthia Sgarallino - comprendono fotografie originali e
documenti dell'archivio storico: alcune con annotazioni storiche, altre ritoccate a tempera e
matita, come si faceva prima di Photoshop, altre ancora sgualcite o incurvate. Tutte sono state
selezionate perché "hanno addosso" il lavoro di questi 150 anni in cui sono passate di mano
tra fotografi, archivisti e giornalisti. La mostra si articola in 13 sezioni, seguendo un ordine
tematico che prende le mosse dalla Redazione e dalle maestranze, a testimonianza dei veri
protagonisti che hanno fatto la storia del quotidiano. Da questo punto di partenza si snodano
tutti gli altri dodici temi, Lavoro, Svago, Terza Pagina, Torino, Terrorismo, Moda, Diritti,
Solidarietà, Migrazioni, Conflitti, Mondo, Sport. Le fotografie presentate, in bianco e nero e a
colori, costituiscono una testimonianza dell'immenso materiale presente nell'archivio
fotografico del giornale, che conta ad oggi oltre 5 milioni di immagini. Attraverso di esse sarà
possibile compiere un viaggio alla scoperta di come La Stampa sia stata e continui ad essere
testimone importante non solo per la storia del territorio e dell'Italia, ma anche per i fatti
internazionali, grazie ad una chiara connotazione "glocal". Ad accompagnare le immagini in
mostra, un'ampia selezione di prime pagine del giornale, ben 47, e una time-line per ricordare
gli avvenimenti più importanti accaduti in Italia e nel mondo nel corso degli ultimi 150 anni.
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 18, escluso il martedì, giorno di chiusura; la biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso alla mostra "La Stampa fotografa un'epoca": 5 euro (3 euro
saranno devoluti in beneficienza alla Fondazione Specchio dei Tempi Onlus per il progetto "Un
tetto a chi soffre"); gratuito per i possessori di abbonamento Torino Musei Piemonte, Torino +
Piemonte Card e della Torino + Piemonte Card Junior, i minori di anni 6, accompagnatori
disabili e partecipanti ai laboratori didattici a cura del museo. Info: 011/4433501 www.palazzomadamatorino.it
fino al 22/05/2017
ore 15:00
Torino
Piazza Castello
ANTONIO MENEGHETTI ALL'OFFICINA DELLA SCRITTURA
"Scolpire la luce", personale di Antonio Meneghetti, a cura di Ermanno Tedeschi. Meneghetti è
stato uomo e artista geniale, generoso e gioioso, attento osservatore del mondo e della natura
umana. I suoi quadri sono caratterizzati da astratte pennellate di colore mentre al centro degli
oggetti di design c'è l'uomo: tutta la sua opera molto variegata si rifà alle poliedriche percezioni
e ai molteplici punti di vista del soggetto. Egli stesso ha detto della sua arte: "Si tratta di
cogliere tra due colori il loro denominatore universale, la trascendentalità, il punto di equilibrio
luce dove tutti si armonizzano". L'arte di Meneghetti è un insieme di colori e segni in cui si può
cogliere l'essenza dell'esistenza stessa. La mostra porta a Torino alcune tra le opere più
significative del maestro che comprendono dipinti, sculture e oggetti di design che per la
maggiore parte sono in vetro realizzati a Murano. L'arte di Meneghetti approda a Torino dopo
essere stato esposta in prestigiosi musei e sedi istituzionali in diverse parti del mondo - come
la Rocca Paolina di Perugia, Castel dell'Ovo a Napoli, Palazzo della Civiltà a Roma, le
Corderie dell'Arsenale e Palazzo Ducale a Venezia oltre che a San Pietroburgo, Brasilia,
Pechino e recentemente al Museo del Vittoriano a Roma. L'esposizione torinese si concentra
in particolare sui lavori in vetro nei quali l'intenzione dell'artista è tutta volta a catturare la luce
e a "disegnare" con essa. Una significativa testimonianza del suo lavoro è evidente a Lizori,
borgo medioevale tra Spoleto e Assisi dove ha vissuto dal 1976 iniziandone il recupero.
Questo luogo magico si è trasformato nel corso degli anni in un centro di riferimento della
cultura artistica e scientifica internazionale così come il centro di Marudo nel Lodigiano. In
occasione della mostra, sarà possibile vedere due video proiezioni che mostrano alcuni
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momenti importanti dell'eclettica produzione del Maestro. A disposizione per tutta la durata
dell'esposizione, il volume "Antonio Meneghetti", edito da Gli Ori opera fondamentale per
comprenderne l'arte e la vita. Orario: lunedì, martedì, giovedi, venerdì dalle 9 alle 18; sabato e
domenica dalle 10 alle 19; mercoledì chiuso. Ingresso: intero 8 euro; ridotto (under 26 e over
65) 6 euro; gratuito bambini fino a 12 anni, disabili e un loro accompagnatore. Info:
[email protected] - www.officinadellascrittura.it - 011.0343090
fino al 23/05/2017
ore 18:30
Torino
Strada da Bertolla all'Abbadia di Stura 200
CASELLE - THOMAS BAYRLE ALL'AEROPORTO DI TORINO
Artissima, Fiera Internazionale di Arte Contemporanea, in occasione dell'edizione 2016
presenta "Flying Home", un progetto collaterale inedito, appositamente concepito per la città,
realizzato in collaborazione con l'Aeroporto di Torino e curato da Sarah Cosulich. Torino
Airport | Sagat si presenta per la prima volta come partner impegnato nella progettazione di
un'iniziativa di produzione artistica, accogliendo la sfida di Artissima di sperimentare modelli
nuovi e contaminare luoghi inaspettati e pubblici diversi. Due soggetti della città
apparentemente distanti collaborano a un'iniziativa culturale sorprendente, invitando il grande
artista tedesco Thomas Bayrle a proporre un'opera specifica per lo scalo torinese. Thomas
Bayrle (Berlino, 1937) è considerato il pioniere del movimento Pop tedesco. Anticipatore del
linguaggio digitale prima che questo potesse essere immaginato, l'artista tedesco ha costruito
fin dagli anni Sessanta immagini totali attraverso l'utilizzo della stessa immagine (o di piccole
immagini correlate) ripetute infinitamente come tante unità di un unico ideale insieme.
L'aeroporto, luogo di transito in cui migliaia di vite si incrociano quotidianamente, è
particolarmente significativo e ricorrente nella ricerca di Bayrle che nel suo lavoro rivela
dinamiche della nostra società, del nostro muoverci nello spazio, dell'economia, della
tecnologia fino alla religione, tutte in connessione tra loro perché guidate da un fondamentale
principio di ripetizione. Autore di una forma di "digitalizzazione artigianale", Bayrle ha costruito
"a mano" ciò che anni dopo il computer avrebbe processato automaticamente: disegna,
stampa, distorce, ritaglia e ricompone le unità per poi costituire l'insieme. Con "Flying Home"
Thomas Bayrle sceglie l'area ritiro bagagli per trasformarla in un inaspettato e stimolante
spazio espositivo denso di messaggi. Attraverso un'inedita sequenza di immagini, l'artista
svela i meccanismi di costruzione della sua mastodontica opera Flugzeug del 1984, un aereo
fatto da un milione di piccoli aerei su una superficie di 96 metri quadrati. L'aeroplano
raffigurato in "Flying Home" è quello realizzato nel 1980 per Lufthansa quando Bayrle,
affascinato dal messaggio di velocità, tecnologia e futuro che la compagnia aerea
rappresentava, aveva stampato l'opera in tiratura limitata per poi distribuirla ai passeggeri. La
matrice Lufthansa, una serigrafia composta da 1.960 piccoli aerei, modificata e alterata nelle
tante unità necessarie, era diventata nel 1984 uno delle centinaia di moduli dell'aereo gigante
Flugzeug. In "Flying Home" la matrice acquisisce un ulteriore livello: la presenza umana, la
collaborazione, l'interazione, il gesto e la tridimensionalità. Per la prima volta Bayrle mette in
luce la complessa elaborazione manuale della sua opera, svelando il backstage e facendo
riferimento al complesso meccanismo che permette il funzionamento dell'aeroporto stesso,
quel lato umano nascosto ma fondamentale nella definizione dell'insieme. Il progetto di
Artissima con l'Aereoporto di Torino collega la città in modo coinvolgente attraverso l'arte,
accogliendo tutti i viaggiatori in arrivo. Per i non-viaggiatori sarà disponibile un calendario di
visite speciali consultabile sul sito di Artissima e dell'Aeroporto. La visita all'installazione di
Thomas Bayrle è gratuita. L'installazione è ubicata nell'atrio riconsegna bagagli dell'Aeroporto
di Torino. Per partecipare alla visita, è necessario presentarsi muniti di un documento di
identità in corso di validità. L'accredito avverrà 30 minuti prima dell'inizio della visita, al livello
"Arrivi". Per motivi di sicurezza, solo i visitatori prenotati potranno partecipare alle visite. La
procedura di ingresso disposta dall'Aeroporto di Torino prevede il passaggio al metal-detector.
Per visitare l'installazione è necessario compilare il form sul sito:
http://www.aeroportoditorino.it/it/tolive/news-e-servizi/flying-home
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fino al 28/05/2017
ore 15:00
Caselle (TO)
Strada Aeroporto 12
NUOVA ROTAZIONE DI STAMPE E DIPINTI NELLA GALLERIA GIAPPONESE AL MAO
"Il giovane Kunisada e la scuola di Osaka", rotazione di stampe e dipinti nella Galleria
giapponese. A partire da martedì 24 gennaio il percorso espositivo delle stampe sarà
completamente rinnovato: a quelle attualmente esposte subentreranno xilografie che
raffigurano scene del teatro kabuki nel ventennio 1815-1835, periodo di affermazione della
grande scuola Utagawa di Edo (Tokyo) in questo filone dell'ukiyo-e, attraverso le opere di uno
dei suoi maggiori esponenti, Kunisada (1786-1864). Il suo stile eclettico, profondamente
influenzato dal caposcuola Toyokuni (1769-1825), viene messo a confronto con le produzioni
coeve degli artisti operanti nel Kansai, raggruppati sotto la dicitura "Scuola di Osaka": essi
diedero vita a uno stile regionale piuttosto uniforme, caratterizzato da una certa spigolosità
delle figure che le rende quasi monumentali. Oltre al corpus principale delle stampe kabuki,
verrà trattato il tema del paesaggio attraverso alcune composizioni in formato verticale tratte
da serie famose di Utagawa Hiroshige (1797-1858). Nella sala principale al secondo piano
saranno invece riproposti otto kakemono (dipinti in formato verticale) che forniscono un
assaggio della variegata produzione pittorica nipponica tra la fine del XVI e la seconda metà
del XIX secolo. Di questa rotazione particolarmente preziosa si segnalano dei dipinti a
inchiostro monocromo, su seta o su carta: un etereo paesaggio nello stile del grande maestro
di scuola Kano, Tan'yu (1602-1674); il tema Zen del "Gibbone che afferra il riflesso della luna
nell'acqua", dipinto da Kaiho Yusho (1533-1615), e un piccolo fugu (pesce palla) che reca la
firma del famoso Katsushika Hokusai (1760-1849). Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato
e domenica 11-19. La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8
euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 www.maotorino.it
fino al 28/05/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
PINEROLO - "DIETRO LE QUINTE FACE TO FACE" AL TEATRO SOCIALE
"#dietrolequintefacetoface", esposizione di lavori contemporanei negli spazi destinati al
pubblico del Teatro Sociale di Pinerolo. In mostra lavori di Angelo Barile, Lidia Bachis,Silvia
Beccaria, Luca Bernardelli, Caty Bruno, Antonella Casazza, Anna Maria Colace, Chen Li,
Ridha Dhib, Gerardo Gerry Di Fonzo, Domenico Doglio, Chiara Ferrin, Loredana Galante,
Rosanna Giani, Elisa Filomena, Laura Govoni, Tere Grindatto, Nadia Magnabosco, Moho,
Martha Nieuwenhuijs, Stefania Misale, Andrea Nisbet, Corrado Porchietti,Serghej Potapenko,
Benedetta Picco, Francesco Sambo, Luca Storero, Vania Elettra Tam, Alessandro Vargiu,
Sabina Villa. Info: 333.4249372 - www.epa.it. Sabato 3 dicembre alle 15,30 visita guidata, in
occasione della quale agli artisti già presenti nella collettiva saranno aggiunte opere di:
Augusto Cantamessa, Graziella Dotti, Mimmo La Grotteria, Gianpiero Viglino.
fino al 31/05/2017
ore 19:00
Pinerolo (TO)
Piazza Vittorio Veneto
"WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR" AL FORTE DI BARD
In mostra in esclusiva per l'Italia le immagini premiate alla 52esima edizione della mostra
"Wildlife Photographer of the Year", promossa dal Natural History Museum di Londra. Il
pubblico potrà ammirare un'emozionante gallery che ripercorre gli scatti più spettacolari
realizzati nel 2016: 100 immagini che testimoniano il lato più affascinante del mondo animale e
vegetale, spaziando da sorprendenti ritrattirubati ai più sublimi paesaggi del nostro pianeta.
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Vincitore assoluto, il fotografo americano Tim Laman con lo scatto "Vite intrecciate": la
fotografia immortala un orangotango del Borneo che si arrampica sul tronco di un albero,
come una fuga simbolica dalla distruzione della foresta pluviale indonesiana, suo habitat
naturale. Ha invece 16 anni l'autore del miglior scatto per la categoria giovani: dalla Gran
Bretagna, Gideon Knight ha catturato la silhouette di un corvo e del sicomoro su cui riposa,
poetiche figure nere che si stagliano contro il profondo blu e la luna di un magico cielo
notturno. Molti nomi italiani tra gli autori degli scatti esposti, tra i quali i finalisti Walter Bassi,
con "Verme ipnotico" (categoria Invertebrati), Hugo Wassermann con "Ritiro alpino" (Ambiente
Urbano), Fortunato Gatto con "Dopo la tempesta" (categoria Terra), Stefano Baglioni con
"Piccola Stella" (categoria Piante e funghi) e Nicola Di Sario con "Luce degli occhi" (categoria
Bianco e nero). Vincitori invece, rispettivamente per le categorie Rettili, anfibi e pesci, Piante e
funghi e Sul territorio i tre reporter naturalistici Marco Colombo, con "Piccolo Tesoro", Valter
Binotto con "La composizione del vento" e Stefano Unterhiner con "Spirito delle montagne".
Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude
un'ora prima del Forte. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo Wildlife + Doisneau: intero
12 euro; ridotto 8 euro. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"DISCOVERING TIZIANO" AL FORTE DI BARD
Come dipingeva Tiziano? Quale forza creativa ispirava il suo pennello? Perché tornava a
distanza di tempo sullo stesso soggetto? Quale differenza c'è tra una replica e una copia?
L'evento "Discovering Tiziano" tenta di rispondere a queste domande presentando, dall'11
marzo al 4 giugno all'interno della Cappella della fortezza, il capolavoro "Deposizione di Gesù
Cristo al Sepolcro" (olio su tela, 138 x 177 cm, collezione privata). Nell'occasione, saranno
presentati i risultati dello studio iconografico e storico-artistico svolti sull'opera che hanno
determinato l'attribuzione al grande pittore cinquecentesco. Sabato 11 marzo alle 16.30, si
terrà un incontro con Antonio Paolucci, storico dell'arte, già Ministro per i Beni e le Attività
Culturali e direttore dei Musei Vaticani, che illustrerà la vicenda attributiva e le caratteristiche
del grande olio su tela riscoperto dallo storico dell'arte Andrea Donati. Ingresso su
prenotazione sino a esaurimento dei posti disponibili (0125.833816 - [email protected]).
Tiziano dipinse almeno quattro dipinti della Deposizione: il primo e più antico (risalente al
1526-1527) è al Louvre, il secondo è andato perduto, il terzo e il quarto si trovano al Prado, il
quinto alla Pinacoteca Ambrosiana. Una sesta versione della Deposizione di Tiziano,
cronologicamente anteriore a quella dell'Ambrosiana e unanimemente considerata l'ultima e
incompiuta, proveniente dalla collezione italo-spagnola de la Riva-Agüero e Francesca Basso
della Rovere, è stata riscoperta da Andrea Donati ed esposta al Forte di Bard. La
presentazione dell'opera è accompagnata dal filmato "Scoprire Tiziano. Indagine sulla pittura",
ideato su progetto di Andrea Donati, realizzato in collaborazione con il Seminario Patriarcale di
Venezia, la Pinacoteca Manfrediana e la Basilica di Santa Maria della Salute (2016). Orario:
da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora
prima del Forte. Ingresso libero. Info: 0125.833811 - [email protected] - www.fortedibard.it
fino al 04/06/2017
ore 16:30
Bard (AO)
Forte di Bard
BRUNO MUNARI AL MUSEO ETTORE FICO
"Bruno Munari. Artista Totale". Curata da Claudio Cerritelli (autore anche del saggio storicocritico in catalogo), la rassegna dedicata a Munari (Milano 1907-1998) costituisce un
significativo documento di un'esperienza originale e multiforme, caratterizzata dalla
realizzazione di sculture, collage, dipinti, oggetti di industrial design, lavori di grafica editoriale
e dalle collaborazioni con Einaudi, Scheiwiller e Corraini. Invitato alla Biennale di Venezia e
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alla Quadriennale di Roma, l'attività di Munari si è sviluppata secondo una visione e una
creatività in cui - suggerisce l'artista - è necessario "conservare lo spirito dell'infanzia dentro di
sè per tutta la vita". E dalla tempera "Futurista" del 1931 alla "Scultura da viaggio", fluisce la
mostra torinese che annovera opere come "Prova d'autore", un collage di campioni tessuti
stampati, la singolare "Macchina inutile", in metallo, fili di nylon e nastro adesivo, il dipinto
"Negativo-Positivo" e la xilografia "Autoritratto". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e
domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto
8 euro (over 65, insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26
anni e gruppi di minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati,
persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card.
Info: 011.853065 - www.museofico.it
fino al 11/06/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
"PITTURA ANALITICA: IERI E OGGI" ALLA GALLERIA MAZZOLENI
"Pittura Analitica: ieri e oggi", a cura di Alberto Fiz, un'ampia rassegna dedicata alla Pittura
Analitica, tra le più significative e influenti esperienze artistiche del dopoguerra. La mostra,
allestita sui tre piani dello spazio torinese, propone un confronto particolarmente eloquente tra
le esperienze dell'inizio degli anni settanta e quelle dell'ultimo decennio dei 14 protagonisti
dell'esperienza artistica: Carlo Battaglia (1933-2005), Enzo Cacciola (1945), Vincenzo
Cecchini (1934), Paolo Cotani (1940-2011), Marco Gastini (1938), Giorgio Griffa (1936),
Riccardo Guarneri (1933), Elio Marchegiani (1929), Paolo Masi (1933), Carmengloria Morales
(1942), Claudio Olivieri (1934), Pino Pinelli (1938), Claudio Verna (1937) e Gianfranco
Zappettini (1939). In linea con altri movimenti artistici europei come Supports/Surfaces in
Francia ed esperienze come la Pittura Radicale in Germania, la Pittura Analitica emerge in
Italia a partire dagli anni settanta per riappropriarsi di un linguaggio che sembrava tramontato
e sviluppare una rinnovata creatività dove il manufatto recupera un proprio ruolo, così come il
processo operativo. Un movimento, dunque, a vocazione internazionale (Robert Ryman,
Agnes Martin, Barnett Newman, Piero Manzoni sono stati riferimenti fondamentali) che oggi
sta riscuotendo ampi consensi. Tra le tante iniziative recenti va ricordata "Gli anni della Pittura
Analitca", la rassegna che si è svolta lo scorso anno al Palazzo della Gran Guardia di Verona.
Ma non mancheranno i riscontri anche nella prossima edizione della Biennale di Venezia dove
la direttrice Christine Macel ha invitato Giorgio Griffa e Riccardo Guarneri. Orario: dal martedì
al sabato 10.30-13 e 16-19; domenica su appuntamento; lunedì chiuso. Info: 011.534473 [email protected]
fino al 11/06/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Solferino 2
"DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL'ORDINE" AL MUSEO ACCORSI-OMETTO
La mostra "Dal Futurismo al Ritorno all'ordine. Pittura italiana del decennio cruciale
1910-1920", curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio
Berman di Giuliana Godio, presenta 72 dipinti che ripercorrono, per la prima volta in una
visione complessiva, il clima culturale italiano delle nuove tendenze artistiche del decennio
1910-1920. Partendo dal Futurismo storico (Marinetti, Boccioni, Balla, Carrà, Severini,
Russolo, Depero) e passando dal Primitivismo (Carrà, Soffici, Garbari) e dal Secessionismo di
area italiana (Casorati, Moggioli, Trentini, Rossi, Ferrazzi, Chini, Lionne, Oppo) si arriva
all'altra "faccia della modernità", ossia la Metafisica (De Chirico, Carrà, Morandi, de Pisis) e al
cosiddetto "Ritorno all'ordine" (Casorati, Soffici, Funi, Guidi), con il recupero dell'antico
mediato dalle recenti avanguardie. L'esposizione continua il percorso di approfondimento delle
tendenze pittoriche italiane del Novecento che il Museo ha intrapreso nel 2015 con la
rassegna dedicata al "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla". Orario: da
TORINOSETTE
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martedì a venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-13 e 14-19; lunedì chiuso.
Ingresso mostra: intero euro 8; ridotto euro 6 (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni).
Mostra con visita guidata (da martedì a venerdì ore 11 e 17; sabato, domenica e festivi anche
ore 18): intero 12 euro; rid. 10 euro; con Abbonamento Musei 4 euro. Info: 011.837688 int. 3 [email protected] - www.fondazioneaccorsi-ometto.it. Domenica 19 marzo alle
10,30 conversazione d'arte dal titolo "I futuristi italiani a Parigi e l'incontro/scontro con il
Cubismo", a cura di Anna Maria Cavanna, storica dell'arte. Costo approfondimento: intero 18
euro; ridotto 15 euro (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni); possessori Abbonamento
Musei e Torino + Piemonte Card 6 euro. Prenotazione obbligatoria 011.837688 int. 3
fino al 18/06/2017
ore 10:00
Torino
Via Po 55
"PITTURA COME SCULTURA" IN GALLERIA SABAUDA
"Confronti/3 - Pittura come scultura - Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo". La
protagonista di questo terzo appuntamento con "Confronti", lo spazio della Galleria Sabauda
dedicato all'incontro tra opere, è la "Madonna dei Miracoli", così chiamata perché a lei viene
attribuito il merito di aver debellato la pestilenza che affliggeva la città di Milano nel 1485. La
pala è presentata all'interno della Spazio Confronti insieme al bozzetto in terracotta della
Vergine, modellato da Cerano in età giovanile. Il confronto consente di apprezzare la
poliedricità di uno dei massimi protagonisti del Seicento lombardo. Dopo il successo di
"Venere incontra Venere", dedicata ai due dipinti di Botticelli, e quello che vedeva protagonista
i bambini di Boldini e Van Dyck, che raccontava due modi di vedere l'infanzia a distanza di
secoli uno dall'altro, è ora il momento de "La Madonna dei Miracoli di Santa Maria presso San
Celso venerata da San Francesco e dal Beato Carlo Borromeo", dipinta da Giovan Battista
Crespi detto il Cerano. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19. Ingresso: intero 12 euro;
ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con
scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri
ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e della
Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima della
chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it
fino al 18/06/2017
ore 14:00
Torino
Piazzetta Reale 1
"CAVALIERI D'ORIENTE" AL MAO
Il MAO espone all'ultimo piano di Palazzo Mazzonis una piccola ma preziosa selezione di
tessuti. Per la prima volta dall'apertura del Museo questi verranno sostituiti con un gruppo di
tessuti legati alla cavalcatura, tema molto interessante e poco conosciuto in Occidente.
L'esposizione "Cavalieri d'Oriente" presenta al pubblico un aspetto insolito della tradizione
tessile orientale, presentando coperte da cavallo e da sella preziose e sfarzose e altre di uso
più comune, restituendo così il duplice aspetto di oggetto d'uso quotidiano e di simbolo di
ricchezza e fasto. L'usanza di riservare coperture in tessuto alle cavalcature prestigiose
appare piuttosto antica, come testimoniato dalle miniature di scuola timuride e safavide, dove i
cavalli sono ornati di con ampie gauldrappe o con selle con apparato iconografico che
richiama i tappeti ricchi di volute floreali. In Persia, dove l'equitazione e l'allevamento dei
cavalli sono considerate nobili arti, le coperture da cavallo e le selle sono prodotte sia in
laboratori cittadini sia in zone rurali. Tra le popolazioni nomadi tale manufatto doveva e deve
essere sempre presente nella dote che la sposa porta in dono al consorte. In ambito ottomano
i cavalli erano ornati in modo sfarzoso anche in tempo di pace come simbolo di potere.
Contestualmente verrà messa in risalto al centro della Galleria un'opera delle collezioni del
TORINOSETTE
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Museo un vaso di pregevolissima fattura a forma di cavallo con cavaliere del XIII secolo
proveniente dall'Iran centrale. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19.
La biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18
anni e abbonati Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 25/06/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
DYLAN JONAS STONE E BETH CAMPBELL AL MUSLI
"The Paper Theatre and The Magic Lantern", mostra di Dylan Jonas Stone e Beth Campbell.
L'esposizione costituisce il coronamento della collaborazione instaurata tra Stone e il museo
due anni fa, che ha portato l'artista a realizzare una serie di linoleografie (stampe da incisioni
su linoleum) e installazioni di carta ispirate ai giochi e ai libri esposti al Musli. Per l'occasione,
Stone ha coinvolto un'amica, Beth Campbell, che è intervenuta su una moltitudine di figurine a
forma di mano, assemblate in tre sculture mobili che scendono dal soffitto come una pioggia
leggera. Nelle opere di Stone - circa duecento - si può leggere invece una sorta d'intento
autobiografico, un viaggio tra i giocattoli e le attività che l'hanno appassionato da bambino. Si
comincia con una lanterna magica, di cui l'artista illustra il funzionamento su sei stampe
circondate da piccoli prosceni in cartoncino. Scelta non casuale, dal momento che Stone, figlio
di produttori cinematografici, insegna a sua volta cinema a Londra e alla Scuola Holden di
Torino. Così come non è casuale la scelta di esporre una pressa a soffietto per far seccare
fiori e foglie, un oggetto che racconta la passione di Stone per la memoria e l'archiviazione del
reale, testimoniata da opere come "Drugstore Photographs or A Trip Along the Yangtze River",
una raccolta di 26.000 fotografie che documentano 526 isolati di Manhattan, esposta al Moma
Ps1 nel 2000. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e la domenica dalle 15,30 alle
18,30. Ingresso: 4 euro; gratuito con tessera Abbonamento Musei. Info: 011.19784944 www.fondazionetancredidibarolo.com
fino al 30/06/2017
ore 17:00
Torino
Via Corte d?Appello 20/C
FOSSANO - "CARAVAGGIO. LA MOSTRA IMPOSSIBILE" AL CASTELLO DEGLI ACAJA
Quando si pensa ai grandi maestri dell'arte non si può fare a meno di citare Michelangelo
Merisi noto come Caravaggio. L'artista, che visse sul finire del XVI secolo e iniziò a muoversi
dalle secche del manierismo verso uno stile pittorico che prediligeva la realtà al culto della
bellezza classica, è il protagonista dell'esposizione "Caravaggio. La mostra impossibile".
Nonostante la sua breve vita, Caravaggio ebbe una ricca produzione che oggi si trova in
autorevoli musei del mondo, collezioni private e chiese. Ammirare in un unico spazio
capolavori come "Giovane con canestro di frutta", "Bacco", "Giuditta e Oloferne", "Sacrificio
d'Isacco", "Incredulità di San Tommaso", "Flagellazione di Cristo alla colonna", "David con la
testa di Golia", le due versioni della "Cena di Emmaus", solo per citare qualche titolo, risulta
impossibile per problemi legati allo stato di conservazione, alla complessità degli apparati
allestitivi, alla rimozione delle opere dai loro luoghi originali, ai rischi del trasporto. Per questo
l'esposizione, ideata da Renato Parascandolo con la direzione scientifica del professor
Ferdinando Bologna, e realizzata dalla Rai prende spunto da un'istanza di democrazia
culturale: e cioè presentare in un unico spazio espositivo, in dimensioni reali (scala 1:1),
l'opera omnia di un pittore sotto forma di riproduzioni ad altissima definizione. E in questo caso
l'oggetto, anzi gli oggetti, sono i 41 dipinti di Caravaggio. Orario: venerdì 15-22, sabato e
domenica 10-19. Ingresso: 10 euro.
fino al 02/07/2017
ore 15:00
Fossano (CN)
Via Vescovado 8
TORINOSETTE
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"L'EMOZIONE DEI COLORI NELL'ARTE" ALLA GAM
La mostra "L'emozione dei colori nell'arte" è presentata nella Manica Lunga del Castello di
Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e nelle sale della GAM-Galleria Civica d'Arte Moderna e
Contemporanea di Torino, con l'esposizione di una straordinaria raccolta di 400 opere d'arte
realizzate da oltre 130 artisti provenienti da tutto il mondo che datano dalla fine del Settecento
al presente. La mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l'esperienza e l'uso del
colore nell'arte. Attraverso una molteplicità di racconti e presentazioni di opere d'arte
importanti, si affronta l'uso del colore da svariati punti di vista, tra i quali quello filosofico,
biologico, quello antropologico e quello neuroscientifico. "Durante il secolo scorso sono state
organizzate numerose mostre sul colore a partire dalle teorie della percezione divenute
popolari negli anni Sessanta. Quel tipo di approccio discende da una nozione universalistica
della percezione e da una sua pretesa valenza oggettiva, molto distante dalla consapevolezza
odierna della complessità di significati racchiusa nel colore", afferma Carolyn ChristovBakargiev. La mostra indaga l'utilizzo del colore nell'arte dando conto di movimenti e ricerche
artistiche che si discostano dalle storie canoniche sul colore e l'astrazione, attraverso
molteplici narrazioni che si ricollegano alla memoria, alla spiritualità, alla politica, alla
psicologia e alla sinestesia. Le opere provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia
di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il
Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la
AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la
Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez
Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM - Torino e Castello di Rivoli e da numerose
collezioni private. I precedenti dell'arte astratta moderna sono indagati attraverso opere dei
seguaci Hindu Tantra (XVIII secolo) e dei Teosofisti (XIX secolo) che utilizzavano le formecolore come fonti per la meditazione e la trasmissione immateriale del pensiero. Il punto di
avvio nell'astrazione teosofica è legato alle ricerche di Annie Besant (1847-1933), la quale
scrisse attorno al 1904, "dipingere le forme vestite dalla luce di altri mondi con i colori ottusi
della terra è un compito arduo; esprimiamo gratitudine a chi ha tentato di farlo. Avrebbero
bisogno di fuoco colorato, ma hanno solo pigmenti e terre a disposizione". Alla fine del
Settecento, Isaac Newton scopre che i colori che vediamo corrispondono a specifiche e
oggettive onde elettromagnetiche non assorbite da materiali. Johann Wolfgang von Goethe,
che pubblica nel 1810 la sua "Zur Farbenlehre" ("La teoria dei colori") si oppone a Newton,
affermando che i colori sono prodotti dalla mente e non oggettivi. Goethe scopre il fenomeno
degli "Afterimage colors" (il fatto che l'occhio umano percepisce come immagine residua il
colore complementare a un colore osservato con persistenza su di una superficie bianca).
All'epoca prevalse la teoria di Newton. L'Ottocento è anche il secolo del grande sviluppo della
chimica e della scoperta dei colori sintetici derivati dal catrame di carbone. Nell'Ottocento e
Novecento si sviluppa la standardizzazione industriale dei colori con i vari codici RAL e
Pantone. Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e
psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso
profondamente libertario. Con il relativismo culturale che caratterizza l'epoca attuale e
attraverso le recenti ricerche neuroscientifiche, si torna alla visione di Goethe, attribuendovi un
valore nuovo. "L'emozione dei colori nell'arte" riflette sul tema da un punto di vista che tiene
conto della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo. Si pone in discussione la
standardizzazione nell'uso del colore nell'era digitale, standardizzazione che riduce
sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale. Nel corso della mostra,
il neuroscienziato Vittorio Gallese - che insieme a Giacomo Rizzolati ha scoperto i neuroni
specchio - dirigerà, per la prima volta a livello mondiale, un laboratorio di studio
neuroscientifico incentrato sull'esperienza del pubblico di fronte a opere d'arte. In mostra
opere di: Anonymous Tantra drawings, Isaac Newton, Johann Wolfgang von Goethe, William
Turner, Friedlieb Ferdinand Runge, Michel Eugène Chevreul, Antonio Mancini, Édouard
Manet, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Annie Besant, Lea Porsager, Erin Hayden, Stanislao
Lepri, Mikalojus Konstantinas Ciurlionis, Piet Mondrian, Gabriele Münter, Wassily Kandinsky,
Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin, Edvard Munch, Hans Richter, Henri Matisse,
Leo Gestel, Luigi Russolo, Frantisek Kupka, Giacomo Balla, Hilma af Klint, Paul Klee,
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Johannes Itten, Fortunato Depero, Sonia Delaunay, Oskar Fischinger, Francis Picabia,
Alexander Calder, Josef Albers, Mario Nigro, Giulio Turcato, Nicolas De Staël, Hans Hofmann,
Mark Rothko, Pinot Gallizio, Karel Appel, Asger Jorn, Paul Guiragossian, Fahrelnissa Zeid,
Atsuko Tanaka, Shozo Shimamoto, Lucio Fontana, Yves Klein, Enrico Castellani, Piero
Dorazio, Carla Accardi, Victor Vasarely, Tancredi Parmeggiani, Giulio Paolini, Mario Schifano,
Alejandro Puente, Sergio Lombardo, Estuardo Maldonado, Carlos Cruz-Diez, Luis Tomasello,
Warlimpirrnga Tjapaltjarri, Kenny Williams Tjampitjinpa, Michelangelo Pistoletto, Arman, Andy
Warhol, Gerhard Richter, Alighiero Boetti, Ellsworth Kelly, Donald Judd, Dan Flavin, James
Turrell, Jordan Belson, James Whitney, John Latham, Pietro Caracciolo / Agata Marta Soccini
/ Ruben Spini, Gustav Metzger, Claude Bellegarde, Gruppo MID, Rupprecht Geiger, Piero
Gilardi, Pino Pascali, Helio Oiticica, Raymundo Amado, André Cadere, Franz Erhard Walther,
Bas Jan Ader, Lawrence Weiner, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Lothar Baumgarten, Mel
Bochner, John Baldessari, Robert Barry, Sigmar Polke, Gotthard Graubner, Giorgio Griffa,
Channa Horwitz, Nicola De Maria, Tony Cragg, Anish Kapoor, Ettore Spalletti, Haim
Steinbach, Wolfgang Laib, Katharina Fritsch, David Hammons, Irma Blank, Thomas Ruff,
Damien Hirst, Liam Gillick, Jim Lambie, Arturo Herrera, Olafur Eliasson, Walid Raad & The
Atlas Group, Edi Rama, Anri Sala, Ryan Gander, Ed Atkins, Hito Steyerl, Theaster Gates, Etel
Adnan, Eugénie Paultre, Giuliano Dal Molin, Cheyney Thompson, Ye Xianyan, Maria Morganti,
Mika Tajima, Basim Magdy, Rose Shakinovsky, Simon Starling, Moon Kyungwon & Jeon
Joonho, Asli Çavusoglu, Lara Favaretto, Liu Wei, Kerstin Brätsch, Camille Henrot, Heather
Phillipson, Otobong Nkanga, Bracha Ettinger, Vittorio Gallese & Martina Ardizzi / Università di
Parma. Orario: da martedì a domenica 10-18; la biglietteria chiude sempre un'ora prima.
Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro per possessori biglietto Castello di Rivoli. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it
fino al 23/07/2017
ore 10:00
Torino
Via Magenta 31
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DEL COSTUME E DELLE TRADIZIONI
DELLE GENTI ALPINE
Una mostra lunga un anno, un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle stagioni. Questa
l'idea alle spalle della mostra "Sulle Ali delle Api", acquarelli floreali di Gianna Tuninetti, che
sarà inaugurata domenica 25 settembre alle ore 11.30, nell'ambito della Festa d'Autunno, il
Museo del Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine, nella borgata Rivets. Per l'occasione
il Museo ha programmato un'apertura straordinaria per la "Festa d'Autunno" sabato 24 e
domenica 25 settembre dalle ore 16.00 alle 18.00. Dopo la pausa autunnale, il museo riaprirà
dal 29 ottobre al 17 dicembre tutti i sabati con medesimo orario e successivamente con
calendario dedicato alle festività natalizie. "Sulle Ali delle Api" presenta un centinaio di opere in
un percorso artistico e culturale lungo un intero anno. Cento acquarelli, ospitati nei suggestivi
ambienti del Museo, dieci anni dopo l'esposizione "Fratello Fiore e Sorella Montagna" che
risale al periodo olimpico. Le prime 50 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
saranno esposte dal 25 settembre 2016 a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle
meraviglie della flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e
dell'estate impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Info:
[email protected] - 0122.78800 - [email protected] 0122.741728 - [email protected] - www.giannatuninetti.it - 011.9450807
fino al 03/09/2017
ore 16:00
Pragelato (TO)
Borgata Rivets
"KESA - SIMMETRIE E ASIMMETRIE NEI MANTELLI MONASTICI" AL MAO
Il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di tre kesa e di altre opere al
TORINOSETTE
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secondo piano della sezione giapponese. I kesa sono preziosi mantelli rituali indossati dai
monaci buddhisti che si compongono di diversi pezzi di stoffa uniti da cuciture sovrapposte.
Giocano un ruolo molto importante nella pratica buddhista poiché il dono di un tessuto
conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il
monaco. La rotazione prevede l'esposizione di tre esemplari del XIX secolo. Il kesa a disegni
geometrici romboidali risale agli anni di passaggio tra il periodo Edo (1603-1868) e l'era
riformista Meiji (1868-1912), e nella sua simmetria appare più sobrio di gran parte dei tessuti
giapponesi in possesso del MAO. Nel kesa con motivi floreali, simboli augurali e draghi
predominano i motivi decorativi floreali: grandi crisantemi e peonie si intrecciano a fiori più
piccoli, stilizzati e arabescati. L'andamento sinuoso degli steli tra un fiore e l'altro crea la
sensazione di un moto ondeggiante che conferisce eleganza all'intero impianto decorativo. I
simboli augurali, nonché l'impiego di vivaci colori, fanno supporre che si tratti di un tessuto di
origine cinese. Nel kesa con motivi di aceri, crisantemi, pini, ventagli, onde e cascata
l'elemento ricorrente è l'acqua nelle sue diverse forme: il moto ondoso dei flutti increspati si
alterna al dinamismo curvilineo dei corsi fluviali, a loro volta in contrasto con la linearità dello
scroscio di una cascata. Anche i paraventi esposti nella sezione giapponese del MAO hanno
bisogno di essere messi periodicamente a riposo, come tutti i materiali più delicati delle nostre
collezioni. Nella stessa sala che ospita i kesa, il paravento questa volta verrà sostituito da due
opere di natura diversa: la prima è un grande kakemono (dipinto su rotolo verticale) realizzato
nel terzo quarto del XIX secolo; ne è protagonista il Buddha storico ritratto in Parinirvana,
ovvero nell'attimo in cui cessa la sua esistenza fisica per estinguersi nel nirvana. Completa la
rotazione un raro contenitore per sutra (scritture buddhiste) in pietra con iscrizione datante
1127. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro, ridotto 8 euro; gratuito fino ai 18 anni e abbonati
Musei Torino Piemonte. Info: 011.4436927 - www.maotorino.it
fino al 15/10/2017
ore 10:00
Torino
Via San Domenico 11
Martedì 21 Marzo 2017
"FOTOGRAF(ARS)I" DA MARTINARTE
"Fotograf(ars)i", mostra fotografica collettiva a coronomaneto del corso di fotografia tenutosi in
questo anno con il maestro Cosimo Savina. Orario: da lunedì a sabato 15,30-19,30. Info:
335.360545 - [email protected]
fino al 22/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Siracusa 24/A
ARMANDO MARROCCO A SPAZIOBIANCO
"Battaglienelcielo", mostra a cura di Toti Carpentieri che raccoglie le opere create da Armando
Marrocco tra il 2003 e il 2016. L'esposizione è la terza rappresentazione/testimonianza di un
percorso artistico originale e complesso iniziato negli anni Cinquanta del XX secolo e ancora
in pieno svolgimento. Spaziobianco ha già presentato nelle sue sale "Il luogo del ritrovo" (nel
2014) e "Uomouniverso" (nel 2015). Ora, con "Battaglienelcielo" offre ai visitatori un nuovo
paradigma del mondo poetico di Armando Marrocco. Orario: dal martedì al venerdì dalle 16,30
alle 19 o su appuntamento. Info: 333.6863429 - [email protected] www.spaziobiancogallery.com
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 23 bis
TORINOSETTE
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DANIELA ROSSI ALLA GALLERIA DI VIA SALUZZO
"Dalla Terra alla Luna", personale di Daniela Rossi ispirata al pensiero di alcuni tra i più famosi
astronomi, filosofi, letterati che hanno guardato alle stelle. Ognuna delle 30 opere di Daniela
Rossi, che è pittrice e scrittrice, illustra una loro riflessione intellettuale o poetica sul cosmo.
Ecco quindi, tra gli altri, Epicuro con gli infiniti mondi, Albert Camus con gli occhi aperti sotto
un cielo gocciolante di stelle, le predizioni di Jules Verne, le intuizioni di Giordano Bruno,
l'astronomia che, dice Platone, ci conduce da un mondo all'altro, la meditazione sulle stelle di
Carl Sagan ma anche Smeraldina, una delle città invisibili descritta da Calvino e la
dichiarazione di Lenin a proposito degli alieni: se riuscissimo a comunicare con loro tutti i
concetti filosofici, sociali e morali dovrebbero essere riveduti. Ciò imporrebbe la fine della
violenza quale metodo e mezzo di progresso. Daniela Rossi è pittrice, scrittrice e psicologa.
Ha esposto in varie città italiane e estere, realizzato trompe d'oeil e murales per privati ed enti
pubblici, scenografie e campagne pubblicitarie. Ha collaborato con quotidiani e riviste e
pubblicato romanzi. Con il primo "Il mondo delle cose senza nome" (pubblicato da Fazi nel
2004 e riedito da Bombiani nel 2010), ha vinto il Premio Anima per la Letteratura. Dal libro
sono stati tratti un film per la RAI interpretato da Elena Sofia Ricci e Gioele Dix e uno
spettacolo prodotto dal Teatro dell'Opera di Roma. Orario: da lunedì a venerdì 9-12 e 14-18;
sabato 9-12. Info: 339.8695542 - 393.36963467.
fino al 23/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Saluzzo 69
"EROS E COMIC ART" DA LITTLE NEMO
"Eros e Comic Art", mostra dedicata ai maestri dell'erotismo a fumetti. Si parte dagli originali di
copertina per i fumetti sexy pop degli anni '60 e '70, con opere di Biffignandi e Ciriello (maestri
appena scomparsi) e poi di Angiolini, Cubbino, Dangelico, Del Principe, Romanini, Taglietti. La
sezione dedicata all'erotismo d'autore segue un excursus che prende le mosse dalla
Barbarella di Jean-Claude Forest, passa per la Valentina di Crepax e le pin-up di Baldazzini e
Milo Manara e arriva alle tavole fortemente erotiche di Magnus e Von Gotha. In tutto, oltre
cento artisti accuratamente biografati dall'attenta penna di Giuseppe Pollicelli, critico d'arte e
giornalista specializzato. Per l'occasione è stato realizzato un catalogo monografico illustrato
di 280 pagine dal tiolo Eros & Comic Art, tirato anche in edizione di lusso, numerata e
accompagnata da un'esclusiva grafica con Eva Kant di Sergio Zaniboni. La prefazione del
catalogo si deve a Tinto Brass, a cui è dedicata l'ultima sezione del volume, con alcuni scatti
fotografici in grande formato che sono anche stati tirati in soli cinque esemplari firmati dallo
stesso regista e dal fotografo Gianfranco Salis. Ospite d'onore dell'asta, in programma alle 18
di venerdì 24 marzo, sarà Ilona Staller, presente nel catalogo con due delle sue creazioni
artistiche e ospite della galleria a partire delle ore 15. Giovedì 16 marzo alle 19 è in
programma una serata dedicata a "Erotismo e Gastronomia" curata dallo chef Silverio Cineri
del ristorante "La mia infanzia a tavola" di Faenza. Giovedì 23 marzo alle 19 Marzia
Capannolo, critica d'arte, terrà una lectio brevis dal titolo "Il fumetto erotico: la dark room
dell'arte?", in dialogo con Roberto Baldazzini, fumettista e artista noto a livello internazionale.
Orario galleria: dal lunedì al sabato dalle 10,15 alle 13 e dalle 15,15 alle 19. Info: 011.7630397
- [email protected] - www.littlenemo.it
fino al 24/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Ozanam 7
MIKE NELSON ALLA GALLERIA FRANCO NOERO
"Cloak of rags (tale of a dismembered bank, rendered in blue)", personale di Mike Nelson. Per
l'occasione, il progetto dell'artista "Procession, process. Progress, progression. Regression,
recession. Recess, regress", in residenza nella project room della galleria da diversi mesi, è
stato prorogato fino al 25 marzo, per tutta la durata della personale. Orario: lunedì e sabato
TORINOSETTE
229/263
15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011.882208 - [email protected] www.franconoero.com
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Mottalciata 10/B
"INTERNAZIONALE ITALIA ARTE 2017" AL MUSEO MIIT
Seconda sessione della mostra "Internazionale Italia Arte 2017", giunta alla sua quinta
edizione. In mostra opere selezionate di maestri contemporanei di fama internazionale e opere
di grandi maestri del '900 italiano. Tra gli artisti presenti in mostra, autori provenienti da
Argentina, Messico, Svizzera, USA, Serbia, Italia, Cina, Giappone, Francia, Germania,
Olanda, Inghilterra, Spagna, Belgio e altri paesi. In esposizione opere di pittura, fotografia, arte
digitale, scultura, installazioni, video. Orario: da martedì a sabato dalle 15,30 alle 19,30; su
appuntamento domenica, lunedì e festivi per visite guidate, gruppi, scolaresche. Info:
011.8129776 - www.museomiit.it - [email protected]
fino al 25/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Cairoli 4
BIANCA SALLUSTIO ALLA GALLERIA LA TELACCIA
"Opere illuminate dal sentimento e da una profonda espressività", personale di Bianca
Sallustio a cura di Monia Malinpensa. Orario: dal lunedì al sabato 15-19. Chiuso i festivi. Info:
011.5628220 - 347.2257267 - [email protected] - www.latelaccia.it
fino al 25/03/2017
ore 15:00
Torino
Via Santarosa 1
BEDWYR WILLIAMS ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta "The Institute of Things to Come" (a cura
di Ludovica Carbotta e Valerio Del Baglivo), un centro di ricerca temporaneo sul futuro che da
febbraio a settembre 2017 proporrà un ciclo di quattro mostre personali collegate a un
programma di formazione. "The Institute of Things to Come" è realizzato con il sostegno della
Compagnia di San Paolo nell'ambito del bando ORA! Linguaggi contemporanei produzioni
innovative. Per il primo capitolo di "The Institute", l'artista Bedwyr Williams (vincitore del The
Derek Williams 2017) presenta "Echt", un'installazione filmica ambientata in un futuro
prossimo nel quale le istituzioni britanniche e i sistemi di governo sono crollati, ed il regime in
corso è caratterizzato da un sistema feudale accelerato. Il suo film fantasioso, immagina un
futuro in cui un evento apocalittico ha costretto l'umanità a riformare la società, dopo aver
cancellato le regole sociali precedenti. In questo nuovo mondo nel quale lo status sociale si
basa sul consumo smisurato, figure di accumulatori compulsivi sono divenuti re. Questi
accumulatori di oggetti e spazzatura hanno installato i loro centri di controllo in discoteche e
locali notturni dismessi, e sono accompagnati da una serie di personaggi acutamente descritti
dalla voce narrante di Williams. L'interesse principale di Bedwyr Williams si fonda
sull'immaginazione di scenari catastrofici e sugli effetti che essi hanno sulla vita quotidiana
delle persone. Le sue performance, film e installazioni trattano spesso di un futuro distopico,
nel quale gravi problematiche sono minimizzate da momenti di umorismo assurdo o da
osservazioni banali. Nei suoi progetti precedenti, Williams ha costruito un osservatorio stellare
come omaggio agli astronomi amatoriali o ha assunto i panni di differenti personaggi, come il
"predicatore orbo", il "mietitore cupo", o anche il "Conte Polline". Il suo lavoro è stato mostrato
in varie istituzioni tra cui Barbican Curve Gallery (London), The Whitworth (Manchester),
Tramway (Glasgow), IKON (Birmingham) and Kunstverein Salzburger. Williams ha
rappresentato il Welsh Pavilion per la 55 Biennale di Venezia nel 2013 ed è finalista del
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premio Artes Mundi 7, 2016. Collegato alla mostra personale, dal 7 al 9 febbraio, Bedwyr
Williams condurrà con l'artista Tai Shani "Demonio! Demonio!", un laboratorio filmico e
performativo che esplora le rappresentazione del "Sé Demoniaco", nel quale la città di Torino
funzionerà come sfondo per costruire questo autoritratto malevolo e teatrale. I partecipanti
selezionati sono Elena Bellantoni, Sara Bonaventura, Edmund Cook, Jürgen Dehm, Carl Gent,
Aoibheann Greenan, Jaime González Cela y Manuela Pedrón Nicolau, Inda Peralortega,
Ambika Thompson, Camille Tsvetoukhine, Lucia Veronesi, Saul Williams. Orario mostra:
giovedì 20-23 (ingresso libero); venerdì, sabato e domenica 12-19. Chiusa dal 13 al 26
febbraio 2017. Ingresso: intero euro 5; ridotto euro 3 (over 65, studenti); gruppi euro 4 (minimo
6 persone); gratuito (bambini fino a 12 anni, Insieme per l'Arte, abbonamento Torino Musei,
giornalisti accreditati, soci ICOM). Info: [email protected] - 011.3797600 - www.fsrr.org http://theinstituteofthingstocome.com/it/
fino al 26/03/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
ANDREA PESCIO ALLA GALLERIA PIRRA
"The Imagined Line - La linea e il segno", personale di Andrea Pescio a cura di Simonetta
Pavanello. In mostra oltre venti opere realizzate con tecniche diverse, tradizionali come la
grafite o l'acquerello e inconsuete come la penna Bic abbinata all'utilizzo di rulli decorativi. Il
percorso espositivo rivela non solo la ricercatezza della linea, il gusto raffinato del colore e la
straordinaria capacità tecnica dell'artista, ma anche la sua naturalezza nel coniugare la
padronanza del mezzo all'intimo impulso creativo e all'intenzione intellettiva. Orario: da lunedì
a sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30; domenica 10-12,30. Info: 011.543393 [email protected] - www.galleriapirra.it
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Torino
Corso Vittorio Emanuele II 82
JIRI HAUSCHKA ALLA CRAG GALLERY
"In the middle of something", personale del pittore ceco Jiri Hauschka (1965). Hauschka
appartiene allo "Stuckism", movimento artistico internazionale fondato nel 1999 dagli artisti
Billy Childish e Charles Thomson in Gran Bretagna ai fini di promuovere la ricerca pittorica
orientata al figurativo e opporsi all'arte concettuale degli Young British Artists. Le opere in
mostra sono state realizzate nel 2016. Boschi, strade, montagne, laghi, fiumi ed architetture
fanno parte di un percorso durante il quale l'artista ha esplorato il suo rapporto con la natura e
con l'ambiente che lo circonda, esprimendo una pittura in equilibrio tra astrazione e realismo.
Robert Janas, storico dell'arte, fondatore nel 2004 dello Stucchismo a Praga, scrive a
proposito del lavoro di Jiri Hauschka che nella sua pittura il Neo-espressionismo si unisce ad
un forte sentimento per la composizione, basata su ampi spazi limitati da contorni accentuati,
e da colori utilizzati simbolicamente a dare liquidità alla forma. La bellezza del suo lavoro è
dunque quella che lui chiama la "storia", la sua storia, che vuole condividere nel mezzo di
qualcosa, in the middle of something, con il pubblico. Il suo lavoro porta l'osservatore in bilico
tra la dimensione del paesaggio semplice e la grandezza di ciò che ci circonda. Aperta ogni
giorno su appuntamento. Info: www.cragallery.com - [email protected] - 347.3420598 335.1227609
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Torino
Via Nole 57
RIVOLI - LIA E MARIA LATERZA ALLA CASA DEL CONTE VERDE
"Come sorelle", opere di Lia e Maria Laterza sorelle, molto diverse per stile e personalità,
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presentate da Bruna Bertolo e Rita Margaira. La mostra è accompagnata da un video con testi
di Francesco De Bartolomeis. Orario: da martedì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore
10-13 e 16-19. Info: 011.9563020
fino al 26/03/2017
ore 18:00
Rivoli (TO)
Via Piol 8
NOVALESA - ANDREA BENEDETTO ALLA CASA DEGLI AFFRESCHI
"Brandelli di vissuto", mostra di scultura di Andrea Benedetto. Orario: sabato e domenica
11-12 e 15-18; in settimana su prenotazione. Info: 320.6347337
fino al 26/03/2017
ore 16:00
Novalesa (TO)
Via Maestra 46
NENE' DA CANTO A TEART
"Forme d'Altrove", personale di Nené Da Canto, descritta così dall'artista: "Il gioco è di
intravvedere e scoprire manifestazioni di un ordine insito al movimento...è come uno specchio
qui e ora". Orario: dal martedì al sabato dalle 17 alle 19. Info: 011.6966422 [email protected] - [email protected]
fino al 28/03/2017
ore 18:00
Torino
Via Giotto 14
"SHUNGA-E, IMMAGINI DI PRIMAVERA" DA IREL ONLUS
"Shunga-e, immagini di primavera - L'Arte erotica giapponese dal XVIII al XX secolo". Le
stampe chiamate shunga sono xilografie giapponesi dal contenuto esplicitamente erotico,
concepite secondo lo stile della scuola ukiyo-e, prodotte principalmente durante il periodo Edo
(antico nome dell'odierna Tokyo, 1603-1868), entrate a far parte della vita e della cultura
giapponese in maniera sorprendente. In Giappone, le prime raffigurazioni shunga risalgono al
periodo Heian (794 - 1185). A quei tempi erano per lo più riservate agli ambienti di corte.
Dipinte su rotoli di carta, si ipotizza fossero ispirate a modelli cinesi, soprattutto alle opere di
Zhou Fang (730 - 800), il grande pittore erotico attivo durante il regno della dinastia Tang.
Nella prima metà del diciannovesimo secolo, ad opera di Harunobu, si giunse alle opere
pienamente policrome (nisiki-e) con l'impiego, per le edizioni più lussuose, di quindici e fino a
diciassette colori attraverso l'incisione di altrettante matrici in legno. La complessa esecuzione
delle matrici era affidata ad abili incisori, guidati dagli artisti che avevano realizzato i soggetti.
Harunobu, Hokusai, Hirosige, Utamaro sono solo alcuni nomi degli artisti più acclamati in
quest'arte. Un'arte che gioca su tutta una gamma di espressioni, forme e colori che vanno
dalla varietà delle passioni umane alla grazia delle figure femminili, dall'esaltazione delle
emozioni amorose all'esplorazione di tutte le inclinazioni della sessualità, anche le più
promiscue, non disdegnando atti omosessuali e scene di gruppo. Le ambientazioni erano
realistiche: lussuose dimore, bagni pubblici, case da tè, alcove, in barca o all'aperto. All'inizio
del XVII secolo la scuola di pittura Kano stilò un'insieme di regole sull'estetica dell'arte shunga.
Vennero codificate le gradazioni di colore con cui dovevano essere stampati i genitali, sia
maschili che femminili e i colori da utilizzare nel resto dell'opera. Si stabilì anche la
convenzione della rappresentazione in dodici scene amorose, simboleggiando i mesi
dell'anno, secondo l'esperienza artistica già teorizzata dal pittore Tosa Mitsunobo (1434-1525).
L'arte shunga assunse così la definizione di "genere", al pari del paesaggio e del ritratto.
Queste stampe si affermarono negli ambienti artistici europei, intorno alla metà del XIX secolo.
A Parigi circolavano tra i pittori realisti ed impressionisti: Theodore Duret, Degas, Renoir,
Pisarro e Monet. Degas ne fu fortemente influenzato, in alcuni tagli prospettici delle sue opere
si possono riscontrare significative analogie con l'arte giapponese. Ma anche Van Gogh non
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rimase estraneo al fascino di queste opere; i ponti e gli ombrellini delle donne di Claude Monet
rimandano alle immagini di Hokusai. A Londra le prime xilografie ukiyo-e comparvero
all'Esposizione Universale del 1862. Aubrey Beardsley (1872-1898) possedeva una vasta
collezione di arte shunga, da cui trasse ispirazione per le illustrazioni della Lysistrata di
Aristofane. Le linee fluttuanti delle stampe giapponesi furono fonte di ispirazione anche per gli
artisti Art Nouveau. Nell'ultimo decennio di questo secolo le xilografie shunga hanno incontrato
un interesse particolare nella critica e nel pubblico occidentale. Molti musei hanno introdotto
nelle loro collezioni di grafica queste incisioni. Sono state anche presentate in importanti
mostre retrospettive come quella alla Kunsthal di Rotterdam nel 2005, a Palazzo Reale di
Milano nel 2009 e al British Museum di Londra nel 2013. La mostra consiste in oltre cinquanta
incisioni originali che vanno dalla fine del XVIII secolo fino agli inizi del XX secolo, oltre ad una
quarantina di opere minori, fuori catalogo. La rassegna è curata da Gianni Vurchio e Stefano
Liberati. Orario: dal martedì al sabato dalle 16 alle 19; domenica e lunedì chiuso. Prorogata
fino al 31 marzo.
fino al 31/03/2017
ore 18:00
Torino
Via San Dalmazzo 6/C
PRAGELATO - GIANNA TUNINETTI AL MUSEO DELLE GENTI ALPINE
"Sulle ali delle Alpi", mostra d'arte con acquarelli della pittrice Gianna Tuninetti. Una montagna
di fiori quando fuori nevica. Sono i fiori di Gianna Tuninetti che il Museo del Costume e delle
Tradizioni delle Genti Alpine di Pragelato, in borgata Rivets, presenta nella preziosa mostra
dal titolo "Sulle ali delle api", particolarmente impegnativa con oltre 120 opere in un percorso
artistico e culturale lungo un intero anno; un viaggio scandito dal passare dei giorni e delle
stagioni, percorso entusiasmante e competente di un'artista che sa colloquiare con l'anima
attraverso il racconto di fiori, frutta, verdura ritratti ad acquarello. Inaugurata lo scorso 25
settembre, la mostra propone le prime 65 opere, ispirate alla magia dell'autunno e dell'inverno,
che saranno esposte sino a fine marzo 2017. Altrettante opere, dedicate alle meraviglie della
flora alpina nelle tinte calde e splendenti, delicate e radiose della primavera e dell'estate
impreziosiranno il Museo del Costume dal 15 aprile al 3 settembre 2017. Il Museo del
Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine è aperto tutti i sabati fino al 17 dicembre 2016
con orario 16-18. Durante il periodo delle festività natalizie sarà aperto nelle giornate del
27-29-30 dicembre e 1-3-5-7 gennaio sempre con orario 16-18. Dal 14 gennaio al 16 aprile
sarà aperto tutti i sabati sempre con medesimo orario. Prevista l'apertura speciale anche per il
lunedì di Pasquetta. E' possibile visitare la mostra anche in altri giorni e orari contattando
telefonicamente l'ufficio del turismo di Pragelato: 0122.741728.
fino al 31/03/2017
ore 16:00
Pragelato-Ruà (TO)
Via San Giovanni 1
"PARATISSIMA ART GALLERY" DA YLDA
Prima edizione di "Paratissima Art Gallery", mostra per pittori, scultori, fotografi, designer,
fashion designer, grafici e illustratori. Una mostra doppia: una con opere e artisti emergenti in
carne e ossa, l'altra online. Per questo allestimento sono stati selezionati 13 nomi: Andreja,
Beatriz Basso, Fulvio Bresciani, AnneCécile Breuer, Albino Caramazza, Giorgio Ceglie, Marco
Corongi, Dabò, Paolo Forsennati, Angelo Lussiana, Scatti lenti, UpArt, Alessandro Sciurti. Tutti
hanno già partecipato alla kermesse, ma la Art Gallery è aperta anche a chi non ha mai
esposto a Paratissima. Le opere si possono vedere dal vivo e su una vetrina virtuale dove ogni
artista avrà un pannello di controllo accessibile con login e password personali, e su cui potrà
aggiornare le informazioni. Si partecipa con 5 lavori dal prezzo inferiore a 3.000 euro. Visite su
prenotazione. Info: artgallery.paratissima.it - 011.2073075
fino al 31/03/2017
ore 18:00
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Torino
Via Mazzini 25
COSIMO VENEZIANO DA ALBERTO PEOLA
"Petrolio/Appunti", seconda mostra personale di Cosimo Veneziano (Moncalieri TO, 1983). Le
opere inedite presentate concludono la ricerca di Cosimo Veneziano sul ruolo della scultura
nello spazio pubblico nella società contemporanea, e sul valore iconografico e simbolico che le
immagini assumono nel processo di creazione della propaganda politica. In particolare il suo
interesse si rivolge al processo di selezione di fatti e personaggi e scarto di altri, che viene
messo in atto nella costruzione di un'iconografia da parte di una comunità, prima che il simbolo
sia collocato nello spazio pubblico, fisico o virtuale. Nelle due opere della serie "Petrolio" i
disegni su tela della scultura di un toro androcefalo e di una scultura religiosa, originarie dell'
epoca assiro-babilonese, sono parzialmente coperti dal feltro per evidenziare la recente
distruzione nei conflitti in Medio-Oriente. L'opera invita a riflettere sul peso e sugli effetti che ha
sull' immaginario la perdita di un patrimonio culturale riconosciuto come collettivo. Il gruppo di
sculture in ceramica dal titolo "Membrana" è composto da riproduzioni di parti di statue greche
e romane sulle quali Veneziano ha operato una deformazione attraverso un processo di
stratificazione materica, contrapponendo l'originaria fisionomia frontale della statua a quello
che doveva essere l'aspetto della parte esterna del calco. Anche in questo caso l'occultamento
della visione corrisponde all'idea della perdita di un'identità culturale avvenuta nel tempo.
"Monochrome II" lavora sulla capacità percettiva graduale dell'osservatore. La serie di colature
di gomma siliconica è realizzata partendo da una matrice di dipinti su tela, che raffigurano
simboli iconografici propri delle culture occidentale e orientale, che si sono succeduti nel
tempo. Nell'ultima sala della galleria sono esposte quattro tele di grandi dimensioni sulle quali
Veneziano ha disegnato figure umane armate di martello. Per questo ultimo lavoro dal titolo
"Giorni di un futuro passato", l'artista riprende immagini usate dalla propaganda delle
rivoluzioni politiche del passato, e le mette in dialogo tra loro per evidenziare l'enfasi posta
sull'atto di distruzione che sottende ai processi di rottura e cambiamento avvenuti nella storia
umana. La forza dirompente dell'atto e la monumentalità della rappresentazione rimandano a
un intento celebrativo, in contrapposizione al processo di censura che avviene anche durante i
periodi di continuità politica. La mostra "Petrolio/Appunti" si sviluppa in due sedi: Galleria
Alberto Peola e MEF Museo Ettore Fico (dal 16 febbraio). Orario (Galleria Alberto Peola): da
martedì a sabato dalle 15 alle 19, mattino su appuntamento. Info: 011.8124460 - 335.6191039
- [email protected] - www.albertopeola.com
fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 29
"ECCENTRIC SPACES" DA RICCARDO COSTANTINI CONTEMPORARY
"Eccentric Spaces", un progetto a cura di EIena Inchingolo e Paola Stroppiana: cinque artiste
di diverse nazionalità, Caroline Corbasson, Debbie Lawson, Dana Levy, Noa Pane, Anila
Rubiku, provenienti da esperienze formative differenti e con capacità espressive eterogenee,
interpretano il concetto di spazio inteso come una delle categorie essenziali per la percezione
del mondo. L'idea progettuale prende avvio da una riflessione sul testo "La prospettiva come
forma simbolica" (1927) di Erwin Panofsky, che dimostra come ogni epoca culturale abbia
sviluppato un proprio modo di rappresentare lo spazio, inteso come la 'forma simbolica'
visibile, propria di quella cultura. La declinazione all'arte contemporanea ha quindi condotto ad
una ragionata selezione di opere: il concetto di spazio che qui si vuole indagare è eterogenea,
onnicomprensiva, a partire dalla sua accezione primaria di luogo disponibile per gli oggetti
della realtà, individuati da una collocazione o posizione, dotati di dimensioni e suscettibili di
spostamento. Il progetto espositivo include, per associazione mentale e slittamento
metaforico, concetti di spazio che diventa luogo relazionale, antropologico, geometrico,
architettonico, astronomico, poetico, onirico, naturalistico nell'ambito dell'arte contemporanea.
Volutamente le opere in mostra afferiscono a media diversi, installazioni video, sculture,
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disegni, che pongono numerose riflessioni sulla realtà partendo dalla loro specificità:
l'interrogazione sulla natura delle cose, la classificazione scientifica dello spazio e dei suoi
oggetti, il mondo dell'osservazione in continuo movimento con sempre nuovi obiettivi di
conoscenza e di confronto. Caroline Corbasson (Parigi, 1989) trae ispirazione, per la sua
ricerca, dalla scienza, dall'astronomia, dai fenomeni naturali e dalla vastità dei paesaggi.
Libera le immagini dal proprio contesto e gli oggetti dalla loro funzionalità per estrarne
l'essenza e ridisegnarne i tratti rilevanti. L'economia dei mezzi, la densità delle immagini e
l'attenta selezione dei materiali (carbone, polvere, inchiostro, grafite), che caratterizzano la sua
produzione, riflettono la volontà di resistere al flusso infinito delle immagini che ci circondano.
In mostra l'opera "Anomalia", 2013 un'installazione di 10 pagine dell'"Atlas Eclipticalis",
(atlante celeste che risale al 1950) su cui l'artista interviene con sfere nere disegnate a
carbone ad alludere ai buchi neri presenti nella galassia, spazi sconosciuti nell'universo
attrattivi nella loro estetica ancora da definire, aperta a infinite possibilità. Dana Levy (Tel
Aviv), video artista di origine israeliana di base a New York, focalizza l'attenzione
sull'interdipendenza tra storia naturale e umana, tematiche ambientaliste e politica. Dopo aver
vissuto in prima persona gli effetti dell'uragano Sandy nel 2012, ha realizzato l'installazione
"Literature of Storms" (in mostra "Chapter 2" e "Chapter 3", 2014). Levy ha individuato, su
riviste di interior design degli anni '20, alcune fotografie di stanze dall'arredamento modernista
- immagini che le ricordavano di quello che fu un ideale estetico della società israeliana - e le
ha animate proiettando su di esse acquazzoni, folate di vento e sciami di insetti. Attraverso un
serrato confronto tra spazi abitativi freddi e forze naturali in movimento l'artista ha voluto porre
in evidenza la visione miope di un mondo industrializzato che ha decimato le risorse del
pianeta. Le tempeste hanno una 'letteratura' che dovremmo rileggere al fine di riconsiderare lo
spazio dell'essere umano nella storia come imprescindibile da quello della natura. Debbie
Lawson (Dundee), di origine scozzese, reinterpreta interni domestici interconnessi con
elementi naturali. Le sue opere sono nuovi ibridi in cui differenti codici visivi coincidono: alla
mimesis della natura si sovrappone una "filosofia dell'arredamento" eclettica, inedita, dagli esiti
inaspettati. Secondo la teoria che già Edgar Allan Poe citava nel saggio "Philosophy of
Furniture" del 1840, l'atto dell'arredare una casa può essere inteso come la conquista di uno
spazio, direttamente connessa con l'esperienza del vivere del suo proprietario. L'uso del
tappeto persiano come texture delle sue sculture ed opere installative evoca storie fantastiche,
di luoghi lontani, esotici. Elementi d'arredo quotidiano si animano creando nuove realtà
abitative che accolgono la natura esterna. In mostra "Persian Stag", 2016, "Persian Bear",
2016 and "Fox and Ivy", 2013, significativi esempi della sua eccentrica abilità plasticoscultorea su base tessile. Le sculture-installazioni di Noa Pane (Roma, 1983) esplorano le
possibilità di espansione e costrizione della gomma e dell'aria in strutture predeterminate o in
spazi naturali e architettonici, con cui entrano in un dialogo straniante. L'indagine sui limiti dei
materiali e l'attenzione all'aspetto formale conduce l'artista ad una continua ricerca
dell'essenziale, in cui l'aria, materiale non materiale, diventa un elemento tanto impalpabile
quanto vitale: incamerando l'aria nella gomma l'artista modella la forma nello spazio e ne
osserva la reazione sotto tensione. In particolare in "Compression 3", 2016 la massa sembra
essere essa stessa generata dall'elemento naturale quasi a suggerirne l'appartenenza allo
stesso sistema e allo stesso tempo percepirla come responsabile della rottura di un equilibrio.
Nello spazio costretto la forza spinge e trasborda, incurante dei limiti posti. La ricerca di Anila
Rubiku (Durazzo) si fonda su un'approfondita analisi dello spazio come luogo relazionale e
sociale. L'artista, di origine albanese, affronta la dimensione interiore dell'individuo ed in
particolare la condizione della donna, il concetto di spazio domestico e l'idea del viaggio
concepito come mezzo di confronto e possibilità di conoscenza. Da Riccardo Costantini una
selezione della sua indagine più recente dal titolo "The Consequences of Love" (2016). Anila,
utilizzando tecniche differenti - disegno, incisione, scultura - concentra la sua ricerca sul
significato metaforico e ambivalente della catena e della maschera nelle relazioni amorose. La
catena intesa come vincolo costrittivo o stretto rapporto sentimentale e la maschera (in questo
caso colorata) concepita come imprevedibile spazio di libertà all'interno di una stessa
costrizione. Orario da martedì a sabato 11-19.30; lunedì e domenica chiuso. Info:
011.8141099 - 348.6703677 - [email protected]
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fino al 01/04/2017
ore 18:00
Torino
Via Giolitti 51
"STREET VINYLS" ALLA SQUARE 23 ART GALLERY
Copertine di dischi come opere d'arte contemporanea: a volte realizzate ad hoc, come la
famosa banana adesiva di Andy Warhol per i Velvet Underground, altre volte scelte a
posteriori, come quando i Manic Street Preachers telefonarono a Jenny Saville per chiederle in
prestito una tela vista su un giornale. Rock, pop, soul, jazz, dance, punk, hip-hop, elettronica,
classica: un intero mondo discografico che realizza nella fruttuosa chimica fra musicisti e artisti
uno nuovo modello di creatività. La mostra, realizzata in collaborazione con Teatro Colosseo e
Xora, promette una esplorazione del mondo dei dischi d'autore con una raccolta che spazia
negli ultimi 30 anni di lavori artistici sulle copertine di vinili di grandi artisti e band cult, con
particolare attenzione al mondo della street art. Dai writers americani come Futura 2000 a
Rammellzee, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring sino ai più contemporanei Kaws, Space
Invader. Non mancheranno artwork originali di artisti come Kaws, i mosaici di Space Invader, i
lavori di JR, Dface, Blu, Borondo, Nychos, Faith47. Si potrà vedere per esempio un disco a
tiratura limitata realizzato a spray su carta dal misterioso Banksy per la band norvegese di
musica elettronica Röyksopp, o le opere fatte arrivare a Torino direttamente da Obey, alias di
Shepard Fairey, per l'occasione. Non solo mostra però: i collezionisti potranno vedere ed
acquistare dischi rari e copertine d'autore grazie alla lunga ricerca fatta da Xora per proporre
agli amanti della street art e non solo una chicca quasi irripetibile, capace di aprire nuovi
orizzonti per quello che riguarda l'arte urbana. E se la street art ha oggi costi spesso
inarrivabili la mostra sarà l'occasione di avere in casa un pezzo originale e un'opera preziosa e
con un importante coefficiente di rivalutazione. La Galleria Square23 consolida con questa
mostra la collaborazione con il Teatro Colosseo attraverso il progetto Xora. La street art, sulle
facciate del teatro di via Madama Cristina 71 - con le opere di Zedz, Peeta, Never Crew e
l'ultima di Bordalo Segundo, così come con le mostre in via San Massimo 45, porta Torino in
primo piano a livello internazionale. Orario: da lunedì a sabato 11-20 o su appuntamento. Info:
334.9980390 - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 11:00
Torino
Via San Massimo 45
MANUELA MACCO ALLA FUSION ART GALLERY
"Black bag notes / 2010-2017", personale di Manuela Macco, a cura di Barbara Fragogna.
L'artista torinese che con la sua attuale pratica artistica lavora con la performance, il video, la
fotografia e l'installazione è anche curatrice insieme a Guido Salvini del progetto
tpa/torinoPERFORMANCEART. Le opere in mostra raccontano alcune tappe significative degli
ultimi sette anni di lavoro dell'artista. La mostra fa parte di COLLA la nuova piattaforma delle
gallerie torinesi e rientra nel circuito di NEsxT Independent Art Network. "Corpuscolo,
sostenuto, oscillante, immobilmente in moto, ostinato, vuoto, statico/morbido, fluido
paradosso, equilibrio, indefesso, assente": Manuela Macco si nega attraverso gesti attivi
minimi e austeri che si collocano ai margini dell'attenzione dello sguardo. Sia si tratti della più
consistente produzione performativa (video performance, performance) che di frammenti
estrapolati da flussi di attività intellettuale (foto, documenti, oggetti), il suo lavoro ci costringe a
focalizzare il pensiero oltre l'estetica dell'immagine di modo che l'apparente staticità visuale
apra in noi finestre inattese di percezione meditativa. Allora, ipnotizzati dal riflusso, dal
mormorio, dal gesto morbido, dobbiamo partecipare, magari ondulando (come l'acqua del
Rodano), senza nemmeno accorgerci in coscienza di esserne attori/protagonisti: risultiamo
automaticamente parte dell'opera. "Controcorrente, resistente, atto e passivo, concentrato
puntiglio, serio cipiglio, limite povero, processo caparbio, schivo, ricerca necessaria ma
invisibile, situazione inepilogabile": l'artista non tenta di gratificarci in alcun modo, ci (e si)
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mette volentieri a disagio, nega la narrazione, nega (spesso) il suo sguardo (ermeticamente),
nega l'ovvio e costruisce l'opportunità di intuire, attraverso pochi elementi
poveri/quotidiani/comuni, che c'è un immenso retroscena concettuale che è la base della sua
ricerca. La consapevolezza di sé come donna e artista è l'imprescindibile chiave di lettura del
suo lavoro. Questa consapevolezza è sensualmente palpabile come, attraverso l'intuizione, è
intelligibile un testo poetico. "Ciclo precario, fragile membra, al margine, inerme, nascosto,
modesto, schivo, lontano, schermato, chiuso/protetto, cartarmato, ripetitivo, estenuante,
resistente, fulgido, monotono, colpevole, consapevole": trovandosi letteralmente circondati
dalla serie di lavori tra i più rilevanti della sua carriera tra il 2010 e il 2017 siamo testimoni del
paradosso. Da un lato le singole opere ci coinvolgono discretamente nella sfera intima e
personale, il suo corpo, per quanto spersonalizzato da applicazioni e ri-vestimenti ci
avvicina/affabula anche grazie a una non perturbante staticità. D'altro lato il concerto di più
elementi allestiti nella sala ci circonda quasi a creare un senso di assedio/pericolo/sfida. La
negazione si impone. La modestia è ambigua. Intrappolandoci nella sua maglia oscillante di
carne sotto schermo, come un'Aracne contemporanea, c'imbozzola nel suo personale/politico.
Devo sapere chi sono (da dove vengo) se voglio sapere chi sono (dove sto andando). "Agito,
prestato, abusato, dimesso, visto, spiato, contraddetto, poetico, malinteso, meccanico automa
desiderante, impotente, schernito, mercificato, illuso, patetico, epico, stoico, travolto, stop!":
Manuela Macco parte dal concetto, la sua ricerca, le sue idee e i suoi studi sono il carburante
dell'azione che esplode in esperienza dove il corpo è il corpo è il corpo, dove la mente è
pensiero e dove il corpo sintetizza il pensiero della mente, nel modo più onesto e distillato
possibile. Nell'esplorazione, nella costruzione e nell'ostensione del Sé tutto è ridotto al minimo,
nelle video performance non ci sono prove o ripetizioni, né montaggi, né interventi di post
produzione, il lavoro è site specific e i suoni dell'ambiente circostante non sono mai pianificati.
Il lavoro è essenziale, ridotto alla sintesi, all'essenza, un nucleo denso e pesante carico di
azione compressa che esplode nel nostro cervello come una domanda fondamentale: "No, ma
io no, come posso essere me?" e a questa domanda, sempre a volerlo, l'artista risponde
incitandoci a cercare, esplorare, studiare, capire, chiedere, sapere, confrontare, osservare,
conoscere, onestamente, tutto ciò che ci dirà chi siamo (Barbara Fragogna). Manuela Macco
nasce a Biella nel 1970. Laureata in Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università di
Torino lavora come artista visiva, con la performance, il video, la fotografia e l'installazione.
Vive a Torino. Orario: da giovedì a sabato dalle 16 alle 19,30 o su appuntamento. Info:
349.3644287 - www.fusionartgallery.net - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 19:00
Torino
Piazza Peyron 9/G
LUCA CASSINE DA MUTABILIS
"Origini", personale di Luca Cassine. In mostra 16 opere 40 x 40 cm a tecnica mista: ceramica,
carta di cotone, oro liquido. "Il progetto nasce dalla volontà di riportare in vita ricordi. Chi di noi
non ha mai avuto tra le proprie mani un piatto semplice, pulito, elegante, come quelli esposti e
non ha pensato a un lontano ricordo? Ricordo piacevole (piatto intero) o meno piacevole
(piatto rotto), ma che nel loro insieme costituiscono il nostro passato, dal quale proveniamo e
dal quale ci siamo formati. Siamo ciò che siamo. Metamorfosi di sensazioni, sensi, emozioni.
Dall'antichità ai giorni nostri la farfalla è simbolo di leggerezza e cambiamento. Queste sue
caratteristiche fanno riflettere sulla bellezza del battito d'ali regalando speranza a coloro che
saranno capaci di trovarla" (Luca Cassine). Luca Cassine è nato a Bra nel 1975. Nel gennaio
del 2013 ispirato dall'opera "In and Out of Love" di Damien Hirst, nasce "Metamorfosi" che da
allora non ha più smesso di evolvere. La farfalla diventa protagonista delle molteplici
trasformazioni, il fulcro su cui costruire il progetto. Ha esposto in varie sedi torinesi in diverse
collettive e personali: a Palazzo Madama, allo Spazio Mouv e a The Others; da Mutabilis Arte
nel 2013 ha esposto "Metamorfosi". Orario: da martedì a venerdì 15-19; sabato 10,30-13 e
15-19. Info: 347.1304979 - [email protected] - www.mutabilisarte.com
fino al 01/04/2017
TORINOSETTE
237/263
ore 19:00
Torino
Via dei Mille 25/C
PHILIP GIORDANO DA CARACOL
"Philip Giordano Works", personale dell'illustratore italiano nato in un piccolo paesino della
Liguria da mamma filippina e padre svizzero. Si tratta della sua prima mostra in quella che è
stata per un periodo la sua città. Philip ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Brera e
l'Istituto Europeo di Design, a Milano, e un master in Tecniche d'Animazione a Torino,
attualmente vive in Giappone. I suoi libri illustrati sono stati tradotti in tutto il mondo, è da poco
uscito per Lapis Edizioni "Il pinguino che aveva freddo" e ha collaborato con riviste, musei,
fondazioni e case editrici di fama internazionale. Orario: dal martedì al sabato 10,30-19. Info:
011.531255 - www.caracolarte.it - [email protected]
fino al 01/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Saluzzo 23
"LE MERAVIGLIE DEL MONDO" AI MUSEI REALI
"Le meraviglie del mondo - Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia". La mostra presenta al
pubblico uno straordinario momento del collezionismo sabaudo: tra la fine del Cinquecento e
l'inizio del Seicento, il duca Carlo Emanuele I forma il primo ricchissimo nucleo delle raccolte di
pittura, scultura e oggetti preziosi che da subito godettero di grande fama internazionale. Il 30
agosto 1580 moriva il duca Emanuele Filiberto e saliva al trono Carlo Emanuele I detto Il
Grande, appena diciottenne, che regna per ben cinquant'anni, dal 1580 al 1630. Ambizioso,
colto, amante delle lettere, delle arti e delle scienze, il giovane duca - sulla scia delle scelte del
padre che era riuscito a riottenere i territori sabaudi e nel 1563 aveva trasferito la capitale
sabauda da Chambéry a Torino - si prodiga per un importante rinnovamento culturale ed
artistico della città. Eredita dal padre Emanuele Filiberto la visione strategica e l'attitudine
militare e dalla madre, Margherita di Valois, sorella di Francesco I di Francia, l'attenzione per
la cultura e il gusto del bello. La capitale sabauda doveva assumere una nuova immagine
puntando innanzitutto l'attenzione sulla zona di comando dove nel 1584 si ponevano le
fondamenta del nuovo Palazzo Ducale. Un favoloso patrimonio parzialmente giunto fino a noi
e ora custodito in gran parte tra i tesori dei Musei Reali di Torino, oggetti che ieri come oggi
trovano un profondo significato proprio nella unitarietà generale della raccolta, che tutta
insieme verrà esposta per la prima volta nella nuova ala dedicata alle mostre temporanee al
piano terreno della Galleria Sabauda e nei caveaux della Biblioteca Reale, con importanti
prestiti da parte di Musei e Istituti italiani e stranieri e riunendo anche prestigiose opere un
tempo facenti parte delle collezioni di Carlo Emanuele I, ma in seguito disperse e ora
conservate in vari Musei italiani e internazionali. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19.
Ingresso: intero 12 euro; ridotto 6 euro (ragazzi dai 18 ai 25 anni); gratuito per i minori 18 anni,
insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell'Abbonamento Musei e
della Torino+Piemonte Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe
ordinarie. Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1 (dalle 9 fino a un'ora prima
della chiusura). Info: 011.5220421 - 011.5211106 - [email protected] www.museireali.beniculturali.it. Martedì 7 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Pesci, uccelli,
fiori: le collezioni naturalistiche" con Giovanni Saccani e Pietro Passerin d'Entrèves. Martedì
14 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Il fascino dell'antico" con Gabriella Pantò e Anna Maria
Riccomini. Martedì 21 marzo alle 17 conferenza dal titolo "Tra Genova e Torino. Orazio
Gentileschi e la fortuna del caravaggismo" con Annamaria Bava e Luca Leoncini.
fino al 02/04/2017
ore 09:00
Torino
Piazzetta Reale 1
TORINOSETTE
238/263
MOSTRA FOTOGRAFICA AL TEATRO CARIGNANO
"Il Teatro Carignano", fotografie di Paolo Mussat Sartor, Tiziano Rossano Mainieri, vincitore
del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2016, Pino Musi e Daniele Marzorati,
vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte - Giovani Artisti 2015. Progetto di Agarttha Arte
a cura di Adele Re Rebaudengo.
fino al 02/04/2017
ore 12:30
Torino
Piazza Carignano 6
SILVIO COCCO ALLA MIRAFIORI GALERIE
Una nuova generazione abita il mondo: i "Sempre-Connessi". Sono loro che hanno ispirato
Silvio Cocco, art grafic designer, dandogli lo spunto per l'originale progetto creativo esposto
alla Mirafiori Galerie. "Contemporary Aristocracy | Constantly Connected" - realizzata in
collaborazione con SKART, free press & web magazine specializzato in arte moderna,
contemporanea e design - è una galleria di modernissimi ritratti digitali, ironici, divertiti e
divertenti, esposti vicino a piccole ed evocative riproduzioni di ritratti di secoli passati. "L'idea
mi è venuta qualche tempo fa, mentre, a Hong Kong, ero in metropolitana - spiega Silvio
Cocco - Osservavo le persone intorno a me. Nessuno mi guardava come io guardavo gli altri.
In effetti, nessuno guardava proprio nessuno, tutti concentrati sulle loro connessioni mobili. E
quando lo sguardo si alzava, era più che altro una scorsa distante, distaccata, sfocata, rivolta
a una minima parte di realtà e durava solo per pochi attimi, per poi riaffondare nel magnete del
web. Mi sono ricordato così dei ritratti che l'aristocrazia europea ha lasciato in testimonianza di
sé, ho ripensato alla curiosa sensazione che restituiscono quelle espressioni che risultano
sconcertate, miopi, sciocche, talvolta strabiche. Perlomeno a una superficiale sensibilità
contemporanea. Indicano, invece, con chiarezza, il distacco dalla realtà che l'aristocrazia ha
sempre portato come vanto. La lontananza dalle altre classi e dagli obblighi del lavoro. La
sognante esclusività. Per certi versi, la generazione dei Sempre-Connessi mi riporta a tutto
ciò: il senso del distacco, la lontananza dal contingente pratico e la valutazione della realtà
attraverso masse di informazioni digitali". Costruire ritratti digitali e associarli con ironia a quelli
dei secoli passati è stato, quindi, il lavoro divertito di Silvio Cocco da cui sono nate le 20 opere
esposte in galleria. Orario: dal lunedì al venerdì 9-20; sabato 9-19,30; domenica 9,30-13 e
15-19,30. Info: https://www.facebook.com/MirafioriMV/
fino al 02/04/2017
ore 18:00
Torino
Piazza Cattaneo
GREG GONG ALLA LUCE GALLERY
Seconda personale di Greg Gong alla Luce Gallery. L'artista californiano nelle sue opere pare
reiterare un esercizio che passa attraverso l'uso della ripetizione del disegno, del cerchio e di
linee rette, nel contrasto tra la rappresentazione orizzontale e verticale. I colori sono
istintivamente riferiti a quelli primari, che l'artista mischia sapientemente per arrivare a tinte
raramente usate in una composizione che non nasconde velature e trasparenze.
L'immaginario appare come sfocato richiamo alla natura del movimento. Alcuni dipinti
contengono la struttura del disegno in colori vibranti e non controllati in cui l'evoluzione
artistica continua e ridefinisce la propria rappresentazione quasi a non arrivare mai alla fine.
Questo continuo ripetersi di strati di pittura sono scelte ed indecisioni che influenzano l'artista,
come la vita di ogni giorno, fatta di impercettibili ma significative deviazioni che formano il
nostro destino. Nei colori di Gong non c'è contaminazione della sua franchezza, semmai
troviamo esperienza e dolore, ma alla fine ogni strada e buona perché abile a ricordarci che
nulla è veramente soddisfacente, anche quando la scelta è fatta ed il dipinto è terminato, è
possibile trovare un altro punto, dubbio o progetto. Greg Gong vive e lavora a Los Angeles.
Nel 2014 ha esposto la sua prima mostra personale in Italia alla Luce Gallery. Nello stesso
anno ha anche esposto in una doppia mostra alla Shane Campbell Gallery di Chicago. Il suo
TORINOSETTE
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lavoro è anche stato esposto in una collettiva al Museo di Capodimonte, Napoli. Orario: dal
martedì al sabato 15.30-19.30. Info: 011.8141011 - [email protected] www.lucegallery.com. Prorogata fino al 4 febbraio.
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Corso San Maurizio 25
UGO RICCIARDI ALLA BURNING GIRAFFE ART GALLERY
"Nightscapes - Luci e ombre dello spirito", mostra fotografica di Ugo Ricciardi. Dopo la
collettiva "Do You Like Flowers?", il fotografo torinese Ugo Ricciardi torna ad esporre alla
Burning Giraffe Art Gallery sotto la guida del curatore della galleria ?Andrea Rodi. Fotografo
professionista nella moda e nella pubblicità, docente di ritratto, Ugo Ricciardi ha ripreso la
produzione di progetti personali, affrontando principalmente i temi della caducità dell'esistenza
e della trasformazione. Le immagini in bianco e nero declinano su paesaggi notturni, un
genere nuovo per l'artista. Un anno di lavoro, misurato con le fasi della luna e reso possibile
anche grazie alla collaborazione di Daniele Vergaro, amico e collega. Durante il giorno il
fotografo sceglie le inquadrature e i soggetti, mentre la notte ritorna ad immortalarli in una luce
completamente diversa, artificiale, ma perfettamente in equilibrio con la propria visione. "?Non
è sufficiente trovarsi in un bel posto, attendere la luce giusta e trovare un'inquadratura
adeguata", afferma Ugo. "?Io devo poterlo toccare quel luogo, devo potermi immergere in esso
e tirare fuori la sensazione che quel posto mi trasmette e, ancor più importante, devo mostrare
questo contatto". Infatti, nella penombra della luna gli alberi si animano di una nuova vita
prendendo contorni diversi, sfuggevoli, mentre il resto è ammantato dalle tenebre. Così
l'autore trasforma luoghi familiari in visioni magiche, che accompagnano lo spettatore in un
percorso spirituale fatto di luci e ombre. Solo così il fotografo può concepire un paesaggio:
come una visione estremamente soggettiva che, in un modo o nell'altro, deve diventare reale.
Orario: dal martedì al sabato 14,30-19,30 o su appuntamento. Info: 011.5832745 347.7975704 - www.bugartgallery.com - [email protected]
fino al 08/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Bava 8/A
"LA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO" ALLA GALLERIA ACCADEMIA
Mostra del gruppo romano di Piazza del Popolo, al quale aderirono Franco Angeli, Tano
Festa, Giosetta Fioroni e Mario Schifano. La mostra, curata da Luca e Francesca Barsi,
attraverso venti opere selezionate e non seriali, si propone di rievocare il clima della fervente
scena artistica romana degli anni ?60. Nella Roma di quegli anni, spicca, tra le altre, la figura
di Plinio De Martiis, fondatore della Galleria La Tartaruga di Via del Babuino: La Tartaruga fu
fucina di idee e punto focale di cultura per tutti gli Anni '50 e '60, la prima a portare a Roma le
avanguardie americane. Trasferitasi nel 1963 in Piazza del Popolo, divenne presto punto di
riferimento e di incontro di quel gruppo di giovani artisti chiamato Scuola di Piazza del Popolo.
Tra il 1960 e il 1963 personalità come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta
Fioroni, e ancora poeti e menti aperte all'innovazione cominciano a riunirsi in Piazza del
Popolo. È qui che le esperienze degli artisti romani si fondono con quelle dei personaggi ben
descritti da Fellini nella Dolce Vita. Un clima in ebollizione dove convergevano teatro,
performance, cinema, fotografia, letteratura e poesia, in favore di una innovazione dei
linguaggi di comunicazione e di una contaminazione fra discipline diverse. Dalle celebri
"Finestre" di Tano Festa alla geniale intuizione dei "Paesaggi anemici" di Mario Schifano. Dalle
bellissime terrecotte di Giosetta Fioroni alle tele, cariche di simboli, segno di avversione alle
ideologie e al capitalismo di Franco Angeli. Il tratto distintivo della pittura di questi artisti è
proprio la scelta di rappresentare motivi presi dall'immaginario comune, e la creazione di un
nuovo codice espressivo che non ha nulla a che fare con l'ordinaria rappresentazione del reale
a fini estetici o provocatori. Gli oggetti presi in prestito dalla strada, dai cartelloni pubblicitari,
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dai mezzi di comunicazione di massa, dalla politica, dalla moda, dalla civiltà dei consumi,
entrano nelle tele di Schifano, Angeli, Festa. Orario: 10,30-12,30 e 16,30-19,30; lunedì e festivi
chiuso. Info: 011.885408 - [email protected]. Prorogata fino all'8 aprile.
fino al 08/04/2017
ore 10:30
Torino
Via Accademia Albertina 3/E
CARMAGNOLA - "IL TEMPO E LA MEMORIA" A PALAZZO LOMELLINI
"Il tempo e la memoria", mostra a cura di Silvana Nota, comprendente lavori di Mariella
Bogliacino, Maria Erovereti, Fernando Montà e Rosa Sorda. "Il progetto della mostra,
caratterizzato da una forte valenza di ricerca poetico-gestuale riunisce quattro artisti di
rilevante cifra culturale. Affini e al contempo diversi dialogano, seguendo il filo della
dimensione legata al tempo e alla memoria, individuando in essa il substrato originario
indispensabile alla contemporaneità e alla germinazione del futuro. Il percorso si snoda
attraverso quattro isole monografiche per ciascun artista impegnato nell'elaborazione della
propria versione del tema, a cui si aggiunge uno spazio comune, sezione introduttiva per
evidenziare quanto il gesto artistico sia in grado oggi di nutrirsi di passato lasciandolo
riaffiorare senza vincoli nè schemi, come energia viva generatrice di inaspettate opportunità di
conoscenza" (Silvana Nota). Orario: giovedì, venerdì e sabato 15-18; domenica 10-12 e 15-18.
Ingresso libero. Info: 011.9724238 - www.comune.carmagnola.to.it www.palazzolomellini.com
fino al 09/04/2017
ore 18:30
Carmagnola (TO)
Piazza Sant'Agostino 17
PINEROLO - KURT MAIR ALLA GALLERIA LOSANO
"Vividi Sguardi", personale dell'artista tedesco Kurt Mair. La mostra è un omaggio ai temi
ricorrenti intorno ai quali Kurt Mair costruisce la propria visione, una selezione di oli e incisioni
in cui si percepisce la fascinazione per le tematiche rinascimentali e i suoi principali artefici,
lavori recenti di assoluta raffinatezza, "ricordi di luce che accarezzano di tenerezza nuda, dalla
quale affiora l'anima di chi come lui, prima di lui, li ha catturati e amati, fino a conferire loro il
senso di eternità". Orario: feriali 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info:
0121.74059 - [email protected]
fino al 09/04/2017
ore 17:00
Pinerolo (TO)
Via Savoia 33
LIBERO GRECO ALLA FONDAZ. GIORGIO AMENDOLA
Personale di Libero Greco, dedicata al tema della politica. Una raccolta di sensazioni filtrate
attraverso notizie che pervengono dai comuni mezzi d'informazione, vuole essere un
rendiconto del disagio che viene comunemente percepito a causa del malfunzionamento della
macchina dello stato, del governo e della sua politica. Libero Greco vuole dare il suo
contributo, utilizzando pennelli, colori, sensazioni e idee che possano graffiare la coltre
marcescente di un sistema che necessita cure. L'artista lo fa a modo suo, lanciando un
personalissimo urlo. Orario: dal lunedì al venerdì 9,30-12,30 e 15,30-19,30; sabato su
appuntamento. Info: www.fondazioneamendola.it - [email protected] 011.2482970 - 348.5308603
fino al 09/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Tollegno 52
TORINOSETTE
241/263
HORIKI KATSUTOMI DA RAFFAELLA DE CHIRICO
"Anatomia dell'inquietudine", personale di Horiki Katsutomi. Saccheggiando la sintassi dei due
capolavori di Bruce Chatwin e Fernando Pessoa, nasce il titolo della mostra personale
dell'artista giapponese Horiki Katsutomi (Tokio, 1929), con lavori del ciclo di opere dedicato ad
Ulisse e all'Odissea. Naturale pensare al mitico personaggio oggetto della ricerca artistica di
Horiki, nell'interpretazione dantesca per esempio, esplicitata attraverso una sete di
conoscenza sfrenata, il viaggio come metafora di conoscenza e superamento del sé,
dimensione avventurosa e conturbante. L'esilio foscoliano. L'irrequietezza di Bruce Chatwin,
sulla strada. L'inquietudine di Fernando Pessoa (alias Bernardo Soares), quella della vita
quotidiana. Ma ai nostri giorni questi temi hanno assunto connotazioni ben diverse e ne sono
diventati lo specchio di migrazioni ed esili ben diversi da quelli danteschi e foscoliani.
L'espulsione (o auto-espulsione) è dai regimi dittatoriali, tra i più conosciuti quello cinese di Ai
Weiwei; il mare non è più solo metafora di conoscenza così come non lo è la barca che lo
attraversa. Lo straniero sulla spiaggia evoca quello di Camus, ma non si limita ad una
speculazione intellettuale. Ed è per questo che il lavoro di Katsutomi è il risultato di una
narrazione infinita e atemporale m anche concreta e contemporanea. È un esule, dal
Giappone che lascia nel 1969 per arrivare in Europa. Come scrive Gaspare Luigi Marcone: "In
realtà è la figura dell'artista in senso assoluto a diventare Ulisse, personaggio che vive per la
conoscenza. Il maestro nipponico ha dipinto molte varianti di Ulisse con colori e formati diversi,
ma con una costante simbolica: l'eroe si trasforma nello strumento del suo viaggio. Nella parte
alta della tela appare una larga striscia pulviscolare, quasi una cometa che viaggia nel cosmo,
una striscia che simboleggia la chiglia di una nave. Una striscia "astratta", nell'etimologia latina
del termine (abstraho, "prelevo", "estraggo"), che sintetizza l'oggetto fisico, la nave, con un
gesto pittorico essenziale". O ancora, Katsutomi si avvicina alla contemporaneità nipponica di
Murakami Haruki; come per L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, romanzo
in cui il protagonista deve scoprire chi è veramente Tazaki Tsukuru ed il pellegrinaggio è verso
la sua città natale (quindi un ritorno), ma soprattutto in cerca di spiegazioni agli enigmi non
risolti nella sua vita. Le tele di Horiki dedicate all'eroe omerico sono di diversi colori e
dimensioni ed è una pittura che fluisce, delicata ma con l'incedere deciso del samurai. In una
selezione di carte degli anni '70, Katsutomi utilizza carta e inchiostro per creare delle false
impronte digitali; non desidera burlarsi di Piero Manzoni ma mettere in discussione l'idea
stessa di identità e di memoria. La mostra si compone di una decina di lavori su tela ed alcune
carte realizzate negli anni '70; l'esposizione dei lavori su carta sarà anche l'occasione per
aprire al pubblico un nuovo spazio della galleria De Chirico, sempre nell'interno cortile di via
della Rocca 19 che (ad eccezione della mostra di Katsutomi) sarà la project room dedicata ad
artisti emergenti. Orario: da martedì a sabato dalle 15 alle 19. Info:
www.dechiricogalleriadarte.com - [email protected] - 011.835387 - 392.8972581
fino al 15/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Giolitti 52
COSIMO VENEZIANO AL MUSEO ETTORE FICO
"Petrolio", personale di osimo Veneziano, nato a Moncalieri, ma che vive e opera a Leeds
(Regno Unito). La mostra si snoda in due sedi: al MEF e alla Galleria Alberto Peola, con le tele
"Giorni di un futuro passato" e le sculture "Membrana". Nelle sale museali di via Cigna,
Veneziano presenta lavori, accompagnati da un testo di Elena Forin, che esprimono la sua
indagine intorno al patrimonio sociale, urbano e architettonico, con particolare riferimento ai
monumenti pubblici. E si notano il marmo "Crash", le serigrafie e i disegni su feltro industriale
"Petrolio" e "The Monument". Orario: da mercoledì a venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19;
la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (over 65,
insegnanti, Tessera Torino Musei e enti convenzionati); 5 euro (dai 13 ai 26 anni e gruppi di
minimo 6 persone); gratuito fino a 12 anni, MEF Friends, giornalisti accreditati, persone con
disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Torino+Piemonte Card. Info:
011.853065 - www.museofico.it
TORINOSETTE
242/263
fino al 16/04/2017
ore 14:00
Torino
Via Cigna 114
INCISORI OLANDESI DEL SEICENTO IN GALLERIA SABAUDA
I Musei Reali di Torino posseggono una ricca collezione di opere appartenenti al cosiddetto
"Secolo d'oro olandese": un periodo particolare - seguito al distacco dalle province fiamminghe
dominate dalla Spagna - durante il quale quella piccola terra strappata al mare, corrispondente
a parte degli attuali Paesi Bassi, divenne il centro nevralgico dei commerci, delle scienze e
delle arti di tutta Europa. Per valorizzare il patrimonio a sua disposizione, i Musei Reali
organizzano la mostra "L'occhio fedele. Incisori olandesi del Seicento". La mostra presenta 32
fogli tratti dalla collezione della Galleria Sabauda, che documentano alcuni tra i generi più
diffusi all'epoca, dalle vedute d'insieme alle raffigurazioni di scene di vita e animali. La prima
sezione della mostra si concentra sul tema del paesaggio, inteso come rappresentazione
fedele della realtà, senza commistioni con soggetti narrativi derivati dalla religione, dal mito o
dalla storia. Tra i lavori esposti spiccano alcune splendide vedute di Rembrandt, come "La
capanna e il grande albero" (1645), "Veduta di Amsterdam" (1640 c.) e "Paesaggio con
capanna e fienile" (1641), ma anche una serie d'incisioni di Ruisdael, il cui sguardo si posa
principalmente sulle nuvole e sugli alberi, realizzati con minuziosi dettagli. Le scene di vita
ritratte da Adriaen van Ostade (1610-1685) costituiscono la seconda tappa del percorso
espositivo: le sue incisioni ritraggono uomini impegnati in piccole azioni quotidiane tra case e
taverne, che testimoniano le abitudini e i costumi dell'epoca. Le rimanenti sezioni sono
dedicate al mondo agreste: la terza presenta tre incisioni di Paulus Potter risalenti alla prima
metà del secolo, nelle quali l'artista - morto a soli 29 anni - si concentra sulla raffigurazione di
mucche e tori, che restituiscono un'atmosfera sognante e sospesa; la quarta comprende lavori
di Nicolaes Berchem, Dirk Stoop, Pieter Van Laer e Karel Du Jardin. Orario: dal martedì alla
domenica, dalle 9 alle 19 (la biglietteria di piazzetta Reale 1 chiude sempre un'ora prima). Il
biglietto d'ingresso (intero 12 euro; ridotto 6 euro) consente la visita all'intero complesso dei
Musei Reali, che comprende Palazzo Reale, l'Armeria Reale, la Galleria Sabauda e il Museo
Archeologico. Info: 011.5220421 - www.museireali.beniculturali.it. Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Piazzetta Reale 1
FEDERICO COLLINO AL MUSEO DELLA MONTAGNA
A Federico Collino (Pinerolo, 1869 - Torino 1942), musicista compositore, esecutore e
direttore d'orchestra, ma anche valente pittore, il Museomontagna, in collaborazione con la
Società Storica delle Valli di Lanzo, dedica la mostra antologica "Federico Collino tra musica e
pittura. Dal Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù". In mostra, coordinata da
Laura Gallo e realizzata da Marco Ribetti, sono esposte circa 60 opere di vario formato per lo
più dedicate ai paesaggi delle Valli di Lanzo, scelte per l'occasione all'interno di un corpus di
trecento tra disegni, pastelli e olii, realizzati da Collino a partire dal 1896. L'esposizione,
promossa dalla famiglia, rende omaggio a un artista pressoché sconosciuto, sia come
musicista sia come pittore e completa un lavoro di studio, recupero e valorizzazione in parte
già avviato dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino nel 2005 per quanto riguarda la sua
produzione musicale. Federico Collino si diploma al Liceo Musicale nel 1891 e nello stesso
anno viene assunto dallo stesso Liceo come Maestro di oboe e fagotto. Dal 1892 inizia a
rappresentare alcune sue composizioni a partire dal Circolo degli Artisti di Torino. Suona come
primo oboe e corno inglese al teatro Regio e al teatro Carignano; dirige al teatro Vittorio
Emanuele come Maestro sostituto per la stagione autunnale 1895. Parallelamente, coltiva la
passione per la pittura. Nel tempo libero, soprattutto durante le vacanze a Usseglio, avvia una
produzione come pittore en plein air, inserendosi nel filone del nuovo interesse per il
paesaggio maturato nella seconda metà dell'Ottocento dai pittori torinesi dell'Accademia
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Albertina di Belle Arti e dai soci del Circolo degli Artisti, attratti dagli scenari montani, e in
particolare dalle Valli di Lanzo, tra cui si possono ricordare Cesare Ferro Milone, Giovanni
Guarlotti, Giovanni Piumati e Alessandro Poma. D'altra parte fra Otto e Novecento queste
vallate vivono una stagione irrepetibile quali luoghi di villeggiatura, frequentati anche da
presenze illustri, come la regina Margherita di Savoia, Benedetto Croce, Guglielmo Marconi,
Guido Gozzano, Annie Vivanti, Eleonora Duse, che gira a Balme il film Cenere, mentre
Giovanni Pastrone, il regista del kolossal Cabiria, soggiorna a Ricchiardi di Groscavallo. Il
primo schizzo dal vero di Collino, opera ispirata al greto d'un fiume le cui sponde sono
fiancheggiate da un filare di alberi, porta la data del 1896. Seguono numerose tavolette, non
riconducibili a una data certa, che coprono l'intero arco della vita dell'artista. Collino ritrae
soprattutto il paesaggio montano: borgate (Interno di borgata Pianetto), torrenti, laghi
(Malciaussia), ghiacciai, pascoli alpini, piloni votivi (Pilone votivo al Cortevizio), scene di vita
quotidiana (Nel prato; Usseglio, prima della processione); ma anche affetti famigliari (Ritratto
di Tilde), nature morte con fiori e frutti. Nei suoi spostamenti tra Torino e le Valli di Lanzo il
pittore raffigura vedute delle campagne del fondovalle: da Baracca nella neve, fino agli scorci
della periferia torinese con le sue fabbriche di inizio Novecento (Torino, periferia). Non
mancano angoli di Torino, come il giardino della sua abitazione di corso Ferrucci, e il raffinato
pastello con un notturno di Piazza San Carlo percorsa da un'automobile con i fari accesi e le
sfavillanti luci dei portici che illuminano la notte. Federico Collino frequenta il Circolo degli
Artisti per tutta la vita, ne è animatore, socio dal 1913, membro del consiglio direttivo e figura
di spicco dal 1892 quando viene incaricato di musicare l'opera Donna Fabia. Anche se la
documentazione dei rapporti fra Collino e il Circolo è riconducibile soprattutto alla sua attività
di musicista, è proprio qui che emerge il suo interesse pittorico. La frequentazione conviviale
dei pittori soci e i loro amichevoli consigli hanno sicuramente favorito l'evoluzione e la piena
maturazione della sua tecnica, al punto da incoraggiarlo a esporre i suoi dipinti a Palazzo
Graneri nelle esposizioni sociali degli anni 1919, 1921, 1924, 1928. La mostra è
accompagnata dal volume: Federico Collino tra musica e pittura (1869-1942). Dal
Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù, a cura di Gian Giorgio Massara; testi di
Marco Albera, Manlio Collino, Marco Leo, Gian Giorgio Massara, Anna Nelayeva. Edito dalla
Società Storica delle Valli di Lanzo, 240 pagine, 334 illustrazioni. Come consuetudine sarà
disponibile il "giornale di mostra" - nel formato di un piccolo quotidiano - che verrà offerto
gratuitamente al pubblico durante il periodo dell'esposizione. Al suo interno si potranno trovare
immagini e testi dei curatori, utili ad approfondire l'argomento. Orario: da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7 euro; soci CAI 6,00 euro;
promozionale 1 euro. Info: 011.6604104 - [email protected] www.museomontagna.org. Giovedì 23 febbraio alle 18 concerto delle violiniste Alessandra
Génot ed Anna Castellani, del soprano Serena Rubini e del pianista Massimiliano Génot. Il
musicista-pittore sarà rappresentato da opere per pianoforte di carattere brillante e
carnevalesco come il "Valzer della Val Sopata", e da brani più intimistici come Notturno per
due violini e pianoforte. Sarà riproposta la lirica "Sogno", su una poesia di Ada Negri ed estratti
dell'opera "Donna Fabia", eseguita originariamente per il Circolo degli Artisti. Ingresso gratuito;
per l'occasione il Museo e la mostra resteranno aperti per tutta la durata del concerto.
fino al 17/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazzale Monte dei Cappuccini
"PASSARE IL SEGNO" ALLA PINACOTECA ALBERTINA
"Passare il segno. Studenti e artisti dalla scuola di grafica d'arte dell'Accademia Albertina",
mostra a cura di Franco Fanelli con la collaborazione di Daniele Gay. Una settantina di opere
compongono una mostra che ha la sua origine nel Corso di Tecniche dell'Incisione - Grafica
d'Arte dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ne sono autori ex studenti, molti dei
quali oggi affermati artisti, formatisi nei laboratori della Scuola di Grafica, le cui profonde
tradizioni e l'attuale vitalità le conferiscono un prestigio riconosciuto in ambito nazionale e
internazionale. "L'espressione grafica d'arte abbinata a tecniche dell'incisione", scrive il
TORINOSETTE
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curatore Franco Fanelli, docente del Corso, "ribadisce implicitamente la conservazione di un
sapere come base su cui impostare lo sviluppo e l'innovazione; la futuribilità, in sostanza, di
una scuola, di un metodo e di una disciplina. Contemporaneamente, la doppia definizione
amplia dichiaratamente il campo delle opportunità di ricerca e dei linguaggi, laddove le
tecniche tradizionali (calcografia, xilografia, litografia, serigrafia) si sviluppano in altre direzioni,
ma ancora in base ai principi fondamentali della grafica d'arte: segno, riproducibilità,
modularità. Qui sta la ragione del titolo di questa mostra: "Passare il segno" per osare, osare
per conoscere, conoscere per creare. Ed è la ragione per cui il visitatore vedrà, insieme a molti
fogli di grafica tradizionale, opere basate su più recenti procedimenti legati alla stampa; e
s'imbatterà in libri d'artista, fotografie, sculture, installazioni, video e dipinti". Tre le sezioni.
"Nella scuola", raccoglie una quarantina di opere grafiche spazianti dalle tecniche tradizionali
della calcografia (acquaforte, acquatinta, puntasecca, mezzotinto) alle tecniche di
fotoincisione: è una panoramica sugli ultimi trent'anni di attività nei laboratori di tecniche
dell'incisione dell'Accademia Albertina di Belle Arti, sede operativa ma anche "luogo
dell'anima", nel quale la conservazione di un sapere è continuamente abbinata alla
sperimentazione e all'innovazione dei linguaggi. La sezione "Altri segni" riunisce gli esiti
professionali di alcuni ex studenti (Stefano Marvulli e Stefano Farci) che dalla grafica
tradizionale si sono spostati verso il digitale o verso la relazione con l'immagine in movimento,
sino alla cinematografia. Qui trovano posto le opere su carta di Stefano Allisiardi, artista che
ha mosso i primi passi nella scuola in un ambito prossimo all'illustrazione. È altresì
documentata l'attuale o quanto meno una recente fase di ricerca di ex studenti che hanno
mantenuto, come artisti, rapporti stretti con lo specifico della grafica, come Beatrice Piva,
Simone Pizzinga, Anna Guazzotti, Paolo Venice e Valentina Biga. La terza sezione, "Oltre il
segno", è infine una sorta di "mostra nella mostra", composta da artisti oggi affermati e altri
nella loro prima maturità. Si tratta di Botto & Bruno e Francesco Barocco, che hanno lavorato
in dialogo con le opere della Pinacoteca Albertina, Laura Pugno, che traspone l'incisione in
ambito installativo, Manuele Cerutti, Cornelia Badelita, che "disegna" utilizzando timbri, Nadir
Valente, Fatma Bucak e i più giovani Macchieraldo e Palasciano, Anna Canale, Aurora Paolillo
e Chiara Pigoni. Orario: tutti i giorni, a esclusione del mercoledì, dalle 10 alle 18. Ultimo
ingresso alle 17,30. Ingresso: intero 5 euro; ridotto (dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai
26 anni, possessori biglietto City Sightseeing, possessori biglietto Fondazione Accorsi Ometto, possessori tessera AIACE, possessori tessera Slow Food, gruppi minimo 15 persone;
gratuito per possessori abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Card) 2,50
euro. Info 011.0897370 - [email protected] - www.pinacotecalbertina.it.
Prorogata fino al 17 aprile.
fino al 17/04/2017
ore 17:30
Torino
Via Accademia Albertina 8
"TO REPEL GHOSTS" DA GUIDO COSTA PROJECTS
"To Repel Ghosts", terzo capitolo del ciclo dedicato da Guido Costa Projects all'Immateriale. In
mostra documenti e opere di: John Beattie, Richard Boursnell, Eduard Isidore Buguet, Craig
and George Falconer, Paul Fleury, Chiara Fumai, William Hope, Frederick Hudson, Enrico
Imoda, F.M.Parker, Turi Rapisarda e Simona Galeotti, Fulvio Rendhell, Gustavo Rol, William
Shew, Eugene Thiebault. Orario: dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011.8154113 www.guidocostaprojects.com - [email protected]
fino al 21/04/2017
ore 17:00
Torino
Via Mazzini 24
JEAN-PIERRE VELLY ALLO SPAZIO DON CHISCIOTTE
"Incisioni di Jean-Pierre Velly. Un point c'est tout", retrospettiva a cura di Vincenzo Gatti,
organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes. La mostra antologica prende il titolo da un lavoro
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di Velly del 1978 per sottolineare l'elemento distintivo delle sue opere: all'artista bastano un
punto o un tratto inciso con il bulino per avviare sulla lastra la creazione di un mondo, ora
composto da morbidi nudi femminili, altre volte affollato di resti di urbani naufragi, ora colmo di
allucinate sarabande. Non si tratta solamente di un giusto omaggio a uno tra i più rilevanti
esponenti dell'arte calcografica del secondo Novecento, spiega il curatore Vincenzo Gatti, ma
anche della testimonianza di un comune destino che aveva legato Mario Lattes, a cui la
Fondazione è dedicata, e l'artista francese. La galleria romana Don Chisciotte, inaugurata con
una personale di Lettes nel 1962 e di cui lo spazio torinese ha raccolto l'eredità, sarà punto di
riferimento costante per ambedue e il rapporto con il direttore Giuliano de Marsanich diventerà
fondamentale per la carriera di Velly. I fogli esposti a Torino, una trentina circa, provengono
dalla collezione Lattes e ben testimoniano dell'apprezzamento, della stima e anche della
comunanza di ideali ritrovati nelle opere dell'incisore: in prevalenza bulini anche di grande
formato, costituiscono una vera antologia dell'appassionato lavoro dell'incisore, a partire dagli
anni Sessanta, con fogli come "Trinità dei Monti" del 1968, fino a giungere alle ultime opere
prima della scomparsa come, ad esempio, "Fleurs d'Hiver" del 1989 nella quale l'uso della
tecnica della maniera nera testimonia del prevalente interesse pittorico manifestato dall'artista
in quegli anni. Velly, illustra Vincenzo Gatti, usa magistralmente il segno fatale e crudele del
bulino per costruire un'immagine del mondo sospesa fra tradizione, critica della modernità e
dedizione totale all'arte. La limpidezza della traccia sostiene e accentua le accumulazioni più
disperate: sono visioni cosmiche e apocalittiche costruite con una tecnica antica tanto
intimamente vissuta da sciogliersi e sublimarsi nel sogno. L'artista non nasconde l'ascendenza
nordica delle sue fantasie e dei suoi fantasmi, da Dürer a Seghers ad Altdorfer, fino a
giungere, in coerenza al suo stesso ideale di vita, al romanticismo più acceso di Friedrich e di
Carus, più evidente quando verso gli anni Ottanta si dedicherà quasi esclusivamente alla
pittura. Lontano dagli ambienti mondani, da un mondo superficiale e distratto, lavora chiuso
nel suo ambiente quasi come una crisalide, in tensione continua verso l'essenza delle cose e il
loro significato, oltre le apparenze, che pur lucidamente definite, finiscono tuttavia per
disgregarsi in una gloriosa e sofferta totalità. Come lo stesso Velly dichiarava a proposito della
sua dedizione al disegno e all'incisione: "... la visione in bianco e nero è un fatto mentale, non
esiste in natura, e nel bianco e nero si scatena tutta la mia ansia e sete di libertà espressiva,
senza inseguire le mode senza voler essere contemporaneo in tutti i modi...". Orario: da
martedì a sabato 10,30-12,30 e 15-19. Info: 011.19771755 - [email protected]
fino al 22/04/2017
ore 18:00
Torino
Via della Rocca 37
SALVO ALLA GALLERIA IN ARCO
"Salvo, la strada di casa", a cura di Luca Beatrice. "Il 12 settembre 2015 Salvo è vuoto
incolmabile nell'arte italiana e di Torino, la sua città d'adozione. Inutile sottolineare ancora una
volta la storia di un intellettuale -questo il termine che meglio gli si addice, non solo pittore
approdato ai colori dopo una significativa militanza concettuale- autodidatta spinto da una
curiosità vorace, certamente uno degli uomini più colti che ho mai incontrato. Per Salvo essere
artista voleva dire stare in bilico tra il ragionamento teorico e l'esercizio erudito, il coup de
theatre e le esigenze del mercato, la soluzione improbabile e il mestiere collaudato. Con lui
mai un momento di noia, la sensazione di ripetersi, l'autocompiacimento di fronte a un
mestiere sì bello ma in fondo pur sempre un lavoro, più quotidiano che eroico. Potrei
sottolineare i tanti incontri, le cene, i viaggi, tutto sempre condito da uno spirito di avventura
leggero e ironico. Farei però torto all'artista, immenso, raffinatissimo, mai banale. Una fortuna
averlo incontrato, conosciuto, lavorato, un po' perso con rammarico negli ultimi tempi. Salvo ha
rappresentato una delle più autentiche ragioni che mi hanno spinto ad approfondire questo
mestiere. Eppure raramente abbiamo parlato di pittura: molto più di libri, film, curiosità, calcio
anche. Di fronte a un suo quadro era sufficiente guardare. E lasciarsi andare. A dieci anni
esatti dalla retrospettiva che gli dedicò la GAM di Torino, una "medaglia" che Salvo accettò
con il suo solito pudore e la sua proverbiale riservatezza, la Galleria In Arco ripropone un
TORINOSETTE
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percorso esaustivo e completo nella pittura dell'artista siciliano, che era nato a Leonforte nel
1947, offrendo una sorta di "best of" di una carriera davvero importante, a partire dagli anni
Settanta, quando si consumò il definitivo passaggio da quello che Renato Barilli aveva
chiamato il concettuale differente al dipingere, fino ai tempi più recenti, in cui Salvo prosegue
nella sua esplorazione inesausta della pittura di genere, tra paesaggio, natura morta, scena
d'interno, inserendo raramente alcuni personaggi e figure. Una sfida soprattutto con se stesso,
nella ripetizione mnemonica, mai appuntata, di quegli elementi che servono nella costruzione
di un quadro al fine di raggiungere la perfezione, come in un'inquadratura cinematografica. Ho
voluto prelevare, per questa mostra, il titolo di un suo quadro: La strada di casa. Perché
tornare a scrivere di Salvo oggi per me significa davvero ritornare in uno dei luoghi per me più
cari e importanti nella mia attività di critico. La Galleria In Arco di piazza Vittorio Veneto, che
proprio nel 1990 aprì la nuova e definitiva sede con una sua spettacolare e rarissima mostra,
Interni con funzione straordinaria, un unico soggetto ripetuto tante volte su variazioni minime,
a ribadire se ce ne fosse ancora bisogno che la pittura è prima di tutto risultato del pensiero,
della teoria e dell'intelligenza. Sempre rispondendo a un invito di Sergio Bertaccini, mi sono
poi ritrovato a scrivere per Là, metà anni Novanta, uno dei testi a cui sono più affezionato
perché Salvo mi consentì l'utilizzo di una lingua sperimentale dove il linguaggio critico era
messo da parte in favore dell'esercizio mnemonico, una specie di Je me souviens ispirato al
grande maestro Georges Perec. Pubblichiamo ora, per l'occasione, un catalogo ancor più
ricco della mostra, un repertorio caleidoscopico di immagini e figure da sfogliare come un
album. Non di ricordi, soltanto, ma di frames a colori che dimostrano, una volta di più, la
grandezza solitaria, senza uguali, di un talento puro che ho amato tantissimo e di un uomo che
mi manca altrettanto. Non so dove sia Salvo ora, ma sono certo che se leggerà queste parole
le troverà esagerate, assumerà un'espressione tra il contrito e l'imbarazzato, chiedendomi per
favore di non esagerare" (Luca Beatrice). Orario: da martedì a sabato 10-13 e 16-19,30. Info:
011.19665399 - [email protected] - www.in-arco.com
fino al 29/04/2017
ore 18:30
Torino
Piazza Vittorio Veneto 3
"LIFE WORLD" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
"Life World", una selezione di opere fotografiche provenienti dalla Collezione di Isabel e
Agustin Coppel, a cura di Tanya Barson. Ispirata agli scritti del filosofo Vilem Flusser, la
mostra cerca di sviluppare ed espandere l'idea di una filosofia della fotografia o, nelle parole di
Flusser, di "contribuire a una discussione intorno al soggetto 'fotografia' in uno spirito
filosofico". Mira inoltre a illustrare come la fotografia sia diventata strumento chiave nello
sviluppo della coscienza umana in relazione alla 'mondità del mondo', riflettendo anche sullo
status filosofico della fotografia nel momento in cui Flusser scriveva, a partire dal suo 'Per una
filosofia della fotografia' (1983), per proseguire con 'Immagini: come la tecnologia ha cambiato
la nostra percezione del mondo' (1985): siamo agli albori della transizione dalla fotografia
come oggetto alla fotografia digitale. La mostra attinge alla ricca gamma di fotografie
racchiusa nella Collezione di Isabel e Augustin Coppel e la esamina, passando in rassegna
l'immagine che offre del mondo-vita in cui tutti esistiamo. In questa mostra, le idee di essere e
di coscienza sono analizzate con l'aiuto di tre concetti tratti dal pensiero fenomenologico: il
mondo sociale (mitwelt), l'ambiente o il mondo-intorno (umwelt) e il mondo interiore o proprio
(eigenwelt). Organizzata in questi tre principali gruppi di immagini, la mostra prende in esame
il ruolo che la fotografia ha svolto nel comunicare che cosa significa esistere, come noi
esistiamo insieme agli altri, e come sviluppiamo un'esistenza indipendente e il senso di una
nostra identità; in ciascuna categoria, la fotografia è un mezzo per riflettere sulla sfida di
essere nel mondo. A introdurre le tre sezioni un gruppo di opere selezionate che, nel loro
insieme, pongono la domanda: "Che cos'è una fotografia?", concentrandosi su alcune
caratteristiche che Flusser propone nelle sue tesi sulla fotografia e sul suo status filosofico. La
mostra include un'ampia gamma di pratiche fotografiche, oltre a una selezione di opere
realizzate con film, slide e nuovi media. Comprende opere di numerosi e importanti esponenti
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della fotografia del XX secolo, accanto ad alcune figure meno note, fra cui Berenice Abbott,
Vito Acconci, Bas Jan Ader, Doug Aitken, Manuel Alvarez Bravo, Francis Alÿs, Diane Arbus,
Ursula Arnold, Richard Avedon, Bernd & Hilla Becher, Sophie Calle, Henri Cartier-Bresson,
Larry Clark, Edmund Collein, Bruce Davidson, Rineke Dijkstra, Jim Dow, William Eggleston,
Tracey Emin, Walker Evans, Valie Export, Harun Farocki, Peter Fischli and David Weiss,
Robert Frank, Lee Friedlander, Carlos Garaicoa, Héctor García, Alberto Garcia Alix, Anna
Gaskell, Nan Goldin, Félix González-Torres, Dan Graham, Sigurdur Gudmundsson, Jitka
Hanzlová, Bill Henson, Candida Höfer, Kati Horna, Graciela Iturbide, Seydou Keïta, Julius
Koller, Helen Levitt, Philip Lorca DiCorcia, Cristina Lucas, Tuomo Manninen, Angel Marcos,
Teresa Margolles, Mary Ellen Mark, Gordon Matta Clark, Ana Mendieta, Enrique Metinides,
Ryiuji Miyamoto, Tina Modotti, Lazslo Moholy-Nagy, Zwelethu Mthethwa, Shirin Neshat,
Rivane Neueschwander, Arnold Newman, Kiyoshi Niiyama, Gabriel Orozco, Damien Ortega,
Bill Owens, Esteban Pastorino, Irving Penn, Martha María Pérez Bravo, Bernard Plossu, Albert
Renger-Patzsch, Miguel Río Branco, Herb Ritts, Daniela Rosell, Thomas Ruff, Ed Ruscha,
Sebastiao Salgado, August Sander, Cindy Sherman, Stephen Shore, Aaron Siskind, Melanie
Smith, Simon Starling, Thomas Struth, Superflex, Diana Thater, Wolfgang Tillmans, Ed Van
Der Elsken, Massimo Vitali, Annika Von Hausswolf, Edward Weston, Mariana Yampolsky,
Willy Zielke e Zoe Leonard. Orario: giovedì dalle 20 alle 23 (ingresso libero); venerdì, sabato e
domenica dalle 12 alle 19. Ingresso: intero 5 euro; ridotto 3 euro; gratuito con Abbonamento
Musei. Info: 011.3797600 - www.fsrr.org
fino al 30/04/2017
ore 19:00
Torino
Via Modane 16
PIOTR SKIBA ALLA GALLERIA GRGLT (GIORGIO GALOTTI)
La galleria Giorgio Galotti, in occasione dell'apertura della nuova sede, presenta la prima
personale di Piotr Skiba. La mostra presenta due opere in dialogo tra loro, realizzate per lo
spazio che le ospita, di cui una di dimensioni ambientali e una di dimensioni ridotte.
L'intervento punta a combinare due elementi basilari della pratica di Piotr; da un lato la
leggerezza dei materiali utilizzati e dall'altro il processo artigianale più arcaico attorno al quale
ruota l'elaborazione della sua ricerca. In quest'ultima produzione l'artista massimizza la sua
tecnica, introducendo al pubblico una composizione che attraversa aspetti differenti,
spaziando da un processo che parte dall'utilizzo di tessuti industriali di rame, che hanno subito
processi di ossidazione e combustione stravolgendone la forma e la colorazione, per arrivare
alla scultura tradizionale in bronzo, collocata al centro di una parete come un oggetto sacro e
onirico. Molti dei suoi progetti di esordio sono incentrati sui temi dell'esclusione,
dell'intolleranza razziale e l'alienazione sociale. Qui la riflessione si sposta sui materiali
utilizzati e abbandonati dall'industria moderna, che a contatto con l'ambiente assumono nel
tempo delle forme sinuose, integrandosi alla superficie terrestre. L'intenzione di Piotr è di
rivolgere l'attenzione sull'evoluzione di alcuni processi artificiali, che una volta dimenticati
tendono a perdere la loro configurazione di materiali di smaltimento, per rivelarsi parte di una
natura in grado di assorbire qualsiasi elemento estraneo ad essa, al punto da tramutare
oggetti artificiali in forme sinuose e vegetali. Con questa mostra Piotr Skiba entra in uno spazio
neutro e immacolato nello stesso modo in cui questi oggetti entrano a far parte dell'atmosfera
terrestre, adagiando le opere nell'ambiente della galleria, eludendo il concetto di "esposizione"
per sfruttare la possibilità di renderle fortemente connesse alla realtà in si cui trovano. Visite su
appuntamento: [email protected] - www.giorgiogalotti.com
fino al 30/04/2017
ore 18:30
Torino
Via Beinasco 16
ROBERT DOISNEAU AL FORTE DI BARD
La mostra "Robert Doisneau. Icônes", a cura dell'Atelier Robert Doisneau di Parigi e
TORINOSETTE
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dell'Associazione Forte di Bard, presenta una nuova selezione di fotografie realizzate dal
grande artista francese nel corso della sua straordinaria carriera. Fil rouge del percorso la
iconicità delle immagini, quelle che maggiormente hanno saputo conquistare l'immaginario
collettivo e il grande pubblico, a partire dal celebre bacio del 1950, Le baiser de l'Hôtel de ville.
Doisneau viene definito per i suoi ritratti e la sua straordinaria capacità di raccontare la realtà
nella sua quotidianità, un esponente della "fotografia umanista". E' lui, meglio di ogni altro, ad
aver immortalato i miti e le icone della Parigi del '900, cogliendone appieno il loro fascino.
Attraversando la Ville Lumière dalle rive della Senna alle periferie, regala un monumentale
affresco di Parigi e dei parigini, immortalando gli aspetti più curiosi e le contraddizioni della
società francese. I soggetti che lo hanno reso celebre sono i bambini e gli innamorati. In
mostra anche i ritratti di personalità quali Picasso, Giacometti, Prévert. Insieme ad Henry
Cartier-Bresson è considerato uno dei padri fondatori del fotogiornalismo di strada. Al centro
della sua fotografia c'è l'uomo con le sue emozioni, spesso colte nei momenti surreali che si
presentano nella vita di tutti i giorni. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e
festivi 10-19; la biglietteria chiude un'ora prima del Forte. Info: 0125.833811 [email protected] - www.fortedibard.it. Ingresso: 7 euro; ridotto 5 euro. Cumulativo World
Press Photo + Doisneau: intero 12 euro; ridotto 8 euro.
fino al 01/05/2017
ore 10:00
Bard (AO)
Forte di Bard
"TONALITA' TANGIBILI" AL MUSEO DEL CINEMA
"Tonalità Tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano. Dalle collezioni fotografiche del
Museo Nazionale del Cinema", mostra a cura di Marco Antonetto e Dario Reteuna (la sezione
Peretti Griva, da Giovanna Galante Garrone). Il pittorialismo, felice manifestazione della
fotografia d'arte, ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell'Ottocento e i primi
vent'anni del Novecento. L'elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso
concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa
stregua della pittura o del disegno. A questi autori di grande talento è dedicata la mostra
Tonalità Tangibili, primo, fra tutti, alla figura emblematica di Domenico Riccardo Peretti Griva e
alle sue poetiche "impressioni fotografiche" che ci introducono nel mondo del pittorialismo. La
mostra, prosegue alla Bibliomediateca Mario Gromo (via Matilde Serao 8/A; orario: lunedì e
venerdì 9-13; martedì e giovedì 9-17,30; mercoledì, sabato e domenica chiuso; ingresso
libero) con un approfondimento su temi cari a Peretti Griva: paesaggi, ritratti e animali "amici".
Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 9-20; sabato 9-23; martedì chiuso;
ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Aperture straordinarie durante la mostra: martedì
14 febbraio (S.Valentino), domenica 16 aprile (Pasqua), lunedì 17 aprile (Pasquetta), martedì
18 aprile, martedì 25 aprile (Liberazione), lunedì 1 maggio (Festa del Lavoro). Ingresso: intero
10 euro; ridotto (studenti universitari fino a 26 anni, over 65, gruppi min. 15 persone con
prenotazione obbligatoria) 8 euro; ridotto giovani e scuole (da 6 a 18 anni, gruppi scolastici) 3
euro; gratuito fino a 5 anni, disabili e accompagnatore, Abbonamento Musei e
Torino+Piemonte Card. Info: 011/8138560-561 - [email protected] - www.museocinema.it
fino al 08/05/2017
ore 11:00
Torino
Via Montebello 20
"DALLE BOMBE AL MUSEO" ALLA GAM
L'edificio che ospita la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino - meglio conosciuta
come Gam - salta all'occhio anche del visitatore più distratto: le sue forme sghembe, con le
pareti inclinate e i volumi irregolari, contrastano con le architetture circostanti, siano esse le
palazzine liberty della Crocetta o i portici di corso Vittorio. Fin dalla sua progettazione, la
nuova Gam voleva rompere col passato e, al tempo stesso, raccontarne la storia: una storia
fatta di grande sofferenza, dal momento che la vecchia sede fu spazzata via dai
TORINOSETTE
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bombardamenti che squassarono la città nel corso della Seconda guerra mondiale, tra il '40 e
il '45. La mostra "Dalle bombe al museo" intende ripercorrere l'itinerario di rinascita dell'arte
moderna in Italia attraverso il caso della Gam, la cui ricostruzione rappresenta un esempio
significativo del più ampio processo che porterà l'Italia a risollevarsi dagli orrori della guerra.
Curata da Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino, l'esposizione si apre con una serie di opere
emblematiche del museo bombardato, in parte distrutte e in parte restaurate, come la "Eva" di
Odoardo Fantacchiotti (1809-1877). Accanto a esse è possibile ammirare alcune delle opere
acquisite dalla Galleria ancor prima che i lavori di ricostruzione dell'edificio fossero completati,
a testimonianza della volontà dell'allora direttore dei Musei Civici Vittorio Viale di allestire una
collezione di respiro internazionale. Quadri come "Composition T 50-5" di Hans Hartung
(1950), ma anche "Dans mon pays" di Marc Chagall (1943) e "Ragazza seduta" di Giacomo
Manzù (1948), entrambi acquistati da Viale alla Biennale di Venezia del '48. E fu lo stesso
Viale a spingere perché l'edificio non fosse ricostruito tale e quale all'originale, ma fosse
indetto un bando per progettarne uno nuovo, moderno, che comunicasse anche esteriormente
un'idea di rinnovamento. Il concorso fu vinto da due giovani architetti ferraresi, Carlo Bassi e
Goffredo Boschetti, il cui lavoro culminò nell'inaugurazione del 31 ottobre 1959. La mostra
ripercorre lo sviluppo del cantiere attraverso una serie di fotografie d'epoca, che si affiancano
a quelle della vecchia sede, prima e dopo i bombardamenti. Un'ampia selezione di tavole
d'architettura, lettere e documenti originali arricchiscono il percorso, che - accanto a opere
come "Scultura di silenzio, Corneille" di Hans Jean Arp e "La cicogna" di Pinot Gallizio presenta tavoli, poltroncine, sedie e lampade di design, consentendo al visitatore di
immergersi nell'atmosfera di quegli anni. Una mostra che, come sottolinea il direttore della
Gam Carolyn Christov-Bakargiev, "intende ripercorrere la storia di un'utopia diventata realtà,
mettendo in luce la straordinaria capacità di un'intera città di trasformare la deformità della
guerra in un'idea propositiva verso il futuro". Orario: da martedì a domenica 10-18; la
biglietteria chiude sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero:
Abbonamento Musei e Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 [email protected] - www.gamtorino.it. Giovedì 23 marzo alle 17 visita guidata
speciale con Giorgina Bertolino, storica dell'arte e curatrice della mostra. Costo: biglietto
d'ingresso ridotto 8 euro (gratuito per studenti, abbonati Musei Torino Piemonte e Torino Card)
+ 5 euro la visita guidata. Massimo 20 persone a visita. Prenotazioni al numero 011.4436999.
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
"STRUTTURE E STILE" ALLA GAM
In contemporanea all'inaugurazione della mostra "Dalle bombe al museo:1942-1959" la GAM
apre al pubblico, nella sala "Archivi" del secondo piano, una mostra che documenta un
particolare capitolo della storia del museo. Il 18 giugno 1962 si apre alla Galleria Civica d'Arte
Moderna una grande mostra internazionale curata da Michel Tapié, dal titolo "Strutture e Stile Pitture e sculture di 42 artisti d'Europa America e Giappone". La mostra proponeva un
confronto internazionale di vaste proporzioni la cui importanza e portata furono chiare fin da
subito; Tapié, attraverso la pluralità delle sue ricerche che si sviluppano verso Parigi, Tokyo e
New York proietta il capoluogo piemontese al centro di una rete di rapporti e relazioni
internazionali che ne fanno una delle città italiane più favorite culturalmente. La mostra fu
realizzata in collaborazione con l'International Center for Aesthetic Research (ICAR), fondato
due anni prima da Tapié insieme all'architetto Luigi Moretti e diretto da Ada Minola, e allestita
negli spazi del museo con l'idea di trasferire nelle differenti sezioni espositive quella "possibile
classificazione delle materie e dei significati dell'Informale" chiarita nelle pagine dei suoi testi
teorici nei quali, ispirandosi alla teoria degli insiemi di Georg Cantor, approfondiva i rapporti tra
le scoperte scientifiche e le ricerche estetiche. Intorno all'opera "Scultura" di Sofu Teshigahara
in legno e foglia di rame, la mostra Archivi2 presenta una selezione di documenti provenienti
dall'Archivio della Fondazione Torino Musei e mette in luce la genesi di questa importante
esposizione attraverso le lettere, le fotografie originali dell'allestimento e dell'inaugurazione,
TORINOSETTE
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l'edizione originale del volume "Continuité et avant-garde au Japon" pubblicato da Fratelli
Pozzo Editori, esposti insieme ad alcune riviste e quotidiani con le recensioni della mostra.
Orario: da martedì a domenica 10-18; sabato 24 dicembre 10-14; domenica 25 dicembre
chiuso; lunedì 26 dicembre apertura straordinaria 10-18; sabato 31 dicembre 10-14; domenica
1° gennaio 14-18; venerdì 6 gennaio apertura straordinaria 10-18. La biglietteria chiude
sempre un'ora prima. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Ingresso libero: Abbonamento Musei e
Torino Card. Info: 011.4429518 - 011.4436907 - [email protected] www.gamtorino.it
fino al 14/05/2017
ore 18:30
Torino
Via Magenta 31
SAN SECONDO DI PINEROLO - "TIEPOLO E IL SETTECENTO VENETO" AL CASTELLO
DI MIRADOLO
"Tiepolo e il Settecento veneto", esposizione a cura di Giovanni Carlo Federico Villa, dedicata
a Giambattista e Giandomenico Tiepolo. La mostra si sviluppa intorno a preziosi capolavori,
provenienti dalle sale della Pinacoteca di Palazzo Chiericati di Vicenza. Un viaggio attraverso
dipinti, disegni, acqueforti, incisioni e sculture, raccontando dell'importanza avuta dalla pittura
veneta, ancora nel XVIII secolo, del ruolo dei Tiepolo, padre e figlio. Nelle sale del Castello di
Miradolo sono presentati i grandi temi del Secolo dei lumi, dalla pittura di paesaggio alla
natura morta, dalle storie mitologiche alle grandi pale d'altare, attraverso le opere dei
protagonisti della stagione pittorica europea Settecentesca. In mostra si posso ammirare gli
incunaboli della storia del paesaggio, dalla celeberrima "Prospettiva di rovine con figure"
compiuta verso la metà del terzo decennio da Marco e Sebastiano Ricci, tra le opere più note
e studiate del Settecento veneto, al "Paesaggio con arco trionfale e monumento equestre" di
Luca Carlevarijs, che introducono a un affondo sui grandi Maestri veneti, da Aviani a
Brisighella a Zais, e sulla natura morta. Prezioso è il confronto tra due grandi artisti veneti:
Giambattista Piazzetta e Giambattista Tiepolo, di vent'anni più giovane del collega. L'"Estasi di
San Francesco" di Piazzetta, dipinta nel 1729 per la Chiesa conventuale dell'Araceli di
Vicenza, che ritrae il Santo svenuto e sfinito, soccorso da un angelo, è opera esemplare per
Tiepolo, con i suoi profondi contrasti chiaroscurali. L'"Immacolata Concezione" di Tiepolo,
dipinta nel 1733-1734, testimonia la raggiunta autonomia del pittore che libero dal pathos
tardobarocco e dalla pratica delle luci artificiali è approdato a una pittura di pura luce, che
ripudia l'ombra. Egli ha primeggiato per uno stile senza confronti per qualità e genio inventivo,
capace di mettere in scena nelle sue opere rappresentazioni straordinarie. Ha riportato l'arte
della Serenissima Repubblica agli splendori cinquecenteschi, imponendola come l'essenza
stessa della modernità a livello europeo. Sono inoltre eccezionalmente presentati a Miradolo
"Scherzi e Capricci", brevi movimenti allegri e veloci, interpretati da Giambattista nelle sue
acqueforti, che ci riportano alla tradizione classica con suggestive narrazioni di sacrifici pagani,
scene pastorali, paesaggi agresti. Un racconto in quasi cinquanta opere, che permette di
ammirare anche tele riscoperte da recenti restauri, come il recupero della "Decollazione di San
Giovanni Battista" di Giandomenico Tiepolo, nel contrasto tra gli incarnati del santo e quelli del
boia, le vesti sgargianti e le ombre profonde della passione. Come di consueto la mostra è
arricchita da una colonna sonora dedicata, appositamente realizzata per questa esposizione
dal progetto Avant-dernière pensée. Un'installazione sonora che accompagna il visitatore
restituendo la suggestione di un'epoca, e rimandando alle opere esposte, all'ambiente artistico
e alla stagione pittorica cui appartengono. Orario: giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica e
lunedì 10-18,30; chiuso il martedì e il mercoledì. Per gruppi e scuole aperto, su prenotazione,
anche oltre il normale orario di visita. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro (gruppi,
convenzionati, studenti fino a 26 anni, over 65); ridotto dai 6 ai 14 anni 3 euro; gratuito bambini
fino a 6 anni, Abbonati Musei. Info: 0121.502761 - [email protected] www.fondazionecosso.com. Sabato 25 marzo alle 14 servizio navetta da Torino (piazza Carlo
Felice angolo corso Vittorio Emanuele II) al Castello di Miradolo. Costo: 9 euro a persona.
Richiesta la prenotazione al numero 0121.502761
TORINOSETTE
251/263
fino al 14/05/2017
ore 15:00
San Secondo di Pinerolo (TO)
Via Cardonata 2
"L'ITALIA DI MAGNUM" A CAMERA
La mostra "L'Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin" è un vero e proprio
viaggio per immagini lungo la penisola. Un itinerario lungo settant'anni, dal dopoguerra a oggi,
che racconta il Belpaese attraverso l'obiettivo di venti grandi fotografi. L'esposizione, curata
dal neo direttore di Camera Walter Guadagnini con la collaborazione di Arianna Visani,
costituisce la prima tappa di "Magnum Photos 70", un progetto nato per celebrare
l'anniversario della storica agenzia francese che nei prossimi mesi toccherà Brescia, Cremona,
Parigi e New York. La mostra torinese, suddivisa per decenni, è introdotta da un omaggio a
Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni Trenta. Il racconto del decennio
successivo è affidato a Robert Capa e David Seymour, che presentano due serie fotografiche
dall'atmosfera opposta: il primo mostra un paese in rovina, travolto dagli esiti drammatici della
guerra; il secondo - immortalando i turisti che nel 1947 tornano a visitare la Cappella Sistina ne testimonia la voglia di rialzarsi, facendo leva sull'eterna bellezza del proprio patrimonio. Il
rapporto con l'arte è al centro della sezione dedicata agli anni Cinquanta, nella quale Elliott
Erwitt, Herbert List e René Burri pongono il proprio sguardo rispettivamente su Roma,
Cinecittà e Milano all'epoca della storica mostra di Picasso del '53. Le istantanee del trionfo di
Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma, scattate dal fotografo tedesco Thomas Hoepker,
introducono lo spazio dedicato agli anni Sessanta, completato da una serie di Bruno Barbey
sui funerali di Togliatti e da un reportage di Erich Lessing a Cesenatico. L'atmosfera degli anni
Settanta è ben restituita da Fernando Scianna, Leonard Freed e Raymond Depardon: il primo
attraverso il racconto della sua terra, la Sicilia; gli altri testimoniando due passaggi chiave
dell'Italia del tempo, il referendum sul divorzio e la Legge Basaglia. Ancora Scianna,
immortalando un giovane Berlusconi in ascesa, mette in luce lo spirito del decennio
successivo, i cui contrasti sono mirabilmente documentati da Martin Parr (il turismo di massa)
e Patrick Zachmann (la malavita organizzata). L'ultima sala, dedicata agli anni Novanta e
Duemila, ospita lavori di Alex Majoli, Thomas Dworzak, Peter Marlow e Chris Steele-Perkins, a
cui si affiancano alcune potenti immagini di Paolo Pellegrin e una sequenza di Mark Power
dedicata ai luoghi simbolo della cultura italiana. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e
domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro, ridotto 6 euro (fino a
26 anni, over 70), gratuito con Abbonamento Musei. Info: 011.0881150 - www.camera.to
fino al 21/05/2017
ore 11:00
Torino
Via delle Rosine 18
VALERIO SPADA A CAMERA
"Valerio Spada. I am nothing", a cura di Francesco Zanot. La mostra presenta in anteprima il
lavoro realizzato dal fotografo insignito della prestigiosa Guggenheim Memorial Foundation
Fellowship sulla mafia siciliana, narrata attraverso le storie di alcuni boss e latitanti, unite ai
segni della sua inesorabile penetrazione nel tessuto sociale. Dopo il successo nel 2011 della
serie "Gomorrah Girl", in cui le vicende di alcune giovani servivano a filtrare un racconto sui
fatti e i comportamenti della camorra napoletana, Spada continua la sua esplorazione della
criminalità organizza