Le avanguardie del primo Novecento (Parte 1)
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Le avanguardie del primo Novecento (Parte 1)
CORSO DI STORIA DELL'ARTE A.S. 2010-2011 classi IIIB, IIIC, III D e IIIE INDICE DELLE FONTI BIBLIOGRAFICHE - ANTOLOGIA ESSENZIALE DEGLI SCRITTI D'ARTE Le avanguardie del primo Novecento – Parte 1: i Fauves, Die Brücke, Der Blaue Reiter. Wilhelm Worringer (Aachen 31.1.1881 - Monaco 23.3.1965). Critico e storico dell'arte tedesco. Partendo dalle teorie della Reine Sicht (1) Barkeit "pura visibilità" e dell'Einfühlung "empatia"(2) elaborò un modello di interpretazione dell'opera d'arte che faceva riferimento non alla forma dell’oggetto in quanto entità percepibile dai sensi, ma alla reazione suscitata nel soggetto che lo contempla. Abstraktion und Einfühlung (Astrazione e empatia). München, 1908. (1) La teoria della pura visibilità fu proposta per la prima volta da Konrad Fiedler nel saggio "Giudizio delle opere d’arte figurativa" del 1876. (2) Il termine Einfühlung fu introdotto e sviluppato da Robert Vischer nel saggio " L'atto estetico e la forma pura" (1874) e trovò la sua più ampia e definitiva sistemazione nel pensiero di Theodor Lipps → "Estetica" (1903-1906). Carl Einstein (Newvied 1885 – Pau 1940) Poeta, saggista e romanziere. Esponente di spicco dell'espressionismo berlinese scrisse il primo saggio dedicato alla scultura africana intesa come creazione artistica. L'opera conteneva 111 illustrazioni di 85 sculture africane e 9 oceaniche ed è attualmente un'importante testimonianza sul tipo e la qualità delle sculture africane presenti in Europa nel periodo della scoperta delle "arti negre". Negerplastik. Lipsia, 1915. Vasilij Kandinskji (Mosca 4.12.1866 - Neuilly-sur-Seine 13.12.1944) Lo spirituale nell'arte. München, 1911. Da " Lo spirituale nell'arte ". Sull'effetto del colore […] Se si considera una tavolozza coperta di colori si hanno due risultati: 1. si ha un effetto puramente fisico, cioè l'occhio è affascinato dalla bellezza e H. Matisse Armonia in rosso, 1908. Olio su tela. San Pietroburgo, Ermitage. Dalla minuta della lettera di Matisse a Sergej Ščukin del 6 agosto 1908 (in La correspondance de Matisse avec le collectioneurs russe, Moskva-Paris 1993, p.92). "Era già un mese che ritenevo terminata la G. N. M. (1) e l'avevo appesa alla parete del mio atelier per meglio studiarla. Proprio in questo periodo Druet (2) l'ha fotografata. Poi ha cominciato a sembrarmi non abbastanza decorativa e non ho potuto trattenermi dal rimetterci nuovamente mano, cosa di cui adesso mi rallegro. Infatti, anche quelli che inizialmente dicevano che era fatta bene, adesso la trovano molto più bella. Io personalmente sono molto soddisfatto dello schema. Le mando la fotografia del suo stato e cerco di darle un'idea del colore attraverso uno schizzo ad acquerello (3). Il suo prezzo è di 4.000 franchi…" (1) Grande Natura Morta. (2) Eugéne Druet (1868-1917) mercante d'arte e fotografo di Rodin. (3) Lo schizzo ad acquerello è andato perduto così come l'originale della lettera. dalle qualità dei colori. L'osservatore prova un senso di appagamento, di gioia come un buongustaio che gusta una squisitezza. Solo con l'elevarsi dell'uomo si allarga la cerchia delle qualità che oggetti ed esseri hanno in sé. A uno stadio più evoluto questi oggetti e questi esseri acquistano un valore interiore e infine un suono interiore. La stessa cosa avviene per il colore, che su chi è poco sensibile ha solo un effetto superficiale, destinato a sparire con lo sparire dello stimolo. Ma anche questo semplicissimo Mario Scotognella Pagina 1 di 2 CORSO DI STORIA DELL'ARTE A.S. 2010-2011 classi IIIB, IIIC, III D e IIIE INDICE DELLE FONTI BIBLIOGRAFICHE - ANTOLOGIA ESSENZIALE DEGLI SCRITTI D'ARTE effetto è di diversi tipi. L'occhio è attratto dai colori chiari, soprattutto dai più chiari e dai più caldi: il rosso cinabro attrae ed eccita come la fiamma, che ha sempre affascinato l'uomo. Il giallo-limone squillante ferisce a lungo l'occhio, come un acuto squillo di tromba ferisce l'orecchio. L'occhio diventa irrequieto, non riesce a fissarlo, e cerca profondità o riposo nel blu o nel verde. Ma a uno Ernst Ludwig Kirchner, Cinque donne per la strada, 1913. Olio su tela. Colonia, Wallraf-Richartz Museum. […] Come Worringer, Kirchner dipinse spesso la modernità come primitiva, non solo nella figura della prostituta primitiva ereditata da Manet e Gauguin via Matisse e Picasso, ma anche nelle strade della città moderna dove, per osservatori come Simmel (1), la prostituta era emblema di una generale regressione. Proprio come il mondo naturale, secondo Worringer, appariva caotico ai primitivi, così secondo Kirchner, anche il mondo urbano appariva caotico ai moderni (l'industrializzazione tedesca fu veloce e furibonda durante le prime due decadi del secolo). […] Questo effetto diventa ancora più estremo nelle strade che Kirchner dipinse a Berlino dopo il suo trasferimento in questa città, con altri membri del Ponte, nel 1911: i colori dei quadri diventano più aspri, le prospettive più perverse (adattò cubismo e futurismo ai suoi intenti) e le figure (spesso prostitute e loro clienti) sono ansiosi-blasé (2). […] H. Foster, R. Krauss, Y-A Bois, B. Buchloch, Arte del 1900. London, 2004 stadio più evoluto questo effetto elementare ne provoca un altro, più profondo e coinvolgente. In questo caso si ha: 2. l'altro fondamentale risultato dell'osservazione del colore, cioè il suo effetto psichico. Emerge allora la forza psichica del colore, che fa emozionare l'anima. La forza fisica primaria, elementare, diventa la via del colore verso l'anima. Resta ancora da stabilire se questo secondo effetto sia realmente immediato, come sembrerebbe dalle ultime righe o se si raggiunga per associazione. Poiché l'anima è strettamente legata al corpo, è anche […] E, soprattutto, le sue figure sinuose degli "Strassenbilder" (scene di strada) berlinesi esprimono il più totale isolamento che si avverte in un gruppo privo di radici in un ambiente anonimo e privo di coesione affettiva, dove l'eleganza delle silhouettes e dei motivi dell'abbigliamento, segnata dal gusto di una Belle époque senza gioia, stride con il ghigno amaro di volti che non si guardano; e importa assai poco stabilire che si tratti o meno di un gruppo di prostitute: il male di questi personaggi è comunque nell'anima. […] Jolanda Nigro Covre, Espressionismo. Firenze, 1997. (1) Georg Simmel (Berlino 1858-Strasbrugo 1918) filosofo e sociologo tedesco. (2) blasé: che si mostra scettico, indifferente; nell'accezione di Simmel, blasé è peculiare del tipo metropolitano il quale sviluppa un atteggiamento mentale che lo protegge contro le correnti minacciose e le contraddizioni del suo ambiente esterno. possibile che un'emozione mentale ne susciti per associazione una corrispondente. Ad esempio il rosso, essendo il colore della fiamma, potrebbe provocare un'emozione mentale simile alla fiamma. Il rosso fiamma ha un effetto eccitante che può perfino provocare sofferenza, forse perché assomiglia al sangue. In questo caso risveglia il ricordo di un elemento fisico che indubbiamente fa soffrire. […] In generale il colore è un mezzo per influenzare direttamente l'anima. Il colore è il tasto. L'occhio il martelletto. L'anima è un pianoforte con molte corde. L'artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l'anima. E' chiaro che l'armonia dei colori è fondata solo su un principio: l'efficace contatto con l'anima. Questo fondamento si può definire principio della necessità interiore. [da V. Kandinskij Lo spirituale nell'arte, a cura di E. Pontiggia, Milano 1989 pp 4346] H. Matisse, La gioia di vivere, 1906. Olio su tela. Barnes Foundation Merion Pennsylvania. […] Sei mesi dopo lo scandalo fauve… Matisse progettò con cura la sua composizione nel modo più accademico, stabilendo dapprima la scena a partire dagli abbozzi realizzati a Collioure e poi disponendovi ad una ad una le figure o i gruppi di figure che aveva studiato separatamente… Non erano mai state usate superfici di colore puro su così vasta scala, con tanti violenti urti di toni primari; mai contorni così spessi dipinti anche in toni chiari avevano danzato come liberi arabeschi; mai anatomie erano state così deformate, corpi fusi come fossero di mercurio. eccetto forse nelle stampe di Gauguin che Matisse aveva appunto rivisto durante l'estate […]. H. Foster, R. Krauss, Y-A Bois, B. Buchloch, Arte del 1900. London, 2004 Mario Scotognella Pagina 2 di 2