di aerei senza pilota
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di aerei senza pilota
DRonEziNe La prima rivista italiana sui droni anno II - N. 6 settembre/ottobre 2014 6,50 EURO SPECIALE SCUOLE DI VOLO DIVENTARE PILOTA DI AEREI SENZA PILOTA L’ENAC CI SORPRENDE CIFALDI: I PICCOLI DRONI VOLERANNO SULLA TESTA DELLA GENTE INTERVISTA ESCLUSIVA! TECNICA IL MOTORE CHE NON TI ASPETTI DRonEziNe - 1 magazine ® The Future is Now www.flytop.it DRonEziNe - 2 Largo Domenico Donzelli, 6 - 00168 Roma - Tel. +39 06 39.74.93.97 - Fax +39 06 66.73.60.07 - Email: [email protected] sommario Rubriche 04 Editoriale 05 Iniziative 50 Associazione Regole 08 Droni e aeromodelli 14 Enac: piccoli droni sulla testa della gente 08 formazione 18 Come comincio? 20 Speciale scuole di volo 36 Sapr, la formazione del personale di volo INDUSTRIA 39 Italdron, da Ravenna a Pechino 14 Tecnica 40 Droni, il motore che non ti aspetti 44 I segreti del brushless ricerca 46 Perché cadono i droni 20 18 DRonEziNe - 3 editoriale di luca masali Settembre si torna a T per lavorare con i droni la scuola è un obbligo di legge. chi vola per hobby invece non NE ha alcuN BISOGNO DRonEziNe - 4 scuola ra mille polemiche, e a colpi di circolari che a volte chiariscono e a volte confondono ancora di più le idee, si delinea sempre di più il quadro normativo che regola la filiera dei sapr in Italia. In questo lavorìo normativo e legale, durante l’estate Enac ha abilitato una decina di scuole di volo in Italia. E purtroppo, nessuna al Sud. Queste scuole sono il punto di partenza su cui costruire una carriera di futuro pilota di droni. Danno “l’attestato di competenza”, che permette di autocertificare la conoscenza delle regole dell’aria, indispensabile per affrontare il volo nelle aree critiche e non critiche. Sono scuole che danno un insegnamento teorico, fatto di regolamenti, nozioni di aerodinamica, meteorologia, radiocomunicazioni, e che dovrà essere completato dal secondo attestato, quello di “capacità”, rilasciato dal costruttore del drone. Peccato che, al momento, i droni certificati in Italia siano una manciata e tra questi non ci sia nessun modello commerciale a basso costo, quindi praticamente non c’è la possibilità di ottenere l’attestato di capacità su un drone diffuso (unica eccezione, l’Anteos di Aermatica, macchina interessante ma decisamente di nicchia). La buona notizia è che le scuole di volo da noi interpellate ci hanno promesso di essere più che interessate a offrire anche il corso pratico, non appena crescerà la flotta di droni certificati. Il corso da pilota di drone assomiglia moltissimo a quello teorico per pilotare gli aerei ultraleggeri, a cominciare dal monte ore necessario (33) e dal “syllabus”, cioè l’elenco delle materie di studio. Ne deriva che il costo non è popolare, siamo attorno ai 500-700 euro, e l’impegno, per i corsi più intensivi, porta via due weekend. Per facilitare al massimo i soci di DronEzine, abbiamo cercato di stringere accordi con tutte le scuole italiane, in modo che i soci possano avere uno sconto sul costo delle lezioni. Per ora siamo riusciti ad accordarci con 7 scuole su 10, un risultato che ci inorgoglisce, e per le altre non abbiamo perso la speranza di poterci accordare in futuro. La formazione dei piloti di sapr è cruciale: chi affronta oggi questo impegno fa un primo, significativo passo verso una professione che in futuro è destinata a diventare sempre più richiesta e importante. Scegliere bene la scuola è fondamentale: è un investimento che si fa una volta sola nella vita, e la qualità dell’offerta è ben più importante del puro e semplice costo: non è solo un “pezzo di carta” che abilita a pilotare droni per fare lavoro aereo, ma è la prima occasione di entrare nel mondo dell’aviazione e scoprire come funzionano le cose “là sopra”. Per questo, in questo numero di DronEzine abbiamo dedicato uno spazio molto importante alle scuole di volo. Per conoscerle da vicino e per scegliere bene. LA GUIDA GALATTICA DEL MULTIROTORISTA 9.90 eu ro ci di per i so e zin DronE Il primo manuale in italiano sui droni, a cura di DronEzine. Un libro di 128 pagine per muovere i primi passi nel mondo dei quadricotteri, multicotteri e dei piccoli droni civili. Lo trovi qui * * Su Lulu è sempre disponibile, la tua copia viene stampata per te entro tre giorni e spedita subito a casa tua. Negli altri store, le copie potrebbero essere temporaneamente esaurite data l’alta richiesta. INIZIATIVe dinsieme ronezine e rai expo per mostrare l’Italia dall’alto In vista di Expo 2015, DronEzine e Rai Expo lanciano un’iniziativa congiunta: manda anche tu il tuo video per mostrare al mondo l’Italia vista dall’alto I n collaborazione con DronEzine, Rai Expo, la struttura della RAI dedicata a Expo 2015, ha cominciato a pubblicare i migliori video ripresi dai droni per mostrare dall’alto l’Italia agricola e il paesaggio delle nostre campagne a tutto il mondo. I lettori di DronEzine sono invitati a partecipare, inviando i video ripresi col drone per mezzo di www.wetransfer.com all’email [email protected] oppure [email protected]. Durata ideale: 60“. Sarà sempre pubblicato il nome dell’autore. Non sarà mai pubblicato il nome dell’eventuale azienda che li ha prodotti (quindi niente marchi sul video). Nell’introduzione alla pagina verrà sempre scritto che gli autori sono lettori di DronEzine (www.dronezine.it). Sarebbe molto utile offrire agli utenti del sito, da parte vostra, la localizzazione esatta della zona di ripresa e qualunque nota che spieghi ciò che è stato ripreso. Per la tutela dei diritti di sfruttamento del materiale inviatoci DRonEziNe - 6 applichiamo la licenza Creative Commons CC BY-NC-ND 3.0 IT che obbliga alla pubblicazione della firma di autore/i (attribuzione), a nessun sfruttamento commerciale da parte della Rai e a nessuna manipolazione del contenuto. Nel caso si volesse utilizzare il video come contributo per una produzione RaiExpo, gli autori verranno contattati per un probabile accordo di altro tipo. È sufficiente perciò aggiungere alla propria email di invio del materiale la frase: “Sono d’accordo che mettiate nel sito expo. rai.it il mio materiale, qui allegato, sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-ND 3.0 IT.” «Conosciamo tutti la forza delle immagini» si legge sul sito Rai. I video inviati dai lettori di DronEzine, che noi chiamiamo “osservatori dall’alto e operatori dal basso”, ci faranno volare sui campi di grano, le risaie, i fiumi, i laghi, i mari, i canali, le irrigazioni, i pascoli, i frutteti, le vigne, gli orti, le serre, i mulini, i mercati in piazza, i lavori alle macchine, le sfide alle intemperie. Ci mostreranno schegge del “pianeta che nutre il Pianeta”, dell’energia che gli umani mettono per cibare i più di 7 miliardi di loro simili, a volte testimoniando, sempre dall’alto, anche gli scempi, i malanni, gli errori, le indifferenze, gli sprechi e le colpevoli incurie di altri umani meno consapevoli della fame del Pianeta». iniziative Nuova filiera del mais in Abruzzo Antonello Di Matteo «Ho voluto narrare una filiera del mais alternativa, sempre più presente sui campi italiani. Il sito coi silos è un impianto di digestione anaerobica, dove il mais viene fatto fermentare per produrre metano, poi utilizzato in loco per la produzione d’energia.» boschi e vigneti a parella Massimo Furno Parella (Parela in piemontese) è un comune di 488 abitanti della provincia di Torino. Fa parte del territorio del Canavese e il castello che ospita, risalente al XIII secolo poi rimaneggiato nel XVII secolo, è inserito nel circuito dei castelli canavesani. L’acqua del Tevere a Monterotondo Massimo Civitelli Arezzo Monterotondo è un comune della provincia di Roma, ed è tra le città decorate con la medaglia d’argento al Valor Militare, per l’eroica resistenza. Sorge lungo il percorso di due delle più antiche vie consolari: la via Nomentana e la via Salaria e dista dal capoluogo circa 26 km. Campagne e vigneti di Soleminis Gabriele Argiolas Soleminis (Solèminis in sardo) è un comune italiano di 1.854 abitanti della provincia di Cagliari, situato a circa 18 km dal capoluogo, lungo la strada statale n. 387. Di rilievo il parco regionale di Monti Arrubiu, area protetta gestita dalla Regione Sardegna. Il grano e la volpe nel Canavese Massimo Furno Il Canavese è una regione storico-geografica del Piemonte estesa tra la Serra di Ivrea, il Po, la Stura di Lanzo e le Alpi Graie, ossia il territorio compreso tra Torino e la Valle d’Aosta e, verso est, il Biellese e il Vercellese. DRonEziNe - 7 droni e aeromodelli per la legge che differenza c’è? Dal punto di vista tecnico sono esattamente la stessa cosa. Ma dal punto di vista legale sono mondi completamente diversi P er fare volare un drone occorrono corsi di pilotaggio e di cultura aeronautica, certificazioni, autorizzazioni. Per gli aeromodelli è tutto molto più semplice: la tradizione è antica e negli anni gli aeromodellisti si sono dati un regolamento semplificato e basato sul buonsenso, che alla fine Enac ha raccolto nell’articolo 23 del Regolamento sui droni. Esso non prevede molti obblighi: si può volare finché c’è luce in qualsiasi posto l’aeromodellista ritenga adatto, lontano da persone, cose e ostacoli, a una quota massima di 70 metri, che diventano 150 per chi ha l’attestato di aeromodellista. Gli aeromodellisti hanno infatti un “patentino”, l’attestato appunto, che è facoltativo, e possono volare tranquillamente su droni autocostruiti, anzi, sono incoraggiati a farlo visto che la costruzione è il sale dell’hobby. Per loro non esiste obbligo di assicurazione, anche se sarebbe davvero da incoscienti volare senza: se per i professionisti assicurare un drone costa grosso modo come assicurare un’auto, l’assicurazione per aeromodellisti costa pochissimo (35 euro all’anno per i soci di DronEzine) e copre in tutto il mondo, Stati Uniti e Canada esclusi. a cura della redazione Niente manuali, niente scuole, niente carta bollata, anche se il drone è gigantesco e arriva a 25 chili. E se è più grande cambia ben poco, semplicemente non si può volare in un prato qualunque ma bisogna andare in un campo volo per modellismo, e il pilota deve essere maggiorenne. Ma cosa distingue esattamente un aeromodello da un drone? L’abbiamo chiesto a Francesco Paolo Ballirano, l’esperto legale di DronEzine. «La distinzione aeromodello/sapr non dipende dal modello di drone. Il Regolamento Enac definisce “aeromodello” un dispositivo aereo a pilotaggio remoto utilizzato per fini ricreativi e sportivi. Inoltre, non può essere dotato di equipaggiamenti che ne permettano un volo autonomo e deve navigare sotto il controllo visivo dell’aeromodellista. Devono essere seguite le prescrizioni di volo previste dall’art. 23 del Regolamento. Se sono rispettati tali requisiti, i droni utilizzati i droni lavorano gli aeromodelli giocano DRonEziNe - 8 normativa Drone o aeromodello? La differenza non sta nell’equipaggiamento, fotocamere comprese, ma nell’uso che se ne fa. Solo i sapr possono fare lavoro aereo, vietato agli aeromodelli. sono qualificabili come aeromodelli; se non vengono rispettati, i droni non possono essere considerati aeromodelli ma sono soggetti alle disposizioni previste per i sapr», spiega Ballirano. In altre parole, l’unica differenza tra droni e aeromodelli sta nell’uso: lo stesso oggetto, se fa lavoro aereo è un drone (sapr), se sta volando per hobby è un aeromodello. Non è la macchina a fare la differenza, e nemmeno l’equipaggiamento: un aeromodello deve volare a vista e non può fare volo autonomo, ma può essere equipaggiato di sistemi FPV (volo in prima persona) o gps, purché l’intero volo sia svolto sotto la supervisione dell’aeromodellista, o di un secondo pilota (magari connesso via maestro-allievo alla radio del pilota) che possa in ogni momento prendere in mano i comandi. In molti pensano che se un aeromodello ha la telecamera diventa un drone e come tale ricade nella regolamentazione dei sapr. «L’uso ricreazionale e sportivo è l’elemento fondamentale per distinguere gli aeromodelli dagli aeromobili (e i sapr), che possono invece effettuare operazioni di volo per fini commerciali e svolgere attività di impresa. Se ne può dedurre che un aeromodello utilizzato esclusivamente per scopi ricreativi e sportivi non è qualificabile come aeromobile e quindi non è soggetto alla sua disciplina. Ricordiamo, infatti, che ai sensi del Codice della Navigazione i Chi è Francesco Paolo Ballirano Dopo la laurea presso la LUISS Guido Carli, Francesco Paolo Ballirano ha collaborato con primari studi legali internazionali specializzati nel diritto della navigazione aerea e, più in generale, in tutte le tematiche relative al settore dell’aeronautica civile. La partecipazione ai numerosi convegni sul trasporto aereo, i continui rapporti con l’Enac e le principali autorità di settore, la ricerca e lo studio sulle specifiche tematiche del diritto della navigazione aerea lo hanno portato a sviluppare una vera passione scientifica che va oltre la vita professionale. Ballirano risponde alle domande legali dei soci di DronEzine: per accedere al servizio, fai clic qui (edizione digitale) o inquadra il codice QR con il cellulare o il tablet. Attenzione La risposta è fornita gratuitamente e solo per finalità informative e divulgative e in nessun caso può essere considerata un parere legale, ma rappresenta un primo orientativo inquadramento, per quanto possibile approfondito e dettagliato, sulle questioni giuridiche sottese alla domanda. La risposta fornita a ogni singolo associato non implica la costituzione di un rapporto professionale con il consulente legale ed è completamente gratuita. Nessuno deve pertanto sentirsi obbligato ad agire in base alle informazioni fornite senza una approfondita consulenza legale professionale. gli aeromodelli possono volare con la telecamera ma occhio A non violare la privacy DRonEziNe - 9 normativa Rispettare gli spazi privati Una ripresa intrusiva, come quella che mostra situazioni di vita privata nelle abitazioni, è senza dubbio illecita. Invece le persone riprese all’aperto per la legge sono parte del paesaggio. velivoli a pilotaggio remoto sono equiparati, con le dovute specificità, agli aeromobili tradizionali. Da ciò discende che un aeromodello non può svolgere lavoro aereo: perché ci sia lavoro aereo infatti è necessario che vengano svolte attività commerciali diverse dal trasporto aereo mediante l’uso di aeromobili (Annesso VI dell’ICAO, e Regolamento Enac “Rilascio licenza per l’esercizio di lavoro aereo”). L’espressione “lavoro aereo” comprende in sé tutte le attività commerciali che non hanno a oggetto il trasporto di posta, merci o persone. Sotto tale punto di vista una videocamera non caratterizza un drone come aeromodello o sapr, atteso che la sua presenza non ne cambia la destinazione, a patto che ne venga fatto un uso per fini commerciali. L’aeromodello quindi, pur provvisto di videocamera, può essere utilizzato per fini hobbistici, di diletto, o sportivi. Riesaminando i punti che precedono, nulla osta a che un aeromodello possa essere definito tale pur in presenza di videocamera. Tale analisi, come già detto, parte dal concetto “ricreazionale o sportivo” utilizzato per definire un aeromodello. Se la videocamera non viene utilizzata per pilotare il dispositivo in zone che si trovano al di fuori del controllo visivo del pilota e i filmati prodotti non sono og- getto di attività commerciali, ma sono oggetto di uso privato, non v’è ragione alcuna per definire un aeromodello come qualcosa di diverso. Semmai, il problema attiene alla privacy. In conclusione, una videocamera non è l’elemento distintivo di un sapr o di un aeromodello, ma, piuttosto, l’uso ricreativo (o sportivo), combinato con le altre caratteristiche elencate all’articolo 5 del Regolamento, rende il drone classificabile come aeromodello.» Quindi un aeromodello con la telecamera resta un aeromodello. Ma ci dicevi che bisogna fare attenzione alla privacy. «La privacy è un tema a cui l’opinione pubblica è molto sensibilizzata. Sotto tale profilo, da più parti è stato sottolineato che l’uso dei droni potrebbe essere un serio problema per la sua tutela. Le implicazioni con la privacy attraverso l’uso dei droni non sono sfuggite all’Enac, che all’art. 22 del Regolamento ha stabilito, ai fini del rilascio dell’autorizzazione, l’obbligo di specificare eventuali profili di criticità relativi al trattamento di dati personali. In sostanza, l’operatore che voglia ottenere l’autorizzazione deve necessariamente indicare tutti i rischi relativi a un trattamento dei dati personali altrui durante il volo. Oltre che per gli operatori autorizzati, il punto 2 dell’art. 22 impone in via generale a tutti i sapr (ma anche a tutti gli aeromodelli) che il trattamento dei dati personali debba essere Volare con gli aeromodelli fuori dai campi Spesso si pensa che gli aeromodelli debbano volare nei loro campi, ma questo non è vero: è un obbligo solo per i super maxi oltre i 25 chili e altri aeromodelli speciali particolarmente grandi e potenti. Nella foto, il meeting FIAM al Monte Cucco. DRonEziNe - 10 normativa effettuato nel rispetto del Decreto legislativo del 30 giugno 2003, n. 196 e successive modificazioni (Codice della Privacy), con particolare riguardo all’utilizzo di modalità che permettano di identificare l’interessato solo in caso di necessità ai sensi dell’art. 3 del Codice stesso.» E quindi come e dove possiamo fare riprese? «È considerato dato personale qualunque informazione relativa a persona fisica identificata o identificabile, anche indirettamente. In quest’ottica, le riprese video e/o le fotografie, possono fornire informazioni riguardanti la vita privata delle persone, e, in alcuni casi anche estremamente riservate, come quelle inerenti all’orientamento religioso, politico o sessuale (i cosiddetti Dati Sensibili).» Sembra molto facile sbagliare. «C’è da dire, comunque, che non tutte le immagini sono sottoposte alle prescrizioni del Codice della privacy. L’art. 5, punto 3, stabilisce che “il trattamento di dati personali effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente personali è soggetto all’applicazione del presente codice solo se i dati sono destinati a una comunicazione sistematica o alla diffusione”. In sostanza, i dati acquisiti da persone fisiche per uso personale non rientrano nel campo di applicazione del Codice della privacy, a meno che tali dati siano destinati o a una comunicazione sistematica o alla “diffusione” e quindi siano dati accessibili da terzi: parliamo di riprese o immagini pubblicate e divulgate su internet o su qualsiasi altro mezzo di diffusione e comunicazione. La normativa sulla privacy disciplinata dal codice non opera ad esempio nel caso dello scatto di una fotografia o la ripresa video e del suo invio occasionale ad amici o familiari: la foto o il video soddisfano esclusivamente esigenze di carattere strettamente personale (culturali, di svago o di altro genere) e le immagini comunicate restano in un ambito circoscritto di conoscibilità (sul punto si è espresso il Garante della Privacy). La giurisprudenza ha avuto modo di stabilire che una normale ripresa in un ambiente esterno può diventare illecita solo quando si adottano sistemi per superare quei normali ostacoli che impediscono di intromettersi nella vita privata altrui.» Se per caso riprendo qualcuno, violo la sua privacy? «No. Per considerare illecita una ripresa all’esterno bisogna che “per conseguire la captazione siano stati adottati accorgimenti volti a superare” quelle barriere che altrimenti impedirebbero la visione. Viceversa, quando le riprese avvengono in luoghi visibili da tutti senza che ricorrano tentativi di superare o rimuovere ostacoli, le persone inquadrate nelle riprese possono essere considerate parte integrante del paesaggio ripreso, in quanto “necessariamen- te” consapevoli della loro esposizione (Corte di Cassazione, Sentenza 47165/2010). Una ripresa intrusiva, come quella che ha ad oggetto per esempio situazioni di vita privata nelle abitazioni, appare senza dubbio illecita, mentre invece, una ripresa panoramica è da considerarsi lecita in quanto i soggetti ripresi sono parte integrante del paesaggio.» In caso di violazione della privacy cosa si rischia? «Chi si è visto violato nella sua sfera personale ha diritto anche al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. Sul punto, l’art. 15 del Codice della Privacy ne permette la risarcibilità, con particolare riferimento all’articolo 2050 del Codice civile ove viene stabilito che “chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di una attività pericolosa per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati è tenuto al risarcimento se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno”. Dalla lettera dell’artiFALSE CREDENZE SU AEROMODELLI E DRONI Gli aeromodelli devono volare nei campi a loro assegnati. Falso perché: Il regolamento Enac (art.23) stabilisce che è responsabilità dell’aeromodellista scegliere un luogo di volo idoneo, sufficientemente lontano da persone e cose. Solo aeromodelli esageratamente grandi e potenti, sopra i 25 kg, possono volare solo nei campi volo. Gli aeromodelli sono più piccoli dei droni. Falso perché: Droni e aeromodelli sono divisi entrambi in due categorie, sopra e sotto i 25 kg., a cui si applicano regole più restrittive. Per entrambi il limite superiore è 150 kg, superato il quale si tratta di aeroplani, e vengono normati a livello europeo. Se monto una telecamera su un aeromodello diventa un drone. Falso perché: La difefrenza tra sapr (droni) e aeromodelli dipende dall’uso che se ne fa: se usati per lavoro sono droni, se usati a scopo ricreativo o sportivo sono aeromodelli. la telecamera è del tutto ininfluente. Per volare con un grosso aeromodello mi serve un’attestato. Falso perché: L’Attestato d’Aeromodellista, rilasciato dall’Aeroclub D’Italia a seguito di un esame, ai sensi del regolamento Enac permette solo all’aeromodellista di volare fino a 150 metri d’altezza, mentre normalmente il limite è 70. DRonEziNe - 11 normativa colo si desume che è il danneggiante e non il danneggiato (inversione dell’onere della prova) a dover dimostrare di aver adottato tutti gli accorgimenti necessari per non violare la privacy altrui. È interessante comunque notare che la giurisprudenza ha avuto modo di sottolineare che non sono risarcibili tutte le intrusioni illecite della sfera privata altrui, ma solo quelle che superano una minima soglia di tollerabilità. In altre parole, il risarcimento dovrebbe essere ammesso e determinabile quando l’interesse del singolo a tenere riservata la propria vita privata prevale sul grado di tolleranza che la convivenza sociale richiede a tutti i cittadini (Corte di Cassazione, Sentenza n. 16133/2014).» Un’altra cosa che si sente spesso dire è che gli aeromodelli devono volare solo nei loro campi volo. È vero? «No. Il Regolamento non prescrive che gli aeromodelli debbano sempre volare in spazi regolamentati (come i campi volo) e/o temporanei, anzi, tale eventualità viene indicata come residuale nei casi in cui gli aeromodellisti non rispettino le condizioni previste dall’art. 23, punti 1, 2, 3 e 4 : “Nel caso non siano soddisfatte una o più delle limitazioni (...) l’attività di volo deve essere effettuata in spazi aerei regolamentati (permanenti) o segregati (temporanei)”. Infatti il Regolamento Enac (art. 23) prescrive che gli aeromodelli inferiori ai 25 kg di massa peso al decollo debbano avere determinate caratteristiche tecniche (massima superficie alare di 500 dm²; massimo carico alare di 250 g/dm²; massima cilindrata totale dei motori a pistoni di 250 cm³; massima tensione della sorgente di energia per i motori elettrici, 72 V, misurata a vuoto; o massima spinta totale dei motori a turbina di 25 kg; aeromodelli a volo libero o a volo circolare vincolato; o aerostati ad aria calda con peso totale del contenitore di gas trasportato per i bruciatori non superiore a 5 kg) e rispettare determinate prescrizioni di volo (continuo controllo visivo dell’aeromodello, volo in aeree non popolate e in presenza di luce diurna, in uno spazio avente raggio di 200 m e altezza di 70 m, lontano dalle zone di traffico aeroportuali e comunque entro e non oltre gli 8 km dalle stesse, conoscenza delle Regole dell’aria, con particolare riguardo alla capacità di rilevare ed evitare altri velivoli ed ostacoli “see and avoid”). Il Regolamento infine, come detto (tralasciando la possibilità di sorvolare in aree più estese se in possesso di un’abilitazione al pilotaggio per aeromodelli telecomandati), prescrive che se non sono rispettate le condizioni di cui sopra, il volo deve essere effettuato in spazi aerei regolamentati (permanenti) o segregati (temporanei).» Si sente anche dire che il regolamento Enac non preveda sanzioni. È davvero così? «Senza addentrarmi nelle conseguenze penali e civili derivanti da danni a terzi e pericolo per gli aeromobili eventualmen- te presenti in zona (soprattutto se vicino a un aeroporto!), il rispetto del Regolamento Enac è garantito, in generale, attraverso l’ipotesi di reato prevista dall’art. 1231 del Codice della Navigazione ove viene stabilito che “chiunque non osserva una disposizione di legge o di regolamento ovvero un provvedimento legalmente dato dall’autorità competente in materia di sicurezza della navigazione è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi ovvero con l’ammenda fino a euro 206,00”. L’articolo in questione è da considerarsi di chiusura (“salvo che il fatto non costituisce un più grave reato”) e quindi eventualmente applicabile se non viene a configurarsi un’ipotesi di reato più grave di quello prescritto dall’art. 1321 del Codice della Navigazione. Sulla questione relativa ai controlli, vige la regola che chiunque debba dare notizia agli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria sugli reati commessi (categoria che il Codice della Navigazione estende, in determinati casi all’Enac, alle Direzioni Aeroportuali, ai comandanti di aeromobili etc.). sempre che le medesime autorità non abbiano già provveduto.» TRAGEDIA SFIORATA: AEROMODELLO CONTRO BIPLANO Rarissima immagine (purtroppo di bassissima qualità tecnica) degli attimi immediatamente successivi alla collisione tra un biplano autocostruito e un grosso aeromodello giant scale. La collisione è avvenuta il 14 agosto 2010 in un piccolo aeroporto privato nell’area di Denver, Colorado, dove si stava tenendo una manifestazione aeromodellistica. Con una scelta a nostro avviso azzardata, la direzione dello show ha deciso di consentire operazioni di volo contemporanee ad aeromodelli e aeroplani. L’aeromodello coinvolto era un acrobatico AJ Slick in scala 43% potenziato da un motore a benzina Fox 200cc, impegnato in una dimostrazione di volo 3D. L’aereo invece era un biplano autocostruito Acroduster Too SA750, che al momento dell’incidente aveva terminato il suo numero e si apprestava all’atterraggio. Il biplano ha centrato l’aeromodello con l’ala bassa sinistra, procurandosi gravi danni, mentre l’aeromodello è rimasto completamente distrutto. Il pilota è comunque riuscito ad atterrare senza altre complicazioni. Sia la FAA, l’Enac americana, sia l’AMA, l’associazione degli aeromodellisti, hanno aperto un’inchiesta. DRonEziNe - 12 Aeroporto Nicelli 2014 Spazio Droni Aeroporto Nicelli Venezia Lido 19–20–21 Settembre — Trofeo acrobazia aerea — Mostra aeromobili — Spazio Droni — Lancio paracadutisti — Aerei storici FOTO: PIER GIORGIO BONAISSIN www.aeroportonicelli.it dimostrazioni e convegni dell’ Associazione Amici Fly Venice Aeroporto Nicelli DRonEziNe - 13 Intervista a Carmine Cifaldi (E nac) i piccoli droni potranno volare sulla testa della gente In un’intervista esclusiva a DronEzine, Cifaldi promette: «A settembre arriverà una linea guida per i droni sotto i 2 kg». E ci spiega come fare per l’area critica Stefano orsi A. T E PL M CO A C C LI I U Q C ia p co L.» To exceseque voluptatiis doloreperum sint. NE Ullo ipis ea volenda eroribus dolor sedit asseque natecum O excea nus. ZI I Nuscit aliquide excest, tempe quiae parcipsae laut aute lissit D ’E L mos everum asitis volorite perferum eatqui adi occum autem Piccolo è bello EL escludiamo quia sim quos moluptatio voles dit officimus nonsequis sequi «Non che sapr sotto ai 2 kg, opportunamente configurati, N aut volores sendend igendi arunt et, num eos voloritatios essiO possano volare tranquillamente anche sulla testa della gente» ci L ha detto l’ingegner Carmine Cifaldi, Direttore della Direzione res re optatesequi dolupid ullabor alit, que sin re, illabore O reiuS strum dia nusdam explit et ilita dolorrum qui te simpell E aboris Regolazione Navigabilità dell’Enac. L I moloratibus maio dolorest litis adi ut doluptatemBdolupta sam I atiant reri ditem vel is at ratiur, cusciliqui aditis N everum ium O nobiscitat. conse susti ventecto isimolum explabo. Ectio offic te resequaSP I Leni tem es doluptas excea prepero ommolum laborporessi tur? D qui cus. corepelest eos rehendu santibe ribusam Ovit harum escitio reptate sitat as que perum qui con net, que O T Icae volest, inullup tatias ad quo ipienis as quossunt hitatectacoreperis et eossequias est, simin comnis aut dolorio omnis si U N te iliquam is aut pligniendae dolenis sitamet quam, simendi dolor animet faccus sum qui ilias rendam quis ut et ad quas aut E T ctorror poriberum dolorem quuntur sinctium que commos qui nonsed quasinc totatur, volut faciet ea veles aut quos velis N O sinusda doluptam que senda dolor rehene dollo mint estio eos et que pres dent fuga. Bo. Itat event eum, aut odigenis volest C ia w DRonEziNe - 14 e n o r d . ww m a l / t i . e zin CO NT EN UT O DI SP ON I A LI CC BI LE ww SO w.d LO ron NE ezi LL’E ne D .it/ IZ lam ION iac E C op O ia MP LE TA .C pre nimus amus atur, consequae pa volore int aut dem hictium as volorrum nonsequia dolorem porepudi culluptatur aborepudant porpori senienihite pedit qui occus ad quis amenect emolupt aspiet od molore nullatumetur res sin et quisse dolorectiam fugiamus re prempor estotatur? Qui blaborum ni sus quiatib eribeaquam hit accusda volorum fuga. Nequam que num ipidione ab in consequ assundest, odignam, core quatemped quia porrovid que porerupta derfers picium necum inctur? Sedit, venditatet adi to eum ipsunt. Evenis et officitatem quasitemped quibus. Ibus ulpa nus ereptat. Tios aut vellabo remperum que exeri optat vernam, simil is alitias veres eum que expligene remped et dolupitae. Bis siti blab ipicabo. Itas alicimus audipist dit molorit quas ad ut aliquo etum sunto quid quuntiur? Et quae es ut aliquiaecae quid ut audae labore pa et idignis eium volore possiti solorae nonsendel inis etur? Quis est quatur, que arum eatemquias eum audam eicatia ecturescius, conserfernam sitaquam quid qui con consequae omnim quae velibusci digni a seque molor aut es quia vent re nam fugit ut is doluptae offic totas exeria culloribus velit harum etur, esci delecte mporeptas apiendi tenimaxima que et ullorer chilias a quiatia tisquis estrupi endessit ipsandaes eiumquam quosam, es maio voluptiatur accusciata doloruptatus accuptatem landi dolorehent aspersp erumquis nis doluptati ducipsam, unte doluptatem que id ullupta is volut quam quia quae pro blaudam ute possi alitatest ad qui cuptatiist et odit dunt laut et lamus atiusda quossimus quaspid minctam atur re pa quiditi amusam nat ium vendi dolorro vitias am, sunt, omnient antias soluptatis doluptatur, sa as res es es venduci blaboratis archilla quiassecabo. Itassinto doluptatem hil estrupit laboresto doluptur? 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Verranno usati multicotteri messi a disposizione da Leica Geosystems, equipaggiati con camere speciali per rilevare la presenza delle pericolose fibre di asbesto. Le foto e i video girati dal drone che ha sorvolato Salussola verranno ora elaborati dal Sistema informativo geografico dell’agenzia regionale e confrontati con altri dati ottenuti da rilevazioni più tradizionali. Se il test nel biellese avrà successo, l’ARPA del Piemonte intende estendere i sorvoli anche nel Canavese, Ivrea compresa, dove c’è un procedimento penale in corso per morti di amianto all’Olivetti (per la vicenda sono indagati anche Carlo De Benedetti e Corrado Passera). si sape cum facernatati amusam faccuptam ne simosapicati te volor simposamus estinus volest, cus audaero ditias aut eturernatum rate rescia nis aribus nem hiliqua temque perrupt atectatibus aut a num earum aut dolorese possi debissunto eosa que oditi audaepro eicil modi dolendae nustrum atibus quam dolorio nsequidipsam sam fugiae et quid quam, susandus aut ra eos venem corecepera quiaspe nis acestru mquatquo berunt. 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CO NT EN UT O DI SP ON I laboressi ressundenis est illab iundis alita velisquatur, quamus qui volupta con porum quiat int as quamus et voloriores volor moluptibusae conseri vollant essuntur alis ipsunt voloreptist doles ium quasi ipitatis estio ipsae pore laborecto volorature core plitatur molenis dolecto este a nimi, il magniatiori berum dolorep erferehendi ommod molorem sum atinctas raepra quo et lam voloritiur? Hiliquid molupta tisciistent. Ossi ut faccum eic to et ut lam quo expedisquam que magnimporem is endit dolecus. Henis aped qui ulpa sernatem solupta spiendandae duntionseque pro bea cus doloreh enimet aborerciis non es aut aceprovidunt utas peribus et audipsam qui con recaepuda sanis delendelecus dolupta tinveneturit ilia vellorem fuga. Oluptae periosam voluptam hictota consequi nimet quo esti blaborat qui si sani sandis etumque non pori dolore invernatur rehendio. Et liquae destem nihit verupta quatur? 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Ucimili gentia quuntis sed eum earcium ut modiae voluptatate solorest, is et et apelibus ea quas vende nemporrum est, ipsum eum et face- Non basterà essere piccoli per volare sulla gente Il fatto che Enac affermi che ci saranno piccoli sapr autorizzati a volare sopra le persone non significa che lo potranno fare tutti, ma solo i modelli approvati che avranno protezioni e materiali adeguati a minimizzare il rischio di procurare ferite. DRonEziNe - 16 LI CC Si apre in mezzo secondo e salva (almeno ci prova) drone, telecamera e teste di chi sta sotto. L’idea è di DJI e si chiama DropSafe: è un prodotto “coming soon” che stupisce sia arrivato solo adesso, visto che mettere un paracadute balistico su un drone ci sembra una cosa di semplice buonsenso (ne avevamo parlato nel numero scorso di DronEzine Magazine). Certo nessuno può garantire che il lancio vada a buon fine, quindi prudenzialmente DJI definisce il suo paracadute “sistema di riduzione della velocità” e lo propone per i suoi modelli più grandi, costosi e pericolosi, DJI S800, S1000 e il nuovo s900. Il sistema pesa poco più di mezzo chilo ed è riutilizzabile. Compatibile con le centraline DJI A2 eWooKong-M, può essere aperto dalla radio, attraverso un canale dedicato, oppure automaticamente in caso di problemi sulla batteria di bordo o perdita di segnale. I motori si fermano automaticamente quando si apre il paracadute. BI LE ww SO w.d LO ron NE ezi LL’E ne D .it/ IZ lam ION iac E C op O ia MP LE TA .C pelesti volori sam quo ommolupta eos ni aut aspis natiunt ut odicill iscipiducius audant fuga. Et optatio. Everum volo voluptasin placesequae et faciam nam cus ut maximporerum sunt quia num sus et fugit et rat. Experferia vellenis magnit ius. 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Sam et aruntius, te plitas atium quiuiatassi nctorio torrorp orioribus, ipsum voluptia comnisciae lacessum et occus eicae quia sedit aut quaspis mod modiscitiis re, simpore stemquis del exceatius, offictur aut arum, omnihitas expe sandit estorit, coribusdae non pliquo quissun tusdae ma venienecti ipis escita volorrum que ratio quo vellaudae num ame nos doluptae volore asperibus se illam dem doles dolore, corero teturit molorendae di officae earcias niendanis audam volori verum lignis que Sam et aruntius, te plitas atium quiuiatassi nctorio torrorp orioribus, ipsum voluptia comnisciae lacessum et occus eicae quia sedit aut quaspis mod modiscitiis re, simpore stemquis del exceatius, offictur aut arum, omnihitas expe sandit estorit, coribusdae non pliquo quissun tusdae ma venienecti ipis escita volorrum que ratio quo vellaudae num ame nos doluptae volore asper A QU I intervista CO NT EN UT O DI SP ON I Tabella velocità di caduta a seconda del payload 3 kg – 4.4 m/s 6 kg – 5.6 m/s 9 kg – 6.8 m/s 12 kg – 8.6 m/s 15 kg – 11.7 m/s DRonEziNe - 17 da cosa comincio? a cura della redazione Imparare da soli non è difficile, anzi è divertente. Ma come per tutte le cose, bisogna partire con il piede giusto Alla redazione di DronEzine riceviamo sempre la stessa domanda da qualche tempo a questa parte, cioè: «Voglio cominciare, che drone consigliate? Devo prendere la patente?». Cominciamo dalla patente, o meglio la coppia di certificati di “competenza” e “capacità”: questi attestati servono solo ai professionisti. Chi fa lavoro aereo, se non ha già in tasca un brevetto per aereo (o per ultraleggero) lo deve prendere obbligatoriamente, e prima si sbriga a farlo meglio è: chi si è mosso subito ha fatto un corso da 16 ore, ora sono diventate 33, e in Francia sono già 45. Uomo avvisato… Chi vola per hobby non ne ha nessun bisogno (art. 23 del regolamento Enac) e può tranquillamente volare senza. L’elenco delle scuole si trova a pagina 20. Al momento in cui scriviamo non ce ne sono altre, solo queste sono riconosciute da Enac e in quelle segnate in rosso i soci di DronEzine hanno lo sconto. Qualsiasi scuola che non sia in questo elenco, e prometta un attestato valido ai fini professionali, va evitata, sono soldi buttati. Ci sono però corsi per hobbysti che costano molto meno, non rilasciano nulla che abbia valore legale ma insegnano a volare e a costruire droni; molto buoni sono per esempio quelli di FabLab Milano. Oltre alla scuola serve un’assicurazione: non è obbligatoria per gli hobbysti ma volare senza è da incoscienti, anche perché costa poco, e i soci di DronEzine la possono fare con 35 euro/anno. Sconsigliamo caldamente di affidarsi a estensioni di polizze generiche come quelle del capofamiglia: non hanno alcuna esperienza specifica nel settore modellistico, e potrebbero riservarci amare sorprese nel malaugurato caso in cui ne avessimo davvero bisogno. Invece per i professionisti la polizza è obbligatoria, eccome. Non può essere un’assicurazione qualsiasi ma deve essere un’assicurazione aeronautica professionale. Per i professionisti, assicurare un drone costa più o meno come assicurare un’auto, e anche qui i soci di DronEzine hanno sconti, professionisti o hobbysti che siano. I dettagli sono su DronEzine.it, al menu operatori->assicurazioni. Quale macchina per i primi passi Per cominciare consigliamo un drone che costi poco, che abbia le eliche protette per non far danni, che sia leggero ma gli hobbysti non sono obbligati ad avere l’assicurazione, ma volare senza è da incoscienti anche perché costa poco DRonEziNe - 18 iniziare da soli anche abbastanza grande da volare all’esterno, che si comandi con una buona radio a stick 2,4 GHz e non con un cellulare o un tablet (il Parrot è un’ottima macchina, ma meglio imparare subito con la radio; i droni professionali non si guidano con l’iPhone), che abbia una buona centralina stabilizzata a 6 assi e abbia già a bordo una telecamera decente. In fondo alla pagina c’è una galleria di modelli che rispondono a tutti questi requisiti e ce ne sono tantissimi altri, basta che abbiano la radio, le eliche protette, siano leggeri, costino poco e la telecamera sia passabile (inutile cercarne una ottima in questa fascia di prezzo). Sconsigliamo di spendere mille euro in un Phantom come prima macchina: le probabilità di fracassarlo nei primi due voli sono veramente troppo alte, inoltre è una macchina veloce e se colpisce qualcuno rischia di ucciderlo. Meglio partire con una macchina intorno ai 100 euro come quelle sotto, che se colpiscono qualcuno al massimo sarà lui a fare male a noi (a cazzotti) e non viceversa. Fare esperienza, spendere poco e poi passare a qualcosa di meglio. E alla fine raccomandiamo caldamente di prendere un manuale per capire bene come funzionano i droni senza confonderci le idee con discorsi orecchiati su blog e forum. Il manuale Droni e Quadricotteri di Luca Masali è gratis per i soci di DronEzine, per chi non è socio costa 9,90 euro, ma si trova anche con lo sconto nelle principali librerie online. dove vado a volare? Contrariamente a quello che pensano in molti, non c’è nessuna legge che obbliga gli hobbysti a volare nei campi volo per aeromodelli. Non è un obbligo, ma è una cosa che consigliamo calorosamente. È vero che fino a non molto tempo fa i multicotteri non erano molto ben visti dagli aeromodellisti, alquanto perplessi delle nostre strampalate (ai loro occhi) macchine volanti, ma oggi non è più così: il “virus” del multicottero ha contagiato molti UDI U818A - RC UFO circa 75 euro modellisti, specie i più giovani e i più curiosi, e adesso nei campi volo i multicotteri sono comuni quanto gli aeromodelli e gli elimodelli. Lì possiamo trovare persone esperte che in amicizia ci possono dare una mano per mettere a punto la nostra macchina, ci possono insegnare a pilotare e a evitare gli errori più comuni dei principianti, primo tra tutti quello di non riuscire a gestire il “volo a specchio”, la primissima causa di perdita di controllo (quando il drone vola verso di noi, sembra che destra e sinistra siano invertite perché se diamo stick a destra, il drone va alla sua destra, proprio come la nostra immagine riflessa allo specchio). Fatta questa doverosa premessa, come dicevamo non è vero che i droni-aeromodello debbano volare solo nei campi volo. L’Enac (articolo 23 del regolamento) dice semplicemente che il volo può avvenire “in aree non popolate selezionate dall’aeromodellista stesso”, a una distanza massima di 200 metri e alla quota di 70 metri, che diventano 150 di quota e 300 di raggio se l’aeromodellista è in possesso dell’Attestato di Aeromodellista, un esame facoltativo che si fa presso l’Aeroclub d’Italia. Quindi bisogna scegliere un bel prato senza persone, e tenere conto che è sempre vietato volare: in città sulle spiagge durante la stagione balneare su strade, ferrovie e case nei parchi nazionali e riserve naturali sugli assembramenti di persone. Un’altra leggenda urbana è quella che dice che un aeromodello non possa avere la telecamera altrimenti diventa un drone: una bufala nata su Internet che non ha nessun aggancio con la realtà. La differenza tra droni e aeromodelli dipende solo dal fatto che con i droni (sapr) si lavora, con gli aeromodelli no. Telecamera o mica telecamera. Observer Jamara circa 150 euro Tutti i modelli li trovi anche su Amazon.it Teorema 63756 circa 100 euro Takira Metatron circa 85 euro DRonEziNe - 19 pilota diventare di aerei senza pilota luca masali Enac certifica le prime scuole per droni, un passo indispensabile per fare lavoro aereo alla luce del sole le scuole Enac «D a oggi non siete più solo aeromodellisti evoluti, siete piloti di una nascente specialità dell’aviazione civile.» Così Giovanni Formosa, responsabile della formazione dei piloti di sapr della scuola Volere & Volare di Nettuno (Roma), sintetizza il senso del corso appena concluso. I piloti di droni non sono di serie B rispetto ai colleghi che pilotano seduti in un cockpit. Sono piloti a tutti gli effetti, anche se volano con i piedi per terra. «La qualificazione dei piloti di sapr è fondamentale per consentire un ordinato sviluppo di questo settore» ci dice l’ingegner Carmine Cifaldi, Direttore della Direzione Regolazione Navigabilità di Enac, «in quanto si tratta di operare con aeromobili che, anche se di peso ridotto, se usati impropriamente, possono causare danni a persone e cose.» Cifaldi tiene a sottolineare che «anche se semplificato», il percorso del pilota di droni deriva da quello dei piloti di aeroplani, ultraleggeri in particolare: «Riteniamo che i contenuti per il rilascio di un attestato VDS (il brevetto per gli aerei ultraleggeri) siano il minimo livello di conoscenze teoriche da impartire ai piloti che intendano condurre i sapr». Aeroclub Varese tel 0331 864128, FTO Padova tel 049723402, Volere & Volare tel 06 9859002, Aeropubblicità Vicenza tel 0444585533, Alpha Lima Aviation tel 011 542284, Elifriulia tel 0481 778901/2, Aeroclub della Vestina tel 085 7993326, Club Astra tel 038488097, Ali di Classe tel 3357634630, Cesd tel 0761 251008/251502. Attenzione: l’elenco cambia rapidamente. Si consiglia di verificare l’aggiornamento dei dati su Dronezine.it. Per accedere, occorre fare clic sulla cartina (edizione online) oppure inquadrare il codice QR con il cellulare o il tablet (edizione cartacea). Le scuole convenzionate (in rosso) riconoscono uno sconto ai soci di Dronezine servono le stesse ore di lezione del brevetto per aerei DRonEziNe - 20 scuole Roma Gli allievi del primo corso di Volere e Volare (Nettuno): chi vorrà proseguire e fare il corso da pilota di ultraleggero avrà lo sconto dell’intero costo del corso sapr. Volare con i piedi per terra L’equiparazione tra piloti di aeroplani e piloti di droni d’altronde è una logica conseguenza dell’approccio che il regolamento Enac ha nei confronti dei sapr: se i droni si usano per hobby o per sport sono aeromodelli, e hanno regole molto semplificate e di semplice buonsenso (definite nell’articolo 23 del regolamento, una scarna paginetta o poco più). Ma se lavorano, se fanno quello che il linguaggio buracratico definisce “operazioni specializzate”, allora sono considerati aeroplani. E gli aeroplani devono essere condotti da piloti. Non stupisce dunque che chi ha già in tasca un titolo aeronautico, come il VDS o il PPL (cioè rispettivamente il “brevetto” per ultraleggeri o per aerei da turismo, oppure un brevetto militare o da pilota di jet commerciale) possa anche pilotare un drone. Chi il brevetto non ce l’ha, per legge deve imparare quello che tutti i piloti apprendono facendo un corso in una scuola autorizzata da Enac: al momento in cui scriviamo, le strutture autorizzate sono tutte, senza eccezione, scuole di volo per piloti tradizionali o aeroclub. Anche la visita medica richiesta ai piloti dei droni, la visita di seconda classe, è la stessa dei piloti privati. La similitudine con il pilota di aerei è tale che la stessa Enac dava «per scontato» che le ore di lezione necessarie a ottenere il certificato per pilotare i droni fossero 33, le stesse che servono per imparare a pilotare un ultraleggero. Il business delle scuole di volo sta muovendo ora i primi passi, e i meccanismi sono ancora tutti da rodare, come ci racconta Andrea Fanelli della scuola ravennate Ali di Classe, «Prima di aprire la scuola al pubblico abbiamo deciso di cominciare con un corso di prova, perfettamente valido, riservato a un numero limitato di allievi chiamati a invito, per testare i tempi e i contenuti tratti dal valido e ben consolidato materiale in uso nella scuola VDS, e potere poi proporre un corso già rodato. Per il syllabus, cioè il programma dei corsi, una parte dei temi che ha una notevole importanza nel VDS non ha una reale rilevanza per i sapr. Perciò abbiamo impiegato alcune giornate in incontri dedicati alla selezione del materiale/documentazione VDS più adatto e poi abbiamo ampliato gli argomenti specifici sapr: i principali sono palloni e dirigibili (anche loro sono sapr e hanno un’importanza crescente), multicotteri, sensori, IMU/FCU, software di controllo. La cosa più importante nella formazione del pilota è creare una mentalità di sicurezza» conclude Fanelli. Il syllabus dei piloti di aeroplani è stato preso come base di partenza anche dalla scuola piemontese Alpha Lima di Cuneo, e ne è uscito un corso molto lungo di 50 ore. Forse il più completo in Italia, come ci dice il responsabile della scuola, Paolo Omodei-Zorini: «Abbiamo preso il corso normale da pilota da aereo, eliminando quello che si poteva eliminare e aggiungendo quello che c’era da aggiungere perché specifico per i sapr». Cinquanta ore sono tante, facciamo notare a Omodei. Varese Molti di coloro che hanno frequentato il corso sapr seguiranno anche quello per imparare a produrre la documentazione che Enac richiede, come i manuali di volo e quelli delle operazioni. DRonEziNe - 21 SCUOLE futuro, senza modifiche.» Padova L’aeroporto civile dove opera la scuola FTO Padova, tra le pochissime in Italia ad essere anche operatore di droni e la prima a offrire corsi pratici, sulle macchine Anteos di Aermatica. «Sì, e sono tali andando di corsa» risponde l’istruttore. «Organizziamo una serie di moduli per evitare di impegnare la gente per una settimana. Ma con 50 ore chi esce dal nostro corso è veramente autonomo: insegniamo a scrivere anche tutta la parte di modulistica necessaria alle autorizzazioni e ai permessi di volo. I nostri allievi si interfacciano autonomamente con Enac, come i piloti di aerei. Per noi l’operatore sapr è un pilota. Crediamo che il futuro sia qui. Un pilota di sapr deve essere in grado di scrivere un manuale delle operazioni, uno di volo, un manuale della sicurezza, sapere cosa si trova sull’uno e sull’altro. Per questo alla fine vengono fuori 50 ore. Abbiamo voluto creare un sistema di formazione all’altezza, che possa rimanere solido anche in Chi può insegnare Qualunque scuola di volo può, volendo, erogare corsi per droni, anche se finora solo una decina l’ha fatto: «Organizzazioni di addestramento, come Approved Training Organizations (ATO) o Organizzazioni Registrate (OR), oppure Organizzazioni di addestramento riconosciute dall’Aero Club d’Italia per l’addestramento dei piloti VDS, possono ottenere il riconoscimento da parte dell’ Enac» ci dice Cifaldi. «Queste strutture non hanno bisogno di una specifica autorizzazione, ma devono notificare all’Ente l’intenzione di effettuare dei corsi di addestramento e presentare un syllabus che preveda, nel dettaglio, la somministrazione degli stessi.» Il fatto che siano le scuole di volo per aerei a insegnare ai piloti di droni le regole dell’aria garantisce una solida tradizione aeronautica, come per esempio dimostra il caso di Aeropubblicità Vicenza. Il fondatore, Sergio Maron, ha prestato servizio prima in Aeronautica Militare volando sui cacciabombardieri, successivamente in Alitalia, con il grado di comandante e istruttore su vari aeroplani, tra cui McDonnell Douglas MD80, DC9-30, Fokker F27, il turboelica ATR42. Ora è Quality manager presso la struttura vicentina. La passione continua con i suoi due figli, Simone, direttore e istruttore dell’Aeropubblicità, e Loris, pilota Airbus in Alitalia. Ma Enac non chiude le porte anche a esperienze diverse. Spiega infatti Cifaldi: «Altre Organizzazioni che intendessero effettuare corsi di qualificazione per piloti di sapr devono ottenere il preventivo riconoscimento da Enac, così come attualmente avviene per tutti i corsi aeronautici, sulla base di valutazione del programma di addestramento e della qualificazione del personale che lo impartisce, sempre Seguire i corsi da casa A Vicenza gli allievi fuori sede possono seguire i corsi online. Ma l’esame va fatto di persona all’aeroporto di Thiene. DRonEziNe - 22 Corso Teorico di due giornate per il rilascio dell’attestato di competenza Teorica per l’utilizzo dei Droni a livello professionale. Date Corsi: 13 - 14 Settembre: Corso Teorico 240 Euro + iscrizione 60 Euro. Per il giorno 12 Settembre è previsto inoltre, un Workshop sulla preparazione della manualistica necessaria all’operatore per l’ottenimento della qualifica ( 300 Euro). SCUOLE Sono pilota di aerei, mi serve il corso? Per la legge, no. Ma potrebbe essere utile? I piloti PPL e VDS non hanno mai studiato nulla sui droni. La scuola di Padova propone loro un corso ridotto di 16 ore, invece per quella di Varese non c’è ragione per cui chi ha un brevetto debba seguire i corsi sapr. tenendo a riferimento i requisiti minimi di contenuti, considerati nel Regolamento». Ciò potrebbe portare a un’offerta formativa più variegata, più strettamente legata al mondo dei droni che non a quella degli aeroplani? «È possibile presentare all’Enac programmi di corsi teorici caratterizzati da percorsi formativi specifici, purché il pilota raggiunga un livello equivalente di conoscenze rispetto alle previsioni dell’art.17 del Regolamento» risponde Cifaldi. Quali potrebbero essere le organizzazioni diverse da aeroclub e scuole per aerei? «Enac conferma la disponibilità, come sempre, a un confronto con il settore, nel comune interesse di favorirne lo sviluppo. A questo scopo, vuole appoggiare ogni iniziativa che innalzi il livello di conoscenza tecnica di questo settore e migliori la formazione teorica di operatori e piloti, facendo ricorso anche a sinergie locali e cooperazione con Istituti ed Università.» A proposito di rapporti stretti tra ultraleggeri e droni, abbiamo faticato a parlare con Pietro d’Intino, il responsabile della scuola Volandia, basata all’Aeroclub della Vestina (Loreto Aprutino, in provincia di Pescara), perché era im- DRonEziNe - 24 L’arte di scrivere manuali aeronatici per i sapr L’Aeroclub di Varese ha anche un corso sulla modulistica richiesta da Enac, utile sia ai piloti sia alle organizzazioni che operano con i droni per compilare correttamente la documentazione da porre a Enac. «Spiegavamo agli allievi che bisogna presentare a Enac il manuale delle operazioni, ma nessuno aveva idea di cosa fosse. Allo stesso modo il manuale di volo era confuso con il foglietto di istruzioni contenuto nella scatola del Phantom: si può usare come base di partenza, ma va strutturato tutto in un altro modo! Gli allievi erano impreparati sulla manualistica che Enac richiede: mi chiedevano cosa scrivere nel manuale delle operazioni. Per spiegare abbiamo mostrato loro il nostro manuale per le operazioni di volo, dove ci sono segnati i turni, gli orari, come l’operatore deve comportarsi quando arriva nell’hangar, le checklist eccetera. Erano spaesati proprio sul contenuto stesso di quello che andava scritto.» E come si impara a scrivere un manuale per Enac? «Ovvio che non posso entrare nel dettaglio, perché ogni operazione è specifica: quello che fa un architetto con un drone è completamente diverso da ciò che fa un fotografo o un criminologo. Ma il layout, la struttura di un manuale, bene o male è uguale per tutti. Cambia solo la parte tecnica.» Potrebbe essere un servizio interessante da offrire, la stesura di manuali. «Ci stiamo pensando. Questo corso è un esperimento anche per questo, per vedere di creare un servizio di consulenza. Enac d’altronde ha previsto questa figura professionale. Ma per ora insegnamo come si stila un manuale, a partire dall’indice, dall’organigramma, eccetera e come customizzarlo. Gran parte di chi ha seguito i primi corsi ha detto di essere interessato a seguire anche questo modulo.» Corso di formazione pilota APR riconosciuto da ENAC Gestione Aeronavigabilità Drone as a Service Organizzazione di manutenzione approvata ENAC Stesura e traduzione di manuali di Volo. Operazioni, Manutenzione 25-28 Settembre 2014 23-25 Ottobre 2014 Per info: www.rpasexpert.eu email: [email protected] DRonEziNe - 25 18-21 Settembre 2014 16-19 Ottobre 2014 scuole In aula Una lezione all’aeroclub di Varese pegnato come team leader della squadra italiana ai campionati mondiali di ultraleggeri in Ungheria. «Siamo arrivati ottavi, ma mi aspettavo qualcosa di più. Ci ha penalizzato anche il regolamento Enac che ci impone di volare a quote più basse rispetto agli altri europei, e questo non aiuta negli allenamenti. Il Italia si vola più con la carta bollata che con le ali, e questo lo vediamo anche nel regolamento Enac sui sapr» racconta. ATTESTATO Che cosa rilasciano esattamente le scuole di volo per droni? L’abbiamo chiesto a Cristian Lamera, responsabile dei corsi sapr dell’Aeroclub di Varese, pilota istruttore per volo a vista e IFR di aeroplani monomotori e multimotori a pistoni. «Rilasciamo un attestazione di conoscenza delle competenze teoriche» risponde Lamera. «Certifica che il pilota, oltre ad avere le capacità pratiche che acquisirà successivamente per poter operare con il mezzo (ricordiamo che ai sensi del regolamento Enac il corso teorico lo deve fare il costruttore del drone) conosce le regole dell’aria. Anche in questo senso, i sapr sono come gli aeroplani: per avere la piena operatività il pilota deve avere una formazione teorica e una pratica. Per il momento, non esiste un brevetto unico, una licenza sola, ma sono separati. In caso di controllo, si devono potere dimostrare le conoscenze teoriche, documentate dall’attestato ricevuto alla fine del corso, e le capacità pratiche di pilotaggio, certificate dall’attestato del costruttore. Inoltre, servono il certificato medico, il manuale di volo, l’assicurazione e tutti i permessi chiesti all’Enac: tutte le carte che dimostrano che sei in grado di portare il mezzo e svolgere la missione. Sono tanti come i documenti per guidare l’automo- bile.» Con la macchina, se ti fermano i vigili possono chiederti an- CHI CERTIFICA GLI ISTRUTTORI? Una delle curiosità ricorrenti dei nostri lettori è sapere chi certifica i docenti delle scuole di volo per sapr autorizzate da Enac. Al momento, tutte le scuole con il bollino blu dell’Authority aeronautica sono emanazioni di scuole di volo per aeroplani e aeroclub. I responsabili dei corsi teorici che rilasciano il certificato di competenza sono dunque piloti istruttori, pertanto hanno l’abilitazione a insegnare e valutare altri piloti o aspiranti tali. Come sempre in aviazione, la carriera si fa seguendo corsi e seminari certificati e accumulando ore di volo. Invece la parte pratica, che serve a ottenere l’altra metà dell’abilitazione del pilota, il certificato di capacità, deve essere svolta - recita il regolamento - dal produttore del drone, e deve essere un modello certificato da Enac stessa. DRonEziNe - 26 SCUOLE che il bollo... «Aspetta, arriverà anche quello» scherza, ma fino a un certo punto. ALLIEVI Chi sono le persone che studiano da pilota di drone? «Nei primi due corsi abbiamo avuto 22 allievi» risponde Lamera. «Nel primo corso il 90% erano persone che già operavano con i droni, soprattutto fotografi, qualche architetto, tutta gente che già volava e aveva bisogno di mettersi in regola. Nel secondo corso invece una buona parte cominciava da zero: anche lì un architetto, qualcuno che faceva i controlli sulle linee dei cavi ad alta tensione e persino un criminologo. I fotografi si presentano numerosi e si trovano pure persone che lavorano in agenzie pubblicitarie.» Chi comincia da zero si affaccia per la prima volta al mondo aeronautico. Come si sono trovati? «La difficoltà maggiore per tutti era districarsi con la normativa. Anche chi partiva da zero l’aveva letta, ma la faceva più semplice di quello che è. C’è voluta una giornata per spiegarla, fare le diverse casistiche, interpretarla con il buon senso. Tutti si sono resi conto che effettivamente la normativa è troppo complicata, specie per i droni leggeri. Speriamo che a settembre ne arrivi una più semplice per i piccoli posso studiare da solo e poi dare l’esame? Almeno in teoria, Enac non ha nulla in contrario a chi vuole studiare da privatista e poi sostenere l’esame presso una scuola certificata: «È possibile presentare all’Enac programmi di corsi teorici caratterizzati da percorsi formativi specifici assicurando, per il pilota, il raggiungimento di un livello equivalente di conoscenze rispetto alle previsioni dell’art.17 del Regolamento. Per esempio programmi di formazione ridotti per piloti che possono vantare dei crediti come possessori di licenze aeronautiche scadute, o per allievi che, dopo una preparazione da autodidatti, intendano sottoporsi agli esami per il riconoscimento del modulo teorico» ci dice Carmine Cifaldi di Enac. Ma al momento non siamo a conoscenza di scuole certificate che offrano questa opportunità. droni sotto i due chili, come scrivete anche voi di DronEzine. Tanti dei nostri allievi, e tra questi proprio i fotografi, volano col Phantom. Perciò voglio presentare a Enac un syllabus tecnico per fare la parte pratica sul Phantom.» Che però non è certificato. «Sì, ma si può sempre certificarlo, preparandogli il manuale DRonEziNe - 27 scuole di volo e adattandolo alle specifiche che usciranno sui droni leggeri.» Il regolamento è ancora in rodaggio, e Federica Dal Cin, di Elifriulia, getta acqua sul fuoco: «Per il momento, raccomandiamo di seguire i nostri corsi soltanto agli operatori e costruttori che devono diventare piloti e avere un attestato per far riconoscere a Enac il proprio drone» ci dice. «Ai privati consigliamo di aspettare che il regolamento si definisca meglio». Elifriulia è una scuola per elicotteri ATO, che insieme a Aersud Elicotteri, distributore per l’Italia e il Mediterraneo di Airbus Helicopters e LikeABird, branca operativa per il noleggio delle piattaforme aeree robotizzate Aztech, ha fondato RPAS Experts. Un polo di servizi per gli operatori di droni e una scuola di volo, operativa non solo nella base di Ronchi dei Legionari (Gorizia) ma anche a Roma Urbe. Elifriulia è stata tra le prime importanti realtà aeronautiche a credere nella formazione dei piloti di droni, tanto che già nel maggio scorso aveva annunciato la prossima apertura della scuola al Drone Expo & Show di Roma. Promessa mantenuta. Anche per Federico Conforto, responsabile dei corsi di FTO Padova, gli allievi si dividono in due grandi categorie: quelli che hanno un obiettivo, conoscono già un po’ la normativa, hanno le idee chiare sul percorso da affrontare checklist - come mi metto in regola? Per fare lavoro aereo con i droni, al pilota serve: Una visita medica aeronautica di II classe Il certificato di competenza che si ottiene nelle scuole di cui parliamo nell’articolo Il certificato di capacità che si ottiene seguendo un corso organizzato da chi vende il drone Un drone certificato Enac Un’assicurazione valida che deve essere aeronautica e specifica per lavoro aereo, non bastano polizze generiche o estensioni di polizze professionali di varia natura Per l’area critica ogni singolo volo deve essere approvato da Enac e usano il corso come primo step per raccogliere le carte da passare a Enac. «Questi sono il 60% del totale. L’altro 40% è costituito per metà da gente che non sa nulla, appassionati che vorrebbero entrare in questo settore e usano il corso per chiarirsi le idee e vedere come va. Il resto è fatto da professionisti che vogliono mettersi in regola.» Imparare a volare in una scuola non Enac I corsi erogati da strutture che non sono certificate Enac non hanno alcun valore legale e non possono essere usate da chi vuole fare lavoro aereo con i droni. Ma non è detto che tutto vogliano diventare piloti professionisti. Ci sono molti amatori ed hobbysti che desiderano avvicinarsi al mondo dei droni per attività sportiva e ricreativa, diven- tando aeromodellisti evoluti, e per loro non c’è alcun obbligo di essere certificati come piloti. Per esempio a Bari Kopteraddiction propone seminari teorici e pratici per imparare a usare i quadricotteri e conoscere le basi delle regole che ne sovrintendono il funzionamento, sia dal punto di vista della fisica e dell’aerodinamica che da quello legale e normativo. Molto interessante è l’esperienza dei Fablab, associazioni dove si impara a costruire qualunque cosa usando torni, stampanti 3D e frese. Al Thefablab di Milano per esempio vengono organizzati seminari di alfabetizzazione ai quadricotteri. Il corso dura 4 ore e approfondisce le tecnologie più interessanti e i componenti disponibili sul mercato sia per quanto attiene a modelli già pronti che per costruire un velivolo scegliendo ogni singolo componente. A questo modulo ne seguono altri più avanzati e con maggiore coinvolgimento pratico, non ultima la prova di volo vera e propri, oltre ai corsi Make Your Drone, dove oltre che imparare a volare si impara anche a costruire da sé un quadricottero e portarlo in volo con successo. DRonEziNe - 28 IL SYLLABUS PIÙ COMPLETO LA SCUOLA PIÙ IMPEGNATIVA MA AL TERMINE DEL CORSO NE SAI QUANTO UN PILOTA DI AEROPLANI Alpha Lima Aviation Aeroporto di Cuneo Levaldigi Strada Regionale del Colle di Tenda 1 12038 Savigliano (CN) tel 011 542284 - mobile 392-4905310 [email protected] - www.scuoladroni.pro Scuola per SAPR riconosciuta ENAC Operatori riconosciuti per attività sperimentale con l’ F550 Parte legale tenuta da un’avvocato pilota privato Sconti per i soci DronEzine SCUOLE La scuola padovana al momento è la sola a offrire non solo i corsi teorici, ma anche la parte pratica con gli Anteos di Aermatica, con cui in FTO Padova fanno missioni non critiche, dal controllo dei pannelli solari all’agricoltura e la fotogrammetria sulle cave. Questo, secondo Conforto, dà all’organizzazione un po’ di appeal in più, e infatti i numeri dichiarati fanno impressione: «Abbiamo avuto prenotazioni da diverse decine di persone per il primo e per il secondo corso. La maggioranza dal Triveneto, ma un 15-20% viene da fuori regione, anche dalla Sicilia o dalla Calabria. Le ospitiamo negli alberghi e nei bed & breakfast convenzionati». Gli studenti fuori sede sicuramente hanno più disagi degli altri a seguire i corsi, che per arrivare alle 33 ore richieste da Enac di solito prendono due weekend. Purtroppo tra i più svantaggiati ci sono gli aspiranti piloti del Sud e isole, dove non esistono scuole: speriamo ne nascano presto anche lì, d’altronde si stanno moltiplicando con una certa velocità, ma al momento in cui scriviamo la più meridionale è Volere & Volare di Nettuno, alle porte di Roma, che intercetta una discreta parte degli studenti del Mezzogiorno. «Abbiamo avuto persino due ragazzi calabresi dello stesso paese, che non si conoscevano, si sono incontrati per la prima volta alla nostra scuola» racconta Giovanni Formosa, che sentiamo al telefono in pieno agosto proprio mentre con il suo aereo da turismo sta volando alla volta dell’aviosuperficie di Fiumefreddo di Sicilia, vicino a Taormina, per incontrare amici al campo che fu del grandissimo campione di volo libero Angelo D’Arrigo. «Nel primo corso dieci persone su sedici erano del Sud e Sardegna e sono quelle che vogliono essere più rispettose del regolamento. Poi abbiamo avuto studenti liguri, piemontesi, marchigiani e lombardi. Ci hanno scelto per la struttura, gli aeroplani, la disponibilità a farli volare, a ospitarli e fare la visita medica di II classe nell’aeroporto stesso. Abbiamo avuto due ragazzi che hanno volato sull’ultraleggero e sono impazziti di gioia, non si aspettavano un’esperienza così forte. E quindi ribadiamo la nostra disponibilità a scontare l’intero costo del drone a chi vuole fare anche il corso VDS.» E chi è già pilota? Chi è già pilota di ultraleggeri è opportuno che faccia il cor- La parola agli allievi: «Quel corso mi ha aperto la mente» Abbiamo parlato con Andrea Marcone, sistemista senior che ha da poco preso l’attestato di competenza per l’uso professionale dei droni (nella foto con il suo istruttore, Cristian Lamera dell’Aeroclub di Varese). «Ho frequentato un corso ATO, l’ho superato e mi sento sinceramente di dire che mi è servito e mi ha aperto la mente. Il senso di questi corsi si comprende appieno solo dopo averne frequentato e superato uno.» 33 ore sono un bell’impegno però... «Anche ero perplesso per i tanti (troppi?) obblighi imposti, associati all’oggettiva complessità, per poter compiere attività specializzate in aree non critiche e alla attuale quasi impossibilità di operare nelle Aree Critiche. Equipararne la durata a quelli per piloti VDS mi sembra un po’ troppo, pensiamo a chi lavora o ha famiglia, ma quando mandiamo su i nostri multi siamo in aria. Non importa a quale altezza siamo (per noi, 70 o 150 m che non sono pochi). Siamo in aria.» DRonEziNe - 30 E quindi bisogna conoscere le regole, giusto? «Certo. Certo. Per svariati motivi, e anche senza volere, possiamo trovarci in pochi secondi ad altezze in cui potremmo intrudere negli spazi della navigazione. Abbiamo il dovere di conoscere davvero (ecco il senso dell’esame finale) come funzionano le cose lì sopra.» Quindi per te il corso è stata un’esperienza positiva. «Ne sono felice, ma anche più sereno perché ora so tante cose in più e so che ci vuole molto poco per violare le regole aeronautiche per l’ignoranza della materia. Ora so per esempio cosa siano le FIR, ATZ, ATC, CTR1, CTR2, spazi aerei P D R. Sono contento di comprendere un NOTAM, una carta aeronautica, una carta meteo, di capire quali segnali “leggere” per sapere come andrà il tempo, oppure di saper leggere i METAR, i TAF, gli SPECI, le Carte significative o quelle dei venti, gli AIRMET e SIGMET, di conoscere le leggi della portanza, gli angoli di incidenza, le stabilità statiche e dinamiche, la manovrabilità e gli stalli, le Comunicazioni Aeronautiche e tanto altro.» Eppure c’è molta polemica su questi corsi, molti accusano Enac di avere esagerato, che basterebbe l’esperienza, il buon senso e la capacità individuale. «Per circolare su strade pubbliche bisogna avere la patente, di cui nessuno si lamenta e dimostra che si conoscono le regole di circolazione stradale sia per i pochi metri sia per le migliaia di Km. Ecco, per i Corsi di Qualificazione Teorica è un po’ la stessa cosa.» Il corso lo deve fare solo chi lavora con i droni. Lo consiglieresti anche agli aeromodellisti che volano per hobby? «Il multirotore non cambia prestazioni, sia volando per hobby che per professione. Penso che chi voglia, facoltativamente e gratuitamente, dovrebbe poter frequentare corsi ridotti, orientati a almeno una consapevolezza minimale di queste cose e delle implicazioni civili e penali. Però è solo un mio pensiero...» REALIZZA IL TUO SOGNO! DIVENTA PILOTA DI DRONI Diventare Pilota non è mai stato così semplice e piacevole I nostri Istruttori sono a Tua completa disposizione per realizzare il Tuo sogno! SE ABITI LONTANO, PUOI SEGUIRE I CORSI DA CASA CON IL TUO COMPUTER Aeropubblicità srl Responsabile del corso: Maron Simone Aeroporto di Thiene [email protected] tel 0445.38.71.68mobile: 347.31.29.367 DRonEziNe - 31 SCUOLE so? Per la legge non è necessario, Enac è molto chiara in proposito: chi ha il VDS o è pilota non ha nessun bisogno di altri attestati. Cristian Lamera dell’Aeroclub di Varese lo sconsiglia: «Mi ha chiamato qualcuno che aveva il VDS e voleva fare il corso. Secondo me, non ha senso, piuttosto ho consigliato di seguire il corso sulla modulistica» dice. Invece Federico Conforto di FTO Padova non la pensa così: «Enac ha voluto equiparare la durata dei corsi per sottolineare che i piloti di droni hanno lo stesso valore dei colleghi piloti VDS» dice. «Ma gli insegnamenti non sono necessariamente gli stessi. Noi abbiamo un syllabus specifico per i droni, così anche se sotto il profilo normativo un pilota VDS potrebbe non fare il corso, noi diamo loro un credito di metà delle ore, quelle sulla normativa, e li invitiamo a seguire l’altra metà, quella sugli apr e regolamento Enac di cui non sanno nulla. Il corso VDS non li prepara per questo. Abbiamo già allievi sia VDS sia piloti privati sia aliantisti che faranno solo le seconde 16 ore». 33 ore sono troppe! La scuola Volere & Volare, come tutte quelle che avevaDagli aerei ai droni Simone Maron, responsabile dei corsi di Aeropubblicità Vicenza. Oggi teoria domani PRATICA Al momento, l’unica scuola che offre corsi pratici per l’attestato di capacità, da affiancare a quello di competenza che si ottiene con il corso teorico, è FTO Padova che opera con i multicotteri italiani Anteos di Aermatica. Ma molto interesse lo stanno riscuotendo anche i droni della ravennate Italdron (nella foto): li vorrebbe usare Ali di Classe, anch’essa della provincia di Ravenna, non appena saranno certificati. «Italdron sta per terminare l’iter delle prove sperimentali propedeutiche per due modelli dei suoi droni» ci dice Fanelli. «Un quadricottero e un ottocottero di fascia alta, con alta capacità di carico e notevoli doti di sicurezza intrinseca grazie a IMU ridondante e paracadute. Al termine delle prove Italdron attiverà certamente dei corsi di formazione per la parte “Capacità”». L’utilizzo dei multicotteri Italdron come addestratori interessa molto anche Aeropubblicità Vicenza, che è rivenditore per il Nord Italia delle macchine Italdron. Mentre l’Aeroclub di Varese è più interessato a offrire in futuro corsi basati sui droni Phantom, piccoli, economici e molto usati per la fotografia aerea. Anche a costo di affrontare di persona l’iter per ottenerne la certificazione. no già cominciato a erogare corsi, è stata colta di sorpresa dall’allungamento della durata da 16 a 33 ore: «Ho parlato con l’ingegnere che ci ha “invitato” a portare il corso a 33 ore» ci dice Giovanni Formosa. «Gli ho detto che ci è sembrato pesantissimo per chi vola sotto i 25 chili, mentre è giustissimo per chi supera i 25 chili e arriva a 150. Ho chiesto, ma non mi hanno risposto, di aprire un tavolo per fare il corso a 16 ore sotto i 25 kg, mantenendo le 33 per chi ha esigenze di portare droni con pesi sopra i 25 chili, e nella mia esperienza non me ne è mai capitato nessuno. Per i droni pesanti è logico un corso lungo, devo spiegare che cos’è un transponder perché in questi casi ho bisogno di uno spazio segregato, non posso pensare di andare sopra una città o un impianto industriale o agricolo con una macchina da 95 o 130 chili. Ci vuole la radio, bisogna conoscere la fonia, l’alfabeto ICAO e la meteorologia su lunghe distanze: nei nostri corsi sapr in tre ore si insegna il microclima, ma se si vola su lunghe distanze è necessario sapere quali condizioni si incontreranno all’arrivo, e allora le ore diventano sei». Una cosa che hanno imparato a loro spese i Marines americani, che lo scorso anno in Afghanistan hanno perso un elicottero robot proprio a causa dell’errata valutazione del vento all’arrivo: era poco più di una brezza leggera, 25 km/h di vento, ma i piloti remoti pensavano di trovarsela di prua DRonEziNe - 32 VOLANDIA AEROCLUB DELLA VESTINA SCUOLA PER sapr RICONOSCIUTA DA Enac Prendi l’attestato di competenza, diventa pilota professionista di droni in Abruzzo, in una incantevole località a 20 km dal mare Adriatico e altrettanti dal Gran Sasso Reponsabile del corso: Pietro d’Intino Loc. Fiorano 31 65015 Loreto Aprutino (PE) [email protected] - www.volandia.com DRonEziNe - 33 tel 085 7993326 - mobile 348 5227864 scuole e invece la raffica li ha sorpresi di coda. Gli operatori non hanno compreso abbastanza in fretta cosa stava succedendo davvero: il carico da una tonnellata appeso al gancio baricentrico si è messo a oscillare fino a causare un gravissimo incidente. Nessuno si è fatto male, ma l’elicottero drone del valore di 11 milioni di dollari è andato completamente distrutto. «Inoltre» prosegue Formosa «i droni sopra i 25 chili non sono multirotori, ma sono quasi esclusivamente aeroplani ad ala fissa, quindi insegneremo materie come aerodinamica, carico alare, allungamento alare e così via. Ma per chi vola in V70 sotto i 25 kg preferirei che i corsi rimanessero a 16 ore, sebbene come è ovvio le scuole sono contente se si allungano le ore. Invece bisognerebbe avere un approccio modulare per crescere nella professione. Come si fa con gli ultraleggeri, per i quali integrando il corso con un esame finale e apportando modifiche alle dotazioni della macchina si ampliano le possibilità di volo e si possono anche raggiungere aeroporti chiusi agli ultraleggeri normali, come la magnifica aerosuperficie dell’isola d’Elba. Con gli ultraleggeri posso avanzare il mio brevetto e il mio mezzo, perché non posso farlo sui droni? Questo ho chiesto ad Enac, e non mi hanno risposto.» Come scegliere la scuola Scegliere bene la scuola di volo è molto importante: è un investimento di tempo e di denaro che si fa una volta sola nella vita, e le scuole sono molto diverse tra loro. Certo, la comodità della sede e il prezzo sono importanti, ma per scegliere bene bisogna innanzitutto valutare le profonde differenze tra una scuola e l’altra. date dei prossimi corsi nelle scuole convenzionate Aeropubblicità Vicenza Responsabile del corso: Simone Maron [email protected] tel. 0444 585533 5-6-7 settembre e 10-11-12 ottobre- 1° corso sapr 17-18-19 ottobre e 24-25-26 ottobre- 2° corso sapr Volere&Volare Nettuno (Roma) Responsabile attività di volo: Giovanni Formosa [email protected] tel 06 9859002 9-10-11 settembre 3° corso sapr Aeroclub Varese Responsabile del corso: Cristian Lamera [email protected] tel 0331 864128 13-14 e 20-21 settembre 3° corso sapr 20 settembre workshop manualistica FTO Padova Responsabile attività di volo: Federico Conforto [email protected] tel 049 723402 1 corso: 6/7 settembre + 13/14 settembre 2 corso: 20/21 settembre + 4/5 ottobre Aeroclub della Vestina Responsabile attività di volo: Pietro D’Intino [email protected] tel 0857993326 --------------------------------------------------------Elifriulia Responsabile attività di volo: Federica Dal Cin [email protected] tel 0481778901-2 Friuli: 25-28 settembre, 23-25 ottobre Lazio: 18-21 settembre, 16-19 ottobre Droni e paracadute Una gara di paramotore all’Aeroclub della Vestina (in provincia di Pescara) Attenzione: le date potrebbero cambiare. Si consiglia di verificare l’aggiornamento dei dati su dronezine.it. le scuole non sono uguali ognuna ha i suoi punti di forza DRonEziNe - 34 scuole Rotori e multirotori Il primo corso sapr di Elifriulia. A cominciare dal programma di insegnamento: Enac non ha stabilito un syllabus unico per tutte, ma ha dettato alcune macroaree comuni - tra cui regole dell’aria, meteorologia, radiocomunicazioni, aerodinamica, aerotecnica - e poi lascia libertà alle scuole di costruire il proprio percorso didattico fino a coprire le 33 ore minime richieste. A volte diventano molte di più, come nel caso della scuola Alpha Lima di Cuneo che ha un syllabus di ben 50 ore, quante ne servono per la licenza di pilota privato. Di conseguenza, ogni scuola mette bene in evidenza le sue specificità e i suoi punti di forza: per restare tra le scuole convenzionate con DronEzine, l’Aeroclub di Varese punta sulla didattica della manualistica e all’insegnamento della preparazione della documentazione da inviare a Enac, che è cruciale per la formazione culturale di un pilota di droni. FTO Padova ha la caratteristica di essere non solo una scuola ma anche un operatore DRonEziNe - 35 certificato Enac per fare operazioni non critiche con i droni Anteos di Aermatica, e questo la rende l’unica che - al momento in cui scriviamo - può offrire oltre a una specifica esperienza sul campo anche la parte pratica del corso di formazione. Volere e Volare di Nettuno (Roma) invece punta a sfumare le distanze tra piloti di aeroplani e piloti di droni, tanto che offre la possibilità di scontare per intero il costo del corso sapr agli allievi che vogliano proseguire e fare il corso VDS per pilotare ultraleggeri. Aeropubblicità Vicenza ha un corso più lungo delle 33 ore Enac ma offre agli studenti fuori corso l’opportunità di seguire i corsi da casa, con il computer, potendo interagire con gli insegnanti come se si fosse in aula. L’esame va fatto di persona, all’aeroporto di Thiene: Enac non consente esami in telepresenza. Volandia in molti la scelgono per la sua posizione nell’incantevole regione della Vestina, tra il mare e il Gran Sasso, il che la rende una meta ideale per offrire una vacanza alla famiglia a prezzi ragionevoli mentre si segue il corso. Elifriulia offre una importante opportunità di prendere l’attestato in una struttura che fa servizi antincendio con gli elicotteri, e quindi permette di fare esperienza su come droni e elicotteri possano lavorare insieme. Il consiglio migliore per scegliere bene è quello di avere pazienza, informarsi, sentire più di una scuola e fare domande, tante domande per non sbagliare la prima vera decisione importante della carriera di un pilota di aerei senza pilota. la Formazione professionale dei piloti di Il ruolo dell’operatore, del costruttore e delle scuole di volo nel percorso disegnato da Enac. Cerchiamo di disitricarci nella jungla di circolari L a formazione professionale dei piloti e il ruolo delle scuole volo riconosciute dell’Enac sono stati recentemente oggetto di dibattiti e critiche più o meno fondate. Un corretto approccio interpretativo non può tener conto del Regolamento e delle Circolari sino a ora diffuse. Di fatto l’unica strada per poter inquadrare la normativa relativa ai sapr è proprio quella interpretativa, dato che non esiste, SAPR Francesco paolo Ballirano allo stato attuale, nessuna analisi approfondita di dottrina e giurisprudenza relativa al suddetto regolamento. Prima di affrontare la questione, occorre premettere che ad oggi risulta essere in vigore solamente il Regolamento Enac sui Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto. Le cosiddette “Linee Guida” (o circolari) trasmesse da Enac sono ben lontane dalla loro entrata in vigore (tra cui, ovviamente, anche la circolare “Qualificazione del personale di volo apr”) e sono state trasmesse solo come bozze. Abbiamo inoltre già specificato che le Circolari, seppure fossero entrate in vigore (come non è), non sarebbero comunque vincolanti. Per stessa ammissione di Enac, infatti «Dato il loro carattere non regolamentare, i contenuti delle Linee Guida (LG) non possono essere ritenuti di per sè obbligatori. Quando l’utente interessato sceglie di seguire le indicazioni fornite nelle LG, ne accetta esplicitamente le implicazioni sul proprio impianto organizzativo da esse come risultante ed esprime il proprio forte impegno a mantenersi aderente a esse ai fini della continua rispondenza al requisito normativo interessato». Ciò nonostante, attualmente le Il ruolo del costruttore Enac affida a chi fabbrica sapr il compito di addestrare i piloti. DRonEziNe - 36 formazione Organizzazioni riconosciute, dove sono? Enac ha previsto il ruolo delle Organizzazioni Riconosciute, che non sono scuole di volo ma dovrebbero affiancare l’operatore nel valutare la formazione dei piloti. Ma di queste O.R. non c’è traccia nella realtà. Linee Guida assolvono a un compito estremamente importante: specificano e approfondiscono alcuni punti del regolamento che potrebbero risultare oscuri e di non facile interpretazione e pertanto vale la pena analizzarle e studiarle. L’articolo 17 Il punto di partenza non può che essere, ancora una volta, il Regolamento Enac, dove all’art. 17, punto 3, viene stabilito che “I piloti devono aver effettuato presso il costruttore, presso organizzazioni da questo autorizzate o presso l’operatore stesso, se autorizzato dall’Enac, un programma di addestramento per lo specifico sapr”. L’art. 17 prevede, nel percorso formativo del pilota, i vari player del settore: costruttori, operatori e piloti. A quanto pare, la strada maestra indicata dal regolamento è quella di far sì che il costruttore o l’operatore si facciano carico del percorso formativo del pilota, escludendo, almeno stando a quanto previsto dall’art. 17, le famose “organizzazioni riconosciute” dall’Enac che invece hanno uno sviluppo nelle circolari e in particolare quella recante il titolo “Personale di Volo Apr”. Le Linee Guida “Personale di Volo Apr” La circolare “Personale di Volo Apr” precisa quanto stabilito dall’art. 17 del regolamento. La circolare individua, ancora una volta, la figura dell’operatore come nodale per la formazione del pilota e il suo continuo addestramento, precisando sin dall’introduzione (art. 3 della circolare) che “È compito dell’operatore verificare che l’equipaggio abbia la qualificazione richiesta. Questo vale sia per operazioni non critiche, per le quali è responsabilità dell’operatore attestare la qualificazione dell’equipaggio, che per quelle in cui è previsto un riconoscimento dell’Enac”. Sebbene quindi l’operatore assuma un ruolo determinante nella formazione del pilota, dato che in caso di autocertificazione o autorizzazione è l’operatore che deve dimostrare e documentare la capacità del pilota a fare volare il sapr, è interessante analizzare il percorso formativo suggerito dall’Enac. La formazione del Pilota si divide in due fasi, una teorica e una pratica. teoria e pratica Sulla parte teorica dell’addestramento, la circolare da un lato ammette che i possessori di licenze FCL o di attestato di volo sportivo di cui al DPR n. 133/2010 o di licenza di pilotaggio rilasciata dalle Forze Armate in corso di validità possono evitare la parte teorica, e dall’altro impone che l’operatore debba provvedere a verificare le competenze teoriche previste. Tale compito è mitigato dalla possibilità, per l’operatore, di essere supportato da Organizzazioni Riconosciute soprattutto Aermatica Il produttore italiano ad oggi è l’unico che possa offrire la formazione pratica attraverso una scuola certificata Enac. DRonEziNe - 37 formazione “Se l’operatore non è in grado di farlo autonomamente” o “se è l’operatore a doversi qualificare quale pilota” (art. 4.1, un punto che merita particolare attenzione come vedremo poi). Le Organizzazioni Riconosciute menzionate nella circolare sono le organizzazioni approvate da Enac/Easa come Approved Training Organization (ATO), oppure organizzazioni non approvate la cui capacità di addestramento sia riconosciuta da Enac o da l’Aero Club d’Italia (per attestazione pilotaggio VDS, cioè il “brevetto” degli ultraleggeri come per esempio i deltaplani a motore). In sostanza l’operatore può farsi supportare nella parte teorica da un ATO o da scuole di volo che hanno l’attestazione per il pilotaggio VDS, ma solo ed esclusivamente quando l’operatore non sia in grado di svolgere da solo tale adempimento. Quanto invece all’addestramento pratico, viene sostituita la figura dell’operatore (che nell’addestramento teorico ha un ruolo primario) con quella del costruttore. Nell’addestramento pratico, infatti, il costruttore ha la possibilità di tenere corsi o incaricare un pilota a tenere tali corsi (“4.2 Capacità Pratiche - L’addestramento pratico prevede di norma il superamento di un corso presso il costruttore del sapr, presso un’organizzazione riconosciuta da Enac o da pilota riconosciuto dal costruttore a condurre l’addestramento”). L’ultima parte dell’articolo prevede che l’addestramento pratico può essere condotto anche da una “organizzazione riconosciuta da Enac”, aprendo così la strada a una terza via, ossia quella di un soggetto terzo (che non è costruttore) in grado di tenere corsi di addestramento. La figura dell’organizzazione riconosciuta da Enac assume, nell’addestramento pratico, un ruolo secondario e comunque subordinato rispetto a quello del costruttore, tant’è che la circolare stabilisce che “ogni organizzazione di addestramento, diversa dal costruttore, deve normalmente essere in possesso di un riconoscimento da parte dello stesso, prima di potere richiedere a Enac l’autorizzazione.” (art. 8.2.2). Nel corso pratico dunque, l’Organizzazione riconosciuta può anche svolgere corsi di addestramento in autonomia purché comunque abbia un “riconoscimento” dal costruttore (in primis) e poi (successivamente) dall’Enac. Organizzazioni Riconosciute Altra puntualizzazione meritevole di approfondimento è quella relativa alle altre “organizzazioni riconosciute” contemplate dall’Enac nel regolamento, che appaiono distinguersi da quelle sino ad ora descritte. Svolgono attività di consulenza per gli operatori piuttosto che svolgere attività di vere e proprie scuole volo. Parlia- DRonEziNe - 38 mo delle Organizzazioni Riconosciute contemplate dall’articolo 8.17 del Regolamento “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto” e oggetto della circolare “Organizzazioni Riconosciute” ove viene stabilito che l’operatore può avvalersi del supporto di organizzazioni riconosciute dall’Enac al fine, ad esempio, di effettuare delle dimostrazioni di rispondenza, elaborare la documentazione da presentare all’Enac per la richiesta dell’autorizzazione o la dichiarazione di operazioni specializzate. Sebbene la circolare “Organizzazioni Riconosciute” consente che entrambi i tipi di organizzazioni possano coincidere, pare opportuno comunque distinguerne le competenze. Riflessioni e critiche Il Regolamento e la circolare “Personale di Volo Apr” hanno disegnato un programma di addestramento che, nonostante le sue tortuosità, è ben definito. La formazione del pilota passa necessariamente dal controllo dell’operatore e del costruttore, con le famose “Organizzazioni Riconosciute” con un ruolo di supporto e comunque in funzione delle scelte del costruttore e dell’operatore. Tuttavia, allo stato attuale, il quadro disegnato (e desiderato) dall’Enac è lontano dalla realtà dei fatti. L’intero settore sembra muoversi con logiche distinte da quelle auspicate dall’Enac. Fino ad oggi, per esempio, con l’eccezione di Aermatica non c’è nessun costruttore dei droni comunemente conosciuti che abbia avviato una scuola volo per la parte pratica dell’addestramento né tantomeno che abbia autorizzato un’organizzazione per tali fini. Ancora, l’Enac non ha tenuto conto, salvo quanto disposto dall’art. 4.1 della circolare sul personale di volo, che il pilota e l’operatore, nella stragrande maggioranza dei casi, coincidono in un unico soggetto e che quindi l’attività delle scuole volo è fondamentale forse più del costruttore e dell’operatore, per diffondere una cultura aeronautica sui droni. One Man Band Enac non sembra aver tenuto conto del fatto che, nella maggioranza dei casi, operatore e pilota sono la stessa persona. Da Ravenna a Pechino le strategie di In Italia i suoi droni non sono ancora certificati, in Cina suscitano interesse e girano documentari. L’azienda romagnola si scopre globale I droni in Italia decollano verso la legalità. Fare lavoro aereo alla luce del sole non è più un miraggio. E questo apre interessanti prospettive ad aziende italiane come Italdron, fondata nel 2008, che oggi propone prodotti e soluzioni complete “premium” per chi vuole operare efficacemente in questo mercato nascente. «Ancor prima dell’annuncio del regolamento da parte di Enac, abbiamo pensato a prodotti che potessero garantire ottime prestazioni nell’utilizzo intensivo ed elevati standard di sicurezza operativa, come paracadute d’emergenza ed elettronica di controllo interamente ridondata», racconta il responsabile commerciale Tommaso Solfrini. L’altro elemento chiave nello sviluppo del mercato dei droni è la formazione di operatori DRonEziNe - 39 ITALDRON competenti, preparati e muniti di tutti i requisiti richiesti dal regolamento. «Stiamo preparandoci» dice Solfrini; «organizzeremo sessioni di formazione pratica intensiva sui nostri mezzi che, abbinata alla formazione teorica offerta dalle numerose scuole di volo già abilitate e presenti sul territorio, completeranno l’iter richiesto». La prima scuola con cui lavora è nel cortile di casa, una realtà romagnola che ha già rilasciato i primi attestati di competenza come da regolamento Enac. Nell’attesa che i suoi droni superino l’iter di validazione una troupe di operatori Italdron, munita di droni con telecamere 4K, sta girando sta girando in lungo e in largo la Cina per realizzare riprese che saranno utilizzate per diverse serie TV, toccando Pechino, Shenzen, Shangai, Hong Kong e il Tibet. E già che era lì, Italdron è diventata dealer esclusivista per il mercato italiano dei prodotti Zero Uav, azienda cinese costruttrice di droni, con cui intende sviluppare una solida rete di vendita e postvendita. il che non ti motore aspetti matteo campini Il temibile Predator militare ha un motore da motoslitta. Esistono quadricotteri a scoppio e propulsori a idrogeno per droni stratosferici S iamo abituati a pensare ai droni come piccoli multicotteri elettrici, spinti da potenti motori brushless outrunner che abbinano una grande coppia a una leggendaria affidabilità e leggerezza. È senz’altro vero che il motore elettrico è di gran lunga la motorizzazione più indicata per i velivoli robot, ma non è l’unica soluzione. All’AUVSI Conference di Orlando, in California, di multicotteri se ne son visti davvero pochi: il grosso del mercato è fatto da aerei robot ad ala fissa ed elicotteri. Il perché è presto detto: il multicottero è la macchina volante meno efficiente mai progettata dall’uomo, e questo si traduce in autonomie risicate e molto carico pagante sacrificato a batterie grandi e ingombranti. Di fatto, i multicotteri sono relegati a una nicchia di operazioni dove la praticità vince sull’autonomia. Fotografia e cinema, per esempio, e anche monitoraggio dei pannelli solari o delle linee elettriche. Ma i droni che devono volare a lungo o velocemente richiedono design più efficienti e motori a combustione interna. Le sorprese non mancano neanche nei motori a scoppio per droni. Chi l’avrebbe detto che il Predator, gioiello da guerra da 5 milioni di dollari, usato anche dalla nostra Aeronautica Militare per le operazioni umanitarie Mare Nostrum, la ricerca dei barconi dei migranti in difficoltà, abbia un motore da motoslitta? Si tratta del notissimo e collaudato propulsore austriaco Rotax 914 (foto in alto), un quadricilindrico a quattro tempi da 101 cavalli che equipaggia molti piccoli aeroplani oltre che – appunto – motoslitte e moto d’acqua. Il propulsore austriaco fa girare un’elica bipala a passo variabile che permettono al drone militare di raggiungere la velocità di crociera di 135 km/H a oltre 7 mila metri di quota. E volare per 24 ore a una distanza di 925 chilometri dalla base di partenza (Amendola, per i Predator italiani). La rivincita del wankel Alla ricerca di prestazioni e leggerezza, il pistone rotativo Wankel trova interessanti applicazioni nel mondo degli Pistone rotativo Un motore Wankel Cubewano per droni DRonEziNe - 40 tecnica UAV, Unmanned Aerial Vehicle, il modo “politically correct” con cui negli USA ci si riferisce ai droni, visto che il termine drone (che tra l’altro significa fuco, il maschio dell’ape a causa del ronzio dei primi esemplari nati nella seconda guerra mondiale) è troppo associato alle missioni di morte degli aerei robot in Afhganistan e fa storcere il naso. Il Wankel è il cavallo di battaglia di aziende come Uav Engines, che produce motori rotativi da 15 a 90 Kw, Cubewano, che copre la fascia da 2 a 19 cavalli e lavora per ridurre i consumi attraverso un uso attento dell’iniezione elettronica, Nwuav che con la serie Rotron copre invece la fascia più alta da 30 a 140 cavalli (i suoi motori sono anche molto apprezzati per il volo sportivo, specialmente sui carrelli di paraplani e deltaplani a motore). La caratteristica principale dei motori Wankel è quella che il pistone non va su e giù come nel classico motore alternato, ma ruota attorno all’asse del motore, alimentato da un impianto con luci di carico e scarico posizionate o nella cassa statorica trocoidale (posizione periferica) oppure nelle piastre laterali della camera statorica (posizione laterale). I wankel sono molto adatti per certi droni perché più leggeri e potenti di un analogo motore a pistoni tradizionali, vibrano meno, sono più affidabili perché hanno meno parti in movimento e di conseguenza richiedono minori costi di manutenzione. Il rovescio della medaglia è il consumo elevato, ma l’ottimo rapporto peso/potenza, la piccola sezione trasversale, la leggerezza, l’affidabilità, la semplicità e non ultimo il costo contenuto li rendono un’alternativa interessante. Il fascino del jet Droni con motore jet non ce ne sono moltissimi, ma quando serve velocità è la prima scelta, e andare veloci è una necessità più sentita dai militari che dai civili. Se i grossi droni militari d’attacco usano gli stessi jet che sono montati sugli aerei da addestramento, i motori jet per piccoli droni con le stellette nascono dai jet per aeromodellismo: sono una versione semplificata dei jet aeronautici, in cui l’aria è aspirata all’interno del motore ed è ridotta di volume nello stadio compressore. Che, così come lo stadio turbina, è in un sistema di palette fisse (statore) e uno di palette rotanti (turbina) inseriti su un albero. Generalmente l’accensione avviene tramite una candeletta a incandescenza; nei primi modelli l’accensione avveniva incendiando un comune gas da accendini (butano o propano) per scaldare la camera di combustione attorno ai 100 gradi, quel tanto che serviva per attivare la pompa del carburante. I micro jet più diffusi oggi non hanno bisogno del preriscaldamento col gas e partono direttamente col combustibile, che dovrebbe essere JET A1 aeronautico ma spesso si usa del semplice cherosene da stufe iniettato nella camera di combustione attraverso i fuel injectors, tubicini dal diametro interno di 0,4 – 0,6 mm; qui il carburante si mescola con l’aria compressa e si incendia. Nello stadio successivo, quello della turbina, l’aria espandendosi produce energia, una parte della quale è subito assorbita dal compressore che si mette in rotazione tramite l’albero motore. Ciò che rimane forzando aria dentro il tubo di scarico a valle della turbina diventa spinta utile. La lubrificazione dei cuscinetti ceramici ad alta velocità (150/180.000 giri) è garantita dalla nebulizzazione del carburante e dell’olio (si usa di solito Aeroshell 500, lo stesso usato dai jet degli aeroplani) causata dal compressore. Droni jet non sono una novità, il primo a montare una turbina è stato il Ryan Teledine, un aereo bersaglio teleguidato del 1951, e i militari hanno già fatto vedere un caccia, l’F-22 Raptor, senza pilota a bordo. L’uso di aerei da caccia supersonici senza pilota è ancora molto lontano, ma la ricerca punta decisamente in quella direzione. Ricognitori robot grandi e piccoli usano comunemente motori jet, così come i bersagli mobili delle dimensioni di un grosso aeromodello. L’Università del Colorado sta portando alle estreme conseguenze il concetto di drone jet con il progetto Gojett, un futuristico drone supersonico che pesa meno di 50 chili e dovrebbe volare a 1,4 mach per 30 chilometri costando meno di 50 mila dollari per esemplare. Jet tascabile Schema di un tipico motore a getto per aeromodelli e piccoli droni. DRonEziNe - 41 tecnica Bimotore Wankel Il drone da ricognizione InView di Bernard Microsystems. Pile e pistoni I droni elettrici sono silenziosi, e questo è un grande vantaggio sia per le operazioni militari sia per il monitoraggio delle aree urbane, ma hanno poca autonomia; come unire silenzio e lunga durata del volo? Una strada è l’ibrido elettrico-scoppio, strada che sta percorrendo per esempio Nwuav e gli israeliani di Bental Industries, mentre EADS Innovations mette insieme un rotativo Wankel con un motore elettrico per il drone tattico Tanan, un elicottero robot che normalmente monta un motore diesel e si usa per la ricognizione marittima. Il principio tipico di questi ibridi è usare il motore elettrico come motorino d’avviamento per quello a scoppio, dopo di che il motore a scoppio trascina l’elica (o il rotore) e quello elettrico diventa un alternatore per ricaricare le batterie. Una volta cariche, lo scoppio si ferma e interviene l’elettrico. In questo modo il motore a scoppio serve per la crociera, quindi per portare il drone nell’area operativa: qui la missione viene svolta usando solo il motore elettrico, più silenzioso e con una traccia termica più ridotta di quello a combustione interna. Elicottero ibrido Cassidian-Tatan 300 con motore Wankel-elettrico. Idrogeno per voli estremi I droni possono sostituire i satelliti artificiali, per monitorare vaste aree di territorio, per portare Internet dove non arriva la fibra ottica e creare ponti radio; per farlo devono volare a lungo, anche settimane di fila, a una quota superiore a quella dei jet di linea. Anche qui la scelta tipica è il motore elettrico, con cui per esempio sono equipaggiati i motoalianti d’alta quota di Titan Aerospace, aerei robot dall’apertura alare superiore a quella di un Boeing 767 che Google ha strappato a Facebook a suon di milioni di dollari e che serviranno a portare i servizi di Big G nelle aree non raggiunte dal Web. L’energia elettrica è prodotta da pannelli solari che tappezzano l’ala. Ma le celle solari non sono l’unica soluzione: per i voli d’alta quota Boeing preferisce motori alimentati a idrogeno, che consentono di portare in quota un carico pagante maggiore di quello ottenibile con batterie e celle solari. Il drone si chiama Phantom Eye (occhio fantasma) e anche qui le sorprese non mancano: i motori, due, sono di derivazione automobilistica, dei Ford da 2,3 litri che equipag- Benzina ed elettroni Il drone israeliano Skylark equipaggiato con un motore ibrido scoppio-elettrico B-047-017 da un chilo e mezzo. DRonEziNe - 42 tecnica Nella stratosfera con il motore della berlina. Il Boeing Phantom Eye vola ad altissima quota con i motori (modificati) della Ford Fusion. giano le berline Ford Fusion, con riduttore per muovere le grandi eliche quadripala. Per potere funzionare ad altissima quota (65 mila piedi, circa 22 mila metri, il doppio della quota a cui volano i jet di linea) il motore è stato modificato aggiungendo una serie di turbocompressori che comprimono la poca aria disponibile a quella quota e riducono la traccia infrarossa che potrebbe rendere visibile il drone ai sensori militari in caso di missioni di guerra. I motori Ford sono alimentati a idrogeno - compresso e stivato nell’enorme serbatoio, rende il drone simile a un’autobotte con le ali, - e forniscono 150 cavalli di potenza ciascuno a livello del mare. Boeing mette l’accento sul fatto che i motori alimentati a idrogeno sono i più puliti che esistono, visto che la combustione produce solamente acqua. Così equipaggiato, l’aereo robot può volare 4 giorni di fila alla velocità di 150 nodi (circa 250 km/h) e portare circa 200 chili di attrezzatura: non molto se si pensa che l’apertura alare è di ben 46 metri, più di un Airbus A310 che porta 220 passeggeri. Un altro tentativo di usare l’idrogeno come combustibile per droni d’alta quota è l’AeroVironment Global Observer, di dimensioni e prestazioni paragonabili al Boenig Phantom Eye, ma qui il motore a scoppio alimentato a idrogeno serve solo come generatore per l’energia elettrica utilizzata dai quattro propulsori brushless ad alta efficienza. Il programma ha avuto una battuta d’arresto il primo aprile 2011, quando il prototipo è precipitato e si è completamente distrutto per un incidente. Il Pentagono in conseguenza del disastro ha smesso di finanziare i ricercatori, e solo nel 2014 il programma pare essere ripreso grazie a un accordo con Lookheed. na per aeromodellismo, mantiene costanti i giri mentre per salire, scendere e manovrare il multicottero si varia l’incidenza delle pale delle eliche, esattamente come succede per i rotori degli elicotteri. Non sarebbe possibile montare direttamente le eliche sui motori perché non esiste un motore a scoppio che possa reagire con la rapidità e la precisione richiesta dalla centralina che deve tenere in aria il multicottero e dosare la potenza e la coppia per potersi spostare efficacemente avanti e indietro, a destra e sinistra e ruotare il multicottero sull’asse dell’imbardata. Quindi l’unica soluzione è variare la portanza dell’elica modificando l’incidenza delle pale. Oltre agli esperimenti degli aeromodellisti, almeno un progetto di quadricottero a scoppio è finito su Kickstarter, la piattaforma americana di crowdfunding dove raccogliere i finanziamenti da parte degli internauti interessati a portarsi a casa un esemplare o anche solo disposti a dare qualche dollaro per dare una mano agli inventori. Il quadricottero a scoppio in questione si chiama Incredible HLQ (gioco di parole tra Il’Incredibile Hulk e HLQ, che sta per Heavy Lift Quadcopter, foto in basso) e ha ottenuto oltre 11 mila dollari da Kickstarter. Promette di sollevare carichi importanti, dell’ordine dei 20 chili, davvero tanti per un quadricottero così piccolo, poco più grande della ruota di una bicicletta. Il progetto è di un gruppo di studenti di San José (California). La propulsione in questo caso è affidata a due motori monocilindrici glow a due tempi per elicotteri radiocomandati da 120 cc e 12,5 cavalli ciascuno. Quadricotteri a scoppio? Perché no? Alla ricerca del massimo payload, si cominciano a vedere quadricotteri sperimentali con motore a scoppio: normalmente uno solo centrale che muove eliche a passo variabile. In questo modo il propulsore, di solito un motore a benzi- DRonEziNe - 43 BRUSHLESS IL MOTORE DEI NOSTRI DRONI Leggeri, potenti, precisi, con una manutenzione ridotta all’osso: ormai tutti i multicotteri usano motori trifase senza spazzole Giancarlo Comes I U Q riorrum inimus nam, nostis dipitati dolum A evel mo experiC bus debis volorro magnis voluptias dusIC cuptas et eostrumL que quam apidicipsa dolume num dionseque estiis exerept C . aquasitat magnis dolo ipsandi A gnient aut est, tessitatem ETducide quatemp orecturest Tus earunditat. Alicae vel il ipsandam, que odionsequi om- rescit inum estiantotas samLne P molupta tisqui odi bersper nis is est quam, velesti doluptaqui venimposant dellorum porerchicium hiciend aeruptat M solessunto entio quaepta consequat ut veliam lacestibus et ferferit volupiditia dolendant. O C Catem es ea corpor abo. Axim a porem in eum dolorit vovolore velecto est, cum aut iderum eius di utem. Nequibus E N faceria porera pedipsam, necepel endament de id quia plis modias esenihitatem ex evelique rectiis aut lorrum eum O I tecabori cum et od magnam hiciumqui re eria sam et estem quam et dem doluptaqui des iditatu lis recto molupta Z I eos venimo ex et mo etur, qui omnis min cupiet D doluptassit L’E imiligenet quatur? explandit, L E omnimus alia porio. Nem quae eum qui iduciNLatectur, ti quiaspel ipsum in re, sinvelloria dolupiendisi arit aliqui O L quunt re possit aborerunt, in pa sum sum, odi dolorepro SO quo veliquae. Tem doluptio inist quunt od qui nimpor sa LE I pit quaeria conseque dolupid magnatibus secus, sitis mi, B I tecearcium nonsectis verovide litist, aliaspiet que nonseN a i p o c ia O UT O SP I D w N TE N CO DRonEziNe - 44 e n o r d . ww m a l / .e it zin ELEMENTI FISSI ELEMENTI ROTANTI Tappo di plastica Bobina Core Guida del cablaggio Supporto isolante Cuscinetti a sfera Scheda di controllo Tappo inferiore Connettore Cavo elettrico Cassa Sostegno magnete Magnete in terre rare Albero motore QU I tecnica ww E SO w.d LO ro NE ne zin LL’E e.i DIZ t/l am ION iac E C op OM ia PL ET A. CL IC C A esequos quos quiam none millupt aepudicil et ommolore viduciis ex est, sandi ut quiatur, comni sa quia cum escit voluptateces aliquam everovid quis autecto dignatur, voluptaessi ullandandae volest evelitata qui doluptatur ant eum erfero et eatur? Qui doloritetur? 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Il National Aerospace Laboratory olandese ha studiato le cause di molti guai e i rimedi perché non si ripetano NE O T U D N E T I U Q C . A T E PL Bus volupis quidebitios aut aut ad qui as aut occuscia ne porerunt antione possed et labora velest est quas quame sequametumet id millab is quodit aut quam estius quia nullaceatur seniandit, cum ullam aut ulpariaernam andit que volupta sperum nonserchil ipiene con re magnam evelecea ditio di doluptat alic tem destrum repratis dis sunt ut aut verio totatis anime optate est, quibus accullande ped eosapitiatur atectatio. Citi quo eseris et litio. Itatem re, offictem nimus pel ipsunt. Solumquae nonse dolorporem alique siniet pari que eum ipic te perunti doloreptat ut faciis nonem voluptus utest hari dolupta consequ idelictur abor samusda corehenihil is doluptat laborumqui dolo volesto ressimi, omnissi nctamusa perferum, et pratet delescium aspedis sinumquas simusaecti verio dolupti busaperi resequibus, ut volorit aut voloria quae nonsect ibusam quis dolorum quidess itatene caborpore nobitatiur sinctatur, nonsendam ea cuptatempor sunto opta serectate non consequi ius, inis ad quiae lab il etur apiet volor sunt. Aquiducid quodi desequid quatectibus aut aciendent excessi aut ut volor aut aut ut idelicit pa aut eate non es pa alicaborit voluptur, inum quam rest volum aut et eatis accatiam rehent, expeles equasped qui adipsae preptatem sus et ventus. Ehenis evelenis dolupti untius exero quo vene ipsus eat. Nem explam sinventiae odicimp oresed quis et am nos exces et aribus simaio voles eost, si aut incilla boribusciam ’ L L e n LE ro Far volare la fantasia I B dall’NLR.dolandese. Prototipi di aeroplani sviluppati I N ww O P w IS Droni? A C C LI Il National Aerospace Laboratory (NRL) olandese ha analizzato lIt facescia dessit erum exerferores consecum sum in esci digni am, quam labore poressi mincimet aut res audae ero blabore, sequati unturitatio exceper oressitia etur saperun ditatiur mossunt voluptatquos as que rem nonsequ iantiust am exped quis ium fugia volent adit iderovitia conseque nectur? Perferi aspere nationsequo volupta nonsectiae susae eos quia conet delicidel minvent omniant ut vel inctus int. Um ulparch illaute ipsam, nonsequo qui re ne nonsequi id ut perios nobis sed quati iunt. O L SO i M O C I D E E pi N O co ZI a a i l/ am .e it zin N O C errare è umano ma l’aviazione non tollera errori DRonEziNe - 46 ro NE ne zin LL’E e.i DIZ t/l am ION iac E C op OM ia PL ET A. CL IC C A QU I ricerca L’incubo della mancata collisione Sono stati segnalati troppi casi di “near miss”, cioè contatti troppo ravvicinati tra aerei e droni: sta diventando un vero problema all’aeroporto JFK di New York, atutorità e polizia aeroportuale hanno deciso la linea dura, carcere per chi viene pescato a volare vicino alle piste. CO NT EN UT O DI SP ww ON IB IL E SO w.d LO quiani as ex et ad es volorem eliamet maxime parcium faccus. Non pores invello reicat. Opta andi dolorem es iundae. Ferupta turerciatet mo cus simincit, officiis et eicitae magnime iliquam landa volor aborest otatiat emporpos aboreritata cones doluptature peliate alitam rehenti con pratemquod ma veria doles rem aut ium dent. Ita quae eaquatu riberchic totation reiunt at. Ximinullit quia des dolori offictia eribus earibus aecepedicias excerfero iuntur antiorunt es vellabo rerumetur mi, volupta quiderchic to venim qui te eum de nam iumque doluptati quam la destrum quatio il ipit, et omnimi, quation sedicil in et faccum harciam rerum inctium ilique perchicto excessum que ma quisci omni odio cullupta sit ut ullabor asperib usciaec usdamusapidi doloreh enihitiae voluptini doles as aut et quiam, tent quam fugia verchicius ne vero eatium eventem et veribus, si de auda quia qui quos quam essum quas maximos magnis exererferion re plabo. Musdant apero to beaquia dolorio eos sollorum hit, ist, quiat de voluptus etur renihit et, sam iur simoluptae. Nequo tem faces intem expeliquam quo tem soluptam reriorp orenienimus entium verovit qui volorem cus ma doluptur sequibus dera pores es eossimpe eum sit offic te porem exerionsedit iunt et aut ut invendam cone pro is enihill atatur sedi officimped et ium ut atio. Et dolorer iorerrum nus essum hilitiam fugitius acepudion consequia vellorro blautectur sitemquatus expe ex evelliciet landae con es a del mod mo elestiunt utem aceatibus sedis est aut quis rehendu nturis ex estionsed ma vellor si aut modi aut parum volum is eratiat uribuscit voles mos quam faceatiis ute a consequi unt optatur, sit id quassimi, quam verio temporia doluptas sitat. Perio. Nam nobis voluptatum hiliam alitate exeratem nemquat. Lestium et vent atio. Itaectis acero ent ped ut volupta temoErrore o vizio di fabbrica? Un’elica si stacca in volo, un multicottero finisce a terra. Errore di chi l’ha montata o cedimento del perno? Solo un’indagine tecnica può stabilire la causa dell’incidente. DRonEziNe - 47 ricerca ET A. CL IC C A QU I blatquas moditet occae vercit doluptas rat aut essimaios molupti corestius suntoritio. Nem fuga. Itatquis enis sum enimeni consequam, que quist quiam, qui utationet pore paribus, omnihiciae. Et es sit, ullorum re reprorunt ligent delicatet officae molut dolupis aliti auda conecum nonseque sed molorpos aut voluptatem estiones et et, estia dolupti onsequistrum liqui ullor sim veliqui doloresti cupientiae pratur? Luptatem eum utatem quostiunt exera doluptur? Ehenis asimosanti simus seque porumquae consequate il ipsam unt dolectistius rem. Namus nemperibus magnam consendam, tectiur molorem renescil magnis eumquae rchilluptia si voluptat. Quibus explis ea consectori dolestia quunt. Agnis estrum, occaecerum sit, sus eum lacea doluptas sed ea se ent. Hil mi, voles etus estem eos nuscil id magnim que periatatis solupicipidi acienditatis necab il excese susciis cillaborepro volut eaquam, ut labor si officid mo eserspe liquatur? Quistibusam volent, optatus dio estiostia con pa voluptur? Pid quatecae. Ugita vellacidunt et quos qui nihiliti ut ullis voloreh endiciis dolupta turerum, aut quiae ne ditaspides doluptat. Facculp ariamus cum qui bea exernate esequi ilis eos numque pliquias mod que venis cum as idenect emporib usandant. Ut quisimus. Optaess itiatem olorecus et liquiatur rent, illate alicate conestis volorest, se ea dolendae simi, nonet fuga. Itaerit andis rem inverios quianti CO NT EN UT O DI SP ww ON IB IL E SO w.d LO ro NE ne zin LL’E e.i DIZ t/l am ION iac E C op OM ia PL lorume rectorporro tem qui ut aute quata net aut et molorit atibear itatur alicidebit as et excerferae. Ut lab ium volupta dolupta tianim laborestist aut pra dunt am et dolorerat omni ut quosapitate laut exceaqu odictota quodi nihicia dis dellabor asim acerfer feriassundem fugitio magnis est, net a voloresequi tempore et, sita del mossi dolo que consecabo. Itas es doluptas mo incit, tem. Ucia voluptaerum re nos ad et es sequae volorum autatibusam, ut adicitaepe ad mollestiae odis expliquia dolorepudae volorep erfere vellaborecum harciis simodi sapiet anit qui is everi alique dignien iminum quae dia non plabo. 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CABI Broker di Assicurazioni srl, attraverso un percorso di studio, approfondimento e collaborazioni con gli operatori di SAPR, nato all’inizio del 2013, è riuscita a concordare con il mercato assicurativo una serie di collaborazioni volte a fornire alle aziende e professionisti che operano nel settore un programma assicurativo completo al fine di tutelarli nell’esercizio delle proprie attività. POLIZZA DI RESPONSIBILITA’ CIVILE PER DANNI A TERZI DA AEREOMOBILE A PILOTAGGIO REMOTO APR Copertura assicurativa obbligatoria e conforme dell’art.20 del Regolamento ENAC. Attività assicurabili: Operazioni Specializzate in aree critiche; Operazioni specializzate in aree non critiche; Attività sperimentale; Massimale assicurabile: minimo € 1.000.000,00 – possibilità di ottenere anche massimali più elevanti a seconda della tipologia di attività esercitata e degli APR utilizzati; Premo lordo annuo minimo: € 400,00 / € 600,00 a seconda dell’attività esercitata e degli APR in uso (premio riferito a singolo APR); Franchigia applicata per danni a cose o persone: nessuna/500,00 a seconda della tipologia di attività esercitata e degli APR utilizzati; POLIZZA CORPI/DANNI DIRETTI ALL’AEREMOBILE A PILOTAGGIO REMOTO (APR) E PAYLOAD; Polizza Facoltativa; Oggetto della garanzia ‐ i danni materiali e diretti che l’apparecchio SAPR assicurato (indicato in polizza) subisca per tutti gli accidenti della navigazione aerea in genere, fra i quali quelli derivanti da: vicende atmosferiche, incendio, urto, esplosione, collisione, investimento, caduta o naufragio; Valore assicurato: Valore Commerciale dell’APR o Payload (non assicurabili valori inferiori a € 5.000,00 tra APR e Payload) Franchigia: 10 % del valore assicurato; Premio lordo annuo: determinato dal valore dell’APR + Payload assicurato, indicativamente per un APR + Payload del valore di € 5.000,00 il premio lordo annuo indicativo sarà di € 500,00; POLIZZA DI RESPONSIBILITA’ CIVILE PER DANNI A TERZI DURANTE LE OPERAZIONI A TERRA; Polizza Facoltativa; Precisiamo che il regolamento ENAC in materia non prevede l’obbligo di una copertura assicurativa per i danni cagionati a terzi dai titolari o dipendenti (RCT) durante le operazioni a terra (non cagionati dall’APR) e per danni subito dagli operatori (RCO). Massimale assicurabile: € 1.000.000,00 (RCT per danni a cose e persone) € 1.000.000,00 RCO per prestatore di lavoro – possibile ottenere anche massimali più elevanti; Premo lordo annuo minimo: € 500,00 (fino a 3 addetti) Franchigia applicata per danni a cose o persone: nessuna per danni a persone; POLIZZA DI TUTELA LEGALE PER OPERATORI DI SAPR Polizza Facoltativa; Oggetto della garanzia – tiene indenne l’azienda o il professionista dalle spese legali necessarie per: l’intervento di un legale incaricato alla gestione del caso assicurativo; per l’intervento di un perito/consulente tecnico d’ufficio e/o di parte; di giustizia; ecc. nel caso di procedimento penale per delitto colposo o per contravvenzione; doloso purché venga prosciolto o assolto con decisione passata in giudicato; opposizione sanzioni amministrative; Massimale di polizza: € 31.000,00; Premio lordo annuo minimo € 320,00 POLIZZA DI ASSICURAZIONE PER LA RESPOSANBILITA’ CIVILE DEL PRODUTTORE DI SAPR Polizza Facoltativa; Oggetto della garanzia – tenere indenne l’azienda o il professionista per danni involontariamente cagionati a terzi da difetto dei prodotti (APR) descritti in polizza dopo la loro messa in circolazione e per i quali rivesta la qualifica di produttore, per morte, lesioni personali e distruzione, danneggiamento o deterioramento materiale; Massimale di polizza: € 2.500.000,00 / 5.000.000,00; Premio lordo annuo minimo € 1.500,00 determinato dal fatturato aziendale e dalla tipologia di APR prodotti; Per tutte le polizze ‐ Gli Assicuratori sono primarie compagnie a livello azionale e internazionale; si sceglierà congiuntamente al cliente la migliore soluzione offerta dal mercato assicurativo; Sede Legale e Operativa 35127 Padova • Via Vigonovese 115 SCONTI: Grazie all’interessamento e collaborazione di DroneZine gli Associati potranno godere di sconti dedicati per singola polizza indicativamente tra il 5 e il 10% a seconda della Tel. 049.870.06.38 • Fax 049.870.3829 Sede Amministrativa e Operativa copertura assicurativa e attività esercitata; oltre alla consulenza assicurativa gratuità; 24121 Bergamo • Via T. Tasso, 79 Struttura dedicata e gratuita per la gestione sinistri; Agevolazioni economiche su altre Tel. 035.22.64.17 • Fax 035.23.55.80 polizze aziendali (parco veicoli, attrezzature, immobili, ecc.) Capitale Sociale € 10.400,00 R.I. di PD 27097 • CCIAA PD 203155 Numero Iscrizione R.U.I.: B000064108 C.F. 01112130263 • P.I. 02094430283 www.cabibroker.com E-mail: [email protected] associazione grazie 10.000 A Ferragosto, Donezine ha raggiunto la fatidica soglia dei 10 mila “mi piace” su Facebook. Grazie a tutti coloro che ci hanno dato fiducia e sostenuto il nostro progetto: creare un’associazione per diffondere la cultura dei droni civili, promuovere il volo sicuro e responsabile per far crescere sana e robusta la filiera industriale dei droni civili. In un anno, i numeri sono incoraggianti: 700 soci ricevono DronEzine in edizione completa, su carta oppure digitale, a scelta; 11.000 persone ci seguono su Facebook; 3.500 utenti registrati scaricano la versione gratuita del giornale e ricevono le mailing list; 2.500 visitatori vengono a trovarci ogni giorno sul blog. Numeri che fanno di DronEzine di gran lunga il più importante network italiano dedicato agli aerei senza pilota. i vantaggi dei soci Ricevono a casa gratis il manuale “Droni e Multirotori” di Luca Masali, testo fondamentale per muovere i primi passi nel mondo degli apr; Sconti presso lo storico negozio di modellismo MOVO, sconti sui prodotti tecnici di P.C.E Italia; Sconti sulle assicurazioni professionali per piloti e operatori di droni di Cabi Broker e per l’assicurazione amatoriale di FIAM; Sconti nelle scuole di volo Enac convenzionate: al momento, su 10 scuole riconosciute dall'authority aeronautica, 7 offrono sconti ai soci di DronEzine Accesso al servizio dell’ esperto legale Francesco Paolo Ballirano. Approfittane anche tu, diventa socio oggi stesso su www.dronezine.it DroneZine Anno II- numero 6 bimestrale dell’associazione culturale Nuova Editoria Via F. Baracca, 6 40033 Casalecchio di Reno (BO) C.F. e P.Iva 03355621206 Iscrizione al ROC n.24763 Esonerata dalla registrazione al Tribunale ex art.16 legge n.62/2001 Redazione: Via Alessandrini 2, paullo (MI) ISSN 2384-9703 Direttore responsabile Luca Masali Direttore scientifico Stefano Orsi Caporedattore Angela Andò Contributors Francesco Paolo Ballirano Eugenio Baronti Stefano Caburosso Matteo Campini Giancarlo Comes Giuseppe D’Angelo Silvio Di Domenico Roberto Foraboschi Collettivo iMerica Massimo Manfregola Luca Mariotti Alessandro Pette Valentina Russo Fabrizio Seri Fabio Sgroi Luciano Zanchi Grafica e redazione Nuova Editoria Contatti 347-8486728 [email protected] www.dronezine.it www.facebook.com/Dronezine @Dronezine Forum www.dronezine.it/forum Stampa Graffietti Stampati - Montefiascone (VT) Distribuzione in edicola Sodip spa DRonEziNe - 50 38DIªZIONE E PER TUTTI I TRE GIORNI DI FIERA BUS NAVETTA GRATUITO DALLA STAZIONE DI LAMBRATE MM2 (Piazza Monte Titano) AL PARCO ESPOSIZIONI NOVEGRO E RITORNO SLOTLANDIA IL MONDO DELLE PISTE ELETTRICHE 26 - 27 - 28 SETTEMBRE 2014 ORARIO 9.30 / 19.00 PARCO MILANO/LINATE ESPOSIZIONI NOVEGRO AEROPORTO✈ www.parcoesposizioninovegro.it - [email protected] 24-25 Ottobre 2014 Centro Congressi NH Milanofiori L’evento professionale dedicato alla filiera dei droni civili AREA ESPOSITIVA, WORKSHOP AZIENDALI E CONVEGNI ORGANIZZATI IN COLLABORAZIONE CON PATROCINATORI, ORDINI PROFESSIONALI E ASSOCIAZIONI www.dronitaly.it Con il patrocinio di Organizzato da fiere&congressi Contatti: [email protected] Tel. +39 02 45471111 - +39 02 45471054 Sponsor Gold