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Indagine sulla morfologia podalica e sulle variazioni della statica normale verticale come
conseguenza della calzatura con tacco alto
Raimondi P*., Marcelli M°., Prosperini V.*
*
Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica Gestionale, Università degli Studi di L’Aquila.
** Facoltà di Scienze Motorie, Università degli Studi di L’Aquila.
°
Chinesiologo.
Riassunto
Lo scopo della ricerca è stato quello di indagare sulla patomeccanica del piede e di verificare le
variazioni posturali statiche che si manifestano indossando scarpe femminili in considerazione del
fatto che il tacco modifica la posizione del baricentro corporeo.
E’ stato reclutato un campione di soggetti femminili che è stato valutato con apparecchiature da
statica, facilmente reperibili in commercio e poco costosi, quali un podografo e un analizzatore da
statica verticale.
I soggetti sottoposti ad analisi posturale hanno dimostrato che indossando calzature molte
alterazioni posturali esistenti peggiorano ed altre, non presenti, vengono acquisite.
Molto probabilmente tutto ciò è causato dalla differenziazione della distribuzione dei carichi sui
piedi che varia la locazione spaziale del baricentro corporeo e dalle tensioni muscolari anomale a
livello dei muscoli paravertebrali indotti a compensarne lo squilibrio.
Parole chiave: statica verticale, alterazione posturale.
Introduzione
La morfogenesi e le sedi articolari del piede si strutturano per assolvere la funzione plantigrada e si
perfeziona al senso antigravitario.
Con tale evento, però, si generano anche disfunzione podaliche e problematiche di appoggio dovute
alla perdita di sintonia muscolare o alterazioni spaziali che generano dolore e influiscono sul
rendimento relazionale.
Inoltre, in molti soggetti femminili, la postura eretta, anche in virtù della patomeccanica del piede,
subisce variazioni posturali che possono peggiorare indossando scarpe con tacco alto.
In prima istanza, lo scopo dell’indagine era quello di verificare se nel campione la postura verticale
rilevata senza calzature subiva delle variazioni con le scarpe calzate e, successivamente, quello di
esaminare obiettivamente i difetti del piede senza calzature. L’analisi posturale della verticalità
somatica, è stata eseguita tenendo conto della disposizione spaziale, degli assi, dell’allineamento
delle varie superfici articolari che definiscono l’orientamento dello scarico delle forze sovrapodaliche (1,2,3,4), dapprima senza scarpe e successivamente con le scarpe calzate.
Materiali e metodi
Parametri e definizione delle alterazioni del piede e della postura presi in esame
Piede piatto
La denominazione di piede piatto (planus, pied plat, flatfoot, pie plano) fa riferimento a varietà
patologiche che denotano una riduzione dell’altezza della volta plantare.
L’identificazione della patologia si qualifica spesso con l’aggettivo di “valgo” (piede piatto valgo)
riferito al calcagno pronato pur se spesso il piede piatto non è valgo (5,6,7,8,9); “flessibile” che
evidenzia la scarsa evidenza dell’arco mediale (10); “statico” (11); “supinato” (2); “deficienza di
avvolgimento retro-avampodalico” (12); “cavo-valgo” che rappresenta in genere una fase di
guarigione del piede piatto (13). Anche altre definizioni secondarie definiscono il piede piatto.
Piede cavo
Il piede cavo è tale quando esiste una accentuata o esagerata accentuazione della volta plantare
(14,15). Per alcuni autori i piedi affetti da tale particolarità sono soggetti molto facilmente a lesioni
1
da sovraccarico funzionale (16,17). Il cavismo e la pronazione del piede sono condizioni
patomeccaniche che determinano molte fasciti plantari (18,19,20,21,22).
Alluce valgo
E’ una delle affezioni più frequenti a carico dell’avampiede e si evidenzia con la deviazione
all’esterno del 1° dito. Di solito la deformità si presenta bilateralmente e può essere accomunata ad
altri sintomi. Tra le varie ipotesi, che hanno condizione relativa al possibile, quelle maggiormente
verificabili, sono date dalla calzatura antifisiologica, dal carico ponderale, dalla lassità legamentosa,
dalla debolezza muscolare, dalle alterazioni anatomiche dell’osso (23,24,25,26,27,28).
Dita ad artiglio
E’ la deformazione delle dita caratterizzata da una estensione dell’articolazione metatarsofalangea e
dalla flessione delle articolazioni interfalangee prossimali e distali. In altre parole ne risulta un
accartocciamento plantare delle dita associate a metatarsalgia (29,30). L’uso di scarpe inadeguate
con tacco alto e punta stretta, agisce negativamente sull’articolazione interfalangea prossimale che,
compressa dalla tomaia della scarpa, non permette l’estensione delle interfalangee distali.
Postura meccanica verticale
E’ la denominazione della posizione anatomica della stazione eretta valutata sul piano frontale,
sagittale e trasversale, qualificando la rotazione come movimento sul piano orizzontale lungo l’asse
longitudinale.
Per la ricerca sono stati reclutati 100 soggetti di sesso femminile di età compresa fra i 18 e i 45 anni,
appartenenti a varie categorie professionali, frequentatori di una palestra, che si sono sottoposti
volontariamente ad analisi posturale su invito.
Per tutti i soggetti sono stati resi disponibili i seguenti dati: età, BMI, rilevazione soggettiva di
deviazioni posturali, peso, altezza.
L’analisi è stata eseguita da un osteopata e un kinesiologo.
E’ stato utilizzato un analizzatore posturale lux e un podoscopio a doppia illuminazione con
lampade polarizzate.
L’esame è stato eseguito sul podoscopio per verificare la morfologia del piede e successivamente
sull’analizzatore lux per verificare la postura del soggetto, senza scarpe e con le scarpe,
nell’osservazione a tergo, sagittale, orizzontale.
Nell’esame i soggetti stavano in piedi sul podografo e sull’apparecchiatura da statica e avevano
alcuni secondi per raggiungere la posizione a loro più confacente e abituale.
Raggiunta la posizione il soggetto veniva valutato obiettivamente sia sul podoscopio che
sull’analizzatore; su quest’ultimo apparecchio la valutazione veniva effettuata tenendo conto dei tre
piani.
Il soggetto veniva fotografato in tutte le posizioni studiate (fig.1).
Risultati
Nella tabella I sono riportate le alterazioni morfologiche delle dita che sono state rilevate sui
soggetti sottoposti ad esame.
Spiccano in percentuale le malformazioni delle dita, soprattutto ad “artiglio”, 13%, e l’alluce valgo
bilaterale, 9%.
Per quanto concerne le alterazioni del piede, esse sono certamente rilevanti perché, nel totale dei
100 soggetti esaminati ben il 74% presentavano variazioni della struttura podalica.
La tab. II mostra le alterazioni che evidenziano una preminenza del piede cavo.
Nello studio della postura sul piano frontale, Tab. III, le alterazioni morfologiche osservate sui
soggetti senza calzatura, sono rimaste pressoché costanti anche dopo aver indossato la calzatura.
Una grande variazione posturale si è manifestata sul piano sagittale dopo aver indossato la
calzatura. Infatti, nella tab. IV sono rilevanti gli spostamenti che avvengono sul piano sagittale dove
le modificazioni più concrete sono rappresentate dallo spostamento indietro e in avanti delle spalle.
Il 25% dei soggetti hanno manifestato tale variazione.
2
Nell’esame sul piano orizzontale, tab.V, si è avuto un peggioramento soprattutto nei soggetti che
presentavano una rotazione del torace a destra. Questi soggetti, in numero di 20, con indosso la
calzatura hanno evidenziato un peggioramento nella misura dell’76%.
Discussione e conclusione
Le podalgie sono disturbi causati da problemi reumatologici, di invecchiamento, infiammatori,
traumi, che spesso possono essere aggravate dalle sollecitazioni meccaniche, scarichi della forzapeso del corpo su un piano d’appoggio inclinato (scarpa con tacco), da calzature inadeguate
(31,32,33,34). Esistono delle patologie del piede ed esistono certamente delle patologie posturali
legate alla calzatura (35,36,37) che abbiamo verificato soprattutto sul piano sagittale (laterale) dove
59 soggetti hanno modificato la loro postura statica dopo aver indossato la calzatura.
Mentre nella postura eretta (38)sul piano frontale le alterazioni morfologiche di cui erano portatori i
soggetti sono rimaste pressoché invariate dopo aver indossato le calzature, sul piano sagittale si è
evidenziata una variegata acquisizione di nuove alterazioni o il peggioramento di altre.
Infatti, sul piano sagittale, dopo aver indossato le calzature, i soggetti che non presentavano
alterazioni posturali, nella misura del 32%, hanno subito nuovi disturbi statici consistenti in
strapiombo posteriore delle spalle e antepulsione del bacino mentre il 21% dei soggetti ha
aumentato il valore dei difetti posturali di cui erano affetti.
Molto probabilmente tutto ciò è causato dalla differenziazione della distribuzione dei carichi e
conseguente posizionamento del piede, secondo l’altezza del tacco, che tende a scivolare avanti a
causa del piano inclinato di appoggio modificando le correlazioni fra il treno inferiore e il treno
superiore; dalle tensioni muscolari anomale a livello dei muscoli paravertebrali indotti a
compensare lo squilibrio del baricentro corporeo ma anche dalle varie componenti posturali (39,40).
In merito alle alterazioni sul piano orizzontale, quali i disturbi statici in rotazione dei cingoli,
abbiamo notato che i soggetti portatori di tale alterazioni, nella misura del 22%, le hanno
peggiorate.
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