Assistenza igienica ai bambini

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Assistenza igienica ai bambini
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“Conoscere la verità è un diritto di tutti” . . . Enjoy
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INTRODUZIONE
Tutti amano i bambini; siamo tutti cosı̀ gentili verso i più piccoli e cosı̀ male informati su ciò di cui hanno veramente bisogno, che “con tutto il cuore”, spesso
favoriamo lo spegnersi delle loro vite in maniera perfettamente legittima e “regolare”. Non c’è niente di più bello al mondo che un bambino in piena salute, ben
sviluppato, felice e contento. Niente ci muove più a compassione di un bambino
che soffre. La freschezza e la gioia dei bambini sani, la purezza e la bontà delle
loro menti e dei loro cuori, la purezza ed il candore delle loro anime sono motivi
di gioia per tutti. Non a caso Gesù predicava che si sarebbe potuti accedere al
Regno dei Cieli solo se puri come i bambini.
Si potrebbe avere una nazione di bambini sani e ben sviluppati se si ponessero
i loro interessi al primo posto e si relegassero all’ultimo le motivazioni commerciali. Gli uomini in genere sono forti, e di bell’aspetto; le donne belle e delicate.
Il fatto che la nostra sia una nazione di cartoni animati e di personaggi da fumetto, dimostra che sicuramente c’è qualcosa di sbagliato nelle condizioni che
determinano o influenzano il nostro sviluppo.
Si potrà costruire una nazione di Veneri ed Apolli, di persone con corpo e
mente ben sviluppati, con caratteri positivi e di alta moralità, solo quando noi,
in qualità di nazione e di genitori, riusciremo a sviluppare un interesse verso il
benessere dei nostri bambini, sufficiente a farci imparare la maniera esatta per
rispondere alle loro esigenze.
Alcune tra le influenze più nocive durante il periodo dell’infanzia vengono
provocate dai genitori, dagli insegnanti e dai medici. L’ignoranza e la testardaggine di questi precludono al bambino ogni opportunità di compiere un normale
sviluppo fisico, morale e sociale. Queste persone costituiscono un cattivo esempio nei confronti del bambino, impongono su di lui la loro volontà, e lo abituano
e lo educano secondo abitudini errate.
Un genitore medio pretende che il suo bambino sia alimentato, vestito ed
abituato nella stessa maniera di tutti gli altri bambini. Allo stesso modo l’in–1–
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segnante medio è legato, mani e piedi, alle tradizioni del passato, alle convenzioni
del presente ed alle proprie abitudini sbagliate. Queste ultime, presto si trasformano in un cappio che sempre di più si stringe intorno al collo dei bambini. In
queste condizioni lo sviluppo naturale della vita del bambino risulta impossibile.
Aggiunto a tutto questo, troviamo anche l’ignoranza e le pratiche nocive
messe in atto dal medico. La sua ignoranza riguardo alle questioni alimentari è notevole; quella relativa alle nozioni sul corpo lo è ancora di più. Deplorevole è la sua insistenza a voler a tutti i costi rimuovere le tonsille e le
adenoidi del bambino, a volergli inoculare vaccini, sieri ed antitossine oltre
ad avvelenarlo in continuazione con farmaci.
Vi sono molti libri che trattano l’alimentazione e le cure da rivolgere ai neonati, ma la maggioranza di questi consiste in una ripetizione degli sbagli del
passato. Sono molto pochi i consigli in essi contenuti da ritenersi utili per un
genitore che intende occuparsi del proprio bambino nella migliore maniera possibile. Questi libri contengono quelle teorie che con il passare degli anni si sono
dimostrate errate o nocive.
Costantemente mi accorgo, che i bambini educati seguendo i consigli di questi
libri, non posseggono mai le caratteristiche di un bambino veramente sano. Infatti,
di solito, sono proprio i bambini sottoposti alle cure degli specialisti quelli che
soffrono di più.
La scusa è che ci si rivolge allo specialista perchè il bambino soffre; ma dopo
oltre 50 anni di osservazioni accurate, io sono convinto, che le cause della sofferenza sono proprio da attribuirsi alle cure sbagliate dello specialista. In assenza
di un esperto di Igienistica Naturale, la cosa migliore che una madre può fare, è
di cercare il migliore pediatra, ascoltare i suoi illustri consigli e poi comportarsi esattamente nella maniera opposta. Essendo i suoi consigli complicati,
innaturali, nocivi se non addirittura letali, sarebbe una follia il metterli in pratica.
Nessun genitore intelligente vorrebbe fare del proprio figlio un handicappato;
ma, a causa dell’ignoranza e dei pregiudizi della classe medica, orientata verso i
propri interessi, i genitori spesso rovinano i propri figli in vari modi.
Ugualmente dannose, per la crescita e lo sviluppo dei bambini, dei rimedi
innaturali suggeriti dai medici moderni, sono le abitudini antiche e piene di pregiudizi della gente, che derivano quasi sempre dai consigli dei medici del passato.
A questo punto vorrei enfatizzare due punti che, secondo me, bisognerebbe tenere
a mente. Il primo è che gran parte delle delusioni che la gente sperimenta oggi,
deriva da quelle che i nostri nonni sperimentarono già al tempo loro, a causa della
professione medica. Il secondo è che la medicina oggi è più distruttiva che nel
passato.
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L’accusa più grande che io rivolgo alla professione medica, accusa che va oltre il problema dell’ignoranza e degli interessi commerciali, è quella di essere
innaturale ed artificiale sotto ogni punto di vista. È un immenso sistema basato
sull’ignoranza e sull’antinaturalismo ed appoggiato dalla legge e dal commercialismo.
Riguardo ai bambini, la professione medica è distaccata completamente dalla
natura, ed i bambini soffrono proprio per questo motivo. Il suo cosiddetto programma di “immunizzazione” è una delle cose più innaturali esistenti al mondo.
Questo programma è stato giustamente definito come “un mondo di finzione biologica”. Ma non sarebbe grave se ci si fermasse lı̀. La biologia comprende due
aspetti, la salute e la malattia. I sieri ed i vaccini sono tutti patogeni e la loro devastante influenza sulla vita del bambino non conosce limiti. Nelle gare di bellezza
tra i bambini, spesso ne troviamo alcuni giudicati perfetti al 100%, a cui viene
negato il primo premio perchè non sono vaccinati, e quindi rovinati per sempre.
Tutto questo è un crimine.
Il programma alimentare suggerito dalla medicina ignora la natura fino ad
un livello sorprendente. È uno schema complesso e completamente innaturale, che troppo spesso trascura le necessità fisiologiche del bambino e che quasi
costantemente ignora la chimica della digestione.
Ci si può solo rammaricare quando si riconosce il grande valore che la medicina conferisce al latte di vacca per l’alimentazione del bambino, e poi ci si accorge
che è la stessa medicina ad affermare che nessun bambino deve mai consumare
latte di vacca per quanto in salute e ben nutrito esso possa essere.
Il Golden Age del 16 aprile 1930 sostiene: ≪II Dr. Morris Fishbein dell’American
Medical Journal, ha sottolineato alla Nebraska Millers Association il valore del
pane bianco≫. A quel tempo Fishbein era il portavoce ufficiale dell’American
Medical Association e, anche se sembra che alcuni membri di questa associazione
disapprovassero il suo comportamento reazionario e bigotto, un fatto reale è che
tutti tacquero e continuarono ad incoraggiarlo mantenendolo nell’associazione.
Rimane, quindi, il fatto che la grande massa dei medici, incluso quasi il 100%
dei pediatri, nelle diete dei bambini di ogni età, inclusi i neonati, usavano allora
ed usano oggi i prodotti derivanti dalla farina bianca e dai cereali denaturati.
Molti altri sono poi i prodotti denaturati impiegati dai medici nelle diete dei
bambini.
La loro opposizione ai bagni di sole sta lentamente diminuendo, ma sono stati
necessari più di cento anni per arrivare a questo punto. Negli anni in cui è comparso questo libro, tuttavia, molti erano i medici che consideravano i bagni di sole
inutili e nocivi. Vi sono persone della professione medica che li ritengono utili ma
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non li consigliano mai come cura, ignorandoli, come se questi non esistessero o
non possedessero alcun valore.
Se prendiamo in considerazione un bambino malato, ci accorgiamo che la
medicina è altrettanto innaturale ed artificiale, ma più dannosa di quando viene
applicata su un bambino in discrete condizioni di salute. Medicine velenose, sieri
infetti, vaccini settici, operazioni chirurgiche, eccessi alimentari e la suddetta
dieta denaturata: ecco l’armamentario del medico.
Se consideriamo gli abusi che genitori e medici infliggono ai bambini, c’è da
meravigliarsi non per il fatto che sono tanti quelli che muoiono, ma che anzi, sono
troppo pochi. Ci si accorgerebbe che il bambino entra in conflitto contro sinistri
nemici dal giorno in cui nasce, sempre dando per scontato che non sia costretto a
farlo addirittura prima della nascita.
Per compensare, ostacolare, mitigare e sopprimere i risultati di questi crimini
contro la vita dei bambini, siamo in possesso di un enorme esercito di poliziotti, di
prigioni, sedie elettriche, patiboli, chiese ed ospedali, ricoveri, e tutto il personale
e le pretese e le ingiustizie che si accompagnano a queste cose. Tutto ciò non serve
altro che aggiungere al danno, la beffa. È come porre una barriera in un corso di
acqua, agitare le acque e distruggere i raccolti su entrambe le sue sponde.
Il trattamento e le attenzioni rivolte a questi bambini indifesi sono cosı̀ nocivi, cosı̀ universali sono le loro lacrime ed i loro lamenti, e cosı̀ comune la loro
morte, che in genere i genitori si preoccupano molto poco del problema della mortalità infantile, al punto che le sofferenze ed i pericoli a cui vanno incontro queste
piccole creature diventano motivo di battute scherzose e di ilarità.
Genitori, insegnanti, infermiere, medici e tutti quelli che si occupano di bambini dovrebbero imparare a trattare con questi in maniera da renderli felici e sani.
Il fatto che i nostri bambini siano preda oltre che dell’ignoranza anche del commercialismo senza scrupoli è una delle rovine della nostra gloriosa civiltà. Case
farmaceutiche, medici pseudocriminali, industrie alimentari, sfruttatori di minori
che si avvalgono del lavoro di poveri bambini, vivono sul corpo e sulla vita di
questi piccoli esseri. Alla maniera dei vampiri essi succhiano l’essenza vitale dei
bambini, rendendoli sofferenti ed infelici ed uccidendone a migliaia.
Il nostro sistema scolastico rappresenta la vergogna della società civile e la
rovina dei bambini. Non solo risulta carente in se stesso, ma è la preda di demoni
commerciali privi di scrupoli: medici, politici, teologi, produttori, militari, ecc.
Anche la Chiesa è la rovina del bambino. Il crimine più grosso della religione
organizzata è il suo metodo di inculcare nelle menti dei bambini la paura verso
Dio, il diavolo, il purgatorio e l’inferno e di sopravvalutare l’importanza del so¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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prannaturale. Con la sua dottrina basata sull’oscenità della vita terrena, la
religione ha rappresentato e rappresenta uno dei mali più grandi che abbia
mai colpito una razza. Ha nascosto la verità. Ha diffuso ed insegnato una bugia.
Ha rovinato molte più vite umane di quante ne ha salvato.
Riassumendo il tutto in poche parole, il mio concetto è il seguente: la rovina
dei bambini al giorno d’oggi è rappresentata dalla sinistra unione dell’ignoranza e
degli interessi commerciali, politici, medici e religiosi e dallo sfruttamento privo
di scrupoli che tutti questi compiono sui bambini.
Contro queste forze del male e queste abitudini distruttive io istituirò un sistema di Igienistica Naturale e di educazione naturale (non di pratica) che non
potrà essere sfruttato o commercializzato. Lascerò alle mie spalle gli sbagli del
passato e del presente, e mi baserò sulle leggi naturali e le necessità fisiologiche
del neonato e del bambino.
Riguardo le attenzioni da rivolgere al bambino malato, abbandonerò completamente i metodi professati dalle scuole e vi offrirò un sistema di igienistica riparatrice che rispetta gli istinti della vita e riconosce il carattere ortopatico della
“malattia”. I principi e le pratiche igienistiche riportati in questo libro si sono
formati durante gli ultimi centocinquanta anni e durante questo tempo sono sempre stati accuratamente verificati nella pratica. I nomi Jennings, Trall, Graham,
Taylor, Shew, Page, Dewey, Walter, Oswald, Densamore, e Tilden in America, di
Combe in Inghilterra, di Rikili e Lahmann in Germania, di Berg in Svezia e di
Bircher-Benner in Svizzera meritano un particolare riconoscimento in relazione
allo sviluppo di questi principi e pratiche.
Il manuale igienistico per la neo-mamma di Trall, 1874; Come alimentare il
bambino, Page, 1882; Igienistica Naturale, Lahmann, 1898; L’educazione fisica,
Oswald, 1901; La cura dei bambini, Tilden, 1916; e, I bambini, la loro salute e
la loro felicità, Tilden, 1928; sono i libri migliori per ciò che riguarda la cura dei
bambini. Tutti questi libri sono oggi esauriti.
Ho attinto liberamente da queste splendide opere delle altre, altrettanto splendide, che non riguardano direttamente l’argomento delle cure ai bambini, oltre ad
aver fatto uso anche della mia esperienza e degli studi compiuti. Vorrei manifestare la mia gratitudine agli autori dei suddetti libri, a tutte le persone che ho
precedentemente menzionato che hanno allargato il nostro campo di conoscenza
dell’Igienistica Naturale, e a tutti quelli che non ho menzionato.
Dopo questa breve introduzione, prima di procedere allo sviluppo vero e proprio del libro, vorrei fornire al lettore alcune definizioni.
L’igienistica è quel ramo della biologia che si riferisce alla conservazione
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ed al ristabilimento della salute. Esistono due tipi di Igienistica: l’Igienistica
naturale e l’Igienistica artificiale o falsa. L’igienistica Naturale rappresenta l’utilizzazione istintiva ed intelligente delle forze e degli elementi della natura allo
scopo di conservare e ristabilire buone condizioni di salute. Comprende quelle
eterne e sempre presenti necessità della vita, della salute, della crescita, dello sviluppo e dell’attività: la luce, l’aria, l’acqua, il cibo, il riposo, il sonno, l’esercizio
fisico, la pulizia, la letizia, la speranza, il coraggio, la tranquillità e la liberazione
dalle abitudini nocive. Per convenienza si è divisa l’Igienistica Naturale in:
Igienistica conservatrice, o igienistica della conservazione di una condizione
salutare, con cui si intende l’utilizzazione istintiva ed intelligente dei principi,
delle forze e degli agenti igienistici allo scopo di conservare l’integrità funzionale
e strutturale e di facilitare la crescita e lo sviluppo;
Igienistica riparatrice, o Igienistica del ristabilimento della salute con cui si intende l’utilizzazione istintiva ed intelligente dei principi, delle forze e degli agenti
igienistici allo scopo di ristabilire buone condizioni di salute. Essa studia la vita
e la salute. Tutto questo viene compreso nel termine “Ortobionomia”. La bionomia è la scienza delle leggi delle funzioni viventi, o quel ramo della biologia che
tratta le abitudini e l’adattamento. “Ortobionomia” è un termine creato da me per
definire il corretto adattamento dell’ambiente alla vita. L’ortobionomia è l’igienistica naturale. “Ortotrofia” è una parola da me creata per descrivere quella branca
dell’ortobionomia che si riferisce al cibo e all’alimentazione in salute e in malattia. La parola, comunque, ha più specificamente il significato di alimentazione
corretta.
Per Igienistica Artificiale o falsa s’intende l’uso artificiale e innaturale dei
principi, delle forze e degli agenti, nel tentativo di prevenire e “curare” la malattia.
Studia le malattie e la morte. Utilizza, come mezzi per prevenire e curare le malattie, prodotti chimici tossici di origine minerale, animale e vegetale, vaccini settici,
sieri infetti, procedimenti di sterilizzazione, antisettici, procedure chirurgiche, e
poi paura, apprensione, panico, ecc. È divisa in:
Profilassi, la prevenzione della malattia.
Terapeutica, che è l’applicazione dei rimedi nel trattamento della malattia.
Profilassi e Terapia costituiscono la scienza medica moderna. Una medicina
rappresenta un agente riparatore. Da queste definizioni il lettore si accorgerà che
il nostro interesse verso gli argomenti che impegneranno le pagine seguenti, è
diametralmente opposto a quello tradizionale. Questo diventerà ancora più palese
durante la lettura dei vari capitoli.
La mia unica richiesta, caro lettore, è quella che tu non condanni quelle parti
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del libro che potrebbero essere nuove per te e che potrebbero apparirti rivoluzionarie o radicali, fino a che non le avrai studiate approfonditamente, sezionate e
viste sotto ogni aspetto. Evita un giudizio affrettato. I preconcetti ed i pregiudizi
non dovrebbero impedirti di vedere nuove verità. Verifica ogni cosa e poi ricorda
solo quelle che corrispondono alla tua verità.
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Capitolo 1
LA STRAGE DEGLI INNOCENTI
Questa terra è travolta da un uragano di lamenti,
le gemme sono battute da temporali di lacrime;
dolore si attarda su bambini, morenti,
su culle vuote, su anni senza figli!
Silenzio! O padri, siate mute o madri!
A poco serviranno i vostri lamenti. . .
Sono le vostre mani incuranti a soffocare le giovani vite,
il vostro egoismo ad aprire la strada verso la tomba.≫
≪
H. Mitchell Watchet
Si sa molto poco sul tasso di mortalità infantile delle civiltà del passato, ma
sembra altamente improbabile che possa essere avvicinato anche lontanamente a
quello dell’Europa durante il Medio Evo e dopo, o che fosse allo stesso livello di
quello dell’India, della Cina e di altri paesi moderni. I bambini che nascono in India hanno poco più di una possibilità su quattro di sopravvivere al loro primo anno
di vita. Se sopravvivono a questo periodo la possibilità di raggiungere la maturità
è del cinquanta percento. Questo spaventoso tasso di mortalità tra i giovani riduce
a cifre molto basse, circa 26 anni di età, la durata media della vita in quel paese.
In Cina ed in altri paesi del mondo le condizioni sono ancora peggiori di quelle
dell’India.
Nel suo Appunti di infermeria, 1860, Florence Nightingale racconta che a quel
tempo ≪in questa terra civilizzata d’Inghilterra, un bambino su sette muore prima
di aver raggiunto un anno di vita≫; che a Londra ≪due bambini su cinque muoiono
prima del quinto anno di età≫; e che ≪nelle altre grandi città d’Inghilterra muore
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un bambino su due≫. Ella sostiene: ≪A Londra ogni anno muoiono più di 25.000
bambini sotto i dieci anni di età≫. Nel suo Chiudi la bocca, 1870, George Catlin
afferma: ≪Dai certificati di morte che vengono prodotti annualmente nel mondo
civilizzato, ci accorgiamo che, in media, a Londra ed in altre grandi città del
continente, metà della razza umana muore prima dei cinque anni di età, metà
delle rimanenti persone muore prima dei venticinque anni, lasciandoci cosı̀ solo
una possibilità su quattro di vivere dai venticinque anni in poi fino a raggiungere
un’età avanzata≫.
Cifre statistiche di non molti anni or sono, mostrano che a Londra metà dei
bambini muore prima dei tre anni, a Stoccolma metà dei bambini muore prima dei
due anni ed a Manchester, prima dei cinque anni≫.
≪
Una tale mortalità, quale quella mostrata da Catlin, è enorme se paragonata
al quasi inesistente tasso di mortalità infantile che egli trovò durante il suo lavoro
etnografico tra le 150 tribù di Indiani Americani del Nord e del Sud. In una nota
a piè di pagina Catlin sottolinea che a Londra si verificavano 10, 15 ed a volte
20 morti di bambini a settimana perchè soffocati dai genitori mentre dormivano
insieme nello stesso letto. Egli cita un articolo apparso sul Times nel maggio 1860
dove si riportava che ≪un certo Mr. Wakley ha condotto un’indagine sulla morte
di più di cento neonati avvenuta l’inverno scorso per la stessa causa: venivano
schiacciati dai genitori ed erano impossibilitati a respirare≫. Egli cita, inoltre, un
rapporto dell’anagrafe in cui si dichiarava: ≪il soffocamento che avviene a letto,
impedendo che giunga aria al bambino, in Inghilterra è la causa più frequente di
morte violenta≫. Molti bambini muoiono soffocati dalle lenzuola appena nati.
Circa 100–130 anni fa era abitudine somministrare ai bambini appena nati,
melassa ed acqua, olio di ricino, tisane, ed a volte anche farragine o medicine più
potenti. Con il trattamento per la difterite in uso durante l’ultimo secolo, il tasso di
mortalità era molto alto, fino a toccare livelli, in alcune località, del 100 percento
dei casi. Il trattamento del morbillo, della scarlattina e di altre cosiddette malattie
infantili dava più o meno gli stessi risultati per quello che riguardava il tasso di
mortalità. I medici erano il pericolo maggiore per la vita: ≪le loro medicine – fu
dichiarato da personaggi in vista della professione – uccidevano più di una guerra,
di una pestilenza e di una carestia messe insieme≫. Fasciature, soffocamento,
alimentazione smisurata, somministrazione indiscriminata di farmaci e condizioni
poco igieniche erano tra le cause principali dell’alto tasso di mortalità infantile
degli ultimi due secoli. Anche se alcuni bambini sono cosı̀ attaccati alla vita da
sopravvivere, nonostante tutti gli abusi alimentari a cui vengono sottoposti, molti
altri vengono uccisi da tali abusi.
Fortunatamente morti di questo genere appartengono al passato. I genitori
non soffocano più i loro bambini con un eccesso di lenzuola e coperte, non li
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schiacciano durante il sonno e non li fasciano.
Oggi i bambini ricevono più aria e sole e vengono alimentati in maniera migliore. La professione medica è stata costretta ad abbandonare l’abitudine di abusare di medicinali, cosicchè, anche se sempre micidiale, non fa più stragi come
prima. Il tasso di mortalità infantile si è notevolmente ridotto.
Anche se molti milioni di genitori americani hanno abbandonato i metodi tossici suggeriti dalla classe medica, la maggioranza di essi somministra ancora veleni ai bambini malati e rovina quelli sani con vaccinazioni e inoculazioni varie.
È dovuto passare molto tempo prima che i genitori affettuosi imparassero a non
soffocare i propri bambini nel letto e cosı̀ dovrà ancora passare molto tempo prima che i genitori “affettuosi” dei nostri bambini cessino di uccidere i loro, in altri
modi. Abbiamo una nazione di semi-invalidi dove il tasso di mortalità infantile
è enorme, ma osserviamo costantemente i genitori alimentare, somministrare farmaci e preoccuparsi (in eccesso) dei figli in una maniera tale da provocare in essi
sofferenze e persino la morte, e poi vediamo gli stessi genitori chiudere gli occhi
e le orecchie rifiutandosi di affrontare la verità, che i loro bambini, gli stessi che
loro dichiarano di amare, sono stati uccisi.
Il valore della vita infantile non ha mostrato alcuna crescita durante l’ultima
metà del diciannovesimo secolo. A Philadelphia, durante un periodo di cinque
anni fino al 31 dicembre 1870, si registrò la nascita di 85.957 bambini in buona
salute. Di questi, 25.636 morirono prima di raggiungere i due anni, ed un totale
di 31.662 prima di cinque anni, per una cifra di circa il 37%.
Nel 1904 si stimò che in questo paese nascevano circa 1.500.000 bambini.
Tra questi, più di 50.000 venivano uccisi prima dei cinque anni di età. Il Dr.
W.R.C. Latson racconta che in una città, secondo il bollettino dell’Ufficio dell’Igiene emesso il 7 settembre, 1910, si registrarono 1.418 morti di ogni età, di queste
775 erano uomini e 643 donne. Durante questo stesso periodo vi furono 1.475 nascite, tra queste 122 bambini nacquero morti e 143 morirono per deformazione
congenita.
Sempre nel nostro paese, nella terza decade di questo secolo, ogni 1.000 bambini che nascevano si registravano 77 morti durante il primo anno di vita: un tasso
di mortalità infantile più alto di quello che era presente in Belgio e in Francia subito dopo la prima guerra mondiale. Confrontate queste cifre col tasso di mortalità
registrato durante la prima guerra mondiale, quando, nell’esercito americano, in
media solo dieci uomini su mille venivano uccisi in battaglia o in seguito a ferite
riportate. Il nostro modo di occuparci dei bambini è più nocivo di una guerra.
In questo paese di prosperità e civiltà, ogni anno muoiono duecento bambini, e
le vite di quei quattrocento che riescono a superare il primo anno di età, vengo¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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no poi cancellate prima dei dieci anni. Le molte migliaia che raggiungono la
maturità, portano i segni (malattie, debolezza, deformazione, arresto nella
crescita, ecc.) di cure sbagliate durante i primi anni di vita. È un’autentica
strage degli innocenti. Dei 9.973 bambini che nel 1870 morirono nel Massachussets prima di aver compiuto cinque anni, più della metà morı̀ a causa di disordini
digestivi. Degli 11.382 bambini sotto i dodici anni di età, curati nel dispensario
per bambini malati della città di New York tra il 1867 e 1869 compreso, 3.243
soffrivano di malattie all’intestino.
Nel 1870 il Dott. E. Ballard, inglese, pubblicò un articolo molto dettagliato
sulla “mortalità infantile” in cui illustrava come in Inghilterra, in cinque anni (dal
1863 al 1868) si fossero verificati 314.242 decessi di bambini al di sotto di un anno
di età, di cui 27.852 dovuti a malattie del tratto digestivo. La seguente tavola sulla
mortalità infantile indica il tasso di mortalità in bambini al di sotto di due anni
registrata a New York dal 2 luglio al 3 settembre dei 1910, diviso in settimane. Le
cause sono divise in diarroiche o altre.
Settimana terminante il. . .
2 luglio
9 luglio
16 luglio
23 luglio
30 luglio
6 agosto
13 agosto
27 agosto
3 settembre
TOTALE
Cause diarroiche Altre cause
172
43
265
559
424
709
373
622
384
656
288
559
270
520
246
494
220
447
2886
5456
Nel 1909 il tasso di mortalità per bambini al di sotto di due anni fu: cause
diarroiche 5.126, altre cause 20.716. Presumendo che il tasso di mortalità sia
stato approssimativamente lo stesso nelle grandi città, otteniamo che, per i mesi di
luglio e di agosto nelle dieci città più grandi di America, il tasso di mortalità era
di diecimila bambini. Basando le sue stime su queste cifre e riportandole al paese
intero, Eugene Christian afferma: ≪Ogni anno nei mesi di luglio e agosto abbiamo
un funerale per 90.000 bambini a causa di disturbi gastrici e intestinali i quali
costituiscono, tra tutte le cosiddette malattie dei bambini, il genere di affezione più
facilmente controllabile e prevenibile. Questo esercito di piccoli è vittima di una
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imperdonabile ignoranza≫. E prosegue: ≪Se a New York scoppiasse un’epidemia
di colera, vaiolo o febbre gialla, e se più di cinquemila persone adulte morissero
a causa di una di queste malattie, l’intera città e lo Stato si farebbero prendere
dal panico. Dottori, Ministri, Chiese, Istituti di Igiene, gente famosa e giornalisti
curiosi combatterebbero corpo a corpo≫.
Aveva ragione, ma perchè la gente non si preoccupa allo stesso modo di salvare
i propri bambini? Credo che la verità in tutta questa questione risieda nel fatto che
noi siamo interessati più a sostenere qualche ridicolo dogma medico o religioso
che a preoccuparci del benessere dei nostri bambini. Li uccidiamo con l’aiuto dei
medici.
Durante il periodo di tempo trascorso dallo scritto di Christian ad oggi, il tasso
di mortalità infantile nel nostro paese si è in qualche modo ridotto, pur rimanendo
sempre molto elevato. Paragonandoci agli altri paesi, per quello che riguarda il
tasso di mortalità siamo al 17◦ posto. Ed ancora le malattie diarroiche causano ogni
anno un gran numero di decessi, tra neonati e bambini. Forse, nelle cause della
mortalità, la leucemia si è sostituita alla difterite, mentre le malattie cardiache
mettono in evidenza i notevoli sforzi a cui viene sottoposto il giovane organismo
e che sono il risultato del diverso tipo di crescita.
Nell’antica Sparta, sotto le leggi di Licurgo, i bambini malati o deboli venivano affogati. Leggendo queste cose noi inorridiamo e consideriamo gli Spartani
un popolo crudele e spietato perchè uccideva i bambini. Ma guardate quello che
facciamo noi! Noi prendiamo i nostri piccoli che nascono forti e sani e poi li
uccidiamo a migliaia e migliaia! Con lenti e dolorosi processi distruggiamo le
loro piccole vite, mentre i bambini condannati dell’Antica Sparta morivano senza
soffrire ed in maniera immediata.
Qualcuno deve essere responsabile di questo terribile stato di cose. La sofferenza e la morte prematura non sono insite nella natura delle cose. Genitori,
insegnanti, politici, teologi, produttori alimentari, istituti di igiene, medici: tutti
devono essere accusati di omicidio.
Grosse somme di denaro vengono spese dalle amministrazioni di città, stati,
nazioni, da genitori per migliorare la qualità delle attenzioni da rivolgere ai neonati e ai bambini, ma il risultato lascia ancora molto a desiderare. Troppo spesso,
proprio quei bambini che ricevono cure “scientifiche” migliori e più nuove
sono quelli che stanno peggio. Ed è questo un fatto cosı̀ reale che io continuo a
suggerire alle madri ed a quelle che lo diventeranno e che vogliono essere informate su quale sia la maniera migliore per occuparsi del bambino, di interpellare
il migliore specialista in pediatria, ascoltare i suoi consigli, e poi comportarsi in
maniera opposta ad ogni cosa che lui suggerisce.
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Ogni estate il tasso di mortalità infantile dovuto a dissenteria, diarrea del lattante, colera (malattie diarroiche) è enorme, mentre si è aggiunta la poliomielite (paralisi infantile) alle malattie conosciute dai nostri antenati. Ogni anno si
compie una notevole strage di neonati e di bambini.
L’infanzia è più o meno uno stato di disperata dipendenza. Le attenzioni e la
protezione dei genitori sono essenziali affinchè il giovane essere possa superare
questo periodo. Nelle forme di vita inferiore, dove i piccoli non appaiono cosı̀
dipendenti, le cure parentali sono assenti o comunque ridotte all’essenziale. Il tasso di mortalità è, comunque, enorme. Risalendo la scala della complessità delle
forme viventi, osserviamo un estendersi del periodo infantile, una crescente dipendenza del giovane essere, un incremento nella necessità di cure parentali, fino
a che tra le forme superiori, sia il maschio che la femmina collaborano nella cura del neonato. Questa eguale distribuzione delle responsabilità viene riscontrata
negli uccelli e nei mammiferi, sebbene ci siano delle eccezioni. Ed è proprio tra
questi animali che si osservano unioni durature in relazione all’allungamento del
periodo di dipendenza ed alla complessità delle attenzioni che la giovane creatura
richiede; vale a dire che, se si vuole soddisfare il bisogno di cure parentali poliedriche e perduranti, la famiglia deve trionfare. Con il termine poligamia s’intende
la famiglia composta. Perchè maggiori cure parentali non implicano, negli esseri
umani, un maggiore tasso di sopravvivenza come invece si osserva nelle forme di
vita inferiori? L’intero mondo animale alleva i propri figli con la certezza che questi arriveranno alla maturità senza incorrere in malattie di alcun genere. I neonati
ed i bambini non se la cavano cosı̀ bene. Sono costretti a sopportare sofferenze
crudeli ed inutili, e solo poco più della metà riesce a raggiungere l’età adulta. La
principale causa di morte nel mondo animale è la violenza. I piccoli possono morire di fame a causa dell’uccisione della propria madre. Che i piccoli muoiano è
piuttosto raro.
Il dott. Oswald sostiene: ≪L’infanzia dovrebbe essere il periodo della salute
assoluta; i giovani degli altri esseri viventi sono più sani, più belli, più puri e più
felici degli adulti, mentre l’infanzia dell’animale uomo è il periodo delle malattie
più dolorose; le statistiche indicano che tra le popolazioni caucasiche gli uomini
di trent’anni hanno più possibilità di raggiungere la vecchiaia, di quelle che un
neonato ha di raggiungere il secondo anno di vita≫.
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Capitolo 2
LE CURE PRIMA DELLA
NASCITA
La vita del nuovo essere non inizia al momento del concepimento, come si crede
comunemente, ma molto prima. Infatti, si può correttamente affermare che la vita
del bambino non ha inizio. Al momento del concepimento si uniscono due cellule,
le quali a loro volta, erano i prodotti di altre cellule viventi nel passato, un passato che non conosce età. Queste cellule, infatti, discendono, generazione dopo
generazione, dall’inizio della vita umana sulla terra. A scopi pratici, comunque,
riferendoci ad un bambino in particolare e non all’oceano di plasma germinale,
dobbiamo riconoscere l’inizio della vita del bambino al momento del concepimento, al momento, cioè, in cui la cellula uovo femminile viene fecondata dallo
spermatozoo maschile. È proprio in quel momento che inizia la formazione di un
nuovo essere e dopo poco tempo vengono prodotti il plasma somatico ed i primi
organi vitali.
L’ereditarietà del nuovo essere oltrepassa di gran lunga i due genitori e, per
questa ragione, l’insieme della famiglia è molto più importante di quello che siamo disposti a credere. L’ereditarietà è il mezzo attraverso il quale i caratteri dei
genitori o degli antenati vengono fatti rivivere nel nuovo essere. Le caratteristiche del bambino sono un mosaico di quelle dei suoi antenati, ma sfortunatamente,
spesso si verifica una fusione squilibrata e sproporzionata di questi due insiemi
di caratteristiche, cosicchè il nuovo individuo non è affatto un bambino fin dal
momento del concepimento. In questo volume inizieremo ad occuparci del bambino da questo momento in poi. Ci occuperemo anche delle cure prenatali, cioè
antecedenti la nascita.
Il bambino che si sta sviluppando nel grembo materno è quasi totalmente alle
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dipendenze della madre. Durante l’intero periodo del suo sviluppo intrauterino,
dipende dalla madre, per tutte le materie nutritive, di sviluppo e di crescita e per la
protezione dalle influenze esterne. Deve contare sulla madre per la sua necessità
di alimentazione adeguata, di ossigeno, acqua, calore e raggi solari. La natura
ha posto ogni possibile misura di sicurezza intorno all’embrione ed al feto ed in
caso di necessità non esita a sacrificare la madre per il bene del nuovo essere; ma,
nonostante ciò, è cosı̀ grande la dipendenza del bambino dalla madre che il suo
futuro dipende principalmente dalle sue abitudini di vita.
In questo paese, migliaia di donne muoiono al momento del parto. Molte di
più muoiono a causa di condizioni collegate alla gravidanza. Questi fatti mettono
in risalto la presenza di una deplorevole condizione fisica nella nostre donne.
Come possono tali donne mettere al mondo bambini sani? L’osservazione del
Dott. Oswald che ≪ogni nascita rappresenta una rigenerazione igienica≫ contiene
molta verità e spesso è sorprendente constatare la perfetta condizione fisica dei
bambini nati da madri malate; rimane comunque il fatto che i migliori esemplari,
dal lato fisico, possono essere generati solo da donne dalla salute eccellente.
Ogni anno migliaia di bambini muoiono durante il primo mese di vita. Alcuni, al momento della nascita, sono cosı̀ deboli da non riuscire a vivere più di
poche ore. È stato calcolato che, in questo paese, ogni anno si verificano circa
100.000 nascite di bambini morti. Queste morti, dovute in gran parte alle deplorevoli condizioni fisiche delle madri e alla mancanza di cure appropriate durante
la gravidanza, dipendono anche dall’assistenza ostetrica comprendente anestesie,
strumenti e medicinali che contribuiscono ad accelerare le contrazioni e quindi la
nascita.
Per cultura prenatale si intende l’utilizzazione di metodi che proteggano e
mantengano, nella madre, una condizione che sviluppi nel nascituro uno stato di
salute migliore. Il suo scopo è di garantire la nascita di un bambino sano e ben sviluppato agendo sulla madre e, quindi, indirettamente sul bambino. Direttamente,
invece, produce un buono stato di salute nella madre. Dovrebbe essere compreso
che nulla può far raggiungere questa meta all’infuori di quelle condizioni naturali
che permettono di vivere una vita normale e sana. Le medicine, i sieri, i vaccini, ecc., non trovano posto in una razionale cultura prenatale. Nonostante il cibo
sia, forse, il fattore principale che influenza lo sviluppo del bambino prima della
nascita, non bisogna dimenticare che tutte le componenti della vita, che influenzano la salute della madre, sia positivamente sia negativamente, coinvolgeranno in
maniera simile la salute e lo sviluppo del feto.
La capacità di parlare a lungo e consapevolmente su un argomento di cui non
si possiede la benchè minima conoscenza, è un’abitudine comune a molte persone, sia in campo medico che non. I giornalisti sono famosi per questo. A tale
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riguardo, possiamo considerare gli uomini della medicina alla stessa stregua dei
giornalisti. Per mascherarsi dietro una facciata di “conoscenza approfondita” queste porsene hanno inventato un gergo molto elaborato che pochi profani riescono
a comprendere. Proprio in questi anni i medici stanno coltivando la capacità di
parlare approfonditamente delle diete, un argomento di cui sono “esperti” tanto
quanto potrebbero esserlo discutendo di “macchie solari”. Le donne non possono fare affidamento sui medici se vogliono approfondire l’argomento della
dietetica.
Le nascite premature e quelle di bambini nati morti sono molto comuni tra le
donne che appartengono a razze sottosviluppate. Ed anche quando il feto di una
donna sottosviluppata e malnutrita riesce a compiere il suo sviluppo ed a nascere
vivo, esso appare in genere debole e sottopeso e di solito muore entro i primi
dieci giorni di vita a causa dell’impossibilità, da parte delle donne malnutrite di
produrre latte per i propri bambini, questi, dopo la nascita, iniziano un tipo di vita
già sbagliato. Molti muoiono negli ultimi stadi della prima infanzia.
Duecentocinquanta anni fa, uno scrittore inglese scoprı̀ che in Inghilterra circa la metà dei casi di gravidanza si concludeva con aborti spontanei. Egli attribuı̀
tale fatto agli “eccessi alimentari, alle carni troppo condite, alle salse ed ai condimenti, ai corsetti troppo stretti” ed agli “approcci irragionevoli, troppo frequenti e
calorosi del marito verso la moglie durante il periodo iniziale della gravidanza”.
A causa di ciò, egli afferma, ≪la metà degli esseri generati viene distrutta nella
conchiglia, schiacciata nel nido, uccisa in embrione e non giunge a vedere la luce≫. Della metà che riesce a nascere egli afferma: ≪la metà dell’altra metà viene
soffocata ed avvelenata dal cibo sbagliato e muore durante l’allattamento≫.
Durante la gravidanza, le madri devono svolgere esercizio fisico, ma una
donna super-affaticata metterà al mondo bambini deboli e malnutriti. Non è
strano che i contadini, i quali non farebbero mai lavorare una cavalla gravida se
desiderano la nascita di puledri sani e forti, costringano invece le proprie mogli a
lavorare fino all’impossibile causando cosı̀ la nascita di bambini deboli e malaticci? La stessa mancanza di considerazione nei riguardi della donna viene osservata
anche per quello che concerne il lato sessuale. Il contadino che per nulla al mondo
permetterebbe allo stallone di infastidire la cavalla incinta, non esita a rivolgere
continue richieste di tipo sessuale alla moglie che aspetta un bambino. La classe
medica favorisce questo atteggiamento, anche se in natura è una regola universale
il fatto che la femmina incinta non debba avere rapporti sessuali con il maschio.
Vi sono molte ragioni per credere che il coito durante la gravidanza provochi quello strato di vernice caseosa riscontrato in molti neonati e che un coito frequente,
durante la gravidanza, aumenti i dolori del parto.
Vi sembra necessario dover dire che una madre malata e storpia non può met¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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tere al mondo bambini sani? Le responsabilità della madre, a tale riguardo, sono
maggiori di quelle che esse stesse vogliono ammettere. Infatti, per esperienza, sono convinto che questo libro raggiungerà solo una minoranza di future madri. La
maggioranza di esse non baderà ai miei consigli. Si diceva in passato che se una
futura mamma fosse stata informata dei suoi doveri e delle sue responsabilità e se
le fosse stato insegnato come curare se stessa durante la gravidanza, il suo amore
ed istinto materno l’avrebbero guidata verso quegli atteggiamenti più idonei per
lo sviluppo di una buona salute e forza nel bambino, e l’avrebbero allontanata da
quelli che sarebbero stati a lui nocivi. Il tempo e l’esperienza hanno dimostrato
che questa teoria era sbagliata. Durante la gravidanza, la donna non possiede
una forza di volontà ed un autocontrollo maggiori rispetto ad altri momenti
della vita. La gravidanza non la rende meno pigra od indolente; infatti, al contrario, spesso questa condizione viene usata come giustificazione ad un’eccessiva
pigrizia. Una donna che possiede abitudini di vita sbagliate, sicuramente non le
abbandonerà mentre aspetta un bambino. Una donna che fuma, durante la gravidanza non smette di farlo. Poche sono le donne che si assumono completamente
il ruolo di vera madre prima e dopo la nascita del bambino.
Sia le donne considerate importanti in campo letterario, religioso, sociale ed
etico e sia quelle che appartengono alle masse più ignoranti, trascurano i diritti
del bambino e non lo circondano, prima della nascita, di quelle attenzioni di cui
avrebbe bisogno. Troppo spesso sono dedite al soddisfacimento della propria
sensualità e dei propri vizi quali il mangiare, il bere, il fumare ed agiscono
secondo la sciocca credenza che i desideri di una donna incinta debbano comunque essere soddisfatti per evitare “voglie” nel nascituro. La donna che non
è disposta a sacrificare questi ed altri vizi nocivi per il bene del proprio bambino,
non merita il nostro rispetto. Molte di queste madri si sentono molto orgogliose
di non prendere in considerazione le proprie necessità, anzi di trascurarle; si atteggiano a martiri, facendo credere che si tratti di una scelta, tra le proprie reali
necessità e quelle ipotetiche del bambino. Tutto questo non è necessario in quanto
i bisogni del bambino vengono soddisfatti in maniera migliore quando lo sono anche quelli della madre. Troppi di questi “sacrifici” che le madri fanno per i propri
bambini sia prima che dopo la nascita, sono dannosi fisicamente e moralmente.
È un dovere della futura madre quello di informarsi e di agire in conformità
alle regole di un vivere sano.
Le donne hanno bisogno di sani esercizi all’aria aperta, di aria pulita, di
riposo e di sonno, di bagni di sole, di essere libere da paure, ansietà ed altre influenze devitalizzanti. Non devono affaticarsi. Durante la gravidanza non devono essere costrette a soddisfare i desideri sessuali del marito. Ma soprattutto hanno bisogno di una giusta alimentazione. Parliamo proprio dell’argomento
che riguarda il cibo.
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Se durante la gravidanza la donna si alimenta e vive in maniera corretta, non
solo riuscirà a salvaguardare la propria salute ed i propri denti ed a mettere al
mondo un bambino sano, ma faciliterà il parto e, semprechè la donna in questione
sia di costituzione normale ed abbandoni completamente ogni abitudine nociva,
lo renderà piacevole, eliminandone i dolori.
La donna non solo deve fornire il calcio o i sali e fosfati di calcio essenziali allo
sviluppo dei denti e delle ossa nel bambino, sia prima della nascita che durante il
periodo dell’allattamento, ma deve essere in grado di fornire tutti gli altri elementi
di cui il bambino ha bisogno. Gli deve permettere di godere dei raggi di sole, e se
lei stessa non vi si espone, anche il bambino ne sarà privato.
Sembra che i cereali, in particolar modo, producano denti difettosi specialmente quando non sono integrati da grandi quantità di verdure e frutta fresca. Gli
effetti di un’alimentazione carente si estendono a più di una sola generazione. Le cagne alimentate con una dieta che produce rachitismo faranno nascere
cuccioli predisposti a questa stessa condizione, i quali anche se alimentati per un
lungo periodo di tempo con cibo adatto, non riusciranno ad annullare la tendenza
al rachitismo. Le carenze alimentari, inoltre, aumentano la sensibilità dei piccoli
verso le malattie respiratorie, quali la presenza di catarro (che spesso danneggia il tratto digestivo) e la poliomielite. McCollum ha messo in evidenza come
una dieta leggermente carente, consumata per generazioni, possa diminuire la vitalità, predisporre all’invecchiamento precoce ed abbreviare la durata della
vita. Grant e Goettsch scoprirono che una dieta leggermente carente consumata per un lungo periodo di tempo produce condizioni patologiche mai presenti in
conseguenza di carenze alimentari assai pronunciate. Scoprirono che gli animali
giovani sono soggetti al rachitismo e lo manifestano solo quando il regime alimentare della madre è tale da permettere la formazione di questa malattia. Essi
provarono che la dieta della madre governa in maniera totale l’aumento o
la diminuzione di resistenza agli effetti delle carenze alimentari da parte del
neonato. Si accorsero che nei casi in cui la dieta dell’animale era carente di materiale osseo, il rachitismo non si sviluppava, semprechè si trattasse di animali nati
da madri ben nutrite. La rapidità e la gravità del modo in cui il rachitismo si sviluppa negli animali giovani, dipendono in grande misura dalle carenze nutritive
della madre durante il periodo della gravidanza.
Madri ben nutrite (il che non significa sovralimentate) mettono al mondo
bambini altrettanto ben nutriti e di conseguenza ben sviluppati. Nei risultati
di un regime alimentare inadeguato sono coinvolti non solo le ossa, i denti e gli
organi respiratori, ma ogni tessuto del corpo appare indebolito o rinforzato secondo le condizioni alimentari della madre. La nutrizione di quest’ultima nel periodo
prenatale rappresenta il reale fattore che influisce nello sviluppo del bambino.
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Secondo gli antropologi ed i genetisti, qualcosa sta cambiando nella fertilità delle famiglie americane. Per questa ragione pochi nuclei familiari riescono a sopravvivere oltre la quarta generazione. La razza americana piano
piano tende a diminuire. Naturalmente vi sono delle eccezioni, ma molte famiglie sono prive di figli e molti ceppi familiari si estinguono dopo la prima o la
seconda generazione. Un uomo o una donna che, nonostante le abitudini di vita sbagliate, posseggono energia sufficiente per raggiungere “l’età matura”,
metteranno al mondo degli individui che non saranno in grado di ripetere le
gesta compiute dai propri genitori.
L’infertilità nei ratti, in altri piccoli animali e nei leoni può dipendere da una
nutrizione inadeguata. Una piccola carenza in alcuni elementi essenziali della nutrizione produce o la totale incapacità di riprodursi, o qualche tipo di deficienza
nelle generazioni successive. Questo fatto vale anche per il mondo vegetale. La
fertilità di una pianta dipende dalla presenza, nella terra, degli elementi essenziali alla sua nutrizione in giusta proporzione ed in una forma assimilabile. Alcuni
esperimenti hanno dimostrato che la fertilità di una pianta può essere aumentata, utilizzando fertilizzanti minerali adatti, fino a tre volte rispetto a quella di una
pianta cresciuta su un terreno concimato a letame o con i fertilizzanti composti da
tre elementi che si trovano oggi in commercio. Le piante concimate in maniera
idonea riescono quasi completamente a resistere agli attacchi degli insetti. Crescono più rigogliose, più resistenti e più salde oltre a sopportare meglio delle piante
concimate, come si usava fare nel passato, i cambiamenti del tempo, le intemperie
ed i forti venti. L’uomo rientra nelle “Leggi della Natura”. Senza dubbio, gran
parte della sterilità delle famiglie americane è dovuta a carenze nutritive. Gran
parte della predisposizione alle malattie ed il progressivo deterioramento fisico e
mentale osservato nel succedersi delle generazioni dipendono dalla stessa causa.
Vi sono condizioni di carenze alimentari, quali i casi avanzati di sprue per
esempio, in cui la deficienza risulta talmente seria e la resistenza del corpo ai veleni talmente inesistente che, una volta prodottasi l’infiammazione, essa tende a
persistere nel tempo. Posso affermare senza ombra di dubbio che le diete insufficienti, consumate dalle madri durante la gravidanza sono spesso le cause
di molte malattie infiammatorie persistenti, presenti nei bambini. Se la dieta
del genitore raggiunge il suo plasma germinale e quello del nascituro, non si può
dubitare che raggiunga anche il plasma somatico di quest’ultimo. Dando quindi per scontato, la necessità di un’alimentazione appropriata prima e durante la
gravidanza, è dovere di una madre intelligente studiare nei particolari e poi
mettere in pratica tutto ciò che riguarda l’argomento di una dieta salutare.
Questo servirà a migliorare se stesso tanto quanto i suoi figli e nipoti.
È quanto meno folle mangiare smodatamente durante la gravidanza e poi ten¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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tare, dopo la nascita, di eliminare nel bambino i danni prodotti da un tale comportamento. Date al bambino un buon inizio nella vita fornendogli la migliore
alimentazione possibile. Il momento di maggiore crescita e sviluppo del cervello e dei nervi, si verifica durante il periodo prenatale e durante i primi due
anni di vita. È questo il momento migliore per gettare le fondamenta di un
buon sistema nervoso e di un buon cervello. Si sostiene che l’intero futuro di
un individuo viene stabilito nel momento in cui esso giunge al quarto anno di
età, proprio come il futuro di un vitello si compie ai sei mesi di vita. Quanto è
importante che la madre fornisca al nascituro la migliore nutrizione possibile!
Le donne non possono scaricare sui medici le loro responsabilità riguardo a tale argomento. Il programma medico prevede frequenti visite e frequenti
analisi delle urine, dal momento in cui si scopre lo stato di gravidanza fino al suo
termine. Questa pratica non è molto buona per le madri, anche se si dimostra molto redditizia per il medico. Il New York World (16 ottobre, 1928) citando Chas V.
Craster, medico, direttore dell’Istituto d’Igiene di Newark, N.J., afferma: ≪Speravamo che l’aumento di consulenza ospedaliera su richiesta delle donne gravide
avrebbe ridotto il tasso di mortalità durante la maternità. Ma, con grande sorpresa,
abbiamo osservato che da quando l’ospedalizzazione è aumentata, anche il tasso
di mortalità ha registrato una crescita≫. La casa è il posto più sicuro dove far
nascere un bambino. Il dott. Whitredge, professore di ostetricia alla John Hopkins University, afferma: ≪I tassi di mortalità infantile e materna nel nostro paese
superano di un terzo quelli dei resto del mondo≫. Egli sostiene che, ≪in parte ciò
è dovuto agli insegnamenti e al training sbagliato a cui i nostri laureati vengono
sottoposti specialmente se lo paragoniamo a quello europeo≫. Ma in alcuni paesi
europei e sudamericani il training a cui vengono sottoposti i laureati in medicina
non è assolutamente pari a quello americano. D’altro canto, nella maggioranza
dei paesi europei, la figura della levatrice è molto più popolare che in America.
Ed è importante notare che in questo paese, dove si utilizzano i medici invece
delle levatrici, il tasso di mortalità infantile e materna è molto più alto che
non nel resto del mondo.
Il servirsi sempre più dei medici e dei loro metodi e trattamenti innaturali
provoca un aumento nel tasso di mortalità e nello sviluppo di malattie croniche.
A che servono le analisi delle urine? Riescono a scoprire i disturbi (soltanto
alcuni) solo dopo che questi sono ben sviluppati. Non possono prevenire il
formarsi delle malattie. Non possono essere un rimedio. Interessano gli effetti,
non le cause. Se le analisi delle urine riescono ad individuare il problema, vengono
subito fatte seguire delle prescrizioni di medicine ed iniezioni, ma non si pensa a
rimuovere le cause. Tutti i tipi di esami clinici possono considerarsi simili. Le
donne non dovrebbero pensare che i medici possono salvarle.
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Devono acquisire le conoscenze necessarie a potersi curare da sole. Devono imparare a vivere bene ed a prevenire lo sviluppo dei disturbi che i medici
pretendono di individuare per mezzo delle analisi delle urine. Il fatto che il medico
non ritenga necessario che la donna prevenga lo sviluppo dei distrubi è testimoniato dal suo continuo insistere affinchè questa si sottoponga a frequenti esami
ed analisi. Le donne hanno bisogno di una conoscenza approfondita e non di
quella stereotipata e poco dettagliata offerta loro dal medico generico, dagli
ospedali e dalle cliniche.
Se la donna è sana e ben sviluppata, e se durante il periodo della gravidanza si comporta come dovrebbe, non c’è bisogno che consulti il medico ogni due
settimane o che si sottoponga ad analisi delle urine ad intervalli frequenti, proprio
come il cervo della foresta o l’ape non ne ha bisogno. I medici controllano le urine,
controllano la pressione del sangue, controllano l’eventuale manifestarsi di emorroidi, di vene varicose e di rigonfiamenti alle gambe, di eclampsia, ecc. ma tutti
questi disturbi potrebbero essere evitati vivendo una vita normale. Vita normale
non vuol dire, comunque, una vita vissuta nella maniera convenzionale.
Le donne dovrebbero rendersi conto che la preparazione alla maternità
ha inizio fin dal periodo dell’infanzia! Oggi le nostre figlie vengono abituate
a tutto, fuorchè a questo compito supremo. Il dott. Tilden osserva: ≪È patetico
assistere ai tentativi disperati di una madre tubercolotica che cerca di fortificare
il proprio bambino il quale è stato già danneggiato in partenza≫. Egli aggiunge
inoltre; ≪Queste madri chiedono di continuo: perchè il mio bambino non può essere forte come il figlio della signora tal dei tali? Nonostante la madre gli dia poco
da mangiare e quasi lo ignori, il bambino cresce sano e vigoroso. C’è una grande
differenza, fisicamente ed energicamente, tra i due bambini. Le attenzioni, possono far prosperare il bambino forte, ma uccidere rapidamente quello debole. Le
donne malate dovrebbero evitare di mettere al mondo dei figli; nonostante ciò,
ne ho conosciute molte che non solo lo hanno fatto, ma che durante la gravidanza,
hanno trascurato completamente qualsiasi regola igienica. E dopo che hanno fatto
soffrire il proprio bambino fino alla morte, se la prendono con il resto del mondo
invece che con sè stesse, per questa “disgrazia” che è loro capitata≫.
Attraverso le membrane fetali, amnios ed allantoide, si verifica un completo
passaggio di nutrimento anche se, tra la madre ed il bambino, non c’è passaggio
di sangue. L’embrione riceve dalla madre acqua, ossigeno e materiali nutritivi;
la madre elimina le sostanze di rifiuto dell’embrione. Dall’embrione ella riceve
anche alcuni ormoni da cui trae beneficio. Purtroppo la bellezza della composizione della placenta nei mammiferi viene spesso macchiata dallo svilupparsi, in
particolar modo nelle donne, di malattie uterine e mammarie, che in molti casi
provocano conseguenze tragiche per la vita della donna e dei bambini. Il rapporto
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tra queste malattie e le abitudini di vita della donna e del bambino, innaturali e
nocive, dovrebbe risultare evidente agli occhi di tutti. Una volta compreso in pieno il significato del fatto che è la donna stessa la causa delle proprie malattie,
possiamo sperare che queste diminuiscano o addirittura scompaiano per mezzo di
una igiene razionale, basata saldamente sulle leggi della vita e sui suoi principali
bisogni naturali.
Questa meravigliosa composizione non è immune contro la “follia”. Alcuni
veleni quali il mercurio, l’alcol, la nicotina, ecc. arrivano fino al feto. I medici sono molto imprecisi quando dichiarano che le bevande alcoliche danneggiano
nella stessa misura tanto i genitori quanto il nascituro. Poichè, secondo loro, l’alcol non è nocivo per gli adulti, non lo è neanche per il bambino. Questa teoria
è falsa. Il paese è pieno di giovani, donne e uomini, che, sulla strada dell’alcol,
si avviano verso l’inferno patologico e la morte prematura, incoraggiati in questa
follia dalla classe medica.
Nonostante i medici sappiano molto bene che alcuni farmaci passano attraverso la placenta e raggiungono il bambino, sembrano ignorare totalmente
questo fatto e credono che la cosiddetta barriera placentale sia sufficiente a proteggere il bambino. L’olocausto provocato dalla talidomide ha infine messo in
discussione le loro certezze. È risaputo come molti farmaci possano causare la
nascita di bambini con malformazioni e difetti, come molti bambini possano
nascere alcolizzati, tossicodipendenti o possano addirittura morire “in utero”
in seguito ad assunzione di farmaci da parte della madre. I medici sostengono
che il fumo non nuoce al bambino. Ma come possono affermarlo? Nuoce alla
madre. Può essere il bambino talmente al sicuro nel suo ambiente che i fattori che
danneggiano la salute della madre non lo raggiungono? Non sia mai detto! In natura non esistono compartimenti stagni. Il tabacco, infatti, danneggia seriamente
il bambino. Perchè i medici incoraggiano le madri a fumare e a bere? Curano
forse gli interessi di chi produce alcol e sigarette o pensano solo ad aumentare i
propri profitti? Qualunque sia la risposta a questa domanda, non vi sono dubbi
sul fatto che la professione medica rappresenti l’influenza più immorale che esiste
oggi al mondo. Essa approva, perdona ed incoraggia la sensualità ed il vizio, di
qualsiasi genere questi possano essere.
I medici si preoccupano di difendere e giustificare i vizi nocivi, comuni
a loro e ad altre persone, quali il tabacco, l’alcol, il caffè, il tè. La professione medica non si schiera mai fermamente dalla parte delle sane abitudini
di vita nè mai sostiene alti valori di salute. Considera “normale” il deplorevole stato dell’umanità quale appare oggigiorno, respinge ogni tentativo di
stabilire standards migliori per quello che riguarda la vita e la salute e incoraggia
le abitudini dannose. Questo è solo un aspetto che dimostra come la professione
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medica rappresenti l’influenza più degradante nella vita dell’uomo contemporaneo. Il suo offrire vaccini e farmaci come “cure” per queste situazioni è altrettanto
degradante.
2.1 LE IMPRESSIONI DI UNA MADRE
Questo capitolo non sarebbe completo se non si accennasse anche alla quasi universale e molto antica credenza che una madre può “marcare” il proprio figlio.
Molte madri vivono il periodo di gravidanza in uno stato di angoscia costante
a causa delle numerose storie sulle impressioni materne che si sentono ovunque. La gente sembra provare piacere nel raccontare storie inventate riguardanti i
terribili risultati che si sono manifestati, durante la gravidanza, in seguito a visioni
angoscianti. Ascolta con attenzione ogni storia e poi la ingigantisce come si fa in
genere. Ognuno cerca di colpire gli altri con queste storie terrificanti. Vi sono
libri in cui molti capitoli sono dedicati appunto alle impressioni delle madri con
“esempi” su questo argomento. Non mi meraviglio che la gente prenda sul serio
queste cose. Non posso biasimarli. Nonostante ciò, io e quelli che conoscono
l’argomento sappiamo che tutto questo è falso e ridicolo. Nella storia non esiste
alcun caso reale di una madre che abbia marcato il proprio figlio. Il fatto che non
vi siano prove che dimostrano l’esistenza di casi di questo genere è perchè essi
non esistono. L’unica ragione per cui l’argomento viene discusso in questa sede è
per rassicurare quelle donne che ancora credono nella leggenda e ne hanno paura.
Che cosa sono le “impressioni materne”? Secondo la credenza popolare un’impressione materna è l’impressione esercitata dallo stato mentale della madre
sul corpo e la mente del bambino. Si sostiene che pensando intensamente alla
musica, all’arte, alla guerra, ecc., una madre possa rendere il proprio figlio un
grande musicista, un artista o un famoso generale. Ci dicono che Napoleone fu
reso quel gran capo militare che è stato dalla madre, prima che lo mettesse al mondo. Si dice che prima che egli nascesse, la madre abbia accompagnato il marito in
alcune spedizioni militari. Si dice anche che ella abbia vissuto con piacere gli orrori della guerra. Questa teoria è molto antica. Viene menzionata nella Bibbia. Gli
Spartani, credendo che ogni influenza negativa, a cui una madre venisse sottoposta
durante la gravidanza provocasse effetti disastrosi sul bambino, la circondavano
di statue, disegni e rappresentazioni artistiche raffiguranti la forza. Per secoli ci
hanno detto che le madri greche mettevano al mondo geni artistici contemplando
per ore, durante la gestazione, le meravigliose statue e scene che decoravano i
templi greci. Albert Edward Wiggam, riguardo a questo argomento, molto pertinentemente si chiede: ≪Le madri degli scultori e degli artisti che crearono quelle
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opere d’arte, che cosa avevano contemplato?≫. Viene asserito che la morale ed il
carattere del bambino possano essere predeterminati dallo stato mentale della madre durante il periodo della gravidanza; che le sue abitudini future possano essere
prestabilite. Dipenderebbe dalla nostra volontà mettere al mondo un ladro o un
santo. Si dice che la madre di Dante, pochi attimi prima della nascita dell’illustre
figlio abbia avuto una meravigliosa visione. Forse, però, si parla di più dei “segni” fisici nei bambini che non delle altre forme di “impressioni materne”, e quasi
sempre questi segni sono rappresentati da malformazioni e difetti. Da queste storie sembrerebbe che il bambino sia quasi completamente alla mercè di sua madre
durante i primi mesi della sua esistenza.
Tornando ai tempi di Giacobbe, nella Genesi (XXX, 29-43), si legge che egli
abbia influenzato i colori e le macchie del suo bestiame ponendo delle ‘scale di
legno’ ed altre cose davanti agli animali. Troviamo qui un riscontro delle impressioni materne. Ma quello che è successo al bestiame di Giacobbe non è mai
successo a nessun altro. L’esperimento di Giacobbe è stato ripetuto centinaia di
volte nelle stazioni sperimentali agricole americane e non si sono mai ripetuti gli
stessi risultati.
Viene sostenuto che ogni bellezza fisica desiderata, ogni qualità geniale, tutte
le disposizioni morali e le tendenze spirituali possono essere conferite dalla madre al proprio figlio. Ecco un esempio di M.me Louise Mason tratto dall’Arena.
Quando la signora Mason venne a conoscenza del fatto che i propri figli potevano
essere “marcati”, decise di marcare il suo nel migliore dei modi possibile. Ella
racconta: ≪Sedevo da sola nella mia stanza, contemplando scene piacevoli, e, in
una pacifica predisposizione mentale perfettamente passiva, desideravo che il mio
bambino fosse una femmina; che fosse magra, che avesse capelli castani ed occhi
bellissimi; che diventasse una musicista, una cantante e che avesse successo in
qualsiasi cosa facesse; che fosse migliore di tutti quelli che conoscevo. Ecco il risultato: una bella donna nella mente e nel corpo, con capelli castani, fisico magro
ed una voce fenomenale da contralto; è una filosofa, una studiosa di Delsarte, di
astronomia ed astrologia, ed ha successo negli studi; è una buona parlatrice ed ha
un carattere amabile≫.
Quando le madri cominciano a desiderare un sesso per il bambino che deve
nascere, o a desiderare il colore dei capelli pensano di poter svolgere un lavoro
di creazione. Rivolgo quest’affermazione soprattutto a coloro che non conoscono
i meccanismi dell’ereditarietà; il colore dei capelli, la costituzione ed il colore
degli occhi vengono determinati nel plasma germinale. La disposizione mentale
della madre non ha niente a che fare con questi elmenti. Wiggam commenta:
≪Se la madre potesse creare dei caratteri meravigliosi nei propri figli, rendendoli
artisti, geni, musicisti, santi, ecc., allora, anche i desideri di un mendicante
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dovrebbero avverarsi≫.
Un caso di malformazione fisica che ho trovato in uno di questi libri è quello
di un bambino nato privo di dita ad una mano. La spiegazione a ciò era che nei
primi mesi della gravidanza, la madre fu avvicinata da un mendicante il quale
chiedendo l’elemosina “nel nome di Dio, sollevò la mano mostrandola priva delle
dita”. L’arto deformato del bambino era lo stesso di quello del mendicante “ed
alla madre sembrava che ricordasse in tutto e per tutto quello del mendicante”.
Una donna incinta fu molto preoccupata quando il marito tornò a casa con la
faccia gonfia a causa di un colpo di freddo. Ella “mise al mondo una bambina
con un rigonfiamento rosso sullo stesso lato della faccia”. Un’altra donna incinta
durante un temporale si spaventò a causa di un fulmine improvviso. “Il suo bambino sulla fronte presenta una striatura a zig-zag che si pensa sia stata provocata
dalla paura”. Una donna mentre visitava una fiera di paese notò un bambino di
circa quattro anni che indossava una maschera da vecchio. A quella visione provò
un senso di “repulsione” ma decise di essere forte e non marcare il bambino che
aspettava. Nonostante la sua determinazione, quando il bambino nacque, di sette
mesi, “presentava una testa incredibilmente grande e aveva le sembianze di un
uomo anziano”. Lo “studioso” indica questo caso in cui la donna si era sforzata
con la volontà di non marcare il bambino; la domanda di Wiggam è allora: ≪se la
volontà della madre è abbastanza potente da produrre le cosiddette voglie, perchè
non le può anche prevenire?≫.
Un altro caso curioso è quello di una donna che, mentre coltivava il giardino,
rimase colpita da un cetriolo doppio che le capitò tra le mani. Si convinse che
era destinata a mettere al mondo una coppia di gemelli, invece il bambino che le
nacque possedeva solo le dita dei piedi doppie. Se le impressioni materne possono
creare dita, distruggerle, perchè non possono anche creare teste o “scalpi”? Non
vi sono casi di bambini nati senza testa solo perchè la madre aveva assistito ad una
decapitazione. Le donne americane del passato hanno assistito a molte scene in
cui gli Indiani asportavano lo scalpo di altri uomini, eppure nessuno dei loro bambini è nato senza il cuoio capelluto. Un caso molto triste di cui ho sentito parlare
qualche anno fa, è quello di una donna che durante la gravidanza fu spaventata da
una talpa. Alla nascita il bambino non possedeva braccia e mani. All’attaccatura
delle braccia, alle spalle, possedeva delle piccole “spatole” che ricordavano quelle di una talpa. Nonostante ciò non ho mai sentito parlare di bambini nati con il
corpo di un elefante o il collo di una giraffa.
Durante la prima guerra mondiale, in Francia e Belgio, le scorribande di Zeppelin erano all’ordine del giorno e le donne incinte erano spesso testimoni di terribili delitti, tuttavia non si hanno testimonianze di bambini nati con segni particolari. Le autorità francesi che controllavano le nascite a Parigi, riportano che nel
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1918, l’anno più terribile di quella guerra, i bambini che nascevano erano più sani
e più grassi del solito.
Si sostiene che se una donna che aspetta un bambino viene spaventata e si
tocca in alcune parti del corpo, sulle parti corrispondenti del corpo del bambino
appariranno dei segni. Molte madri hanno paura di scacciare una mosca o un
insetto dal viso per paura che un segno a forma di insetto appaia sul viso del
bambino. È una delle teorie più ridicole, ma riesce a turbare la pace mentale di
molte donne incinte.
Esiste un’altra credenza popolare riguardo a questo argomento ed è quella
che se una donna desidera intensamente qualcosa che non può ottenere, questa
voglia apparirà sul bambino. Questa credenza viene spesso usata come scusa per
eccedere nei peccati di gola. Nonostante non abbia mai sentito questo tipo di storie
nel sud, Wiggam racconta che ≪nel sud una donna di colore che mette al mondo un
bambino bianco spesso giustifica tale fatto con un suo intenso desiderio di neve≫.
Si vedono spesso donne di colore con bambini bianchi ma noi lo spieghiamo in
una maniera più semplice. Nonostante i principi e le tradizioni del sud, è difficile
che qui nascano bambini da donne vergini, cosı̀ quando vediamo un bambino
bianco immaginiamo la presenza di un antenato bianco.
Le “voglie”, tuttavia, sono relativamente rare, e ad una madre che teme di
“marcare” il proprio bambino sembra di dover vedere cose orribili ogni giorno.
Bambini ed adulti malformati la circondano continuamente. È impossibile per
qualsiasi donna vivere i nove mesi di gravidanza senza vedere alcunchè di impressionante. Se queste credenze fossero vere, i nostri bambini sarebbero le vittime,
senza speranza, del caso e nessun bambino nascerebbe mai normale. A dispetto
di ciò molte donne dal carattere impressionabile, testimoni di incidenti terribili,
mettono al mondo bambini normali. Consideriamo brevemente alcuni fatti.
Primo i bambini non vengono prodotti dalle cellule del corpo dei genitori. Vengono prodotti, infatti, dal plasma germinale della famiglia, rappresentato
dalle cellule germinali: le cellule uovo e gli spermatozoi. Queste non fanno
parte del corpo dei genitori, sono solo racchiuse in essi. Furono trasferite
ai genitori dai propri genitori, i quali a loro volta le ricevettero dai propri
genitori e cosı̀ fino ad arrivare ad Adamo ed Eva o a chiunque iniziò tutto
quanto. I caratteri ereditari non vengono conferiti dai genitori. Queste cellule ricevono dai genitori solo una sistemazione per continuare a vivere, ma
sono completamente separate nell’organizzazione. Anche se vivono dentro
di essi non sono parte del corpo dei genitori e non sono prodotte dal corpo
o dalle cellule del corpo di questi. Dio crea le cellule germinali e conferisce
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loro le caratteristiche ereditarie. Egli non lascia a noi il compito di creare, in
quanto se lo facesse rovineremmo tutto in una settimana. E questo è tutto.
Una volta incontrai due sorelle che venivano da Cuba. Una era di carnagione bianca simile ad un giglio, con occhi blu e capelli biondi; l’altra di pelle
scura, con occhi castani e capelli nero corvino. In queste due sorelle non vi
erano dubbi sulla questione dei “segni”. Il padre era bianco, la madre indiana; in un caso avevano predominato le caratteristiche bianche; nell’altro
quelle indiane. Quando, come accade occasionalmente, nasce un bambino
con un occhio scuro ed uno chiaro, non si tratta di un caso di “voglie”, ma
di ereditarietà mista.
Secondo non esiste un legame nervoso tra la madre ed il bambino. Dal momento del concepimento il bambino è un essere indipendente verso il quale è
anatomicamente impossibile che la madre indirizzi impressioni o impulsi
mentali o nervosi. Oggi è abbastanza comune tra i sostenitori di tali idee,
attribuire le “voglie” alla “telepatia”. Cosı̀ facendo si colloca il problema
nell’ambito delle scienze occulte togliendolo da quello biologico. Non esistono prove per sostenere la tesi della telepatia e non vi sono ragioni per
credere, pur ammettendolo possibile tra due menti che si sforzano e che si
sono sottoposte a lunghi allenamenti, che questa comunicazione telepatica sia creativa e possa produrre i capelli rossi o le braccia somiglianti alle
spatole di una talpa. Wiggam osserva giustamente che se fosse possibile influenzare telepaticamente il bambino, sia il padre sia qualsiasi altra persona
potrebbero farlo, e l’influenza telepatica non cesserebbe al momento della
nascita. Una madre che si spaventa alla vista di un uomo senza un braccio
dovrebbe provocare nel suo bambino, anche se di tre anni, la perdita del
braccio.
Un bambino non ancora nato è esterno al corpo della madre tanto quanto un
pulcino nell’uovo è esterno alla gallina. L’utero non è niente di più di una
cavità nel corpo della donna, come la bocca, ed il bambino nel corpo della
madre non è niente di più di un qualcosa racchiuso in bocca. Può pensare
al suo bambino come una gallina potrebbe pensare ai pulcini racchiusi nelle
uova che sta covando. Sono d’accordo con Wiggam quando afferma: ≪Non
vi rendete conto che se il Buon Signore avesse permesso che il bambino
nel grembo materno venisse anche remotamente sfiorato da tali influenze
contradditorie (le influenze telepatiche del padre, della madre e del resto
del mondo) sin dal momento del concepimento egli non sarebbe altro che
un insieme grottesco di assurdità?≫
Terzo non esiste uno scambio di sangue tra la madre ed il bambino. Il bambino
possiede sangue e circolazioni propri. Il bambino dipende dalla madre solo
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per quello che riguarda l’ossigeno e l’alimentazione. Tali elementi vengono
estratti per mezzo dei meravigliosi processi di interscambio che avvengono
nella placenta. La madre trasferisce nel figlio il nutrimento e non le influenze mentali o nervose. La natura ha fatto sı̀ che il bambino fosse protetto
contro i “segni” provocati dalle impressioni mentali, disponendo in modo
tale che non esiste un legame nervoso e sanguigno tra la madre ed il bambino. Il sangue della madre non si trasferisce nel feto perchè non passa
attraverso la placenta. La placenta agisce da filtro attraverso le membrane
che trasferiscono il nutrimento necessario, tutto ciò che potrebbe danneggiare il bambino viene bloccato fuori. Alcuni veleni tuttavia, passano e
infatti raggiungono il bambino; ma nel complesso il bambino è abbastanza
protetto dalle sostanze nocive e persino la violenza fisica lo raggiunge solo
raramente. (Incidenti ferroviari, stradali, rumori improvvisi, shock, ecc.).
Una persona che sostiene la teoria delle ‘impressioni materne’ afferma che
≪esiste un continuo scambio tra il corpo del bambino e quello della madre≫ e che ≪pertanto la madre, come è già stato dimostrato, può trasmettere
attraverso il suo sangue alcune caratteristiche mentali e fisiche≫; tutte le
impressioni nervose che hanno prodotto un’alterazione temporanea o permanente del carattere vengono comunicate al bambino per mezzo della circolazione sanguigna della madre. Se questo implicasse soltanto delle alterazioni nutritive, questa persona sarebbe nel giusto; altrimenti, non esistono
prove che confermino le sue dichiarazioni.
Quarto lo sviluppo del bambino viene determinato in maniera definitiva durante
le prime sei settimane della gravidanza e non può venire alterato successivamente. Al termine della sesta settimana il feto è praticamente un essere
umano completo. Nella maggioranza dei casi le “impressioni avvengono
dopo questo periodo quando già non è più possibile trasformare le braccia
e le mani in spatole alla maniera di una talpa, o non è più possibile formare
dita dei piedi doppie. Difetti e malformazioni nello sviluppo si verificano durante le prime sei settimane ed in genere durante le prime due o tre
settimane successive al concepimento.
Come possiamo allora spiegare le voglie che ogni tanto ci capita di notare?
Dobbiamo ammettere che non tutte possono trovare una spiegazione. Alcune sono il risultato di fattori ereditari, altre di “incidenti”. Qualunque sia il
segno o la voglia, si cerca sempre un qualcosa a cui lo si possa attribuire,
ma spesso è solo una coincidenza. Gli incidenti che accadono prima della
nascita sono relativamente rari, infatti in quel momento la maggioranza dei
bambini è normale.
Può accadere che il bambino si avvolga al cordone ombelicale e la circola¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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zione in alcune parti del corpo ne soffra. A causa di ciò, lo sviluppo di un
braccio o di una gamba può risultare danneggiato.
La mancanza di sufficiente liquido amniotico può provocare una pressione
sul bambino e ledere lo sviluppo di alcune sue parti. In genere, un ripiegamento nell’utero, che impedisce al sangue di circolare, è la causa più
comune dell’assenza di mani o piedi. In quel caso, il bambino non ha mai
posseduto la mano o il piede. Un piede o una mano storta possono essere causati da una piega nell’utero o dalla maniera in cui il bambino viene
aiutato ad uscire dal corpo della madre. Un bambino di nove mesi che nasce senza mani non è tale perchè la madre un mese prima aveva assistito alla
scena di un cavallo che perdeva le zampe anteriori. I veleni possono alterare
in maniera dannosa lo sviluppo.
Cibi alterati, cattive condizioni di salute della madre, ecc., tendono semplicemente a produrre nel bambino una condizione di vitalità e resistenza inferiori
rispetto al normale. La natura del bambino dipende dall’ereditarietà delle sue cellule germinali. Un difetto nella cellula germinale all’inizio, si manifesterà in un
difetto nel bambino.
Una volta nacque un bambino con un occhio di “colore grigio-blu” e l’altro
“marcato dal colore e dal fuoco degli occhi di uno spagnolo” che la madre incontrava quasi ogni giorno durante il periodo della gravidanza. ≪Egli appariva
all’improvviso e sempre col suo sguardo tenebroso e passionale≫. In apparenza,
questo sembrò un caso evidente di impressione materna in quanto i genitori del
bambino non presentavano tale caratteristica nello sguardo. Tuttavia, uno studio
più approfondito rivelò che i genitori della madre del bambino avevano gli stessi
suoi occhi. Era un altro caso di ereditarietà.
Il sig. Wiggam ha studiato migliaia di casi di presunte “voglie” o di segni,
ma fino ad ora dice di non averne riscontrato neanche uno che sia tale. Il dott.
Erasmus Darwin, nonno di Chas chiese a 11.000 donne ricoverate in un reparto
maternità quali pensavano fossero le voglie che si sarebbero presentate sul proprio
bambino ed in quale parte del corpo si sarebbero manifestate. Si segnò tutte le
risposte. I bambini, al momento della nascita, non presentarono alcuna voglia, e
nei pochi casi in cui appariva un segno, questo non si trovava nella parte del corpo
che la madre aveva previsto.
Le “voglie” vengono attribuite a cause immaginarie nello stesso modo in cui
si crede che una mucca bianca, vista al buio, sia un fantasma. L’immaginazione
gioca un grosso ruolo a tale riguardo. Una voglia comune è rappresentata da una
bolla rossa o dal tumore di una vena provocati da un allargamento dei capillari in
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una particolare zona del corpo. L’immaginazione ci fa pensare che tale macchia
rossa sia una “voglia” di fragola o qualche altra cosa dello stesso colore.
Le donne che aspettano un bambino dovrebbero ricordare che gli incidenti prima della nascita sono molto rari, che le leggi naturali ed il meccanismo che Dio
ha preparato per la protezione del bambino, affinchè all’inizio della vita possa godere del meglio che la natura può offrirgli, possono senz’altro garantire il meglio
al bambino. Non importa quanti possano tentare di dimostrare la validità delle
“voglie”, non dovete ascoltarli e non dovete permettere che tali fatti disturbino la
vostra quiete. Il vostro stato mentale può danneggiare il bambino solo se quello
nutritivo risulta alterato perché in tale maniera non si permetterebbe al bambino
di ottenere il giusto nutrimento. Si può aiutare il nascituro solo migliorando le
condizioni di salute e adottando un regime alimentare sano.
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Capitolo 3
LA DIETA DELLA MADRE
A scopi pratici, il periodo della gravidanza, durante il quale la donna fornisce
il nutrimento all’embrione direttamente attraverso il flusso sanguigno, e quello
dell’allattamento, durante il quale fornisce il nutrimento al bambino attraverso il
seno, vengono considerati identici per ciò che riguarda i bisogni nutritivi della
madre. È letteralmente vero che la donna che aspetta un bambino o che allatta deve mangiare “per due”; ma le donne che seguono questo principio nella
maniera più comune e cioè mangiando per quattro o sei persone, ingrassano, manifestano dolori allo stomaco, rigonfiamenti alle gambe, vene varicose,
bruciore ai reni, utero ingrossato, catarro e spostamenti uterini, fibroma, difficoltà nel parto e, successivamente, cancro. Invece di riempirsi con grandi
quantità di cibo in maniera più o meno sconsiderata, le madri dovrebbero alimentarsi in modo da produrre e mantenere un ottimo stato di salute. Tutto questo
oltre ad assicurare una gravidanza e un parto più facili, garantirebbe abbondanza
di latte sano al bambino.
Durante la sua vita intra-uterina, il feto trae sostentamento dal sangue della
madre. Dopo la nascita, in genere, ottiene il suo nutrimento dal latte che riceve
dal seno materno. Il latte è una secrezione reale, essendo il prodotto dell’attività
cellulare degli alveoli delle ghiandole mammarie. La sua produzione non richiede
un grosso dispendio di energie, ma utilizza molte scorte alimentari della donna.
Sfortunatamente per la madre, se la dieta non contiene gli elementi nutritivi
necessari all’embrione o al feto o al bambino che allatta, la natura chiama in
causa i suoi tessuti per supplire alle carenze alimentari al fine di nutrire nella
maniera più appropriata possibile il nuovo essere. Ecco perchè in questi due
periodi il regime alimentare risulta adatto, ma si verifica ugualmente un impoverimento dei tessuti della madre. Non è raro osservare come una donna che abbia
appena interrotto di allattare il proprio figlio ingrassi immediatamente. Una gatta,
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mentre svezza i gattini, perde peso e dimagrisce anche se i suoi pasti rimangono
abbondanti. (In questo caso, a differenza degli esseri umani, la madre deve allattare contemporaneamente più creature). Ingrasserà di nuovo al momento in cui
sarà pronta per una nuova gravidanza. I suoi tessuti vengono utilizzati per nutrire
i suoi piccoli.
È stato giustamente dichiarato che il cibo è “una condizione essenziale per la
vita e per la salute”, pertanto, rappresenta “un mezzo per controllare sia la salute
che la vita”. Non discuteremo in questa sede l’alimentazione dell’embrione in
relazione al futuro sviluppo e benessere del bambino, ma non tralasceremo di sottolineare come essa rappresenti un fattore di massima importanza a tale riguardo.
La madre, pertanto, è in gran parte responsabile del futuro del proprio figlio.
Può facilitare o annullare la sua vita prima che egli nasca.
Le “autorità” mediche tendono ad enfatizzare il ruolo delle proteine, del
calcio, del ferro, delle vitamine C e D nella dieta della madre. Non ripeteremo
mai abbastanza che le scuole di medicina non insegnano la dietologia e che
i medici in genere sono completamente ignoranti riguardo a tale argomento.
Il medico che fornisce consigli dietetici è alla stessa stregua di un profano che
prescrive medicine. Entrambi tentano di svolgere un compito verso il quale non
sono qualificati. Sono dei ciarlatani della peggiore specie. Il fatto ovvio è che
durante i periodi della gravidanza e dell’allattamento sono importanti tutti i fattori
nutritivi essenziali, e la dieta dovrebbe essere tale da produrre le giuste quantità di
tutti i fattori alimentari nutritivi e complementari.
Ma nella nostra ignoranza abbiamo esagerato l’importanza delle proteine nella dieta, ed abbiamo raddoppiato o persino triplicato la quantità che
ne sarebbe necessaria, esaltando l’importanza dei cibi ricchi di proteine. In particolar modo abbiamo evidenziato l’importanza della carne magra. Una donna
incinta o che allatti giornalmente ha bisogno di poche più proteine rispetto
ad una donna che non si trovi in queste condizioni. Tuttavia se consideriamo il
fatto che una donna di “abitudini moderate” in media consuma regolarmente da due a tre volte la quantità di proteine di cui ha bisogno, ci accorgiamo
che ogni aumento sproporzionato nella quantità di proteine da consumare, dovuto
all’aggiunta di cibi quali carne, uova, formaggio, risulterà dannoso.
Un lieve aumento nei bisogni proteici ed in quelli di alto valore biologico è
essenziale ai fini della riproduzione. Ma un tale aumento non è necessario se
la quantità consumata abitualmente costituisce già un eccesso. Noci, nocciole,
avocado, germogli di soia, semi di girasole e verdure fresce forniranno ad
una donna vegetariana ed alla sua creatura proteine ad alto valore biologico.
Bircher-Benner sostiene che ≪la sostanza proteica delle piante verdi è di grande
valore, ed è persino migliore della proteina del latte per integrare le imperfette
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proteine dei semi (quali il grano, i fagioli, le lenticchie, i piselli)≫. Egli sottolinea
il fatto che ≪l’equilibrio tra gli elementi nutritivi viene disturbato dal consumo
eccessivo di carne. . . ≫
Quindi, il continuo insistere dei medici sul consumo di alimenti a base di
carne, è visto come uno sbaglio serio che provoca molti disturbi. È stato dimostrato che è impossibile allevare dei cuccioli di leone con una dieta solo a base
di carne fresca e di ossa, in quanto mancano almeno tre minerali e tre vitamine. È
significativo il fatto che si possono allevare dei giovani leoni in cattività solo con
una dieta a base di piccoli animali interi. Essi hanno bisogno dell’intero animale e
non solo di grasso e di muscoli. Gli indolenti Eschimesi, spinti all’azione solo dall’impulso della fame, si alimentano con l’animale intero, crudo. La carne magra
non costituisce un alimento ‘completo’ e da sola non può permettere la crescita,
lo sviluppo e la vita. È solo un frammento dell’animale, una parte del tutto che
svolge compiti particolari e che può soddisfare solo aspetti particolari.
Le uova consigliate spesso nella dieta delle madri e dei bambini provocano la putrefazione intestinale e sono poco adatte alla nutrizione degli esseri
umani. La frequenza con cui si manifestano i cosiddetti fenomeni allergici in
seguito al consumo di uova, dimostra il fatto che non possono essere considerate
un cibo adatto all’uomo. Quando alcuni equipaggi che dovevano partecipare ad
una gara nautica durante l’allenamento tentarono di nutrirsi solo a base di uova,
dovettero consumarne a dozzine ogni giorno. Le uova, come alimento nutritivo,
si dimostrarono inferiori alle banane.
Il latte, come alimento nutritivo, è sicuramente migliore della carne o delle uova, ma il latte di oggi, pastorizzato, omogeneizzato, scremato, prodotto da
vacche male alimentate e vaccinate e prodotto troppo spesso in condizioni poco
igieniche, è carente delle sostanze necessarie all’alimentazione dell’uomo.
I grassi animali, ad eccezione del burro e della panna, sono molto meno digeribili dei grassi vegetali, di quelli della frutta e delle noci ed in più contengono
anche scarti animali. In questi ultimi anni si è molto parlato e scritto sulla maniera
in cui il DDT risulta presente nel grasso dell’animale. Questo si verifica al fine
di impedire che tale sotanza passi nella circolazione sanguigna, dove molto difficilmente potrebbe essere eliminata. Poi, quando la vacca dimagrisce, il DDT dal
grasso si riversa nel latte. Un simile accumulo di altri veleni e sostanze di rifiuto
nel grasso avviene quando questi superano la capacità di eliminazione dell’animale. Si dovrebbe evitare il consumo dei grassi animali. Ma con questo non intendo
consigliare l’uso della margarina in sostituzione del burro. La margarina è un
grasso raffinato di varia origine, con aggiunta di ‘vitamine sintetiche’ a carattere
tossico, di conservanti affinchè non diventi rancida. Esiste una grande varietà di
oli gustosi e genuini: l’olio di oliva, di soia, di semi di girasole, di noccioline e di
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avocado, ecc., che potrebbero fornire la piccola quantità di grasso necessaria,
senza dover ricorrere alla margarina.
L’abitudine di somministrare pillole di calcio, di ferro, di fosforo, ed altri
minerali o farmaci di tale natura alle madri ed ai bambini, è molto dannosa.
Pur somministrando ai leoni dello zoo di Londra un’acqua ricca di sali di calcio, non si riuscı̀ a fornire a questi animali lo stesso apporto di materiali nutritivi
che traggono dalle ossa. Fu necessario aggiungere all’alimentazione anche delle
ossa. La nutrizione è stata descritta come uno scambio di sostanze provenienti
dalla terra, il che è vero solo in parte, in quanto non si menziona il carbonio e l’azoto che derivano dall’aria e dall’acqua. Ricordando ciò, è necessario mettere in
evidenza che, nel caso dell’animale, la nutrizione dipende dalle sostanze elaborate
dalle piante. L’animale non può ricorrere direttamente alla terra per trarre il suo
nutrimento. I medici ed i chimici che tentano di scavalcare il mondo vegetale somministrando carbonio, azoto, calcio, ferro, magnesio, rame, iodio, arsenico, ecc.
sotto forma di composti inorganici, compiono un grave sbaglio: non forniscono al
corpo il nutrimento, ma introducono in esso delle sostanze velenose.
A volte i biochimici dichiarano come “fatto recentemente scoperto” che “i sali trovati nelle cellule dei tessuti viventi sono assai diversi dai campioni usati in
laboratorio”. Il prof. Sherman afferma: ≪non è conforme con l’uso comune che
si fa della chimica e della mineralogia, considerare gli ‘elementi minerali’ come
‘minerali’ quando questi elementi possono essere presenti in parte come composti
organici≫. Dopo aver sottolineato che gli animali ≪non sono in grado di sintetizzare i composti organici di fosforo nella maniera in cui dovrebbero≫, Berg sostiene:
≪è essenziale, pertanto, che il bisogno corporeo di fosforo in combinazione organica sia giornalmente soddisfatto≫. Non dovrebbe essere necessario aggiungere
che l’unica fonte dalla quale questo bisogno di fosforo in combinazione organica viene soddisfatto a dovere, è rappresentata dai cibi naturali. I miscugli
artificiali preparati dai chimici non sono sufficienti, anzi risultano dannosi.
Il fatto che un minerale venga assorbito dal tratto digestivo, non garantisce
che verrà utilizzato per la costruzione di tessuti. Al contrario, è risaputo che i sali
organici vengono espulsi dal corpo rapidamente; o, per quelli che non consentono
l’eliminazione immediata, si verifica un loro accumulo nei tessuti e nelle cavità
per evitare che entrino in circolazione. Un caso molto comune è rappresentato
dall’accumulo di sale da cucina (cloruro di sodio) nei tessuti sottocutanei, insieme a notevoli quantità di acqua. È anche risaputo che il ferro, lo iodio,
l’arsenico, il fosforo, sono sostanze velenose e producono diversi disturbi.
Tutte le sostanze non utilizzabili, anche se sotto altre forme costituiscono degli
elementi essenziali del corpo, sono veleni. Il carattere tossico delle “vitamine”
sintetiche viene riconosciuto anche da quelli che le consumano con regolarità. Il
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valore reale delle due vitamine che “arricchiscono” la farina bianca fu rivelato da
alcune prove condotte da Agnes Fay Morgan un’esperta ricercatrice in campo alimentare presso l’Università della California e riportato nella rivista Science (93,
261, 264, 1941). Gli animali alimentati con una dieta “arricchita” morirono, e
quelli alimentati con una dieta “impoverita” divennero storpi. Essi in poco tempo
persero vitalità ed invecchiarono proprio a causa dell’arricchimento artificiale. Il
dott. Morgan avverte che questo tipo d falso “arricchimento” può “provocare un
peggioramento del disturbo originale”. Anche se le “vitamine” sintetiche avessero
qualche valore, cosa che non hanno, aggiungerle alla farina bianca non basterebbe
a ricreare i sali minerali, il 75 percento dei quali viene eliminato dal processo di
macinatura. La farina bianca rimarrebbe un prodotto estremamente innaturale.
Nessuna dieta artificiale, del tipo che la maggioranza degli americani segue
regolarmente, “arricchita” con sali e “vitamine” provenienti dal laboratorio, può
fornire un’adeguata nutrizione alle madri e ai bambini e a qualsiasi altro individuo. È importante consumare alimenti naturali, quegli alimenti, cioè, che non
sono stati trattati, impacchettati, imbottigliati e privati di gran parte dei loro elementi nutritivi. Gli elementi denaturati, demineralizzati, devitaminizzati, colorati,
conservati, sofisticati ed ossidati sono altamente nocivi per la nutrizione.
Mai come nell’era moderna, forse, l’uomo si è distaccato dalla natura. Gli
ultimi centotrenta anni hanno rappresentato l’era del boom del progresso meccanico e dell’industrializzazione, dello sviluppo delle grandi città e dell’abbandono
della terra da parte del consumo, cosicchè oggi, per usare la definizione di McCollum, la dieta delle nazioni civili è del tipo che ≪nella storia, nessuna razza ha mai
tentato di sopravvivere con un simile regime alimentare≫. I processi di sofisticazione e denaturazione degli alimenti portano, secondo lui, ≪ad un esperimento
che coinvolge nazioni intere≫. Oggi gli effetti disastrosi provocati dagli alimenti
consumati appaiono talmente evidenti, che persino gli scienziati “ortodossi” sono
in grado di riconoscerli, sebbene un centinaio di anni fa solo pochi igienisti siano
stati capaci di prevederli.
La dieta comune degli americani, (a base di pane bianco ed altri prodotti derivati dalla farina bianca, di riso bianco e di altri cereali denaturati, di pane di
mais demineralizzato e degerminato, di zucchero bianco, di frutta secca solforata ed inscatolata, di verdure confezionate, di alimenti a base di carne conservate
e con additivi, di latte pastorizzato, di sciroppi solforati, di cetrioli in salamoia,
di conservanti, di dolci, caramelle, torte, bevande analcoliche gassate, e priva di
frutta e verdure fresche), non può produrre dei fisici forti e sani, con vista ed udito
normali, e non permette ad una madre di produrre un latte nutriente per il proprio
bambino. Bisogna ritornare ad un’alimentazione naturale, non solo per le madri e
per i bambini che devono crescere, ma per tutti i membri della società.
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Il calore provoca l’indebolimento e la distruzione degli elementi nutritivi.
A seconda della sa intensità e durata, i cibi arrostiti, bolliti, cotti a fuoco vivo,
al forno, fritti e cotti in altri modi perdono chi più chi meno il proprio valore. I
sali minerali, le vitamine ed altre sostanze si disperdono nell’acqua in cui viene
cotto il cibo o negli estratti che fuoriescono dal cibo e che rimangono nel letame.
Basandosi sull’andamento di peso raggiunto da alcuni animali studiati, si è giunti
alla conclusione che il cibo cotto riduce il suo valore nutritivo di almeno un
terzo. Naturalmente, questa dichiarazione è soggetta a modifiche; primo perchè
l’aumento di peso non implica necessariamente il valore nutritivo e secondo perchè vi sono differenti metodi di cottura ed i generi alimentari possono essere cotti
per periodi di tempo e a temperature diversi. Bisogna comunque tenere presente
che i vai risultati immediati della cottura non sono significativi del processo che
sta attuandosi. Lo sviluppo delle carenze avviene lentamente, spesso non si
manifesta fino alla seconda o terza generazione. Quando Francis M. Pottenger alimentava i suoi gatti con latte pastorizzato e carne cotta, osservò che questi,
dopo due o tre generazioni, non riuscivano più a riprodursi.
Gli amminoacidi sono dei componenti delle proteine. Questo vuol dire che le
proteine sono costituite, in combinazione e proporzioni varianti, da questi corpi
“ammini”. La cottura tende a deamminizzare alcuni amminoacidi, distruggendone, cosı̀, le proprietà nutritive. La lisina, ad esempio, spesso descritta come il
più importante tra tutti gli amminoacidi, e la glutammina, un altro amminoacido importante, vengono distrutte con la cottura. Poiché il corpo animale non
é in grado di sintetizzare i propri amminoacidi dalle materie grezze, è essenziale
che questi vengono consumati integri.
Oltre a danneggiare negli alimenti alcune parti importanti delle proteine, la
cottura distrugge alcune vitamine importanti e trasforma certi sali organici in sostanze inutilizzabili. Pertanto è necessario, ogni giorno, consumare una quantità di cibi crudi. Per la verità, la dieta ideale dovrebbe essere composta solo
di cibi crudi. Tuttavia, poiché oggi la maggioranza delle persone non è pronta a
questo tipo di innovazione, il mio consiglio è che almeno i tre-quarti della dieta
siano composti da cibi crudi ed il rimanente da quelli cotti. La cottura di questi
ultimi dovrebbe essere quella tradizionale.
Manomettendo gli alimenti forniti dalla natura, l’uomo è riuscito a distruggere l’equilibrio naturale della sua alimentazione. Non sarebbe tuttavia corretto
affermare che il tipo di alimentazione moderno é la causa di tutte le malattie che
affliggono l’uomo di oggi. L’aria viziata e l’acqua inquinata delle città, il non
esporre il corpo ai raggi del sole (un’abitudine che sta scomparendo grazie al diffondersi della moda dei bagni di sole e dei costumi succinti), le poche ore di sonno
ogni notte, la mancanza di un’attività fisica adeguata, il consumo di sostanze in¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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tossicanti e stimolanti, la fretta e la frenesia che caratterizzano la vita moderna,
le incomprensioni familiari, le preoccupazioni nell’ambiente del lavoro, le difficoltà economiche, il superlavoro e molti altri elementi anormali che costituiscono
il modo di vivere moderno, hanno tutti una grossa influenza sulla salute dell’uomo. Non tutte le sostanze consumate come cibo e bevande sono nutritive. Una
parte di esse consiste in bevande velenose ed in sostanze stimolanti ed irritanti sotto forma di cibo, ma nessuna di queste possiede alcun valore nutritivo.
Appartengono a questa categoria i condimenti, il sale, le spezie, le salse piccanti, l’aceto ed altre sostanze simili. La birra, il vino, il brandy, il whisky ed
altre bevande alcoliche, il tè, il caffè, il cioccolato, il cacao, il mate (bevanda
eccitante che contiene caffeina molto in uso in America Meridionale) e molte
altre “bevande analcoliche” sono tra le sostanze velenose più consumate. Le
cosiddette “bevande analcoliche”, contenenti acqua, coloranti artificiali (a base di
carbonio artificiale), gusti artificiali, zucchero bianco, acido fosforico, acetanilide, caffeina ed altre droghe, non solo provocano avvelenamenti, ma danneggiano
anche la nutrizione. Sembra esistere un rapporto reciproco tra il tipo di dieta seguito e l’uso di queste sostanze non nutritive: più la dieta è carente, e più forte
è la necessità di consumare sostanze intossicanti, più si consumano queste, e più
la combinazione degli alimenti si distacca dalla norma. Purtroppo, questi fatti
risaputi svolgono un effetto sempre più deteriore nella dieta dei bambini. Molto
spesso osservo madri che stappano una bottiglia di Coca-Cola, vi applicano sopra
una tettarella di gomma e la porgono al proprio bambino affinchè egli la succhi.
A questo punto ci si può solo domandare che fine abbia fatto l’intelligenza delle
madri.
Le necessità alimentari di una madre che allatta, non devono essere determinate dal valore nutritivo del suo latte. Nello stesso tempo che ella produce il latte,
accumula anche materiali nei propri tessuti. In assenza di tale accumulo, accade
che la produzione del latte cessa o che la donna inizia a perdere peso. È essenziale
anche ricordare che la produzione del latte, da parte della madre, non è interamente un processo post-nascita. La preparazione per la funzione dell’allattamento comincia proprio all’inizio della gravidanza. Durante la gravidanza, normalmente,
la donna accumula nei tessuti delle scorte di materiale nutritivo, semprechè questo
sia presente nel suo regime alimentare. Persino il seno, ingrossandosi ed accumulando materiale nutritivo, si prepara al momento in cui inizierà l’allattamento. Se
la dieta della donna appare inadeguata qualitativamente e quantitativamente, o se i
suoi processi nutritivi non risultano normali, la preparazione all’allattamento non
sarà appropriata e potrebbe accadere che ella non sia in grado di allattare il proprio
bambino.
I danni nutritivi causati dall’incapacità della madre di accumulare sufficiente
materiale nutritivo durante la gravidanza, difficilmente saranno eliminati dopo la
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nascita, anche se si ricorre al più accurato programma alimentare. Ad esempio, un
bambino la cui madre durante la gravidanza sviluppa un indebolimento delle ossa
(osteomalacia), probabilmente risulterà rachitico nonostante gli sforzi da parte
della madre di consumare una dieta completa durante il periodo dell’allattamento.
Non voglio che i miei lettori credano che le diete prescritte dai medici in queste
condizioni siano “soddisfacenti”. Questi uomini pensano di poter sostituire agli
alimenti denaturati, le pillole di calcio, l’olio di fegato di merluzzo, i preparati a
base di ferro, le vitamine sintetiche ed avere come risultato una dieta completa.
Nessuna dieta può considerarsi soddisfacente se composta anche solo in parte da
cibi denaturati.
La tendenza, assai frequente delle donne in stato di gravidanza o che allattano,
a diventare anemiche è attribuita ad una carenza di ferro nella dieta. Anche se in
pochi casi questa spiegazione può apparire vera, è più probabile che la carenza in
queste condizioni sia provocata dalle stesse cause che originano l’anemia anche in
persone che non allattano o non aspettano un bambino, anche se in queste situazioni, la condizione risulta aggravata dall’uso che la donna fa di piccole quantità
di ferro al fine di secernere il latte. La donna che aspetta un bambino presenta un
bisogno maggiore di ferro, in quanto non solo il feto che si sta sviluppando ne richiede per i suoi bisogni immediati, ma una certa quantità deve essere accumulata
anche nel fegato. L’unica fonte dalla quale la madre può trarre ferro, e attraverso
lei anche il bambino, è il cibo.
A Edimburgo, in Scozia, durante gli anni della guerra, tra il 1943 ed il 1944,
nonostante i razionamenti alimentari si verificò un aumento progressivo del livello
di emoglobina nei bambini e nelle donne incinte. Tale crescita fu attribuita alla
produzione, avvenuta nell’anno precedente (1942) di una farina nazionale che
conteneva più ferro rispetto alla farina bianca. Sempre in questo paese si ottennero
risultati simili con l’uso della farina integrale. I risultati ottenuti, aumentando
la combinazione organica di ferro nella dieta, erano nettamente in contrasto con
quelli negativi che seguivano l’introduzione di sali di ferro inorganici.
Una volta che il ferro è entrato nel corpo, non viene espulso facilmente. L’organismo tende a trattenerlo, accumulandolo in gran parte in depositi particolari,
affinchè possa essere utilizzato di nuovo. Ad esempio, il ferro presente nei globuli rossi viene usato in continuazione. È talmente vero che il corpo trattiene
il ferro, che si sostiene che ad eccezione di perdite di ferro in seguito ad incidenti (perdita di sangue), a mestruazioni, a gravidanza, all’allattamento, in
stato di salute non è necessario assumerne quantità extra. Viene assorbito
solo quando è necessario e, anche quando il cibo abbonda di tale elemento, il
corpo non aumenta la quantità trattenuta. Il prof. Sherman afferma che delle
prove recenti sulla presenza del ferro dimostrano ≪una forte evidenza che quando
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la dieta generale può considerarsi buona, il bisogno nutritivo normale di ferro è
nettamente inferiore ai dati precedenti≫. Questo coincide con la conclusione che
il consumo di cibi nutritivamente validi garantisce una quantità di ferro adeguata
a tutti gli scopi fisiologici in una condizione di salute.
Anche se la fonte migliore da cui trarre il ferro per l’organismo è rappresentata dalle sostanze alimentari naturali, raramente si presenta la necessità di dover
consumare cibi ricchi di tale elemento. ≪Hai già preso la tua pillola di ferro,
oggi?≫ reclamizza uno slogan pubblicitario, ma in realtà non esiste un bisogno
nutritivo di questo genere in una dieta normale.
Altri elementi che raramente risultano carenti nei regimi alimentari comuni
tra la gente del nostro paese sono il cloruro e lo zolfo. Di fosforo ve ne è in
abbondanza nella dieta comune dell’uomo civile. Il calcio spesso risulta carente,
anche se è contenuto in abbondanza in molti cibi relativamente economici
quali il cavolo, la lattuga, il grano integrale, nel crescione, nelle insalate verdi,
in tutte le noci, in tutta la frutta, in tutte le bacche, nei meloni, nella cipolla,
negli asparagi, nel cavolo rapa, ecc. Il latte contiene calcio solo se non è
pastorizzato e se consumato senza sottoporlo a cottura. Somministrare latte
pastorizzato alla madre o al bambino con lo scopo di supplire alle carenze di
calcio vuol dire fallire completamente l’obiettivo. Anche la somministrazione di
pillole a base di calcio è inutile. Per la verità, è assai peggio dell’essere inutile in
quanto, come fu dimostrato da Berg, tutti i miscugli artificiali di sali inorganici
di calcio, producono acidità e distruggono il calcio nell’organismo, causando
osteoporosi e l’osteomalacia. Anche lo zucchero bianco distrugge il calcio.
Sicuramente, se la nostra dieta contenesse i sali minerali di cui il corpo necessita, e questo può avvenire solo consumando cibi interi o naturali (non sarebbe molto difficile consumare una dieta composta in abbondanza da tali cibi!),
non vi sarebbe bisogno di affollare le farmacie alla ricerca dei prodotti adatti.
Normalmente il feto accumula nei suoi tessuti una scorta di calcio, cosicchè dopo la nascita, la carenza di tale elemento non risulta evidente immediatamente.
Nell’alimentazione dei neonati le madri dovrebbero ricordare questo fatto.
Nei circoli e negli ambienti non-commerciali si sostiene che, per usare le parole dello scienziato americano Dott. Whipple, ≪bisogna trasformare le scoperte
di laboratorio in termini di prodotti alimentari≫. Il prof. Sherman è d’accordo con
questo quando afferma: ≪Nella nutrizione umana, l’aggiunta di calcio alla dieta
non dovrebbe provenire dall’uso dei sali di calcio, ma dal consumo di alimenti
ricchi di calcio, ed in particolar modo di latte, insalate verdi e verdure fresche≫.
Come ho già detto, il latte pastorizzato, forse l’unico tipo che si trova a disposizione in America, è una misera fonte di calcio e di molti altri elementi nutritivi.
Perfino il migliore tipo di latte potrebbe essere eliminato dalla dieta di una donna
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che aspetta un bambino.
Il fatto è che, e vorrei sottolineare questo punto, tutti gli elementi nutritivi
necessari sono presenti nei cibi più comuni allo stato naturale, vale a dire crudi
ed interi e questo dovrebbe essere la fonte da cui estrarli. Una pianta intera,
o comunque la parte commestibile di una pianta particolare non contiene
tutti i fattori alimentari necessari all’uomo. Solo consumando una grande
varietà di vegetali, selezionati in modo che in totale le noci, la frutta e le
verdure possano fornire i fattori alimentari necessari, possiamo assicurarci
l’adeguato nutrimento. Una dieta a base di un solo elemento, e questa vale per
lo meno per gli animali di classe superiore, è errata. Per combinare insieme i
vegetali fino a formare una dieta completa, abbiamo a disposizione l’esperienza
di millenni nonchè i risultati della ricerca moderna.
Sappiamo che almeno il sessanta percento del cibo consumato giornalmente
dovrebbe consistere in frutta e verdura, preferibilmente crude. L’equilibrio, in una
dieta, può essere composto da carboidrati, grassi e proteine. Queste ultime, specialmente nei casi di una donna incinta o che allatta, dovrebbero essere proteine di
grado superiore. La fonte migliore per i carboidrati è la frutta dolce: datteri,
fichi, uva passa, uva, cachi, banane ben mature, ecc. Anche le mele e le pere
sono fonti eccellenti di zuccheri, ma ne contengono in minore quantità. Tutta
la frutta fresca di stagione, comprese le bacche, i pomodori, le pesche, le prugne,
le ciliegie, le albicocche, le pesche noci, i cachi, ecc. può essere aggiunta alla
dieta con la certezza di benefici alla salute. Per la dieta invernale si può ricorrere
alla frutta secca, mai utilizzare quella solforata. Gli agrumi, quali gli ananas, ecc.,
sono ottime fonti di minerali e vitamine.
In questo capitolo non è possibile trattare anche le combinazioni tra gli alimenti, ma i cibi dovrebbero essere consumati in quelle combinazioni che permettono
la migliore digestione.
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Capitolo 4
I BAMBINI DOVREBBERO
NASCERE IN PRIMAVERA
Il prof. Westermark, nel suo La storia delle unioni tra gli uomini, espone la
seguente teoria generale riguardo il periodo degli accoppiamenti negli animali:
≪Nonostante un’apparente irregolarità, il periodo di accoppiamento in ogni specie animale viene regolato da una legge inderogabile. Avviene prima o dopo a
secondo che il periodo di gestazione sia più breve o più lungo, cosı̀ che gli esseri giovani possano nascere in un momento dell’anno in cui sia permessa loro la
sopravvivenza. In questo modo, la maggioranza dei mammiferi partorisce all’inizio della primavera, e nei paesi tropicali, invece, al cominciare della stagione
delle pioggie. Nelle regioni montuose, gli animali si accoppiano più tardi rispetto
a quelli che vivono in zone più basse, e quelli delle regioni polari e delle zone
temperate generalmente si accoppiano più tardi di quelli che vivono ai tropici≫.
Sembra che la natura agisca sempre in maniera da salvaguardare gli interessi ed il benessere degli elementi più giovani. Gli studiosi invece sembrano
preoccupati solo del piacere degli adulti.
Il sig. Westermark, inoltre, riporta una lista di fatti e di statistiche da tutte
le parti del mondo che dimostra come l’uomo, originariamente, era solito accoppiarsi solo in periodi dell’anno stabiliti e che, nonostante le numerose perversioni sessuali esistenti al giorno di oggi, egli segue ancora questo suo istinto
primitivo più di quanto immagini. Infatti: ≪Il numero delle nascite in Sardegna,
in Belgio ed in Svezia è soggetto ad un aumento regolare due volte all’anno, il cui
massimo viene raggiunto durante i mesi di febbraio o marzo, mentre l’altro in settembre o ottobre; nell’Italia del sud vi è un solo aumento all’anno, ma al nord se
ne verificano due, in primavera ed in autunno. In Germania, si toccano due livelli
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massimi, uno in febbraio-marzo, e l’altro in settembre; nelle otto città più grandi
della Scozia, si registrano più nascite legali durante il mese di aprile; in Svezia,
il primo aumento annuale delle nascite presenta il suo massimo durante il mese
di marzo; in Belgio, Spagna, Austria ed Italia a febbraio, in Grecia, a gennaio;
in questo modo, l’aumento delle nascite avviene prima al sud dell’Europa che al
nord≫.
La distribuzione disuguale delle nascite durante i mesi dell’anno è da attribuire, secondo gli statistici, a diverse cause. Viene comunque generalmente riconosciuto che il massimo a febbraio e marzo (in Cile, settembre), è dovuto, almeno
in gran parte, al fatto che l’istinto sessuale appare più intenso a maggio e a giugno
(in Cile a dicembre). Probabilmente questa è la spiegazione se si considera anche
che specialmente le nascite illegittime sono relativamente numerose. (Bisogna ricordare che il Cile si trova nell’emisfero inferiore e pertanto la sua primavera si
manifesta a settembre)≫.
≪
Cosı̀, paragonando i dati su riportati, troviamo che tra diverse razze umane,
l’istinto sessuale aumenta alla fine della primavera o piuttosto all’inizio dell’estate≫.
≪
Egli continua: ≪Sembra pertanto logico dedurre che l’aumento dell’istinto
sessuale alla fine della primavera o all’inizio dell’estate, sia una reminiscenza dell’antico periodo dell’accoppiamento, che dipende dalle stesse leggi che governano
il resto del regno animale≫.
Durante questo periodo, il risveglio dell’istinto sessuale generalmente assopito, permette di far nascere i bambini in primavera, cioè a febbraio, marzo o aprile.
E questo è proprio il miglior periodo dell’anno per far nascere i bambini. È l’inizio della stagione più ricca di frutta e verdure fresche, quando il bambino,
attraverso la madre, può ricevere i cibi migliori che la natura offre. Nel latte materno trova un ottimo materiale per un’ancora migliore formazione delle ossa. Il
clima è mite, nelle case si tengono le finestre aperte e la gente passa lunghe ore
fuori. Questo vuol dire che anche il bambino godrà dell’aria aperta.
Nelle condizioni di vita moderne, i raggi di sole non dovrebbero essere trascurati. I bambini che nascono alla fine dell’autunno o all’inizio dell’inverno,
quasi inevitabilmente, e a livelli più o meno accentuati, sviluppano il rachitismo. Sono molto pochi i casi di rachitismo osservati tra i bambini che godono
regolarmente dei raggi del sole e che vengono alimentati con cibi naturali durante
i primi mesi di vita. Il fatto che il sole sia assolutamente essenziale alla normale
utilizzazione ed assimilazione del calcio o forse anche del ferro e di altri elementi,
è fuori dubbio. Questo vale per le piante e per gli animali. ≪In primavera ed in
estate – sostiene Berg – quando le piante sono nella fase più rigogliosa del loro svi¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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luppo, contengono quantità relativamente cospicue di vitamina C; d’altro canto,
la maturazione del fieno avviene man mano che la vitamina C in esso contenuta
si riduce gradualmente, fino a raggiungere a volte proporzioni non sufficienti≫.
Non importa se le “vitamine” rappresentino la spiegazione al fatto che, a seconda
delle stagioni, il latte possa considerarsi adatto o meno, la cosa importante è che
in primavera ed in estate la produzione del latte è la migliore e la primavera,
pertanto, è il momento migliore per far nascere i bambini.
Il prof. R. Pinter ed il dott. Feriano, del Teachers’ College di New York City,
riportarono, come risultato dell’analisi di 17.500 bambini, che nati in gennaio,
febbraio e marzo (i mesi invernali a quella latitudine), in media, posseggono un
livello di intelligenza inferiore rispetto a quelli nati nei mesi estivi. Anche se con
delle ulteriori ricerche si potesse confermare questi risultati ed accettarli come
regola, bisogna considerare che ci saranno sempre delle eccezioni; l’intelligenza,
è il risultato composto di molti fattori, tra i quali l’influenza stagionale, sul
suo svilupparsi, è solo uno dei tanti, ma secondo noi è uno dei più importanti.
Al nord, è molto importante far nascere i bambini durante i mesi primaverili. Questo sicuramente li aiuterà a combattere malattie quali rachitismo,
scrofolosi, scorbuto, ecc., più di quanto sia in grado di fare il nauseante olio di
fegato di merluzzo. Fateli nascere in un momento in cui non debbano trascorrere
i primi mesi di vita nel freddo invernale, nell’aria viziata dei riscaldamenti artificiali e senza il benefico aiuto dei raggi del sole. Se vivete al nord, forse i mesi
migliori in cui far nascere i bambini sono dalla metà di aprile alla fine di giugno.
Al sud, dalla metà di febbraio alla fine di aprile è un periodo splendido.
Potete far si che questo accada, se realmente lo volete. Basta pensare alla
pianificazione ed al controllo delle nascite; non date retta a coloro che considerano il controllo delle nascite un peccato. Il peccato, come l’inferno, è un’invenzione dei teologi, e viene utilizzato come strumento per mantenere l’umanità in
sottomissione e soggezione.
Fate in maniera che i vostri bambini nascano in primavera. Attenetevi al primitivo e pertanto corretto istinto sessuale, nei riguardi dell’accoppiamento in funzione delle stagioni. Accoppiarsi nella stagione giusta ed anche in quelle non
considerate adatte può essere l’abitudine dei perversi, ma non degli esseri normali.
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Capitolo 5
UN BAMBINO IN BUONA
SALUTE
Esistono alcune caratteristiche tipiche di un bambino normale, sano e ben nutrito
che ogni genitore dovrebbe conoscere in quanto una mancanza di tali condizioni
indica un danneggiamento della salute. Le seguenti sono le prove di una salute
buona.
• Prontezza mentale ed intelligenza brillante.
• Carattere allegro e contento.
• Occhi ben aperti, lucenti e ridenti.
• Assenza di vomito e di rigurgito di cibo.
• Movimenti intestinali normali, feci di colore e consistenza normali.
• Assenza quasi totale di manifestazioni di pianto.
• Aumento regolare di peso dovuto ad un modo di crescere sano e non ad
accumulo di grasso.
• Tessuti elastici ma fermi, con muscoli scattanti.
• Sonno profondo per tutta la notte.
• Crescita costante in altezza ed intelligenza, con aumento di circonferenza
dovuto ad una crescita sana.
• Sviluppo simmetrico dei tessuti muscolari senza presenza di grasso.
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• Pelle trasparente con colorito che ricorda le “pesche e la panna”.
• Assenza di dimagrimento e di stati di indebolimento.
• Nessun segno di dolori o disturbi.
• Uno sviluppo normale, secondo i criteri enunciati nel capitolo riguardante
“Lo sviluppo del Bambino”.
I segni di un indebolimento nello stato di salute sono molto numerosi. Vi sono
molti sintomi di malattia talmente comuni ed accettati dalla civiltà moderna,
che l’ignoranza li considera naturali o normali. L’essere gonfi di grasso e l’abitudine di sputare sono fra questi. Il seguente è un elenco dei sintomi iniziali che
indicano uno stato di indebolimento nella salute dei neonati.
• Stupidità e ottusità mentale.
• Irritabilità, scontentezza, malumore.
• Occhi con palpebre abbassate e con espressione poco vivace.
• Costituzione molle ed “opaca”.
• Mancanza di appetito, indifferenza verso i cibi.
• Vomito e rigurgito del cibo.
• Singhiozzo.
• Flatulenza con eruttazioni di gas e con emissione di gas dall’intestino, in
genere di odore sgradevole.
• Stitichezza.
• Diarrea; feci acquose di colore verde o di altro colore anormale, contenenti
grumi di latte. Le feci sono di odore sgradevole.
• Coliche.
• Raffreddori, naso otturato, catarro nasale.
• Stati di pianto e di lamenti frequenti.
• Perdita di peso, indebolimento.
• Eccesso di grasso.
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• Sonno disturbato. Sonno poco profondo ed interrotto. Sonno che non
perdura fino al mattino.
• Pianti e lamenti durante il sonno. Difficoltà nell’addormentarsi. Irrequietezza, difficoltà nell’essere “coccolato”.
• Disturbi e dolori.
• Congestioni alle guance (eccesso di colorito rosso).
• Bocca aperta durante il sonno.
• Respirazione attraverso la bocca.
• Crescita lenta o addirittura arresto nella crescita.
• Mancanza di simmetria nello sviluppo.
• Muscoli deboli e molli.
• Eruzioni cutanee.
• Uno sviluppo troppo lento o persino troppo rapido, secondo criteri enunciati
nel capitolo dedicato allo “Sviluppo del bambino”.
L’epurazione, l’enuresi notturna, l’eccesso di secrezioni nasali e l’emissione
di bava sono gli sforzi che la natura compie nel tentativo di eliminare gli eccessi.
≪Se un bambino, da sveglio, appare di cattivo umore ed apparentemente chiede
cibo ogni due ore o addirittura più spesso – afferma il dott. Tilden – allora quel
bambino è malato e va curato≫.
Sono proprio i bambini sovralimentati, nei quali lo stomaco infiammato manifesta una continua richiesta di cibo, a percepire la sensazione di “morsi della
fame” allo stomaco. Ed è proprio quel tipo di bambino che sviluppa un appetito
morboso e dispeptico e che chiede in continuazione cibo.
Le guance rosse, considerate in genere segno di buona salute, indicano, invece,
congestione ed irritazione e denotano una predisposizione alle malattie febbrili. È
solo una congestione delle guance non un segno di buona salute, come non lo sono
gli arrossamenti alle guance che indicano la polmonite.
I primi segni che indicano che un bambino sta avendo dei disturbi, sono in
genere l’irritabilità ed il malumore. Spesso si manifesta un’indifferenza verso il
cibo e poi, in breve tempo, un aumento di temperatura. In genere si verifica anche
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un eccesso di secrezione nasale. Il bambino appare svogliato e desidera stare
sdraiato. Da questo momento in poi, se si continua ad alimentarlo, egli peggiora
di molto. Se si continua a somministrare al bambino cibo e farmaci, quella che
poteva essere solo una leggera indisposizione, in breve tempo si trasformerà in
una malattia grave che potrebbe provocare persino la morte.
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Capitolo 6
LE ATTENZIONI GENERALI DA
DEDICARE AL BAMBINO
L’ ’attività principale dei bambini è quella di crescere. Dovrebbero essere aiutati
al fine di svilupparsi in uomini e donne forti e sani. La loro mente deve crescere insieme al corpo. I medici, come guida, hanno stabilito tutta una serie di
standard falsi (e bassi) basati sulle medie di esseri anormali ed hanno sempre
combattuto tutto ciò che potesse garantire valori migliori e più reali. Persino
Gesell ed altri studiosi hanno stabilito, per i bambini cresciuti nella maniera tradizionale, dei bassi livelli di sviluppo. Non hanno tentato di riscoprire le valide
regole della natura nè le condizioni di vita dalle quali esse dipendono. La medicina, nel suo tentativo di curare la salute dei neonati, si rivela artificiale, innaturale
e distruttiva. Essa permette che si viva in maniera sbagliata e che si ricorra ai
farmaci, ai sieri, ai vaccini ed alla chirugia per prevenire e correggere i risultati
negativi che derivano da un tipo di vita scorretto. In questo capitolo illustreremo
un programma razionale di cura, assai diverso da quello pericoloso suggerito e
messo in pratica dai medici.
6.1 LA RESPIRAZIONE
Subito dopo la nascita il bambino inizia a respirare. Al primo respiro segue immediatamente uno scoppio di pianto che sta ad indicare l’energica azione del torace,
del diaframma e dei polmoni ed il fatto che i polmoni, fino ad allora inusati, si
sono riempiti di aria. Subito dopo che questo pianto ha annunciato al mondo la
presenza di un altro essere vivente, il medico o l’ostetrica si apprestano al taglio
del cordone ombelicale attraverso il quale, durante i nove mesi della sua vita in– 48 –
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trauterina, il bambino ha ottenuto non solo l’aria, ma anche il cibo e l’acqua. Da
questo momento in poi ha inizio la sua esistenza come essere indipendente. Da
ora in poi i bisogni del bambino diventano più complessi e occuparsi di lui non
risulterà più una cosa semplice.
Non tutti i bambini iniziano a respirare immediatamente dopo la nascita.
Questi casi si verificano principalmente in seguito all’uso di sostanze anestetiche, dopo un parto difficile o a causa di una pressione esercitata sul cordone
ombelicale. Gli anestetici e le sostanze che accelerano il parto non dovrebbero
mai essere utilizzate; si può giustificare l’uso di anestetici solo nei casi in cui si
deve ricorrere all’intervento chirurgico. Quando il bambino non inizia la respirazione subito dopo la nascita è essenziale che lo si schiaffeggi gentilmente, che si
getti acqua fredda sul suo viso e sul torace, che si immerga alternativamente in
acqua calda e fredda o che si faccia ricorso alla respirazione artificiale.
6.2 LA POSIZIONE DEL BAMBINO
Fin dal momento della nascita bisogna permettere al bambino di stare in posizione
prona. Non c’è pericolo di soffocamento ed i bambini che lo fanno iniziano a
camminare prima di quelli rimangono in posizione supina. È uno sbaglio lasciare
il bambino in questa posizione giorno e notte. Quando esso è molto piccolo deve
essere aiutato a cambiare posizione continuamente da un lato dall’altro.
Consigliando un programma di educazione fisica fin dalla nascita, il dott. Page
insiste sul fatto i bambini dovrebbero stare proni e non supini, come in genere
vengono messi dai genitori. ≪In questa posizione – egli sostiene – i bambini si
sviluppano meglio e più in fretta. In questa posizione, quando un bambino muove
le braccia e le gambe, non incontra resistenza. Anche il solo calciare l’aria con
le gambe o agitare le braccia non incontra resistenza≫. Una volta ho osservato
un neonato di una settimana spostarsi per tutta la lunghezza del letto proprio nella
posizione suggerita dal dott. Page. Questo è l’esercizio fisico migliore; l’esercizio
che coinvolge l’uso dei muscoli e specialmente quelli delle gambe. Il bambino
solleva la testa, le spalle, il bacino e le gambe all’indietro ed in questo modo
esercita i muscoli della schiena. La bellezza delle fascie muscolari ai lati della sua
colonna vertebrale ricorda quella di un uomo ben formato.
Immaginate che dalla nascita i gattini, i cuccioli di cane, i vitelli, i puledri o i
pulcini fossero tenuti sulla schiena senza poter usare le zampe se non per calciare
l’aria; questi animali potrebbero mai camminare? Se le scimmie fossero sempre sdraiate senza poter usare le zampe e le braccia, senza potersi appendere per
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mezzo delle braccia, come sarebbe lento il loro sviluppo! Perchè dobbiamo continuare a danneggiare lo sviluppo dei nostri piccoli tenendoli supini per lunghe ore?
Il dott. Tilden, dopo aver sostenuto tale teoria per anni, nel suo La cura dei bambini (1916) scriveva: ≪Ponete il bambino sullo stomaco (secondo il metodo del
dott. C.E. Page) e permettetegli di stare in questa posizione anzichè sulla schiena.
Il metodo del dott. Page è molto funzionale. I bambini iniziano a camminare e a
correre molto prima≫.
La colonna vertebrale del feto è flessa. Per portarla e mantenerla in posizione
estesa è necessario sviluppare i muscoli dorsali. Il dimenarsi ed il contorcersi
del bambino, in posizione prona, sviluppa i muscoli dorsali, cosa che non avverrebbe se il bambino fosse sdraiato supino. Quando un bambino con muscoli
dorsali ben sviluppati comincia a tirarsi su ed a stare seduto, e questo avviene
molto più in fretta, starà eretto in quanto i suoi muscoli saranno abbastanza forti
per mantenerlo in questo modo.
Ho parlato fino ad ora dello sviluppo dei muscoli della schiena, delle braccia
e delle gambe che avviene nella posizione prona. È necessario che ricordi che
anche i muscoli dei fianchi e quelli addominali svolgono un’azione energica con i
movimenti che si eseguono in questa posizione. Anche la forza di questi muscoli
serve a mantenere il bambino in posizione eretta quando comincia a stare seduto.
Questo significa che il bambino non dovrebbe mai essere messo in posizione
supina o di fianco? Assolutamente no. Egli ha bisogno di calciare con le gambe
e di agitare le braccia affinché i muscoli di queste si sviluppino. I suoi muscoli
hanno bisogno e devono essere esercitati in diversi modi.
Camminare carponi o trascinarsi richiede una certa forza nei muscoli delle
braccia, del torace e delle spalle. Questa forza viene prodotta più velocemente se
il bambino è posto in posizione prona e può usare le braccia contro una resistenza.
Il bambino imparerà in fretta a sollevare il busto usando le braccia e imparerà
anche a sollevare le gambe. La forza e l’uso dei muscoli devono essere acquisiti
prima che il bambino inizi a camminare carponi.
6.3 IL PRIMO BAGNO
Tutte le femmine dei mammiferi, dopo la nascita dei piccoli, li puliscono leccandoli. La gente, a seconda dei luoghi, ha adottato modi e maniere diverse per pulire
i nuovi nati. Subito dopo aver tagliato e chiuso adeguatamente il cordone ombelicale, il neonato dovrebbe essere avvolto in ovatta o altro materiale soffice e posto
in un luogo caldo e tranquillo. Il neonato dovrebbe essere pulito scrupolosamente
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in breve tempo, da un minimo di pochi minuti ad un massimo di un’ora. Un bambino pulito ha solo bisogno di un bagno a base di acqua tiepida. Non c’è bisogno
né di saponi nè oli.
Se è stato un parto difficile e le doglie sono durate da sei a venti ore, sia il
bambino che la madre risulteranno esausti e non c’è bisogno che il piccolo venga lavato e vestito con urgenza. Il riposo è ciò di cui ha maggiormente bisogno.
Non deve essere alimentato, ma avvolto in materiale caldo lasciato a riposare e
dormire per ventiquattro ore. In queste circostanze, il dott. Tilden era solito ungere il bambino con un olio leggero e delicato quale l’olio di oliva o di semi di
cotone, avvolgerlo in ovatta e lasciarlo in un posto tranquillo e caldo. Non vedo
la necessità di usare l’olio.
Dopo aver riposato per ventiquattro ore il bambino può essere lavato in acqua
calda, preferibilmente acqua dolce. Non è necessario usare saponi se il bambino
è già stato pulito delle sostanze che lo ricoprono al momento della nascita. Se il
bambino era stato cosparso di olio, per toglierlo può essere impiegato un sapone
neutro.
Dall’Antico Testamento apprendiamo che gli antichi ebrei usavano cospargere
di sale i bambini subito dopo la nascita. Li avvolgevano in fasce e poi li mettevano
da qualche parte. Più tardi, Sorano di Efeso consigliava alle levatrici di cospargere
i neonati con un miscuglio di sale e miele. Precedentemente a questo, i Greci
massaggiavano i neonati con il sale. Può darsi che questa abitudine fosse comune
tra le civiltà antiche. Queste pratiche antiche, probabilmente di origine magica,
massaggiare i neonati con sale, unito a volte al miele, ci appaiono simili ai consigli
dei medici moderni secondo i quali è giusto ricoprire il neonato di unguenti. La
loro paura dell’acqua e della pulizia induce a “sterilizzare” le ferite e cospargere
poi il neonato di sostanze grasse. Questa pratica viene spesso continuata fino al
primo mese dopo la nascita, il che può causare danni alla pelle del bambino.
Vi sono stati dei periodi in cui i medici consigliavano di lavare i neonati in
acque medicamentose o cosiddette “rinforzanti”. Un bambino veniva lavato nel
brandy o in altri liquori alcolici, al fine di “rinvigorire il suo sistema” e “fortificarlo” contro gli effetti dannosi del freddo e altre cause di malattia. Questa pratica
spesso causava dolori e gravi infiammazioni agli occhi.
La maggioranza delle cosiddette popolazioni primitive usava immergere i neonati in acqua. Gli indiani d’America lavavano i neonati con acqua fredda quasi
immediatamente dopo la nascita. Nel suo Venti anni di residenza in Sud America,
Stevenson afferma che ≪tra gli indiani Araucani di quel paese, una donna, subito
dopo aver partorito, va con il suo bambino al più vicino corso d’acqua, vi si immerge e poi fa ritorno alla sua occupazione≫. Gli abitanti dell’Isola di Pitcairn
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immergono i neonati in acqua fredda e fanno il bagno ai propri bambini in acqua
fredda tre volte al giorno. Gli antichi tedeschi, i bretoni, gli sciiti e gli abitanti della Groenlandia avevano l’abitudine di immergere i neonati in acqua fredda,
ghiacciata o di cospargerli di neve. Anche in Russia questa abitudine era molto
comune. Il dott. Shew racconta che, all’inizio del secolo, anche le donne di New
York erano solite immergere i neonati in acqua gelida.
Nel suo Le curi fisiologiche e morali del neonato, il dott. Andrew Combe
consiglia di fare il bagno al neonato in acqua a temperatura corporea, cioè a circa
100◦ Farenheit. A tutte le età ed in tutte le circostanze della vita, un bagno caldo
è sicuramente più piacevole di uno freddo.
Le donne che durante la gravidanza hanno avuto frequenti rapporti sessuali metteranno al mondo bambini ricoperti di una sostanza, simile al formaggio, chiamata “vernice caseosa”. Nel passato gli scrittori la chiamavano
“sostanza grassa” e non ritenevano che fosse collegata alle abitudini alimentari
e di vita della madre. Il modo migliore per rimuovere tale materia è usare un
tampone d’ovatta imbevuto di olio di oliva. Successivamente, come consigliato
in precedenza, l’olio deve essere accuratamente eliminato. Appena il bambino è
stato pulito, deve essere preparato per essere messo a letto, a dormire.
Oggi, i medici di molti ospedali consigliano di massaggiare il neonato con una
sostanza grassa, l’olio, invece di sottoporlo al bagno in acqua. Le loro opinioni
sono diverse circa la durata di tale operazione, alcuni sostengono che si deve continuare fino a che il bambino abbia raggiunto i sei mesi di età, altri fino a diciotto
mesi. Quasi tutti sono d’accordo nel suggerire l’uso di un olio antisettico. Ingrassare la pelle del neonato dopo ogni cambio di pannolini è molto dannoso. Nella
vita non esiste mai un momento in cui la pelle abbia bisogno di olio. Un infermiere una volta mi ha detto: ≪Negli ospedali non abbiamo tempo di occuparci dei
bambini nella maniera migliore. Non abbiamo tempo di cambiare loro i pannolini
quando sarebbe il momento. Io devo occuparmi di quaranta bambini, come posso
farlo in maniera adeguata?≫. L’uso dell’olio si è diffuso in sostituzione di attenzioni più adeguate. Negli ospedali, questa mancanza di tempo, per occuparsi
appropriatamente dei bambini, è una ragione di più per cui le donne dovrebbero far nascere i bambini in casa. Cospargere di olio i neonati è sicuramente
dannoso e l’aggiunta di sostanze antisettiche peggiora ancora di più la situazione. L’antisettico viene utilizzato per uccidere i germi. Ogni antisettico aggiunto al
grasso in quantità sufficiente per uccidere i germi, si dimostrerà molto irritante per
la pelle delicata di un neonato. Sempre e comunque, l’acqua è il mezzo migliore
con cui detergere la pelle.
Se il bambino viene alla luce provato, in seguito ad un lungo travaglio e ad un
parto difficile, il suo piccolo corpo sarà indolenzito. Questo causa irrequietezza
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ed il bisogno di cambiare continuamente posizione. Un massaggio delicato, dopo
averlo lavato e lasciato dormire per ventiquattro ore, lo farà sentire meglio. Ma
questo non deve ripetersi troppe volte. Uno o due massaggi saranno sufficienti.
6.4 GLI OCCHI
Gli occhi dovrebbero essere puliti accuratamente con acqua e tamponi di ovatta.
È meglio che sia il padre a fare ciò anzichè un’infermiera, in quanto a queste non
viene mai insegnato come pulite gli occhi di un neonato in maniera giusta. Un
bambino appena nato è un organismo completo e biologicamente ben costruito.
Non ha bisogno di medicinali per gli occhi, di vaccini nel sangue, di circoncisioni
o di altre prevenzioni inventate dalla “scienza”.
I nostri governanti sembrano essere pronti ad incoraggiare tali pratiche con
le leggi, teorie stravaganti e pratiche spesso fatali. Fin dal 1880, le leggi hanno
sostenuto l’uso di nitrato di argento come misura precauzionale contro l’oftalmia
del neonato, che in molti casi è stata considerata la causa di una cecità congenita.
I legislatori sostengono, aiutati in questo dalla classe medica, che tutte le donne
sono “infette” e malate di gonorrea e che, pertanto, tutti i bambini devono essere
“protetti”. In realtà, nei bambini le infezioni agli occhi sono relativamente rare
e nei casi in cui si manifestano, una pulizia accurata dopo la nascita basta ad
eliminarle. Gli uomini della medicina non si fidano della pulizia e per questo
raccomandano la sterilizzazione antisettica.
Per anni gli Igienisti ed i Terapeuti Naturali hanno sostenuto che il nitrato
di argento rende cieca la maggioranza dei bambini ai quali viene somministrato.
Abbiamo anche dichiarato che nei casi in cui non si tratta di cecità, la vista di
molti bambini risulta danneggiata a causa di questa sostanza. I medici hanno
discusso sull’argomento. Alla fine, tuttavia, hanno ammesso che questo “TNT
della famiglia dei farmaci”, rende ciechi i neonati. In alcuni stati la legge obbliga
il medico, l’ostetrica o chiunque incaricato di sorvegliare il parto, di instillare
negli occhi del neonato, immediatamente dopo il parto, una soluzione all’ 1% di
nitrato di argento.
Oggi i medici riconoscono la pericolosità dell’uso di questa sostanza solo perchè sono in possesso di altri farmaci che ritengono migliori e meno pericolosi.
La penicillina e il solfanilato di sodio sono tra questi. Parlando del solfanilato di sodio per esempio, le caratteristiche ad esso attribuite sono che mentre il
nitrato di argento può solo prevenire l’infezione blenorragica negli occhi del bambino, il solfanilato di sodio la può “curare”, “non irrita” e “non è tossico”. Fra
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qualche tempo, quando avranno un altro prodotto a disposizione, riconosceranno
anche le caratteristiche negative del solfanilato di sodio. Forse un giorno i medici
impareranno che la pulizia è l’unica cosa necessaria.
Arrossamenti, irritazioni, rigonfiamenti, eruzioni purulente, danni strutturali e cecità possono risultare dall’uso di un farmaco corrosivo quale il nitrato di
argento. Una soluzione al mezzo percento di questo farmaco può provocare un’irritazione e dei disturbi temporanei. Fortunatamente, nella maggioranza dei casi,
si guarisce in pochi giorni. Se la soluzione non è stata preparata immediatamente
prima dell’uso, potrebbe risultare più potente, a causa della sua rapida evaporazione, e provocare danni permanenti che potrebbero sfociare nella cecità totale.
Poichè i medici e gli ospedali non gradiscono ammettere i propri sbagli, nessuno
sa esattamente il numero dei bambini che ogni anno perdono la vista a causa del
nitrato di argento, si sa solo che sono molti. Vorrei sottolineare che se il bambino
nasce in casa non corre il rischio di diventare cieco.
Gli occhi del bambino devono essere protetti contro la luce del sole nei momenti più intensi, contro la luce artificiale, la polvere ed il vento.
6.5 LA BOCCA
Non c’è bisogno di sciacquare la bocca di un bambino sano, nè alla nascita, nè in
seguito. Si auto-pulisce, la saliva è un liquido sterilizzante e le buone condizioni
di salute permettono alla bocca di rimanere pulita. È quasi impossibile sciaquare
la bocca di un neonato senza provocare irritazioni o danneggiare le delicate membrane e predisporle quindi, all’infiammazione. La bocca è in grado di svolgere i
suoi compiti senza interventi esterni.
6.6 IL NASO
Per il naso valgono le stesse cose relative alla bocca.
6.7 LE ORECCHIE
L’orecchio esterno dovrebbe essere lavato giornalmente solo con l’acqua. Ma la
parte interna non deve essere toccata. Nell’orecchio vi è sempre del cerume che
non deve essere rimosso.
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6.8 L’OMBELICO
In genere si discute molto su questo argomento. È abitudine comune lavare la
parte con sostanze antisettiche e poi cospargerla di “polveri essiccanti” quali ad
esempio il gallato di bismuto, ecc. Poi la si copre con una garza per fasciarla tutta
d’intorno. Tutto questo è dannoso ed inutile. La pulizia è l’unica cosa che bisogna
garantire all’ombelico e per farlo è consigliabile far uso di sola acqua tiepida. Se
l’ombelico emette ancora materiale e lo si ricopre con una benda bloccando in tal
modo questa emissione, è quasi sicuro che si formerà un’infezione.
6.9 LA PELLE
Due sole sono le cose necessarie alla pelle di un bambino: la pulizia e l’asciuttezza. Tutto il resto è pericoloso. La pelle di un bambino è morbida e delicata
e si irrita con un nonnulla. Saponi, polveri, oli, umidità, specialmente nelle pieghe della carne, pannolini contenenti sostanze detergenti, vestiti ruvidi, sporcizia,
farmaci, ecc., irritano la pelle. Lavate il bambino con acqua tiepida, non usate
saponi o altre sostanze artificiali. Non usate polveri o oli, l’olio serve solo ad
occludere i pori della pelle. I massaggi con le creme sono ancora peggiori e dovrebbero essere evitati. Le polveri spesso contengono antisettici velenosi, ma non
devono essere usate anche nel caso in cui non li contenessero. Non devono essere
utilizzati asciugamani e vestiti ruvidi.
6.10 LE IRRITAZIONI
Sono provocate dalla polvere, dalla pelle bagnata, dal sudore lasciati nelle pieghe
di grasso dei bambini, o da vestiti troppo stretti o troppo abbondanti. Il trattamento
usato in genere in queste situazioni tende a trascurarne le cause. Bagni di crusca,
polveri medicate e di altro tipo, bagni ai sali marini, aceto, amido ed acido borico,
sono soltanto delle abitudini dannose divulgate da profani.
Se un bambino viene lavato con sola acqua, viene asciugato accuratamente
dopo ogni bagno, se non gli si permette di essere troppo grasso e se non lo si
copre smisuratamente, la sua pelle non sarà irritata. Ma se risulta irritata, non c’è
niente di meglio che esporre il bambino all’aria.
Cospargere di olio il bambino per prevenire “l’arrossamento da pannolino”
quando si lascia addosso il pannolino bagnato per troppo tempo, è assurdo. Il
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modo migliore per evitare questo problema è di cambiare spesso il pannolino e
di pulire ed asciugare accuratamente il bambino. Se ai bambini vengono lasciati
i pannolini bagnati per lunghi periodi di tempo, se non vengono puliti accuratamente, se non vengono asciugati altrettanto bene, possono presentare degli arrossamenti, ma l’olio usato come sostituto di pulizia, non è la migliore soluzione che
una madre attenta possa adottare.
L’uso di saponi e di soluzioni antisettiche per lavare il bambino, è dannoso.
È sempre meglio lavarlo senza ricorrere ad essi. Il sapone non è essenziale per
la pulizia, ad eccezione di quei casi in cui l’individuo lavora con oli o sostanze
grasse: i pittori, i meccanici, ecc., ed essendo quasi sempre dannoso, deve essere
usato solo quando tra i due mali rappresenta quello minore.
I bambini grassi che sudano molto vanno spesso soggetti ad irritazioni tra
le pieghe adipose. Per prevenire ciò bisogna evitare che il bambino ingrassi. I
bambini grassi sono sicuramente handicappati dal punto di vista della salute e,
poichè non devono ingrassare per poi essere uccisi, come i capponi, non esiste
ragione alcuna per cui debbano accumulare cosı̀ tanto materiale inutile.
6.11 IL CRANIO
Dovrebbe essere lavato giornalmente solo con l’acqua. La crosta lattea è rappresentata da una sqamosità del cranio osservata in alcuni bambini. Il trattamento
medico consiste in shampoos, impacchi di olio di oliva, applicazioni di pomate a
base di acido borico e di sfregamenti con un pettine molto stretto. Le uniche cose
necessarie sono il sole e l’aria. Non usate mai, sulla testa dei bambini, farmaci
o saponi.
6.12 LE FASCE
Appena un bambino viene alla luce deve essere sostenuto in posizione eretta ed
avvolto in bende e fasce perchè si regga in piedi. Per questo intorno all’addome,
viene posta una fascia da tenere per diversi giorni. Anche la gravidanza ed il
parto sono condizioni innaturali che la natura non è in grado di affrontare, perciò,
subito dopo aver partorito, alla madre viene posta una fasciatura intorno alla vita
per evitare che rilasciandosi possa distruggersi.
La fascia intorno all’addome è una riminiscenza dell’antica abitudine di fasciare i neonati. Per quelli che non ne sono a conoscenza, descriverò in breve
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in cosa consisteva la fasciatura. Essa privava completamente il neonato dell’uso
degli arti, questi infatti venivano “bendati” con fasce chilometriche fino a farli
sembrare dei “bastoni”. Erano cosı̀ aderenti e strette che la pelle spesso risultava
escoriata, la carne era compressa fino a sviluppare cancrena ed il neonato era impossibilitato a muoversi. La vita era avvolta in bende cosı̀ pesanti e cosı̀ strette che
impedivano qualsiasi movimento in avanti o indietro o in qualsiasi direzione. La
testa veniva compressa secondo il desiderio dell’ostetrica e la forma veniva data
variando la pressione delle bende. Si dice che a quei tempi l’abilità di un’ostetrica
stava proprio nella sua destrezza ad applicare le bende piuttosto che nel far nascere i bambini. Un bambino fasciato, ricordava una mummia egiziana e gli si poteva
gettare contro qualsiasi oggetto, sicuri che non avrebbe riportato danni in quanto
lo spessore delle bende lo proteggeva. Non ricordava un essere umano, e l’unica
cosa che aveva di umano erano i suoi pianti frequenti. Il dott. Andrew Comb
sostiene che l’unico vantaggio nel fasciare i neonati era quello che, anche se la
madre doveva assentarsi, poteva stare sicura che, al suo ritorno, avrebbe trovato il
bambino nella stessa posizione.
Buffon, il naturalista francese, ci descrive questa abitudine in Francia. Egli
racconta che raramente il neonato poteva godere della libertà di allungare gli arti
in quanto subito dopo la nascita, la testa veniva fissata, gli arti estesi al massimo
della lunghezza e le braccia allungate lungo il corpo. ≪In questa maniera veniva
avvolto, stretto con bende e fasce senza potersi muovere; infatti, c’era da meravigliarsi che lo sfortunato non soffocasse per impossibilità di respirare≫. Egli
racconta: ≪il povero neonato non è neanche in grado di girare la testa≫.
Queste fasciature interferivano nella respirazione del bambino, ne ritardavano
la circolazione, non gli permettevano un’attività fisica normale; durante l’estate
causavano un caldo insopportabile ed erano senza dubbio fonte di malattie e di
morte. Le malformazioni erano molto comuni tra quei bambini. Avvolti e fasciati
il più stretto possibile in bende di flanella e lasciati sdraiati sul letto, era impossibile che il torace si espandesse al massimo, e quindi il suo sviluppo risultava
limitato. Uno scrittore inglese ci racconta di aver visto bambini moribondi cianotici in quanto le fasce impedivano loro la respirazione. Dopo aver spogliato tali
bambini e lasciati muovere liberamente, essi piano piano tornavano normali. Egli
afferma di non avere dubbi sul fatto che oltre a tutti i neonati che sono morti a
causa delle fasciature, ≪due terzi della popolazione del nostro paese prima di raggiungere il primo anno di vita, ha corso il rischio di morire centinaia di volte≫. I
bambini venivano portati in chiesa per il battesimo cosı̀ stretti che le madri erano
costrette ad allentare le fasce. Una buona parte del tasso di mortalità infantile,
circa un secolo fa, era sicuramente attribuibile alla fasciatura.
Le popolazioni primitive e selvagge, che non posseggono neanche i pannolini
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per i propri neonati, non li fasciano nè li cingono alla vita. Il dott. Oswald afferma: ≪I bambini indiani non piangono mai; non vengono fasciati, ma si muovono
liberamente, e dormono sull’erba secca o sul pavimento ricoperto di pelliccia del
“wiggam”. Un dondolio continuo farebbe venire il mal di mare perfino a un marinaio più incallito. Le fasciature strette sono una vera e propria tortura; la pazienza
di uno stoico verrebbe messa a dura prova per un tale periodo di tempo; un essere
giovane, soggetto a tale tradimento, piangerebbe ed urlerebbe dalla mattina alla
sera≫.
Andrew Combe, M.D., uno dei primi igienisti inglesi, nel Storia Naturale e
Morale delle isole Antille, Rotterdam, 1958, cita un “intelligente autore antico”,
il quale parlando dei Caraibi 170 anni pima nel suo I principi della Fisiologia Applicata al mantenimento della salute (1833) p. 130 affermava: ≪Essi non fasciano
i neonati ma li lasciano muovere in libertà sulle loro piccole amache o sui letti di
foglie sparpagliate in terra in un angolo della capanna; gli e non appaiono rattrappiti ed il fisico è perfetto!≫ E prosegue, ≪Nonostante le piccole creature vengano
lasciate a rotolarsi per terra in stato di nudità, crescono meravigliosamente bene e
la maggioranza dei bambini è cosı̀ robusta da essere in grado di camminare senza
sostegno fin dai sei mesi di età.
La semplicità di questa espressione di sorpresa riguardante il fatto che i bambini dei Caraibi possono crescere meravigliosamente bene solo con l’appoggio
della natura e senza l’aiuto di bende, fasce, pomate, ecc. all’epoca molto in uso in
Europa, dimostra quanto fosse innaturale quel modo di pensare ed illustra molto
bene la stessa mentalità moderna. Siamo ormai cosı̀ abituati a dipendere dalle mode che, nonostante esistano le prove evidenti di come possano nuocere, gli usi ed
i preconcetti superano l’intelligenza. Considerate, per esempio, il modo di vestire
moderno: si diffonde nonostante le sue caratteristiche dannose siano largamente
riconosciute.
Nel suo Venti anni di residenza in Sud America, Stevenson, parlando degli
indiani Auricani, afferma: ≪I bambini non vengono mai fasciati, nè vestiti con
indumenti troppo stretti≫. ≪Possono muoversi e rotolarsi quasi nudi fino a che
non iniziano a camminare≫. ≪La quasi assenza di malformazioni tra gli indiani può essere attribuita al modo di vestire comodo che i bambini adottano fin
dall’infanzia≫. Vol. 1, pp. 9, 10.
Conoscendo gli effetti della luce del sole sulla salute e sullo sviluppo, non si
può dubitare sul fatto che la loro abitudine di vivere quasi completamente nudi
fosse responsabile della quasi totale mancanza di malformazioni tra gli individui
di questa razza un tempo nobile ed onorata. Non bisogna dimenticare che questa
condizione era comune anche tra gli indiani delle regioni nordiche.
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Fino a poco tempo fa quasi tutti i libri dedicati alle cure dei neonati mettevano
in evidenza il bisogno di far uso della fascia intorno alla vita del neonato. Consigliavano di indossare le fasce addominali “il più a lungo possibile (fino a dieci
anni), in quanto è importante proteggere l’intestino dagli improvvisi cambiamenti
di temperatura o colpi di freddo persino nei bambini più grandi”. E perchè no
anche negli adulti? Sicuramente esistono delle fasce adatte anche per l’uomo più
grosso. Il fatto è che questo commercio di fasce elastiche nasce dal mondo della
medicina, ed è dannoso. Non c’è nessuna ragione per indossare tali fasciature.
Questi improvvisi cambiamenti di temperatura sono molto naturali e l’uomo li
può sopportare alla stessa maniera dei conigli o dei cervi.
E.B. Lowry, M. D. ne Il vostro bambino, afferma: ≪La fasciatura non dovrebbe
essere rimossa fino a che il bambino non abbia completato la dentizione. Giorno e
notte, inverno ed estate, il bambino deve avere della flanella (non sintetica) intorno
all’addome. Se indossa una fasciatura, i disturbi estivi saranno meno frequenti.
Dopo i primi cinque mesi è meglio usare il tipo di fasciatura con spalline in quanto
non necessitano di spille e non c’è pericolo di renderle troppo strette. Per i primi
mesi la fascia deve aderire (ma non essere troppo stretta) per prevenire rotture
dell’ombelico≫.
Nessun genitore ben informato seguirebbe questi consigli malsani. Tenete
queste fasce lontane dal bambino fin dal suo primo giorno di vita. I disturbi estivi,
dovuti ad eccessi alimentari, non saranno eliminati da questi riti “magici”.
Quando leggo libri di ostetricia, la prima impressione che avverto è che è quasi
impossibile per una donna mettere al mondo un bambino. Quando leggo un libro
di medicina sulle cure per i bambini, traggo l’impressione che è quasi impossibile
per un bambino vivere. Sembra quasi che la natura non sia più in grado di occuparsi dei nostri bambini come faceva per quelli “delle caverne” o per i cuccioli
dei leoni o delle aquile. Se non veniamo avvolti in fasce rischiamo di cadere a
pezzi! Invece di costringere i futuri medici a passare tre anni di specializzazione e
di tirocinio prima di poter esercitare la professione, perchè non far loro trascorrere
due anni in un ranch?
Le pericolose fasce intorno all’addome, spesso appuntato in maniera cosı̀ stretta da ricordare i corsetti delle donne, e i pannolini talmente aderenti alla vita e tra
le gambe da provocare disturbi e dolori, rendono la vita molto spiacevole per un
gran numero di bambini. Non esiste la benchè minima ragione per cui un neonato
o una donna che ha partorito dovrebbero indossare una fasciatura addominale.
Gran parte dei più recenti libri di medicina che trattano l’argomento dei neonati evita di parlare della fasciatura addominale. Nè la consigliano, nè la condannano. La spiegazione potrebbe essere che, dopo la pubblicazione di questo libro,
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sono giunti a considerarla superflua; ma questo non vuol dire che le fasciature
non siano più usate. Al contrario, esse sono utilizzate come “precauzione” contro
l’ernia. In realtà, spingendo forzatamente i contenuti addominali verso l’alto e
verso il basso, la fasciatura causa una rottura, specialmente nella zona dell’inguine. Fasciare un bambino per evitare la formazione di un’ernia non è essenziale
e non credo che possa realmente servire allo scopo. Ma sicuramente impedirà il
normale sviluppo dei muscoli addominali e questo aumenterà la predisposizione
all’ernia.
Non c’è ragione di fasciare un neonato, cosı̀ come non lo si farebbe con un
cucciolo, un gattino, un capretto, o un agnello. Gli stessi principi generali di
fisiologia riguardano sia i bambini sia i piccoli delle specie inferiori. I neonati
non sono formati in maniera cosı̀ incompleta da non poter mantenere le parti del
corpo insieme se, subito dopo la nascita, non si facesse ricorso alle fasce, alle
bende, ecc.
Non c’è bisogno di fasciare un bambino. Il dott. Tilden afferma che, se qualcuno si sente più sicuro adottando le fasciature, può anche accettare questo modo
di pensare. ≪Infatti – egli aggiunge – io accetto tutti i modi di pensare; l’elasticità
mentale, con piccole variazioni che non arrecano grosse modifiche, serve alla gente a non preoccuparsi e a non sentirsi ansiosa≫. Io non accetto queste mentalità
“innocue” e secondo me le fasciature non sono da considerarsi tali.
Osservate un bambino appena nato e notate come la sua respirazione sia principalmente diaframmatica o addominale. Notate come l’addome si solleva e si
abbassa durante il respiro. Osservate che il torace non è attivo come lo sarà successivamente nella vita. Considerando questi fatti, bisogna comprendere che qualsiasi cosa che impedisca il libero sollevamento e cedimento dell’addome non solo
danneggia gli organi in esso contenuti, ma interferisce nella respirazione del bambino. Sullo stomaco dei bambini le cui madri hanno loro imposto l’uso della
fasciatura stretta, si presentano dei segni rossi. Molti bambini che piangevano e
si disperavano e non riuscivano a dormire sono stati purgati e curati con farmaci
contro le coliche, mentre la loro sofferenza era causata dalle fasce troppo strette.
In primo luogo non c’è assoluto bisogno di far uso di queste fasciature, ma è ancora più inutile e dannoso avvolgerle strette, alla maniera dei corsetti che portavano
le nostre nonne.
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6.13 L’INTESTINO
Le feci di un neonato sono di colore verde scuro per i primi due o tre giorni e poi
diventano marroni. Ricordano il catrame sciolto. Avviene un graduale cambiamento di colore dal marrone al giallo; alla fine della prima settimana dovrebbero
essere di colore giallo oro. La stupida abitudine di somministrare ai neonati dei
lassativi per liberare l’intestino dalle feci scure è dannosissima.
Per il bene dei vostri bambini interrompete subito questa abitudine. Lasciate
che l’intestino del neonato svolga da solo le sue funzioni. Non iniziate a provocare
una stitichezza cronica fin dal giorno della nascita.
6.14 L’ACQUA
Molti medici suggeriscono di far bere acqua ai neonati molto frequentemente. I
bambini cha all’inizio si alimentano di latte e succhi di frutta consumano una dieta
quasi totalmente a base di acqua e, pertanto, non hanno bisogno di aggiungere
dell’altra che sarebbe sicuramente arricchita di fluoro, cloro ed altre sostanze.
Quando arriva il momento di far bere acqua al bambino, si deve usare l’acqua più pura che esista. Nelle nostre città dove la classe medica ha stabilito che
nessuno può più bere acqua pura, bisogna ricorrere all’acqua distillata. È stato
obiettato che poichè l’acqua distillata non contiene minerali, il corpo per sopperire
a questa mancanza, deve consumare quelli presenti nei cibi e nel sangue. La funzione principale dell’acqua è di trasportare i sali e le altre sostanze alimentari alle
cellule e l’acqua distillata sembra che lo faccia nella maniera migliore. È sicuro
che più minerali l’acqua contiene in soluzione e meno adatta risulta essere come
bevanda. Poichè i sali minerali degli alimenti non si combinano con l’acqua, ma
vengono solo trattenuti in soluzione, le cellule fanno ricorso ad essi.
È vero che l’acqua distillata dalla frutta o dalla verdura contiene una grande abbondanza di sali minerali organici. Se quando beviamo succhi di frutta o
di verdura l’acqua fornisce al corpo questi sali, perchè allora l’acqua distillata,
consumata come tale, non può anch’essa fornire questi stessi sali che raccoglie
nel tratto digestivo? L’acqua è l’unico mezzo attraverso il quale tutti i materiali alimentari vengono distribuiti nell’organismo. Se trattenesse i materiali senza
distribuirli alle cellule, saremmo morti prima di nascere. Molti uccelli e animali
tropicali, per dissetarsi, possono contare solo sui frutti che la natura offre, e questi
sono ricchi di acqua distillata.
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6.15 IL SONNO
Il neonato dorme quasi sempre e si sveglia per brevi periodi, ad intervalli di tempo.
Tende ad addormentarsi subito dopo aver mangiato o persino mentre sta mangiando, e se ben curato, durante le prime settimane di vita dormirà tra le venti e le
ventiquattro ore.
Gesell afferma che i periodi in cui sta sveglio raggiungono un totale di otto
ore su ventiquattro, ma egli parla solo di bambini alimentati e curati nella maniera
tradizionale. Man mano che il bambino cresce le ore di sonno diminuiscono. Da
uno a sei mesi la media è di circa sedici ore di sonno al giorno; da sei mesi ad
un anno, circa quindici ore; da un anno a due anni, circa quattordici ore; da due
anni a cinque anni, dalle undici alle quattordici ore. Un bambino sano dorme
meglio e più profondamente di uno malato. Più un bambino dorme e più cresce.
I bambini sovralimentati non dormono bene come quelli alimentati normalmente.
Un bambino malato che non viene alimentato o che consuma solo succhi di frutta,
dorme per la maggioranza del tempo, è meno irritabile e meno iurequieto.
Nei neonati e nei bambini il sonno deve essere incoraggiato. Non bisogna
svegliare un neonato per dargli da mangiare. I medici e le infermiere sbagliano
nell’insistere sulla regolarità dell’alimentazione, essa è innaturale ed inutile. La
natura non conosce regolarità nell’alimentazione, quasi sempre la regola è l’irregolarità. Quindi, se un bambino dorme un’ora di più rispetto al momento in cui
dovrebbe mangiare, è una cosa buona. Se un bambino dorme tanto a lungo da
saltare completamente un pasto, non succede niente di strano.
Man mano che i bambini crescono devono dormire, dopo il pranzo, tanto tempo quanto la natura richiede. Andare a letto e dormire subito dopo aver mangiato
fa bene, e non è dannoso. I bambini che non ‘fanno un pisolino’ ogni pomeriggio
crescono stanchi e nervosi, piangono e si lamentano continuamente. La loro salute e la loro crescita risentono della mancanza di sonno. Più dormono e meglio
è per loro, ed il pisolino pomeridiano è una buona abitudine se viene mantenuta
fino cent’anni o più.
Un bambino sano, se non viene disturbato, dorme ininterrottamente per tutta la
notte. Un bambino non sovralimentato non urinerà e non evaquerà frequentemente
durante la notte. L’eccesso alimentare, di abbigliamento, di calore, di freddo, i
pannolini sporchi, il dolore ed i disturbi di ogni tipo (una spilla da balia che si è
aperta, i vestiti “infagottati”, ecc.) provocheranno un risveglio. Il benesse fisico è
il miglior ipnotico che un bambino possa avere.
Tenete sempre il bambino in una stanza ben areata. Alcuni inverni or sono mi
recai in una casa dove un bambino molto piccolo era tenuto in una stanza riscal¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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data a gas con le finestre chiuse. Il bambino non stava mai bene e non riusciva a
dormire. Consigliai ai genitori di spostare il bambino in una stanza non riscaldata e ben areata. Seguirono il mio suggerimento e i risultati non tardarono a
venire. Il sonno profondo ed un miglioramento nella salute arrivarono immediatamente. Fate respirare ai neonati molta aria, teneteli all’aperto sia in estate che
in inverno. Il viso del bambino non dovrebbe mai essere coperto, ma rimanere
esposto sia nel suo lettino che nella carrozzina.
Trall afferma: ≪Noi insegniamo ai genitori a non svegliare i loro bambini la
mattina; è meglio che sia la natura a destarli, e sicuramente non lo farà prematuramente. I genitori dovrebbero imparare a mandare a letto presto i loro bambini,
affinchè al mattino si sveglino da soli in tempo per fare colazione. Facendoli svegliare presto e lasciandoli studiare fino a tardi, proprio prima di andare a letto, è
servito molte volte a far star male dei bambini sani e intelligenti.
I genitori devono sforzarsi di mandare a letto i bambini con un umore allegro.
Non devono mai rimproverarli o urtare i loro sentimenti quando è il momento di
andare a dormire. Lasciate da parte i rimproveri e le cose terrene quando viene
l’ora di andare a letto, e lasciate che il sonno si impadronisca di una mente che è
in pace con Dio e con il resto del mondo≫.
6.16 I DENTI
Oltre a consigliare ai bambini la pulizia regolare dei denti, i medici affermano:
≪Fin dal terzo anno di età, o prima se necessario, ogni bambino dovrebbe essere
portato dal dentista ogni sei mesi≫. Perchè? ≪Perchè i denti vengano attentamente
controllati e le carie curate mentre sono ancora piccole≫.
In altre parole, questi uomini non credono che i consigli che danno alle madri
per la cura dei denti del bambino riescano a garantire un buon mantenimento della
dentatura. In realtà, è come se dicessero: ≪seguite i nostri consigli e poi andate
dal dentista per “rimediare” ai risultati che ne derivano. Otturare una carie non
serve a correggere o rimuovere le cause che l’hanno prodotta e pertanto non basta
a prevenire il fatto che questa si ingrandisca e l’otturazione salti via. Noi rifiutiamo l’idea dei controlli frequenti dal dentista, con la scoperta e l’otturazione
della carie allo stadio iniziale. Il nostro scopo è di mantenere i denti integri.
Per questo motivo non bisogna permettere al bambino di lavarsi i denti con
lo spazzolino prima del quindicesimo anno di età, e anche dopo questa età
non è consigliabile se ci si preoccupa veramente delle sue gengive e dei suoi
denti. Strofinare i denti e le gengive di un bambino non è un buon modo per
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mantenerli in buone condizioni. Serve a provocare la piorrea, come succede
a molti bambini intorno ai tredici anni. La salute ed una dieta adatta producono
e mantengono denti sani e forti. Senza questi due fattori la condizione non può
esistere.
L’abitudine errata di lavarsi i denti è stata diffusa qualche anno fa da una
società produttrice di spazzolini da denti, dentifrici, articoli da bagno, ecc.
Essi hanno inventato un programma, allo scopo di aumentare i propri guadagni,
per convincere la gente a lavarsi i denti diverse volte al giorno. Una parte di
questo programma consisteva nel fatto che alcuni dentisti si dovevano recare nelle
scuole per esaminare i denti degli alunni e consigliare la pasta dentifricia prodotta
da questa società. All’inizio questo programma non ha avuto molto successo ma
dopo molta pubblicità e lunghe “discussioni”, il Dipartimento della Scuola ha
permesso a tali dentisti di iniziare il lavoro. Il successo finale è stato maggiore
di quello che ogni membro della società produttrice potesse immaginare. Oggi i
dentisti non esercitano solo nelle scuole, vengono pagati con i fondi pubblici, per
la gioia dei loro profitti e di quelli dei produttori di spazzolini da denti. I bambini
che usano energicamente lo spazzolino da denti ricevono dei riconoscimenti a
scuola, e l’igiene dentale è una materia regolare in molte scuole. Oggi, nessuno
mette in dubbio il valore di questa abitudine insulsa, ognuno consiglia e compra gli
spazzolini da denti ed i dentifrici che vengono pubblicizzati. È una follia mettere
in discussione il loro valore. Nonostante ciò, io lo faccio.
6.17 LE SOPRACCIGLIA
Nel suo Bambini Perfetti, Anna Steese Richardson afferma: ≪Il vostro bambino
ha diritto a tutta la la bellezza che potete donargli. Se le sopracciglia e le ciglia
sono sottili, cercate di farle crescere, si può fare. Nutritele con burro di cacao o
vasellina. Con molta attenzione si può anche passare sulle ciglia una spazzolina
di peli di cammello sottili imbevuta di vasellina liquida. Conosco una coppia
il cui aspetto era rovinato da ciglia quasi inesistenti e da sopracciglia incolori.
Quando nacquero i bambini, la donna era decisa a migliorare tale condizione.
Strofinava vasellina sulle loro sopraccigla e prima del terzo mese di età, aiutata dal
medico di famiglia, un eccellente chirurgo, fece loro tagliare le ciglia due volte e
intanto continuava a massaggiare le radici delle ciglia con vasellina liquida. I suoi
bambini, oggi adolescenti, hanno meravigliosa ciglia e sopracciglia≫.
Questo è un consiglio errato. I peli non possono essere nutriti dall’esterno.
Anche se questo fossa possibile, l’olio non è la sostanza adatta e non incrementa
la crescita. Il valore della vasellina, un grasso inorganico estratto dal petrolio, è
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addirittura inferiore. Tagliare i peli non serve a renderli più folti o a farli crescere
dove non ve ne sono. Il burro di cacao, l’olio di oliva, la vasellina, i tonici per
capelli, ecc., non hanno il minimo valore. Traggono origine dalla classe medica
che a sua volta discende dai riti vudù.
6.18 LE MANIPOLAZIONI
Troppe manipolazioni non sono adatte al bambino che, se malato, può riceverne
danni. La maggioranza dei bambini viene presa in braccio troppo spesso. In
nessun altra specie gli esseri giovani riescono a sopravvivere se strapazzati cosı̀ di
frequente. Gattini, cuccioli, paperini, vitelli, uccelli e per la verità i piccoli di tutte
le razze, se strapazzati troppo spesso, in breve tempo deperiscono fino a morire.
L’uomo, fin da quando è neonato, riesce a sopportare abusi di ogni genere, più di
quanto riescono gli altri animali sulla terra. Nonostante ciò, milioni di neonati si
ammalano ed alla fine muoiono a causa delle troppe manipolazioni a cui vengono
sottoposti. Le seguenti parole del dott. Trall, centrano in pieno l’argomento:
≪Non considerate mai i bambini dei giocattoli. Non li utilizzate per divertire voi
stessi o per intrattenere un gruppo di amici. Non li esibite allo scopo di rivelare
agli altri delle qualità nascoste di cui i genitori sono orgogliosi≫.
Non è necessario far divertire i bambini. Se questi vengono lasciati tranquilli,
imparano a divertirsi da soli. Imporre ai bambini un modo proprio per divertirsi
vuol dire farli crescere in stato di dipendenza completa dagli adulti. ≪Una costante
considerazione produce un egoismo molto dannoso≫, sostiene Tilden. Esibire i
bambini è uno dei nostri sbagli più grossi. Le manipolazioni, le luci troppo forti,
le voci alte, le risate, i rumori, un sonno disturbato, ecc. indeboliscono il bambino
Tutto questo dovrebbe essere evitato.
6.19 I GENITALI
Gli organi genitali dovrebbero essere mantenuti scrupolosamente puliti. Nelle
bambine, per la pulizia intima, dovrebbe essere usata acqua e cotone assorbente. In queste parti delicate non bisognerebbe mai far uso di saponi o sostanze
antisettiche. Dopo ogni lavaggio bisogna asciugare accuratamente la parte.
Nei ragazzi quasi sempre il prepuzio è tirato. Non c’è niente di anormale in
questo. Un giorno si ed uno no, tuttavia, il prepuzio deve essere spinto indietro e
la parte deve essere accuratamente pulita con acqua. Non usate sostanze a base di
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acido borico o altri farmaci per pulire questi organi, anche se questo è il consiglio
che viene generalmente dato.
Se il prepuzio appare troppo tirato, cosı̀ che risulta difficile mantenere pulita
questa parte, esso deve essere steso ogni giorno fino a che questa difficoltà non
risulti superata. In alcuni casi il prepuzio appare troppo tirato per essere steso.
In altri ancora più tirato, al punto da interferire con l’orinazione; in altri casi
ancora (non tanti), è contratto al punto che l’apertura non appare più grande di una
punta di spillo. In queste situazioni, sotto al prepuzio si accumula una secrezione
sebacea del glande, chiamata segma, la quale decomponendosi causa una notevole
irritazione e disturbi anche più gravi. “L’insopportabile prurito provocato da tale
irritazione spesso porta a masturbarsi”, questa è l’opinione comune.
“Fimosi” è il termine usato per indicare una condizione in cui il prepuzio appare troppo tirato. In tal caso si adotta la circoncisione. Tra gli egiziani e gli ebrei
antichi e moderni, la circoncisione veniva e viene praticata come rito religioso.
La circoncisione è un atto barbaro e criminale, sia se intesa come pratica religiosa
che come pratica medica. Provoca un grave shock chirurgico nel delicato sistema
nervoso del bambino, e quando si fa uso di sostanze anestetiche si manifestano
effetti molto negativi. Si manifestano infiammazioni gravi, il bambino soffre ed
in alcuni casi si arriva persino alla morte. In un capitolo successivo parlerò più
dettagliatamente di questo argomento.
Nei casi di fimosi, se una trazione giornaliera non riesce a eliminare la condizione, è necessario inserire una sonda nella parte, affinchè questa si estenda. Il
prepuzio deve essere sovrapposto all’estremità di una siringa e, tra il glande e il
prepuzio stesso, deve essere immessa dell’acqua tiepida per garantire una pulizia
accurata. Se necessario, ci si può rivolgere ad un dottore per dilatare il prepuzio
con uno strumento adatto. Questo può provocare un lieve dolore che scomparirà
quasi subito. Nei casi in cui il prepuzio aderisca al glande, esso deve essere sfilato
da questo.
6.20 IL BAGNO
Un bagno giornaliero o secondo le necessità, è indispensabile per una pulizia accura. Bisognerebbe utilizzare acqua tiepida, senza ricorrere ai saponi. Il bagno
in acqua tiepida può esse seguito da un’immersione in acqua fresca (non fredda).
Fatto ciò, il bambino deve essere asciugato completamente. Non lasciate che il
bambino rimanga immerso per troppo tempo come fanno moli madri, in quanto in
tal modo le sue energie si indeboliscono. Più in fretta un bambino viene pulito ed
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asciugato, migliori risulteranno la sua salute e la sua forza. Tutti i giorni il bambino deve essere esposto all’aria ed ogni qual volta il sole splende deve essergli
concessa la possibilità di esporsi ad un bagno di sole.
6.21 L’ABBIGLIAMENTO
I vestiti di un neonato dovrebbero essere composti di seta, cotone leggero o lino. La lana non dovrebbe mai essere indossata a contatto con la pelle. I vestiti
dovrebbero essere semplici e comodi e non si dovrebbe mai far indossare al bambino più del necessario. Non imbottite il bambino; un bambino sempre troppo
coperto soffrirà di raffreddori più di uno che apparirà generalmente poco vestito.
In estate e nei paesi dove il clima è caldo la regola è: non indossare più del
neccessario per evitare di venire arrestati per oscenità. Per quanto riguarda i neonati, il pannolino sarà sufficiente. Per i bambini più grandi, invece, un vestito
estivo sarà l’ideale.
I cappelli, i berretti e i copricapo di ogni genere lasciateli ai capi indiani
ed ai pagliacci, non li mettete in testa al neonato. Ad eccezione di quando il
termometro segna sotto zero, non c’è necessità di coprire la testa del neonato.
Le giarrettiere e le fasce elastiche sono decisamente dannose. Le scarpe devono
essere calzate solo quando il bambino cammina; devono essere di pianta larga e
senza tacco.
I pannolini devono essere leggeri e comodi. Dovrebbero essere lavati prima
di essere usati e non semplicemente lasciati asciugare, senza essere lavati, e poi
usati di nuovo. Non appuntate il pannolino troppo stretto al punto da eliminare
ogni passaggio di aria. Cosı̀ facendo il bambino proverà una sensazione di calore
e di scomodità.
Nelle case riscaldate, dove si vive costantemente in una temperatura estiva, i
bambini dovrebbero essere vestiti normalmente anche in inverno. Nelle case dove
l’unico riscaldamento è una stufa o un camino, i vestiti del bambino dovrebbero
essere più pesanti.
Il dott. Page afferma: ≪I bambini sono spesso torturati da vestiti troppo abbondanti e troppo stretti, a causa dell’ignoranza o della superficialità di chi si occupa
di loro. A volte semplicemente perchè considerati oggetti che debbono soddisfare
l’orgoglio della madre ed in molti casi vengono trattati più come un giocattolo,
una bambola nelle mani di una madre ambiziosa che come un piccolo essere umano in pieno diritto di godere delle comodità, del libero uso del suo corpo, degli
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arti, dei muscoli e degli organi≫. Ogni bambino è felice quando è nudo; piange
quando viene vestito e mostra contentezza quando gli vengono tolti i vestiti. Se la
nostra moralità sdolcinata non può permettere che i bambini vadano in giro nudi,
o se i rigori del clima lo impediscono, potremmo almeno abituarli ai vestiti estivi
ed al dorso nudo quando il clima lo consente.
L’abbigliamento estivo notturno dovrebbe essere costituito da una camicia
da notte corta, di cotone leggero o di lino oppure dal semplice pannolino. Stare
comodi la notte significa dormire un sonno profondo e riposante. Un bambino
troppo coperto, e pertanto, troppo accaldato diventa irrequieto e non può dormire
bene. In inverno la camicia da notte lunga fino ai piedi può essere di materiale più
pesante. Troppi indumenti e troppe coperte la notte provocano molta sofferenza
nei neonati e nei bambini. Page, ha fatto notare giustamente, che alcuni genitori
troppo apprensivi costringono i loro bambini, a sopportare una notevole quantità
di indumenti, a letto, e questo si trasforma letteralmente in una “sauna”, che provoca una traspirazione sopportabile solo per brevi intervalli di tempo, in quanto
se prolungata, può risultare molto dannosa.
I pannolini dovrebbero essere cambiati appena bagnati. Prima di mettere un
altro pannolino, il bambino deve essere pulito ed asciugato. Prima di riutilizzare quel pannolino bisogna lavarlo. Spesso le irritazioni della pelle sono causate
dal fatto che si è usato un pannolino lasciato ad asciugare senza averlo prima lavato. Mantenete pulita la pelle e non si formeranno irritazioni, escoriazioni ed
arrossamenti. Questi vengono causati dalla mancanza di pulizia e possono essere
prevenuti e curati solo per mezzo della pulizia.
Cito le parole del dott. Tilden: ≪Non è necessario che il bambino faccia uso
di sostanze profumanti. Il profumo è assurdo; infatti non riesce a coprire nè gli
odori derivanti dalla mancanza pulizia, nè a rendere il piccolo pulito. Non esiste
odore stupendo come quello proveniente dalla dolcezza della pulizia. Il profumo,
come gli antisettici dei medici, è stato creato per mascherare o coprire la
sporcizia. Non c’è bisogno di nulla se si è puliti; entrambe le cose dovrebbero
essere considerate come dei segnali che indicano una mancanza di pulizia≫.
6.22 L’ARIA
Il principio della finestra aperta e la cura dell’aria fresca, invece di essere
divulgati, vengono ostacolati dalla professione di chi ha insegnato alla gente ad
“aver paura degli spifferi” e “dell’aria notturna”. Gli uccellini nei nidi possono sopravvivere all’ “aria della notte”, ma sicuramente i bambini morirebbero se
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venissero confinati all’aria viziata delle stanze chiuse. Grazie a oltre centocinquanta anni di sforzi da parte degli igienisiti, questa antica credenza sta rapidamente scomparendo. Senza aria i neonati si indeboliscono, impallidiscono e si
spengono come piante tenute in ambienti chiusi. Niente può rinforzare loro come
l’esposizione all’aria aperta, persino in inverno, se coperti in maniera adeguata e
calda. I loro disturbi spariscono appena lasciano l’aria viziata delle stanze e spesso manifestano il proprio benessere smettendo di piangere ed addormentandosi
all’improvviso.
6.23 IL SOLE
Il sole è importante per la crescita del bambino come lo è per quella delle piante.
Se il tempo lo consente, io consiglio i bagni di sole fin dal giorno successivo
alla nascita del bambino. Quando il clima è mite e la stanza è confortevole, se il
sole batte attraverso la finestra aperta, i neonati possono essere esposti a bagni di
sole. Mettete qualcosa di morbido sul pavimento e poggiatevi sopra il neonato in
posizione prona. Potrete metteterlo anche all’aperto in posizione supina.
Quando lo girate sulla schiena, mettetegli la testa all’ombra cosicchè la luce
forte non danneggerà gli occhi. I bambini possono benissimo essere lasciati nudi
sul letto o per terra, semprechè il clima lo consenta. Tuttavia, all’inizio, non
devono essere lasciati al sole per troppo tempo.
6.24 IL PIANTO
Cosa muove più a compassione del pianto di un bambino? La parola infante
deriva dal latino in-fans (che non parla) ma il piccolo essere umano riesce a farsi
ben capire con il pianto ed i lamenti che, più di ogni parola, toccano il cuore della
madre. È proprio per mezzo del pianto che il bambino richiede il seno materno, del
quale sente la necessità ed il piacere, prima di averne concepito l’idea. Per mezzo
del pianto il bambino manifesta i suoi disturbi, i suoi dolori e le sue sofferenze.
≪Quali sottili rapporti hanno quei suoni apparentemente inarticolati ed incoerenti
con le corde della commozione poste dalla natura nel cuore umano!≫
Il pianto nei neonati è un atto puramente “riflesso”. Nel periodo di tempo che
va dai primi dieci giorni alle due settimane di vita, il pianto provoca un graduale
rigonfiamento nel sistema di respirazione del bambino, dopo di ciò non è più
necessario alcun tipo di esercizio. Dopo questo periodo, i bambini non piangono
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più per esercitare i propri polmoni. I neonati non piangono per divertimento, nè
per essere deliberatamente cattivi. Il pianto è forse il più importante mezzo di
espressione che un bambino possiede durante il suo primo anno di vita. Un pianto
persistente nei neonati è da attribuire a chi si occupa di loro.
Un bambino non piange per fare il cattivo e le madri ignoranti che puniscono i bambini dovrebbero essere punite severamente. I bambini piangono perchè
hanno bisogno di attenzioni. Piangono perchè hanno fame, paura; perchè sono
irritati, ansiosi, perchè sono disturbati fisicamente a causa di sfregamenti; perchè
sono bagnati, hanno freddo, caldo, per un improvviso cambiamento, per solitudine, affaticamento, perchè i vestiti sono troppo stretti, perchè non sono liberi di
muoversi, ecc. Potrebbero essere punti da una spilla, potrebbero avere addosso
degli indumenti troppo stretti, il pannolino può essere bagnato o sporco e causare disturbo. I neonati stanno molto scomodi se lasciati nella stessa posizione per
troppo tempo. Un suono forte può spaventare il bambino; egli può avere paura di
cadere; può sentirsi solo ed avere paura; può aver bisogno di essere ‘coccolato’.
Un’abbraccio o una coccola potrebbero servire a far scomparire il nervosismo o
la sensazione di solitudine e di sconforto. Quando un bambino piange, una madre
intelligente o chi per lei, cercherà di eliminare la causa del pianto.
6.25 CULLARE I BAMBINI
La vecchia abitudine di cullare i bambini per farli addormentare o divertirli se appaiono nervosi è molto dannosa e non dovrebbe mai essere praticata. I bambini
imparano a pretendere di essere cullati, a dipendere da questa abitudine, e piangono se non si esaudiscono i loro desideri. Non bisognere insegnare loro questo tipo
di abitudini.
6.26 I RIMEDI “PACIFICATORI”
Gli specialisti in campo medico sostengono che sul piano igienico “succhiare un
oggetto” (una tettarella di gomma o qualsiasi cosa) non è consigliabile, ma sul
piano psicologico è consentito se il bambino appare disturbato. Privarlo di questa
soddisfazione, che è una sostituzione del seno materno, può produrre danni peggiori ma un bambino veramente sano e felice non avrà bisogno di questo tipo di
“conforto”. La psicologia è la scusa per molte abitudini dannose. Se un bambino
non è sano e non è felice, una tettarella non risolverà questi due problemi. La soddisfazione che produce è fittizia e non è il reale stato di contentezza che scaturisce
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dalla sensazione di benessere. Invece di pensare ai danni che si provocano negando al bambino un “sostituto” del seno (che non gli serve), solo al momento del
pasto, bisogna stare attenti a non fargli prendere abitudini sbagliate. Non credo
che questi “rimedi” deformino la bocca o storcano i denti, come si sostiene, ma
secondo me sono delle abitudini mentali poco piacevoli, che tendono a persistere
ed a progredire per tutta la vita. Questo, in genere, è l’ordine in cui si sviluppano:
tettarella, biscotti, gomme da masticare, sigarette.
6.27 L’ESERCIZIO FISICO
Trall ha dichiarato che ≪il dovere dei neonati è di crescere≫, e che per crescere
normalmente hanno bisogno di attività fisica. Se ai neonati viene data la possibilità di esprimersi fisicamente, svolgeranno da soli l’esercizio fisico più adatto.
L’esercizo migliore per i neonati è quello che compiono da soli, Poneteli su una
superfice abbastanza morbida, senza legarli o fasciarli, lasciateli nudi e lasciateli
muovere nella maniera naturale. Le tute elastiche per i bambini ed altri indumenti
simili non sono consigliabili.
L’esercizio migliore per il bambino è quello che svolge in posizione prona sul
letto. Disteso sulla schiena non esercita i muscoli dorsali e cervicali ma questi
risultano surriscaldati. La schiena, il collo, le braccia e le gambe, svolgono la
migliore attività fisica quando il bambino giace in posizione prona. In questo
modo sviluppa una schiena ed un collo molto forti e braccia e gambe robuste.
Poneteli in questa posizione fin dal primo giorno di vita, cresceranno meglio.
L’esercizio fisico, oltre allo sviluppo muscolare, interessa molte altre parti del
corpo del bambino. C’è lo sviluppo mentale. Il bambino impara a compiere dei
movimenti e diventa cosciente dei suoi muscoli e della sua forza. La coscienza
muscolare viene acquisita più in fretta se i muscoli, invece che essere sollecitati
casualmente, agiscono in opposizione a resistenza. Anche la coordinazione neuromuscolare viene acquisita più rapidamente se viene opposta una resistenza ai
movimenti delle parti del corpo.
Durante il periodo in cui il bambino cammina carponi, i muscoli del busto e
quelli delle braccia e delle gambe si rinforzano. Camminando carponi si rinforzano soprattutto i muscoli della parete addominale, del fondo schiena e delle spalle.
I boxes per bambini, cosı̀ comodi per le madri ignoranti e pigre, trasmettono
una dannosa influenza sullo sviluppo del bambino. I bambini confinati tra le
pareti di queste “orribili prigioni” non hanno desiderio nè possibilità di camminare
a carponi e, pertanto, non svolgono quell’esercizio fisico a loro necessario.
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Il dott. Page ha confrontato i nostri metodi di crescita dei bambini con quelli
impiegati dalla natura per i cuccioli di cane, di gatto e per i piccoli nelle altre specie animali. I nostri bambini vengono tenuti in braccio, trasportati in carrozzine o
passeggini e sono coccolati al punto da diventare dei piccoli tiranni che pretendono
attenzione costantemente. ≪A volte, i piccoli di alcune specie vengono trasportati
dai propri genitori da un posto all’altro; a parte questo, tuttavia, essi si muovono
da soli. I genitori, per una sorta di divertimento reciproco, li spingono e li rotolano con il proprio corpo ma i piccoli sono quasi sempre costretti, fin dall’inizio,
a poter contare solo su se stessi. Ovunque, tra gli animali osserviamo la stessa
cosa: i piccoli non vengono mai assistiti e curati in eccesso. Non posseggono una
carrozzina nella quale trascorrere gran parte del tempo a discapito della salute fisica, come accade ai nostri bambini viziati. Non viene loro insegnato a giocare,
per evitare di essere tentati a spostarsi per raggiungere un qualsiasi oggetto più distante. Se desiderano osservare una cosa, devono essere loro a raggiungerla. Ogni
volta si ripete l’idea di Maometto alla montagna; l’essere umano e la cosa non
si uniscono mai, ad eccezione di quando è l’essere umano a compiere lo sforzo.
Pertanto, crescono forti, vigorosi e sani. Consumano quello che mangiano e quindi il cibo viene digerito ed assimilato. La loro ossatura è coperta di muscoli ben
formati, non di accumuli di grassi che raramente nascondono muscoli sani. Per
farla breve, sin dall’inizio appaiono ‘in forma’. L’importanza dell’attività fisica
per i neonati non deve essere mai trascurata. Essi hanno bisogno di essere spinti e
rotolati per terra, proprio come fanno gli animali; in questo modo sia i piccoli, sia
i genitori trarranno la stessa sensazione di piacere che provano gli esseri inferiori.
Sin dalla nascita un bambino normale è in grado di afferrare una matita, o un
altro oggetto con una mano, e di appendersi a questo, lasciando che il peso del
corpo sia sorretto da una sola mano. Gli ‘esperti’ in fatto di neonati ci informano
che i bambini perdono presto questa capacità. Tuttavia, ciò è vero solo se ad
essi non viene permesso di usare le mani in questa maniera. Chi si occupa di
educazione fisica è d’accordo nel sostenere che questo movimento di appendersi
con le braccia garantisce il miglior tipo di attività per lo sviluppo del torace, delle
spalle e delle braccia. Non ci sono ragioni per cui questo esercizio venga dato fino
a che il bambino non raggiunga il terzo o quarto anno di età. Può essere iniziato
subito, alla nascita. Una struttura forte e ben sviluppata in questa maniera servirà,
qualche tempo più tardi, a salvare il bambino dalle cadute e da tutti i fastidi simili.
Un neonato di due mesi si divertirà moltissimo aggrappandosi alle dita della madre
o di chiunque altro e piegandosi sulle braccia e sulle ginocchia.
Esiste una paura infondata di lasciare in piedi un bambino prima che le gambe
“non siano forti abbastanza da riuscire a sopportare il peso del corpo”. Non esiste
modo migliore per rinforzare le gambe che permettere al bambino di utilizzarle
in opposizione alla resistenza, proprio in questa maniera. Fin dal terzo mese, un
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bambino normale, aggrappandosi alle dita di qualcuno si solleva e sta in piedi
sulle punte. I bambini non sono cosı̀ deboli come noi pensiamo ed hanno bisogno
di attività fisica allo stesso modo dei cuccioli di cane e di gatto.
È vero che alla nascita i bambini sono più indifesi della maggioranza dei piccoli delle specie animali ed è anche vero che questo periodo dura più a lungo che
negli animali, ma i principi di una buona crescita sono gli stessi per entrambi. I
bambini hanno bisogno di esercizio fisico ed è necessario che siano lasciati liberi
di agire da soli. Come possono imparare a svolgere i propri doveri da soli se c’è
sempre qualcuno pronto ad aiutarli? Conoscevo una ragazza di diciannove anni la quale non sapeva allacciarsi le scarpe in quanto la madre o altre persone lo
avevano sempre fatto al posto suo. Quando i bimbi sono cresciuti dovrebbero essere lasciati liberi di correre, saltare, di arrampicarsi, cantare, urlare ed esercitare
i muscoli in tutti i modi possibili.
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Capitolo 7
LO SVILUPPO E LA CRESCITA
DEL BAMBINO
Un bambino normale, al momento della nascita, pesa tra le sette–sette libbre e
mezzo (circa 3 Kg. – 3 Kg. e mezzo). Pochi bambini pesano quindici libbre
ed ancora di meno, ma qualche raro caso esiste, tra le venti ed le venticinque.
Nei parti gemellari o plurigemellari possono pesare addirittura due o tre libbre.
Un bambino di sette libbre è, comunque, troppo grande e diventa tale a causa di
un’alimentazione sbagliata o per eccessi alimentari. Una struttura abbondante
ed un peso eccessivo sono tra le cause principali delle difficoltà e dei dolori
del parto. Ma, con la nostra fissazione dei bambini grassi, ci accorgiamo che più
un neonato appare grasso e più i genitori ed i medici si sentono felici. I piccoli
delle specie animali, al momento della nascita, sono quasi completamente pelle e
ossa ma se i nostri bambini non risultano grassi in maniera anormale, non siamo
soddisfatti. Il peso di un bambino normale, che nasce secondo il tempo regolare,
dovrebbe essere, alla nascita, non superiore alle sei libbre, tuttavia, cinque libbre
rappresenta il peso ideale. Questo può essere ottenuto regolando la dieta della
madre prima e durante la gravidanza e mantenendo basso il suo peso. Se fatto
nella maniera appropriata non arrecherà danni alla nutrizione del bambino.
La medicina sostiene che un neonato deve raddoppiare il peso durante i primi
cinque mesi di vita e triplicarlo nel periodo di tempo che va da un anno e quindici
mesi. Un bambino che al momento della nascita pesa sette libbre, a cinque mesi
deve pesare quattordici libbre e ad un anno ventuno libbre. Un bambino di questa
età sarà alto circa ventinove “inches” (intorno a 73 cm). Se si aumenta in altezza, anche meno del cinquanta percento, e il peso cresce del duecento percento si
avrà un bambino grasso. Ma il bambino grasso rappresenta l’ideale moderno. Se
riusciste ad immaginare un bambino che alla nascita pesa quindici pounds, che a
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cinque mesi ne pesa trenta e ad un anno quarantacinque, o uno che alla nascita
pesa venti pounds, a cinque mesi quaranta e ad un anno sessanta, vi accorgereste
immediatamente dell’assurdità di questa teoria.
Il dott. Page affermava che un bambino normale deve raddoppiare il suo peso
al termine del nono mese di vita, ma con questo non voleva implicare che il peso
includesse una massa di grasso. Egli dice: ≪Durante i nove mesi di vita fetale, ad
eccezione dei casi in cui è presente un’anormalità, l’aumento è di circa un terzo
di oncia al giorno, o due once e mezzo alla settimana. Il perchè debba sembrare razionale che questo tasso subito dopo la nascita aumenti del sei o settecento
percento, va al di là delle mie capacità di comprensione. A dispetto, o a causa
di questo ingrassamento forzato durante i primi mesi di vita, il peso ordinario a
circa cinque anni, ad esempio, è assai inferiore a quello che sarebbe stato se per
tutti questi anni si fosse mantenuto lo stesso tasso di crescita che si registrava prima della nascita≫. Il suo pensiero era che il tasso pre-natale di crescita dovesse
continuare per qualche tempo dopo la nascita e che un bambino normale dovesse
raddoppiare il peso in circa nove mesi di vita. Infatti, se i bambini non vengono
fatti ingrassare forzatamente, questo è quello che si verifica normalmente. Ma poichè è abitudine comune far ingrassare i bambini, questi in genere, a circa cinque
mesi, raddoppiano il peso senza un corrispondente aumento nell’altezza e nella
formazione strutturale.
Allo stadio iniziale della vita umana, vale a dire allo stadio di “zigote”, il nuovo essere che si sta formando pesa solo cinquantasei milionesimi di un oncia. Al
momento della nascita si è moltiplicato, nelle dimensioni, diversi milioni di volte.
Ma nello sviluppo e nella crescita pre-natale del bambino si verificano dei cambiamenti molto più importanti di quello relativo al peso. All’inizio come cellula
singola, nove mesi più tardi come un essere umano completamente formato, con
molti e complessi organi dalle svariate funzioni: gli occhi per vedere, le orecchie per ascoltare, il cuore ed il sistema vascolare per la circolazione, il sistema
digestivo per rendere il cibo utilizzabile, il cervello ed il sistema nervoso per pensare e tenere sotto controllo le attività vitali, ed altri sistemi che svolgono le altre
funzioni vitali. Dove originariamente esisteva una singola cellula ora ne esistono
milioni, differenziate in diversi tipi di cellule ed organizzate in molte strutture per
svolgere numerosi compiti.
Il momento di crescita più rapida del bambino avviene durante i tre mesi che
precedono la nascita. Dopo di questo, il periodo di crescita più rapida avviene
durante il primo anno di vita extra-uterina. La prima infanzia è un periodo di crescita molto rapida, il tasso, infatti, è leggermente inferiore a quello del periodo
pre-natale. È noto che il peso della nascita viene raddoppiato alla fine del sesto
mese, ma l’aumento di peso non vuol dire una crescita reale. L’infanzia, come la
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prima infanzia, può essere giustamente definita come quel periodo della vita in cui
la gran parte dei materiali e del lavoro dei processi nutritivi del corpo viene impiegata per la crescita e lo sviluppo anzichè per il mantenimento, Dal secondo anno
di vita in poi, la crescita del bambino va pian piano rallentando. La crescita, come lo sviluppo embrionale, è molto più di un semplice aumento nelle dimensioni.
Sia psichicamente che fisicamente, è un “processo di trasformazione di modelli”.
Le trasformazioni della struttura corporea, dal punto di vista degli embriologi e
degli ontologi, non appaiono più complesse e complicate di quelle dei processi
di pensiero e dell’evoluzione del comportamento dal punto di vista degli psicologi genetici. Tra i molti aspetti che compongono il pieno sviluppo dell’essere
umano troviamo la crescita fisica, lo sviluppo motorio, lo sviluppo linguistico,
intellettuale, emotivo, della personalità e del carattere. Lo sviluppo avviene contemporaneamente nel fisico, nella mente e nelle relazioni sociali, e le divisioni
scompaiono. Lo sviluppo motorio dipende principalmente dallo sviluppo della
struttura fisica e da quello mentale. Dipende anche dall’ambiente circostante, dalla vita sociale, che non producono, ma determinano in grande misura, lo sviluppo
motorio.
Non bisogna mai dimenticare che il bambino cresce nel suo insieme; che ci
stiamo occupando di un bambino, non solo di una mente, o di una personalità
astratta. È sbagliato dividere le fasi dello sviluppo del bambino in compartimenti
stagni ognuno indipendente dall’altro. Lo sviluppo di oggi è basato su quello di
ieri e prepara il terreno per quello di domani. Durante tutta la crescita appare
evidente il principio fondamentale della continuità. Ogni stadio della crescita è
solo un’estensione dello stadio precedente, non esiste un’interruzione.
Durante il primo anno di vita si verificano le trasformazioni più sorprendenti.
Dal punto di vista fisico, il neonato che ad un giorno di vita era indifeso e non
possedeva alcun controllo degli occhi, delle mani e dei piedi, alla fine del primo
anno già cammina, è in grado di controllare ed utilizzare le mani ed i piedi ed
esegue diversi movimenti. La mente ed il corpo crescono e si sviluppano insieme.
Ci sono molte ragioni per credere che la crescita mentale dipenda principalmente
dalla crescita del cervello e del sistema nervoso e poi secondariamente dai processi
mentali studiati dagli psicologi. Questo è il motivo per cui bisogna attendere la
crescita del bambino prima di fornirgli i primi insegnamenti. Solo quando le sue
cellule e fibre nervose sono arrivate ad un grado di “maturità” che gli permette
alcune forme di attività ed alcuni livelli di comprensione, egli avrà la capacità di
svolgere quelle attività e di apprendere entro quei livelli.
Gesell ha descritto le “tendenze generali” o “quasi generali” dello sviluppo. Egli sostiene che ≪nessun bambino presenterà le stesse tendenze generali≫.
≪Ogni bambino ha il suo modo di crescere. Nessuno segue esattamente uno sche¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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ma generale≫. L’idea che ogni bambino possegga un modello individuale di crescita è basata sulle osservazioni relative ai processi evolutivi dei bambini e non si
riferisce ai modelli di crescita di ognuno di essi. Le sue osservazioni hanno dimostrato che, considerato il modo in cui la specie umana è, e vive attualmente, ≪ogni
bambino presenta un modello individuale di crescita≫. Egli ha notato che tutti i
bambini passano attraverso stadi di crescita simili o identici, ma che nella crescita
e nello sviluppo, non rispettano gli stessi tempi. Confrontando cinque bambini
“in buona salute” per quello che concerneva l’attività locomotoria, egli osservò
che all’età di quaranta settimane, uno risultava più avanzato rispetto agli altri, uno
più “indietro”, e gli altri tre, egli dichiarò, erano “vicini alla media”. Da queste
ed altre osservazioni egli giunge alla conclusione che ≪ogni bambino possiede
un suo tempo di crescita≫, anche se ≪il susseguirsi degli stadi è molto simile per
tutti≫. Egli si è ritenuto soddisfatto del fatto che tutti questi bambini iniziarono
a camminare al momento giusto. Non si è chiesto perchè uno risultava “indietro”, un altro era in uno stadio avanzato e gli altri tre erano nella “media” all’età
di quaranta settimane. Egli non si è domandato se lo sviluppo di questi bambini poteva considerarsi normale. La sua conclusione è che “i bambini non sono
uguali” e questo poneva fine alle sue ricerche. Studiando le medie dei bambini
che vivevano in paesi nordici Gesell afferma che il bambino impara a camminare
in posizione eretta solo alla fine del primo anno di vita. Nonostante ciò, molti
bambini imparano a camminare tra gli otto e i dieci mesi. Qual è l’età allora nella
quale i bambini dovrebbero cominciare a muovere i primi passi?
Gesell parla di “sviluppo medio e tendenza media”. La domanda a cui dovete rispondere è questa: ≪Posso ritenermi soddisfatto solo in base ad una media?≫ Nella natura reale delle cose, al modo in cui sono attualmente, i livelli medi
generali sono molto bassi, e noi li accettiamo solo perchè ci rifiutiamo di abbandonare le basse condizioni di vita dalle quali questi livelli nascono. Nessuna delle
regole di Gesell può considerarsi valida.
Perchè alcuni crescono più rapidamente di altri? Perchè alcuni bambini cominciano a camminare a otto mesi ed altri a quindici? Perchè alcuni bambini
imparano a parlare prima di altri? Perchè un bambino cammina carponi prima di
un altro? Non si può rispondere a queste domande dicendo che anche se tutti i
bambini passano attraverso gli stessi stadi di crescita e di sviluppo, ognuno cresce in un suo modo particolare. Dicendo ciò non si fa altro che riaffermare che
alcuni bambini camminano carponi prima di altri, che alcuni camminano prima di
altri, che parlano prima di altri. Ma non si spiega il perchè. Come mai esistono
tali variazioni riguardo all’età in cui i bambini, anche se nati dagli stessi genitori, imparano a parlare? Uno studio delle cause è essenziale. Concludere che le
variazioni nei modelli di crescita siano un fatto normale mi sembra un modo per
eludere il problema.
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Dopo queste considerazioni preliminari dovremmo rivolgere la nostra attenzione ai tassi di crescita e di sviluppo ritenuti normali comprendendo che la maggior parte di essi, se non tutti, rappresentano un allontanamento dalle più genuine
regole di vita. Esattamente come esistono individui alti e magri o bassi e grassi, cosı̀ vi sono bambini che per natura sono alti e magri e altri che sono bassi
e grassi, Non c’è regola per cui i bambini dovrebbero essere grassi o magri. I
bambini possono essere paragonati ai cani, dove esistono levrieri o bulldog, o ai
cavalli, dove esistono cavalli da corsa o da lavoro. Come esistono molti tipi di
individui adulti cosı̀ esistono altrettanti tipi di bambini. È sicuramente vero che,
a prescindere dall’età, il modo migliore per calcolare il livello di nutrizione di un
bambino è rappresentato dal rapporto tra il peso e l’altezza. Ma anche questo non
è totalmente affidabile in quanto un bambino può essere normale nel peso ma può
non risultare nutrito a dovere. Vi sono altri segni più importanti di malnutrizione
dell’essere semplicemente sottopeso.
I bambini grassi, come affermato in precedenza, non sono sani e anche se
gli standards comuni possono considerarli prosperosi, questo non è vero. Molti
bambini il cui peso viene considerato normale posseggono tessuti mollicci, sono
spesso anemici ed in pessime condizioni di salute. Questa situazione si verifica
frequentemente nei bambini alimentati con latte condensato. Un genitore dovrebbe sapere che una condizione soda ed elastica dei tessuti, particolarmente evidente nelle gambe e nei glutei è la prova più importante, assai superiore a quella del
peso, per stabilire se la nutrizione è adatta. Gli aumenti di peso dovrebbero rappresentare la crescita sana delle ossa, dei muscoli e degli altri organi del corpo, e
non un semplice accumulo di grasso.
Anche la crescita del bambino dovrebbe essere considerata come un elemento
importante. Troppo spesso, un aumento nel peso corrisponde soltanto ad un ulteriore strato di grasso. Il bambino grasso generalmente non cresce in altezza e nella
struttura in tempi altrettanto rapidi come il bambino magro. Non è raro incontrare
un bambino grasso che presenta una condizione grave di rachitismo.
Molte madri si preoccupano troppo ed a torto del peso dei loro bambini. In
teoria un bambino dovrebbe aumentare di peso ogni giorno, ma in pratica questo
non accade quasi mai. Gli aumenti settimanali non sono quasi mai uniformi. Gli
aumenti settimanali dei bambini alimentati con il biberon non sono mai gli stessi. Vi sono molte cose, oltre ad un cibo insufficiente ed inadeguato, che possono
interferire negli aumenti di peso di un bambino. Una digestione disturbata da un
eccesso di cibo, da uno stato emotivo eccitato, dall’essere preso in braccio troppo spesso, dal troppo calore o dal troppo freddo, avrà degli effetti negativi sulla
crescita del bambino. Un raffreddore od una lieve indisposizione impediscono al
bambino di aumentare di peso, non solo perchè in queste condizioni, egli tende
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a mangiare di meno, ma perchè il disturbo interferisce nella crescita e nello sviluppo. Il fatto che il bambino non cresca per una o due settimane non vuol dire
sempre che stia male. Può voler dire che la quantità di latte della madre risulta
temporaneamente ridotta. Può voler dire che il caldo estivo ha diminuito il suo
appetito. Si dice che il bambino normale che viene allattato dalla madre, durante i
primi cinque mesi di vita, aumenti dalle sei alle otto once alla settimana. Durante
le prime due settimane scende di peso e dopo di ciò ricomincia ad ingrassare. Durante gli ultimi sette mesi del suo primo anno di vita il bambino dovrebbe crescere
in media tra le quattro e le sei once a settimana. Questi sono in media gli aumenti
tipici dei bambini sovralimentati e a questi livelli si provoca solo la formazione
di tessuto grasso. Di nuovo, voglio ricordare che un aumento di peso dovrebbe
rappresentare la crescita delle ossa, dei muscoli e degli altri organi e non solo l’accumulo di grasso, Una crescita inferiore rispetto a questi livelli, se costante, e se
il bambino è sano, non deve essere considerata anormale.
Spesso le madri si preoccupano perchè i loro bambini non pesano tanto quanto
altri bambini della stessa età. Non riescono a cancellare dalla propria mente l’errata cognizione che i bambini devo essere grassi. Quando un gruppo di madri si
riunisce, è assai comune che il peso dei bambini venga confrontato. La madre del
bambino più grasso si sente orgogliosa di questo suo figlio “superiore” agli altri,
mentre la madre di quello più magro si preoccupa notevolmente. Nella maggioranza dei casi, invece, la madre del bambino che pesa di meno dovrebbe essere
felice mentre quella del più grasso dovrebbe veramente preoccuparsi.
Esistono, naturalmente, notevoli differenze nel peso e nell’altezza dei bambini
sani. Questo fatto dipende anche da fattori ereditari. I figli di genitori bassi probabilmente non diventeranno alti come quelli di genitori alti. Non c’è ragione per
cui questi due bambini dovrebbero diventare uguali anche se i loro genitori non
lo sono. Anche nella stessa famiglia, per fattori ereditari, due bambini potrebbero
risultare diversi e non solo nell’infanzia ma per tutta la vita.
Le seguenti cifre, relative al peso e all’altezza media di maschi e femmine ad
età diverse, sono state prese da Il neonato ed il bambino di Morse-Wyman Hill. Io
non ho riportato i pesi al mese, anche se questi autori lo hanno fatto. I pesi, fino a
quattro anni, sono stati calcolati su bambini misurati senza vestiti. Dopo i quattro
anni, le cifre riportate includono i vestiti. Il peso dei vestiti è di circa tre pounds
(1,300 Kg. circa).
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MASCHI
FEMMINE
Altezza Peso Torace
Testa
52,324 3,44
52,07
18,288
55,372 9,66
73,40
52,83
74,67 11,15 78,99
59,43
85,85
9,57
84,83
67,05
89,91 12,92 88,64
71,88
94,23 14,87 93,47
77,47
98,04 15,33 78,23
82,55
100,33 16,28 99,06
85,85
103,124 17,78 102,61
96,52
105,918 18,68 104,902 101,09
108,712 19,55 107,442 105,664
111,506 20,5 109,982 110,236
Età
Alla nascita
1 anno
lanno e mezzo
2 anni
2 anni e mezzo
3 anni
3 anni e mezzo
4 anni
4 anni e mezzo
5 anni
5 anni e mezzo
6 anni
Le cifre seguenti indicano lo sviluppo dei miei figli. Per quello che riguarda
i due ragazzi, è possibile paragonare l’altezza e il peso notando che per entrambe
le cifre relative all’altezza appaiono superiori, anche se entrambi i genitori e tutti i
nonni sono di statura media ed il più alto tra questi misurava solo 1,55 cm.. Anche
se Bernarr ingrassava facilmente, abbiamo avuto maggiori problemi per evitare
che Walden diventasse obeso. Bisogna notare che, nonostante Walden fosse il più
grasso e pesasse più degli altri ad 1 anno, in altezza non è cresciuto rapidamente
come Bernarr, anche se poi in età matura è comunque diventato il più alto.
Età
Alla nascita
1 mese
2 mesi
3 mesi
6 mesi
2 anni
3 anni
4 anni
5 anni
6 anni
Altezza
73,66
–
–
62,23
71,12
90,17
100,11
106,68
115,57
119,38
Peso Torace
3,800 34,29
3,800
–
4,082
–
4,989 39,37
6,804 41,91
15,87 55,88
18,59 57,15
20,41 58,67
22,45 62,23
22,68 63,5
Testa
–
–
–
–
–
51,05
52,07
52,83
53,34
53,34
Tabella 7.1: BERNARR
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Età
Alla nascita
1 mese
2 mesi
3 mesi
6 mesi
1 anno
2 anni
3 anni
Altezza
54,61
–
–
60,96
68,07
75,69
90,17
97,79
Peso Torace
4,30 35,56
4,12
–
4,98
–
6,35 40,64
8,16 44,95
9,20 48,51
14,96 53,34
18,59 57,15
Testa
35,81
–
–
40,64
41,40
46,99
48,26
50,8
Tabella 7.2: WALDEN
Età
Alla nascita
1 settimana
2 settimana
3 settimana
1 mese
2 mesi
3 mese
4 mese
5 mese
6 mese
Altezza
48,26
–
–
–
50,8
53,59
57,15
57,91
62,23
63,5
Peso Torace
3,17 31,75
3,17
–
3,40
–
3,62
–
3,67 33,27
4,53
35,8
5,03 38,86
5,57 41,91
6,35
–
6,48 41,40
Testa
33,27
–
–
–
35,81
38,1
39,7
40,64
40,89
41,91
Tabella 7.3: WILLOWDEEN
In confronto al resto del corpo, alla nascita la testa è abbastanza grande, la
sua circonferenza maggiore di quella del torace. Questo rapporto varia man mano che il bambino cresce e si sviluppa. Se lo sviluppo è normale, ad un anno
il torace risulterà leggermente maggiore della testa. Nei bambini grassi, se non
dimagriscono, questo potrebbe non accadere. La mancanza di simmetria della
testa dovuta alla compressione a cui viene sottoposta durante il parto, scompare presto. La parte morbida dietro la testa si chiude in circa sei settimane. La
“fontanella”, quella zona morbida sulla parte superiore della testa, si chiude tra
il sedicesimo ed il diciottesimo mese. Si può chiudere più in fretta se i bambini
ricevono un’alimentazione migliore e se vengono esposti di frequente ai raggi del
sole.
Le misure relative ai vari organi che compongono il corpo di un neonato sono
assai diverse da quelle degli adulti. Se le misure relative al corpo di un bambino
venissero mantenute per tutta la vita la testa apparirebbe larga come le spalle e le
gambe sarebbero quelle di un nano e tutte le parti sarebbero sproporzionate. Un
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adulto di questo tipo sarebbe un mostro. Ogni organo del corpo possiede un suo
tasso di crescita ed un suo periodo di sviluppo. Non solo esiste un periodo definito
nella vita del bambino in cui i denti cominciano a crescere, ma esiste anche un
periodo definito per lo sviluppo di alcune cellule cerebrali, ed un periodo definito
per lo sviluppo sessuale.
Il processo della crescita non è mai casuale anche se il bambino in un anno
cresce in altezza ed un altro in peso. Il cuore del bambino, prima di diventare adulto, aumenta di dodici volte le sue dimensioni, mentre l’aorta, la vena più
grande, aumenta solo di tre. Il fegato di un bambino è equivalente ad un diciottesimo delle dimensioni del suo corpo; il fegato di un adulto è equivalente ad un
trentaseiesimo delle dimensioni del suo corpo. Nella prima infanzia lo stomaco
è in posizione verticale e di forma tubolare; negli adulti è a forma di “fagiolo”, e
più o meno orizzontale. Un bambino di sei anni, in proporzione al peso, possiede
un sessanta percento di superfice corporea in più rispetto all’adulto. Nella prima
infanzia le ossa sono costituite in gran parte di cartilagine morbida. Man mano
che l’età avanza e l’ossificazione progredisce, le ossa diventano più dure e più forti. Il bambino deve imparare gradualmente ad usare i vari muscoli, persino quelli
degli occhi. Non è in grado di eseguire movimenti complessi, ma con il passare
del tempo deve acquisire tale capacità.
Il neonato ed il bambino, rispetto all’adulto, posseggono meno globuli rossi e
più globuli bianchi. Le ghiandole linfoadenoidee svolgono un’attività maggiore
nel neonato e nel bambino che non nell’adulto. La loro azione nei confronti di
una sostanza tossica è molto più immediata ed efficace.
Le autorità mediche ci informano che un bambino può tenere la testa eretta,
senza bisogno di aiuto, dai tre mesi in poi. Se un bambino non riesce a tenere la
testa eretta senza bisogno di aiuto fin da tre settimane di vita, quel bambino non
si sta sviluppando in maniera normale. Gesell dichiara sorprendentemente che un
bambino può tenere in equilibrio la testa a ventisei settimane: quasi cinque mesi!
La quantità di capelli con cui i bambini nascono è variabile. Alcuni bambini
posseggono una folta capigliatura, altri sono quasi calvi. In genere, ma non sempre, i capelli cadono durante i primi mesi di vita, per essere poi sostituiti da una
nuova capigliatura. Durante i primi tre o quattro anni di vita, i capelli possono
cambiare colore tre o quattro volte.
Quasi tutti i bambini delle razze chiare ed alcuni anche delle razze più scure,
come alcuni indù ad esempio, nascono con occhi blu. In genere gli occhi iniziano
ad assumere il colore permanente durante le prime settimane. Il colore marrone
degli occhi è un deposito di pigmento (come l’abbronzatura solare della pelle) nello stroma dell’iride. Quando lo stroma è privo di pigmento, lo stato purpureo di
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pigmento avvicinandosi alla membrana di base dell’iride produce una colorazione
blu. I bambini riescono a vedere sin dalla nascita. Si pensa che inizino a riconoscere gli oggetti tra la sesta e l’ottava settimana e che riescano a mettere a fuoco
un oggetto a circa tre mesi. Fino a questo momento, i bambini in genere presentano dei problemi nel fissare lo sguardo, e gli occhi possono apparire leggermente
storti, o possono presentare altri segni di scoordinamento muscolare. Solo raramente, prima dei tre mesi di vita, i bambini emettono lacrime mentre piangono.
Si dice che la luce disturbi i loro occhi. Tuttavia, il chiudere gli occhi in presenza
di una luce forte è solo un riflesso prodotto dalla stessa che colpisce le palpebre.
Gli occhi non sono sensibili alla luce.
Alla nascita i bambini possono udire ma durante i primi giorni di vita l’udito è
molto basso ed essi imparano a riconoscere la provenienza di un suono solo a due
mesi.
Sembra che l’olfatto sia molto scarso alla nascita e cosı̀ anche il gusto.
A circa sei settimane i bambini sorridono e tra i tre ed i cinque mesi ridono
con gioia. Cominciano a fare i versetti a circa tre mesi.
Un bambino si accorge degli oggetti a circa otto settimane e riconosce la gente
verso i tre mesi. A circa quattro mesi cerca di afferrare gli oggetti. Ad un anno
pronuncia alcune parole, le più semplici, ed a due anni comincia a formare delle
brevi frasi.
Appena nato, il bambino può sostenere il peso del suo corpo solo con una
mano se gli viene permesso di afferrare una matita o un altro oggetto di piccole
dimensioni. Da un mese di vita in poi dovrebbe essere in grado di afferrare con
una mano le dita della madre o del padre e di muoversi nel letto.
Un bambino ben nutrito può iniziare a stare seduto in posizione eretta tra i
sette e gli otto mesi. In questo periodo non bisogna mai sostenere la schiena con
dei cuscini. Un bambino ben nutrito può sopportare il peso del corpo in piedi, in
posizione eretta tra il terzo ed il quarto mese; in generale, i bambini alimentati
nella maniera tradizionale riescono a farlo solo tra il nono ed il decimo mese. Un
bambino ben sviluppato inizia a camminare carponi tra i cinque e gli otto mesi.
Un bambino, in media, cammina tra i tredici ed i sedici mesi, ma uno ben
sviluppato può farlo anche tra gli otto mesi ed il primo anno di età. Gli attrezzi
che si trovano sul mercato quali “i girelli”, ecc., sono dannosi e non dovrebbero
mai essere utilizzati da un genitore ben informato. Molti bambini si rotolano prima di iniziare a camminare carponi. Altri si trascinano in posizione seduta. Per
quello che riguarda lo sviluppo, il metodo ideale è quello di strisciare. I ritardi nel
camminare possono essere dovuti al rachitismo o ad altre forme di malnutrimen¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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to; a malattie acute, ad indigestione provocata da eccessi alimentari o da cause
debilitanti; ad eccessi di grasso o a debolezza degli arti inferiori. A molti bambini
viene impedito di esercitare i propri muscoli perchè i genitori hanno paura che si
facciano male. Sono molto pochi quelli che vengono esposti ai raggi del sole, cosı̀
necessari per uno sviluppo normale. Quasi tutti vengono alimentati in maniera
sbagliata e nutriti in modo insufficiente.
Vi sono molte variazioni riguardo al momento in cui i bambini sviluppano i
denti. Sono rari i casi in cui i bambini nascono con i denti; in alcuni casi, a quattro
mesi, presentano due o tre denti. I bambini considerati normali non hanno ancora i
denti al tredicesimo mese. Se il bambino è sano e nutrito adeguatamente, presenta
denti migliori se questi crescono in uno stadio successivo. La seguente tabella,
sulle età medie nelle quali spuntano i denti, è tratta da Il neonato ed il bambino di
Morse-Hill.
06-10 mesi incisivi inferiori di mezzo (in genere sono i primi a spuntare;
12-15 mesi 4 incisivi superiori;
18-20 mesi 2 incisivi laterali e 4 molari anteriori;
24-30 mesi 4 canini, 4 molari posteriori.
Alla fine del secondo anno e mezzo di vita un bambino normale presenta la
prima dentatura, o dentatura da latte, completa. Ad alcuni bambini a volte spunta
insieme un gruppo di denti. Al sesto anno nascono i primi molari permanenti,
dietro ai denti temporanei. Poco dopo, al bambino cominciano a cadere i denti
temporanei che vengono sostituiti da quelli permanenti.
I genitori, in genere, sono molto preoccupati riguardo al peso dei bambini
secondo le varie altezze. Lo sviluppo simmetrico e proporzionato del corpo del
bambino ed il suo stato di salute generale sono di gran lunga elementi più importanti, ma ai genitori è stato insegnato a valutare la salute del bambino secondo
delle misure, e niente può distoglierli da questa errata abitudine. La seguente
tabella, che fornisce il peso medio di bambini/e ad altezze diverse, è tratta da
Morse-Wyman-Hill.
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Altezza
84,12
86,36
88,90
91,44
93,98
96,52
99,06
101,60
104,14
106,68
109,22
111,76
114,00
MASCHI
Peso (*)
11,74
12,38
13,01
13,65
14,33
15,05
16,45
17,28
18,05
18,91
19,73
20,36
21,36
FEMMINE
Peso (*)
11,79
12,38
12,97
13,60
14,28
14,83
16,19
16,96
17,78
18,68
19,55
20,32
21,00
(*) Valori calcolati senza vestiti.
Bisogna comprendere che queste cifre rappresentano soltanto una media e non
costituiscono i valori ideali. Sicuramente qualcuno un giorno si preoccuperà di
compilare una tabella dei pesi non di bambini normali, ma di quelli ben nutriti e
sviluppati, il che non significa grassi. Solo allora si avranno delle tabelle che si
avvicinano ai valori ideali. Le tabelle in uso oggi rappresentano semplicemente
una media tra tutti i tipi e nessuno dovrebbe attenersi ad esse. Non preoccupatevi
se il vostro bambino non pesa come è indicato sulla tabella. Preoccupatevi solo
che sia sano, che abbia ciò di cui ha bisogno e dimenticate tutto il resto.
Dobbiamo imparare a considerare ogni bambino come un piccolo organismo
umano che le forze interne di sviluppo stanno cercando di trasformare in un uomo
o donna sani e robusti. Bisogna comprendere che ogni nuovo stadio o gradino
nello sviluppo del neonato in bambino, del bambino in adolescente e dell’adolescente in adulto, è spontaneo e naturale, e che se lo sviluppo appare ritardato o
disturbato vuol dire che ci sono degli ostacoli. Le forze dell’organismo sono alla
ricerca della perfezione e stanno facendo il possibile per raggiungerla, utilizzando
il materiale a disposizione nelle circostanze presenti. Non si può negare la tendenza ortopatica (verso il benessere), che l’organismo dimostra tanto nei casi di
malattia quanto in quelli di buona salute.
Se queste cose sono vere in relazione alla crescita e allo sviluppo fisico dell’essere in evoluzione, lo sono altrettanto in relazione alla crescita dell’aspetto
intellettuale, emotivo e morale dell’individuo. I cambiamenti fisici che si verificano durante la pubertà, ad esempio, non sono più profondi, marcati e spontanei di
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quelli mentali, emotivi e sociali che avvengono nella personalità. Ed è altrettanto
naturale che questi elementi, nel loro corso normale, tendano, come la parte fisica, verso l’ideale. La natura ricerca la perfezione intellettuale, emotiva, morale e
sociale tanto quanto quella fisica. Se non riesce a raggiungerla vuol dire che ha
incontrato degli ostacoli. Tali ostacoli possono essere individuati in molti fattori,
ma spesso nascono da uno sviluppo fisico ritardato o disturbato.
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Capitolo 8
LA MUTILAZIONE DEI
BAMBINI MASCHI
In un articolo pubblicato pochi anni prima della sua morte dedicato “all’orrendo spettacolo di come gli uomini sprechino le proprie possibilità”, H.G. Wells
afferma che l’uomo ≪possiede l’istinto di considerare sè stesso come materiale
grezzo≫, cosı̀ che ≪entro breve tempo non esisterà più un uomo completamente
naturale≫. Riportando alcuni esempi di questa abitudine dell’uomo di ricostruire se stesso, Wells afferma: ≪L’uomo martorizza il suo corpo. Si taglia in più
parti. Asporta frammenti di tessuto dal suo corpo. Non esiste quasi alcuna zona
del corpo che non venga mutilata ad età diverse: dita delle mani, dei piedi, denti,
orecchie. Si fa stampare dei tatuaggi ed infila oggetti alle orecchie ed al naso≫.
Questa è solo una parte della lunga lista di mutilazioni a cui l’uomo sottopone se
stesso.
È risaputo che alcune di queste pratiche facevano parte di riti magici primitivi
e che, in alcune tribù selvagge, sono ancora in uso, sempre a scopo di magia. A
volte si attribuisce loro un fine estetico, altre volte un significato igienico o sanitario. In realtà posseggono solo una spiegazione nel campo della magia. Alcune
derivano dal culto fallico, altre fanno parte dei sacrifici di sangue assai comuni tra
le popolazioni “primitive”, altre ancora servono per scopi magici.
Tra i riti di mutilazione appartenenti alle cerimonie magiche primitive che sono sopravvissute fino ad oggi, troviamo la circoncisione dell’uomo. La circoncisione, che significa letteralmente tagliare tutto intorno, consiste in un taglio praticato nel prepuzio. In alcune tribù anche le donne vengono sottoposte ad un pratica
simile, ma tale usanza non trova riscontro nelle società civilizzate, e pertanto, non
verrà trattata in questa sede. Prima di parlare in dettaglio della circoncisione e dei
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significati igienici e profilattici che vengono ad essa attribuiti da coloro i quali,
per interesse economico, si occupano della questione, devo dedicare alcune righe
allo scopo originale ed all’aspetto magico con cui è nata questa usanza.
Dove e quando sia iniziata la circoncisione non si sa esattamente. Molti antropologi pensano che sia nata in Egitto, altri sostengono che l’usanza si sia originata
in tempi molto più remoti. Certo è che si è diffusa su tutta la terra, persino nelle
Americhe, e questo indica che tale pratica deve essere entrata in uso in età molto
antiche. Alcune mummie del quinto millennio a.C. – studiate attentamente dall’anatomista inglese G. Elliot Smith – hanno rivelato il periodo più antico al quale
attribuire l’inizio dell’usanza della circoncisione, e si pensa che la valle del Nilo
sia il centro dal quale tale usanza si sia poi diffusa. Tuttavia, questo non vuol
dire che la circoncisione non sia più antica degli egiziani. Molte statue di scultori antichi rappresentano uomini circoncisi. Pitagora fu costretto dagli Egiziani a
sottoporsi alla circoncisione.
Oltre alla certezza riguardante l’antichità di tale usanza, esiste anche la certezza riguardante il suo rapido diffondersi. Veniva praticata dagli Ittiti e dai Canaaniti. La Bibbia, infatti, indica i Filistei con il termine “non circoncisi”. Anche
nell’antica mitologia fenicia troviamo delle allusioni a tale pratica già in uso tra le
popolazioni antiche.
Attualmente, le popolazioni che praticano la circoncisione “formano una linea
immaginaria e quasi ininterrotta tra la Cina ed il Capo di Buona Speranza”. Ad
eccezione dell’Europa, dove poche sono le usanze primitive che sopravvivono, il
rito della circoncisione è caratteristico non solo nelle tribù selvagge, ma anche
nelle nazioni altamente civilizzate. Tra queste ricordiamo le razze messicane e
l’antica razza azteca dell’America centrale. I Teani ed i Manao delle Amazzoni; i
Selico, Guamo, Otamoco dell’Orinoco, i negri del Congo e molte altre tribù delle
coste orientali ed occidentali dell’Africa, tra cui i Kaffiri, i Bechuani e gli Ontentotti, gli Etiopi, i Nubi e gli Egiziani moderni; le popolazioni del Madagascar,
gran parte degli abitanti dell’Australia, della Papuania, della Nuova Caledonia, gli
abitanti delle isole Ebridi, di Giava, delle Filippine e di Fijii e molte altre popolazioni, A Bombay, il rito della circoncisione viene eseguito nella maniera seguente:
il prepuzio viene inserito nella fessura di un pezzo di bambù e poi viene tagliato
con una lama affilata. Ci si può cosı̀ rendere conto che l’usanza è molto antica ed
è ancora molto diffusa.
Nella Bibbia, alcuni riferimenti alla circoncisione, che prevedeva l’uso di un
coltello di pietra, fanno pensare che abbia avuto origine durante l’età della pietra.
Una caratteristica della religione è quella di mantenere testardamente in vita le abitudini antiche (il coltello di pietra in questo caso) anche quando si sono scoperti
sistemi ed attrezzature migliori (un coltello di metallo in questo caso). Anche le
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seguenti testimonianze possono far immaginare il periodo in cui la pratica ha avuto inizio. In Exodus IV, 25 viene menzionata una pietra appuntita come strumento
di mutilazione ed in Joshua V, 2 si parla di “coltelli di pietra”. La descrizione di
coltelli di pietra fa presupporre che l’usanza risalga all’Età della Pietra. In America l’usanza è diffusa principalmente tra gli Ebrei e troviamo frequenti riferimenti
ad essa nella Bibbia. La storia Ebrea narra che Geova ordinò al leggendario Abramo di praticare quella usanza come sigillo del patto che avevano fatto tra di loro:
≪Questo è l’accordo che io faccio con te. Ogni maschio della tua gente dovrà
essere circonciso≫. Molto tempo dopo Abramo, tuttavia, troviamo che gli Ebrei
non circoncidevano i maschi. Due volte, nel sesto capitolo di Exodus, parlando
con Geova, Mosè dichiara di non essere circonciso e domanda perchè, stando cosı̀
le cose, dovrebbe aspettarsi che il Faraone lo prenda in considerazione. La nostra
spiegazione è che Mosè si riferiva in realtà, al fatto che egli, un figlio di Israele non era circonciso mentre gli Egiziani, incluso il Faraone, lo erano. I termini
con cui Geova impone i suoi ordini ad Abramo (Gen. XV) implicano, da parte di
quest’ultimo, una familiarità verso tale rito. È risaputa la sua esistenza tra i precedenti Colochi, Etiopi ed Egiziani (sia dei ranghi superiori che inferiori). Tra gli
Egiziani, tuttavia, più tardi fu ristretto agli ordini religiosi e a coloro che volevano
essere iniziati ai sacri misteri.
Se gli Ebrei sono realmente stati in Egitto, come sostiene la loro storia, è
probabile che abbiano tratto questa usanza dagli antichi egiziani e che l’abbiano,
quindi, portata fuori dall’Egitto. D’altro canto, se realmente è esistito un Abramo
che divenne il padre degli Ebrei, è possibile che sia stato proprio lui a portare, dalla
terra dei Caldei, la pratica della circoncisione. Sembra, comunque, che Mosè
ritenesse che il rito magico della circoncisione rendesse gli Egiziani circoncisi
superiori agli Ebrei che non lo erano. Rendendola il “sigillo del patto”, Mosè
garantı̀ la continuazione di questa usanza.
Anche se il Korano non parla di circoncisione, i maomettani la considerano
giusta e necessaria (sonnah). In una zona dell’Arabia viene praticata sugli uomini
adulti che stanno per sposarsi. L’operazione viene svolta in pubblico, davanti alla
moglie, ai suoi familiari, parenti ed amici sia di sesso maschile che femminile. Il
tutto viene inserito in una cerimonia sfarzosa. Anche tra le molte tribù cosiddette
primitive la circoncisione viene eseguita come atto preliminare al matrimonio.
In molte religioni cristiane la circoncisione non viene praticata, in quanto Paolo l’ha sostituita con la “circoncisione del cuore”. Gli Abissini cristiani (negri)
praticano la circoncisione come rito religioso, alla stessa maniera dei Copti, i
quali discendono dagli antichi egiziani. In entrambe queste popolazioni l’usanza sopravvive come riminiscenza dell’antico rito magico. Nella chiesa cattolica
ed in quella ortodossa ed anglicana, la “festa della Circoncisione”, che cade il
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1◦ gennaio, (l’ottavo glomo dopo la nascita di Gesù) viene celebrata per ricordare
la circoncisione di Gesù. Secondo me, questo modo di celebrare è piuttosto strano. Tra gli Ebrei la circoncisione è, ed è sempre stata, un rito religioso e viene
rigorosamente eseguita dal “moel” secondo le regole del giudaismo. La stessa cosa valeva anche per gli antichi egiziani tra i quali la circoncisione veniva eseguita
dai sacerdoti ed è stata sempre accompagnata da cerimoniali religiosi e mistici.
Questo dovrebbe bastare a far capire la sua origine: è una pratica superstiziosa
che ha sempre fatto parte di uno sciamanismo primitivo.
Qualunque sia stato il suo scopo originario, la circoncisione acquistò molta
importanza nella cultura limitata di coloro i quali vengono erroneamente definiti uomini primitivi, e l’usanza veniva sempre associata a quella magia “primitiva” che al giorno d’oggi preferiamo chiamare religione, Faceva parte della magia
sciamana, e questo ha portato a credere che, originariamente, fosse considerata un
sacrificio di “ringraziamento” per placare gli spiriti maligni. Questa teoria trova
un ulteriore riscontro nel fatto che in molte tribù la pratica non rimaneva confinata
solo agli uomini. In alcune parti dell’Africa anche le ragazze giovani venivano
sottoposte ad un’operazione analoga. Nella popolazione dei Nubi la religione impone che ogni bambina sia completamente circoncisa all’età di quattro o cinque
anni. L’operazione è molto dolorosa e pericolosa e spesso le bambine perdono
talmente tanto sangue da morirne. È molto probabile che la circoncisione abbia
avuto origine in Africa e quello è il paese in cui sarebbe dovuta rimanere.
Nella circoncisione, considerata l’operazione chirurgica più antica nel tempo, sopravvive un’usanza che affonda le sue radici nell’ignoranza più marcata.
Sembra essere derivata dall’antico sacrificio di sostituire una parte del corpo a beneficio dell’intero. Sicuramente, una grossa parte del significato originale del rito
è stata dimenticata con il trascorrere del tempo. Io credo che all’inizio facesse
parte dei “riti di fertilità” che, nella magia antica, erano molto numerosi. Se fosse diretta a influenzare la fertilità dell’essere umano, quella del bestiame o della
terra, o fosse intesa come sacrificio di ringraziamento per gli dei che governavano
tale funzione, è difficile da stabilire. Sicuramente non c’è ragione per credere che
abbia mai avuto qualche relazione con la “purificazione spirituale”. Molti autori, per dimostrare che originariamente la circoncisione era il simbolo fisico della
purificazione spirituale, citano spesso le dichiarazioni di Paolo nelle sue “Epistole ai Romani”. Ma Paolo aveva scritto le sue epistole molto tempo dopo che il
significato originale era stato dimenticato e nelle sue dichiarazioni mantenne, comunque, un tono molto generico. Esistono delle prove che fanno attribuire il rito
alla cultura fallica.
Non solo la circoncisione è un rito magico o religioso, ma si pensa anche che il
prepuzio, cosı̀ mutilato, possegga dei poteri magici. Ecco un esempio. I Dieri del¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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l’Australia centrale sostengono che il prepuzio asportato da un ragazzo per mezzo
della circoncisione, abbia il potere di provocare la pioggia. Il Consiglio Maggiore
della tribù tiene sempre a portata di mano, per questo scopo, una piccola riserva
di prepuzii. Questi vengono conservati in maniera scrupolosa, essendo avvolti in
piume di animale ed ammorbiditi con grasso di dingo e di pitone variegato australiano. Per nessuna ragione, una donna deve guardare questo “pacchetto” se è
aperto. Quando la cerimonia per favorire la pioggia è terminata, il prepuzio viene
bruciato poichè i suoi poteri si sono esauriti.
Alcuni sostenitori della circoncisione rispondono: ≪Anche se la circoncisione
possedeva un carattere di sacrificio, cosa importa? Noi che viviamo oggi dobbiamo essere guidati dalle condizioni attuali, qualsiasi cosa possa essere accaduta
nei tempi remoti. Il fatto è che la circoncisione è altamente igienica per l’uomo≫. Alcuni medici esperti nel campo, tuttavia, non sono d’accordo con questa
teoria e si avvicinano a quella degli igienisti secondo i quali la circoncisione non
possiede alcun valore igienico ed è sempre dannosa. I medici specialisti più conservatori considerano l’operazione che asporta l’intero prepuzio ≪raramente necessaria≫ per far si che questo possa essere ritratto; in altre parole, solo la pelle
≪superflua≫ dell’estremità deve essere asportata, permettendo cosı̀ che il prepuzio
copra e protegga il glande. Altri consigliano di incidere la pelle e di prelevarne
una parte a forma di V per facilitare la ritrazione. La professione medica, riguardo
a questo argomento, non è assolutamente concorde nelle opinioni, come d’altronde non lo è in molti altri casi. Bisogna osservare che solo in casi relativamente rari
esiste tanta pelle “superflua” da rappresentare un problema. Sicuramente il raro
verificarsi di questa anomalia non costituisce una base valida per l’usanza cosı̀
diffusa di mutilare il prepuzio.
L’età, alla quale viene praticata la circoncisione, varia a secondo delle popolazioni. Ogni popolo ha scelto il momento che ritiene migliore per questo cerimoniale. Gli ebrei la eseguono nell’ottavo giorno dopo la nascita. Sembra che
Israele, il leggendario padre degli arabi, sia stato circonciso a tredici anni. Quindi gli arabi eseguono la circoncisione al tredicesimo anno di età anche se, come
abbiamo detto in precedenza, in alcuni popoli arabi il rito viene svolto prima del
matrimonio. Tra i Kaffiri, una tribù africana, gli uomini vengono circoncisi tra
i quindici ed i diciotto anni. La cerimonia accompagnata da balli e feste e della
durata di cinque mesi, permette al ragazzo di entrare nella comunità degli uomini
adulti. I ragazzi delle tribù dei Lubali, Luchozi e Chokwe nella Rodesia del nord,
vengono circoncisi all’età di sei anni.
L’idea negro-melanesiana-indiana che la circoncisione renda adulto il ragazzo deve essere una idea recente in quanto, all’origine dell’usanza, si sapeva che i
ragazzi diventano uomini solo se, sposati, erano in grado di procreare, senza al¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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cun riferimento alla pratica. Ciò nonostante, tra la gran parte delle tribù di negri,
degli abitanti della Melanesia e degli indiani, essa rappresenta un prerequisito del
matrimonio e nessuna ragazza da marito si sognerebbe mai di sposare un ragazzo non circonciso. Infatti, è considerato indecente e sconsigliabile incoraggiare
un ragazzo che non sia stato avviat all’età adulta per mezzo di questo rito tribale. È da notare che lo stesso rito di circoncisione praticato sulle ragazze in molte
tribù dell’Africa, della Malesia e del Sudamerica viene anch’esso considerato un
prerequisito del matrimonio. Qualunque sia il paese nel quale il rito viene eseguito e qualunque sia il sesso obbligato a sottoporsi ad esso, è sempre considerato
un obbligo importante ed uno dei più spaventosi riti della tribù. Come possono
delle poplazioni colte ed altamente civilizzate, che hanno abbandonato la maggioranza dei riti magici del passato, giustificare il mantenimento di questa usanza
superstiziosa?
In Europa ed in America, oggi, la chirurgia commerciale ricorre a numerosi
espedienti nel tentativo di diffondere questo tipo di operazione tra le popolazioni
civili. Pur essendo ovvio il loro interesse nell’aumentare i propri guadagni, queste
persone non fanno altro che esaltare il valore igienico profilattico dell’intervento.
Alcuni ci raccontano che gli egiziani “praticavano la circoncisione solo a scopo
di pulizia”, altri la considerano “una misura sanitaria ottenuta dalla chirurgia”.
Come ulteriore giustificazione di un’usanza cosı̀ barbara, alcuni chirurghi sostengono l’inutilità del prepuzio. Prima di iniziare la difesa di questa parte del corpo,
vagliamo brevemente le varie giustificazioni che i moderni sciamani presentano a
favore dell’operazione.
1. Viene sostenuto che quasi in ogni uomo il prepuzio è troppo tirato e può essere spinto indietro solo con difficoltà, producendo, quindi, l’impossibilità
di mantenere pulita la parte. La circoncisione o per lo meno una ‘incisione’ sono consigliate nella maggioranza dei casi. Si pensa che è necessaria
mutilare questa parte del corpo umano se la si vuole mantenere pulita. Il
prepuzio rappresenta uno degli sbagli commessi da Dio o uno degli “sbagli
del processo evolutivo”. Per fortuna, vi sono diverse categorie di uomini
che si impegnano tutta la vita per “correggere gli sbagli commessi da Dio”.
Nel caso della circoncisione, l’usanza di correggere gli sbagli della natura e
del Dio della natura ha avuto inizio molto tempo fa, che non sappiamo dove
abbia avuto origine, chi fu il primo a praticarla, e quale fosse il suo scopo.
L’anatomista Pierson afferma (“Anatomia umana”, 1930) che alla nascita è
naturale che il prepuzio aderisca al glande, che non lo si può ritrarre con
facilità e che la separazione del prepuzio dal glande normalmente avviene
durante la prima infanzia. Che questo sia vero, e cioè che la natura faccia il
suo corso, è ben risaputo da tutti gli uomini non circoncisi della terra. Sulla
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terra esistono uomini non circoncisi da molto più tempo di quelli circoncisi, essi si rifiutano di accettare l’idea che mentre i cani, i tori, i leoni, le
capre non hanno necessità di essere circoncisi, gli uomini presentino tale
necessità.
Un prepuzio aderente può essere fatto scivolare sul glande con difficoltà.
Infatti, nella maggioranza dei casi questo avviene spontaneamente. Il fatto
è che in quasi tutti i bambini maschi, alla nascita, il prepuzio risulta relativamente lungo ma, con la crescita, il glande si ingrandisce ed il prepuzio
gradualmente si ritira fino a che scompare il bisogno di ricorrere alla mutilazione, nonostante ciò che la professione chirurgica ha sostenuto per più di
mezzo secolo.
2.
La circoncisione costituisce un grosso aiuto per la pulizia dei genitali≫,
sostiene uno specialista medico. Parlando del prepuzio egli afferma che
≪oltretutto secerne una sostanza maleodorante (smegma) che nessun detergente (che, comunque, non riesce quasi mai a raggiungere la superfice interna del prepuzio) può eliminare. Spesso, come risultato di ciò, si produce
la balanite che, nei casi di individui diabetici, può provocare una cancrena≫.
Secondo Keyes, una personalità nel campo, nonostante il popolo ebreo sia
predisposto al diabete, la circoncisione salva questi individui da tale malattia. E molto comune che le ulcere veneree ed altre lesioni più gravi come
il cancro rimangono nascoste per lunghi periodi in una massa di sporcizia
e di materiale necrotico. Un prepuzio irritato, anche se può essere ritratto
e pulito, provoca prurito, il che può essere seguito da fenomeni irritativi di
riflesso. In questi casi nelle pieghe interne del prepuzio si formano spesso
dei calcoli prepuziali causati dall’accumulo di secrezioni e di urina. Tutto
questo è il risultato della sporcizia. Per quanto riguarda il lato estetico, per
le sostanze maleodoranti e il prepuzio nauseante, i Thornton hanno perfettamente ragione a pensarla come la pensano. Rispetto il loro punto di vista,
ma sono sicuro che la maggioranza delle persone preferisce un corpo pulito,
sia che si tratti del glande, del naso, dell’ano, o di qualsiasi altra parte.
≪
Non c’è niente che potrei aggiungere per descrivere meglio la classe di pazienti curati da questo specialista o per dimostrare l’erroneità dell’approccio
medico ai problemi più semplici. Non è vero che il prepuzio secerne una
sostanza maleodorante. Secerne una sostanza che aiuta il glande a mantenersi morbido ed umido, cosicchè, seccandosi, non si formino screpolature.
E vero che questa sostanza, negli individui poco puliti, si può accumulare,
decomporre e risultare maleodorante, ma nessun uomo malato può essere
guarito con la circoncisione e questa non può evitare che un uomo si ammali. La circoncisione non trasforma un uomo sporco in un uomo pulito.
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Consigliare la circoncisione in sostituzione della pulizia vuol dire essere
d’accordo sul metodo che la medicina usa in genere per risolvere i problemi. È ridicolo circoncidere un’intera nazione solo perchè alcuni individui
sono sporchi. È molto più semplice insegnare loro ad essere puliti.
Affermare che la circoncisione aiuta a mantenere il pene pulito è ridicolo.
È cosı̀ facile ritrarre il prepuzio mentre si fa il bagno, (cosa che in genere
gli uomini fanno), e pulire sia il glande che la parte interna del prepuzio,
che la scusa della pulizia non giustifica la mutilazione del pene. Su questo
argomento, e praticamente su tutti gli altri, i medici hanno opinioni molto
diverse. Molti specialisti in questo campo sostengono che la circoncisione,
come regola generale, non è necessaria e anzi è assolutamente sconsigliabile. Essi suggeriscono di operare solo quei ragazzi il cui prepuzio appare
troppo lungo e stretto al punto che non si riuscirebbe mai a “tirarlo indietro
per eseguire le operazioni di pulizia”.
La maggioranza degli uomini è molto accurata nella pulizia e pochi sono
quelli maleodoranti. Nella mia vita ho incontrato degli uomini il cui cattivo
odore si propagava a distanza, ma sono stati casi molto rari. Gli specialisti
che sono abituati a trattare con uomini poco puliti non dovrebbero giudicare
la popolazione intera solo in base ai loro pazienti. E non dovrebbero neanche cercare di circoncidere l’intero paese, ma piuttosto insegnare a questi
pazienti ad essere puliti. È talmente facile pulire il prepuzio che è assurdo
asserire che bisogna scegliere tra la circoncisione e “un prepuzio maleodorante e nauseante”. È risaputo che gli uomini non circoncisi preferiscono
essere integri piuttosto che mutilati chirurgicamente.
La balanite (infiammazione del glande), la cancrena diabetica della parte
e la formazione di calcoli nell’accumulo di secrezioni e di urina vengono
prevenute con la pulizia. A questo scopo la circoncisione è assolutamente
inutile. L’irritazione del prepuzio, che provoca prurito e “fenomeni di riflesso” viene facilmente prevenuta per mezzo della pulizia. Più pulizia e meno
chirurgia aiuterà a migliorare la salute nel mondo anche se i medici ed i
chirurghi non saranno contenti. Poichè per essere pulito il pene deve essere
manipolato, che sia circonciso o no, non riesco a capire come la circoncisione possa prevenire l’insorgere dei “fenomeni di riflesso” che nascono
mentre lo si sta lavando. D’altronde, penso che un uomo o un ragazzo non
ha troppe difficoltà nella pulizia del pene durante il bagno.
La circoncisione non ha alcun valore igienico. Noi uomini di oggi dobbiamo
vivere secondo le condizioni del nostro tempo e da quando i primi uomini
non circoncisi sono apparsi sulla terra non abbiamo subito delle rivoluzioni anatomiche radicali. Le condizioni di oggi non rendono necessaria la
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circoncisione e questo dovrebbe risultare evidente osservando i milioni di
uomini non circoncisi che ci circondano. I vestiti, senza dubbio, escludendo
il sole e l’aria da alcune parti del corpo facilitano la produzione di sporcizia, ma a ciò si può porre rimedio utilizzando un altro importante agente di
pulizia naturale: cioè, l’acqua.
Lo specialista medico che non ha mai sentito parlare di bagni in acqua, che
considera universali delle condizioni assai rare, che tratta delle condizioni anormali come fossero generali e che esagera sul fatto della sporcizia
che a volte è presente, non ci può consigliare un piano razionale di cura
per un uomo normale, ma molto probabilmente si schiera dalla parte del
programma commerciale i cui benefici toccano principalmente i chirurghi.
Quanto è vera la dichiarazione che ≪più sono colti e più le loro menti sono
offuscate!≫.
3.
Ovviamente la circoncisione previene lo sviluppo della fimosi e parafimosi e di tutte le complicazioni che queste malattie comportano≫, afferma uno
specialista medico. In questo caso, stranamente, l’affermazione è corretta
e se ci fossero altri modi migliori per evitare questi due problemi, bisognerebbe ammettere che in una piccola percentuale di bambini maschi la
circoncisione può essere giustificata. La fimosi è costituita da un’apertura
molto stretta nel prepuzio cosicchè questo può essere ritratto fino a scoprire
il glande. Questo significa che il prepuzio è stato ritratto, ma che l’apertura
è talmente piccola che non può passare sopra il glande. La parafimosi è
costituita da una strozzatura del prepuzio sotto il glande. Vuol dire che il
prepuzio è stato ritratto ma che l’apertura è talmente stretta da non permettere che questo vada a coprire il glande. Questo provoca una strozzatura sul
glande e va ad interferire nella circolazione.
≪
Lo specialista citato in precedenza asserisce che sicuramente il 12-15% di
tutti i bambini maschi presenta una fimosi congenita. Questo, egli aggiunge,
è la base dei guai nell’età adulta. Pur considerando corrette le sue statistiche,
questo fatto non giustifica la circoncisione di tutti i bambini maschi. Se la
presenza di questa condizione giustifica la circoncisione (e non giustifica
affatto, in realtà) allora l’operazione può considerarsi necessaria solo in quei
casi dove esista una fimosi congenita.
Un prepuzio allungato non presenta un orifizio contratto, non è una ragione sufficiente per praticare la circoncisione. Non bisogna, in questo caso, lasciare che le secrezioni si accumulino con conseguente irritazione del
glande. La circoncisione è una mutilazione crudele ed inutile e la risultante malformazione del pene non può essere giustificata in nessun modo
e dovrebbe essere combattuta da ogni genitore di bambini maschi. Non vi
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lasciate spaventare dalle storie che i medici raccontano e dalle terribili conseguenze che descrivono; l’obiettivo reale non è il benessere del bambino
ma il portafogli del chirurgo.
Il prepuzio che appare tirato o che presenta un’apertura troppo stretta, può
essere allungato o dilatato per mezzo di un procedimento molto semplice, efficace e indolore. Pertanto, l’operazione non è giustificabile, persino
in quei casi che presentano una fimosi congenita. La circoncisione in tali
circostanze non è altro che chirurgia commerciale.
Parlando delle persone anziane, lo specialista afferma: ≪Nelle persone anziane, il prepuzio, insieme al resto degli organi genitali, compie un’involuzione e la ritrazione e la pulizia diventano più difficili ed a volte impossibili.
La risultante fimosi cronica provoca la ritenzione delle urine e delle secrezioni, il deposito di sali urinari e la formazione di calcoli o di cancro≫.
Riportando le parole di Corner dell’Inghilterra scopriamo che ≪si potrebbe
fare molto a favore del benessere dell’individuo e della felicità del genere
umano se la circoncisione degli anziani fosse praticata più di frequente. Se
gli uomini anziani fossero stati circoncisi nell’infanzia non si eviterebbero
tutte queste malattie gravi?≫
Nelle parole di Shelton del Texas troviamo che: ≪È una follia sostenere
e praticare la circoncisione universale dei bambini maschi solo perchè in
qualche raro caso un uomo anziano presenta la fimosi, quando cioé il prepuzio appare atrofizzato o si ritira più del resto degli organi sessuali≫. Lo
specialista, come tutti gli appartenenti al mondo della medicina, insiste
nel trattare tutti gli uomini come se fossero anormali. La fimosi cronica
negli anziani è relativamente rara; anche la ritenzione delle urine e la susseguente formazione di calcoli urinari con il cancro all’ultimo stadio, sono
condizioni assai rare. Nella maggioranza degli uomini l’atrofia degli organi
sessuali è uniforme cosicchè il glande si ritira nello stesso modo del prepuzio. In questo caso le suddette condizioni sono inesistenti. Quindi, se la
circoncisione può essere giustificata nei casi di fimosi cronica, sicuramente non lo è nella grande maggioranza degli uomini che non presentano tale
condizione. La mancanza di pulizia è la causa del problema, persino nei
casi di fimosi cronica ed ai pazienti deve essere insegnato ad essere puliti.
4. È stato affermato che, come prescritto nella Bibbia, lo scopo principale della
circoncisione è quello di mantenere la castità. La risposta a tale affermazione ha due aspetti. Primo, in nessuna parte della Bibbia si dichiara che la
circoncisione veniva praticata per rendere gli uomini più casti, ma ad essa
vengono attribuiti altri scopi; secondo, non serve mai a mantenere la castità. L’idea che, riducendo il desiderio sessuale, la circoncisione reprima
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l’immoralità non è confermata dai fatti. L’immoralità è comune nella stessa
misura sia tra gli uomini circoncisi che tra quelli che non lo sono ed a volte
in maniera anche maggiore nei primi.
5. Si dice che la circoncisione diminuisca il desiderio sessuale come se questo
fosse l’obiettivo che si deve raggiungere. Esistono modi normali e naturali per tenere a freno un desiderio smodato; non esiste un motivo logico
per tentare di diminuire un desiderio normale. Stiamo rapidamente abbandonando il vecchio concetto del sesso considerato un peccato. Si pensa
che la perdita di sensibilità del glande, dovuta alla perdita del suo normale
involucro protettivo, diminuisca il desiderio. Poichè il desiderio non è in
relazione col glande, ma è un complesso prodotto psico-neuro-ghiandolare,
la mutilazione di questa parte del corpo e la risultante anormalità del glande
non possono influenzare il desiderio. Infatti, non esistono prove a sostegno
dell’idea che nelle persone non circoncise il desiderio sia maggiore. Le persone circoncise non si distinguono nè per la loro austerità sessuale, nè per
l’assenza di prostituzione.
Una volta, un famoso medico cattolico mi disse: ≪la Chiesa non si oppone
ai rapporti sessuali tra gli uomini e le donne, si oppone solo al fatto che essi
traggono piacere da tali rapporti≫. Oggi che l’antica visione ascetica della
vita, che la chiesa è riuscita ad imporre solo a pochi suoi seguaci, è in decadenza, e che il piacere sessuale è riconosciuto come legittimo e normale,
il tentativo di difendere la circoncisione in base al fatto che diminuisca il
piacere sessuale, è un anacronismo che suscita ilarità. Sarebbe lo stesso che
distruggere il senso del gusto per prevenire il pieno apprezzamento delle
delizie alimentari; o eliminare l’olfatto per evitare che il bambino ami le
deliziose fragranze dei fiori; o danneggiare l’udito per evitare che la vittima impari ad amare le melodie e le armonie della musica. Non esiste una
valida giustificazione al danneggiamento di ognuna delle forze della vita ed
una moralità seria sicuramente non necessita di tali esperienze.
6. Viene dichiarato che la circoncisione sfavorisce la masturbazione. È sorprendente notare che i sostenitori di tale teoria sono proprio i medici i quali,
nello stesso tempo, non solo sostengono che la masturbazione è innocua, ma
anzi la considerano normale e piacevole. Anche in questo caso non esistono
prove a sostegno del fatto che la circoncisione prevenga la masturbazione.
Al contrario, degli studi approfonditi indicano che tale abitudine è comune
in misura uguale sia tra gli uomini circoncisi che tra quelli che non lo sono.
I miei studi su una comunità di ebrei hanno rivelato che questa abitudine è
diffusa ugualmente sia tra gli uomini ebrei, sia tra gli irlandesi, i tedeschi
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o gli inglesi. Esistono prove, in realtà, che la circoncisione predisponga ad
una prematura attività sessuale, alla masturbazione e all’onanismo.
7. L’usanza viene giustificata dal fatto che aiuta a ritardare l’orgasmo. Le prove indicano che la circoncisione non fornisce un simile vantaggio. Alcuni
uomini circoncisi riescono a prolungare il rapporto per ore. La capacità di
prolungare il coito sembra dipendere più dalle abitudini e dalla tecnica che
dall’assenza o dalla presenza del prepuzio.
8. Viene dichiarato che la circoncisione sia un fattore importante nella prevenzione delle infezioni gonorroiche. L’infezione gonorreica si manifesta
nella membrana mucosa che riveste il tratto uretrale e la presenza o l’assenza del prepuzio non influenza affatto l’insorgere dell’infezione. Il frequente
manifestarsi della gonorrea tra le persone circoncise dimostra che la circoncisione non vale molto come sostituta di un buon comportamento. Il fatto è
che la differenza tra la presenza della gonorrea nelle persone circoncise ed
in quelle non circoncise, non è rilevante. In questo caso, di nuovo, le opinioni dei medici sono assai diverse tra loro. Alcuni considerano le capacità
protettive della circoncisione cosı̀ inesistenti e pericolosamente insicure che
molti medici non la ritengono un rimedio preventivo.
9. Viene sostenuto, inoltre, che la circoncisione protegga dalla sifilide e dal
cancro. Io dubito che la sifilide esista e sfido il mondo della medicina
a offrire delle prove reali che tale malattia sia mai esistita. Ma, dando per vere le storie raccontate dai medici, sicuramente nella circoncisione
non esiste alcun fattore che possa prevenire “l’infezione”. Quello che viene
affermato riguardo alla “sifilide” vale ugualmente anche per quelle “infezioni” che portano allo sviluppo di un cancro. La frequenza di cancroidi
e dei molti altri complessi patologici denominati “sifilide” riscontrati nelle
persone circoncise dovrebbe bastare a convincere anche i medici ed i chirurghi più commerciali che la circoncisione non previene queste “infezioni”.
La giustificazione della circoncisione come mezzo per prevenire le malattie veneree, è basata sul concetto implicito che tutti gli uomini si trovino a
contatto prima o poi con donne infette; ma tutti gli uomini sanno che non è
vero.
10. Alcuni medici specialisti affermano che la circoncisione è una misura profilattica contro le convulsioni ed altre manifestazioni di riflesso, ma il grande
numero di casi di convulsioni, di epilessia e di altri cosiddetti “fenomeni
di riflesso” riscontrati tra le persone circoncise dovrebbe far cadere la validità di tale teoria. È risaputo che le convulsioni ed i “fenomeni di riflesso”
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sono dovuti a numerose condizioni irritative locali, condizioni che non hanno nulla a che fare con la presenza del prepuzio. Ma è anche vero che i
fenomeni di riflesso riscontrati in questa parte del corpo potrebbero essere
prevenuti con la pulizia e, nel caso di un’apertura troppo stretta, con una
dilatazione.
11. Viene dichiarato che la circoncisione previene il cancro, le malattie veneree
ed altre, manifestazioni patologiche. Ci si riferisce solo alle “malattie” che
colpiscono il pene. Questa è un’altra dichiarazione falsa. Tali malattie vengono trovate nella stessa misura sia tra gli uomini circoncisi che tra quelli
che non lo sono. In breve, vi darò una descrizione del cancro al pene. Anche
coloro i quali difendono la circoncisione dichiarando che può prevenire il
cancro al pene ammettono che in realtà questa malattia si verifica spesso tra
molti musulmani circoncisi. Il motivo di ciò sarebbe da attribuire al fatto
che la circoncisione viene praticata tra il quarto ed il nono anno di età e
cioè non abbastanza presto per evitare il manifestarsi della malattia. Poichè
il cancro al pene si manifesta solo in età avanzata, il momento in cui essi
praticano la circoncisione sembrerebbe giusto. Infatti, quando vogliono dare importanza al fatto che tra i musulmani il cancro al pene è un fenomeno
molto raro, allora dichiarano che il momento in cui si pratica la circoncisione è appropriato. Ma il cancro al pene si manifesta raramente anche tra
le persone non circoncise. Negli Stati Uniti, per esempio, c’è una mortalità annuale di 225 unità a causa di questa malattia. Di queste 225 morti,
viene dichiarato che ≪in quasi tutti i casi (ma non tutti) la condizione può
essere prevenuta se si pratica la circoncisione durante i primi anni di vita≫.
A sostegno di questo fantomatico valore profilattico della circoncisione non
si hanno prove e secondo loro dovremmo prendere per buona la loro teoria
anche in mancanza di quest’ultime.
Nel suo libro La circoncisione negli uomini e nelle donne, la sua storia, psicologia ed etnologia (1934), Felix Bryk afferma: ≪Sampoerno ha recentemente dimostrato che, per mezzo della circoncisione, il carcinoma del pene
non può essere sicuramente prevenuto. Tra i 78 casi di carcinoma riscontrati
su uomini provenienti da Giava, furono trovati 7 casi di cancro≫. Sampoerno afferma: ≪la teoria che la circoncisione sia una misura protettiva non ha
fondamento in quanto i Giavanesi, come gli ebrei, praticano regolarmente
la circoncisione come rito≫.
Uno specialista medico sostiene che ≪nel mondo è stato riportato solo un
caso di cancro al pene tra tutti gli uomini circoncisi fin dall’infanzia≫. Egli
parla della circoncisione nell’infanzia in quanto considera l’adolescenza
uno stadio di vita troppo avanzato per l’esecuzione dell’operazione. Ma
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il fatto che anche un solo caso di cancro al pene sia stato riscontrato in un
uomo circonciso sin da quando era neonato, indica che non è una misura
preventiva troppo sicura in quanto risulta ovvio che se non è in grado di
proteggere un uomo da quella malattia, non sarà in grado di proteggerne
nessuno. Il fatto che si parli solo di un caso probabilmente è dovuto alle circostanze che hanno fatto trascurare la menzione della circoncisione o
l’assenza di essa.
12. L’ultima assurdità dei medici riguardo alla circoncisione, apparsa sulla rivista Quick il 5 maggio 1952 è quella che ≪circoncidendo tutti gli uomini
si può prevenire il cancro alla cervice (il collo dell’utero) nelle donne≫. Un
medico di New York, discutendo su questo argomento, asserisce che il cancro alla cervice è più comune tra le donne cristiane che tra quelle ebree.
Non conoscendo le cause che producono il cancro, un medico deve sempre
ricorrere alle statistiche. Questo sembra un altro tentativo dei chirurghi di
favorire la circoncisione universale. Il fatto che la maggioranza delle donne cristiane non sviluppa il cancro alla cervice mentre molte donne ebree
e musulmane sı̀, indica invece che la mancanza di circoncisione nei mariti
delle donne cristiane, non rappresenta la causa di questa malattia. Non esiste alcun modo in cui la circoncisione degli uomini possa prevenire il cancro
alla cervice nelle donne; ed alla stessa maniera non esiste alcun modo in cui
la mancanza di circoncisione degli uomini possa provocare il cancro alla
cervice nelle donne.
Sembra impossibile accettare l’idea che il prepuzio non abbia una funzione
propria. Il prepuzio costituisce la copertura naturale del sensibile e delicato glande
ed il fatto di asportarlo non può che essere nocivo. Protegge il delicato glande
dagli sfregamenti e mantenendolo umido e coperto evita che si inaridisca. Aiuta a
mantenere una sensibilità sessuale del glande ed oggi che l’importanza del sesso
ha assunto valori elevati, questo fattore non è da trascurare. L’indurimento e la
perdita di sensibilità della pelle che copre il glande, in seguito alla circoncisione,
viene considerato uno dei benefici che derivano da tale operazione.
Mutilare deliberatamente la capacità di avere una vita sessuale soddisfacente
ed imporre questa condizione anormale ad un uomo in un momento in cui non
può scegliere, è un oltraggio che non può essere giustificato in alcuna maniera.
Il vantaggio di non essere mutilati supera sicuramente tutti gli inesistenti benefici
inventati dagli sciamani e dai chirurghi. Solo l’egoismo dei chirurghi può far loro
credere che possano brutalmente interferire nelle strutture e nelle funzioni della
natura, per quanto insignificanti e prive di valore queste possano apparire.
Se i giovani hanno un diritto più importante rispetto agli altri, questo è il dirit¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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to di crescere in maniera sana, integri. I genitori sono sempre troppo disponibili a
sacrificare tonsille, appendici, prepuzi, ecc., solo perchè un medico o un chirurgo
dalla mentalità commerciale sostiene che l’organo o la parte, è inutile ed è una
minaccia alla salute. Se l’uomo adulto, si accorge che il prepuzio è un “di più”
fastidioso e vuole farselo asportare, può scegliere liberamente, ma quando è neonato o bambino è dovere e responsabilità dei genitori mantenere la sua integrità
strutturale e fisica. Essi dovrebbero proteggere il bambino dalla moltitudine di
crimini diretti al corpo umano di cui sono colpevoli i medici ed i chirurghi.
Un adulto circonciso può percepire l’idea della funzione che il prepuzio svolge
nel difendere il glande dagli sfregamenti e dal contatto con l’esterno. Fino a che
la membrana non si è indurita egli prova un notevole fastidio e dolore in seguito
a contatti con materiali e, pertanto, si stabilisce un livello di tolleranza. Questo
periodo di sensazioni spiacevoli dura per diverse settimane. Si pensa che nel caso
di un neonato il periodo di sensibilità duri anche più a lungo. ≪Privo della sua
naturale copertura protettiva, il tessuto muco-cutaneo che ricopre il glande entro
breve tempo diventa un tessuto dermico vero e proprio≫. Diventa spesso come la
pelle. Rimuovere il normale tessuto protettivo del glande durante i primi giorni
di vita provoca spesso una sclerosi (indurimento) progressiva, un meato contratto
(pene di piccole dimensioni), la balanite ed altre condizioni negative. Herbert
Snow, M.D., chirurgo al Cancer Hospital di Londra, afferma: ≪Questa condizione
di inspessimento e di trasformazione in tessuto simile alla pelle che avviene nel
tegumento del glande, con conseguente rimpicciolimento dell’apertura uretrale,
può essere considerata come il normale risultato della circoncisione≫.
“Il meato piccolo” viene descritto da numerosi chirurghi e specialisti come
risultato della rimozione del prepuzio avvenuta durante i primi giorni di vita. Alcuni medici specialisti sostengono che questa condizione di pene piccolo viene
riscontrata nel novantacinque percento degli ebrei. Bisogna ricordare che tra gli
ebrei il rito della circoncisione viene praticato nella prima infanzia, mentre tra altri
popoli viene eseguito in uno stadio di vita più avanzato, cioè quando lo sviluppo
dei genitali è abbastanza progredito.
Gli unici casi di pene piccolo negli adulti, cioè di un pene le cui dimensioni
erano simili a quelle di un ragazzo di dieci anni da me osservati, si riferivano a
uomini che erano stati circoncisi durante l’infanzia. Questa contrazione o arresto
di sviluppo, le aderenze che forma e che richiedono un successivo intervento e le
malformazioni che produce sono le obiezioni principali rivolte a tale operazione.
Che le aderenze e le malformazioni non si manifestino in tutti i casi è vero, ma
nessun genitore può sapere in anticipo quello che accadrà nel caso del loro bambino. Non hanno nessun diritto di correre questo rischio sulla pelle del proprio
figlio.
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Anche il lato estetico in questo argomento ha importanza. Un pene non mutilato è sicuramente di aspetto più piacevole rispetto ad uno circonciso. Una giovane
donna ebrea, dopo aver visto un pene non circonciso esclamò: ≪Il pene circonciso sembra malato≫; osservazione, questa, assolutamente vera. La mutilazione di
una qualsiasi parte del corpo rovina il suo aspetto. Quando ci prendiamo cura di
bambini maschi stiamo costruendo degli uomini e dobbiamo sempre svolgere la
nostra opera tenendo a mente il prodotto finale. Molti uomini soffrono di questa
irreparabile mutilazione che è stata loro imposta durante l’infanzia e noi crediamo
che un bambino dovrebbe essere lasciato crescere e poi può decidere da solo se
vuole essere mutilato in questa maniera o no. Nessun uomo sano ed integro permetterebbe che gli asportassero il prepuzio senza una valida ragione; non è giusto
imporre tale operazione ad un neonato quanto non è in grado di poter fare la sua
scelta.
Molte autorità mediche sono d’accordo nel sostenere che la circoncisione non
comporta rischi. Questo è sbagliato. Ogni operazione, persino la più semplice,
implica dei rischi. Delle persone sono morte solo per essersi fatte asportare i calli.
Ogni operazione implica uno shock chirurgico, una perdita di sangue, una infiammazione, dolore ed il pericolo di “infezioni”. Se vengono usate sostanze anestetiche, anche questo è pericoloso. In seguito ad operazioni eseguite in maniera errata
si presentano gravi complicazioni. Non c’è bisogno che io parli di queste cose in
quanto non stiamo discutendo sul modo errato di compiere l’operazione, ma sul
valore dell’operazione stessa.
L’infiammazione ed il distaccamento del pene con conseguente morte avvengono raramente in seguito a tale operazione sia se eseguita dal Moel ebreo, che
da un chirurgo. Più di un chirurgo ebreo ha espresso il desiderio che la sua gente
abbandoni tale usanza a causa dei pericoli che essa comporta. Si sono avuti casi
di morte come risultato di emorragie causate dall’operazione. Anche nelle situazioni migliori si sono avuti avvelenamenti settici ed emorragie incontrollabili. In
molti casi l’infiammazione del pene non scompare rapidamente. Per molto tempo
rimangono i dolori e la sensibilità. Il contatto con gli indumenti è doloroso in questa condizione. In alcuni casi l’irritazione può durare per anni e non è raro trovare
bambini di quattro o cinque anni che si toccano in continuazione a causa dell’irritazione. Per lungo tempo dopo l’operazione le parti possono rimanere edematose
e flaccide. Dopo l’operazione è assai comune riscontrare una cellulite diffusa nel
pene in quei bambini alimentati in maniera scorretta. Sono d’accordo con il dott.
Snow che ≪in assenza di prove che facciano considerare benefica tale operazione bisogna dichiarare un atto criminale l’asportazione di un organo perfettamente
normale≫.
La contrazione del pene durante la sua guarigione viene descritta dai chirurghi
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che devono intervenire una seconda volta per prevenirla. Essi descrivono questa
seconda operazione come “un procedimento assai doloroso”. La rimozione parziale del prepuzio, suggerita da alcuni chirurghi, provoca spesso aderenze, cosı̀
che risulta “necessaria” una seconda operazione.
Sono stato chiamato a volte per assistere neonati ebrei che soffrivano agonizzati a causa dell’operazione. In un caso, il piccolo pene era gonfio tre volte le sue
dimensioni, rosso congestionato ed il piccolo essere urlava dal dolore. Entrambi
i genitori, prima del matrimonio, erano stati miei pazienti. Quando li rimproverai
per aver sottoposto il bambino a tale rito barbaro, essi risposero: ≪Se non lo avessimo fatto le nostre madri ci sarebbero rimaste molto male≫. Il povero bambino
era costretto a soffrire a causa della superstizione dei suoi nonni. Credo che se
i chirurghi non riusciranno più a convincerci a pagar loro forti somme di denaro
per asportarci parti e organi, gli ebrei americani abbandoneranno questa usanza
superstiziosa nel giro di due o tre generazioni. E non sarà la prima volta che gli
ebrei si distaccano da un’usanza.
Vi sono ebrei che hanno abbandonato il giudaismo (sono diventati cristiani o
atei) i quali affermano che l’unica ragione per cui circoncidono i loro bambini
è perchè altrimenti il resto delle comunità ebraiche li allontanerebbero invece di
integrarli. La coercizione sociale si sta gradualmente spegnendo. Oggi vi sono
migliaia di donne ebree che senza esitare hanno sposato uomini non circoncisi.
Gli uomini ebrei e pagani stanno sempre di più imparando ad accettarsi nonostante
l’assenza della mutilazione genitale. L’ateo ebreo che circoncide il proprio figlio
è alla pari di un ateo inglese e tedesco che battezza il proprio figlio: rifiuta la
dottrina ma segue le usanze.
Ogni genitore dovrebbe capire che la circoncisione costituisce uno shock molto grave per il sensibile e delicato sistema nervoso del bambino e dovrebbe prendere ogni precauzione possibile per proteggerlo da queste esperienze assolutamente
inutili. Mentre ero a New York City, nel luglio del 1952, un bambino ebreo di salute eccezionale fu portato da me per essere visitato, accompagnato dalla mamma
e dalla nonna. Il bambino aveva sei mesi e non era stato circonciso. La madre
disse: ≪La circoncisione per la maggioranza degli ebrei americani di oggi è solo
un’usanza piuttosto che un vincolante rito religioso, ed in quanto tale dovrebbe
essere abbandonata immediatamente≫.
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Capitolo 9
LA DENTIZIONE
Fino a qualche anno fa, era opinione generale tra la maggioranza degli uomini
civilizzati, e lo è ancora tra molti di loro, che quando un uomo sviluppa i primi
denti diventa particolarmente soggetto a disturbi intestinali e di altro genere, e
molti decessi vengono attribuiti a tale causa. Ogni disturbo durante il periodo
della dentizione viene attribuito ad essa e si pensa che la malattia che ha colpito il
bambino sia una disgrazia inevitabile.
Mai sbaglio più grosso fu compiuto. In questi casi la vera disgrazia è rappresentata dall’ignoranza dei genitori, degli assistenti e dei medici in quanto la
malattia non è assolutamente il risultato del processo della dentizione. ≪Come
si può pensare – domanda il dott. Page – che la dentizione costituisca una sorta
di ripensamento da parte del Signore, e che poichè i bambini vengono al mondo
privi di denti questo sbaglio possa essere corretto solo per mezzo di un processo
doloroso, pericoloso ed anormale?≫
È assurdo persino immaginare che il Signore abbia inflitto ai giovani un processo fisiologico anormale, pericoloso addirittura nei confronti della vita stessa.
La dentizione è un processo perfettamente naturale e non dovrebbe mettere paure
od ansietà nè essere accusato di costituire la causa dei disturbi che possono manifestarsi durante quel periodo. I bambini sani, durante il periodo della dentizione,
non provano dolore ed il processo non interferisce nella digestione.
Praticamente ogni bambino, dall’età di sei mesi ai due anni e mezzo, sviluppa
denti quasi continuamente. È un fatto innegabile che la maggioranza dei bambini
riesce a sviluppare tutti i denti senza l’insorgere di problemi. Ma poichè il processo della dentizione è quasi continuo per un periodo di due anni, è praticamente
impossibile che il bambino non accusi alcun tipo di disturbo in tale arco di tempo;
tuttavia, gli eventuali problemi che potrebbero manifestarsi non sono coinciden– 104 –
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ti con lo spuntare dei denti. Durante questo periodo molti bambini presentano
problemi gastro-intestinali e le madri e le nonne, oltre i medici, attribuiscono tali
condizioni alla dentizione, mentre le due situazioni sono puramente coincidenti e
non sono collegate tra loro come causa ed effetto. La dentizione non provoca ad
un bambino neanche un giorno di malattia ma può invece essere fonte di problemi
per un bambino già sofferente a causa di un regime alimentare sbagliato.
In alcuni casi il bambino può apparire temporaneamente irritabile e nervoso o
può perdere l’appetito. Questo accade specialmente quando i denti spuntano tardi
e quando ne nascono insieme da tre a sei. Ma nella maggioranza dei casi tale
situazione è il risultato di eccessi alimentari. La dentizione non produce alcuno
dei disturbi che vengono ad essa attribuiti. Tali disturbi sono sempre dovuti ad
altre cause.
L’abitudine comune di applicare delle sostanze calmanti sulla gengiva infiammata è alquanto sciocca. Il farmaco non può produrre un effetto anestetico locale e
riesce ad alleviare il dolore solo se il bambino ne ingerisce una quantità sufficiente
a provocare un effetto come di sostanza stupefacente.
Una tettarella immersa in acqua fredda e posta in bocca al bambino, ripetendo
frequentemente l’immersione in acqua, fornisce un sollievo temporaneo. Ma la
misura più importante da prendere è quella di sospendere l’ingerimento di ogni tipo di cibo ad eccezione, forse, delle spremute di arancia fino a che lo stato febbrile
e l’irritabilità non siano scomparsi completamente. In questo modo si diminuirà
il dolore, presente in tali casi, che possono svilupparsi in una condizione assai più
grave.
In molti bambini i denti, presto o tardi, nascono in rapida successione senza
provocare disturbi e non c’è ragione per cui i bambini non possano fare altrettanto
semprechè siano mantenuti in buona salute.
Nei casi in cui è presente una leggera infiammazione delle gengive con conseguente nervosismo ed irrequietezza, si migliora la situazione riducendo le quantità
di cibo del bambino. È mia abitudine, in queste situazioni, sospendere il consumo
di latte e dare al bambino solo succhi di frutta, preferibilmente di arancia.
Tuttavia, esiste una credenza popolare che in questo periodo della vita, il bambino ha bisogno di cibo più abbondante e “più forte”. Il dott. Page afferma:
≪Mi riferisco alla lentezza della dentizione, cioè al ritardo, alla difficoltà ed ai
disturbi comuni dovuti in molti casi ad una degenerazione di grasso in seguito ad
alimentazione eccessiva; e questo provoca una cessazione nella normale crescita
dell’organismo, includendo, naturalmente, anche i denti≫.
La maggioranza degli animali nasce già con i denti, ma in genere, dopo la na¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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scita, ne spuntano altri senza difficoltà. Raramente i bambini hanno problemi con
lo svilupparsi della dentizione definitiva a causa del fatto che questi denti spuntano dopo il periodo dell’alimentazione forzata. Tra i bambini delle popolazioni
selvagge il periodo della dentizione non rappresenta un problema. Nel suo Chiudi
la bocca, Catlin riporta alcune cifre dell’anagrafe inglese che indicano che ogni
anno in Inghilterra 3660 bambini, al di sotto di un anno di vita, muoiono a causa “dei dolori provocati dalla dentizione”. Ma Catlin non riuscı̀ a trovare alcuna
prova che anche i bambini indiani morivano in seguito allo spuntare dei denti. Un
capo Sioux gli disse: ≪pare, che in quel periodo i bambini soffrano chi più chi
meno, ma in tutta la popolazione Sioux nessun bambino è mai morto per quella
causa≫. I Pawnee-Picts gli dissero che ≪i bambini non sono mai morti a causa dei
denti≫.
Paragonando l’enorme quantità di latte che si somministra ai neonati alla quantità che consumerebbe un uomo se venisse alimentato alla stessa maniera del neonato, il dott. Page afferma: ≪non c’è da meravigliarsi che il canale alimentare,
dalla bocca all’ano, risulti irritato e che il fisico intero, comprese le gengive, appaia infiammato in quei bambini alimentati eccessivamente. Il bagnarsi a letto
e l’eccessiva secrezione nasale e della bocca testimoniano lo sforzo della natura
di liberarsi di tali eccessi; e quando sarebbe il momento che i denti comincino a
spuntare non c’è da meravigliarsi che la loro crescita risulti arrestata, come quella
delle ossa e dei muscoli delle costole, braccia e gambe, o a causa della presenza
del grasso o per mancanza di nutrimento dovuta all’incapacità degli organi malati
di digerire ed assimilare il cibo. È l’espressione del bisogno della natura di ottenere il nutrimento che non riceve dal cibo non digerito e non assimilato; la natura
rivendica la crescita e bisogna trovare il metodo per assecondarla≫.
≪Quando la diarrea o il colera infantile hanno ripulito il corpo da tutte le impurità, incluso il grasso, e quando la crescita dell’organismo riprende, anche i denti
ricominciano a crescere e fanno la loro comparsa. Non è raro che, secondo la superstiziosa credenza universale, la causa della malattia, in tali circostanze, venga
attribuita alla ‘dentizione’≫.
Il dott. Tilden afferma: ≪la forte sensibilità delle gengive, nei bambini che
stanno sviluppando i denti, è causata da uno scompiglio sistemico generale. Se
questi bambini vengono tirati su correttamente non si ammaleranno, e non essendo
malati, con grande sorpresa della madre, mostreranno un piccolo dente ogni determinato periodo di tempo senza soffrire≫. Aggiunge, inoltre: ≪Se un bambino
viene alimentato troppo abbondantemente, troppo spesso, e con alimenti che non
dovrebbero essere somministrati fino al secondo anno di età, si ha come conseguenza l’indigestione e l’irritazione dello stomaco; egli appare irritabile, nervoso
e malaticcio; la stitichezza diventa la regola. In questo stato i bambini soffrono
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quando spuntano i denti; in realtà, tutto li fa soffrire in quanto il loro stato di salute
è pessimo≫.
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Capitolo 10
I BAMBINI GRASSI
Parlando della tenerezza della carne del maiale che aveva allevato, una volta un
contadino disse al dott. Page: ≪Persino le ossa sono tenere quasi quanto la carne≫.
I contadini ed i guardiani di bestiame fanno ingrassare i maiali, il pollame ed il bestiame in quanto, sul mercato, più gli animali pesano e più soldi fanno guadagnare,
e tali animali vengono salvati dalle malattie e dalle sofferenze in quanto vanno al
macello prima che queste possano colpirli. Poichè, all’infuori delle guerre, gli
esseri umani non vengono mandati al macello, essi muoiono prematuramente di
malattie ai reni, al cuore, di apoplessia e, come gli animali grassi delle fattorie,
dal punto di vista riproduttivo, risultano impotenti in quanto non sono in grado di
trasmettere ai nuovi esseri il vigore, l’energia e la virilità. Una donna fertile che
ingrassa cessa immediatamente di essere in grado di mettere al mondo dei
figli. La stessa cosa avviene tra gli animali.
I bambini grassi e rachitici presentano più o meno le stesse condizioni dei
maiali grassi del contadino. Ma le madri, le infermiere ed i medici, come regola
generale, rispondono molto bene alla descrizione del dott. Felix Oswald riportata
nel suo Educazione fisica (p. 202): ≪l’infermiera modello segue il principio della
scorpacciata; i bambini sono come maiali da vendere, vengono ammirati quando il
grasso è talmente abbondante da pregiudicarne la vita. Il bambino viene costretto
a succhiare quasi ogni mezz’ora, giorno dopo giorno, fino a che l’abitudine diventa
un appetito morboso, analogo al fastidio di uno stomaco dispeptico in cui il cibo
non può alleviare, o correggere un letargo gastrico≫.
La credenza popolare che alimentare un bambino voglia dire alimentarlo in
eccesso e che solo i bambini grassi sono sani, ha causato molte malattie tra i
neonati ed i bambini. La putrescenza proteica è l’aspetto peggiore di questi
eccessi alimentari. L’organismo tenta di eliminare tale putrescenza attraverso
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la pelle, per mezzo delle eruzioni cutanee. Spesso osserviamo neonati magri e
forti diventare in breve tempo creature obese, malate e pronte ad essere colpite
da ogni tipo di “malattie infantili”. Un peso eccessivo non significa buona salute.
I bambini che alla nascita sono grassi hanno meno possibilità di avere una vita
lunga rispetto a quelli magri.
Il concetto moderno nei riguardi dell’adiposità è favorevole al punto che vogliamo che i nostri bambini siano delle “palle di grasso” e ci preoccupiamo se
non lo sono. Viene quasi da pensare che facciamo ingrassare i nostri bambini per
portarli poi al mercato, per venderli o per macellarli. L’obesità si sviluppa nei neonati molto presto in quanto tutti ammirano i bimbi. Tali bambini, come animali
grassi, hanno muscoli molto sottili e deboli. Il castrato ed il manzo, quando
sono eccessivamente grassi, posseggono muscoli talmente “flaccidi” da non poter
neanche essere definiti tali. La muscolatura dei maiali è quasi inesistente; a volte,
infatti, non riescono neanche a tirarsi su ed a camminare fino alla mangiatoia. Tali
animali sono adatti per la produzione di lardo, ma non per diventare prosciutto o
pancetta. Gli uomini e le donne grasse, che non vengono uccisi in gioventù,
muoiono di malattie relative alla pletora.
Riguardo ai bambini grassi cosı̀ tanto ammirati, il dott. Page afferma: ≪l’eccesso di grasso, è considerato generalmente un segno di malattia reale anche negli
adulti. Non solo i muscoli appaiono avviluppati nel grasso, ma lo contengono anche interamente cosı̀ come gli organi vitali: i reni, il fegato, il cuore, ecc. Spesso
in questi casi una dissezione rivela il fatto che tali organi risultano ingrossati e degenerati a causa del grasso; il fegato, ad esempio, raddoppia le sue dimensioni.
In ultimo, la situazione culmina o in un arresto della crescita o in una malattia
violenta, che elimina il grasso ed a volte anche la vita≫.
Nessun contadino si sognerebbe mai di far ingrassare un animale che sta
crescendo. Egli sa che cosı̀ facendo ne arresterebbe la crescita. Lo stesso contadino adora il suo bambino quando “è grasso come una palla”. Un contadino
saggio ha imparato che il grasso precoce arresta la crescita dei maiali e fa sı̀ che
questi ingrassino solo dopo essere stati svezzati; molto raramente i maiali sono
in sovrappeso durante lo svezzamento. Il contadino che fa ingrassare i maialini
non possiederà mai dei porci ben pasciuti. I maialini che stanno crescendo vengono alimentati solo con quel tanto che basta a permettere una crescita costante.
Vengono fatti ingrassare solo dopo che lo sviluppo appare completo.
Al momento della nascita gli animali sono quasi “pelle ed ossa” e mai, a meno che non sia l’uomo a farlo e con la sola eccezione degli animali che vanno
in letargo, si lasciano ingrassare. Il contadino non fa mai ingrassare i buoi che
devono lavorare nei campi. Il vitello non ingrassa mai durante l’allattamento. Osservate una cucciolata di gattini e vi accorgerete che per quanto rotondi e morbidi
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possano apparire, questo è dovuto al pelo e non alla presenza di grasso. E non
vi sono dubbi sulla validità della loro salute o sulla rapidità della crescita. Possiamo, quindi, affermare come regola generale che gli animali non ingrassano
mai in gioventù. D’altro canto, dalla nostra esperienza con gli animali domestici, sappiamo che se sono grassi da giovani, gli animali non crescono e non
si sviluppano bene.
La maggioranza di noi conosce i danni del grasso negli animali e negli uomini
adulti. Sappiamo che l’allenatore di cavalli da corsa prima di metterli in gara
si preoccupa che non vi sia grasso ad interferire con l’azione dei muscoli. Il
cacciatore sa che non può andare a caccia con un cane grasso. Il lottatore, il
pugile, il corridore e gli altri atleti sono al meglio delle condizioni quando il fisico
non possiede un filo di grasso.
Sapendo queste cose, perchè continuiamo ad ammirare i bambini grassi? Perchè ci sentiamo orgogliosi di loro? Poco prima di scrivere questo capitolo ho
assistito ad una premiazione, a San Antonio, dove vincevano i bambini, il cui peso, ad alcune età, superava quello degli altri. I vincitori pesavano due o tre volte di
più di quello che avrebbero dovuto. La proclamazione dei vincitori mi ha riportato
indietro al tempo in cui durante l’infanzia eravamo soliti ingrassare i maiali per
ucciderli.
Perchè non premiare il bambino più ben sviluppato? Perchè non offrire premi
al bambino più sano? Perchè premiare i bambini che presentano la più grossa
quantità di grasso e che sono allo stadio peggiore dell’obesità? I bambini grassi
non sono sani. Perchè incoraggiare la gente ignorante a far ammalare i propri
bambini?
I bambini grassi e pletorici con guance cosı̀ rosse da far immaginare uno stato
febbrile, vengono considerati sani. Riguardo ai bambini eccessivamente grassi
il doti. Page sostiene: ≪una di queste tre è una conseguenza sicura: morte, una
malattia che forse li può salvare, uno stadio di dimagrimento in cui il bambino
assomiglia ad un vitellino, ad un gattino o ad un pettirosso. In questa condizione di
“pelle ed ossa” egli può crescere alla stessa maniera dei piccoli delle altre specie.
Il corpo e gli arti si allungano ed egli cresce e diventa alto≫. Quando le capacità
digestive vengono recuperate, inizia un altro periodo di ingrassamento. Ogni anno
migliaia di bambini muoiono a causa di ciò. ≪Questo processo di selezionamento
continua, a livelli inferiori, fino all’età di cinque anni quando rimangono solo i
sopravvissuti, le malattie diminuiscono e la proporzione delle morti si riduce≫.
Continuamente osserviamo questi bambini grassi che sono sempre raffreddati,
hanno difficoltà di respirazione, attacchi di febbre, ecc. Se questi bambini riescono a vivere, gradualmente ≪abbandonano il grasso per passare ad uno stadio di
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deperimento, pur mantenendo una certa rotondità per tutta la vita≫.
All’età di dieci o dodici anni, ma anche prima, osserviamo che questi bambini,
un tempo grassi, sono ≪magri, cadaverici, con poco appetito; a volte divorano
come cormorani le cose che piacciono loro, altre volte non hanno neanche una
briciola di appetito≫.
In genere, i bambini grassi sono sciocchi. Hanno un tipo di stupidità abbastanza diverso da quello dei bambini sani e ben alimentati. Nel periodo successivo, quelli che sono riusciti a sopravvivere all’infanzia eliminano il grasso e
migliorano non solo l’aspetto ma anche la potenza muscolare.
Ad ogni età la condizione normale dell’uomo non è quella di essere obeso.
Perchè allora i genitori sono cosı̀ ansiosi di far ingrassare i propri bambini durante
i primi mesi di vita ad un ritmo di una libbra a settimana? Perchè desiderano
essere i genitori del “bambino più grasso del quartiere” e quindi “di quello che
probabilmente morirà prima di avere un anno?” L’ignoranza, è la risposta.
Essi sovraccaricano gli organi digestivi dei loro bambini fino a che gli stomaci
non sono più in grado di digerire alcunchè.
Quando viene raggiunto questo stadio i genitori ed i medici ricercano freneticamente qualcosa che “possa far bene allo stomaco del bimbo”. L’unica cosa che
può far bene ad uno stomaco in quelle condizioni è il riposo e se non lo riceve
sicuramente si ammalerà forse fino a morire. Questo bambino brama di essere
nutrito e muore a causa degli eccessi di cibo.
Spesso i neonati vengono salvati da queste abitudini alimentari errate a causa
della impossibilità della madre di allattare abbondantemente il bambino. In genere
la madre si lamenta di questo fatto ma il bambino no. Al contrario, egli riesce a
crescere ad un ritmo normale.
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Capitolo 11
I TRE ANNI DEL PERIODO DI
ALLATTAMENTO
Sono giunto alla conclusione che il normale periodo di allattamento dei mammiferi è direttamente collegato allo sviluppo dei nuovi nati e che esso possiede un
legame persino con il periodo di tempo necessario per raggiungere la maturità. I
giovani mammiferi che crescono rapidamente e maturano in fretta hanno avuto
un periodo di allattamento breve; i mammiferi giovani cbe crescono lentamente
e si sviluppano tardi hanno avuto un periodo di allattamento di lunga durata; il
bambino, che cresce più lentamente di tutti gli altri esseri e raggiunge la maturità
più tardi, ha avuto un periodo di allattamento lunghissimo.
Ho diviso il periodo di allattamento dei mammiferi, incluso l’uomo, in tre stadi
distinti che corrispondono al loro sviluppo, nella seguente maniera:
1. Il “periodo del neonato” durante il quale non si consuma altro alimento
all’infuori del latte.
2. Il “periodo di transizione” durante il quale il latte viene consumato insieme
ad altri alimenti.
3. Il “periodo dell’alimentazione dell’adulto” che inizia con lo svezzamento
e continua per il resto della vita. Durante questo periodo i mammiferi in
genere non consumano latte.
Il periodo del neonato inizia alla nascita e termina con lo sviluppo completo
dei denti e lo sviluppo della capacità di secernere succhi digestivi in grado di
digerire i cibi solidi. Il periodo di transizione inizia con lo sviluppo dell’apparato
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anatomo-fisiologico che serve a digerire i cibi solidi e termina con lo svezzamento.
Il periodo dell’adulto comincia con lo svezzamento e termina con la morte.
Questa classificazione dei tre periodi alimentari dei mammiferi si basa su ciò
che avviene nella loro vita allo stato naturale. Inoltre, si basa su quello che avviene nella vita dell’essere umano quando il ruolo della figura materna non viene
sostituito. Essi rappresentano le tre regole naturali nelle abitudini alimentari di
tutti i mammiferi incluso l’uomo.
Le scimmie primordiali allattano i piccoli per dodici mesi ed essi maturano
in quattro o cinque anni. I piccoli dei gibboni, la specie più bassa tra le scimmie
antropomorfe, rimangono con la madre per sette mesi e si sviluppano in dieci o
più anni. Le scimmie antropomorfe allattano i piccoli per cinque o sette mesi,
anche se alla fine del terzo mese, la prima dentatura appare già completa. I piccoli
dei cammelli vengono allattati per un anno anche se iniziano a mangiare insieme
alla madre poche settimane dopo la nascita. Una situazione simile si verifica con
i vitelli ed i puledri. Molto spesso ho osservato dei gattini prendere il latte dalla
madre anche dopo aver imparato a cacciare le prede. Pertanto è ovvio che almeno
in un gran numero di animali, il periodo di transizione è molto più lungo del
periodo del neonato.
Prima che un gattino non raggiunga uno stadio definitivo di sviluppo, non può
essere forzato ad ingerire alcun cibo al di fuori del latte della madre. Raggiunto
quello stadio, consumerà anche altri alimenti ma, per un certo periodo di tempo,
continuerà ad essere allattato. I gattini, infatti, se non vengono tolti dalla madre
presto, continuano a prendere il latte fino a quando non diventano grandi quasi
quanto la madre. Come accade nella grande maggioranza dei mammiferi, il periodo di transizione è assai più lungo di quello del neonato. I gattini non possono
essere viziati facilmente. Fino a che non raggiungono un particolare stadio dello
sviluppo rifiutano il latte, il formaggio, la carne e tutti gli altri alimenti, e traggono
il nutrimento dalle mammelle della madre. I vitelli continuano a prendere il latte
fino ad oltre i nove mesi anche se, poche settimane dopo la nascita, cominciano a
ruminare l’erba insieme alla madre. Un fatto simile avviene tra le capre, le pecore,
i cervi, ecc.. I puledri prendono il latte per circa due anni. Molti allevatori di cani,
per cominciare a somministrare il cibo ai cuccioli, aspettano il momento in cui
la cagna non è più in grado di produrre abbastanza latte per la cucciolata. In tutti
questi mammiferi, come in tanti altri, i piccoli, prima di arrivare ad un certo stadio
nello sviluppo, non consumano altro cibo all’infuori del latte della madre; dopo di
questo cominciano a pascolare o a cacciare ma, per settimane o mesi, continuano
ancora a prendere il latte materno.
Per ultimo, nella vita dei gattini, dei cuccioli di cane, dei vitelli, dei capretti,
degli agnelli, dei puledri, dei cerbiatti, degli elefanti, ecc. arriva il momento dello
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svezzamento. Da quel momento in poi, allo stato naturale, i mammiferi svezzati
non consumano più latte, a prescindere da quanto sarà la durata della vita. In
natura non esiste un’industria casearia che sostiene che un animale svezzato debba consumare un quarto di latte al giorno per il resto della vita; non
esiste una professione medica che sostiene che bisogna bere latte per sviluppare
i denti sani; non esistono interessi commerciali che consigliano ai mammiferi di
prendere il latte per tutta la vita. In natura, quando un piccolo è svezzato, rimane
svezzato e non sostituisce il latte della madre con quello di un’altra specie. Questa
è la regola alimentare naturale, ma moderne teorie ed abitudini nutritive la ignorano completamente. Ed ora veniamo alla durata del periodo di allattamento negli
esseri umani: il bambino rimane senza risorse più a lungo dei piccoli di ogni altra
specie mammifera e necessita di più tempo per svilupparsi, pertanto dovremmo
immaginare che il periodo di allattamento negli esseri umani duri più a lungo di
quello degli altri mammiferi.
In genere, all’età di due anni, il bambino ha sviluppato gli “attrezzi” (denti
ed enzimi digestivi) con cui trattare i cibi solidi, anche se nè negli animali nè nei
bambini che vivono allo stato naturale, il periodo di allattamento termina automaticamente a questo stadio dello sviluppo. Le necessità dell’organismo cambiano
notevolmente all’età di due anni anche se il cambiamento non è talmente radicale
ed immediato da dover sospendere immediatamente il consumo del latte. Avviene, al contrario, un periodo di transizione durante il quale la dieta del giovane
mammifero, sia che si tratti di un essere umano che di un mammifero inferiore,
è costituita dal latte e da altri cibi. Nei bambini, anche quelli delle popolazioni
cosiddette primitive o ritardate, che non hanno latte animale da sostituire a quello
materno, l’eta dello svezzamento viene determinata dal tipo di alimenti con cui si
cibano gli adulti e non dallo sviluppo fisiologico dei giovani esseri. Il clima, ad
eccezione di come può influenzare gli alimenti, non sembra costituire un fattore
determinante.
Lo sviluppo anatomico e fisiologico del bambino segna distintamente la fine
del primo periodo e l’inizio del secondo. Pertanto, il normale sviluppo del bambino serve a stabilire il suo regime alimentare. Fino a che il bambino non possiede
i mezzi, (i denti), per masticare i cibi solidi, il suo alimento dovrebbe essere
il latte. Dopo che ha sviluppato i denti può iniziare ad aggiungere dei cibi solidi
alla sua dieta. Quando arriva allo stadio dello svezzamento non ha più bisogno
di consumare latte. L’apparizione completa della prima dentatura e degli enzimi
digestivi necessari per permettere al bambino di digerire diversi cibi solidi, segna
la fine, dal punto di vista fisiologico, del periodo del latte e l’inizio del periodo
di transizione. La durata di tale periodo di transizione dipende in gran parte dal
tipo di cibo con cui le diverse popolazioni si alimentano. Penso sia ovvio che la
fine del terzo anno di età dovrebbe rappresentare la durata minima di tale perio¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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do. Cinque anni possono essere considerati come il massimo necessario, anche se
spesso questo limite viene superato di quattro o cinque anni.
Molte specie mammifere raggiungono la piena maturità, si riproducono, vivono e muoiono in molto meno tempo di quello necessario all’uomo per arrivare alla
maturità. Molti animali maturano, si riproducono una o più volte, e cominciano
ad invecchiare nello stesso tempo necessario ad un essere umano per superare il
periodo dell’infanzia. Alcuni animali vengono allattati più a lungo di quello che
le giovani donne moderne sono disposte a fare. Paragonate i cinque o sette mesi di
allattamento delle scimmie antropomorfe che maturano in cinque anni, con i periodi di allattamento in genere più brevi degli esseri umani che maturano in venti
o più anni, e vi accorgerete immediatamente che le nostre abitudini a tale riguardo
sono inadeguate.
Ne I precetti morali dell’antico Egitto, come ricordato da Ptahotep, un alto
funzionario nel regno di Assa e re della IV dinastia nel 3360 a.C. circa, si riportano
le seguenti parole: ≪Quando dopo aver passato i mesi nell’utero tu nascesti . . . per
tre anni le mammelle di tua madre sono state nella tua bocca≫.
Nel Papiro di Boulek (1500 a.C.), un saggio egiziano, Kneusu-Hetep, parlando
a suo figlio dice: ≪Per tre lunghi anni lei ti ha portato sulle spalle e ti ha dato il
suo seno, e man mano che ti cresceva, il suo cuore non si è mai chiesto “perchè lo
sto facendo?”≫. William J. Robinson, M.D., nel suo La donna: il sesso e l’amore
racconta che in Egitto ed in altri paesi orientali ≪non è raro osservare un bambino
di tre o quattro anni interrompere la sua attività per andare a succhiare il seno
della madre≫. Cosı̀ ci rendiamo conto che durante gli oltre cinquemila anni di
storia egiziana tramandata per iscritto, le donne di quel paese hanno continuato
ad allattare i bambini per tre o quattro anni o anche più. Robinson attribuisce il
lungo periodo di allattamento comune tra gli orientali, al desiderio di prevenire il
concepimento. Questa teoria non trova un riscontro nè biologico nè storico.
Dalle mie ricerche, ho dedotto che tre anni di allattamento rappresentano la
regola per quelle popolazioni che non hanno imparato a sostituire il latte materno
con quello animale. In Francia, Italia, Giappone e tra i popoli slavi, prolungare
l’allattamento è la regola generale. Kellogg ci fa notare che ≪immagini di bambini
attaccati al seno di madri selvagge sono molto comuni≫. Egli afferma, inoltre, che
≪tra le popolazioni primitive l’allattamento continua fino a che la prima dentatura
è completa, o per tre anni, anche se vengono consumati altri alimenti≫. Il prof.
Sherman della Columbia University afferma: ≪l’allattamento in Cina continua per
due anni e spesso anche per tre. Il bambino in questo modo ha tutto il tempo per
adattarsi al consumo di altri alimenti vegetali prima che elimini completamente il
latte materno≫.
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Prima dell’arrivo degli europei in America, gli indiani non producevano latte
animale. Le madri indiane non avevano altro latte con cui sostituire quello proprio. Allattavano i propri bambini per tre o quattro anni. Catlin afferma: ≪È un
avvenimento molto raro, per una donna indiana, l’essere in grado di mettere al
mondo più di quattro o cinque bambini durante la vita, ed esse in genere si accontentano di due o tre piccoli≫. Westermark afferma che ≪tale dichiarazione viene
confermata da altre voci; ma non è limitata solo agli indiani nordamericani, bensı̀ a
molte popolazioni non civilizzate≫. Inoltre Catlin, discutendo la dichiarazione di
gente male informata che attribuisce agli indiani un’alta mortalità infantile, dice:
≪Tra gli indiani nordamericani, avendo ogni famiglia in media due o tre bambini,
se realmente esistesse quel tasso di mortalità, il paese sarebbe presto spopolato≫.
È stato dichiarato che “il basso livello di prolificità” osservato tra gli indiani
nordamericani ed altre tribù selvagge, era dovuto “al lavoro pesante o a condizioni
di vita sfavorevoli”. Rispondendo a ciò Westermark afferma: ≪È probabile che
sia parzialmente dovuto al lungo periodo di allattamento, non solo in quanto una
donna difficilmente rimane incinta mentre allatta, ma anche a causa dei disagi che
spesso si verificano durante quel periodo≫.
Nel suo Storia del matrimonio umano, Westermark afferma: ≪Molto spesso,
nella vita selvaggia e barbara, il marito non può convivere con la moglie fino al
momento in cui il bambino non sia svezzato. Questa proibizione risulta ancora
più severa quando l’allattamento dura per due, tre, quattro anni o più≫. Egli menziona molte popolazioni che seguono tale regola ed attribuisce il lungo perido di
allattamento, non alle normali necessità del bambino o alla normale funzione della madre, ma “principalmente al desiderio di consumare alimenti teneri insieme
a latte animale”. Egli sostiene, tuttavia, che non sempre questo avviene: ≪Anche quando il latte può essere ottenuto dopo che la popolazione ha addomesticato
certe specie di animali, tale alimento viene evitato≫. Egli fornisce l’esempio del
cinese che si astiene dal consumare latte.
Tra gli estinti Tasmaniani, descritti come una popolazione estremamente primitiva, il periodo di allattamento durava da due a quattro anni. Tra le tribù australiane succede la stessa cosa ed il periodo continua fino a che il bambino abbia
raggiunto cinque o sei anni di età. La pubblica istruzione ha scoperto che in alcune
tribù indiane della California, a volte i bambini non venivano svezzati fino a cinque o sei anni di età. Più a nord, troviamo ancora la stessa abitudine, a volte per un
periodo persino più lungo. Nansen aveva sentito dire che in Groenlandia, a dieci
anni, alcuni bambini venivano ancora allattati. In Africa il periodo di allattamento
è più vicino ai tre anni che ai due.
Lo stesso vale per quasi tutti i popoli del mondo, tra le tribù che vivono di
caccia e pesca o agricoltura. Con la loro abitudine di “personalizzare” le inter¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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pretazioni dei fatti, gli antropologi hanno dichiarato che il periodo di allattamento
continuato è stato adottato come mezzo per controllare le nascite e che può evitare
la gravidanza. Ma l’allattamento prolungato non previene la gravidanza; spesso
le donne allattano due bambini contemporaneamente, di cui uno più grande e uno
più piccolo di età; ed inoltre tale abitudine vige anche tra quelle tribù che non
conoscono il legame tra il rapporto sessuale e la gravidanza. Dal punto di vista
fisiologico e biologico, penso che sia meglio interpretare il periodo prolungato di
allattamento, come una funzione nutritiva anzichè come un’attività sociologica.
È un programma nutritivo, non una prevenzione al concepimento.
La mia idea è che la natura soddisfa le necessità del bambino durante questo
periodo della vita alla stessa maniera in cui soddisfa quelle dei piccoli delle specie
mammifere, e che è l’assenza di perversione, invece dell’assenza di alimenti teneri o di latte animale, a spingere le donne ad allattare i bambini per lunghi periodi
di tempo. L’opinione del dott. Felix Oswald era simile a questa. A pag. 29 del
suo Educazione Fisica, egli afferma che ≪l’apparizione dei canini e dei molari
indica la fine del secondo anno come il periodo in cui un bambino sano può essere
gradualmente abituato alle sostanze vegetali semi-liquide. Ma le donne che possono, dovrebbero allattare i bambini per un periodo più lungo≫. A giustificazione
di questo egli dice: ≪Le mogli dei robusti contadini di Argyll non svezzano quasi
mai un bambino prima che la decisione non venga presa dal figlio successivo ed
il bambino più discolo che ho mai incontrato era il figlio di una vedova serba il
quale, a cinque anni, veniva ancora allattato come un neonato≫. A supporto di
questa dichiarazione, il dott. Chas E. Page sostiene: ≪In assenza di particolari
circostanze che costringono uno svezzamento prematuro, credo che il latte materno, semprechè la madre sia in buona salute ed il bambino cresca effettivamente
con questo alimento, sia l’alimento migliore per il neonato durante i primi diciotto
mesi di vita fino al compimento del secondo anno≫.
M. Bircher-Benner afferma che alla fine del secondo anno di vita ≪l’allattamento al seno materno cessa naturalmente in quanto l’organismo del bambino,
nel frattempo, ha sviluppato gli ‘strumenti’, cioè i denti, con i quali trattare gli
altri alimenti. Il latte ha compiuto il suo dovere. Le necessità dell’organismo sono
cambiate. La scorta di ferro che il neonato aveva dalla nascita e che doveva bastare
per tutto il periodo dell’allattamento è stata consumata. Anche per questo il latte,
che non contiene ferro, non può essere sufficiente≫. Anche qui appare implicito
il fatto che il latte materno dovrebbe essere l’unico alimento per il bambino fino
a che esso non abbia sviluppato i denti con cui poi poter masticare i cibi solidi,
ma non si fa riferimento al periodo di transizione, osservato in tutti i mammiferi
incluso l’uomo, durante il quale il piccolo consuma sia latte che altri alimenti.
Come avviene tra gli animali inferiori, la durata generale e la natura delle
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attenzioni che i popoli selvaggi dedicano alla loro prole, corrisponde più o meno
al periodo ed al livello di immaturità della stessa. Tra le popolazioni cosiddette
primitive, che non posseggono latte animale con il quale sostituire quello materno,
il periodo di allattamento varia da tre a cinque anni. Ma vi sono stati casi in cui i
bambini di nove anni venivano ancora allattati. Nel XVI secolo le donne europee
non svezzavano i bambini fino a che la dentatura non appariva completa. Questa
abitudine vige ancora tra gli eschimesi del Canada e della parte est dell’Artico. In
molte parti dell’Europa e del levante questa abitudine è ancora in uso. In America
ed in Canada era abitudine, fino a non molto tempo fa, allattare i bambini fino a
due-tre anni.
Mentre, come ho affermato precedentemente, la fine del primo stadio dell’alimentazione, lo stadio dell’infante, viene segnata da precisi sviluppi anatomici e
fisiologici, la fine dello stadio di transizione e l’inizio dello stadio di adulto, sono
variabili e non sono contrassegnati da alcuno sviluppo. Come accade tra gli animali inferiori, la durata e la natura delle cure da parte dei genitori corrispondono
più e meno al periodo ed al grado di immaturità dei piccoli e questo dipende, più
o meno, dal tipo di ambiente naturale circostante. L’età in cui i bambini vengono
svezzati varia secondo la natura del regime alimentare consumato dalla popolazione, e dipende dalla scarsezza o dall’abbondanza del cibo. In generale, ma vi
sono delle eccezioni, il periodo dello svezzamento va dai tre ai cinque anni. In
proporzione alle dimensioni ed al peso del nascituro, il periodo di gestazione di
nove mesi degli uomini è quello più lungo. Anche il periodo di allattamento, dai
tre ai cinque anni, è il più lungo.
Poichè il momento dello svezzamento dipende dal tipo e dalla quantità del
cibo di cui si nutre la tribù, cosicchè i bambini vengono allattati dai tre ai cinque
anni – raramente meno di tre anni, ma in molti casi assai oltre il quinto anno –
sembrerebbe che il tempo minimo, nell’allattamento del bambino, sia tre anni, di
cui i primi due con una dieta a base esclusiva di latte ed il terzo con una dieta di
transizione. La fine del terzo anno è il tempo minimo per iniziare lo svezzamento.
In genere non sono d’accordo con lo studiare le abitudini e le usanze delle
popolazioni primitive per scoprire gli standards relativi ai popoli cosiddetti civili.
Una parte importante nelle loro usanze è rappresentata dalla magia e dalla necessità, poche sono quindi le cose riferite a loro che gli uomini di oggi possono fare
proprie. Se si vogliono studiare le usanze di questi popoli bisognerebbe farlo solo
a titolo di curiosità. Le loro svariate abitudini alimentari, i molti e persino contradditori costumi sessuali, la credenza in tabù e magie non rendono tali popoli degli
esempi da seguire. Sotto molti aspetti, questi cosiddetti primitivi sono lontani dal
vero primitivo e tanto quanto i popoli civilizzati. La prevalenza di un’usanza comune a popolazioni “selvagge” di territori diversi, non indica necessariamente che
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sia un’usanza istintiva e che possa in qualche modo essere collegata alle necessità
ed al benessere della razza. Può darsi che le tribù se la siano scambiata tra di loro,
che sia un’usanza di vecchia data e che abbia viaggiato insieme alle popolazioni
nomadi.
Tuttavia, esiste una fase della vita selvaggia che secondo me può essere studiata traendone grossi benefici. Il periodo di allattamento prolungato rappresenta
un’abitudine che non nasce dalla magia, che ha un rapporto diretto con il benessere del piccolo e che, nel contempo, trova una somiglianza nei corrispondenti
periodi di allattamento dei mammiferi inferiori all’uomo. La magia dei selvaggi
non ha trovato nessun sostituto al latte materno e nessun mezzo per abbreviare
il periodo di allattamento. Riguardo a ciò probabilmente la madre selvaggia si
attiene scrupolosamente alle usanze primitive e normali.
In condizioni di vita naturali, il latte della madre dura per tre o quattro anni
ed è la regola che i bambini vengano allattati per tale periodo. Spesso anche i
bambini più grandi continuano ad essere allattati. Fino a che la tribù non progredisce economicamente al punto di poter mantenere gli animali domestici con cui
sostituire il latte materno, il periodo di allattamento continua per due o tre anni,
ed è molto raro che scenda al di sotto dei due anni.
Potrebbe essere osservato che nella vita civile, poichè siamo stati in grado di
creare nuovi schemi alimentari apparentemente soddisfacenti, il normale schema
alimentare possa essere sorpassato. Questa teoria non è sostenuta dai fatti, come
potremo verificare nel capitolo successivo. In questo momento voglio solo affermare che, ove possibile, e per la grande maggioranza delle donne è possibile, il
bambino dovrebbe essere allattato per tutta la durata del normale periodo della
dieta a base di latte ed anche per il minimo del periodo di transizione. Anche se
la madre non possiede latte a sufficienza per soddisfare le necessità del bambino,
ella dovrebbe dargli il suo latte, benchè minimo, insieme ad un latte proveniente
da altra fonte. Non riesco a comprendere la teoria moderna che sostiene che il
latte della madre non è adatto al bambino che ha più di 1 anno o più di 9 mesi, come afferrano alcuni medici specialisti, o che un periodo di allattamento più lungo
possa essere dannoso sia per la madre che per il bambino. Alcuni medici specialisti spesso dichiarano che ≪è un grosso sbaglio continuare ad allattare per troppo
tempo, in quanto questo fatto tende ad accrescere la dipendenza del bambino dalla
madre e naturalmente ciò è nocivo per la sua salute≫. Inoltre essi dichiarano che
un allattamento prolungato costituisce uno sforzo troppo grande da sostenere per
l’organismo materno e pertanto nocivo per la salute della donna.
J. Clark Moloney, M.D., il quale ha trascorso sette mesi ad Okinawa nel dipartimento psichiatrico dell’esercito americano, durante la seconda guerra mondiale,
esprime un’opinione opposta, l’opinione comune e diffusa tra tutti gli igienisti:
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l’intimità del rapporto tra la madre ed il bambino è un prerequisito alla maturazione dell’adulto≫. Egli descrive il contatto intimo tra i bambini di Okinawa e
le loro madri e dice che ≪i bambini vengono allattati al seno materno per diversi
anni, che in nessun caso si sentono soli o sperduti e che in questo modo sviluppano un’assoluta fiducia nella gente ed un profondo senso di auto-rispetto≫. Egli
afferma: ≪quando i bambini non si sentono sicuri crescono con mille paure≫. Egli
scoprı̀ che nei bambini abituati sin dall’infanzia al rapporto di amore ed al contatto
intimo con la madre vi era un’immensa stabilità. Egli considera dovere del padre,
non solo il provvedere al sostentamento della famiglia, ma anche il fornire alla
madre la forza e l’appoggio emotivo per poter amare adeguatamente i figli. Il mio
punto di vista è che questo concetto limita troppo il ruolo del padre entro i confini
del “crescere i figli”.
≪
In tutte le specie mammifere il periodo di allattamento è collegato al tempo
necessario all’animale per raggiungere la maturità. Gli animali che maturano in
più tempo hanno anche periodi di allattamento più lunghi. L’idea logica, secondo
me, è che le abitudini alimentari relative ai neonati, praticate dalla razza umana
prima dell’invenzione di metodi sostitutivi per nutrirsi rappresentano la norma o
comunque sono molto vicine alla norma dell’alimentazione. Poichè allo stato naturale nessun altro animale ricorre al latte di un’altra specie per nutrire i piccoli,
pensiamo che possiamo avere ragione quando affermiamo che il latte della mucca, della capra, del cammello, ecc., in qualità di alimento per bambini rappresenti
sicuramente un metodo sostitutivo e non rientri nella norma dell’alimentazione
umana. Poichè per ottenerlo è necessario addomesticare gli animali, mungerli e
trovare un modo per somministrare tale latte al bambino, questo metodo sicuramente non faceva parte della maniera originale di alimentare i neonati, come non
ha mai fatto parte del programma alimentare delle scimmie o degli elefanti. Somministrare latte animale ai bambini rappresenta una sostituzione del programma
normale di alimentazione. In natura il latte di un altro animale non può mai
adattarsi alle necessità nutritive del neonato, e non può neanche essere modificato in maniera tale da diventare uguale al latte della madre. Il latte di
mucca, di capra, di cammello, di renna o di qualsiasi altro animale costituisce
sempre un alimento inferiore per il bambino. È questo un fatto che una madre
non dovrebbe mai dimenticare.
Una donna sana e ben nutrita può allattare per l’intera durata del periodo di
allattamento senza danneggiare nè se stessa, nè il bambino, e durante questo periodo il suo latte è il miglior alimento che il piccolo possa ricevere. Un allattamento
prolungato può costituire uno sforzo per l’organismo materno solo se l’organismo
non è provvisto di sufficiente materiale nutritivo. È vero che in quasi tutto il mondo ormai il regime alimentare è spesso inadeguato e le diete in genere vengono
prescritte dai medici che non si curano affatto dei problemi relativi ad una buona
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alimentazione, ma il rimedio per i danni causati dalle nostre diete errate non vuol
dire trascurare i bambini, bensı̀ alimentare in maniera migliore le madri.
Molto spesso ho osservato vacche che allattavano per molti anni senza mai
essere prive di latte, neanche per un giorno. Mi ricordo che tra le nostre mucche
da latte ve ne era una che allattò per nove anni ed un’altra per dodici. Quando
osservo che i gatti permettono a due figliate successive di prendere il latte insieme
e poi ascolto le lamentele delle donne che sostengono di non essere in grado di
produrre latte, vorrei poter insegnare loro qualcosa.
Non è vero che il periodo di allattamento normale implica degli svantaggi per
la donna o per il bambino. Nei mammiferi inferiori, una maggiore dipendenza
dalla madre, a causa di un allattamento prolungato, non si verifica mai; e neanche
tra le popolazioni cosiddette primitive. Come tutto quello che si è sviluppato
dalla medicina e dalla religione, entrambe le quali derivano dalla magia antica, la
psicologia rappresenta un divorzio dalla natura. È una guida errata.
Contrariamente all’opinione popolare, sono convinto che allattare i bambini
sia un fattore positivo per la donna ed in particolare per il suo seno, in quanto lo
rende meno soggetto ai tumori e ne migliora lo sviluppo e l’aspetto. Il seno di
una donna può apparire molto bello ed attraente ma non vi è ragione di pensare
che la natura lo abbia creato solo per essere un ornamento. Esso rappresenta una
struttura funzionante e, come tutte le altre parti del corpo, dovrebbe svolgere la
sua funzione per non deteriorarsi. Molto spesso ho osservato seni poco sviluppati
e poco attraenti diventare più belli dopo l’allattamento. È vero che per la sua
bellezza il seno può essere una forte attrazione erotica, ma la sua funzione primaria
è quella di essere fonte di nutrizione superiore.
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Capitolo 12
TRE PASTI AL GIORNO
Un bambino sano alla nascita è in grado di digerire ed assimilare, facilmente e
per un periodo di tempo continuato, la quantità di cibo necessaria a produrre una
crescita normale. Questo tasso di crescita non può essere superato aumentando
eccessivamente la quantità di cibo, anzi in molti bambini la crescita si arresta
proprio a causa del troppo cibo. La maggioranza delle persone è convinta che i
bambini devono essere grassi; vogliono poter dire che il loro bambino aumenta di
una libbra a settimana. Per fare questo bisogna ricorrere ad un’alimentazione eccessiva. Molti casi di disturbi gastrointestinali nei bambini sono dovuti solamente
ad un allattamento eccessivo, e potrebbero essere eliminati facendo riposare a
dovere gli organi digestivi.
Quando un bambino, durante i primi tre mesi di vita, aumenta di mezza o
una libbra a settimana vuol dire che sta soltanto accumulando grasso, cioè malattia e non sta crescendo in maniera sana. È un fatto anormale, una trappola ed
una delusione. I bambini grassi non sono molto resitenti alle malattie. Da tempo
immemorabile si ritiene necessario riempire in continuazione lo stomaco del bambino, farlo diventare grasso: i bambini devono essere grassi. Dal momento in cui
nascono fino al momento in cui muoiono la preoccupazione maggiore è quella di
rimpinzarli di cibo. Durante il primo anno di vita la regola è di dare continuamente da mangiare al bambino. È questa la causa dell’alta mortalità che si registra in
quel periodo della vita.
Dopo il primo anno di vita si lascia passare più tempo tra un pasto e l’altro e
per questo la percentuale dei bambini che muoiono è minore. Circa un terzo delle
morti avviene durante il primo anno di vita e circa un quinto tra il primo e il quinto
anno di età. Dopo il quinto anno in genere i bambini vengono alimentati con tre
pasti al giorno e non sono molti quelli che muoiono. È vero, come afferma il dott.
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Page, che i bambini che raggiungono il quinto anno in genere sono i più forti e
pertanto i “più adatti” a sopravvivere.
Egli afferma, inoltre: ≪Il contadino che vuole far crescere nella maniera migliore il suo vitello, fa sı̀ che esso prenda il latte dalla vacca al mattino ed alla
sera. Egli è saggio abbastanza per sapere che il vitello deve essere alimentato solo due volte al giorno, ed il risultato è che l’animale cresce stupendamente
senza conoscere malattie≫.
≪Quando lo stesso contadino diventa padre, comincia a seguire un metodo
contrario ed anche il risultato è contrario. Persino prima che la natura possa fornire gli alimenti, cioè prima che la madre possa allattare, l’ostetrica o chi per lei,
pretende di colmare la carenza e comincia a somministrare al bambino acqua zuccherata, latte di mucca, zafferano ed altre sostanze simili, invece di lasciare che la
natura si occupi della situazione.
Questa somministrazione provoca dolori allo stomaco ed il pianto del bambino
viene erroneamente interpretato come una manifestazione di fame. Continuando
ad alimentarlo in questo modo, quando finalmente arriva il latte della madre, lo
stomaco del bambino è spesso in condizione di non poterlo trattenere. Se la piccola vittima sopravvive alle prime settimane e mesi, generalmente viene alimentata
ogni ora o più spesso fino a che, come accade di frequente, cade in uno stato di
sonnolenza che dura diverse ore, e che serve per eliminare gli effetti delle “abboffate”, nella stessa maniera in cui un adulto deve dormire per diverse ore per
eliminare gli effetti di una “ubriacatura”.
Spesso accade che un bambino mangia e vomita in continuazione; infatti
questo è talmente comune da essere quasi considerato un fatto normale. Ci si
aspetta che il bambino “vomiti” continuamente, almeno dopo aver mangiato, e
l’infermiera dichiara che “va tutto bene, la natura sta compiendo il suo corso”.
Ma non va tutto bene; anzi è tutto sbagliato. Infatti, questa è la manifestazione
che la natura si ribella a questo modo barbaro di trattare lo stomaco del bambino.
Sia di notte che di giorno lo stomaco viene mantenuto pieno e dilatato ed il singhiozzo è solo un tentativo da parte dello stomaco di emettere l’eccesso di cibo,
oppure è la prova della presenza di residui di cibo non digerito, ed il vomito è
solo il risultato dell’essere stato troppo ingozzato, e questo continua fino a che il
bambino è diventato un dispeptico cronico. La madre o l’infermiera, per fermare
il singhiozzo del bambino ricorre allo zucchero. Ma il rimedio è peggiore della
malattia; ed anche se il singhiozzo sparisce, se l’abitudine continua, si manifesteranno prima o poi i sintomi di malattie quali febbre, raffreddore, ecc., come
risultato di eccessi di cibo e di sostanze zuccherine≫.
Fortunatamente, questo tipo di alimentazione eccessiva sta scomparendo nelle
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classi più informate e questo provoca un conseguente miglioramento nella salute
dei bambini. Ma è ancora una realtà il fatto che i bambini vengono alimentati
troppo abbondantemente. Non c’è ragione di dubitare che la dispepsia denominata
da Page “la madre di tutti i nostri mali”, sia il risultato di eccessi alimentari durante
l’infanzia, ripetuti e continuati per tutta la vita.
Per quanto ben intenzionate possano essere madri o infermiere, l’abitudine
quasi universale di ingozzare continuamente i neonati, è estremamente crudele.
Se le madri e le infermiere fossero costrette ad ingerire, a frequenza di intervalli
simili, le stesse quantità di cibo che i bambini sono costretti a consumare di giorno
e di notte, questa abitudine verrebbe eliminata in breve tempo. La crudeltà di tale
abitudine salterebbe immediatamente agli occhi. I bambini che vengono puniti in
questo modo presto o tardi arrivano ad una condizione in cui gli organi digestivi
risultano incapaci di funzionare nella maniera giusta. Il superlavoro costante li
danneggia e li mette fuori uso. È allora che un bambino, persino se alimentato
con cinque o più pasti al giorno, non riuscirà a ricevere alcun nutrimento. Anche
sé può sembrare paradossale, molti bambini sono sottonutriti a causa di troppa
abbondanza di cibo; e questo accade anche agli adulti.
Riguardo a cı̀ò, il dott. Tilde afferma: ≪Se le madri si accorgessero del danno
che provocano mantenendo grassi i propri figli si affretterebbero a creare un nuovo programma alimentare. I bambini in sovrappeso sono più soggetti alle malattie
rispetto a quelli magri. Il bambino grasso è quello che si ammala più facilmente di tonsillite, difterite, scarlattina e, quando diventa più grande, di polmonite,
reumatismi ed altre forme di malattie≫.
Nel suo In un guscio, il dott. Dio Lewis racconta: ≪Quando ero piccolo sentivo
molta pietà per i vitelli che secondo me morivano di fame. Potevano mangiare solo
due volte al giorno, la mattina e la sera. Paragonando ciò alla mia alimentazione,
che era ininterrotta per tutto il giorno, consideravo molto crudele il fatto che questi
poveri animali non potessero mangiare nè bere per l’arco di tempo tra la mattina
e la sera.
Tutti i miei fratelli possedevano un vitello, mia sorella ne aveva uno ed anch’io
ne possedevo uno. Tutti gli altri erano sicuri che le parole di John, il quale sosteneva che due pasti al giorno erano sufficienti, fossero esatte. Io invece ero sicuro
del contrario e tanto feci che mi fu concesso di nutrire Sam nel modo che ritenevo
più adatto. Ero deciso a far vedere agli altri che avevo ragione, e cominciai a dare
a Samuele, ogni due ore, tutto il cibo che voleva.
Alla fine di sei settimane tutti si prendevano gioco di me. Era vero, dicevano,
che all’inizio del mio sistema di ingozzamento, come loro lo chiamavano, Samuel
era il vitello più grosso di tutti, ma dopo sei settimane, che delusione! Persino
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Fan, il vitellino di mio fratello più piccolo, era migliore di Samuel. Per completare l’opera, un giorno che portammo i vitelli fuori tutti insieme, Fan andò incontro
al mio Sam, sul quale avevo riposto tutte le mie speranze, e lo percosse pesantemente. Per molto tempo tutti continuarono a prendere in giro quel vitello buono a
nulla.
Da quel giorno non ho mai sostenuto la teoria che i vitelli devono essere
alimentati con frequenza. È meglio che consumino due pasti al giorno≫.
Alla fattoria di mio padre i vitelli mangiavano due volte al giorno e crescevano
molto bene. Mai nessuno morı̀ e solo uno o due si ammalarono. Una volta o due un
vitello scappò dal recinto e bevve troppo latte, presentando come conseguenza una
forte diarrea. A casa nostra i bambini venivano alimentati ogni due ore durante
il giorno e, durante la notte, ogni qual volta piangevano. Coliche, stitichezza,
diarrea, orticaria, febbre, raffreddori e malattie più gravi erano tanto frequenti tra
i bambini quanto erano rare tra i vitelli.
In quei tempi, la professione medica consigliava un pasto ogni due ore insieme
ai pasti notturni. Molte persone di quella generazione non si sono ancora distaccate da questa abitudine. Pensano ancora che i bambini debbano essere riempiti fino
a stare male altrimenti non ricevono abbastanza nutrimento. Molto tempo prima,
tuttavia, il dott. Page ed altri avevano dimostrato che tre pasti al giorni sono sufficienti per un bambino. Sostenendo che nessun bambino può crescere bene se non
viene alimentato in maniera corretta, e che un bambino ben alimentato è quello
che riceve una quantità di cibo minima ma sufficiente a sviluppare un corpo ben
rotondo ma non grasso, e la cui crescita sarà uniforme per tutta la vita, egli dichiara: ≪Sono dell’opinione, confermata del resto dall’esperienza personale sui miei
bambini e su altri, che tre pasti al giorno, non troppo abbondanti, raggiungono
questo fine, e sono tutto ciò che dovrebbe essere permesso sin dalla nascita, e che
l’intervallo tra i pasti dovrebbe essere di almeno cinque o sei ore≫.
Egli pensò, probabilmente in maniera corretta, che il tasso di crescita del neonato dopo la nascita dovrebbe corrispondere al suo tasso di crescita prima della
nascita. Parlando dei suoi figli egli afferma: ≪Con tre pasti al giorno, la nostra
neonata in nove mesi ha raddoppiato il peso, confermando in tal modo la mia teoria sul fatto che la crescita normale di un neonato, corrisponde alla crescita fetale
(normale). È più alta della media dei bambini di questa età, ed anche se pesa di
meno, è più muscolosa e se lo avessi permesso, sarebbe sicuramente ingrassata≫.
Egli racconta che il sonno della bambina era perfetto, profondo e continuo,
che la piccola non soffriva di singhiozzo, di vomito, coliche, stitichezza, diarrea,
disturbi di stomaco o di altro genere, e che era completamente al sicuro dall’obesità. I suoi arti si allungavano con una crescita normale ed erano ben torniti; la
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carnagione era rosea e fresca grazie ad una alimentazione perfetta e ad un’esposizione all’aria aperta, costante in tutte le stagioni. Sin dal quarto giorno di vita era
in grado di tenere la testa eretta, e a quattro mesi stava seduta sul pavimento senza
bisogno di sostegno.
Anche la mia esperienza concorda con tutto ciò. Sono sicuro che i bambini
alimentati come suggerito precedentemente crescono più in fretta e si sviluppano
meglio dei bambini alimentati in eccesso. Non pesano mai tanto, poichè non viene
loro permesso di diventare grassi. Più di una volta, con i miei bambini, ho sospeso
tutti gli altri cibi ad eccezione del succo d’arancia per annullare la loro tendenza
a diventare grassi.
Ogni bambino normale dovrebbe essere in grado di tenere la testa eretta a
quattro-sei giorni di vita. I miei bambini sedevano eretti in braccio, senza sostegno, già ad una settimana. Potevano stare in piedi, sempre in braccio, a tre mesi,
ed a quattro riuscivano a mantenere rigida la schiena e, mentre li tenevo sulle ginocchia, ad assumere una posizione perfettamente orizzontale. A cinque mesi i
due bambini, sdraiati sulla schiena con i piedi sul pavimento riuscivano a tirarsi
su in posizione seduta anche diverse volte di seguito. Solo a sei mesi la bambina
è riuscita a fare la stessa cosa. Ma ella riusciva a compiere una vera e propria
acrobazia a soli quattro mesi. Tenuta solo per le gambe, riusciva, con la schiena
verso il basso, a mantenersi in posizione orizzontale. Tutti e tre riuscivano a fare
il ponte a quattro mesi. Queste sono solo alcune delle cose che essi facevano, e
che i bambini generalmente non sono in grado di fare.
Se i bambini vengono alimentati con tre pasti al giorno e non in eccesso, si riescono ad ottenere i seguenti risultati: “tranquillità e benessere piacevoli durante il
giorno e sonno perfetto durante la notte; assenza di singhiozzo, vomito, stitichezza, “raffreddori”, diarrea, disturbi digestivi, eruzioni cutanee, ecc.”, ogni mese si
registrerà un costante aumento di peso, dovuto ad una crescita sana, senza l’anormale accumulo di grasso che indica la presenza di una malattia. Tutti saranno
felici, sia il bambino che chi si occupa di lui. Egli non si agiterà e non piangerà in
continuazione per motivi di ingordigia. Le sue possibilità di svilupparsi in un
uomo o in una donna sana, dallo splendido fisico saranno assai maggiori.
Non esistono basi certe su cui affermare, come si fa spesso, che mentre alcuni bambini possono crescere bene con tre pasti al giorno, altri, probabilmente la
maggioranza, morirebbero di fame se non ricevessero maggiori quantità di cibo.
Noi sappiamo che nell’alimentazione dei bovini, dei cavalli, dei maiali, ecc., la
razione sufficiente per un esemplare, è sufficiente anche per gli altri. Tra gli uomini e le donne adulte non c’è necessità per alimentare una parte di essi tre volte
al giorno e un’altra sei o otto volte. Per i neonati vale più o meno la stessa cosa.
I loro corpi sono strutturati nella stessa maniera e funzionano in base agli stessi
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principi generali. Un uomo è solo un esemplare di una stessa razza. Gli animali
giovani, quali i vitelli, i gatti, i puledri, ecc. che crescono più rapidamente del
neonato e raggiungono la maturità prima che esso abbia superato l’infanzia, non
hanno bisogno di essere alimentati con la frequenza con cui noi alimentiamo i
bambini.
Il doti. Page svezzò una gattina di sei settimane con due pasti al giorno a base
di latte e di pane integrale. I pasti venivano somministrati alle otto di mattina
e alle otto di sera; quando fu cresciuta di due terzi, egli ci racconta che ≪aveva
superato di gran lunga il resto della figliata che era stata alimentata più spesso e
più abbondantemente, e nella attività muscolare era la migliore. Nessuno potrebbe
immaginare un gatto più vivo e più felice di Topsy. La condizione della sua carne
era rimasta più o meno quella di quando era iniziata l’alimentazione≫.
Che l’eccesso di alimentazione tenda ad arrestare la crescita è un fatto risaputo. Perchè ingozzare i nostri bambini nel tentativo di farli ingrassare o di costringerli a crescere più in fretta del normale? Il dott. Tilden afferma: ≪Se con
tre pasti al giorno un bambino dimagrisce, ciò, non vuol dire necessariamente che
l’alimentazione sia carente≫.
Parlando dei tre pasti al giorno, egli sostiene: ≪Se un bambino viene tirato su
in maniera giusta fin dalla nascita, non si sveglierà più di tre volte al giorno in ventiquattro ore. Ecco, quindi, quante volte bisognerebbe alimentarlo. Suggerendo
questo metodo a molte madri, ho ottenuto dei risultati meravigliosi.
I bambini sono più magri (non grassi), molto attivi e più forti ed intelligenti di quelli alimentati nella maniera tradizionale. Egli aggiunge, inoltre: ≪I bambini alimentati tre volte al giorno non soffriranno di stitichezza e non
rigurgiteranno dall’intestino le quantità di latte cagliato≫.
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Capitolo 13
I BAMBINI DOVREBBERO
ESSERE SVEZZATI
L’evoluzione moderna nell’alimentazione infantile ha permesso a molte donne di
svezzare i propri figli prematuramente o di crescerli senza addirittura allattarli,
ma questi progressi non sono stati in grado di fornire alle donne un alimento che
fosse uguale al latte materno; pertanto, facendo uso di questi metodi artificiali di
alimentazione, le donne hanno scoperto, in realtà, un vantaggio assai mediocre.
Nonostante l’allattamento sia sempre stato una funzione fisiologica sin dalla
comparsa del primo uomo sulla terra, a causa di molti fattori tra cui l’influenza
della classe medica, in America è diventato una rarità. Non solo i medici sconsigliano alle donne di allattare i propri bambini, ma le riempiono di scatolette di cibi
già preparati e di istruzioni su come occuparsi del bambino una volta lasciato il
reparto maternità. Sembra che alcuni medici siano realmente contrari all’allattamento dei neonati. Un’autorità in campo nutritivo dichiara che ≪il latte, sia umano
che animale, è nutritivamente adeguato solo per il primo mese di vita, dopodichè
è necessario integrare le vitamine che prevengono il rachitismo e lo scorbuto per
mezzo di olio di fegato di merluzzo o estratti di pomodoro≫.
Come tra gli animali, a volte accade che la scrofa mangi i suoi maialini, la
gatta i suoi gattini, o la lupa i suoi lupacchiotti cosı̀, in rare occasioni accade che
la madre si rifiuta di allattare i propri piccoli. Entrambi questi tipi di comportamento vengono giudicati anormali come lo è quello della gallina che si rifiuta
di covare le uova. Tale comportamento anormale, viene osservato anche tra gli
esseri umani e non è del tutto sconosciuto nelle tribù selvagge. Purtroppo, riguardo all’allattamento delle popolazioni selvagge, esistono solo informazioni poco
dettagliate. La regolarità nell’alimentazione, la frequenza dei pasti, la quantità del
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cibo, le abitudini fisiche delle madri che allattano, l’atteggiamento delle donne nei
riguardi dell’allattamento, questi ed altri argomenti relativi sempre all’allattamento sono stati più o meno ignorati dagli etnografi e dagli antropologi. Tra i popoli
cosiddetti primitivi, dove le classi economiche non sono differenziate o lo sono
solo lievemente, a volte i bambini vengono allattati da una nutrice, se la madre è
morta, anche se tra queste persone è assai più comune uccidere il neonato. Tra
i popoli primitivi è molto raro trovare una donna che non possa allattare i propri
figli.
Tra i popoli civilizzati sottosviluppati, le donne tendono ad allattare i bambini molto di più delle donne appartenenti a società molto progredite. Quando ci
occupiamo delle abitudini delle popolazioni più avanzate nei confronti dell’allattamento, ci troviamo di fronte al fatto che le persone variano da classe a classe e
pertanto, entro lo stesso gruppo non esiste un’abitudine uniforme. Dove è avvenuta un’evoluzione economica, tale da creare classi culturali ed economiche diverse,
si riscontrano variazioni di classe.
Tenendo conto di ciò, ci si renderà conto che i motivi per astenersi dall’allattare i propri bambini derivano da situazioni completamente diverse. La crescente
riluttanza delle donne riguardo all’allattamento non costituisce uno sviluppo basato su principi sani. Purtroppo viene socialmente approvata, e appoggiata dalla
classe medica, incoraggiata dall’industria casearia e dai produttori di cibi in scatola, in molti casi viene resa necessaria da esigenze di lavoro ed è sicuramente
in fase di crescita. Alcuni medici la condannano, ma la maggioranza segue la
corrente.
Vi sono donne che continuano ad allattare i propri bambini per due o più anni,
in base alla concezione che questo fatto possa prevenire il concepimento. Che l’allattamento prolungato presenti una tendenza a ritardare la ripresa dell’ovulazione
sembra un fatto certo, cosicchè, allattando per lungo tempo un neonato, si hanno
gli effetti desiderati per quello che riguarda la prevenzione del concepimento. Ma
non è cosı̀ in tutti i casi. Senza dubbio le differenze nutritive possono giustificare
ciò. Nelle classi economiche più alte si ricorre spesso alla nutrice o alla balia anche se questa abitudine sta rapidamente scomparendo grazie al veloce diffondersi
dell’uso del biberon.
Nel sud, prima della guerra civile, le donne appartenenti all’aristocrazia, alla
classe che possedeva gli schiavi, utilizzavano le balie di colore per allattare i bambini. La balia, in sostituzione della madre è sicuramente superiore alla vacca o
alla capra, ed in molte circostanze della vita moderna rappresenta una figura assai
positiva.
Ho già sottolineato i vantaggi dell’allattamento al seno materno rispetto all’a¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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limentazione artificiale. Che il cibo naturale per un bambino sia il latte materno
è talmente ovvio che non dovrebbe neanche essere affermato. Pertanto, è dovere
della donna che mette al mondo un altro essere, fare il possibile, per farlo crescere
nelle migliori condizioni. Essendo il latte materno il cibo ideale per il neonato, la
donna deve essere in grado di fornirglielo in quantità sufficiente.
Allattare fa bene, sia alla donna che al bambino. Le donne che non possono
o non vogliono allattare i propri bambini vengono privati di tali benefici. Con
l’allattamento si verifica prima un miglioramento nella nutrizione del corpo della
donna e poi una “involuzione” dell’utero. L’utero di una donna che allatta, torna
più rapidamente e più perfettamente nella sua condizione normale precedente la
gravidanza rispetto a quello di una donna che non allatta. Viene sostenuto inoltre
che l’affetto tra la madre e il bambino è maggiore se questi viene allattato. Questa
non è una teoria inventata, anzi è molto probabilmente vera. Non credo a chi
sostiene che la donna che allatta possa trasmettere, attraverso il latte, dei segnali
al suo bambino. Non esistono prove per verificare ciò, nè basi su cui fondare tale
credenza.
Troppe donne cercano scuse per non allattare e troppi medici le incoraggiano
a farlo. Esse smettono di allattare i bambini in base a teorie infondate, semplicemente perchè non vogliono farlo. Svezzano i bambini troppo presto perchè non
vogliono continuare ad allattarli per il tempo in cui dovrebbero. Vengono sostenute ed incoraggiate dai medici e dai produttori di alimenti per bambini i quali
affermano che il latte materno, dopo una certa età, non va più bene. I produttori
del dott. Moffett’s Teethina consigliano: ≪Il bambino dovrebbe essere svezzato
per il bene suo e quello della madre a circa dieci mesi. A questa età il bambino
dovrebbe essersi già abituato all’alimentazione artificiale introdotta gradualmente
man mano che l’allattamento al seno viene eliminato. In questo modo si evita un
cambiamento immediato≫.
Questo è un consiglio dannoso che si accompagna ad altri altrettanto dannosi,
quelli di “provare alcuni dei preparati per bambini”, “se un cibo non si adatta ad
un bambino cambiarlo con un altro”, e “quando non si trova un latte controllato, dare al bambino del latte condensato o un altro dei preparati per bambini”. Il
suggerimento di sospendere il latte materno e di somministrare gli alimenti
artificiali è un crimine e le donne che lo seguono meriterebbero di perdere i
propri bambini. Una malattia della madre, l’inversione congenita che rende impossibile l’allattamento e l’impossibilità di produrre il latte, sono le uniche ragioni
per le quali una donna può non allattare. Consideriamo nei dettagli le malattie relative all’allattamento. L’incapacità di una madre di allattare non è assolutamente
un fatto comune. Sicuramente il novanta percento delle donne moderne è in grado
di allattare se vuole. Una cattiva nutrizione e abitudini di vita sbagliate sono
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tra le cause principali dell’incapacità di produrre latte. Quando ero piccolo
tutte le donne allattavano i propri figli ed anche per lunghi periodi di tempo. Mi
ricordo che i bambini prendevano il latte al seno materno in chiesa o dovunque
si trovassero. Poi l’usanza di alimentare artificialmente i bambini prese piede e
crebbe fino ad oggi, era in cui poche donne allattano per brevi o lunghi periodi
di tempo. Alcune donne non allattano per niente, altre pensano di aver compiuto
il proprio dovere dopo aver allattato per sei settimane. Non è assolutamente da
prendere in considerazione il fatto che la capacità delle donne di allattare si sia
deteriorata con il passare del tempo. Quello che riscontriamo al giorno d’oggi
non è una mancanza di capacità, ma una mancanza di volontà.
La riluttanza delle donne ad adottare un sano modo di vivere, ad evitare il
fumo, l’alcool e simili abitudini distruttive, ad abbandonare lo stress della nostra
civiltà frenetica, il loro desiderio di fare “le ore piccole” senza, pertanto, permettersi riposo e sonno sufficienti, sono tra le cause principali a cui va attribuita
l’incapacità di allattare.
Spesso le donne evitano di allattare perchè non hanno latte ma se aspettassero e persistessero ancora per qualche giorno, il latte arriverebbe sicuramente.
All’inizio la quantità può apparire scarsa ma poi aumenta con il passare del tempo.
Altre donne preferiscono non allattare per non provocare spiacevoli disturbi
ai capezzoli. I medici spesso avvertono le donne che non hanno abbastanza latte per soddisfare i bisogni dei bambini, di sospendere l’allattamento, in quanto
unendo il latte materno a quello animale, il bambino potrebbe ammalarsi. Questa
informazione è tanto falsa quanto dannosa. Il bambino crescerà meglio se alimentato con il latte materno. I bambini dovrebbero avere la possibilità di ricevere il
latte della madre insieme anche ad altri alimenti, il più a lungo possibile. Alcune donne decidono di non potere allattare per un lungo periodo di tempo e cosı̀
smettono improvvisamente. Questo non è un comportamento raccomandabile.
Il latte della madre è più importante durante le prime settimane di vita che non
successivamente.
Accade a volte che non avendo potuto allattare il primo figlio, una donna pensa
di non poter allattare neanche quelli successivi. L’incapacità di allattare il primo
figlio non implica il fatto che non si possano allattare i figli che nascono in seguito. Gli sviluppi patologici che precludono la possibilità di allattare sono basati
sulle abitudini non fisiologiche con cui si è condotta la vita, dall’infanzia fino alla
gravidanza.
Avere un seno piccolo non costituisce una buona ragione per non allattare.
Non c’è alcun rapporto tra le dimensioni del seno e la capacità di allattamento.
Anzi, molte donne con il seno piccolo secernono più latte e di migliore qualità
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rispetto alle donne che hanno il seno più grande.
La ricomparsa delle mestruazioni, secondo l’antica credenza, veniva considerata il momento dello svezzamento. Quasi la metà delle madri che allattano
presentano le mestruazioni fin dal terzo mese dopo la nascita del figlio. I bambini non devono essere svezzati per questo motivo, essi non risentono affatto della
comparsa delle mestruazioni della madre.
Un leggero stato di malattia non deve provocare lo svezzamento del bambino
nè l’interruzione dell’allattamento materno. Solo una malattia veramente grave
può provocare lo svezzamento.
Una gravidanza non deve dare come risultato lo svezzamento immediato del
bambino. Anche se in genere si sostiene che per la madre è uno sforzo troppo
grande nutrire due vite oltre che la sua, io sono sicuro che questa obiezione sia valida solo se la donna si alimenta con cibi denaturati ed artificiali. La maggioranza
dei disturbi attribuiti all’allattamento durante la gravidanza sono dovuti invece ad
una dieta scorretta e ad una mancanza di igiene.
Poche sono le condizioni che impongono lo svezzamento. Il dott. Tilden afferma: ≪In genere, le convulsioni che si manifestano nei bambini che prendono
il latte, se non vengono provocate da cause specifiche, derivano da lievi infezioni settiche della madre provocate da danni subiti durante il parto; pertanto, nel
tentativo di scoprire le cause delle malattie dei bambini subito dopo la nascita,
si dovrebbero tenere in considerazione le alterazioni sanguigne della madre, e la
eventuale presenza di avvelenamenti settici≫.
Egli afferma inoltre: ≪Quasi tutti i bambini che nascono in circostanze tradizionali, sono più grassi del normale; invece di pesare 5 o 6 libbre ne pesano
12, ed a causa di ciò le madri hanno un parto lungo e doloroso che spesso deve
essere aiutato con strumenti chirurgici. Come conseguenza le donne soffrono di
lacerazioni, contusioni e gonfiori. Non importa quanto il medico ginecologo sia
scrupoloso nel pulire le parti, queste donne in genere manifesteranno infezioni
settiche che contamineranno il latte, ed anche se ciò non avviene, il duro travaglio
danneggia tanto i tessuti che il sangue ne risentirà e le secrezioni, incluso il latte, appariranno talmente danneggiate che, prima che i medici possano rendersene
conto, il bambino sarà già malato. Questo obbliga alla sospensione dell’allattamento materno, cioè allo svezzamento, ed a causa del cattivo stato di salute della
madre, dovrà passare molto tempo prima che ella potrà tornare normale≫.
Tuttavia, molte donne che hanno subito un parto lungo, doloroso e persino chirurgico, riescono ad allattare i propri figli molto bene. Conosco tre bambini sani,
forti e vigorosi la cui madre era una donna malata di tubercolosi che nonostante ciò aveva allattato i figli; naturalmente in questi casi una donna non dovrebbe
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neanche tentare la via dell’allattamento, come non dovrebbe comunque avere figli. Ogni malattia acuta o cronica che danneggia la secrezione del latte materno
dovrebbe imporre lo svezzamento. Le malattie mentali e l’epilessia vengono
considerate in genere dei buoni motivi per non allattare, ma secondo me rappresentano già dei buoni motivi per non avere figli. La cosiddetta sifilide non è
una ragione per svezzare un bambino.
I bambini che presentano malformazioni alla bocca, ed i bambini che nascono prematuramente e sono troppo deboli per succhiare il latte, dovrebbero essere
nutriti ugualmente con il latte materno dopo che questo è stato estratto dalla mammella. Questo può essere fatto con l’aiuto delle mani senza ricorrere a massaggi
speciali. Il succhialatte non è consigliabile in quanto rovina i tessuti ed invariabilmente fa cessare la secrezione del latte prematuramente. A proposito di
questo, il dott. Tilden afferma: ≪Nei casi in cui si è fatto uso del succhialatte, ho
sempre riscontrato delle tumefazioni al seno le quali provocano un’infiammazione. Con il tempo ho stabilito statisticamente che, quando si fa uso del succhialatte,
gli ascessi ed i gonfiori sono assai più frequenti di quando non lo si usa≫.
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Capitolo 14
DANNOSITÀ DEGLI AMIDI
NELL’INFANZIA
Il dott. Prospiro Sonsino dimostrò, alcuni anni fa, nel corso di una serie di esperimenti che ≪esiste una dispepsia normale o fisiologica verso gli alimenti amidacei (assoluta incapacità a digerirli) nella primissima infanzia≫. Questa teoria
incontrò altresı̀ i favori del fisiologo dott. Routh e dei professori Huxley, Youmans e Dalton, e, probabilmente, di tutti coloro che si trovarono ad esaminare la
questione.
Il dott. Densmore, contrario agli amidi persino negli adulti, afferma a proposito del loro impiego nella dieta infantile, (How Nature Cures, p. 55), che ≪una
dieta a base di cereali o grano, o amidi in genere, è estremamente negativa per i
bambini, soprattutto nel caso dei neonati. I fermenti intestinali necessari per la
digestione degli alimenti amidacei non vengono secreti se non dopo il primo anno di vita, e l’efficacia di tali fermenti non eguaglia, tuttavia, quella dei fermenti
degli adulti, almeno per alcuni anni. La digestione di tutti gli alimenti amidacei
dipende da questi fermenti intestinali, mentre datteri, fichi, prugne, ecc., hanno lo
stesso valore nutritivo di pane e cereali e sono facilmente digeribili: l’assorbimento e l’assimilazione di frutti di questo tipo si osservano non appena essi vengono
ingeriti≫.
Il fatto che la Natura non abbia predisposto dei meccanismi per la digestione
degli amidi, prima dell’età della completa dentizione, dovrebbe costituire una prova inconfutabile del suo desiderio di escludere gli amidi dalla dieta del bambino
nel suo primo periodo di vita. Prima che i denti raggiungano il completo sviluppo,
la saliva del bambino contiene una semplice traccia di ptialina, il fermento digestivo o enzima che trasforma l’amido in zucchero: la quantità di ptialina presente
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nella saliva è appena sufficiente a trasformare lo zucchero in destrosio primario. È
questa quasi totale assenza di enzimi preposti alla divisione degli amidi, nei succhi gastrici del bambino, che spiega buona parte dei disturbi di carattere digestivo
legati all’impiego di alimenti amidacei nella dieta infantile. Laddove la digestione degli amidi è impossibile, la loro fermentazione è inevitabile, e ciò significa
l’intossicazione del bambino.
E bene notare come la Natura non abbia incluso alcun amido nel latte. Il
carboidrato del latte è lo zucchero. Se verso la fine del primo periodo di alimentazione, si desidera assicurare al bambino altri carboidrati oltre a quello contenuto
nel latte, si dovrebbe farlo sotto forma di frutta dolce: datteri fichi, uva, loti, banane ben mature, ecc., piuttosto che sotto forma di amidi. Ciò che è certo è che dal
momento che l’amido di tutti i cibi richiede una masticazione ed un’insalivazione
totali e complete si dovrebbe evitare nella maniera più assoluta di fornire alimenti amidacei ai bambini, prima che questi abbiano i denti, per poterli masticare e
presentino tutti gli enzimi necessari a digerirli.
Il dott. Page era piuttosto contrariato alla diffusa abitudine di includere gli
amidi nella dieta dei bambini; egli dichiarava ≪la farina, il grano, e lo zucchero raffinato, sono ormai elementi alla moda nella dieta infantile, anche se
in realtà sarebbe ben difficile riuscire a fare una selezione peggiore≫. Egli
manifestava altresı̀ ripetutamente la sua preoccupazione per i danni che potevano
derivare agli organi vitali a causa ≪di una alimentazione infantile prematura utilizzante addirittura i migliori prodotti scelti dalla tabella generale≫ ed aggiungeva:
≪Non è raro che a bambini cosı̀ piccoli vengano dati da mangiare caramelle, ed
addirittura, in alcuni casi, carne di maiale, pesce fritto, cavoli, prosciutto, patate,
ecc., e che la colpa per l’insorgere di disturbi gastrointestinali, venga poi attribuita
ai denti≫.
Non ha senso dar da mangiare a bambini cosı̀ piccoli cose come purè di patate, farine di cereali, farina, ed altri piatti simili, pensando che dal momento che
si tratta di alimenti che possono essere inghiottiti senza masticare, una dentizione
incompleta non rappresenti un ostacolo. Questi elementi, vengono inghiottiti senza essere insalivati e vengono mangiati da individui i cui succhi digestivi mal si
adattano alla digestione degli amidi.
Se ci limitiamo alle osservazioni che seguono, formulate da Page a proposito
del latte di una madre osservante una dieta sana, notiamo come la verità in esse
contenuta sia eterna. Egli dice: ≪Il latte è l’alimento per eccellenza dei neonati e
contiene tutti gli elementi necessari per lo sviluppo dei denti, o finchè non si ha
la completa dentizione, esso dovrebbe continuare a costituire il solo ed unico cibo
del bambino. È sufficiente che due o tre o mezza dozzina di denti siano spuntati, perchè ci si aspetti che abbiano una qualche parte nel lavoro di un bambino
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cresciuto≫.
Anche il dott. Tilden presentava la stessa determinazione nel sostenere quella
che chiamava dieta-per-neonati-senza amidi. Egli dice: ≪È un errore dar da mangiare amidi ai bambini troppo presto, prima della fine del loro secondo anno di
vita; essi, infatti, hanno grossi problemi a digerire grandi quantità di amidi≫.
I bambini al di sotto dei due o tre anni di età hanno difficoltà a trasformare gli
amidi in zuccheri, e sarebbe opportuno che ricavassero direttamente questi ultimi
dalla frutta fresca in estate e dalla frutta dolce e secca (uva passa, datteri e fichi)
in inverno≫.
≪
Uno dei punti fermi della mia pratica di medico è di non prescrivere alimenti
amidacei di alcun tipo a bambini al di sotto dei due anni di età. Nella mia stessa
famiglia, i miei figli non hanno mai mangiato cereali. A meno che non si tratti
di fagiolini e piselli, i cereali tra tutti gli alimenti amidacei sono i più difficili
da digerire. Esistono buoni motivi per credere che i cereali causino lo sviluppo
di ossa e denti deboli.
I neonati non hanno bisogno di alimenti amidacei e non possono utilizzarli in
alcun modo vantaggioso. Molti dei disturbi che affliggono i bambini durante la
primissima infanzia sono collegati all’abitudine diffusa di includere nella loro dieta alimenti amidacei. Particolarmente dannosi sono le combinazioni di cereali
con zucchero e crema o zucchero e latte; come se ciò non bastasse, a peggiorare
le cose, contribuisce il fatto che solitamente cereali e zucchero vengono denaturati
ed il latte viene pastorizzato.
A parte qualsiasi altra considerazione – dice il dott. Page – è bene evitare
qualsiasi elemento amidaceo o farinaceo fino a quando non si avrà avuto il completo sviluppo dei denti; solo allora, si potrà cominciare, giustamente, a prendere
in esame l’introduzione di qualche elemento appartenente alla dieta adulta≫.
≪
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Capitolo 15
IL LATTE MATERNO
Le madri dovrebbero sempre tenere a mente che il latte di ciascuna specie è perfettamente rispondente ai fabbisogni dei propri piccoli, e non a quelli della prole
di altre specie. Ciò vale sia per il latte della specie umana che per quello delle
specie animali. Il latte non-specifico, vale a dire il latte di un’altra specie, non
solo non è ben rispondente ai fabbisogni del neonato dell’uomo, ma addirittura
può rivelarsi nocivo per il suo organismo. I fabbisogni nutritivi dei piccoli delle
varie specie variano notevolmente cosı̀ come variano i loro tassi di crescita. Il
tasso di crescita determina i fabbisogni alimentari dei piccoli e le correlazioni dei
vari fattori alimentari necessari. Con mirabile maestria, la natura adatta il latte di
ciascuna specie ai fabbisogni del piccolo di quella specie.
Tanto la composizione quanto le correlazioni dei vari fattori alimentari sono
cosı̀ specificamente adattate al piccolo della specie in esame, nei suoi vari stadi
di sviluppo, da dare l’impressione della perspicacia e dell’intelligenza con cui la
natura sovrintende alla produzione del latte. Tutto questo equivale a confermare
come ciascuna specie mammifera abbia il proprio specifico latte: il latte della
mucca è adatto a soddisfare gli specifici fabbisogni del vitellino; il latte della capra
quelli del capretto; il latte della coniglia è attentamente combinanto per rispondere
ai fabbisogni del coniglietto, e via dicendo.
Il latte della donna è preparato per soddisfare in modo attento e preciso gli
specifici fabbisogni del bambino nella sua crescita. Nessun altro latte prodotto in
natura può rispondere alle specifiche esigenze nutritive del piccolo dell’uomo. Il
latte umano viene secreto ad uso del neonato, e, in condizioni normali, in madri
sane, verrà secreto in quantità sufficiente ed in giusta qualità per un periodo di
tempo sufficientemente lungo da assicurare l’intero fabbisogno di latte del piccolo.
La Natura non ha alcuna fretta di nutrire i neonati di qualsiasi specie mam– 137 –
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mifera. La secrezione mammaria durante i primissimi giorni successivi al parto
si differenzia in qualche modo dal latte ordinario e viene chiamata “colostro”. Si
tratta di una secrezione quantitativamente scarsa, più densa del latte e di colore
giallo limone intenso. La sua composizione chimica differisce notevolmente da
quella della secrezione successiva. Si pensa che abbia un effetto lassativo sul neonato, sebbene dalle nostre osservazioni, e da quelle di altri Igienisti, negli ultimi
centotrenta anni, sia risultato che gli intestini del neonato funzionino bene anche
in sua assenza.
Il colostro si trasforma gradatamente in vero latte, diventando più liquido e più
blù. La produzione del vero latte comincia di solito il terzo giorno dopo la nascita,
e non esiste alcun bisogno di somministrare al neonato, prima di questo momento, qualsiasi altra cosa diversa dal colostro. Coloro che sostengono il contrario,
credono che il grande progetto della natura per l’alimentazione del neonato sia
inadeguato. Essi magari non pensano che un simile piano sia inadatto per i cagnolini, gattini o vitelli, mentre lo pensano per i piccoli dell’uomo. Il flusso del latte
solitamente si stabilizza alla fine della prima settimana, mentre il cambiamento
totale viene ultimato entro la fine della seconda o terza settimana. Man mano che
il bambino cresce, la secrezione del latte gradualmente aumenta in risposta alle
sue esisgenze. Buona parte del latte, in realtà, si forma mentre il bambino prende
il latte e viene secreta in proporzione al vigore, alla forza ed alla persistenza con
cui questi succhia.
La composizione del latte materno si adegua, col passare delle settimane, ai
mutevoli fabbisogni nutritivi del piccolo, facendo quindi, quanto l’industriale di
latte in polvere non può sperare di fare. Perfino il volume della produzione lattea
non è uniforme nel periodo della lattazione. Esso, di norma, varia con il mutare
dei fabbisogni del bambino. All’età di una settimana, il neonato può consumare
circa quindici once di latte nell’arco delle ventiquattro ore; tre settimane più tardi,
questa quantità potrebbe raddoppiare.
La produzione di latte tende a raggiungere il culmine tra la venticinquesima
e la trentesima settimana. La tabella seguente, tratta da Rose, indica il consumo
settimanale di calcio ad opera del lattante nei diversi periodi dello sviluppo:
ETÀ DEL NEONATO UTILIZZO SETTIMANALE CALCIO
(mesi)
(grammi)
———————–
———————–
3
da 1,9 a 2,2
6
da 2,5 a 2,7
9
da 2,7 a 3,0
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È opinione diffusa che, durante il periodo dell’allattamento, siano maggiori le
possibilità di una deficienza di calcio rispetto a quella di altri elementi; pertanto,
è bene che la madre mangi in abbondanza frutta e vegetali contenenti calcio.
Il latte umano assomiglia al latte bovino, ma se ne differenzia in parecchi importanti particolari; è molto più dolce, è inodore, ed il suo colore va da un bianco
bluastro ad un intenso giallo cremoso. La qualità del latte non può essere determinata dal suo aspetto, in quanto il latte giallastro deve il suo colore ad una sostanza
chiamata “carotene” che si trova in certe verdure utilizzate a scopi alimentari. La
proteina del latte umano differisce da quella del latte di mucca o di capra; il suo
contenuto di amminoacidi è specificamente pensato per soddisfare i fabbisogni di
amminoacidi del piccolo dell’uomo, per cui, sebbene il latte di mucca o di capra
contenga più proteine del latte umano, il bambino crescerà in maniera migliore
utilizzando il latte materno.
La composizione del latte umano rimane grosso modo invariata per tutto il
periodo dell’allattamento; la variazione più rilevante interessa il suo contenuto
proteico, che diminuisce con il passare del tempo. La composizione del latte varia
di giorno in giorno ed addirittura da una poppata all’altra, cosı̀ come dall’inizio
alla fine della stessa poppata. Il latte umano, in media, contiene circa il 7% di
lattosio dal 3 al 4% di grassi, 1,50% di proteine, e 0,20% di sali. La percentuale
di siero o proteine solubili nel latte umano è superiore a quella del latte di mucca.
I suoi sali sono in forma molto più facilmente utilizzabile per il neonato di quanto
non lo siano nel latte bovino. Tali sali, ad eccezione del ferro, sono sufficienti
a coprire i fabbisogni del bambino, la cui deficienza tuttavia, almento per molti
mesi, non ha ripercussioni sul piccolo in quanto questi, al momento della nascita,
presenta una eccezionale riserva di ferro contenuta nel fegato. Ciò costituisce in
relatà, uno straordinario esempio della precisa rispondenza del latte ai fabbisogni
del neonato. Il latte materno è relativamente povero di grassi ed è un dato di fatto
che i neonati piccolissimi vivano meglio se sottoposti ad una dieta contenente
pochi grassi. Nello stomaco del neonato, il latte della madre forma dei soffici
cagli a fiocchi immediatamente permeabili per i succhi digestivi; per contro, il
latte di mucca dà origine a cagli più grandi e duri.
Analisi condotte sul latte materno per determinarne la qualità non hanno alcun
valore pratico, a meno che non si prendano in esame parecchie poppate nel loro
insieme. È probabile che campioni prelevati durante la giornata differiscano da
quelli prelevati alla sera. All’inizio della poppata, il grasso contenuto nel latte
varia dal 2 al 3%, mentre alla fine va dal 6 al 10%. Si osserva, altresı̀, una considerevole variazione nella composizione del latte di donne diverse, senza che ciò
abbia ripercussioni sulla salute dei neonati. Un neonato che in precedenza si era
ben sviluppato nutrendosi del latte della propria madre, si svilupperà altrettanto
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bene cibandosi del latte della balia. È altresı̀ vero che un neonato può trovarsi bene
con un latte, che, per una qualche ragione, non giova ad un altro neonato. Possono
esservi addirittura casi di neonati che crescono tranquillamente prendendo il latte
di parecchie balie ed hanno uno sviluppo soddisfacente. Alla luce di quanto detto
finora, quindi, potrebbe non esistere uno standard assoluto sulla bontà del latte.
A meno che non ci si trovi in presenza di variazioni estreme, l’analisi chimica
del latte non può determinarne l’adeguatezza o meno per il neonato. La maggior
parte di tutte queste pratiche mercenarie di laboratorio rappresenta in realtà uno
dei tanti aspetti di quella miniera di denaro che è diventata la medicina oggi.
Esiste una sola prova per valutare l’adeguatezza o meno del latte, ed è la prova
dell’allattamento. Se un bambino, allattato al seno, cresce normalmente e prospera, è evidente che quanto riceve è adeguato ai suoi fabbisogni; nel caso, invece,
egli non cresca, è possibile che la quantità di latte sia insufficiente.
Essendo da tempo il nostro paese letteralmente sommerso da un’autentica
inondazione di latte bovino, le nostre donne non hanno più la voglia o la capacità di allattare i loro piccoli. Si tratta forse di una vendetta della bestia per il fatto
di venire sfruttate nell’industria casearia?
Che cosa succederebbe ai nostri piccoli se anche le nostre mucche perdessero la capacità di produrre latte? Siamo forse giunti ad un punto in questa nostra
affannosa corsa verso il regresso in cui non siamo più capaci di continuare ad esistere come razza, se non come parassiti della mucca? Sembra che tra i cosiddetti
animali inferiori non si osservi mai l’incapacità di allattare i propri piccoli, cosı̀
come essa è molto rara tra i cosiddetti primitivi. Tale incapacità sembra essere una
triste prerogativa delle donne civilizzate, e non quindi delle popolazioni selvagge
della terra. Si tratta di un dato sufficiente a farci riflettere su chi debba essere in
realtà considerato selvaggio e chi civilizzato.
Quando i neonati vengono alimentati alla fonte che la Natura ha direttamente
preposto all’uopo, stanno molto meglio di quando sottoposti ad un’alimentazione
artificiale. Se il latte della madre risulta qualitativamente inadeguato, (si tratta, in
realtà, di un’eventualità molto remota), invece di svezzare il proprio piccolo, ella
dovrebbe cercare di migliorare la propria dieta ed il proprio regime di vita. Il latte
materno è talmente importante per il bambino che qualora la madre non ne secernesse a sufficienza per soddisfare i fabbisogni del proprio piccolo, ella dovrebbe
continuare ad allattare il bambino finchè avrà latte, ed integrare semplicemente il
proprio con quello ottenuto da altre fonti. Ella non dovrebbe smettere di allattare
il proprio piccolo per il semplice fatto di non produrre latte sufficiente a coprire
il fabbisogno globale del neonato. È sicuramente preferibile integrare il proprio
latte anzichè sostituirlo.
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Diventa sempre più importante il fatto che le madri allattano i propri piccoli,
dal momento che la classe medica va acquisendo un controllo sempre maggiore
sull’industria casearia nonchè sulle mucche da latte sottoposte a continui test e
vaccini che sviliscono il valore nutritivo di questo preciso alimento. Dal momento
che la pastorizzazione è obbligatoria su aree sempre più estese, diventa altresi
importante che le madri assicurino ai loro piccoli il proprio latte. È una cosa
terribile il fatto che una madre venga meno al suo dovere di allattare la propria
creatura. Il latte di mucca, malgrado tutte le virtù che gli vengono attribuite, è un
alimento insufficiente per il neonato e per il bambino, cosı̀ come lo è per l’adulto.
Nel calderone di discussioni sulla minore incidenza di malattie riscontrate tra
i bambini allattati al seno, credo sia bene ribadire una volta per tutte il fatto che
l’allattamento al seno non “proteggeva” i neonati “dalle malattie” nello scorso
secolo, nè nei secoli precedenti, allorchè quasi tutti i neonati venivano allattati
naturalmente. La salute dei neonati è qualcosa che va ben oltre il semplice allattamento al seno. La teoria che il latte materno possiede sostanze “protettive” oltre
alle sostanze nutritive che lo caratterizzano, e che contenga qualche tipo di “anticorpo” attivo contro i germi, è completamente gratuita. Soltanto coloro che sono
ottenebrati dall’ignoranza, possono prendere sul serio la teoria secondo la quale
le malattie sono dovvute ai germi; ma, se allora, le malattie sono dovute ai germi,
è probabile che anche il latte degli altri animali presenti queste stesse sostanze
protettive. Pensando al latte di una madre sana, ed osservante un corretto regime
dietetico, dobbiamo pensare che esso costituisce una fonte nutritiva superiore per
il neonato, per la quale non esiste alcun sostituto adeguato; ma, dobbiamo anche
desistere dal tentativo di investire questo latte di proprietà profilattiche o magiche,
o cosiddette medicinali.
Qualsiasi donna normalmente sviluppata dovrebbe essere in grado di allattare
il proprio piccolo. Per molte donne, l’incapacità ad allattare il proprio neonato
è semplicemente mancanza di volontà. Molte donne riescono a trovare le scuse
più disparate per non allattare i propri figli. Perfino coloro che non hanno una
forma da mantenere credono alla storia assurda che l’allattamento al seno possa
danneggiare il loro fisico. L’allattamento, inoltre, le tiene lontane dai teatri,
dalla pista da ballo, dal tavolo da bridge, dai cocktail e dal lavoro. Una giovane donna ha detto ad una futura madre: ≪Sei proprio pazza se pensi di allattare
il bambino quando nascerà. Pensa solamente a tutte le volte che sarai costretta
a tornare a casa, o a rimanervi, quando potresti invece tranquillamente affidare il
bambino ad una baby-sitter che gli preparerà il latte in polvere secondo le tabelle
stabilite. È una soluzione talmente semplice!≫. L’ultima scusa, quella del lavoro,
spesso appare legittima. Il dottore potrà dimostrare alla madre in una dozzina di
modi diversi che, per l’amore e la salute del suo bambino, ella dovrebbe allattarlo
al seno; ma che cosa potrà ribattere alla donna se questa si opporrà adducendo i
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suoi particolari motivi: la fragilità della sua salute, le stancanti veglie, la continua
ansia, l’oppressione della società, la necessità per lei di lavorare, l’indifferenza
del suo Paese per le sue necessità, lo stesso figlio, oggetto di cosı̀ tante cure, che,
una volta cresciuto, potrebbe forse trasformarsi nel suo più crudele nemico? L’unica risposta è che le donne di salute cagionevole, o malate, o che lavorano,
o che pongono qualsiasi altra cosa al di sopra del benessere del loro neonato,
dovrebbero evitare di incorrere nelle responsabilità della maternità.
La barzelletta racconta che uno studente, alla domanda di fornire cinque motivi per cui il latte materno è il migliore per il neonato, ne diede quattro, non
riuscendo a formulare il quinto. Dopo essersi spremuto le meningi, se ne venne
fuori con l’originale risposta: ≪Fuoriesce da contenitori bellissimi≫, dando cosı̀
una risposta che spessissimo corrisponde a verità. Ma, ancora più importante di
questo fatto, è che il latte materno giunge direttamente al bambino, senza manipolazioni o interferenze esterne. Esso è fresco, puro, sano, genuino e naturale; non
viene danneggiato dalla standardizzazione, dalla conservazione, dalla pastorizzazione, dall’ossidazione, dall’omogeneizzazzione, o dalla aggiunta di conservanti,
ecc. Esso non viene contaminato da sporchi lattai, sporchi contenitori, o altri
fattori, sempre che la madre sia sana e conduca una vita impeccabile dal punto
di vista igienico. La maggior parte delle donne di oggi ignora quanto sia conveniente l’allattamento al seno; esso non richiede la sterilizzazione di bottiglie e
tettarelle, nè l’attenta miscelazione e il dosaggio accurato di prodotti in polvere
con acqua, cosı̀ come risparmia la fatica di controllare se la temperatura del latte
sia quella giusta, e non necessita di tante bottiglie, colini, sterilizzatori, ecc. La
preparazione dei prodotti in polvere sostitutivi del latte materno, e la sterilizzazione delle bottiglie comportano un “sacco di fastidi”, che non sussistono invece nel
caso dell’allattamento naturale.
In una donna normale, la produzione di latte dipende da alcuni semplici fattori
alla portata della maggior parte delle madri. Esistono due maniere fondamentali
per aumentare la produzione di latte, e, cioè, una dieta corretta, e il completo svuotamento delle mammelle ad ogni poppata. Il consumo d’acqua non
è di alcun giovamento, nè esistono sostanze medicinali da assumere o applicare
localmente o alimenti brevettati che possano incentivare la produzione di latte.
Il completo svuotamento della mammella ogni volta che il piccolo allatta, costituisce il modo più efficace di aumentare la secrezione lattea; se le mammelle
non verranno vuotate di volta in volta, la secrezione gradualmente diminuirà. Da
sempre questo fatto, che vale anche per i bovini, è noto ai contadini ed ai lattai.
Come le mucche, molte donne producono più latte di altre; tuttavia, a questo fatto,
la quantità di latte secreto dipende in buona parte dalle richieste del lattante, per
cui aumenta o dimunuisce in rapporto al consumo che questi ne fa. Sono troppe
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le madri che permetto che il piccolo succhi una mammella per pochi minuti, e
poi passi all’altra; in questo modo, nessuna delle due si svuota in modo completo, e ciò porta ad un loro rapido prosciugamento. In realtà, il bambino
dovrebbe essere allattato ad una mammella durante una poppata, e all’altra
durante la poppata successiva. Assicuratevi che il vostro piccolo svuoti completamente ciascuna mammella prima di porgergli l’altra, qualora la prima non gli
avesse fornito il latte sufficiente a sfamarlo.
SE LE MAMMELLE NON VERRANNO COMPLETAMENTE SVUOTATE AD OGNI POPPATA, LA SECREZIONE LATTEA DINIlNUIRÀ RAPIDAMENTE.
AL CONTRARIO, LO SVUOTAMENTO DELLA MAMMELLA AD OGNI
POPPATA AUMENTERÀ LA QUANTITÀ DI LATTE SICURAMENTE PIÙ DI
QUALSIASI ALTRA COSA.
Un attento osservatore si troverà costretto a riconoscere che la maggior parte
delle donne moderne non nutre un reale desiderio di allattare il proprio piccolo;
e se anche avesse questo desiderio, non è possibile produrre un latte qualitativamente e quantitativamente adatto osservando una dieta di pane bianco,
carni aromatizzate, latte pastorizzato, rustici, dolci, purè di patate, ecc. L’assunzione di abbondanti quantità di alimenti ricchi è inutile. Essi infatti hanno il
solo effetto di rovinare la digestione e distruggere l’appetito della madre. L’unica classe di alimenti che aumenta notevolmente la secrezione lattea degli animali
— e ci sono motivi per credere che lo stesso avvenga nella donna - sono gli alimenti verdi appena raccolti. Sono proprio questi ultimi che dovrebbero essere
consumati in abbondanza.
Il professore McCollum afferma: ≪Abbiamo buone ragioni per credere che
la pratica comune di “limitare” la dieta ad un eccessivo consumo di pane, carne,
zucchero, patate, fagiolini, piselli, e cereali per la prima colazione (prima della
nascita e durante il periodo dell’allattamento) sia responsabile dell’incapacità di
molte madri a produrre latte di quantità e qualità soddisfacenti per la nutrizione
dei propri piccoli. Il limitare l’assunzione di carni non comporta alcun sacrificio
insopportabile (ma, al contrario, genera grandi benefici); parimenti positivo sarà
l’aumento del consumo di latte, frutta, e vegetali verdi, e la madre che si atterrà
a questi piccoli accorgimenti ridurrà enormemente il pericolo di un arresto nello
sviluppo normale del proprio bambino≫.
Il Dr. Page afferma: ≪La donna che non presenti appetito per qualsiasi tipo di alimento naturale non è una donna sana; se la madre preferisce consumare
alimenti trattati, non potrà mantenere una buona salute; se ella è sovralimentata,
grassa e pletorica in modo anormale, è una donna malata; e, in questi casi, non
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può assicurare al bambino un cibo perfetto per la sua nutrizione≫. ≪Molti alimenti conditi, bevande calde, il bere a profusione tra un pasto e l’altro “per far
scendere il latte” finiscono con l’essere fattori dannosi tanto per la madre quanto
per la sua creatura. Molti alimenti animali non sono consigliabili in inverno o in
estate, ed in quest’ultimo periodo addirittura dovrebbero essere completamente
eliminati≫. ≪La nausea, l’inappetenza, un appetito smodato, “i morsi allo stomaco”, spesso fraintesi come bisogno da parte dell’organismo di cibo, sono tutti
prodotti dell’eccesso o dell’uso di cibi o di condimenti non naturali≫.
Trattando delle cause del rachitismo, il Dr. Pritchard, dell’Inghilterra, osserva
come tutta la dieta inglese sia deficiente di minerali alcalini e contenga un eccesso
di minerali acidi. Commentando gli effetti di tale deficienza sull’allattamento, egli
dice: ≪È altresı̀ degno di nota il fatto che, in concomitanza al deterioramento dei
denti in questo paese (Inghilterra) esiste un’osservata ridotta capacità delle madri
ad allattare i propri piccoli. La produzione di latte comporta uno straordinario
prosciugamento delle risorse di calcio dell’organismo: una delle conseguenze naturali dell’esaurimento di queste risorse è l’incapacità a produrre latte≫. La frutta
ed i vegetali verdi sono le fonti migliori e più ricche di basi alcaline, e, dovrebbero, per quanto concerne la produzione lattea, fare per la donna, ciò che fanno
per gli animali.
Parlando del lungo periodo (da due a tre anni) durante il quale le donne cinesi allattano i loro piccoli, il Prof. H. C. Sherman dice: ≪Non è improbabile che
il libero uso di vegetali verdi, dal contenuto elevato di calcio e vitamine, nell’alimentazione della madre possa essere un fattore della sua capacità di allattare i
suoi bambini per un cosı̀ lungo periodo di tempo≫.
Ciò deve essere vero perchè McCollum ha scoperto che le vitamine del latte
non vengono prodotte dalla mucca, ma vengono da questa direttamente assunte
dagli alimenti≫. Frutta e vegetali verdi appena raccolti dovrebbero formare il
grosso della dieta della madre, sia durante la gestazione sia durante l’allattamento.
≪
Spesso alle donne che allattano viene consigliato di bere birra, vino, birra
chiara forte, cacao, cioccolato e bevande al malto, per favorire la secrezione lattea;
si tratta, in realtà, di un consiglio estremamente pernicioso. ≪Ci si domanda – dice
il Dr. William J. Robinson – se una madre che faccia consumo di considerevoli
quantità di bevande alcoliche non possa trasmettere alla sua creatura il gusto per
l’alcool≫. A parte questa considerazione, la dieta della madre dovrebbe consistere
di alimenti naturali. L’allattamento, infatti, non va vissuto come una malattia, e,
pertanto, non richiede diete speciali; ciò che, ad ogni modo, la madre dovrebbe
evitare è di assumere cattive abitudini alimentari che danneggiano la digestione.
Un eccesso di proteine nella dieta materna potrebbe tradursi in un eccesso di
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proteine nel latte, e ciò potrebbe creare problemi al piccolo. La verità di quanto
detto finora è ben attestata da osservazioni fatte su esseri umani. Negli animali,
le prove sono state condotte in laboratorio. Hartwell, un ricercatore scientifico,
ha scoperto che un eccesso di proteine nella dieta della madre, durante l’allattamento, va a detrimento del benessere del piccolo. L. T. Anderegg, del Laboratorio
di Chimica Fisiologica, dello Iowa State College, dice: ≪Le prove ottenute in
questo laboratorio dimostrano che è di enorme importanza il fatto che il rapporto
di proteine/grassi si mantenga entro certi limiti, se si vogliono ottenere risultati
ottimali. Se tale rapporto è troppo elevato, la crescita potrà essere normale nella prima generazione, mentre gli animali produrranno pochi piccoli o addirittura
nessuno. Evans, Bishop, Mathill, e Stone hanno impiegato diete in cui il rapporto
grassi/proteine era troppo elevato, per avere risultati migliori, e, come risultato, vi
è stata la produzione di pochi piccoli, o addirittura di nessuno.
Hartwell ha dimostrato che i piccoli non crescevano quando alle madri venivano somministrate diete ad alto contenuto proteico, durante il periodo dell’allattamento. I piccoli erano soggetti a spasmi, e l’esame del tratto digerente dimostrava la cessazione del flusso di latte. È stato inoltre ripetutamente dimostrato in
questo laboratorio che le diete ad alto contenuto proteico, e, comparativamente povere di grassi, risultano a detrimento dell’allevamento dei piccoli≫. L’eccesso di
proteine nel latte potrebbe anche risultare da nervosismo o mancanza di esercizio
fisico.
≪
La percentuale di zucchero nel latte non può essere aumentata o ridotta in
nessun modo; la quantità di grasso non può essere aumentata se non in quelle madri che sono a livelli vistosi di sottonutrizione. Essa, comunque, potrebbe
venir ridotta diminuendo la quantità globale del cibo assunto dalla madre. Esiste probabilmente una grande variazione nelle quantità di sali nel latte prodotto da dieta, mentre sembra certo che il suo contenuto vitaminico debba variare
considerevolmente.
Che le madri sottonutrite non possano allattare le proprie creature è dimostrato
dai risultati del digiuno, dall’esperienza di molte madri in certe parti dell’Europa
devastate dalla guerra, da esperimenti condotti sugli animali, e da molti altri esempi che abbiamo quotidianamente a portata di mano. Un digiuno riduce immediatamente la quantità di latte e ne altera la qualità. Esperimenti hanno dimostrato che,
dopo quattordici giorni di digiuno, la quantità di latte secreto è appena un settimo
del quantitativo normale. Il latte diventa più povero di acqua, proteine, zucchero, e
sali minerali. Il contenuto di grassi, invece, rimane praticamente immutato. Lusk
ha scoperto che nel caso di capre tenute a digiuno, la quantità di grasso aumenta.
Altri ricercatori hanno invece osservato che il contenuto di grassi del latte rimane
sostanzialmente lo stesso nel latte bovino malgrado si osservi una diminuzione di
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tutti gli altri elementi.
Kauppe, in Germania, ha esaminato il latte di molte madri durante la I Guerra
Mondiale, ed ha trovato che il contenuto di grassi era praticamente normale. Ha
fatto quindi ricorso ad una fantasiosa interpretazione basata su influenze psichiche
per spiegare l’incapacità dei neonati di crescere robusti pur bevendo il loro latte. È
abbastanza ridicolo chiamare in causa “influenze psichiche” per spiegare ciò che
in realtà era l’evidente risultato di un parziale stato di denutrizione.
Dolore, preoccupazione, rabbia, paura, grande eccitazione, ecc., possono diminuire notevolmente o sospendere completamente la secrezione lattea, o anche
alterare la composizione del latte ed avere quindi ripercussioni sul benessere del
bambino. Mi chiedo spesso se l’incapacità di alcune donne di allattare il proprio
piccolo non sia dovuta esclusivamente alla paura o alla preoccupazione di non
esserne capaci. Le donne nervose ed eccitabili sono soggette ad avere troppe proteine nel loro latte, e ciò risulterà dannoso per la digestione del bambino. Esistono
casi documentati di donne furiose che hanno ucciso i propri piccoli allattandoli.
Qualsiasi influenza che deprima, o ecciti, o iperstimoli la madre, risulterà rovinosa
per il suo latte e farà star male il lattante.
Un affaticamento (o un iperlavoro in generale) ridurrà la quantità di latte prodotto, poichè le alterazioni di temperatura del corpo causeranno un prosciugamento delle energie del corpo. La debilitazione ed una cattiva nutrizione, derivanti in
buona parte da una dieta errata e dall’uso di stimolanti, rappresentano le principali
cause dell’incapacità di molte donne di allattare le proprie creature. Nella maggior parte dei casi, l’incapacità di allattare è dovuta a trascuratezza, negligenza o
ignoranza.
Una corretta alimentazione della madre (abbondanza di vegetali freschi, e frutta appena raccolta, pochi carboidrati e le giuste proteine), aria fresca e luce solare,
leggero esercizio fisico, riposo e tranquillità mentale, unitamente a mancanza di
preoccupazioni o ansia, di eccessivo lavoro, di affaticamento notturno, nonchè eliminazione di tabacco, bevande alcoliche, ore piccole, indebiti stati di eccitazione,
metteranno la madre nelle condizioni ideali per fornire al proprio piccolo abbondanza di buon latte. Un’altra condizione importante è il totale svuotamento della
mammella o delle mammelle dopo ogni poppata.
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15.1 QUANDO LA POPPATA PUÒ ESSERE
“VELENOSA”
Molte sostanze assunte dalla madre vengono secrete unitamente al latte. Alcool,
nicotina, oppio, atropina, iodio di potassio, salicilato di soda, bromuri, aspirina,
urotropina, fenobarbiturici, cascara ed antifrina sono tra le sostanze che raggiungono il latte materno, spesso in quantità sufficienti da indurre precoci malesseri
nel neonato. L’assunzione di catartici e lassativi da parte della madre può produrre
coliche nel neonato. Le madri dovrebbero stare attente a non assumere sostanze
“velenose” per i loro piccoli. Anche se i medici affermano che queste sostanze
non si trovano mai nel latte in quantità tali da recare danno ai piccoli, in realtà,
dobbiamo considerare queste loro affermazioni come una semplice difesa del loro
sconsiderato abuso di farmaci e sostanze intossicanti. Essi, infatti, non ammetteranno mai il danno che deriva dall’uso di queste sostanze, a meno che non siano
tali da causare la morte.
Studi medici sul fumo in donne in fase di allattamento hanno evidenziato l’assenza di sintomi di sorta nei neonati, cosı̀ come l’immutata quantità di latte nelle
mammelle. L’unico caso documentato di avvelenamento da nicotina interessava
un lattante di sei settimane. I sintomi presentati erano inquietudine, insonnia, accelerazione del battito cardiaco, vomito e diarrea. La conclusione è stata, tuttavia,
che la maggior parte delle madri prese in esame aveva fumato durante la gravidanza, e che i neonati avevano sviluppato una “tolleranza” per la nicotina. Questo significa semplicemente che la nicotina penetrata nel sangue della madre era altresı̀
penetrata nel sangue del suo piccolo, ma la “tolleranza” non è uno stato di salute,
quanto piuttosto uno stato patologico, cosı̀ come è vero che i veleni non cessano
di essere dannosi una volta che nei loro confronti si sia stabilita tale “tolleranza”. Sempre i medici affermano che l’alcool “in quantità modeste” non è risultato
essere dannoso. Sfortunatamente, però, essi non definiscono quali siano queste
“modeste quantità”, nè forniscono degli strumenti o delle soluzioni per mantenere tali quantità sempre nella soglia della “moderazione”. Non esiste, ad ogni
modo, alcuna valida ragione per cui un neonato debba essere “moderatamente”
avvelenato prima o dopo la nascita.
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Capitolo 16
IL LATTE ANIMALE
L’alimento essenziale per lo sviluppo e la crescita sana di qualsiasi neonato mammifero, incluso il neonato dell’uomo, viene prodotto nelle mammelle della propria
madre. Il latte di ciascuna specie si differenzia notevolmente da quello delle altre, come mostreremo più avanti, e ciascuna specie è preposta specificatamente a
soddisfare i fabbisogni dei propri piccoli.
Il neonato continua, per qualche tempo dopo la nascita, a nutrirsi del latte prodotto dalla madre. La tendenza generale, oggi, è quella di considerare normale il
fatto che, subito dopo la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre, l’uomo
abbia cominciato a propinare ai propri piccoli il latte di mucca o di altri animali, e che da allora continui in questa sua pratica con estrema naturalezza. Ciò ci
porta a credere che si tratti di una pratica universale, ma difficilmente potremmo
compiere un errore più grossolano.
Sappiamo, ad esempio, che sono pochissime le madri cinesi o indù che danno
ai loro piccoli latte bovino, o di altri animali. Sappiamo, inoltre, che gli Indiani
del Nord e del Sud America non avevano animali da latte, e che i loro piccoli non
ricevevano più latte dopo essere stati svezzati dalla madre. Ed esempi di questo
tipo sono abbastanza numerosi in più parti del mondo.
Secondo quanto ci risulta da documenti storici, un uomo di nome Underwood
fu il primo ad aver tentato l’esperimento di dare a dei neonati latte di mucca. Ciò
accadeva nell’anno 1793 . . . soltanto 187 anni fa, molto prima dell’invenzione
della tettarella di gomma e possiamo ben immaginare quale doveva essere il suo
spasso a nutrire un neonato con latte destinato ad un vitello.
Prima di quella memorabile data 1793 se una madre moriva e lasciava il proprio piccolo da allattare, l’allattamento veniva compiuto da una balia e non da una
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mucca. Da allora, la mucca non solo è diventata la madre di latte degli Americani
e di buona parte degli Europei, ma si è anche sviluppata l’assurda convinzione
che “un neonato non deve mai essere svezzato”. Questi, infatti, deve consumare
latte non solo nel periodo dell’infanzia, secondo quanto stabilito dalla Natura, ma
anche nel corso della giovinezza, della adolescenza e della vita adulta, cosicché,
oggi gli Americani sono un popolo di gente non-svezzata. Non ha importanza
quanto un indivuduo possa vivere; l’idea generale sembra essere che ciascuno
rimane lattante a vita.
Il latte viene dichiarato apertamente come il solo ed unico “alimento completo”, e da tutte le parti, riceviamo stimoli a farne continuo uso. Il latte rappresenta
“l’alimento ideale” per tutti: per il neonato, l’atleta, il lavoratore, l’invalido. Ad
ogni modo, non va dimenticato che esiste tutta una struttura portante di natura
commerciale dietro questa celebrazione delle magiche virtù del latte, e pertanto è
bene non prendere troppo sul serio o per oro colato tutto quanto ci viene propinato
a proposito, ricordando che spesso questi “crociati” del latte sono mossi da motivi
di lucro.
Il latte (il latte di mucca) non è l’alimento perfetto nè per il neonato nè per
l’adulto; eppure, malgrado ciò, siamo talmente bombardati da una pubblicità massiccia sulla sua super-potenzialità, che arriviamo ad insistere affinchè una donna
in allattamento ne faccia uso. Un quarto al giorno, e talora anche più, viene talora
prescritto alle donne che allattano i propri piccoli. Questa quasi totale dipendenza
dal latte è stata il risultato di un’azione congiunta di medici e produttori di latte, della quale il seguente stralcio tratto dall’Ice Cream Field (National Journal),
di Luglio 1927, ed intitolato “Dairy Council Plans Education Work” rappresenta
solo una prova parziale.
I più recenti sviluppi ottenuti nell’ambito della educazione sanitaria, e l’aumento dell’uso di prodotti caseari nella dieta del paese, sono stati discussi nel
corso della sesta conferenza annuale estiva dei produttori di latte nazionali e regionali, dall’11 al 13 Giugno a Buffalo, N.Y. Tra coloro che hanno preso la parola, vi sono stati il Dr. Munn, Presidente; il Dr. Charles H. Keene, Professore
di Igiene dell’Università di Buffalo; la Signorina Mary E. Spencer, Specialista in
Educazione Sanitaria, Washington, D.C.; il Dr. W.W. Peter, Segretario Associato
dell’Associazione Americana di Sanità Pubblica; il Dr. H. E. Van Norman Presidente del DRY MILK INSTITUTE; Clifford Goldsmith, scrittore e conferenziere;
la Signorina Sally Lucas Joan, consulente sanitaria, nonchè funzionari e specialisti
dell’organizzazione.
≪
Nel corso della conferenza, sono stati presentati nuovi posters, opuscoli, filmini, testi pubblicitari, commedie, ed altri strumenti educativi per presentare l’importanza di “alimenti protettivi” nella dieta di un individuo. Una analisi del tipo di
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lavoro portato avanti dall’organizzazione, e delle modalità con cui essa aiuta l’industria casearia, è stata presentata da W.P.B. Lockwood, New England Dairy and
Food Council, Boston, Mass. Il programma della conferenza è stato completato
da riunioni di carattere commerciale tra i vari funzionari, nonchè da una specifica
riunione vertente sui metodi pubblicitari.
≪Il Dairy Council – ha dichiarato il Direttore Dr. C.W. Larson – sta oggi raggiungendo il punto, in cui i suoi gruppi di lavoratori specializzati devono dedicare
la maggior parte del loro tempo alla preparazione di materiali e progetti interessanti ed istruttivi, da fornire alle scuole ed ai colleges, alle organizzazioni sanitarie
e previdenziali e ad altri gruppi similari, in tutti gli Stati Uniti. In precedenza, la
maggior parte del nostro tempo lo dedicavamo alle attività scolastiche, mentre
oggi queste costituiscono soltanto una parte della nostra poliedrica attività≫.
Come si vede, dunque, si tratta di una manovra commerciale condotta nel
modo più lucido e distaccato possibile. Essa sfrutta la bandiera della “salute”
come strumento per ottimizzare i profitti delle industrie casearie, cercando per la
propaganda “EDUCATIVA” l’appoggio e la legittimazione dei medici associati a
queste industrie.
Il latte non è un “alimento per adulti”, ma è un espediente temporaneo nella
vita del giovane animale, la sua secrezione dura fino a quando il piccolo non avrà
sviluppato una dentatura tale da avere assicurata la completa masticazione, nonchè
la capacità di secernere succhi gastrici qualitativamente capaci di metterlo nelle
condizioni di digerire gli alimenti dei quali poi si ciberà per il resto della sua vita.
Il latte di mucca non solo non è un alimento perfetto per l’uomo adulto, ma
non lo è neppure per il neonato della razza umana. Allo stesso tempo, il latte bovino non è nemmeno il miglior latte per neonati ricavato dagli animali inferiori.
Invece di parlare dell’importanza degli “alimenti protettivi” nella dieta, costoro
dovrebbero dedicare la loro “campagna educativa” alla divulgazione dei pericoli
dei cibi denaturati; ma ciò non può succedere perchè, in realtà, la loro campagna è semplicemente un tentativo di vendere più latte e non uno sforzo onesto di
informare la gente sui rischi connessi alla dieta denaturata.
La tabella che segue indica il rapporto esistente tra il contenuto proteico del
latte delle differenti specie ed il tempo medio necessario ai piccoli di dette specie
per raddoppiare il proprio peso:
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CONTENUTO PROTEICO DEI VARI TIPO DI LATTE
Specie
BAMBINO
PULEDRO
VITELLO
CAPRETTO
MAIALINO
AGNELLO
CAGNOLINO
GATTINO
CONIGLIO
Percentuale
1,6
2,0
3,5
4,3
5,0
6,5
7,1
9,5
14,5
N. gg. richiesti
per raddoppiare peso-nascita
190
60
47
19
18
10
8
7
6
Un’occhiata a questa tabella rivela subito il fatto che la Natura ha fornito più
proteine o meno proteine ai piccoli delle varie specie, a seconda della rapidità con
cui essi crescono dopo la nascita. Pertanto, il coniglio che è quello con la crescita
più rapida, riceve circa otto volte in più le proteine rispetto al neonato dell’uomo,
che cresce più lentamente di qualsiasi altro animale sulla terra. Questa tabella,
tuttavia, non racconta l’intera storia delle proteine, nè l’intera storia della crescita.
La parola “proteina” è un termine molto indefinito, ed è noto che la stessa quantità di proteina e calorie di diverse fonti potrebbero avere valori alimentari molto
diversi. Il latte della mucca possiede una proteina differente ed inferiore rispetto
a quella osservata nel latte umano, e mentre soddisfa a meraviglia i fabbisogni
di crescita del vitello, si rivela inadeguata per le esigenze di sviluppo del piccolo dell’uomo. Le proteine dei diversi tipi di latte differiscono notevolmente nella
costituzione dei loro amminoacidi, in modo da poter adeguatamente far fronte ai
diversi fabbisogni delle varie specie. La caratteristica più singolare nella crescita
del piccolo dell’uomo, rispetto a quella degli altri animali, è il grande sviluppo del
cervello nel primo anno di vita. Il latte della donna è specificamente preposto a
favorire questo sviluppo, cosı̀ come nessun altro latte sostitutivo può fare.
Il latte bovino forma cagli grossi, grandi, e spessi che il neonato ha difficoltà a
digerire, mentre il latte umano forma piccole masse soffici e fioccose che risultano
di facile digestione. Queste diverse caratteristiche fisiche e chimiche del latte delle
due madri sono destinate a soddisfare le specifiche esigenze dei rispettivi piccoli,
ed i due latti, pertanto, non sono intercambiabili. Ne consegue, logicamente, che
la mucca non rappresenta la migliore madre per il neonato dell’uomo, e che tutte
le volte che essa ne è diventata la madre adottiva, gli ha in realtà arrecato danno.
Va sottolineato come il preferire al latte materno, che è relativamente povero
di proteine, il latte intero della mucca, non diluito, e contenente quasi il triplo
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delle proteine, non accelera la crescita del neonato, in modo da permettergli di
raddoppiare il peso in minor tempo. In realtà, tranne che per l’altezza, la crescita
e lo sviluppo del neonato allattato artificialmente con la bottiglia, vengono
ritardati. Sembrerebbe che il latte si limiti a fornire le sostanze per la crescita,
ma il vero ed effettivo controllo della crescita venga operato altrove. La capacità di crescere è insita nell’organismo vivente, indipendentemente dall’apporto
alimentare.
Mi è capitato ripetutamente di osservare uno o due gattini venir separati dalla
madre e venir alimentati con latte di mucca ed altri alimenti. Invariabilmente, i
gattini allattati dalla madre crescevano meglio di quelli sottoposti ad allattamento
artificiale: erano meglio nutriti, più sviluppati, più grandi, e più sani, ed il loro pelo più lucido, folto e compatto. Anche per quanto riguarda la mortalità, ho
osservato delle differenze: essa era praticamente assente tra i gattini allattati naturalmente, mentre era molto elevata tra quelli allattati artificialmente. Ciò, e ne
sono convinto, rivela la relativa inadeguatezza del latte di mucca per i gattini, ed
indica che mentre il piccolo di una specie può talora vivere e crescere con il
latte di un’altra, esso prospera e si sviluppa nel modo migliore solamente con
il latte della propria madre.
Il latte di mucca, cosı̀ tanto raccomandato da medici e produttori di latte, non
è in realtà il prezioso alimento che il pubblico è portato a credere. Oggi, epoca
in cui tutti i cibi vengono trattati, ed il latte venduto al mercato viene standardizzato, pastorizzato, omogeneizzato, addirittura ricombinato, possiamo affermare
con certezza che si tratta di un prodotto tutt’altro che superiore. Raramente il
latte viene prodotto da mucche sane, e queste non vengono quasi mai alimentate
con l’obiettivo di produrre un latte di ottima qualità. I programmi di alimentazione
degli animali vengono elaborati con l’obiettivo di ottenere la massima resa, piuttosto che la massima qualità; le mucche vengono sottoposte al test della tubercolina,
vaccinate e sottoposte ad una serie di trattamenti volti ad assicurare l’anormalità
del loro latte.
BircherBenner afferma: ≪Erroneamente, il latte di mucca viene raccomandato come un alimento completo per l’infanzia. Gli studi condotti da pediatri sugli
effetti nutrizionali del latte di mucca sul bambino, hanno fatto sı̀ che essi si decidessero a raccomandare dal secondo anno di vita in poi una prudente limitazione
nella quantità di latte normalmente assunta. Con il latte di mucca come esclusivo
alimento, anche il bambino di due anni ben presto starebbe male≫. Se ve ne
sono stati, sono stati sicuramente pochi i pediatri americani che hanno raccomandato “una prudente limitazione” della quantità di latte di mucca da somministrare
ai bambini dopo i due anni di età. La sua affermazione, sicuramente, si riferisce ai
medici europei, che, forse, non sono cosı̀ legati all’industria del latte come accade
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sfortunatamente per i medici americani.
Non vi è modificazione di sorta (diluizione o additivi) che possa rendere il
latte di mucca rispondente ai bisogni del bambino, come il latte della madre. Tutti
i tentativi di rendere il latte bovino in qualche modo similare a quello umano sono
solo parzialmente riusciti.
Il consiglio di far bere ad un bambino un quarto di latte al giorno, e ad un
adulto o ad un anziano una pinta, ha basi prettamente commerciali; dietro di esso,
infatti, vi è la connivenza dell’industria casearia con la professione medica e la
ricerca industriale. Il consiglio, infatti, non è che le madri allattino i propri figli
finchè questi non abbiano raggiunto la novantina, perchè questo significherebbe
che non dovremmo mai venire svezzati, ma piuttosto quello di consumare latte di
mucca o di capra perchè è stato trovato che essi rappresentano “alimenti perfetti”
ed indispensabili.
In realtà, il valore alimentare del latte varia pochissimo con il variare delle
razze delle mucche; alcuni tipi contengono più vitamina A rispetto ad altre razze,
sebbene abbiano solitamente più carotene o provitamina A, che colma la differenza. Il latte Jersey e Goursney contiene più crema del latte di altre razze, e ciò
spiega la sua minore adattabilità al bambino.
Il latte di mucca, è, nelle condizioni migliori, un alimento povero per il piccolo dell’uomo, se paragonato al latte umano. Se, poi, consideriamo il tipo di
latte bovino che viene commercializzato oggi, dovremo renderci immediatamente
conto di come esso rappresenti un pessimo sostituto del latte materno. Ricavato
infatti da animali grassi, sovralimentati, vaccinati, sottoposti a diete sbagliate, a
test di tubercolina, questo latte viene quindi standardizzato, pastorizzato, omogeneizzato, e ricombinato; possiamo concludere, pertanto, che forse non è proprio la
sostanza ideale per garantire il nutrimento dei nostri piccoli. Spesso, gli alimenti
che entrano nella dieta delle mucche contengono D.D.T. o altre sostanze tossiche,
alcune delle quali rimangono allo stato grezzo, tanto esso è alterato. Una volta
che una madre intelligente avrà preso in considerazione tutte queste cose, farà
sicuramente tutti gli sforzi possibili per allattare il proprio piccolo allo scopo di
garantirgli un latte sano. Diamo ora un rapido sguardo a ciascuno di questi fattori,
ad eccezione della pastorizzazione che verrà considerata in un capitolo successivo.
È assolutamente anormale per le mucche produrre le abbondanti quantità di
latte, ricco di grassi, che producono le mucche allevate negli stabilimenti delle
industrie lattiere. Queste ultime, in realtà, attraverso riproduzioni selettive ed alimentazioni obbligate, vengono indotte a produrre grossi quantitativi di latte, e a
continuare a farlo anche nei periodi di non allattamento dei propri vitelli. In effetti, molte di queste mucche non sono mai secche, ma continuano a produrre latte
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che viene venduto sul mercato, tra un vitello e l’altro, anno dopo anno. Ho visto
mucche far latte per dieci e più anni, senza essere secche una sola volta, ed avere un vitello all’anno durante questo periodo. Ciò costituisce un vero e proprio
prosciugamento delle energie di questi animali, e rende impossibile il fatto che
essi possano godere di buona salute; in queste condizioni, infatti, le mucche sono particolarmente predisposte alla tubercolosi, e vivono molto di meno rispetto
alla norma. Mentre quasi tutte le mucche all’interno degli stabilimenti industriali
sono tubercolotiche, questa malattia è estremamente rara tra quelle che pascolano
liberamente nelle pianure.
Accanto ai mali dell’eccessiva produzione di latte, vi è altresı̀ il male dell’eccessiva alimentazione (troppo ricca di proteine), a cui le mucche vengono sottoposte. Tutto questo tende a favorire l’insorgere di malattie nell’animale e ad avere
anche ripercussioni negative sul suo latte. Un eccesso proteico è particolarmente
negativo per i neonati. Se un eccesso di proteine nella dieta della madre danneggia
il latte per il proprio piccolo, certamente un eccesso di proteine nella dieta della
mucca, il cui latte ne contiene già molte di più del latte umano, risulterà dannoso
per il bambino. Altresı̀ dannoso risulterà un eccesso di grassi. Le mandrie allevate negli stabilimenti industriali vengono cresciute ed alimentate in modo
tale che il loro latte contiene un grande eccesso di grasso.
Lattai e contadini producono latte per venderlo, e più latte e più grasso una
mucca produce, maggiori saranno i loro profitti. Lattai e contadini non sono diversi dai proprietari di miniere di carbone o opifici; essi sono interessati esclusivamente ad aumentare i propri profitti. Essi, pertanto, produrranno soltanto quel tipo
di latte e quelle quantità di latte che assicureranno loro il massimo dei guadagni,
incuranti del fatto che possano esservi effetti negativi sui consumatori.
Le mucche da cui viene ottenuto il latte cosiddetto garantito, immune da germi, vengono tenute per tutto l’anno in celle senza luce, dalle quali escono molto
raramente per un po’ di movimento all’aria aperta; esse vengono alimentate prevalentemente con alimenti secchi, e solo di rado fruiscono di foraggio verde. Queste
condizioni di vita non sortiscono altro effetto che il deteriorare la salute della
bestia e del suo latte. Le mucche hanno bisogno di erba verde, esercizio fisico,
aria fresca e luce solare. Il dott. Hess, della Columbia University, ha dimostrato
che il latte ottenuto da mucche allevate nei pascoli aperti garantisce la salute e lo
sviluppo degli animali, mentre il latte ottenuto da mucche cresciute in ambienti
chiusi e privi della luce solare, ed alimentate con foraggio secco, sortisce l’effetto
contrario.
Anche la vaccinazione di una mucca produce delle alterazioni nel suo latte. Quando una mucca viene vaccinata o sottoposto ad un test di tubercolina,
è pericoloso bere il suo latte; esso tornerà alla normalità e potrà essere bevuto
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solo parecchi giorni, forse settimane, dopo l’esecuzione di questo insano rito di
superstizione.
La deplorevole e falsa teoria medica secondo la quale i corpi di uomini ed
animali possono essere purificati attraverso l’inoculazione di prodotti patologici
di animali malati, non può essere propinata sempre al pubblico e fatta passare
per scienza. L’ulteriore illusione, poi, secondo la quale la tubercolosi nell’uomo può essere prevenuta attraverso “l’immunizzazione” del bestiame prima o poi
dovrà essere abbandonata. Il suo autore, Robert Kotch, la abbandonò qualche anno dopo averla partorita, ma i suoi colleghi avevano già capito che si trattava di
una “illusione” ben redditizia, pertanto, si attaccarono ad essa con tutta la loro
tenacia, paghi del denaro che essa avrebbe loro assicurato.
Le mucche degli stabilimenti ed in particolare le mandrie “certificate” vengono, oggigiorno, sottoposte tutte al test della tubercolina, vale a dire, vengono tutte
intossicate e fatte ammalare. Il test della tubercolina è una frode bella e buona, e,
come tutti i medici sanno, non costituisce affatto un test affidabile per la determinazione della tubercolosi. Somministrata agli animali in massicce dosi, essa farà
si che “muoiano istantantaneamente con i sintomi di un’intossicazione acuta”; “in
dosi moderate”, “gli animali rivelano i sintomi di una profonda intossicazione, ma
gradualmente si riprendono, con una forma di malattia lieve e cronica”. La tubercolina è la putrescente risultante di brodo di carne in decomposizione, contenente
glicerina e viene preservata con acido carbonico. Essa non è un semplice veleno,
ma una vera e propria sintesi di veleni.
La pastorizzazione del latte è caratterizzata da una vera e propria forma di
“trascuratezza” il cui solo risultato è di assicurarci un latte “sporco”. Tutto questo, comunque, verrà trattato più ampiamente nel capitolo successivo. Anche il
latte subisce un processo di deterioramento dopo essere stato preparato per la
vendita, ed il suo valore nutritivo viene notevolmente danneggiato dalla conservazione in frigorifero. Gli attuali metodi di produzione e trattamento industriale
del latte sono ben lontani dall’assicurare la presenza sul mercato di un latte sano.
Tali metodi sono in realtà in buona parte i risultati dell’opera di propaganda che
i medici esercitano nei confronti di noi consumatori. Non biasimatemi troppo,
quindi, quando affermo che la professione medica è determinata ad evitare che vi
sia un solo bambino sano in America, e ad evitare che possa esservi anche un solo
bambino capace di fruire di cibi sani.
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16.1 IL LATTE DI CAPRA
La maggior parte delle argomentazioni portate avanti per sostenere la superiorità
del latte di capra rispetto a quello bovino, sono in realtà ancora da dimostrare e
probabilmente niente affatto vere. Per moltissimi, tuttavia, il latte di capra è più
sano di quello delle mucche da allevamento in quanto la capra, rispetto a queste
ultime, viene considerata più sana e meglio alimentata. La vaccinazione delle
capre, infatti, non sembra essere eccessivamente diffusa. Il latte di capra forma un
caglio un pò più piccolo e più soffice rispetto a quello del latte di mucca, e, quindi,
risulta più facilmente digeribile. Nella mia pratica comunque, mi è capitato di
avere a che fare con bambini che digerivano meglio il latte bovino ed avevano
difficoltà con quello di capra, cosı̀ come mi è capitato di trovarmi alle prese con
bambini che non avevano problemi col latte di capra e, invece, non riuscivano
a digerire quello di mucca. Esistono inoltre bambini che hanno difficoltà con
entrambe le qualità.
I grandi svantaggi del latte di capra sono il suo elevato costo, e la sua difficile reperibilità, almeno in questo paese. Carque ci fornisce la seguente analisi
comparativa effettuata sui due tipi di latte citati:
LATTE CAPRA
LATTE MUCCA
ACQUA
87,30
85,70
PROTEINA
3,55
4,30
GRASSI
3,70
4,50
CARBOIDRATI
4,88
4,40
MINERALI
0,45
0,80
Per quanto concerne la loro composizione chimica, c’è poca scelta tra i due tipi
di latte. Le differenze di valore alimentare non sono certamente tali da giustificare
gli elevati prezzi che i genitori appartenenti a fasce di reddito basso si trovano a
pagare per il latte di capra, nè a giusitificare una predilizione per quest’ultimo nel
caso i bambini si trovassero già bene con il latte di mucca.
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Capitolo 17
LA PASTORIZZAZIONE
Il latte è un liquido complesso contenente quasi tutti i fattori alimentari richiesti
nella nutrizione umana. Esso serve a molteplici scopi nell’organismo umano in
via di sviluppo. Meno viene trattato e manipolato, lavorato e riscaldato, maggiori
saranno i suoi effetti benefici. Tutto quanto tenda ad alterare, in qualsiasi maniera,
le caratteristiche chimiche e fisiche del latte, inevitabilmente ne danneggerà il suo
valore nutritivo. Oggi, il latte viene standardizzato, pastorizzato, omogeneizzato,
trattato, congelato, evaporato, condensato, polverizzato, conservato, adulterato,
aromatizzato e, comunque, alterato prima di raggiungere il consumatore. Molti
consumatori, infine, lo fanno bollire prima di farne uso.
Il latte viene standardizzato non allo scopo di assicurarne un contenuto cremoso uniforme, bensı̀ per mettere il rivenditore nelle condizioni di disporre di
crema da vendere come tale. Il processo consiste nel far passare il latte attraverso
una centrifuga che separa la crema dal latte, e quindi nel mescolare nuovamente
al latte della crema sufficiente per rientrare, nelle disposizioni previste dalla legge
statale. La crema rimanente viene quindi mescolata, in percentuali diverse, con il
latte, e venduta come “panna montata”, ecc. Il processo di centrifugazione, puramente meccanico, produce una notevole ossidazione del latte con la conseguente
perdita del valore alimentare.
Il latte viene, omogeneizzato per nascondere l’aggiunta di latte vecchio a
quello fresco. Chiaramente questa miscela viene effettuata all’insaputa del pubblico, mentre il latte omogenizzato viene pubblicizzato in modo da portare gli
ingenui a credere che ci si stia dando da fare per ottenere un prodotto migliore. Il
latte omogenizzato ha il sapore del latte centrifugato cui è stata aggiunta dell’acqua. Il fatto che un prodotto cosı̀ scadente e privo di gusto possa essere venduto al
pubblico in quantità cosı̀ massicce, attesta il potere di seduzione di una campagna
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pubblicitaria studiata attentamente a tavolino.
La pastorizzazione, presentata al pubblico come una misura intesa a proteggere la salute, ha più di uno scopo, ma sempre di natura commerciale. Robert Kotch,
tedesco, pensava di aver scoperto che la TUBERCOLOSI BOVINA fosse la causa
della tubercolosi umana, convinto che l’uomo diventasse tubercolotico soprattutto
attraverso il consumo di latte e carne fresca ricavati da mucche malate di tubercolosi. Nel corso del “London Medical Congress” del 1910, Kotch affermò che
dopo numerosi esperimenti, aveva scoperto che la sua precedente conclusione
era stata un errore madornale. Egli affermò che la tubercolosi umana e quella
bovina erano alquanto distinte e non intercambiabili, e che una mucca malata di
tubercolosi non avrebbe mai potuto trasmetterla all’uomo nè avere su questi
effetti nocivi. La classe medica, però, e i produttori di latte, avevano allora già
scoperto il modo per ricavare profitto dalle precedenti conclusioni di Kotch, cosicchè si rifiutarono di prendere in considerazione le sue nuove teorie. Al Pasteur
Institute, pensarono di avere scoperto che la ebollizione del latte avrebbe distrutto
il cosiddetto bacillo tubercolare, e tale processo divenne a tutti noto come pastorizzazione. Oltre a questo, la pastorizzazione viene oggi usata per uccidere altri
batteri.
L’industria del latte è interessata alla pastorizzazione per varie ragioni; nessuna di esse, in realtà, ha a che vedere con il benessere fisico dei suoi consumatori.
Il latte viene pastorizzato per nascondere quanto di sporco vi è all’origine di tutti i
processi cui viene sottoposto. I produttori di latte naturale, infatti, impiegano misure di ordine sanitario di gran lunga superiori a quelle impiegate da coloro che si
dedicano alla pastorizzazione. In effetti, per i produttori di latte pastorizzato non
esistono quasi obblighi sanitari, in quanto è opinione comune che la pastorizzazione renderà il latte, anche quello più sporco, sicuro; si tratta di una convinzione
che non regge alla luce di quella che è la verità dei fatti. La pastorizzazione
impedisce che anche il latte tutt’altro che igienico vada a male, cosicchè, anche dopo vari giorni di viaggio e di conservazione, esso può venire venduto come
“fresco”. L’obbligo che tutto il latte debba venire pastorizzato prima di essere
venduto assicura altresı̀ il mezzo per eliminare il piccolo produttore dalla concorrenza in quelli che sono i grossi interessi legati all’industria lattiera. La
pastorizzazione crea un vero e proprio monopolio del latte, e sono queste le
ragioni effettive per cui quest’ultimo viene pastorizzato.
La pastorizzazione del latte, fatta con nessun altro scopo che quello della distruzione dei batteri, fallisce in pieno in questo scopo. Perfino i batteri dell’acido
lattico, che tra tutti gli altri sembrano i più facili da uccidere, non vengono distrutti
tutti. Il fatto che nel latte pastorizzato vi siano batteri vivi viene dimostrato non
solo dalla putrefazione cui il latte è soggetto, ma anche da un esame effettuato al
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microscopio. Le spore del bacillo di Welsh si moltiplicano rapidamente cosicchè
ben presto vi sono più batteri di questo tipo nel latte pastorizzato che in quello
naturale.
Si pensa che esista una sostanza antibatterica nel latte naturale che viene distrutta dalla pastorizzazione. Si ritiene, altresı̀, che la presenza del bacillo dell’acido lattico abbia un effetto ritardante sulla moltiplicazione degli altri batteri. Questi
sono stati definiti “protettori naturali” del latte. Il cosiddetto bacillo tubercolare e
quello tifoideo non vengono completamente distrutti dalla pastorizzazione. I batteri morti nel latte pastorizzato vanno in decomposizione e producono veleni
più virulenti di quelli secreti dai batteri vivi.
Più importanti dell’uccisione o della mancata uccisione di pochi batteri innocui, che vengono facilmente digeriti una volta entrati nello stomaco umano, sono
i cambiamenti distruttivi che avvengono nel latte stesso, come risultato del trattamento termico cui il latte è stato sottoposto. È proprio questo che lo rende meno
buono dal punto di vista nutritivo. Il latte non può essere riscaldato al di sopra
della temperatura sanguigna senza che il suo valore nutritivo non diminuisca. Le
alterazioni si osservano sia a livello chimico che a livello fisico. Il caglio del latte
pastorizzato è molto più duro, e, conseguentemente di più difficile digestione del soffice e fioccoso caglio del latte a temperatura ambiente. L’albumina e la
globulina (due proteine) del latte subiscono la coagulazione, mentre la produzione
di sulfuro di idrogeno ed ammoniaca, quando il latte viene fatto bollire, produce
la decomposizione della proteina del latte. La pastorizzazione deaminizza alcuni
degli amminoacidi del latte, cosicché questi non sono più utili. Il grasso del burro
(crema) viene reso meno assimilabile, e lo zucchero del latte viene caramellizzato.
Di importanza ancora maggiore per il consumatore di latte e prodotti caseari,
sono le trasformazioni pericolose che avvengono a livello di minerali e vitamine,
a seguito della pastorizzazione. La vitamina C, nel latte, comincia ad essere distrutta quando la temperatura raggiunge i 122◦ F, e viene completamente distrutta
a processo ultimato. Tutte le altre vitamine del latte o vengono distrutte oppure
quantitativamente ridotte. Da un terzo a metà della vitamina B12 viene distrutto.
Molti anni fa, venne dimostrato che i sali di calcio del latte venivano cosı̀ alterati da diventare insolubili ed inutili quali fattori nutritivi. E. H. Mague e D.
Harvey, dell’Istituto di Ricerche Rewett, di Aberdeen, in Scozia, dimostrarono
l’effetto distruttivo della pastorizzazione sui sali di calcio del latte. Berg e molti
altri hanno dimostrato la stessa cosa. La maggior parte dello iodio del latte viene
perso nella pastorizzazione attraverso la volatilizzazione. L’organismo animale,
nel costruire i tessuti vitali, si limita ad unire specifici materiali secondo specifiche
modalità; se tali materiali non sono adatti, essi non possono venire usati. Quando
alcuni dei minerali del latte, soprattutto calcio e fosforo, ed alcune delle sue pro¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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teine, vengono alterate dal punto di vista fisico e chimico attraverso il processo di
pastorizzazione, il valore alimentare del latte viene notevolmente ridotto.
Parlando degli effetti della bollitura del latte, Bircher-Benner afferma che ≪secondo il Dott. Gerber, il calore altera i seguenti elementi costitutivi del latte: il
grasso (trasformazione dovuta alla forza della formazione della crema), la lecitina
(distrutta attraverso la separazione dell’acido fosforico), la caseina (cambia la sua
reazione all’acido ed al quaglio), il lattosio (diventa caramellizzato), l’acido citrico (distrutto), i sali solubili (trasformazione in sali insolubili), l’acido carbonico
(distrutto), gli enzimi e le vitamine (distrutti). L’elevato calore distrugge altresı̀ la
capacità batterica del latte≫. Egli continua ancora: ≪Quanto detto vale principalmente per la sterilizzazione del latte, ma risulta altresı̀ vero in buona misura anche
per la pastorizzazione. La bollitura domestica del latte, nei suoi effetti, si pone, in
un certo senso, a metà strada≫.
Nel primo di una serie di articoli pubblicati nel The Rural New Yorker (marzo,
maggio, giugno, 1947), dal titolo “Il perchè della pastorizzazione”, Jean Bullitt
Darlington ben sintetizza i mali della pastorizzazione nelle frasi iniziali: ≪Contrariamente alla credenza popolare prevalente, la pastorizzazione del latte non è
un passo avanti nel campo della nutrizione e della salute, ma piuttosto un passo indietro. Alcuni importanti elementi nutritivi, quali le vitamine, gli enzimi,
ed i minerali scompaiono; l’incentivo ad una produzione qualitativamente soddisfacente del latte viene meno; la concorrenza nella distribuzione viene ristretta;
diventa possibile il controllo ed il monopolio dei produttori, ed il valore dietetico
del latte viene ridotto, mentre il costo per il consumatore viene aumentato≫.
Alcuni anni fa, nell’Università di Agraria di Auchincruisce, in Inghilterra, per
tre mesi, due gruppi di vitelli vennero alimentati utilizzando latte normale e latte pastorizzato; otto vitelli utilizzavano il primo, mentre gli altri otto il secondo.
I vitelli vennero prescelti al momento della nascita, e disposti nei due gruppi in
modo alternato, quelli con numero pari nel primo, e quelli con numero dispari nel
secondo. La scelta fu, quindi, del tutto casuale. Tranne che per la differente alimentazione, i due gruppi di vitelli vennero trattati esattamente allo stesso modo.
È degno di nota il fatto che, alla fine della prova, tutti i vitelli che erano stati nutriti con latte naturale apparivano in una condizione fisica più che soddisfacente,
mentre i vitelli alimentati con latte pastorizzato o apparivano malati o morivano
prematuramente. Due erano morti alla fine del primo mese, ed uno aveva dovuto
interrompere l’esperimento per evitare la morte; un quarto morı̀ al novantaduesimo giorno, due giorni dopo la scadenza ufficiale dell’esperimento. Risultati
identici sono stati puntualmente ottenuti tutte le volte che altri animali sono stati impiegati in esperimenti similari. È altresı̀ importante sottolineare il fatto che
animali alimentati con una dieta di latte pastorizzato risultano incapaci di
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riprodursi, mentre gli stessi animali alimentati con latte naturale mantengono la
capacità di proliferare.
Tutte le prove condotte sull’uso di latte naturale e latte pastorizzato nell’alimentazione dei bambini hanno dimostrato che i bambini che consumano latte
naturale crescono meglio e più sani. Per quanto strano possa apparire a coloro
che sono stati terrorizzati dalla propaganda medica e dei produttori di latte, ciò è
risultato vero addirittura in quei casi in cui il latte proveniva da mucche non sane.
Ecco un caso che l’industria del latte ed i suoi fedeli servi, i giornalisti, si sono
guardati bene dal pubblicizzare; alcuni anni fa, Marian E. Snydeggard, figlia di un
agricoltore dello Iowa, venne scelta come “la ragazza più sana degli Stati Uniti”.
Su un punteggio massimo di 100, ella aveva ottenuto 99,7. Per un breve periodo,
Marian conobbe la notorietà delle prime pagine dei giornali, ma non fu mai menzionato il fatto che sette delle mucche dell’azienda agricola Snydegaard, da cui
proveniva il latte consumato da Marian, avevano rivelato al test della tubercolina
di essere affette da tubercolosi.
È vero che, rispetto alle zone rurali in cui il latte naturale costituisce quasi
l’unico tipo di latte consumato, nelle grandi città, laddove è reperibile soltanto il
latte pastorizzato, esiste un’incidenza di gran lunga superiore della tubercolosi. Se
come sostengono i medici, il latte naturale produce la tubercolosi, e la pastorizzazione garantisce l’immunità dalla malattia, le cose dovrebbero essere esattamente
al contrario di come in realtà sono. Se solo potessimo tener lontani i medici dalle
aziende produttrici di latte, (costoro ormai fanno un tutto uno con la pastorizzazione, le loro fobie, i loro vaccini ed i test della tubercolina, ecc.), potremmo sperare
di ottenere del latte sano. Quando una mucca viene vaccinata, il suo latte viene
inevitabilmente alterato diventando pericoloso.
Le nostre cosiddette autorità sanitarie hanno molto da dire circa “le malattie
prodotte dal latte”; esse rappresentano, infatti, un vero e proprio incubo, frutto
della assurda teoria dei germi, ed ogni anno, l’elenco di tali malattie va infoltendosi sempre più in rapporto al latte pastorizzato che non al latte naturale. Sono
proprio le loro stesse scoperte che smentiscono la linea propagandista dei produttori di latte ed i suoi mercenari nella sfera scientifica e medica a proposito del fatto
che la “pastorizzazione è misura preventiva di tutte le malattie prodotte dal latte”.
Parlando dei molti casi di “febbre maltese” osservati nello Iowa, una “malattia”
attribuita in buona parte al contatto con i maiali, il Dr. B.A. Beach, Professore di
Medicina Veterinaria della Università del Wisconsin, dice: ≪Indipendentemente
dal fatto che anche un solo caso possa essere stato causato dal latte, per quanto
mi concerne, non esistono prove concrete che confermino una supposizione del
genere≫.
Sentiamo molto parlare della “necessità” della pastorizzazione al fine di evi¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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tare il deterioramento del latte a causa dell’inacidimento, ma in realtà, sarebbe di
gran lunga più importante il poter disporre di latte “pulito”, che non sia stato trattato cioè in alcun modo, al fine di evitare il deterioramento della salute dei nostri
bambini. L’insieme di trasformazioni nocive che si verificano nel latte, durante la
pastorizzazione, lo rende indesiderabile e spiega perchè i neonati alimentati con
latte pastorizzato non crescono bene, oltre a dimostrare, in modo evidente, come
l’aggiunta del latte alla dieta infantile non abbia alcun valore; i bambini cosı̀ alimentati, infatti, vengono afflitti da costipazione. A tutto questo va aggiunto che il
latte pastorizzato rappresenta una potente causa della diarrea infantile.
Dal momento che continuiamo a percorrere una strada in cui dipendiamo sempre più dalle mucche per quanto concerne l’allattamento dei nostri piccoli, siamo
costretti ad assicurare a questi ultimi un latte quanto più possibile sano. L’unico
latte sano è il latte fresco e naturale. Come misura di salvaguardia della salute
dei piccoli nutriti artificialmente, dovremmo esigere che venisse immediatamente
posto termine a qualsiasi tipo di manipolazione commerciale del latte. Tutti i tipi
di latte trattati, infatti, in questo modo, risultano alterati nella loro composizione
naturale, e, quindi, pericolosi. Il Dr. C. E. North, ex Membro della Commissione
Nazionale sugli Standard del Latte, afferma: ≪È stato riconosciuto che chi spesso
pratica la pastorizzazione fa si che del latte completamente “sporco” appaia perfettamente “pulito”≫. Egli ha altresı̀ sottolineato la totale carenza di una adeguata
supervisione di tutto il latte prodotto per la pastorizzazione. La verità è che fino
a quando si continuerà a credere che la pastorizzazione è una misura di sicurezza
per i consumatori del latte, non c’è da credere che verranno mai fatti abbastanza
sforzi per assicurare la presenza sul mercato di latte naturale. Il Winsconsin College of Agriculture annunciava nel 1935 che le loro ricerche avevano dimostrato
che il latte naturale è più nutriente di quello pastorizzato. Condizionati come erano dalla teoria dei germi, essi cercarono di smentire quanto avevano scoperto, ma
il risultato dei loro studi rimaneva concreto. Oggi, esistono sul mercato piccoli
strumenti per la pastorizzazione casalinga, ad uso degli agricoltori, e di chiunque
altro voglia produrre latte in proprio.
Se il pubblico potesse venire a conoscenza della vera natura della pastorizzazione e dell’indiscussa superiorità del latte naturale, sicuramente verrebbe immediatamente posto termine a qualsiasi tipo di pastorizzazione del latte. Disgraziatamente, l’industria del latte e l’Associazione Medica Americana hanno una
tale presa sulla nostra cosiddetta “stampa libera”, che risulta impossibile poter
leggere sui giornali quella che è la verità dei fatti. Le nostre stesse agenzie
governative sono asservite a questa potente rete di interessi. Se la gente non
venisse tenuta sotto il gioco costante della paura – paura della febbre tifoide, della
difterite, della tubercolosi, della febbre maltese, ecc. – si solleverebbe certamente
in una sorta di sciopero generale e, in un tentativo di autodifesa, ripudierebbe il
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latte come alimento.
Una protesta di questo tipo porterebbe l’industria del latte ad una necessaria riflessione sui propri interessi ed a una forzata scissione della sua illegittima
alleanza con la “scienza medica”. Non appena le madri di tutta la terra, che desiderano del latte per le proprie creature, inizieranno a rendersi conto della truffa
ordita, alle loro spalle, dalla professione medica e dall’industria lattiera, della
decisione deliberata di tali mercenari di ridurre lo standard nutritivo di questo alimento, ci sarà sicuramente qualcun altro, a pagare, oltre i bambini innocenti. La
vaccinazione e la somministrazione di sieri alle mucche, i test della tubercolina, e
la pastorizzazione del latte sono tutti fattori che portano ad una perdita della salute
nella popolazione infantile.
Quando la verità viene nascosta al fine di evitare di capovolgere un dogma
commercialmente redditizio, si tratta certamente di una cosa grave; ma ancora più
grave è quando si ricorre a bugie deliberate e a verità “appositamente costruite”
per sostenere tale dogma. È veramente riprovevole che i mercenari medici dell’industria lattiera, nei loro tentativi di aiutare il monopolio industriale a controllare
la concorrenza ed a vendere latte “sporco” come latte “sicuro”, siano desiderosi di
ripetere costantemente le loro storie di fantasmi a proposito dei “pericoli” legati
all’uso di latte non pastorizzato, al solo scopo di terrorizzare la gente ed indurla
all’uso di un tipo di latte inferiore. Le persone che oggi hanno passato la sessantina, e che fino a qualche anno fa non conoscevano nessun altro tipo di latte, sono
talmente terrorizzate dalle falsità di tali mercenari da aver paura addirittura di bere
anche un solo bicchiere di latte naturale. Cosı̀ come il clero utilizza lo spauracchio
dell’inferno per avere presa sulla gente, allo stesso modo, l’uomo di “medicina”
coltiva deliberatamente la paura della malattia per soggiogare mentalmente
chi lo circonda.
Le statistiche compilate dai medici vengono distorte allo stesso modo in cui
vengono alterati gli alimenti venduti sotto il loro controllo, e l’alterazione di alcuni dati statistici, in alcuni casi, va veramente oltre ogni immaginazione. Alcuni dei
dati cui essi amano rifarsi sono deliberatamente inventati e non hanno la benchè
minima connessione con la realtà. Il modo vergognoso con cui essi continuano a
fabbricare menzogne in favore della pastorizzazione del latte, non solo ha l’effetto
di tenere la gente in uno stato di sempre più grave disinformazione, ma soprattutto in una condizione di totale paura. Gli stessi studenti di medicina vengono
incanalati in questo continuo flusso di propaganda attentamente studiata, attraverso la lettura di testi appositamente stampati, e si ritrovano, nel corso
delle lezioni, ad ascoltare come fatti realmente accaduti, situazioni immaginarie che non sono altro che il parto fantasioso della mente del professore di
turno.
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Jean Bullitt Darlington, che gestisce un’azienda agricola a Chester Co. Pa.,
appartenente alla sua famiglia da ormai ben duecento anni, si è impegnata ad effettuare una ricerca sulla serie di impertinenti e sfacciate frodi che affollano la
propaganda sulla pastorizzazione. Grazie alla sua tenacia ed al suo brillante intuito, Darlington è riuscita a smascherare moltissime delle bugie relative ai pericoli
sull’assunzione di latte naturale. La prima riguarda la presunta responsabilità del
latte naturale nello scoppio dell’epidemia di tifo a Montreal; ecco, quindi, due
citazioni relative a tale epidemia.
Harold J. Harris, nel suo articolo intitolato “Il latte naturale può essere il vostro assassino”, pubblicato sul Coronet del Maggio 1945, dice: ≪Dieci anni fa, a
Montreal, uno dei posti di vacanza preferiti dal pubblico americano, si ebbe un’epidemia di circa 4.000 casi (febbre tifoide), in cui morirono quaranta persone,
tutte a causa del latte naturale venduto da una fattoria della città≫.
Holman Harvey, scrivendo sul The Progressive, del 15 Luglio 1946, un articolo dal titolo “Quant’è sicuro il latte della vostra città?”, afferma: ≪A Montreal,
alcuni anni fa, una violenta febbre tifoide, estremamente virulenta, provocata dal
latte naturale, ha colpito circa 5.100 persone, uccidendone 500≫. II Reader’s Digest ha ristampato questo articolo nella sua edizione dell’agosto 1946, senza però
sottolineare che i morti erano stati 500. Ci chiediamo perchè.
Sarebbe estremamente interessante mettere a confronto queste affermazioni
con i fatti, quali riscontrati dalla Sig.ra Darlington nel corso delle sue ricerche.
Questa epidemia di tifo del 1927 venne “imputata” da parte dell’autorità sanitaria di Montreal al latte pastorizzato distribuito dalla Società del latte di Montreal,
le cui vendite interessavano esclusivamente latte pastorizzato. La Darlington riporta quanto segue, tratto dalle ricerche ufficiali autorizzate dal Ministro della
Sanità della Provincia di Quebec. “RICERCHE SULL’EPIDEMIA DI FEBBRE
TIFOIDE ESPLOSA A MONTREAL NEL 1927 Autorizzate dal Direttore, dott.
Alphonse Lessard, Bureau Pronvinciale della Sanità della Provincia di Quebec,
Canada, 1931”.
L’epidemia di febbre tifoide esplosa a Montreal ha registrato un totale di 5.353 casi durante il periodo compreso tra il 1◦ marzo ed il
1◦ luglio 1927.
Un’analisi dei primi casi indicava chiaramente che la diffusione della malattia poteva essere attribuita al consumo di latte ed altri
prodotti caseari distribuiti dalla Società casearia di Montreal e
dalla sua associata Compagnia Nazionale per i Prodotti Caseari. Quest’ultima distribuiva latte pastorizzato nello stabilimento
di Montreal.
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Le scoperte successive, basate su uno studio di dati relativi all’intera epidemia, confermavano le prime indicazioni e mostravano
irrefutabile la connessione tra il latte pastorizzato della Società di
Montreal e l’epidemia.
Uno studio estensivo sulla possibile responsabilità del latte naturale
nello sviluppo dell’epidemia, non approdò alla conferma di una
tale ipotesi.
L’inchiesta mostra chiaramente che l’epidemia era in buona parte dovuta al consumo di latte pastorizzato proveniente dallo stabilimento di Montreal. Esiste anche una possibilità che una parte dei
casi documentati sia ricollegabile al consumo di crema e gelati
prodotti sempre dallo stesso stabilimento . . .
La relazione continua: “Concludendo, si potrebbe dire che una sfortunata catena di circostanze abbia causato un’infezione del latte pastorizzato in uno stabilimento contenente, in massima parte,
strumenti straordinari e moderni”.
I commenti della Darlington su questa relazione e sulla propaganda imbastita
sull’epidemia, sono abbastanza miti. Ella afferma: ≪Da tale relazione appare piuttosto evidente che il latte è stato contaminato durante e dopo la pastorizzazione,
e, pertanto, le affermazioni fatte dal dr. Harris e dal signor Harvey non sono assolutamente vere≫. A quelli che come noi osservano già da anni il deliberato intrico
di falsità delle statistiche mediche, tali dichiarazioni appaiono come menzogne e
fanno venire in mente ancora una volta la famosa osservazione di Carlyle che dice
che esistono tre tipi di bugie: “BUGIE, DANNATE BUGIE E STATISTICHE”. In
questo caso, i fatti riportati vengono talmente distorti da rendere irriconoscibile la
verità originaria.
Supponiamo per amore di discussione che il bacillo tifoide causi la febbre tifoide, ed immaginiamo pure che questi germi possano essere presenti nel latte
in numero tale da causare il tifo negli individui predisposti. Cosa rimane, dunque, come risultato di questa epidemia, di queste ricerche e dei relativi risultati,
ottenuti dagli amici della teoria del germe e della pastorizzazione? Semplicemente questo:LA PASTORIZZAZIONE NON È UN’EFFICACE SALVAGUARDIA
CONTRO L’INFEZIONE TIFOIDE.
Nel suo articolo, “Il Latte Naturale può essere il vostro Assassino”, pubblicato sul Coronet del Maggio 1945, Harold J. Harris, racconta di una catastrofica
epidemia di “febbre maltese”, identificata come l’epidemia di Crossroads, U.S.A.
Egli racconta che la terribile ed implacabile epidemia ≪si diffuse rapidamente . . .
colpendo una persona su quattro, nella città di Crossroads. Malgrado gli sforzi
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operati dai due dottori del luogo e dal Dipartimento di Sanità Statale, un paziente su quattro moriva≫. Sul fatto che l’epidemia fosse stata terribile non c’erano
dubbi. Un quarto della popolazione ne veniva colpita ed un quarto dei “colpiti”
moriva. Incidenza e mortalità, quindi, erano elevatissime.
L’intera epidemia, però, e tutti i dati relativi alla mortalità erano stati attentamente inventati da Harris. Crossroads è un posto immaginario che non esiste
su nessuna carta geografica nè sotto altro nome. J. Howard Brown dell’Università Johns Hopkins, nell’articolo intitolato “Il perchè del Latte con Certificato di
Origine”, pubblicato sull’American Journal of Medical Sciences, n◦ 211, n◦ 144 e
n◦ 148 del Febbraio 1946, rivela che Harris gli aveva confidato che l’epidemia cosı̀
realisticamente descritta e corredata di nomi e dati, altro non era che il frutto della
propria fantasia. Il Dr. Brown afferma: ≪il pubblico è stato letteralmente bombardato da articoli sensazionalistici pubblicati su giornali popolari, che hanno creato
tra la gente la paura che il semplice consumo di un bicchiere di latte naturale costituisca un imminente pericolo di contrazione della febbre maltese, e che sarebbe
sufficiente che tutto il latte venisse pastorizzato per evitare che esistano tracce di
brucellosi umana. Entrambe le convinzioni sono false≫.
Non solo Harris oggi ammette che l‘epidemia di Crossroads, U.S.A. è stata
un’invenzione bella e buona, ma in base alle sue dichiarazioni rese prima e dopo
la pubblicazione del suo articolo sul Coronet, egli ha sempre avuto coscienza del
fatto che una simile cosa avrebbe potuto accadere. Nè questa possibilità emerge
dalle confidenze da lui fatte al Dr. Brown. In un articolo su Hygiea, Marzo 1941,
intitolato “La Minaccia del Latte Appena Munto”, egli affermava: ≪La mortalità nei casi acuti (di febbre maltese), che nel passato si aggirava intorno al 2%,
è stata, oggi, notevolmente ridotta grazie alla presenza di metodi moderni≫; ciò
accadeva quattro anni prima che scrivesse il suo articolo sul Coronet. In un documento letto davanti all’Associazione di Medicina Veterinaria Maine, il 17 Aprile
1946 a Portland, e riportato nel Journal of the American Medical Association, Vol.
131, N◦ 18, p. 1485-1493, (1946), intitolato “Brucellosi”, egli dice: ≪La piccola
percentuale di morti per malattia acuta, percentuale compresa tra il 2 ed il 3%,
(raramente maggiore nella forma epidemica) può essere quasi sempre ridotta a
zero≫.
A questo punto, visto che Harris ha ammesso la sua menzogna, possiamo andare avanti. Darlington continua: ≪Per quanto concerne le “epidemie” di febbre
maltese causate dal consumo di latte, le statistiche ufficiali del Servizio di Sanità
Pubblica degli Stati Uniti, compilate su base nazionale, rivelano che nel periodo
compreso tra il 1923 ed il 1944 sono state registrate negli Stati Uniti, in Alaska
e nelle Hawaii, 32 epidemie di febbre maltese prodotta da latte, con 256 casi e
3 decessi≫. Darlington ricava queste cifre dal Servizio di Sanità Pubblica de¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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gli Stati Uniti: SOMMARIO DELLE EPIDEMIE PRODOTTE DA CONSUMO
DI LATTE, 1923-1941, e da EPIDEMIE CAUSATE DA LATTE E PRODOTTI
CASEARI NEGLI STATI UNITI, 1942, 1943, 1944.
Il lettore non mancherà di osservare che nella maggior parte del territorio statunitense, durante buona parte del periodo trattato in queste relazioni, il latte appena
munto era ancora facilmente reperibile e largamente usato. È significativo, altresı̀,
notare come le “epidemie” riportate consistevano in realtà in uno, due o tre casi.
La media dei casi per ogni “epidemia” di febbre maltese era di otto. Si aveva un
decesso ogni dieci “epidemie”, ed un decesso su ogni ottantacinque casi. Darlington, a ragione, commenta: ≪Appare chiaro, quindi, che l’epidemia artificiale del
Dr. Harris non trova un corrispettivo nella realtà, e che la sua affermazione sul Coronet quando dice “Ciò che è successo a Crossroads potrebbe succedere alla vostra
città, al vostro paese, in un qualsiasi punto dell’America”, può essere considerata
come completamente falsa, ed, in una certa misura, addirittura maliziosa≫.
Nel suo articolo sul Coronet, Harris afferma: ≪Circa cinque anni fa, si verificò
un singolare incidente a New York City: un medico si ammalò di brucellosi ed
i suoi colleghi fecero il possibile per salvarlo, ma, nel giro di pochi giorni, il
poveretto morı̀. I test cui era stato sottoposto dimostrarono che aveva contratto una
forma piuttosto rara di una malattia trasmessa dalle capre. Uno dei suoi dottori
dimostrò di essere un appassionato di Sherlock Holmes; insospettitosi, si intrufolò
nella cucina del suo collega ed andò a controllare cosa v’era nel frigorifero. Trovò
del latte pastorizzato e non latte di capra. Infine, scoprı̀ che vi era una caciotta
fresca di formaggio importato dall’Italia, che si premurò di portare al laboratorio
di analisi. Il formaggio era stato fatto con latte di capra: una cultura rivelò che
pullulava di germi di capra, segno della febbre maltese≫.
La Signora Darlington, attraverso il Dipartimento Sanitario della Città di New
York, effettuò delle ricerche sulle circostanze in cui era morto il dottore e fu assicurata sul fatto che il Dipartimento non aveva saputo nulla al riguardo. Tornando
a casa, ricevette una lettera dal Sostituto Commissario alla Sanità di New York ,
Frank A. Calderone, a conferma delle informazioni che aveva ricevuto durante il
colloquio avuto al Dipartimento. La lettera dice: ≪Con la presente, intendo confermare il ricevimento della Sua lettera datata 8 Luglio 1945, in cui Lei ci chiede
se sono stati raccolti ulteriori dati su un caso di brucellosi che, presumibilmente, si sarebbe verifcato a New York, a seguito dell’ingestione di formaggio, e del
quale Lei, parecchie settimane fa, parlò al Dr. Greenberg del Dipartimento. La
risposta è che non è stato trovato nessun ulteriore dato. Come già il Dr. Greenberg
ha avuto occasione di dirLe, non esiste nei nostri archivi nulla su un qualsiasi caso di questo tipo≫. Si trattava semplicemente di un tipico esempio di campagna
propagandistica in favore della pastorizzazione, e, come nella maggior parte dei
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casi, se non sempre, doveva essere stata prodotta da una mente offuscata dai fumi
dell’alcool.
Nell’articolo di Harvey, che venne ristampato nel Reader’s Digest, (quasi una
cospirazione con Harris), leggiamo il fatto che ≪soltanto una comunità Americana
ha un qualche tipo di ordinanza intesa ad assicurare un latte sicuro dal punto di
vista sanitario≫. Egli aggiunge: ≪Come conseguenza, 45.000 persone verranno
colpite quest’anno da una o da un’altra delle malattie letali prodotte dal latte infetto: malattie quali la difterite, le infezioni alla gola da streptococco, dissenteria,
scarlattina, tifoide, paratifo e febbre maltese. Una quantità ancora maggiore di
individui soffrirà di disturbi debilitanti di carattere gastrico ed intestinale che probabilmente verranno indicati come “intossicazioni alimentari”≫. Reader’s Digest,
Agosto 1946.
Commentando queste cifre fornite da Harvey, la Signora Darlington afferma:
Dal momento che l’autore non ha fornito traccia delle fonti di queste straordinarie stime, la loro validità può essere attestata soltanto mettendole a confronto
con le documentazioni disponibili relative alle malattie prodotte dal consumo di
latte, compilate su una base nazionale. Il Servizio Ufficiale della Pubblica Sanità
degli Stati Uniti riporta che nei 22 anni del periodo 1923-44, si è avuto un totale
di 37.956 casi di tutti i tipi di malattie collegate a tutte le varietà di latte e prodotti
caseari. Le epidemie registrate includono tutti i casi dovuti a latte pastorizzato, a
latte naturale e a tutti gli altri prodotti caseari. I 22 ANNI PRESENTANO UNA
MEDIA ANNUA DI 1.726 CASI COLLEGATI A TUTTI I TIPI DI LATTE E
PRODOTTI CASEARI.
≪
È chiaro che nel caso della pastorizzazione, alcune riviste hanno presentato
alcuni “fatti” falsi ed appositamente “costruiti” e che, in realtà, il pericolo di contrarre una malattia a seguito del consumo di latte appena munto è relativamente
limitato. È altresı̀ chiaro che invece dei 45.000 casi di malattie ipotizzate letali prodotte dal latte, è possibile prevedere, non per tentativi, ma in base alle più
recenti statistiche disponibili, che il numero sarà esattamente dello 0,95% (meno
dell’1%) della previsione di Harvey, e dello 0,0022% del numero di decessi da lui
ipotizzati per il futuro≫.
≪
Perchè elevare le “stime” di Harvey al rango di previsioni? Perchè non considerarle per quello che in realtà sono, e cioè un inganno bello e buono, deliberatamente escogitato allo scopo di creare il panico tra i lettori delle riviste, dando
loro una visione distorta delle cose? È deplorevole che queste riviste rifiutino di
riportare delle risposte di protesta alle menzogne dei propagandisti dell’industria
lattiera. Malgrado tutto, dovrebbe essere evidente ai miei lettori che qualsiasi
pratica sostenuta solamente dalla distorsione dei fatti e da inganni e menzogne
deliberati, non può sperare di imporsi all’attenzione di un pubblico intelligente.
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La pastorizzazione non è altro che una frode prodotta dalla mascalzonesca
condotta dei suoi sostenitori.
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Capitolo 18
L’ALIMENTAZIONE INFANTILE
Sono sempre più frequenti le occasioni in cui sentiamo ripetere da medici di grande fama che l’alimentazione infantile rappresenta uno dei problemi più difficili da
affrontare nel corso della loro pratica. Tutto questo avviene malgrado il fatto che
quasi tutto il tempo trascorso nei College di Medicina, nello studio della dieta,
venga dedicato all’alimentazione infantile. Qualsiasi nonna conosce quanto c’è
da sapere riguardo la cura e l’alimentazione dei bambini. La nonna in questione
potrebbe anche essere una donna che ha dato alla luce una decina di figli, di cui
soltanto la metà ha raggiunto la maturità; eppure, questo terribile tasso di mortalità
potrebbe non essere stato sufficiente a convincerla che le sue meschine superstizioni sulle cure da assicurare ai bambini non sono in realtà “legge e vangelo”. La
verità è che queste donne di solito conoscono ben poco sulla corretta assistenza
da garantire ad un neonato, cosı̀ come ben poco capita di sapere ai medici.
L’alimentazione infantile, quale oggi viene praticata, è un vero e propro
crimine, e non passerà molto tempo prima che venga riconosciuta tale. Chiunque
si prenda il fastidio di dare un’occhiata alla babelica confusione dei libri di pediatria sull’alimentazione dell’infanzia, non tarderà a rendersi conto di come gli
specialisti nell’assistenza ai nostri piccoli non abbiano la minima comprensione
dei fabbisogni di una normale dieta. Essi ignorano quasi completamente molti
fatti fisiologici ed ostinatamente rifiutano di prendere atto di altri. A ragione, si
potrebbe affermare di loro – la cosa potrebbe essere altresı̀ valida per molti genitori – che sono molto più adatti a provvedere all’alimentazione di un maialino che
non a quella di un bambino.
Le diete infantili oggi in voga non sono altro che un insieme di tentativi empirici tra loro slegati e senza un filo conduttore; un’ammucchiata di casi di “prova
questo”, “prova quello”, e quindi “prova quest’altro ancora”. Madri, infermiere e
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medici non sanno dove battere la testa e si sobbarcano di spese enormi nella loro
vana ricerca dell’alimento adatto. Il Dr. Tilden parla degli sforzi da lui compiuti
con questo tipo di sistema, con il quale, egli dice, il suo successo era stato uguale a
quello di tutti gli altri medici appartenenti alle scuole che andavano avanti a forza
di tentativi, ≪quando il tentativo riusciva, riusciva, quando falliva, falliva, e quello
che mi rimaneva era la semplice conoscenza del motivo di quel solo fallimento o
di quella sola riuscita≫.
Sarebbe veramente divertente, se non fosse cosı̀ tragico, osservare il passaggio da un alimento all’altro che caratterizza gli attuali metodi di alimentazione
infantile: viene provato un alimento che continua ad essere usato fino a quando il
bambino sembra non presentare problemi, ma non appena il bambino sviluppa una
diarrea o ha qualche “scombussolamento” allo stomaco, si passa immediatamente
a provare un altro cibo. Questo processo continua fino a quando non vengono
provati tutti gli alimenti disponibili, nonchè molti farmaci. Le piccole vittime di
questi metodi basati sulla più sconsiderata approssimazione e sul più sfacciato
abuso, se sono abbastanza fortunate da sopravvivere, arrivano ad un’età in cui la
famosa “dieta infantile” viene abbandonata, con una conseguente riduzione del
tasso di morte. A questo punto, il merito della sopravvivenza del bambino viene
attribuito a quell’alimento che, casualmente, è stato usato per ultimo.
Queste forme di abuso derivano da una serie di fattori, non ultimo dall’ignoranza; genitori e medici hanno paura dei cibi naturali: qualsiasi cosa deve essere
cucinata e sterilizzata, trasformata e mescolata a qualche sostanza prima di poter
venire considerata adatta per il bambino. Chiunque ascolti le gravi ammonizioni
sui pericoli dei cibi naturali, non può che provare un senso di inquietudine e meraviglia al pensiero di come l’uomo sia riuscito a sopravvivere nel lungo periodo
trascorso tra il momento della sua comparsa sulla terra e “la scoperta di queste
importanti invenzioni”.
Ecco alcune delle sostanze con cui i genitori e medici abitualmente contaminano il latte contenuto nel biberon dei loro piccoli: lattosio, zucchero di canna,
maltosio, acqua di calce, diluenti di cereali, bicarbonato di sodio, citrato di sodio,
pepsina ed albumina lattea. Esistono inoltre specifici prodotti dietetici per l’infanzia disponibili sul mercato, quali latte condensato, alimenti al malto, alimenti
contenenti zuccheri ed amidi, latte in polvere, e vegetali in scatola. Questi alimenti vengono propinati ai bambini fino a quando questi non accusano disturbi allo
stomaco o presentano diarrea, e, quindi, costipazione; a questo punto, i poverini
vengono letteralmente imbottiti, a scopo terapeutico, di olio di castoro, magnesia, ecc. fino a quando nè il loro stomaco, nè il loro intestino sono più capaci di
funzionare normalmente. Indipendentemente dal fatto che il bambino venga allattato al seno, o artificialmente, il principio informatore è sempre lo stesso: farlo
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mangiare in abbondanza, quasi “rimpinzarlo”. Pertanto, il fatto di cui ci si deve in
realtà meravigliare non è che siano in tanti i bambini che hanno disturbi, quanto
che siano in molti coloro che riescono a tirare avanti malgrado queste forme di
abuso.
Vedendo, o anche pensando, ai molteplici insensati abusi imposti a migliaia
e migliaia di bambini, quasi restiamo indifferenti al fatto che il tasso di mortalità
infantile sia cosı̀ terribilmente elevato. Moltissimi di questi decessi sono in realtà
veri e propri assassini, o quanto meno morti provocate. Molte madri cibano i loro piccoli con una tale frequenza, ed in tale quantità, che i piccoli vivono in un
continuo stato di malessere e sofferenza, e tutte le volte che manifestano il loro
disagio fisico attraverso un pianto, per tutta risposta, ricevono un’altra poppata.
Questo atteggiamento porta a far si che prenda corpo la credenza che i bambini
siano incapaci di piangere se non per fame. Se il pianto continua, viene somministrato al piccolo qualche sciroppo calmante che, invariabilmente, contiene in una
forma o nell’altra dell’oppio. Molto spesso, si ricorre alla somministrazione di un
alcolico, e, in molti modi, il bambino si ritrova ad essere drogato.
Esiste, inoltre, la superstizione, abbastanza diffusa, del fatto che se una madre
permette al suo piccolo di “assaggiare” un pò di ciascuno degli alimenti da lei
consumati, il suo latte non produrrà coliche nel bambino. Abbiamo visto molte
madri cominciare ad alimentare i propri neonati in questa maniera, quando questi avevano soltanto poche settimane di vita, ed erano quindi decisamente troppo
piccoli per potersi trovare alle prese con alimenti come granturco, farina di avena,
fagiolini, carne, uova, ecc. Crimini di questo tipo contro i neonati non verrebbero tollerati da nessun allevatore di bestiame. Egli, infatti, sa troppo bene che le
conseguenze per le sue bestie sarebbero disastrose.
Il dott. Tilden afferma: ≪Se mai riusciremo ad avere una dieta razionale, i
bambini fino a due anni verranno alimentati esclusivamente in base ad una dieta
di latte, integrata da succhi di arancia, o di altra frutta o di vegetali≫.
18.1 IL LATTE MATERNO: IL MIGLIORE
Alcuni studi condotti a Boston, alcuni anni fa, hanno dimostrato che un neonato allattato al seno ha sestiplicato la possibilità di arrivare al primo anno di vita, rispetto ad un neonato allattato artificialmente. In precedenza, ho presentato
l’elevata percentuale di morti infantili per disturbi di carattere grastrointestinale. Meno del 10% dei casi di morte per “diarrea” interessano i bambini allattati
naturalmente, mentre il rimanente 90% riguarda i neonati allattati artificialmente.
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I bambini allattati al seno hanno un migliore “avvio” alla vita, cosa che non
può essere loro garantita con altri mezzi. Essi si presentano più sani e vigorosi ed
hanno minori probabilità di sviluppare malattie rispetto ai bambini allattati artificialmente. La loro crescita è, pertanto, migliore e più sana. Personalmente proporrei che l’Organizzazione per la tutela dell’infanzia contro le Crudeltà (Society for
the prevention of Cruelty to Children) considerasse il problema dell’allattamento
naturale/allattamento artificiale come una delle massime forme di violenza verso
i neonati, e si adoperasse, il più possibile, per cercare di ovviare ai danni prodotti
dalla preferenza sempre più generalizzata per l’allattamento artificiale.
Se la Natura ha fatto in modo che i piccoli degli animali abbiano a loro disposizione del latte, è abbastanza ovvio che questo alimento rappresenti la naturale
dieta dei neonati per tutto il periodo in cui la natura lo assicura. Il fatto che mostra
in modo chiarissimo e schiacciante lo straordinario valore alimentare del latte è
che, durante il periodo della massima crescita, nella vita dei mammiferi, il latte
rappresenta l’unico e solo alimento consumato. La sua efficacia come alimento è
tale che un bambino, nel giro di 180 giorni, raddoppierà il suo peso senza cibarsi
di null’altro. Un puledro o un vitello raddoppieranno il proprio peso in sessanta
giorni, ed un maiale, nel giro di 1015 giorni, cibandosi esclusivamente di latte. È
altrettanto evidente che il latte della specie di appartenenza rappresenta il miglior
latte per il piccolo, e ciò nel caso di piccoli dell’uomo, è ampiamente dimostrato
dai seguenti fatti.
Statistiche compilate dall’Associazione di Igiene Infantile di Filadelfia, realtive a 3.243.958 neonati morti nel primo anno di vita, indicavano che su 100 bambini allattati artificialmente, 50 morivano prima di aver compiuto l’anno, mentre 7
erano i decessi su 100 nel caso di bambini allattati al seno. Questo fatto ha portato
un eminente specialista, di sesso femminile, a scrivere quanto segue: ≪Il primo
e più importante dovere di una madre è quello di allattare al seno la propria
creatura. Accanto al diritto di ogni neonato di nascere bene, esiste il diritto a
fruire del miglior cibo, che altro non è che il latte materno. Quest’ultimo è l’unico
e solo alimento infantile perfetto; esso non può essere imitato, e chiunque consigli una madre diversamente è colpevole di un grave crimine a discapito di una
creatura inerme. Quando ad un neonato viene negata la possibilità di succhiare
al seno materno, e alla mammella viene sostituita una bottiglia, egli si ritroverà
immediatamente a perdere metà delle sue possibilità di sopravvivere, e ad avere,
in cambio il 90% delle possibilità di non crescere sano e normale≫.
Le statistiche rivelano che soltanto due bambini allattati al seno sviluppano
le cosiddette malattie contagiose rispetto ai cinque che vengono allattati artificialmente; inoltre, nel caso di tali malattie, le capacità di ripresa sono maggiori e
migliori tra i bambini allattati al seno che non tra i cosiddetti “figli della bottiglia”.
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Adenoidi e tonsille ingrossate sono inoltre più frequenti nel secondo gruppo che
non nel primo.
Sono propenso a credere che una professione che conosca il rapporto esistente
tra il latte di mucca e disturbi adenoidali e tonsillari, e che guadagna considerevoli
somme di denaro dalla strage gratuita di questi organi, sappia bene quello che fa
quando invita bambini e adulti al consumo di latte in grandi quantità. È evidente
che maggiore è il consumo di latte, maggiori sono le probabilità per un individuo
di soffrire di disturbi alle tonsille o alle adenoidi. La professione medica ha ormai
sviluppato uno spirito cosı̀ commerciale che credo sia capace proprio di tutto.
Le madri americane ed inglesi stanno rapidamente perdendo la capacità di
allattare i propri piccoli. Studi appositamente condotti hanno rivelato che soltanto
il 12% dei neonati americani vengono interamente allattati al seno, mentre il 2%
viene completamente allattato artificialmente, e la rimanente percentuale fruisce
di un allattamento misto in cui, però, prevale la bottiglia. Questi giovani cittadini
cominciano male la loro vita, ed i risultati sono evidenti allorchè, come nell’ultima
guerra, si ha la chiamata di leva per gli uomini. Proprio in questa occasione, meno
del 50% dei giovani di questa nazione è risultato fisicamente idoneo. In nuova
Zelanda, laddove la regola è l’allattamento al seno, il tasso di mortalità infantile è
soltanto la metà di quello americano. Si tratta di un dato significativo che dovrebbe
spingere le madri ad un regime di vita più sano che le metta in condizione di poter
allattare i propri piccoli.
L’allattamento al seno è quanto la natura ha predisposto per la sopravvivenza
di chi si affaccia alla vita, e non esiste nulla che possa essere sostituito ad esso.
Nessun altro metodo potrà assicurare al vostro neonato la salute e la forza che gli
viene garantito dall’allattamento naturale.
I bambini allattati al seno si ammalano meno di quelli allattati con la bottiglia
ed il tasso di mortalità è di 1 contro 10. I disturbi intestinali, spesso fatali per i
neonati durante l’estate, sono comparativamente rari nei neonati allattati al seno.
L’allattamento al seno non necessita di alcun preparativo; il latte è sempre
pronto, e non va mai a male. Esso è libero da qualsiasi contaminazione di origine
estema; non deve essere misurato, nè preparato. Il latte materno non subisce alcun
deterioramento come accade invece per il latte di mucca, ma passa direttamente
dal produttore al consumatore, caldo e dissetante, secondo quanto predisposto
dalla Natura.
A parte la loro frequente incapacità ad allattare i loro piccoli, le madri civilizzate si comportano meglio dopo la nascita del bambino, rispetto alle madri
‘selvaggie’, mentre il comportamento di queste ultime è decisamente più lodevole per quanto concerne il periodo precedente al parto, rispetto alle prime. Tra i
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selvaggi, infatti, dopo il parto, la mancanza delle minime osservanze sanitarie e
l’ignoranza operano a favore di un elevato tasso di mortalità. Se le madri civilizzate, oltre che sfruttare gli straordinari vantaggi di ordine sanitario, igienico e
culturale, imparassero a comportarsi come le loro “sorelle” selvagge, nel periodo precedente il parto, allattando i loro piccoli, riuscirebbero a ridurre il tasso di
mortalità infantile ad una percentuale minima rispetto a quella naturale. Va da sè
che esse dovrebbero imparare a prendersi cura dei loro neonati in modo completo.
In realtà, sono poco fiducioso sulla possibilità che le donne moderne possano
mai tornare al vigore ed alla forza primitivi. Le donne, oggi, non possiedono il
desiderio di fare una cosa simile, nè l’autocontrollo necessario ad evitare i mali e
gli abusi responsabili della loro presente incapacità di allattare. Date ad una donna un libro di cucina popolare ed un libro su una dieta razionale; ella, quasi
sempre, preferirà il primo e butterà alle ortiche il secondo. Parlatele dell’importanza dell’esercizio fisico, e, per tutta risposta, farà salire in macchina
anche il cane. Trucchi, belletti e cura nell’abbigliamento le conferiranno un
“aspetto salutare” sufficiente ad essere spacciato per buona salute. Perfino
le nostre atlete di cui oggi leggiamo tanto, e che, fanno sempre notizia, sono
delle semi-invalide. Esse, infatti, non hanno imparato a vivere, nè hanno la volontà di farlo. Naturalmente, anche per i maschi, il discorso non cambia molto.
Le donne saranno in grado di avere parti normali e di provvedere personalmente
all’allattamento dei propri piccoli solo quando avranno imparato a vivere secondo
natura; fino ad allora, i loro figli saranno costretti a dipendere da alimenti artificiali e da quello che è il principale alimento nutritivo del vitello, vale a dire, dal
latte di mucca.
Allattate il vostro bimbo fino a quando potete. Finchè il bambino crescerà
bene con il vostro latte, esso dovrebbe costituire il suo alimento. Nel caso il vostro
piccolo non prosperi bene soltanto con il vostro latte, in aggiunta a questo, dategli
anche del succo di arancia ed uva. In realtà, credo che con la poca disponibilità
di latte delle donne moderne, sarebbe opportuno somministrare ai neonati questi
succhi anche se sembra che il latte materno assicuri sufficientemente la prosperità
fisica del piccolo. Attenetevi, quindi, alle istruzioni fornite più avanti in questo
capitolo.
Integrate il vostro latte con il latte di mucca o capra, se siete costrette, ma
fatelo solamente in caso di effettiva necessità. Permettete che il vostro bambino si
attacchi al vostro seno quanto più possibile, anche se questo può assicurargli solo
una piccola quantità di latte; continuate ad allattarlo, se potete, fino a tre anni.
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18.2 LA BALIA
Anche se oggi appare come una figura d’altri tempi, va detto che, in realtà, la
balia ha salvato la vita di molti bambini e meriterebbe di occupare il suo vecchio
posto, usurpatole dalla mucca. Il fatto che il miglior alimento per un neonato sia
il latte prodotto dalla madre è ormai indubbio per quelli messi nella condizione
di conoscere i vantaggi dell’allattamento naturale. Immediatamente dopo il latte
della propria madre, viene, come valore nutritivo e sicurezza, il latte di una balia
sana e dall’attenta e curata alimentazione. In realtà, i quei casi in cui manca
il latte materno, la soluzione migliore è quella di assicurare al bambino il latte
di un’altra donna. Nel passato, le balie erano più numerose perchè la domanda
era decisamente maggiore, ed evidentemente, l’allattamento artificiale non aveva
ancora soppiantato il metodo naturale.
Molti bambini che quasi sicuramente senza il latte materno morirebbero, possono essere salvati solo se viene loro assicurata la presenza di una balia sana.
Altri, invece, che hanno probabilità di sopravvivere all’alimentazione artificiale,
potrebbero vedersi risparmiate molte sofferenze e malanni, con conseguente risparmio di ansie per i loro genitori, se solo potessero essere allattati da una balia
sana e ben nutrita.
I requisiti fondamentali di una buona balia sono salute e pulizia; fattori come
la razza, il colore o la religione o lo status sociale non sono discriminanti. Si
tratta infatti di elementi che non vengono trasmessi al bambino affidato alle sue
cure, attraverso la somministrazione del proprio latte. Nel sud, esistono molte
persone cresciute grazie al latte di “vecchie mamme negre”, ed anche se spesso
sentiamo dire a qualcuna di queste mamme che “quel ragazzo sicuramente ha
qualcosa di negro dentro”, in realtà non è affatto cosı̀, come pure non lo è il fatto
che diventiamo vitelli o acquistiamo qualcosa di bovino nutrendoci di latte di
mucca.
Il test di Wassermann è del tutto inaffidabile ed infondato, cosı̀ come la sifilide.è solo un terribile incubo. Non pensate a queste cose nel fare la scelta della
balia per il vostro piccolo: assicuratevi, invece, che goda di buona salute, sia
pulita, e segua una dieta corretta.
Per un bambino ricevere latte da più donne diverse non è più dannoso di quanto
sia riceverlo da capre o mucche diverse. Il latte delle mammelle, messo al fresco,
si manterrà come, (se non meglio), quello di mucca. Esso, inoltre, è più pulito e
più sano. Laddove sia impossibile disporre di una balia per nutrire il neonato si
potrà far uso del latte di più donne. In alcune delle nostre grandi città, esiste un
elenco telefonico contenente i nominativi di balie, anche se un’indicazione utile,
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al riguardo, potrà essere fornita, a chi ne abbia bisogno, da ospedali, cliniche
ostetriche, medici ed infermieri. Una ricerca diligente non potrà che portare a dei
buoni e soddisfacenti risultati.
18.3 IL LATTE DI MUCCA
La composizione del latte umano è unica e non può essere riprodotta da nessun
tentativo di laboratorio, per abile che possa essere. Il latte bovino non costituisce
un adeguato sostituto del latte umano, ed il suo uso è consentito solo laddove
non sia disponibile il latte materno. Il piccolo dell’uomo ha una crescita lenta,
mentre il vitello ne ha una rapida; il vitello sviluppa più ossa nel corso del suo
primo anno di vita di quante ne svilupperà il piccolo dell’uomo nell’intero arco
del periodo di crescita. Alla fine del primo anno di vita, un vitello è più grande
di quanto un qualsiasi uomo potrebbe mai diventare. Pertanto, il latte di mucca
contiene più del doppio di proteine e calcio di quanto non ne contenga il latte
umano. Rispetto al passato, sono stati sviluppati metodi di allattamento artificiali
meno pericolosi, che, tuttavia, non sono lontanamente paragonabili per validità
all’allattamento al seno.
Si è soliti diluire il latte di mucca quando lo si somministra ai neonati;
questo al fine di diluire la quantità di calcio e proteine e far sı̀ che la percentuale
contenuta nella poppata, sia quanto più possibile simile a quella presente nel latte
materno. Il dott. Christopher Gian-Cursio ha sfidato il buonsenso di questa pratica
del diluire il latte, sostenendo che essa ritarda la digestione dell’alimento ed introduce troppa acqua nell’organismo del neonato. Egli afferma che gli esperimenti
da lui condotti a proposito della non-diluizione del latte, hanno avuto un gran successo. L’ho messo alla prova e sono convinto che il latte non-diluito è preferibile a
quello diluito. Le esperienze del Dott. Gian-Cursio sono andati tutti in favore del
latte prodotto dalle mucche Holstein. Il latte Jersey e Gurnsey è molto più ricco di
crema di quanto non lo sia l’Holstein. A mio avviso, è necessario, nel consumo di
latte di queste due razze bovine, eliminare parte della crema. Come ho già sottolineato in precedenza, in questa mia pubblicazione, un eccesso di crema danneggia
la digestione, ed, a questo punto, ritengo importante sottolineare che troppa crema
favorisce lo sviluppo di uno stato catarrale.
I neonati dovrebbero cominciare con poppate di quattro once ognuno, e la
quantità dovrebbe essere gradualmente aumentata, finchè all’età di sei mesi, si
dovrebbe assicurare al piccolo una poppata singola non superiore alle sei once;
questa quantità continuerà ad essere aumentata gradualmente fino a raggiungere
un quantitativo massimo, di otto once, all’età di nove mesi. Non è quasi mai
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necessario dare al bambino una poppata superiore alle otto once, perchè un tale
quantitativo ne favorisce solo l’impiguimento.
È più probabile ottenere un tipo di latte uniforme da mucche di una stessa
mandria, che da una sola mucca. Anche se non è dannoso per il bambino ricevere
il latte da parecchie mucche della stessa mandria, non dovrebbe essere trascurato
il fatto che molti contadini crescono i loro figli con il latte di una sola mucca, cosı̀
come vi sono neonati cresciuti con il latte di mandrie da allevamento industriale.
È certamente di gran lunga preferibile assicurarsi, in questo caso, latte naturale di
una sola mucca che non latte pastorizzato proveniente da una mandria.
Tutte le creature consumatrici di latte sono e dovrebbero essere lattanti≫,
diceva il dott. Page. Il latte non dovrebbe mai essere bevuto come acqua. È
la natura che ci insegna come dover assumere il latte. Finchè il bambino ne ha
bisogno, anche fino a cinque o sei anni, questo dovrebbe venire somministrato in
una bottiglia, in modo che il bambino possa berlo attraverso una tettarella. Questa
maniera di ingerire il latte assicura una completa insalivazione ed evita singhiozzo
e rigurgiti.
≪
Bottiglie e tettarelle dovrebbero essere accuratamente pulite ogni volta che
vengono usate, anche se l’eccessiva preoccupazione di una loro perfetta igiene,
suscitata dalle paure create dalla teoria dei germi, è decisamente ridicola. L’abitudine di bollire e sterilizzare bottiglie, tettarelle, e contenitori è dovuta ad una vera
e propria batterofobia; si tratta, in realtà, semplicemente di una noiosa e faticosa
incombenza che non ha motivo e ragione di essere vissuta come un incubo. Le
madri compiono queste incombenze giorno dopo giorno, con grande pazienza, e
quando i loro bambini ipernutriti, ipercoperti, ipereccitati, ipercurati, sviluppano
una diarrea o una forma di colera infantile, o qualche altra malattia, esse accettano il verdetto del medico che dice che il bambino è sofferente per qualche svista
di carattere igienico a lei imputabile. L’accusa più comune è di non aver bollito sufficientemente bottiglia o tettarella. Se queste madri potessero vedere come
si comportano i piccoli della scrofa, e la loro totale noncuranza riguardo a quella che viene definita “sterilizzazione”, sicuramente chiederebbero ai medici delle
spiegazioni plausibili ed intelligenti per i malesseri dei loro piccoli.
I medici comunemente raccomandano certe aggiunte al latte che viene somministrato a neonati e bambini. Diluendo il latte, viene altresı̀ diluito il totale di
proteine che il piccolo riceve, nonchè tutti gli altri ingredienti alimentari che il
latte contiene: ferro, calcio, iodio, vitamine, ecc. . A compensazione parziale di
tutto questo, vengono aggiunte acqua di calce ed altre sostanze; è da parecchie generazioni, ormai, che i medici fanno aggiungere acqua di calce al latte. Gli unici
elementi minerali di cui i bambini possono fare impiego sono quelli che ricevono sotto forma di sali organici. Tintura di ferro, vari preparati di calce, fosforo,
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direttamente acquistato in drogheria, ed altri elementi in forme simili, non solo
non sono utilizzabili una volta assunti, ma addirittura risultano essere decisamente dannosi. Perfino il comune sale da tavola (cloruro di sodio) cosı̀ universalmente
utilizzato in questo Paese con quasi tutti gli alimenti, è una sostanza inutile e dannosa, che non dovrebbe mai essere somministrata ad alcuno, neonato, bambino o
adulto che sia.
L’ACQUA DI CALCE è una sostanza irritante e pericolosa dal punto di vista
nutritivo. Una quantità eccessiva, anche di sali di calcio organici, disturba l’equilibrio minerale del corpo, che è di particolare importanza per i neonati piccolissimi.
Sebbene i sali di calcio del latte bovino non siano facilmente assimilati dai neonati, come invece lo sono quelli del latte materno, è bene notare che il quantitativo
di calcio contenuto nel latte bovino è tre volte quello presente nel latte umano.
Sembra, quindi, non esservi motivo di aggiungere più calcio al latte, anche dopo
che questo è stato diluito. Bisogna inoltre osservare che la somministrazione di
sali di calcio a neonati e bambini produce acidosi.
Dal momento che non esiste altra possibilità di ottenere minerali utilizzabili se non ricavandoli da alimenti naturali, il miglior modo di assicurare sali
organici addizionali a neonati e bambini è quello di fornirglieli sotto forma
di succhi ottenuti dalla frutta e dai vegetali in precedenza raccomandati. Ci
si renderà immediatamente conto che questi succhi abbondano non solo di uno o
due sali, ma di quasi tutti i sali o quanto meno della maggior parte di essi, oltre a
contenere, allo stesso tempo, varie vitamine. Orto e giardino, piuttosto che una
farmacia o una drogheria, sono i posti giusti per ottenere minerali alimentari
per l’uomo di tutte le età e per tutte le varie fasi della sua crescita e del suo
sviluppo. È più importante che il neonato alimentato con latte animale riceva tali succhi, rispetto ad un neonato alimentato direttamente al seno materno di una
madre sana.
Il BICARBONATO DI SODIO aggiunto al latte di un neonato rappresenta un
ingiustificato ostacolo alla digestione del piccolo. Esso aumenta l’alcalinità del
latte e richiede un maggiore sforzo per la digestione. La sua presenza affatica
e danneggia le ghiandole gastriche, oltre a distruggere alcune delle vitamine del
latte. Infine, può produrre alcalosi.
Il latte somministrato unitamente a cereali, crackers, avena, orzo, farina
o fiocchi di qualsiasi genere, è una vera e propria abominazione. I neonati
alimentati in questo modo soffrono e possono anche morire per l’aggravarsi di
disturbi gastrointestinali. Questi alimenti scatenano fermentazione, diarrea, ecc.
Lo ZUCCHERO non dovrebbe mai essere aggiunto al latte. Esso tende infatti
a produrre fermentazione, con tutte le conseguenze negative legate a questo tri¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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ste fenomeno. È possibile assicurare ad un bambino tutto lo zucchero di cui ha
bisogno sotto forma di succhi di frutta, senza ricorrere all’impiego di zucchero
prodotto commercialmente.
Da condannare sono inoltre i cosiddetti PRODOTTI ALIMENTARI PER
L’INFANZIA. Il dott. Robert McCarrison, Inghilterra, afferma che le “cause”
delle varie malattie che inevitabilmente uccidono le loro vittime in tenerissima
età, sono spesso introdotte nell’organismo del neonato con la prima bottiglia di
latte di mucca o di qualche specifico prodotto dietetico per l’infanzia, e certamente nel dire questo, non si riferisce ai germi. Il dott. Page condannava questi
alimenti, pubblicizzati come “sostitutivi del latte materno” e diceva che, malgrado
“molti neonati riuscivano a sopravvivere, ed in molti casi, a crescere bene, ciò non
significava assolutamente che si trattasse di alimenti sicuri”.
Il dott. Tilden dice: ≪Esistono varie marche di questi prodotti sul mercato,
e in questo paese, le loro vendite raggiungono ogni anno svariate tonnellate, ma
per quanto concerne i loro effettivi benefici, esistono parecchi dubbi, in quanto
potrebbero essere sostituiti da altri prodotti indubbiamente superiori≫. ≪Non dico tutto questo per mancanza di esperienza, in quanto, al contrario, di anni di
esperienza ne ho parecchi. Una volta pensavo che molte delle migliori marche
fossero realmente di grande utilità, ma scopro, dopo un’attenta retrospezione, di
aver abbandonato gradualmente e senza patemi il loro impiego, non perchè non
ami questi prodotti, ma perchè ho scoperto di amare di più gli alimenti naturali, e
di poter assicurare con questi ultimi dei risultati decisamente migliori≫.
Scorbuto, rachitismo, anemia, e malnutrizione sono spesso i risultati dell’uso di alimenti artificiali. Molti bambini sembrano in un primo momento star
bene, molti altri addirittura sembrano star meglio di quelli allattati al seno, ma non
passa molto tempo, che il male mostra il suo vero volto. Non fatevi ingannare dalle campagne pubblicitarie di coloro che vendono prodotti dietetici per l’infanzia;
il vero interesse non è il benessere dei vostri bambini, ma i loro profitti. Il latte
condensato, il latte liofilizzato, il latte in polvere ed altri alimenti artificiali
non sono adatti per il neonato e nessuna madre intelligente si sognerebbe mai
di somministrarli alla propria creatura.
18.4 LATTE ARTIFICIALE
Mi è capitato di avere a che fare con neonati che presentavano problemi nel digerire il latte di mucca, mentre crescevano bene con il latte di capra, e bambini che,
al contrario, prosperavano con il latte di mucca ed avevano difficoltà con quello di
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capra. Ho anche visto bambini che avevano problemi con entrambi i tipi di latte,
mentre sembravano crescere bene con il latte di soia. Quest’ultimo, tuttavia, non
assicura gli stessi vantaggi del latte animale. Per questa ragione, dopo un periodo di somministrazione di latte di soia, ho reintrodotto il latte animale nella loro
dieta, cominciando con l’aggiunta di un cucchiaino di tale latte a quello di soia e
continuando ad aumentare gradualmente la dose. Di regola, dopo un periodo di
latte di soia, questi bambini hanno rivelato la capacità di poter tranquillamente assumere latte animale. Anche se la crescita dei neonati utilizzanti latte di soia non
è soddisfacente come quella dei neonati cresciuti con latte animale, nei pochi casi
da me osservati in cui i piccoli venivano alimentati esclusivamente con latte di
soia, i bambini sono stati in grado di “recuperare” rispetto agli altri bambini,
nel periodo della pubertà, o anche prima, dando cosı̀ l’impressione che non ci
fosse stata alcuna perdita globale.
Oggi, sul mercato, esistono numerose marche di latte di soia, ma la maggior
parte di esse è talmente carica di vitamine sintetiche ed additivi chimici, da
risultare inadatta all’alimentazione di neonati e bambini.
La crescente tendenza dell’industria alimentare nelle sue varie fasi (produzionetrasformazione-raffinazione) ad integrare i propri prodotti denaturati con vitamine sintetiche ed aggiungere sostanze chimiche nocive, rappresenta un ulteriore
motivo per non avere dubbi sulla scelta dell’allattamento al seno.
18.5 SUCCHI DI FRUTTA E DI VEGETALI
Personalmente ritengo che non vi sia alcuna necessità di somministrare, ad un
bambino nei primi due anni di vita, qualsiasi altro alimento, oltre al latte materno, a patto sempre che la madre goda di ottima salute, segua un regime di vita
sano e produca latte sufficiente di eccellente qualità. Spesso, tuttavia, risulta necessario integrare il latte materno, in quanto insufficiente, con il latte di mucca
o capra o qualche altro tipo di latte artificiale. Molti neonati che non crescono sani e robusti con il latte della propria madre, cominciano a farlo non appena questo viene integrato con dei succhi. È necessario sottolineare che I NEONATI, CHE OLTRE AL LATTE MATERNO RICEVONO ANCHE SUCCHI DI
FRUTTA E DI VEGETALI, CRESCONO MEGLIO DEI NEONATI CHE RICEVONO SOLTANTO LATTE, SE QUESTO NON È RISPONDENTE AGLI
STANDARD NORMALI PREVISTI DALLA NATURA. IL LATTE MATERNO FREQUENTEMENTE NON RISULTA ALL’ALTEZZA DI SODDISFARE
I FABBISOGNI DEL NEONATO, MENTRE IL LATTE ANIMALE RISULTA
SEMPRE INADEGUATO.
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Se la madre è sana, segue una dieta corretta, ed ha latte in abbondanza, non
ci sarà bisogno di fornire al bambino alcun altro alimento che non sia il latte materno, almeno per i primi dodici mesi di vita. Se invece viene usato latte animale,
oppure il latte materno non risulta rispondente a quello che dovrebbe essere il suo
standard naturale, sarà necessario aggiungere alla dieta del piccolo dei succhi di
frutta. È possibile usare succhi di vegetali, ma personalmente preferisco, come
credo anche la maggior parte dei bambini, far uso di succhi di frutta.
Ho somministrato ai neonati, nel corso della mia pratica, succhi di arancia,
uva, limone, ananas, pomodoro, papaya, mango, mela, pera, susina, albicocca, ciliegia, ribes, anguria, carota, ecc. Non ho mai utilizzato succhi imbottigliati o inscatolati, nè cucinati. Il succo di frutta deve essere fresco e somministrato
al bambino subito dopo essere stato ricavato dal frutto. Esso non deve mai essere preparato in anticipo, e lasciato rimanere in una bottiglia, o in un qualsiasi
altro contenitore, nè per un’ora nè per mezza giornata. Il succo di frutta dovrebbe
sempre essere appena spremuto. Se un neonato mostra di non gradire un determinato frutto, provate a farglielo gustare unitamente ad un altro; forse gli piacerà.
Da evitare nella maniera più assoluta l’aggiunta di zucchero.
Questi succhi di frutta sono ricchi di vitamine, minerali, e zuccheri di facile
e pronta assimilazione per il bambino. Essi, inoltre, sono preziosi per i benefici
effetti che hanno sulla nutrizione generale come sarà dimostrato più avanti dalla
discussione del succo di arancia, disponibile in tutte le parti del Paese per tutto
l’anno. I pomodori, invece, non sempre sono disponibili in alcune regioni.
Il SUCCO DI ARANCIA è uno dei più gradevoli e deliziosi alimenti che
possa essere somministrato ad un neonato. Esso contiene sostanze predigerite
di pronto assorbimento ed utilizzazione. Ciò, forse, spiega perchè un bicchiere di
succo di arancia risulti cosı̀ rinfrescante per una persona stanca o che sia stata, per
un qualsiasi motivo, a digiuno. Più l’arancia è dolce, più il succo è rinfrescante.
Le arance sono ricche di limetta acida ed altri sali alcalini ed impediscono o combattono l’acidosi. I medici ignoranti che condannano le arance perchè “rendono
acido il sangue” dovrebbero in realtà essere severamente puniti.
Il regolare consumo di succo di arancia produce una ritenzione di calcio e fosforo nell’organismo,e l’assimilazione di azoto (proteina) sempre in proporzione
alle quantità di questi alimenti contenute nel succo. Il succo, in realtà, mette l’organismo nelle condizioni di utilizzare gli elementi meglio di quanto potrebbe fare
altrimenti. Nulla può essere più utile ai bambini, ed in particolare, ai bambini soggetti ad una cattiva alimentazione, del succo di arancia: non due o tre cucchiaini al
giorno, ma un intero bicchiere. Non siate tirchi con il succo di arancia: smettetela
di concedervi stentatamente pochi cucchiaini di succo al giorno, e lo stesso vale
per i vostri figli.
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Il succo di arancia può venire somministrato ai neonati sin dalla nascita, come anche il succo di uva. Un neonato di due settimane dovrebbe bere il succo
di mezza arancia, circa due once, non diluito. A tre mesi, la quantità dovrebbe
essere di quattro once a poppata, sempre di succo non diluito, mentre a sei mesi le
once dovrebbero essere otto. NON AGGIUNGETE MAI ZUCCHERO O ALTRE
SOSTANZE AL SUCCO DI ARANCIA.
Il SUCCO DI FRUTTA o levulosio è predigerito ed è pronto per un immediato
assorbimento ed utilizzo da parte del corpo. Il succo di tutti i frutti, anche di
quelli acidi, contiene più o meno zucchero. La migliore fonte di zuccheri per i
neonati è l’uva. Quando non v’è disponibilità di uva, dell’ottimo zucchero viene
assicurato da datteri o fichi.
Prendete la quantità necessaria di uva fresca e matura, (in tutte le stagioni)
e, dopo averla attentamente lavata, schiacciatela in una fondina, spremete i vari
chicchi fino ad ottenere un succo capace di passare attraverso la tettarella. Non
passate il succo attraverso nessun “colino” perchè in questo caso quello che si
otterrebbe non avrebbe più le qualità necessarie. Il succo dovrebbe venir posto in
un biberon e sommistrato al bambino come se dovesse succhiare il latte. Il succo
di uva non ha bisogno di essere diluito o trattato in alcun modo. Ai neonati molto
piccoli, si possono somministrare quattro once di succo a poppata, mentre a quelli
più grandi, (sei mesi), si può arrivare ad otto once a poppata. Non usate mai succhi
in scatola di alcun genere.
Per ottenere del succo di fico o dattero, (usate soltanto fichi seccati al sole e
datteri naturali), mettete i frutti in un recipiente fornito di coperchio; versatevi
dell’acqua distillata, o della buona acqua dolce, sufficiente a ricoprire i frutti, e lasciate riposare per una notte. All’indomani schiacciate dai frutti l’acqua assorbita,
strizzateli, ed usatene il succo. Tutti gli altri succhi che possono essere utilizzati
nella stagione, dovrebbero essere somministrati al bambino in bottiglia. Qualsiasi
succo può venire somministrato nelle stesse dosi del succo di arancia o di uva.
Né i succhi di frutti acidi, né quelli di frutti dolci dovrebbero essere somministrati unitamente al latte, ma dopo tre o quattro ore dalle poppate di
latte, ed almeno mezz’ora (preferibilmente di più) prima della successiva
poppata di latte.
18.6 EVITARE ALIMENTI SOLIDI
La Natura ha fatto in modo che i piccoli dei mammiferi disponessero di un importante alimento liquido quale è il latte; esso, normalmente, costituisce il loro unico
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e solo alimento fino a quando non abbiano raggiunto un certo stadio di sviluppo
che consenta loro di consumare alimenti solidi. Anche tra i mammiferi che nascono già forniti di buona parte dei denti, esiste un periodo della loro vita in cui
essi si limitano a consumare come alimento esclusivo della loro dieta il latte. Per
un certo periodo, dopo la nascita, cagnolini e gattini non consumano altro solido
o liquido al di fuori del latte contenuto nelle mammelle delle rispettive madri. Ad
un certo punto, essi possono anche essere in grado di bere del latte contenuto in
una ciotola, ma sicuramente non possono essere costretti a consumare alimenti
che richiedono di essere masticati. Un gattino, ad esempio, non mangerà mai, in
detto periodo, del formaggio o della carne. Nel caso fosse costretto a mettere in
bocca un alimento del genere, si sforzerà di deglutirlo direttamente, quasi si trattasse di un liquido. Alla fine, trascorso questo periodo, giunge il momento in cui
anch’esso consuma cibi solidi.
Nel caso dei nostri neonati, siamo purtroppo abituati a bruciare quelle che
sono le normali tappe del suo sviluppo. Se un neonato non ha denti con cui masticare cibi solidi, siamo disposti a grattare, schiacciare, ridurre in polvere tali
alimenti, ed indurlo ad assumerli prematuramente. Qualche volta, l’abitudine di
costringere i neonati a mangiare come se fossero degli adulti, diventa una vera e
propria mania. Gli sviluppi normali e l’ordine naturale dell’alimentazione vengono completamente ignorati. In nome della Natura, abbiamo dato corpo ad una
stolta ed insensata pseudoscienza che miete migliaia di vittime all’anno. La mancanza degli strumenti necessari per la masticazione degli alimenti solidi, indica,
senza ombra di dubbio, che questi non sono affatto adatti all’alimentazione del
neonato. Inoltre, alla mancanza di denti con cui masticare, si accompagnano altre
immaturità di ordine fisiologico ed anatomico, che rendono difficile l’impiego di
cibi solidi nell’alimentazione di un neonato.
Le madri, consce del fatto che i loro neonati non dispongono degli strumenti
necessari ad assicurare la masticazione degli alimenti solidi, si sforzano di compensare questa mancanza di strumenti fisiologici schiacciando, grattando, riducendo a purea, ecc. tali alimenti. Frutta sminuzzata, purea di patate, mele grattate,
banane schiacciate, creme di cereali di vario genere, puree di vari tipi, ecc., vengono tranquillamente somministrati ai bambini molto tempo prima che la Natura
provveda a dotarli degli strumenti necessari per la masticazione. Prima che la professione medica seminasse il panico tra la gente con lo spauracchio dei germi, le
madri erano solite masticare il cibo destinato ai loro piccoli e quindi metterlo loro
in bocca. Questa pratica aveva il vantaggio di insalivare completamente il cibo,
perfino gli amidi, anche se non assicurava gli enzimi pancreatici necessari a completare il processo di digestione degli amidi. Non si tratta, ad ogni modo, di una
pratica da raccomandare. Le madri sperano e credono che, in queste varie maniere, questi alimenti possano essere digeriti ed assimilati senza difficoltà. Soltanto
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il nostro desiderio di precipitare le cose ci porta alla prematura somministrazione
di alimenti solidi ai neonati, e a credere che essi verranno usati efficientemente.
Questo è particolarmente falso nel caso di amidi, in quanto per la loro digestione un bambino al di sotto dei 2 anni è sprovvisto degli enzimi digestivi
essenziali. Un’altra controindicazione, sempre nel caso degli amidi, è che si
tratta di amidi bolliti e intrisi di acqua che non stimolano il flusso salivare,
anche in presenza di ptialina. Gli amidi dovrebbero essere sempre consumati
secchi al fine di assicurarne la giusta insalivazione. Ai bambini al di sotto dei
due anni, si dovrebbe evitare di somministrare alimenti amidacei o cereali. Parimenti, non si dovrebbe mai dare da mangiare ai bambini alimenti come dolci
artificiali: caramelle, torte, pasticci, zucchero, ecc.
L’uomo non è nè una provetta da laboratorio, nè un topo; non possiamo ignorare la fisiologia umana nelle nostre scelte dietetiche, nè possiamo ignorare i differenti stadi dello sviluppo umano o gli sviluppi fisiologici dei differenti stadi. Tutti
gli sforzi di elaborare programmi di alimentazione o diete “basate sulle conclusioni della moderna ricerca nutrizionale”, come i loro autori le definiscono, hanno
completamente ignorato l’ordine di alimentazione naturale o normale di bambini
e neonati. Quando il chimico o il ricercatore di laboratorio analizza un alimento e
lo prova sulle cavie, dimostrandone il valore o l’inefficacia, in realtà si è limitato
ad un esperimento su cavia. Se dicesse, dopo aver determinato il valore alimentare
della carne o delle noci, che si tratta di alimenti che dovrebbero essere somministrati al neonato sin dal primo giorno di vita, egli avrebbe “ragione” per quanto
concerne i risultati delle sue “ricerche”, ma sicuramente avrebbe torto per quello
che interessa l’ordine naturale dell’alimentazione. Neanche le zanne di leoni, tigri, lupi, ecc., possono masticare carne il giorno della nascita. In effetti, queste
bestie si nutrono esclusivamente di latte per un considerevole periodo di tempo
successivo alla nascita, prima di fare consumo di carne.
Quello che è certo è che la Natura non ha inteso, sin dall’inizio, che il neonato
mastichi un qualsiasi alimento solido, prima di poter disporre di denti sufficientemente sviluppati per compiere questa funzione. Dal momento che il bambino
raggiunge questo stadio di sviluppo, intorno ai 20-24 mesi di età, non sembra
esservi alcuna necessità di consumare prematuramente alimenti solidi. Se sussistesse, una effettiva necessità di consumare alimenti del genere, perchè la Natura
non avrebbe fornito al neonato gli strumenti indispensabili a svolgere la funzione
della masticazione?
Le indicazioni di carattere dietetico che ci offre la natura riguardano una dieta
esclusivamente lattea per i primi due anni. A questa noi aggiungiamo dei succhi
di frutta, non perchè nell’ordine naturale delle cose ci sia bisogno di essi, ma
piuttosto perchè, a causa del nostro modo di vivere alquanto innaturale, non siamo
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in grado di assicurare sempre ai nostri piccoli un latte qualitativamente perfetto. È
possibile dare al bambino della frutta morbida, prima che ci sia il pieno sviluppo
dei denti, ma soltanto quando questi risultano essere sufficientemente sviluppati
per mettere il bambino nelle condizioni di una soddisfacente triturazione.
Eminenti autorità mediche e specialisti dell’infanzia scrivono articoli a iosa
sull’alimentazione infantile, affermando l’esatto contrario di quanto detto finora;
ma se i loro consigli sono giusti, come spiegare allora il terribile tasso di mortalità
in ascesa? A cosa sono dovute le numerose malattie che affliggono e fanno soffrire
i nostri piccoli? Qual è il motivo di tutte le deformità che si osservano nella
popolazione infantile? È proprio dai loro risultati che possiamo conoscerli.
18.7 IL PRIMO PASTO DEL NEONATO
La Natura non sembra aver fretta nel dar da mangiare al bambino appena nato.
La prima secrezione del seno materno non è latte, ma COLOSTRO. Tra i primati
ed i mammiferi inferiori, una simile secrezione viene prodotta immediatamente
dopo la nascita. Passano circa tre giorni prima che il latte cominci a defluire, e,
come accade per vitelli, agnelli, capretti, pecorelle, puledri, ecc., che non ricevono
alcun sostituto del latte durante i giorni in cui ricevono il colostro materno, e
che stanno fisicamente bene, cosı̀ il neonato dell’uomo non ha bisogno di alcun
alimento sostitutivo in questo periodo. Il COLOSTRO, anche se finora è stato
considerato come alimento senza valore, probabilmente serve a parecchi scopi
utili in questa fase della vita del bambino. Rispetto alla secrezione successiva,
esso presenta un contenuto di grassi inferiore e, un maggiore contenuto proteico.
È denso, giallastro, fluido, ma cambia gradualmente e, nel giro di una settimana,
diventa più fluido e quasi bluastro. È soltanto alla fine della quarta settimana che
la secrezione delle mammelle si stabilizza.
Il COLOSTRO è già disponibile per il neonato 48 ore dopo il parto. Raramente, nel neonato, si osserva una vera e propria fame nei due o tre giorni
successivi alla nascita, come attestato dal fatto che il bambino viene soddisfatto da una dieta a base d’acqua. La caratteristica dell’uomo è quella di voler
sempre precipitare le cose e di non lasciare mai che “la natura abbia il suo corso”.
In un passato non lontano, subito dopo aver lavato e vestito il bambino appena
nato, infermieri ed attendenti erano pronti, con molasse, acqua, avena, crackers
polverizzati ed acqua, panate, o qualche altro preparato, a riempire all’inverosimile lo stomaco della creatura appena venuta alla luce. Questo “rimpinzimento”
veniva sempre compiuto con estrema diligenza quasi si aveva l’impressione che
da esso dipendesse la stessa vita del bambino. Oggi, invece, al bambino appena
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nato, vengono somministrati acqua e zucchero, latte di mucca o qualche altro alimento “dietetico per l’infanzia”, fino a quando la madre non comincia a secernere
il latte. Si tratta di una pratica tanto inutile quanto perniciosa. Il bambino non
dovrebbe essere attaccato al seno nelle prime ventiquattro ore successive alla
nascita.
Si sente parlare della cosiddetta “febbre da inanizione” che si pensa si sviluppi in rari casi durante il periodo in cui le mammelle della madre secernono
COLOSTRO, e la credenza generale è che essa indichi la necessità di nutrire il
bambino artificialmente. Si tratta di una grossolana banalità partorita dalla mente
di alcuni medici, intontiti dall’uso di alcool e nicotina, vittime essi stessi di
abitudini alimentari discutibili, e non dovrebbe essere lontanamente presa in
considerazione da genitori intelligenti.
DOPO CHE IL BAMBINO È STATO VESTITO, E DOPO UN RIPOSO DI
VENTIQUATTRO ORE CIRCA ESSO PUÒ ESSERE ATTACCATO AL SENO,
E CIÒ È PIÙ CHE SUFFICIENTE COME SUO PRIMO PASTO. non solo non è
necessaria, ma serve solamente ad appesantirlo
18.8 ALIMENTAZIONE NOTTURNA
L’alimentazione notturna del bambino non solo non è necessaria, ma serve solamente ad appesantirlo e, in ultima analisi, a farlo ammalare. Sebbene la somministrazione di poppate notturne sia una pratica abbastanza diffusa e la maggior
parte delle madri sia convinta di dovervi fare ricorso, essa in realtà è servita solo
a complicare ulteriormente il problema dell’alimentazione infantile. Non c’è modo di adattare l’alimento più sano e digeribile ad un neonato quando questi viene
alimentato a tutte le ore del giorno e della notte, e, come invariabilmente succede,
ipernutrito. Seguendo, invece, un corretto programma dietetico, non sarà difficile
trovare un alimento che “vada bene” per il bambino.
Le poppate notturne impediscono tanto alla madre quanto al bambino di dormire, e ciò porta il piccolo a sviluppare un sonno irregolare. Il bambino può
essere abituato ad esigere una o una mezza dozzina di poppate a notte, oppure a dormire per tutta la notte e a non chiedere affatto cibo. Le poppate
notturne disturbano il sonno della madre, con un conseguente indebolimento
della sua salute ed un deterioramento della sua capacità a secernere latte. Il
latte non sarà più soddisfacente nè per quantità nè per qualità, e ciò avrà inevitabili
ripercussioni sul bambino. Per assicurare ai loro piccoli latte sano in abbondanza,
le madri devono aver cura di se stesse.
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18.9 LUNGHEZZA DELLA POPPATA
Dipenderà dal flusso del latte. Se il latte fuoriesce con facilità, il bambino otterrà
il latte di cui ha bisogno in non più di 35 minuti; se, invece, il flusso è lento
e difficoltoso, la poppata potrà protrarsi anche fino a 10-15 minuti. La madre
potrà controllare la facilità o difficoltà del latte a fuoriuscire facendo pressione
con le dita sulle mammelle, anche se forse il modo migliore per una valutazione
più attendibile è quello di cronometrare i tempi del bambino. Se questi sembra
soddisfatto dopo essere stato allattato per cinque minuti, mettetelo a letto in modo
che non venga disturbato dai rumori, e sicuramente si addormenterà. La pratica
comune di “far muovere” il bambino dopo la poppata non è essenziale nel caso di
allattamento al seno.
La quantità di latte succhiato ad ogni poppata, può essere determinata pesando il bambino prima e dopo. Di solito, il bambino riceve metà del suo pasto
durante i primi cinque minuti di allattamento, e durante i secondi cinque minuti riceve un altro quarto del latte. Questa regola non vale, se le mammelle si
presentano piene, ed il latte scorre liberamente.
18.10 IPERALIMENTAZIONE
La principale causa nei neonati di disfunzioni digestive e di tutti gli altri malesseri
che si ricollegano ad una cattiva digestione, nascono dall’eccessiva alimentazione
cui queste inermi creature vengono obbligate. L’abitudine di dar da mangiare
al neonato ogni due ore durante la giornata, e tutte le volte che esso si sveglia
e piange durante la notte, è decisamente pessima e pericolosa. Un’alimentazione del genere affatica gli organi digerenti del neonato, ed introduce nel canale
alimentare un eccesso di cibo destinato a fermentare e ad intossicare il bambino.
Tale fenomeno indebolisce e fa star male il piccolo causandogli diarrea, coliche,
eruzioni cutanee, e disturbi più gravi.
Il “rimpinzimento” dei bambini deriva in buona parte dalla frequenza eccessiva delle poppate. Se i bambini non sono costretti a mangiare troppo spesso,
possono tranquillamente essere lasciati al seno a succhiare, ad ogni poppata, per
il tempo che desiderano. Va da sè che una regola del genere non può essere applicata nel caso di un bambino malato. Un’iperalimentazione produce rigurgiti di
cibo, gas, dolori addominali, coliche, irrequietezza, insonnia, irritabilità, costipazione, diarrea, e, alla lunga, disturbi anche più gravi. Il rigurgito ed il vomito sono
gli strumenti di difesa che la natura fornisce al neonato per salvaguardarsi contro
l’iperalimentazione cui viene sottoposto.
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Se nelle feci compaiono fiocchi bianchi o cagli minuti, significa che il bambino ha delle poppate troppo frequenti o troppo lunghe. Se la poppata dura
cinque minuti, riducetela a tre; quando nelle feci compaiono le prove dell’indigestione, cioè i piccoli cagli, l’insistere con le poppate significa andarsi a cercare
guai più grossi. Se il problema viene preso per tempo, non c’è pericolo di costipazione. E trascuratezza criminale o semplice ignoranza permettere che una
qualsiasi cosa di questo tipo persista e produca la perdita della salute nel bambino. L’indigestione dura per qualche tempo prima che si abbia lo sviluppo di
disturbi come febbre, vomito o diarrea.
18.11 FREQUENZA DELLE POPPATE
Non appena i bambini nascono, sorge la domanda: qual è la frequenza con cui
dovrebbero mangiare? La risposta, purtroppo, continua ad essere basata su pregiudizi, superstizioni ed abitudini del luogo di nascita. Se i bambini vengono
lasciati a riposare e dormire quanto dovrebbero, invece di essere tenuti in
braccio e coccolati insistentemente, essi riceveranno circa tre poppate al dı̀
nel primo e nel secondo giorno di vita. Un neonato che non abbia avuto danni al
momento del parto e che sia stato lasciato riposare il più possibile, probabilmente
non si sveglierà più di tre volte nel corso della giornata. La peggiore delle sciocchezze è quella di svegliare il bambino quando dorme per farlo allattare. Il
fatto che un neonato dorma quasi tutto il tempo, per i primi tre o quattro giorni
dopo la nascita, in alcuni casi anche ventitre ore e mezza al giorno, dovrebbe suggerire di adottare una dieta contenente tre pasti al dı́. Fate riposare il bambino;
non corre nessun rischio di morire di fame.
Allo scadere del quinto giorno dall’inizio della seconda settimana, il bambino
dovrebbe mangiare ad intervalli di quattro ore nel corso della giornata: alle 6:00
ed alle 10:00 al mattino, ed alle 2:00 ed alle 6:00 nel pomeriggio. Non dovrebbero
esserci poppate intermedie, nè poppate notturne. Se il bambino non sembra riposare bene durante gli intervalli tra le poppate, la madre o la balia dovrebbe girarlo
dolcemente sul lato opposto a quello su cui dorme e lasciarlo in questa posizione,
senza prenderlo in braccio. Il bambino non ha né fame nè sete; è da stolti starsi
sempre a preoccupare che il bambino non abbia mangiato abbastanza o che debba
per forza non sentirsi bene.
Tre o quattro poppate al giorno, senza quelle notturne, sono più che sufficienti per qualsiasi bambino; i bambini alimentati con questo ritmo crescono e
si sviluppano meglio e più rapidamente di quelli “rimpinzati” secondo le vecchie
tradizioni. Una iperalimentazione inibisce le normali funzioni fisiologiche e ri¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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tarda crescita e sviluppo. La madre dovrebbe capire che il bambino non ha fame
tutte le volte che piange. Il pianto non dovrebbe tradursi per lei in una nuova e più
abbondante poppata, cosı̀ come è sbagliato tenere sveglio a tutti i costi il bambino
per non fargli saltare una delle poppate previste. La nostra perversione ormai è
tale da farci sembrare normale il fatto di svegliare il bambino per fargli osservare
la ‘tabella di marcia’. Il bambino, al contrario, non viene affatto danneggiato dal
fatto di saltare una poppata per il semplice fatto di essere addormentato. Assicurare al bambino il sonno di cui il suo organismo ha bisogno è tanto importante
quanto assicurargli del cibo adeguato. La regolarità delle poppate favorisce il rapido sviluppo dell’abitudine a “rimpinzarsi”; la regolarità, infatti, porta il bambino
a mangiare a certi orari per una semplice questione di abitudine, e non perchè
egli avverta un effettivo bisogno di cibo. Ciò impedisce lo sviluppo e la regolarizzazione del desiderio naturale, che è l’unica guida attendibile a quella che è la
frequenza dei pasti.
Un neonato viene nutrito in rapporto alla sua capacità di digerire ed assimilare il cibo che gli viene somministrato, e non in rapporto alla quantità di materia
alimentare che esso potrebbe essere indotto ad inghiottire. Non è la quantità massiccia ingerita, quanto piuttosto la giusta quantità perfettamente digerita e assimilata che può apportare i migliori risultati non solo nei neonati, ma nei bambini ed
anche negli adulti. Malgrado l’ovvietà di questo principio, il fatto che il bambino
che mangia di più è quello che cresce meglio, rappresenta quasi un articolo di
fede per molti genitori, balie, e medici, un dogma cosı̀ fermamente radicato nella
loro mente, che risulta loro difficile, quasi impossibile, persuadersi del contrario.
Se il bambino sta perdendo peso, il consiglio inevitabile è quello di aumentargli
la quantità delle poppate, anche se si tratta di un bambino abitualmente ipernutrito; parimenti, ogni accenno di pianto viene interpretato come fame e deve essere
soffocato con altro cibo.
La gatta, la cagna, la mucca, in realtà tutti i mammiferi, non permettono ai
loro piccoli di prendere il latte con tale frequenza, nè finchè lo desiderano. La
gatta, spesso, si assenta dalla sua cuccia fino anche a sei ore e mi è capitato di
vedere alcune cagne lasciare deliberatamente la propria cuccia mentre i cagnolini
cercavano di attaccarsi alle mammelle, e correre via. A livello di istinto, non esiste
il corrispettivo della stolta dieta-per-rimpinzarli-e-ucciderli e gli animali hanno
più successo di noi nell’allevare una prole sana e resistente.
Siamo circondati da bambini e neonati sani che, “muoiono di fame” agli occhi
dei genitori, i quali sarebbero disposti a pagare un dollaro per ogni goccia di cibo
capace di restituire loro la salute. Molti di questi bambini sono circondati da
tutte le condizioni necessarie per una vita sana e vigorosa, tranne una, e cioè “la
consapevolezza da parte di chi si prende cura di loro che il Creatore non aveva
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tra le sue intenzioni il fatto che lo stomaco dei bambini venisse trattato come un
pallone gonfiabile!”. Il malessere di questi bambini è legato agli abusi alimentari
cui sono costretti.
Sulla base di quanto detto finora, consigliamo il seguente programma, ricordando però alla madre di desistere dal desiderio di dar da mangiare al proprio
piccolo con l’orologio in mano:
ore 6:00 — latte al seno o in bottiglia.
ore 10:00 — succo di arancia o altro succo acido.
ore 12:00 — latte al seno o in bottiglia.
dalle 3:00 alle 4:00 del pomeriggio: Succo di uva o altro, succo di frutta (nelle
zone del sud, durante la stagione, si potrà usare succo di fichi).
ore 6:00 — latte al seno o in bottiglia.
Se al bambino vengono date quattro poppate al giorno, e questo raramente risulterà necessario, i succhi dovranno essere somministrati non meno di trenta minuti prima della seconda poppata di latte della mattinata o del pomeriggio. Il dott.
Tilden dice: ≪Spesso sono costretto ad arrivare a dei compromessi con le madri
e a consentire che facciano quattro poppate al giorno. La maggior parte deduce
da ciò di dover fare una poppata extra la notte, facendo naturalmente pagare al
bambino le conseguenze di quest’abitudine errata≫. Le poppate notturne portano
la madre a dare al bambino una quantità eccessiva di latte, e a privarsi del sonno.
Il loro solo risultato è di appesantire e far star male il bambino: rinunciatevi!
Quando i neonati raggiungono l’età in cui non dormono tutto il tempo, gli orari
delle poppate non dovrebbero essere cambiati, a patto che continuino a mangiare
non più di tre o quattro volte al giorno. Ciò che aumenta è solo la durata della
poppata in quanto il bambino sembra aver bisogno di più cibo.
Nient’altro che non sia latte o succhi di frutta dovrebbe entrare a far parte della
dieta di un bambino per i suoi primi due anni di vita. Intorno ai diciotto mesi di
età, è possibile aggiungere della frutta tenera, che dovrebbe costituire, o essere
parte di un pasto quotidiano. Se fino a questa età si sarà mantenuta l’abitudine
delle quattro poppate al giorno, adesso sarà necessario porre loro fine.
18.12 ALIMENTAZIONE ESTIVA
Il caldo è accusato di avere grosse responsabilità nello stato di salute dell’animale
umano; l’uomo, in realtà, appartiene ad una razza distintamente tropicale che ha
certamente sviluppato un buon adattamento ai climi caldi. Condannare il caldo per
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certe “malattie tipicamente infantili” e per le morti che queste possono produrre, è
in effetti una maniera molto fuorviante di dire, come afferma Page, che ≪l’eccesso
di cibo che può essere tollerato sotto l’influenza tonica ed antisettica del freddo,
GENERA MALATTIE DURANTE LA STAGIONE CALDA≫.
Il caldo favorisce la decomposizione, mentre il freddo la ritarda, ma nel complesso, il danno è legato all’eccesso di cibo, sia in inverno, che in estate. La differenza principale è che in estate aumentano le probabilità di soffrire di disturbi
intestinali, mentre in inverno quelle di accusare disturbi respiratori.
Gli adulti, in genere, mangiano istintivamente meno in estate di quanto non
facciano in inverno; spesso saltano un pasto o addirittura due. Quante volte sentiamo ripetere: ≪fa troppo caldo per mangiare!≫. Inoltre è frequente trovare tra
gli adulti chi, pur non avendo conoscenze di carattere dietetico, si ciba prevalentemente di verdure fresche, frutta fresca, meloni, ecc., e consuma pane, patate, carni, cereali, quantità meno abbondanti, saltando frequentemente il pasto di
mezzogiorno.
Quanti sono i genitori che si fanno guidare dal buon senso in quella che è
l’alimentazione estiva dei loro bambini? Troppe volte, purtroppo, siamo costretti
a vedere neonati sofferenti venire rimpinzati di latte come se fosse inverno! Ed
è proprio allora che il bambino si ammala, ha febbre o diarrea; ma le sofferenze
per il piccolo inerme non sono ancora finite. È proprio questo il momento in cui
comincia ad essere letteralmente riempito di medicine ed altre sostanze strane allo
scopo di esorcizzare dal suo piccolo corpo il demone della malattia.
18.13 SVEZZAMENTO
Lo svezzamento dovrebbe essere graduale, secondo quanto osserviamo in natura, e cominciare verso la fine del secondo anno per concludersi al terzo. Si
pensa che la perdita del contatto intimo con la madre, in seguito all’interruzione
dell’allattamento al seno, costituisca fonte di ansie, paure e senso di frustrazione nel neonato. È indubbio che se l’allattamento viene interrotto bruscamente, il
bambino si sentirà insicuro, e, pertanto, è consigliabile abituare gradualmente il
bambino a staccarsi dal seno materno.
Oggi, si pone molta enfasi sul sano rapporto emotivo che si sviluppa tra
madre e figlio attaraverso l’allattamento al seno. Che si tratti di qualcosa di estremamente importante non possiamo non riconoscerlo, ma mi sembra che le ragioni
psicologiche per uno svezzamento graduale, siano poca cosa rispetto a quella che
è l’essenza della vita stessa. Fondamentalmente, la ragione per un passaggio gra¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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duale di questo tipo dal seno materno, fonte primaria di cibo, al cibo esterno, è di
carattere nutritivo piuttosto che psicologico. Il bambino, infatti, si trova costretto
a compiere certi passaggi di adattamento nei confronti di una nuova dieta, e deve
essere messo nelle condizioni di farlo gradualmente e non all’improvviso. Il riferimento a quanto ho precedentemente detto circa la fase di transizione che assicura
una soluzione di continuità tra il periodo di vita del bambino in cui la sua normale
dieta è costituita solo dal latte, ed il periodo successivo allo svezzamento in cui,
normalmente, non consuma più latte, renderà questa faccenda chiara. La mia opinione è che gli psicologi dovrebbero preoccuparsi soltanto della loro psicologia e
smettere di atteggiarsi a specialisti dell’alimentazione infantile, un ruolo, in realtà
quest’ultimo, per il quale non sono affatto qualificati.
Per quanto concerne i genitori, invece, essi dovrebbero sempre tenere a mente
che la psicologia è andata in bancarotta ormai da tempo.
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Capitolo 19
L’ALIMENTAZIONE INFANTILE
DAI DUE AI TRE ANNI
Neonati e bambini non sono assuefatti alle molte pratiche debilitanti e snervanti
cui sono dediti molti adulti. Ad esempio, non possiamo accusare nessun neonato
di presentare una tossiemia da tabacco, da eccesso di lavoro, da eccessi sessuali,
o uno snervamento per gelosia, ecc. I neonati, in cambio, sono soggetti a molte
influenze negative ma probabilmente la peggiore di queste è l’iperalimentazione
o un’alimentazione niente affatto adeguata ai loro reali fabbisogni.
Un’amica, una volta, mi scrisse da New York, che la sua bambina era stata
molto male, ma che alla fine si era ripresa, ed aggiungeva: ≪Stava crescendo di
peso cosı̀ bene che chiunque la guardava non poteva fare a meno di notare quanto
fosse carina, e quanto migliorasse col passare dei giorni; poi, all’improvviso, ha
cominciato di nuovo a sentirsi male e a perdere peso≫. Uno dei metodi preferiti
dalla Natura per bruciare il lardo eccessivo, è quello di ricorrere ad una malattia acuta. La Natura, in realtà, non ha nessuna ammirazione per un bambino
pingue, contrariamente a quanto accade a genitori ignoranti.
Andando avanti, la donna mi parlò del suo ragazzo di otto anni, che ≪stava
passando un periodo terribile con i denti, in quanto ce ne erano alcuni che gli
procuravano enormi fastidi≫. Lo aveva portato da un dentista che aveva già provveduto all’estrazione di due ed alla piombatura di uno, e presto gliene avrebbe
estratti altri due. A questo punto, mi disse che anche lei era in cura da un dentista.
La mia amica, che si trovava da poco nella radiosa età della trentina, mi disse di
aver pagato solo una volta ben 63$, ed era un periodo quello in cui mi scriveva, in
cui l’onorario dei dentisti era di gran lunga meno esoso di quanto lo è oggi. Aggiunse: ≪È da tempo ormai che non sto più bene, e non riesco a capire cosa sia.
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Quasi tutti i giorni mi alzo con il mal di testa, e non mi sento più come una volta.
Ho paura di andare da un dottore perchè, in genere, in questi casi il responso è
quasi sempre quello di un intervento chirurgico, o di qualcosa di analogo≫. (La
donna aveva già subito parecchie operazioni).
Anche il marito aveva dei disturbi: l’intera famiglia, dal più piccolo al più
grande, era sofferente e malaticcia. Perchè? La risposta della classe medica sarebbe “germi”, mentre io dico, che la causa di tutti questi malanni va ricercata nel
loro modo di vivere, ed in particolare nel tipo di dieta sbagliato. Cattive abitudini
alimentari producono i loro dannosissimi risultati durante gli anni della crescita,
e, pertanto, è importante, anzi fondamentale, che a neonati e bambini vengano
assicurati alimenti naturali, e non prodotti denaturati ed alimenti cucinati, cosı̀ in
voga oggi. Questa famiglia non costituiva una eccezione: malesseri, denti deboli, cattivo sviluppo sono all’ordine del giorno in tutti questi casi in cui una dieta
sbagliata ed una cattiva igiene sono la regola.
Giovani madri mi scrivono, dicendo: ≪Vorrei provvedere all’alimentazione
del mio bambino in modo sano, ma i nonni non approvano e gli danno tutte le
volte che capita l’occasione, dolci, caramelle, gelati, ed altri alimenti simili. Cosa
posso fare?≫. La risposta è: Nulla, a meno che non abbiate sufficiente coraggio da
affrontare i nonni in questione e facciate loro capire che se essi hanno provveduto
ad allevare la vostra famiglia, adesso siete voi che dovete preoccuparvi di badare
alla vostra. Parlate chiaro e fate capire in modo inequivocabile che siete voi i responsabili dei vostri figli. Pazienza se una discussione del genere potrà urtare la
loro sensibilità; meglio un danno di questo genere che un danno irreparabile alla
salute dei vostri piccoli. Se desiderate crescere vostro figlio senza dover ricorrere
al medico, senza problemi di digestione, malattie, carie, e farne uno splendido
ragazzo sano di corpo e svelto di mente, seguite il consiglio appreso e tenetelo lontano da zuccheri, amidi raffinati, e qualsiasi tipo di alimento trattato
artificialmente, o, comunque, non naturale. Se, al contrario, siete desiderose di
aumentare le entrate del vostro medico, e di vedere il vostro bambino soffrire e
morire, seguite pure “i vecchi metodi tradizionali, cosı̀ largamente diffusi”.
Spesso, i bambini vengono trasformati in veri e propri contenitori in cui ogni
occasione è buona per riversare tutti i vari tipi di alimenti recentemente “brevettati”, emulsioni e sostanze che astuti pubblicitari abilmente rifilano al pubblico ed
ai medici. Essi sono vittime della falsa ed infondata credenza secondo la quale
il loro organismo ha bisogno di molti grassi, zuccheri e amidi, il che li porta
poi a seguire una dieta squilibrata e povera degli elementi veramente necessari ai
loro fabbisogni organici. Di solito, tale dieta è povera di sali minerali e vitamine,
e genitori e medici, per ovviare a queste carenze, la integrano con qualche cucchiaino di succo di pomodoro, o succo di arancia o di nauseabondo olio di fegato
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di merluzzo. Quest’ultimo ed altre emulsioni grasse aggiunte a questa dieta già
di per sè pesante, aiutano solo a far star male il bambino. Non dovrebbe esserci
alcun bisogno di dire che qualsiasi alimento somministrato ad un neonato dovrebbe essere fresco e puro; tuttavia, ci sembra non faccia male ricordare, ancora una
volta, che anche l’alimento di per sè più sano, se, somministrato in quantità
eccessive, diventa tossico.
Quando soffrono di indigestione, i neonati vengono tenuti in braccio, cullati,
voltati, carezzati, vezzeggiati, e rimpinzati di cibo, in un vano tentativo di tenerli calmi, mentre i bambini più grandicelli, durante la stagione, ed anche oltre,
vengono nutriti secondo una dieta che ha più carattere propriamente tossico che
non alimentare. Dovunque si vada, si possono vedere bambini che fanno scorpacciate di biscotti, caramelle, crackers, gelati ed altre cose inutili. “Con le mani
piene di dolcetti e le tasche piene di noccioline” essi si strafogano allegramente, riempiendo i loro piccoli organismi di questi alimenti che favoriscono la
formazione di acidi, e privano i tessuti dei loro preziosi elementi alcalini.
Una volta, ho visto un bambino, che, nel negozio di un fruttivendolo, aveva
afferrato una bella ciliegia matura e stava per portarla alla bocca quando la madre
cominciò a dire: ≪Non metterla in bocca; non è buona. Appena usciti da qui,
ti comprerò un bel dolcetto, ma per carità, non mangiare la ciliegia!≫ Che triste
esempio di deplorevole ignoranza! La maggior parte della gente merita proprio di
perdere i propri figli. Le mie simpatie vanno ai bambini. Che qualsiasi genitore
abbia una propria verità sul come prendersi cura dei figli è un conto, ma la verità
è che la maggior parte dei genitori ostenta un atteggiamento di indifferenza
e pigrizia mentale. Per costoro è molto più facile uniformarsi a quelli che
sono i costumi e le tradizioni. Se la madre della storiella di cui sopra desiderava
insegnare al figlio a non rubare la frutta in un negozio, certamente lo ha fatto nel
modo sbagliato, in quanto in tal modo non ha trasmesso al figlio l’idea che le cose
altrui non vanno prese, ma che la frutta fa male.
I genitori spesso non vorrebbero privare i figli di certi alimenti, perchè temono
di perderne le simpatie; ma il mantenere delle simpatie del genere equivalerebbe
ad augurare ai propri figli nuove malattie. ≪Quando i genitori sono abbastanza
intelligenti da conoscere i loro doveri verso i figli – dice il dott. Tilden – non si
sentiranno in colpa per il fatto di non lasciarli mangiare in un modo che potrebbe
assicurare loro solo malesseri e guai≫. Sono troppi i genitori che si fanno guidare e
sopraffare dalle loro emozioni e dai loro sentimenti, invece che dalla conoscenza e
dalla ragione. Date al vostro bambino solo quegli alimenti che possono garantirgli
il benessere fisico, e non alimentate in lui il desiderio di cibi nocivi.
A cominciare dal terzo anno di età, è possibile aggiungere alla dieta del bambino frutta e vegetali. Qualsiasi frutto va bene, purchè di stagione e ben maturo; non
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vi è motivo di temere alcuna qualità: pesche, susine, albicocche, ciliege, fichi, mele, pere, uva, bacche, banane, e via dicendo fino all’esaurimento dell’intera lista.
Date al bambino il frutto intero e non solo il succo. Potete anche dargli angurie,
meloni, ecc. cosı̀ come potete dargli tutti i tipi di nocciole, tranne le arachidi che
non possono essere considerate tali.
È possibile dare ai bambini tutti i tipi di verdura fresca, cruda o cotta, anche se
è preferibile cruda. Spinaci, cardi, cavoli ricci, cavolfiori, cime di bieta, rapette,
asparagi, cicoria, lattuga, pomodori, piselli, cavolini di Bruxelles, cavoli, zucche,
ecc., possono tutti fare tranquillamente parte della dieta del bambino. La dieta
può altresı̀ includere carote, piselli, mais fresco, bietole, pastiaca, sassefrica, ecc.
Non c’è alcuna ragione di aver paura di dar da mangiare ai vostri bambini verdure
fresche, a patto, sempre, che si tratti di prodotti appena raccolti, ben puliti, e
opportunamente preparati.
Non date loro zucchero, sale o soda unitamente a qualche altra cosa; la pratica
di neutralizzare l’acido dei limoni, aggiungendo soda al succo di limone, non solo
è inutile ma estremamente dannosa.
Il grande segreto dell’alimentazione infantile è ben espresso da Tilden quando
dice: ≪ACCERTATEVI CHE SIANO I VOSTRI BAMBINI AD ADEGUARSI
AL CIBO E NON CERCATE MAI DI FARE IN MODO CHE SIANO I CIBI AD
ADEGUARSI AI BAMBINI≫. Come? Facile! Osservate queste poche regole:
1. Alimentate il vostro bambino in modo naturale, vale a dire senza impiegare
cibi cotti, trattati, sterilizzati, adulterati, speziati, ecc.
2. Non rimpinzatelo, ma fate in modo che mangi tre pasti frugali al giorno.
3. I suoi pasti dovranno essere semplici; evitate cibi complicati in modo tale
da causare fermentazione.
4. Non dategli da mangiare tra i pasti, nè durante la notte.
5. Se il bambino si sente un pò “sottosopra”, o male, se è eccitato o stanco,
accaldato o con i brividi, se ha dolori, disturbi, nausee, ecc. NON DATEGLI
DA MANGIARE. SE HA LA FEBBRE, EVITATE NELLA MANIERA
PIU ASSOLUTA DI DARGLI DA MANGIARE.
È necessario osservare le stesse regole nella combinazione degli alimenti, e
ciò vale non solo peri bambini, ma anche per gli adulti.
Non date da mangiare al bambino cibi cotti.
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Non dategli da mangiare insieme frutta acida con alimenti amidacei o alimenti
dolci.
Non mischiate acidi e proteine.
Non mischiate frutta dolce e frutta acida insieme.
Non mischiate zucchero o amidi con alimenti proteici.
Non mischiate alimenti dolci con alimenti amidacei.
Dategli soltanto una proteina alla volta.
Non mischiate proteine con latte.
Dategli abbondanti verdure fresche sia con gli amidi che con le proteine.
Non dategli burro, olio, o altri grassi, insieme con alimenti proteici.
Non dategli da mangiare tra un pasto e l’altro.
Assicurate al bambino tre pasti al giorno, comprese le sue tre poppate, che
vengono semplicemente integrate da questi alimenti.
Sin dall’inizio, si dovrebbe insegnare al bambino a masticare accuratamente
qualsiasi alimento. Ciò può essere fatto gradualmente non appena il bambino
comincia a mangiare alimenti solidi. Molte madri danno ai loro bambini puree,
farine, ed alimenti che sono stati passati al setaccio (forse perchè cosı̀ ha ordinato
il pediatra), che possono essere inghiottiti senza essere masticati, con il risultato
che i bambini non imparano a masticare. Non date mai al vostro bambino un cibo
triturato o ridotto in pappa; se il piccolo non è in grado di masticare tale cibo, vuol
dire che la sua somministrazione è prematura e non ancora adeguata al bambino.
Non esiste alcun alimento indispensabile; se a un bambino non piacciono gli
spinaci, e per molti è cosı̀, esistono tanti altri alimenti altrettanto buoni, o migliori,
che sicuramente potranno piacergli. Ho visto un bambino cui veniva tenuto chiuso
il naso per obbligarlo ad inghiottire la velenosa medicina prescrittagli dal medico.
Non ho alcuna fiducia in questi metodi coercitivi con cui imporre ad un bambino una sostanza tossica, cosı̀ come non credo nell’uso della forza per obbligare
chiunque a mandare giu il veleno di turno ordinato dal medico.
Berg consiglia di aumentare “da cinque a sette volte la quantità di vegetali,
patate, e frutta ricca di sale (in questo senso, mele e pere sono piuttosto povere),
nonchè carne, uova, o prodotti cereali, altrimenti è impossibile garantire un’adeguata eccedenza di ‘basi’ per poter rifornire le ossa, i denti e gli altri tessuti dei
bambini in crescita”. In questo sono d’accordo. Anche la donna incinta o quella
che allatta dovrebbe preoccuparsi di integrare la propria dieta in questo senso, se
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desidera fornire alla propria creatura le basi adeguate.
L’idea di una dieta globale o varia è stata ed è ancora oggi oggetto di molte
speculazioni, sia per quanto riguarda i bambini che gli adulti. In nessun altro
periodo della storia, l’uomo ha mai potuto disporre della grande varietà di alimenti
di cui dispone oggi; malgrado questo, egli non ha la necessità di consumare tutti
gli alimenti oggi disponibili.
Circa il 90% del calcio dell’organismo è contenuto nelle ossa, laddove, combinato principalmente con fosfato, e, in misura minore, con carbonato, conferisce
rigidità e forza allo scheletro. L’osso è un tessuto vivente, molto suscettibile agli
eventuali danni di carattere nutrizionale che possono aversi nei primi periodi di
crescita. Perfino nella vita adulta, possono aversi osteoporosi e osteolomacie dovute a deficienze di carattere alimentare durate per troppo tempo. Durante l’arco
della vita le trabeculee delle ossa servono come deposito per il calcio, e lo liberano
prontamente tutte le volte che ce n’è bisogno, cosı̀ come lo catturano tutte le volte
che “l’offerta” è eccedente. Il fabbisogno di calcio nel neonato, viene soddisfatto
dal latte, suo bene primario che abbonda di questo minerale.
Quando l’allattamento termina, il bambino deve ricevere il calcio di cui ha bisogno da altre fonti; gli esperti di dietologia medica sostengono che è impossibile
per un bambino assicurarsi il calcio sufficiente a meno che non consumi un quarto
di latte al giorno. Uno studio condotto su bambini di razze che non fanno mai uso
di latte animale, rivela che si tratta di un dato assolutamente gratuito. Ed anche se
fosse vero, non è certo il latte pastorizzato che può coprire il fabbisogno di calcio
nei neonati.
Le riserve di ferro che hanno accompagnato il bambino dal momento della
nascita fino a tutto il periodo dell’allattamento al seno sono state esaurite; nel
latte, la presenza di ferro è minima, cosicché il bambino deve crearsi una nuova
riserva di ferro, attingendolo da altri alimenti. Solo il cibo, e non i medicinali,
possono fornire gli altri sali organici di cui il bambino ha bisogno. La frutta
fresca ed i vegetali appena raccolti, sono le normali fonti di questi essenziali
elementi nutritivi.
Spesso mi è stato chiesto se sia giusto che il bambino sia libero di scegliere
quando e che cosa mangiare, proprio come accade per gli animali. La risposta è
“si”, a patto che gli assicuriate sempre la presenza di alimenti naturali, che non lo
spingiate a mangiare tanto, e che non abbiate in precedenza pervertito il suo senso
del gusto e sviluppato in lui il costume a “rimpinzarsi”. Non condite o addolcite i
suoi cibi per indurlo a sviluppare un falso appetito, e portarlo a rimpinzarsi.
Si dice che se i piccoli degli animali si trovano nelle condizioni di poter scegliere i loro alimenti, istintivamente selezioneranno quelli giusti, e li consumeran¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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no nelle quantità e proporzioni adatte ad assicurare il loro benessere. Una frequente variazione di questo tema è che se ad un bambino viene lasciata la possibilità
di scegliere da sè i propri cibi, stando a quanto dimostrato da alcuni esperimenti,
anche questi sceglierà i cibi più adatti ai suoi fabbisogni organici, selezionandoli
nelle giuste misure e proporzioni.
La colpa di questi ricercatori è quella di ascrivere una grande saggezza a bambini ed animali. Gli Igienisti si chiedono se tali ricercatori possiedano una corrispondente conoscenza per quanto concerne i loro stessi fabbisogni dietetici. La
capacità di questi animali e bambini di formulare dei giudizi di validità è solo presunta. Inoltre questi giudizi sono di una natura tale che se l’uomo li avesse giustamente formulati rispetto a se stesso, essi avrebbero evitato molti dei suoi attuali
problemi e lo avrebbero messo nelle condizioni di risolvere molti dei problemi
biologici su cui oggi si scervella.
Come fanno questi investigatori a sapere che questi animali e questi bambini
selezionano per sè stessi i migliori cibi e rifiutano tutte le sostanze dannose, se
essi stessi non hanno ancora imparato qual è il cibo migliore? Esiste una domanda fondamentale che biologi e ricercatori non si sono ancora posti, ed è questa:
biologicamente, qual è l’alimento sano e quale quello pericoloso? Sia biologi che
ricercatori ritengono che tutto quello che vediamo mangiare spontaneamente alle
varie creature è cibo sano. Se alcuni animali vivono di rifiuti, questo è l’alimento
giusto per questi animali. Essi definiscono questi animali “spazzini” e ritengono
che questo sia il loro normale ruolo in natura. Se un animale è predatore, si pensa
che il cibo ottenuto a seguito della sua caccia e delle sue imboscate, sia normale e
sia migliore. Se un altro animale è un parassita di una pianta e vive alle spese di
questa, anch’esso viene considerato normale ed il suo cibo sano. Questi uomini
sono dei leaders ciechi a capo di uno stuolo di altrettanti ciechi. Essi osservano
mille e una cosa circa gli animali che studiano e su cui effettuano ricerche, ma la
cosa più importante viene completamente lasciata da parte: essi, infatti, trascurano completamente come la loro evoluzione venga determinata dalla maniera in
cui si nutrono.
Nelle varie creature, è possibile osservare i più disparati gradi di vitalità. Per
uccidere alcune creature, è sufficiente un colpo alla testa. Come principio generale, la vitalità delle creature predatrici è minore di quella delle creature leali, e
queste ultime hanno una vita più lunga. Sarebbe necessario considerare l’adeguatezza biologica degli alimenti, e la mia tesi è che la scienza si ritroverà quanto
pirma a mettere tutto questo in relazione all’argomento delle diete. Quando tutto
questo succederà, gli scienziati scopriranno che molto del lavoro in questo campo
è stato già compiuto dal biologo britannico Herman Reinheimer.
I bambini, naturalmente, mangiano un pasto a base di un solo alimento. I
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genitori, di solito, si oppongono ad una tale pratica, presi come sono ancora
dall’incantesimo della varietà, dalla convinzione che un pasto debba essere il
più possibile vario. Se ai bambini date alimenti naturali, essi potranno tranquillamente affidarsi alle loro istintive pratiche monotrofiche. È ovvio che i risultati
non sarebbero gli stessi, se si permettesse ad un bambino di fare un pasto con
pane e confetture di frutta, o con una torta, o con formaggio e maccheroni, ecc.
Personalmente, ho fiducia nella competenza di un istinto non pervertito, ma solo
se lasciato libero di manifestarsi in un ambiente incontaminato, in cui anche gli
alimenti mantengano il loro carattere naturale. Tutte le volte che dei cibi, che
non potrebbero neanche meritare questo nome, vengono deliberatamente preparati per ingannare gli istinti ed il gusto del bambino, è impossibile sperare che questi
possano funzionare normalmente.
19.1 ALIMENTAZIONE FORZATA
Morse, Wyman ed Hill affermano che ≪i bambini devono essere costretti, volenti
o nolenti, a mangiare ciò che viene dato loro in quanto è estremamente importante
che i bambini più grandicelli e gli adulti abbiano una dieta onnicomprensiva. Un
bambino deve essere messo nelle condizioni di non rifiutare quanto gli viene offerto, a costo di ricorrere alle maniere forti (tappargli il naso) per costringerlo ad
inghiottire il boccone rifiutato≫. Questo è un vero e proprio consiglio criminale,
che, se seguito, svilupperà sicurarhente nel bambino un’antipatia verso il cibo, o
qualche alimento in particolare, ed un forte spirito di antagonismo. Non è cosı̀
facile piegare o sottomettere i bambini, come affermano questi autori. Essi resistono alla coercizione molto più a lungo di un adulto, il quale è sempre disposto
prima di loro a sottomettersi e diventare schiavo. Fortunatamente, da quando è
stata pubblicata la prima edizione di questo libro, molti medici hanno imparato
a non costringere i bambini a mangiare quando non ne hanno voglia, anche se,
purtroppo, sono ancora pochissimi i genitori che hanno imparato questa semplice
lezione.
La somministrazione forzata di cibo trasforma la sala da pranzo o la nurserey
in un vero e proprio campo di battaglia, e, se anche si riesce nell’intento di far
mangiare al bambino l’alimento indesiderato, ciò produrrà delle alterazioni di
ordine emotivo e ghiandolare tali da rendere la digestione del cibo quasi impossibile. Se il bambino non ha fame, se è “fuori dai gangheri” e non ha desiderio
di cibo, lasciate pure che salti un pasto o anche due, o più. Il saltare un pasto o
il rimanere a digiuno anche per due o tre giorni non gli farà male. I genitori dovrebbero star sicuri del fatto che il bambino sano mangerà se e quando avrà fame,
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senza esservi costretto. Se egli rifiuta il cibo, è solo perchè non ha fame. L’assenza di fame potrebbe essere dovuta alla mancanza di bisogno di cibo, oppure ad
un malessere; in entrambi i casi, nessuno sforzo dovrà essere fatto per persuadere
il bambino a mangiare. Il dott. Page consigliava: ≪Non autopunitevi mangiando
quando non avete fame o bevendo quando non avete sete; sia il mangiare che il
bere controvoglia sono innaturali e nocivi≫. Questo consiglio vale tanto per gli
adulti quanto per i bambini.
Se il bambino non desidera un cibo o non se ne sente attratto, è da stolti obbligarlo a mangiarlo comunque. Se il bambino non si sente in forma, lasciate che
si riprenda prima di dargli da mangiare. I bambini che non sono sottoposti alla
somministrazione forzata di cibo crescono forti e sani, e saltano le cosiddette
malattie infantili. Queste ultime, infatti, sono in buona parte imputabili ad
un’eccessiva alimentazione e ad una combinazione sbagliata dei vari alimenti.
Un atteggiamento attento ed intelligente nei riguardi di una corretta alimentazione
sarà sufficiente a scongiurarle. Se un bambino non ha fame, non isistete perchè
mangi. Sarà il suo stesso senso della fame a guidarlo nel migliore dei modi, e meglio di quanto saprebbe fare qualsiasi scienza. Assicuratevi solamente che abbia
a sua disposizione cibi naturali, semplici e sani, e nient’altro, e lasciate che siano
i suoi istinti naturali ad insegnargli a mangiare i cibi adatti a lui. Dategli un buon
esempio: lo seguirà con la stessa tempestività con cui ne seguirebbe uno cattivo.
I bambini non devono essere costretti a mangiare neanche ciò che è buono e sano: lo faranno spontaneamente, sempre che, sin dall’inizio, siano stati alimentati
correttamente e non abbiano avuto pervertiti l’appetito ed il senso del gusto dallo
zucchero, sale, pepe, spezie, ecc. Troppi bambini subiscono una perversione
del gusto per il cibo semplice, ad opera della volgare abitudine di condire i
cibi, diffusa e incoraggiata dagli adulti. La marmellata o la gelatina viene messa
abbondantemente sui loro crackers, lo zucchero nel loro latte, spesso vengono dati
loro dolcetti di varia natura, o caramelle o gelati tra un pasto e l’altro, o addirittura
viene concesso loro di attingere lo zucchero direttamente della zuccheriera. I loro
piatti, spesso, straripano di maionese o altre porcherie simili. Il loro appetito viene
lentamente ma inesorabilmente pervertito al punto che non riescono più a godere
dei piatti semplici. Questi bambini, una volta adulti, con un organismo iperstimolato, un appetito stanco, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, ed un senso del
gusto totalmente pervertito, diventeranno i fruitori ideali di stimoli ed eccitazioni
sempre più forti, quali tabacco, alcool, petting, nonchè del sesso al cinema e nei
romanzi.
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19.2 FOBIE ALIMENTARI
È opportuno spendere qualche parola per alcuni cibi riguardo i quali la gente a
volte nutre delle paure infondate.
FRUTTA è soprattutto preziosa per i sali minerali, lo zucchero, gli acidi organici,
le vitamine e l’acqua distillata che contiene.
MELE rappresentano la frutta più scelta. Ricche di acido fosforico e particolarmente preziose per i bambini nervosi e rachitici. Contengono moltissimo
ferro nella forma più assimilabile.
FRAGOLE sono deliziose e contengono un acido dolce che le rende popolari
come alimento. Si distinguono tra gli altri frutti per la ricchezza di ferro
che le contraddistingue. Sono anche più ricche di ferro di molti altri vegetali, eccezione fatta per i piselli e per i fagiolini. Anche il loro contenuto
vitaminico è notevole. More, ribes, gelsi, e tutte le altre bacche sono indicatissimi per l’alimentazione infantile. Dovrebbero sempre essere consumate
naturalmente, senza essere cucinate, nè zuccherate.
BANANE per molto tempo sono state condannate dalla classe medica come indigeste, cosa smentita dagli IGIENISTI che ne hanno sempre vivamente
raccomandato il consumo. Gli sperimentatori “ortodossi” dichiarano oggi
che le banane, quando sono perfettamente mature, vengono facilmente digerite, anche se il medico medio continua a sostenere il contrario. Le banane
sono un alimento sanissimo e molto ricco di vitamine; esse dovrebbero essere consumate solo quando sono completamente mature, e non dovrebbero
mai venir cotte.
NOCI anche esse vengono considerate un alimento pessimo e poco digeribile,
se stiamo a sentire gli antiquati venditori di pillole e commercianti di sieri,
che affermano di avere direttamente ricevuto dall’Onnipotente l’incarico di
provvedere alla nostra salute. In realtà, esse non sono affatto indigeste, e
rappresentano il migliore degli alimenti se perfettamente masticate, e
non mangiate alla fine di un pasto abbondante, anche se in questo caso sono
ugualmente abbastanza digeribili.
AMIDO GREZZO non è digeribile ed è quanto viene generalmente insegnato
e creduto. È cosa nota che le bestie da allevamento digeriscono l’amido
grezzo più facilmente ed in modo più completo di quanto non accada loro
con l’amido cotto. Milo Hastings ha dimostrato che la stessa cosa avviene
per l’uomo. Il Dipartimento di Agricoltura di Washington ha condotto degli
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esperimenti che hanno rivelato che il grano grezzo, il riso ed altri amidi
vengono digeriti in quantità che arrivano fino alle otto once quotidiane. Le
patate crude hanno rivelato una digeribilità del 70/80%.
19.3 ALIMENTI ANIMALI
La grande enfasi che da circa un secolo viene posta sul consumo delle proteine,
ha comportato un’uguale enfasi sugli alimenti animali: carne, uova, latte e latticini, al punto che potremo facilmente credere che stiamo allevando una specie di
carnivori. Tutto indica che la carne degli animali non appartiene, in linea di
principio, alla dieta del bambino. Si sa per certo che i bambini crescono meglio
seguendo una dieta selezionata senza carne, ed hanno un tasso di crescita normale
oltre ad essere meno soggetti allo sviluppo di malattie di tutti i tipi. La carne
cotta costituisce un alimento alquanto povero, anche per gli stessi carnivori;
quella cruda, al sangue, invece, è spesso infestata da parassiti, e capita spesso
che il senso del gusto infantile la rifiuti. Ci vuole un grosso sforzo educativo per
indurre un bambino a consumare carne al sangue; nel caso della carne, infatti, la
cucina con i suoi condimenti e le sue spezie, a renderla gradevole al palato. Fino a
meno di cinquanta’anni fa, la carne al sangue ed il sangue di carne venivano prescritti dai medici ai bambini anemici; si trattava in effetti di una dieta più dannosa
che benefica. I brodi di carne, in realtà, sono praticamente privi di qualsiasi
valore; più che cibi veri e propri, devono essere considerati stimolanti, e, come
ben sappiamo, qualsiasi tipo di stimolazione è nociva. Il dott. Tilden, che non era
affatto vegetariano e raccomandava l’uso della carne, affermava però che questa
non dovesse mai essere data in pasto ai bambini al di sotto dei sei anni. Personalmente, direi: “NON DATEGLIELA A NESSUNA ETÀ”, e dovrebbe essere
chiaro che in questo divieto includo pollame, pesce e qualsiasi altro tipo di carne.
Le UOVA comprendono il TUORLO e l’ALBUME. Il tuorlo è un alimento alcalino, mentre l’albume è un alimento acido. Quest’ultimo è difficile da digerire e
viene scarsamente assimilato, se mai succede; inoltre, contiene proprietà tossiche
che lo rendono pericoloso come alimento. Non appena le uova, anche quelle di
buona qualità, entrano a far parte in modo regolare della dieta in una qualche considerevole quantità, aumentano la putrefazione intestinale. Ciò dimostra, ed io ne
sono convinto, che il tratto digerente umano non digerisce con facilità e prontezza
le uova; pertanto, dovremmo essere molto cauti nel darle da mangiare a bambini
molto piccoli.
Le comuni uova in commercio non sono di buona qualità; le galline, infatti,
vengono ipernutrite per favorire la produzione commerciale di uova, ma vengono
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nutrite con alimenti poveri che producono uova dallo scarso valore nutritivo. Una
prova della cattiva qualità delle uova è data dalla pallidezza del tuorlo, e dall’elevato numero di pulcini che muoiono ancora nel guscio, quando le uova sono in
incubazione, nonchè dalla debolezza e dallo elevato tasso di mortalità di quelli che
riescono a nascere. A seguito della dieta cui vengono sottoposte, e dei programmi
di allevamento in generale, le galline sono tutte malate, e le uova vengono trattate
con metodi commerciali niente affatto affidabili.
19.4 CEREALI ED AMIDI
Non date mai al bambino amidi trattati, o zuccheri raffinati o qualunque dei cosiddetti “alimenti da prima colazione”, il cui diffuso impiego rappresenta una
delle più gravi colpe della nostra dieta odierna. Fiocchi di grano, riso soffiato,
grano soffiato, crema da grano, crema di orzo, crema di avena, ecc., sono nocivi
tanto per i bambini quanto per gli adulti. Tutte le loro tanto decantate qualità
sono assolutamente false; per amore del cielo, non date mai di queste cose ai
vostri bambini! Il tritello di avena è forse il cereale peggiore in assoluto, sia per
grandi che per piccini. I cereali sono gli alimenti più difficili da digerire, e non
possono naturalmente appartenere alla dieta di neonati e bambini la cui capacità
di digestione degli amidi è cosı̀ ridotta.
Il mangiare i cereali o il pane, ecc., con il latte, è una sicura garanzia di nondigestione. Queste sostanze, se mangiate tutte insieme, dovrebbero essere mangiate secche, poichè solo in questo modo esse ricevono la completa quantità di
saliva cosı̀ essenziale per la loro digestione. I cereali cotti, e ricoperti di zucchero,
sono responsabili dello sviluppo di catarro, tonsille ingrossate, adenoidi, gastrite, raffreddori, nonchè delle cosiddette “influenze” infantili. Burro, caramello, ed
altri alimenti dolci favoriscono il catarro.
La pasta rappresenta “una massa glutinosa e scivolosa di acidi amidacei che
non viene mai masticata, e, quindi, mai digerita”, e non dovrebbe mai venir
consumata nè da grandi nè da piccoli. Lo stesso vale per torte e pasticcini, pane
e paste, gelatine, marmellate e creme, ed alimenti simili.
Tutti gli amidi dovrebbero essere serviti secchi, per assicurare una completa insalivazione e masticazione; essi dovrebbero essere accompagnati a
vegetali freschi, crudi o cotti, ma mai a frutta acida, proteine o latte. Mai consumare amidi con gelatine, marmellate, ecc., o con crema e zucchero. Gli amidi grezzi sono più facili da digerire di quelli cotti, e richiedono una maggiore masticazione, il che forse spiega la maggior facilità di digestione che li
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caratterizza.
Ai bambini non viene insegnato che una delle cause più frequenti di disturbi
fisici, è il consumare dolci tra un pasto e l’altro. In realtà, l’opinione prevalente tra
i bambini “svegli”, è che chi sostiene una cosa del genere, non può essere che un
vecchio bacucco. All’ora di pranzo, i bambini si precipitano al negozio vicino a
comprare hotdogs, dolci, caramelle, gelati, coca-cola, ed altre simili cose, le mandano giù con avidità e dicono di aver pranzato. Sia i bambini che i loro ignoranti
ed indulgenti genitori sono convintissimi che questo modo di mangiare e bere
non produca alcun danno, e se qualcuno si ammala, è a causa di qualche “infezione” o solo per sfortuna. Le loro abitudini di vita non hanno niente a che vedere
con le questioni di salute o malattia.
19.5 CIBO E GHIANDOLE
La nostra dieta squilibrata, con la sua eccessiva predilezione per le proteine, danneggia le funzioni dei regolatori della crescita, le ghiandole endocrine, al punto
che l’intera struttura fisica viene alterata e ne risente. La crescente incidenza di
disturbi di ordine endocrino, dovrebbe essere sufficiente a spingerci a fare delle
considerazioni sul rapporto esistente tra tali disturbi ed il nostro sistema di alimentazione. Perfino in quei casi, infatti, in cui queste alterazioni ghiandolari non
sono tali da alterare la crescita e lo sviluppo del bambino, esse possono, tuttavia,
pregiudicare il suo stato di salute generale. McCarrison ha dimostrato, in maniera irrefutabile, che una cattiva dieta può avere ripercussioni sulle ghiandole
riproduttive, surrenali, sulla tiroide, sulla ghiandola pituitaria, ecc.
Bircher-Brenner afferma che ≪in quaranta anni di osservazioni su numerosi
casi di malattie delle ghiandole endocrine, sono stato in grado di provare che una
terapia alimentare fondamentalmente corretta, otteneva sempre risultati migliori
dei trattamenti con specifici preparati ormonali, sottolineando cosı̀ l’importanza
causale di una dieta difettosa≫. Personalmente, ho visto molte disfunzioni endocrine venire corrette da una dieta migliorata, unita ad un trattamento igienico
di carattere generale, talora dopo che l’uso di ormoni non era riuscito neanche
a produrre un apparente beneficio. Per contro, quei casi da me osservati in cui
non è stata adottata una correzione di ordine alimentare, non hanno tratto alcun
vantaggio dal successivo uso di ormoni.
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19.6 “PRODUTTORI” DI DISTURBI
Passiamo ora a spendere qualche parola su alcuni dei vecchi “pilastri” su cui da
tempo ormai medici ed industriali basano i propri interessi.
SOTTOACETI sono indigeribili e inadatti come cibo.
FRUTTA CONSERVATA non consumate questi abominevoli prodotti (confetture comprese) col pensiero ingenuo che si tratti di frutta.
ZUCCHERO unitamente al miele non dovrebbe mai essere consumato insieme a
qualsiasi tipo di frutto. La fermentazione è quasi sempre l’inevitabile risultato. Il Dr. William H. Hay dice: ≪Senza dubbio, la più grande sciocchezza
(e, al tempo stesso, maledizione) dei primi anni di vita del bambino, è l’opinione generale che gli zuccheri siano adatti per dei bambini attivi, fornendo
loro molte calorie energetiche. Lo stesso si pensa a proposito dei dolci,
mentre, in realtà, anche per questi vale lo stesso discorso dello zucchero≫.
C’è da sentirsi male a vedere i bambini di questo Paese rimpinzarsi di bonbon, torte, crackers, pane e marmellata, caramelle, gelati, bevande gassate,
ed altre cose simili, a tutte le ore del giorno; cosa pensano di fare i genitori
di questi piccolini, dando loro alimenti di questo tipo a profusione?
Ben presto i bambini sviluppano “un palato dolce”, e capiscono ben presto
che possono ottenere tutto quello che vogliono se solo piangono abbastanza
forte e per lungo tempo. Quanti sono le madri ed i padri che hanno il coraggio morale di stare ad ascoltare il pianto dei propri figli? Non molti. I
genitori si fanno guidare dall’emozione e dai sentimenti, piuttosto che
dal buonsenso e dalla ragione. Per loro è difficile ascoltare il pianto di un
bambino, ne provano pena. Il pianto del loro piccolo scuote i loro nervi:
essi sono dei codardi morali, nonchè persone senza spina dorsale che
danneggiano le proprie creature fisicamente, mentalmente, emotivamente,
socialmente e moralmente in quanto essi stessi sono i primi a non essere stati capaci di autodisciplinarsi riguardo quello che è giusto o meno, Costoro
preferiscono la soluzione più facile ai problemi del presente, preoccupandosi poco di quello che dovranno poi pagare nel futuro. Il bambino impara
presto che bastano pochi minuti di pianto per evitare di mangiare gli spinaci, ed avere, al loro posto, un dolce. La madre gli darà subito il gelato o
una caramella, se è solo per questo che sta piangendo. Che terribile lezione
morale da insegnare ad un bambino!
L’abitudine al cracker è immediatamente successiva a quella del biberon:
il bambino mette da parte la tettarella ed afferra il suo primo cracker. Se
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viene portato a teatro, in chiesa, al parco, a casa di un amico, o a trovare la
nonna, deve sempre avere con sè un cracker. La mamma porta con sè una
scatola di crackers, dovunque vada: bianchi, ben salati, oppure dolci; tutto
questo per assicurare, in qualsiasi momento al bambino i suoi crackers. Se
gli si rifiuta il cracker, il bambino si attacca prontamente alla gonna della
madre e comincia a piangere ed agitarsi: a questo punto, il bambino ottiene
quello che vuole. Povera madre! Povero bambino! Entrambi non hanno
disciplina e sono ignoranti; sono l’uno schiavo dell’altra e della propria
ignoranza.
L’intero programma di vita di tali bambini è sbagliato ed ha bisogno di
essere corretto alla base. Possono madri di questo genere essere indotte ad
operare i cambiamenti necessari? Hanno il coraggio morale di lasciare che
i loro figli “si sgolino” fino a stancarsi, e di abituarli a vivere in maniera
naturale? Temo di no, in quanto si tratta di donne che si lasciano travolgere
dall’aspetto emotivo di tutta la faccenda.
Morse, Wyman ed Hill affermano: ≪Non esiste alimento che causi più disturbi di carattere digestivo, nell’infanzia, di quanto faccia lo zucchero. Cosı̀
come si dice che il denaro è alla base di tutti i mali, altrettanto si potrebbe
dire che lo zucchero è alla radice di tutti i disturbi di carattere digestivo, nei
bambini. Oltre a questo, lo zucchero è una delle cause comunissime della
perdita di appetito nei bambini, e della distruzione del loro gusto per i cibi
naturali. Più di qualsiasi altra cosa, lo zucchero è inoltre responsabile
della carie infantile; pertanto, sarebbe necessario evitare di dare ai piccoli
caramelle o dolci in genere, che non solo non fanno alcun bene, ma sicuramente possono fare molto male. Naturalmente è sciocco dire che due o tre
caramelle al giorno possano disturbare la digestione di un bambino, o impedirne il normale sviluppo, quello che tuttavia è certo, è che i bambini che
mangiano due o tre caramelle, non si accontentano, e probabilmente ne vorranno altre. È vero che alcuni tipi di caramelle sono più pesanti ed indigeste
di altre, ma rimane il fatto che tutte le caramelle sono fatte di zucchero, e
lo zucchero è nocivo per i bambini. Bisognerebbe abituare i bambini a non
prendere nulla con lo zucchero. Non esistono obiezioni a porre un pò di
zucchero nel cibo durante la sua preparazione, mentre, invece, lo zucchero non dovrebbe mai esservi messo sopra quando questo viene servito. (Si
tratta di un caso limite e di una inutile pignoleria: lo zucchero è dannoso
sempre, sia quando viene messo nel cibo, che quando vi viene messo sopra.
H.M.S.). ≪Spesso, sentiamo dire che lo zucchero è un alimento dietetico necessario per i bambini. Si tratta di un’idea portata avanti e pubblicizzata dai
produttori di zucchero e dolci. Tuttavia, si tratta di una cosa assolutamente
falsa. I carboidrati sono consigliabili per i bambini come fonte di ener¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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gia, tuttavia non sono assolutamente necessari, come dimostra il fatto che
i bambini eschimesi crescono anche senza di essi≫. (I bambini eschimesi
non crescono senza carboidrati. H.M.S.).
Zucchero, caramelle, sciroppi, ecc., inibiscono la secrezione gastrica e danneggiano la digestione, la stessa cosa vale per torte, pasticci, ecc., zucchero
di canna, e torte e dolci. fatti con farina intera e zucchero di canna e miele,
oppure con zucchero bianco e derivati dalla farina.
Due o tre caramelle al giorno possono non danneggiare in modo percettibile i bambini; ma quando esse vengono aggiunte a dolci, torte, pasticci,
gelatine, marmellate, pane bianco, cereali denaturati, zucchero bianco, o
addirittura zucchero di canna, purea di patate, latte pastorizzato, ed altri
prodotti denaturati, il risultato è disastroso, in quanto il corpo in presenza
di una dieta cosı̀ preponderatamente acida, viene privato dei suoi preziosi
elementi alcalini. Molte caramelle contengono sostanze coloranti tossiche,
adulteranti, conservanti, aromi, ecc., e lo stesso vale per tutti quegli altri
dolcetti formati da miscele di nocciole, latte, ed altre cose, che formano,
con lo zucchero, delle pessime combinazioni.
GELATO è un’abominevole mistura di latte in scatola, latte liofilizzato, latte
pastorizzato, gelatina, zucchero o sciroppo, coloranti, acqua, estratti aromatizzanti e, spesso, di frutta in scatola. Esso è dannoso sia per grandi che per
piccoli. Qualche anno fa, nel corso di un convegno medico dentistico, venne asserito che i prodotti di scarto ed i grassi dei mattatoi vengono usati nel
gelato al posto della crema di latte. Incredibile, se pensiamo a cosa viene
spacciato per gelato! Non solo, ma è criminale tutta la campagna pubblicitaria che ne invita all’uso (mangiate un piatto di gelato al giorno!), per non
parlare delle insegne che reclamizzano il gelato come “alimento salutare”.
L’OLIO DI FEGATO DI MERLUZZO non deve essere considerato come un
alimento. Il suo uso, nel campo medicinale, affonda le radici nei secoli passati, mentre le sue magiche virtù sono soltanto scoperte recenti. Da alcuni
anni, esso viene usato nella cura del rachitismo, sia a scopo preventivo che
a scopo terapeutico. Oggi, deve essere impiegato insieme ad una migliore alimentazione ed alla luce solare, o almeno ad una buona lampada. In
realtà, alla luce solare non viene prestata molta attenzione. L’affermazione
di Harter secondo cui “la somministrazione di 6/10 gocce di olio di fegato di
merluzzo al giorno, aumentando la dose man mano che il bambino cresce,
fino all’età di 12 anni”, (mezzo cucchiaino da tè tre volte alla settimana)
“suona all’orecchio come una piccola stregoneria”, è giusta. Egli aggiunge
≪Sembra quasi che il passo dall’olio di fegato di pesci all’estratto di lingua
di ranocchio sia breve≫. Non ho mai fatto uso di olio di fegato di merluzzo,
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ma mi è capitato di avere a che fare con dei bambini che lo avevano ricevuto per periodi più o meno lunghi, senza trarne alcun beneficio. Al
contrario, mi è capitato di vedere una serie di disturbi collegati al suo
uso, che mi hanno convinto a mattere in guardia i genitori.
LIEVITO è un prodotto commerciale la cui grande pubblicità è semplicemente
intesa ad aumentare le vendite ed incentivare i profitti dei suoi produttori;
questi non hanno più interesse a tutelare e promuovere la nostra salute di
quanto possano averne i proprietari di miniere di carbone. Medici e scienziati sovvenzionati dalle industrie del lievito, vengono citati per convincere
l’opinione pubblica del grande valore di questo fermento. Ma queste affermazioni hanno la stessa credibilità di quelle di un qualsiasi individuo che
viene pagato perchè dica certe cose.
Non esistono prove sul fatto che i preparati o gli estratti di lievito siano
più efficaci, più pratici, o più disponbili come fonti di vitamine, di quanto non lo siano già i comuni frutti e vegetali di orti e giardini. In realtà,
le industrie produttrici di lievito hanno quasi completamente abbandonato
questo tipo di campagna pubblicitaria, ed insistono, oggi, sul fatto che il valore del lievito risiede negli altri elementi che contiene. Quali sono, allora,
questi altri elementi? Non ne fanno menzione. Parlare di valore profilattico
e terapeutico del lievito è assolutamente falso e fuorviante. Il lievito è un
fermento e da secoli viene impiegato in questo senso. Esso scatena un processo di fermentazione all’interno del tratto digestivo, che non è affatto
desiderabile.
IODIO se ne consiglia la libera somministrazione (in acqua, in sali, in vari altri
preparati) per prevenire il gozzo nei bambini, dal momento che i medici
ritengono che la causa di questo disturbo sia ùna carenza di iodio. Ora,
non solo questa teoria del gozzo non si basa su alcuna prova, ma, non
abbiamo alcuna ragione per credere che un qualsiasi preparato contenente iodio possa essere di qualche utilità al corpo. Sappiamo invece per
certo che esso può produrre, ed effettivamente produce, notevoli danni, e,
talora, perfino la morte. In realtà, è stato proprio il suo uso, in molti casi, ad
essere responsabile della presenza di “gozzo”.
La quantità di iodio presente nel corpo umano è minima: potrebbe essere
considerato un normale elemento dell’organismo cosı̀ come potrebbe essere
un elemento estraneo. Ma una cosa è certa: l’unica riserva di iodio utilizzabile per l’uomo è rappresentata da frutta e vegetali, e solo da essi
egli può trarre l’altro iodio di cui ha bisogno. Asparagi, ananas, cavoli, fagiolini saranno sufficienti a coprire il fabbisogno di iodio del vostro
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bambino, senza che cerchiate di sostituire ad essi dei farmaci. Date da mangiare al vostro bambino cose naturali e non imbottitelo di medicine. Prima
o poi l’introduzione di iodio nell’acqua della nostra città verrà proibita dalla
legge, cosı̀ come avrà termine l’uso di sale iodizzato. In realtà, arriveremo
ad un punto in cui abbandoneremo completamente l’uso del sale.
19.7 L’ALIMENTAZIONE DOPO IL TERZO
ANNO DI ETÀ
Anche se il bambino dovrebbe continuare a ricevere latte durante il suo terzo anno
di vita, ciò non risulterà più necessario, almeno nella maggior parte dei bambini,
dopo il terzo anno. A cominciare dal quarto compleanno, la dieta del bambino
potrà praticamente essere la stessa di quella di un adulto. La differenza principale sarà che il bambino in crescita avrà un bisogno leggermente maggiore di
proteine rispetto all’adulto, anche se questo non deve assolutamente essere interpretato nel senso che un bambino ha bisogno di più proteine di quante ne consuma
in media un adulto.
Come ho già sottolineato in questo libro, gli Americani sono un popolo di
individui non svezzati. È quasi un punto fermo della dietetica americana quello
secondo cui dobbiamo rimanere lattanti per tutta la vita; non ha importanza quanti
anni abbiamo, quello che è importante è che non dobbiamo mai essere svezzati.
La dottrina e le pratiche legate ad una tale idea, sono state, e continuano ad essere
portate avanti dall’industria lattiera, e dai medici che ricavano enormi profitti
dalla vendita dei latticini in genere. Questo continuare a bere latte dopo la fine
del periodo di normale allattamento, non rappresenta un effettivo bisogno vitale,
e, considerando che è quasi impossibile ottenere del latte sano in moltissime zone
del Paese, (quasi nella maggior parte), non possiamo certamente pensare che esista
alcuna base nutrizionale logica che incoraggi una tale pratica.
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Capitolo 20
LA MALNUTRIZIONE
La malnutrizione, (denutrizione, sottonutrizione.) non è altro che una scarsa o
inadeguata o difettosa nutrizione. L’adulto o il bambino non è ben nutrito, oppure
è sottonutrito, ed in questo caso, corre il rischio di venire ipernutrito. I casi di
malnutrizione tra coloro che in realtà non mangiano una quantità sufficiente di
cibo, sono comparativamente molto rari.
Quasi l’intera popolazione americana soffre di sottonutrizione. La scoperta, durante la I Guerra Mondiale, che tanti giovani americani fossero miserabili
esempi di virilità, generò un temporaneo interesse per il problema della malnutrizione. Una scoperta simile fu fatta tra i giovani soldati inglesi durante la guerra
boera. Sebbene questo temporaneo interesse per il benessere fisico della nostra futura “carne da macello”, sia venuto meno con il diminuire del fervore patriottico
che lo aveva originato, mai come oggi il problema della malnutrizione di bambini
ed adulti è stato cosı̀ acuto. Gli esami di routine compiuti sulle popolazioni scolastiche hanno rivelato che la malnutrizione è prevalente oggi tra i bambini come
già lo era stata tra i giovani uomini esaminati nel 1917-1919.
È difficile capitalizzare una condizione simile, e, pertanto, non viene fatto
nessuno sforzo serio per porvi rimedio. Medici ed operatori della pubblica sanità,
hanno ben presto focalizzato la propria attenzione su sieri e vaccini, rimozione
di tonsille ed estrazioni di denti. La scarsa attenzione che costoro prestano al
problema della malnutrizione infantile praticamente non approda a nulla perchè
1) i medici non hanno ancora compreso l’importanza di una dieta naturale ed
ignorano come alimentare correttamente i bambini; 2) essi non hanno una piena
comprensione delle cause della sottonutrizione, e 3) dedicano troppa attenzione a
standard puramente arbitrari di altezza e peso e poca, invece, ad altre e molto più
importanti prove di denutrizione, ed, infine, 4) ad ostacolare lo slancio di un vero
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e proprio sforzo, vi sono fattori come la chirurgia “commerciale”, l’odontoiatria
“commerciale”, nonchè i sieri, i vaccini, e tanti prodotti alimentari sempre di
natura “commerciale”.
Il “United States Children’s Bureau” ha rivelato che da un quarto ad un terzo dei bambini di questo paese risulta, secondo gli standard medici, decisamente
malnutrito. In alcune comunità, la malnutrizione è talmente comune che è quasi
difficile riconoscerla come condizione anomala. Sempre il Bureau ha scoperto
che il numero di bambini con una nutrizione decisamente superiore è in realtà
minimo. La maggioranza dei bambini, infatti, che riesce a crescere e a svilupparsi porta per tutta la vita i segni di un’alimentazione sbagliata o carente.
Ossa piccole, menti sfuggenti o deformi, denti difettosi, corpi rachitici, toraci
piatti, spine dorsali deformate, vista debole, anemia, notevole predisposizione
alle malattie, riflessi lenti, sono soltanto alcuni dei più ovvi risultati della malnutrizione. A Sant’Antonio, tra la popolazione messicana è difficile vedere anche
un solo messicano che non presenti inequivocabili prove di malnutrizione.
La malnutrizione si manifesta non solo nell’incapacità di aumentare di peso o
di statura, ma in molte altre maniere. Accade anche che, molti bambini malnutriti
sono grassi, mentre altri sono alti quanto i loro coetanei normali. Un bambino può
rientrare nella media per quanto concerne peso ed altezza, eppure presentare molti
sintomi di malnutrizione. I più comuni sintomi di malnutrizione sono una pelle
secca e delicata, un colorito pallido o cereo, o anche verdastro, opaco o terreo
in apparenza; capelli secchi e niente affatto docili, unghia deboli; profondi
segni blu e neri sotto gli occhi, rivestimento mucoso delle palpebre pallido
ed incolore; pelle floscia, senza tono, muscoli non sviluppati, spalle tondeggianti, scapole sporgenti, postura affaticata, addome prominente, irritabilità,
mancanza di riflessi e di attenzione, “pigrizia”, indebito affaticamento fisico
e mentale, ritardi nello sviluppo mentale, mancanza di normale curiosità e ridotta capacità di concentrazione; è altresı̀, probabile che il bambino sia piuttosto
esigente quanto al proprio cibo. Il bambino sottonutrito è solitamente sottopeso,
anche se possono esservi casi di bambini grassi e flaccidi.
Le cause della malnutrizione vengono comunemente divise in tre classi; fisiche, sociali e dietetiche.
Le “cause fisiche” sono le malattie e le varie malformazioni. Tra queste abbiamo la tubercolosi, le infiammazioni croniche di tonsille e cavità connesse al
naso, pielite, carie, adenoidi, e deformità della mascella e del naso. La malattia
cronica di tonsille e cavità connesse al naso, viene considerata come “la più comune delle malattie responsabili della malnutrizione infantile”. “La carie spesso
causa malnutrizione”. “Adenoidi e deformità sono responsabili della malnutrizione”. La tubercolosi, dal canto suo, non viene considerata una comune causa di
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malnutrizione nell’infanzia.
Morse, Wyman ed Hill affermano che la malnutrizione è dovuta a queste cause: ≪I rimedi sono ovvi: rimozione delle tonsille malate, dei denti cariati e delle
adenoidi; trattamento della sinusite e della pielite, e correzione delle deformità≫.
Si tratta, come si può vedere, di un programma chirurgico tendente a rimuovere
gli effetti e non le cause.
K.R. Rich, in una relazione sul lavoro delle autorità scolastiche delle Scuole Elementari di Chicago, dimostrava che il trattamento delle tonsille ingrossate,
nonchè delle adenoidi, dei denti cariati, e dei piedi-piatti era inefficace a combattere la malnutrizione, sebbene il programma fosse stato intrapreso con grandi
aspettative di successo. Ciò che invece risultava avere una grande e decisiva efficacia erano l’aria pura, la luce solare, il moto, un miglioramento della dieta
e delle condizioni igieniche.
La carie dei denti è dovuta alla malnutrizione; lo stesso vale per la tubercolosi, e per la maggior parte delle deformità del naso e della mascella. La classe
medica è ormai talmente abituata a mettere il carro davanti ai buoi – a convertire
cioè un effetto in una causa – da farlo, perfino, incosciamente. Prendiamo l’esempio della carie: essa è in maniera cosı̀ inequivocabile, l’effetto di una cattiva
alimentazione, che riesce veramente difficile poter scusare chi afferma il contrario,
e cioè, che è la carie a causare una cattiva nutrizione.
Nella discussione delle “cause sociali” troviamo, solitamente, una maggiore
dimostrazione di intelligenza, anche se il trattamento di queste cause raramente
va in profondità. Ciò è dovuto al fatto che le nostre università e i nostri istituti
di ricerca sono controllati da grossi interessi commerciali; essi sono inoltre
tra i principali azionisti delle società petrolifere, minerarie, alimentari, ecc.;
e quindi, come tali, nutrono grossi interessi per i loro dividendi. È pertanto molto
più proficuo per queste istituzioni, vivisezionare animali, studiare germi, brevettare sieri e fare operazioni chirurgiche, piuttosto che dire la verità circa le cause
sociali della malnutrizione. La verità potrebbe produrre una flessione negli introiti
di queste grandi aziende commerciali.
Tra le cause sociali, troviamo elencate la mancanza di aria pura e di luce solare, case troppo calde o troppo fredde, eccessivo affaticamento fisico e mentale.
L’affaticamento fisico, di solito, viene imputato al gioco troppo violento, anche se
è alquanto improbabile che più di 2.000.000 di bambini costretti a lavorare negli
opifici, nelle fabbriche e nei cantieri di questa grande terra della “prosperità” e del
“progresso”, in ambienti privi di luce e di aria, abbiano tempo e voglia, una volta
tornati a casa, di giocare in modo violento.
Non c’è una parola di condanna per le periferie sovraffollate delle nostre
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grandi città, dove sole e aria non si sa neanche che cosa siano. Non c’è condanna per i bassi salari, gli affitti esosi, e tutti quegli altri fattori economici
che impediscono ai genitori di far godere ai loro piccoli i benefici dell’aria
fresca e della luce del sole. Chiunque condannasse queste cose, verrebbe
immediatamente denunciato come “rosso”, e si direbbe che MOSCA lo ha
pagato per fargli dire tutte queste calunnie sulle nostre “gloriose istituzioni
americane”.
Altre “cause sociali” sono il sonno insufficiente, dovuto o ad eccitazione o ad
alimentazione sbagliata, o al prematuro abbondono di pisolini e riposini oppure al
fatto di non aver messo a letto il bambino abbastanza presto; il troppo studio, il
disinteresse familiare, gli attriti familiari, la lettura di storie inadatte e la visione
di films sbagliati, le troppe feste, le lunghe passeggiate in automobile, e qualsiasi
forma di eccessiva eccitazione o di smodato divertimento. A queste cause, consentitemi di aggiungere, per quanto riguarda i bambini, l’abitudine di prenderli
in braccio, spupazzarli, molestarli continuamente, di imporre loro fumo, droghe,
sieri, vaccini e interventi chirurgici.
Il rimedio – affermano Morse, Wyman ed Hill – è, naturalmente una tranquilla vita razionale, non troppo strenua, senza indebiti eccitamenti e con molta
aria fresca e luce solare≫. Il rimedio, in realtà, dovrebbe andare oltre questa prescrizione. Rimedio vuol dire togliere dalle fabbriche donne e bambini; rimuoverli
dalle periferie in cui abitano e dalle case affollate; assicurare loro un ambiente
sereno ed affettuoso. Rimedio significa dar loro una casa in cui poter vivere, una
casa che non sia “nè troppo calda, nè troppo fredda”, ma soprattutto vuol dire tenere lontano queste inermi creature dalle mani di chirurghi e dispensatori di sieri
e vaccini.
≪
Per “cause dietetiche”, si intende “cibo inadatto”, piuttosto che mancanza di
cibo. Ciò significa che il bambino viene nutrito con cibi che, in un modo o nell’altro, sono inadeguati e non forniscono all’organismo tutti gli elementi necessari.
Senza indulgere nella vecchia musica dei “fabbisogni calorici”, della “dieta equilibrata”, del “fabbisogno proteico”, del “fabbisogno di grassi”, delle “vitamine o
alimenti accessori”, ecc., permettetemi di dire che questo significa che il bambino
viene nutrito con farina bianca e derivati, grano degerminato e demineralizzato,
cereali denaturati, latte in scatola o pastorizzato, frutta allo zolfo ed in scatola,
gelatine, marmellate, zucchero bianco, caramelle, gelati, cacao, cioccolato, bevande gassate, vegetali cotti, purea di patate, piselli, torte, crackers, biscotti, ecc.
con l’esclusione di frutta fresca e naturale, vegetali freschi, latte naturale (preferibilmente il latte della propria madre), nocciole e cereali grezzi. Ho già discusso
altrove a proposito dell’olio di fegato di merluzzo.
Un bambino può mangiare alimenti contenenti tutti gli elementi necessa¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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ri, e, malgrado tutto, non essere in grado di digerirli ed assimilarli, o per la
loro quantità eccessiva, oppure per qualcuna delle sopra citate “cause sociali”. Molti casi di malnutrizione sono dovuti proprio a problemi di assimilazione
del cibo. Il sottonutrimento da eccessiva ingestione di cibo è comune tra i neonati
costretti a più poppate. Il dott. Geo S. Weger giustamente afferma che ≪un’eccessiva nutrizione equivale a morte, sia nel neonato il cui pianto viene interpretato
erroneamente come desiderio di cibo, sia nell’adulto, che mangia in modo smodato perchè desideroso di provare qualcosa di sempre più stimolante≫. Quando
genitori e medici accetteranno questo fatto, e si regoleranno di conseguenza, i
bambini saranno più sani, e si svilupperanno in maniera migliore.
Una comune, ma ignorata, causa della denutrizione è la tossiemia prodotta da
una inefficiente eliminazione. Questo stato tossico del sangue e della linfa è alla
base della malattia cronica di tonsille ed adenoidi, che viene elencata come una
delle cause della malnutrizione. La tossiemia danneggia e altera la nutrizione;
essa è dovuta a qualsiasi cosa sovraccarichi le forze vitali o nervose, ed ostacoli
l’eliminazione delle tossine.
Esistono parecchi gradi di malnutrizione che vanno da una condizione di quasinormalità ad una condizione presentante tutti i sintomi precedentemente descritti,
per poi arrivare a condizioni decisamente più gravi. La malnutrizione manifesta i
suoi peggiori effetti nella vita adulta, ma affonda, le sue radici in errori alimentari
risalenti al periodo dell’infanzia. Il rimedio, pertanto, è rappresentato da un completo capovolgimento della vita del bambino, e dal punto di vista dietetico, e dal
punto di vista sociale. (Vedi il capitolo XIII sull’alimentazione dei bambini.)
Quelle che vengono classificate come malattie deficitarie o nutritive, hanno
due gruppi di cause, e cioé:
1. Deficienze nella dieta, o qualitative o quantitative. Di solito, ad eccezione
delle zone afflitte dalla carestia, si tratta di deficienze qualitative.
2. Tutti questi fattori, qualsiasi sia la loro natura o origine, rendono difficile o
impossibile per il corpo l’utilizzazione del cibo, anche se questo è perfetto.
I dietologi raramente prestano attenzioni a questo secondo gruppo di cause;
essi compiono esperimenti su animali sani, e raramente vedono qualche altro fattore che non sia quello di una deficienza studiata e deliberatamente attribuita alla
dieta. Essi vengono facilmente ingannati dalla loro impostazione di studio monocorde, o da quelli che loro stessi definiscono esperimenti controllati. Parlando di
bambini ed adulti, cerchiamo di non dimenticare mai che si tratta di esseri umani
e non di soggetti da laboratorio; la vita di un essere umano è molto più complessa
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di quella di un qualsiasi altro animale utilizzato in laboratorio. Il suo ambiente è
molto più vario, i suoi contatti sono superiori per numero e qualità, le influenze
cui è soggetto molto più numerose, e le stesse risorse ambientali molto maggiori.
Le donne incinte che seguono una buona dieta, qualora la loro nutrizione risenta di iperlavoro, preoccupazioni, paure, o altro, non saranno in grado di assimilare gli elementi contenuti nel loro cibo, ed i loro bambini nasceranno con i
‘semi’ di qualche malattia deficitaria piantati nelle “loro ossa”. Questi bambini,
appena nati, verranno nutriti abbondantemente (rimpinzati) nel tentativo di farli
aumentare di peso. Ciò danneggerà a tal punto l’intero meccanismo nutritivo del
loro organismo che, malgrado la presenza di una dieta adeguata, svilupperanno
la malattia deficiataria in questione. Abitudini troppo diffuse, come il prendere
il bambino troppo spesso in braccio, il propinargli farmaci, ecc., debiliteranno il
suo organismo e danneggieranno tanto la sua nutrizione da causare vere e proprie
malattie. In realtà, dietro ogni comune malattia si nasconde anche una malattia
legata a problemi di alimentazione.
20.1 ANEMIA
è una malattia deficitaria. Essa è caratterizzata da una mancanza di globuli rossi,
mancanza di ferro, colorito pallido, nervosismo, frequenti sudorazioni notturne e
predisposizione a contrarre malattie. L’anemia può essere dovuta ad un’emorragia
da lesione, o da ulcera o tumore, ecc., ma non è questo il tipo di anemia di cui ci
accingiamo a parlare per quanto concerne i bambini.
Nei bambini, l’anemia è dovuta alla mancanza di un’alimentazione corretta,
o ad un’incapacità di assimilazione del cibo, o a entrambi i fattori combinati. Si
osserva un graduale declino della capacità del corpo di produrre globuli rossi,
a causa di una nutrizione imperfetta; una carenza di alimenti ferrosi oppure una
menomazione dei processi nutritivi. In tutti i casi del genere, non solo è importante
che il bambino venga alimentato con cibi ricchi di ferro, ma, soprattutto, che venga
ripristinata la capacità organica di assimilarlo (talvolta, questo secondo aspetto è
prioritario).
Negli altri miei scritti, ho sottolineato l’importanza del digiuno ai fini della
purificazione del sangue. I miei lettori sanno già quanto ritenga prezioso il digiuno
nei casi di anemia, e, a conferma di quanto dico, cito il Dott. William H. Hay. In
Health Via Diet, parla di 101 casi di anemia perniciosa progressiva, curati da lui
per un periodo di ventuno anni, con digiuni, una dieta corretta ed irrigazioni del
colon. Di questi 101, egli dice, 8 non ebbero una ripresa immediata, mentre le
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altre riprese divennero permanenti a causa dell’adozione di un sano regime di
vita. Alcuni di coloro che registrarono qualche ricaduta, si ripresero rapidamente,
ricorrendo nuovamente ad un digiuno.
I primi 13 casi di anemia progressiva in cui il Dott. Hay prescrisse il digiuno,
si ripresero in un periodo di circa due settimane. Il 14◦ caso, sul punto di morte
al momento del ricovero, non si riprese. Il dott. Hay dice: ≪Il sangue, durante un periodo di digiuno, non subisce trasformazioni visibili, per quanto concerne il numero delle cellule, a meno che, quando comincia il digiuno, non vi sia
un’anormalità tale che, per effetto del digiuno, scompare.
Per buona parte delle due settimane, (nell’anemia perniciosa) il numero dei
globuli rossi o eritrociti continua a scendere prima che si abbia una rigenerazione
degli organi preposti alla produzione del sangue; quindi, gradualmente, il quadro
microscopico comincia a rivelare nuovi eritrociti rotondi, regolari, senza orinazioni o irregolarità, e ben presto un notevole aumento nel loro numero, con la
graduale scomparsa delle cellule avventizie presenti all’inizio.
A volte, durante le due settimane successive, si registra un aumento di globuli
rossi che raggiungono il numero normale di 5 milioni≫.
La rigenerazione del sangue, durante un digiuno, viene confermata da ricercatori e medici, e pertanto, non sussistono più le ragioni per metterla in dubbio.
Il valore del digiuno in tutte le forme di anemia è fuori dubbio. Il dott. Hay
dice: ≪L’anemia perniciosa progressiva viene considerata una malattia incurabile≫ ed è stato proprio un caso di questo tipo a spingerlo a riflettere. C’è qualcuno
che, anche per un secondo, riesca ad immaginare che il digiuno introduca ferro
nell’organismo? Questi miglioramenti nel sangue si verificano perchè il digiuno
aumenta la capacità dell’organismo di utilizzare le riserve alimentari di cui
dispone.
CURA DEL PAZIENTE: Se ci si preoccuperà del bambino sin dal momento
dei concepimento, questi non soffrirà mai di anemia. I bambini che sono stati
messi nelle condizioni di sviluppare anemia, dovrebbero essere sottoposti ad un
breve digiuno (3-5 giorni e qualcosa in più per i bambini più grandicelli), oppure
ad una dieta di succo di arancia per qualche giorno, poi potrebbero cominciare
a mangiare di nuovo, seguendo, però, una dieta corretta. La loro intera vita dovrebbe essere vissuta in armonia con quella che sono i loro fabbisogni fisiologici,
come già ho avuto più volte occasione di ripetere in questo libro. Per migliorare
la nutrizione, risulteranno estremamente benefici bagni di sole quotidiani.
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20.2 RACHITISMO
Si tratta di una malattia costituzionale caratterizzata da una ridotta nutrizione e
da alterazioni ossee. Essa è limitata all’infanzia. In questa malattia si osserva
un notevole gonfiore diffuso in tutto il corpo, leggera febbre, ed una profusa sudorazione del collo e della testa. Si ha inoltre un “ammorbidimento” delle ossa
che produce deformità, ed un considerevole inspessimento delle cartilagini e del
periosteo. La comparsa dei denti viene ritardata, o addirittura non si verifica affatto, o, se si verifica, è difettosa. Le fontanelle non si chiudono, si hanno sintomi
nervosi, e talora vere e proprie convulsioni. Fegato e milza si ingrossano ed il
bambino appare “panciuto”; la testa, solitamente, appare troppo grande rispetto al
corpo.
Si osserverà che tutti i casi di malattie deficitarie, sono legati al consumo di
alimenti artificiali: latte pastorizzato ed abbondanza di pane, cereali a prima colazione, biscotti, frutta cotta, e pochissima frutta fresca e vegetali appena raccolti.
Già 130 anni fa, il dott. Trall ed il dott. Taylor sottolineavano come la mancanza
di luce solare, una cattiva alimentazione ed una cattiva igiene, fossero la causa del
rachitismo, e risolvevano il problema assicurando ai malati una corretta dieta, bagni di sole, ed una maggiore igiene. Tutte cose che la classe medica, oggi, stenta
a capire.
CURA DEL PAZIENTE: Il peggior caso di rachitismo che mi sia mai capitato tra le mani riguardava un bambino di 9 mesi che mi venne portato, a New
York City, perché lo visitassi. Il bambino era già in cura da quattro mesi, e, malgrado questo, non dava segni di miglioramento. Il piccolo aveva seguito la dieta
prescrittagli dal medico, aveva preso regolarmente l’olio di fegato di merluzzo, ed
era stato regolarmente esposto ai raggi di una lampada ultravioletta, con il risultato
che, invece, di migliorare, peggiorava.
Gettai l’olio di fegato di merluzzo alle ortiche, imposi per la dieta l’esclusivo consumo di latte naturale e succhi di frutta (succo di arancia e di uva), ed imposi ai genitori di esporre il piccolo alla luce solare e non a quella della lampada.
Il bambino prese a migliorare immediatamente, ed in modo vistoso; il miglioramento continuò e l’anno dopo, il bambino era praticamente guarito, con la sola
eccezione di una leggera incurvatura delle gambe.
McCollum ha scoperto che il digiuno ha un effetto benefico nei casi di rachitismo, ma per noi che sappiamo il vero significato del digiuno nell’economia
dell’organismo umano, è cosa vecchia. A voler essere precisi, il digiuno correttamente seguito promuove la crescita. Se la coda di una salamandra viene tagliata ne
ricrescerà una nuova. Il digiuno non interferisce nella rigenerazione. Il prof. Mor¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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gulis ha osservato che le code crescevano più lentamente durante il digiuno rispetto alle code di quelle salamandre che non digiunavano. Però, aggiunge: ≪quando,
dopo parecchie settimane di fame (egli intende dire digiuno, solo che non sa che
cosa significhi), le salamandre che nel frattempo avevano perduto un quarto del
loro peso originario, iniziarono a mangiare di nuovo, la rigenerazione delle code
migliorò immediatamente, e nel corso del tempo raggiunse o addirittura superò
in lunghezza le code che erano state tagliate≫.
Il prof. Morgulis continua: ≪E stato ripetutamente sottolineato che non appena
un animale, che a causa di una malattia acuta o di qualsiasi altra forma di inanizione, abbia perduto peso, viene appropriatamente nutrito, comincia a crescere ad
una velocità spettacolare ed in tempo comparativamente breve riguadagna tutto
quanto aveva perso o, addirittura, supera il livello originale. Il rapido aumento di
peso è una manifestazione di un vigoroso processo di crescita.
Non si tratta di un semplice accumulo delle sostanze di riserva, ma di un’autentica crescita nel senso precedentemente definito. Si ha una moltiplicazione ed
un’espansione delle cellule prolifiche, ed un riaccumulo delle riserve sotto forma
di depositi intracellulari ed intercellulari di prodotti del loro metabolismo. L’azoto viene trattenuto con un’avidità, caratteristica dei giovani organismi in crescita.
Frequentemente, in un breve lasso di tempo si ha un aumento della massa corporea che, avrebbe richiesto anni di crescita normale. L’inanizione ha prodotto un
ringiovanimento dell’organismo. Nello studio dei fenomeni istologici che si
accompagnano all’inanizione, è stato già visto che, tranne negli stadi avanzati, quasi non vi è prova della degenerazione dei tessuti. Al contrario, le cellule rimangono intatte, anche se perdono una grossa parte della loro sostanza. Nell’accesa competizione che regna nell’organismo soggetto all’inanizione, le
parti più deboli e meno essenziali dell’organismo cellulare vengono sacrificate per
prime, proprio come accade con le parti meno essenziali dell’intero organismo. Le
parti più vitali rimangono e la vitalità delle cellule ed il loro vigore risultano migliorate: sembra essere questo il principio degli effetti di rinvigorimento e ringiovanimento dell’inanizione. Biologicamente parlando, anche se l’organismo non
acquista nuovi “attivi”, diventa, comunque, più forte liberandosi dei vecchi “passivi”. In precedenza è stato sottolineato come il rapporto cellula-nucleo cambi in
modo tale da assicurare la preponderanza del nucleo. Morfologicamente, pertanto, le cellule componenti l’intero organismo assumono una condizione giovanile.
In questo senso, assomigliano più a cellule embrionali, e questo potrebbe spiegare
la straordinaria crescita che presentano seguendo un corretto regime dietetico.≫
Il prof. Morgulis continua: ≪Ulteriori esperimenti condotti sulla salmandra,
hanno dimostrato che l’impulso alla crescita, e non la quantità di cibo consumata, svolge il ruolo principale. Questi esperimenti hanno sostanziato l’idea che
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la crescita osservata dopo una preliminare inanizione non è dissimile dalla crescita embrionale nella sua intensità. Ebene ricordare che le ridotte dimensioni della
cellula, o piuttosto l’alterato rapporto cellula-nucleo è probabilmente in qualche
modo responsabile del vigoroso processo di crescita, e che il ringiovanimento
dell’organismo dipende da questa condizione. Molti anni fa, Kagan osservava che
dopo 17 giorni di completa inanizione i conigli guadagnavano il 56% di peso con una dieta che sarebbe stata appena capace di mantenere uno stato di
equilibrio nella condizione normale≫.
Personalmente ho osservato questo fenomeno nei pazienti, centinaia e centinaia di volte, e lo stesso è accaduto a qualsiasi altro fautore del digiuno. Per quanto
riguarda, però il prof. Morgulis, egli si autoesclude dalla letteratura del digiuno
“terapeutico”, e fa riferimento a noi chiamandoci “amatori, ed entusiasti”. Carrington è l’unico della nostra scuola cui dedica una certa attenzione, e, certo, per
buono che sia, il libro di Carrington è lontano dall’essere completo.
In rapporto ai fenomeni di una maggiore crescita dopo un digiuno, Thompson e Mendel hanno scoperto che un periodo di crescita repressa, dovuto a sottoalimentazione, viene seguito da una maggiore crescita quando viene assicurato del
cibo migliore, e che l’accelerazione della crescita, viene ordinariamente realizzata con meno cibo di quanto venga utilizzato normalmente. Questi fatti dovrebbero, certo, incoraggiare le madri a non iper-alimentare i loro piccoli, in quanto
l’eccessiva alimentazione certamente ritarda la crescita.
20.3 SCORBUTO
Inizialmente, venne considerata come una malattia di carattere alimentare; era
molto diffusa tra gli equipaggi e i passeggeri delle navi, all’epoca in cui v’era la
dieta a base di carne di maiale salata. Il primo “rimedio” trovato furono i limoni.
La malattia è caratterizzata dal gonfiore e dalla rigidità di articolazioni, gengive e mascelle. Nelle forme gravi si ha la frattura spontanea delle ossa e la perdita dei denti. Si hanno altresı̀ emorragie negli arti, e, frequentemente, nel tratto
intestinale, se non si interviene sul malato.
Il latte pastorizzato ed il latte in scatola sono i maggiori responsabili di
questa malattia. Lo stesso si può dire dei cereali, soprattutto di quelli denaturati, e delle carni salate ed inscatolate. La cottura dei cibi, anche di quelli
migliori, ne riduce enormemente le proprietà antiscorbuto, quando addirittura non le distrugge completamente. L’attuale dieta, a base di farina biancazucchero-carni-cereali denaturatiÂlatte pastorizzato mantiene l’intera popo¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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lazione in uno stato di scorbuto cronico, o quasi-scorbuto. Di solito mangiamo
la frutta ed i vegetali minimi ad evitare di sviluppare questa malattia in modo
palese. Malgrado tutto, non siamo mai sani come dovremmo esserlo.
Circa 130 anni fa, il dott. Traf dichiarava che ≪tutta la frutta e la verdura fresca
è ottima contro lo scorbuto≫. Allora, e fino a qualche tempo fa, la classe medica
andava predicando che frutta e vegetali non avevano alcun valore alimentare, ed
invitava la popolazione a non farne uso. Oggi, i medici cominciano a riallacciarsi
a Graham e a Trall, ed osano perfino dirci ora che il lievito, uova, e latte (latte di
mucca) non hanno alcun “valore terapeutico” per quanto riguarda lo scorbuto.
La frutta ed i vegetali con foglie sono i grandi alimenti antiscorbuto. Il latte materno sarà antiscorbuto se la madre mangerà in abbondanza questi alimenti, e
sarà essa stessa sana. Il prof. H.C. Sherman, della Columbia University, afferma:
≪In Oriente, dove la maggioranza della gente ha una disponibilità minima di latte,
si ha largo consumo di vegetali verdi ricchi di calcio e vitamine≫. Y.G.Chen, uno
studente orientale, ci racconta che i vegetali verdi sono cinque volte più importanti
nella dieta dei Cinesi di quanto non lo siano nella dieta americana media.
Gli Americani, oggi, cominciano anch’essi a fare consumo di frutta e vegetali,
malgrado l’opposizione della classe medica e dei produttori di carne. Graham e
Trall hanno dato vita ad una riforma dietetica che non può essere arrestata.
Morse, Wyman ed Hill ci dicono che i bambini allattati artificialmente dovrebbero prendere del succo di arancia, e che “un cucchiaio di succo di arancia al giorno è solitamente sufficiente ad impedire lo sviluppo dello scorbuto”.
Ora, chi è che vorrebbe tenere la salute del proprio bambino sul “filo del rasoio?”
Chi non vorrebbe che il proprio bambino goda della massima salute? Lo scorbuto
non esiste, per i medici, fino a quando non è abbastanza svuluppato (e grave) da
produrre segni fisici riconoscibili. Le fasi iniziali che stanno alla base di tali segni
non significano nulla per i medici; per il vostro bambino, invece, significano una
salute precaria ed un futuro di sofferenze. Assicurate al vostro bambino una buona
salute, che sia per lui una sicura garanzia contro malattie e sofferenze.
La diatesi scorbutica (tendenza allo scorbuto), dice il Dr. Page, ≪viene indotta dalla DEFICIENZA DI ALIMENTI VEGETALI nella dieta della madre, ed il
latte secreto risulta carente di certi costituenti vitali≫. Questa frase veniva pubblicata nel 1882, molto tempo prima che i medici cominciassero a riconoscere tali
fatti. Il latte della madre è fatto del suo stesso sangue, ed in quei casi in cui gli
alimenti non contengono i costituenti essenziali, la natura li preleva dai tessuti
della donna. Questo, però, la indebolisce e ne intacca la salute, mentre il latte è
qualitativamente e quantitativamente scarso.
Moltissime, se non tutte le malattie ereditarie, non sono effettivamente tali nel
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senso scientifico del termine, ma sono dovute ad una precaria nutrizione prenatale.
Un contadino che non pensa neanche lontanamente a fare affaticare una giumenta
durante la gravidanza, non esita a lasciare che la moglie lavori fino allo stremo
ed uccida le sue creature. Ma questa non si chiama eredità. Personalmente, non
credo che esistano malattie ereditarie, nè credo che qualsiasi studio statistico
riuscirà mai a dimostrare che esistano. Le statistiche mostrano risultati, non cause.
Catlin ci dice che: ≪In Inghilterra ci sono (c’erano) qualcosa come 35.000
idioti e pazzi, 17.000 sordi e muti, e 15.000 gobbi, ed un rapporto grosso modo
simile di queste deformità mentali e fisiche si ha nelle altre nazioni civilizzate
della terra!≫ Egli dice che oltre ai difetti sopra citati, curvature della spina dorsale,
incubi, polipi al naso, malformazione e prematura caduta dei denti, mal di denti,
tic, reumatismi, gotta e molte altre sono le affezioni “cui i Bruti sono estranei, e
la maggior parte delle Razze Selvagge poco, o niente affatto soggetta.”
Su una tribù di 2.000 Indiani, egli scoprı̀, parlando col Capo, che non vi era un
solo caso di idiozia o pazzia, o di gobba, o sordità, o mutismo, o altre menomazioni del genere. La stessa cosa scoprı̀ tra i Pawnee Picts, i Kiowas, i Kaskaskas,
i Winnebagoes, gli Osages ed altre tribù. Egli dice: “Tra i due milioni di selvaggi che ho visitato, non ho mai visto o sentito parlare di un gobbo, pur avendo
compiuto accurate ricerche in tutti i campi; nè ho visto un solo idiota o pazzo,
anche se, durante la mia esplorazione, ho sentito parlare di due o tre, e di molti
sordomuti.≫
Queste testimonianze sulla perfezione fisica degli INDIANI non erano collegabili a motivi di ordine ereditario, come rivelano oggi le condizioni presenti di
queste tribù, ma alla buona nutrizione ed alla vita quasi naturale che conducevano.
Le madri indiane, allora, non mangiavano alimenti denaturati.
20.4 TUBERCOLOSI
Si sviluppa a seguito dello stesso deterioramento sistemico da cui hanno origine
lo scorbuto, il rachitismo, e l’anemia. Essa viene “favorita” dal cosiddetto trattamento scientifico. La tubercolosi si sviluppa sempre in un organismo “snervato,
tossiemico ed infetto da putrescenza”, oltrechè malnutrito.
In tutti i Paesi, ci sono cartelloni pubblicitari contro la tubercolosi, in cui leggiamo “PROTEGGETELI (I BAMBINI) DALLA TUBERCOLOSI”. Fermatevi
e vedrete che tra i consigli dati si legge “TENETELI LONTANI DAI MALATI”,
“INSISTETE AFFINCHÈ RIPOSINO”, “ABITUATELI A VIVERE IN MODO
SANO”, “CONSULTATE IL DOTTORE REGOLARMENTE”.
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C’erano due milioni di bambini lavoratori negli Stati Uniti; provate “ad insistere affinchè riposino” se avete veramente desiderio di vedere quanto poco l’industria si preoccupa del benessere dei bambini. Non mi è mai capitato di vedere
alcuna protesta contro il lavoro minorile da parte dell’Associazione Nazionale Tubercolosi, che è responsabile di questa campagna pubblicitaria. Come tutte le organizzazioni opportunamente integrate nel sistema, anch’essa convenientemente
chiude gli occhi sulle cause sociali ed economiche della malattia.
I bambini sottonutriti dei poveri, i poveri, gli sfortunati bambini del grande
esercito americano dei disoccupati (pensate solo alla vergogna di impiegare
due milioni di bambini negli opifici e nelle fabbriche, mentre milioni di uomini vengono lasciati a passeggiare per strada, settimana dopo settimana, alla
ricerca di un posto di lavoro), sono coloro che corrono il maggior rischio di ammalarsi di tubercolosi. I figli dei poveri che vivono in periferie superaffollate, in
alloggi dove il sole e la luce non si vedono mai, e l’aria è tutt’altro che pura, probabilmente non hanno speranza di trarre alcun beneficio da posters di questo tipo.
“Quello di CONSULTARE IL DOTTORE REGOLARMENTE”, è un consiglio
inteso ad aumentare i guadagni dei medici, e non certo a prevenire la tubercolosi.
I medici, in realtà, conoscono ben poco di questa malattia, e, spesso, sono i primi,
con le loro famiglie che si ammalano e ne muoiono. I sanatori sono pieni di medici sofferenti di questa malattia. Quando avranno imparato a prevenirla, lasciate
che ve lo dimostrino prevenendola tra i membri della loro stessa professione e tra
le loro famiglie.
Che essi non si aspettino che i loro consigli possano prevenire la tubercolosi,
viene dimostrato dalla grande enfasi che pongono sui frequenti esami medici da
fare. In sostanza, quello che ci dicono suona più o meno cosı̀: Seguite i nostri
consigli, e quindi, venite da noi frequentemente in modo che possiamo scoprire la
malattia nella sua fase iniziale.
La posizione che assumono rispetto alla tubercolosi è più o meno quella assunta nei confronti dei denti. Dicono di lavare i denti spesso e di tenerli puliti, di
recarsi di frequente dal dentista in modo che questi possa scoprire per tempo
le cavità e piombarle a prezzi esosi.
Perché la gente continua ad aver cura dei propri figli con metodi che sa e lo
sanno benessimo anche coloro che li sostengono e li sfruttano commercialmente
che non preservano affatto la salute delle proprie creature? Essi riempiono i loro
figli di latte ed alimenti denaturati, perchè il medico dice loro di fare cosı̀, e quindi
permettono che questo stesso medico li rimpinzi ancora di più con lo stesso latte
e gli stessi alimenti, nello sforzo di CURARE la tubercolosi prodottasi.
Vengono compiuti tentativi di prevenzione della tubercolosi agendo sul latte
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che viene dato ai neonati; in questi esperimenti viene dato ai neonati latte di mucca
tubercolosa e ci si aspetta che essa abbia buoni effetti nutritivi a seguito della
pastorizzazione. È pura follia; questo latte, in realtà, è inadeguato prima che
venga pastorizzato e lo diventa ancora di più a pastorizzazione avvenuta. McCann,
a difesa della pastorizzazione, afferma: ≪la tubercolosi bovina è trasmissibile al
bambino non solo attraverso il latte, ma attraverso il burro, il gelato, la carne
cruda, quali i “bologna” crudi cosı̀ tanto diffusi in tutti gli Stati Uniti≫.
Per usare un’espressione slang, direi che è tutto un bel “bologna”. Questa
idea fu partorita dalla mente di Robert Koch, famoso al mondo per la tubercolina,
il quale, però, ebbe un ripensamento, e, dopo numerosi esperimenti, giunse alla
conclusione di aver commesso un errore affermando che “il bacillo del tubercolo
bovino era innocuo alla razza umana”. Medici e lattai però non vollero avere
nulla a che fare con i nuovi sviluppi delle ricerche di Koch; ormai avevano
“attribuito” la tubercolosi alla mucca, e si rifiutarono di ammettere che, in
realtà, ciò non era vero.
La prevenzione della tubercolosi può essere assicurata dalla luce solare,
da una sana vita all’aria aperta, nonchè da molta frutta e verdura fresca,
pulizia, sonno e riposo. Queste cose valgono anche come rimedio, e questo
significa che per la tubercolosi non ci sarà nè prevenzione nè cura almeno per i
prossimi anni.
20.5 EDEMA DA MALNUTRIZIONE
È una condizione idropica dei tessuti prodotta da una sottonutrizione continuata.
È visibile nelle zone colpite da carestia, ed era molto comune in Germania, e tra
le altre potenze dell’Europa centrale, durante la I Guerra Mondiale. Esso non
si verifica mai nei pazienti sottoposti a digiuno, anche se si tratta di un digiuno
prolungato.
20.6 MALNUTRIZIONE E DEGENERAZIONE
RAZZIALE
Ho ripetutamente dichiarato la mia mancanza di fede nell’antica credenza che esistano malattie ereditarie. Questa mia affermazione ha l’effetto di scatenare delle
vere e proprie bufere di protesta sul mio capo. Nel 1922, mentre insegnavo dietetica alla Scuola Americana di Naturopatia di New York, cercai di spiegare ad
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uno dei professori la differenza tra infezione intrauterina ed una malattia ereditaria. Mi divertii molto per aver eccitato un po’ questo infallibile dignitario, al
punto da farlo scappare alla porta gridando: ≪Non voglio ascoltare una simile
sciocchezza!≫. Quattro anni più tardi, essendosi in qualche modo calmato, questo
professore stava ad ascoltare la mia stessa spiegazione, con pazienza ed interesse,
sottolineando: ≪Forse, lei ha ragione.≫
Nello stesso anno (1922) in cui i professori mi si scagliarono contro, il Prof.
Thomas Hunt Morgan, della Columbia University, diceva: ≪C’è una crescente
convinzione che buona parte della debolezza di mente e della pazzia siano dovute a fattori ambientali piuttosto che ereditari. Si dice che nella loro insorgenza
giochino un ruolo importante la miseria, la malnutrizione ed in particolar modo
la sifilide. Non è sicuro, pertanto, concludere che il plasma germinale umano sia
cosı̀ malamente contaminato, come alcuni pessimisti sembrano pensare≫.
Il prof. Morgan, scienziato sempre estremamente cauto, non si spinge mai fin
dove dovrebbe, per paura di andare troppo oltre. Perchè non dire la verità intera e
dire che, mentre il plasma-germinale umano potrebbe essere in un qualche modo
indebolito, esso non è nè infettato nè contaminato? È facilmente comprensibile,
inoltre, che le debolezze germinali umane non sono insormontabili e che con
cura intelligente, possono venire completamente superate nel giro di tre o
quattro generazioni.
Uno studio speciale sugli effetti della malnutrizione sulla popolazione scolastica venne compiuto dal Dr. Brandon, stazionato a Thier, in Germania, con le
“American Expeditionary Forces”. Egli trovò che la malnutrizione aveva prodotto un marcato calo del rendimento scolastico, e che anche alunni, in precedenza
lodevoli per i buoni risultati, ottenevano ora risultati mediocri. La malnutrizione produceva una perdita di energie nervose, ed un notevole aumento del
numero dei casi “limite” di disturbi mentali. Frequenti apparivano i danni
al coordinamento nervoso, soprattutto per quanto riguardava la capacità di formulare un discorso. La mancanza di energia mentale e nervosa, una generale
inquietudine nervosa durante le otto ore di lezione, un calo dell’attenzione, una
scarsa comprensione e poca memoria delle lezioni svolte in classe, venivano elencati come cambiamenti specifici causati nei bambini dalla malnutrizione. Blanton
scoprı̀, inoltre, che in più del 5% della popolazione scolastica totale, i danni
sostenuti dal sistema nervoso erano tali da compromettere permanentemente
l’intelligenza. I bambini che non riescono nei loro studi, che sono ostinati e
manifestano un’antipatia verso l’apprendimento in genere, soffrono di malnutrizione. La malnutrizione è l’unica e sola grande causa dei “ripetenti”
nelle scuole pubbliche.
Blanton crede che la resistenza agli effetti dannosi della malnutrizione dipen¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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da dalla forza nervosa e dall’intelligenza del ceppo originale. Il Prof. Morgulis
cautamente mette in risalto, in risposta a questo, che ≪ricordando che i bambini
lasciati nei brefotrofi e nelle altre istituzioni di carità, provenienti da strati sociali
in cui l’esistenza è stata sempre più o meno precaria, erano generalmente il 30%
al di sotto del peso standard, sembra, almeno, legittimo dubitare che il 5% dei
bambini con danni permanenti all’intelligenza siano necessariamente di eredità
contaminata. Un certo tipo di malnutrizione è invariabilmente associata alla miseria, e la miseria non si è originata con la Guerra Mondiale, ma si è semplicemente
estesa sotto il suo impeto. È naturale che coloro la cui forza fisica era stata minata ancora prima della guerra sarebbero stati schiacciati dall’ulteriore morsa della
carestia e della povertà tipiche di ogni guerra≫.
La spiegazione di molte malattie attribuite all’eredità è la malnutrizione
e non il plasma germinale contaminato. Ci sono anche altre cause quali avvelenamento, lesioni, ecc. che ne spiegano la genesi. Potremmo completamente
eliminare il mostro medievale della sifilide, ma non riusciremo mai a sbarazzarci
del mercurio usato per annientarlo. Sappiamo che l’alcool indebolisce il plasma
germinale, nè vi sono dubbi su quanti altri veleni siano in grado di sortire lo stesso effetto. Non conosco nessuna ragione per cui una alterazione sistematica della
madre e del padre non possa danneggiare il plasma germinale, ma sono convinto che se questa alterazione è notevole, i due non saranno in grado di produrre
un nuovo essere, o, se lo faranno, si tratterà di un essere troppo debole per vivere. È certo, infatti, che, malgrado le misure di salvaguardia della Natura, una
profonda e duratura tossiemia in una donna in gravidanza produrrà non solo la malnutrizione del feto, ma, in misura maggiore o minore, anche una
sua intossicazione. Esempi di questo tipo, tuttavia, non sono esempi di eredità
vera e propria; infatti, non derivano da un cambiamento a livello germinale, ma
da influenze estranee che producono alterazioni chimiche e nutritive nelle cellule
germinali o somatiche.
È stato dimostrato che una mancanza di luce solare indebolisce le cellule germinali delle piante, al punto che esse cessano ben presto di riprodursi. Le piante
cresciute in terreni poveri producono meno semi, e questi sono più piccoli di
quelli prodotti da piante cresciute in terreni fertili. Un seme di questo tipo,
anche se viene piantato in un buon terreno, dá origine a piante e semi più piccoli
rispetto a quelli normali.
Una alimentazione difettosa, soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, non
solo causa difetti e disturbi che persistono per tutta la vita, ma compromette anche
la prole del bambino, quando questi diventerà grande. Al riguardo, il Dr. Taliaferro Clark, esperto in alimentazione infantile per il Servizio di Sanità Pubblica degli
Stati Uniti, dice: ≪La mancanza di certi elementi essenziali, in una certa misu¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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ra, non si accompagna necessariamente a segni di cattiva salute o alla produzione
di cambiamenti patologici, ma quando continua di generazione in generazione,
produrrà delle visibili alterazioni nelle caratteristiche ereditarie≫.
Il Dr. Clark fa riferimento a precisi esperimenti in cui i topi, quando vengono
allevati per parecchie generazioni con una dieta leggermente deficiente, producono una prole che, anche se nutrita con una dieta completa, non crescerà mai
come quella che possiede antenati ben nutriti. In aggiunta a questi esperimenti,
egli presenta anche le prove di osservazioni analoghe svolte su esseri umani. È
evidente, dunque, che una dieta difettosa danneggia in una qualche misura il plasma germinale, e, quindi, ha ripercussioni sulla prole. È ovvio, pertanto, che
una dieta difettosa seguita da una gestante avrà conseguenze sul figlio. Una
corretta alimentazione dovrebbe cominciare quindi con i bis-bisnonni, o, per dirla
con altre parole, se i “popoli” civilizzati continueranno a mangiare alimenti denaturati, ogni successiva generazione della nostra posterità sarà sempre più difettosa
e malaticcia ed avrà una vita più breve.
Fortunatamente, si tratta di alterazioni quantitative e non qualitative. Esse
non cambiano la costituzione ereditaria, e se le loro cause vengono rimosse,
scompaiono nel giro di una o due generazioni. In effetti, Nageli ha scoperto
che piante che hanno sviluppato un certo adattamento a vivere all’altezza delle
Alpi, sin dal “periodo glaciale”, perdono completamente questi caratteri durante
la prima estate in pianura. Se i secoli non sono sufficienti a fissare caratteristiche benefiche apparentemente ereditarie, un paio di generazioni certamente non
fisseranno caratteristiche dannose.
Il Prof. Morgulis dice: ≪Un esempio illuminante di degenerazione fisica è rappresentato dagli Ebrei di Polonia. La loro forza fisica, la loro possenza muscolare
sono andate scemando generazione dopo generazione: il loro sangue è scarso, la
loro statura si è arrestata e le spalle ed il torace appaiono schiacciati. Molti hanno
un aspetto pallido ed emaciato, e mostrano addirittura i segni di un declino e di
una degenerazione razziale. Ostacolati da tante difficoltà, confinati nei ghetti, con
limitate possibilità di guadagnarsi da vivere, sono da generazioni letteralmente
vittime della malnutrizione. La fragilità fisica, e la crescita “stentata” li rendono
chiaramente inadatti per i lavori pesanti. Leroy-Beaulieu dice di loro: “poche razze hanno cosı̀ tanti sventurati, infelici, storpi e gobbi, ciechi, sordomuti, o idioti
congeniti”. Responsabile di questa degenerazione fisica potrebbe essere il fatto di
essere costretti a sposarsi tra di loro. I matrimoni tra parenti hanno il solo risultato
di accentuare i mali di un isolamento che dura ormai da secoli, e che significa,
tra l’altro, mancanza di aria, di moto, di un sano ambiente sociale e, soprattutto,
mancanza di una sana nutrizione. Il ruolo svolto dalla malnutrizione nel deterioramento razziale degli Ebrei, soprattutto nei ghetti polacchi, può meglio essere
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compreso se si pensa che una ricerca sulle loro condizioni di vita ha rivelato che
la povertà che li affligge ormai da generazioni, consente loro di sostenersi con
un nutrimento che è decisamente al di sotto dei livelli minimi necessari all’organismo. Tchubinsid, in realtà, ha scoperto che i Giudei della Piccola Russia e
della Polonia consumavano meno cibo dei loro vicini Greco-Cristiani o Cattolici
Polacchi. Trasferite in un ambiente più liberale, le forze di recupero insite nell’organismo umano, in condizioni di buona nutrizione, mostrano notevoli risultati già
nella prima o nella seconda generazione≫.
Abraham Myerson, dice dei discendenti degli Ebrei Polacchi e Russi che emigrano in America: ≪diventano seguaci dello sport≫, e aggiunge che ≪il notevole
aumento di vincitori di premi tra gli Ebrei, segna una frattura con la tradizione e
sembra farsi beffa delle teorie sulle caratteristiche razziali innate≫.
Gli eugenisti, che desiderano salvare la razza attraverso speciali tipi di incroci (le cosiddette razze “migliorate”), come fanno i contadini con le galline, le
mucche, o le pecore, impedendo ai meno adatti di procreare, non possono accogliere queste sconcertanti realtà. Tutti i loro esperimenti di incroci non hanno mai
mostrato nulla, se non che gli animali “si riproducono sempre secondo la loro specie”, e dall’una non potrà mai nascerne un’altra. L’ereditarietà è la trasmissione
da una generazione a quella successiva dei caratteri germinali. L’uniformità assoluta è possibile solo se consideriamo l’ereditarietà nel suo senso più ampio e non
cerchiamo di ridurla solo a dei dettagli.
Non è dimostrato e non è dimostrabile che la degenerazione sia ereditaria. È
vero che esiste un’abbondanza di dati statistici su questa teoria, ma come sempre,
le statistiche danno i risultati e non le cause. Può essere dimostrato, statisticamente, che i figli di genitori criminali hanno dieci volte in più la probabilità di
diventare criminali, rispetto ai figli di “normali” cittadini. Ma, può anche essere
dimostrato che rispetto ai figli di genitori “normali”, i figli di genitori criminali
hanno cento volte in più la probabilità di nascere in un ambiente che spinge al
crimine. Il patrimonio sociale del bambino è il fattore determinante. Un figlio
di Cattolici ha molte più probabilità di diventare anche egli cattolico, rispetto al
figlio di una famiglia di protestanti, ma non per questo qualcuno si azzarderebbe
ad affermare che la religione è ereditaria.
Tutta la degenerazione esistente ha una causa ed essa non è l’ereditarietà, in
quanto questa non è causa di nulla. Quando la degenerazione aumenta di generazione in generazione, è perchè la sua causa non è stata corretta; al contrario,
quando diminuisce, significa che, in qualche misura, si è intervenuti su tale causa. Non è ammissibile alcun altra spiegazione logica. Eugenisti e genetisti hanno
imparato ben poco circa i mali della malnutrizione, e non se ne sono mai troppo
curati. Essi predicano una dottrina aristocratica e capitalistica che ignora delibe¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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ratamente l’esistenza di altre ragioni, che non siano la superiorità o l’inferiorità
innate, per spiegare le differenze tra strati sociali inferiori e superiori.
Animali alimentati da Reynolds e Macombe con una dieta deficiente di proteine, calcio, e “vitamine”, hanno sviluppato una sterilità parziale o completa. Evans
e Bishop hanno scoperto che una dieta carente di “vitamina A” produce un prolungamento dei cambiamenti tipici del periodo di “calore”, ed un’incapacità di
ovulazione nei ratti.
Dovrebbe essere abbastanza ovvio che tali risultati non sono circoscritti ad
ovaie e testicoli, ma interessano anche il plasma germinale, che viene danneggiato. Ecco, dunque, una vera causa di degenerazione che gli eugenisti insistono a
trascurare.
Il danno germinale avrà inevitabilmente come risultato qualche difetto somatico, ma se le cause del danno verranno rimosse, si verificherà la rigenerazione
germinale. È alquanto probabile che la forza di rigenerazione sia maggiore nel
plasma germinale che nel somaplasma. Se vogliamo prevenire la degenerazione,
dobbiamo scoprirne e rimuoverne le cause iniziali, in quanto, anche ammettendo
che la degenerazione sia trasmissibile, certamente non può esistere senza una causa. Le cause della degenerazione, se non corrette, produrranno una nuova prole di
degenerati ad ogni generazione, malgrado l’attenzione prestata dagli eugenisti.
IL RIMEDIO: Che cosa si può fare per quei bambini la cui crescita è stata
ritardata da una alimentazione deficiente e da altre condizioni sfavorevoli? È
possibile per loro avere uno sviluppo normale? È possibile una piena ripresa? Sono tutte domande importanti, dalla cui risposta possono dipendere molte
cose. La loro risposta, però, è strettamente collegata alla portata del danno e alla
tempestività e profondità del rimedio.
Esperimenti su animali, osservazioni su bambini ed adulti, hanno dimostrato
che quando l’ambiente viene “rettificato” e la giusta quantità di cibo viene assicurata, seguono un’immediata crescita ed un rapido sviluppo, nonostante il
precedente ritardo prolungato. Nel caso di alcuni organi, come nella rigenerazione della coda della salamandra, essi possono diventare ancora più grandi rispetto
a quelli in cui non v’è stato alcun ritardo della crescita. In molti animali, ad un
periodo di ritardo, segue un aumento di peso, e, talora, anche di dimensioni, che
si verifica con una maggiore rapidità. La prima esperienza che ho avuto di questo
tipo risale a circa 55 anni fa e riguardava il più piccolo e malnutrito di una nidiata
di porcellini. Non appena gli fornii una adeguata alimentazione, l’animale cominciò a crescere rapidamente, superando i suoi fratelli. A dieci settimane di parziale
inanizione segui ui periodo di rapida crescita. Lo stesso fatto è stato ripetutamente
osservato in esperimenti condotti su animali di laboratorio.
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Shapiro ha dato del cloroformio a dei gattini per due volte al giorno; in questo
modo, egli poteva ritardarne la crescita o, addirittura, arrestarla completamente.
Ma non appena la somministrazione di cloroformio cominciò ad essere discontinua, l’attività di crescita riprese con deciso vigore, al punte che i gattini arrivarono
a superare nel peso, dei gattini cresciuti in condizioni normali. Il temporaneo
ritardo di crescita veniva alla fine compensato da una accelerazione della
stessa. Aaron ha scoperto nel caso dei ratti, che se il ritardo della crescita viene
prolungato fino ad un’età avanzata, i ratti non raggiungeranno dimensioni normali, anche se in realtà cresceranno in altezza e peso, a causa del miglioramento della
loro alimentazione.
A questo punto, lasciate che vi ricordi che uno sviluppo difettoso, dovuto ad
una debolezza germinale, prodotta dalla malnutrizione, non viene sradicato
in una generazione; ce ne vogliono due, tre, o anche quattro. Esistono prove
sperimentali per credere che la malnutrizione durante l’infanzia lascia un segno
permanente sul plasma germinale, anche laddove la nutrizione del bambino viene
successivamente migliorata, ed il bambino raggiunge uno sviluppo normale.
È altresı̀ necessario sottolineare che, se l’animale rachitico raggiunge in seguito peso e dimensioni normali, non sempre, e forse addirittura mai, i tessuti
dell’uomo torneranno ad una condizione normale. Questi uomini non saranno
“completamente liberi dallo stigma della parziale inanizione. Il loro cervello presentava una percentuale maggiore di acqua, ed una inferiore di estratti di alcoletere
(lipine)”. Le prove della passata malnutrizione, accompagnano probabilmente gli
individui per tutta la loro vita, anche se questi appaiono normali da tutti i punti di
vista.
Il famoso antropologo F. Boas, dopo aver condotto uno studio approfondito
sulla crescita dei bambini dei vari strati sociali, afferma: ≪Sembra molto probabile che la quantità enorme di energia impiegata per una rapida crescita in un
periodo di tempo piuttosto breve, sia un elemento sfavorevole nello sviluppo individuale. Uno studio sui fenomeni di crescita di vari strati sociali ha dimostrato
che lo sviluppo iniziale è concomitante al benessere economico, e che una caratteristica dei poveri è un ritardo generale nella prima infanzia, ed una più
rapida crescita successiva. Da ciò, consegue che c’è un corrispondente, sebbene
non uguale, ritardo nello sviluppo mentale iniziale, ed un affollamento di processi
di sviluppo in seguito, che probabilmente costituiscono un peso notevole per il
corpo e la mente dei poveri, e che, invece, i bambini appartenenti alle famiglie
facoltose non sono costretti a sopportare.
Le leggi generali della crescita mostrano, inoltre, che un ritardo della crescita protratto per un lungo periodo, non può essere compensato nel breve periodo
della crescita rapida; sembrerebbe, pertanto, che, nel complesso, un eccessivo
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ritardo costituisca un elemento sfavorevole nella crescita e nello sviluppo dell’individuo. Se esistano svantaggi simili in una considerevole accelerazione iniziale
non è chiaro≫.
Boas aggiunge: ≪Tra i poveri, il periodo di ritardo della crescita che precede
l’adolescenza viene allungato, e l’accelerazione dell’adolescenza scatta più tardi. L’intero periodo è minore della crescita ottenuta durante il più breve periodo
di crescita dei ricchi≫. ≪L’intero gruppo dei poveri, è, in qualsiasi momento si
consideri, fisiologicamente più giovane dei ricchi≫.
Cifre raccolte in Germania dalle scuole pubbliche e dalle palestre rivelano che
i bambini della classe media hanno un preciso vantaggio sui bambini poveri. Cifre relative a paesi come la Spagna, la Francia, l’Italia, e l’Inghilterra
rivelano che questo vantaggio è permanente.
Da queste cose, concludiamo che quelle condizioni che favoriscono un moderato sviluppo iniziale, sono vantaggiose per il benessere mentale e fisico dei
bambini, e degli adulti che poi diventeranno. Ciò sembra essere in disaccordo con
l’idea di Sir John Fiske secondo la quale esiste una relazione causale tra la prolungata infanzia della razza ed il progresso. Inoltre, non è pienamente in armonia,
con la teoria secondo cui “le massime civiltà ed una prolungata adolescenza risultano coesistere; la maturità tra i selvaggi giunge in un’età più precoce, ed il
processo ha più breve durata”.
Mentre molto può essere fatto per vincere gli effetti della malnutrizione, se la
prendiamo in tempo, il vero rimedio è rappresentato dalla prevenzione. In molte
case, non c’è solo bisogno di istruzione, ma soprattutto di eliminare la miseria.
Il Prof. Morgulis giustamente dice ≪il prolungato ritardamento della crescita
tra i bambini non è semplicemente un effetto della sottonutrizione, ma della miseria, e la miseria è una malattia sociale e non di carattere nutrizionale≫. Povertà
significa scarsità di cibo, ma si traduce, al tempo stesso in squallore, mancanza di aria pulita, odori stagnanti, mancanza di igiene. Al pari della povertà,
la crescita ritardata è quindi un problema sociologico. Essa solitamente nasce
dalla più insidiosa forma di dieta deficiente: la malnutrizione.
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Capitolo 21
I DENTI DEL BAMBINO
“Pillole rosa e rattoppi” – vi ritenete soddisfatti? O preferireste essere in grado di
prevenire i problemi che altrimenti, nella vostra ignoranza, renderebbero il lavoro
di “rattoppo” popolare? Volete sacrificare i vostri bambini ed i loro denti al popolare slogan di alcuni anni fa secondo il quale “un dente pulito non si indebolisce
mai”, o a quell’altro secondo il quale “è d’obbligo una visita dal dentista almeno due volte l’anno”? Senza dubbio avrete potuto osservare il fallimento della
falsa opinione che il veleno per topi nell’acqua, “possa salvare i denti dei vostri
bambini”. Questo rappresenta il programma purificatore raccomandato dalle industrie chimiche. Siete disposti a rimanere a guardare senza protestare mentre vi
avvelenano l’acqua?
Rivolgo queste domande a tutte le madri ed a tutti i padri di questo paese.
Ma prima che essi possano iniziare a fare qualcosa per la salute dei denti dei loro
bambini voglio che si rendano conto dell’errore che si commette nell’asserire che
≪debba esistere una perfetta armonia tra il medico curante ed il dentista, nella cura
che ogni madre riserva al proprio figlio, se vogliamo preservare i denti della generazione futura≫. Questa asserzione viene stimolata da uno spirito commerciale e
fa riferimento a due tipi di professionisti che non sono stati in grado di preservare
i loro stessi denti e quelli dei loro figli. Fino a quando i medici ed i dentisti non
saranno in grado di provare come sono riusciti a preservare i loro denti e quelli
dei loro figli non saranno degni del loro rispetto.
Si è sempre pensato o si è stati indotti a pensare che la carie dentale sia dovuta
ai germi e che essa può essere evitata se i denti vengono accuratamente puliti
e controllati periodicamente dai dentisti. Vi è stato detto che i denti dei vostri
bambini debbono essere spazzolati fino a portar via lo smalto, al fine di mantenerli
sani. Questo metodo ormai è stato provato e riprovato per anni. Avete avuto
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modo di provare centinaia di spazzolini da denti consumandoli sui denti dei vostri
bambini. Avete comprato ed usato mille specie di paste dentifrice e di polveri
per i denti. Avete lavato e rilavato le loro bocche con antisettici. Li avete portati
regolarmente dal dentista per farli visitare.
Avete rispettato il programma di prevenzione talmente alla lettera, da spazzolare e rispazzolare i denti orizzontalmente e verticalmente, fino a scoprire gli
strati più profondi. Le gengive sono state recise, ipertrofizzate e congestionate; i
bordi gengivali sono stati scostati rendendo i denti più sensibili. A causa di un tale
abuso sui denti, i vostri bambini ora soffrono di carie, piorree e bocche con troppi
spazi vuoti.
Avete visto crescere e prosperare le industrie di paste dentrificie e di spazzolini
da denti; avete potuto osservare come i dentisti proliferino e si arricchiscano e
come crescano a vista d’occhio i vari specialisti. Ma i denti dei vostri bambini
non fanno che ammalarsi e la loro condizione peggiora di anno in anno. Non
avete fatto altro che costruire castelli in aria. Ascoltare dolci melodie di slogan
pubblicitari. Ma tutto questo non vi ha permesso di salvare i vostri denti e quelli
dei vostri figli.
Esiste una causa molto più profonda, per le carie dei nostri denti, di quella di
pochi germi che si posano sulla superfice dentale. Tale causa esercita un’influenza
malefica sulla crescita e lo sviluppo dei denti. Quella causa risale alla vita prenatale del bambino, nel momento in cui i tessuti dei denti hanno iniziato a formarsi
e svilupparsi.
Se cosı̀ non fosse, perchè molte volte accade che i denti nascano già completamente malati? Nascono piccoli, storti, sovrapposti, incavati, con cavità che
manifestano la loro debolezza e la loro struttura troppo fragile. Non potete negare
quanto sia comune riscontrare grosse cavità al momento della crescita dei molari,
soprattutto quelli permanenti. Purtroppo occorrerà molto di più di uno spazzolino o di un dentrificio o di una visita periodica dal dentista, per prevenire tale
condizione.
Circa quarantacinque anni fa, suggerii un nuovo slogan che potesse fare da
guida. Era questo: “Un dente ben nutrito non cadrà mai”. Non fu mai adottato,
forse perchè non lo si poteva sfruttare commercialmente e perchè la nostra gente
non ha dato retta a tale avviso. Che la causa della carie di un dente sia interna e
non dovuta agli “acidi della bocca” o agli ‘’acidi del cibo” è cosa risaputa, ma non
si è mai cercato di agire a tale proposito. Andiamo ora a vedere le basi di questa
asserzione.
È bene sapere in primo luogo che ogni dente (eccetto quello finto) è già formato al momento della nascita nella mascella. Per la verità, i denti iniziano a formarsi
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prima della struttura che li sostiene nel processo alveolare osseo. L’embrione appare non appena il ponte dentale si sviluppa dalle cellule dell’ectoderma, nella settima settimana di vita fetale. Verso l’ottava settimana, da tale ponte, cominciano a
differenziarsi le cellule dei denti temporanei provvisti di smalto. Queste strutture
invadono il sottostante mesoderma ed insieme formano la “papilla dentale” che
inizia a distinguersi verso la nona o decima settimana.
Le cellule dentali di tutti i denti caduchi sono definitivamente formate e le
parti smaltate dei denti permanenti appaiono durante la quindicesima settimana.
Verso la ventesima settimana si manifesta la calcificazione all’estremità degli incisivi, seguita dalla calcificazione dei canini e dei premolari che avviene nella
ventiquattresima settimana.
I primi molari permanenti, nella loro origine e nel loro sviluppo, seguono molto da vicino lo sviluppo dei denti temporanei! Circa verso la quindicesima settimana le parti smaltate fanno la loro prima apparizione e questo viene seguito dopo
circa due settimane, dalla formazione dei bulbi dentali. I follicoli dentali di questi
denti sono completi avendo iniziato la calcificazione al nono mese. Anche tutti
gli altri denti permanenti sono a questo punto in sede, e si calcificano durante la
prima infanzia. Cerchiamo di fare brevemente un riassunto: al momento della nascita tutti i denti temporanei sono definitivamente formati ed è in corso il processo
di calcificazione; i molari di sei anni sono formati e la calcificazione delle loro
corone sta per avvenire; tutti gli altri denti permanenti sono in sede ed attendono
la calcificazione che avverrà nei primi anni dell’infanzia.
È prima della nascita, nel momento in cui avviene la loro formazione, che
si dovrà iniziare a salvare i denti del bambino e dell’adulto. Se ciò non accadrà i pessimi risultati si verificheranno non solo all’apparizione dei nuovi denti,
ma anche più tardi nella vita dell’individuo. Una struttura predentale troppo
delicata, nella mascella dell’embrione, causata da una cattiva alimentazione
della madre, predispone i denti a carie e decadimento.
Una dieta scorretta ed una scarsa nutrizione dopo la nascita, porteranno facilmente a difetti della struttura dentale, sia in quella temporanea che permanente.
I mesi precedenti la nascita, e gli anni che precedono il periodo scolastico, sono
stati giustamente definiti gli anni d’oro per la prevenzione della carie dentale. Se
non si darà giusta importanza alla cura prima della loro nascita, essi saranno quasi
sicuramente destinati ad ammalarsi ed avere vita breve, soprattutto con la nostra
dieta moderna.
Queste sono le ragioni per le quali io dedico questo capitolo soprattutto alle madri. Questo affinchè esse possano nutrire e curare i denti del loro bambino
prima della nascita e durante l’allattamento. A loro vanno il compito e la respon¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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sabilità. Tali doveri non sono rivolti solamente al loro bambino, ma anche a sè
stesse. Se la madre non sarà in grado di fornire all’embrione gli elementi necessari per far si che egli cresca sano, la natura sarà costretta a togliere tali elementi dai
suoi stessi tessuti. I suoi stessi denti ne soffriranno e forse anche il suo sangue e
gli altri tessuti, perchè è compito della natura salvaguardare la salute del bambino
ad ogni costo, anche a spese della madre.
Nonostante una donna anemica possa, come spesso succede, migliorare il suo
stato fisico durante la gravidanza, se la sua dieta sarà povera o mancante di particolari sostanze nutritive, specialmente di ferro, non farà che divenire ancora più
anemica. Una donna normale che non segue una dieta bilanciata, sarà facilmente
soggetta all’anemia durante gli ultimi mesi di gravidanza.
La riserva di calcio, indispensabile al feto, dipende esclusivamente dal carattere e dalla qualità del cibo ingerito dalla madre. Un rifornimento di calcio
inorganico non è risultato di alcuna utilità per le partorienti. Solamente sali calcarei organici sono disponibili all’uso del corpo umano. La presenza di vitamine
è indispensabile all’assimilazione del calcio e del fosforo. A meno che la madre
non faccia uso di una dieta ricca di calcio, questo verrà estratto dai suoi stessi
denti e dalle sue ossa, a favore del feto. Il suo stesso calcio osseo verrà esaurito e
diminuirà la sua resistenza.
C’è un vecchio proverbio che dice, ≪un dente per ogni bambino≫. A questo si
potrebbe aggiungere ≪ad ogni bambino diverse carie≫. Un ricercatore britannico,
il dott. Ballantyne, durante uno studio condotto su centinaia di casi alla “Edinburgh Royal Maternity Antenatal Clinic”, scoprı̀ che il 98% delle donne in stato di
gravidanza, soffriva di carie dentali o infezioni. Il 93% di questo numero aveva
avuto una o più estrazioni. Più della metà (53%) di queste pazienti erano al di
sotto dei 25 anni di età. Una percentuale altrettanto alta fu riscontrata tra le donne
in stato interessante nelle nostre cliniche.
Del potenziale umano britannico durante la prima guerra mondiale si disse:
Per ogni nove uomini in servizio militare in Gran Bretagna, tre risultarono perfettamente sani, due risultarono deboli sia di salute che di forza fisica, tre furono
giudicati come rottami fisici e l’ultimo come invalido cronico≫. Le nostre donne,
come quelle inglesi, sono in uno stato altrettanto malandato, se non addirittura
peggiore degli uomini. Come potrebbe una specie tanto degenerata fisicamente
dare alla luce bambini sani e normali? Come si può pensare di supplire a tali
menomazioni fisiche con vaccini e sieri, farmaci o operazioni chirurgiche che non
fanno altro che debilitare ulteriormente il fisico? “Pillole rosa e rattoppi” non
potranno mai rimediare a tali difetti. Dovremmo risalire alle cause o cedere alla
disperazione.
≪
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI
del dott. H.M. Shelton
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Il dott. Percy Howe, del “Forsyth Dental Laboratories”, dell’Università di
Harvard, scrisse una serie di articoli sul Dental Digest del 1927. Le citazioni
riportate in questo capitolo, sono appunto prese da questa serie. Il dott. Howe
condusse degli elaborati esperimenti sulle carie (infiammazione ulcerosa delle ossa e dei denti), sulla piorrea ed altre malattie dentali, con particolare riferimento
al fattore dietetico. Egli scoprı̀, com’era già stato riscontrato, che bambini con
diete alimentari naturali hanno una dentatura sana, ma che se sottoposti a diete
carenti come quella attuale, acquistano tutti i difetti dell’uomo civilizzato. Peggiorando la dieta, peggiora automaticamente anche lo stato dei denti. Una
dieta normale (sperimentale) assicura lo sviluppo di denti, palato e ossa normali.
Egli ha confermato in pieno le teorie igienistiche a tale riguardo. Il dott. Howe
dice che ≪le deficienze che si manifestano nell’apparato dentale del bambino, sono generalmente il risultato di deficienze della dieta materna, prima della nascita
del bambino e durante il suo allattamento. È soprattutto un dovere di noi professionisti assicurare una buona condizione dentale della madre. La dieta che sarà
in grado di proteggere i denti della madre dalla pesante richiesta di calcio durante
tale periodo, è la stessa che assicurerà la giusta riserva di materiali per le ossa e i
denti del feto≫.
Quindi, Howe, si trova d’accordo con la teoria igienista, eccetto quando afferma che debba essere il dentista a prendersi cura della condizione dentale della
madre in stato interessante. Gli igienisti insistono invece sul fatto che le madri
in attesa debbano da sole occuparsi dello stato dei loro denti, attraverso una
dieta adeguata ed altri fattori sempre in relazione con la salute. Se questo non
avverrà, la natura si troverà costretta a togliere a lei il materiale necessario per
costruire l’ossatura del bambino. Il dott. Howe dice che: ≪In condizioni favorevoli i bambini sviluppano un cranio di proporzioni adeguate come pure un ampio
palato, e all’età giusta saranno in grado di ampliare volontariamente l’arco caduco permettendo la formazione della parte anteriore del palato permanente≫. ≪In
condizioni non favorevoli, lo sviluppo facciale del bambino viene ritardato, ed al
momento dell’uscita dei denti permanenti, questo causerà il mancato ampliamento del palato e di conseguenza un mal posizionamento dei denti. Tale deficienza
fisica può derivare da una o più cause, che agiscono insieme o separatamente
all’ereditarietà, mancanza di luce solare, malattie, diete povere, ecc.≫
Alcuni animali allevati in laboratorio con una dieta insufficiente, mostrano i
seguenti effetti: carie dentali, carie del cranio, carie alla mandibola, carie ad altre
ossa, distorsioni e malformazioni delle ossa come costole piccole e corte, cranio
piccolo e deforme, ecc. rachitismo, denti storti e malposizionati, naso deforme,
ecc.. Con carie si intende un decadimento o un’infiammazione ulcerosa delle ossa.
Il dott. Howe dice ancora: ≪Ogni animale privato di una quantità sufficiente di
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vitamina C per un periodo abbastanza lungo avrà uno sviluppo anormale. Avrete
probabilmente avuto modo di sentire come lo scorbuto fosse un malattia che colpiva maggiormente i marinai costretti per lunghi periodi di tempo a fare a meno di
cibi freschi. E forse credete che tale malattia sia ormai sparita. Rimarrete sorpresi
scoprendo che invece essa è ancora diffusa oggi, specialmente tra i ricchi ed i
benestanti. I sintomi non sono sufficientemente marcati e quindi non è facile diagnosticare tale malattia in breve tempo, ma essi sono tremendamente importanti
potendo essere la causa di un ritardo nella crescita, di deformazioni nella struttura
fisica, di un abbassamento di vitalità e di una particolare predisposizione a contrarre raffreddori e forme ancora più serie di malattie. Una delle vitamine con cui
lo scorbuto viene guarito è la vitamina C. In assenza di tale vitamina per periodi
lunghi si potranno riscontrare quei sintomi che spesso ritroviamo nelle famiglie
benestanti. ≪Molte delle colazioni tipiche, consumate sia da adulti che da bambini
consistono in frutta cotta, cereali raffinati, latte pastorizzato o crema e forse uova
e pancetta. In questo tipo di pasto ci sono certamente molti degli elementi necessari; non fraintendetemi pensando che io voglia screditare tali alimenti, intendo
solo far notare come siano completamente privi di vitamina C. Se tali alimenti
verranno somministrati per lunghi periodi di tempo ad una scimmia che vive in
una gabbia pulita, confortevole ed in ottime condizioni, state pur certi che essa
contrarrà lo scorbuto. Sicuramente se lasciata libera, non penserà mai di alimentarsi in tale maniera. Un pasto di questo genere potrà essere facilmente corretto,
magari sostituendo la frutta cotta con delle arance fresche, meglio se mangiate
prima di iniziare la vera colazione≫.
≪È stata adottata, per i nostri animali, quella che noi chiamiamo una ‘dieta
normale’ o ‘razione bilanciata’ ed abbiamo ottenuto come risultati una normale
crescita, uno stato fisico soddisfacente ed una normale riproduzione. In seguito abbiamo sottoposto una parte di questi animali ad un cambiamento di dieta,
comparandoli poi al primo gruppo che aveva continuato a nutrirsi regolarmente. Si è potuto notare che, eliminando completamente dalla dieta la vitamina
C, questi animali non sopravvivevano più di quattro settimane, anche se tale
dieta si poteva ritenere perfetta sotto ogni altro aspetto. Se a questa stessa dieta
si aggiungeva una quantità sufficiente di vitamina C, per continuare a tenere tali
animali in vita, si poteva assistere ai più straordinari cambiamenti. La morte dell’animale non sopravveniva immediatamente o completamente, come a seguito di
una mancanza totale della vitamina C, ma lentamente, progressivamente ed insidiosamente, coinvolgendo tutti i tessuti ossei, inclusi i denti. Finanche lo smalto,
ritenuto il più resistente tessuto del corpo, veniva danneggiato≫. ≪Quella forma
particolare di morte per fame che è lo scorbuto, annulla quelle parti organiche o
morbide delle ossa e dei denti. Nelle ossa e nei denti è presente una matrice o
struttura organica, e i sali minerali che danno consistenza e solidità, fanno parte di
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questo materiale organico. Tale struttura è presente anche nello smalto dei denti, e
l’evidenza dei fatti mi fa supporre che ci sia tanta più circolazione nello smalto di
quanto avessimo pensato. Se il corpo umano viene privato di una dose sufficientemente alta di vitamina C per un lungo periodo di tempo, accade qualcosa a questa
matrice che a volte può dar luogo a bolle rosse sparse per il corpo, o addirittura
alla rottura della matrice stessa≫.
Se al termine “vitamina C”, sostituiamo le parole frutta fresca e verdura cruda,
avremo una base pratica di lavoro che permetterà alla madre di nutrire intelligentemente sia il bambino che lei stessa. Non ci si può nutrire di “vitamina”, ma di
cibi naturali. Howe dice inoltre: ≪Abbiamo potuto notare che, con una deficienza
di vitamina C, non tanto grave da causare segni evidenti di scorbuto, la polpa del
dente di un porcellino d’India, subirà dei cambiamenti tali da pregiudicare la sua
salute e quella della dentina. Si avrà un restringimento violento tale da lacerare
i processi odontoblastici dei tuboli dentali e a volte l’apparire di un tale processo
di rottura può essere notato ai margini laterali della polpa dentale. Questo acceleramento del processo odontoblastico rende probabilmente impossibile il normale
adempimento delle funzioni odontoblaste, funzioni essenziali al metabolismo della dentina, che inizierà a deteriorarsi finendo per distruggersi completamente. Se
gli stessi cambiamenti avvengono nella dentatura umana, non credete che un dente sano sia in grado di porre maggiore resistenza agli agenti della carie di un dente
non sano? Dai nostri esperimenti abbiamo potuto riscontrare che una completa
mancanza di vitamina C danneggerebbe visibilmente gli odontoblasti in un
periodo di cinquantasette giorni≫.
Siamo stati in grado di constatare che subito dopo l’inizio della somministrazione di succo di arancia, la polpa, anche se incapace di tornare alla sua forma
naturale, è in grado di riacquistare alcune delle sue funzioni e di iniziare uno
sviluppo secondario della dentina, il quale potrà essere chiamato con il nome di
“tessuto della cicatrice dentale”≫.
≪
Gli animali nutriti con una dieta insufficiente, protratta fino a farli quasi morire, avendo subito gravi danni ai denti, migliorano una volta somministrato loro del
succo di arancia. Il dott. Howe afferma che durante le ventiquattro ore successive all’inizio della somministrazione del succo di arancia, la polpa dei denti
inizia a riacquistare la sua funzione di produttrice di dentina. Ho avuto modo
di riscontrare grandi miglioramenti nella condizione dentale di adulti sottoposti a
diete migliori. Howe dice che: ≪Una volta riacquistato l’equilibrio nutritivo, il
processo distruttivo può essere interrotto, e se questo non è stato troppo avanzato,
potrà essere addirittura guarito. Sarà possibile, prescrivendo latte intero, non pastorizzato, succo di arancia, e verdura fresca, ristabilire tale equilibrio anche per
quanto riguarda gli altri denti. Cercate di mantenere un basso tasso di proteine
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nella dieta. Un eccesso di proteine ha sempre portato grossi disturbi negli animali
sottoposti a sperimentazione≫.
Verso i cinque, cinque anni e mezzo di età, i denti da latte del bambino dovrebbero giù essere caduti per lasciare spazio a quelli permanenti. Se le cure e la
dieta adottata per il bambino sarà stata adeguata, questo sarà il normale processo
di crescita dei denti. Ma quante volte riusciamo a riscontrare tale sviluppo normale? L’arco della bocca è spesso troppo alto invece di essere ampio e piatto. Spesso
i denti permanenti non trovano posto sufficiente. Come risultato avremo denti
sovrapposti, ammucchiati, malposizionati ed irregolari. Saranno anche difettosi
come risultato dell’irregolarità dell’arco dentale.
In Inghilterra ed in Scozia esiste una percentuale dell’85% di bambini con
denti cariati. In America la percentuale dei bambini allattati fino al sesto mese,
o forse più, con latte materno, presenta il 42,6% di carie dentarie; se allattati con
latte materno al di sotto dei sei mesi, la percentuale sale al 42,9%. I bambini allattati con latte condensato zuccherato, presentano una percentuale di carie
dentale del 73%. Appare a questo punto evidente la vitale importanza dell’allattamento materno per un bambino. Ma è anche necessario, sapere scegliere la
giusta alimentazione per la madre.
Per quanto riguarda poi i bambini più grandi, essi avranno bisogno di cibi che
richiedono la masticazione, altrimenti i loro denti, se non usati, cadranno.
Al fine di ottenere una dentatura sana saranno necessari elementi come sole,
igiene e l’assenza di qualsiasi farmaco.
I denti sono parte integrante del corpo umano, e non bisogna considerarli quindi come entità a sé Essi fanno parte del sistema osseo del corpo, sono semplicemente una parte del più perfezionato sistema osseo e prendono parte alle infermità
dell’intero corpo umano. Un dente cariato non dovrà essere considerato come
una malattia locale, che non ha relazione con le condizioni fisiche generali, ma
piuttosto come effetto locale di cause che influenzano l’intero organismo umano.
A questo proposito possiamo dire che quei processi che causano difetti alla
dentatura di animali sottoposti ad esperimenti, molto spesso sono anche in grado di causare malattie in quasi tutte le altre parti del corpo. Una dieta scarsa di
elementi necessari al corpo umano, ad esempio, non danneggia solamente i denti,
ma spesso anche l’osso della mascella e a volte addirittura il cranio stesso. È stato inoltre provato, che se non si ha mai avuto modo di riscontrare una carie del
cranio, laddove veniva somministrata una dieta alimentare completa, questo si è
potuto riscontrare durante la somministrazione di diete insufficienti. La carie di
un dente non è altro che una parte della carie universale del corpo: tutte queste
carie non sono altro che il risultato della stessa causa. Non solo le ossa parteci¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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pano a questo deterioramento fisico, ma anche tutti i tessuti molli. L’assurdità
dell’attuale pratica di estrarre il dente cariato o quello con ascesso, a questo
punto non può che essere evidente.
Il dott. Howe dice: ≪Ci possono essere pochi dubbi sul fatto che la patologia riscontrata nella bocca sia indicativa di una patologia generale del corpo, ma
probabilmente essa non viene cosı̀ facilmente riscontrata in altre parti. Tali condizioni possono portare a nevriti, infiammazioni delle giunture ed altri sintomi di
oscure cause≫.
Prendendo per vere, e lo sono, tali considerazioni, si potrà oltre che preservare
la salute dei denti dei nostri figli, preservare la loro salute generale. Per esprimerci
in modo più corretto, diremo che assicurando ai nostri figli una buona condizione
fisica, preserveremo anche i loro denti. Allo stesso modo, una dieta corretta che
assicuri al nascituro una perfetta dentatura e quindi anche una condizione di salute
generale, sarà di aiuto anche alla madre. Con ciò l’intera questione della salute
della madre e di quella del bambino (compreso l’integrità dei suoi denti), potrà
essere risolta su una sola base operativa: quella dell’IGIENE NATURALE.
La moda dello ‘spazzolino da denti’ non è stata altro che la conclusione
delle assurdità e delle stravaganze della teoria dei germi. La carie fu attribuita all’azione sui denti di sostanze acide prodotte da batteri. Riferendo i
suoi esperimenti condotti sulle scimmie, alle quali furono prodotte carie dentali
attraverso diete insufficienti, e facendo inoltre riferimento alla teoria dell’acido
lattico della carie dentale, il dott. Howe dice: ≪Prima di esaminare gli effetti di
una mancanza di vitamina C sui denti delle scimmie, lasciate che vi ricordi che
tutti gli sforzi intrapresi per intaccare tali denti attraverso la fermentazione nella bocca, per lunghi periodi di tempo, somministrando ed iniettando
microorganismi associati alla carie, si sono rivelati nulli fino a che la dieta
somministrata agli animali era di tipo normale≫.
Gli esperimenti fatti dai dottori Howe e Hatch (1917) in America, e da Sir
Jamers McIntosh, Warwick James e Lazarus-Barlow che lavorando insieme in Inghilterra, cercavano di produrre carie dentali usando batteri di formazione acida,
risultarono tutti negativi. Il dott. Howe dice che: ≪Fino a quando si fa seguire
una dieta normale, è praticamente impossibile causare carie dentali o piorrea, sia attraverso la fermentazione nella bocca che la somministrazione o
l’iniezione di batteri, generalmente considerati responsabili della carie≫.
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Capitolo 22
MALATTIE COMUNI NEI
NEONATI E NEI BAMBINI
Attacchi ricorrenti di ogni malattia acuta tenderanno a far sı̀ che quella tale malattia divenga cronica. Mal di testa ricorrenti, crisi epatiche, brochiti, broncopolmoniti, indigestioni, reumatismi, raffreddori, ecc., rappresentano una condizione cronica la quale si manifesta attraverso crisi acute. Le malattie croniche,
anche se sempre presenti, non lo sono in egual misura e intensità. Esse hanno i
loro periodi di recessione e di esacerbazione – migliorano in alcuni momenti e
peggiorano in altri.
Mal di testa ricorrenti o crisi epatiche ricorrenti, tendono alla formazione di
reumatismi o alla formazione di tumori e cancri. L’individuo affetto da una di
queste crisi, dovrà essere indotto a cambiare modo di vita, e in particolar modo
le sue abitudini alimentari, solo cosı̀ sarà in grado di migliorare gradualmente la
sua condizione. Adottando un corretto modo di vita, egli non solo sarà in grado
di liberarsi delle sue attuali malattie, ma sarà in grado di prevenire anche quelle
future.
Dovremo comunque cercare di rimediare a tali affezioni ricorrenti, non
durante una crisi, ma bensı̀ negli intervalli, in quanto ogni sforzo e mezzo per
alleviare il dolore è generalmente solo un palliativo, a volte finanche deleterio.
Una cosa sarà bene tenere sempre a mente: la malattia è sempre in evoluzione, essa parte da stadi minori fino ad arrivare a cancro, tubercolosi o al morbo di Bright.
A questo punto non possiamo non comprendere l’importanza della prevenzione
dello sviluppo degli stadi minori di una malattia, attraverso un’adeguata cura dei
neonati e dei bambini. La pratica del “lasciare che le cose vadano per il loro verso” fino a che il bambino non si ammala e, solo allora, curare la malattia, è uno
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degli sbagli maggiori che si possa fare. Le malattie non hanno bisogno di cure, devono essere prevenute. Il trattamento presuppone uno sbaglio commesso in
precedenza, a cui serve porre rimedio. Dovrebbe essere ovvio, che questo modo
di agire non è certo ideale. L’educazione va molto oltre la semplice cura. Essa
anticipa l’eventuale effetto derivante da una data causa, e indica la strada della
prevenzione.
Il dott. Page chiese una volta ad un’anziana e intelligente signora: ≪Perchè le
madri si affannano tanto a rimpinzare di latte i bambini ogni tre ore, senza neppure
indagare se ne hanno realmente bisogno? Perchè si ostinano a purgarli, finchè
diventano stitici e si contorcono e urlano per i dolori delle coliche, e vengono
messi a pancia in giù perchè si liberino dell’aria prodottasi? A che serve tutto
questo?≫
A quella domanda la signora con molto buon senso rispose che ≪in tal modo le
mamme si sentono sicure di fare ciò che possono per il loro bambino≫. Il concetto
di fare qualcosa “per loro”, è il chiodo fisso di ogni madre, padre, infermiere,
medico; mentre invece dovrebbe essere quello di “lasciarli in pace”! I bambini
sarebbero molto più sani se fossero lasciati in pace, e morirebbero di meno se una
volta malati, si adottasse comunque la regola del “lasciarli in pace”. Il più delle
volte “fare qualcosa per loro” significa invece “fare qualcosa per noi stessi”. Il
gran numero delle sofferenze che vengono regolarmente causate da questo strano
modo di agire è incalcolabile.
La maggior parte delle madri desiderano per il loro bambino la forza fisica, la
bellezza e la salute, ma spesso non riescono nel loro intento, perchè violano tutte
quelle leggi della natura che sono in grado di controllare lo sviluppo della forza
fisica e della bellezza. Non solo violano tali leggi della natura, ma insegnano
anche ai loro figli ad agire allo stesso modo. In questo naturalmente vengono
molto aiutate dai padri, che spesso sono la causa di tali colpe fin dalla gravidanza.
I malati, sia giovani che vecchi, finiscono con l’essere viziati proprio dalle
persone che vogliono loro più bene, come i parenti e gli amici. È strano come un
genitore possa permettere al figlio qualunque capriccio che non si sognerebbe mai
di accondiscendere, se lo stesso bambino non fosse in quel momento malato. Sia
grandi che piccoli non impiegheranno molto a comprendere che facendo finta di
essere malati, possono ottenere ciò che sarebbe loro negato se fossero sani. Non
facciamo altro, in questo modo, che penalizzare la salute e premiare la malattia. I
genitori affettuosi possono dimostrare il loro affetto in due modi opposti. Erroneamente potrebbero ad esempio acconsentire a tutte le richieste che vengono fatte
loro dal bambino, non riuscendo a rifiutargli nulla oppure, ciò che a noi sembra
più sensato, agire sempre in modo fermo, cercando di guidare il ragazzo verso
giuste direzioni. Ci sono persone che si atteggiano a malati perenni, preferendo
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rimanere in uno stato di invalidità piuttosto che guarire e non ricevere più le attenzioni e le simpatie di chi le circonda. Tali persone non hanno nessun rispetto per
sè stesse e nessun senso di responsabilità. Esse possono essere considerate sofferenti di una forma di diatesi parassitica. I bambini accusando malattie di vario
genere riescono ad evitare la scuola e gli studi. L’amore e la gentilezza non implicano quella forma di crudeltà per cui assecondando le richieste del bambino al
momento si potrebbero in seguito provocare gravi disastri alla sua salute. Seguirli
ed amarli non significa necessariamente viziarli. Ciò che noi dobbiamo desiderare
per i nostri bambini è un carattere ed un fisico forte e non fare di loro dei nevrotici
“cocchi di mamma”.
≪Se riuscissimo a far capire ad un bambino – scrive Tilden – che la vita è una
continua lotta tra l’auto-controllo e l’auto-indulgenza, che il controllo è l’unico
mezzo sicuro verso il successo e la felicità, mentre l’indulgenza non può portare
ad altro che all’auto-distruzione, che lo scopo della vita non è quello di possedere
il mondo intero e perdere la propria anima, saremmo almeno riusciti a far sı́ che
nostro figlio non vada verso la vita azzardatamente. Egli avrà almeno la possibilità
di vivere libero ed essere autonomo dalla schiavitù della malattia. Noi veniamo
iniziati alla vita sin dal momento della nascita, attraverso esempi e precetti impariamo a comportarci di conseguenza, ma purtroppo questi spesso portano a farci
assumere abitudini che portano a malattie, inefficienza e vita breve≫. Review and
Critique, agosto 1936.
22.1 ENURESI NOTTURNA
(L’abitudine di urinare a letto). È lo svuotamento involontario della vescica durante il sonno. Lo svuotamento involontario è un fattore normale e naturale, sin
dalla nascita, fino a che il bambino non raggiunge un determinato stadio del suo
sviluppo, cioè nel momento in cui assume il controllo volontario delle sue funzioni. Bambini con nervi deboli, libereranno dell’urina involontariamente durante il
sonno fino a che non raggiungono il pieno controllo delle loro funzioni, a volte
anche dopo anni. Problemi di digestione, l’eccessivo nutrimento, il mangiare tra
un pasto e l’altro, un eccesso di cibi dolci o di liquidi, possono essere tutte cause
che provocano tale disturbo.
La cura per tale disturbo potrebbe benissimo essere quella adottata nelle malattie nervose. Potrebbe inoltre essere d’aiuto anche un periodo di due o tre giorni
di riposo a letto ed una dieta a base di frutta. Dovrebbe anche essere ridotta la
quantità di liquidi ingeriti durante la sera. Il Dott. Harry Clements scrive: ≪Il
bambino altamente sensibile che diviene vittima di questa malattia cosı̀ stressante
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può trovare molto difficile venirne fuori, e gli effetti di tali condizioni potrebbero
prolungarsi per anni. Se i genitori di tale bambino assumeranno un atteggiamento
stupido come quello ad esempio di sgridarlo o picchiarlo a causa di tale disturbo,
non faranno altro che peggiorare la situazione, intimorendolo e indurendolo tanto da farlo divenire un serio problema. Se i genitori al contrario cercheranno di
aiutarlo, dandogli più considerazione e più speranza, il bambino si libererà molto
presto e facilmente da questa abitudine, e non gli sembrerà poi cosı̀ tremendo farlo. Il bambino riuscirà a liberarsi da questa ossessione solo se aiutato a capire che
non è affetto da nessuna malattia, e soprattutto se non sarà impaurito dal manifestarsi di tale fenomeno. La sola cosa che potrà aiutarlo sarà l’auto-controllo e la
consapevolezza delle sue responsabilità che lo libererà da ogni peso, sia mentale
che fisico≫.
22.2 IL MANGIARSI LE UNGHIE
potrebbe essere soltanto un’abitudine priva di qualsiasi causa specifica, ma spesso è un sintomo di nervosismo. Fare riferimento alla correzione delle malattie
nervose.
22.3 L’ASMA BRONCHIALE
è una condizione catarrale, ed insieme alla febbre da fieno, è una delle cosiddette
malattie più facili da curare. Un digiuno o una dieta a base di succhi di frutta,
fino a quando il respiro non tornerà alla normalità e sarà libero da ogni rumore
anormale, seguiti da una cura adeguata e da una dieta corretta, saranno in grado
di guarire tale malattia anche nel caso di quelle diagnosticate come ereditarie.
L’asma che si sviluppa durante gli anni dell’infanzia o della giovane età sarà più
difficile da curare di quella che si manifesta in età più avanzata, ma con cure adatte
e persistenti sarà anch’essa in grado di guarire.
22.4 LA BRONCHITE
è un’infiammazione della mucosa dell’albero bronchiale. Non viene coinvolto
in questo caso il tessuto stesso dei polmoni. La bronchite è una condizione
catarrale dovuta ad un eccesso di grassi, zuccheri ed amidi.
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SINTOMI: le bronchiti acute presentano, come sintomi principali, un respiro
affannoso, una tosse secca ed acuta, e febbre. La temperatura corporea si aggira
intorno ai 101-102 gradi Farenheit (38-40 gradi). Nei bambini più grandi il respiro accelerato non sembra portare gravi problemi, anche se può causare un senso
di costrizione al petto, con relativo dolore allo sterno, soprattutto durante gli attacchi di tosse. Nei neonati invece tale respiro può provocare una difficoltà nella
respirazione stessa, e colorito bluastro.
IL MANUALE DI MEDICINA del dott. Wheeler parla cosı̀ a proposito del
trattamento della bronchite: ≪Al primo stadio della malattia si consiglia di usare
l’aerosol, esso dovrà contenere una soluzione di eucaliptolo o pino. Somministrare poi una purga salina fresca ed una mistura sudorifera. La tosse può essere
calmata (soppressa) con polvere Dover o con eroina, ma i narcotici tendono a reprimere il centro respiratorio e dovrebbero essere esclusi in presenza di cianosi
(colore blu); nel momento in cui l’espettorazione diviene più copiosa, si potrà
somministrare ammoniaca con senega e ipecacuana o ammoniaca e ioduro di potassio con paregorico. L’intensità può essere arrestata da ipo-fosfati tonici (atonici), ecc. In seguito gli acidi minerali saranno impiegati per diminuire l’espettorazione≫. Questo tipo di trattamento è sintomatico e soppressivo e soprattutto
dannoso. Viene impiegato senza neppure pensare lontanamente che la bronchite
ha una causa e che i sintomi non sono altro che processi riparatori. Tutto ciò
non è altro che la conseguenza di pratiche “voodoo”. Menti sane non dovrebbero
neppure lontanamente pensare di attuare tali riti.
CURA DEL PAZIENTE: fate sı̀ che il bambino abbia aria fresca in abbondanza. Se possibile fate stare il bambino all’aperto. Tenetelo caldo. Il calore è
molto importante. Non somministrate nessun cibo fino a che i sintomi saranno
scomparsi. Iniziate poi a somministrare al bambino succhi di frutta e frutta fresca,
e solo poco alla volta iniziate a fargli ingerire altri cibi.
Il riposo e la quiete sono componenti essenziali. Non disturbate il bambino;
ripetuti controlli della lingua, misurazioni dei battiti del polso ed altre procedure
simili, non faranno che esaurirlo. La lingua è ‘patinata’, il polso è accelerato, c’è
febbre. Questo ormai lo sapete, non c’è quindi bisogno di doverlo confermare costantemente. Cercate comunque di evitare riti ‘voodoo’, come vino di ipecacuana,
cataplasma di mostarda, impacchi di semi di lino, ed altre cose del genere.
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22.5 BRONCHITE CRONICA
Non è che il risultato di stimoli cronici e della soppressione di bronchiti acute
. . . Il paziente dovrà essere sottoposto a digiuno, o a dieta a base di succhi di
frutta fino a che i sintomi non saranno scomparsi, ed in seguito riportato ad una
dieta alimentare adeguata. Sarà indispensabile durante il digiuno o la dieta, che il
paziente riposi a letto.
22.6 CHOLERA INFANTUM
È un’infiammazione del canale alimentare dei neonati, che si manifesta prevalentemente nei mesi estivi. Questa malattia era molto più diffusa negli anni passati
che non ai giorni nostri e in quelle località dove i genitori erano più soggetti al
timore che il bambino potesse ammalarsi. Ciò non faceva altro che provocare ancora più panico, non tanto per la malattia stessa, quanto per i mancati mezzi con
cui curarla. Una volta, il tasso di mortalità, nei bambini di uno o due anni, era
spaventoso. Oggi tale malattia viene chiamata diarrea infantile; è un’epidemia
che si ripresenta ogni anno e, a causa delle cure omicide, il tasso di mortalità è
ancora molto alto.
SINTOMI: in genere i primi sintomi avvengono in brevissimo tempo, con
segni di irrequietezza, febbre che si aggira intorno ai 102/104 gradi Farenheit
(39◦ /40◦). È presente molta diarrea, i disturbi intestinali sono accompagnati da
“spossatezza”, e forti dolori. Il movimento intestinale sarà preceduto da conati di
vomito. Il male allo stomaco e tutti gli altri sintomi aumenteranno gradualmente
fino a quando il vomito non diverrà tremendamente violento. Il dimagrimento sarà
molto rapido, tanto da far perdere ai genitori e ai parenti ogni speranza di salvare il
bambino – non sapendo che il rapido dimagrimento è uno dei mezzi di salvezza
più potenti della natura.
Le viscere sono piene di gas, l’addome è molto sensibile, e ciò causerà battito
accelerato, respiro rapido e oppressivo e aumento di temperatura. Si presenterà
una forte arsura, che, ahimè, viene spesso interpretata per fame. Le feci presenteranno un colore giallastro e a volte quasi verde. Generalmente i bambini
in questo stato muoiono nel giro di 24 ore, oppure i sintomi diminuiranno nelle prime 24 ore, dopo di che inizia la convalescenza. Il dottor Tilden dice: ≪Il
colera infantile propriamente detto ha la durata di 24 ore; dopo di che, se il bambino non migliora, la malattia comincia a produrre altri disturbi come: catarro
gastro-intestinale, gastro-enteriti, disturbi estivi, diarree estive, gastriti, enterocoliti, diarree, dissenteria≫. Dice inoltre: ≪Se dopo 24 ore, il bambino è ancora
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vivo, i movimenti intestinali saranno ancora frequenti e conterranno più muco e
la febbre rimarrà sugli stessi livelli. La sete sarà tale che il bambino cercherà
qualunque cosa che possa soddisfarla. L’agitazione sarà caratterizzata dal ruotamento della testa da una parte all’altra, e dal gettare gambe e braccia da un lato
all’altro. A volte alcuni casi hanno inizio con convulsioni che possono portare
ad uno stato comatoso, e quindi alla morte≫. Molti di questi casi, soprattutto se
trattati in maniera errata, si tramuteranno in gastro-enteriti. Questo naturalmente
accade particolarmente in quelle zone dove l’estate è molto calda. Nei casi in cui
le gastro-enteriti seguono stati gravi di colera infantile, saranno facili delle ricadute, se la malattia non è stata inizialmente curata a dovere. Tali bambini saranno
soggetti a ricadute ogni una o due settimane. Il Dott. Tilden dice: ≪I dottori di 30
o 40 anni fa non pretendevano di curare questi bambini, essi si accontentavano del
fatto che i bambini riuscissero a sopravvivere fino all’avvento della stagione più
fredda≫.
Non era difficile in quei giorni vedere bambini sofferenti ridotti a veri scheletri,
aspettare la stagione fredda e, sfortunatamente morire prima che ciò avvenisse.
Come abbiamo già detto prima, tale malattia, passa attraverso uno stato di leggera
indigestione fino a culminare, nel giro di 24 ore in morte. La malattia è sempre la
stessa, cambia soltanto di grado.
CAUSE: il colera infantile è un caso di avvelenamento settico; la putrescenza deriva dalla putrefazione gastro-intestinale. È un avvelenamento ptomaine dato
da cure sbagliate e da cattiva nutrizione. Il corpo, se sano, è “potenziato da un
potere immunizzante”, e può, in molti casi, rendere innocue sostanze deleterie ingerite. Le secrezioni dello stomaco e dell’intestino si occupano ogni
giorno di tali sostanze. Ma a seguito di un’alimentazione errata, e di poca igiene,
non facciamo altro che annientare la nostra resistenza fisica, rovinando la digestione, e facendo sı́ che le sostanze in decomposizione producano veleni in eccesso, a
cui il potere immunizzante non può far fronte.
Spesso i bambini nascono con una predisposizione a disturbi digestivi. Le
madri spesso non si rendono conto, o anche se lo fanno non se ne preoccupano,
che se non hanno bene in mente il vero ideale di salute fin dal momento della loro
gravidanza, la resistenza fisica del nascituro sarà carente. Dopo la nascita, con
l’aiuto di professionisti indiscreti, i bambini sono soggetti ad eccessive cure, sono
nutriti troppo, e troppo spesso, troppo spesso lavati e super coperti. Tenuti in stanze male arieggiate, sono super-eccitati, privati del debito sonno, sono costretti a
sopportare il fumo degli adulti e soggetti a tante altre influenze che non fanno altro
che indebolirli e diminuire la loro resistenza fisica. Sono frequentemente nutriti
con gli stessi cibi di cui si nutre il resto della famiglia. Vengono spesso allattati
da madri super affaticate, super eccitate, super nutrite o malate. Sono costretti a
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vivere in città troppo affollate e afose, tra sporcizia, aria malsana, rumori costanti
e irritazioni nervose. Entrano in un mondo dove tutto è contro di loro.
Aggiungiamo a tutto questo gli altri abusi a cui sono soggetti: lassativi, purghe, paregorici, latte alterato, sieri vaccini e tutto ciò che fa parte di pratiche
“voodoo”. Contro l’avvelenamento risultante dalla decomposizione che avviene
negli organi digestivi, il corpo inizia una vera battaglia. Il vomito e l’evacuazione,
spesso guardati come nemici, non sono altro che misure difensive, mezzi della natura che permettono di espellere la materia in decomposizione. Le sostanze
putrefatte dello stomaco e dell’intestino non vengono assorbite; le cellule deputate all’assorbimento invece di assorbire i contenuti liquidi del tratto digerente,
invertono la loro funzione e riversano una grande quantità di liquidi – sangue
e siero – nello stomaco e nell’intestino, per diluire e neutralizzare la materia
in decomposizione espellendola attraverso il vomito e le feci. Questa grande
quantità di liquido lava l’intero canale alimentare, ed il veleno viene espulso. È
l’espulsione di questa grande quantità di siero, che causa il rapido deperimento
del bambino e la grande arsura, dando luogo ad una rapida disidratazione.
In tali condizioni l’assorbimento delle sostanze da parte dello stomaco e dell’intestino è nullo. In questi casi dar da mangiare al bambino sarebbe un grave
sbaglio. Non c’è alcuna possibilità di nutrire il bambino, dato che la digestione e
l’assorbimento sono impossibili.
CURA DEL PAZIENTE: non c’è alcun dubbio sul fatto che i casi più gravi
moriranno anche se sottoposti alle migliori cure, ma indubbiamente la maggior
parte dei decessi è data dai metodi omicidi adottati nel curare il bambino. Non
c’è cosa peggiore che somministrare cibo al malato al fine di sostenerlo fisicamente, somministrare farmaci per alleviargli il dolore, sonniferi per farlo
riposare ed altre medicine per sopprimere la diarrea o il vomito.
Non fate ingerire al bambino alcun tipo di cibo fin dal primo sintomo di
malattia. Questo è il rimedio per eccellenza. Spesso significa la differenza tra la
vita e la morte. Il genitore od il medico che fa interrompere la somministrazione
di cibo al paziente, combatterà una battaglia vincente fin dall’inizio. Il digiuno
è il miglior antidolorifico, aiuta a riposare ed a salvarsi la vita. Non c’è nessun
pericolo di morte per fame e non c’è nessuna possibilità di nutrire il bambino.
L’isolamento e la tranquillità assicureranno il riposo. Le droghe somministrate per indurre il paziente a dormire e riposare, non fanno altro che deprimere il
sistema nervoso, indebolire il fisico, diminuire la capacità di resistenza, favorire
l’insorgere di effetti postumi cronici, sempre nel caso in cui non portino alla morte. . . Separate il bambino dal resto della famiglia ed assicurategli un buon riposo.
Dategli tutta l’acqua (pura e semplice) che desidera, ma non somministrate mai
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cibo fino a quando tutti i sintomi della malattia saranno scomparsi (almeno i più
gravi). Tenete il bambino caldo, non lo fate arrostire, ma tenetelo caldo.
Non dovrete mai permettere che un medico somministri tonici (atonici)
per aiutare il cuore, questo non farebbe altro che uccidere il bambino. Il dott.
Tilden ci dice: ≪Se il bambino è gravemente ammalato, tutto quello che dovrete
fare è toglierli il cuscino da sotto il capo ed alzargli le gambe, tutto questo dovrà
essere fatto in modo da non disturbarlo, assicuratevi che ci sia abbastanza aria
pulita nella stanza, se necessario ponete vicino a lui qualcosa che lo tenga caldo
e lasciatelo solo. Qualunque cosa in più venga fatta, non farà che peggiorare la
situazione del malato≫.
Spesso i bambini malati per settimane e giorni vengono continuamente sollecitati a mangiare e a prendere farmaci. Essi dovrebbero invece essere sottoposti a
digiuno fino a quando il loro stomaco ed il loro intestino non sarà libero da ogni
sostanza, in seguito dovranno essere alimentati tenendo sempre presente quanto
riusciranno a digerire.
A questo proposito il Dott. Page dice: ≪Alcuni casi hanno dimostrato che, se
la madre del bambino sofferente di colera infantile, adotta una dieta più sana e
naturale, la guarigione sarà assicurata, senza dover ricorrere ad altri rimedi≫.
L’antica “Cura di congelamento” (Frost cure), consisteva semplicemente nell’attendere l’arrivo della stagione più fredda in grado di arrestare la decomposizione. Ma in questo modo molti bambini morivano perchè la cura non era in grado
comunque di correggere la causa del problema. Anche dopo l’arrivo del freddo
ed il conseguente arresto della diarrea, i veri fattori eziologici per ‘o erano ancora
presenti, per cui questi bambini spesso morivano di “malattie tipiche della stagione invernale”. Anche quei bambini che riuscivano comunque a sopravvivere
accusavano in seguito altri tipi di malattie tipiche degli adulti. Ciò è abbastanza
ovvio visto che la causa della malattia iniziale non era mai stata rimossa.
Il Dott. Richard C. Cabot scrive: ≪Una semplice diarrea o una forma acuta di
colite, negli adulti, generalmente scompare in sette/dieci giorni. I migliori rimedi
sono il digiuno, un ambiente caldo ed il riposo. Ciò che aiuta a guarire gli adulti
aiuterà anche i bambini ed i lattanti≫.
22.7 RAFFREDDORI
(riniti acute) rappresentano un processo di eliminazione vicaria. Essi non sono
causati da piedi freddi, aria umida, aria notturna, esposizione al freddo o al caldo,
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o da germi. Le due cause maggiori sono invece la pletora e l’esaurimento. La
pletora tende ad affaticare le funzioni vitali, avvelena il corpo e necessita quindi
di un processo di eliminazione compensatoria, cioè la malattia. Mangiare se si
è troppo stanchi, preoccupati, super-eccitati o in altre simili condizioni, cioè
quando la capacità digestiva è troppo bassa, non fa che avvelenare il sangue ed il corpo, richiedendo un processo straordinario di pulizia. Un eccesso
di zuccheri, grassi e latte, è la principale causa di raffreddori e condizioni
catarrali. Noi non “prendiamo un raffreddore”, bensı̀ facciamo sı́ che esso si sviluppi in noi. Il raffreddore in sè stesso, è una misura di salvezza, un processo di
eliminazione.
Molte malattie iniziano con un raffreddore, e molte si sviluppano una volta che
il raffreddore passa; questo ha portato alla teoria che il raffreddore prepara la via
ad altre malattie, perchè indebolendo il fisico, lo rende più vulnerabile agli attacchi
di malattie più virulente. Non c’è nulla di più lontano dalla verità. Se è vero che i
raffreddori sono causati da germi, non si capisce il perchè i germi meno virulenti
dovrebbero essere quelli che per primi abbattono la resistenza fisica, spianando il
passo a malattie ben più gravi come la paralisi infantile, il morbillo, la tubercolosi,
ecc. Io non sono affatto d’accordo con la teoria dei germi, e tantomeno con coloro
che usano la superstizione per impaurire la gente. Il signor Harter della “Defensive
Diet Leaugue”, elenca tutta una serie di malattie che secondo lui vengono prodotte
da un’infezione ‘spray’, dice inoltre: ≪Il germe si propaga attraverso una persona
che parla, starnutisce o tossisce; bisogna quindi sempre coprirsi il naso o la bocca
con un fazzoletto o con la mano≫. Questa non è altro che superstizione.
La teoria del germe non è altro che una teoria fortuita ed arbitraria. A questo
punto viene da chiedersi, come abbiamo fatto a sopravvivere prima della venuta
di Louis Pasteur? Senza battereologi o sierologi periremmo tutti di certo.
La medicina si accontenta di spiegare la causa della maggior parte delle malattie come dovuta a germi e si comporta di conseguenza. Prendendo per buona tale
spiegazione ci sono alcune domande importanti da porre. Il Dott. Tilden le ha cosı̀
elencate: ≪Perchè casi sporadici di malattie non si tramutano in epidemie? Come
può accadere che in una famiglia uno o due bambini vengano colpiti da difterite,
scarlattina, tifo, ecc. ed il resto della famiglia non viene contagiato? La risposta
dovrebbe essere che una volta che la malattia abbia attaccato una o due persone, le
altre automaticamente ne sono immuni. Non bisogna tra l’altro dimenticare che
i germi della scarlattina come pure quelli della difterite, erano già in regresso
anche prima della loro scoperta≫.
Tornando al raffreddore, esso si può manifestare in una o più fasi ricorrenti,
questo avviene quando la causa non è eliminata. Un raffreddore è spesso parte
di malattie acute, come la scarlattina o il morbillo, e può essere l’inizio del
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meraviglioso processo di purificazione messo in atto dal nostro corpo.
CURA DEL PAZIENTE: solo nel caso in cui il raffreddore si presenta come
sintomo preliminare di una più acuta malattia, il bambino dovrà ricevere immediate cure. Una qualsiasi malattia curata a dovere sin dal primo sintomo, non
diverrà mai pericolosa nè fatale. Sia se i sintomi saranno quelli di un “semplice
raffreddore” o quelli che precedono un attacco di tifo o di meningite, il bambino
dovrà essere messo a letto. Non si dovrà somministrare nessun tipo di cibo, eccetto forse qualche spremuta d’arancia, (sempre se non è presente la febbre), e dovrà
essere tenuto al caldo. Questo è tutto ciò che una cura dovrebbe comprendere:
riposo, digiuno e calore. Il riposo naturalmente include quiete e comfort fisico. L’aria fresca dovrà sempre essere elemento fondamentale. Nessun raffreddore
potrà durare a lungo se viene curato in questa maniera.
Sulfamitici, antibiotici ed antistaminici sono sempre stati reclamizzati come
cure fin dalla prima edizione di questo libro. Il medico saggio guarderà severamente a questi cosiddetti rimedi, ma purtroppo la maggioranza dei medici non
ha fatto altro che avvelenare, ed a volte uccidere migliaia di persone sofferenti. La maggior parte delle cosiddette cure non solo sono completamente prive di
ogni potere terapeutico, ma molto spesso non fanno che arrecare danni al fisico.
Se vorrete raggiungere dei buoni risultati nella cura di qualsiasi tipo di malattia,
indirizzatevi verso il metodo Igienico, non vi arrecherà di certo alcun danno.
22.8 LA COLICA
Il Dott. Page dice: ≪Quando il vasto pubblico dei lettori non può trattenere le risate dinanzi alla descrizione spiritosa di Mark Twain di genitori alle prese con bambini, vittime di coliche, dovrebbe solo per un momento pensare a quelle migliaia
di poveri bambini che piangono e si disperano, in preda ad attacchi di coliche, e
allora non credo che ci sarebbe molto da ridere≫.
Avete mai assistito ad un bimbo che si agita e si dispera durante una colica?
Avete mai assistito alla scena di genitori che non sanno come fare per alleviare
la sua sofferenza e che passano notti insonni cercando di placare quel pianto? Se
avete potuto assistere a tali scene saprete che non c’è proprio nulla da ridere.
Tutti sappiamo come sia frequente ai nostri giorni non fare altro che rimpinzare i nostri bambini di latte ogni tre ore, dar loro qualcosa da mettere nello stomaco
non appena accennano a piangere anche tra un pasto e l’altro, fino a che il bambino
non diventerà stitico ed inizierà a contorcersi ed a piangere dal dolore.
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SINTOMI: il fatto che il bambino agiti le gambe durante il pianto non è assolutamente una prova che abbia un attacco di colica. La maggior parte dei bambini
durante il pianto è portata ad agitare le gambe e a volte anche le braccia. I sintomi di un attacco di colica sono: dolore, flatulenza, emissione di gas, diarrea e
costipazione, feci di colore verdastro o cagliate, eruttazione, e a volte vomito.
CAUSE: a parte una eccessiva alimentazione (causa più comune), la colica
può essere prodotta da una infreddatura o da un eccessivo calore, o da ogni altro
agente che coinvolga la digestione. I bambini a cui non viene fatto ingerire troppo
cibo, che vengono tenuti asciutti e al caldo e che vengono lasciati calmi e soli, non
soffriranno mai di coliche.
CURA DEL PAZIENTE: l’unico rimedio per la colica è: non far ingerire
cibo al bambino fino a quando tutti i sintomi non saranno scomparsi. Una volta ristabilito, si dovrà provvedere all’adozione di una dieta adeguata. I dolori potranno
essere alleviati con un bagno caldo od un panno caldo poggiato sull’addome.
22.9 COSTIPAZIONE
Non è altro che il risultato di un intestino super-affaticato e stanco. La causa
principale è senz’altro un eccesso di cibo. Il costante ingerimento di una quantità troppo elevata di cibo, non può che condurre prima ad un super-affaticamento
da parte del colon, e in un secondo tempo all’inevitabile inefficienza delle sue
funzioni.
A parte la debolezza e la tossiemia, la sovralimentazione è la prima, ultima
e onnipresente causa della costipazione nei bambini. Una sovralimentazione è
sempre seguita da una digestione imperfetta, da flatulenza e disturbi intestinali. Il
numero dei grumi aumenta man mano che le feci si fanno più dure, secche o finanche granulose. Il bambino a cui sarà somministrata una dieta alimentare adeguata
non soffrirà mai di tale disturbo. Le autorità mediche generalmente ritengono che
la causa principale della costipazione sia la “mancanza di cibo”. Ma appare chiaro
che in tale circostanza non si possa parlare di costipazione. Infatti in questo caso
l’intestino non funziona, semplicemente perchè è vuoto o quasi. Devo ammettere,
comunque, che sono stato positivamente sorpreso dal fatto che consultando alcuni
recenti testi medici, ci si cominci a rendere conto delle vere cause della costipazione infantile. Uno di questi testi, scritti da autorevoli pediatri come Morse, Wyman
e Hill, dichiara: ≪In ogni caso la costipazione è uno dei mali minori a cui sono
soggetti i bambini allattati con latte materno, e non dovrà destare nessuna grande
preoccupazione. La maggior parte delle madri danno un’eccessiva importanza a
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questo problema, visto che non apporta gravi danni al bambino. Bisogna ricordare, a tale proposito, che non è assolutamente necessario che il bimbo evacui ogni
giorno, e che la consistenza delle feci varia molto da bambino a bambino≫. Ci dispiace constatare come questi autorevoli specialisti non pensino allo stesso modo
dei bambini allattati artificialmente.
Il secondo libro scritto da Belle Wood Comstock, dice: ≪Se l’intestino del
bambino non accenna a muoversi durante le ventiquattro ore, non preoccupatevi. La pazienza è generalmente tutto ciò di cui abbiamo bisogno; se il bambino
sta bene e non presenta altri disturbi, dategli la possibilità per un giorno di prendersela con calma. L’ansietà e la confusione non provocherebbero altro che casi
di costipazione cronica. Non dovete fare altro che attendere, e soprattutto non
precipitatevi a somministrare lassativi≫.
Ho visto bambini andare avanti per tre giorni senza evacuare e non riportare
alcun danno.
I genitori non dovrebbero mai ricorrere a lassativi anche se suggeriti dai loro
medici. Le purghe sono la principale causa di costipazione cronica. Esse indeboliscono l’intero tratto intestinale, intaccano le sue secrezioni, lasciandolo
arido e stanco. Morse-Wyman-Hill dicono: ≪Grande attenzione dovrà essere
data all’uso sia di supposte che di clistere, stando molto attenti che questa non
divenga una brutta abitudine. Sarà molto facile abituare il bambino a tali rimedi
correndo il pericolo di non poterne più fare a meno≫.
Il dott. Page dice: ≪A volte l’evacuazione è assente per un giorno o due, ma
in questi casi l’uso di purgativi o iniezioni risulterà completamente errato. Un
cambiamento della dieta o del clima potranno influire sul bambino. Abituando
il bambino a consumare tre pasti completi al giorno, bisognerà attendere almeno
quattro giorni, prima che l’intestino ricominci a funzionare normalmente≫.
Anche se generalmente non suggerisco mai l’uso del clistere come aiuto intestinale, ci sono dei casi in cui i grumi del latte presenti nelle feci sono talmente
grandi, da non permettere al bambino di espellerli senza un aiuto. In questi casi
sarà bene aiutarlo con un clistere a base di acqua calda.
22.10 CONVULSIONI
Ci sono pochi altri casi, oltre alle convulsioni, che creano panico e terrore in un
genitore. Nonostante ciò, le convulsioni in sé stesse, non sono pericolose, ed è
una cosa molto fuori dal comune che un bambino possa morire di convulsioni. Le
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convulsioni in un bambino spesso sono indizio di un sitema nervoso molto debole.
Anche cause minori potrebbero favorire l’insorgere di convulsioni in alcuni bambini. È molto facile che tale stato possa sfociare in epilessia. La maggior parte dei
bambini non avranno mai di questi disturbi, mentre altri avranno degli attacchi ad
intervalli frequenti, se il loro sistema nervoso sarà particolarmente sensibile.
Attacchi di convulsioni potranno manifestarsi durante febbri alte o all’inizio
di una di quelle malattie, cosiddette infettive, ma per la maggior parte dei casi
questi attacchi saranno dovuti a disturbi digestivi, dovuti ad una troppo abbondante alimentazione. A volte potranno presentarsi dopo la soppressione di eruzioni
cutanee.
CURA DEL PAZIENTE: a debellare la causa occorreranno la prevenzione ed
una cura adeguata. Smettete immediatamente di somministrare cibo al bambino,
e non dategli nessun tipo di medicina. Mettete il paziente a letto davanti ad una
finestra aperta e lasciatelo solo. Non disturbatelo e tenetelo caldo.
Nel 1929 andai a visitare un bambino che, mi dissero, stava morendo. Una
volta arrivato, trovai il bambino in preda a delle convulsioni. La madre era seduta
su una sedia con il bambino in braccio, gridava e piangeva dicendo: ≪Oh, il mio
povero bambino. Oh, il mio povero bambino!≫. Presi subito il bambino dalle sue
braccia e lo stesi su un tavolo, su cui era stata posta una coperta, davanti alla porta
aperta. Quasi immediatamente i movimenti convulsi cominciarono a regredire,
gli occhi, rivolti all’insù, tornarono nella loro posizione naturale, la testa, che
prima era piegata all’indietro, presto tornò a rilassarsi, ed il bambino cominciò a
guardarsi attorno. Quindici minuti dopo il bambino dormiva.
Venni a sapere più tardi che il bambino aveva preso una tazza di caffè un’ora
prima dell’attacco, a causa del ritardo fatto dal lattaio nel consegnare il latte. La
povera donna ignorante, aveva cercato di supplire il latte con il caffè. Naturalmente la causa delle convulsioni non era che da attribuire all’avvelenamento da
caffeina.
22.11 LARINGITE DIFTERICA
Questa malattia è comune nella prima infanzia. Maggiormente soggetti sono i
bambini scrofolosi e pletorici. Molti bambini ne soffrono specialmente nella stagione invernale. Un eccesso di caramelle, cioccolate, grassi, latte, cibi fritti, pane,
cereali, zuccheri, sciroppi, ecc. tende a produrre questa malattia. Nel passato, la
laringite difterica fu divisa in membranosa e non-membranosa. Quella membranosa è quella che oggi chiamiamo difterite. Esse si differenziano soprattutto per
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due caratteristiche: la difterite semplice è di natura catarrale, ed è il risultato di un eccesso di carboidrati; quella membranosa è di natura sierosa, ed
è il risultato di un avvelenamento da proteine. L’avvelenamento da proteine è
molto più virulento di quello da amidi.
SINTOMI: la laringite difterica è un’infiammazione catarrale della laringe. È
una condizione allarmante ma non seria. I sintomi si presentano in genere verso
la mezzanotte con una tosse violenta, secca e fioca. Nei casi più gravi il bambino
avrà difficoltà di respirazione tanto da sembrare che faccia degli sforzi sovrumani per riuscire a respirare, spesso sarà presente uno stato febbrile. Sarà difficile
che il genitore non sarà preso dal terrore svegliandosi e trovando il bambino, apparentemente sano la sera prima, in preda ad attacchi di tosse, con difficoltà di
respirazione ed un colore bluastro sul viso. Nonostante si sia abituati a vedere
degli attacchi di laringite difterica, non potremo far a meno di restare paralizzati dal terrore. Le condizioni del bambino miglioreranno molto presto, ed egli
tornerà a dormire, tanto che la mattina dopo ci sembrerà di aver avuto un incubo.
Uno stomaco sovraccarico quasi sempre sarà causa di un attacco di difterite.
Anche il respirare vicino una fonte di calore come una stufa od una fornace provocherà tali attacchi. Il bambino che dorme in una stanza ben ventilata, con molta
probabilità non accuserà mai tali sintomi.
La difterite è spesso causata da una cattiva alimentazione e da poca igiene. I
bambini troppo grassi saranno quelli maggiormente soggetti. L’errata credenza
che le cause siano aria troppo fredda e piedi bagnati, è soltanto superstizione.
CURA DEL PAZIENTE: i bambini più predisposti a tale malattia saranno
quelli nutriti con diete troppo ricche, e che vivono in ambienti poco ventilati. Se
sarà cambiata loro la dieta, e gli ambienti dove essi vivono saranno più ventilati,
sicuramente la malattia scomparirà per sempre. Non si dovrà mai permettere ad
un bambino di mangiare troppo, soprattutto durante le ore serali.
Non c’è nessun particolare trattamento da adottare durante un attacco di difterite. Bagni caldi o pezze calde applicate al torace saranno sicuramente i rimedi
meno pericolosi, ma comunque inadatti e di molto poco aiuto. Le “crisi” dureranno solo pochi minuti, ed il vero trattamento dovrebbe solo essere quello di
riordinare le abitudini del bambino in modo che non si ripresentino più. L’antica
regola vigente al tempo di Galeno secondo la quale il trattamento doveva avvenire durante le pause tra un attacco e l’altro, dovrebbe essere adottato anche ai
giorni nostri.
Al primo attacco di difterite interrompete immediatamente ogni tipo di cibo, e non date al bambino altro se non acqua fresca, o acqua con spremuta di
arancia o pompelmo, per almeno tre giorni. Cercate di porre subito rimedio in
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quanto anche un caso sporadico di attacco di difterite, potrebbe essere l’inizio di
uno stadio ben più grave di malattia. Sarà facile riscontrare che gli attacchi sono
più ricorrenti durante le ore notturne, durante il giorno il bambino vi sembrerà
normale, senza neppure un segno di raucedine, fino al sopraggiungere della sera.
Le cure più diffuse in questi casi sono: impacchi caldi di semi di senape, vino o sciroppo di ipecacuana, emetici, clisteri, inalazioni di cloroformio, vapori
di trementina, inalazioni ed operazioni alle adenoidi. Nessuno di questi rimedi
sarà utile in questo caso, e non farà che danneggiare ancora di più l’organismo,
educando il bambino ed il genitore all’uso di comuni palliativi, al posto di un’igiene di fondo che impedisce il sorgere di malattie. Tutti questi palliativi non
fanno altro che abituare l’essere umano ad essere sottomesso alla malattia,
togliendo ogni senso di responsabilità individuale.
22.12 LARINGISMO STRIDULO
LARINGOSPASMO DELLA GLOTTIDE
È una affezione spasmodica della trachea che chiude la glottide e provoca soffocamento. Il parossismo avviene ad intervalli irregolari. Durante queste crisi
il paziente sembra veramente in preda al soffocamento, tanto che spesso la crisi può sfociare in convulsioni. In presenza di pianto o tosse, il parossisma può
considerarsi ormai passato.
Questi sintomi possono sembrare più gravi di quanto essi siano, e sono più
frequenti nei bambini sofferenti di rachitismo. Le cause più frequenti sono emozioni, indigestioni o altre influenze eccitanti od irritanti. Sono rari i casi in cui la
crisi può essere fatale.
CURA DEL PAZIENTE: il parossismo dura in genere pochi secondi, ma può
presentarsi frequentemente. Il riposo, la tranquillità ed il calore sono indispensabili. La vera cura consisterà nel correggere la dieta alimentare del bambino, l’igiene
personale ed il rachitismo.
22.13 DIARREA
Può essere dovuta ad una serie di cause. Ambienti troppo riscaldati o troppo
freddi ed un super-eccitamento, potranno essere cause determinanti. Le feci si
presenteranno più o meno normali a parte la loro consistenza.
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CAUSE: la causa principale sarà sicuramente l’indigestione. Razioni troppo abbondanti di latte produrranno diarrea. Un eccesso di grasso produrrà feci
giallognole o verdi, ed a volte quasi oleose. Saranno spesso rancide ed acide, e
tenderanno ad irritare le natiche del bambino. Le feci conterranno muco e grumi
di latte. Un eccesso di zucchero darà alle feci un colore verdastro ed un odore
acido. Preparazioni di destrina-maltosa produrranno colore marrone tendente al
giallo. La presenza di sangue nelle feci sarà chiaro segno di infiammazione acuta.
All’apparire di grumi di latte o di un colore non normale nelle feci, sarà consigliabile diminuire subito la quantità di cibo somministrata al bambino. Se si
avranno segni di indigestione, bisognerà immediatamente sospendere ogni tipo di
cibo. Solo in assenza di febbre, se richiesto dal bambino, si potrà somministrare
qualche spremuta di frutta, altrimenti l’unica cosa che il bambino potrà bere, sarà
l’acqua fresca. Sconsigliabili sono: olio di ricino, latte di magnesia, carbonato di
sodio, clisteri, ecc. L’unica cura dovrà essere il riposo, un ambiente caldo e
quiete assoluta; da evitare cibo, medicine, ecc.
Il dott. E.B. Lowry dice: ≪Un altro metodo per prevenire la diarrea estiva,
è quello di porre un indumento di lana attorno l’addome, indipendentemente da
quanto caldo possa fare≫. Questo tipo di tortura ci sembra veramente inadatto,
è un altro metodo usato da quelle persone che tendono a favorire abitudini da
malato, ed a incrementare l’industria farmaceutica.
Alcune autorità mediche consigliano di somministrare del latte bollito durante
la stagione estiva al fine di prevenire la diarrea. Il latte caldo non fa che causare
costipazione, questa è la ragione per la quale viene consigliato anche come cura
per la diarrea; si adotta quindi l’antica regola secondo la quale “l’importante è
curare il male del momento, senza preoccuparsi poi di procurarne altri”. La cosa
che ci spaventa è che tali metodi vengono approvati da eminenti specialisti, che
pubblicano poi le loro teorie su quei testi su cui tutti siamo portati ad informarci.
22.14 DISSENTERIA
Infiammazione dolorosa delle mucose del colon, colite acuta accompagnata da
febbre del tipo “tifoide”. L’intestino è affetto da una sensazione di appesantimento
chiamata: tenesmo.
Le cause sono le stesse che provocano il colera infantile e dovrà essere curato
allo stesso modo.
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22.15 INFIAMMAZIONI DELLE ORECCHIE
L’otite media è, secondo le autorità mediche, una infiammazione molto comune nei lattanti e nei bambini. Questo sarà pure vero, ma solo per quei bambini
alimentati in un certo modo, e non per quelli che seguono diete IGIENICHE.
SINTOMI: possono essere dolore alle orecchie ed a volte anche perdita di
liquido. I primi sintomi nei bambini saranno febbre, pianto, ed irrequietezza. Sarà
facile vedere il bambino portarsi la mano all’orecchio. Spesso nei casi in cui non
appare il dolore appare febbre.
CAUSE: secondo la credenza popolare la causa principale è da attribuire al
freddo. L’otite media è un’estensione del catarro, che passa dalle trombe di Eustachio all’orecchio medio, ed è dovuta alle medesime cause che provocano ogni
tipo di catarro, in ogni parte del corpo.
CURA DEL PAZIENTE: il più delle volte la fase peggiore non dura più
di poche ore e, anche causando molto dolore, non comporta nessuna perdita di
liquido e nessun pericolo.
L’antica credenza, ma non tanto antica, era quella di porre qualcosa di caldo
sull’orecchio dolorante. Foglie calde, pezze calde, sabbia calda, ecc. Ricordo
mio padre che cercava di porre rimedio al mio dolore, accendendo la sua pipa
piena di tabacco, coprendola con una pezza, e appoggiandola al mio orecchio. In
questo modo non faceva altro che mandare fumo caldo dentro il mio povero orecchio dolorante. Stabiliamo innanzi tutto che ciò che sembra momentaneamente
far passare il dolore, non è certo la sostanza che utilizziamo, bensı̀ il calore stesso. Infatti oggi queste pratiche sono state sostituite da bottiglie di acqua calda, o
lampade emananti calore. È vero che il calore aiuta a far diminuire il dolore, ma
dubito della sua proprietà benefica. Inoltre non si può certo pensare in tal modo di
eliminare la causa della malattia, anzi, secondo me, non facciamo che peggiorare
la situazione.
Il bambino dovrà invece essere messo a letto, e non gli si dovrà essere somministrare alcun tipo di cibo, fino a che il dolore non sarà passato. Passata la crisi,
dovremmo cercare di correggere le abitudini del bambino (la sua dieta e l’igiene) in modo di assicurargli una salute perfetta. Non cercate in alcun modo di
siringare le orecchie, nè di immettere alcunchè all’interno di esse.
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22.16 ERISIPELA
È dovuta ad infezioni settiche del bambino a causa di scarsa igiene. Non saranno
di alcun aiuto sostanze irritanti, saponi, stimolanti alcolici e tutti i farmaci in generale. L’unica cura che potrà aiutare il bambino è una dieta a base di succhi di
frutta o il digiuno.
22.17 FEBBRE
È generalmente presente quando esiste un avvelenamento (non dovuto a farmaci), dovuto a decomposizione all’interno degli intestini. Ciò significa una
presenza di cibo putrefatto che avvelena il corpo. Significa anche che bisogna
sospendere qualsiasi tipo di nutrizione, fino a quando l’intestino non sarà completamente pulito. Nulla dovrà essere ingerito dal bambino se non acqua pura. Se vi
sembrerà che il bambino abbia fame non abbiate dubbi: è solo sete.
Se verrà dato del cibo al bambino febbricitante, questi lo vominterà immediatamente; è la natura stessa in questi casi a suggerirglielo. Dando dell’altro cibo
non farete che avvelenarlo ulteriormente.
La febbre, il vomito e la diarrea, non sono che mezzi della natura per
liberare il corpo dalle sostano velenose. Non esiste in loro nessun pericolo,
il vero pericolo potrebbe consistere nel dare al bambino cibo, medicinali ed
ogni altra sostanza che non sia acqua. Non dovrete in nessun caso permettere ad alcun medico di somministrare sostanze che riducano o sopprimano la
febbre. Nel momento in cui gli animali – giovani o vecchi che siano – si ammalano, non fanno altro che smettere di mangiare. L’unica cosa che essi chiedono
è calore, quiete e digiuno, a volte interrotto solo da poca acqua. Nel momento
in cui essi riprendono a mangiare, state pure certi che sono in via di guarigione.
Per i bambini vale lo stesso discorso: acqua, calore, quiete. Il corpo non ha, in
questo momento, alcun bisogno di cibo, perchè tutte le sue funzioni digestive ed
assimilative sono sospese, l’unica cosa di cui potrebbe aver bisogno è di acqua. A
volte la natura rifiuta finanche l’acqua, e si difende con il vomito.
“In tutti gli stomaci ammalati – dice il dott. Tilde – specialmente in quelli
affetti da tifo o colera infantile, è presente un’irritazione dovuta ai cattivi effetti
della decomposizione, il vomito e la nausea non sono che misure conservative≫.
Ci rivolgiamo quindi ai genitori pregandoli di non far ingerire al bambino malato
alcun tipo di cibo durante la malattia, é di non aver paura di farli digiunare. Per
ogni giorno di digiuno, essi avranno in cambio un giorno in più di salute.
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22.18 DIGRIGNARE I DENTI
può essere segno di nervosismo o indigestione. Se la causa è l’indigestione il
bambino sarà portato a piangere tutta la notte. Una delle cause potrebbe anche
essere il mangiare tra un pasto e l’altro. Alcuni pensavano e pensano tuttora che
una delle cause possono essere i vermi, ma tali persone non devono conoscere
proprio nulla sull’alimentazione dei bambini. Il rimedio a tale disturbo è evidente:
correggere la dieta alimentare del paziente, e porre rimedio alle eventuali cause di
nervosismo.
22.19 ERNIA
È spesso presente nei bambini e nei lattanti. A volte si attribuisce al pianto prolungato del bambino, ma per quanto mi riguarda non ho mai avuto modo di riscontrare nel pianto la causa di questa malattia Secondo me una delle cause principali
è invece un abuso di cibo.
Cura del paziente: interrompete subito pasti sovrabbondanti e fate fare al bambino degli esercizi fisici. Rivolgetevi comunque a specialisti pratici di ginnastica
correttiva.
22.20 INDIGESTIONE
Questa è una malattia comune tra i bambini ed i lattanti.
SINTOMI: i primi sintomi di una indigestione sono: nervosismo, irritabilità,
alito cattivo, disturbi intestinali, lingua patinata, piedi freddi, costipazione, coliche, orticaria, sonnolenza, digrignamento dei denti durante il sonno, eccesso di
saliva.
CAUSE: causa principale dell’indigestione è la debolezza fisica. Altre cause
comuni potrebbero essere: diete alimentari troppo abbondanti od errate, supereccitamento, ambienti troppo riscaldati o troppo freddi, troppe manipolazioni,
zucchero, caramelle, gioco eccessivo, mangiare tra un pasto e l’altro, mangiare
quando si è troppo stanchi o troppo eccitati, ingerire amidi prima del secondo
anno di età, saltare i pisolini pomeridiani, medicine, troppi succhi di frutta (alcune madri sembrano voler far fare il bagno ai loro figli dentro i succhi di frutta).
Nella nostra era, l’eccesso di cibo sembra ormai essere diventato il male del se¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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colo. Molti bambini giocano troppo e troppo violentemente, e questo non fa che
innervorsirli e renderli isterici, fino a portarli ad un vero e proprio indebolimento
fisico.
La dentizione non provoca l’indigestione, ma questa può essere provocata da
difficoltà di dentizione. La dentizione è un processo naturale e indolore, ma in
bambini non sani essa può essere difficile e dolorosa. Le gengive possono divenire
gonfie e doloranti, tanto da provocare il pianto nel bambino.
CURA DEL PAZIENTE: in presenza di dolore, febbre, vomito, nausea, alito
pesante, diarrea e perdita di appetito, qualsiasi tipo di cibo dovrà essere immediatamente sospeso. Se al bambino manca l’appetito, esso sarà sicuramente malato o
troppo stanco. Non dovrà essere forzato a mangiare per nessuna ragione. La mancanza di appetito è un buon espediente per rimanere sani. Molte malattie hanno
inizio proprio con la mancanza di desiderio di cibo.
Il bambino che presenta sintomi di indigestione dovrà essere messo a letto, al
caldo. Dovrà essere lasciato solo nella più completa quiete, non gli si dovrà somministrare alcun tipo di cibo fino a quando tutti i sintomi saranno scomparsi. In
genere dopo ventiquattro ore il bambino potrà ricominciare a mangiare. Se al suo
risveglio egli sarà sorridente, buono di umore e con l’alito profumato, vorrà dire
che può riprendere l’alimentazione. Se però dopo le ventiquattro ore di digiuno
il bambino si sveglierà piangendo, se sarà particolarmente irritabile ed il suo alito non sarà fresco, allora sarà meglio prolungare il digiuno per altre ventiquattro
ore. Se sarà necessario sarà consigliabile prolungare il digiuno anche per diversi
giorni, cioè fino a quando tutti i sintomi della malattia non saranno scomparsi.
Generalmente le madri sono molto impazienti e somministrano cibo al bambino
troppo presto, tanto da prolungare l’indigestione. Cercate di dare al corpo il tempo necessario per liberarsi di tutto il cibo eccessivo, e di tutte le tossine da esso
provocate. In ogni caso il bambino dovrà essere tenuto al caldo, sia durante il
digiuno che in altri momenti.
Le madri e tutte le altre persone che si prendono cura del bambino, dovrebbero
essere in grado di riconoscere per tempo i sintomi che precedono, accompagnano
e seguono un’indigestione. Costipazione, gas intestinali, un eccesso di urina, uno
stato di crescente malcontento, grumi bianchi nelle feci dei lattanti, feci dure, ecc.,
sono tutti sintomi che indicano che il bambino, ricevendo troppo latte, ha difficoltà
di digestione. Le madri non dovrebbero attendere che il bambino stia veramente
male per decidersi a fare qualcosa, esse dovranno dimezzare la razione di latte da
dargli e continuare cosı̀ fino a quando gli intestini non riprendono il loro normale
funzionamento. Purtroppo siamo sempre stati abituati a preoccuparci troppo del
cibo e ad avere una grande paura della morte per inedia, tanto da rimpinzare i
nostri figli fino a farli star male. Non c’è cosa che ci spaventi di più che vedere
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un bambino non aumentare di peso o addirittura perderlo.
Voglio quindi ripetere ancora una volta, che l’unico rimedio all’indigestione è
la correzione delle abitudini alimentari e cioè: diminuire le razioni di cibo, evitare
di far mangiare il bambino tra un pasto e l’altro e sospendere immediatamente
le poppate notturne. Evitate assolutamente di far ingerire amidi ai bambini al
di sotto dei due anni, eliminate completamente gli zuccheri, le caramelle e tutte
quelle sostanze dannose al loro fisico. Fate sı̀ che il bambino non venga troppo
eccitato e non si stanchi più del normale; assicurategli il giusto riposo e sonno.
Anche per i bambini più grandi l’indigestÃone dovrà essere curata allo stesso
modo, se essi soffrono di tale malattia la colpa sarà solo vostra. Non somministrate mai al vostro bambino bicarbonato di sodio, olio di ricino, latte di magnesia,
pepsina, acido cloridrico, pancreatina, sali biliari o altre droghe comunemente
usate nella cura delle indigestioni. Tutti questi espedienti non sono in nessun caso
in grado di rimuovere le vere cause della malattia.
22.21 ITTTERIZIA DEL NEONATO
Circa il 20% dei neonati danno segni di tale malattia durante la loro prima settimana di vita. I medici generalmente la chiamano “icterus neonatorum”, nome
usato soprattutto per spaventare i poveri genitori!
Di solito, durante i primi giorni di vita, il bambino comincia a diventare giallognolo ed i genitori di conseguenza si preoccupano. Tale condizione aumenta gradatamente e gradatamente diminuisce. In genere essa ha la durata di tre, quattro
giorni fino ad arrivare ad un massimo di una settimana o due. Il colore giallastro
appare dapprima sulla pelle del viso e del petto, e in un secondo tempo sulla parte
bianca dell’occhio (congiuntiva), infine sul resto del corpo. Il colore della pelle
varia da un giallo spento ad un giallo scuro, quasi marrone.
Tale condizione non è allarmante, non è mai fatale, e non ha bisogno di cure.
22.22 MASTOIDITE
È un’infiammazione della mastoide, una piccola parte del cranio posta subito
dietro l’orecchio.
SINTOMI: si presenta con un dolore fortemente localizzato e con una fra-
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gilità dell’apofisi mastoide, con febbre più o meno alta, e in alcuni casi con la
formazione di pus.
CAUSE: in tutti quei casi in cui il mal d’orecchie (otite media) viene curato
con calore, strofinii, siringhe, ecc. e nei casi in cui le cause della malattia vengono
ignorate, come di solito avviene, l’infiammazione potrà estendersi all’osso poroso dietro l’orecchio, il mastoideo. Questo naturalmente non avviene nella stragrande maggioranza, grazie alla natura sempre impegnata a limitare l’estensione
delle infiammazioni. La mastoidite non si manifesterà mai come conseguenza o
complicazione di un’otite media, essa comparirà solo nei casi in cui il mal d’orecchio non sarà adeguatamente curato, ma solo momentaneamente soppresso e poi
dimenticato.
CURA DEL PAZIENTE: in genere, l’espediente più diffuso è l’operazione.
Questa è una procedura molto pericolosa e mai consigliabile. In tutti i casi essa
potrà essere curata con il riposo, il calore, il digiuno e l’aria pulita.
22.23 NERVOSISMO
È molto diffuso oggi tra i bambini. Solo i genitori, gli insegnanti, gli infermieri,
i medici e tutti coloro che sono spesso a contatto con i bambini, possono sapere
quanto questo disturbo sia frequente. Il doti. Tilden dice: ≪Sono molto fortunati quei bambini che nascono e vivono con genitori normali, in un’atmosfera di
pace e tranquillità. Anche genitori nevrotici, isterici o particolarmente emotivi,
potranno avere la fortuna di generare figli con un sistema nervoso normale, ma
sarà molto più probabile che i loro bambini nascano irritabili ed emotivamente
fragili. I bambini sono portati ad imitare i comportamenti dei genitori, e divenire
come loro. I bambini nati da genitori nevrotici saranno sempre vittime di eccessi
di amore e sfoghi di rabbia, di paure e bravate, di eccessive attenzioni e di completo disinteresse. Anche le funzioni più naturali come il nutrirsi, il dormire ed
il giocare diverranno oggetto di troppe ed eccessive attenzioni. La vita di questi
poveri bambini diviene di conseguenza troppo complessa e non dovremo quindi
meravigliarci se essi avranno come conseguenza disturbi nervosi e fisici≫.
Il bambino nervoso sarà irritabile e di cattivo umore, sempre scontroso e capriccioso. Il suo sonno sarà agitato e non ristoratore, raramente profondo. Il suo
appetito sarà capriccioso, la sua lingua spesso patinata ed il suo alito cattivo. Generalmente il suo peso sarà al di sotto del normale e non riuscirà ad aumentare
di un chilo, nonostante gli sforzi per farlo mangiare. Potrà a volte accusare qualche decimo di febbre o presentare segni di apatia e nei casi più gravi, enuresi,
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diarrea, vomito e altri segni di disturbi fisici. I bambini particolarmente nervosi
non hanno generalmente uno sviluppo normale e non appaiono molto agili. Molti
di loro potrebbero essere per un periodo di tempo anche troppo vivaci, ma questo
stato non dura molto, mostreranno presto i segni di un fisico non perfettamente attivo ed una perenne stanchezza fisica. Presenteranno difetti fisici come
spalle ricurve, torace piatto, deviazione spinale troppo accentuata, ginocchia
deboli, ecc.
Il dott. Harry Clements dice: ≪In tutti i casi le condizioni del tratto alimentare
saranno anormali, nelle forme più gravi i pazienti saranno affetti da quel disturbo conosciuto come vomito ciclico. Durante tali attacchi il bambino apparirà
prostrato, il suo viso non avrà colore; le labbra saranno rosse ma secche, la struttura muscolare del corpo si presenterà totalmente rilassata. L’alito sarà cattivo e
l’intestino estremamente diarroico o stitico≫.
CURA DEL PAZIENTE: è evidente che ci troviamo di fronte a casi che
richiedono molto studio e molta pazienza considerando che le cause principali di
tale malattia, sono generalmente di carattere ereditario.
Il dott. Clements astutamente dichiara: ≪È ovvio che limitarsi a guardare la
lingua del paziente e prescrivere un lassativo, come era d’uso fare tempo fa, non
sarebbe di aiuto nè per il bambino, nè per i genitori che non vedrebbero risolto
il problema≫. Sarà necessario invece uno studio approfondito delle condizioni fisiche e psichiche del bambino, facendo riferimento alle caratteristiche ereditarie.
Molto importante sarà esaminare la sua dieta alimentare, il suo sonno, i suoi contatti sociali i suoi studi e gli sforzi mentali a lui richiesti. Dovrà essere affidato a
persone più che competenti, in questo caso l’educazione è fondamentale; dare in
cura un bambino sofferente di malattie di carattere neurologico a specialisti mediocri, sarebbe la rovina completa del paziente. Una delle cause più frequenti che
irritano il sistema nervoso dei bambini è l’attuale metodo scolastico che obbliga
gli studenti a passare ore ed ore chiusi in stanze mal arieggiate e troppo riscaldate.
Impaurire i bambini con storie di orchi e lupi, per poi lasciarli da soli a dormire in
stanze buie, chiuderli per punizione dentro stanzini bui e isolati, non sono che metodi criminali. I genitori colpevoli di tali crudeltà dovrebbero essere severamente
puniti.
Dice il dott. Clements: ≪Il bambino nervoso soffre nell’avere contatti con
gli adulti, che non fanno altro che trasmettergli le loro paure, sgridarli e criticarli
continuamente≫. Il bambino nervoso ha invece bisogno di comprensione, gentilezza, fermezza e di cure migliori. Nulla aiuta di più questi bambini che una dieta
salutare e una vita all’aria aperta. A volte, se le condizioni del bambino sono particolarmente critiche, si dovrà immediatamente toglierlo dalla scuola. I genitali
dovranno essere accuratamente puliti per rimuovere qualsiasi eventuale irritazio¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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ne. Di vitale importanza saranno il sonno ed il riposo. Si dovranno assolutamente
vietare droghe, sieri, tonici, caffè, cacao, cioccolata, operazioni alle tonsille e alle
adenoidi, ecc.
22.24 DITA NEL NASO
È il risultato di un’irritazione alle narici. È sintomo di stato catarrale. Curare il
catarro.
22.25 POLMONITE
È un’infiammazione dei tessuti polmonari. Esistono due forme:
Broncopolmonite presenta piccole macchie sparse nei polmoni. Questo è il tipo
più comune, specialmente tra i bambini più piccoli.
Polmonite lobare è un’infiammazione di un lobo o più parti del polmone. È più
comune fra i bambini di età maggiore.
La polmonite non è mai presente in quei bambini curati intelligentemente. È
una malattia seria nei bambini inferiori a tre anni. I casi di mortalità sono meno
frequenti nei bambini che negli adulti.
SINTOMI: l’attacco generalmente avviene improvvisamente anche se a volte può essere preceduto da un raffreddore o da una bronchite seguiti da qualche
decimo di febbre. In poche ore si svilupperà un dolore acuto nella parte anterioreinferiore del petto, e la respirazione sarà faticosa. Seguirà una tosse secca ed il
muco presenterà delle striature di sangue. Dopo il primo giorno l’espettorato sarà
di colore giallo-arancio o color prugna. Le pulsazioni sono più rapide come anche
il battito cardiaco. Gli abusi medici non mancano neanche in questi casi, nonostante la maggioranza dei medici ammetta che non esiste una cura precisa
per questa malattia. A questo proposito i dottori Morse-Wyman-Hill dicono:
≪Non esiste alcuna medicina in grado di curare la polmonite. Molti bambini sono
morti a causa di troppe cure e troppe medicine inutili. Le due cose importanti
che una madre deve ricordare, sono che troppe medicine e troppe attenzioni
fanno più male che bene e che non esiste alcuna cura per la polmonite. Essa
dovrà fare il suo corso ed il bambino dovrà sconfiggerla con le sue forze≫.
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Non c’è una parola in questa citazione che non si possa applicare in tutte le
cosiddette malattie. Ogni malattia deve fare il suo corso, ed il fisico dovrà liberarsi
di essa con le sue sole forze. La malattia in sè stessa è un mezzo riparatore – si,
anche la polmonite lo è!
Sir William Osler dice: ≪Non esiste nessun trattamento specifico per la polmonite. I giovani medici devono capire che spesso sono più dannose le medicine
somministrate per curare che non la malattia stessa≫. Certamente! Ma sentite ora cosa afferma nel suo Principio e Pratica della Medicina (Principles and
Practice of Medicine): ≪Il dolore procurato dalla malattia può essere tanto acuto
da richiedere iniezioni ipodermiche di morfina≫. Inoltre egli suggerisce: salassi,
sieri, digitale, digitalina, stricnina, canfora, caffeina, muschio, alcol, infusi salini,
applicazioni calde e fredde, borse di ghiaccio, ecc.ecc. Farmaci ed applicazioni
per calmare il dolore e la tosse, ridurre la febbre, alleviare il delirio, controllare
la pressione sanguigna, sostenere il cuore (deprimerlo), allentare il nervosismo,
sono tutti trattamenti sintomatici e soppressivi che insieme al cibo non fanno
altro che uccidere il paziente.
Oslmer dice inoltre: ≪Il cibo somministrato dovrà essere liquido, consistente
principalmente in latte, sia assoluto, che unito a cereali e uova, sia bollito che
non≫.
Il dott. Richard C. Cabot dice: ≪Una persona sofferente di polmonite non ha
bisogno altro che di aria fresca e buona assistenza. Ciò che un medico può fare
in questo caso è molto poco. Circa il 25% degli adulti muore di questa malattia,
ma in genere la colpa non è mai da attribuire al medico curante. Nei bambini
l’aria fresca e pulita sarà di molto aiuto, ma i bambini è risaputo che reagiscono
molto meglio degli adulti comunque≫. Io non sono molto d’accordo sul fatto che i
medici non siano da incolpare nei casi di morte del paziente. Sono invece convinto
che nel 90% dei casi, soprattutto nei più giovani, la colpa è proprio dei medici.
Date uno sguardo ai loro programmi di cura in quei casi dove è risaputo che non
esistono mezzi per curare la malattia, e ditemi se vi piacciono tali metodi del “non
far niente”.
Fino a pochi anni fa si asseriva che uno dei rimedi migliori contro la polmonite fossero i sulfamidici. Poi questi furono rimpiazzati dalla penicillina che da
qualche anno a questa parte sta riscontrando grande successo. Come si può essere
tanto ostinati da poter pensare che un veleno possa ridonare la salute e non
invece uccidere? Questi entusiasmi passeggeri porteranno presto a qualche altra
favolosa scoperta!
CURA DEL PAZIENTE: aprite porte e finestre o portate il paziente all’aria
aperta, sospendete ogni tipo di cibo e somministrate solo acqua. Tenete il paziente
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al caldo – sarà consigliabile una bottiglia di acqua calda ai suoi piedi – lasciatelo riposare. Non lo disturbate, assicurategli pace e tranquillità, lasciatelo solo e
lasciate che si rimetta.
Per l’amor di Dio non somministrate alcuna medicina e non permettete a nessun altro di farlo, non ne avete il diritto. Non permettete a nessun medico di fare
degli esperimenti su vostro figlio.
Quando la febbre sarà scomparsa, quando i polmoni saranno puliti e non ci
sarà più tosse, somministrate al bambino del succo d’arancia. Tenetelo a letto per
almeno una settimana. Il riposo è molto importante. Tenete il bambino a dieta
di succo d’arancia il più possibile, dopo di ciò iniziate a somministrare della frutta fresca gradualmente fino a ritornare alla dieta abituale. Per quanto riguarda i
lattanti si potrà iniziare a somministrare un po’ di latte materno dopo la dieta a
base di succo di arancia. Non ci saranno conseguenze come pleurite, empiema,
endocardite (infiammazione cardiaca) artrite acuta, meningite o itterizia se i suggerimenti sopraindicati saranno scrupolosamente seguiti. In nessun caso la malattia porterà complicazioni come polmonite cronica, ascessi e cancrena, disturbi
mentali o tubercolosi.
22.26 CONGIUNTIVITE PURULENTA DEL NASCITURO
Questa affezione, chiamata “oftalmia neonatorum”, è il risultato di un’infezione
settica degli occhi al momento della nascita. È causata dal contatto degli occhi
del bambino con le secrezioni vaginali della madre, nel momento in cui il nascituro passa attraverso il corpo della stessa. I sintomi sono meno violenti, e le
conseguenze meno gravi dei casi di congiuntivite purulenta negli adulti.
I medici dividono le fonti della malattia in tre gruppi: infezione da stafilococco; da pneumococco e gonococco. Il più virulento di questi tre germi è il
gonococco (nella gonorrea oftalmica). La gonorrea e l’endometrite purulenta (infiammazione nell’interno dell’utero) sono considerate le fonti principali del’infezione. Un giorno forse si comprenderà che la leucorrea può generare sufficiente
putrescenza da infettare l’occhio e gli occhi del nascituro. In verità, Gould e Pyle
dicono: ≪Casi gravi di questa malattia sono stati provocati da secrezioni di vaginiti non-specifiche≫. Una madre pulita non potrà mai infettare il suo bambino.
Una madre non troppo pulita che irrigherà attentamente la sua vagina prima
e durante il parto ridurrà in larga misura il pericolo di infezioni.
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L’attuale pratica adottata da medici ed infermieri di rompere il “sacco amniotico” non appena avviene l’allargamento del collo dell’utero, priva il bambino di
parte del suo naturale isolamento durante il passaggio, ed indubbiamente aumenta
il rischio di infezioni. La stessa cosa avviene per i parti asciutti. Secondo i medici
molti di questi casi sono dovuti alla gonorrea presente nella madre e che, come
dice il dott. Cabot: ≪Gli ostretrici dovrebbero mettere negli occhi dei nascituri
degli antisettici in modo da prevenire le infezioni≫. Ma come si può pensare che
tale pratica possa dare dei buoni risultati se almeno la metà dei casi di cecità è
proprio dovuta alla Oftalmia Purulenta Infantile?
SINTOMI: I sintomi sono generalmente meno violenti e meno rapidi della
Oftalmia purulenta negli adulti. Pochi giorni dopo la nascita (da due a sette giorni) del bambino le palpebre iniziano a gonfiarsi ed arrossarsi, e presentano una
secrezione purulenta. Il gonfiore aumenta sempre più e la congiuntiva presenta
grandi infiltrazioni. La secrezione appare sempre più densa e di colore giallo o
verde. Lo stato più acuto della malattia ha la durata di quattro/cinque giorni dopo
dei quali si passerà ad un periodo abbastanza lungo ma durante il quale i sintomi
della malattia andranno regredendo.
La cornea ne sarà affetta. Se l’affezione della cornea sarà tale da rivelare una
cicatrice sulla pupilla, potrebbe esserci il pericolo di cecità. Anche se la cicatrice
risulterà piccola, potranno esserci seri danni alla vista.
La prima cosa che un medico fa, se chiamato a visitare un caso di questo tipo,
è richiedere un esame batteriologico. Basta un’occhiata e la diagnosi è presto
formulata. Perchè, dunque, un test batteriologico? Perchè dal suo punto di vista
la causa può essere dovuta ad uno dei diversi tipi di organismi. Il trattamento sarà
comunque lo stesso se si tratta di stafilococco, di pneumococco o di gonococco o
qualche altro cocco? Perché, dunque, il test? Perchè, chiedo?
PROGNOSI: sotto cura medica in genere questi casi hanno bisogno dalle sei
alle otto settimane per ristabilirsi, sempre che non sopraggiungano complicazioni,
come la blenorrea cronica (secrezione purulenta) e la cecità, come spesso avviene
in seguito ai metodi soppressivi impiegati. Le autorità mediche affermano che:
≪la prognosi dipende dalla gravità e dalla natura dell’infezione e dal momento in
cui il paziente è entrato in cura≫. Il dott. Cabot dice: ≪Se la malattia ha attaccato
gravemente l’occhio del bambino, esso avrà bisogno di un ricovero in un ospedale
dove sarà sottoposto a trattamenti radicali, altrimenti correrà il rischio di perdere
la vista parzialmente o peggio, totalmente≫. Il pericolo di cecità viene fortemente
ridotto grazie a cure radicali sin dai primi sintomi della malattia. D’altro canto il
dott. Trall afferma che: ≪Le comuni lozioni usate per pulire gli occhi dei bambini
spesso non fanno che aggravare le condizioni del paziente deformando le pupille
o rovinando la vista≫.
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PREVENZIONE: questa può essere riassunta in due parole: pulizia e salute. Una madre in stato interessante dovrebbe prestare molta più attenzione alla
pulizia e alla sua igiene personale. Una madre in salute e pulita non potrà certo
infettare il suo bambino. Si è sempre affermato che dando alle madri in attesa
tutte le informazioni necessarie per garantire il meglio al loro futuro figlio, esse
si adoperano e collaborano al fine di ottenere i migliori risultati possibili. Questo
purtroppo è solo parzialmente vero. Una donna non migliora le sue abitudini solo
per il fatto di sapere di attendere un figlio.
La pulizia degli occhi del bambino è molto importante. Il problema è che
spesso sia le madri che le infermiere non sanno come farlo esattamente. Le infermiere vengono istruite su come sterilizzare e non su come pulire gli occhi. Il dott.
Tilden dichiara: ≪Se gli occhi fossero sempre tenuti puliti (non quasi puliti) non
ci sarebbe motivo di continuare a medicarli con medicine o disinfettanti per prevenire malattie come la oftalmia del neonato o l’infiammazione gonorreica, come
se fosse dato per scontato che tutte le madri debbano essere affette da gonorrea.
La gonorrea è una malattia dovuta a sporcizia e avrà termine soltanto quando il
genere umano avrà finalmente imparato l’arte della pulizia (non la quasi pulizia)≫.
Gli occhi dovranno essere tenuti puliti con acqua tiepida, usando cotone assorbente e non i soliti asciugamani. Gli occhi e la bocca, l’ano ed i genitali, non
dovrebbero essere mai puliti con asciugamani; sono i genitori che dovrebbero
imparare a tenere i loro figli puliti e non fidarsi degli infermieri poco coscienziosi.
Il dott. Tilden dice: ≪Sono molto poche le madri che sanno veramente come
tenere puliti i loro figli. Se tutti impareranno questo, ci saranno molti meno casi di
bambini ciechi, sordi e con forme catarrali. Le malattie della pelle scomparirebbero se si abrogassero vaccini e sieri responsabili di paralisi infantili, meningiti,
epilessia e reumatismi≫. Egli dice inoltre: ≪Sarà tempo che le madri si preoccupino di più dell’Igiene dei loro bambini e passino meno tempo a pregare, perchè
non sarà certo la preghiera che li preserverà dalle malattie≫.
CURA DEL PAZIENTE: un’azione immediata e persistente sarà indispensabile affinchè si possano prevenire infezioni o possibili ulcerazioni degli occhi.
Il miglior mezzo è l’igiene. Il gonfiore delle palpebre tende a far chiudere gli
occhi, la secrezione tende ad appiccicarli e a non permettere lo spurgo, ed
è questo il vero elemento di pericolo. Le palpebre dovranno essere aperte e
l’occhio accuratamente pulito ogni due ore, sia di notte che di giorno. Non
si dovrà permettere allo spurgo di rimanere in loco e divenire settico. Uno degli
elementi di salvezza dell’occhio è proprio lo spurgo. I medici in genere prescrivono soluzioni di nitrato d’argento, di acido borico, di cloruro di mercurio e di altri
antisettici per gli occhi. Nei casi più gravi vengono prescritti impacchi di ghiaccio
fino a sopprimere l’infiammazione.
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L’applicazione di ghiaccio sulle palpebre e sugli occhi ha le seguenti controindicazioni: sopprime il processo infiammatorio, riduce il numero dei corpuscoli
bianchi, devitalizza i tessuti, riduce la resistenza alle infezioni, e molto probabilmente indebolisce le secrezioni antisettiche. Aggiunto tutto ciò al frequente
impiego di antisettici che a loro volta devitalizzano i tessuti e diminuiscono la
naturale resistenza alle infezioni, si favorirà il diffondersi dell’infezione stessa.
L’applicazione di borse di ghiaccio, sopprimendo l’infiammazione, ristabilisce ed
aiuta meglio a pulire gli occhi. Essendo il drenaggio e la pulizia i fattori fondamentali, ciò costituisce un evidente beneficio. In ogni caso, quindi, bisognerà
considerare i fattori negativi e quelli positivi cercando di scegliere la soluzione migliore. Laddove l’infiammazione non è tanto grave da interferire materialmente
con il drenaggio, l’uso di impacchi di ghiaccio dovrà essere sicuramente evitato. Dove invece il drenaggio è completamente assente, allora l’uso di impacchi
di ghiaccio dovrà essere preso in considerazione come male minore. Tale pratica
comunque non è che un mezzo di soppressione, dovrà quindi seguire una cura
appropriata.
Sottili tamponi di cotone dovranno essere posti sugli occhi (o sull’occhio nel
caso che sia infetto uno solo) assicurandosi che questi non facciano troppo peso
sulle palpebre. Piccoli pezzetti di ghiaccio dovranno essere posti sull’ovatta, e sostituiti, se necessario. Questa operazione dovrà essere ripetuta solo fino a quando
l’occhio non riacquisti il suo naturale potere di spurgo, e non sia perfettamente
pulito. Il dott. Trall avvisa: ≪Gli occhi dovranno essere puliti più volte durante il
giorno, prima con acqua tiepida, poi gradualmente con acqua fredda≫.
Alcuni fanno uso di succo di limone, mentre altri ricorrono ad antisettici. Il
dott. Trall consiglia invece una soluzione di acqua e sale. Se non si è completamente liberi dalla paura dei germi, una soluzione di argyrol e forse quella meno
dannosa da impiegare, anche se probabilmente troppo forte.
Per quanto mi riguarda potrebbe bastare dell’acqua calda, ma la paura dei
germi ha talmente contagiato l’umanità, che nessuno fa ormai affidamento solo
all’igiene nel prevenire tutte le forme di infezione. Trall ed altri vissuti prima della teoria dei germi, hanno sempre consigliato ed adottato la semplice
acqua calda per pulire gli occhi, riportando grandi risulati.
L’unico vero rimedio è l’igiene. Non si dovrà impedire alle secrezioni di avere
libero sfogo, e forarne l’assorbimento una volta divenute settiche. Si dovrà cercare di mantenere una condizione asettica il più possibile, fino a quando il malato
non sarà completamente guarito. Questo è tutto ciò che noi dovremmo fare, sarà
poi la natura a ristabilire le funzioni. La vigilanza non dovrà essere allentata in
nessun momento e per nessuna ragione. Nel caso in cui un solo occhio sia malato,
bisognerà fare molta attenzione affinchè l’infezione non arrivi ad intaccare anche
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l’altro occhio, la bocca o il naso. Non si dovrà permettere al bambino di toccarsi
gli occhi con le mani e poi portarle alla bocca.
22.27 OCCHI IRRITATI
(congiuntivite catarrale) - è un’infezione catarrale delle membrane delle palpebre
e dei globi degli occhi.
SINTOMI: i primi sintomi in genere sono bruciore e sensazione di aridità degli occhi, come se ci fosse qualcosa all’interno. Segue in genere un rigonfiamento
delle palpebre ed una abbondante secrezione prima di acqua, poi di muco e muco
misto a pus. Somministrare cibo e medicine in genere non fa che peggiorare la
situazione e prolungare la sofferenza.
CAUSE: l’indebolimento fisico e la tossiemia sono in genere le cause di una
condizione catarrale che coinvolge le superfici mucose degli occhi. Eccessi di sciroppi, zucchero, caramelle, pane, cereali, ecc., sono le cause principali di questa
condizione catarrale. Generalmente tale condizione diviene di tipo cronico per le
cause che spesso sono croniche.
CURA DEL PAZIENTE: sospendere immediatamente il cibo fino a che l’infiammazione permane. Tenete gli occhi sempre puliti usando solamente acqua
tiepida evitando antisettici, acido borico, sapone o ogni altra sostanza. Una volta passata l’infiammazione, somministrare al bambino del succo di arancia fino a
quando tutti i sintomi non saranno scomparsi. In seguito nutrire appropriatamente.
Le congiuntiviti croniche dovranno essere curate allo stesso modo anche se
richiederanno un tempo maggiore. Digiuni brevi e ripetuti, accompagnati da diete
molto rigide aiuteranno a porre rimedio alla malattia definitivamente.
22.28 BOCCA IRRITATA
(afta, mughetto, stomatite cancerosa). Viene generalmente suddivisa in cinque tipi
differenti di stomatite, i quali rappresentano diversi gradi di malattia. È il primo
sintomo di avvelenamento da acidi, e di scorbuto.
La stomatite catarrale è una semplice infiammazione di una parte o dell’intera superficie della bocca. In genere si presenta durante il periodo della dentizione
ed è il risultato di un’alimentazione errata e di poca igiene. Potrebbe anche dare
febbre, ed è generalmente presente nei casi di malattie gastro-intestinali.
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La bocca si presenta secca, calda e rossa con un aumento di flusso di saliva.
La lingua è sporca ed in genere sono presenti diarrea o costipazione, arsura e una
leggera febbre. L’allattamento è abbastanza doloroso e sarà meglio evitarlo. Tale
condizione persiste generalmente per tre, quattro ed a volte sette giorni. In questo
caso, sciacqui orali di calomelano e di alcalino non sono da sconsigliare.
L’afta è uno stato aggravato di stomatite catarrale. È presente l’iperemia (eccesso di sangue) nella membrana mucosa della bocca, e delle piccole vesciche
giallognole comunemente chiamate pustole. È un’affezione limitata ad una sola
parte della bocca ed è dovuta a poca igiene e a diete alimentari errate.
Dovranno essere assolutamente evitati lavaggi orali a base di acido borico e
salicilato di sodio.
Le stomatiti ulcerose: l’unica differenza, da quelle elencate in precedenza, è
che la malattia è ad uno stato tanto avanzato da provocare ulcerazioni. L’ulcerazione si può formare in qualunque punto della bocca, ma in special modo sulle
gengive. Le gengive si gonfiano provocando dolore. È presente un abbondante
flusso di acido che irrita e rende la saliva sgradevole (salivazione), l’alito cattivo e
provoca emorragie della superficie mucosa. Questa condizione si sviluppa quasi
sempre dove sono presenti lo scorbuto o gravi stati di denutrizione, ed altre malattie cosiddette infettive. Il mercurio è una delle cause principali di questa malattia
come pure un’alimentazione inadeguata o la poca igiene. Generalmente vengono prescritti sciacqui orali con borace, salicilato di sodio o biossido di idrogeno.
Queste sostanze come pure il clorato di potassio, comunemente prescritto per uso
interno, dovranno essere evitate.
Stomatiti cancerose: (noma, cancrum oris). È un tipo ancora più grave di
stomatite ed è generalmente dovuta a grave debilitazione fisica o ad un’infezione
che non sia stata curata adeguatamente. Questi casi sono molto rari e generalmente danno luogo a morte nel giro di due, tre settimane. Purtroppo non conosco
nessun caso che sia trattato Igienicamente, ma sono più che sicuro che attraverso tale metodo si otterrebbero risultati molto migliori di quelli ottenuti attraverso
operazioni o medicine prescritte dai nostri attuali medici. In questi casi avviene la
distruzione cancerosa dei tessuti delle guancie e di altre strutture adiacenti.
Stomatiti parassitiche: è un’infiammazione catarrale della bocca e della lingua. La membrana è cosparsa di macchie bianche che sembrano essere dovute alla
presenza di un parassita vegetale (fungo) chiamato anche Saccharomyces albicans
e Odium albicans. Le cause più comuni sono da attribuire ad una alimentazione
errata e a poca pulizia.
Stomatite mercuriale: comunemente chiamata salivazione, è un’infiammazione della bocca, della lingua e delle ghiandole salivali dovuta al calomelano o
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altre forme di mercurio prese internamente attraverso qualsiasi canale. I sintomi
sono: alito cattivo, gengive gonfie e spugnose, dolore e perdita dei denti, saliva
tenace e abbondante, infiammazione delle membrane della bocca, gusto forte di
metallo in bocca, mal di testa, insonnia e dimagrimento. Nei casi più gravi si manifesteranno ulcerazioni dell’osso mascellare e la caduta dei denti. La stomatite
cancrenosa è frequentemente dovuta all’uso del mercurio. Il dott. Tilden dice:
≪Ho praticato da tanto tempo la mia professione da poter assistere a scene in cui
i bambini si toglievano i denti dalle loro deboli gengive rese tali dall’uso del calomelano≫. Ci dice inoltre che: ≪in quei giorni si andava sviluppando una tremenda
paura dell’acqua≫ e che ≪l’acqua era proibita a coloro i quali erano affetti da febbre a causa del mercurio presente nel loro corpo (calomelano), che sembra non
dover entrare in contatto con l’acqua perché potrebbe provocare casi di salivazione (avvelenamento da mercurio)≫. Tutto ciò è il risultato della pratica di “guarire
una malattia per procurarne un’altra” e del principio che “i più forti veleni sono
i migliori rimedi per guarire”. Gli effetti distruttivi del mercurio non si limitano
alla sola bocca. Dopo aver prodotto questa malattia, i nostri medici cercano di
porre ad essa rimedio con lavaggi a base di antisettici e ioduri. Evitate tutto ciò.
È sempre meglio evitare ogni tipo di medicina ed anche il mercurio in tutte le sue
forme.
CURA DEL PAZIENTE: tutte le forme di stomatite dovranno essere curate
con la certezza che esse potranno guarire ad eccezione forse di quelle di tipo
cancrenoso. Molti casi di avvelenamento da mercurio potranno lasciare i denti
irrimediabilmente dondolanti e danneggiati. Molti casi di piorrea sono appunto
dovuti a tale avvelenamento.
La bocca dovrà essere ripetutamente pulita con acqua semplice o con succo
di limone diluito con acqua, o con succo di ananas fresco. Qualsiasi tipo di cibo
dovrà essere sospeso fino a quando l’infiammazione non sarà scomparsa. Nei
casi di avvelenamento da mercurio, l’acqua dovrà essere presa in piccole quantità,
meglio se completamente evitata. Nei casi di febbre o malessere fisico il bambino
dovrà essere tenuto a letto o a riposo. Fate seguire a ciò una dieta a base di frutta
per alcuni giorni prima di ritornare alla normale alimentazione.
22.29 IL BALLO DI SAN VITO
(corea): è uno scompenso nervoso, e si sviluppa largamente in quei casi di diatesi
nevrotica – tendenza a malattie di tipo nervose. Osler ci dice che si riscontra
spesso in quei casi ≪in cui il bambino discende da famiglie con tare nevrotiche
accentuate≫.
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La corea è causata da qualsiasi cosa tenda ad esaurire il sistema nervoso del
bambino. Una salute complessivamente buona basata sull’igiene naturale è la migliore protezione contro questa malattia. Il dott. Bendix afferma: ≪Bambini affetti
da anemia, da scrofola e in qualche modo debilitati fisicamente da malattie croniche o da diete alimentari insufficienti, sono più soggetti a questo tipo di malattia
che non quei bambini robusti e sani. Di conseguenza condizioni di anemia o di
malattie spossanti, una crescita troppo rapida, un’alimentazione errata, l’influenza
della scuola o di altri fattori sembrano favorire lo sviluppo di questa affezione≫.
Quei casi in cui la corea segue malattie come la scarlattina, la difterite, la varicella
o altre, sono generalmente dovuti alle medicine di tipo soppressivo impiegate in
questi casi.
La corea generalmente si sviluppa tra i sette e i quindici anni di età, anche se
può svilupparsi anche prima dei due anni. Comunque l’età più a rischio è quella
che va dai sette ai quindici anni, perchè è in quel periodo che viene richiesto al
fisico e alla mente del bambino uno sforzo maggiore generalmente a causa dello
studio. Lezioni serali e compiti a casa costringono il bambino a passare troppe
ore con il naso sui libri. Non gli rimane abbastanza tempo per giocare e stare
all’aria aperta. Un bambino, a meno che non possegga un’intelligenza superiore,
sarà costretto o a trascurare i suoi compiti, o cose ben più importanti. Sir William
Osler dice: ≪Lo sforzo richiesto dall’educazione, particolarmente nelle ragazze
durante la terza emidecade, è il più importante fattore nell’eziologia di questa
malattia. Ragazze sveglie ed intelligenti, ambiziose dei loro risultati scolastici,
spesso stimolate dai loro genitori o insegnanti, formano il più ampio contingente
dei casi di corea≫.
Questa condizione è spesso attribuita a problemi di tonsille ed affezioni reumatiche. Niente di tutto ciò è vero. Non sono queste le vere cause di corea.
La paura, l’eccitazione, la masturbazione, una alimentazione troppo abbondante
o comunque errata, l’eccesso di zuccheri, mancanza di sonno e riposo, affaticamento, storie di fantasmi, punizioni troppo severe, sono tutti fattori che aiutano lo
sviluppo di questo disturbo nervoso.
SINTOMI: la malattia si manifesta in diverse forme, finanche maniacali. Le
forme più gravi sono quelle più dolorose. Le contrazioni involontarie dei vari
gruppi di muscoli rendono il bambino incapace di svolgere le normali attività
quotidiane. Naturalmente i sintomi divengono esagerati se si è in presenza di
forme più gravi ed il bambino avrà bisogno di aiuti continui.
Abusi medici: gli abusi medici in questi casi sono spaventosi. Osler dice:
I trattamenti medici, in questi casi, sono insoddisfacenti; non c’è nessun altro
rimedio all’infuori dell’arsenico che riesca a dare dei risultati soddisfacenti≫. Non
si è mai sentito che l’arsenico possa essere giudicato come rimedio, a meno che
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non giudichiamo la morte come un rimedio. Ma non tutti i medici sono cosı̀
scettici come Osler, di conseguenza non esitano a somministrare farmaci a questi
bambini almeno fino a quando i genitori potranno permetterseli. Ad esempio, nel
suo libro Le malattie dei bambini, egli dice: ≪Il miglior rimedio nei casi più gravi
è l’arsenico. La soluzione di potassii arsenitis dovrebbe éssere somministrata al
bambino tre volte al giorno dopo i pasti, diluendola abbondantemente con acqua.
Le dosi dovranno aumentare giorno per giorno, fino a raggiungere il doppio o
il triplo della quantità iniziale. Se dovessero apparire dei sintomi di over-dose
come edema alle palpebre o al viso, disturbi intestinali, eruzioni cutanee, nessun
aumento di dose sarà consigliabile. Se non si riscontrano segni di miglioramento,
vorrà dire che le dosi sono troppo minime. Una dose di antipirina con bromuro
assicurerà al bambino una notte tranquilla. Se i sintomi di corea persistono durante
la notte si dovrà somministrare cloralio e bromuro. Nei casi particolarmente gravi
i bambini dovranno essere costretti a dormire dalle quattordici alle diciotto ore al
giorno≫.
Non sarà certo Jacobi ad essere costretto a prendere medicine pericolose o ad
essere messo a dormire per quattordici, diciotto ore al giorno o ancora a dover
passare le sue giornate in uno stato di completa incoscienza a causa dei farmaci.
Non sarà il suo sistema nervoso ad essere ridotto ad un rottame da questi trattamenti criminali. Sarà il vostro bambino e non il medico a dovere sottostare a
questi abusi.
CURA DEL PAZIENTE: la chiave per una cura intelligente sta nel riposo. Il bambino dovrà essere messo a letto fino a quando tutte le convulsioni ed i
movimenti involontari non saranno scomparsi. Tutto ciò che potrebbe agitarlo o
eccitarlo dovrà essere allontanato dalla sua stanza. Non si dovrà somministrare
alcun tipo di cibo per almeno una settimana. Il digiuno dovrà essere prolungato
se le condizioni del bambino rimarranno gravi. Dopo il digiuno si dovrà passare ad una dieta a base di frutta per almeno sette-dieci giorni. Se dopo tale dieta
il nervosismo sarà scomparso, ed il bambino avrà ritrovato il controllo delle sue
facoltà, si potrà ritornare alla dieta normale. Al fine di riportare il bambino a
riacquistare completamente la salute, saranno consigliabili esercizi fisici, giochi e
vita all’aria aperta. Se il bambino è in età scolastica bisognerà assicurarsi che sia
completamente guarito prima di reinserirlo nella scuola.
22.30 SUCCHIARSI IL DITO
Non è una malattia. È semplicemente un’abitudine. Il dott. Wood Comstock suggerisce di tenere i lattanti ed i bambini in un sacco a pelo. Suggerisce inoltre di
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colpire le mani del bambino. Entrambi i metodi sono delle barbarie giustificate in
nome della disciplina. Il dott. Lowry dice: ≪Sono stati tentati svariati metodi al
fine di porre fine a tale abitudine, ma per quanto mi concerne non ne conosco nessuno che sia in grado di raggiungere questo fine≫. Vengono spesso usate sostanze
amare come il pepe. A volte si ricorre anche alla fasciatura del dito, ma anche
questi mezzi risultano inefficienti.
L’abitudine di succhiarsi il dito è semplicemente una abitudine mentale e non
deforma nè distorce la bocca o i denti.
L’abitudine di succhiarsi il dito è facilmente superabile, basterà che ogni volta
che il bambino porta il dito in bocca, voi glielo toglierete assicurandovi che non
ci si addormenti. Persistete nel vostro intento ed avrete successo.
22.31 IL VOMITO
Nei lattanti è spesso il sintomo di una malattia grave. È un mezzo per rimuovere
dallo stomaco le sostanze che lo disturbano. Nessun cibo dovrà essere somministrato al bambino malato.
Il vomito, quando non sono evidenti altri sintomi di malattie, significa semplicemente che il bambino ha ingerito cibo in quantità troppo elevate o di tipo
errato. Generalmente si tratta di cibi che eccedono sia in zuccheri e grassi, che in
proteine.
Se dovuto a troppi grassi, il vomito, è generalmente di tipo rancido.
Se dovuto invece ad un eccesso di zuccheri, il vomito spesso presenta una
maggiore acidità, ed un odore simile all’aceto.
In ognuno di questi casi il cibo dovrà essere immediatamente sospeso e si
dovrà dar modo al bambino di riposare. Non sarà consigliabile dare acqua da bere
in presenza di vomito. Non date medicine o bevande gassate.
22.32 I VERMI
NON SARANNO mai presenti in un bambino ben nutrito. – dice il dott. Page
– Cibi non digeribili o troppo abbondanti sono le cause più frequenti di questi
parassiti≫. Pane integrale, frutta matura e vegetali, bolliti o al massimo al
forno, pasti non frequenti e moderazione, costituiscono un piano curativo
≪
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che significherà morte sicura per i vermi, molto di più dei normali vermifughi
e panacee esistenti.
Le polveri e le medicine usate per distruggere i vermi rovinano lo stomaco e
l’intestino del bambino, danneggiando solo superficialmente i vermi. Molte volte
la diagnosi di presenza di vermi è errata. I seguenti sintomi che elenchiamo sono
quelli più comuni: irritabilità, scoppi di pianto, cattivo umore, nervosismo, dolore
intenso sotto l’ombelico, vomito (in alcuni casi), sonno disturbato, digrignamento
dei denti nel sonno, convulsioni. Tutti questi sintomi comunque potrebbero essere
dovuti ad un pasto troppo abbondante, e non ai vermi.
I vermi ed i parassiti trovano una accogliente dimora negli intestini umani che
sono già stati indeboliti e rovinati. Un’alimentazione sbagliata ed un indebolimento generale danno loro una buona occasione di vivere nel nostro corpo. Le
principali cause sono anche le caramelle, gli zuccheri, il burro, la marmellata,
pane lievitato, ecc. ed una scarsa igiene personale.
Il rimedio migliore sarà un digiuno od una dieta a base di frutta. Una volta
che i vermi saranno scomparsi si dovrà adottare un regime alimentare sano ed una
maggiore pulizia della persona.
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Capitolo 23
LE MALATTIE DELLA PELLE
La scuola tedesca parla di diatesi essudante nei bambini con una tendenza ad alcuni tipi di malattie della pelle. Molti bambini sembrano particolarmente esposti
a problemi di pelle, mentre altri, anche se frequentemente malati, non lo sono.
Le malattie della pelle sono dovute ad alcune cause, molto semplici, che in alcuni bambini si manifestano a livello epidermico, ed in altri con problemi catarrali,
bronchiali o gastrici. La tossiemia sembra essere associata praticamente con
tutte le forme di malattie della pelle. Nel morbo di Bright ad esempio, i veleni
presenti nel corpo, danno spesso vita a tali malattie. Ed in particolare l’eczema è
spesso presente tra i malati di diabete. Spesso le malattie della pelle nei bambini
sono dovute a problemi di carattere intestinale o digestivo. “L’eritema” (rossore) è una condizione infiammatoria della parte più esterna della pelle, e sembra
che sia proprio dovuta a problemi digestivi. Questa condizione può essere a volte
accompagnata da una leggera sudorazione o da prurito. Potrebbero essere anche presenti problemi epatici e febbre. Tutte le malattie gastro-intestinali e tutti i
disturbi nutritivi in generale – dispepsie intestinali e gastriche, irritazioni gastriche o gastro-intestinali, catarro, ecc. – possono dar luogo ad auto-intossicazioni
gastro-intestinali che si manifestano poi in eruzioni cutaniche.
Il cibo, se fresco e puro, non è veleno. Ma anche il cibo migliore potrebbe
diventarlo una volta andato in putrefazione e fermentazione dentro lo stomaco e
gli intestini. Spesso anche i dolci, le caramelle e gli sciroppi, saturano il sangue di
zuccheri, rovinano la digestione tanto da produrre una anormale azione chimica
che sfocia in eruzioni cutanee. Un’errata combinazione di cibi (amidi e zuccheri,
cereali e zuccheri, dolci caldi e sciroppi) spesso troppo ricchi, possono essere le
cause di problemi cutanei. Anche le fragole, le pesche e i frutti di mare possono
causare in alcune persone irritazioni cutanee. Tali persone sono generalmente affette da idiosincrasia o ipersensività (allergia) ai suddetti cibi, ma di solito è più
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l’errata combinazione di quest’ultimi a creare problemi. Spesso il latte di vacca, specialmente se addizionato a zucchero, è la causa delle eruzioni cutanee nei
bambini. Ogni malattia associata a disturbi intestinali e digestivi come il morbo
di Bright, il diabete, i reumatismi, diatesi acido-uriche, processi ulcerosi, scrofola
e disturbi mestruali, può essere accompagnata da malattie della pelle.
Anche i vaccini ed i sieri sono spesso causa di eruzioni cutanee. Le irritazioni da siero possono essere di forme e gradi più disparati, e possono apparire
momentaneamente debellate, per poi ricomparire in forme diverse o simili. Esistono poche malattie della pelle che non sono prodotte dalle sole droghe. Usate
internamente, alcune di esse come la morfina, la trementina, il chinino, la copaiva,
il cloralio, lo iodio, l’acido salicilico, l’arsenico, il bromuro, prodotti di catrame
minerale (molti dei quali vengono impiegati per abbassare la febbre o come analgesici), il mercurio, la belladonna, la formalina, il digitale, l’arsfenamina, il Veronal, il te, il caffè, l’alcol e la insulina, sono spesso le cause delle malattie cutanee.
Molte droghe provocano eruzioni come l’orticaria, o papule, e finanche eruzioni
emorragiche. Altre possono produrre incrostazioni o desquamazioni della pelle.
Alcune sostanze irritanti come saponi troppo forti, mostarda, acidi, cantaridi, olio
di crotone, tinture all’anelina, iodoformio, alcuni unguenti, acido fenico ed altri
antisettici, possono provocare malattie cutanee.
Il mercurio può essere usato come medicina o può essere assorbito in particolari ambienti di lavoro (miniere di mercurio, fabbriche di specchi e di termometri).
L’arsenico può essere assorbito dalla carta da parati. Il chinino viene usato in molti
preparati per i capelli. Il bromuro è una delle componenti maggiori del Bromoseltzer cosı̀ tanto usato per le bevande gassate. Molte delle ciprie, creme, lozioni,
dei decoloranti, degli sbiancanti, ecc. causano eruzioni cutanee.
Problemi di pelle possono essere causati anche da piante come l’edera, la quercia, il corniolo, il sommacco, la primula ed altre, come alcune ortiche. Materiale
putrescente proveniente da carni o vegetali avariati può, a contatto con la pelle,
causare infezioni locali e dare luogo ad eruzioni cutanee di varie forme. Scarsa
pulizia, ad esempio l’uso di biancheria sporca fatta asciugare senza averla prima lavata, può provocare sulla pelle del bambino irritazioni, rossori, escoriazioni,
dolore, ecc. Problemi locali possono essere inoltre provocati da bruciature da
raggi-X o dalle cosiddette lampade terapeutiche, da scottature di sole, tagli, escoriazioni, ecc. Non somministrate per nessuna ragione vaccini o droghe al vostro
bambino, e non permettete a nessun medico, per quanto bravo possa essere, di
farlo. Non fate uso di saponi, unguenti, lozioni, antisettici, ecc., nella pulizia del
vostro bambino. Se lo avete già fatto e sono insorti problemi cutanei, l’unico
e migliore rimedio sarà quello di interrompere immediatamente l’uso di queste
sostanze.
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Nelle malattie cutanee, qualsiasi trattamento locale, a parte la pulizia, sarà
inutile. Tutte le malattie della pelle, a meno che siano dovute a cause accidentali,
meccaniche e/o termiche, non sono limitate alla sola parte interessata, ma ad una
condizione fisica generale. L’impiego di piombo, zinco, mercurio ed altre sostanze
repressive, non sono da condannare a priori.
Più avanti troverete un elenco delle malattie cutanee più comuni nei bambini;
esse si sviluppano maggiormente in presenza di “diatesi essudanti”, ed in tutte le
forme di disturbi digestivi
I COMEDONI sono dovuti ad un’eccessiva presenza di grasso nella pelle (seborrea oleosa), e di solito interessano viso, fronte, guance e naso. Si presentano come punti neri, e la causa è spesso dovuta ad una dieta alimentare
errata.
LE IRRITAZIONI sono dovute a mancanza di pulizia, a grasso eccessivo, a
sfregamento, al sudore che si forma tra le pieghe cutanee dei bambini eccessivamente pingui; spesso sono dovute anche ad un abbigliamento troppo
pesante.
I rimedi migliori in questo caso sono una migliore pulizia, una maggiore
attenzione nell’asciugare il bambino dopo il bagno, una migliore alimentazione, molta vita all’aria aperta e al sole. Cercate di evitare talco, vaselina
ed olio di ricino sulle parti irritate.
LA FORFORA (Seborrhea Sicca). È caratterizzata dalla diminuzione o dall’assenza di sebo nella pelle e causa lo sfaldamento della stessa. Il colore delle
squame è generalmente giallognolo o grigiastro. Nei bambini si presenta
soprattutto sulla testa e sulle sopracciglia.
L’ORTICARIA si presenta con delle macchie biancastre sulla pelle, che danno
origine ad un prurito intollerabile. La causa principale è un’alimentazione errata. Eliminate tutto, o una parte, del cibo generalmente somministrato al bambino fino alla completa guarigione, per poi ricorrere ad una
alimentazione più sana.
IL PRURITO ALL’ANO è dovuto alla mancanza di pulizia, alla presenza di filaria o a leggere abrasioni della membrana mucosa dell’ano. Feci particolarmente dure possono dare luogo a considerevoli abrasioni nella parte stessa.
A volte i disturbi possono essere tanto acuti da impedire il sonno.
Liberate la parte dai vermi, migliorate l’alimentazione e curate l’igiene.
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– 282 –
LA CROSTA LATTEA o seborrea dello scalpo nei lattanti, è una secrezione
anormale delle ghiandole sebacee del viso e del cranio. Spesso si presenta
subito dopo la nascita, ma solitamente durante la dentizione.
Consiste in gruppi irregolari di piccole pustole che appaiono sul viso e sul
cranio, e che secernono un liquido viscido, giallognolo o grigiastro. A volte
può dare anche prurito.
Questo disturbo è generalmente causato da una alimentazione errata e da
poca pulizia. Sono sconsigliate sostanze astringenti, caustiche e tutte quelle
che servono a seccare o sopprimere le eruzioni cutanee. Gli unici rimedi
sono un’alimentazione corretta e maggiore pulizia. Una dieta a base di
succo d’arancia protratta per quattro o cinque giorni, sarà in grado di guarire
il bambino.
L’ORTICARIA (o urticaria). Sembra svilupparsi maggiormente in bambini
particolarmente nervosi o con pelli particolarmente sensibili. È un’eruzione
della pelle consistente in bollicine con la base rossa e la punta bianca, generalmente irregolari e sparse per tutto il corpo. Una frequente esposizione
all’aria fredda non fa che peggiorare la situazione, come pure il grattarsi.
La causa più frequente è dovuta ad un’alimentazione errata e a disturbi
digestivi. Smettete di somministrare ogni tipo di cibo fino alla completa
guarigione.
LICHEN DEI TROPICI È un’eruzione pruriginosa che si presenta come una
leggera scottatura. È generalmente presente nelle stagioni più calde, mentre
tende a scomparire durante quelle più fredde. Le cause principali sono un
abbigliamento troppo pesante, vestiti di flanella o di lana, e alimentazione
troppo abbondante. È maggiormente presente in quei bambini allattati artificialmente. Il rimedio migliore sarà un’alimentazione bilanciata e vestiti
meno pesanti. Gli abiti di flanella dovrebbero essere del tutto eliminati.
LA ROSOLIA Questo termine viene generalmente dato a tutte quelle eruzioni
cutanee di carattere non infettivo e trascurabile. È comunque un termine
antiquato.
LA PSORIASI Si sviluppa frequentemente durante i primi anni di vita. È un’infiammazione cronica della pelle che si presenta con delle piccole pustole
rossastre contornate da piccole squame argentate.
Le pustole aumentano di grandezza gradualmente fino a raggiungere le dimensioni di una moneta. Qualunque parte del corpo potrà essere interessata,
ma è maggiormente presente sulle superfici estensorie del corpo.
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Sono comunque presenti chiazze di pelle normale tra le lesioni, anche se
mi è capitato una volta di curare un caso dove la gamba, dal ginocchio
alla caviglia, era completamente coperta da eruzioni. Il prurito può essere
intenso, leggero o assente del tutto. In molte famiglie questo disturbo è di
tipo ereditario. Le condizioni fisiche generali, sembrano buone, in molti
casi.
Questa malattia è dovuta senz’altro a cause nutritive. Un’alimentazione
errata e la tossiemia si nascondono dietro ognuno di questi casi. Tende
a scomparire durante l’estate, quando sono presenti elementi come il sole, vegetali e frutta fresca, per poi riapparire durante l’autunno e l’inverno,
quando questi elementi vengono a mancare.
Con una cura adeguata si potranno guarire tutti i casi, anche se ciò si protrarrà per settimane ed anche mesi. Non esiste nulla di più veloce nel guarire
questa malattia che il digiuno. Bagni di sole e verdure fresche aiuteranno a
migliorare. Carni, uova, pane, dolci e tutti i cibi grassi, ricchi e denaturati,
non faranno che peggiorare la malattia.
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Capitolo 24
LE MALATTIE “INFETTIVE”
ACUTE DELL’INFANZIA
Ho usato il termine “infettive” solo perchè è cosı̀ che queste sono maggiormente
conosciute, e non perchè io creda veramente che esistano malattie infettive o contagiose. Sono sempre stato fermamente convinto del fatto che l’antica credenza
secondo la quale, stando a contatto con persone affette dalle cosiddette malattie
infettive, si possa essere contagiati, sia solamente una superstizione. Il fatto che
queste malattie si “diffondano da una persona all’altra” significherebbe che se in
una città si riscontrano più casi della stessa natura, questo è dovuto al fatto che
la malattia è passata di persona in persona. Se questo basta a provare che una
malattia è contagiosa, ciò presuppone che tutte le malattie che si “propagano”
siano contagiose. Ma esiste una malattia che non si “propaga” e che quindi non
degenera in epidemie?
Scrivendo a tale proposito, nel 1907, il dott. Matthew J. Rodermund disse:
≪Non ho mai avuto modo di conoscere un singolo medico che non abbia riso
in privato a proposito del contagio, mentre in pubblico difendeva tenacemente
questa teoria. Queste persone ammettevano che l’esperienza aveva già dimostrato
l’assurdità di tale teoria, ma non avevano il coraggio di farlo pubblicamente per
paura di perdere il posto di lavoro≫.
Il dott. Rodermund aggiunge: ≪La mia esperienza di medico mi ha portato
a conoscenza del fatto che sono ormai pochi i medici che ancora credono nel
contagio. Potrei nominare centinaia di persone che sono pronte a darmi ragione
in privato, ma che non lo ammetteranno mai in pubblico≫.
Le malattie dei bambini sono quasi sempre dovute ad errori dei genitori≫ dice il dott. Harry Clements (Londra) e questo generalmente è vero. È difficile per
≪
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il lettore medio credere che siano proprio gli sbagli dei genitori, responsabili delle
cosiddette malattie infettive dell’infanzia. Il fatto è che la classe medica non si
è mai azzardata ad ammettere pubblicamente l’assurdità della teoria che riguarda
il contagio e l’infezione. Le leggi che riguardano la quarantena ed altri barbari
sistemi per scongiurare il contagio, sono crudeli e inumani.
Morse-Wyman-Hill affermano: ≪il morbillo è una malattia molto contagiosa e
quasi ogni bambino venendo a contatto con uno che ne è affetto verrà contagiato≫.
Questa affermazione è falsa, ed ogni persona bene informata saprà che ho
ragione. I miei bambini furono ripetutamente a contatto con altri affetti dalle cosidette malattie infettive, con alcuni di questi essi condividevano persino il sonno,
eppure non hanno mai contratto alcuna malattia.
Si potrà rispondere che erano immuni. Ma che cosa è l’immunità? Da cosa
dipende? La teoria Igienica ritiene che la Salute è l’unico mezzo per rimenere immuni. La salute dipende da alcuni fattori ben precisi – cibo adeguato, acqua pura,
aria fresca, sole, riposo e sonno – e non da agenti artificiali. La cosidetta immunità, sia naturale che artificiale, è solo una grande delusione. Morse-Wyman-Hill
affermano che ≪la causa del morbillo è sconosciuta≫. Della scarlattina essi dicono: ≪l’esatta causa della malattia è ancora sconosciuta≫. Non si pronunciano su
altre malattie come la parotite, il vaiolo e la varicella.
La causa della difterite e della pertosse è attribuita ai germi, il che significa che
anche a proposito di queste malattie, non si sa niente. Nonostante non ne sappiano
nulla, i medici sembrano essere informatissimi su come curare tali malattie, sulle
fonti di contagio. Il loro punto di vista è frutto dell’ignoranza, che affonda le sue
radici in tempi molto lontani. Sanno tutto sul periodo di incubazione di ogni
malattia, ma non possono dimostrare che tale periodo esiste.
Provate a chiudere per un attimo gli occhi, e tornare con la mente al tempo
in cui si viveva nel paradiso terrestre, quando il primo uomo e la prima donna,
iniziarono a popolare la terra. Come ci si spiega allora il primo caso di morbillo?
Prima di Adamo questa malattia non esisteva, e non si poteva certo contrarla da
un altro essere umano! Come fece questa prima vittima a rimanerne contagiato?
0, se preferite, come fece la malattia a contagiarlo?
Una volta che saremo a conoscenza della vera causa di queste malattie, allora
potremo anche sapere come esse si sviluppano, e in chi si sviluppano.
Se il fisico del nostro bambino è nella condizione di prendere una tale malattia,
(la scarlattina ad esempio), egli la prenderà anche se non ci sarà nessun altro
caso al mondo: fu cosı̀ infatti che il primo caso si presentò. Ma se il bambino
non è nelle condizioni di sviluppare una tale malattia esso potrà anche dormire
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insieme ad un altro bambino nel quale è stata riscontrata la malattia senza venirne
“contagiato”.
Stabilito questo, sarà cura dei genitori far sı̀ che il loro bambino sia sempre in
ottima salute, al fine di non essere soggetto al “contagio”. Non date alcun credito
a coloro che a fini di lucro, suggeriscono vaccini e sieri a tale proposito.
Lo studente attento a tali problemi presto capirà che ognuna di queste malattie
ha un suo corso ben definito, e che tale corso fa parte di un processo naturale, dopo
del quale si guarisce. Se verrà eliminata la causa, si eliminerà anche la malattia.
Non dovrete mai permettere a nessuno di sopprimere la malattia artificialmente, e di cercare di abbassare la febbre con rimedi artificiali. La febbre è un mezzo
per combattere la malattia.
Sir Wm. Osler dice: ≪Le complicazioni cardiache che seguono un attacco di
scarlattina sono sempre latenti e non è facile riscontrarle≫. Queste complicazioni cardiache sono solo dovute ai trattamenti soppressivi comunemente adottati.
Attraverso tali trattamenti la gente comune viene semplicemente “uccisa”.
24.1 IL VAIOLO
Terrore degli ignoranti! Incubo del Consiglio della Sanità! Dio dei produttori di
vaccini! Quanti crimini sono stati commessi in tuo nome! Quante bugie, in tuo
nome, sono state dette!
Sydenham, l’Ippocrate inglese, ebbe modo di vedere più casi lui di “vaiolo”,
che non tutti i medici di oggi messi assieme. Egli disse: ≪È ormai chiaro per me,
dopo anni di osservazione, che a meno che non vengano fatti grossi errori da parte
del medico e dell’infermiere, il vaiolo è la malattia meno grave di tutte≫. (The
Works of Sydenham; The Sydenham Society Edition.)
Sydenham fu quello che differenziò il vaiolo dal morbillo, e che introdusse un
sano metodo per curare il vaiolo, molto più sano di quello esistente oggi. Egli fu
in grado di ridurre il tasso della malattia più della metà, e ridurre il pericolo di
morte del 75%.
Il vaiolo non è pericoloso, ma una malattia leggera, che in fondo torna utile. Cercate quindi di liberarvi delle superstizioni che esistono su questo tipo di
malattia.
Le malattie di carattere eruttivo rappresentano il potere eliminatorio che ha
il nostro corpo, attraverso la pelle. Una piccola testimonianza un pò ortodossa
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sembra ora appropriata. Sir Wm. Osler dice: ≪Se si riesce a sopravvivere ad una
infezione, simile a quella ad esempio del vaiolo, questa sembra apportare beneficio a tutto il corpo≫. Sir Wm. Broadbent dichiara: ≪Sembra che il vaiolo sia
in grado di debellare la consunzione≫. Nella rivista Lancet, (Londra, 10 gennaio,
1925), il dottor R. W. Jameson richiama la nostra attenzione sui casi di vaiolo che
sono stati “ovviamente beneficiati dalla degenza in ospedale”. Ma “i cosiddetti
bambini ’protetti’ hanno le braccia rovinate da vaccinazioni mal eseguite”. I benefici derivanti da tali trattamenti, sono poi simili a quelli che seguono il morbillo,
la scarlattina, la varicella, ecc. Il carattere è identico.
Parossismi convulsi, dovuti ad avvelenamento, spesso precedono gli stadi eruttivi del vaiolo, della scarlattina, della varicella e della risipola, ecc. Dal momento
che si presenta un’eruzione cutanea, questa sta a dimostrare che ci troviamo
dinanzi ad un processo eliminatorio. Spesso i medici ritengono che l’origine di
queste malattie sia sconosciuta. Una volta si pensò che fossero dovute a germi,
ma tali germi non furono mai trovati. È quindi logico, per loro, che la causa sia di
tipo “virale”.
SINTOMI: la malattia ha spesso come caratteristica iniziale una sensazione
di freddo o, nei bambini, una convulsione. A questo spesso fa seguito un dolore intenso alla schiena ed ai reni oltre che il vomito. La temperatura corporea
sale rapidamente, le pulsazioni sono rapide, ed è comune anche il delirio. Può
presentarsi in seguito uno sfogo transitorio, simile a quello del morbillo o della
scarlattina. Ma è durante il quarto giorno che appare il vero sfogo cutaneo. Macchie di un rosso chiaro appaiono dapprima sulla pancia, sulle dita e sulla fronte,
per poi ricoprire tutto il corpo in poche ore. Tali macchie presto tendono a sollevarsi, ma una volta che appaiono le pustole, la febbre tende ad abbassarsi, ed
il paziente si sente subito meglio. Due o tre giorni dopo, le pustole sviluppano
una copertura di un liquido chiaro, e si trasformano in vesciche. Il liquido diviene
giallognolo man mano che nelle vesciche il siero diventa pus, ed a questo punto si
formano delle pustole.
Notate quindi lo sviluppo di questa malattia. Freddo, forti convulsioni, dolore,
vomito, polso accelerato, delirio, febbre alta, ed infine una grande quantità di
tossine represse nella pelle le quali danno origine a rossore. Le tossine vengono
circoscritte in bolle, dopo di che la temperatura si abbassa, e tutti gli altri sintomi
praticamente scompaiono. Le pustole sono circondate da una sottile area di pelle
infiammata.
Esse cominciano ad apparire sul viso, coprendo verso l’ottavo giorno tutto il
corpo. La febbre ora sale nuovamente, “febbre secondaria di supporazione”, e
tutti i sintomi ritornano. Le pustole si seccano dando origine a croste che gradualmente cadono, questo accadrà dapprima sul viso verso il 14Â◦ -15Â◦ giorno. La
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“seconda febbre” può durare circa 24 ore o anche di più. Una volta cessata inizierà la fase di convalescenza. Le croste potrebbero anche lasciare delle cicatrici
al momento della loro caduta. Se le pustole sono molto spesse possono attaccarsi
e tale condizione viene chiamata “vaiolo confluente”. Nel vaiolo “emoraggico”
sono presenti delle emorragie sotto la pelle e negli occhi. Si potrà anche presentare una fuoriuscita di sangue dalla bocca, dal naso, dai polmoni, dal retto, dai reni,
ecc. questo è dovuto dallo sforzo estremo che il corpo fa per espellere il veleno.
Questi sono casi molto gravi che spesso portano alla morte.
Il vaiolo è praticamente sconosciuto oggi negli U.S.A. I soli casi sono presenti tra gente di colore, messicani e cinesi. Spesso casi di avvelenamento da edera,
punture di mosche, varicella, scabbia cubana, ecc. vengono diagnosticati come vaiolo. Se un caso di varicella non presenta cicatrici da vaccinazione sarà senz’altro
vaiolo. Se un caso di vaiolo ha una cicatrice da vaccinazione sarà varicella.
Pochi casi di vaiolo sono talmente forti da costringere il malato a rimanere a
letto. Il tasso di mortalità dovuto ai vaccini è molto più alto di quello dovuto al
vaiolo. Le vaccinazioni, comunque, anche se non uccidono, causano gravi danni a
migliaia di persone. Le Health Boards, lavorando assieme ai fabbricanti di vaccini,
sono spesso portate a spaventare la gente sulle conseguenze del vaiolo, ricavando
grossi profitti da questo. Le asserzioni secondo le quali la vaccinazione previene
il vaiolo ed i suoi effetti collaterali, saranno argomento di discussione nel capitolo
dedicato al vaccino.
La vaccinazione nei bambini al di sotto dei due anni è molto più pericolosa di quanto non lo sia nei bambini più grandi e negli adulti. Ad esempio il
London Lancet del 29-01-1927 (p. 239) dice: ≪È uno sbaglio pensare che l’opposizione alla vaccinazione nei lattanti è dovuta a mancanza di immaginazione o
eccentricità≫.
La vaccinazione all’età di sei mesi, infligge una malattia infettiva al bambino
proprio in un momento in cui il suo meccanismo digestivo è in rapido cambiamento, e molte persone ragionevoli sono convinte che nonostante il vaccino sia
in grado di prevenire il vaiolo, questo vantaggio non sia in grado di diminuire gli
svantaggi da esso provocati≫.
≪
≪Grazie al buon senso dell’opinione pubblica è cosa impossibile al momento
rendere la vaccinazione universale e obbligatoria≫.
CURA DEL PAZIENTE: La cura del viaolo è una tra le più semplici. Fino a quando persisterà la febbre non si dovrà somministrare al malato altro che
acqua. Una volta che la temperatura sarà tornata ai livelli normali, se il paziente
avrà fame, si potranno somministrare arance, ananas o pompelmo fresco anche se
saranno ancora presenti eruzioni cutanee. Questa malattia è molto contagiosa ed
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ogni singolo caso dovrà essere posto in quarantena! Solo cosı̀ facendo si potrà
continuare a spaventare la gente e far si che la farsa continui.
Mettete il paziente in una stanza ben arieggiata ed illuminata. Fate che stia
comodo, accertatevi che i suoi piedi siano caldi e lasciatelo riposare. Il suo corpo
dovrà essere pulito due volte al giorno con una spugna imbevuta di acqua
tiepida. Il prurito sarà sopportabile solo se il paziente sarà propriamente curato
fin dall’inizio. Bisognerà evirare che il malato si gratti. Dategli tutta l’acqua
che vi chiederà senza forzarlo a bere. Non preoccupatevi se dormirà poco.
Se seguirete questi consigli sarà molto difficile che rimangono delle cicatrici.
Le condizioni fisiche generali dopo la malattia saranno sicuramente migliori delle
precedenti o le stesse.
LA CONVALESCENZA: Se il paziente sarà stato curato a dovere durante la
malattia, la convalescenza sarà una gioia. Non ci saranno pericoli!
La dieta dovrà consistere in frutta a colazione, frutta a pranzo e grandi quantità
di insalata verde o vegetali cotti non contenenti amidi, per cena. Dopo la prima
settimana la dieta dovrà essere cambiata in frutta per colazione, insalata e vegetali
(non amidacei) a pranzo e proteine a sera per cena.
24.2 IL MORBILLO
Il morbillo ha generalmente inizio con una sensazione di “freddo alla testa”, accompagnato da una leggera febbre o malessere. Queste condizioni persisteranno
per 3/6 giorni durante i quali il paziente si sentirà distrutto. Seguiranno sintomi
come mal di testa, nausea, a volte vomito e sensazione di freddo. La rinite acuta
sarà intensa ed accompagnata da tosse e rossore agli occhi e alle palpebre. La
temperatura si alzerà e la pelle, specialmente quella del viso sarà calda e darà prurito. La lingua risulterà patinata. Le mucose della bocca e della gola saranno di
un rosso intenso. Piccole macchie potranno essere presenti all’interno delle guance. Lo sfogo cutaneo si presenterà al quarto giorno iniziando generalmente dalla
fronte per poi coprire tutto il corpo. L’eruzione all’inizio si presenterà con delle
piccole macchie rossastre, esse aumenteranno in numero ed a volte si raggrupperanno. La febbre inizierà a diminuire al sesto giorno, ed avrà inizio una piccola
desquamazione della pelle che potrà durare anche per settimane.
Il MORBILLO NERO è dovuto alla mancata fuoriuscita dello sfogo cutaneo, ed
è accompagnato da emorragie sottocutanee. Questi casi sono generalmente
fatali probabilmente a causa del mancato risultato dello sforzo eliminatorio.
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Complicazioni e conseguenze: sotto cure mediche potranno verificarsi casi
di coryza cronica, ingrandimenti delle tonsille e delle adenoidi, tubercolosi,
laringiti, otiti medie, bronchiti gravi, broncopolmoniti, gravi infiammazioni
alla bocca, morbo di Bright, sangue dal naso, artriti, meningiti, paralasi e
ascessi dell’encefalo. Tutte queste conseguenze devono essere dovute ai
trattamenti soppressivi, visto che non si presentano sotto cura Igienica.
Parlando delle complicazioni del morbillo, un medico disse: ≪Bevande calde dovrebbero essere somministrate liberamente, perchè aiutano la fuoriuscita dello sfogo cutaneo. Un freddo improvviso farebbe sı̀ che il sangue
torni negli organi interni, con il pericolo di congestione a reni≫. Ciò evidenzia il fatto che le complicazioni sono dovute alla soppressione dello sforzo
eliminatorio attraverso la pelle - sfogo cutaneo.
IL MORBILLO TEDESCO Viene descritto come quella malattia che presenta
≪lo sfogo tipico del morbillo e la condizione della gola come nella scarlattina≫. Ha inizio con una leggera febbre, mal di testa, dolore alla schiena e
agli arti.
Lo sfogo si presenta durante il primo ed il secondo giorno iniziando dal
viso e spandendosi nel giro di ventiquattro ore per tutto il corpo. Lo sfogo
consiste in piccole macchie rosa che scompaiono dopo 2 o 3 giorni. La
febbre rimane bassa. Lo sfogo è diffuso e di un colore più chiaro del solito
morbillo.
CURA DEL PAZIENTE: secondo la credenza superstiziosa del contagio,
questi casi devono essere isolati. Il paziente dovrà essere tenuto a letto assicurandogli quiete e riposo. La stanza dovrà essere luminosa ed arieggiata in ogni momento. Le autorità mediche affermano che: ≪Grande attenzione dovrà essere fatta
affinchè il paziente non prenda freddo per evitare tubercolosi e broncopolmoniti,
complicazioni costante nel morbillo≫. Questa paura di “prendere un raffreddore”
a causa di aria fresca è una superstizione ancora maggiore.
Il paziente dovrà essere tenuto al caldo, e bisognerà far sı̀ che non senta freddo.
Il freddo impedirebbe l’eliminazione e ritarderebbe la guarigione. Durante il
periodo invernale, quindi, sarà bene porre ai piedi dello stesso una bottiglia di
acqua calda, al fine di tenere al caldo tutto il corpo.
Nessun tipo di cibo dovrà essere somministrato per almeno 24 ore dopo la
scomparsa di tutti i sintomi più gravi. Date pure al paziente tutta l’acqua che desidera, ma non forzatelo a bere pensando che i liquidi aiutino ad espellere le tossine
dal corpo, questa antica teoria è a dir poco assurda. La Natura ha concentrato le
tossine nella pelle ed adotta strani metodi eliminativi. Non somministrate per
alcuna ragione droghe o enemi.
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Per la pulizia giornaliera del paziente usate una spugna imbevuta di acqua
tiepida, eseguendo l’operazione due volte al giorno. Evitate l’uso di alcol e
antisettici.
Non mettete olio sulla pelle al momento della squamazione. Le autorità mediche raccomandano di tenere il bambino in una stanza buia perchè la luce potrebbe
causare danni gravi ai suoi occhi. Queste affermazioni non hanno alcun riscontro
scientifico. Io continuo a suggerire una stanza bene illuminata, poichè credo che
sia proprio il buio a danneggiare la vista. La bocca e la gola dovranno essere puliti
aiutandosi con acqua calda. Non fate fare gargarismi, e non cercate di ridurre o
sopprimere la febbre.
LA CONVALESCENZA: se il paziente sarà stato sottosposto a cure mediche,
questo sarà il periodo più critico. Non ci sarà invece nulla da temere se il paziente
sarà stato curato secondo le mie istruzioni. L’alimentazione dovrà avere inizio
con spremute d’arancia, pompelmo, ananas o mela a volontà, per tutto il primo
giorno. Il secondo giorno potrà prendere per prima colazione arance, pompelmo
o pesche. Il pranzo dovrà consistere in pere, uva o mele. Per cena si potrà dare
insalata verde con verdure fresche ed un vegetale cotto, ma non contenente amidi.
Alla fine della prima settimana il paziente dovrà ormai mangiare normalmente.
Dovrà comunque rimanere a letto per almeno 24 ore dopo la scomparsa di tutti i
sintomi. L’attività fisica dovrà essere molto ridotta all’inizio. Una vita salutare
contribuirà comunque a mantenere la salute acquisita attraverso un tale processo
depuratore.
24.3 LA VARICELLA
Nel suo libro Gli alimenti del bambino il dott. Harry Clements ci racconta una
storia che fece il giro di tutti i giornali inglesi. Essa raccontava di un caso di
tubercolosi curato grazie all’insorgere della varicella. I medici inglesi spiegarono che i germi della varicella avevano distrutto quelli della tubercolosi, e che
dalla battaglia tra i due germi, il paziente ne aveva ricevuto giovamento. Una
conoscenza del carattere ortopatico della malattia, li avrebbe salvati da questa
assurdità.
La varicella è uno dei processi depuratori più efficienti della natura, ed è il
processo curativo con meno rivali.
La varicella ha inizio con una sensazione di freddo, vomito e dolore alla schiena. Lo sfogo cutaneo ha inizio durante le prime 24 ore di febbre. In fondo questa
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malattia è tra quelle più leggere. Esso ha inizio con delle piccole papule rosse che
diventano poi vesciche, ma al contrario del vaiolo, non è presente l’infiammazione della pelle circostante. In due giorni il liquido dentro le vesciche si trasforma
in pus. Nei due giorni successivi le pustule si seccano e si trasformano in croste
scure, che generalmente una volta cadute, non lasciano cicatrici. L’eruzione difficilmente inizia dal viso, ma dal tronco, dalla schiena e dal petto. Le pustole non
si riuniscono mai.
CURA DEL PAZIENTE: Si dovrà procedere come per i casi di morbillo e
vaiolo. È una malattia leggera, non ha un corso lungo e non è fastidiosa se curata
secondo il metodo igienico.
24.4 LA SCARLATTINA
Fino a poco tempo fa, fino a quando cioè non fu inventato un siero profilattico,
questa malattia non era considerata pericolosa. Da quel momento in poi fu definita
una delle peggiori malattie dell’infanzia. Il bambino si ammala improvvisamente,
in molti casi saranno presenti il vomito e le convulsioni. Durante il primo giorno la
febbre sale molto, il viso appare rosso, la pelle calda e secca, la lingua patinata e la
gola arsa. Durante il secondo giorno, ma spesso anche durante il primo, appare lo
sfogo. Esso si presenta con delle piccole macchie rosse su una superfice rossastra
che da alla pelle un colore scarlatto vivo. Iniziando dal collo e dal petto si spande
rapidamente ricoprendo tutto il tronco in 24 ore. Non è proprio un “accascimento
della pelle, ma una intensa congestione (eritema)”.
La pelle risulta gonfia e tesa, ed è spesso presente un intenso prurito. Il rossore
sparisce se facciamo pressione sulla pelle.
Un medico ci dice che: ≪dopo l’uso di belladonna, di chinino, di ioduro di potassio o di antitossina difterica, è a volte presente uno sfogo cutaneo che somiglia
a quello della scarlattina. Anche nella setticemia (avvelenamento del sangue), può
essere presente uno sfogo simile. Lo sfogo ha come significato l’eliminazione
di droghe, sieri (proteine) e materia settica. Una condizione simile alla scarlattina, anche se i medici non sono d’accordo, è spesso presente dopo un’operazione
chirurgica.
La lingua nonostante sia molto patinata è arrossata ai lati, e le papille gustative
sono gonfie. Nei casi più gravi, la gola, sempre infiammata, è ricoperta da una
membrana rossa somigliante a quella presente nei casi di difterite. Saranno inoltre
presenti tutti i sintomi della febbre. Lo sfogo cutaneo generalmente inizia verso
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il secondo o terzo giorno, per poi sparire dopo 4/7 giorni. Non ho mai incontrato
casi dove si sia poi protratto per più di quattro giorni.
Complicazioni: non c’è nulla che condanni le cure mediche, più della frequenza con cui dopo di esse si presentano complicazioni. Le nefriti acute si sviluppano, ad esempio, nel 10 - 20% dei casi e spesso, con gli anni, degenerano
nel morbo di Bright. A causa dei metodi soppressivi (crimini legalizzati) si riscontrano casi di artriti, infiammazioni acute alla membrana interna ed esterna del
cuore (endocarditi e pericarditi) otiti medie, che spesso sono causa di sordità, e
altri disturbi vari. Nessun caso da me curato ha mai presentato tali o altri disturbi.
II dott. Arnold H. Kegel, della Commissione per la Sanità di Chicago, nel
dicembre del 1930 dichiarava, in uno dei suoi discorsi alla radio: ≪Il Ministero
della Sanità di Chicago ha ricevuto diverse richieste da parte dei genitori i quali si
chiedono se sia o no il caso di immunizzare i bambini con dei vaccini per la scarlattina≫. ≪Non possiamo assumerci la responsabilità di consigliare ciò in quanto
ci sono stati troppi casi di esperienze poco felici riguardo all’uso di tali vaccini≫.
Ogni vaccino attraversa uno stadio sperimentale durante il quale si verificano
diversi casi infelici.
La tossina-antitossina ha prodotto molti danni, molti di più di ogni altro vaccino mai usato, e la ragione sta nel fatto che è stato quello più largamente usato.
In Austria, patria di tale siero, questo è già stato abolito.
La vera prevenzione della malattia non ha niente a che vedere con i vaccini,
sieri, antitossine, droghe e operazioni chirurgiche. Essa consiste in cibo sano, aria
pura, abbondanza di sole, esercizio fisico, riposo, sonno a sufficienza, igiene personale, equilibrio psichico, sicurezza nel lavoro, assenza di tutte quelle abitudini
devitalizzanti e di tutti gli eccessi rovinosi. Esiste un grosso pericolo: “l’essere
scientificamente ignoranti per un eccesso di scienza”.
Dal 1858 al 1923 la mortalità dovuta alla scarlattina fu ridotta, senza l’aiuto di sieri o vaccini, anti-tossine o tossine anti-tossine, da 155 casi a 2, su una
popolazione di 100.000 abitanti. Nel 1927 il tasso arrivò a 1 su 100.000.
Cura del paziente: adeguatamente curati, questi casi saranno guariti dallo
sfogo cutaneo in 4/6 giorni. La febbre scomparirà al terzo giorno, e la malattia
sarà tanto leggera che i genitori potranno affermare che il bambino non era poi
cosı̀ malato, e saranno certi che non lo sarà neppure in seguito. La vera malattia viene prodotta dall’alimentazione e dalle medicine. Questi casi dovranno
essere curati come per il morbillo ed il vaiolo. Impacchi di semi di lino, usati dai
medici per la cura della scarlattina dovranno essere evitati. Questi mezzi fanno
parte delle abitudini mediche e non hanno nessun valore.
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24.5 LA PERTOSSE (Tosse convulsa)
Questa è un’altra di quelle malattie causate da germi di natura sconosciuta. Un
francese, Bordet, pensò di aver trovato il germe che causa la malattia e lo chiamò
BACCILLUS PERTUSSIS. Oggi questa viene invece classificata come malattia
da virus. Tale condizione viene descritta dalle autorità mediche come una bronchite acuta. Secondo noi, invece, essa non ha nulla a che vedere con le affezioni
catarrali, ma piuttosto con le affezioni di tipo nervoso e ha la sua origine nelle
malattie cerebrali o della spina dorsale.
Il nome ”tosse convulsa” deriva da ”suono convulso” che segue ogni lunga
inspirazione di aria. Nella normale tosse, infatti, si inala dopo ogni colpo di tosse,
ma nella pertosse il paziente riesce ad inalare solo dopo 15/20 colpi, essendo
quindi, l’inspirazione molto profonda, questa viene accompagnata da un suono
convulso. Il muco espulso in questo caso è minimo, ciò sta a significare che tutta
l’azione è di tipo nervoso.
Il problema ha inizio con una tosse secca ed irritante e senza una particolare
ragione, essendo assenti irritazioni alla gola e ai polmoni. Questa tosse spasmodica persiste per circa due settimane, a volte è talmente forte lo sforzo da dar luogo
a vomito. Dopo queste due settimane, ne occorreranno altre due perchè la malattia
diminuisca e sparisca completamente.
Durante gli attacchi di tosse, le vene si gonfiano, il viso diventa di colore
bluastro, gli occhi sembrano uscire dalle orbite, e si macchiano di rosso, sembra
che il bambino stia per soffocare.
Una irritazione alla gola, un’emozione o semplicemente l’ingerimento di cibo
potrebbe causare un attacco. Il bambino (il più colpito da questa malattia) potrà
avere pochi o centinaia di attacchi al giorno; generalmente quello in condizioni
fisiche buone, dopo l’attacco ritorna al suo stato naturale. L’unico vero serio problema che si potrebbe manifestare durante un attacco di tosse, è la rottura di un
vaso sanguigno. Tale rottura potrebbe presentarsi negli occhi, nelle orecchie, nel
naso, nei polmoni, nel cervello o nella pelle. Una emorragia al cervello potrebbe
causare una paralisi o la morte immediata. Soltanto in alcuni casi potrà avvenire
la perdita di sangue dal naso o dalle orecchie.
Il bambino che dopo un attacco di tosse risulterà esausto, spaventato e nervoso,
e presenterà delle macchie rosse sulla fronte e nella parte bianca dell’occhio, potrà
avere in corso una congestione cerebrale, e sarebbe quindi in pericolo.
Raramente i polmoni risulteranno gravemente ingiuriati da un serio attacco di
tosse. Potranno a volte risultare enfisemitosi (distensione dei tessuti polmonari), a
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volte potranno letteralmente scoppiare. La broncopolmonite è una complicazione
fatale, frequente solo in quei casi curati dai medici.
Voelker, nel suo libro Index to treatment, dice: ≪Il trattamento della pertosse
costituisce una delle note di biasimo dell’arte medica. Non esiste alcun metodo
che sia in grado di accorciare il corso della malattia, nè in grado di evitarla≫.
Sir Wm. Osler conferma tutto ciò dicendo: ≪Il trattamento è notoriamente
insodisfacente. Alcuni vaccini sono stati usati riportando alcuni benefici. Pochi
pazienti sono stati curati velocemente. Diverse misure antisettiche sono state largamente provate. Molti hanno tentato il chinino; l’uso di inalazioni al benzoino
sono state spesso d’aiuto. Per i sintomi catarrali, dosi moderate di ipecacuana, sono probabilmente le più soddisfacenti. Nei casi più gravi l’uso di sedativi è stato
quello che ha dato i migliori risultati, permettendo al paziente di riposare durante
la notte. Spesso la codeina e l’eroina, date in dosi adeguate all’età del paziente,
sono in grado di dare sollievo. Jacobi raccomanda il belladonna. Si potrà anche
tentare con l’antipirina e il cloridrato. Nei bambini più grandi e negli adulti credo
siano più indicate iniezioni intratracheali di olio di oliva e iodoformio≫. È un vero
crimine, secondo me, punire i bambini malati in questo modo. Non c’è nulla in
tali trattamenti che possa far pensare che un medico si sia posta la domanda di
quale possa essere la causa di questa malattia.
CURA DEL PAZIENTE: la condizione del malato potrà essere almeno tollerabile dando ad esso delle cure adeguate.
La malattia ha origini di tipo nervoso, interessa cioè i centri nervosi, e la tosse
non è altro che una tosse di riflesso. A questo punto mi pare chiaro che si dovrà
valutare lo stato generale del sistema nervoso del paziente.
Il paziente dovrà essere messo subito a letto e i suoi piedi dovranno essere
tenuti caldi. Egli dovrà avere a disposizione aria fresca e acqua a volontà, ma non
si dovrà per nessuna ragione somministrare del cibo fino al completo rilassamento.
I bambini che condurranno una vita all’aria aperta, soffriranno molto meno di
quelli tenuti in casa. Se possibile, il letto dovrà essere posto all’aperto, altrimenti
bisognerà porlo vicino ad una finestra aperta. Il riposo ed il calore calmeranno
il sistema nervoso. Cè da chiedersi se lo stadio convulso della tosse possa essere
addirittura evitato iniziando il suddetto trattamento sin dall’inizio della malattia,
e cioè ai primi sintomi. Il completo rilassamento dovrebbe avvenire al terzo o
quarto giorno. Il troppo frequente, e mai riconosciuto, superaffaticamento mentale
dei bambini, è una delle cause più evidenti di questa malattia. Questo dovrà essere
assolutamente evitato. In questo particolare momento un rilassamento completo
ed un riposo, del sistema nervoso è molto importante.
Dopo essersi assicurati che il paziente abbia raggiunto tale rilassamento, si
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potranno somministrare delle spremute di frutta al mattino, a pranzo e a cena,
dopo di ciò si potrà iniziare a dare frutta fresca.
Se la tosse dovesse aumentare dopo il pasto, questo dovrà essere immediatamente sospeso. ≪Generalmente si riscontra – dice Page – che la tosse tende ad
aumentare verso sera e a peggiorare durante la notte. Al mattino invece, essendo
lo stomaco più rilassato, questa diminuisce o scompare del tutto. Un pasto completo è generalmente la causa più frequente di nuovi e violenti attacchi di tosse.
Quindi il bambino maggiormente nutrito sarà quello che soffrirà di più≫.
Secondo il Dott. Osler le due cose fondamentali da sapere per curare questa
malattia sono: avere sei settimane di tempo ed una buona bottiglia di paregorico.
Altri invece suggeriscono il chinino al posto del paregorico, al fine di sopprimere
la tosse. Entrambe queste droghe tendono a deprimere i centri nervosi. Altri
ancora raccomandano una cinquantina di droghe diverse, alcune di esse usate per
tamponare la gola.
La convalescenza: i medici ne parlano come un periodo molto tedioso, almeno secondo la loro esperienza. Noi indeboliamo o uccidiamo i nostri pazienti.
I medici ci dicono che bisogna assolutamente evitare che il bambino prenda il
raffreddore. Un cambiamento di clima e una “grande quantità di cibo nutriente”
(cioè carne, uova, latte pastorizzato, dolci, pane bianco, ecc.) è raccomandato nei
casi di tosse cronica, spesso dovuta proprio alle cure mediche.
Noi raccomandiamo abbondanza di frutta fresca e verdura, sole, aria pura,
esercizio fisico, riposo e sonno. Questi sono gli elementi su cui basare la salute.
24.6 PAROTITE EPIDEMICA (orecchioni)
Questa malattia consiste in un’infiammazione delle ghiandole salivari ed in specialmodo la parotide. Anche questa malattia sembra “causata da germi sconosciuti” ed è talmente contagiosa che una persone può esserne affetta solo da un lato
del viso. Il gonfiore riguarda la parte frontale e sottostante le orecchie. Il primo
sintomo della malattia potrebbe essere un dolore acuto al momento di inghiottire,
ma questo potrebbe anche essere preceduto da febbre e malessere generale. Per
circa due giorni il gonfiore aumenta e le ghiandole sottomascellari e sublinguali
potrebbero gonfiarsi. Per altri sette giorni il paziente passerà attraverso un periodo
di “gonfiore”, poi la febbre inizierà a diminuire ed il gonfiore scomparirà poco a
poco. La bocca potrà, durante questo periodo, rimanere un pò aperta e si potrà
accusare dolore al momento di inghiottire.
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Generalmente gli adulti soffrono molto più dei bambini. Si dice che in alcuni
casi il paziente maschio potrebbe, a seguito di questa malattia, accusare un’infiammazione ad uno od entrambe i testicoli (orchite). Questa complicazione dovrebbe
essere la causa della susseguente sterilità, se vengono coinvolti entrambi i testicoli. La complicazione è dovuta a cure sbagliate. La stessa cosa dovrebbe avvenire
nelle pazienti donne, potrebbero accusare vaginiti e l’ingrandimento con relativo
indolenzimento del seno. L’infiammazione delle ovaie è una complicazione molto
rara.
Le complicazioni: molti medici affermano che gli orecchioni non sono una
malattia molto pericolosa in sè stessa, ma il pericolo potrebbe venire dalle sue
complicazioni. Malattie al cuore, problemi ai reni, artriti, meningiti sono solo alcune delle innumerevoli complicazioni da loro citate. Queste complicazioni possono avvenire dopo ogni malattia acuta del bambino, e sono dovute ai metodi
soppressivi adottati.
Dovremmo sempre tenere a mente – dice il Dott. Harry Clements – quando
parliamo di complicazioni, che esse spesso dipendono, non dalla malattia originale, ma dal trattamento nella cura della stessa≫. Il modo migliore per evitare
complicazioni è quello di evitare metodi soppressivi e drastici.
≪
CURA DEL PAZIENTE: restate a letto ed al caldo fino a quando la temperatura non sia tornata alla normalità ed il gonfiore sparito. Non prendete alcun tipo
di cibo nè medicine. Non c’è nulla di vero nella credenza popolare, che durante
questa malattia non si possano ingerire acidi, se il bambino dovesse rifiutare di
digiunare, potrete dargli spremute di arance o pompelmo. L’autore ha avuto gli
orecchioni da bambino e per tutto il corso della malattia ha bevuto succo di
limone.
Per i primi tre giorni, dopo che il gonfiore sarà scomparso, si potrà somministrare frutta fresca, dopo di ciò si potrà gradualmente ritornare alla normale dieta
alimentare. La cura igienistica previene tutte le complicazioni, ma se queste si
saranno già presentate prima dell’inizio di tale cura, bisognerà potrarre il digiuno
fino a quando non siano scomparsi sia il gonfiore che il dolore.
24.7 DIFTERITE
È una malattia della gola. È causata del germe che causa la difterite, il Bacillus
Diphtherae. I medici sono talmente certi di ciò, che quando non riescono a trovarlo, chiamano la malattia con un altro nome. La malattia potrebbe presentare le
caratteristiche della difterite senza che però il germe sia presente. Siamo dinanzi
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ad un caso di pseudo-difterite e gli diamo un altro nome. Una persona potrebbe
essere affetta da tonsillite semplice, “mal di gola”, ma se viene riscontrato il germe, viene automaticamente diagnosticata la difterite. Il supposto germe di questa
malattia, viene spesso riscontrato nella bocca e nella gola di persone sane, che al
momento non hanno, nè probabilmente avranno mai, la difterite.
L’Eciclopedia Britannica dice: ≪Se nella difterite, il bacillo non viene trovato,
la malattia viene chiamata diversamente≫. Sir Wm. Osler afferma nel suo libro
The Principles and Practices of Medecine (Principi e Pratica della Medicina), pag.
151, nella voce “Difterite”: ≪La presenza del bacillo Klebb-Loeffler viene considerata dai batteriologi come il solo indizio di difterite, potendo però associare
questo organismo con infiammazioni alla gola di tutti i gradi, è evidente che in
molti casi potrà esserci una discrepanza tra diagnosi clinica e batteriologica ≫.
Il germe può essere riscontrato in semplici affezioni catarrali, ed anche nella
bocca e nella gola di bambini sani; spesso è invece assente nella gola di quei
pazienti a cui è stata diagnosticata la difterite. I germi non entrano quasi mai nel
sangue, essi sono sul corpo e non al suo interno. Essi rimangono nella membrana
apparente, ed è questa la ragione per la quale la malattia viene chiamata difterite.
Le cause sono un avvelenamento da proteine e la perdita di immunità. Non ho
mai riscontrato un caso di difterite su persone vegetariane, che seguono diete
a basso contenuto proteico. Queste malattie, come pure il morbillo, la pertosse,
ecc. vengono quasi esclusivamente riscontrate in quei bambini super nutriti, con
uno stato cronico di decomposizione e putrescenza nell’intestino.
I bambini sani, alimentati adeguatamente, non soffriranno mai di questa malattia. È proprio il bambino super alimentato, tanto ammirato per la sua grassezza
e mollezza, ad essere soggetto alla difterite. Tali bambini sono malati cronici,
esposti ad attacchi di tutti i tipi, che quando saranno adulti faranno parte della
grande schiera dei tubercolotici.
Bambini che passeranno gran parte della giornata all’aperto, che riceveranno
una buona igiene personale, che dormiranno in stanze ben arieggiate, saranno
nutriti intelligentemente, e senza eccessi non soffriranno mai di questa malattia.
SINTOMI: sono lontani da quelli ritenuti molto pericolosi. Il paziente accusa
improvvisamente sintomi simili a quelli di una tonsillite acuta. La febbre raramente raggiunge valori molto alti, e diminuisce in breve tempo. La gola non appare
molto infiammata. Alcuni pazienti, pur soffrendo molto, non accusano febbre. In
altri la temperatura è al di sotto dei livelli normali, ciò indica una mancanza di
potere protettivo. Questi potrebbero essere i casi più pericolosi. La difterite al
naso, agli occhi ed attorno alle ferite, potrebbe causare segni quasi impercettibili
di malore fisico.
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La malattia ha inizio con febbre, sensazioni di freddo, dolore agli arti ed alla
schiena, mal di testa e un malessere generale. La gola non risulta essere molto arrossata e le tonsille non sono molto gonfie. Macchie di membrana bianca
si allargano sotto le tonsille. La membrana potrebbe ingrandirsi ed estendersi
velocemente verso il palato soffice, fino alla parete posteriore dei bronchi. La
membrana potrebbe anche estendersi attraverso le trombe di Eustachio fino all’orecchio medio, raggiungere il naso attraverso le cavità nasali ed estendersi a volte
fino allo stomaco, attraverso l’esofago. I tessuti sottostanti la membrana muoiono,
con conseguente sfaldamento.
Durante gli ultimi anni i medici hanno scoperto che la “difterite membranosa”
richiede la quarantena. Quando l’autore era giovane questo non avveniva, e nessuno mai “prese” questa malattia per contagio. Un caso non posto in quarantena
non ha mai causato epidemie.
Nel suo libro Mother’s Hygienic Handbook, 1874, il dott. Trall, asseriva di
aver accertato l’ “entità patologica della difterite”.
La “difterite membranosa” è la forma peggiore di difterite. I soggetti colpiti
da questa malattia, raramente sembrano essere gravemente ammalati. Per due o
tre giorni persisterà una tosse rauca e difterica che peggiorerà durante le ore del
pomeriggio e della sera. Il bambino respira regolarmente, ha appetito ed i genitori quindi non si preoccupano troppo. Poi all’improvviso il bambino sembra
soffocare e si divincola facendo mille sforzi per riuscire a respirare; il suo colorito
diventa blu e nei casi peggiori rischia il soffocamento a meno che non si intervenga con intubazione o tracheotomia. Nei casi meno gravi la crisi passa molto
presto. Il dott. Tilden ci dice: ≪Non ho mai incontrato nessun caso che si sia
ristabilito dopo che la malattia era arrivata alla faringe passando a breve distanza
dalla trachea. A volte la membrana viene espulsa ed il bambino guarisce, ma ciò
accade molto raramente≫. Dice inoltre: ≪Non ho mai visto guarire nessuno dalla
difterite bronchiale e neppure me lo aspetto≫. Esiste una buona prevenzione a tale
malattia.
Complicazioni: Sotto cure mediche malattie come miocarditi, nefriti gravi e
broncopolmoniti sono molto frequenti. Le prime due, almeno, sono il risultato
delle anti-tossine. Diverse forme di paralisi, soprattutto alla gola, ai muscoli degli
occhi e agli arti, si sviluppano in circa 1/5 dei casi trattati con medicine. La
paralisi è spesso dovuta all’antitossina anche se a volte è presente in casi dove
questa non è stata somministrata. Essa non pone alcun rimedio alla malattia, come
la tossina anti-tossina non è in grado di prevenirla. Entrambe queste proteine sono
responsabili di molte morti, sia di persone sane che di quelle malate.
CURA DEL PAZIENTE: La diminuzione della percentuale dei casi di difte¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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rite e di relative morti, non è stata cosı̀ elevata come nei casi di scarlattina, e questo
a causa dell’antitossina. Nonostante ciò i medici affermano di non aver sufficienti informazioni a proposito. Nessun tipo di cibo dovrà essere somministrato al
bambino. Sia se si tratti di difterite membranosa che non, sarà meglio interrompere immediatamente qualsiasi tipo di cibo ai primissimi segni di malattia (tosse).
Questi casi potranno essere recuperabili se adeguatamente curati dall’inizio, cioè
prima che la membrana possa espandersi ed impedire la respirazione.
Mettete il bambino a letto in una stanza ben ventilata. Nel caso fosse inverno
ponete una borsa di acqua calda ai suoi piedi, ed evitate qualsiasi tipo di gargarismo o lavaggio della gola. Il bambino dovrà essere messo in posizione tale da
poter espellere qualsiasi sostanza. Se si farà assumere al bambino una posizione supina, si rischierà che le secrezioni invece di essere buttate fuori, scendano
lungo la gola e la trachea, fino ad arrivare allo stomaco. Ciò quindi dovrà essere evitato. Se il bambino si stancherà di rimanere sempre nella stessa posizione,
potremo far sı̀ che si giri, ma sempre con il viso rivolto all’ingiù. Questi bambini
dovranno essere lasciati soli, e non si dovrà permettere ad alcuno di farli parlare,
nè tantomeno di rivolgere loro delle domande che implichino delle risposte. Non
si dovranno somministrare droghe, perchè ciò diminuirebbe la possibilità di guarigione. Anche se i casi di persone che abbiano contratto la malattia da altri sono
rarissimi, questa malattia viene considerata contagiosa, e quindi i malati messi in
quarantena.
Il cibo dovrà essere evitato fino a quando la gola non sarà completamente
guarita, poi per due giomi si potrà somministrare succo di frutta, per poi tornare
gradualmente alla normale dieta.
La morte in questi casi è dovuta al soffocamento e a cure inadeguate.
L’essudazione attraverso il condotto respiratorio, con la conseguente formazione di membrana apparente, soffoca il paziente fino a farlo morire. Ciò è quello
che può capitare nel peggiore dei casi. Se si riuscirà a prevenire ciò, la malattia
non sarà pericolosa. Se i sopracitati metodi non saranno sufficienti a controllare
l’essudazione, ci si potrà aiutare con delle medicine leggere, che almeno in questo
caso, saranno il male minore.
Pezze calde attorno al collo, e ghiaccio in bocca o sulla parte infiammata,
aiuteranno a sopprimere la infiammazione e l’essudazione.
Il dott. Trall, dopo aver curato centinaia di questi casi, afferma: ≪Il pericolo
maggiore in questa malattia sarà molto limitato se verranno seguite le istruzioni
alla lettera, a meno che non si tratti di un bambino molto debole o scrofoloso. Non
mi è mai accaduto fino ad ora di fallire in nessuno dei casi≫.
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Durante la convalescenza si raccomanda aria pura e sole. Essendo questa
malattia molto comune dopo le feste di Natale e del Ringraziamento, sarà bene
evitare che i bambini si nutrano con un numero eccessivo di proteine, in modo
da prevenire la decomposizione e conservare una salute generale. La difterite è
una fase della albuminuria.
24.8 FEBBRE TIFOIDEA
Questa è una malattia acuta che coinvolge maggiormente l’intestino tenue. La
responsabilità di questa malattia viene data al Bacillus Typhosus. In seguito alle cure mediche, si può manifestare l’ipertrofia dei “tessuti linfatici” (tonsille),
chiamato placche di Peyer dell’intestino, seguito da ulcerazioni e distaccamento
di quest’ultime. In genere il distaccamento viene seguito da emorragie anche se
generalmente interviene la natura che rimargina i vasi sanguigni prima del distaccamento. L’addome è flaccido e dilatato da gas. La pressione del gas sul cuore
spesso stimola eccessivamente questo organo. Durante il settimo e l’ottavo giorno
si formano delle macchie rosse sull’addome. Nei casi più gravi si sviluppa una
malattia “secondaria” ai reni o ai polmoni o alla milza o ai centri cerebo-spinali.
A seguito di cure errate da parte dei medici, sono spesso frequenti complicazioni e ricadute. Il comune trattamento rivolto a questa malattia è secondo me un
crimine non punito.
SINTOMI: la malattia è spesso preceduta da mal di testa, male alla schiena,
perdita di sangue dal naso ed da un periodo di giorni o settimane durante il quale persiste un malore generale. È spesso presente costipazione e lingua sporca.
L’alito è pesante e spesso si avverte un cattivo sapore in bocca Il paziente passerà
un periodo durante il quale nonostante avverta un malore generale, non dà molto
peso a questa condizione e al massimo si rimpinza di medicine inutili. Curato
adeguatamente, ai primi sintomi di malattia, probabilmente potrebbe evitare che
il tifo vero e proprio si sviluppi. Il Dott. Tilden afferma: ≪Spesso la febbre da tifo
(che colpisce maggiormente gli adulti) si evolve a causa di alimentazione e cure
che tendono a guarire forti indigestioni≫. Dopo il periodo di malessere sopracitato, la temperatura inizia a salire ed il paziente accusa un tale malessere da doversi
mettere a letto. La febbre sale lentamente, e da tre a sette giorni raggiunge livelli
altissimi. Dopo di che, a causa delle medicine e delle cure mediche, ci vorrà ancora una settimana prima che riesca a diminuire. Nell’uomo forte il battito cardiaco
sarà lento e leggero, soprattutto durante la convalescenza. Durante i primi giorni
di malattia il mal di testa potrà essere molto forte, a volte intollerabile.
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PROGNOSI: il tifo è una malattia che guarisce da sè. Anche i medici ammettono che non esiste una vera e propria cura, a meno che non si intervenga con i
loro tanto pubblicizzati ed inutili vaccini, o sieri profilattici.
Emerson ci dice: ≪Una volta scomparsa la febbre, inizia il periodo di convalescenza. Il paziente inizialmente apparirà debole e magro, ma lentamente tornerà
al suo normale aspetto, a volte si sentirà meglio di prima della malattia≫.
A proposito delle complicanze, Emerson dice: ≪La perforazione è la peggiore
delle complicanze della febbre tifoide, ed è la causa di 1/3 delle morti. In seguito
allo sfaldamento della mucosa intestinale, si vengono a formare delle ulcerazioni.
In una piccola percentuale di casi (5%), queste ulcere si perforano e determinano
una peritonite. Se non si interviene con una operazione chirurgica le speranze
di sopravvivenza potrebbero essere molto scarse. (N.d.a.: Anche con quest’ultima i risultati non cambierebbero). Quei pochi casi che riusciranno a guarire
presenteranno comunque un ascesso che col tempo avrà necessità dell’intervento
chirurgico.
È più probabile che la perforazione si manifesti durante la 3 settimana, anche
se potrebbe presentarsi in ogni momento; essendo dovuta alla stessa causa che
provoca l’emorragia, spesso si manifesta assieme ad essa.
Il lettore, comunque, potrebbe non aver molto chiaro il perchè i “contenuti
intestinali” dovrebbero irrompere nella cavità intestinale. Un digiuno potrebbe
essere in grado di evitare tutto ciò. Purtroppo siamo vittime delle convinzioni
dei medici secondo le quali il malato “debba mangiare per riacquistare le forze
fisiche”, ed alcuni di loro pensano addirittura che durante la febbre bisogna nutrirsi
maggiormente per evitare che essa bruci le riserve del fisico. In genere viene
consigliata, per la febbre tifoide, una dieta ad alto tasso proteico.
CAUSE: questa malattia è il risultato della decomposizione presente nello stomaco e nell’intestino dovuta ad una alimentazione errata. Più si nutrirà il paziente,
più la decomposizione, già presente nel fisico aumenterà, contribuendo allo sviluppo di sepsi. La febbre salirà, ci sarà un aumento di otite media e di sofferenza
da parte del paziente, e le probabilità di morte saranno maggiori. I germi saranno
sicuramente presenti e più il paziente ingerirà cibo, più questi ultimi aumenteranno. Se il paziente verrà messo a digiuno, le feci e l’urina saranno liberi da ogni
germe, quando avrà inizio la convalescenza.
In questi casi i medici raccomandano diete a base di latte, burro, latte pastorizzato, Koumiss (liquore estratto da latte di cavalla fermentato), uova, frullati di
carne, acqua d’orzo, tisane, minestre, tè freddo e gelati. L’alimentazione consigliata per la febbre tifoide segue più o meno lo stesso principio dei suggerimenti
di Emerson nella cura dell’influenza. Egli dice: ≪Il paziente dovrà ricevere la
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più completa delle diete, e dovrà essere ben purgato e stimolato≫. Egli aggiunge: ≪La convalescenza è lunga e tediosa, e la sensazione di malessere potrebbe
anche durare mesi. Per questa ragione un cambiamento di clima sarà di grande
aiuto al malato≫. Sarebbe secondo me di grande aiuto invece cambiare medico
e cura. Tutt’ora si sente un gran parlare di inoculazione anti-tifo; esse vengono particolarmente raccomandate a chi si appresta ad affrontare un viaggio
in paesi stranieri. The Public Health Report (Vol.34, nÂ◦ 13 del 26/311919),
approvato e sottoscritto dal Primario del Corpo di Spedizione Americano, sotto
il titolo “Typhoid Vaccination No Substitute for Sanitary Precautionis” (Vaccinazione anti-tifo, non sinonimo di sostituto di precauzioni sanitarie), cita numerosi
casi di febbre tifoide contratta da soldati “protetti” (vaccinati). Nel marzo del
1914, cinque mesi prima della scoppio della guerra, la vaccinazione anti-tifo veniva largamente adoperata per i soldati dell’esercito francese. Nonostante ciò, fino
all’ottobre del 1916 si verificarono 113.465 casi di tifo con 12.380 morti, solo tra
l’esercito francese. Tra queste cifre mancano comunque ancora tre anni di guerra
da includere.
Nell’esercito britannico si verificarono fino al dicembre 1918, 7.423 casi di
tifo con 260 morti - praticamente tutti quelli vaccinati. Naturalmente queste cifre
non includono i casi di morte e malattia dovute al tifo, a Gallipoli ed in Mesopotamia. Si dice infatti, a questo proposito, che la sconfitta subita dalle forze
armate britanniche sia stata dovuta proprio al tifo contratto dalla maggior parte
dei soldati. Le cifre sono talmente tremende che sono state divulgate e non possono neppure essere ricercate. In Francia ed in Belgio, l’esercito britannico, soffrı̀
meno dei francesi. Perchè? Eppure anche i francesi erano stati vaccinati. Sir Malcolm Morris e Captain J. Stanley Arthur, affermarono che le condizioni sanitarie
degli inglesi erano di gran lunga migliori. L’acqua sporca e non potabile si prese
gioco del vaccino ed i soldati soffrirono e morirono proprio a causa di questo. Il
vaccino non fu certo in grado di rendere la sporcizia innocua, non più di quanto il
vaccino contro il vaiolo potesse esserlo durante la guerra del 1870 o in India.
È ora ammesso ovunque che la diminuzione dei casi di febbre tifoide, di colera, di febbre gialla, di peste bubbonica, ecc., sia dovuta ad una maggiore igiene e
sanità. Il vaccino viene pubblicizzato soltanto per ragioni commerciali.
CURA DEL PAZIENTE: la cura dei pazienti affetti da febbre tifoide, a questo punto, dovrebbe essere chiara agli studenti: rimanere a letto in una stanza ben
illuminata e arieggiata cercando di tenere lontani tutti i rumori e le distrazioni
superflue; pulizia fatta giornalmente con una spugna imbevuta di acqua tiepida.
Durante l’inverno bisognerà porre ai piedi del malato una borsa di acqua calda.
Fino a quando i sintomi maggiori della malattia non saranno scomparsi, l’unica
cosa che il malato potrà avere a disposizione sarà acqua. Non somministrate nes¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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sun tipo di droghe o medicine per il cuore, non cercate di controllare la febbre
o le feci del malato. Anche l’idroterapia dovrà essere evitata. Lasciate il malato
da solo e vedrete che guarirà. Probabilmente verso il terzo giorno comincerà a
sentirsi già meglio e dopo 7-14 giorni sarà in grado di alzarsi dal letto. Nei casi
più gravi occorreranno invece diverse settimane.
In caso di emorragia, i piedi dovranno essere sollevati, ed il paziente dovrà
essere lasciato riposare in assoluto silenzio. Non si dovrà permettere a nessuno di
parlargli, nè tantomeno permettere che gli vengano somministrate medicine atte a
sostenere il cuore. Raramente si verificheranno emorragie se il paziente non sarà
imbottito di cibo e medicine.
24.9 TONSILLE ED ADENOIDI
Il Dott. inglese Harry Clements, stimato amico dell’autore, sottolinea nel suo libro
Children’s Aliments (Gli alimenti del bambino): ≪Se i genitori e coloro che si
prendono cura dei bambini fossero consapevoli delle funzioni vitali delle tonsille
e delle adenoidi, non si rivolgerebbero al chirurgo in cerca di aiuto≫. Egli fa
questa osservazione mentre descrive l’importanza delle tonsille e delle adenoidi.
Le tonsille, come l’appendice e la cistifellea, sono amiche dei chirurghi. Esse
consistono in piccoli fasci di tessuto adenoide (strutture linfoidi) con sede nella
gola. Ne esistono vari tipi: le tonsille palatine, poste ai lati della gola; le tonsille
faringee, poste sulla parte superiore dello spazio tra la gola (palato molle) e la
parte posteriore del naso (chiamate adenoidi); le tonsille tubariche o di Eustachio
poste nell’apertura circostante ogni tromba di Eustachio; le tonsille linguali, grappolo di tessuto tonsillare posto alla base della lingua ed infine tonsille laringee
poste nella laringe. Queste tonsille sono tutte collegate tra loro da vasi linfatici e
formano quella parte chiamata anello linfatico di Waldeyer.
Queste strutture linfoidi hanno come funzione principale, l’arresto e la detossificazione di tossine organiche che potrebbero penetrare nella circolazione attraverso la bocca, il naso o strutture adiacenti e attraverso l’intestino. Se vengono
raggiunte da più tossine esse sono in grado di disintossicarle attraverso l’ingrossamento delle cellule e quindi delle tonsille, in modo da preservare la salute. Non
sono una minaccia alla nostra salute, bensı̀ un beneficio.
Le tonsille palatine aiutano a sorreggere il palato molle ed hanno funzione
importante nel produrre la grande varietà di toni di voce. La rimozione di queste
tonsille generalmente rovina le capacità canore vocali abbassando la voce di un
ottavo. La tonsillite follicolare erroneamente diagnosticata come tonsillite acuta,
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è un’infiammazione della mucosa che copre la superficie esterna delle tonsille
palatine e penetra giù in fondo, fino a ricoprire le cavità tonsillari delle fossulae.
Questa è la forma più comune di tonsillite o “gola infiammata”.
Le Quincy erroneamente definite “ascessi tonsillari”, mentre in realtà sono
ascessi peritonsillari, si formano nei tessuti circostanti (generalmente nella parte
superiore) le fauci. Ciò può avvenire su uno od entrambi i lati della gola. Inizia
come una comune “tonsillite” acuta o cronica e, in seguito a cure errate o a compressione delle ghiandole linfatiche, si estende ai tessuti adiacenti o sottostanti, ai
nodi e noduli culminando nella formazione di ascessi.
L’ascesso scoppia generalmente nella gola. Comunque queste “due malattie”
sono in realtà una sola.
SINTOMI: “L’avviso’ di una “fossulitis acuta” (tonsillite follicolare), è generalmente dato da un improvviso aumento di temperatura. La gola è infiammata,
calda, secca, rasposa, e l’inghiottimento è doloroso e difficile. La lingua si presenta sporca e l’alito pesante. Le tonsille si ingrossano, i tessuti circostanti sono
congestionati e infiammati; le ghiandole sotto la gola si gonfiano e danno dolore.
Su una od entrambe possono apparire delle macchie grigie o gialle. Queste macchie sono composte di materia, non contengono pus. Potranno essere presenti mal
di testa, dolori alla schiena, ecc. La tonsillite di Quincy presenta gli stessi sintomi,
spesso più acuti, accompagnati dalla formazione dell’ascesso.
La “Fossulitis cronica”, o tonsillite follicolare cronica, è una persistente infiammazione catarrale di grado inferiore. La condizione è caratterizzata della
presenza costante di placche grigie o gialle.
Se queste vengono schiacciate hanno un odore ed un sapore cattivo.
Le adenoidi, il nome più comune dato all’ingrossamento delle tonsille faringee, generalmente accompagnano la tonsillite follicolare cronica. Frequentemente
ci si riferisce alle adenoidi usando il termine “crescita delle adenoidi” e “vegetazione delle adenoidi”. Le membrane del naso e della gola sono passivamente
congestionate e ingrossate. Oltre all’ingrossamento delle tonsille faringee, avviene un ingrossamento concomitante dei migliaia di nodi e noduli linfatici adiacenti
alle tonsille. Nei bambini più piccoli (sotto i 15 anni) le “adenoidi” sono generalmente tanto ingrossate che ostruiscono il passaggio nasale, ciò costringe all’abitudine di respirare con la bocca. In parte a causa di problemi di ossigenazione,
ma soprattutto delle condizioni sistematiche che provocano tale affezione, questi
bambini presentano un torace piatto, sono magri, anemici e spesso lenti nell’apprendimento. Il loro sonno viene disturbato, ed essi divengono tardi, distratti e
stanchi cronici. Non sono rari frequenti attacchi di bronchiti.
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Il più comune trattamento è la rimozione delle tonsille faringee. Esso è tanto
insoddisfacente quanto dannoso. Molto spesso le tonsille ricrescono o avviene
l’ingrossamento di altre ghiandole linfatiche adiacenti, il che procura un danno
maggiore. Spesso ci imbattiamo in persone che hanno subito due o tre di queste
operazioni, e per i quali la situazione non è che peggiorata. Ho recentemente
conosciuto un bambino che aveva già subito tre operazioni chirurgiche, ed al quale
era stata consigliata una quarta.
Il dottor Faulkner ci dice a proposito dei metodi chirurgici in questi casi: ≪Il
risultato delle operazioni sarà sempre deludente nei casi di malformazioni al naso,
denti irregolari, mascelle superiori deformi, deformità della bocca e del palato,
nei casi di sordità con infiammazione dell’orecchio medio e con l’ingrossamento
e l’indurimento dei rivestimenti dei passaggi uditivi; nelle affezioni del timpano,
e in tutti quei bambini con debole costituzione fisica, alimentazione insufficiente
o impropria, e costretti a vivere in condizioni non igieniche≫.
Se qualche caso è stato ammesso, lasciateci dire che un intervento chirurgico
sarà sconsigliabile anche in quel caso.
Le adenoidi generalmente si ritirano e diminuiscono di dimensioni dopo la
pubertà, e difficilmente portano disturbi in avvenire.
L’infiammazione, l’ingrossamento o l’ascesso delle tonsille linguali (tonsille della lingua), anche se apparentemente meno comuni, possono presentarsi più
spesso di quanto si creda. Quando queste ferite si infiammano l’intera base della
gola subisce la stessa sorte. La lingua appare debole e sia il parlare che l’inghiottire divengono difficili. Anche la respirazione può risultare danneggiata.
Le tonsille tubariche spesso si infiammano e si ingrossano. Questo è di solito
accompagnato dal rigonfiamento delle migliaia di nodi e noduli nelle immediate
vicinanze, e da un passivo e non infiammatorio rigonfiamento della membrana
mucosa che riveste la cavità posteriore del naso. Ciò potrebbe parzialmente chiudere la tromba di Eustachio provocando sordità catarrale. Questo catarro potrebbe
anche estendersi fino alle trombe di Eustachio e all’orecchio medio. Uno di questi
casi potra’ essere curato con i metodi che vedremo più avanti. L’infiammazione e
l’ingrossamento delle varie tonsille sono generalmente associati ad altre affezioni
della bocca, del naso, della gola come il catarro, raffreddori, sinusiti, infiammazioni delle narici posteriori e anteriori, ascessi di denti, ecc. L’insieme dei metodi usati dai medici nel trattare queste malattie, è tanto assurdo quanto quello
impiegato nella cura delle tonsille.
I metodi descritti in questo capitolo preverranno e correggeranno queste ed
altre condizioni. Dopo tutto, la prevenzione è il metodo di cura più logico ed
attraverso l’igiene naturale saremo in grado di prevenire realmente lo sviluppo
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della malattia.
CAUSE: questi problemi si sviluppano in bambini e adulti che soffrono di
problemi gastro-intestinali, e che ingeriscono abitualmente troppo latte, pane, cereali, amidi in genere, zucchero, dolci, conservanti, sciroppi, caramelle, galatine e
simili.
Aggiungete tutto ciò ad un’alimentazione carente, e vedrete come queste persone accuseranno malattie ogni qual volta ci sarà un abbassamento di temperatura, una qualsiasi esposizione alle intemperie o una maggiore richiesta di sforzo
psichico o fisico.
Le “adenoidi” sono una malattia più frequente tra i bambini allattati artificialmente che non tra quelli allattati con latte materno. Il fatto che la maggior parte
dei medici suggeriscano abbondanti quantitativi di latte da somministrare ai bambini, e poi eventuali asportazioni delle tonsille, ci fa pensare che essi sappiano fare
bene gli affari. Cereali con latte e zucchero, frequenti spuntini tra un pasto e l’altro
saranno sufficienti a produrre problemi di carattere digestivo e quindi tonsilliti.
La continua insistenza da parte dei medici a somministrare una quantità sempre maggiore di cibo fa credere ai genitori che le malattie dei loro figli siano dovute a carenze alimentari. A ciò si aggiunge l’abitudine di un continuo rimpinzare
questi bambini di ogni tipo di cibo, e poi somministrare loro olio di ricino, fino
a farli star male. La moda odierna è quella di asportare le tonsille al primo sintomo di infiammazione, o anche quando neppure i sintomi sono presenti. Questo
metodo è nello stesso tempo inutile e dannoso, ma anche molto conveniente dal
punto di vista economico per medici e chirurghi. Gli inevitabili risultati del lasciar
decidere agli esperti se e quando le tonsille del vostro bambino sono da asportare,
sono ben riportati dai seguenti fatti. Nella sua popolare colonna del giornale How
to Keep Well, il dott. W. H. Brady scrisse un articolo intitolato “The Scandal of
Tonsillectomy” (Lo scandalo della tonsillectomia). In esso riportò il caso di una
cittadina in cui in un particolare mese, furono rimosse un migliaio di tonsille.
Un patologo pensò di esaminare le migliaia di tonsille e scoprı̀ che 710 di
loro non erano affatto malate, e che 430, anche se affette da qualche disturbo, non
necessitavano di un’operazione. Questi specialisti, che versano il sangue dei vostri
bambini a scopo di lucro, non possono di certo essere creduti quando emettono
dei giudizi sulle condizioni delle loro piccole gole.
CURA E RIMEDI: se si tratta di un caso particolarmente acuto, tutto il cibo
dovrà essere immediatamente sospeso, fino a quando i sintomi più acuti non saranno scomparsi; a ciò seguirà una dieta a base di frutta che dovrà protrarsi dai tre
ai cinque giorni. Se siamo davanti ad un caso cronico, un digiuno, od una dieta
a base di succo d’arancia o pompelmo, dovrà essere impiegata fino a quando la
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gola sarà completamente guarita, e l’alito sarà tornato alla normalità.
Poi dovrà seguire una dieta a base di frutta, o frutta e verdura, fino a quando
le tonsille non saranno guarite quasi del tutto, dopo di che si dovrà gradatamente
tornare, con quantità moderate, all’aggiunta di proteine e amidi. La bocca e la
gola dovranno essere tenute pulite, ma senza l’impiego di antisettici per sciacqui
o gargarismi. I gargarismi sono inutili.
Dopo che le tonsille saranno tornate alla normalità sarà facile mantenerle in
buona salute attraverso un’accurata igiene del corpo. Sonno, riposo, e sole in
abbondanza, esercizi all’aria aperta, e cure adeguate, sono tutto ciò di cui abbiamo
bisogno.
Non somministrate farmaci per nessun motivo, nè prima nè dopo la malattia.
Evitate massaggi alla gola come pure impacchi intorno ad essa.
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Capitolo 25
LA POLIOMIELITE
Anche se probabilmente si sviluppò molto prima, la poliomielite, nota anche come
paralisi spinale infantile o paralisi infantile, fu riconosciuta come tale circa 200
anni fa e solo recentemente è diventata una malattia epidemica.
Essa sta diventando sempre più frequente negli Stati Uniti, e quasi ogni anno
ci si aspetta una epidemia nell’intero paese, o in alcune parti di esso. Ci sono
tipi di paralisi infantile che si sviluppano prima della nascita o subito dopo. Forse
questi casi dovrebbero essere differenziati dalla poliomielite.
Anche se si sta registrando un aumento dell’incidenza della poliomielite tra
gli adulti, tale malattia colpisce soprattutto i bambini. Anatomicamente è caratterizzata dall’infiammazione della materia grigia della spina dorsale, con la
distruzione delle cellule nervose nelle estremità anteriori del midollo spinale;
viene seguita da febbre e da rapida paralisi atrofica di vari muscoli. Ha inizio
con una leggera febbre, stanchezza, mal di testa, dolori alla schiena, agli arti e ai
muscoli. In alcuni casi può essere presente anche vomito e diarrea, ed occasionalmente convulsioni. Nel giro di un giorno o due si sviluppa una paralisi flaccida.
Spesso le gambe sono quelle maggiormente colpite anche se possono essere coinvolti tutti e quattro gli arti e il tronco, come pure solo un gruppo di muscoli, o i
muscoli respiratori.
La paralisi raggiunge il culmine in poche ore, o dopo giorni, in molti casi alla
fine non resta che una paralisi minima, mentre in altri la paralisi può essere più
estesa. La completa guarigione è molto più frequente di quanto non si creda. Nel
caso di paralisi permanente si potranno riscontrare delle deformità o un arresto di
crescita delle parti paralizzate, e un aumento della contrazione dei muscoli non
antagonisti. La paralisi può essere dovuta a cambiamenti nel cervello o nel midollo spinale. Oltre alle forme “spinali” ci sono 1) casi abortivi, nei quali i sintomi
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costituzionali non portano alla paralisi, e la completa guarigione avviene nel giro
di pochi giorni; 2) casi di meningite, nei quali i primi sintomi stimolano le meningiti cerebro-spinali epidemiche; 3) casi bulbari, nei quali sono interessati i centri
nucleari nel midollo allungato e 4) casi polineuritici, nei quali il dolore agli arti e
la iperestesia (aumento di sensibilità) sono per alcuni giorni i sintomi più evidenti.
Il fatto che ci siano casi abortivi può provocare facilmente un’epidemia di poliomielite, senza che ci siano casi numerosi di malattia. Le epidemie di “Polio” sono
in gran parte costruite dai medici. Molti dei casi diagnosticati come polio, non
lo sono affatto. In altri casi una malattia diagnosticata come qualcos’altro, viene
diagnosticata di nuovo come polio, dopo che il paziente è morto e seppellito.
Nel momento in cui si manifesta un caso di polio, sembra si faccia di tutto
per provocare panico e isterismi. I giornali dedicano grossi titoli al riguardo;
si chiudono parchi, piscine e scuole. I medici sono in allerta, e pronti ad ogni
evenienza con vaccini e sieri, che iniettano a chicchessia. Ma è difficile che ci
siano più del 10% di diagnosi, che possono dirsi accurate, in queste epidemie.
Molte volte delle semplici punture di mosche, irritazioni da ortica, o acne,
sono state diagnosticate come varicella, e curate con vaccinazioni e somministrazioni di sieri.
A coloro i quali si domandavano quale fosse la causa principale della poliomielite, veniva risposto che era dovuta a un “organismo anaerobico piccolissimo”,
ma una cura basata su tale premessa è spesso peggiore della malattia stessa.
Si dice che Landsteiner fu colui che scoprı̀ il virus della poliomelite nel 1908.
Ma leggendo i testi medici ci si accorge della confusione e dell’approssimazione che regna attorno all’argomento, e a questo punto non ci resta che pensare
che la causa della malattia dovrebbe essere riscoperta nuovamente.
Un bambino dovrebbe ricevere l’ “infezione” e sviluppare la malattia in cinque
giorni; un altro in 35; un terzo non svilupparla affatto.
Vengono anche descritte le eventuali cure mediche. Non si sa come si propaga
la malattia, nè come si contrae l’ “infezione”. Alcuni casi sono molto gravi, altri
sono abortivi, ma il perchè di questo fatto è sconosciuto. Si pensa che la mancata
cottura dei cibi favorisca il “diffondersi” della malattia. Io sfido chiunque a portare
almeno un caso di poliomielite sviluppatasi in una famiglia dove l’alimentazione
è a base di cibi crudi.
Viene sconsigliato bagnarsi in acque non troppo pulite. Il rapido aumento e la
diffusione della malattia, sono sembrati coincidere con lo scomparire di luoghi di
balneazione naturali (stagni, laghetti, ecc.), ed il sorgere di piscine controllate e
disinfettate. Ma i luoghi dove 60 anni fa, noi bambini facevamo il bagno, ritenuti
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pozze d’acqua sporca, non hanno mai diffuso tali malattie.
A San Antonio si sono verificati più casi di polio, da quando si è iniziato
ad aggiungere cloro nell’acqua da bere ed in quella delle piscine, di quanto sia
avvenuto mai prima.
La paralisi non è che un sintomo dell’infezione da “polio-virus”. Un’epidemia
potrà essere del tipo paralizzante, mentre un’altra no. Non tutte le persone affette
da polio devono necessariamente rimanere paralizzate.
È stato sempre affermato che la “causa che provoca la paralisi in alcune persone” è ancora sconosciuta. La medicina sembra proprio essere piena di misteri!
Nella lingua inglese, il termine “virus”, è sempre stato sinonimo di veleno.
La penicillina, la streptomicina, il DDT, il chinino, l’arsenico, sono virus, come pure tutte le altre droghe con cui vengono generalmente trattati i malati.
In pratica l’attività medica dovrebbe essere chiamata “virus terapia”. È una pratica omicida in tutte le sue fasi. È il nemico peggiore della vita odierna. Secondo i
medici il virus dovrebbe essere qualcosa nè viva nè morta, ma avente una struttura
proteica capace di “vivere” e moltiplicarsi nelle cellule dell’organismo-ospite, non
al di fuori di esso, producendo milioni di particelle del tipo “nucleo-proteiche”.
Essi affermano che i virus intaccano l’organismo allo stesso modo dei batteri. Il
fatto è che, l’ipotesi del virus, fu inventata per salvaguardare la vacillante teoria
dei germi che aveva largamente fallito nei riguardi delle malattie cosiddette infantili. Essi affermano che la “causa della polio è il virus”, una piccolissima particella
fatta di proteine.
Il modo in cui questa particella sia in grado di distruggere, è sconosciuto. Ed
ancora: ≪Si conoscono due tipi di virus della polio. Se ne sospettano degli altri.
Si può contrarre la polio più di due volte, un attacco per ogni tipo di virus≫. È una
fortuna che la legge vigente tra le piccole proteine sia in grado di proibire che si
possano contrarre due attacchi dallo stesso tipo di virus. A questo punto si deve
desumere che i virus sappiano quale tra loro abbia già attaccato.
Si dice che in alcuni anni la malattia sia più leggera che in altri e che il fatto
che il 70% dei casi possa guarire senza cure mediche e senza conseguenze, sia
un vero mistero. Il virus sembra cambiare carattere di anno in anno, essendo a
volte molto virulento, ed altre meno pericoloso. Se veramente esistessero virus
del tipo descritto da loro, essi dovrebbero essere sempre presenti, non possiamo
certo pensare che possano essere degli uccelli migratori!
Alcuni medici affermano addirittura l’assurda ipotesi che la maggior parte della gente abbia già avuto, od avrà, prima o poi la poliomielite. Praticamente dovremmo avere la malattia ma non essere malati. Questa non è certo scienza, bensı̀
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sciamanismo. Se è vero che praticamente tutti noi abbiamo avuto o avremo la
poliomelite senza neppure accorgercene, deve essere altrettanto vero che non è
poi una malattia cosı̀ pericolosa, come vorrebbero farci credere. Quindi dovrebbe essere anche vero che se curata adeguatamente sin dall’inizio, non ci sarebbe
neppure il pericolo di paralisi.
Siamo stati inoltre informati che la cosa più importante da fare, in caso di
poliomielite, è un’accurata “pronta diagnosi”. Ciò però è molto difficile perchè
per una prova scientifica occorrerebbe usare il liquido del midollo spinale su una
scimmia, e vedere la reazione. Ciò comporta tempo e soldi. Appare quindi chiaro
che scientificamente non potremo mai essere in grado di capire se il bambino ha
contratto la malattia fino a quando non sopravvenga la morte, o nel migliore dei
casi, una guarigione parziale o completa.
I nostri medici hanno molto da dire sulla resistenza. Resistenza a cosa? Se
abbiamo questa resistenza, da cosa dipende e cosa la produce e mantiene? Quali
sono le basi per la resistenza? In che modo resistiamo? Da cosa dipende la mancanza di resistenza? Se siamo resistenti in alcuni momenti e meno in altri, da cosa
dipende la perdita di resistenza? Può essa essere recuperata? Se si, come? È l’ipotetico virus la causa della polio, o è uno dei molteplici fattori che costituiscono
collettivamente la causa?
Guardata originariamente come una malattia dovuta alla stagione calda, la polio tende ad aumentare e svilupparsi ora anche nelle altre stagioni dell’anno, tanto
che sono stati frequentemente riscontrati casi di poliomielite anche in inverno e
nelle regioni artiche. Il caldo veniva incluso nelle cause. Il caldo causava la polmonite! Il caldo eccessivo può naturalmente influire su una epidemia, ma si deve
cercare di capire che influire su una epidemia non significa provocarne lo sviluppo. Favorisce solamente il propagarsi della malattia in individui maggiormente
predisposti.
In che modo il virus entri nel corpo umano, è un altro dei grandi misteri della scienza. Essi hanno scoperto che la rimozione delle tonsille può contribuire allo sviluppo della poliomielite, cosı̀ ora è ordinaria amministrazione consigliarne l’asportazione lontano dalla “stagione della polio”. Esistono due possibilità perchè possano svilupparsi casi di poliomielite dopo una tonsillectomia.
“Il virus della polio può essere già presente nella gola del bambino al momento
dell’operazione, o essere introdotto durante l’intervento”.
Il fatto che la salute del bambino e le sue forze fisiche siano indebolite dall’anastesia e dalla perdita di sangue, in seguito all’operazione, non è mai stato preso in considerazione, perchè per la classe medica questo significherebbe
un’autocondanna.
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La teoria igienista ritiene che la poliomielite sia la conseguenza di un avvelenamento settico che colpisce individui deboli e tossiemici, il cui sistema nervoso
è stato già precedentemente minato da altri fattori (cattiva alimentazione, difetti
congeniti, avvelenamenti da farmaci, vaccinazioni e inoculazioni).
Dobbiamo sottolineare che i sintomi della polio sono simili a quella della sepsi virulenta che si sviluppa a causa di cibi ad alto contenuto proteico. La carne e
le uova hanno un alto potenziale tossico, e diventano veleni se ingerite in grosse
quantità, o digerite con difficoltà, poichè danno luogo a putrefazione nel tratto
digestivo. I bambini vegetariani non accuseranno mai paralisi infantili. È
comunque da sottolineare che questo tipo di malattia dovuta a putrefazione si
presenta generalmente in quei soggetti particolarmente tossiemici e debilitati. Il
bambino in buona salute e con capacità di resistenza, sarà in grado di espellere la
sepsi senza che possano sopraggiungere gravi complicanze. I bambini con un peso
superiore alla media, superalimentati, abitualmente rimpinzati con biscotti, caramelle, uova, carne, e quelli con un sistema nervoso labile, saranno maggiormente
esposti a tossiemie ed infezioni intestinali. Medicine, caffè, eccessivi rimproveri
e punizioni, troppa eccitazione, troppo gioco e mancanza di sonno e riposo, non
faranno che indebolire il bambino, danneggiando la digestione e ritardando l’evacuazione. Un altro fattore debilitante che favorisce la decomposizione intestinale,
è l’esposizione troppo prolungata al caldo. In tali circostanze si evolveranno nel
tratto intestinale virus (veleni) tali da uccidere un reggimento di soldati, se introdotti direttamente nel flusso sanguigno. L’abitudine di permettere, sia a grandi che a bambini, l’ingerimento di tè freddo, caffè freddo, gelati e bevande
gassate in generale, non fa altro che contribuire alla fermentazione e putrefazione intestinale. Saranno sufficienti combinazioni di cibo del tipo frutta con
cereali, frutta con pane, frutta con zucchero, hot dog, hamburger ed altre
abominevoli combinazioni, a danneggiare la digestione anche degli individui
più forti. Abitudini alimentari intelligenti basterebbero praticamente a prevenire
tutti i casi di poliomielite. Tutto ciò viene negato dai medici, i quali affermano che
la dieta alimentare non ha nulla a che vedere con lo sviluppo di questa malattia.
Secondo loro né una buona salute, nè buone abitudini alimentari potrebbero essere
mezzi di prevenzione della poliomielite.
Nel 1894 il dott. Charles S. Caverly, parlando dell’epidemia di paralisi infantile nel Vermont, affermava che: ≪quasi certamente sono i bambini in possesso di
ottima salute e forza fisica a prevalere≫. Da quel momento ad oggi questa affermazione è stata sempre un dogma medico. Quindi se tutto ciò fosse vero, dovrebbe
essere molto pericoloso, per un bambino, essere sano ed in ottima salute, durante
un’epidemia di polio. Sarebbe molto meglio essere deboli e malati.
In alcuni rapporti che seguirono l’affermazione di Caverley, quest’ultima fu
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riportata in diverse forme, come ad esempio: ≪in ogni famiglia, era il bambino
meglio nutrito a contrarre la poliomielite≫; ≪essa attacca i bambini più robusti≫;
≪la polio sembra colpire quei bambini precedentemente ben nutriti≫. Ora, queste
affermazioni sono vere, o lo standard della robustezza fisica, cosı̀ come è vista dai
medici, è completamente falsata? Diversi anni fa, Mr. Bevan, allora Ministro della
Sanità inglese affermò, basandosi su deduzioni mediche, che: ≪Molte ricerche in
svariati paesi, hanno fallito nello stabilire il perchè i casi di poliomielite aumentino
di tanto in tanto, e fino ad ora nessuno è stato ii grado di isolare un fattore comune,
atto ad indicarne la causa . . . non esiste la benchè minima connessione tra malattia
e malnutrizione≫.
A tale proposito è stato ben sottolineato da Dion Miller, della Florida, che è
stato statisticamente provato l’esistenza di una ben precisa correlazione tra
l’aumento dell’uso della Coca Cola – e bevande simili – e l’aumento di casi di
polio.
Ora, se è pur vero che un rapporto di contemporaneità non implica necessariamente un rapporto di causalità, e sebbene il Sig. Miller non sia mai stato in
grado di dimostrare che “simili bevande” siano la causa della poliomielite, i dati
da lui riportati, risultano essere molto suggestivi. Una cosa è comunque certa,
l’uso abituale di sostanze di questo tipo è deleterio, ai fini della digestione e della
nutrizione. Ogni bicchiere o bottiglia di Coca Cola o bevande simili, contiene dosi abbondanti di quella abominevole sostanza che è lo zucchero bianco.
Contiene inoltre coloranti ed aromi artificiali, una forte dose di acido fosforico ed uno o più veleni, come la caffeina. Tali bevande privano il corpo del
calcio, ed è riscontrato che in tutti i casi di poliomielite è presente una deficienza
di questo sale nel sangue. Cosı̀ come non è possibile attribuire che la causa della
poliomielite a questo tipo di bevande, non esistono prove per affermare che la loro
assunzione non contribuisca all’insorgere di tale malattia.
I medici hanno sempre considerato il latte, i cibi crudi, alimenti portatori di
virus. Essi si sono opposti ai cibi crudi dopo 130 anni che Graham li aveva ritenuti commestibili. Settant’anni fa essi proclamarono che i cibi non sottoposti
a cottura erano portatori di “germi patogeni”. In special modo la lattuga cruda
veniva additata come portatrice di germi tifoidei. Comunque, da quel momento
tale teoria è stata largamente contestata, tanto che anche i medici oggi ingeriscono
abitualmente lattuga e sedano crudo. Ma nonostante tutte le rivelazioni circa il
potere distruttivo che la cottura esercita sui cibi, le loro obiezioni verso i cibi crudi persistono. Il “virus” ha dato loro un’altra opportunità per contestarli. Credo
comunque sia chiaro a tutti ormai che i bambini abituati ad ingerire cibi crudi
non vengono colpiti dalla poliomielite. Non esiste la benchè minima prova che
la pastorizzazione sia in grado di distruggere il “virus” ritenuto responsabile della
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poliomielite; è certo invece che la malattia sia andata aumentando, causando sempre più numerose epidemie, proprio da quando ha avuto inizio la pastorizzazione
del latte. Nelle città in cui si trova solamente latte pastorizzato, l’incidenza di
casi di poliomielite è maggiore di quanto non lo sia in quelle popolazioni rurali
dove si è soliti bere latte non pastorizzato. È molto più probabile che lo squilibrio alimentare prodotto dal latte non pastorizzato, sia in gran parte responsabile
dell’aumento della poliomielite.
Gli igienisti insistono sul fatto che la malnutrizione è un fattore importante
nella produzione della poliomielite. Ma pensiamo anche che occorrano due generazioni di malnutriti prima che si gettino le fondamenta per l’evoluzione di questa
malattia che è certamente dovuta ad un indebolimento del sistema nervoso.
Non dobbiamo poi dimenticare che la nostra concezione di malnutrizione o
buona nutrizione, è essenzialmente diversa da quella dei medici. Possiamo farci
un’idea di quello che per loro significa “una buona nutrizione”, se ad esempio
facciamo visita ad uno di quei concorsi di bellezza per bambini. Lı́ vedremo che
i primi premi verranno sicuramente assegnati ad esserini straripanti di grasso,
con i tessuti saturi di acqua. Più questi bambini saranno grassi e più verranno considerati “ben nutriti”, nonostante il loro fisico sia la conseguenza di una
sovralimentazione sconsiderata e indiscriminata.
I medici sembrano confondere il grasso con la salute. Certi individui di peso
superiore alla norma, vengono definiti “ben nutriti”, “robusti”, “forti”, “in salute”.
Quando poi andiamo a leggere ciò che i medici scrivono a proposito della polio,
scopriremo che la malattia colpisce principalmente proprio quei bambini “ben
nutriti e robusti”.
Quando i medici dichiarano che l’epidemia acuta di poliomielite si “manifesta
maggiormente tra quei bambini precedentemente ben nutriti”, dobbiamo quindi
pensare che essi si riferiscano a quei bambini pletorici, in sovrappeso, che sono
stati rimpinzati con diete convenzionali e denaturate, composte di cibi messi
insieme senza alcuna logica alimentare. Dobbiamo anche pensare che la causa
di infezioni catarrali e disturbi digestivi nel corpo del povero bambino, sia dovuta
proprio a questo tipo di alimentazione.
Molti di questi sfortunati bambini erano stati “cosı̀ ben nutriti” già prima della
nascita, che il loro peso al momento di questa, si aggirava attorno ai 4-5 chili.
I bambini troppo grassi al momento della nascita, vanno spesso incontro a
gravi danni al cervello e alla spina dorsale. È inoltre da sottolineare che questi
bambini “ben nutriti” sono facilmente soggetti a problemi di dentizione, e malattie
come la poliomielite d’estate e la polmonite d’inverno.
Quei bambini rimpinzati con “cibo nutriente” consistente in pane bianco, zuc¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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chero bianco, colazioni denaturate a base di cereali, latte pastorizzato, torte, biscotti, caramelle, gelati; con alimenti contenenti proteine facilmente decomponibili, come vitello, hot dog, hamburger, pollo, pesce, ecc.; a cui vengono somministrate vitamine sintetiche, olio di ricino, droghe, tonici, molta acqua per “sciacquare i reni”, e bevande gassate, potranno sı̀ crescere grassi, avere guance rosee
(segno di pletora), ma non saranno di certo stati nutriti nel vero senso della parola.
Sebbene le più recenti scoperte in campo nutrizionale, abbiano lasciato la classe
medica indifferente, le persone intelligenti potranno facilmente riconoscere come
quei bambini eccessivamente grassi siano in definitiva mal nutriti.
A questo punto si potrà facilmente notare come noi Igienisti abbiamo un concetto completamente differente da quello dei medici quando usiamo i termini “ben
nutrito” o “mal nutrito”. Essendo il medico abituato a considerare un bambino
troppo grasso e malnutrito “in piena forma”, ha poi bisogno della teoria dei germi e dei virus per giustificare il fatto che questo possa ammalarsi da un momento
all’altro, a volte morire, nonostante i progressi della più recente ricerca scientifica.
Ciò che noi affermiamo invece è che la poliomielite colpisce solo quei bambini con sistemi nervosi deboli a causa della malnutrizione e dall’uso di droghe e
vaccini. Dobbiamo comunque avvertire il lettore che non per questo il bambino
magro, ma soggetto allo stesso tipo di dieta, debba considerarsi in buona salute.
Gli individui sotto peso possono essere, e spesso lo sono, meno tossiemici di
quelli sovrappeso, e comunque i casi di polio sono meno frequenti tra i più magri. Non dico che la malnutrizione sia la causa della polio. Dico solamente che
crea le basi per questa malattia. I bambini che si rimpinzano di latte pastorizzato, bistecche, maiale, hot dog e hamburger fuori orario, trascurando un’adeguata
combinazione degli alimenti, avranno le viscere che abbondano di putrescenza.
Soprattutto nei mesi più caldi saranno soggetti a sepsi ed andranno incontro
ad un avvelenamento cronico.
Oggi i nostri bambini vengono alimentati in maniera completamente errata e
con poca intelligenza. Vedo frequentemente madri “allattare” i propri figli con
Coca Cola. Vedo bambini uscire da scuola e precipitarsi a comprare bevande
gassate, piene di additivi chimici.
Essi vivono di tali bevande, di hot dog, torte, caramelle ed altri veleni. Più
avanti poi impareranno a fumare, a bere birra ed alcolici. Non c’è nessuna possibilità che questi bambini godano di una buona salute: essi soffriranno di carie
dentali, difetti alla vista, spalle ricurve, facce foruncolose, raffreddori frequenti,
tonsilliti, sintomi nervosi, ecc. Fin quando la popolazione adulta penserà di poter vivere come più gli piace, fin quando indulgerà ad ogni specie di stimolanti,
mangerà male e sregolatamente fino a quando lascerà via libera ai sensi sin dalla
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minore età, inviterà i propri figli a seguire il suo esempio, fino a quando si continueranno a costruire ospedali più grandi e migliori, e ricoveri per genti malate di
mente, non potremo che avere una popolazione di malati ed insani, che perirà nel
suo marciume. I nostri migliori medici, educatori e autorità pubbliche invece di
guidarci su una strada migliore, non fanno che uniformarsi a questo modo di vita.
Che i vaccini ed i sieri producano frequentemente danni al sistema nervoso è risaputo da parecchio tempo. Alcuni esempi verranno riportati nei capitoli
seguenti.
In questo capitolo ci interessa in modo particolare la funzione di queste sostanze estranee nello sviluppo della poliomielite. Per un certo numero di anni i
giornali hanno riportato casi di poliomielite nelle varie parti del paese che avevano
eseguito le vaccinazioni a bambini in età pre-scolastica. Cominciò a nascere il sospetto che la vaccinazione per quanto non potesse causare la poliomielite, potesse
almeno contribuire alla sua incidenza. Il fatto che le “autorità” mediche fossero a
conoscenza del fatto che esistesse una connessione tra vaccino antivaiolo e poliomielite fu enfatizzato il 23 settembre 1931, quando il New York American, riportò
la seguente notizia: ≪Il dott. John Oberwager, del dipartimento della Sanità, ha
suggerito di permettere ai bambini l’accesso nelle scuole senza preventiva vaccinazione durante il periodo dell’epidemia. È stato inoltre suggerito ai genitori di
evitare vaccinazioni, operazioni alle tonsille ed altri interventi chirurgici minori,
durante tale periodo≫. Due giorni dopo, il 25 settembre, il New York Sun riportava tale articolo: ≪Su consiglio del Funzionario della Sanità, Shirley W. Wynne,
il Sovraintendente alla Scuola, O’Shea, ha temporaneamente sospeso l’ordine di
vaccinazione per i nuovi iscritti. La temporanea sospensione della richiesta di
certificato di vaccinazione era venuta a seguito di lamentele da parte di alcuni
genitori, che temevano che le resistenze fisiche dei loro figli, nel combattere la
paralisi infantile, venissero indebolite dalla vaccinazione. Fino ad allora questo
non era mai avvenut≫.
In seguito si fece di tutto per tentare di nascondere la relazione tra vaccini e
poliomielite. Era, comunque, impossibile reprimere per sempre l’evidenza dei disastrosi risultati della vaccinazione. Venne infatti il giorno in cui tutta la faccenda
venne a galla. Sfortunatamente per gli Americani ciò accadde in altri paesi, e cosı̀
i medici potettero prendere altro tempo prima di essere costretti ad ammettere che
avevano contribuito all’aumento dei casi di poliomielite, se non addirittura che
erano stati proprio loro la causa della malattia.
Si ebbero notizie di vari disastri occorsi ad esempio dopo le vaccinazioni
in Francia e in Italia.
La questione fu portata nel 1947 dinanzi al Ministero della Sanità inglese e si
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fece presente che vi erano stati dei casi di poliomelite a seguito di vaccinazioni.
Ma il ministero non si pronunciò in proposito. Nel 1950, comunque, l’atteggiamento cambiò ed il Sig. Bevan dovette ammettere che tutta la questione doveva
essere riesaminata. Nell’aprile dello stesso anno The Lancet (Rivista Medica Inglese) e The Medicai Officer, pubblicarono degli articoli riguardanti casi di paralisi
infantile che seguirono le vaccinazioni contro la difterite, la tosse convulsa e vari
abbinamenti di vaccini. Questi articoli rivelarono che esisteva una provata connessione tra il vaccino e la paralisi infantile. Il giornale The Lancet veniva redatto
da un medico australiano, il doti. McCloskey, esperto di paralisi infantili. Egli
elencava una serie di reclami fatti da genitori di bambini colpiti da “polmonite
paralizzante” precedentemente vaccinati. Ciò indusse il Dipartimento di Sanità
dello Stato di Victoria ad indagare la “storia” dell’immunizzazione in 375 casi di
polmonite, riscontrati durante l’epidemia che si sviluppò tra l’8 gennaio ed il 30
agosto 1949. Il dott. McCloskey affermava che dei 340 casi presi come campione
31 avevano precedentemente ricevuto iniezioni profilattiche, di una o più specie,
durante i mesi antecedenti lo sviluppo della paralisi e che questa aveva colpito
proprio l’arto che aveva subito l’iniezione. Il dott. McCloskey scoprı̀ 23 casi simili sviluppatisi tra il 3◦ ed il 12◦ mese dopo la vaccinazione, e 121 casi che si
svilupparono dopo oltre un anno dalla vaccinazione.
L’articolo del The Medicai Office (8 aprile) fu scritto dal Dott. Dennis H.
Geffen, e riguardava: “La paralisi dei bambini a Londra a quattro settimane dal
vaccino”. Il 10 aprile, Chapman Princer, riportava tali scoperte in un suo articolo
sul Daily Express, egli scriveva: ≪Dopo aver realizzato quante pericolose fossero
le loro scoperte, i medici cercarono di ritardare di alcuni mesi le pubblicazioni≫.
La faccenda arrivò finalmente sui giornali e divenne pubblica. In un primo momento il Ministero della Sanità Britannico cercò di sminuire l’intera faccenda,
insistendo sugli “insignificanti” rischi della vaccinazione, ma in seguito non potè
evitare una circolare a tutte le autorità mediche, dove si rendevano noti i risultati
di un’inchiesta statistica fatta eseguire su suggerimento di Sir William Jameson.
L’inchiesta era stata condotta dal Prof. A. Bradford Hill e dal Dott. Knowelden, essi riportarono sul British Medicai Journal (1 luglio 1950) che nell’epidemia di poliomielite che colpi nel 1949 il Galles e l’Inghilterra, ≪vi furono
casi di paralisi associati con vaccinazioni eseguite durante il mese antecedente la
malattia≫.
In un primo momento le autorità britanniche erano inclini a credere che il pericolo risiedesse solo nell’uso di vaccini composti. Ma quando venne loro mostrato
che statisticamente esisteva tanto pericolo nella sola vaccinazione anti-difterica, o
in quella per la tosse convulsa, che in quei vaccini combinati, essi furono costretti
ad abbandonare tale posizione.
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Sir John Charles, primo funzionario dell’Ordine dei Medici, inviò una lettera
ufficiale nella quale metteva in guardia i medici sui possibili pericoli derivanti
dalla vaccinazione anti-difterite associata con la paralisi. Si suggeriva ai medici
di far uso del loro intuito personale, al fine di sospendere eventuali programmi di
vaccinazione nel caso di un numero insolito di paralisi infantili nella loro area.
Anche il Dipartimento di sanità Scozzese inviò una circolare dello stesso tipo.
Dal Luglio di quell’anno, le vaccinazioni furono sospese, a Birmingham, Chasgon
ed in altre città britanniche. Queste scoperte indicano che le vaccinazioni iniettate alla periferia di un nervo possono portare come conseguenza dei gravi
danni ai centri nervosi. Alcuni studiosi sono inclini a pensare che il pericolo maggiore risieda nel periodo che va dalla prima alla quarta settimana dopo la
somministrazione del siero, anche se non c’è alcuna ragione per credere che è durante tale periodo che avviene la completa ripresa dei centri nervosi. Anzi, non
c’è nessuna prova che attesti che avvenga una completa ripresa. Il medico australiano McCloskey riscontrò alcuni casi che si manifestarono dopo un anno dalla
vaccinazione.
Un medico dimostrò che questi casi di poliomielite post-vacciantoria si stavano manifestando da diversi anni.
Il Ministero della Sanità Britannica non volle credere che i preziosi vaccini
potessero essere in qualche modo responsabili della paralisi, perchè se cosı̀ fosse
stato “sarebbe stato una vera tragedia se la gente avesse smesso di far vaccinare
i propri bambini contro la difterite”. Se esistesse un vero Ministero della Sanità,
forse si saprebbe che esistono mezzi molto più sicuri per garantire la salute dei
nostri figli, e che non esiste affatto questa cosa chiamata immunità, e ancora
che non è danneggiando il fisico e l’organismo dei bambini che si prevengono le
malattie. A conferma di ciò, faccio presente che nel 1951, il Dipartimento di Sanità sospendeva le inoculazioni (la cosiddetta immunizzazione) contro la difterite
e la tosse convulsa ai bambini ed ai neonati, nella stagione chiamata della polio,
che andava dal 15 giugno al 1 ottobre.
La notizia, pubblicata sul New York Times il 12 giugno 1951 diceva: ≪La
decisione è stata presa sulla base di un rapporto preliminare basato su indagini
iniziate lo scorso marzo≫; le scoperte vennero rese note sui giornali medici redatti
da scienziati inglesi e australiani. Tali studi, eseguiti da scienziati stranieri, ed ora
sostenuti dal Dipartimento Americano di Sanità, indicano che una grande parte di
quei bambini che avevano contratto la polio paralitica, erano stati sottoposti pochi
mesi prima, all’immunizzazione contro la difterite tossica e la tosse convulsa,
e che la parte paralizzata era, nella grande maggioranza, quella dove era stata
praticata l’iniezione.
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L’affermazione e convinzione degli igienisti, che la causa della polio è la somministrazione di vaccini e sieri, è ora stata verificata, ma gli “scienziati” non ritengono che ciò sia vero. Essi al contrario dicono: ≪Deve essere chiaro che l’immunizzazione non è la causa o una delle cause della poliomielite. I ricercatori,
specialisti del Dipartimento di Sanità, hanno riscontrato che durante l’epidemia
di polio, i bambini colpiti dalla malattia e precedentemente immunizzati contro
la difterite e la tosse convulsa, potrebbero sviluppare una paralisi all’arto dove è
stata praticata la vaccinazione≫. Queste sono le parole del Dott. John F. Mahoney,
funzionario del Dipartimento di Sanità di New York, riportate in un articolo del
Times.
Lo stesso Mahoney afferma a proposito delle tonsillectomie: ≪Per un certo
numero di anni si è pensato che anche se la rimozione delle tonsille e delle adenoidi non rappresenta la causa della poliomielite, i bambini che avevano subito la
rimozione delle stesse o altre operazioni alla bocca durante l’epidemia di polio,
erano maggiormente soggetti a sviluppare una forma acuta di poliomielite rispetto
ad altri bambini che non avevano subito tali operazioni. Di conseguenza il Dipartimento di Sanità e i medici in generale, sconsigliano tali operazioni durante i mesi
più pericolosi per le epidemie di polio. Noi stiamo ora facendo la stessa cosa per
quanto riguarda l’immunizzazione: essendo stata riscontrata una certa relazione
tra l’immunizzazione e la paralisi locale durante la “stagione” della polio, si cerca
ora di posporre la vaccinazione a periodi meno pericolosi≫.
In seguito, il 13 giugno, il Dipartimento di Stato della Sanità di New York,
invia un articolo alla stampa dove dichiara la riscontrata facilità nello sviluppo di
paralisi dopo iniezioni, non solo di vaccini contro la difterite e la tosse convulsa,
ma anche dopo quelle di penicellina.
Ciò significa quindi, che le iniezioni di qualsiasi sostanza sono dannose e
anche se, come afferma Mahoney, esse non sono la diretta causa delle malattie,
sono comunque fattori determinanti nello sviluppo di queste.
Nessuna malattia è il risultato di un singolo fattore, anche la più semplice non
dipende che da un insieme di fattori.
25.1 PREVENZIONE
I medici affermano che: ≪Non esiste nessun modo per prevenire la poliomielite≫.
Essa si manifesta all’improvviso, colpendo ora l’una, ora l’altra comunità.
Viene ora asserito che la gamma globulina produce un’immunità parziale e
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temporanea alla poliomelite. “L’immunità” dovrebbe durare cinque settimane.
Essa è la sospensione della legge della causa e dell’effetto. I genitori intelligenti
faranno sicuramente più affidamento sulla cura igienica del loro figlio, in modo
da preservare la sua salute e prevenire le malattie, piuttosto che ricorrere a pratiche “voodoo” di questo tipo. Forse prima che questo libro uscirà sarà annunciata
l’inefficacia della gamma globulina. L’igiene sembra avere poco effetto nella prevenzione della poliomielite. Molti medici hanno addirittura sostenuto l’assurda
teoria, che l’igiene aiuta a diffondere la malattia. Anche se sembra ci sia stata una minore incidenza della poliomielite in periodi in cui l’igiene era piuttosto
trascurata, non possiamo tuttavia sminuirne l’importanza e il valore.
Spruzzare D.D.T. per le strade, non ha certo aiutato a prevenire la malattia
o l’epidemia. Questa pratica mira a distruggere gli insetti, che si pensa possano
essere portatori di “virus”.
Nessuna malattia può essere prevenuta se non se ne conoscono le cause. Una
conoscenza di queste ultime è la chiave per prevenire le malattie e per curarle.
I medici non sanno come prevenire la poliomielite per il semplice fatto che non
hanno la più pallida conoscenza della vera causa. Perchè i bambini degli igienisti non contraggono la poliomielite? Perchè tali bambini passano indenni
attraverso le epidemie?
Perchè i bambini curati intelligentemente non solo non contraggono la polio,
ma nessun’altra delle cosiddette malattie infettive? Come mai i bambini degli
igienisti possono stare a contatto con altri bambini affetti da malattie infettive,
senza correre il pericolo del contagio?
Se sono sufficienti una giusta alimentazione e una corretta igiene a far sı́ che
i bambini siano immuni da tali malattie, perchè non cercare di pubblicizzare tali
sistemi invece di continuare ad affidarsi a pratiche pericolose e nocive?
Se la gente potesse un domani garantire ai propri figli una migliore alimentazione, aria pura, sole, ed evitare droghe, vaccini, sieri ecc., non avremmo mai
più epidemie di poliomielite. Se riuscissimo ad assicurare ai nostri figli una salute eccellente, essi non si ammalerebbero più. Nessun bambino sano potrà mai
contrarre malattie come la poliomielite od altre. La salute è resistenza, una scarsa
salute rande più vulnerabili.
Anche se occasionalmente due o più membri della stessa famiglia possono
contrarre la poliomielite, l’estrema rarità di tali casi dovrebbe placare la paura del
“contagio” della malattia. Credere che la malattia sia contagiosa è tanto privo di
fondatezza quanto lo è il credere nell’esistenza di misure “protettive”.
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25.2 PROGNOSI
Una volta realizzato che nella maggior parte dei casi, anche se sotto tortura medica, la guarigione avviene senza conseguenze gravi, coma la paralisi, si dovrà
guardare a quest’ultima come a un momento che necessita adeguate cure.
Il modo in cui si riuscirà a guarire dalla poliomielite dipenderà molto dalle
cure ricevute ai primi stadi della malattia.
Se la paralisi sarà permamente o meno, dipenderà esclusivamente dalla distribuzione dell’area infiammata del midollo e della spina dorsale, e tutto ciò
dipenderà dal tipo di terapia seguita.
Dopo che un centro nervoso sarà stato distrutto dal processo infiammatorio,
non ci sarà nessun mezzo per restituirgli le sue funzioni.
L’unico vero rimedio, quindi, per la poliomielite è la prevenzione. È vero che
se la paralisi non è di tipo estensivo, i muscoli ausiliari possono essere rieducati
e lavorare al posto di quelli che hanno perso il loro potere, cosicchè per mezzo
di appropriati esercizi fisici, si possono evitare deformità e si può rendere l’arto
attivo, ma non esiste nessun mezzo per ridar vita ad un nervo morto. Nei casi
in cui la paralisi avrà intaccato un organo vitale, sopraggiungerà la morte. Quando sopraggiunge la paralisi dei centri respiratori, viene spesso usato il “polmone
d’acciaio”, che però non è mai stato in grado di evitare la morte, ma solo di
prolungare l’agonia del malato. Questo sarà costretto ad una vita di completa
dipendenza e la morte sarà l’unica sua speranza di salvezza. C’è sempre da sperare, comunque, che i centri respiratori non siano stati cosı̀ danneggiati da rendere
la morte inevitabile.
La paralisi degli arti nella poliomielite, non è dovuta alla distruzione muscolare, ma alla distruzione del nervo. L’applicazione di calore e il movimento dell’arto paralizzato che non ha alcun effetto sulle cellule danneggiate, nè è un mezzo
preventivo, o un rimedio alla paralisi. Il trattamento Kenny, che consiste in una
crudele tortura del malato, può essere meno deleterio del trattamento a base di
farmaci. Con questo non intendo certo approvare la dichiarazione medica: ≪Non
c’è niente, da noi conosciuto, che possa essere d’aiuto alle cellule del midollo
spinale≫.
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25.3 CURA DEL PAZIENTE
I medici affermano che non ≪esisté alcuna cura per la poliomielite≫. Non si sa da
che cosa dipende il fatto che a volte la malattia si presenta in forme leggere, ed
altre in forme più acute. Esistono molti “misteri” da chiarire riguardo a “questa
sconosciuta malattia da virus”. Tutto ciò, tradotto in un linguaggio più semplice
significa che essi ancora non sono in possesso di un veleno con il quale riportare il
malato in buona salute. Gli antibiotici (veleni) non sono in grado di distruggere il
“virus”. Una “buona cura” è tutto ciò che i medici consigliano, ma bisognerebbe
sapere cosa intendono per cura. Il trattamento di Kenny è una tortura e non ha lo
scopo di rimediare alle cause in quanto è solamente un palliativo. Esso consiste
nel massaggiare con forza i muscoli e applicare un forte calore alla superfice del
corpo per “rimediare” all’infiammazione dei centri nervosi del midollo e della
spina dorsale. E tanto assurdo, ma forse non è cosı̀ distruttivo quanto il trattamento
a base di farmaci. Entrambe queste forme di trattamento sono indubbiamente
responsabili di molte morti che non sopraggiungerebbero certamente seguendo
un piano di cura razionale. Il trattamento a base di farmaci è, ne sono convinto, la
maggiore se non l’unica causa della paralisi permanente.
Misure come analgesici e calmanti per diminuire il dolore, anti-piretici per
ridurre la febbre, anti-infiammatori per sopprimere l’infiammazione, sono tutte
misure deleterie. Anche se oggi i medici riconoscono che sopprimere la febbre,
come si faceva un tempo, è dannoso, essi continuano ad usare gli stessi metodi,
anche se con mezzi differenti. Tali metodi sono largamente se non completamente,
responsabili delle distruzioni dei centri nervosi.
Attraverso simili misure soppressive, l’infiammazione non fa che peggiorare e
persistere ancora più a lungo, cosı̀ che la distruzione dei tessuti con la conseguente
paralisi, diviene inevitabile. Non ho mai riscontrato casi di paralisi tra quelle
persone non sottoposte a simili trattamenti. Sono fermamente convinto che la
classe medica è direttamente responsabile di tutte, o della maggioranza di paralisi
permanenti o deformanti che sono il risultato delle poliomieliti. Una temporanea
paralisi, risultante dall’infiamamzione, può esistere, ed esiste durante la fase più
acuta dell’infiammazione, ma dovrebbe aver termine con la convalescenza.
Il riposo è di un’importanza fondamentale. Il bambino dovrà essere lasciato in
tranquillità, non si dovrà permettere a nessuno di entrare nella sua stanza, a parte la
persona che lo accudisce. Tutti i rumori, la luce forte ed altri elementi disturbatori
dovranno essere evitati. Questi accorgimenti dovranno essere seguiti fino a che
la temperatura ritorni a livelli normali, e fino a quando saranno scomparsi tutti i
dolori e le contrazioni spastiche.
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La stanza dovrà essere “inondata” di aria fresca sia di giorno che di notte. Se
la temperatura è fredda si dovrà tenere il paziente al caldo con rimedi artificiali,
soprattutto ai piedi.
Dovrà essere evitato qualsiasi tipo di cibo al primo segno di dolore o febbre.
Esso dovrà essere sospeso fino a quando non cesseranno tutte le convulsioni, i
movimenti spasmodici, le contrazioni spastiche, il dolore, la febbre, ecc.. Si dovrà
dare acqua fresca al malato solo su sua richiesta.
Non cercate di forzarlo a bere, forzare l’ingerimento di liquidi è un grave
errore.
Dopo la scomparsa di tutti i sintomi e la normale ripresa di tutte le secrezioni
si potrà riprendere l’alimentazione con spremute di frutta, (un mezzo bicchiere
ogni ora dalle otto alle sei), somministrando frutta intera solo il secondo giorno.
La dieta a base di frutta, dovrà protrarsi per tutta la prima settimana, dopodichè
seguirà una dieta a base di frutta, vegetali, noci ed altri cibi sani.
Per nessun motivo si dovrà ritornare alle malsane abitudini alimentari precedenti.
Potrete notare come questo tipo di cura sia la stessa da noi consigliata per tutte
le cosiddette febbri. Se tale piano sarà seguito, raramente, si manifesteranno dei
casi di paralisi o un prolungamento della malattia. Se il dolore dovesse essere
particolarmente intenso, si potrà impiegare del calore per alleviarlo. Il calore non
dovrà essere tanto intenso quanto quello consigliato dal trattamento Kenny. Non
dovranno essere somministrati calmanti, nè altri tipi di droghe.
Nei casi in cui saranno presenti mancanze di coordinazione muscolare o nervosa, si dovrà intervenire con un programma di ginnastica. Sconsigliamo l’uso di stampelle perchè riteniamo che impediscano la ripresa della coordinazione
muscolare e nervosa.
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Capitolo 26
L’EDUCAZIONE DEL BAMBINO
Ci viene più volte ricordato che la nostra è un’era molto difficile in cui crescere.
E cosı̀ è, infatti. Sin dall’infanzia i nostri bambini sono super-stimolati e sottonutriti. Fin dal primo giorno di vita essi sono soggetti ad influenze e condizioni
innaturali. La povertà da una parte, e il troppo lusso dall’altra sono condizioni non
salutari per ogni individuo. Ciò che tutti ormai si prefiggono è di dare ai giovani
sicurezza sociale ed economica. Ma questo è solo un operato per fini egoistici e
di lucro. La maggior parte dei nostri bambini cresce nelle città anche se le città
non sono fatte per loro. Le città sono per gli adulti ed il commercio. Nelle città
non c’è posto dove il bambino possa giocare; non c’è abbastanza sole; i bambini
vengono separati dalla natura. Le strade sono pericolose e l’atmosfera che si respira lo è anche peggio. Il contatto con la natura è di estrema importanza per
lo sviluppo mentale del bambino. Nelle grandi città il bambino passa la sua vita
nell’appartamento. Un gioco spontaneo ed autodidatta è di primaria importanza
per i nostri bambini. Per rimediare ai problemi creati da questo stato innaturale di
cose, ci troviamo di fronte un crescente esercito di psicologi per bambini, cliniche
pediatriche, e poliziotti che cercano di assisterli e guidarli. Con i loro metodi non
stanno facendo altro che creare tanti nevrotici quanti ne crea comunque il tipo di
vita nella quale sono costretti a crescere. Lo psicologo non è che un uomo d’affari,
al quale fa piacere che tali condizionamenti esistano, e non ammetterà mai che il
tipo di sistema nel quale viviamo debba cambiare per andare incontro ai bisogni
umani.
Come aveva ragione Puck quando esclamò ≪Che pazzi sono questi mortali!≫.
A che scopo avere tanto successo negli affari se poi manca la cosa principale?≫ Questa domanda tanto pertinente fu rivolta dal dott. Henry Newman del
“Brooklyn Society for Ethical Culture” (Associazione di Cultura Etica di Brooklyn), prima dell’annuale conferenza del Metropolitan District of New York State
≪
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Congress of Parents and Teachers (Congresso dello Stato di New York dei genitori
ed insegnanti), tenutasi all’Hotel Commodore il 6 aprile, 1927.
Il dott. Newman sottolineava l’importanza del rapporto genitori-bambinocasa. ≪La casa – diceva – è il luogo dove i giovani e gli anziani vivono assieme≫.
Egli suggeriva ai genitori di fare di più di quello che era secondo loro l’indispensabile per i loro figli. Essi dovrebbero “vivere con loro, giocare con loro, leggere, ridere, discutere, pensare e lavorare con loro”. Tutte queste cose dovrebbero
essere fatte in casa “dove giovani e anziani vivono insieme”.
È all’interno della casa che genitori e figli si incontrano e si uniscono. Se le
influenze della casa sono positive, sarà necessario un elevato numero di influenze
negative estreme per controbilanciare le prime. I bambini per natura hanno grande
fede nei loro genitori. È naturale per ogni bambino guardare al padre come il
migliore, il più grande, il più forte ed il più buono del mondo. Ogni padre è un
eroe per il suo bambino. Questo naturalmente è altrettanto vero nei rapporti tra
madre e figlio. Nessun altra donna potrà mai prendere il posto della madre nel
cuore del bambino.
Ma questo accadrà solamente se il bambino riconoscerà i genitori come tali e
si sentirà protetto in ogni momento. Se un bambino non ama i propri genitori le
colpe saranno solo di quest’ultimi. Significa che avranno fatto capire ai loro figli
di non essere degni della loro fiducia.
Il dott. Newman dice: ≪Nelle famiglie di oggi, in continua evoluzione, una
maggiore libertà data ad un figlio non deve necessariamente essere la causa di immoralità, se il giovane è stato educato a saper amministrare questa libertà in modo
corretto. La persuasione, l’esempio ed il consiglio saranno molto più efficaci delle
sculacciate e dei rimproveri, se il genitore sarà riuscito ad entrare in confidenza
con il bambino≫.
Le punizioni non servono a rendere un bambino buono. Esse potranno
produrre schiavi e pupazzi, ma non esseri morali. Esistono esempi, persuasioni e consigli; il mezzo migliore comunque è l’esempio. I bambini seguono
l’esempio dei loro genitori, per loro questo è tanto naturale e spontaneo quanto lo
è il mangiare e il dormire.
Questa è la ragione per la quale le influenze familiari sono cosı̀ importanti. Il
bambino fa ciò che vede fare al genitore, e ripete ciò che esso dice. Il genitore
è l’insegnante naturale del bambino. Un genitore vale più di dieci insegnanti
ed educatori. Mostra a tuo figlio che sei un vero genitore, e non solamente un
coabitante.
Genitori negligenti, e senza spina dorsale o troppo indulgenti, che lasciano fare
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ai propri figli tutto ciò che essi desiderano, senza mai correggerli, privano loro di
ogni senso di responsabilità, li viziano ed arrecano grave danno alla loro futura
vita di adulti. Il miglior insegnamento che un genitore possa dare a suo figlio
è quello di insegnargli ad auto-governarsi. Gli uomini sembrano ormai esseri
governati dai loro sentimenti piuttosto che dal loro giudizio. Un corretto sistema
educativa disciplinerebbe i sentimenti, frenando gli impulsi. Tale educazione deve
naturalmente iniziare rià primi anni di vita o nell’infanzia.
Oggi i bambini sono vittime di esperimenti psicologici e pedagogici. Ricevono
un’infarinatura di nozioni senza che nulla venga approfondito. In alcune scuole
“moderne” i ragazzi e le ragazze, in età preadolescenziale, vengono invitati dai
loro insegnanti ed educatori a masturbarsi, non in segreto, ma apertamente.
Lo Stato rivendica il suo diritto sul bambino. Egli se ne appropria in giovane età. Il ragazzo deve andare a scuola altrimenti i genitori saranno puniti. Lo
Stato non sarebbe in grado di appropriarsi del bambino se il genitore non accondiscendesse a ciò. I bambini interferiscono con i divertimenti dei genitori, creano
responsabilità, e i genitori sono felicissimi che lo Stato si prenda cura di loro.
Ci stiamo rendendo ora conto dell’influenza della scarsa nutrizione sul plasma
germinale.
Come ci si sta rendendo conto dell’infuenza del cibo, del sole, dei veleni, ecc.
dovremmo iniziare a renderci conto che solo una madre che si è nutrita a dovere,
potrà avere dei bambini in eccellente forma fisica. Ella dovrà aver avuto modo di
beneficiare del sole, e di tenersi alla larga dai veleni.
Abbiamo inoltre imparato che la cosiddetta sifilide ereditaria è dovuta a veleni
presenti nella madre (mercurio, arsenico), e trasmessi al figlio. È tempo che i
genitori si rendano conto che sono proprio loro ad arrecare i danni maggiori ai
propri figli a causa del loro snaturato modo di vivere.
Un bambino ha bisogno molto di più di un bel nome. Dai a tuo figlio un fisico
ed una mente sani, e ti benedirà per il resto della sua vita. Egli è già dalla nascita
in possesso di quelle potenzialità che lo renderanno grande.
L’unica funzione del bambino è quella di crescere, acquisire una costituzione
fisica robusta e sana che gli assicurerà vitalità nel futuro. Oggigiorno si fraintende
il significato della vera educazione; si pensa che essa consista nel far apprendere al bambino delle pure nozioni scolastiche. Si cerca di mandare il bambino a
scuola il più presto possibile, senza preoccuparsi minimamente dei suoi bisogni,
dei suoi teneri nervi e muscoli, delle sue fragili ossa, delle sue forze, del suo vigore. Le nostre scuole pubbliche non possono insegnare ai bambini le regole di
vita al fine di evitare le malattie, perchè sono dominate da interessi opposti al fine
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che dovrebbe essere raggiunto. Ogni bambino è preparato alle malattie da genitori troppo indulgenti sia durante la fanciullezza, che più avanti negli anni. La
responsabilità dei genitori è grande.
Alcune madri circondano il loro bambino di eccessive attenzioni, impartendogli un’educazione priva di significato. Esse fanno crescere i loro bambini in
appartamenti affollati, li nutrono con cibi denaturati, li “super-stimolano” in mille
svariati modi. Alla fine danno la colpa ai loro figli se questi diventano banditi, ladri, assassini o semplicemente nevrotici, da rinchiudere in prigione o manicomio
Sono necessari istituzioni come la polizia per controllarli, e tribunali per accusarli
e a volte anche “sopprimerli”.
Gli psicologi sono quasi tutti d’accordo nel dichiarare che il futuro di un individuo si determina durante i primi tre anni di vita. Non ci sono dubbi sul fatto che
questi sono anni molto importanti per la formazione del bambino, ma dichiarare
che essi sono determinanti per il futuro dell’individuo è un’esagerazione, tanto è
vero che ciò che accade durante questo periodo sembra avere molta poca influenza
sulla vita futura.
Sewel aveva dei dubbi su alcuni punti tipo: allattamento materno o artificiale;
pasti ad ore regolari o su richiesta del bambino; punizione o non per “incidenti
corporali”; far dormire il bambino con la madre o da solo durante il primo anno
di vita. Egli scrisse un articolo sul The American Journal of Sociology in cui
diceva di non aver trovato nessuna correlazione tra il modo in cui veniva trattato
il bambino durante l’infanzia, e la sua personalità.
Gli psicologi sono molto bravi nel trovare desideri infantili nascosti di cui noi
una volta cresciuti, non riusciamo a ricordarci.
I bambini non sono per natura cattivi. La vita è buona in tutte le sue manifestazioni. In condizioni normali il corpo e la mente si evolvono in modo progressivo e
regolare. Sia mentalmente che fisicamente, moralmente e socialmente, il bambino
tende per natura verso l’ideale. Solo uno sviluppo perverso e oppressivo produrrà
cattiveria.
Date ai bambini la possibilità, ed essi diverranno uomini e donne splendidi.
Toglieteli dall’affollato e sporco mondo, date loro un posto dove giocare, date
loro sole ed aria pura, nutriteli con cibi sani, fate sı̀ che abbiano l’opportunità di
esercitare la loro ingenua creatività ed immaginazione.
Non continuate ad avvelenarli con droghe e sieri. In questo modo avremo
donne ed uomini sani, forti e virili. Tutto ciò permetterà di vuotare le prigioni e
i manicomi. Persone veramente intelligenti e colte creeranno sempre qualcosa di
buono e di bello, mai qualcosa di brutto e immorale.
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26.1 FORMAZIONE DEL CARATTERE
Molti genitori si disinteressano dello sviluppo morale dei loro bambini. Essi
credono di insegnare loro i valori più importanti della vita.
Sono spesso portati a pensare che si debba evitare il duro lavoro. Insegnano a
cercare un lavoro facile, che rende bene. Trall ha ripetutamente asserito che l’unica funzione di un bambino è quella di crescere, e quindi ha sempre incoraggiato
ad evitare qualunque cosa possa interferire con la normale esplicazione di quella
“funzione”.
Egli non è affatto d’accordo con il comune errore di scambiare un bambino per
un giocattolo od un mezzo per divertirsi. Essi non dovrebbero essere impiegati per
strabiliare e divertire i genitori o amici. Non dovrebbero mai essere esibiti per le
loro qualità che rappresentano un vanto per il genitore stesso.
Egli dice inoltre che il “carattere come pure la carne possono non essere completi nell’infanzia”. Durante questo periodo i bambini vengono ammaestrati come
animali da circo, a fare e dire cose, di cui neppure comprendono il significato. Non
vengono incoraggiate le attività spontanee.
Ellen Key ci racconta di un bambino che si era comportato duramente con il
fratellino, e la madre come punizione, lo aveva costretto a rimanere su una sedia.
Dopo un certo periodo di tempo ando a chiedergli se era pentito ed il bambino
rispose: ≪Sı̀≫. Nonostante ciò la madre, notando qualcosa nei suoi occhi, domandò: ≪Pentito di cosa?≫ ≪Pentito di non avergli detto anche bugiardo≫ rispose
il bambino.
Erroneamente la madre fece lo sbaglio di forzarlo ancora a mantenere la stessa posizione sulla sedia. Ciò che lei pretendeva era una espressione di dispiacere. Non stava facendo altro che trasformare il suo bambino in un ipocrita ed un
bugiardo.
I bambini vengono spesso indotti a scusarsi per qualcosa che hanno fatto. Essi
vengono in questo modo portati ad evitare le difficoltà.
Si scusano anche se non c’è alcun sentimento di dispiacere in loro, solo
per ipocrisia. Se un bambino è veramente pentito di ciò che ha commesso lo
mostrerà a modo suo. Un pentimento spontaneo ha molto più valore. C’è, alla
base un vero desiderio di perdono, ed un desiderio profondo di essere scusati.
Comportamenti forzati e artificiali sono privi di significato e dannosi. Noi
abbiamo imparato che la moralità non può essere imposta dal di fuori.
Un’espressione di dispiacere dovrebbe essere sentita veramente. Non dobbia¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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mo correre il rischio di fare dei nostri bambini dei diplomatici ipocriti.
La famosa storia di George Washington che tagliò l’albero delle ciliegie con
la sua accetta, fu raccontata una volta ad un bambino. Quando questi sentı̀ la frase
detta dal piccolo Washington, e cioè: ≪Padre, non posso raccontarti bugie, ho
tagliato io l’albero con la mia accetta≫, il piccolo disse ≪Non c’è nessun pericolo
a dire la verità quando si ha un padre di quel tipo≫. Questa risposta è piena di
signficato. Ogni genitore dovrebbe “assimilarla” e “digerirla”.
I bambini mentono per paura delle punizioni.
Un giorno un padre disse al figlio che se quest’ultimo gli avesse sempre detto
la verità, egli non l’avrebbe mai picchiato, ma aggiunse che se avesse scoperto
anche una sola volta che gli mentiva, gliele avrebbe date di santa ragione. Il ragazzo prese il padre in parola, fu sempre onesto e sincero. Al posto di sculacciate
e penitenze il padre cercava di dare al figlio dei buoni suggerimenti. Un giorno
però il padre perse la testa di fronte alle confessioni del figlio, e gli diede una
severa lezione. Ciò mise fine per sempre allo stupendo rapporto tra padre e figlio.
Il ragazzo smise di credere nel padre, ed ebbe, da quel giorno, sempre paura del
genitore. Aveva paura di raccontargli la verità, convinto di ricevere, se l’avesse
fatto, altre botte.
Egli da quel giorno imparò a dire bugie proprio come gli altri ragazzi. E scoprı̀
che se fosse stato abbastanza intelligente, avrebbe evitato di essere picchiato.
Il ragazzo crebbe e divenne anche lui padre. Ricordando la sua esperienza
non battè mai il figlio, lo trattò sempre con gentilezza e simpatia, guidandolo ed
istruendolo. Non lo trattò mai da schiavo e questa stupenda relazione tra padre e
figlio durò per sempre.
Ellen Key chiede: ≪Quante confessioni sono state estirpate con la forza, quante azioni, quanto spirito di avventura e di scoperte sono state sempre represse per
paura?≫
Un bambino una volta raccontò a sua madre di aver avuto dei problemi a scuola. Aveva, insieme ad altri compagni, combinato qualche marachella, e l’insegnante chiese chi fosse il colpevole; il bambino dopo aver riflettuto ammise le sue colpe
e fu punito. ≪Vedi ragazzo, non giova sempre essere onesti. Se tu non avessi detto
la verità, come gli altri ragazzi, non saresti stato punito≫. Disse la madre. Ora ci
si chiede quali risultati possa dare una simile educazione! La scuola praticamente premia i disonesti. La madre aveva insegnato al figlio ad essere onesto, solo
quando avrebbe potuto ricevere dei benefici da questa virtù. Tali insegnamenti
non faranno che incrementare società malate.
Le relazioni umane possono essere tali solo se basate sulla fiducia tra le per¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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sone.
Una giovane madre che allevava il suo bambino secondo regole igienistiche,
si trovò ad iscrivere il figlio in un asilo nido. Il direttore della scuola conosceva il
tipo di alimentazione seguito dalla signora, e sapeva anche che non voleva che il
figlio seguisse la dieta convenzionale della scuola.
Quando nel pomeriggio la madre andò a riprendere il bambino a scuola, questo non aveva fame, egli le disse che la maestra gli aveva dato del pane bianco con
marmellata, dicendogli però di non riferirlo alla mamma. La madre disse: ≪L’insegnante sapeva che io non volevo che mio figlio magiasse quelle cose e gliele
ha date ugualmente≫. Essa comunque non era tanto arrabbiata per quel fatto, ma
soprattutto perchè l’insegnante aveva indotto il figlio a dire delle bugie. ≪Credo
che ciò metta fine alla felice esperienza di mandare mio figlio all’asilo≫, mi disse
la madre.
Un’insegnante dovette assentarsi dall’aula. Durante la sua assenza, tre ragazzi
della classe iniziarono a fare confusione. L’insegnante tornò sentendo tutto quel
fracasso, ma quando rientrò tutto era calmo e silenzioso. Naturalmente chiese
chi era stato a fare tutto quel rumore, ed un ragazzo ammise francamente di aver
preso parte al gioco, mentre gli altri due invece rimasero zitti. Il ragazzo che
aveva confessato fu espulso da scuola mentre gli altri due no. L’insegnante seppe
in seguito chi erano gli altri due ragazzi, ma siccome era passato del tempo non
fece nulla.
Non fece quindi null’altro che penalizzare la sincerità, premiando la disonestà.
Gli insegnanti ed i genitori dovrebbero farla finita di insegnare ciò che loro fanno
abitualmente e dovrebbero pensare che cosı̀ facendo incoraggiano lo sviluppo di
caratteri negativi nei bambini. Noi siamo spesso troppo responsabili delle caratteristiche negative dei nostri figli. Non c’è niente al mondo che debba ricevere tutta
la nostra intelligenza e pazienza quanto la formazione dei bambini.
Inoltre la scuola non va di pari passo con la vita. Il Sig. Hart ha ragione
quando afferma che ≪è la vita, e non la scuola, che educa≫. L’educazione inizia
con la nascita e finisce con la morte. La scuola è solamente un momento della
vita, può certo essere d’aiuto, ma spesso sopprime i geni, trasformandoli in macchine. La disciplina scolastica frequentemente distrugge gli spiriti avventurosi e
pionieristici.
Siamo soffocati da troppa disciplina e autorità e non abbiamo abbastanza
libertà.
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26.2 BAMBINI “TORMENTATI”
Il dott. Page dice: ≪L’uomo che non permetterà mai nè a se stesso nè agli altri, di tormentare il suo puledro per paura che diventi cattivo, passerà però molto
tempo a molestare il suo bambino, rovinandogli il buon carattere, solo per divertimento personale. Ho visto genitori, zie, zii e cugini divertirsi nel vedere bambini
arrabbiati, e continuare a far loro dispetti solo per il loro stupido divertimento≫.
L’uomo medio è talmente egoista da rifiutare ogni tipo di suggerimento, anche
conoscendo le buone intenzioni del suggeritore. Se egli si diverte a vedere il suo
bambino o il bambino di qualsiasi altra persona arrabbiato, egli continuerà ad
indispettirlo, anche sapendo che ciò può danneggiare il bambino.
Spero che in un futuro più civile, gli adulti che si divertono ad infastidire i
bambini saranno severamente puniti.
26.3 LA VIRTÙ DELL’AMOR PROPRIO
Se un uomo – scrisse il filosofo Epictetus – realizzasse che siamo tutti figli di
Dio e che Dio è il padre di uomini e dei, credo che nessuno oserebbe pensare a
se stesso in modo volgare o cattivo≫. Colui il quale pensa che la vita sia ignobile
non potrà mai elevarsi.
≪
A causa di alcune religioni, si è portati a pensare che il corpo sia qualcosa di
vile, volgare e sporco. Siamo noi che abbiamo permesso che in alcuni casi esso
sia divenuto tale.
Queste dottrine hanno fatto sı̀ che la razza umana cadesse nella più bassa delle
depravazioni. Non sarebbe meglio pensare invece che un uomo è sempre ed ovunque il figlio dell’amore divino? ≪Sbagliate – asseriva Seneca – se pensate che i
vostri vizi siano nati con voi; essi sono cresciuti in seguito. La Natura fa sempre
sı̀ che i vizi siano sempre lontani da noi, e ci spinge invece alla purezza e alla
libertà≫. Epictetus pensava che l’uomo per natura fosse nobile, e che per natura
non potesse che fare del bene. Noi siamo figli dell’amore e non dell’odio.
Questo punto di vista rivaluta la dignità e l’importanza della vita umana. Ciò
fa sı̀ che l’uomo rispetti se stesso e viva a testa alta.
Nel passato la dottrina teologica sottovalutava la vita terrestre. La principale
occupazione di un uomo doveva essere quella di prepararsi alla vita ultraterrena.
Si diceva che l’uomo era nato nel peccato. L’uomo era visto come un “verme
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della terra”.
Esiste secondo voi una ragione per la quale non dovremmo chiamare quei
secoli, “secoli bui?” Lo erano sicuramente, la miseria e l’infelicità regnavano
ovunque. La povertà e lo squallore abbondavano insieme all’ignoranza ed alla
sporcizia. La vita era breve, la mortalità infantile era veramente preoccupante, le
epidemie facevano stragi.
Ogni qualvolta abusiamo del nostro corpo sia per interessi spirituali che mentali, saremo in qualche modo puniti.
26.4 INCORAGGIARE I BAMBINI ALLA RAGIONE
Non ti permettere di rispondermi≫! Dice la madre ignorante al bambino. Il
ragazzo stava solo cercando di spiegare alla madre il suo punto di vista. Le parole
della madre in pratica significavano: ≪Non voglio sapere la tua idea≫. Molti
genitori tiranneggiano i loro figli in questo modo; li costringono ad accettare in
silenzio ciò che essi pensano sia invece completamente sbagliato.
≪
In questo modo il bambino pensa di essere trattato ingiustamente, si sente
come un ascoltatore passivo. Il bambino prova in questo modo un sentimento di
ribellione ed il suo temperamento ne viene danneggiato.
Esigere che il bambino accetti una meccanica ed irragionevole obbedienza,
mentre si potrebbero dare a lui delle spiegazioni, è un vero crimine contro la sua
persona.
Coloro i quali sostengono che i bambini dovrebbero obbedire agli ordini senza ricevere alcuna spiegazione, saranno bravissimi a trasformare i loro figli in
schiavi, ma saranno pessimi insegnanti ed educatori. L’uomo è un essere che ragiona. Esiste un principio di libertà che è molto più fondamentale dell’autonomia
di piccole nazioni, ed è l’autonomia degli individui. Date al vostro bambino una
ragione per la quale non dovrebbe seguire una certa linea di condotta. Ciò che
noi vogliamo, sono uomini e donne la cui condotta sia costantemente determinata dall’intelligenza e basata su principi morali. Tutto ciò può avvenire solo se la
famiglia e la scuola saranno in grado di svolgere le loro funzioni con intelligenza.
L’assolutismo dovrebbe essere per sempre bandito da queste due ultime istituzioni. Gioite del fatto che il vostro bambino voglia sapere il perchè delle sue
azioni. Perchè una linea di condotta deve essere preferibile ad un’altra? Il bambi-
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no ha tutto il diritto di saperlo. L’obbedienza cieca è il marchio degli schiavi non
crea uomini e donne liberi. I bambini soffrono per la troppa protezione. Esiste
troppo paternalismo nelle nostre case e nei governi. I bambini dovrebbero essere
incoraggiati ad usare il loro cervello, e a responsabilizzarsi.
Ogni individuo dovrebbe avere interessi propri. Se non ne avrà pagherà per la
sua negligenza. La natura ci ha creato con i piedi affinchè possiamo camminare
da soli, e non farci trasportare sulle spalle di altri. Se usiamo i nostri poteri essi
si rafforzeranno. La troppa protezione indebolisce. I bambini devono imparare a
difendersi e proteggersi da soli.
26.5 L’EDUCAZIONE
Chiunque può essere in grado di dipingere un quadro, ma solo l’artista produrrà
una vera opera d’arte. La mente e l’abilità dovranno fondersi con la pittura. Se
non metterete il cervello nel vostro lavoro esso non sarà mai un buon lavoro. La
stessa cosa accade nella vita, prendiamo dalla vita tutto ciò che vi abbiamo riposto.
Tanto diamo e tanto riceviamo≫, disse il Maestro. Se vogliamo vivere al
meglio, dobbiamo vivere intelligentemente. Non importa “quanto”, ma “come”
viviamo. Qualsiasi inetto può andare per la sua strada nella vita, ma bisogna
vedere come.
≪
Una delle più alte forme di educazione dovrebbe essere proprio l’educazione
alla vita. Dovrebbe essere il primo pensiero dei genitori e degli educatori, e invece
troppo spesso purtroppo è l’ultimo. Quando inizieremo veramente ad educare i
nostri bambini? Molte obiezioni sono state sollevate circa l’opportunità o meno
di insegnare ai bambini la verità in materia di sesso. Ma non ci siamo mai posti la
domanda: dovranno veramente essere indotti a pensarci?
La vita moderna è una grande fonte di pericolo per i nostri adoloscenti. L’adolescenza è il periodo durante il quale avviene lo sviluppo sia mentale che fisico:
i ragazzi diventano uomini e le ragazze donne. Durante questo periodo, si scoprono nuove emozioni; vengono attivate nuove funzioni. I ragazzi e le ragazze si
ritrovano in un mondo nuovo e sentono attorno a loro svilupparsi una nuova vita
emotiva. La vita acquista una nuova forza e un nuovo significato. Si acquisiscono
nuove amicizie e si scoprono nuove forme di divertimento e piacere. La vita in
questo momento è piena di possibilità. La natura sta compiendo il suo capolavoro
e tutto ciò dovrebbe continuare e rimanere naturale. Ma noi purtroppo non viviamo in uno stato naturale. I ragazzi che crescono sono inseriti in un mondo dove
tutto è completamente innaturale. Spesso essi sono portati a scoprire il piacere di
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stimolanti e droghe. I loro problemi sono proprio la conseguenza del mondo artificiale in cui sono costretti a vivere. Un giorno forse il nostro sistema educativo
rispetterà finalmente le necessità del bambino, e non quelle degli adulti, come ora
avviene.
L’amore ed il matrimonio non potranno essere puliti quando l’infanzia è
sporca≫. Cosı̀ dichiarava il Prof. Schmalhausen nel suo libro Humanizing Education. Egli dice: ≪Le nozioni distorte e immorali circa la vita e l’amore, che i
piccoli bambini apprendono nelle strade o nelle scuole, non sono altro che “dannosi bagagli” che si porteranno dietro nella Vita, nell’Amore e nel Matrimonio≫.
Esiste una “cospirazione di silenzio” (da parte degli adulti), che nasconde ai bambini le verità più innocenti. La franca curiosità dell’infanzia è guardata come
indecente; a domande oneste si risponde con favole, inganni e bugie.
≪
Armati di ignoranza e ancora peggio, di disinformazione, vengono lasciati soli
a combattere la battaglia della vita.
La vita per questi bambini è come un incubo, un terrore. È un continuo ripetersi di errori e risentimenti. Essi cresceranno, e si sposeranno. E che matrimoni!
I bambini non chiedono altro che la verità. Vogliono solo conoscere e sapere la
verità a loro negata. Perchè non cooperiamo con loro?
26.6 GIOCO E LAVORO
Solo lavoro e niente gioco farà di Gioacchino un bimbo stupidino≫. La vita
del bambino è il gioco, giocate con lui. Il suo istinto è quello di giocare incessantemente. La vita è crescita. Il gioco è essenziale alla normale crescita del corpo
e della mente; agli istinti morali e sociali. La giovinezza richiede una valvola
di sfogo stabile, che viene data dal gioco. Le energie e gli impulsi della vita
richiedono un’espressione, se non si esprimeranno attraverso canali sani lo
faranno attraverso quelli insani. Il vizio ed il crimine tra i giovani costituisce
un grande problema che deve essere risolto. I metodi educativi del passato hanno
fallito, come pure quelli del presente, occorre quindi rivederli e correggerli. Non
c’è mai stato un vero e costruttivo sforzo per rendere la vita sana anche attraente.
Per gli esseri normali è naturale fare il giusto. Hanno solo bisogno dell’opportunità. Le attività e gli istinti giovanili, non dovrebbero essere soppressi. Date loro
la possibilità di una normale espressione. Date ai bambini parchi e luoghi dove
giocare. Fate loro conoscere ed apprezzare l’atletica, ciò svilupperà corpi sani e
forti, menti attive e sempre pronte.
≪
Le energie e gli istinti dei giovani devono necessariamente trovare un’espres¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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sione. È obbligo dei genitori e degli educatori controllare che i bambini possano
esprimersi liberamente. Fate in modo che le loro energie vengano indirizzate in
giusti canali, ma non cercate di sopprimerle. Il divertimento sano è più forte del
vizio, e più salutare. Lasciate che ridano, cantino e giochino. Gli educatori oggi
pensano che la segregazione industriale sia uno dei grossi pericoli per l’educazione dei bambini. Ci dimentichiamo troppo facilmente che una volta il luogo di
lavoro originale era la casa.
I bambini imparavano il lavoro dai loro genitori guardandoli mentre lavoravano ed imitandoli. Ogni bambina giocava ad aiutare la mamma ed ogni bambino
ad aiutare il papà. La vita era una scuola e il gioco il mezzo per assicurarsi un’educazione. Il lavoro si imparava facilmente perchè era stato già ripetuto milioni
di volte giocando.
La vita moderna ha separato il bambino dal suo naturale educatore che era il
genitore. L’elemento gioco nell’educazione è preso troppo poco in considerazione
nelle nostre scuole pubbliche e nelle grandi città il gioco è stato in gran parte
eliminato. È essenziale a questo punto un cambiamento radicale.
Il modo per tenere i bambini buoni è tenerli occupati≫. Questa è una verità
a metà. I ragazzi sono sempre occupati. Il modo per tenerli buoni è dare loro
l’opportunità di rimanere tali. Ci sono diverse cose che i ragazzi amano fare.
≪
Essi amano giocare. Essi faranno giochi costruttivi se sarà loro permesso,
ma se questi saranno loro negati, ripiegheranno su giochi meno sani. Essi amano
lavorare. Se c’è una cosa che essi preferiscono al gioco è proprio il lavoro. Amano
fare delle cose, costruirle. Probabilmente non piace loro fare quelle cose imposte
dai loro genitori od educatori.
Invece di permettere loro di dare libero sfogo agli istinti, cerchiamo di forzarli
a fare ciò che noi desideriamo.
Lo “spirito” del bambino si ribella ed è perfettamente normale che sia cosı̀.
I bambini amano esplorare, adorano scoprire le cose da soli, e ciò è di grande
aiuto al loro sviluppo. Essi amano provare la loro forza fisica, non solo uno verso
l’altro, ma con tutto ciò con cui sono a contatto. Questo è il mezzo attraverso il
quale madre natura insegna loro la disciplina.
Tutto ciò che è stato detto a proposito dei ragazzi è altrettanto vero per le ragazze. Date ai ragazzi la possibilità di esprimersi normalmente ed essi lo faranno.
Essi si esprimeranno tanto normalmente quanto normalmente l’acqua dei fiumi
arriva al mare.
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26.7 IL MALE DEI GIOCATTOLI
I giocattoli scoraggiano il bambino nel normale esercizio della immaginazione
creativa. Insegnano al bambino lo spreco, e lo rendono indifferente di fronte a ciò
che possiede.
I migliori giocattoli per un bambino dovrebbero essere solo quelli fatti con
le proprie mani. I giocattoli, cosı̀ liberamente usati oggi fanno sı̀ che il bambino provi desiderio non nel creare, ma nel comprare. I giocattoli sono colorati
molto vivacemente per colpire l’occhio del bambino e la sua attenzione. L’unico
scopo del rivenditore di giocattoli è quello di far soldi anche a discapito della psicologia del bambino. Questi giocattoli riceveranno al massimo l’attenzione di un
giorno, e poi saranno dimenticati.
Esistono oggi molti fattori nella vita moderna, che sono innaturali e di ostacolo
allo sviluppo del bambino.
Facciamo troppo per i bambini, insegniamo loro la dipendenza mentre dovrebbero imparare l’indipendenza. Si dovrebbe permettere loro di dipendere solamente dalla loro stessa ingegnosità. Lasciate che essi creino e costruiscano da soli.
In questo senso il bambino che vive in città è fortemente handicappato, non ha
luoghi dove poter giocare; non ha a disposizione sassi o bastoni, pezzi di vetro
colorato, pezzi di ferro o rame con cui fare degli esperimenti. I piccoli delle oche
cresciute sulla terraferma, non impareranno mai a nuotare. Il loro istinto notatorio
viene soppresso e alla fine perso per sempre.
I bambini che crescono negli appartamenti cittadini non imparano mai a creare. Vengono soppressi i loro istinti creativi. Essi avrebbero bisogno di più contatto
con la natura e meno libri, più opportunità di creare, e meno giocattoli. Ogni Natale, stagione dei giocattoli, molti bambini vengono sommersi di giocattoli da pochi
soldi, fortunatamente non durano a lungo perché i bambini li distruggeranno molto
presto.
Non date giocattoli ai vostri bambini, non insegnate loro a sperperare. Spesso
siamo noi la causa della loro rovina e poi diamo loro la colpa. Le prigioni e la
pena di morte sono il prezzo che dovranno pagare una volta cresciuti, la colpa
dovrebbe essere data in primo luogo ai genitori.
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26.8 PARLATA INFANTILE
La parlata infantile è il modo in cui generalmente parlano ai bambini gli adulti con cervelli da bambino. Non parlate mai in modo infantile con i vostri figli,
parlate sempre correttamente. Il parlare infantilmente ritarda lo sviluppo verbale
del bambino e la corretta pronuncia delle parole. Anche se potrà sembrare piacevole ascoltare le prime parole pronunciate imperfettamente, non incoraggiate mai
vostro figlio in questo senso.
Non credo sia necessario forzare il bambino a parlare correttamente, ma se
deve imparare nuove parole, è meglio che le senta pronunciare esattamente dal
genitore.
Ho visto persone adulte che ancora con le loro sorelle o madri, parlano in quel
modo scorretto come quando erano piccoli. Questo è sicuramente un handicap
mentale che deve assolutamente essere evitato.
Lasciate che il bambino ascolti un buon linguaggio, lo osservi e lo coltivi.
Dategli la possibilità di sviluppare un corretto modo di esprimersi sin dall’inizio
e vedrete che dovrà fare meno sforzi in seguito quando sarà a scuola, in questo
modo sarete stati d’aiuto al vostro bambino.
26.9 CARENZE EDUCATIVE
L’educazione è la forma attraverso la quale si sviluppano facoltà e talento dell’individuo. L’educazione è vita.
L’educazione inizia alla nascita e finisce con la morte. Essa è un qualcosa di
strettamente peculiare ed individuale. Questo naturalmente non è il concetto attuale di educazione. Siamo più portati oggi a considerare l’“ammaestramento” come
fosse educazione. Siamo abituati a ricevere e dare un’educazione del tipo che si
dà nel circo. Il bambino non viene ammestrato per il circo e nel circo, ma nella
scuola. In ogni caso il prodotto non cambia, ne verranno fuori degli automi. Noi
pensiamo che l’educazione abbia inizio negli asili, invece praticamente è proprio
là che termina. Negli asili ha inizio l’“ammestramento”. Nelle università ridiamo
una spolveratina alla nostra educazione. Dopo di ciò se desideriamo specializzarci
nelle arti, nelle scienze o nelle professioni, abbiamo bisogno di iscriverci a altri
corsi di specializzazione. Tutto ciò durerà per almeno 25 o più anni.
Durante questi anni la nostra individualità viene smorzata o soppressa, non
siamo altro che delle copie fatte con carta carbone. Noi parliamo, pensiamo ed
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agiamo secondo come ci hanno ammaestrato. Il prodotto di questo tipo di educazione non sarà altro che menti autome, non-entità intellettuali, cervelli stereotipati.
L’ammestramento di massa produce un pensiero di massa. L’individualità viene
sommersa e distrutta. L’unica vera educazione è quella a livello individuale. Le
persone veramente educate sono rare. Abbiamo un gran numero di ingegneri, matematici e meccanici, ma pochi originali. I più grandi uomini della storia sono
quelli che sono riusciti a scappare dal tipo di educazione scolastica e di massa. Noi siamo abituati a pensare all’educazione come a qualcosa che sia separata
e distinta dalla vita. Pensiamo ad essa come preparazione alla vita, ma questo
concetto di educazione è fondamentalmente sbagliato.
È pericoloso. L’esperienza è il più grande fattore educativo della vita. Non
può essere separato dalla vita. Ogni esperienza prepara ad una vita più completa.
La vera esperienza forma il carattere, la forza, la bellezza. Per bellezza si intende
bellezza del corpo, del carattere e degli ideali. Un cuore bello ed un intelletto
altrettanto bello sono essenziali per la vera bellezza quanto lo è la forza per la
bellezza del corpo. La libertà è essenziale per la bellezza, per la vera educazione,
per una vita migliore.
Le libere esperienze sono il più grande insegnante della vita. La costrizione
non forma il carattere ma schiavi e dipendenti. L’anima può espandersi solamente
in una atmosfera di libertà. Il cuore può esprimersi veramente solo quando è libero
di farlo.
La vera libertà è frutto di esperienza ed intelligenza messe assieme. La libertà
guidata dalla conoscenza, dall’intelligenza e dal senso di disciplina permetterà
l’evolversi di giganti morali ed intellettuali.
≪L’educazione è diventato il più grande nemico della gioia di vivere≫. Gli
insegnanti sono divenuti dei semplici venditori di vita intellettuale. I sistemi scolastici sono solamente dei grandi magazzini del ≪Grande sapere≫. Dice il Prof.
Schmalhausen, usando le parole, di Mark Twain: ≪Per primi Dio creò gli idioti.
Quella era solo una prova. Poi creò le basi dell’educazione≫. Il nostro sistema
educativo è stato attaccato da ogni lato. Non è gradito a nessuno, neppure a chi lo
conduce.
Molte persone sostengono che la nostra educazione non educa; che esclude il
significato della vita e rimane separata dalla vita stessa. Molte delle nostre autorità educative sono d’accordo con Henry Adams quando afferma che: ≪Lo scopo
principale dell’educazione è che non rovini tutti coloro che ne sono coinvolti inclusi gli insegnanti ed il pensiero≫. I pedagoghi affermano che l’attuale sistema
è controproducente, esso deriva dal feudalesimo. Non è inerente alla vita moderna, è una violazione dei migliori principi psicologici. Come giustamente dichiara
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Bertrand Russell: ≪In una certa percentuale i bambini hanno l’abitudine di
pensare; uno degli scopi dell’educazione è di salvarli da questa abitudine≫.
Ora, nessuno intende veramente curare i bambini da questa abitudine, ma spesso è ciò che facciamo. Il problema con il nostro sistema educativo è che non
raggiunge lo scopo.
Tutti coloro i quali hanno studiato il problema sono d’accordo sul fatto che i
metodi educativi attuali sono sbagliati.
La maggior parte delle cose che ci vengono insegnate a scuola sono triviali;
non importanti e spesso false.
Ci sono troppe formule, troppe memorizzazioni e non abbastanza pensiero
creativo e costruttivo. C’è troppa imitazione, troppo copiare e poca creatività. Basta memorizzare i libri e gli appunti se si desidera passare di grado e
diplomarsi.
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Capitolo 27
PUNIZIONI CORPORALI
Quando i nostri padri desideravano impressionarci per farci capire il perchè bisognava essere buoni tiravano fuori la storia dell’inferno. I piccoli bambini cattivi
sarebbero andati all’inferno, mentre quelli buoni in paradiso. Ma i bambini non
avevano paura dell’inferno o almeno non abbastanza per indurli a non fare certe
cose.
Quindi a questo punto i nostri padri aggiungevano punizioni corporali. Certo era veramente faticoso formare un carattere sulla base delle punizioni e dei
castighi. Infatti non dava buoni risultati.
I critici dei giovani moderni esaltano la gioventù di una volta. Ma è evidente
che non pensano abbastanza. La gioventù è sempre stata impetuosa. Ha sempre
avuto bidogno di guida e istruzione. Ha sempre avuto bisogno di simpatia e comprensione. Alla gioventù non sono mai piaciute le correzioni e le istruzioni, ha
sempre voluto fare da sola e l’ha fatto. Ogni generazione deve imparare da sola,
la conoscenza non è mai nostra se non l’abbiamo vissuta.
Esistono ragioni molto più valide della paura di Lucifero e delle sue Acque
Sulfuree per essere buoni. Ci sono ragioni migliori che il fatto di avere come
premio il Paradiso nella vita eterna. Queste ragioni fanno parte del presente e non
di un ipotetico futuro.
Insegnate ai vostri bambini che è sbagliato ciò che diminuisce i loro poteri
mentali e fisici ed il rispetto della loro stessa persona. La conservazione ed
il miglioramento della vita è il più alto obiettivo della Natura, ogni cosa che
sarà in conflitto con questo obiettivo è errata, al contrario tutto ciò che lo
favorisce è giusta.
Da questo noi riceveremo soddisfazioni o punizioni, saremo puniti dalle nostre
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stesse azioni e non per loro.
La virtù trae da sè la sua soddisfazione. Se noi agiamo come dovremmo, se
pensiamo e ci comportiamo giustamente, la nostra sarà una vita di bellezza, salute, forza, giovinezza, gioia ed efficienza. Se viviamo, al contrario, in modo errato
la nostrà sarà una vita breve piena di malattie, debolezza, miseria ed inefficienza, in tutto ciò consisterà la nostra punizione. Non dovremmo mai far nulla che
indebolisce il potere della vita.
Come mai i genitori divengono insensibili al pianto dei loro bambini? Come
mai provocano i loro bambini con punizioni a volte anche crudeli ed oscene? Il
selvaggio, crudele contro i suoi nemici, non si sognerebbe neppure di impiegare
tali mezzi, nonostante ciò vediamo che nelle scuole gli insegnanti impiegano metodi, molto primitivi arrivando anche a battere i bambini per indurli a comportarsi
come vogliono loro. Ma questi insegnanti non sono solamente dei mercenari che
credono di poter governare facendo regnare un’atmosfera di terrore e di paura?
Invece di insegnare ai bambini come tenersi lontano dalle azioni cattive ed
anticiparli prevenendole, essi usano il loro potere per impaurire il bambino cosı̀
che non faccia quella tal cosa solo per paura. Perchè invece non aiutare il ragazzo
con una successione normale di piacere e divertimento al fine di rendere le buone
azioni a lui attraenti?
Prince Kropotkin dice a proposito che i barbari erano molto superiori a noi in
quanto non solo si rifiutavano di far lavorare i loro bambini, ma non pensavano
assolutamente a batterli. Infatti dovremmo solo vergognarci a pensare di poter
picchiare un bambino. Il dolore per loro è maggiore di quanto noi pensiamo. La
tenera carne del bambino è più sensibile a quella di un adulto.
Il dolore fisico, che non ha mai lunga durata, comunque è il minore dei mali
derivanti da questa crudeltà. ≪Considerate – dice Alice Park – la differenza di
dimensioni tra un bambino ed un genitore. Se il genitore si trovasse tutto ad un
tratto di fronte ad un gigante alto dieci volte di più di lui che sta per picchiarlo, si
renderebbe conto di ciò che può provare il bambino in quel momento. Il genitore
probabilmente non si rende neppure conto del dolore, del danno fisico, dello shock
mentale e degli effetti sugli altri bambini della famiglia, che derivano dal suo
comportamento≫. Battere un bambino abbruttisce il genitore e diminuisce l’amore
che il figlio ha per lui.
Il fatto di picchiare un bambino non viene fatto dai genitori perchè ciò porta a dei buoni risultati, infatti è proprio il contrario, ma solo perchè è nostro
costume farlo e perchè i genitori che lo fanno non riescono a trovare un modo
migliore per “controllare” i loro figli. Alcuni bambini rimangono molto danneggiati emotivamente se picchiati, altri ne sono risentiti, arrabbiati, distruttivi
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e belligeranti.
Alcuni rispondono allo stesso modo; altri scappano via. Tutti loro comunque
hanno paura delle punizioni e pensano solo ad evitarle a volte mentendo, a volte
dando la colpa ad altri bambini. Pochi di loro dimenticano velocemente e tornano
a sorridere presto. Il danno al loro “cuore” è spesso permanente.
La paura crea nel bambino delle cattive reazioni. ≪Ai bambini venne un giorno
chiesto cosa provassero – dice Alice Park – dopo essere stati picchiati, risposero,
che sentivano il desiderio d picchiare qualcuno, chiunque. Dal momento che non
si sarebbero mai permessi di colpire la madre o il padre, essi sfogavano i loro
impulsi su altri bambini, sul cane o sul gatto≫.
Un bambino disse: ≪mi fa sentire brutto per tutto il giorno≫. Pensate cosa
possa essere successo al sistema nervoso, perchè si manifestino questi effetti. Un
bambino è una cosa talmente tenera! Una parola troppo dura od uno sguardo cattivo lo colpisce molto di più di quanto si possa immaginare. Una parola dura detta
ad un cavallo sensibile aumenta il suo battito cardiaco di dieci battiti al minuto.
Un bambino è più sensibile del più sensibile dei cavalli. Non maltrattate i vostri
figli, ciò danneggia lo spirito anche più della carne. Battere i bambini non è una
pratica selvaggia. Nessuna razza selvaggia che si sappia, ha mai maltrattato i suoi
bambini. Tra gli indiani americani, se un genitore arrabbiato picchiava il figlio,
questi veniva punito dalle persone della sua gente. Tehan, il “white indian”, che
settanta anni fa era il capo di una banda di Indiani del Texas e dell’Oklahoma,
raccontava di aver visto una volta sua madre che in un impeto di rabbia, aveva
picchiato suo figlio; il marito allora castigò la moglie.
I bambini indiani non venivano mai picchiati ed essi non erano mai disobbedienti. Essi non furono mai dei ladri fino a quando l’uomo bianco non li rese
tali. Essi crescevano in modo naturale. La mente, il corpo e l’anima crescevano
in perfetta armonia. Le loro punizioni consistevano nei risultati inevitabili e
naturali delle loro azioni. Il ragazzo capisce questa logica. Questa è la naturale
disciplina contro la quale l’uomo non può ribellarsi.
Le associazioni per la difesa degli animali hanno fatto molto per fermare le
crudeltà contro di questi. Ma ancora purtroppo non si è riusciti ad educare i genitori in questo senso. Lo spirito umano non si è ancora esteso verso il problema
dei bambini. Le discipline familiari ancora si basano sulle botte e l’autoritarismo.
I vicini e la polizia intervengono solo nei casi più eclatanti di maltrattamenti nei
confronti dei bambini. I bambini vengono picchiati quando fanno qualcosa di sbagliato, mentre dovrebbero essere puniti i genitori. Sono stati questi ultimi incapaci
di istruire appropriatamente i loro bambini.
Gesell ed altri specialisti dopo diversi studi fatti in proposito sono concordi sul
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fatto che nel momento in cui il bambino raggiunge l’età di due anni e mezzo i genitori iniziano a perdere la pazienza e ad usare le mani per picchiarli. Ciò è molto
poco intelligente da parte dei genitori. L’ammonizione di Trall dice: ≪Non punire
mai tuo figlio, corregilo, istruiscilo, consiglialo, sempre≫. I bambini apprendono
meglio in un’atmosfera di gentilezza e comprensione.
Sviluppano meglio se non repressi dalla paura delle punizioni. La paura delle
punizioni forma delle basi di condotta molto instabili ed insoddisfacenti. Ci sono
genitori che picchiano i loro figli costantemente, sulle mani, sul viso, ovunque
e questi bambini vivono in un costante stato di paura e confusione. Altri bambini reagiscono diventando ribelli e incontrollabili. Divengono criminali come
risultato della crudeltà con cui sono cresciuti.
Non fate che il bambino perda l’amore ed il rispetto per voi, non permettete
che diventino dei ribelli, non insegnate loro a mentire. Un giovane ragazzo di
17 anni, il cui padre l’aveva sempre picchiato durante la sua breve vita, disse un
giorno: ≪Spero di diventare grande e grosso abbastanza per poter ripagare mio
padre di tutti i maltrattamenti ricevuti≫.
Certamente ciò è quanto nessun padre vorrebbe sentir dire a suo figlio. Pochi vecchi ipocriti dichiarano di essere infinitamente grati ai genitori per le botte
ricevute da piccoli.
Nessun ragazzo e divenuto migliore con questi sistemi. Nessuna tortura potrà
aumentare l’amore ed il rispetto per il genitore.
Una giovane madre chiamò un giorno i suoi bambini in casa: ≪Venite dentro e
sedetevi≫, comandò. Dal più grande al più piccolo sfilarono davanti alla madre e
si sedettero. Il più piccolo passandole davanti però disse: ≪Mamma non picchiarmi≫. L’obbedienza dei bambini era dovuta alla paura che avevano della madre.
Ma, una volta cresciuti abbastanza questi bambini saranno in grado di fare ciò che
desiderano e la madre non avrà più nessun mezzo per controllarli.
Abbiamo ascoltato molte persone anziane dire: “Se tornassimo indietro non
picchieremmo mai i nostri figli”. Si sono accorti dell’errore, ma un pochino troppo
tardi.
Esiste un altro metodo, molto vecchio e molto popolare, per impaurire i bambini. ≪State bravi o verranno i cani a prendervi≫. Questo ed altri sistemi simili
non faranno che distruggere la pace nella mente dei bambini danneggiando la loro
salute.
Quando lo scrittore era un bambino, spesso gli succedeva nel cuore della notte
di saltare sul letto e gridare talmente forte da svegliare tutto il vicinato. Altre volte
di coprirsi il viso con la coperta fino a non poter respirare. Tutto questo accadeva
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per paura di sognare orsi, diavoli, fantasmi con cui veniva spaventato di giorno
per farlo stare buono. Si sviluppò cosı̀ in lui la paura del buio, paura che passò
solo quando arrivò alla maturità.
A causa della paura alcuni bambini divengono codardi e timidi. L’innato coraggio, l’istinto di libertà ed indipendenza viene respresso. Essi sviluppano la paura per il buio, sono soggetti ad incubi che disturbano il loro sonno ed è probabile
che tali shock producano dei gravi danni al loro sensibile sistema nervoso.
Stavo un giorno passeggiando su una strada di New York quando tutto ad un
tratto sentii una madre gridare: ≪Torna subito qui, ecco che arriva un poliziotto≫.
Ella ripeté la frase due volte. Attraverso la paura cercava di indurre il figlio ad
obbedirle.
Il mio ragazzo più grande non aveva paura del buio. Andava e veniva per la
stanza della casa, da solo e senza il benchè minimo indugio.
Nessuno lo aveva mai spaventato, egli dormiva tranquillamente da solo nella
sua stanza lontano dalla nostra. Poi un giorno un giovane venne nel mio ufficio e
cominciò a raccontare a mio figlio delle storie di fantasmi e uomini cattivi. Egli
gli disse che questi si nascondevano negli angoli scuri delle stanze. Il bambino
si impaurı̀. Sua madre ed io dovemmo faticare un intero anno per sradicare dal
ragazzo la paura dei fantasmi e degli orchi dalla sua mente. Era stato commesso
un crimine contro quel bambino.
Tali crimini dovrebbero essere puniti. Un giorno una madre ed il suo bambino
stavano attraversando una strada molto trafficata, il bambino avrà avuto circa tre
anni ed aveva fatto qualcosa che aveva fatto arrabbiare la madre. La madre si avvicinò con la sua testa a quella del bambino e con fare isterico ed eccitato cominciò
ad urlare ed abusare del piccolo.
La sua voce stridula si sentı̀ per la strada nonostante ci fosse molto traffico.
Attraversarono la strada e la madre ripeté quella stupida performance, dopo di
che con la mano ed in presenza di tutti, sculacciò vigorosamente il bambino. In
quel momento la donna perse la testa ed il suo self-control. Perse l’intelligenza,
la simpatia e la comprensione del suo bambino. Il suo temperamento e il suo
intelletto in quel momento facevano di lei una donna non adatta ad essere genitore.
Se la donna avesse, in pubblico, maltrattato il suo cane o il suo cavallo la lega per la protezione animale avrebbe fatto si che la donna fosse puntita, ma si
trattava solo di un bambino, del suo bambino e nulla fu fatto. Ma ella pagherà.
La legge di compensazione non le mancherà. Genitori, siate gentili con i vostri
figli. Simpatizzate con loro. Sforzatevi di capirli, comprenderli, amarli e guidarli. Rispettateli, rispettate la loro persona, i loro diritti, le loro limitazioni, le loro
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inesperienza, la loro mancanza di maturità. Trattateli come vorreste che trattassero voi. La brutalità non forma dei buoni caratteri. Date loro ciò che avete di
meglio, non il peggio. Le botte non insegnano nulla a parte la paura e l’ipocrisia;
i suoi risultati emotivi sono invariabilmente negativi, non sviluppano nel ragazzo
il self-control e gli effetti sui genitori sono altrettanto negativi. Generalmente l’espressione usata dai genitori prima di picchiare il figlio: ≪Ciò farà più male a me
che a te≫, ci fa ridere, ma c’è molta più verità in quelle parole di quanto noi possiamo pensare; le colpe dei bambini sono in gran parte il risultato di menti mature
ed ignoranti. I bambini non sono degli adulti con l’esperienza e lo stesso punto di
vista degli adulti. I bambini non vengono al mondo con la piena conoscenza del
bene e del male. I loro istinti sono in relazione con la pura natura; nascono invece
in condizioni innaturali e complesse che noi chiamiamo civiltà. Non vi sembra
strano che sia il bambino a doversi adattare al mondo degli adulti e non gli adulti
a far si che il mondo si adatti al bambino? Queste piccole menti e corpi hanno
bisogno di essere pazientemente istruiti, guidati intelligentemente e compresi.
I bambini, proprio come i grandi, hanno i loro giorni difficili e di nervosismo,
cercate quindi in questi giorni di essere più pazienti con loro.
Crescere in un mondo come il nostro non è certo rose e fiori per un bambino.
Le piccole e tenere vite che noi cerchiamo di amare e guidare non dovrebbero
essere spezzate dalle nostre mani insensibili.
I bambini sono buoni per natura, non sono viziosi e criminali. Essi sono solamente ignari e senza alcuna esperienza e nascono in un mondo innaturale. Essi
hanno bisogno di una guida gentile e paziente. Il modo migliore per educarli dovrà
essere fatto di pazienza, gentilezza e buoni esempi.
La paura delle punizioni forma una linea di condotta instabile ed insoddisfacente.
Generalmente l’abitudine di battere i propri figli finisce col raggiungimento di
questi ultimi ad un’età nella quale essi sono abbastanza grandi per difendersi. Le
offese dei bambini più grandi sono generalmente peggiori e i ragazzi più grandi
sono poi più responsabili per la loro condotta, nonostante ciò i genitori tendono a
picchiarli di meno.
A questo proposito voglio citare la storia di quel padre che sicuro di aver inflitto al figlio la giusta punizione gli domandò per rendere la lezione più completa:
≪Sai perchè ti ho picchiato?≫ Il bambino rispose: ≪Si, perchè sei più grande di
me≫. Se il ragazzo fosse stato più grande, tanto da potersi difendere, il genitore
l’avrebbe senz’altro rispettato maggiormente.
La migliore linea di condotta può essere insegnata attraverso gli esempi. Alice
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Parker pone la questione in questi termini: ≪Come può un genitore pensare che il
figlio impari a non picchiare o maltrattare il prossimo se lui stesso usa tali mezzi?
Come può un genitore insegnare la tesi della non-violenza sostenuta dalla nostra
società civile secondo la quale “non picchiate mai chi è più piccolo o debole di
voi o indifeso”? Smettetela di confonderli, di abusare di loro. Ispirate in loro
l’amore, la fede e la confidenza in voi e non la paura≫. Il metodo ideale per correggere i vostri figli è l’educazione e non la coercizione. Gli effetti psicologici del
maltrattamento sono sia anti-sociali che rovinosi, e ciò è male per le sue tendenze
morali.
La crescente richiesta di centri pre-scolastici guidati da specialisti, educatori ed insegnanti che dovrebbero insegnare ai genitori come aiutare ed educare i
propri figli, sono solo parte del crescente desiderio dei genitori, che lo Stato si
accolli ogni responsabilità nei riguardi dei loro figli, esimendoli cosı̀ da ogni
dovere. Gli specialisti, gli educatori e gli infermieri dal canto loro, vedono in
questo programma nuove prospettive di lavoro e buoni scolari.
Prendo ora la libertà di citare il seguente brano, scritto da J.W. McEachron
intitolato “Just a boy” (solo un ragazzo) pubblicato all’inizio sul Farmer e riportato in seguito sul The Household Journal: ≪Ascolta figlio, ti dico questo ora che
stai dormendo con la tua piccola testolina poggiata sul tuo cuscino. Sono entrato
di nascosto nella tua stanza da solo. Pochi minuti fa, sedendomi in biblioteca a
leggere, sono stato preso da un’ondata di rimorso a cui non ho saputo resistere e
sentendomi colpevole ho voluto venirti vicino. Ecco a cosa stavo pensando: pensavo di averti soppraffatto, di averti sculacciato perchè non ti lavavi il viso; ti ho
maltrattato perchè non ti pulivi le scarpe, ti ho sgridato perchè gettavi le tue cose
sul pavimento.
Anche durante la colazione ti ho sgridato perchè facevi cadere il cibo o poggiavi i gomiti sul tavolo. Ho trovato da ridire perchè mettevi troppo burro sul
pane. Quando ti mettevi a giocare e mi vedevi pronto a partire, tu mi chiamavi
agitando la tua manina dicendo “Ciao, papà” e io mi limitavo a risponderti: “Tira
indietro le spalle!” Nel pomeriggio poi di nuovo tutto da capo. Tornando verso
casa ti vedevo in ginocchio per terra che giocavi, c’erano dei buchi nelle tue calze
ed io ti umiliavo davanti ai tuoi compagni, facendoti rientrare a casa: “Le calze
sono care”, ti dicevo, “Se le dovessi comprare tu saresti molto più attento!” Puoi
crederci figlio, una simile cosa detta da un padre! Era una logica talmente stupida. Ti ricordi poi, mentre leggevo in biblioteca, come sei entrato silenziosamente
con quello sguardo spaurito negli occhi? Ed io guardandoti da sopra il giornale,
impaziente per l’interruzione, mentre tu esitavi vicino alla porta, dicevo: “Che c’è
ancora?”.
Tu non rispondesti nulla, ma con un impeto attraversasti di corsa la stanza
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e mi gettasti le braccia al collo baciandomi e stringendomi con le tue braccine.
Poi andasti via trotterellando per le scale. Bene, figliolo, subito dopo mi cadde
il giornale dalle mani ed una terribile paura mi invase. Improvvisamente mi vidi
come realmente ero, in tutto il mio egoismo e sentii male al cuore.
Cosa ha fatto di me l’abitudine? L’abitudine di trovare colpe dappertutto mentre l’unica tua colpa era quella di essere un bambino. Non è che io non ti amassi,
è che mi aspettavo troppo dalla tua infanzia. Misuravo i tuoi comportamenti dall’alto dei miei anni. Sono veramente costernato. So che non capiresti quello che
ti sto dicendo se fossi sveglio≫.
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Capitolo 28
IL VAIOLO VACCINO
Il vaiolo vaccino è una malattia infettiva acuta che viene provocata dalla vaccinazione. La vaccinazione è l’inoculazione di sostanze settiche (pus) estratte dalle
pustole presenti sull’addome di una vacca infetta. Ma questa definizione manca di
un particolare importante: la vaccinazione è un’operazione criminale. Le prime
avvisaglie di questa malattia risalgono al 1774 quando un ignorante contadino
inglese, Benjamin Jesty, vaccinò la moglie ed i suoi tre figli con una sostanza
estratta dalle piaghe di alcune vacche affette da vaiolo vaccino usando, per
l’incisione, un ago da rammendo. Jesty credeva, alla stessa maniera delle mungitrici di quel tempo, che una volta avuto il vaiolo vaccino si diventava immuni al
vaiolo.
Altri tentativi di questo genere furono fatti da un certo dott. Nash il quale morı̀
nel 1785. Alla sua morte gli appunti su questi esperimenti passarono nelle mani
del sig. Thomas Nash il quale aveva contatti con Edward Jenner, un famoso
ciarlatano al quale viene attribuita la “scoperta” della vaccinazione. Nel 1789
Jenner iniettò al suo bambino di diciotto mesi la sostanza del vaiolo suino. A
questa seguirono altre inoculazoni su altri bambini e fu quindi l’inizio della pratica
della vaccinazione.
Uno scrittore inglese, Arthur Wollaston, M. A. parlando della preparazione
professionale e delle qualifiche di Jenner afferma: ≪Le sue conoscenze professionali sono quasi inesistenti, la sua laurea in medicina non è il risultato di
un apporofondito lavoro scientifico di ricerca, bensı̀ il pagamento di quindici
ghinee all’Università di St. Andrews; la sua partecipazione alla Royal Society
fu ottenuta per mezzo di una frode, come ammette il dott. Norman Moore,
suo biografo≫.
Cosı̀, un’usanza nociva, nata dall’ignoranza e dalle superstizioni del passato,
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viene oggi considerata una procedura scientifica. È incredibile il numero delle
usanze in voga al giorno di oggi per quello che riguarda la medicina, che si
sono originate da tradizioni e superstizioni antiche.
Non si sa quanto antica sia la credenza, tra le mungitrici inglesi, riguardo ai
poteri immunitari attribuiti al vaiolo vaccino; sembra che sia introdotta in Inghilterra, provenendo dall’oriente, da Lay Mary Worthley Montague, moglie dell’ambasciatore inglese presso la Corte Ottomana nel 1717. L’usanza fu proibita dal
Parlamento nel 1840 a causa dei suoi effetti nocivi. Nel 1754, il Collegio Reale dei Medici pubblicò il seguente manifesto che assomiglia molto alle teorie dei
medici nei confronti della vaccinazione.
Il Collegio, essendo stato informato che all’estero sono stati pubblicati dei
falsi resoconti riguardanti i successi dei vaccini in Inghilterra, ritiene giusto dichiarare la propria opinione come segue: le controindicazioni che hanno accompagnato gli inizi di questa pratica sono state superate mediante l’esperienza; la
vaccinazione è ormai diffusa in Inghilterra a completo beneficio della razza umana≫.
≪
Le menzogne di questa nobile associazione non riuscirono a mascherare l’insuccesso, la pratica non era salutare e l’esperienza confermava le obiezioni sollevate contro di essa. La vaccinazione causò un aumento nei casi di vaiolo in
Inghilterra e che alla fine fu abolita dalla legge. Edward Jenner, sulle orme di Benjamin Jesty, trasferı̀ l’antica usanza nelle abitudini delle mungitrici ed in questo
modo nacque la vaccinazione (da vacca).
Ho detto in precedenza che l’usanza della vaccinazione fu introdotta dall’oriente. La data d’origine di questa superstizione si perde nel buio della preistoria.
Le popolazioni selvagge e barbare di varie parti del mondo la praticavano. Sembra
che si sia originata in India, paese natale di molte altre superstizioni, e che si sia
poi estesa all’Africa ed all’Europa.
Da tempi immemorabili, i negri e gli arabi della Nubia utilizzano la vaccinazione come rimedio contro il vaiolo. Le tribù degli Ashanti, dei Moori e degli
Arabi dell’Africa del nord praticavano la vaccinazione sulle braccia, fin dai tempi
antichi. Le tribù selvagge del Congo Superiore la praticavano come misura preventiva contro la “sifilide”. I Bari del Lado si vaccinavano sulla mammella sinistra. I negri del Senegal vaccinavano i bambini sulle braccia. I Mori ed i Pouli del
Senegambia praticavano la vaccinazione contro la pleuro-polmonite. Un’usanza
di questo tipo esisteva anche in Svizzera, a Berna, nel 18◦ secolo. La prima traccia
del vaiolo sembra apparire in India, e anche lı́ si sono riscontrati i primi esempi di
vaccinazione che risalgono ad oltre tremila anni fa. Sembra che Dhanwantari, il
padre vedico della medicina ed il primo medico indù che si conosca, vissuto nel
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1500 a.C, sia stato il primo a praticare la vaccinazione e sembra che tra gli indù
fosse comune fare uso di vaccini. In Cina la vaccinazione è stata praticata da oltre
mille anni. L’usanza è cosı̀ radicata nelle superstizioni religiose delle varie popolazioni che non dovrebbe essere difficile, per uno studioso di storia delle religioni,
capirne le origini. In India, Malaba ed in altre parti del mondo, la vaccinazione
era legata alla dea del vaiolo; era un rito superstizioso che doveva servire a placare
le ire della deità. Le persone che avevano offeso gli dei inventarono questo rito
malsano per farli ritornare di umore piacevole. Questa era l’opinione di Mr. Porter, ambasciatore inglese a Costantinopoli nel 1755 (Gnetelman’s Magazine, ott.
1755): ≪È tradizione e credenza popolare che un angelo governi questa malattia.
Ed è per ingraziarsi i suoi favori che i Georgiani prendono una piccola parte di
sostanza vaiolosa e per mezzo di una sacrificazione la introducono tra il pollice
e l’indice di un’altra persona. Tutti credono che l’operazione sia infallibile nel
suo scopo. Per essere sicuri di essersi ingraziati l’angelo, appendono dei vestiti
rossi intorno al letto, essendo quello il colore favorito dell’essere celestiale che
intendono propiziarsi≫.
Non riesco ad immaginare come San Paolo, che si era rifiutato di mangiare la
carne offerta dagli idoli, possa essersi fatto vaccinare per favorire la dea del vaiolo.
Non riesco ad immaginare come Mosè, le cui leggi ebraiche in molti aspetti erano
eccellenti, possa aver comandato al popolo ebreo di farsi iniettare questa sostanza
infetta nel corpo.
28.1 SINTOMI
Il vaiolo vaccino comincia, con una leggera irritazione sul sito della vaccinazione. Al terzo o quarto giorno appare un’eruzione sotto forma di una pustola rossa
circondata da un’aureola rossa. Al quinto o sesto giorno la pustola diventa una
vescicola ripiena di una sostanza acquosa, con una netta depressione centrale.
All’ottavo giorno la vescicola appare completa ed è circondata da una zona arrossata di edema infiammatorio che provoca un prurito intenso. Al decimo giorno i
contenuti sono purulenti (pus) e la vescicola è diventata una pustola. La pelle circostante è molto infiammata e provoca dolore. A questo punto l’aureola arrossata
comincia a screpolarsi dando luogo ad una essicazione che causa, tra il ventunesimo ed il venticinquesimo giorno, la formazione graduale di una crosta marrone e
spessa, la quale si stacca e cade, lasciando un’orribile cicatrice. All’inizio, la cicatrice è rossa ma con il passare del tempo diventa più chiara della pelle circostante,
e diventa profonda. L’evoluzione di questa patologia è accompagnata da febbre,
da sintomi e malesseri costituzionali e dall’ingrossamento delle adiacenti ghian-
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dole linfatiche. Osservando i sintomi sopra descritti (e questa descrizione ci viene
dai referti medici) ci si accorge immediatamente di aver raffigurato una malattia
acuta: i sintomi acuti dell’infezione settica. Nei libri medici il vaiolo vaccino
viene classificato come “una malattia infettiva acuta”. La sostanza infettiva è pus
estratto dalle pustole di una vacca, è un prodotto nocivo, un virus. Il vaccino è
pus, è il prodotto liquido della suppurazione. Vaccinare una persona vuol dire
provocare una malattia in quella persona. È un tentativo di prevenire la malattia
producendo malattia. Non sempre dà l’effetto sperato. La suddetta descrizione
non rappresenta la regola in ogni situazione.
28.2 COMPLICAZIONI E CONSEGUENZE
Si possono formare delle pustole vaiolose irregolari ed atipiche; tra l’ottavo ed
il decimo giorno le vescicole possono raggrupparsi formando uno sfogo pustolare generale che copre le braccia o anche altre parti del corpo chiamato “vaiolo
vaccino generalizzato”.
Ascessi, squamazioni, cellulite, risipola, infezioni settiche generali, eruzioni
orticarie, sifilide, lebbre, tubercolosi, antinomicosi, malattie mentali, tetano, paralisi, meningite, malattia del sonno, ecc. possono comparire. Rari sono i casi in cui
le pustole si riformano nello stesso posto in cui erano già comparse. In alcuni casi
l’ascesso non riesce a guarire; mi ricordo di una situazione di questo genere in
cui l’ascesso continuava ad emettere pus persino dopo quattordici anni. Parlando
del vaiolo vaccino generalizzato; Sir Wm. Osler afferma: ≪Nei bambini questa
malattia può dimostrarsi fatale≫. Osler cita la disposizione di Ackland riguardo
alle date in cui le eruzioni e le complicazioni compaiono generalmente:
1. Durante i primi tre giorni: eritema, orticaria, eruzioni di vescicole e bolle;
erisipela da vaccinazione.
2. Dopo il terzo giorno e fino al momento della maturazione delle pustole vaiolose: orticaria, linchen urticarius; eritema multiforme, erisipela generale.
3. Alla fine della prima settimana circa: vaiolo vaccino generalizzato; impetigine, ulcere vaiolose; ascessi ghiandolari; infezioni settiche, cangrena.
4. In seguito all’involuzione delle pustole vaiolose: malattie da vaccinazione,
quali ad esempio la sifilide.
Sotto il titolo “Trasmissione delle malattie per mezzo della vaccinazione”,
Osler dichiara: ≪Senza dubbio la sifilide si trasmette con la vaccinazione≫. Sotto
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il titolo “L’influenza della vaccinazione sulle altre malattie”, egli afferma: ≪Una
malattia latente può essere risvegliata dalla vaccinazione≫. Questo accade nei casi
di sifilide congenita, di tubercolosi, ecc. Nel momento cruciale della vaccinazione possono manifestarsi convulsioni seguite da emiplegia (paralisi di un lato del
corpo). Quando questi stati si verificano in seguito a vaccinazione, e sono molto
più frequenti di quello che non si possa immaginare, i medici li giustificano attribuendoli a “trascuratezza” o a “infezioni secondarie”. Il dott. Richard C. Cabot
afferma: ≪Un altro fatto che disturba la mentalità della gente è che le incisioni
della vaccinazione diventano settiche, sia quando l’intervento è eseguito in maniera accurata sia quando non lo è. Non bisogna solo incolpare il dottore se il
braccio del paziente si ammala. Nonostante tutte le precauzioni, se il paziente si
trova in cattive condizioni, l’incisione nella pelle può sempre diventare settica≫.
Questo è vero solo a metà. L’incisione della vaccinazione è settica sin dall’inizio. Il vaccino è una sostanza settica. la vaccinazione è un’infezione settica
voluta. Accusiamo il medico di introdurre la sostanza settica nel braccio.
Il quadro della vaccinazione non è affatto positivo ed anche essendo tale non
basta a descrivere tutti i danni che questa pratica superstiziosa può causare. Voglio
che questo punto sia ben chiaro prima di liquidare l’argomento. ≪Magari avessimo
saputo prima quale cosa terribile fosse la vaccinazione≫, scriveva Mrs. A. Kyles,
in una lettera all’editore del St. Louia Times nel novembre del 1926, dopo che il
suo bambino era morto di tetano in seguito a vaccinazione. Egli era stato vaccinato
il 15 ottobre e morı̀ l’8 novembre del 1926; il tetano si era manifestato intorno al
31 ottobre. Migliaia di altre madri urlarono ≪magari avessimo saputo prima quale
cosa terribile fosse la vaccinazione!≫ Perchè questo non si è potuto sapere subito
e non dopo la morte di migliaia di bambini? Perchè credere ai discorsi di quelli
che si arricchiscono vendendo vaccini?
Il 7 ottobre, 1926, il piccolo Elmer Perry di 4 anni, figlio del Sig. John Perry
e signora, abitanti al N. 35 di Schalk St., Newark, N.J., fu vaccinato su ordine
dell’Istituto d’Igiene. Dopo 15 gg. si ammalò ed il 27 ottobre fu trasportato
all’ospedale colpito da tetano. Dopo poche ore morı̀. ≪Hanno ucciso mio figlio,
lo hanno ucciso≫, gemeva il padre affranto. ≪Non c’è più luce nella mia vita≫, si
lamentava la madre distrutta. Questa fu solo una tra le migliaia si scene tragiche
di questo tipo. I medici li uccidono per salvarli.
In questo caso le autorità declinarono tutte le responsabilità per la morte del
bambino. La morte fu attribuita alla sua condizione. È solo un esempio del modo vigliacco con cui i medici sfuggono alle loro responsabilità. Sono l’unica
classe di criminali in grado di evadere le punizioni relative loro azioni criminose, scaricando le responsabilità sulle vittime. Il 20 giugno 1926, la piccola
Gerardine Creamer, di 4 anni, abitante al 611 di John St., Peeskill, N.Y., morı̀
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di tetano in seguito a vaccinazione per un’insensata incisione vaiolosa: un caso
di avvelenamento diagnosticato erroneamente come vaiolo. In questo caso i colpevoli spiegarono che la bambina, che era stata vaccinata su una gamba, aveva
contratto il tetano dalla terra del suo giardino mentre giocava. In un articolo di
una pagina sul “New Evening Graphic”, sfidai i medici a farmi contrarre il tetano
incidendomi in 12 parti del corpo e strofinandomi della terra su ogni ferita. Il
Direttore dell’Ufficio d’Igiene mi rispose evasivamente sul giornale locale, ignorando la mia sfida. Non voleva che il suo alibi fosse messo in discussione da un
esperimento.
Il tetano è una malattia relativamente rara ad eccezione per i casi di vaccinazione diffusa. Nel suo “Fondamenti e pratica della medicina”, Sir Wm. Osler
parla del tetano come di una malattia che si trasmette per mezzo della vaccinazione: ≪McFarland ne ha collezionato 95 casi, quasi tutti americani. 63 nel 1901
quando R.W. Wilson scoprı̀ il bacillo del tetano. La maggior parte di questi casi
si manifestò a Filadelfia≫.
Il “Resoconto sulla salute pubblica negli Stati Uniti”, del 20/3/1925 dice: ≪Recentemente negli S.U. si sono riscontrati diversi casi fatali di tetano in individui
vaccinati≫. Il “Resoconto” del 26/6/1925 nelle prime 6pp. contiene la descrizione
di 11 casi di tetano in seguito a vaccinazione. I maschi sono più sensibili delle
femmine al tetano post-vaccinatorio.
In una lettera datata 9/8/1929, indirizzata al Senatore Robt. F.Wagner, il Dott.
Hugh S. Cummings, Chirurgo generale del Servizio d’Igiene americano, riporta le
cifre, seppure incomplete, dei decessi avvenuti a causa del tetano a vaccinazione:
1925, 29; 1926, 15; 1927, 17; 1929, 1. Poichè la maggioranza di questi decessi
avviene dopo l’apertura delle scuole a settembre, cioè all’inizio del periodo folle
delle vaccinazioni, l’apparente riduzione del 1929 probabilmente non corrisponde
a realtà.
All’inizio del 1925, quando i paesi orientali erano nel mezzo di una “epidemia di vaccinazione”, il “New York Evening Graphic” scoprı̀ a Baltimora almeno
2 decessi dovuti a tetano post-vaccinatorio e molti altri casi di disturbi causati
dalla vaccinazione. Dopo aver reso nota la presenza di tali casi, gli ospedali di
Baltimora, cessarono immediatamente di pubblicizzare la verità su questa pratica
criminale. Ma questo non portò ad una tregua con il tetano: i giornali spesso riportano decessi a causa di tale malattia e chiunque voglia approfondire l’argomento
viene a conoscenza della verità. Negli anni più recenti si è scoperto che altri disturbi sono attribuiti alla vaccinazione. Ho già citato la dichiarazione del Dott.
Osler secondo cui ≪la vaccinazione può causare convulsioni e può essere seguita
da emiplegia≫. La paralisi in seguito a vaccinazione è assai più comune di quello
che si possa immaginare. Il Dott. Osler afferma: ≪La meningite cerebro-spinale
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presenta una curiosa predilezione per i soldati≫. Il Capitano Sheffeld Neave, inglese, dichiara: ≪la meningite è la malattia dei soldati e dei bambini≫. Durante la I
Guerra Mondiale ci fu un’alta percentuale di mortalità e di invalidità tra i soldati a
causa della meningite cerebro-spinale. Chi è contro la vaccinazione la attribuisce
proprio a tale pratica. Questo ha sollevato numerose proteste da parte dei devoti
al pus ed alla divinità del vaiolo.
Nel Lancet, il giornale medico inglese più importante, del 4 settembre 1926, si
parla di 7 casi recenti di encefalomielite (infiammazione del cervello, del midollo
spinale e delle membrane) in seguito a vaccinazione in 2 ospedali di Londra. Il
prof. H.M. Turnbull ed il prof. Jas. McIntosh, i quali studiarono approfonditamente questi casi, nella “Rivista Inglese di Patologia sperimentale”, alla quale si
riferisce il Lancet, dichiararono: ≪Non c’è dubbio sul fatto che la vaccinazione
ha costituito un fattore causale definito≫. Il Lancet afferma che ≪le dichiarazioni
della “Rivista” includono riassunti di cartelle cliniche, di certificati di morte e di
descrizioni dei cambiamenti patologici, sia marcati sia lievi, nel sistema nervoso
centrale e nelle zone vaccinate, nelle ghiandole linfatiche di quelle regioni ed in
altri tessuti. Disegni molto dettagliati illustrano le lesioni istologiche riscontrate nel midollo spinale ai livelli inferiori. La prova dell’eziologia (la scienza che
studia la causa) derivante dalle manifestazioni cliniche ed istologiche, è molto evidente e trova conferma nei risultati degli esperimenti biologici (esperimenti sugli
animali condotti separatamente dal Dott. Paul Fildes e dal prof. McIntosh). In
tre di questi casi, le inoculazioni di materiale dal cervello e dal midollo spinale
mostrarono la presenza del virus del vaiolo vaccino e di nessun altro virus≫.
I sospetti su questi medici cominciarono a nascere nel 1912 quando l’autopsia
di un ragazzo di 15 anni, da poco vaccinato, rivelò la presenza di encefalomielite. Nel dicembre del 1922 una bambina di 9 anni arrivò all’autopsia dopo una
diagnosi di meningite tubercolare. Tuttavia il microscopio non rivelò alcuna lesione eccetto la cicatrice della vaccinazione, l’infiammazione ghiandolare nella zona
circostante la vaccinazione e lievi alterazioni nel sistema nervoso centrale. Il cervello ed il midollo spinale presentavano le stesse peculiarità di quelle riscontrate
dieci anni prima in un bambino. ≪Altri casi – afferma il Lancet –furono riconosciuti immediatamente, uno in un uomo di 21 anni ed altri in ragazze di 7, 12, 15,
e 22 anni. Tutti questi pazienti all’infuori di una ragazza, morirono nel corso di
un attacco di encefalomielite acuta complicato da bronco-polmonite≫.
Per dimostrare il decorso di questi 7 casi sarà sufficiente illustrare la condizione di una giovane donna di 22 anni. Era stata vaccinata da bambina e di nuovo
il 29 novembre del 1922. Dopo 7 gg. manifestò un forte mal di testa insieme ad
altri sintomi. Il 10◦ ed il 12◦ giorno era in stato di sonnolenza con febbre alta. Il
13◦ giorno era in stato semicomatoso ed il 14◦ giorno morı̀.
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Il Lancet del 9/10/1926, dichiara che in Olanda, nel periodo tra il 1◦ gennaio
1924 ed il l◦ Luglio 1925, ≪si verificarono 35 casi di encefalite di cui 15 furono
fatali, in seguito a vaccinazione≫. Il Lancet, nello stesso articolo menzionato precedentemente, afferma inoltre: ≪Degli studi sulle possibili vie di infezione hanno
dato risultati negativi; un esame dettagliato sulle zone vaccinate e sulle ghiandole
di quella regione ha fornito scarse informazioni in quanto i cambiamenti istologici
sembravano essenzialmente simili a quelli di un caso sotto controllo, cioè quello
di un bambino vaccinato recentemente e rimasto ucciso in un incidente≫.
Questo significa che il corso ordinario più regolare dei danni causati dalla
vaccinazione può facilmente provocare queste malattie. Il Lancet prosegue ulteriormente: ≪Nonostante non si possano identificare le vie d’infezione, sembra
che gli autori abbiano ragione nel concludere, in vista della rassomiglianza tra le
cartelle cliniche, dell’uniformità delle scoperte patologiche e dell’assenza di casi simili indipendenti dalla vaccinazione, che la vaccinazione è stata un fattore
causale definito e non una pura coincidenza≫. (Italics Mine)
Nel 1927, quando Mr. Marky ed il Senatore Love discutevano sul problema
della vaccinazione, noi portammo all’attenzione pubblica il caso di una bambina il
cui corpo appariva contorto, enormemente emaciato e paralizzato, come risultato
della vaccinazione. Ricorrendo alla furbizia del politico suadente ed alle antiche scuse mediche della “infezione secondaria”, e della “malattia nascosta”, il
dott. Love cercò di far credere al pubblico che i guai della bambina erano dovuti
a qualche altro motivo che non alla vaccinazione. Ma la “affezione nascosta” è
un’illusione; al di fuori della fantasia dei medici non trova riscontro. Il Lancet in
precedenza aveva sostenuto la stessa teoria riguardo ai casi su menzionati. Nell’edizione del 1◦ agosto 1925, riferendosi ai numerosi casi riscontrati nel continente
dichiara: ≪Gli esperimenti e le ricerche patologiche hanno dimostrato che questa
forma di malattia non è dovuta al virus del vaccino di Jenner. . . ≫ ≪esisteva già
un’infezione latente e la vaccinazione l’ha semplicemente portata allo scoperto≫.
“L’infezione latente” è solo un’altra scusa che per lungo tempo è servita ad ingannare la professione medica nei confronti della tubercolosi, della sifilide e della
lebbra in seguito a vaccinazione. Ma la fine di questo inganno è vicina. Il Lancet
ha ritratto la dichiarazione citata in precedenza affermando: ≪Non si sono mai
avuti casi simili indipendentemente dalla vaccinazione. Gli autori hanno fornito
motivazioni convincenti a sostegno della teoria che i casi post-vaccinazione non
sono puri esempi di poliomielite (infiammazione della materia grigia del midollo
spinale), encefalite o malattia del sonno in cui la vaccinazione rappresenta solo un
avvenimento casuale≫. Si dichiara che l’encefalomielite in seguito a vaccinazione presenta sempre delle lesioni più profonde di quelle della malattia del sonno e
che ‘≪storicamente, l’infiammazione nei casi ordinari di poliomielite (paralisi in¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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fantile) differisce notevolmente da quella che segue la vaccinazione≫. Nel 1923,
24 e 25, in Inghilterra, si fecero molti sforzi per vaccinare tutta la popolazione.
Si eseguirono migliaia e migliaia di vaccinazioni. Ci fu un notevole aumento di
casi di encefalite e della malattia del sonno. Nel 1924, in Inghilterra ed in Galles,
si registrarono 6296 casi di questa affezione e di altre simili, su una popolazione
complessiva di 38.746.000 individui; 162 casi ogni milione di abitanti. A Liverpool, su una popolazione di 836.000 abitanti, furono rilevati 257 casi di questo
genere; 306 casi ogni milione di abitanti. La percentuale di vaccinazioni a Liverpool era maggiore del 50% rispetto a quella del resto dell’Inghilterra e del Galles
ed i casi di encefalite furono maggiori del 100%. Penso che questo sia dovuto alle
“affezioni nascoste”, alle “infezioni latenti” o alle “infezioni secondarie”.
La Rivista di medicina dello stato di New York, del 15 maggio 1926 riportava
2 articoli tratti da riviste straniere i quali parlavano della presenza di casi simili nel
continente europeo. In uno di essi Carl Leiner (Vienna) discuteva l’argomento di
come la encefalite e la meningite si sviluppino in 9-15 gg. dopo la vaccinazione.
Egli ammette che in un’infezione generalizzata, come potrebbe essere il vaiolo
vaccino generalizzato, è possibile che si manifestino delle complicazioni intracraniche. Inoltre l’articolo afferma che il dott. Lucksch è stato testimone di 3 casi,
ha sentito parlare di altri 4 casi e di tutti questi, 5 si sono conclusi con un decesso.
In due autopsie, che riuscı̀ ad ottenere, egli fu in grado di sostenere senza ombra
di dubbio che ≪la morte era stata causata da encefalite≫. Bastianse aveva raccolto
informazioni su altri 34 casi simili che si verificarono in Olanda durante 18 mesi
tra gli anni 1924-25, con un tasso di mortalità del 40%. Oltre a questi sono stati
riportati anche altri casi di meningite.
I 3 casi austriaci riportati dall’autore di questo articolo dimostrano che ≪possono essere coinvolti non solo l’encefalo ma anche il midollo ed i nervi periferici, cosicchè l’affezione può essere considerata più generalmente una polinevrite
meningoencefalitica≫.
L’altro articolo è un riassunto di un pezzo scritto dal dott. W.F. Winkler, direttore della Clinica Universitaria di Rostock: ≪Abbastanza recentemente, sono stati
individuati, in seguito a vaccinazione, casi isolati di sintomi cerebrali che fanno
pensare alla encefalite. Questo è avvenuto in Olanda, Cecoslovacchia e Germania,
mentre in Svizzera sono stati riscontrati 2 casi di meningite grave≫.
Anche nei Paesi Bassi, ed in altre nazioni come ad esempio in Francia, si sono
manifestati casi di questo genere. Nella “Rivista dell’associazione medica americana”, del 3/7/1926, p. 45, c’è un articolo del corrispondente da Berlino in cui si
discutono “I disturbi nervosi e la vaccinazione antivaiolosa”. Queste sono parole
tratte da quell’articolo: “Nei paesi in cui non si pratica la vaccinazione su tutta la
popolazione, la paralisi generale è rara. Nei pazienti affetti da paralisi generale,
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egli (dott. Daraskwiewicz) non ha mai riscontrato cicatrici di vaiolo, tuttavia erano
sempre presenti le cicatrici della vaccinazione≫. I medici olandesi dichiararono:
≪È impossibile negare il legame tra la vaccinazione e l’encefalite che la segue≫. È
da notare che mentre i ragazzi sono più predisposti al tetano post-vaccinazione, le
ragazze lo sono per l’encefalite post-vaccinazione. Sarebbe ideale poter asserire
che tutti i casi di paralisi locale o generale sono dovuti alla vaccinazione. Vi sono
anche casi attribuibili ad altre cause. Ma questi casi non devono rappresentare
una base per rinnegare l’influenza dannosa della vaccinazione come asseriscono i
suoi sostenitori. A quando risale questo fenomeno? Chi può dirlo? Il dott. Pierre
Baron, Interno dell’Ospedale di Parigi, introduce il suo lavoro sull’encefalite postvaccinatoria (1929), le cui conclusioni sono basate sulle sue stesse osservazioni,
con un caso da lui scoperto dopo una ricerca tra gli annali medici e trovato negli
“Archivi della Medicina Infantile” nel 1907. Il dott. Combay, dell’organizzazione
medica dell’ospedale di Parigi, citò un caso che aveva seguito nel 1905. Egli racconta di una bambina che a 4 mesi di età, quando fu vaccinata, godeva di ottima
salute; all’ottavo giorno dopo la vaccinazione fu colpita da convulsioni seguite da
strabismo e da altri disturbi. Non morı̀ ma rimase gravemente inferma. Non riconosceva più l’ambiente circostante, non riusciva più a prendere il latte, aveva uno
sguardo assente, la “regressione intellettuale” si trasformò in idiozia con sclerosi
cerebrale progressiva (indurimento del cervello) ed a circa 18 mesi di vita morı̀.
La sua morte arricchı̀ le “statistiche” mediche sotto la voce polmonite: un
vecchio tranello per nascondere crimini.
Il libro del dott. Baron tratta 255 casi di encefalite post-vaccinazione discussi
apertamente come tali nei lavori medici. La sua lista è lungi dall’essere completa,
in quanto egli attribuisce agli S.U. solo 4 casi e tutti prima del 1927. La Gran
Bretagna creò 2 comitati per studiare questo argomento: il Comitato Andrews,
fondato nel nov. 1923, che diede i suoi risultati nel maggio 1925; ed il Comitato
Rolleston, fondato nel feb. 1926, che diede i risultati nel feb. 1928. Questi 2
comitati erano composti da grosse personalità mediche tutte a favore della vaccinazione. Il comitato Andrews riportò 62 casi, 42 donne e 20 uomini, di encefalite
post-vaccinazione, tra cui 36 decessi; l’età media era di 10 anni e mezzo; 4 casi
erano al di sotto di 1 anno, 1 caso era di 50 anni e 48 tra sei e sedici anni. Il
vaccino dello stato era stato usato in 53 casi di cui 30 furono fatali. Il Comitato
Rolleston riportò 30 casi tra cui 16 decessi. Il vaccino governativo era stato usato
in 18 casi di cui 8 furono fatali. Inoltre questo comitato riportò la storia di 10
casi non fatali, sotto i 15 anni di età, mostrando che 4 di essi rimasero invalidi
permanenti agli occhi, al cervello ed ai riflessi.
Poichè in Inghilterra ed in Galles la vaccinazione era stata resa obbligatoria,
un milione di bambini sono morti (fino al 1930 di convulsioni, tetano, encelatite,
meningite ed altri disturbi nervosi). Quanti di questi decessi siano da attribuirsi
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alla vaccinazione è difficile da stabilire oggi, ma alla luce dei fatti recenti siamo
certi che un gran numero di essi morı̀ per questo motivo.
Nel 1924, in Inghilterra ed in Galles si riscontrarono 5039 casi di encefalite
letargica, 397 di febbre cerebro-spinale, 777 di poliomielite acuta, 83 di polioencefalite, per un totale di 6296 casi, 2200 decessi, 2529 invalidi cerebrali permanenti e 1575 ristabilimenti completi in salute. I casi del 1924 furono 3 volte
più numerosi di quelli registrati in media nei 9 anni precedenti. Nel 1922-23-24,
i medici dell’Inghilterra e del Galles inventarono la presenza di cicatrici di vaiolo
causando 288.000 rivaccinazioni. ≪Questa vaccinazione extra fu seguita da un
aumento extra di casi di malattia del sonno ≫. Nel 1930, in Irlanda, si riscontrò
un caso di encefalite in un bambino che pesava l0 pounds. Era stato vaccinato il
3 maggio e si ammalò il 10 maggio, ≪era nervoso e vomitava. Il giorno seguente
era calmo ed apatico e su ammissione dei medici dell’ospedale, le sue condizioni
assomigliavano ad una forma di tetano≫.
La Lega delle Nazioni, nel rapporto del 27 agosto 1928 parla di 139 casi e
di 41 decessi in Olanda. Questo, tra gli anni 1928-29, provocò la sospensione
immediata della vaccinazione obbligatoria in quel paese. Il numero totale delle
vaccinazioni in Olanda durante la prima metà del 1928 fu inferiore di 113 rispetto
a quello della prima metà del 1927 ed i decessi a causa dell’enecefalite si ridussero
a meno di 113.
La Germania modificò le sue leggi sulla vaccinazione obbligatoria. Adottò
una clausola simile a quella presente in Inghilterra. Il “Notiziario Internazionale” informa: ≪Il cambiamento di atteggiamento nei confronti della vaccinazione
da parte di Autorità mediche, cioè l’applicazione meno rigida della legge, è stato causato principalmente dalla presenza delle molte malattie post-vaccinatorie
riscontrate in Olanda, Inghilterra ed in casi sporadici anche in Germania≫.
Le persone vaccinate manifestavano una sorta di infiammazione cerebrale
(encefalite post vaccinazione), che provoca spesso la morte o anche una forma
leggera di disturbi mentali≫.
≪
La seguente è parte di un articolo uscito sulla Rivista dell’Associazione Medica Americana del 5 aprile 1930: ≪Reisch riporta che in seguito alla vaccinazione
di 233 bambini tra i 5 ed i 10 anni, furono osservati diversi casi di sintomi di
encefalite. 2 casi furono particolarmente gravi e culminarono con la morte del paziente. L’autopsia rivelò le alterazioni tipiche dell’encefalomielite. Anche altri sei
bambini, 6-12 gg. dopo la vaccinazione, manifestarono i sintomi dell’encefalite.
Il Rapporto della Commissione per il vaiolo e la vaccinazione, dell’Istituto
d’Igiene presso la Lega delle Nazioni a Ginevra, datato 27 agosto 1928, afferma:
≪L’encefalite post-vaccinazione, di cui stiamo trattando, è diventata un proble¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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ma in conseguenza agli avvenimenti accaduti negli ultimi anni nei Paesi Bassi,
in Inghilterra ed in Galles. In ognuno di questi paesi i casi sono stati sufficientemente numerosi e simili da essere considerato collettivamente. La loro presenza ci fa pensare che un nuovo rischio imprevisto sta attaccando la pratica della
vaccinazione≫.
Cosa succede in America? Vi sono casi simili? Si. Ma raramente vengono pubblicati e quasi mai sono studiati dettagliatamente. Nel 1930 Julia Motley,
12 anni, proveniente da Irisburg, Va., morı̀ di paralisi infantile acuta che l’aveva colpita 3 settimane dopo essere stata vaccinata. I suoi genitori attribuirono la
morte alla vaccinazione, mentre le autorità dell’ufficio d’igiene dello stato erano schierate a favore della vaccinazione. Il “New Leader” di Richmond, Va., del
28/3/1930 afferma: ≪Mentre i genitori avevano attribuito la morte alla vaccinazione, il dott. Shackleford, medico curante, ha dichiarato che il certificato di morte,
compilato da egli stesso naturalmente, dimostra che la bambina è deceduta a causa di una paralisi infantile acuta che l’aveva colpita 3 settimane dopo essere stata
vaccinata≫.
E questo è quanto: il medico che aveva vaccinato la bambina compila il certificato di morte per difendere se stesso e cosı̀ il vaccino e la questione sono
salvi. Ora la bambina è immune dal vaiolo e la divinità del vaiolo è stata soddisfatta. Questo mi ricorda molto una dichiarazione facente parte di un memorandum
scritto dal prof. Jorge al Comitato dell’Ufficio Internazionale per la salute pubblica (pubblicato nel bollettino mensile di quell’organizzazione nel gen. 1927), nel
quale egli prende in considerazione ≪i motivi che ci preoccupano sono le complicazioni di un’operazione profilattica considerata innocua fino ad oggi. . . ≫ (Italics
mine)
Probabilmente la stampa non avrebbe pubblicato le notizie in quanto essa protegge sempre la professione medica. La stampa è valida quanto il prof. Jorge ed i
suoi collaboratori nel nascondere la verità. I mezzi al servizio dell’intelligenza,
i giornali, le riviste, i cinema, le chiese e le scuole giocano un ruolo importante nell’illusione continua del pubblico ed ogni personaggio inerente ad essi,
giornalista o scienziato, professore o predicatore, è un organo politico nelle
mani degli sfruttatori. Naturalmente, a conti fatti, questi personaggi non contano
poi molto; quando si alza la marea sono i primi ad affondare.
Il chirurgo Chas. Armstrong, nel rapporto della salute pubblica dei 23 agosto
1929, in un articolo sull’encefalite post-vaccinazione, afferma: ≪Poichè il fattore
età sembra essere interessato, la nostra abitudine di vaccinare tra il 6◦ ed il 7◦ anno
di vita sembra predisporre la popolazione alle complicazioni. Per di più si sono
già verificati alcuni casi. Wilson e Ford e Fulgham e Beykirk hanno riscontrato
in questo paese 3 casi che sono stati confermati da studi patologici. Altri casi
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basati su evidenze cliniche ed epidemiologiche esistono nel Connecticut, nel Rode
Island, New York, Maryland, Illinois, California, Washington e nel Distretto della
Columbia≫.
Il “Bollettino settimanale” emesso dal Dipartimento della Salute della Città
di New York, in data 7 sett. 1929, dedica diverse pagine ad una discussione sull’argomento dell’encefalite post-vaccinazione: ≪Anche se negli U.S.A. sono stati
riscontrati solo pochi casi sembra opportuno richiamare l’attenzione dei medici
verso questa complicanza, cosicchè nei casi in cui le persone vaccinate di recente
presentino sintomi relativi al sistema nervoso centrale, si possano compiere delle
ricerche accurate≫.
Potrebbe essere interessante, per i medici, studiare i sintomi che coinvolgono
il sistema nervoso centrale ma sicuramente non lo sarebbe per un bambino malato,
o per i suoi genitori. Poichè la classe medica è decisa a non abbandonare questa
pratica dannosa, dipende da voi la prevenzione dell’encefalite post-vaccinazione,
e di tutti gli altri disturbi discussi in questo capitolo. Dovete assolutamente evitare
che vostro figlio venga iniettato con pus di vacca.
È vostro figlio, non è una proprietà dello stato. Non è stato messo al mondo
per far arricchire la classe medica. Voi siete i responsabili della sua salute. Se
tradirete vostro figlio sacrificandolo a questa divinità, la vostra dimora ultraterrena
dovrebbe essere simile ad un girone dantesco. I genitori hanno delle responsabilità
verso i figli, e una di queste è quella di salvaguardarli dai pericoli, inclusi quelli
che ne minacciano la salute.
È dovere di ogni genitore “rifiutare” ed “opporsi” alla vaccinazione per il bene
del proprio figlio, qualunque siano le circostanze. Lottate, andate in prigione,
resistete in ogni modo a chi vuole iniettare pus di vacca. Alcuni anni fa, in Italia,
un gruppo di medici fu letteralmente denudato e “vaccinato”, dopo aver fatto
irruzione nelle abitazioni dei montanari e aver cercato di vaccinare a forza
i loro bambini. Questo sistema dovrebbe essere adottato immediatamente nel
nostro paese. Bisogna far soffrire questi mascalzoni nella stessa maniera in
cui essi fanno soffrire gli altri. Bisogna dar loro una lezione.
In risposta ad una richiesta d’informazione indirizzata dal Senatore Robt. F.
Wagner al Dipartimento americano della Salute, il Chirurgo Generale Hugh S.
Cummings afferma: ≪Negli U.S.A. è stato riscontrato un caso (di encefalite postvaccinazione) nel 1929, e due sono stati registrati nel 1927. Questi 3 casi sembrano essere stati conseguenze sicure della vaccinazione. Altri casi meno sicuri sono
presentati alla nostra attenzione ma non è necessario trattarli in questa sede≫.
Che queste e le altre cifre fornite come risposta non siano complete, risulta
evidente nel paragrafo conclusivo della sua lettera: ≪Nonostante sin dal 1925 si
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sia compiuta una ricerca tra il materiale a disposizione, non possiamo essere sicuri
che questa lista sia completa. Anche se il servizio per la salute pubblica cerca di
studiare ed approfondire i casi sospetti di essere stati causati da prodotti biologici,
non esiste un meccanismo legale che obblighi la denuncia di questi casi al servizio
stesso≫.
Il Rapporto del 1918 del Chirurgo Generale dell’esercito americano dimostra
che nel 1917 negli ospedali militari furono ricoverati 19.608 uomini sofferenti di
vaiolo vaccino e di inoculazione anti-tifoide. Il rapporto del 1919, relativo all’anno 1918, mostra che i ricoveri di persone sofferenti di vaccinazione tifoide furono
23.191 e quelli riguardanti il vaiolo vaccino 10.830. Presumendo che le proporzioni di quelli che soffrivano a causa di queste 2 inoculazioni siano state le stesse
per i 2 anni in questione, si realizzerà che circa 20.000 uomini furono ricoverati
negli ospedali militari perchè affetti da vaiolo vaccino. Queste considerazioni non
tengono in alcun conto gli individui i cui sintomi venivano attribuiti ad altre cause
o non erano forti abbastanza per giustificare il ricovero in ospedale.
Il “Chicago Tribune” del 6 giugno 1926 riportava la morte di Kasmir Jeskey,
10 anni, figlio di Anna Jesky, abitante al 1523 della 17 Ave., Melrose Park. Il
giornale dichiarava: ≪Un avvelenamento del sangue che si crede dovuto alla
vaccinazione ha preso la vita di Kasmir Jesky≫.
L’anagrafe inglese registra, dal 1875 al 1923, 1464 decessi attribuiti ufficialmente alla vaccinazione. Queste cifre illustrano solo in parte la situazione in quanto la maggioranza dei decessi viene tenuta nascosta. Ad esempio, in una serie di
decessi causati dalla vaccinazione, l’ufficio informazioni pubblico rivelò che solo
in un caso la vaccinazione era stata considerata la causa del decesso. In un’altra
situazione di 17 decessi in seguito a vaccinazione, situazione studiata e pubblicata
da un medico, solo una morte fu attribuita alla vaccinazione.
Un medico inglese afferma: ≪Nei certificati da noi emessi, accessibili al
pubblico, è difficile trovare opinioni che possono nuocere all’immagine del
medico. Egli probabilmente in questi casi dice il vero ma non completamente e
considera il sintomo più evidente come causa del decesso. Come esempio dei casi
in cui l’immagine del medico è danneggiata, menzionerò l’erisipela in seguito a
vaccinazione e la febbre puerperale. Nel primo caso, che risale a non molto tempo
fa, sopravvenne la morte e, nonostante non avessi vaccinato il bambino, evitai
di menzionare questo fatto nel certificato di morte, nel tentativo di difendere la
vaccinazione stessa≫.
La vaccinazione deve essere salvaguardata a tutti i costi. Non importa quanti
bambini uccide, basta che non venga disonorata. È dovere dei genitori arrestare
questa rovina dei bambini. È dovere sacrosanto dei genitori proteggere i figli dai
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pericoli. Se la professione medica non è abbastanza leale da abbandonare questa
usanza remunerativa ma dannosa, sono i genitori a doverlo fare. E se si dicesse
che anche se la vaccinazione spesso provoca malattie e morte, ne provoca di meno
di quelle che previene? In questo caso dovrei dimostrare il contrario. Ma, data
per vera questa asserzione, rimane il fatto che costringere qualcuno a sottoporsi
a questo pericoloso procedimento è assolutamente sbagliato. È un pericolo e noi
abbiamo il diritto di poter scegliere. La vaccinazione obbligatoria è un crimine.
Il “Christian Herald”, giornale inglese, del 7 luglio 1927 riporta la notizia di
un’epidemia di vaiolo, di tipo grave, in 15 regioni francesi il cui tasso di mortalità
era del 50% nelle donne e 35% negli uomini. Erano tutte persone vaccinate; molte
delle vittime erano state vaccinate addirittura 3 volte. Se la vaccinazione protegge,
perchè non lo ha fatto in questi casi?
Nel nostro esercito, durante la guerra Ispano-Americana e nelle Filippine, i
soldati erano stati vaccinati non solo annualmente, ma ogni 6 settimane. Il capo chirurgo Lippincott sosteneva: ≪La vaccinazione viene eseguita con la stessa
regolarità dei turni di guardia≫. Nonostante ciò i rapporti ufficiali mostrano la
presenza di 276 casi di vaiolo, nel 1899, con 78 decessi; nel 1900, 246 casi e 113
decessi e nel 1901, 125 casi e 37 decessi; una mortalità del 50% circa con una
punta massima nel 1900, in un esercito tra i più vaccinati.
Nel 1872 il Giappone approvò una legge sulla vaccinazione obbligatoria che
fu messa in atto rigidamente. Ma il vaiolo continuò ad “infestare quel paese”. Nel
1885 approvò un’altra legge in cui si obbligava a ripetere la vaccinazione ogni 7
anni. Tra il 1886 ed il 1892 in Giappone si eseguirono 25.474.370 vaccinazioni
e rivaccinazioni. Sempre durante questi 7 anni, dal 1886 al 1892, in Giappone si
verificarono 156.175 casi di vaiolo con 38.979 decessi, cioè un tasso di mortalità
del 25% circa, che supera quello del periodo in cui non veniva praticata la vaccinazione. Solo in 1 anno (1893) in Giappone, si riscontrarono 41.898 casi di vaiolo
con 11.852 decessi. Nel 1896 il Parlamento giapponese approvò una legge firmata immediatamente da Mikado, con cui si obbligava ogni cittadino residente del
Giappone ad essere rivaccinato ogni 5 anni. Per i trasgressori la legge prevedeva
pene severe. Il barone Takalira, nel 1906, durante la cena del giubileo dell’associazione “Funzionari medici dell’istituto d’igiene inglese”, espresse cosı̀ il suo
parere: ≪In Giappone non esiste un movimento anti-vaccinazione. I bambini vengono vaccinati prima del 6◦ mese di vita, rivaccinati a 6 anni all’inizio della scuola
e vaccinati di nuovo a 14 anni prima del liceo; da adulti sono vaccinati prima del
servizio militare ed ogni qual volta si presenti un caso di vaiolo≫. Prendiamo in
considerazione l’ultima parte di questa dichiarazione. Se la vaccinazione deve
prevenire il vaiolo, come mai in un paese cosı̀ vaccinato ≪si presentano casi di
vaiolo?≫ La risposta è una sola: la vaccinazione non previene.
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In Giappone la legge sulla vaccinazione obbligatoria divenne effettiva nel
1896. Nel 1897 si manifestarono 49.946 casi di vaiolo con 2.276 decessi. Nel
1908 i casi ufficiali furono 10.067 ed i decessi 5.837. Dal 1889 al 1908 in Giapone si ebbero 171.611 casi di vaiolo con 47.919 decessi per questa causa. Se c’è
qualcuno che crede che la vaccinazione o la rivaccinazione possano prevenire il
vaiolo, questo qualcuno dovrebbe dare un’occhiata alle suddette cifre. In quegli
anni in Giappone il tasso di mortalità era del 30%. Ci piacerebbe sapere in qual
modo la vaccinazione è riuscita a prevenire la malattia in quei 47.919 casi fatali
di vaiolo post-vaccinatorio.
La “Rivista medica di New York”, del 22/7/1909 contiene un articolo di Chas.
Rauta, M.D., Prof. di Igiene e Materia Medica presso l’Università di Perugia, riguardante “La vaccinazione in Italia”. Egli sottolinea che ≪L’Italia è uno dei paesi
più vaccinati del mondo. Per 20 anni prima del 1885 la vaccinazione del nostro
paese veniva praticata in una percentuale del 98.5. Nonostante ciò, le epidemie di
vaiolo che abbiamo subito sono state talmente spaventose da non poter essere paragonate ad alcuna cosa prima della vaccinazione. Durante il 1887 abbiamo avuto
16.249 decessi a causa del vaiolo; nel 1888 furono 18.110 e nel 1889, 13.413 ≫.
Riferendosi all’esercito italiano, dove ≪la vaccinazione veniva eseguita 2 volte
all’anno già da molto tempo, – egli afferma che – i soldati non protetti in quanto
la vaccinazione non aveva attaccato su di loro, erano meno soggetti al vaiolo di
quelli protetti a dovere dai buoni risultati della vaccinazione; il tasso di mortalità
tra quelli ben vaccinati era più alto di quello osservato tra gli uomini su cui la
vaccinazione non aveva “attaccato”≫. Da quando abbiamo conquistato le Filippine, abbiamo loro imposto la vaccinazione. In precedenza la Spagna aveva fatto la
stessa cosa. Negli anni 1905-1906; 1907-1908 e 1918-1919, queste isole furono
colpite da gravi epidemie di vaiolo di cui quella del 1918-1919 fu la peggiore.
In quell’anno i casi ufficiali di vaiolo furono 47.887 ed i decessi 16.578. Solo a
Manila, la parte più vaccinata delle isole, i casi furono 1326 ed i decessi 869; una
mortalità del 65.3%. Il tasso più basso di mortalità si registrò a Mindanano, la
zona meno vaccinata delle isole Filippine. L’istituto d’igiene aumentò la sua mole di lavoro e vaccinò migliaia e migliaia di individui, eseguendo 4 vaccinazioni
circa ogni abitante di Manila. In seguito a ciò, nel 1919, i casi di vaiolo furono
99.300 con 47.395 decessi. In meno di 2 anni, in una popolazione inferiore agli
11.000.000 di abitanti si ebbero 147.187 casi di vaiolo con 63.973 decessi.
Nel rapporto dell’istituto d’igiene filippino del 1920 (pp. 141-142) si commenta: ≪Dal tempo in cui il vaiolo era scomparso dalla città di Manila fino all’anno 1918 (9 anni più tardi), in cui la malattia è ricomparsa nelle forme più gravi,
migliaia e migliaia di persone sono state vaccinate ogni anno con il risultato che
l’epidemia del 1918 rappresenta un fallimento per l’immunizzazione futura contro
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le epidemie≫. (Italics mine)
Tuttavia si cercò di trovare degli alibi per questo fallimento e cosı̀ l’ignominosa usanza continuò. Non importa il danno che provoca: quelli che ci speculano
sopra non la elimineranno fino a che le loro tasche si continueranno a riempire.
Esiste al mondo un paese in cui non si pratica la vaccinazione e dove il
vaiolo non compare: l’Australia. I tre quarti della popolazione non sono mai
stati vaccinati. Secondo la moderna teoria che l’immunità del vaccino dura solo 5
anni, (in Italia si vaccinava 2 volte all’anno ma senza risultati), solo il 2 e mezzo
percento della popolazione veniva “protetto”.
Nella storia australiana meno di un persona all’anno muore di vaiolo. Molte di
queste persone sono stranieri che vengono semplicemente messi in quarantena in
questo paese. Nel Qeensland, dove le statistiche mostrano solo una vaccinazione
ogni 1500 abitanti, c’è stato solo 1 caso di vaiolo. Nel 1892 un ufficiale vaccinato
contrasse la malattia mentre era in navigazione. Fu l’unico caso. L’epidemia non
si è mai verificata tra soggetti non vaccinati. Nella regione della Vittoria, in 21
anni ci furono 5 decessi da vaiolo e 14 da vaccinazione e queste sono solo le cifre
che sono state riportate ufficialmente. Ciò coincide con i rapporti dell’anagrafe
inglese riguardo al periodo in cui, in Inghilterra, si verificarono 42 decessi da
vaiolo in soggetti al di sotto dei 5 anni di età e 157 dovuti alla vaccinazione. Vi
sono inoltre le cifre ufficiali che mostrano che ≪in Inghilterra e Galles solo 109
bambini (sotto i 5 anni) sono morti di vaiolo nei 23 anni terminati nel dicembre
1933, ma 270 sono morti per la vaccinazione≫.
In Inghilterra e Scozia il diminuire delle vaccinazioni è stato accompagnato,
in pratica, dalla scomparsa del vaiolo. Ecco alcune cifre relative all’Inghilterra:
1871-1875, percentuale di vaccinazione 97.6%, decessi da vaiolo ogni milione di
abitanti: 228; 1910-1920, percentuale di vaccinazione 43.9%, decessi da vaiolo
ogni milione di abitanti: 0.4.
In Scozia, uno dei paesi più vaccinati del mondo, (≪non esiste un bambino non
vaccinato in questo paese≫), negli anni 1855-1874, 9087 bambini sotto i 5 anni
sono morti di vaiolo; negli anni 1907-1919, su un terzo di bambini vaccinati solo
7 furono i decessi a causa del vaiolo e l’età era sempre sotto i 5 anni.
Con tutto questo non voglio dichiarare che la vaccinazione non abbia mai salvato nessuno dal vaiolo. È una questione di cifre il fatto che migliaia di vittime di
questa usanza superstiziosa siano state salvate dalla “potenza immunizzante della morte”. Ma è un fatto di cifre anche quello che le statistiche inglesi e gallesi
mostrano che, mentre la vaccinazione ha ucciso un numero di persone 10 volte
maggiore rispetto al vaiolo, si è verificata una diminuzione nei casi di vaiolo
in concomitanza alla diminuzione delle vaccinazioni. La seguente tavola, che
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riporta le cifre ufficiali inglesi e gallesi relative alla percentuale annua di bambini
vaccinati ed al numero dei decessi da vaiolo, si dimostra assai interessante per chi
voglia interpretarla con intelligenza:
Periodo
Percentuale di bambini
vaccinati
Decessi da vaiolo
1872-1881
1882-1891
1892-1901
1892-1911
1912-1921
1922-1931
1932-1941
85,5
82,1
67,9
67,6
43,3
43,1
34,9
3.708,2
923,0
436,5
395,3
12,2
25,0
1,4
Durante il periodo in cui fu vaccinato l’85.5% dei bambini nati ed un altro 10%
morı̀ prima di aver raggiunto l’età per essere vaccinato, questi 2 paesi presentavano in media un numero annuo di 3708 decessi da vaiolo. Quando le vaccinazioni
erano diminuite a circa 1/3 dei bambini nati, il tasso annuo di mortalità da vaiolo
era sceso a meno di 2 all’anno. La domanda, a questo punto, per usare le parole dell’ “Inquisitore sulla vaccinazione” (Londra) del feb. 1947, è: ≪Come mai
un’operazione che era in declino stava causando la scomparsa del vaiolo?≫
Nel 1942 a Swindon (Bretagna), un caso di vaiolo diede il via alla vaccinazione di moltissime persone. Si manifestarono solo 3 casi di vaiolo, tutti guariti,
ma 12 soggetti vaccinati morirono di infiammazione al cervello. Nello stesso anno vicino ad Edimburgo, in Scozia, otto persone morirono di vaiolo (di queste, 6
erano state vaccinate) e 10 morirono a causa degli effetti della vaccinazione.
In Bretagna, durante gli anni 1939-1944, ci furono 60 casi di encefalite postvaccinazione e di questi 31 furono fatali. Un tasso di mortalità leggermente superiore al 50%. Durante questo stesso periodo si verificarono 21 casi ufficiali di
vaiolo con solo 3 decessi. In altre parole, in Bretagna, durante questo periodo, ci
fu un numero di casi di encefalite post-vaccinazione maggiore di 3 volte rispetto
a quello dei casi di vaiolo ed i decessi da encefalite post-vaccinazione furono 10
volte più numerosi di quelli da vaiolo. Poichè queste cifre non sono ufficiali e vengono fornite dalla professione medica inglese, la stessa che compila le diagnosi ed
i certificati di morte, esse costituiscono l’affermazione, da parte della medicina,
che mentre la vaccinazione non previene il vaiolo, il vaiolo vaccino è una malattia
assai più pericolosa del vaiolo stesso.
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Dalla prima edizione di questo libro l’Inghilterra, prima nazione al mondo ad
approvare una legge sulla vaccinazione obbligatoria, ha annullato questa legge e
nessuno nell’Impero inglese, neanche nell’esercito, è costretto a farsi vaccinare.
Dal 1907 nessun cittadino o nessun soldato è costretto a farsi vaccinare se non
lo ritiene giusto. Allo stesso modo, i genitori possono evitare di far vaccinare i
figli. In questa terra di codardi, rifugio per gli schiavi, una terra che con orgoglio
rivendica la sua libertà dall’Impero inglese conquistata nel 1776 la vaccinazione
è ancora obbligatoria in diversi stati, in molte città e nell’esercito. Anche gli
impiegati statali sono costretti a farsi vaccinare a rischio di perdere il proprio
lavoro.
Il vaiolo è sempre presente nella forma peggiore, nei posti dove si pratica la
vaccinazione. L’incisione della vaccinazione è l’incisione della morte. Nonostante ciò il nostro istituto d’igiene, sotto il controllo dei medici, inventa storie di
epidemie, crea un clima di panico a scopo di lucro come accadde a Kansas City
nel 1921, a Pittsburgh nel 1924, a Filadelfia, Baltimora e Washington nel 1925.
Nel 1925 si tentò anche di creare un panico a New York ma, a causa della campagna contraria svolta dal “New York Evening Graphic”, il Direttore dell’istituto
d’igiene mise tutto a tacere.
Nel rapporto sulla salute pubblica del 28 gennaio 1927, il bollettino settimanale emesso dall’istituto per la salute pubblica americana, il chirurgo J.P. Leake
afferma: ≪Una persona non immunizzata può contrarre la malattia se esposta ad
essa? Ciò non avviene di regola. Essere a contatto con il vaiolo, specialmente
nelle forme più lievi, senza contrarlo è un avvenimento comune ma non rappresenta la prova che l’individuo è immune? Il numero dei casi di vaiolo tra le
persone non protette a contatto con pazienti colpiti dalla malattia è assai inferiore
al 100% . . . .
Nonostante il vaiolo sia senza dubbio più frequente tra le persone non vaccinate, nè la vaccinazione nè la presenza di cicatrici assumono un valore diagnostico.
La non affidabilità di questo criterio appare evidente nelle epidemie virulente della
malattia. . . .
La forma purpurica di vaiolo, sempre fatale, è la più difficile da prevenire con
la vaccinazione ed i casi di questo tipo, senza un’eruzione di vaiolo vera e propria,
possono apparire anche in persone vaccinate. . . .
La forma più lieve di vaiolo, quella più comune oggi, costituisce una ragione valida per far sı́ che la vaccinazione preventiva sia più leggera ed innocua
possibile. . . .
Casi persino mortali si verificano ad ogni epidemia grave anche tra le persone
vaccinate dove il vaccino impiegato, scoperto in seguito, non è sufficientemen¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
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te potente; questi casi si verificano inoltre, anche tra gli individui vaccinati nel
passato con un vaccino adatto.
Si viene vaccinati eppure si rimane colpiti dal vaiolo. Il vaccino non era “sufficientemente potente”, ma questo è stato scoperto troppo tardi, quando cioè il
vaiolo era già comparso. Si viene vaccinati e non si rimane vittime del vaiolo: il
vaccino era potente. È come la prova per vedere se i funghi sono velenosi: se
mangiandoli si sopravvive non lo sono, se si muore lo erano.
Nel 1929, 130 membri della Camera di Commercio di Dallas, Tx, annullarono
un viaggio in Messico in quanto era obbligatoria la vaccinazione. Dopo aver
ottenuto il permesso di entrare senza essere vaccinati 100 medici di Dallas si
recarono in Messico. Ricordatevi questi fatti prima di sottoporre vostro figlio a
questa pratica pericolosa.
Secondo le statistiche in questo paese i rischi che comporta la vaccinazione
sono 10 volte maggiori rispetto a quelli del vaiolo. Secondo le cifre riportate dal
Servizio per la salute pubblica americano, tra gli anni 1925-1928 ci fu una media
di 16 decessi ogni milione di individui vaccinati. Questo numero comprende solo
i decessi attribuiti ufficialmente alla vaccinazione, ma non include quelli dovuti
ad encefalite, meningite, ecc. derivanti dalla vaccinazione. Fino a quel momento negli U.S.A. erano stati riportati 20 casi di encefalite come conseguenza della vaccinazione. Il Servizio per la Salute Pubblica ha istituito una commissione
per determinare il numero di questi casi nel nostro paese, ma non ho mai visto i
risultati da loro ottenuti.
Tra gli anni 1927-1929 negli U.S.A. fu riportata una media di l.18 decessi di
vaiolo ogni milione di individui. In molti di questi decessi il vaiolo non viene
considerato la causa primaria della morte. In questo paese i decessi da vaiolo si
sono quasi estinti completamente, ci sono solo 13 stati che obbligano la vaccinazione prima del periodo scolastico ma da nessuna parte vige la regola di vaccinate
i neonati o gli adulti che non fanno parte dell’esercito.
A causa del fatto che la vaccinazione è più pericolosa del vaiolo, molti medici evitano di vaccinare i propri bambini. Un articolo apparso su “La
medicina americana” del marzo 1914 afferma:. ≪La crescente opposizione alla vaccinazione è un argomento assai preoccupante. Questo nuovo movimento. . .
non rappresenta una crociata illogica ed assurda, ma è la convinzione degli uomini intelligenti che è inutile proteggere contro un’infezione che potrebbe non
manifestarsi mai. . . Questo atteggiamento non è limitato ai profani ma comprende anche delle personalità mediche. Due personaggi di fama mondiale ci fanno
confessato di aver fatto vaccinare i propri figli solo per servire l’opinione pubblica e non per convinzione professionale. . . C’è chi sostiene che la possibilità di
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contrarre il vaiolo è solo una su un milione, mentre è molto più probabile contrarre infezioni da pus o tetano dopo essere stati vaccinati. . . ≫. Questa usanza
criminale terminerà non appena i genitori dimostreranno abbastanza interesse nei
riguardi del benessere dei figli. Oggi, i genitori offrono i propri figli sugli altari
della divinità del vaiolo in quanto la motivazione commerciale lo impone. Se il
bambino rimane invalido o muore i genitori accettano le scuse di quei mascalzoni
che rovinano i bambini a scopo di lucro.
Mi rivolgo a te, lettore: sai come si è sentito Giuda dopo aver venduto il suo
Signore per pochi pezzi d’argento? Se tu hai acconsentito a far vaccinare tuo
figlio, dopo che avrai conosciuto la verità saprai come ci si sente a tradire. Non
c’è molta differenza tra te e Giuda: egli se non altro ebbe poi la decenza di andarsi
ad impiccare.
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Capitolo 29
L’AVVELENAMENTO DA SIERO
I genitori si preoccupano molto di “immunizzare” i propri figli contro numerose malattie, di inocularli vaccini, sieri e antitossici di ogni genere. Il flusso costante della propaganda svolta dalle case farmaceutiche per mantenere vivo
questo commercio è sostenuto da statistiche, menzogne, distorsioni e false
dichiarazioni atte a mettere in una condizione di profondo terrore i genitori.
Lo scopo principale di questa propaganda non è quello di garantire la
salute e il benessere dei bambini ma di assicurare un guadagno costante ai
medici e alle case farmaceutiche.
Nel Red Book Magazine dell’ag. 1952, Eduard T. Wilkes, M.D. presenta un
“Nuovo programma di immunizzazione per i neonati”. È il programma che era
stato proposto dal Dipartimento per la Salute dello Stato del Michigan ed è simile
a quello consigliato dall’Accademia Pediatrica Americana. È questo:
Le iniezioni contro la tosse convulsa, la difterite e il tetano devono essere
iniziate a 3 mesi e non a 6 come consigliato nel passato. La ragione è spiegata
dal fatto che più della metà dei decessi per tosse convulsa avviene nei bambini
al di sotto dei 6 mesi. (Io mi chiedo questo tasso di mortalità relativo alla tosse
convulsa cosa abbia a che fare con il tetano e la difterite).
≪
La vaccinazione contro il vaiolo dovrebbe essere eseguita a 5 mesi.
I richiami per proteggere contro la tosse convulsa, la difterite e il tetano devono
essere ripetuti all’età di 2 o 5 anni.
L’immunizzazione contro la difterite, il tetano e il vaiolo deve essere rinnovata
a 5-6 anni di età e di nuovo intorno ai 9-10≫.
I vaccini e i sieri vengono somministrati in quanto si pensa che “agiscano”
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del dott. H.M. Shelton
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attaccando la “malattia infettiva” e immunizzando il paziente contro un secondo
“attacco”. Anni fa, nel mio libro La Rigenerazione della vita dimostrai che questa
teoria, quella che un “attacco” che rende immuni da un secondo “attacco”, è tanto
illogica quanto non-scientifica, e contraria alle evidenze. Dimostrai, ad esempio,
che, in seguito a cinque vaccinazioni successive, un individuo può contrarre il vaiolo per tutte e 5 le volte. Vi sono casi in cui i pazienti avevano avuto la polmonite
ben 15 o 50 volte. Considerando ciò, rispondete alla domanda: ≪Quale siero sarà
mai iniettato per immunizzare gli uomini dalla polmonite?≫ E se non dalla polmonite, dalle altre cosiddette malattie infettive? Prendiamo in considerazione la
difterite:
Il “Dizionario della Medicina” di Quain (edizione del 1902) sostiene: ≪Un attacco di difterite non conferisce l’immunità nell’individuo. Anche durante la convalescenza ci sono stati casi che hanno di nuovo manifestato la malattia e questo
può accadere più di una volta≫.
Goodalla e Washbovrn, nel “Manuale delle malattie infettive” dichiarano: ≪Non
si è sicuri sul modo in cui un attacco di questa malattia (difterite) possa proteggere
contro un secondo attacco. Di sicuro possiamo solo affermare che le ricadute e gli
attacchi successivi non sono rari≫.
Da questi fatti appare chiaro che l’antitossina non può immunizzare un bambino. A tale riguardo i medici sostengono che i bambini sono immuni dalla difterite
per ereditarietà ma poi perdono tale immunità tra i 6 ed i 9 mesi. Anche la madre
deve aver perso la sua immunità a quella età. Dove e come l’ha riacquistata per
poterla poi trasmettere al proprio figlio?
La sostanza detta “tossina della difterite” viene mischiata all’antitossina per
formare la tossina-antitossina. J. W. Hermeter, M.D., in un articolo pubblicato
sulla “Rivista Medica dell’Illinois” del 19 novembre 1929 (P. 368), parlando di
questa tossina che egli descrive come “un veleno pericoloso”, afferma che ≪le
tossine costituiscono la forma più concentrata di materiale velenoso. Una oncia
di tossina della difterite può uccidere 600.000 porcellini d’India o 75.000 cani di
taglia grande≫.
Negli “Annali della Medicina Interna” del gennaio 1929, C. D. Mercer, M. D.,
dichiara che ≪la tossina-antitossina non è una sostanza innocua e non dovrebbe
essere somministrata ai bambini in maniera sconsiderata≫.
L’Istituto d’Igiene americano dichiara che il miscuglio dell’ “antitossina” con
la “tossina della difterite” (che formano la tossina-antitossina) ha carattere velenoso e somministrandone 5 dosi in 5 cavie si osserverà che 2 moriranno in 410
gg. e le altre 3 moriranno di paralisi da difterite in 15-35 gg. Solo un Istituto di
Igiene disonesto potrebbe considerare innocuo questo miscuglio velenoso.
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Jesse R. Gersterly, M.D., cita un caso di morte improvvisa per nefrite (infiammazione dei reni) di un bambino in seguito ad inoculazione di tossina-antitossina.
Questo caso fu pubblicato nel Giornale Medico del Nord-America del marzo
1926. A causa di questa pubblicazione C.D., Mercer, M.D., di West Union, Iowa
dovette indagare sui pericoli di questo siero.
Negli Annali della Medicina Interna del gennaio 1929 (p. 668) egli riferisce,
che su 125 bambini tra 6-20 anni, 27, o il 20%, mostrò albuminuria dopo la terza inoculazione di tossina-antitossina mentre 13 bambini, o il 10%, mostravano
questo sintomo di distruzione dei reni prima dell’inoculazione. Egli dichiara che
≪un enorme numero di bambini apparentemente sani presenta albuminuria e che
la somministrazione di T-A (tossina-antitossina) raddoppiò la percentuale in 120
bambini≫.
C. Gatewood, M.D. e C. G. Baldridge, nel “Giornale dell’Associazione medica americana” dal 2 aprile 1927, affermano: ≪Nei pazienti trattati con siero
immunitario sono state osservate numerosissime complicazioni. La sintomatologia comune comprende febbre orticaria, eritema, edema, linfoadenoma (tumore
maligno delle ghiandole linfatiche), artralgia (dolore alle giunture), sensazioni di
soffocamento, mal di testa, nausea e vomito.
Occasionalmente si manifestano sintomi più gravi quali nevrite periferica,
epidimite (infiammazione dell’epididimio una piccola parte del testicolo) e orchite
(infiammazione dei testicoli).
Potrei anche aggiungere che paralisi, convulsioni, infiammazione cardiaca, cedimento cardiaco e morte improvvisa sono manifestazioni assai più frequenti di
quanto non si immagini. Se si vuole approfondire l’argomento consiglio di leggere
il mio “L’avvelenamento da siero, un crimine della medicina”.
Il 27 gennaio 1928 a Bundabera in Australia, 8 bambini ricevettero la loro
2 inoculazione di tossina-antitossina e 13 bambini ricevettero la prima. Il Rapporto del 13-6-1928 della Commissione di Inchiesta sui decessi, pubblicato dal
Parlamento del Commonwealth australiano, dichiara: ≪Di questi 21 bambini, 18
si ammalarono con sintomi simili durante la notte tra il 27 e il 28 gennaio. Undici
morirono il 28 gennaio e uno il 29≫.
I miei piccoli sono tutti morti≫ era il pianto disperato di una madre mentre seppellivano i suoi 3 bambini, vittime del massacro dei medici. Un padre si
recò al cimitero per assistere alla sepoltura delle 2 bambine mentre la madre era
all’ospedale con i 2 figli maschi entrambi molto malati. Si tentò di nascondere
questo “incidente”, come fu chiamato, ma i più informati non si lasciarono trarre
in inganno. A Baden, vicino Vienna nel Settembre 1923, 7 bambini morirono in
seguito ad inoculazione di tossina-antitossina. Come risultato di ciò il governo
≪
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austriaco mise al bando l’uso di questo siero, il “Giornale medico inglese” del 26
settembre 1925, p. 578, afferma: ≪Secondo il Prof. Piruget, l’immunizzazione
contro la difterite dei bambini in età scolastica, con la tossina-antitossina, è stata
messa al bando in Austria≫.
Nel 1919 a Dallas accadde una cosa simile. Nella Società H.K. Mulford si
verificarono 40 “reazioni gravi” e 10 decessi da miocardite acuta (malattia cardiaca) e la compagnia dovette pagare danni per una somma di 18.000 dollari. Anche
questo caso fu annoverato tra gli “incidenti”.
Nel 1924 a Concord e Bridgewater nel Massachussets altri bambini in età scolastica soffrirono gravemente. La scusa in questi casi fu che il siero era stato congelato prima dell’uso. Nel 1926, con l’aiuto di una famosa pubblicità, quella in cui
un cane trascina il siero fino a Uome in Alaska dove era scoppiata una epidemia
di difterite, fu dichiarato che congelare il siero non causa deterioramento.
Nel luglio del 1929, Anna Voight, una bambina di 10 anni abitante a N.Y. City,
morı̀ poche ore dopo aver ricevuto un’iniezione antitetanica in seguito ad un piccolo taglio. Nel suo rapporto l’assistente medico, Benjamin Vance, indicò come
causa del decesso: ≪Morte improvvisa a seguito di inoculazione di antitossina≫.
Un articolo del “Daily News” (New York) del 15 agosto 1953, nel tentativo di
difendere le inoculazioni, mente circa la morte di John Moccia, abitante di New
York City: ≪Johnny è morto a causa del morso di un cane≫. Questo soldato ventitreenne invece morı̀ di encefalite provocata da iniezione antirabbica, la mattina
del 17 agosto.
È stata la professione medica ad uccidere Johnny, proprio come uccide migliaia di persone con i suoi metodi di “prevenzione e cura delle malattie”.
Dopo essere stato morso da un cane su una mano il 3 agosto, fu sottoposto
ad iniezioni anti-rabbiche dal giorno successivo. Queste furono seguite da una
“reazione leggera”, cioè da sintomi di avvelenamento. Fu mandato a casa e lı̀
“la situazione divenne grave”. Fu subito portato all’ospedale dove decedette. Il
fatto che fosse stato considerato fuori pericolo e perciò rimandato a casa, dimostra
l’ignoranza di chi si occupò del caso.
Questa è la versione riportata dal “Daily News”: ≪Gli esami hanno dimostrato che la morte di Johnny è stata causata da encefalite≫. ≪Solo una persona su
5.000 dopo le iniezioni di anti-rabbica sviluppa encefalite e solo una persona su
mille muore di tale malattia≫; sono le parole di un medico militare, molto scettico
riguardo al fatto improbabile che era capitato a Johnny.
Questo appena menzionato, comunque, non è un fatto tanto impossibile, nonostante i “venditori di pus” offrano continuamente cifre per dimostrare la rarità
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di tali decessi. La morte di John Moccia è chiara come se fosse stato ucciso in
Korea. Non morı̀ a causa “del morso di un cane”, come disse il Daily News, ma
per avvelenamento da vaccino.
Se non avesse mai ricevuto le iniezioni anti-rabbiche sarebbe ancora vivo e
vegeto.
Perchè somministrare queste iniezioni? Possibile che nessun medico nell’esercito sa che la rabbia è solo un mito? Possibile che al mondo non esista un
medico a conoscenza del fatto che tutti i vaccini e i sieri sono pericolosi, nocivi e
persino fatali? Non sanno che tutti i vaccini più i sieri sono completamente inutili?
Nessuno sa che la pratica dei vaccini più i sieri è un racket come quello
delle trasfusioni di sangue manovrato dalla Croce Rossa “per salvare le vite
dei combattenti” anche se l’esercito ha sospeso le trasfusioni?
Rabbia, idrofobia! Miti tenuti in vita a scopo di lucro. Per quanto tempo
ancora il pubblico male informato continuerà a farsi sfruttare da questi mascalzoni
senza scrupoli?
Se potessi, fornirei al lettore una lista numerosa di casi simili, in quanto è
diventata abitudine inoculare tutti con antitetanica ogni volta che si rimane vittime
di un piccolo taglio, persino un graffio e questo viene fatto anche con le donne in
stato di gravidanza.
Tutti i sieri provocano morte e danni. Il 14 maggio 1930 arrivò notizia dalla
Germania della morte di 8 neonati, all’asilo nido del Luebeck, e della malattia di
altri 27 in seguito ad inoculazione di siero antitubercolotico estratto dalle vacche. I
decessi continuarono fino al 7 giugno e i notiziari riportavano: ≪Oggi sono morti
due bambini portando a 28 il numero delle vittime del siero antitubercolosi. Si
presume che ne moriranno molti altri≫. Il 18 giugno ≪i decessi da vaccino di
siero antitubercolosi hanno raggiunto il numero 41; altri 85 neonati sono tuttora
ammalati≫. Il 26 giugno il numero era salito a 44 ed 82 erano gli ammalati. Uccisi
per salvarli! E le cose vanno ancora avanti cosı̀.
I genitori sono indifferenti e apatici. I governanti continuano a concedere permessi su permessi per consentire a sempre più persone di svolgere queste pratiche
e nel contempo tentano di mettere al bando gli scienziati cristiani, i chiropraticanti,
i neuropati, gli igienisti ed altri.
Il siero utilizzato era quello inventato dal famoso Calmette, francese, il vaccino B. C. G. che si pensava, erroneamente, potesse prevenire la tubercolosi. Questo vaccino ha lasciato dietro di sè un’impronta di tragedia ogni qualvolta veniva
utilizzato. Naturalmente non è in grado di prevenire la tubercolosi. L’unica misura preventiva contro la tubercolosi è rappresentata da un’igiene scrupolosa.
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Fatto questo nessuno deve più temere la malattia. Neanche i figli di genitori
tubercolotici, se igienicamente perfetti, presenteranno la malattia.
A St. Louis, Minnesota, nell’autunno del 1901, 11 bambini furono uccisi
ed una ventina rimasero danneggiati da dosi profilattiche di tossina antidifterica.
Questo siero dovrebbe curare la difterite, ma non ha mai salvato nessuno. Al
contrario, come ho dimostrato nel mio “L’avvelenamento da siero, un crimine
medico”, ha aumentato il tasso di mortalità; ed è solo a causa delle statistiche
“truccate” che si è dimostrato il contrario.
Quando una serie di decessi fa seguito ad una serie di inoculazioni, in genere
si attribuisce la causa all’inadeguatezza del siero. Come esempio di ciò, in Giappone nel dic. 1949, si riscontrarono numerosi decessi in seguito ad inoculazione
di anti-difterica. Il 30 dic. la stampa riportava 64 decessi e 900 persone ammalate
a causa delle vaccinazioni. Si sospese cosı̀ la vaccinazione e si studiò il tipo di
siero. Nessuno ha mai saputo quanti di quei 900 morirono e quanti rimasero permanentemente danneggiati: la stampa non considerò opportuno riportare queste
notizie.
Ma non tutti i decessi e le malattie gravi in seguito alle inoculazioni sono
dovute all’inadeguatezza del siero. Al contrario, in ogni serie di inoculazioni, come accade nell’esercito ad esempio, si verificano spesso disturbi gravi e persino
decessi. In questi casi non si incolpa il siero. Tutte le inoculazioni provocano disturbi in una gamma che va dal malessere lieve e passeggero alla morte istantanea
da anafilassi. In molte situazioni si sono verificati disturbi permanenti.
Nonostante questa serie di pericoli, i genitori sarebbero giustificati nel rischiare la vita dei propri bambini se le inoculazioni prevenissero realmente le malattie contro cui vengono praticate. Ma non esiste la benchè minima prova che un
qualsiasi vaccino o siero possa prevenire una malattia od attenuarne gli effetti.
Il Giornale Medico Americano del 16 marzo 1929 ci informa che 2 medici
di Chicago inviarono un questionario a 4426 medici richiedendo la loro opinione
riguardo alla terapia dei vaccini e dei sieri. 1261 furono le risposte.
Dalle risposte traspare un concetto “decisamente contrario”, infatti, più del
90% dichiara di non utilizzare nè vaccini nè sieri. Essi affermano: ≪Dei 396 medici sulla lista, appartenenti all’associazione dei medici e dei chirurghi americani,
nessuno considera l’uso dei sieri e dei vaccini come un metodo di trattamento
superiore nella cura delle malattie infettive≫.
Nell’ottobre del 1925 si tentò di introdurre la tossina-antitossina nelle scuole pubbliche di Londra. Il Consiglio Regionale Londinese trasferı̀ l’argomento
al ministero della sanità che rifiutò la proposta considerandola, tra le altre cose,
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sconsigliabile in quanto, prima di continuare ad immunizzare i bambini che vanno a scuola, questi metodi (la tossina-antitossina) dovrebbero essere studiati in
maniera più approfondita≫.
≪
Che la tossina-antitossina non immunizzi contro la difterite appare chiaro da
molti fatti. Sir George Newman, funzionario medico del Ministero della sanità
inglese, nel suo Rapporto annuale del 1927, p.188, afferma: ≪Poichè dal momento
dell’inoculazione a quello in cui il bambino è sufficientemente protetto contro gli
attacchi di difterite devono passare alcuni mesi, questo tipo di inoculazione non
produce un effetto immediato nell’arrestare l’epidemia. Non si può determinare
la durata dell’immunità. Nell-80-90% dei bambini, tre dosi producono la piena
immunità.
Meno del 15% dei bambini si ammala di difterite anche in casi di epidemie.
Se le inoculazioni riescono ad “immunizzare” solo l’85% o il 90% di quelli che
comunque non si ammalerebbero mai di difterite, perchè praticarle?
Il dott. Peters dell’Università di Bristol, un esperto in malattie infettive, sostiene che nel suo ospedale solo un’infermiera, ammessa nel padiglione della difterite solamente sei settimane dopo le ultime inoculazioni di tossina-antitossina, si
ammalò di difterite e altre due infermiere, immunizzate ma non a contatto con la
malattia, presentarono lo stesso malanno. La sua opinione, basata sulle esperienze
di ospedale, è la seguente:
1. “Ci si puo’ ammalare di difterite anche dopo aver reagito in maniera negativa ai test di Schick”. (Il che dimosta la poca affidabilità di quel test)
2. “Si puoò non essere particolarmente sensibli alla malattia anche dopo una
reazione positiva al test di Schick”. (Il che dimostra l’inutilità del test)
3. “Ci si può ammalare anche dopo essere stai immunizzati”. (Il che dimostra
che il processo di immunizzazione in realtà non immunizza affatto)
Il dott. Joe, di Edimburgo, afferma che egli conosceva 33 bambini ammalati
di difterite anche dopo essere stati immunizzati! Centinaia sono i casi simili che
sono stati riportati.
Paragonate ciò con il fatto che nelle città di Lasalle, Perù ed Oglesby nell’Illinois, con un totale di 30.000 abitanti, non fu riscontrato un caso di difterite in
due anni e mezzo, nè un decesso in un periodo di tre anni e mezzo; in queste città
l’uso della tossina-antitossina era praticamente nullo. (Cifre riportate nella Rivista Medica dell’Illinois del nov. 1929, p.337, da Arlington Ailes, M.D., Direttore
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dell’Istituto d’Igiene di queste tre città). Nella vicina Chicago, dove la tossinaantitossina era stata molto usata, si registrò un aumento sia nel numero dei casi,
sia nel tasso di mortalità. ≪Nel 1928 la difterite a Chicago aumentò più del 60%
e la mortalità crebbe del 100% circa≫. Lasciate che i responsabili di tutto ciò si
creino pure degli alibi, se ci riescono, ma salvate i vostri bambini dai pericoli di
tutti i sieri ed i vaccini.
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Capitolo 30
LA MEDICINA COMMERCIALE
Mi ritengo un incurabile idealista affetto da ottimismo cronico, ma non riesco a
chiudere gli occhi su quello che accade intorno a me. Non credo di dover sempre considerare il “lato bello” delle cose senza prendere in considerazione anche
“il rovescio della medaglia”. Nel giardino umano fioriscono anche delle piante
velenose che devono essere individuate e distrutte.
Il nostro è un sistema di etica marcia. Non mi riferisco solo al nostro desiderio di piacere, ma anche al nostro egoismo, al nostro gioco verso l’arrivismo. Il
business moderno è un gioco spesso nascosto, intelligentemente, sotto un’apparenza di filantropia, servilismo ed idealismo. Alle basi del business, c’è un sordito
spirito commerciale che non esita a calpestare gli aspetti più sacri della vita, per
raggiungere i propri fini egoistici. L’idealismo avrà sempre breve vita fino a che
questi individui marci non verranno eliminati. Essi utilizzano l’idealismo non come un principio di lavoro o come un modo di vivere, ma come una maschera per
nascondere le proprie frodi e le proprie truffe.
Alcuni anni fa una grossa clinica, situata a Battle Creek, svendeva della merce.
Si venne a sapere che i capi intendevano pagare dei dividendi, sull’investimento,
pari al 20% delle entrate. Pensate! Un’istituzione che si professa umanitaria,
condotta nella stessa maniera di una fabbrica o di un ente pubblico! Oltre a garantire una vita agiata a chi lavorava realmente nell’istituto, in questo modo si
potevano pagare degli alti dividendi anche ai proprietari assenti. Sembra quasi
che si sfruttassero i malati, con un piede nella tomba, per permettere ai sani
di condurre una vita comoda e piacevole. Questo vergognoso sfruttamento
dei malati e dei moribondi viene eseguito da ogni “scuola di medicina” esistente sulla terra. Poi, quando un paziente muore, si presenta l’impresa delle
pompe funebri, spinta dagli stessi motivi commerciali, e facendo leva sulla
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disperazione della moglie, del marito, della madre o del figlio sfrutta questo
stato emotivo e propone un funerale “in pompa magna”.
Negli anni più recenti, gli sfruttatori della vita umana, non contenti dei profitti
che traevano dai malati reali, hanno trovato il modo per sfruttare anche quelli che
non sono malati. Come succedeva nel passato, anche questa forma di sfruttamento
si nasconde dietro ad una facciata di altruismo; gli sfruttatori agiscono per il bene
dell’umanità, per la salute pubblica, per proteggere i nostri figli, etc.
La scienza medica è una forma di pazzia da cui pochi si salvano. Appoggiata
dal commercialismo, questa follia calpesta la vita e la salute della gente.
Pochi sono quelli che riescono a realizzare quanto sia forte l’effetto degli slogan pubblicitari sulle menti delle persone. “A morte l’Autocrazia”, “A morte il
Kaiser”, “Berlino o morte”, “Salva il mondo con la democrazia”, “Lavora o combatti”, “Prigionieri o vagabondi”, “Repubblicani e prosperità, Democratici e disastro”, “Salva tuo figlio”, “C’è una ragione”, “Un bambino in ogni bottiglia”, etc.,
fino all’infinito, alla nausea; questi sono alcuni dei martellanti slogan che sono
serviti a rendere questa repubblica quello che è oggi.
Questi slogan ci confondono al punto che spesso agiamo o “pensiamo” nei
termini della pubblicità. Colui, o colei, che possiede un sentimento sincero ed
intenso nei confronti dell’umanità, un sentimento basato sulla religione, troppo
vasto per poter essere contenuto negli stretti confini di un credo e troppo forte per
poter essere divorato dalle mode del momento, deve osservare questo spettacolo
con odio e disgusto.
Vengono raccolte grosse somme di denaro da destinare ai popoli che soffrono,
per l’acquisto di alimenti ed indumenti. Ma a che serve? Solo a far si che la macchina commerciale possa vendere i suoi prodotti a quelli che ne hanno bisogno. La
carità organizzata è un business senza scrupoli; un sistema di sfruttamento
pari agli altri settori del commercio.
La religione, qualunque sia il suo Dio, viene sfruttata da quelli che non vogliono sporcarsi le mani. Gli sfruttatori predicano le loro teorie sulla fratellanza e
sull’aiuto e nello stesso tempo chiudono gli occhi riguardo alla verità, al fatto cioè
che costringono l’umanità ad essere messa in croce.
Non mi preoccupo molto quando sono gli adulti ad essere appesi alla croce,
il mio pensiero è rivolto ai bambini. Se la popolazione adulta del mondo acconsente al fatto di essere presa in giro, ingannata, sfruttata ed uccisa dagli
sfruttatori, non deve fare altro che prendersela con se stessa. Basterebbe che la
gente aprisse gli occhi e gli sfruttatori abbandonerebbero immediatamente le loro
posizioni come si abbandona una nave che affonda. Agli sfruttatori non interessa
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se si tratta di adulti o di bambini, basta che qualcuno paghi il conto.
I medici fanno del tutto per aumentare i propri guadagni. Il costo della vita
aumenta, le università sono care ed è necessario molto tempo per acquisire una
cultura medica.
La professione medica è corrotta e completamente imbevuta di commercialismo. La chirurgia commerciale, le medicine obbligatorie, la propaganda bugiarda,
la paura e molti altri mezzi vengono utilizzati per arricchire le tasche dei medici.
“Il Giornale dell’Associazione medica americana” del 4 nov. 1922, stampato dal
dott. W.S. Rankin, del Ministero della Salute della North Carolina, in un articolo
di questo stesso dottore afferma:
L’anno scorso abbiamo vaccinato 70.000 persone contro la febbre tifoide e
1.000 bambini tra 6 e 12 anni contro la difterite. Il direttore regionale pagava
25 cents per vaccinazione, il che vuol dire che la classe medica l’anno scorso ha
intascato 20.000 dollari che altrimenti non avrebbe mai visto. Ma il lavoro del Ministero non finisce al pagamento dei 20.000 dollari. Continua. Negli ambulatori
del North Carolina, a Union County su una popolazione di 35.000 abitanti, i medici vaccinarono 10.000 persone in cinque settimane. 2.500 dollari che finirono
nelle tasche dei 20 medici; 125 dollari a testa che non sono molti, ma pensate solo
agli effetti che si verificano se la professione continua a svolgere questo lavoro in
questa maniera≫.
≪
Mi domando se l’ultima parte della suddetta dichiarazione si riferisce agli affari che i medici possono svolgere curando quelli che si ammalano in seguito alla
vaccinazione.
In un documento intitolato “Pratica medica e salute pubblica” letto alla riunione della società medica di King’s County il 16 marzo 1926, l’onorevole L.I.Harris,
medico, direttore del ministero della salute di New York afferma: ≪Per quello che
riguarda il lavoro nelle scuole ci sentiamo abbastanza soddisfatti. Durante gli ultimi 18 anni il dipartimento per la salute ha condotto esami sui bambini senza essere
affatto disturbato dalla classe medica. Questo indica una mancanza di comprensione da parte dei medici di famiglia nei confronti di questa opportunità di servizio
che viene loro offerta. Sono sicuro che non sto dicendo nulla di nuovo. Sono cose
che avete sentito e risentito. Quando noi del dipartimento d’igiene mandiamo un
avviso a casa, chiedendo ai genitori di portare il proprio figlio da un medico per
essere visitato, presumendo che i genitori seguano le nostre istruzioni, il medico
non ne comprende l’opportunità≫.
Il lettore capirà subito come il ministero della salute stia tentando di incrementare il commercio per i medici. Ma questi non sembrano essere troppo entusiasti
alle parole di Harris. Evidentemente non tutti i medici sono privi di scrupoli come
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i medici politici del ministero.
Mather Pfeiffenberger, medico, presidente della società medica dello stato dell’Illinois, in un discorso tenuto alla conferenza annuale dei funzionari medici dell’Illinois il 3-4 dic. 1926 affermò: ≪La prevenzione, spinta al massimo, serve
a creare più lavoro per un medico, non a diminuirlo, in quanto il funzionario
della salute deve costantemente educare la sua comunità. Vi saranno più vaccinazioni, più immunizzazione, più visite e più bisogno del medico. I suoi servizi
aumenteranno di molto.
So che le infezioni epidemiche ed endemiche causano solo il 12% di tutti i
decessi e che questa percentuale è in rapido declino. Solo il 15% dei bambini si
ammala di difterite, persino in casi di epidemie. La percentuale di chi si potrebbe
ammalare di vaiolo, nelle condizioni attuali, è persino minore; la febbre tifoide sta
scomparendo tuttavia bisognerebbe praticare la vaccinazione quando l’individuo
deve viaggiare in un paese sconosciuto≫. Ed ecco un altro che consiglia ai medici
un modo per aumentare i guadagni sfruttando i bambini e gli adulti sani.
Guy L. Kiefer, medico, direttore del ministero della salute del Michigan, nel
Giornale della società medica dello stato del Michigan, dell’agosto 1928, afferma:
≪In questo stato ogni anno nascono 100.000 persone. In pratica tutti sono sensibili
alla difterite fin dal primo giorno di vita. Si è più suscettibili dai sei mesi fino
a quando non si viene immunizzati, e per questo servizio il medico riceve tra i
5 e 10 dollari ogni paziente, con un guadagno tra 500.000 e 1.000.000 dollari.
Nel Michigan si verificano 5000 casi di difterite annui. Se per i suoi servizi il
medico riceve in media 50,00 dollari netti a caso, i suoi guadagni ammonterebbero
a 250,00 dollari. L’aumento nei guadagni di un medico derivante dalla difterite
sarebbe tra un quarto e tre quarti di un milione di dollari se si vaccinassero, a sei
mesi di età, tutti i bambini nati.
Alcune cliniche ostetriche vaccinano tutti i bambini che nascono tra le loro
mura. I neonati al di sotto dei dieci anni raramente presentano una reazione generale e l’immunità dura per tutta la vita. Si calcola che un terzo delle nascite in
questo stato avviene in queste cliniche. Se tutte le cliniche stabilissero questo metodo come pratica generale, le persone immunizzate ogni anno sarebbero 30.000
ed i guadagni dei medici arriverebbero a 60.000 dollari.
≪
Le 100.000 persone che ogni anno nascono in Michigan e vengono vaccinate
contro il vaiolo, assicurano al medico un guadagno di circa 200.000 dollari. 1500
casi di vaiolo che si verificano ogni anno, trattati a circa 50.00 dollari al caso,
portano al medico 25.000 dollari. Cosı̀, vaccinando i bambini alla nascita, i medici
aumenterebbero i loro guadagni di circa 200.000 dollari.
Abbiamo parlato della difterite e del vaiolo come esempi del vantaggio eco¤dizioniPDF - www.ed-pdf.it
. . . come una foglia nel vento. . .
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI
del dott. H.M. Shelton
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nomico che arrecano le vaccinazioni, ma le stesse cose valgono anche per le altre
malattie e per gli altri servizi pubblici≫. Nel “Brooklyn Times” del 21 marzo
1929, sembra che il commissario medico Wynne, di New York, abbia affermato:
≪ecco la risposta al problema economico dei medici. Devono vaccinare 20 bambini ogni ora, un’ora alla settimana, per tre giorni alla settimana ad un costo di 5
dollari per vaccinazione antidifterica. Questo sarà fonte di un discreto guadagno≫.
Mr. Osborne, funzionario medico di East Orange, N.J., in un articolo pubblicato sul giornale della società medica del New Jersey, nel sett. 1929, sottolineava
che il medico guadagna di più vaccinando i bambini che non curando le malattie.
Il Giornale americano della salute pubblica del gen. 1930, indica in cifre quando guadagnerebbero i medici vaccinando i bambini ed aggiunge: ≪Vi sono naturalmente più bambini in età prescolastica che non neonati. Il medico deve puntare
a questa fascia≫.
Il dott. Vander Veer, sostiene: ≪Il dott. Wynne di New York mi ha illuminato
riguardo all’economia dicendomi che noi dottori non abbiamo mai creato nuovi
orizzonti di guadagno, siamo sempre rimasti attaccati al vecchio stile. Ora bisogna
far conto su ogni mezzo per svolgere il programma igienico e noi ne trarremo
un beneficio. Considerate ad esempio una città di 3.000 abitanti. Se solo 200
venissero a farsi visitare, a 3 dollari ognuno, il guadagno sarebbe di 60 dollari da
dividere tra i medici; se 100 ne venissero, a 25 dollari ognuno, il guadagno da
dividere sarebbe di 2.500 dollari≫.
Vander Veer continua: ≪Ecco quello che interessa ai medici dello stato di
New York≫. Il lettore ha cosı̀ modo di capire come i medici abbiano sfruttato ogni
mezzo per creare nuovi commerci e guadagni. La Croce Rossa è solo una loro
invenzione a scopo di lucro.
Nella prima parte del 1930 un lettore mi inviò un articolo tratto dal “Cincinnati
Times Star”, intitolato “Il servizio igienico aiuta i medici”. L’articolo diceva:
≪migliaia di persone vengono visitate dai medici a tale scopo≫.
≪Le organizzazioni sociali curative stanno riducendo il numero dei medici e
dei loro collaboratori privati? Le cliniche e gli ospedali pubblici influenzano il
guadagno dei medici, chirurghi e dentisti?≫ La risposta a queste domande fu suggerita dal dott. Peters, funzionario medico, il quale sottolineò il fatto che quando
a Cincinnati si purificò l’acqua, scomparvero quasi i casi di febbre tifoide la cui
cura era fonte di grandi guadagni per i medici e affini.
Le visite mediche scolastiche aumentano di molto il lavoro dei medici.
Vengono eseguite in tutto il paese. E non solo i bambini in età scolastica, ma
anche pre-scolastica. Operazioni alle tonsille ed altre operazioni, occhiali da
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ASSISTENZA IGIENICA AI BAMBINI
del dott. H.M. Shelton
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vista, sieri e vaccini sono il risultato di queste visite e le tasche dei medici si
gonfiano.
Le visite mediche dei bambini a scuola sono un mezzo per far arricchire i
medici.
Questi uomini cercano i modi per raddoppiare le loro entrate facendo finta di
essere sinceramente preoccupati della salute e del benessere dei nostri bambini.
Sono persone senza scrupoli, criminali della classe peggiore. Non esiste altra
classe di criminali che si arricchisce danneggiando ed uccidendo i bambini. Si
dice che esistano 1454 organizzazioni statali contro la tubercolosi negli U.S.A.
Sono tutte atte a far arricchire i medici. Il loro lavoro non influenza affatto la
tubercolosi.
La Croce Rossa raccoglie fondi per aiutare le vittime delle calamità e usa quei
soldi per comprare sieri e vaccini e pagare dei medici incompetenti.
Il cosiddetto movimento dell’“igiene mentale” è una mossa commerciale basata al solito, sui metodi chirurgici e dei sieri. È un movimento molto pericoloso
ed i bambini non dovrebbero avvicinarvisi.
Con lo stesso carattere commerciale della Croce Rossa e delle organizzazioni
contro la tubercolosi, troviamo la fondazione contro la Paralisi Infantile, per la
Prevenzione ed il Controllo del Cancro, per l’artrite, per le malattie di cuore, per
i bambini handicappati, ecc. Queste organizzazioni raccolgono milioni e milioni
di dollari ogni anno da una popolazione male informata e poi li impiegano per
pagare i salari dei dipendenti o per i costi amministrativi, per finanziare gli inutili
esperimenti sugli animali cosı̀ che molto piccola è la parte che rimane da devolvere
a chi realmente ne ha bisogno. Come la carità organizzata, anche queste cose
rappresentano un racket senza scrupoli.
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. . . come una foglia nel vento. . .
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Indice
COPERTINA
1
Copertina
1
INTRODUZIONE
1
1
LA STRAGE DEGLI INNOCENTI
8
2
LE CURE PRIMA DELLA NASCITA
2.1 LE IMPRESSIONI DI UNA MADRE . . . . . . . . . . . . . . .
14
23
3
LA DIETA DELLA MADRE
31
4
I BAMBINI DOVREBBERO NASCERE IN PRIMAVERA
41
5
UN BAMBINO IN BUONA SALUTE
44
6
LE ATTENZIONI GENERALI DA DEDICARE AL BAMBINO
6.1 LA RESPIRAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.2 LA POSIZIONE DEL BAMBINO . . . . . . . . . . . . . . .
6.3 IL PRIMO BAGNO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.4 GLI OCCHI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.5 LA BOCCA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.6 IL NASO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.7 LE ORECCHIE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.8 L’OMBELICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.9 LA PELLE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.10 LE IRRITAZIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.11 IL CRANIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.12 LE FASCE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.13 L’INTESTINO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.14 L’ACQUA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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55
55
56
56
61
61
6.15
6.16
6.17
6.18
6.19
6.20
6.21
6.22
6.23
6.24
6.25
6.26
6.27
IL SONNO . . . . . . . . .
I DENTI . . . . . . . . . . .
LE SOPRACCIGLIA . . . .
LE MANIPOLAZIONI . . .
I GENITALI . . . . . . . . .
IL BAGNO . . . . . . . . .
L’ABBIGLIAMENTO . . .
L’ARIA . . . . . . . . . . .
IL SOLE . . . . . . . . . . .
IL PIANTO . . . . . . . . .
CULLARE I BAMBINI . .
I RIMEDI “PACIFICATORI”
L’ESERCIZIO FISICO . . .
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65
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69
69
70
70
71
7
LO SVILUPPO E LA CRESCITA DEL BAMBINO
74
8
LA MUTILAZIONE DEI BAMBINI MASCHI
87
9
LA DENTIZIONE
104
10 I BAMBINI GRASSI
108
11 I TRE ANNI DEL PERIODO DI ALLATTAMENTO
112
12 TRE PASTI AL GIORNO
122
13 I BAMBINI DOVREBBERO ESSERE SVEZZATI
128
14 DANNOSITÀ DEGLI AMIDI NELL’INFANZIA
134
15 IL LATTE MATERNO
137
15.1 QUANDO LA POPPATA PUÒ ESSERE
“VELENOSA” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 147
16 IL LATTE ANIMALE
148
16.1 IL LATTE DI CAPRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 156
17 LA PASTORIZZAZIONE
157
18 L’ALIMENTAZIONE INFANTILE
170
18.1 IL LATTE MATERNO: IL MIGLIORE . . . . . . . . . . . . . . 172
18.2 LA BALIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 176
18.3 IL LATTE DI MUCCA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 177
18.4 LATTE ARTIFICIALE . . . . . . . . .
18.5 SUCCHI DI FRUTTA E DI VEGETALI
18.6 EVITARE ALIMENTI SOLIDI . . . .
18.7 IL PRIMO PASTO DEL NEONATO . .
18.8 ALIMENTAZIONE NOTTURNA . . .
18.9 LUNGHEZZA DELLA POPPATA . . .
18.10IPERALIMENTAZIONE . . . . . . . .
18.11FREQUENZA DELLE POPPATE . . .
18.12ALIMENTAZIONE ESTIVA . . . . . .
18.13SVEZZAMENTO . . . . . . . . . . . .
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19 L’ALIMENTAZIONE INFANTILE DAI DUE AI TRE ANNI
19.1 ALIMENTAZIONE FORZATA . . . . . . . . . . . . . .
19.2 FOBIE ALIMENTARI . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
19.3 ALIMENTI ANIMALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
19.4 CEREALI ED AMIDI . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
19.5 CIBO E GHIANDOLE . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
19.6 “PRODUTTORI” DI DISTURBI . . . . . . . . . . . . . .
19.7 L’ALIMENTAZIONE DOPO IL TERZO
ANNO DI ETÀ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
20 LA MALNUTRIZIONE
20.1 ANEMIA . . . . . . . . . . . . . . . . . .
20.2 RACHITISMO . . . . . . . . . . . . . . .
20.3 SCORBUTO . . . . . . . . . . . . . . . .
20.4 TUBERCOLOSI . . . . . . . . . . . . . .
20.5 EDEMA DA MALNUTRIZIONE . . . . .
20.6 MALNUTRIZIONE E DEGENERAZIONE
RAZZIALE . . . . . . . . . . . . . . . . .
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21 I DENTI DEL BAMBINO
233
22 MALATTIE COMUNI NEI NEONATI E NEI BAMBINI
22.1 ENURESI NOTTURNA . . . . . . . . . . . . . . . .
22.2 IL MANGIARSI LE UNGHIE . . . . . . . . . . . . .
22.3 L’ASMA BRONCHIALE . . . . . . . . . . . . . . . .
22.4 LA BRONCHITE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
22.5 BRONCHITE CRONICA . . . . . . . . . . . . . . . .
22.6 CHOLERA INFANTUM . . . . . . . . . . . . . . . .
22.7 RAFFREDDORI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
22.8 LA COLICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
242
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245
245
245
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22.9 COSTIPAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
22.10CONVULSIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
22.11LARINGITE DIFTERICA . . . . . . . . . . . . . . .
22.12LARINGISMO STRIDULO
LARINGOSPAS