Il mondo si regge sulle gambe delle donne

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Il mondo si regge sulle gambe delle donne
Il mondo si regge
sulle gambe delle donne
GAMBE STANCHE, DOLENTI, GONFIE, PESANTI?
Il benessere dei piedi e delle gambe è fondamentale per poter condurre una vita
dinamica.
I principali disturbi di cui le gambe possono soffrire sono: insufficienza venosa, linfedema,
cellulite.
L'INSUFFICIENZA VENOSA
Il sangue, dopo essersi ossigenato nei polmoni, viene spinto dal cuore in tutti i distretti del
corpo attraverso le arterie, che nel loro decorso verso la periferia riducono
progressivamente il loro calibro. Raggiunte le zone più periferiche, il sangue passa dalle
arteriole ad una fitta rete di finissimi capillari, responsabili di cedere ossigeno e nutrienti ai
tessuti, nonché di recuperare l'anidride carbonica e gli scarti dei processi metabolici. È poi
compito delle vene riportare il sangue, ormai povero di ossigeno e carico di scorie, dalla
periferia verso il cuore. Da qui, il sangue, viene spinto verso i polmoni per essere ripulito e
ricaricato di ossigeno. Ora il sangue è nuovamente pronto per ripercorrere lo stesso
circuito.
Osservando il corpo umano, ci si rende conto che il tratto più difficoltoso di questo
circuito, per il sangue è proprio il ritorno dalle gambe verso il cuore, in quanto il percorso è
in salita, è molto lungo e contro gravità. In questo arduo percorso in salita, le vene
vengono aiutate da un sofisticato sistema di "pompaggio", che merita l'appellativo di
"cuore periferico", costituito da:
1.la pianta del piede, che ad ogni appoggio sul terreno, "con un effetto spugna" aspira il
sangue dalle arterie e lo strizza verso le vene superficiali delle gambe;
2.le valvole venose dette "semilunari" che hanno il compito di "orientare" il sangue in
un'unica direzione, dal sistema venoso superficiale a quello profondo, e dal sistema
venoso profondo verso l'alto impedendone la ricaduta verso il basso;
3.i muscoli del polpaccio che, ad ogni passo comprimono ritmicamente le vene
profonde, dando al sangue la "spinta" necessaria per la risalita verso il cuore.
Un fattore determinante per il buon funzionamento della circolazione venosa è il "tono
vasale", ovvero l'elasticità della parete delle vene, che è essenziale per garantire il
corretto distanziamento dei lembi valvolari all'interno del vaso e, dunque il funzionamento
delle valvole nell'ostacolare la ricaduta del sangue verso il basso durante la contrazione
muscolare.
Con queste premesse, si può facilmente comprendere come gli alleati della circolazione
venosa siano necessariamente collegati al movimento; quindi muoversi fa stare bene
tutto il corpo in quanto aiuta a mantenere attiva ed efficiente la circolazione venosa
delle gambe.
Quando la pompa muscolare e soprattutto il sistema valvolare, non sono in grado di
svolgere correttamente il loro compito, il risultato è il reflusso persistente del sangue, dal
sistema venoso profondo e quello superficiale con conseguente ipertensione venosa
superficiale. A causa del cattivo funzionamento di questi due sistemi, il sangue tende a
ristagnare all'interno delle vene delle gambe e a lungo andare, esercita sulle pareti delle
vene una pressione continua che provoca lo sfiancamento della parete stessa del vaso.
Questo sfiancamento è visibile all'esterno in forma di grovigli bluastri e percepibili anche al
tatto, segni evidenti dell'insufficienza venosa, che può portare, infine, alla formazione
delle ulcere varicose. Tuttavia, quello che vediamo all'esterno, è solo lo stadio avanzato
di un processo che in realtà, comincia molto tempo prima che il danno si renda evidente
ai nostri occhi.
I primi sintomi si avvertono con una sensazione di stanchezza e di pesantezza delle
gambe soprattutto a fine giornata, ed alla presenza, in alcuni casi, crampi notturni e
formicolii. La sensazione di stanchezza alle gambe è in genere accentuata dopo lunghi
periodi in posizione eretta; il forte disagio nel sostare in piedi, spinge a camminare per
dare sollievo agli arti inferiori. A volte è presente anche gonfiore che, insieme alla
sensazione di affaticamento, solitamente regredisce con il riposo notturno, in quanto la
posizione orizzontale, annulla l'effetto della gravità e favorisce il ritorno venoso.
I mesi estivi tendono ad esacerbare la sintomatologia, in quanto le temperature elevate
favoriscono la dilatazione dei vasi. Osservando attentamente le gambe è possibile
notare, la presenza di trame superficiali, simili a ragnatele: di colore rossastro quando
interessano i capillare (le teleangectasie),
), bluastro quando interessano le venule (vene
reticolari).
Nei casi più gravi possono essere presenti altri disturbi come: dolore, edema, dermatite
ocra, atrofia bianca, ipodermite, lipodermatosclerosi ed l'ulcere.
Fattori predisponenti l'insufficienza venosa sono: uso di anticoncezionali orali, gravidanza,
obesità, sedentarietà, menopausa.
IL LINFEDEMA
Il linfedema primario è dovuto ad un insufficiente drenaggio linfatico correlato ad una
malformazione congenita del circolo linfatico, mentre quello secondario è causato da
un'alterazione acquisita del ganglio linfatico o del circolo linfatico ad es. da un evento
fisiologico come la gravidanza, o patologico come un trauma, un'infezione, una malattia
cardiaca, renale o tumorale.
Il circolo linfatico interviene nella circolazione di ritorno che concorre, insieme a quello
venoso, ma in modo maggiore, all'evacuazione di macromolecole proteiche, di cellule
infiammatorie, di cellule immunocompetente, di batteri e di acqua in eccesso.
L'insufficienza linfatica è responsabile dell'accumulo di queste scorie nel tessuto
connettivo. L'aumento del carico di macromolecole nel circolo di ritorno, a sua volta,
genera un aumento della pressione interna, che è responsabile della formazione
dell'edema, ossia del passaggio di acqua nello spazio extra cellulare. Inoltre vi è una
infiammazione e un indurimento con ipertrofia del tessuto connettivo dermico e
ipodermico in cui si accumulano degli adipociti.
adipociti Il tessuto interstiziale diventa un ambito
propizio allo sviluppo di germi che favoriscono le infezioni e che aggravano l'insufficienza
linfatica. Il danno principale del circolo linfatico si traduce in un aumento di volume, un
edema, inizialmente localizzato sul dorso del piede.
In un primo tempo l'edema è variabile, è massimale a fine giornata e regredisce la notte,
per la posizione distesa assunta durante il sonno, che ne favorisce il riassorbimento. Se
l'edema non regredisce dopo il riposo notturno, il piede gradualmente, assume un
aspetto bombato a vetro di orologio, mentre le dita appaiono quadrate.
Poco a poco l'edema si modifica, diventa fibroso. La particolare consistenza dell'edema
linfatico si traduce in una difficoltà ad ottenere la fovea, ossia una depressione alla
pressione del dito. L'estensione progressiva dell'edema alla gamba e poi in un secondo
momento alla coscia è accompagnata da ulteriori modificazioni dell'aspetto del piede,
con un'accentuazione delle pieghe cutanee particolarmente visibili sulle dita e con la
formazione di un cuscinetto grasso retro-malleolare.
malleolare. In seguito, oltre ad un ulteriore
aumento di volume di tutta la gamba, si manifestano segni di ispessimento eccessivo
della cute (iper-cheratosi),
), formazione di verruche (papillomatosi) e, nei casi più gravi,
complicazioni a livello scheletrico-muscolare come perdita di massa muscolare
(amiotrofia),
), irrigidimento articolare (anchilosi) accompagnate da retrazioni tendinee,
legamentose o capsulari.
Tipico linfedema primario è il piccolo linfedema.
linfedema Ha un'insorgenza precoce, il periodo
della pubertà. Nell' 80% dei casi colpisce il sesso femminile. È localizzato agli arti inferiori,
inizialmente in sede distale. L'edema il più delle volte resta localizzato al piede ed alla
gamba, in assenza di trattamento evolve estendendosi all'intero arto inferiore, che
assume la tipica forma del pantalone alla zuava. La palpazione non produce la fovea. È
presente un deposito grasso tra la pelle ed il tessuto connettivo, che interessa soprattutto
la superficie esterna della coscia, la parte interna delle ginocchia e delle gambe, molto
doloroso alla manovra di scollamento- rotatorio della pelle, detta palper-roller.
LA CELLULITE
La cellulite è un problema di natura dermatologica e consiste in un rimaneggiamento del
sistema cellulare che da, lieve ed asintomatico, da il via ad un processo infiammatorio e
doloroso fino a trasformarsi in una vera e propria degenerazione sclero-adiposa del
tessuto cellulare lasso.
La cellulite è dovuta a diversi fattori: genetici, circolatori, renali, epato-digestivi, ma
soprattutto ormonali in quanto si riscontra quasi esclusivamente nella donna, e in modo
maggiore in chi fa uso della pillola anticoncezionale.
La cellulite si divide in 3 stadi:
1.Edematosa: associata ad un edema, cioè un accumulo di liquidi, localizzati soprattutto
intorno alle caviglie, ai polpacci, alle cosce. La pelle affetta risulta liscia, ma compaiono
segni di cellulite (pelle a buccia d'arancia) pinzando la pelle o contraendo i muscoli
2.Fibrosa: associata a fibrosi, cioè con un aumento delle strutture trabecolari e dei setti di
tessuto connettivo che ripartiscono in diversi lobi il tessuto adiposo sottocutaneo. La pelle
a buccia d'arancia, ossia i segni di introflessione cutanea della cellulite, sono presenti e
visibili alla semplice osservazione.
3.Sclerotica: si forma una sclerosi, cioè un indurimento dei tessuti associati a noduli di
grandi dimensioni e placche, che provoca dolore al movimento. Le alterazioni dello
stadio precedente, sono di maggior densità, estensione, dimensione e profondità e,
soprattutto, sono accompagnate dalla presenza di noduli.
La cellulite si localizza soprattutto a livello del bacino e degli arti inferiori, che assumono la
forma "a culotta di cavallo" per la presenza di adiposità latero-trocanterica e sottoglutea,
può essere inoltre accompagnata da ipotonia di alcuni gruppi muscolari come i glutei e i
pelvitrocanterici.
Nei casi più estesi la cellulite si accumula anche nella zona addominale, cervicale e sotto
mentoniera.
IL DRENAGGIO LINFATICO MANUALE
Il drenaggio linfatico manuale o D.L.M.,, fu ideato dal massaggiatore danese Emil Vodder e da sua
moglie Estrid nel 1936. È considerato ancor oggi, nell'ambito medico accademico, il metodo
manuale più valido per intervenire sulle problematiche del sistema venoso e linfatico. Il drenaggio
linfatico manuale ha lo scopo di stimolare l'attività dei linfonodi, ove si depositano i materiali
nocivi, che il corpo non riesce ad espellere, e di eliminare i liquidi e le scorie metaboliche in
eccesso, presenti nel tessuto connettivo lasso, attraverso le vie linfatiche.
Il sistema linfatico rappresenta infatti il primo sistema difensivo dell'organismo con più di 600
linfonodi sparsi in precisi zone del corpo umano, di cui circa 160 nel collo.
Il D.L.M. utilizza tecniche manuali dolci, la sensazione della mano del fisioterapista corrisponde a
quella di una "carezza da leggera a pesante" ossia da 0 a 40 mmHg di pressione, a seconda della
zona corporea. Lo scopo è per favorire il drenaggio evitando però il collasso del vaso linfatico,
l'arrossamento cutaneo e il dolore.
Le manualità del D.L.M. seguono il percorso del circolo linfatico, così come la direzione di
pressione delle manualità segue il percorso dei vasi linfatici defluenti raggiungibili dalla pressione
manuale.
Il D.L.M. inizia sempre con la stimolazione diretta dei linfonodi, a cui seguono delle manualità che
favoriscono l'effetto drenante delle valvole "a nido di rondine" presenti nei vasi linfatici.
Il D.L.M. comincia dalla parte prossimale dell'arto inferiore con la stimolazione dei linfonodi
dell'inguine, cui segue il drenaggio della coscia, si scende poi verso i linfonodi del ginocchio e si
drena il polpaccio, si prosegue con i linfonodi della caviglia e si drenano il piede e le dita del
piede.
Infine si eseguono degli sfioramenti dal piede alla coscia e si stimolano i linfonodi inguinali.
Il metodo Vodder si basa su quattro movimenti: cerchi fermi, tocchi a pompa, tocchi rotatori,
movimenti avanzanti di spinta.
La fase di pressione di un cerchio dura più a lungo della fase di distensione.
Tutte le diverse manualità si ripetono ritmicamente, con un massimo di 5-7
5 volte. Tali ripetizioni
sono necessarie in quanto il liquido presente le tessuto è inerte ed ha quindi bisogno di un certo
tempo per reagire.
Le diverse manualità hanno un ritmo costante, lento e ripetitivo che portano ad un duplice
effetto: diretto, ossia di drenaggio del sistema linfatico ed una indiretto, sul sistema nervoso
autonomo, in specifico l'attivazione del parasimpatico, che induce uno stato di rilassamento
generale.
Il D.L.M. è molto efficace e si utilizza in ogni caso di rallentamento della circolazione di ritorno:
insufficienza venosa, safenectomia, linfedema,, cellulite.
Controindicazioni assolute al D.L.M. sono la presenza di infiammazioni e di infezioni in fase acuta,
di patologie tumorali, di trombosi recente, per il relativo rischio di embolia.
Nei casi più gravi e cronici, è utile dopo il D. L..M. l'applicazione di bendaggi compressivi, in
quanto un tessuto che è stato diversi mesi edematoso si è sfiancato.
Nei casi meno gravi e più acuti le calze elastiche, a compressione graduale, rappresentano
un'ottimo complemento all'azione del D.L.M.
Per prevenire problemi alle gambe è fondamentale seguire un corretto stile di vita ossia praticare
un'attività aerobica, come camminare, jogging, nuoto, bicicletta, cyclette per 30 minuti al giorno.
Durante il giorno, si possono eseguire semplici esercizi che facilitano il ritorno venoso in posizione
seduta, oppure la sera degli esercizi posizione supina o in squadra.
A livello alimentare, la dieta mediterranea è la migliore, soprattutto se si dà la priorità tra frutta e
verdura a quella nera (uva, prugne, mirtilli, melanzane) e rossa (ribes, lamponi, agrumi, meloni,
zucche, pomodori, cipolle rosse), che sono più ricche di flavonoidi.
È importante anche bere almeno 2 litri di acqua al giorno.
Dott. Roberta Monniello , fisioterapista
I NOSTRI ALLEATI NATURALI CONTRO
LA CATTIVA CIRCOLAZIONE E LA CELLULITE
Tra i rimedi naturali che possono giovare al miglioramento della circolazione venosa
troviamo le erbe officinali che danno sollievo quando si gonfiano le caviglie o si comincia
a sentire un po' di pesantezza delle gambe fra queste ricordiamo l' ippocastano, una
pianta antinfiammatoria e antiedemigena,, peculiarità che possono aiutare ad
aumentare la resistenza capillare e migliorare il drenaggio linfatico in modo tale da ridurre
gonfiore ed edema (l'escina in esso contenuta normalizza la permeabilità della parete
dei vasi).
Il mirtillo è molto utilizzato per rinforzare la parete dei capillari. Contiene antocianosidi che
sono bioflavonoidi sostanze che agiscono ripristinando la funzionalità del microcircolo e
combattendo la formazione di antiestetiche teleangectasie cioè capillari che si dilatano
e diventano evidenti a livello superficiale e quindi ad occhio nudo. Viene utilizzato anche
per migliorare la visione notturna soprattutto per chi soffre di miopia.
L' estratto secco di rizoma di rusco contiene saponine ed è un buon aiuto per cercare di
ridurre la vasodilatazione e l'infiammazione. Ha anche un'altra funzione molto importante
: inibisce l'elastasi,, enzima coinvolto nella degradazione del tessuto venoso.
Altra pianta importante è la centella asiatica una pianta acquatica con foglie rotonde
che ha proprietà flebotoniche ed eudermiche. Studi recenti hanno dimostrato che è utile
per stimolare la produzione di fibre collagene nel connettivo sottocutaneo. Viene
utilizzata nell'edema da insufficienza venosa.
Anche l'estratto di ginkgo biloba viene spesso utilizzato nei disturbi del microcircolo per la
sua capacità di aumentare la fluidità del sangue, poiché contiene ginkgolidi che sono
diterpeni in grado, secondo gli ultimi studi effettuati sulla pianta, di inibire il fattore di
aggregazione piastrinica. Sconsigliato a chi fa terapia con antiaggreganti come
l'aspirina.
La vite rossa è una pianta ricca di bioflavonoidi che svolgono un'intensa attività
antiossidante e antinfiammatoria. La loro azione più importante è quella tonica e
vasoprotettrice,, agendo positivamente la permeabilità vasale, impedendo edemi e
gonfiori.
La betulla è utilizzata in fitoterapia per le proprietà diuretiche e depurative, conferite dai
flavonoidi, tannini, vitamina C, resine e olii essenziali.La pianta inoltre è uno dei rimedi
elettivi nella cura della cellulite in quanto aiuta l’eliminazione e la scomparsa dei noduli
fibroconnettivali,, caratteristici di questo inestetismo cutaneo.
La linfa di betullacontiene due eterosidi capaci di liberare per via enzimatica salicilato di
metile ad attività analgesica e antiinfiammatoria.
La pilosella è principalmente un potente diuretico,
diuretico che raddoppia il volume dell’urina e
perciò viene utilizzata nel trattamento degli inestetismi della cellulite, gonfiore alle
caviglie, edemi degli arti inferiori, ritenzione idrica.
L'ananas è usato in fitoterapia principalmente per la bromelina che ha azione
decongestionante, antiinfiammatoria e drenante, migliora la circolazione sanguigna e
linfatica perché contengono principi attivi ad azione fibrinolitica i quali, andando ad
agire a livello dei vasi sanguigni, riducono la vasodilatazione e l'eccessiva permeabilità
dei capillari, attenuando le infiammazioni o i dolori localizzati.
Per quasi tutti questi rimedi sono presenti formulazioni come capsule di estratto secco
titolato e standardizzato decotti e succhi e come formulazioni ad uso topico come gel, olii
e creme (per le pelli più secche).
Si consiglia l'uso di entrambe le formulazioni poiché con l'estratto secco si ha maggiore
efficacia e durata nel tempo ma il gel può dare un sollievo immediato, soprattutto se
tenuto in frigo. L'applicazione del gel fresco sulla caviglia calda ed edematosa, più volte
al giorno e soprattutto la sera, mettendo possibilmente le gambe un po' in alto, darà
sicuramente un grande sollievo, soprattutto nella stagione più calda.
Creme, gel e olii si applicano massaggiando con movimenti lenti dal basso verso l'alto
partendo dai piedi e dalle caviglie, terminando sulla coscia.
Aromaterapia
Si può fare anche un pediluvio, bagno o doccia con olii essenziali:
versare 3 gocce di cipresso, di ginepro, di limone o lemongras, arancio in una bacinella
d'acqua tiepida e immergere i piedi per almeno 10 minuti
INFLUISCONO NEGATIVAMENTE SULLA CIRCOLAZIONE
1) Vita sedentaria
2) Alimentazione sbagliata ricca di grassi, zuccheri e sali che favoriscono accumulo di
adipe e ritenzione idrica
3) Stare troppo fermi in piedi perché rende più difficoltoso il ritorno venoso
4) Stare con le gambe accavallate perché comprime i vasi
5) Scarpe strette e/o tacco alto, perché si ostacola il ritorno venoso e linfatico
6) Stress che provoca rilascio di sostanze che causano vasocostrizione
7) Sovrappeso e obesità
9) Fumo che azione vasocostrittrice e accelera l’invecchiamento dei tessuti
10) Alcool
11) Abbigliamento troppo stretto che comprime i vasi
12) Stipsi cronica
13) Esposizione prolungata al sole, saune e bagni troppo caldi, che causano
vasodilatazione
14) Gravidanza e menopausa
15) Farmaci quali ormoni (gli estrogeni favoriscono ritenzione, i progestinici diminuiscono
l’elasticità e il tono dei vasi
IL NOSTRO CONSIGLIO:
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