Un siberian husky per amico e altre considerazioni

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Un siberian husky per amico e altre considerazioni
Siberian Husky - Italia
Un siberian husky per amico
e altre considerazioni
di Luisa Trojanis
G
iorni fa stavo parlando con un mio amico via chat. Ad un certo punto mi
domanda se avevo visto un certo film,
io gli rispondo con savoir faire: “mi dispiace
non l’ho visto e poi non sono una cinofila esperta!!” Non è la prima volta, sono facile a
gaffe di ogni tipo e l’unica cosa da fare in questi casi per uscire dall’imbarazzo è quella di riderci su.
A parte questa battuta, non è necessario essere
esperti cinofili per capire il rispetto che dobbiamo avere per questi animali da compagnia
di infinita bellezza e capacità d’amore al di là
di ogni limite. Come sempre, siamo attratti da
un cucciolo, lo prendiamo con la scusa di fare
contento il piccino e non ci prendiamo le nostre responsabilità quando si tratta di anteporre
le nostre esigenze di mare a quelle del cane e
lo si abbandona come si fa con la spazzatura...
cosi da qualche parte.
Quando si sceglie un cane si deve tenere conto
di tante cose, la prima fra le tutte, a mio parere
è chiedersi: Perchè lo voglio? Quale sarà il cane adatto al mio carattere, al mio stile di vita?
Ci sono difatti padroni e padroni... ci sono
quelli che quando lo portano al guinzaglio è il
cane che porta a spasso il padrone e non viceversa.... e questo è un classico. Ci sono quelli
che lo prendono per moda, per il figlio, perchè
è figo comprarsi un doberman o rottweiler da
mostrare in giro, perchè hanno visto la pubblicità del cucciolo della carta igienica e cosi via.
Insomma tutte le motivazioni del mondo ma
mai quella appropriata.
Avere un husky siberiano non è facile, soprattutto se lo si cerca tra gli amatori e non tra
quelli che vendono anche altre razze, forse più
attenti al denaro che alla preoccupazione di
dove in realtà andrà a finire il cane.
Gli amatori, che come la parola stessa dice
“amano questa razza” te lo vendono previa
compilazione di una specie di test psicologico
per verificare la compatibilità del padrone con
quella della razza . Esagerazione? lo pensavo
anch’io quando all’ennesimo test la signora mi
ha domandato: “Cosa prevederà di fare nei
prossimi 15 anni? e il cane?” Io gli ho risposto: “Cara signora non so nemmeno quello che
farò domani si figuri tra 15 anni, ma quello
che so e che terrò conto anche delle esigenze
del cane”.
Dopo questo... il cane me l’ero giocato e la signora non me lo ha più dato.
Ginger sono riuscita ad averlo quasi subito.
Girando per internet ho trovato un amatore a
Malmo in Svezia che aveva urgenza di darlo
via in quanto ultimo rimasto e senza tanti preamboli. A distanza di tempo però capisco la signora.
Dell’husky siberiano ci sono alcuni falsi miti:
1) non è che per forza devono avere gli occhi
“colorati”. Spesso i miei clienti rimangono delusi quando vedono che i cani da slitta non
hanno occhi blu e sopratutto non sono di razza.
Nelle mondo dello sleddog e delle competizioni pochi usano Husky e tanto meno Malamute,
sono cani molto forti , testardi e non adatti per
le competizioni. Spesso quando vedono Ginger
dicono: “ma che strano colore ma perchè non
ha gli occhi blu? Hai voglia a spiegare che
non sono tutti uguali!”
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2) Gli husky sono freddi e poco affettuosi. Gli
husky sono animali gregari, un po’ come i lupi,
vivono nel pack non possono essere lasciati soli, fanno parte della famiglia e non possono essere tenuti a catena (posto che sia giusto farlo
anche per altre razze!) Ginger è con noi 24 ore
su 24, quando andiamo al ristorante o al pub,
lui rimane in macchina nella sua cuccia che
portiamo sempre dietro. Sembra un po’ il cane
di tutti “ a volte fa più feste ad un estraneo che
a noi ma questo è normale è un cane socievole
e non significa che predilige te o un altro.
I siberian husky hanno bisogno di spazio, di
correre, non devono essere tenuti in appartamento e nemmeno lasciati soli o alla catena.
Devono fare un tot di allenamento al giorno e
ciò richiede tempo e dedizione. E meraviglioso
guardare come un cane , in questo caso Ginger
si riappropri della propria natura, segua
l’istinto, ritorni allo stato primordiale.
Pensate che ogni tanto ci dobbiamo inventare
un modo su come somministrargli il cibo. Si
annoia e non mangia, ma se lo nascondiamo o
rendiamo in qualche modo non facile da avere
scatta l’istinto del procacciarsi il cibo ad ogni
costo. Spesso mettiamo il suo boccone preferito all’interno di un tubo di cartone, oppure lo
sotterriamo.
La neve e gli spazi aperti sono il loro elemento
naturale, soffro al pensiero di sapere che molti
di loro sono nelle città, piene di smog ed afose
relegati in appartamenti con i termosifoni.
Quando vedo Ginger tuffarsi nella neve, fare le
capriole e saltare come un matto per ore e ore
si capiscono molte cose. Ama molto anche
l’acqua, e tutte le mattine d’estate vuole fare il
bagno per almeno una ventina di minuti.
Questi animali hanno una soglia del dolore
molto spiccata, in realtà non so quanto realmente provino dolore o ci fanno. Fatto sta che
basta pestargli che ne so, i peletti della coda
che iniziano a gridare come pazzi per almeno
10 minuti. Lo stesso quando andiamo a sciare e
ci sono da fare delle salite impegnative , improvvisamente si azzoppa e lamenta un dolore
presunto alla zampa, nel momento in cui allento il collare mi sguscia via come un matto e per
riprenderlo ho un bel da fare.
Potrei scrivere capitoli interi sulle avventure di
Ginger qui in Lapponia, da come si fa fregare
gli ossi dalle gazze ladre a come cerca di acchiappare le trote nei tratti di fiume (si proprio
come gli orsi) o quando infila il naso in tutti i
buchi possibili mandando su tutte le furie gli
inquilini; dai tassi tra l’altro aggressivi e pericolosi, alle talpe ai lemming nascosti nella neve. Questo per dire, in generale, che anche gli
animale, in questo caso i cani dovrebbero essere “più cani” e meno umani. Più liberi di essere
ciò che sono e non sottoposti alle nostre eccessive premure. Quando si prende un cane si deve essere consapevoli di quello che facciamo.
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