SCUOLA DELL`INFANZIA Petrarca Programmazione educativa e
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SCUOLA DELL`INFANZIA Petrarca Programmazione educativa e
SCUOLA DELL’INFANZIA Petrarca Buccinasco Programmazione educativa e didattica VIVERE LA NATURA DAL DI DENTRO I quattro elementi Aria Acqua Terra Fuoco una storia di interdipendenza Anno Scolastico 2012- 2013 1 Indice I cento linguaggi dei bambini PG 4 La nostra vera natura 5 Buccinasco terra di mezzo 7 Ritorno alla natura come scelta 8 Il linguaggio della meraviglia:lo straordinario nell’ordinario 10 Il nostro tema di programmazione: i 4 elementi 12 Il progetto 14 I pensieri sui bambini 14 Le finalità 16 Il modo di stare dell’ adulto 18 La storia siamo noi 20 Spazi 20 Il metodo di ricerca 23 Input iniziale di programmazione: un “fondo integratore” 25 Creatività 26 Gli elementari 27 I quattro elementi come ingredienti scientifici 31 L’importanza del piccolo gruppo 32 Schema 34 Il metodo come atteggiamento 35 Traguardi di sviluppo 36 Ipotetici percorsi 37 La giornata scolastica 48 Organico 53 2 A tutti che sentono e ancora sentono “che il tuono è una cosa che fa ballare il cielo che il mare nasce dalla mamma onda che il tempo nasce dagli anni e che le foglie cadono perché loro si tengono con una mano sola” 3 I cento linguaggi dei bambini Il bambino è fatto di cento. Il bambino ha cento lingue cento mani cento pensieri cento modi di pensare di giocare e di parlare cento sempre cento modi di amare cento allegrie per cantare e capire cento mondi da scoprire cento mondi da inventare cento mondi da sognare. Il bambino ha cento lingue (e poi cento cento cento) ma gliene rubano novantanove. La scuola e la cultura gli separano la testa dal capo. Gli dicono: di pensare senza mani di fare senza testa di ascoltare e di non parlare di capire senza allegrie di amare e di stupirsi solo a Pasqua e a Natale. Gli dicono: di scoprire il mondo che già c’è e di cento gliene rubano novantanove. Gli dicono: che il gioco e il lavoro la realtà e la fantasia la scienza e l’immaginazione il cielo e la terra la ragione e il sogno sono cose che non stanno insieme gli dicono insomma che il sento non c’è. Il bambino dice: invece il cento c’è Loris Malaguzz 4 La nostra vera natura Tutte le programmazioni iniziano con una domanda importante: chi educhiamo? In questo momento storico e sociale invece è importante ripensarci tutti come soggetti da educare. Assumiamoci tutti la responsabilità del nostro mondo!. Un’educazione condivisa che pone le mani di tutti su un tavolo rotondo. La scuola diventa così un luogo in cui si ritrattano insieme le regole di convivenza. Un luogo in cui si creano legami profondi: insieme verso un nuovo umanesimo. Un luogo dove si riconosce significato a ciò che si fa e dov’è possibile la trasmissione dei valori che danno appartenenza, identità, passione. Quindi, non un rapporto frontale e cattedratico con bambini, genitori e colleghi, ma circolare, dinamico, complesso, vitale dando senso per costruire i futuri possibili. Nella straordinaria complessità di avere di fronte proprio quella persona lì, unica, irripetibile, originale,intera nei suoi aspetti cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi noi siamo e vogliamo essere scuola. Insomma incontriamo l’altro da noi e in questa complessità che si gioca la cifra del nostro compito. La scuola vera non si raggiunge ma si crea giorno per giorno per poter dire: la scuola siamo noi, nelle pratiche, nel lavoro quotidiano. In questo sporcarsi le mani nelle pratiche spesso si lavora dentro il conflitto, si impara a starci, ad ascoltare, a spostarsi dal proprio punto di vista, a scambiarci gli occhiali per vedere il mondo dell’altro. Quindi, il perdono, la pace e l’armonia non sono stati iniziali e preconfezionati ma accordi da raggiungere e da mantenere. In questo senso ancora di più in quest’ottica è necessario stipulare un patto, un’alleanza educativa tra insegnanti e tra insegnanti e i genitori. Questo dialogo costante è l’unico metodo per creare una comunità che prima è educativa e poi sociale. Ognuno impara meglio nella relazione con gli altri. Non basta convivere nella società, ma questa stessa società bisogna crearla continuamente insieme. Fino a tempi assai recenti la scuola ha avuto il compito di formare cittadini nazionali attraverso una cultura omogenea. Oggi, invece, può porsi il compito più ampio di educare alla convivenza proprio attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni bambino/a … La nostra programmazione nasce da un incontro. Non è in prima istanza un documento per altri. Nasce da quel noi che sempre ed ancora si va a costruire ogni anno. 5 Molto spesso nelle riunioni si parla di cose da fare, ad un certo punto però in un cerchio in giardino sotto i nodi del glicine ci si guarda e ognuno trova il coraggio di raccontarsi. Inizia un fluire di parole e sguardi che affrancano intese iniziate in altri luoghi. Ciascuno ha un un’immagine di bambino e di scuola. Sempre più la scuola accoglie l’adulto perché questi a sua volta possa ri - accogliere i bambini. Dopo tempi di urgenze e continui cambiamenti, in una sorta di stabilità calma si trova il respiro giusto per ascoltare ed ascoltarsi. Il rischio di vivere anche a scuola con i ritmi frenetici della società è sempre presente. I nuovi documenti ministeriali a volte così lontani dalla presenza di 28 bambini per sezione non svelano i segreti dello star bene insieme a scuola. Analizzando il nostro sentire la necessità che emerge da parte di tutti è la poca possibilità di stare con un numero ridotto di bambini in un clima rilassato e relazionale. “Perdere tempo” insomma insieme, non produrre, ma essere, costruire storie che si fanno archivio prezioso per attingere idee, parole, fantasie, giochi. Creare atmosfere senza climatizzare. “Richiede attenzione e disponibilità da parte dell’adulto, stabilità e positività di relazioni umane, flessibilità e adattabilità alle situazioni …” (Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative). La volontà di approfondire relazioni, di dare voce a libri, di ascoltare le evocazioni, di scrivere le narrazioni, di ascoltare i ritmi naturali dei bambini e i nostri si concretizza con il vivere la dimensione della classe come luogo ed “ambiente educativo di 6 esperienze concrete e di apprendimenti riflessivi che integra le differenti forme del fare, del sentire, del pensare, dell’agire relazionale, dell’esprimere, del comunicare, del gustare il bello e del conferire senso da parte dei bambini.” (idem) Quindi così si possono sintetizzare premesse educative del nostro vivere quotidiano: - relazione personale significativa tra bambini ed adulti valorizzazione del gioco come modo di comunicare l’esperienza diretta di contatto con la natura, le cose, i materiali. La Scuola dell’Infanzia è quindi “luogo di incontro, di partecipazione e di cooperazione delle famiglie, come spazio di impegno educativo per la comunità e come luogo di promozione che si configura come diritto soggettivo di ogni bambino” (idem). Buccinasco terra di mezzo I bambini che vivono a Buccinasco vivono per lo più grandi ritmi di stress. La loro giornata inizia presto al mattino. Molti di loro si fermano fino a tardi alla scuola dell’infanzia. Entrambi i genitori lavorano e i bambini vivono sempre meno, in settimana, la profondità di relazioni parentali. Spesso vengono coinvolti ad attività pomeridiane sportive. La moda della perfezione fisica, della competizione culturale ed intellettiva ha contagiato molti adulti. E’ importante organizzare il vivere educativo e didattico dopo aver letto la situazione non solo la situazione sociale del territorio come farebbe uno statista, ma come chi vuole identificare i bisogni e le risorse dei bambini per progettare potenziando così opportunità di crescita. Terra di mezzo anche perché siamo localizzati tra la città e le campagne e spesso il verde che si vede è una ulteriore strutturazione del territorio, senza vivere la scoperta degli oggetti trovati come doni. La Natura ha una sua intrinseca saggezza, e vedere delle radici di grandi alberi soffocate nel cemento o aiuole con cascate di fiori in alternanze ritmiche non è proprio l’approccio che noi andiamo ad indagare. La nostra dimensione si rifà a quella ricerca ancestrale di uscire nudi dalla caverna e di tornare vestiti di oggetti culturali e simbolici creati con altri uomini dopo che si è tornati dalla battuta di caccia. E’ proprio per la durezza della sopravvivenza che ci si è messi insieme intorno ad un fuoco per condividere le fatiche e le gioie. 7 Questa linea evolutiva è fondamentale per realizzare il nostro essere uomini, ma oggi lo stare insieme è difficoltoso anche tra gli adulti. Viviamo per obiettivi richiesti da tappe sociali e ci risulta sempre più difficile capire ciò di cui abbiamo veramente bisogno. Ci troviamo di fronte a bambini stimolati da un punto di vista cognitivo, che già a tre anni sono abituati a viaggiare, ma che spesso hanno difficoltà a relazionarsi con il gruppo classe. Senza uomini consapevoli della loro interdipendenza con tutto e tutti , siamo destinati a replicare gli errori rafforzando la logica feticistica del sistema, che si nutre proprio dell’inconsapevolezza Ritorno alla natura come scelta La società e con essa la scuola cambia velocemente, ma noi in questo piccolo tentativo ci fermiamo proprio a riflettere proprio su un tema importante. E se noi tutti non ascoltassimo? E se anche noi tutti fossimo solo soggetti di desideri (con accezione negativa) divenuti legge? Così vinti dalla saturazione dei tempi, degli spazi e dai consumi? Passare dai bisognifittizi ai de- sideri vivi non è facile. Però sembra la sfida che raccogliamo ora anche in questo microcosmo che è la Scuola dell’Infanzia Petrarca, non per cambiare il mondo, ma un pochino noi stessi. Quindi partiamo proprio da noi, dal nostro raccontarci più profondo, da quella nostalgia dell’ autentico che ancora ci rende umani. Il narrarsi rappresenta infatti, da sempre, il luogo d’origine dell’individuo, lo scrigno dei suoi segreti identitari : la narrazione è il permesso, che ognuno di noi sente di aver ricevuto, al racconto di sé e del suo mondo, del mondo Altro, della sua rappresentazione e interpretazione. Un bambino senza racconti, o peggio ancora, senza linguaggio per raccontarsi, è un bambino perso, incapace di sentire la propria presenza legittimata nel mondo delle relazioni. Quando infatti qualcuno si accorge o continua ad accorgersi di noi è evidente che entriamo nel campo della sua narrazione, nel campo della sua voce, guai, quindi, al bambino che non è al centro di una narrazione; guai al bambino che non può crescere all’insegna della sua autostima,che non viene visto ed ascoltato, che non sente intorno a sé dei narratori, a prescindere dai contenuti della narrazione. Sono importanti anche le storie professionali e le domande, quando non rimangono più solo una questione di ognuno, possono portare a modificazioni, nuovi cambiamenti, nuove contaminazioni. 8 Possiamo solo riscoprire la natura della bellezza e del sacro e che tutto ciò ha a che fare con l’integrazione dell’organizzazione totale, inconscia e conscia che noi siamo. E’ la scommessa di sperimentare la possbilità di imparare un’empatia con altre creature e persino con processi biologici ed ecologici, esperire la potenziale umiltà alla quale una comprensione allargata del sé può indurre il più ristretto “sé conscio”, il concetto di integrazione di molte parti e livelli della mente. In realtà ci stiamo avvicinando all’insetto con sacralità, al nostro modo di guardarlo e di essere guardati con sacralità e a come stiamo in rapporto alla stella nell’universo. Indagare gli elementari in natura vuol dire fare un lavoro di osservazione, differenziazione e assimilazione. Tutto ciò è integrazione. Non ci sono parti più importanti nell’universo. Tutto serve. In questo senso empatia con ciò che ci circonda. Io sono prezioso perché faccio parte di un Tutto. Ma io non sono un Tutto. Io non sono il mandala, ne sono uno spicchio. Questa unificazione di mente e corpo, aria e fuoco, insetto e stella, sono la nostra responsabilità di essere umani. In questo senso più che capire o razionalizzare è importante metterci in dialogo, danzare con questi elementi. Solo in queste modalità troveremo ecologia della mente, del pianeta, salute, etica con l’altro, estetica del luogo e legame sacro con il Tutto. In questo grande cappello si ritrova l’intelligenza del cuore dove si uniscono le varie parti. Tutto questo viene dalla storia dell’umanità. Il bambino ripercorre nel suo crescere la storia dell’umanità tutta però con un grandissimo svantaggio: SENZA sperimentazione di tutti i suoi sensi (estetica appunto) insieme. L’uomo era un organismo nel suo ambiente in modo operativo e non prescrittivo. Vuol dire che oggi si tende a raccontare la vita ai bambini, senza lasciarla vivere … La nostra riflessione è un piccolo tentativo per dire che forse in tutti i problemi del linguaggio dei bambini, nel ritrovare i bambini di tre anni sempre più piccoli si deve patire da una scissione col mondo naturale in prima battuta. In realtà si parte dal ricordare come in passato l’uomo fosse a stretto contatto con la natura e con i suoi elementi: alle origini dell’umanità gli uomini hanno trovato nella terra il loro rifugio e il loro nutrimento, il fuoco li ha scaldati, l’acqua li ha dissetati, lavati e purificati. E questi elementi da naturali sono diventati sempre più simbolici, culturali. Ma il prezzo di questo progresso è stato altissimo… Cosa possiamo fare? Quando si parla di ritorno alla natura molti pensano a un voler tornare indietro, a una visione nostalgica e ingenua della vita. Eppure noi oggi, eredi della modernità, noi che assistiamo sempre più al trionfo della ragione ne siamo pure vittime (viviamo il disagio, lo stress, malattie psicosomatiche, inquinamento....) 9 Dunque possiamo soltanto riscoprire la nostra dimensione naturale attraverso una scelta, possiamo solo ri- diventare culturalmente natura. Possiamo riconoscere che ci sono altri modi di accedere al senso che non sono la razionalità e il calcolo. La nostra capacità di creare e di comunicare passa attraverso canali diversi da quelli che la razionalità moderna ha privilegiato. Per i primi uomini le prime case sono state caverne, la terra e l’acqua sono state le materie prime usate dall’uomo costruttore, la natura ha offerto all’uomo raccoglitore la possibilità d vivere nelle varie stagioni. Ma noi come possiamo far vivere ai bambini il senso, il mistero, l’ascolto di questa domanda ancestrale? Sicuramente il nostro canale privilegiato è il linguaggio simbolico, metaforico, estetico, onirico e poetico. La nostra risorsa è la creatività. La riuscita è l’integrazione. La riuscita non è fare, ma la contemplazione del mondo vivente, l’esser-ci in quel luogo e in quel momento. Tutto ciò ci permette di essere vivi, di rimanere vivi, strumenti invece unilaterali e tecnologici ci fanno specializzare ma ci faranno estinguire perché saremo sempre più sprovvisti di risorse di sopravvivenza emotiva. Quando si parla dell’evoluzione si dice il cavallo si è evoluto … in realtà si è evoluta la relazione tra il cavallo e l’erba. Questa è l’ecologia. Non è possibile insomma stare identici a se sressi, siamo a volte di fronte ad una complessità enorme. Il fenomeno del pensiero è simile al fenomeno dell’evoluzione … per prove ed errori…esplorando. Tutto si estingue quando è prigioniero di un dilemma, il mondo è fatto a suo modo, non per singoli fini. Insomma la Natura ci insegna profondamente il cambiamento, e cioè che qualcosa che pensavamo fosse vero non lo è. Ma non è proprio questo lo straordinario? Il linguaggio della meraviglia: lo straordinario nell’ordinario A tutti noi capita di percorrere le stesse strade ogni giorno ma solo in un attimo si avvertono certe bellezze e suggestioni perché ci si è fermati meglio ad ascoltare, così anche noi vogliamo vivere questa scommessa, prendere coscienza per esempio del giardino ricco di mille tesori, di uno scorcio di finestra dove il sole crea effetti meravigliosi di luce … Meraviglia significa riconoscere che ridere e piangere non sono accessori dell’esperienza umana, da tenere ai margini o da riservare a spazi separati. Sono modi di accostarsi alla realtà che ci permettono di accedere a dimensioni dove altre nostre facoltà non arrivano. 10 Meravigliarsi significa riconoscere che non tutto è stato previsto ed era prevedibile, farsi prendere dalla dimensione nascosta delle cose, stupirsi delle facce diverse del mondo. Ci accorgiamo così che l’altro ha qualcosa che ci manca, che quello che davano per scontato deve essere messo in questione, che la sicurezza può diventare soffocante. La meraviglia ha un rapporto profondo con l’etica perché ci insegna il limite accanto alla possibilità, ci invita al coraggio di cambiare e ci educa al rispetto di chi è diverso da noi. Non abbiamo più un linguaggio per la meraviglia perché viviamo nell’universo delle immagini, in cui tutto diventa visibile, tutto è già sotto gli occhi, tutto è rapidamente consumato. Le cose sono sempre già viste e dobbiamo rincorrere continuamente ad altre esperienze per darci il brivido delle novità. Abbiamo perso il linguaggio dei particolari, dei piccoli eventi senza storia, dei gesti elementari ma carichi di significato. Per stupirsi occorrono occhi puliti e mente sgombra. I nostri occhi sono sempre più occupati da un flusso ininterrotto di immagini già confezionate che si sovrappongono alla possibilità di vedere quello che realmente ci sta davanti, la nostra mente è un enorme deposito di messaggi, che vanno continuamente analizzati, ordinati, scambiati. La meraviglia contiene una carica morale perché è anche il contrario di questa aridità, che è ingombra di oggetti da consumare ma è priva di passione. Per meravigliarsi bisogna fare spazio dentro di sé, aprirsi a quello che ancora non ha forma definita, ascoltare i piccoli segnali. Bisogna ridare cittadinanza al vuoto e al silenzio, riconoscere la parte di mistero che l’esperienza umana conserva. Nella società dell’informazione tutto è svelato, comunicato, fatto circolare. Si ha l’impressione che resti sempre meno che non sia già stato detto. Per tutto esistono istruzioni per l’uso , tutto si può visitare , fotografare o almeno vedere sullo schermo del proprio televisore. In una società senza mistero ci sono però ancora voci che ci ricordano che tutto è già svelato e che non tutto ha necessariamente bisogno di essere detto, visto, consumato. I bambini e quello che rimane delle culture tradizionali ci indicano ancora il linguaggio della meraviglia. Stiamo rapidamente trasformando i bambini in adulti in miniatura e gli indigeni in pezzi da museo da visitare nelle riserve. L’arte può diventare solo mercato e la follia può essere segregata in luoghi separati dalla nostra vita. Ma se queste voci ci venissero a mancare è la nostra umanità come tale che perderebbe il linguaggio della meraviglia. Tutto quindi diventa ricerca, esplorazione, tutto si condivide con una modalità relazionale che le verbalizzazioni dei bambini testimoniano. La vita di relazione è il colore delle cose. 11 Sicuramente poi la ricerca si apre come per una caccia di tesori nel giardino, a casa, ai boschi, al mare, nei fine settimana. I materiali portati dai bambini e dalle famiglie contribuiscono a creare una cultura particolare in classe : una cultura profumata e colorata che non è violenta, costosa consumistica e che è chiave simbolica per il creativo più profondo. A volte questi materiali raccolti a casa vengono portati dai bambini a scuola e il fatto che i genitori aiutino in questo crea un collegamento tra la vita di casa e quella di scuola. Creare con questo materiale povero ha molte finalità implicite tra cui:buona qualità di contatto percettivo- sensoriale sviluppando così una grande manualità fine, incentiva il saper aspettare prima di concludere un’attività e di saper sopportare la fatica di concentrazione . Quando si è curato molto una “cosa” è normale investire su di essa una sorta di anima , di vita che poi non è altro che la proiezione della nostra vita. Molta sarà quindi la cura che i bambini daranno al mantenimento di tutto questo. Sentimenti di rispetto, di cura, di aiuto, solidarietà e sensibilità sono impliciti del mondo naturale insieme anche alla lotta, al cruento, allo sporco e a volte alla morte. L’ “educazione “ intesa come gentilezza d’animo o come qualcosa di infettivo è un fenomeno che si diffonde per contagio come l’influenza. Il nostro tema di programmazione: i 4 elementi Nel cercare un argomento di programmazione la nostra riflessione si è fermata sul tema del rapporto tra l’Uomo e la Natura. Siamo nella connessione tra il Macrocosmo- Universo e il Microcosmo- Uomo, anzi si tiene presente l’Intero e gli Interi. Di questo si vuole prendere e far coscienza sia come nostro viaggio esplorativo affinchè si favorisca il rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente; di stimolare il processo d’integrazione dei diversi nella valorizzazione delle diversità vista come norma e reale risorsa, nel rispetto della propria ed altrui unicità. Siamo negli “elementari” di ogni-Uno e dell’Uno. Si può considerare l’ Elemento da varie angolazioni e diverse stratificazioni di senso. L’elemento fisico, simbolico, emotivo, estetico e relazionale. L’acqua è l’elemento del grembo materno, è quello il luogo in cui galleggiando senza peso ci formiamo, è il ricordo del primo bagno nel mare da piccoli, è quel bicchiere di acqua fresca in quell’arsura estiva. E’ quel dipingere muovendo il colore tra l’acqua sussurrando agli acquerelli una destinazione che però sempre loro scelgono. 12 Nei sentimenti e nelle emozioni è quel fluire delle cose quando tutto sembra scorrere e capiamo che anche noi allora siamo fatti di acqua, di vita primordiale. Possiamo arrivare ovunque grazie all’acqua. Quando coltiviamo e innaffiamo le piante le andiamo a nutrire con un grande elemento prezioso. Dal rubinetto, al mare, al ruscello alla pozzanghera viviamo sempre in questo elemento. La terra è la culla dove noi abitiamo, il basso è la direzione della caduta, della semina, e la nascita di quel rizoma in cui c’è tutto il nostro essere, così come nella pianta. L’aria è il primo respiro quando nasciamo, è il nostro primo esserci è la finestra sul mondo. E’ apertura, radura, visione dall’alto. L’aria è il volo, l’andare verso, la libertà. L’aria è verso.Ogni volta che dopo grandi tensioni ricominciamo a respirare profondamente sentiamo la gioia di ritrovarci come esseri viventi e respiranti. Noi con la nostra presenza creiamo una dimensione, un profumo, un suono, un canto, una differenza. Il fuoco è il primo abbraccio della mamma, è l’incontro tra il cerchio sacro degli amici, è l’elemento delle visioni sciamaniche, è la forza che va verso l’alto, che scalda, cuoce e purifica. Il fuoco è movimento e creazione. Il bambino (l’uomo) ha dentro di sé gli elementi, infatti prima di nascere è avvolto dal calore della madre-(terra) e da liquido amniotico nutrimento per il corpo e la mente (acqua) nascendo compie il primo respiro e vede la luce (aria- fuoco). Il rapporto fra l’uomo e i 4 elementi è profondamente cambiato nel corso della storia in quanto egli stesso ha trasformato i paesaggi abitativi e lavorativi da esclusivamente naturali e naturistici in luoghi lontani dalla natura e innaturali. L’osservazione del bambino in un momento di gioco libero in giardino ci mostra sempre la sua propensione a tutto ciò che è natura : scavare con le mani nella terra, raccogliere come tesori sassi, radici, cortecce riempiendosi le tasche… appiccicarsi le dita con le gocce di resina profumata colata da alberi di pino… preparare torte di fango decorate con legnetti e fili d’erba odorosi… raccogliere nonostante il divieti fiorellini e trifogli per fare un dono alla maestra. Vogliamo partire da questa spontaneità per creare culture condivise. La nostra scelta è nata dalla presa di coscienza del fatto che in passato si vivesse un rapporto con gli elementi della natura molto più stretto e profondo in quanto indispensabili alla vita considerandoli spesso divinità da adorare e rispettare, che molte volte avevano sembianze e caratteristiche umane. Aria acqua terra e fuoco furono considerati radice di vita. 13 La terra ha ospitato i primi esseri umani dando loro rifugio, nutrimento offrendo gratuitamente cibo all’uomo raccoglitore e materie prime all’uomo costruttore. L’acqua ha dissetato, lavato e purificato … Il fuoco ha scaldato e difeso … L’aria ci ha fatto alzare il naso portandoci in piedi … Ovviamente le motivazioni formative che hanno ispirato la proposta progettuale sono apparentemente semplici ma che mantengono il senso del nostro procedere: suscitare curiosità ed interesse per i 4 elementi e favorire la presa di coscienza della loro importanza, potenziare capacità di osservazione e di analisi della realtà naturale, ed atteggiamenti di ricerca. In ultimo infine favorire l’acquisizione di abilità di tipo scientifico. Il progetto Programmare nella scuola materna significa obbligatoriamente porsi nell’ottica della ricerca, assumere una progettualità che non obbedisca a rigidi schematismi che si fanno essi stessi contenuto, ma che sia in grado di inventare un progetto educativo dove l’inizio del cammino può essere ovunque, la direzione qualsiasi, i passi disegnabili, le tappe arbitrarie, l’arrivo imprevedibile, ma dove pertanto tutto è coerente. (A. Munari) Il progetto didattico della scuola dell’infanzia superando impostazioni metodologiche adultocentriche o inopportuni precocismi si impone di creare le canalizzazioni per garantire a tutti i bambini occasioni informative che favoriscono lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazione corporee e che consentano loro di esprimere pienamente le proprie potenzialità. In questo senso non è inutile sottolineare che l’idea progettuale che si va a costituire è una linea teorica ed intenzionale, perché necessita ancora dell’incontro con l’altro soggetto di ricerca condivisa: i bambini. I passi insomma, per dirla alla Munari, sono ancora da disegnare, in quanto essendo una relazione educativa condivisa è fondamentale per conoscersi il periodo da settembre a dicembre che è il periodo di inserimento per i bambini di tre anni ed anche un periodo di analisi per i bambini dell’ultimo anno affinchè si possano prevedere aree da potenziare in caso di problematiche o lacune. 14 L’incontro fra “culture diverse”che ognuno di noi è, ha saputo generare l’idea di un essere umano integrale, capace di concentrare nella singolarità del microcosmo personale i molteplici aspetti del macrocosmo umano. L’incontro con gli altri, i diversi da noi ci offre continuamente la fatica di ripensarci non come un’identità finita ma sempre nella possibilità di essere altro con l’altro. In questo senso cittadinanze, una declinazione al plurale non sarà più un noi e loro, ma un noi da creare. Per educare a questa cittadinanza unitaria e plurale a un tempo, una via privilegiata è proprio la conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie nazionali: non si possono realizzare appieno le possibilità del presente senza una profonda memoria e condivisione delle radici storiche. Anche nella scuola significa imparare a conoscersi e a sentirsi riconosciuti come persona unica e irripetibile, ma vuol dire anche sperimentare diversi ruoli e diverse forme di identità: figlio, alunno, compagno, maschio o femmina, abitante di un territorio, appartenente a una comunità. Sviluppare il senso della cittadinanza significa scoprire gli altri, i loro bisogni e la necessità di gestire i contrasti attraverso le relazioni, il dialogo, l’espressione del proprio pensiero, l’attenzione dal punto di vista dell’altro, il primo riconoscimento dei diritti e dei doveri; significa porre le fondamenta di un abito democratico, eticamente orientato, aperto al futuro e rispettoso del rapporto uomo- natura. Altra finalità della scuola dell’infanzia è la competenza. Sviluppare la competenza significa imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e l’esercizio al confronto; descrivere la propria esperienza e tradurla in tracce personali e condivise, rievocando, narrando e rappresentando fatti significativi; sviluppare l’attitudine a fare domande, riflettere, negoziare i significati. La via della conoscenza è la pratica, il fare, i campi dell’esperienza, infatti dimensioni di esperienza. I campi di esperienza sono luoghi del fare e dell’agire del bambino orientati dall’azione consapevole degli insegnanti e introducono ai sistemi simbolico- culturali. Nella pratica l’esperimento, la manipolazione, il gioco, la narrazione, le espressioni artistiche e musicali sono infatti altrettante occasioni privilegiate per apprendere per via pratica quello che successivamente dovrà essere fatto oggetto di più elaborate conoscenze teoriche e sperimentali. Si può riempire in corso d’opera di esperienze e di saperi, di quelli che conosciamo, ma soprattutto, di quelli che ancora ci sfuggono. Il progetto educativo è come un viaggio … ci sono più possibilità di variare, è facile che si possa cambiare strada, fermarsi un po’ di più o un po’ meno … Perché considerando i bambini come soggetti co- costruttori siamo in questa apertura, siamo veramente nel centro del nostro complesso compito: accompagnare per mano la 15 storia di ogni- uno costruendo insieme non la storia ma una che è sempre diversa ma è condivisa. Ne deriva un rinnovato e più complesso rapporto teoria- pratica, non lineare e non meramente applicativo, ma interattivo e circolare. Si sente una reciprocità tra chi insegna e chi apprende. Entrambi i soggetti sono in posizione attiva e interagiscono tra loro per costruire conoscenza con i loro compiti e con le loro responsabilità. E poi questa tematica narrativa è tre grandi dimensioni importanti insieme, l’aspetto cognitivo, affettivo e relazionale. Così semplicemente sintetizzabile: IO SENTO (sto per ascoltare con e in tutti i sensi: sensoriali e immaginali) CON EMOZIONE INSIEME AGLI ALTRI COSTRUENDO LA MIA STORIA E CONDIVIDENDO LE “NOSTRE”. Si fa strada l’idea di un laboratorio non solo e non tanto come spazio fisico, ma soprattutto come luogo della mente dell’insegnante … e non solo. Il laboratorio è in realtà uno stile coinvolgente sia per gli insegnanti che per i bambini. Si incontrano i saperi caldi, i saperi che toccano il cuore e la mente. Le finalità - Identità: IO scopro la mia vera voce e sento che ho emozioni da condividere con gli altri - Autonomia: si pensa che l’autonomia sia il saper fare ma se non si sa di saper essere non si ha stima di sé e quindi si lascia fare agli altri - Competenza: è una modalità del fare. In un’epoca di perfezionismi si perde il gusto del fare come finalità in se stessa. In questo percorso è molto importante non tanto il risultato estetico ma l’attraversamento. Importanza decisiva in questa prospettiva l’assume l’esperienza corporea: il respiro, la capacità di saper vivere le emozioni come legame con gli altri 16 - Cittadinanza è il luogo dello stare insieme. Non è solo dove si nasce ma dove si vive. E’ la possibilità che si ha di poter costruire un nuovo mondo, anzi nuovi mondi. C’è un diritto alla voce, al poter dire come poter essere con gli altri. Noi siamo perché siamo con gli altri. C’è anche un diritto al silenzio. Un diritto a non dire ad ogni costo, un diritto semplice dello stare in sé, dello stare nel vuoto come spazio creativo. Tutti questi aspetti visti da vicino sono fondanti per la crescita di ogni bambino. Nell’attuazione si cerca di utilizzare strumenti mediatori didattici, ludici, iconici e simbolici. I pensieri sui bambini E’ ormai ampiamente condivisa tra i docenti l’idea che i bambini sono persone competenti, che entrano nella scuola con un patrimonio di esperienze, di conoscenze e teorie intorno al mondo e alla realtà e che sono individui sociali capaci di gestire e costruire relazioni. “La competenza può essere definita come l’insieme delle conoscenze, abilità e atteggiamenti che consentono a un individuo di ottenere risultati utili al proprio adattamento negli ambienti per lui/lei significativi … e che si manifesta come capacità di affrontare e padroneggiare i problemi della vita attraverso l’uso di abilità cognitive e sociali”… Questa idea di bambino competente e costruttore della propria conoscenza si richiama alle più accreditate teorie psicopedagogiche e alle neuroscienze: GARDNER, secondo cui gli individui sono portatore di una molteplicità di intelligenza tutte ugualmente importanti per la crescita personale e relativamente indipendenti l’una dall’altra e che possono essere sviluppate dall’educazione scolastica attraverso i sistemi simbolico- culturali BRUNER, uomini sono rivestiti di cultura, individui cioè che costituiscono protesi culturali per ricercare il significato delle cose e delle esperienze, il sapere codificato in discipline viene inteso come amplificatore delle capacità umane. Poiché il bagaglio di saperi e conoscenze è infinito è necessario dare la priorità all’economia cioè a ciò che è significativo al transfer, cioè a ciò che può servire per conoscere altre cose e alla struttura generale delle discipline VIGOTSKY, secondo cui lo sviluppo non deve essere inteso come evoluzione ma come processo dialettico tra sviluppo biologico e cultura: la conoscenza non si forma 17 attraverso la giusta posizione e l’aggiunta di nuove nozioni, ma attraverso unità significative di esperienza attraverso cui i bambini ristrutturano le conoscenze precedenti e apprendono atteggiamenti, modalità di comunicazione, ruoli Costruttività quindi intesa come procedere interconnesso di conoscenza e cultura. È prima di tutto indivuduale, come percezione, azione e riflessione, e di gruppo, con gli altri, i pari, diventando un socio/costruttismo. Il modo di stare dell’adulto. Un modo di stare dell’adulto che si fa accompagnamento coinvolto ma discreto, che via via si modula in base alle ricerche dei bambini. L’insegnante non è colei che lascia fare, non più o non solo la regista dell’azione, che distribuisce i ruoli e sa come si svolgerà la storia: sa porsi come interprete attenta alle azioni e alle relazioni, predispongono contesti che consentano alle storie di esplicitarsi. Le scelte sono condivise e i contesti sono progettati, regolati dalle insegnanti, non controllati o normati: l’insegnante propone delle regole, rimanendo disponibile a interpretarle nelle diverse situazioni. Sono importanti gli atteggiamenti di leggerezza dell’insegnante, offrendo aiuti concreti in situazioni di scoraggiamento, nuovi stimoli che consentano all’azione di svilupparsi ulteriormente. E’ disponibile a coinvolgersi senza prevaricare o invadere, conferma e rafforza l’azione del singolo e la rilancia nel gruppo. I bambini devono e possono poter sbagliare, provare, trasformare; l’errore è risorsa e opportunità. L’insegnante facilita la cooperazione, accogliere l’imprevisto, dà rilevanza all’ascolto dei bambini, si pone in sintonia con le loro emozioni, valorizza le diversità, dà loro fiducia. Una persona diventa una persona grazie agli altri. Il pensare dell’insegnante è quindi un pensiero capace di sentire. Si pone domande sul suo fare, cerca e percorre sentieri che consentano alla sua esperienza di trasformarsi in competenza. La volontà di approfondire relazioni, di dare voce a libri, di ascoltare le evocazioni, di scrivere le narrazioni, di ascoltare i ritmi naturali dei bambini e i nostri si concretizza con il vivere la dimensione della classe come luogo ed ambiente educativo di esperienze concrete e di apprendimenti riflessivi che integra le diverse forme dell’esistenza. 18 La storia siamo noi Inizia a Settembre da una classe da costruire, bambini, insegnanti e genitori con tanta voglia di iniziare un viaggio che è sempre un grande passaggio. C’è stata una grande ricerca di materiali per allestire una sezione che si riapre e che ha la caratteristica di essere sempre simbolicamente itinerante in quanto quasi ogni anno le sezioni cambiano età dei bambini. Ogni spazio, ogni modalità di accoglienza è studiata. Ci sono vuoti e pieni, solidità e morbidezze, silenzi e parole: tutto ha un senso. C’è quindi un tentativo di progettare gli spazi. Spazi Si è quindi cercato di progettarli in maniera alternativa a quella tradizionale,meno rigida, più soft, aperta all’indeterminazione dell’esperienza. Consiste nel pensare l’ambiente non come uno spazio monologico, strutturato secondo una cornice formale e un ordine funzionale, ma come luogo in cui possono condividere più dimensioni anche fra loro contrapposte, un ambiente ibrido in cui le relazioni che si istituiscono gli danno forma e identità. Uno spazio che si costruisce quindi non attraverso la selezione e la semplificazione degli elementi, ma attraverso la funzione di polarità distinta (dentro e fuori), formalità e flessibilità, materialità e immaterialità dando vita a complessità, ma anche di privacy, di pausa dal ritmo generale. Si parla quindi di spazio relazionale. Si intende uno spazio integrato, nel quale le qualità non sono di natura estetica, ma prestazionale e cioè che la qualità non deriva da una teoria, ma da un modo di vedere, leggere, studiare e interpretare la realtà e di rappresentarla con coscienza critica. Nello spazio relazionale, infatti, è predominante la questione delle relazioni che esso permette, delle molteplici attività specializzate che vi possono attivare, delle informazioni e dei filtri che vi si possono attivare. Lo spazio-ambiente è quindi il III° insegnante di sezione. La sua identità costituisce la qualità della vita scolastica, come ambiente sereno, non violento. È un’immagine di semplicità che si vuole trasmettere ma non di trascuratezza. 19 L’obiettivo sarà quello di costruire e organizzare spazi che consentano al bambino : - esprimere le sue potenzialità, le sue competenze, le sue curiosità - esplorare, di ricercare da solo e con gli altri, coetanei e adulti - sentirsi costruttore di progetti e del progetto più ampio che è il progetto educativo che nella scuola si realizza -poter rinforzare la sua identità, anche sessuale, autonomia e sicurezza -poter fare e comunicare con gli altri -vedere rispettata la sua identità e privacy all’insegnante -di sentire coadiuvato e integrato nel suo rapporto con i bambini e i genitori -di sentirsi sostenuto nella realizzazione di progetti, nella loro organizzazione e documentazione -di potersi incontrare con adulti, colleghi, genitori, personale ausiliario al genitore -di essere accolto, informato -di potersi incontrare con altri genitori e insegnanti per una reale collaborazione La sezione turchese è composta da vari spazi. La qualità di un ambiente è data da: forma organizzazione funzionale e di polisensorialità La forma: Angolo cartoleria dove si può vivere la grafica, e lasciare tracce di sé con i pastelli, pennarelli, matite. angolo costruzione dove si inventano i mondi fantastici tasche o mobiletti a caselle porta cose personali angolo lettura (racconto di storie con i libricini) casetta ( giochi simbolici, faccio finta che…) angolo morbido (il corpo nel bisogno tuffi, relax…) Organizzazione funzionale Sicuramente l’adulto/insegnante ha un’idea di bambino, di scuola e quindi di spazi. L’adulto deve essere sempre attento ai cambiamenti, ai bisogni dei bambini negli spazi che cambiano per le età e storicamente. Questo comporta una flessibilità nel tempo e nella mutabilità per rispondere all’evoluzione di tutti i processi di apprendimento dei bambini. 20 POLISENSORIALITA’ Come coinvolgimento della totalità dei sensi. Si permette così ai bambini di rivivere in un ambiente con diverse e molteplici sensazioni –l’esplora -discriminazione (come percezione della differenza delle parti) -interpretazione della realtà attraverso i sensi per costruire conoscenza e memoria personale e di gruppo L’utilizzo degli spazi è segnato da regole di convivenza: -i bambini si dividono in piccoli gruppi per angolo a fare delle prove di relazioni, a negoziare, a scambiare oggetti portati da casa, a progettare i giochi e i ruoli che avranno quel giorno. -forza trainante della narrazione: in modo diverse, in diverse situazioni, i bambini amano tessere racconti e storie proiettandosi in mondi immaginari o simulando quelli reali Nel salone o nello spazio motricità è interessante notare quanto importanti siano i mondi virtuali dei personaggi mass-mediali. Nel grande spazio ci si “scatena” in movimenti del corpo variati e materiali che attribuiscono salti e battaglie. I maschi sono comunque più nomadi rispetto alle bambine, che tendono a costruire luoghi nei luoghi. Interessantissimo è anche il gioco dei travestimenti in/psicomotricità. Si crea una grande suggestione tra mantelli colorati e torri di cuscini morbidi. Bastano infatti alcuni elementi cromatici e materiali facilmente spostabili per costruire simbolicamente luoghi diversi e permettere ai bambini di proiettarsi in nuovi mondi e relazioni. È questo uno degli spazi (insieme all’angolo morbido) per rasserenarsi e ricaricarsi di energia. È un riparo, una tana nella quale andare a sostare quando avviene una saturazione da relazioni. Con questa scelta per piccoli gruppi si imposta uno stile di comportamento e di relazioni sociali che porta a una convivenza alta e civile degli spazi comuni. I bambini alla scuola dell’infanzia vivono nel gruppo. Costruiscono il gruppo classe e poi in seguito anche quello di salone. Le difficoltà di relazione gruppali sono le difficoltà più grosse che accompagnano ciascuno di noi per l’intera vita. Iniziare a costruire questo linguaggio nel gruppo da piccoli vuol dire da grandi meglio armonizzarsi con le molti parti di noi. 21 Il metodo di ricerca Formativa è l’esperienza vissuta nel gruppo che avvia al metodo di ricerca con: Osservazione Sperimentazione Discussione Non si deve inoltre penalizzare l’errore, ma intenderlo come una maggiore rilevanza alla capacità di risposte e come auto correzione. - Inoltre sia con il laboratorio di cucina gli elementi di fisica elementare. e con quello di materiale naturale dove la classificazione di piante ci inserisce meglio in un ordine stagionale. Rientra quindi nella prospettiva scientifica il senso di Temporalità Simultaneità Ordine Sicurezza Misurazione della durata I laboratori creativi, come pensare con le mani dove si concretizzano le aree disciplinari, sottendono un’intenzione educativa che si sforza di mantenere alcune intuizioni: L’attività viene sempre proposta in forma di gioco, per consentire al bambino di familiarizzare spontaneamente con il materiale o la situazione presentata. L’azione diretta sugli elementi, sui materiali o sugli oggetti suggerisce la scoperta delle caratteristiche proprie. Le modificazioni e le trasformazioni degli elementi costituiscono il gesto creativo vero e proprio. Si valorizza l’intero percorso del bambino dove realizza i propri prodotti, riconoscendo le capacità, stile e tempi di ciascuno. Attività vissuta come gioco e mai omologate. Importanza della verbalizzazione. Identificazione dei personaggi del procedimento. Estrinsecazione dei vissuti su quanto prodotto o sul processo 22 Artista perché affina il suo senso estetico Un bambino è contemporaneamente Artigiano perché si impossessa di un procedimento Scienziato perché scopre un rapporto causa- effetto. Un bambino è soprattutto un individuo creativo. Nel contatto con l’ambiente il bambino vive lo spazio e il tempo in maniera reale. a) b) Esplorazione ed osservazione dell’ambiente. Individuazione di caratteristiche specifiche di piante e animali. Ciclo delle stagioni = diversi tesori in rapporto alle stagioni. La madre terra ci nutre e ci sostiene, tutto in un ritmo meraviglioso che è quello stagionale. È questa l’occasione per conoscere bosco mare montagna campagna collina. 23 Si punta in questa area quindi al Esplorare ( le cose, il tempo, la natura) Scoprire Manipolare Creare (Messaggi, forme) Sistematizzare (Ordine / misura) Input iniziale di programmazione: un “fondo integratore” Sicuramente l’inizio della nostra programmazione è una storia che accomuna tutta scuola intera. Si presenterà uno spettacolo teatrale che sarà un input potente e pervasivo perché si inizi a creare un mondo comune. Importante sarà subito raccogliere le parole dei bambini come evocazione di emozioni e vissuti: la storia è l’inizio, il mentre e la fine di un percorso. Evoca emozioni, sensazioni, ricordi personali con rievocazioni al proprio vissuto più profondo. Si entra nel mondo dell’immaginario e del fantastico. C’è un mero apprendimento all’ascolto con un naturale appropriazione di nuovi termini e conoscenze di altri significati con un arricchimento lessicale; memorizzazione; si apprezza il gusto di inventare una storia e di raccontarla ad altri; La storia narrata e vista inoltre può diventare ancora rappresentazione teatrale: si diventa come … ci si veste di tutti i ruoli … ci si trucca e la storiaa stessa diventa viva e reale ancora di più perché prende caratteri personali. Si entra così nelle dinamiche di ruoli e di comportamenti sociali. In queste occasioni si impara a vivere e canalizzare l’aggressività verso obiettivi costruttivi. Si acquisisce sempre più la fiducia nelle proprie capacità di comunicazione e di espressione, nella disponibilità a riconoscere il diritto degli altri alle proprie idee ed opinioni, nell’impegno a farsi un’idea personale ed a manifestarla; nello sforzo di ascoltare e comprendere, nella disposizione a risolvere i conflitti con le possibilità di esprimere le medesime esperienze in modi diversi. C’è una grande scoperta: il linguaggio a più voci. Molta importanza motivazionale ha il ritmo, l’evocazione creata anche dai silenzi. Le attività drammatico- teatrali sono finalizzate allo sviluppo di processi regolati di identificazione. Proiezione mediante interventi che coinvolgono i bambini nella partecipazione, ne arricchiscono l’esperienza su diversi piani. Si attivano così molteplici tracciati di crescita di ordine 24 cognitivo (ricostruzione temporale delle diverse modalità di espressione) affettivo (invenzione fantastica) promovendo così l’apprendimento e la formazione integrale. In sintesi le attività didattiche sono : giochi simbolici liberi e guidati giochi con trucchi e travestimenti, burattini e marionette drammatizzazioni narrazione L’adulto – insegnante è mediatore tra realtà e fantasia. Il bambino fa teatro rivivendo l’affettivo e l’emotivo promovendo: autonomia riconoscendo emozioni e sentimenti rafforzamento della fiducia, simpatia. Creatività La creatività non è da ritenersi una facoltà mentale distinta ma una caratterizzazione del nostro modo di pensare, conoscere e decidere. Pare emergere da esperienze multiple, da un favorito sviluppo delle risorse personali, dall’acquisizione di un senso della libertà che si svincola, senza paura, dal già noto e classificato Pare esprimersi attraverso processi cognitivi e dimensioni affettive e immaginative profonde la cui alleanza rafforza le capacità di ristrutturare i campi di previsione e applicazione e di arrivare a soluzioni impreviste Pare trovare i suoi luoghi più favorevoli nelle situazioni interpersonali quando la negazione e il confronto aperto delle azioni e delle idee diventano elementi decisi di sviluppo Attiva indirettamente la sua potenza se gli adulti e gli insegnanti sono meno consumatori di scienze o prescrizioni pedagogiche e invece più osservatori, interpreti di problemi e cercano di essere attenti più che ai risultati alle procedure della mente dei bambini nei diversi campi del fare e del capire Predilige amicizie con l’immaginazione e la fantasia quanto più si è convinti che hanno un ruolo moltiplicatore,trasfigurativo e unificatore delle attività intellettuali ed espressive Richiede che alla vecchia scuola del conoscere si connetta la scuola dell’esprimersi aprendo varchi ai cento linguaggi dei bambini 25 Gli elementari L’elemento acqua e la pittura Come ricreare la natura con creatività? Le attività grafiche, pittoriche e plastiche introducono il bambino ai linguaggi della comunicazione di espressione visiva, partendo dallo scarabocchio e dalle prime concettualizzazioni grafiche per attivare una più matura possibilità di produzione, fruizione, utilizzazione e scambio di segni tecniche e prodotti. L’esigenza prioritaria è di far acquistare una padronanza dei vari messaggi e delle varie tecniche che consenta di avvalersi di quelli più corrispondenti alle intenzioni del bambino stesso. Gli itinerari di attività tengono conto della maturazione delle capacità percettive, visive e manipolative e della necessità di attuare un approccio educativo rivolto a tutti i linguaggi e mirato all’apprendimento di specifiche abilità. Va in ogni caso valorizzata la diversità degli stili personali escludendo qualsiasi intervento che possa indurre l’intervento di stereotipie. La natura inoltre è una grande fonte di ispirazione poetica ed artistica. Per i 3 anni il colore è materia in senso estetico- emozionale ed evocativo. Per i 3 / 4 anni è il mondo fantastico- immaginativo Per i 4 / 5 anni è più propriamente una rappresentazione progettuale, che si incarna nella copia del vero e nel vedere rappresentate le proprie capacità. L’elemento terra e la manipolazione come ricerca e costruzione creativa con il materiale naturale Manipolazione e cucina. Come percorso di ricerca; come esplorazione di ambienti naturali e spunto per creazioni artistiche. Bisogna infatti abituare i bambini a guardarsi intorno: a ricercare nelle pietre, nei pezzi di corteccia o nelle nervature delle foglie le linee, i colori, i contorni e le forme esteticamente interessanti. E magari confrontare le loro scoperte con le produzioni artistiche. L’educazione dei bambini all’estetica della natura può avvenire, anche attraverso il collezionismo che ci offre l’occasione per custodire e valorizzare grandi e piccole cose dalle forme curiose. Le conchiglie del mare, i ciottoli del fiume o i sassolini, cortecce noci o un bottino di rami e radici contorte sono lo spunto per giocare con la natura. È pure quel mondo fantastico e reale, è pure un sogno di gioia (dove si danza, si ride, si scappa) ma è pure di paura (dove c’è lo sconosciuto e l’altro). Tutto ha sensazioni, profumi e stimoli per creare decorazioni fantastiche. 26 E’ importante in questi percorsi la forza e il legame del gruppo che si è andato a costituire nella prima parte dell’anno. Disponibilità a collaborare: amicizia sostegno per una equilibrata e corretta identità con una vera assunzione di ruolo per rompere gli stereotipi. Manipolazione come scoperta di tutti i materiali. Le mani sono strumenti di pensiero per raccogliere le emozioni, le sensazioni e le immagini. Importantissimo è ancora in questa area l’abilità di: esplorazione manipolazione motricità fine osservazione con l’impiego di tutti i sensi. È questa l’occasione di fare esperienza di materiali mai conosciuti. Soprattutto per i bambini di 3/4 anni è una bellissima esperienza di contatto sensoriale con i materiali creativa con travasi, costruzioni chevivono un attimo (castelli di sabbia o giochi col fango) Si può manipolare: Si può inoltre creare con: terra o terriccio sabbia acqua farina (bianca, gialla, gesso) granaglie paglia, fieno, sale. pongo didò das creta argilla fanghiglia 27 La cucina inoltre può essere un mondo importante per sperimentare sensorialmente, scientificamente ed esteticamente la manipolazione. Il cucinare è un movimento alchemico di mettere insieme le parti creando l’opera, ciò che si cucina. Ci sono tutti gli elementi, i prodotti della terra, l’acqua per lavarli, il fuoco per cuocerli e l’aria che ci porta i profumi delle cose buone. La cucina è per i bambini un luogo attraente, ma che solo raramente possono frequentare perché ritenuto per loro pericoloso. E tuttavia per molti bambini è forse uno dei pochi ambienti dove potrebbero ancora partecipare direttamente a un processo di trasformazione articolato e completo, realizzato in modo artigianale. La cucina più che un laboratorio è un atelier polivalente, nel quale stimolare e incrementare le abilità più disparate. Constatare che il freddo solidifica e che il calore scioglie, li porta a scoprire rapporti di causa – effetto. Seguire le indicazioni di una ricetta familiare con una sequenza logica. Come negli altri spazi dedicati alla manipolazione, i bambini possono esercitare la loro manualità impastando, modellando, utilizzando utensili, ma la cosa prodigiosa è che qui l’attività si conclude con la degustazione di quanto prodotto. In questo modo si giustifica e trova un immediato riscontro di utilità non solo il procedimento, ma anche un regno abitato da mille strani marchingegni da azionare girando manovelle, alzando e abbassando leve, ruotando manopole, con grande interesse e divertimento. Le ricette possono essere stagionali. Psicomotricità e musica: una va di integrazione Si promuove la presa di coscienza del valore dell’essere corporeo inteso come una delle espressione della personalità e come condizione funzionale relazionale, socializzante cognitiva – creativa comunicativa pratica E’ importante fermarci a pensare come in questa area andiamo a fare un lavoro sottile di intelligenza emotiva e relazionale. Siamo nella memoria profonda, dove si sono strutturati nodi psicologici importanti, quindi è necessario avere coscienza come insegnanti dello strumento fondamentale se pur invisibile che lo strumento psicomotorio ci offre. Invisibile perché a meno che non si faccia una ripresa non abbiamo traccia, ma è un vissuto importante Il bambino in età della scuola dell’infanzia controlla globalmente gli schemi motori dinamici generali e dispone di una ricca capacità di comunicazione non verbale ed 28 impara, in base alla padronanza del loro corpo a rappresentare simbolicamente la realtà, a trasformarla in esperienza integrante, ad accorgersi di poter dare ai movimenti dei significati che anche altri possono capire. Persegue inoltre la capacità di progettare ed attuare la più efficace strategia materia e di intuire e anticipare quella degli altri le dinamiche degli oggetti nel corso delle attività collettive. L’insieme delle esperienze materie corporee correttamente vissute costituisce un significato contributo per lo sviluppo di un’immagine positiva di sé. Si entra così in contatto, con la parte più profonda di noi dove l’emozione, il movimento e il ritmo sono aspetti di un’unica entità. Con un percorso musicale si possono individuare mondi musicali interni a noi, esterni nella natura e costruirne altri condivisibili. E’ importante costruire suoni riconoscibili insieme e partendo dal proprio suono a quello della natura in un unico ritmo. La ricerca sensoriale del suono è cosa molto concreta. Si comincia col non più muoversi sul suono esterno, ma su quello prodotto dalla voce o da un oggetto sonoro. La valenza comunicativa dei suoni viene rinforzata dall’azione gestuale e dal movimento nello spazio, i suoni acquistano più significati, evocano stati emotivi. La dimensione immaginaria della musica, viene così dilatata, rielaborata in un continuo dialogo con se stessi per esprimere sensazioni ed emozioni. Poi pian piano si passa al simbolico. Il suono – il silenzio il ritmo è come:l’espiro e l’inspiro,il continuo e il discontinuo, la presenza e l’assenza Da un punto di vista didattico si cerca nella natura vera gli innumerevoli suoni-rumori: -il rumore del cinguettio -del mare -del temporale e ancora si può ricreare tutto questo creando strumenti musicali fatti a mano, come il bastone della pioggia. Esplorazione Produzione Ascolto Uso di strumenti = registratori I 4 elementi come ingredienti scientifici Scientifico propriamente per i bambini di 5 anni come osservazione come rielaborazione dei fenomeni naturali. 29 Gli elementi naturali come acqua, aria e calore, hanno da sempre suscitato l’interesse dell’uomo al punto che, nell’antichità, erano a fondamento di sistemi filosoficiscientifici. La curiosità, il piacere di sperimentare e di verificare, il mettere in discussione le convinzioni correnti sono requisiti indispensabili per qualunque scoperta; queste caratteristiche fanno dei bambini gli scienziati ideali perché essi continuamente elaborano i modelli che utilizzano per rappresentarsi la realtà. Non esistono infatti teorie definitive. Attraverso giochi divertenti si possono proporre stimoli e indizi per sollecitare osservazioni autentiche e originali da parte dei bambini su fenomeni quali il galleggiamento e l’affondamento; esempio: la scoperta che l’aria ha un volume, un peso e si muove secondo una direzione; il freddo rapprende e il calore scioglie, ma a volte può avvenire esattamente l’opposto; tenendo in mano un ghiacciolo dopo un po’ brucia. Esempi: chi riesce a muovere più rapidamente con dei soffi poderosi un foglio di carta arricciato; soffiare con una cannuccia dentro una bacinella piena d’acqua per produrre un maremoto o una tempesta; far scoppiare i sacchetti di carta o riempire d’aria una busta di plastica e farci poi qualche buchino per vederla sgonfiare a poco a poco; col vento si può giocare con gli ombrelli e utilizzarli come paracadute … terrestri, o tenere dei veli tesi immaginando di essere in una barca a vela; scoprire le possibili evoluzioni di un lungo nastro; se piove si può andare sotto le grondaie con un ombrello o mettere barche e foglie dentro le pozzanghere; un sassolino alla volta nella vaschetta di polistirolo, puoi provare ad affondare le navi e se ti affidi a un dato per determinare il numero dei sassolini da aggiungere, puoi giocare a una battaglia navale veramente originale; galleggiamento: gonfiare un palloncino e provare a tenerlo sott’acqua, magari aiutandoti con dei pesi: quanti ne servono … luce – ombra: si disegna con la pila al buio (es. costellazioni). È interessante lasciare nel bambino o stimolare sempre più, la voglia di capire e domandare, di creare relazioni, ordine, corrispondenze. Si elaborano e verificano così previsioni, anticipazioni e ipotesi. 30 Importanza fondamentale ha la modalità di domanda e non tanto la risposta, perché ognuno ha un proprio processo individuale di ricerca. L’importanza del piccolo gruppo Il bambino apprende interagendo con il suo ambiente, trasformando attivamente le sue relazioni con il mondo degli adulti, delle cose, degli eventi e, in forma originali, con i coetanei. In questo senso partecipano alla costruzione di sé e dell’altro da sé. L’interazione tra bambini e bambini ha un valore fondamentale nelle esperienze dei primi anni di vita. È un bisogno, un desiderio, una necessità vitale che ogni bambino porta con sé, e chiedono di essere appagati attraverso la predisposizione di situazioni favorevoli. L’interazione dei bambini attraverso piccoli gruppi consente negoziazioni e dinamiche comunicative più frequenti, accattivanti, produttive e comunque diverse e non meno importanti di quanto possa offrire l’interazione adulto-bambino. Il che riconosce che gli auto- apprendimenti o i co- apprendimenti dei bambini hanno un loro specifico ruolo dell’organizzazione delle condotte e delle idee che sono il fine dei processi e delle strategie promozionali dell’educazione infantile. L’interazione tra bambini mette in gioco condotte sociali, emozionali, comunicative e cognitive. Saranno le variabili dei contenuti e delle forme dei processi interattivi a delineare qualità e quantità, modificazioni e coordinazioni di punti di vista così da approdare a risultati cui molto più raramente pervengono bambini che lavorano isolatamente. Ogni interazioni può pertanto produrre reattività diverse che si identificano nell’arricchimento dei rapporti interpersonali, della capacità di ascolto e risposta, delle modificazioni mimiche e linguistiche, della riscoperta dei coetanei, delle prese di coscienza di quanto si è uguali e diversi, dell’acquisizione di nuove curiosità e conoscenze e di appropriazione simboliche. Un’esperienza che pare espellere da sé esiti svantaggiosi e che comunque fornisce tutti una larga possibilità di apprendimenti e aggiustamenti. Perché gli scambi assumono più facilmente un carattere cooperativo è bene che le età e i livelli di maturazione e sviluppo dei bambini partecipanti non differenziano di molto. Secondo teorie di psicologia sociale le interazioni tra bambini sono sede naturale di conflitti cognitivi e di altri possibili conflitti che investono altre sfere della personalità, creati dal confronto e dalle differenze delle azioni, delle attese, delle idee. Andranno a considerarsi gli elementi della natura (Aria)---(Acqua)---(Terra)---(Fuoco) nelle stagioni Autunno Inverno Primavera Estate 31 Le finalità dei piccoli gruppi sono: Percorsi di esperienze Socializzanti Per numero ridotto Per veri bisogni dei Bambini maggior razionaliz zazione-coscienza conoscenza un’opportunità come opportunità di socializzazione per meglio valorizzare sia l’aspetto cognitivo-relazionaleaffettivo come risposta esauriente ai veri bisogni dei bambini e come cogliere osservazione nell’attività di esperienze, contenuti, spazi e processi di apprendimento come accordo finalità e progetti uscita della situazione come classe 32 LA FIABA Giocare con le parole, indovinelli, filastrocche, discorsi, conversazioni (emozioni e sentimenti), trucco, drammatizzazione, far teatro…produzioni fantastiche e reali (come la propria storia) e appello… ... il sé MATERIALE NATURALE Manipolare, pasticciare con i materiali naturali dopo averli cercati in esplorazioni. Interesse biologico come piante e animali. Si creano con i tesori naturali oggetti d’arte fantastici IL COLORE Ci si tuffa nel colore, i colori della natura nelle stagioni con varie tecniche dopo osservazioni nella realtà DIVERSI LINGUAGGI PER UN UNICO PROGETTO CUCINA Cucina come pasticciamento e come esperienza di fisica elementare NEI QUATTRO ELEMENTI: ARIA ACQUA TERRA FUOCO E NELLE STAGIONI CON RITMI NATURALI SCIENTIFICO scientificità, esperimenti, ipotesi di fenomeni naturali come formulazione e realizzazione…Come atteggiamento e abilità MUSICA Canto, ascolto di suoni naturali e riproduzioni con strumenti costruiti con materiale naturale. Attività ritmico-motoria 33 MANIPOLAZIONE Come sentire, sensoriale e percettivo di materiali anche artificiali e di tipo diverso DANZA Movimento, tracce musica e danza. Espressione del corpo come ritmo che entra nella natura. Gioco-dramma come espressione Il metodo come atteggiamento Prima di tutto scrivere un testo programmatico vuole essere uno strumento che significa che si sta facendo una cosa seria” come seriamente i bambini giocano. Il nostro metodo consiste proprio nel primario ascolto dei bambini, crediamo che le loro parole, idee, pensieri e progetti sono ascoltati e presi sul serio dagli adulti. Si vuole dire con foto e grafiche (opere d’arte) quello che sta avvenendo a scuola. È questa un’esperienza di comunicazione multipla. Realizzare una documentazione sistematica dei processi e dei prodotti del lavoro dei bambini e con i bambini offre tre funzioni chiave: fornisce ai bambini una memoria concreta e visibile di quello che avevano detto e fatto, che può servire come punto di partenza per il successivo passo nell’apprendimento fa sì che gli insegnanti creino un metodo di ricerca per il miglioramento e il rinnovamento continuo offre ai genitori informazioni dettagliate su quello che succede a scuola e non solo al proprio bambino, ma al gruppo di bambini che costituisce il gruppo di un progetto La stessa finalità si ottiene con l’utilizzo di videocassette, registrazioni e mostre permanenti. Tutto questo è soggetto a riesame, verifiche e sperimentazioni. Guardando le foto si avverte che si cerca di vivere un’educazione basata sulla relazione, su un’immagine del bambino ricca e forte, e del ruolo dell’insegnante basato sull’ascolto dei bambini. È la documentazione di una storia di vita. Inizia così la nostra storia condivisa. 34 TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE DI RIFERIMENTO PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “LA CONOSCENZA DEL MONDO”: · Coglie le trasformazioni naturali · Osserva i fenomeni naturali e gli organismi viventi sulla base di criteri o ipotesi, con attenzione e sistematicità · E’ curioso, esplorativo, pone domande, discute, confronta ipotesi, spiegazioni, soluzioni, azioni. Utilizza un linguaggio appropriato per descrivere le osservazioni o le esperienze. PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “IL SE’ E L’ALTRO”: · Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini, si rende conto che esistono punti di vista diversi e sa tenerne conto; Ascolta gli altri e dà spiegazioni del proprio comportamento e del proprio punto di vista; Dialoga, discute e progetta confrontando ipotesi e procedure, gioca e lavora in modo costruttivo con gli altri bambini. PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “IL CORPO IN MOVIMENTO”: · Esercita le potenzialità sensoriali, conoscitive, relazionali, ritmiche ed espressive PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE”: · Comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del corpo consente. Inventa storie e si esprime attraverso diverse forme di rappresentazione e drammatizzazione. Si esprime attraverso il disegno, la pittura e altre attività manipolative e sa utilizzare diverse tecniche espressive. · Esplora i materiali che ha a disposizione e li utilizza con creatività; E’ preciso, sa rimanere concentrato, si appassiona e sa portare a termine il proprio lavoro; Formula piani di azione, individualmente ed in gruppo, e sceglie con cura materiali e strumenti in relazione al progetto da realizzare; 35 Ricostruisce le fasi più significative per comunicare quanto realizzato. PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “I DISCORSI E LE PAROLE”: · Sviluppa fiducia e motivazione nell’esprimere e comunicare agli altri le proprie emozioni, le proprie domande, i propri ragionamenti attraverso il linguaggio verbale, utilizzandolo in modo differenziato e appropriato nelle diverse attività; Sviluppa un repertorio linguistico adeguato alle esperienze e agli apprendimenti compiuti nei diversi campi di esperienza; Racconta, inventa, ascolta e comprende le narrazioni e la lettura di storie, dialoga e discute, chiede spiegazioni e spiega, usa il linguaggio per progettare le attività e per definire le regole IPOTETICI PERCORSI DIVISI PER ETA’ PERCORSO DIDATTICO FORMATIVO PER I BAMBINI DI 3 ANNI CAMPO DI ESPERIENZA “LA CONOSCENZA DEL MONDO” - Compie azioni in successione e le verbalizza (prima/dopo) Ricorda e ricostruisce ciò che si è fatto visto o sentito Ripercorre insieme alle insegnanti e ai compagni le esperienze vissute Mostra interesse per i fenomeni naturali Esegue semplici esperimenti Individua semplici relazioni causa-effetto Pone domande, manifestando prime forme di curiosità e interesse CAMPO DI ESPERIENZA “IL SE’ E L’ALTRO” - E’ disponibile a collaborare in gruppo e aiutare gli altri nell’eseguire un compito - Manifesta primi comportamenti di condivisione e collaborazione CAMPO DI ESPERIENZA “IL CORPO IN MOVIMENTO” - Utilizza i sensi per osservare, esplorare e manipolare oggetti 36 CAMPO DI ESPERIENZA “LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE” - Mostra curiosità e interesse - Osserva con curiosità e attenzione le azioni degli altri e prova a ripetere - Esplora tecniche diverse e sperimenta con curiosità - Manipola materiali amorfi e/o strutturati attribuendovi significato personale - Utilizza il corpo e la voce per imitare, riprodurre, inventare - Esprime e comunica emozioni e stati d’animo attraverso il linguaggio corporeo CAMPO DI ESPERIENZA “I DISCORSI E LE PAROLE” - Descrive e racconta esperienze vissute, brevi racconti e situazioni, mostrando fiducia nelle proprie capacità - Mostra di comprendere quanto ascoltato, eseguendo, ripetendo e individuando personaggi e azioni - Esprime e comunica emozioni, sentimenti e stati d’animo COMPETENZE IN USCITA :: Ciascun bambino, nel rispetto dei suoi tempi e modi di apprendimento dovrà, essere in grado di: - Conoscere e individuare le caratteristiche principali dei quattro elementi (fuoco, aria, terra, acqua) - Osservare, mostrare interesse e rispetto per l’ambiente, i fenomeni naturali, il susseguirsi degli eventi. - Eseguire semplici sperimentazioni - Rievocare e rielaborare verbalmente le esperienze vissute mostrando sempre maggiore coerenza nell’esposizione - Leggere immagini - Ascoltare, comprendere, rievocare e raccontare testi narrativi inerenti ai quattro elementi - Esplorare i materiali e usarli con creatività - Esprimersi attraverso la drammatizzazione - Apprendere le prime regole di convivenza necessarie alla vita sociale LINEE METODOLOGICHE: - Sfondi motivanti: storie e narrazioni fantastiche sui 4 elementi - Didattica laboratoriale: attività proposte nel grande, medio e piccolo gruppo. - Approccio ludico e attività in intersezione. 37 - l’apprendimento attraverso l’associazione con il movimento · · · · Rappresentazione grafica del fuoco con diverse tecniche grafico-pittoriche Lettura di immagini e conversazioni Attività di drammatizzazione e giochi motori Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE CON IL FUOCO · Fuoco da osservare: luce, colore e calore della fiamma di una candela · Racconti e storie sull’elemento fuoco · I Colori del Fuoco · I pericoli del fuoco · Fuoco per cucinare · Fuoco per riscaldare · Racconti e storie sull’aria · Aria per respirare · Aria per volare · Rappresentazione grafica dell’aria con diverse tecniche grafico-pittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE CON L’ARIA: · Aria per giocare (palloni; girandole; aquiloni, bolle di sapone) · Aria per dipingere : la tecnica dello spruzzo · Racconti sull’elemento terra · Terra per nascere e vivere · I colori della terra · Rappresentazione grafica dell’elemento terra con diverse tecniche graficopittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e 38 filastrocche ESPERIENZE CON LA TERRA: · Terra per giocare : pasticciamento e attività di manipolazione (creta) · Semplici esperienze di semina · Racconti sull’elemento acqua · Acqua per lavarsi · Acqua per dissetarsi · Rappresentazione grafica dell’elemento acqua con diverse tecniche graficopittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE CON L’ACQUA · Acqua per giocare : schiuma, bolle di sapone, giochi di travaso. · Acqua per dipingere: l’acqua colorata PERCORSO DIDATTICO FORMATIVO PER I BAMBINI DI 4 ANNI CAMPO DI ESPERIENZA “LA CONOSCENZA DEL MONDO” - Osserva ed esplora i fenomeni naturali mostrando curiosità e interesse - Coglie la successione ciclica di alcuni eventi e fenomeni naturali (prima/dopo) - Coglie e ricerca le cause di trasformazione di alcuni elementi - Esegue semplici esperimenti - Esprime le proprie opinioni circa la spiegazione di un fenomeno. Analizza fatti ed eventi ponendo domande - Individua il rapporto causa/effetto in situazioni e fenomeni - Collabora alla ricostruzione di esperienze utilizzando varie forme di documentazione - Comincia a porre domande in relazione ad un problema osservato e formula ipotesi di soluzione CAMPO DI ESPERIENZA “IL SE’ E L’ALTRO” - Svolge attività di gruppo mostrandosi disponibile alla collaborazione - Si confronta con gli adulti e i coetanei chiedendo spiegazioni e raccontando vissuti 39 CAMPO DI ESPERIENZA “IL CORPO IN MOVIMENTO” - Utilizza i sensi come strumenti di discriminazione percettiva e individua le proprietà percettive delle cose CAMPO DI ESPERIENZA “LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE” - Mostra sempre maggiore curiosità e interesse - Osserva con curiosità e attenzione le azioni degli altri e prova a ripetere - Inventa situazioni e brevi drammatizzazioni - Riproduce elementi della realtà attraverso la manipolazione, il disegno e la pittura CAMPO DI ESPERIENZA “I DISCORSI E LE PAROLE” - Descrive un fenomeno, un evento una situazione con lessico adeguato o specifico - Mostra di aver compreso quanto ascoltato, eseguendo, ripetendo e commentando fiabe, storie e racconti - Riesprime e ricostruisce esperienze e narrazioni individuando elementi, stati d’animo, personaggi, azioni e luoghi in sequenza temporale. COMPETENZE IN USCITA: Ciascun bambino, nel rispetto dei suoi tempi e modi di apprendimento dovrà, essere in grado di: - Conoscere e individuare le caratteristiche principali dei quattro elementi (fuoco, aria, terra, acqua) - Osservare, mostrare interesse e rispetto per l’ambiente, i fenomeni naturali, il susseguirsi degli eventi. - Eseguire semplici sperimentazioni - Rievocare e rielaborare verbalmente le esperienze vissute mostrando sempre maggiore coerenza nell’esposizione - Leggere immagini - Ascoltare, comprendere, rievocare e raccontare testi narrativi inerenti ai quattro elementi - Rielaborare graficamente in forma autonoma e/o guidata le esperienze vissute e le storie ascoltate - Esplorare i materiali e usarli con creatività - Esprimersi attraverso la drammatizzazione - Apprendere le prime regole di convivenza necessarie alla vita sociale 40 LINEE METODOLOGICHE - Sfondi motivanti: storie e narrazioni fantastiche sui 4 elementi - Osservazione di fenomeni e sperimentazioni. - Didattica laboratoriale: attività proposte nel grande, medio e piccolo gruppo. - Attività in intersezione - Approccio ludico - Uscite didattiche - esecuzione di movimenti e gesti relativi all’attività per l’apprendimento attraverso l’associazione con il movimento · Rappresentazione grafica del fuoco con diverse tecniche grafico-pittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE COL FUOCO · Fuoco da osservare: forme e colori della fiamma di una candela · Giochi e esperienze di luce e ombre · Racconti e storie sul fuoco · I Colori del Fuoco · I pericoli del Fuoco · Fuoco per cucinare · Fuoco per riscaldare · Fuoco per illuminare · Racconti e storie sull’aria · Aria per respirare · Aria per volare · Rappresentazione grafica dell’aria con diverse tecniche grafico-pittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE CON L’ARIA: · Aria per giocare (palloni; girandole; aquiloni, bolle di sapone) 41 · Aria per dipingere : la tecnica dello spruzzo · Racconti sull’elemento terra · Terra per nascere e vivere · Rappresentazione grafica dell’elemento terra con diverse tecniche grafico-pittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE CON LA TERRA: · Terra per sperimentare: Semina · Terra per esplorare: uscite in giardino, osservazioni dell’ambiente · Terra per giocare : pasticciamento e attività di manipolazione (creta) · Racconti sull’elemento acqua · Acqua per conoscere : il ciclo dell’acqua · Acqua per vivere: dissetarsi, lavarsi… · Rappresentazione grafica dell’elemento acqua con diverse tecniche graficopittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE CON L’ACQUA · Acqua per sperimentare: gli stadi dell’acqua · Acqua per giocare : schiuma, bolle di sapone, giochi di travaso. · Acqua per dipingere: l’acqua colorata ATTIVITA’ E CONTENUTI PERCORSO DIDATTICO FORMATIVO PER I BAMBINI DI 5 ANNI 42 OBIETTIVI FORMATIVI CAMPO DI ESPERIENZA “LA CONOSCENZA DEL MONDO” - Esplora, osserva e manipola la realtà circostante con attenzione e interesse - Comprende l’aspetto ciclico e/o irreversibile di alcuni fenomeni o eventi naturali (prima/dopo) - Riconosce, descrive e confronta aspetti e fenomeni di eventi naturali - Discrimina le proprietà percettive delle cose e verbalizza con termini appropriati - Comprende e descrive i passaggi fondamentali dei processi di trasformazione. - Esegue semplici esperimenti, operando previsioni circa gli esiti - Propone modalità di ricerca delle cause di un problema o di un fenomeno. - Argomenta situazioni e processi utilizzando gli schemi chi/cosa/dove/come/quando/perchè - Collabora alla documentazione di ciò che si è visto, fatto o sentito utilizzando vari strumenti (foto, registrazioni, immagini) - Pone in relazione il ricordo e la documentazione verificandone la congruenza - Prende in considerazione tutte le ipotesi di soluzione dei problemi, valutando e negoziando con gli altri quelle più adeguate CAMPO DI ESPERIENZA “IL SE’ E L’ALTRO” - Partecipa alle attività di gruppo collaborando attivamente con i compagni - Coglie l’importanza del contributo degli altri per il raggiungimento di un obiettivo comune CAMPO DI ESPERIENZA “IL CORPO IN MOVIMENTO” - Esplora, osserva e manipola la realtà utilizzando i canali sensoriali. CAMPO DI ESPERIENZA “LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE” - Osserva con attenzione e chiede spiegazioni - Usa l’espressività linguistica e corporea per raccontare ed inventare esperienze reali o fantastiche - Esegue consegne in base ad istruzioni avute CAMPO DI ESPERIENZA “I DISCORSI E LE PAROLE” - Comprende consegne, narrazioni, comunicazioni più complesse - Riesprime correttamente e coerentemente e ricostruisce verbalmente esperienze, narrazioni e situazioni individuando elementi, stati d’animo, personaggi, azioni e luoghi in sequenza temporale. 43 Competenze in uscita: Ciascun bambino, nel rispetto dei suoi tempi e modi di apprendimento dovrà, essere in grado di: - Conoscere e individuare le caratteristiche principali dei quattro elementi (fuoco, aria, terra, acqua) - Osservare, mostrare interesse e rispetto per l’ambiente, i fenomeni naturali, il susseguirsi degli eventi. - Eseguire semplici sperimentazioni - Rievocare e rielaborare verbalmente le esperienze vissute mostrando sempre maggiore coerenza nell’esposizione - Leggere immagini - Ascoltare, comprendere, rievocare e raccontare testi narrativi inerenti ai quattro elementi - Rielaborare graficamente in forma autonoma e/o guidata le esperienze vissute e le storie ascoltate, passando dall’esplorazione senso-percettiva alla rappresentazione simbolica del vissuto - Esplorare i materiali e usarli con creatività - Esprimersi attraverso la drammatizzazione - Apprendere le prime regole di convivenza necessarie alla vita sociale Linee metodologiche: - Sfondi motivanti: storie e narrazioni fantastiche sui 4 elementi - Osservazione di fenomeni e sperimentazioni. - Didattica laboratoriale: attività proposte nel grande, medio e piccolo gruppo. - Approccio ludico - Attività in intersezione. - Uscite didattiche - esecuzione di movimenti e gesti relativi all’attività per l’apprendimento attraverso l’associazione con il movimento · Rappresentazione grafica del fuoco con diverse tecniche grafico-pittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE CON IL FUOCO · Fuoco da osservare: Colori e forme della 44 fiamma di una candela · Fuoco per sperimentare: proviamo a costruire il nostro Vesuvio · Esperienze di luce ed ombre · Racconti, storie e leggende sul fuoco: Le origini dell’uomo e la scoperta del fuoco ; Fuoco per difendersi, fuoco per cucinare. · L’Energia del Fuoco: fuoco per riscaldare, fuoco per illuminare · Fuoco per distruggere (La professione del vigile del fuoco) · Fuoco dalla terra: scopriamo un vulcano · Racconti e storie sull’aria · Aria per respirare · Aria per volare · L’energia del vento · Rappresentazione grafica dell’aria con diverse tecniche grafico-pittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE CON L’ARIA: · Aria per sperimentare : costruiamo girandole e aquiloni · Aria per dipingere : la tecnica dello spruzzo · Racconti sull’elemento terra · Terra per nascere e vivere · Racconti sull’elemento acqua · Acqua per conoscere : il ciclo dell’acqua · Acqua per vivere: dissetarsi, lavarsi… · L’energia dell’acqua · Rappresentazione grafica dell’elemento acqua con diverse tecniche graficopittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e 45 filastrocche ESPERIENZE CON L’ACQUA · Acqua per sperimentare: gli stadi dell’acqua, esperimenti di galleggiamento, permeabilità e impermeabilità · Acqua per dipingere: l’acqua colorata ATTIVITA’ E CONTENUTI · Rappresentazione grafica dell’elemento terra con diverse tecniche grafico-pittoriche · Lettura di immagini e conversazioni · Attività di drammatizzazione e giochi motori · Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche ESPERIENZE CON LA TERRA: · Terra per sperimentare: Semina · Terra per esplorare: uscite in giardino, osservazioni dell’ambiente· Terra da manipolare: esperienze con la creta 46 ORGANICO PETRARCA La scuola è costituita da otto sezioni SEZIONI n. iscritti DOCENTI Azzurra 25 Pisot Carla- Serranò Fortunata Blu 25 Albanesi Grazia- Chiesa Elda Arancione 25 Galassi Antonella- Papa Emma Rossa 28 Barbaro Rosalba- Conconi Nadia – Patrizia Marilù Pagano Turchese 28 Ariolo Maria GraziaMoretto Rossella Gialla 25 Garavaglia NadiaGarzella Cristina Verde 25 FuniatiMaura- Furlani Loredana Rosa 28 Pugliese Ortenzia- Ulino Carmela Insegnante di religione: Murray Manuela Alberta Insegnanti di sostegno statale: Iurato Jolanda (arancione e blu) Vitale Assunta (azzurra e gialla) Assistenti comunali: Cipriano Marion (blu) Padula Raffaella (gialla) Papeo Veronica (azzurra) 47