Milano Marathon 2015: ready to run!

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Milano Marathon 2015: ready to run!
Busnago, 11 aprile 2015
Comunicato stampa
Milano Marathon 2015: ready to run!
Il Network Sanitario Emergenze Speciali di Busnago Soccorso ONLUS
garantisce l’assistenza medica ad oltre 14.000 runners
Domenica 12 aprile 2014, Busnago Soccorso Onlus -partner di Europ Assistance- organizza e
gestisce il servizio di assistenza sanitaria ai 4.823 maratoneti e 9.276 staffettisti iscritti alla
quindicesima edizione della maratona milanese.
A tutela sanitaria degli atleti un'equipe specializzata composta da medici anestesisti-rianimatori,
cardiochirurghi, perfusionisti, infermieri di area critica, soccorritori e volontari di protezione civile.
Presenti su tutto il percorso ambulanze in tre configurazioni (da terapia intensiva, medicalizzata e
da soccorso di base con DAE a bordo), automediche di soccorso avanzato, squadre appiedate, punti
di primo intervento ed una "Cittadella Sanitaria" approntata per la prima volta in corso Venezia
intersezione via Palestro su una superficie di oltre 400mq. in grado di erogare prestazioni ad alta
specializzazione.
Di particolare rilievo le dotazioni tecnologiche presenti: tutti i Pazienti potranno essere visitati ed
inquadrati dal punto di vista clinico grazie alla disponibilità di ecografi, apparecchiature per esami
ematici ed apparati di telemedicina, che consentiranno anche il continuo scambio di informazioni
tra i soccorritori presenti sul territorio, la cittadella sanitaria ed i reparti di Terapia Intensiva
coinvolti.
Busnago Soccorso ONLUS
Via Italia, 197 - 20874 Busnago (MB)
Tel. 02/95.76.40.83 - Fax 02/87.15.25.93 - [email protected] - www.busnagosoccorso.it
Anche quest'anno l'ECMOteam di Busnago Soccorso ONLUS-Ospedale San Raffaele di Milano
sarà presente con due macchine per il supporto extracorporeo messe a disposizione dal Prof.
Alberto Zangrillo, Primario di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale San Raffaele di Milano.
Perché proporre l’Extracorporeal Life Support in un Posto Medico Avanzato?
L‘Extracorporeal Cardiac Life Support rappresenta una delle applicazioni dell’ormai sempre più
diffusa metodica ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation), resa famosa anche ai non
sanitari per l’estesa visibilità che i media le hanno riservato durante le recenti pandemie da virus
AH1N1.
Grazie all’ECMO, infatti, è possibile sostituire per lungo tempo (anche per decine di giorni), la
funzione di cuore e polmoni, a seconda delle necessità cliniche. Per utilizzare l’ECMO con la
finalità di mantenere una pressione sanguigna sufficiente a irrorare il cervello e gli altri organi del
corpo, i sanitari incannulano una grossa arteria (solitamente l’arteria femorale) e la vena
controlaterale.
Il sangue viene quindi pompato artificialmente e fatto passare attraverso una membrana a sua volta
perfusa da ossigeno, con conseguente rimozione dell’anidride carbonica ed ossigenazione dello
stesso. Grazie alla pressione realizzata dalla pompa, il sangue ossigenato raggiunge il cervello e gli
altri organi, assicurando il corretto rifornimento di ossigeno e sostanze nutrienti.
Per quanto salvavita, la metodica non è tuttavia scevra da rischi ed importanti effetti collaterali. Non
esistono però alla data attuale, linee guida elaborate da esperti nel settore che sostengano l’utilizzo
routinario di questa tecnica in corso di arresto cardiocircolatorio, benché i risultati di alcuni
importanti centri sembrino confermare l’efficacia del trattamento.
La morte del calciatore Piermario Morosini ha riportato prepotentemente alla ribalta il tema di una
corretta rianimazione cardiopolmonare in contesti particolari, come ad esempio durante la pratica
sportiva. Proprio in queste situazioni, infatti, molti sanitari hanno evidenziato come difficilmente gli
atleti colpiti da arresto cardiaco stentino a rispondere positivamente alle tradizionali manovre
rianimatorie.
Al di là del perché atleti giovani, sani e sottoposti ad accurati controlli medici vadano in contro a
morte cardiaca improvvisa, va rilevata la particolare condizione che caratterizza l’atleta in arresto
cardiocircolatorio dopo o durante intensa attività fisica: si tratta infatti di un organismo che ha dato
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fondo alle proprie riserve fino a pochi istanti prima dell’accidente, e che affronta la completa
mancanza di ossigeno ad organi e tessuti senza più energia.
Questo sembrerebbe spiegare, si ripete, al di là della causa dell’arresto cardiaco, il perché tali
pazienti rispondono in maniera insoddisfacente alle manovre rianimatorie tradizionali. La corretta
applicazione delle manovre rianimatorie di base, note anche come Basic Life Support &
Defibrillation (BLS-D), rappresentano il cardine fondamentale ed irrinunciabile per iniziare il
trattamento dell’arresto cardiaco, seguite tempestivamente dall’esecuzione di manovre di supporto
vitale avanzato meglio note come Advanced Life Support (ALS), svolte da personale medico ed
infermieristico.
Nei casi più complessi e quando il trattamento standard fallisce, il precoce ricorso
all’Extracorporeal Cardiac Life Support (ECLS) può rappresentare una ulteriore chance terapeutica.
Sulla revisione delle letteratura e sulla base dell’esperienza ad oggi maturata da Busnago Soccorso
Onlus nella gestione di grandi eventi, abbiamo deciso di coinvolgere l’Ospedale San Raffaele di
Milano (coordinata dal Prof. Alberto Zangrillo e dal Prof. Federico Pappalardo) così da disporre di
apparecchiature e personale necessari all’istituzione della terapia sul territorio.
Risorse impiegate:
ü 14 medici (tra anestesisti-rianimatori, cardiochirurghi e medici di emergenza territoriale)
ü 14 infermieri di area critica
ü 1 perfusionista
ü 77 soccorritori sanitari (tutti certificati Defibrillazione Precoce)
ü 23 operatori del soccorso tecnico-logistico
ü 5 coordinatori
ü 4 automediche di soccorso avanzato MSA
ü 1 ambulanze da terapia intensiva CMR
ü 9 ambulanze di soccorso di base con DAE a bordo MSB
ü 1 veicolo ad uso speciale adibito al servizio scopa
ü 1 veicoli leggeri veloci per il monitoraggio delle prestazioni ed il trasporto di provette ed esami
ematochimici
ü 10 automezzi di supporto logistico
ü 8 squadre appiedate con DAE e zaino di soccorso
ü 4 barelle motorizzate a protezione dell'arrivo
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ü 4 barelle tattiche a protezione dell'area di esodo
ü 2 sedie portantine a protezione dell'arrivo
ü 1 Posto Medico Avanzato così composto:
a) 1 tenda ECMO/contropulsati da 1+1 posti letto
b) 1 tenda codici giallo/rossi da 6 posti letto intensivi
c) 1 tenda codici verdi da 12 posti letto a bassa assistenzialità
d) 1 tenda codici bianco da 20 posti a sedere
e) 1 tenda triage e laboratorio analisi
ü 1 posto comando mobile con 3 postazioni radio
ü 2 Punto di Primo Intervento da 2/4 posti letto e personale sanitario in posizioni strategiche sul
percorso (ai Km. 17,30/36,00 e 27,70)
ü 2 contropulsatori
ü 20 monitor defibrillatori
ü 8 monitor multiparametrici
ü 1 monitor BIS
ü 18 defibrillatori semiautomatici
ü 12 ventilatori polmonari
ü 18 pompe siringa
ü 2 ecografi
ü 2 emogasanalizzatori
Alla buona riuscita dell'assistenza collaborano attivamente:
ü l'Ospedale San Raffaele di Milano
ü le Associazioni di Volontariato e Pubblica Assistenza aderenti ad ANPAS Lombardia
a) Croce d'Oro
b) Croce Verde A.P.M.
c) SOS Lambrate
d) SOS Milano
ü l’Ufficio di Protezione Civile del Comune di Monza (MB)
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