SULL`OCE CON UN - Corso Sparviero Secondo

Transcript

SULL`OCE CON UN - Corso Sparviero Secondo
t
o
l'abc per traversare l'atlanti
SULL'OCE
CON UN
TA CLASSE
Prendere una barca piccola,
economica ma sicura, traversare
l'Atlantico e girovagare fra le
isole incantate del mare dei
Caraibi: ecco il sogno di tanti
e come cr sr prepara per una
traversata atlantica? Sentiamo
il racconto dettagliato ed i
consigli di uno che lo ha fatto.
appassionati di barche. E'facile,
è difficile? Come si organizza
Ho accettato con entusiasmo I'invi-
to rivoltonri da Forza 7 di raccontare,
a. partire. da questo numero, I'espenenza ol vlagglo da me vlssuta tra
l'ottobre 191 {Vd il niarzo I 97 5
In questi sei mesi ho aperto una
parentesi nello nria vita tli favort-r, rni
Massimo Cerracchio
PERCHE' OUESTO ABTICOLO
.
nica a l\{arsiglia da dove sono rientra-
to in Italia via mare. La niia barca è
un Samurai costruito in Francia dai
Cantieri Nautici del Sud Ovest
c.M-
(CNSO), si chiama "Mamaroa", è lun-
un'esperienza del genere. Senza f illusione di poter raccorrtare quello che
non è raccontabile, e cioè quelle cose
che hanno reso il viaggio per me tan-
to diverso dalla lettura di libri
F.orzaJ,.
di
spiegare. 1oro, cioè, conre
para, come
ere. Quindi
sto
viaggio
n.rente frío
alla sua
conclusione. Cercherò di
individuanie i valoli positivi ed i
limiti. Cercherò di fare tutto ciò nella
speranza che possa essere utile a
qualcuno che abbia voglia di tentare
60
Foaza
i
- orroBRE
1975
sull'argomento. l-a differenza è tutta
qui: tra le pagine cli un libro e la realtà del mare.
Per una maggiore aclerenza alla
realtà. la suddivisione in sei puntate
copre esattamente i1 periodo del
viaggio; guindi a partire da questo
numero (esattsnìente un anno dopo
la nria partenza tla Cala Crlerr) e fino
a Marz<: saranno trattati nell'ordine i
seguenti argomenti:
1) Marnaloa ed io - l'equipaggio
e
Mamaroa ed io
Perchè il lettore possa confrontare
la sua personale esperienza e decidere
poi se essa sia o meno sufficiente per
intraprendere un analogo viaggio. sono costretto a parlarvi di me e dei
precedenti viaggi di Mamaroa.
Dunque. io ho 36 annì ed ho
acquistato Mamaroa nel febbraio
1971 insieme con
il mio amico Mauri-
zìo. Prima non avevamo fatto nessuna
io e Annette compimmo da soli; febbraio 1913: da S. Stefano a
cui si risparmia sull'aereo. La navigazione nel Mediterraneo non presenta
srossi problemi, ci sono fari e^radiofaii dappertutto e poi la navigazione
stimaia, se ben corìdotta. è largamente sufficiente nella maggior parte dei
casl.
Il clima è molto favorevole (Mamaroa ha navigato in tutte le stagioni),
la nebbia e Ie correnti di marea, salvo
bre 7913: da Malta a Biserta (Tunisia) quindi Maiorca (Baleari). Bonifa-
cio e'rientro a Santo Stefano. Da ag'
giungere qualche giretto nell'arcipelago toscano.
scopre un mare div
crociere sono diventate via via piÌr
impegnative e questo è avvenulo na-
Ioro aspetto antico
di fascino.
L'unica cosa che rende delicata la
- Da questo arido elenco, vorrei
-in evidenza il fatto che le
mettere
tufalmente. Mi- sono trovato cioè
fine di luglio sostenemmo, con un po'
di batticuore, ma con esito positivo,
I'esame
di abilitazione in
Capitaneria.
Cominciò così una serie di crociere
che riassumo nel modo schematico
sequente:
aqosto
l97l: giro
naturalmente spinto man mano che il
tempo passava, ad aumentare le distanze e'le dilficoltà ma senza che ciò
picòoli porti fuori
fassato i1 caos dell
della Corsica:
otto-bre lgll: da ?orto S. Stefano a
Napoli e ritomo a Fiumicino; novem-
br€ l97l: da Fiumicino a S. Teresa
di Gallura lSardegna) e ritorno: agosto l9'72: Bocchidi Bonifacio, Pòrto
Mahon (Baleari) e ritomo; dicembre
79J2: Por|o S. Stefano, Sastia e ri
tomo; questa fu la prima crociera che
raggiungerla per proseo per tornare indietro
o.,problema soPrattutto
il treno o la nave con
Le crociere mediterranee estive ed
invernali compiute dall'autore sono
state un ottimo allenamento per la
traversata. Sopra il titolo, Annette
segna sulla carta il passaggio dell'equatore.
FoRzA 7 - orroBRE
tgzs
61
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p|oscFtìen(l'J "piarrtr nìc
costarìtcrnerì1c" si può utJrre
ll Samurai con cui l'autore ha îraversato
l'Atlantico come era prima della
pirrro c
faitì) a sacrificare parte (a volte tut-
trasformazione e messa a punto.
abbastlnza lontano.
indiper.rdenza. Con 1'aggravante cl're
basta la scarsa preparazione a questo
parata ad affrontare il tempo cattivo
perchè presto o tardi "quel" giorno
àrriva pér tutti e allora è iroppó tardi
per pentirsi di non aver previsto questo o quello.
ln Conclusione, soltanto clopo questo ciclo di r'rociere lni sonu reso
conto di aver iniziato con Malnaroa
un certo dialogo con il mare, anche
se ero, come sono tuttora, ben ionta-
no dal sentirmi un marinaio. Infattì
per diventare un marinaio a volte non
basta una vita" ed è quindi irrrpensabi-
le poterlo
diventare nel poco tempo
libero che ci lascia il nostro lavoro.
Ed a proposito di lavoro, perchè la
mia "sclieda" sia comoleta devo dirui
che nella vita faccio il pilota
Volo da quando avevo 1 8 anni e
questo
L'equipaggio e I'idea
Sulla conrposizione di un equipaggio c'he deve passare alcuni rnesi su
una barca è stato già scritto niolto. lo
vorrei quir.rdi, lìmitare il discorso
escludendo le barche "graldi", diciamo superiori a 35 piedi (10 metri
e
tnezzo): a fileno ché non siano particolarnrente altrezzate rrecessitano di
un equipaggio
35 piedi in giir
possibili: drl
di due, tre o pi
dai
ono
ggio
del
numero, da un punto di vista tecnico,
è sempre una cluestìone di spazio. Per
esenrpio su Marnaroa, luuga 7,60 e
con una abitabilità intet'na ridotlissimu. è intperrsahile trrr lungrr virggio
irr
ta) la plopria autonomia e la propria
di uno solo per
di tutti. Ed a questo purrto l'intesa con il rnare non
sacrificio da parte
turbare I'arnronia
può più esistere.
Nel nostr,--r easrr. l'eqrripaggio
do nato prima dell'idea di
qià faltr.
vicg.s.it'. lr seeltr era -iu
essen-
questo
Inoltre
essàíd,, Annette ed
diventati urr
"equipaggio" anche a terra. abbiarno
sen1plìcemente dovnto trasferirci da
Lrna casa
in una barcl
In conclusicrre, vorrei sottolineare
che in rrn "viaggio di ricerca" (corne
è stato il nosTío) è essenz-iale che
feqrripe. tolììuflgue jr)mposlx .(llna
lrnilgllir. una cupplJ. oegil arìilcl I sll
necessarianrente collauclata prirna, a
terra ec1 in rlare.
tipo di attività nri lm certl-
rhente faCilitato. soDrattutto nei carìì-
pi nella navigazione, della rneteorologia ed in quello tleeisit-rnale in genere.
Questo sigÀifica che q.ualorr fossi stato completamente a digiuno di questc
cose, avrei certamente incontrato
qualche difficoltà in piìr, me sono
convinto che alla fine, usando un po'
di comune buon senso ed un po' Ji
volontà. il risultato salebbe stàto lo
stesso. Dico ouesto oer invitare il lettore a non coirsideraie la mancanza di
di conoscenz^a nel campo
come un handicap. Conrinciandcr
esperienza e
62
FoAzA 7 - orroBRE 1s7s
lirnite Jel "solilrritr" questr prrtccipazione diverrta "tcrtalé". Quincli. se
non si ha la vocazione per fare il solitario bisogna trovare un ccrulpromesso fra questa tendenza ideale ecl il
pircere di dividele queste gioie (e
queste fatiche) con i nostri sirnili.
lnoltre piil l'equiIrggitr.re.ce. piir è
necessarit.r che i singoli cornponenti
siano disposti (non a parole, nra cou i
vivere. scoplire il rnondo, gli altri e se
stessi e qrresto non si può fare senza
lr prce Jell,, spiritt'.'lre nrsce Jl urnr
al'tllolltosa convtvenza.
ll
percorso e
lr
stagione
Lo scopo clel viaggio era 4uello di
attraver"sare l'Atlantico. Ma allor:a, da
dove a dove'l
E quarclo?
Qui ci vellnero il aiuto
alcuni
Aspre e assolute, le isole del Capo Verde
offrono scarse possibilità di rifornimenti.
Nelle loro vicinanze nascono i cicloni
che poi investono i Caraibi in estate.
racconti di viaggi precedenti come il
libro di J. Grout "Da Tolone aila
Tortusa" sulla scia della Filibusta o
come il libro di Jean Merrien "L'art
du larse".
Notammo che tuttì attraversavano
I'oceano nello stesso periodo di novembre-dicembre, dalle isole Canarie
alle Antille. Comprai quindi il portolano delle Antille (1'elènco completo
della documentazione nautica della
d
numero dei cicloni
nel periodo 1887-1
prossima puntata)
àata tabella
le-
ìn cui
il
ati
do
I
in quest'ultimo l'unica traccia dei pochi cicloni
la traverrilevati (vedi tab
FAMOSI E TERRIBILI
CICLONI
vedere
o si trova
cartinaèpiena
invece la
sata
iproprio
nella zona c'he ci interessa.
Llcco alcuni interessanti dati statistici rilevati in un arco
anni in cuí ne sono statÌ rilevati soltanto 2 ed altri anni
( es. nel I 933 ) in cui ne sono stati contati ben 2 I !
nìagglo
glugn o
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
totalc
)
LI
21
85
131
105
26
2
406
202
0
10
I4
58
14
39
7
0
0
40
52
6B
56
37
21
0
Da questa tabella rivilta chiaramente che la
stagione
ettemdei c'icloni va da
to è il
bre è il mese di
i granm(se (he prttduc
cle violenza. Se ne deduce anche che la buona stadone
ma .frequenza) e nel mese
di
dicentbre: come si pui'
comincìa in dicembre e va lino a maggio e r:he pèrtanto il periodct migliore per chi voglia iniziare una traversata atlantica dalle Canarie c la fine di novembre in
modo da arrivare ai Caraibi itr tlicembrt'-
FoBzA
i
- orroBRE
rgrs
63
tabella risultò che il periodo da
evitare assolutamente era quello in
la
cui si verificano
i
fenomeni piir vio-
Un altro interessante documento
da consultare fu la Pilot Chart dei
mesi che riguardavano la traversata e
cioè quella-di novembre e queila di
dicem6re. Della Pilot Chart- (di cui
laprile 1974) mi presi qualche giorno dl vacanz pet lare una raploa
"ricognizione" ile isole del Capo
Verdè. Volevo cioè rendermi conto
se era possibile effettuarvi uno
scalo il che avrebbe ridotto la lun-
che:
venti, delle correnti ecc. súgli oceani.
aprile
Da questa carta risulto che il
erature
i.i
periodo propizit-r era sempre quello
24-290
medie
ài novembre-dicembre. Duirque. posto, le conclusioni furono negadella st
2) I'
intor- bisognava partire dalle Canarie verso tive. Fare uno scalo qui prima di
no al 78 per cento in questi mesi la metà di novembre e quindi, con- una traversata atlantica non è
conveniente: I'acqua da bere è
mesi estivi; tinuando il conto "alla rovescia"
contro I
bisognava partire da Por- salmastra, mancano assolutamente i
gennaio.
che
ad
risultò
tq
?.)
(quelli che arrivano
a valori dr to Santo Stefano ai primi di ottoaprile si
ri delle navi, se tolti
a 220mm bre.
60-90m
Po due o tre giorni
Il Mediterraneo in ottobre è già
nei mesi estivi;
itare) ed inoltre nel
una cosa seria, e I'arrivo dei primi
Sao Vicente e San
ritardare notefronti invernali può
^infatti
è accaduto) Antao, che bisogna attraversare per
volmente (come
il cammino verso Sud-Ovest: I'ideale entraré in portó, 1'aliseo rinforza
sarebbe stato partire a settembre ed notevolmente- ed è facile che superi
arrivare lentamente alle Canarie in i 40 nodi. Quindi decisi di considedue mesi. Ma non potevamo con- rare lo scalo in questa isola solo
cederci questo lusso perchè lo come eventualità esirema in caso di
avremmo pagato con una riduzione necessità e di pianificare la traverdi un mese- del tempo disponibile sata direttamentè dalle Canarie.positiva
La "Routeing Chart" dell'Atlantico,
L'unica cosa veramente
alle Antille.
indispensabile per programmare un viaggio
visita fu che passài delle
transoceanico. Ne parleremo in dettaglio
Quindi decidemmo ugualmente di di ouella
isola
nelle prossime puntate.
partire ad ottobre. A questo Punto ore 'in riva al mare su quelf
-guardare
semideserta ed arida a
lontano, verso Ovest, e questo mi
I
)
sono
aiutò molto
successivamente, nei
ivi.
fu
abbastanza
lf itinerario di
che Mamaroa
ire e che
è
indicato nella cartina allegata.
Dall'Argentario attiaverso le
Bocche di -Bonifacio alle Baleari, e
poi seguendo la costa spagnola fino
Gibílterra. Qui si prospettavano
due soluzioni: andare direttamente
alle Canarie, con una traversata di
circa 700 miglia. oppure seguire la
costa del Marocco e fare la traversata da Safi o da Agadir per le
Canarie. Lasciai in sospeso una
decisione in merito che presi successivamente (per i motivi che vi
dirò) optando per la rotta lungo
costa. Ínline, dalle Canarie diràttamente alla Martinica e non a
Barbados che, pur essendo un po'
piùr vicina, ha il "dìfetto" di non
èssere . . . francese ed Annette ci
à
teneva
ad
atterrare
su un
della sua "dolce" Francta.
d
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n
e
quindi
a cinq
Restava
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FoRzA 7 - orroBRE ig?s
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chiaro
al
viagsio come questo non si può fare a
me"nó di prepàrare adeguatàmente la
barca. Come?
s
i
Massimo Cerracchio
t
(
64
lembo
*
1
continua
)
?
Fig. 1: Mamaroa dopo i lavori di
trasformazione; osservate la chiusura
del pozzetto verso poppa.
lei una volta in mare, volli assumermi il
controllo dei preparativi. sapendo che
soltanto mia sàrebbe stata la^ responsa-
biÌità, dopo.
Preparazione della barca
Mamaroa
o
l'abc per traversare I'atlantico
-
è un
Samourai stretta-
me, come la dimensione un po' eccessiva del pozzetto ed il bordo libero deci
2
I MILTE LAVORI
DA FARE IN BARCA
se. Mi ha sempre dato un senso di sicurezza e di fiducia illimitati, e credo che
prima qualità. lYu pgt
viag.gio questa piccola
un impiego costiero e
ente altur:iero, si sono
Prima di partire per una
traversata di migliaia di
míglia, la barca deve essere
esaminata e modificata
in tante parti. Vediamo
rese necessarie piccole ma importanti
modìfiche, che descriverò seguéndo appunti scritti a suo tempo nel quadernetto.
quali sono i lavori necessari.
Scafo
Massimo Cerracchio
10) Scorle. Varie.
E' stata questa I'unica fase in cui
Tn questa puntata parlerò della riso-
luzione deì complesso dei problemi
tecnici. ors.anizzafivi ed umani
che
hanno precéduto la partenza di "Mamaroa"-per I'Atlantióo. Spero di. non
nusclre noloso rn questa descrlzlone,
cne nte
dettaeli
oiÌ.1 che
éd ogni barca hanno
l'esempio
r
di un meIodo
che ritengo
buono a eiudicare dai risuitati.
Nei mesi che hanno preceduto la
partenza, tra maggio e settembre 1a74.
nonostante continuassero gli impegni
di lavoro, la mia mente è s[a(a cóstàn-
temente rivolta alla partenza, quasi
tutti i momenti liberi sono stati dedicati alla preparazione, in una specie di
"ritiro" dal 'mondo che mi circóndava,
e posso dire che se
tutto dopo è anda-
to bene, ciò è dovuto in grandissima
prima di partire.
al
-parte
Una
sèria, scrubolosa.
'p.l
pìgnola
essenziale
gn
vlagglo.
isa, pflnìa o pot Iataló1nte awerrebbero'srosse c'omoli-
cazioni. In questo perioéo mi ha sdmpre accompagnato. giorno e notte. un
quadernetto.
diviso nei seguenti titoli:
' I ) Lavori scafo-Ooera
íiva
2) Lavori scafo-Opera morta ed internl
3) Attrezzatura velica e timone a
vento
36
ÉoRzAr - NovEMBRE
1976
la
presenza di Annette non si è fatta mol-
to
lit
al1
le
programmazione, ed un po' perchè,
nonostante contassi moltissimo su di
Quindì. g[i scarichi del pozzetro, per i
quall rl costrullore non aveva prevrsto
valvole di chiusura, furono aumentati
di diametro (per aumentare la rapidità
di svuotamento) e muniti ciascuno di
una valvola a saracinesca, facilmente
chiuso con un tampone di legno, con
all'esterno ed all'intèmo numeiosí strati di vetroresina- Le "esigenze fisiologìche" dell'equipaggio pertanto sono state soddisfatte, in mare, sedendosi "comodamente" sul pulpito di poppa (legatl con la crntura ol slcurezza quanqo
le
la
tavola per mettervi una tanica di
benzina (Mamaroa ha un motore
entrobordo Couach a benzina da 5 cv)
mente la presenza di questi esplosivi a
bordo è tirtt'altro che iaccomandabile,
e la soluzione motore diesel e cucina e
tavolo da carteggio. di lipo
estraibile, e montato su due binari. in
M un tavolo anch'esso estraibile da
tra le due cuccette Per i
"pranzi a bordo" ed infine nel gavone
di poppa N e sotlo i sedili del pozzelto
O é P,'altro materiale di scorfa. le due
montare
Mama
una o
pozzetto, in posizione da poter
essere
sacchi a rete per indumenti furono fis-
- In L il
P
òperata all'oòcorrenza dal timoniere
tutte le scotte e cordame vario. AÌtri
go le cuccette.
porto. usando un semplice bugliolo, siitema rudimentale ma in loni[o como-
mano,
e con
corrente elettrica, ed al suo posto fu
collocata la "libreria" di bordo ed il
materiale di navigazione (sestante, portolani. libro di bórdo.). Di lronte. il lavello G, con sotto un armadietto per le
sati sotto le ùensole che corrono lun-
condizioni 1o richiedevano) e, in
do.
assolutamente inutile data la scarsità di
Interni
I1
volume della cabina di Mamaroa
è
cón la mano libera.
C'era poi
,la tuga:
per
carteggio, la luce della bussola di governd"e le luci di via, tutte alimentàte
elettricamente, fu assicurata con due
olio, di cui una munita
consentirne l'uso in na-
zloru o'acqu
sa della solu
ue litri di petrolio risola dell'illuminazione Per
sacchi a rete fissati sotto le mensole la-
Timone
a
vento e timone di governo
Il timone a
un Hydrovane
che comprai a
sterline- Come
vento è ad asse orizzontale e questo
serbatoio dell
(60 litri). Il pi
biti E fu
tiche.
tras
il vestiario e per la farmacia, fu eliminato il frigorìfero elettrico
"Mivis" installato nel blocco cucina F,
mensole per
Fig.
2: ll timone
la freccia indica
barca da reqata), o per prendere il sole
d'estate. mà diventà un punto debole
in caso di mare forte in poppa. consi-
derando anche
il
bordo libero
a vento Hydrovane;
il punto in cui
innestare una barra per poterlo
utllizzare come timone di fortuna.
as-
sìcura una buona sensibilità al complesso; il movimento della vela viene
lrasmesso al suo piccolo timone di governo, il che mi ha consentito di predi
rno di emersporre
gerTza'.
indicato con
fre
bicino
aldare un tu-
una
cui poter in-
Fig. 3: la sistemazione del doppio
strallo all'estrema prua, necessario
per poter utilizzarc i fiocchi a
farfalla nelle traversate con gli alisei,
basso;
FOBZA
7.
NOVEIvBRE
TgIS 37
rinforzare 1'attacco tra la pala e I'asse.
facendo saldare esternamente quattro
staffe di acciaio inox. Infatti il sistema
costruttivo dì fissacgio della pala delI'asse dell'elica (madiante staffe inter-
nestare all'occorrenza una barra di
emergenza in alluminio. Bastava quindi
scollegare
la
connessione
tra pala a
vento e asse timone ed innestare questa baffa accessoria, per dispoffe di un
timone di fortuna, non altrettanto effiuffic
c
b
v
ne non ispezìonabili) non tni
dava
grande hducia,
po prinla di un
ùa "perso" in,
una regata, eo
quillo.
vele
resi
edi
Attrèzzatura velica
Il piano velico di Mamaroa (vedi figura)^è anch'esso strettamente di serie:
un'aitrezzatura a sioop Marconi di tipo
moderno, con boma corto e genoa a
forte sormonto, e con un'attrezzatura
Aries Navik. Hartler, Atoms. ecc.
spi di tipo
ren-
bisognava sen4tliJicare al massin.ro le
íncontrato irr Ailantico.
CE.attoristicho
tipo
Pelchè Mamaroa potesse viaggiare
da sola nell'alìseo, non bisognava condal
prontare una
scafo
Vele
mento orziero non controllabile
principale". -An
"
ecco cne cosx e venuto Iuorl.
tare nè sulla randa (a causa del suo mo-
derla piir idonea ad un impiego prolunsato con i venti portanti che avremmo
Da
Iu I, ed
cÌa
to di completaÍe1'attrezzatura per
getto di cure,
robustire alcuni particolari dell'attrezzaluta. A questo punto mi venne in
aiuto un mio amico inglese, il sig. Eddy Shute, uomo di mare di rara espeienza, e con molte traversate atlantiche alle spalle. ln poclriminuti. durante una viiita a boido. mi consigliò sul
da farsi, usando sempre n-rolto modestamente il condizionale. Lo ringraziai,
sostituii al suo condizionale I'imperati
vo.. dala la g,rrnde stirrta che avqvo in
sàrtiame, della
vele (dopo ol
erano ottine,
necessario agire
oDerazioni reiative ai cambi dì velatura
(a causa deli'equipaggio rìdotto), ed ir-
In
sostattza,
lità della rotta. Queste in teoria dovevano essere due trinchette, con un
Samourai
progottisis Michel Bigoin
lunghezza fî m 7,40
lunghezza al gall. m 5,80
larghezza max rn 2,40
i-
lt
m 1,20
dislocanìento kg t6O0
pescaggio
zavorra kg 700
sup. velica (rantla a genova) mq 26,1O
alt. in cabina m 1.35
motore Couach 5 HP
met- da costruzione VTR
non dov
r
ridussi I
t/
fiocco l,
cui
alla
di Man-ra
Manovre
Anzitutto, si rese
necessario instal-
lare due stralli a prua sui cui inferire le
due vele richiestè, e due tnoschettoni
--
38
FoRzA 7 - NovEMBRE 1978
-\\
Fig. 4: la sistemazione di uno dei
due tangoni da utilizzare con i fiocchi
a larfallal îutte le manovre erano
eseguibili cosi dal pozzetto.
issare la vela e regoiare la scotta (libera
di scorrere nel bozzello D) secondo le
esigenze. Per r-Ln cambio di vela era pertanto sufficiente agire sulla sola clrizza
e scotta relativa, rendendo 1a cosa
estremamente semplice. Anzi, in
Atlantico su ogni strallo erano
permanentemente inferiti un genova ed un
fiocco in modo che un cambio di vele
riflettore radar e
su
na lrostravento.
(llleSIo
ll Itlntlre'
Un po' di conti
11 fatto di doverci alLontanare per
sei mesi dal nostro mondo abituale, ha
Annetteeamemolti
tutti i campi.
isolvere in
llo della
sospensiurìe Llei
comportrto I ottenlmento dj un periodo di:ci nresi .li lspettrtlva n0l1 retnnurtn.
Fig. 5: il doppio strallo in testa
d'albero; osservate la robusta staffa
di rinforzo (C) fissata all'albero con
un perno passante (Dl.
tro
diverso dai soliti che ptrrtroppo
conoscl amo
il
Ma torniamo ai problemi di terra:
di doverci al,lontanare, sia
puie per soli sei mesi, dai nostri cari
òi ha clato la misura di quanto siamo
pensiero
rìchiedeva poco tenlpo e soprattutto
pochissima fatica.
piii circa 800 mila lire per
spedire la 6arca dalle Antille r Marsislìa al ritorno l; i bielietti aerei per noi
àl ritorno ci furt,nó concessi Jrlì'Air
France. A questo andrebbero aggiunte
le spese di preparazione del viaggio che
orientativamente si sono aggtrate. tut(materiali, scofte, attrezto compreso
-ve1a,
carte nautiche ecc.) sul
zature,
compreso,
Modifiche testa d'albero
Come si sa, le ar
fiezz'Jfùra sono pr
in testa
difficoltà delle ripr
verificar.ro
qu
dit
ne
ste
il
Anzitutto sostituii
terminale ori-
ginale dello strallo di prua con una foróella (A) alla cui estrèmità fissai i clue
terminali Norseman dei nuovi straili.
Siccome non mi soddisfaceva la soluzione di afficlare tutto lo sforzo al solo
testa d'albero saldando delle rondelle
inox all'interno ed all'esterno. Infine
o (G)
perro
cco
la
posta, e colne
essere molto stanco, soprattutto mentalmente.
Nfa il 30 mattina lasciammo Rorna
e dentro di r.ne si accavallarono pensieri diversi La sera venne a Salutarci
a1l'Argentario Maurizio con alcuni
arnici: volevamo partire come deciso
alla nrezzanotte del l ottobre. Ma
fuori c'erano 20 nodi da Sud Ovest
"dritti sul naso", pioveva a dirotto, e
spinotto (B). clecisi di appiicare la stafla dl nnlorzo {L } e dl ltssarla all alDero
con il perno pàsíante (D). Questo perno sefl/iva anche a rinforzare 1'attacco
delle sartie alte. insieme con 1'altro
perno lE). Inoltre. per garantire nìaggiore robustezzr rll'attae.o dei due prIerazzi (F). rinforzai la lamiera della
clove farcj speclire
noi avevamo clavanti sei mesi di tem-
tutti, ciascuno secondo le proprie possibilità (e questo può significare la
rinuncia ad altre cose conle 1a
casa, la bella moto, ecc.)
ec1
il fatto
di
lasciava Cala Galera.
c'era
il
E
finalmente
solel
e
deÌl'a
(H) per poterlo all'occorrenza
usare come dizza di rispetto deÌla randa e saldai infine sulla festa d'albero il
randa
Massimo Cerracchio
(
2
continL.La )
FoRzA 7 - NovErrBRE
tszs 39
o
l'abc per traversare l'atlantico - 3
viggionamento per la traversata finale
alle Canarie dove si trova veramente
tutto e a prezzi inferiori che in Italia.
DALL'ARGENTARIO
ALLE CANARIE
1.800 miglia in pieno autunno
con una barca 7 metri e mezzo.
Come affrontare il mal tempo
di questa stagione? Come
vivere a bordo? Come
preparare la navigazione?
E il passaggio di Gibilterra?
E le coste dell'Africa? E'
tutto molto semplice: ma come?
Vita a bordo
che appassiona. Quindi, dopo un bre-
ve discorso introduttivo sulla condotta della barca e sulla vita di bordo, vi
parlerò del tempo incontrato. Successivamente esprimerò alcune mie convinzioni perSonali nel campo de.lla
Massimo Cerracchio
essere ìn
acguistato
sua Darca
in
questa puntata del
viaggio^ di "Mamarba" liàitatamente
al tratto Arsentario-Canarie. La tenta-
zione sarebbe quella
di
e
prendere il
diario di bordo òhe Annette ha scrit-
to così bene in
francese. annotando
i
Darticolari della nostra vita di tutti i
[iorni. Ma non 1o farò perché non è
un racconto che desidero proporvi,
bensì una raccolta di notizie èd ànche
di "sensazioni", e qualche esempio di
metodo. Der cercare di dimostrare che
è facile se diventa una cosa
navigare
vento,
la quando
-motorec'era
quando
il
il
Avevamo a bordo due
stretto di Gibilterra, e fuori in Atlantico). Sono ìdee mie, certamente formatesi con la pratica. con I'esempio
di chi ne sa molto pii.r di me. e legMa è tutto
parlerò
o
meno facciamo tutti durante una crociera estiva o invernale. Non abbiamo
il timone a vento, sia-
e della
ro
Vi
questo tratto del viaggio abbia-
navigazione (en'
Mediterraneo, attraverso lo
meteorologia
tro il
In
mo corìdotto "Mamaroa" come piÌr
della partenza. Soia eccezione le carte
e le
pubblicazioni nautiche per le
quali ho pensato preferibile fornire gli
elenchì interessanti le singole tappe di
volta in volta. Per quanto riguarda i
viveri abbiamo di volta in volta acquistato quello che ci occorreva per 3-4
giorni,-avendo deciso di fare lappro-
iÌ motore e fare come tutmarinai hanno fatto fino all'avvento della propulsione meccanica"sbarcare"
ti i
Ma per questo occorre avere una assoluta indipendenza dal parametro tempo. ed i nostri sei nresi non ci permettevano questo lusso.
I1 battellino di servizio, molto piccolo (m. 2,20) in plastica gonfiabile,
1o abbiamo conservato ber piegato
nel gavone di prua; a volte ci sarebbe
stato utile, ma abbiamo preferito farne a meno fino alle Canarie per non
ingombarare il ponte. La vita a bordo
scorreva serenamente. Certo a volte
per 1a stanchezza abbiamo litigato,
ma presto tutto passava, Annette
FoFzA 7. DtcEMBRE
ed
1976 35
nelle migliori condizioni. Io mi occu-
LE TAPPE
Cala Galera - P. Vecchio
p3ltO174 h07.20-a4lt0l74 h 11.00
P. Vecchio - Stintino
p 6/f 0 h 06.00 - a 6lt0h 22.00
Stintino - P. Mahon
della cucina. Ascoltava la radio fran-
00-ar2ll0h08.00
Fiquera
00--a16/10h01.00
da Cala Galera per Stintino, abbiamo
preso nel, pomeriggio un colpo_ di litleccro. abbiamo passato una brut Ia
nottata bolinando con mura a sinistra
fino a guadrgnare il ridosso della Corsica all'altezza del frro di Alisrro. Ab-
biamo poi seguito la costa usando saltuariamente il motore e siamo entrati
a Porto Vecchio dove abbiamo atteso
per due giorni prinra di poter attra-
versare Ìe Bocche.
Ibiza
00-al7/10h03.00
glioramento nelle condizoni meteo.
Questo è accaduto a Porto Vecchio
(2
giorni),
Mahon (3
giorni). In
un po'
di
con sola randa e 3 mani di terzaroli
per andare
p
riava fuori del porto e qualche cenetta al ristorante àl lume di candela. Ad
Ibiza, durante una notte di buriana in
6/l I h 15.00- a l0/l I h 02.00
Lanzarote - Las Palmas
10/ll h 12.00 -
alrlll
p
h 08.00
porto siamo stati investiti da una
chiazza di olio nero che ha imbratta-
(circa 3 mq dì teia), io
so e soffrivo il mal
stato molto bello qu
cne era rn cuccetta,
mente venire neI pozzetto e lagarsi
accanto a me. Alle-2 del mattino" avun
Di
io ci
vogJiamo bene.
giorno non
c erano turni [ìssi al timone, ci alter-
navamo
zione, c
re, ecc.
della tr
1n
ito
tà (nqviga-
tti
nei
da'laVa-
mulinello
cantare
e
questo significava un pranzo a base di
pesce. Di notte ci alternavamo al timone ogni due ore, sempre con la
cintura di sicurezza. Addiritttura
gli stralli di prua. Abbiatutto da soli, 1'albero di
' è leggero e semplice da
valutare 1e distanze dalla riva, dove la
Tempo cattivo
rlsacca crea
I
confuso,
nostro
1 tempo
':tt..:3;l
La prima volta è accaduto il giorno della paîtenza partiti (3 ottobre)
Mamaroa, sette metri e mezzo di barca al
momento della partenza da Cala Galera.
36
FoRzA
i
- DIcEMBRE
197b
da Nord perché per entrare bisogna
passare molto vicino ad un tratto di
costa non illuminata, dove è difficile
L'Asinara è di poppa, ora ci sono 200 miElia
per Minorca, ma il tempo cambierà.
d
un mare
significare
La ferz
tenzadal
lagena,_
ma
estremamente
re può
n
nel
bre) subito dop
''lampuga" di 3
lì un'forte libec
par-
aCar-
(19 ottoìrna bella
a, si stabigia e tem-
Una bella lampuga presa e traina: una libecciata ne impedirà la giusta fine.
Dorali. Anche oui bolinando con muia a sinistra fatemmo rotta verso la
costa spagnola ed atterrammo il gior-
no
successivo ad Altea. 20 mislia a
Nord di Nicante ed 80 a Noid di
Cartaeena dove eravamo diretti. Alle
3 del mattino accadde una cosa sinsolare. Udij un forte colpo provenieÀte
dall'albero, pensai per un attimo che
oualcosa avesse ceduto ed invece trovai nel pozzelîo. . . un gabbiano stecchito. Lo feci vedere ad Annette ma
subito dopo invece di conservarlo,
chissà oerchè 1o buttai in mare.
Alle 5 de1 mattino decidemmo di
ammainare anche il fiocco 1 e proseguire con la sola randa con 3 mani di
ierzaroli, ma Ia drrzza si era bloccata
oer cui non potendo amrnainare il
fiocco riuscii ad imbrogliarlo alla me-
slio con desli elastici intorno allo
Itrallo. Ad Altea nel pomerisqio salii
in testa d'albero ner limetteré-la drizza nell,a sua carrucola e notai che
questa aveva un po' di gioco che annullai inserendo due rondelle dello
stesso diametro de11a carrucola, tra
questa e la lamiera di sostegno e serràndo a fondo il perno coì doppio
Nei passaggi di lunghezza superiore
alle cento miglia, invece, coll ^permanenza in mare superiore alle 24 ore,
la previsione, sempre necessaria, può
assicurare una buona partenza, ma
non necessariamente un . . . buon arrivo. Naturah.r.rente le eccezioni alla rego.la non sono mancate, ne abbiamo
gla parraro.
Fuori di Gibilterra, invece, il discorso cambia completamente. E biso-
gna fare una distinzione netta a seconda che si consideri I'Atlantico a
Nord o a Sud delle Canarie. Pur con
qualche differenza a causa dell'andamento stagionale, si può dire che
mentre a Sud delle Caharie si entra
nella zona dei venti costanti (Alisei.
forza 3-4. occasionalmente 6-7), e la
corrente è favorevole (circa Àezzo
nodo), a Nord delle Canarie
invece
I'oceano è ìnteressato, nel periodo di -
novembre,
dal
passaggio
di
grandi
fronti invernali che nascono in prossimità delle coste USA ed arrivano con
tutta la vioienza di un mare che non
mislia) e Safilenzerote
tut'te ie altre taooe hanno avuto una lunshezza inlefióre alle
100 miglia (alcunè sono state di navigazíone costiera, aÌtre di navigazione
alturiera). Il fatto di contenere le tappe al di..sotto delle 100 rniglia, quan-
do possibile. era dovuto ad una semplicé considerazione: cento miglia per'
una barca come "Mamaroa" vogliono
dire circa I giorno di navigazione. un
la
probabile direzione di spostarnento del cenl ro depressionario.
Ecco perché, nel tratto da Cibilterra alle Canarie, ho preferito seguire la
rotta lungo costa disponendo della
anche
Come si può notare dalia cartina e
dalla tabella che 1'accompagna, fatta
r j due passaggi Stintino-
da ed evitare sororese.
necessarie
per il viaggio fino allc Canarie dall'Argeltario alle Canarie.
Portolano del Mediterraneo volurure
1-A e volurne 1-B ed elenco dei
fari e fanali, tutti editi dall'lstituto
ldrografico della Marìna. Sul "Mama-
roa" per ragioni di spazio i trc volumi
si erano
ridotti ad uno solo prenden-
do da ognuno lirrfatti sono a pagiuc
mobili) le parti riguardanti la rotta dj
"Mamaroa" e le zone in cui la barca
avrebbe potuto essere oostretta ad atterrare per emergellzrÌ, oltre alle in-
formazioni generali
Portolano francese (Costa Ovest
dcll-Afrìer) ed il libro dei fari e segnali da nebbia limitatantente alla zona
di Afiica che irteressava il nostro
viaggio Infine le I'avole di correnti di
marea edito dal1'Amrniragliato inglese: poichè questo libro riporta le maree di tutto il mondo, io riuscii a fotocopiare la sola pagina delle tabelle
riguardanti Gibilterra che era l'unica
Ed ccco ora l'elenco delle carte
Meteorologia
temo
diterraneo, è
sibile avere u
Elencl.rìarro qui di seguito le carte
e pubblicazioni nautiche
che rni serviva.
dado.
arco di
CARTE NAUTICHE
E PUBBLICAZIONI
carta (vedi elenco. carla inglese n.9l)
dei piani d'insresso
"30 dei piccoli porti
dispósti dalle
alle 50 miglia' uno
dall'altro lungo la zona piir delicata,
quella cioè fra Tangeri e Casablanca.
In caso di necessità avremmo avuto
tutto il tempo di riparare in uno di
tali porti. Naturalmente queslo, discorso vale per la nostra piccola bar-
nautiche.
Mediterraneo (Carte italiane): dal
Golfo del Leone alla Sicilia (scala 1
ad u n milionc); Mediterraneo oce identale (scala I ad un milione); Tìrre-
no Centrale (L/250.000);
Corsica
(1/137.000); Sardegna (1/173.000);
Bocche di Bonifacio (1/100.000);
carta generale dei radiofari del Mediterraueo (carta molto utile che consiglio vivamente)
(Carte inglesi): tsalearic Islands
(.r't.7'79) scala 1/238.000; Valencia to
Cartagena (775) 1/250.000; Cartagena to Adra (714) 11232.000; Adra to
Gibraltar (773) 1/300.000; Strait of
Gibraltar (142) 1/100 000
Atlantico (carte francesi): carta
generale da Gibilterra allc Canarie e
Meposùali-
ma come ottenerle'?
isole Azzorre (n.5545) scala
I12.364.000; carta generale dalle Canarie alla Sierra Leone (2835)
1/2.100.000; cafia 5462 da Capo Fe-
dola a Capo N{agagan
scala
tfr
6214 Gran Canaria
scala
5834 lsole del Capo Verde
scala
1i 154.580; carfa 6226 da Capo Cantin a Capo Sim, scala 11157.495; car-
l/1 09.300; carta 4340 Tenerife scala
1/159.000; carta 4642 Lanzarote e
Fuertevcntura scala 1/20.000; carta
1
/49s. s 00.
(carte inglesi): n. 91 contenente i
pianì dei porti della costa Ovest del
Marocco: Asilah, Fll Araich, Oued Sebou, Rabat.
Come potete vedere si tratta già di
un bel "malloppo" di carte per una
barca piccola come "Mamaroa": ho
tralasciato ad esempio tutte le carte
dei porti delle coste spagnole ma tutto non st puo avere e per ragioni di
costo e per ragioni di spazio. Non di-
:nenticatc infatti che
le carte
qui
r'lineate rigurrdano solo la prima partU del viaggiu: mauceno qucllr deìla
traversàta atlantica
quelle dcllc Anti11e.
e ioprattutto
FonzlT - DIcEMBRE 197s 37
STRUMENTI DI
NAVIGAZIONE
Per navigare ecco gli strumenti di
cui disponevamo a bordo della nostra
barca durante tutto il viaggio.
al una bussola di governo Orion
del costo di circa 50 sterline con relativa tabella di compensazione;
O un radiogoniometro Seahx del
cost
mo.
gna
cola
semplicissiche si imp_u_
ceunaprcre il rileva-
mento magnetico della stazione (dopo aver annullato il segnale della sta-
zione con la cuffia); questa piccola
bussola può anche seryire come bussoìa da rilevamento nella navigazione
costiera.
O un barometro Sestrel,
O un orologio Sestrel con sveglia;
O due squadrette, una riga, un
Novembre in Atlantico: è l'ora dei f iocchi
gemelli e di Annette con i suoi bikini
l'Africa
A bordo
esclusivamen
dotata delle
media e cort
equenza
ta usciti
i'J'iJtr
tuare uno studio sul tratto di mare da
attraversare in
ni
una sagola metrata.
Vi
chiederete a questo punto su
quali basi, allora, potevamo fare Ia
nostra navigazione "stimata" e regolarci con le vele in base alla forza del
vento. E una domanda logica ma è
logica anche la mia risposta: conoscevamo ormai talmente bene la nostra
barca, eravamo talmente affiatati con
essa, I'avevamo collaudata e controllata in tante e diveîse circostanze che
raramente abbiamo sbagliato in questi conteggi che erano "ad occhio".
Raramente, ad esempio, Annette ha
sbagliato neì dirmi quante miglia avevamo fatlo in 24 oré oppure contro[lando con il sestante scoprivo ogni
volta che la valutazione "àd occhó"
era in perfetta sincronia con la nostra
barca. Sono certo peraltro che se il
viaggio e le nostre soste sono state
semplìhcate ciò è dovuto alla mancanza di questo "surplus" di strumentazione. Tranne quella indispensebile
cne no sopra elencato.
FoRzA
7.
DtcEMBHE 1975
meteo (nel
da Stintino e
data la probab
conveniente partire piil
sopravento
'determinare
dei bollettini "per le massaie"
E quindi
la
Rv. la Rm e [a Rb, la distanza, la
durata prevista, stabilire l'ora di parpossibile).
tra-
tenza a seconda che si intenda arriva-
sare.
sempre
per restare nell'esempio, uno scandaglio a mano, ùn pezzo di piombo ed
38
one di
Stinti-
Hitachi
onde medie e corte;
Tutto qui, e forse testerete sorpresi. Niente 1og, niente contamiglia, indicatore dì velocità, anemometro, insomma nessuno strumento elettrico a
bordo.
Questa parsimonia non è stata doyuta solo alla costosità di tutta questa
bellissima strumentazione in voga oggi sulla maggior parte delie barche ma
anche a motivi di praticità: infatti a
che cosa servirebbe un bellissrmo ecoscandaglio, tanto per fare un esempio, se poi si rompe a migliaia di miglia dal necessario pezzo di ricambio
o da un paio di mani capaci di ripa-
rarlo? Molto meglio, allora,
è lontana
la radio
compasso. matite e gomme;
O due sestanti in plastica inglesi
marca EBBCO che costano poco e
funzionano benissimo; è meglio averne due e pcr poter cambiare i pezzi e
per non restare senza se uno finisce a
mare o si fraoassa;
O i soliti razzi da segnalazione,
due torce elettriche;
O una radio ricevente Hitachi ad
Timone a vento in funzione, vento
portante, una media sui 5 nodi:
Navigazione in Mediterraneo
I1 problema della condotta della
nostante questo studio è I'unico siste-
ma per partire con
quillo.
di navigazione da diporto" (ed. Mursia) è l-orse la guida'migliore per chi.
partendo dalf iÀizio, desídera cbnosce-
i protrlemi connessi con la navigazione stimata, con la navlgazlone con
i fari e radiofari, nonchó I'uso elementare del sestante. Quindi rimando
re
lo spirito tran-
'Faccio qualche esempio con riferimento al disegno pubbficato e che si
riferisce appunto àl traslerimento da
Stintino a Mahon.
l, - In .quahnque punto del percor-
so u vento al traverso nnîolza note-
volmente: proseguire riducendo convenientemente la velatura.
2 - Nella posizi
fresca e si sfabilis
cio o
ponente):
Stintino o riparàre
3 - Lo stesso
stabilisce a metà percorso (pos. 2): a
questo punto e Îorse un peccato tornare indietro, ed allora sè rimontare
diventa. troppo duro, mettersi alla
cappa (ed attendere un salto di vento
favòrevole) ma con. le mura a sinistra
per non awicinarsi alla costa W della
i
di materiale di scorta, lasciare che il
mare portì la barca se la direzione è
Ecco le trichette gemelle con i due
tangoni : l' attrezzalura f issa usata
trario rallentare al minimo la
retta costantemente verso Est
verso un ridosso. oppure in caso con-
d'ingresso però è pieno di bassi fon-
dali e dove il mare può diventare
molto confuso.
4 - Un forte vento di libeccio si
dossata.
5 - Sempre nella posizione 3 il
vento si stab^ilisce da Nòrd e rinforza:
se diventa difficoitoso entrare a Port
corsa
ancore,
slste
di po
sul
filata
pi po
ra molti, ma
to: mentre le
aTIa
.partenza,
varsi in mare,
bucato
'ancota
concet-
la barca
già. tro.-
il piir
possibile su una vasta area circostante
il tratto di mare da attraversare e, ripeto, avere aicune soluzioni alternati
ve pronte per evitare che decisioni erre
rate prese emotiv.amente. possano pe.80r per se 0ll-
Îlcrl1.
6 - Una grave avaria
la vela e/o
il
In tutta questa parte del viaggio fino alle Canarie, la'navigazioneé-stata
impedisce di
motore. Qui bisogna "arrangiarsi", disporre di un po'
ll famoso
condotta quasi esclusivamente su base
stimata, valutando "ad occhio" le dido rilevamen-
della
pesce volante arriva da solo in
coperta per finire
su
costa,
saltuariamen-
bito in padella
cercando di
dal largo di
notte ìn modo da poler tlilizzare i
fari di
mento.
navigazione
e di
awicina-
Gibilterra, passaggio dello stretto
A Gibilterra abbiamo sostato due
gior
attendere il vento
per l'uscita ed il
da
pun
orevole. Per attraon una barca che
vers
non può superare i 5 nodi è indispensabile avere la tavola indicante gli ora-
ri
(in
quanto I'evaporazione dell'acqua nel
bacino del Mediterraneo non è suffi-
e anco-
&ro.l9re srtuazronl gla
usare
in Atlantico
della marea ed una carta dettagliata
dello stretto (inglese n. 142). Se -guardate la cartina dello stretto noterete
che mentre al centro la corrente è di-
correnti influenzate dall'andamento
della marea. Queste controcorrenti
raggiungono la massima intensità con
l'alta marea (siccome l'intervallo tra
l'alta e la bassa marea è mediamente
di 6
ore,
il
periodo favorevole
per
uscire va da tre ore prima a tre ore
dooo I'alta marea).
l1
eiorno 2 novembre 1914 l'alta
marea-del mattino aweniva alle ore 7,
ouindi "Mamaroa" ha lasciato Gibilterra alle 4 seguendo la costa Nord
dello stretto e superando nelle sei ore
il travèrso di Taneeri. Alle
dieci del mattino, nel momenlo in cui
successive
I'effetto favorevele, "Mamaroa" assumeva una prua magnetica di
circa 1800 con vento al traverso e
cessava
proseguendo con questa prua arrivava
in próssimità di Tangeri'alle ore 14.
Coùe mostra la cartina la rotta seguita dalla barca è stata in realtà di circa
l600 per I'effetto, appunto, della corrente al centro dello stretto.
I1 traffico commerciale naturalmente attraversa 1o stretto mantenendosi al centro, ma con una piccola
barca a vela.senza gyes.to studio preli-
minare si rischia di ritrovarsi. dopo
magari due giorni di lotta. di nuovo
a...Gibilterra.
Navigazione in Atlantico
Cari amici iettori, scrolliamoci
FoRzA 7 - DtcEMBRE
di
tg?E 39
dosso I'antico complesso delle "colonne d'Ercole"! Nesìuna differenza fra
I MATERIALI
DI RICAMBIO
Un viaggio così lungo ed
di toccare località poco
il
cose. Ma non fatemi cadere nell'errore del racconto. A voi seryono di piil
le notizie. Quindi basta così, ne'ho
parlato solo perchei in quel momenro
ho avuto la cerrezza che saremmo
fatto
affrezzafe
nauticamente impone di portarsi un
discreto quantitativo di attrezzi
e
pezzi di ricambio. Ecco quelli imbarcati su "Mamaroa".
ATTREZZI - serie di chiavi fisse
dal n.'7 aI 2l
chiave inglese - martelli, pinze, tenaglie, cacciaviti normali ed a
stella - trapano a mallo coll ulla serie di punte normali e ad alta temperatura - cesoie tranciacavi fino ad
un diametro di l0 rnm - scohe're ner
ferro e sega p;r j.g;;.'
RICAMBI - una sartia di ricambio già preparata della massima lunghezza utile evenlualmenle accorciabile - alcuni arridatoi - una testa del
boma completa di ricambio - molte
parti inox dell'attrezzelura (slaflc,
terminali Norseman, pertri inox) serraoavi (in ferro, purtroppo in
inox non esistono) per una giuntura
di emergenza tra cavi metallici qtrozzascotte. moschettoni inox,
chiave a "pappagallo"
verso Sud, e conseguentemente i sorrisi sempre pitr "bianchi", di giorno si
comincia a stare in costume da
bagno.
Per
il
resto nient'altro cambia.
L'unica cosa importante da tenere
d'occhio sono il barometro e I'onda
lunga. C'è sempre l'onda lunga sulle
cosie atlanticne. a it respiro m"aestoso
dell'oceano, ma se si awicina una depressione le creste si alzano ed allora
bisogna . riparare al
.più presto.
Farsi
sorprendere da una bufrasca sotto co-
sta in quella rona significa la fine.
"Mamaróa" ha trovato un tempo
splendido come dimostra la tabella
con le tappe: tre soli siorni da Tanseri a Safi-(circa 300 Èielia) compr;sa
urm sosta di 24 ore a Càsablanca'tcon
Massimo Cerracchio
(3 - cotttinua)
bozzelli, grilli, maniglioni di varie
misure - una serie di pezzi per poter
montare, r:r caso di perdita d'albero.
rJna attîezzatùÍa di fortuna utilizzando i tangoni - tavole e pezzi di legno
di vario formato - ricambi per il fornello a gas e per la stufa - vari tipi
di mastici (soprattutto quelli
a1 sili-
cone) per usi vari.
MOTORE - cardele - due bobine
spmterogene - puntine platinate - cavetto collegamet.rto bobina catrdele due giranti di riserva e relative guarnlzront per Iiompa acqua - guarniziulìe testàta - treccia ingrassata, per il
premistoppa dell'asse elica - un'elica
di ricambio.
VARIE - pezzi di tessuto per ve-
le per riparazioni - filo.
aghi. per lc
suddette operazioni - viti di ottone,
inox, perni di ottone, di rame e di
inox di varie dimensioni - nastro isolante, nastro resistente all'acqua, nastro per riparazioni di emergenza su
vele - lana di vetro c resine per riparazioni allo scafo con relativo indurerlte - varie scotte, drizze, cordami
di diversi spessori - un ancorotto leggero da 3 kg (oltre alle due ancore
principali) con una cima sottile di
8 mm per 30 metri piu 6 metri di
in ristorante francese), baromeNel tratto Safi-Lanzarote (altre
300 mielia) abbiamo fatro la "prova
generale-' della "nostra" travérsata
cena
tro alto, vento da Nord.
oceanica. .A Safi abbiamo incontrato
una nave della Marina Militare Fran-
catena che abbiamo utilizzato per
ancoraggi prowisori con tempo buono su fondali alti e per faticare dì
meno in simili circostatlze rispetto
all'uso delle ancore normali: la cima
cosi sottile inoltre era utile come
lanciasagole
di
emergenza
- va
ag-
giunto a tutto ciò il materiale di cui
ho parlato llella puntata precedelte
sulla preparazione precedente. Tutta
questa roba opportunamente stivata
in scatole differenti era stata sistemata nel vano lormalnìente destina-
to al wc.
Probabilmente anclte qui :i potrebbero aggiungere molte altre cose
nra vi renderete colto che stivare
quanto elencato su "N{arnaroa" ò
stato già di per sé un
miracolo.
piccolo
notte
successiva ho. capito. con condizlonr slazlonane, cne oramat eravamo
pronti e che avremmo continuato 01tre le Canarìe.
-Nonostante questa gioia
"per interiore,
soffrivo terribihìente
il mal
mare.
Annette guardava in silenzio
do che pensavamo proprio le
40
FoRzA 7 - DIcEMBRE 1975
dí
mare causato da una perdita di benzina da una tanica che ho poi buttato a
e crestesse
L'autore con la sua chitarra rn
pieno oceano: uno strumento dolce
ed indispensabile.
r.|.,,...a/;
o
l'abc per traversare l'atlantico
prími giorni in mare.
Massimo Cerracchio
Il porto di Las Palmas de Grand Canaria, nonostante il nome fascinoso di
"Puerlo de la 1u2". è i1 porto più sporco che abbizuno incontrato nèl nostro
tlrlte nel peii.rd,r novembre-dicenibre.
e di
catran'Le. dove per completare
qr-Ladro
onda
di
Nell'elencò non abbiamo trovato una
Iunghezza inferiore alla nostra e pochissime barclre it aliane.
A1 nostro arrivo una decina di barche "atlantiche" erano presenti in darsena. Tutte diverse e tutte abitate da
ge
il
a volte c'eia una fastidiosa
lisacca che ci faceva rollare
i rifornimenti necessari con questo mezzo. La prima
idea è stata-quella di arrdalceire da
diverlente fare tutti
un'altra parte, per esempio a Tenerife,
ma ormai aspettavamo la posta al Club
Nautico di Las Palmas ed inoitre aveva-
di
fo
ti ad accettare oltre alf immancabile
ognuno aveva i suoi problemi di bordo
dà risolvere. Gli scambi di informazio-
Nautico, poco distante, offre
razione c
l'atmosfe
ci serviva. E poi c'erano le aitle barche
in partenza per le Antille ed anche per
questo siamo rimasti. Il Real Club
a tutti gli
equipaggi di passaggio docce (fredde)
al socr.
Esiste inoltre un libro in cui vengono registrati i nomi deile barche e degli
equip-ilegi tli Dlssrggir,. Abbiarno ett"sì
viiri.iic ogrii rnrìó cirea 40 barelre
FoRzA 7 - cENNAto 1976
si'
te
mo l'unica comodità del mercato a
portata di mano con tutto queilo che
gràtii, îene là coriispondenza'in arri'vo, ma i "locali" buoni sono riservati
32
::- .,.
parlonu dl qUi per lt lrtversrtl e quasi
LE ISOLE CANARIE
SONO IL CMOTINEA
DELL'OCEANO
Sette isole che bombardano
l'Europa di pubblicità e che sono
state massacrate dal turismo di
massa. Per fortuna non tutte.
Molte barche le usano ogni anno
come "capolinea" prima della
traversata. Viveri per 70 giorni
su una barca di 7 metri. Cosa
sono e come si usano le famose
"pilot charts". La partenza ed i
.
ni erano piú che altro dovuti alla necessità di
che pure
ma le nostre menti ormai erano già tutte in mare ed i contatti umani sono
stati un po'lirnitati da questo [atro.
Al màttino. mettend'o luori la resta,
Annette mi diceva "non ci sono piit i
francesi" oppure "i norvegesi hanrro riparato la crocetta" o ancora "è arriva-
ta
gio
ogni
s,ocomunità di
?ifi
meraviglìosa gente di S
mi sentivo così vicino
gior-
no
no napoletano e quin
mento dentro di me
lonta
oia è stata forse
Al
nere lavoravamo
a bo
e le varie cose,
quaic
ndavamo a cena
in u n "buctr" vicino al porro l pasto
ompleto 80 pesetrs = ()00 lire. buo-
strana
sconosciuti nella
q,urle.pero ognuno di noi vedeva negli
aitfl ltmmagtne clt se stesso.
la Na
Le nostre giornate alle Canarie
e
nissimo) anche per poter scrivere piu
comodarnente le'Iettèrc e le eanoline e
cercare di teÌefonare a Napoli o a Pari
gi. E' stato un po' faticoso tenere intbrmati parentì ed arnici delie nostre
cose ma dovevamo farlo sopratutto per
ioro. E poi era grande la gioia di troia-
dioso (la temperatura a Las Palmas in
quella stagionè varia tra i 18o-21o di
notte ed i 26o-28o di giorrlo). ln sene19 Annette si occupavfdegli ícquilti di
re una lettera al Club Nautico con le
notize da casa.
Ci siarno anche eoncessi una seratr
al teatro come
viveri ed io delle aff,rezzaiure. Quando
err posibile andavarno insierrre, mlno
nella rrrarro. Abbiamo iniziato con le
scorle di scatolame riservandoci di acquistare i viveri freschi all'ultimo momento. Abbiamo portato in lavanderia
un po'
1e idee,
"hippy" e farci
tacolo non era
interessante,
il vecchio teatro
era mol-
l
to il batteliino affondato (si era sgon-
fiato, era saltato il tappo) e così la se-
in Spagna). L'ultio passato al mercacoperto, allegro
utti i mercati.
rata si è conclusa alla ricerca di un benzinaio aperto che ci fornisse 1'aria per
rigor.rfiarlo e tornare a bordo.
e
Controllo delle attrezzature
giornata, mettendole
questo incuriosisce
in
la
scatole da
Mamaroa era praticarlente a posto,
sorlo dovuto andare solo una vólta in
6
nu
ha
no
gente. Questa
acciaio irrox, mi
fatto (e non.si soquesto tlpo).
montare e rimon-
Sopra: ogni scusa era buona a bordo del
"Mamaroa" per festeggiare qualcosa
con un buon pranzo. Sotto: I'arcipelago
delle Canarie, vero capolinea
dell'Atlantico per rutti i velisti da
Colombo in poi, è formato da sette isole
che offrono ancora, all'infuori dei
grossi centri turisticizzati, acque,
paesaggi ed umanità inconsuete.
eor
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|
\
GrilcaÈia
"-.
Foqzal
- GENNAIo
1976
33
ll telo antirollio installato dall'autore
sulle cuccette del "Mamaroa". Per
rrlrt||tttt
poter dormire col rollìo atlantico è
necessario che il telo parta da sotto
il materasso, anziché dal bordo esterno
della cuccetta, e che sia reqolabile in
modo da restare "incastrati" entro
la cuccetta (disegno sotto).
rlllllillllll
RIFORNIMENT]
ALIMENTARI
Come stabílire
le auantità di
viveri
da ímbarcare? Qui bisogna considerare
due aspetti- Anzitutto un ordíne di
piorità, e poi la quantità in Junzione
della durata prevista della traversata
(30-35 gg.), piit Ia scorta per eventuali
complicazioni Per il pimo aspetto la
cosa è molto semplice. L'alimento più
importante è I'acqua, per il cibo poco
importa che sî tratti di salsicce ín scato
lavoro) mi ha chiesto . . . di mandargli
una bella cartolina "a colori" della
Marlinica: piccolo, grande uomo tra i
la o di spaghetti, purché non manchi un
certo quantitativo di víveri vegetalÌ freschí. e delle bustine di titamina C. Più
complesso è invece I'aspetto relativo alla quantità, perché collegato con gIí im-
prevísti, e con la conseguente strategia
che avremmo adottato. E qui itorna il
discorso del "punto di non'ritonro" fat-
to parlando delle pilot charts. Se si fos-
ecc). E così ho fatto la "scoperta". I
supporti cìlindrici su cui sono fissate
le corcette erano entramói incrinati
Der oltre iI 50% del loro diametro!
(Vedi foto). Sicuramente, se non me
ne fossi accorto, ci saremmo trovati
in Atiantico
ta
senza crocette: la crocetche avevo di scorta non mi sarebbe
servita a niente. se era jl, supporto
rompersi. non si puo saldare un
a
sup-
Dorto rotto in mare. Ed è così che ho
passato
due giomi appoilaiato
sul
bansigo. Smontare 1e crocette, segare
i nove ribattini che reggono le piastre
di supporto, portare i due pezzi a sa-
in prestito la macchi
netta Der rimetterè iribattini e rimontarè le piastre. E naturalmente,
un bel pomeriggio, per un movimento
ldare. ottenere
tare
il timone a vento, per lubrificarlo
e controllarlo, ho effettuato un accurato controllo del motore. imoortante
(come vedremoJ perché su di'esso era
basato il nostro sistema di recuoero
di uomo in mare. Per le vele si è reso
un rinforzo alla oenna della randa, ed ho avulo così la fortuna
necessario
di conoscere il solo velaio suoerstite
di Las Palmas, un vecchietto che abita ìn una catapecchia circondata da
grattacieli, che ìicordava il tempo fi
nito per sempre della navigazione
commèrciale a vela. e che avevà cono-
sciuto Moitessier, tanti anni fa. In
cambio della riparazione (tre ore di
34
Fap.zt
7 - cENNAto 1976
maldestro, mentre lavoravo sull'albero. una delle due oiastre mi è caduta
in acqua. Avevo una granrabbia dentro, stupidamente mi sono sfogato
con Annette che proprio non c'entrava niente, ero furioso. Dopo due ore
circa di ricerca. su un fondale di melma di 12 metri. con Dinne e maschera
e 2-3 metri di visitiilità, ed ispezio-
I supporti
delle crocette, rivettati
all'albero, erano incrinati. Ripararli
alle Canarie non fu facile: ore e ore
sul "bansigo" e tanti viaggi a terra
e perfino sott'acqua . . .
se verificato un fatto grave prima dí
1uesto punto (es. una grave malattia dí
uno di noi due). ci saremmo diretti a
Sao Vincente. la più occidentale delle
Isole di Capo Verde, che avevo già visitato come detto nella puntata introduttiva^ Se invece Ie grave avaia fosse avvenuta dopo questo punto bisognava
continuare verso le Antille. E quale poteva essere questa grdve avaria, terza in
ordine di importanzo dopo Ia perdÌta
della barca a causa di una via d'acqua
non riparabile, o la perdita in mare dí
uno di noi? Senz'altro Id perdita delI'albero (un'avaria al timone non è al-
trettanto grave, si riesce comunque a
gorernare la barca con i fiocchí gepelli,
e poi noi dvevomo prdticamente due timoni indipendenti, piii íI trimmer). Sup-
ponendo di perdere I'alhcro nel punto
ptu .lavorevolt, ( rit,;. suhito'dono
il "punto di non ritorno",0yremmo co-
termine massimo
di
permanenza
in
mare
quello di 70-75 giorni. E' decidernmo la
quantità dî iJòrnimenti alimentari su que-
i conti sono tornatí
esattÌ, in quanto all'arrfuo, dopo 25 giorni,
avevamo consumato circa il 30/a delle scorte di viveri, e solo il 25% delle scorte di
acqua (cíoè circo 40 litri, sui 200 imbarcati) Lo scarso consumo di acqua fu dovuto
comunque semplicemente al fatto che Annetle ed io non beviomo a(quo, ma visto base. Ed alla Jine,
no, e qualthe bita. All'anivo ayevatno
veri per altre 6 mila miglia!
vi-
10 litri in una tanica di entergenzo collegata alla zattera autogonftabilc.
Vivei Jreschi
Uova I 20
Patote 20 kg
LÌmoni 4 kg
Cipolle 5 kg
Bevande
di sardine, I kg di patate, Ì busta
di vitamine, ecc Ogni volta che Annette
Bfire 50 in lattine da
ne di ogni giotnata, annttllavamo con una
crocetta le caselle di víveri consumoti, sc,
pra la co
linea rossa, in modo
da avere
qualunque momento
Champagne 2 bottiglie
Succhi di Jrutra l0 larrine
scatola
od io prendevamo qualcosa, oppure alta Ji.-
era
delle scorte a bordo.
Questa tabella era incollata sullo sportello
esterno della "lihreria", e cioè sempre ín
vista ed e portata di _ . . matita.
quale
I VIVERI IX|BARCATI
Acqua
__?05_litri (60 nel serbotoio di prua più
75 in
3
taniche da 25 litri l'una piti AO in
40 bottiglie di plastica dd lt 1,5'l'una più
Vino 20 litri
l/3 di litro
Mele 9 kg
Banane
5 kg
Scatolanrc
Zuppe, 10 lattine
Pasta-riso 3 kg
Pane abbrustolito 6 kg
Crakers 20 scatole
Biscotti 5 kg
Cíoccolato 7 tavolette
Burro in scatola 4
Latte condensato 4
I5
scatole piccole
Ilurstel, l0 scatole da 6
Carne, 6 scatole
Pesce,
Prosciutto, 3 scatole
Salanti, 3
Vegetali in scatola, 40
Frutta in scatola, 5
Olio 4 litrÌ
Vitamine 85 bustine (Agruvit)
Pomodori pelatí 8
(d
co
e,
ne
submarine! " (La vostra barca sta diventando un sommer-
is becoming a
gibilei
quella occasi
l- E fu qui che mi accorsi che
lo scaflrO cel motore era afflvato a pelo dell'acqua. Con il mare in
oramar
lai Io stlto
tativo, della
Dovemmo ri
poppa, ogni onda avrebbe
immesso
re, la pressione dei gas dì scarico faceil tappó. che veniva recu-
va "pàrtire"
perato a bordo. Quàndo fermavo il
motorer Anne_tte contemporaneamenle.rimettev€ il tappo a pòsto. Questa
soluzlone divertiva molti i nostri vici-
ni, ma non potevamo fare diversamente
I
ma prima di
Partenza
disponibile a bordo. Mamaroa, con il
La data della partenza era fissata
per sabato 23 nolembre. In effetti,
preparare la barca in solo dodici gior-
mo riusciti a stivare tutto, anzi, incredibile a dirsi, avevamo ancora spazio
passare
dei giorni, "affondava"
sem-
FORZA
7.
GENNAIO
1976 35
LA PILOT CHART
E' un docuntento essenziale per preperore ia rotta da seguire in una trav?rsato
oceanictt Ne esistono due edizioni, una in-
glese ed una americdna lpraticamente
uguali). che coprono con vai fogli tutti gli
oceani deila teno. Per ogni oceono vengono
pubblicate 12 carte, una per ogni mese delI'anno, che vengono periodícamente aggiornote con nuovi dati- Una Pilot Chart è qualtosa di più di una remplice carta di navigazione. E' un documento vivo, è il condensato della esperienza degli uomini sul
nure. Quindi non Ìl freddo isultdto di elaborazioni di cenelli elettronici. ma molto
piu umanantente la somma delle rilevazioní
effettudte dai Comandanti delle navi dolI'epoca remota dei rneravigliosî clippers fi=
no ad oggL La Pilot che ci interessava, che
Sopra, una porzione
di "pilot chart"
ri-
guardante la partenza dalle Canarie con la
rotta ed il punto di "non ritorno" ad
delle isole del Capo Verde.
W
copre tutto I'Atlantico dalla Groenlandia
fino olle coste settentrionali del Brasile e
alle coste dell'Africa centrale (lat. l5o), ha
una scala enorme (I:12.350.000 vedi Forza
7 ottobre
Tutta questa
in tanti quo-
zione e velocità, che nel Nord Atlantico
circuitano gro\so modo in senso orario, e
cioè da ll ad E (Corrente del G
porte settentrionale, e da E ad W
delle Canarie), nella parte m
Questa conente, che ci interessava direttamente, partendo dalle Canarie lambisce Ie
Isole del Capo Verde e poí dirige verso W
(cioè verso le Antille), e corrisponde esattamente al percorso che l'aliseo segue dalle
coste dell'Africa fino alle Antille. La sua
velocità medio (l/2 nodo), ci asricurova
quindi già l2 niglia aÌ giorno di percorso,
ed avendo traversato in 25 gíorni, questo
significa che abbiamo percorso "gratis" circa 300 miglia per effetto dí questa cor-
rente-
2) Le temperature medie dell'acqua del
mare, in grandi Fareneit.
3) Le temperature medíe dell'aria, sempre in gradi Fareneit.
4) La pressione media in mÌllibars
5) Le percentuali di nebbia nelle
varie
zone.
di
i actantoi, al
lvedi
centro di ogn
iÉ)ortatd una
rosa dei verrti,
per ogni
settore di 45o
e e della
e. Oltre a
lòrza del vento
ciò, la pilot dice molte altre cose, e cioè'
l) L'andamento delle cowenti, in direrasta zona
dratini,
A sìnistra i simboli delle "pilot"
americane,
a destra di quelle inglesi. Entrambe sostanzialmente identiche giacché i dati statistici
sui venti e sulle correnti sono ricavati dalle
osservazioni comunicate dalle navi. Le carte inglesi riportano anche il numero di osservazioni su cui è basata la rappresentazione grafica dei venti e correnti e ciò le rende più attendibili di quelle americane. Po-
q-=---_ZArt--:
Pesci
volanti fritti di notte in Atlantico.
tete notare anche che il numero delle osservazioni è più alto in prossimità delle rotte fisse dei mercantili (linea nera dove si
legge Curacao). I dati qui riportati si riferiscono al mese di dicembre (il piir favorevole) ed infatti prevalgono i venti da NE.
ni è stato faticoso, ma occorreva
fissa-
re una data, ed effettuare una specie di
"conto alla rovescia". Se non-si fissa
una data, si rischia di vedere che il
tempo passa, e non si è mai pronti. E
poi la situazione generale era favorevole, iÌ tempo bello con vento da Nord e
non volevamo perdere questa occasione per frre una buona partenza. llnfar-
ti, in inverno, le Canaiie sono al Iimite
settentrionale della fascia dell'aliseo,
ed ii vento può mancare nel tratto ini
ziale anche per molti giorni, con
pronto a bordo (anche se c'erano ancora dei dettagli da sistemare, decidemmo di mantenere la data, e di ultimare
queste operazioni secondarie in mare).
Dopo un'ultima doccia al Club Nautico, la sera andammo a cena in un bel
ristorante con la moquette, senza badare a_spese. C'erano altre'coppie, al
iume di candeia, ed a me sembrìva di
recitare una specie di rituale formale di
distacco dal resto del mondo. ll
il con-
noi con i nostri 25 l. di benzina non
sa-
me operazioni (lavare per l'ennesima
volta con petrolio la..linèa di galleggiamenlo per togliere
36
FoRzA 7 - cENNAto 1976
matli
il
catrame, fare la
6)
Le pincipali rotte commercialL
7)
/) InÍine,
InJine, come obbiamo sià
visn nella
flà visto
I puntato. il pertorso dei cicloni tropicali.
topicali,
chc nel periodo prescelto sono quasi' inesi
stenti,
rùù-ùÉtÈbtd
Èbb&ùdùb
ÉFhbd
rsbù.hb++
ú
(-X.il
Studio della rotta sulla Pilot Chart
Per andare dalle Canarie alla Martinica,
come per attraversare tra due puntí qualsíasi
un oceano,
la pilot e
tracciare la
e- Questo
studio va fat
l)
'é
.ùl
Tracciare la rotta di minima distanza
xloNmc
D.ùedlcdiúo.lo.
(rotta ortodromica)
vlallf,r
&
i
Questa rotta, sulle pilot charts (costruíte
come quasi tutte le cdrte nautiche con un sistema detto "proíezione di Mercatore", in
cui i meidiani ed i paralleli si ìntersecano
sempre ad
concavità r
avere nel n
î'(@
miglia-
.2) Tracciare 1a rotta per prua tnica (rotta lossodromica)
in
Questd rotta sulle carte
NOIB
DlúdtbrbdIq
lFhtb+TdtLGùÉ
proiezione di Mercatore), si o
licemente unendo con un tratt
il
punto di partenza e quello di arnvo, è senr
pre piu lunga della precedente, e nel nostro
caso av
tnento
parlerò
il sesta
segLure
3)
questd
nrcnte)
pratica a
i minimo
tempo ptefissala, che tracceremo per inlero
nella carta della traversato.
(nel
ttare
rnm
ibile
volte questd rotta può coincidere con una
pri
acco
corso nd
delle
nel nostr
non
convcniyo
Cotrente
a cut accennavo pimq il che significava dÌrì-
gere inizialmente verso le Isole del Capo
Verde, e poi grodualmente guadagnare veiso
Ovest (lasciando le isole sulla sinistra ad una
distanza di circa 200 miglia), continuando a
scendere Jino ad una latitudine di circa
N,
la Mart
latitudi
I5o
ques
tova
terò
fino
at-
questd
i'argo-
Gran Canaria fino alla sua estremità
meridionale, e da lì decidere effettivamente se continuare o se dar fondo a
ridosso del capo in caso di mancanza
di vento, ed attendere 1ì il momento
migliore. né piùr né meno di come fanno gli uccelli migratori a.ll'inizio di una
lunga traversata, guidati dal loro misterioso istinto. Verso ie 17,00 eravamo
in vista del capo, ma il vento sembrava
tenere. e quindi abbiamo continuato.
Per 2400, Mamaroa alie 20,00 lasciava
il capo al traverso sulla dritta, circa 5-6
miglia, ed alle 02,00 dei 24 novembre
il faro era sparito nella notte dietro di
nol.
primi
sono stati
non oer le
socché ide
vuto abituarci alla nuova vita. Anzitut-
to eravamo stanchi per la preparazione
accelerata dei giorni precèdehti, e poi
all'inizio abbiairo avúto freouenti sàlti
corrente e mare contrari per centinaia
di miglia, almeno al nostro livello
un
dí
yantaggrc
cioè effettuato
i
4) l'l "punfo di non ritorno".
navigazione,
otuto fermarci
La rotta che avevamo deciso di seguire,
aveua un a tro grosso
quello
cioè di passare vicino al
i Capo
dopo aver percorso le príme 800 miglia,
il tempo di prendere in
pieno il ritmo della
o pri-
fissare un punto (che
questo anche
Verde. Questo
fatto mí
tîto'di
in gergo aeronautíco
si chiama "punto di non ritorno", o anche
al úaverso di
avremmo avuto
mo dí decidere se c
no
indipe
(e
dagli
imprevisti).
N e long 29o
dirigere verso
dopo
il
quale
re verso Oyest
(è impensabile infatti con una piccola
borca come Io nostra di timonlarc vento.
di vento, per cui siamo rimasti sempre
al timone, con i soliti turni di due ore
ciascuno (anche se la media giornaliera
è stata buona, circa 120 miglia). Mamaroa procedeva bene, anche se si avvertivano alla barra, ed al passaggio sulI'onda,
le condizioni di
sovraccarico,
che sono poi gradatamente migliotate
con ii passare dei giorni, a cauia della
riduzione delle scorte. Il terzo,giorno,
finalmente, siamo entrati nell'Aliseo.
Abbiamo quindi issato i due genoa gemelli, amainato la randa e Mamaroa-ha
cominciato ad andare da sola, guidata
dal timone a vento. A questo punttr
abbiamo cominciato a soffrire il mal di
Primi giorni in mare
I
quando
unto con
mare, a causa del rollio della barca
ll
paesaggio lunare dell'isola
di
Lanzarote.
barche moderne,
in cui la zavorra
è
ticamente ridurre anche il periodo (che
è uno svantaggio). Credo che il Samou:
i
I
disagio, e di soffrire di meno
il mal di
mare. in quen to ci permettevano d j
sdrairrci sulle cuecetle restando corne
"fasciati". e quindi solidali con i movirnenti della birca, e con tutti i niuscoli
rilassati. A poco a poco ci siamo abituali. e dopo due. tre giorni il problema non esisleva piu. qualunque opera-
zione, anche la piu scomoda, effettuassimo a bordo. Ecco perché, credo, ci
riesce difficile, in Mediterraneo, adattrrci ad una lunga pemanenza in mare. Non soltanto-oei la variabilità delle
condizioni meteo, ma anche perché
rnlnca "lo soazio" oer fare delie tra-
lunghezza tale da dare al nostro corpo
il tempo di abituarsi aile mutate condizioni ambientaii In Atlantico è diverso: I'aliseo è costante. un fedele amico,
e passati i primi giorrri. si rinrsce in
unr condizione nuovr di naturalezza,
di sicurezza, di serenità. Ed a questo
punto comincia il vero piacere di trovarsi in mare. Di questo vi parlerò ir-r
un prossimo articoio, oltre natural-
rnente di quanto occorre conoscere per
potersi godere questo piacere
senza
preoccupazroni.
Massimo Cerracchio
versate che àbbiano^un senso. di una
(4 - continua)
lrovato qualcosa dell'antico centro, lo
stile inconfondibile della civilissima Spagna del Sud, ma sono "ombre" del
in un mare di cemento. Abbiatno fatto una specíe di vÌsita augurale
alla casa dove obitò Colombo prima di
passato
partire, nel 1.192, come dice I'iscrizione
all'ingresso "Rumbo al desconoscido"
(cíoè prua ad Otest verso l'ignoto) Ma
perfino qtti l'atmosfera è artificiale, vendita di diapositíve e cartoline, "mandrie" di turisti. Le altre isole, Tenerífe
(capitale dell'Arcipelago), La Palma,
Gomera e Hierro non le abbiamo visitate. Ma i discorsi con gli equipaggi delle
barche ticine erano eloquenti, soprattutto per Hierro, da cui effèttivdmente
parti Colontbo con le sue tre barchette,
e Ia cui punta occidentale era considerata il limite estremo del mondo, e da cui
passava iI meridiano 0 delle carte nautí-
che (Greenwich doveva ancora
essc
re . . Jòndata).
E Gomera, dove per Jòrfuna non esiste un dreoporto, ed è collegata solo
due volte alla settirnana via mare con
Tenerife. Un piccolo universo inconta-
INVITO ALI,E
CANARIE
AIle Canarie si aniva comodamente
da Roma in aereo via Madrid in una
mezza giornata Ma il mio "invito" sarebbe di andarci sulla vostra barcrL Durante
Ie vacanze estive, e percorrendo
grosso
modo la strada percorsa da Mamaroa e
descritta nello scorso numero, ma in condizioni stagionalt molto più Javorevoli, ci
potreste arrivare comodamente in un me-
E poi? A meno che non abbiate la
fortuna di dispore il tempo per il ritorno (fortuna di pochi), potete lasciare la
se.
barca li per l'inverno, e tornare a prenderla I'anno successivo. Lasciandola dove? A Las Pal.mas, o in un porto turisti
co dí nuova costruzione sulla costa SW di
Gran Canaria, o a Tenerife. Per il viaggio
di ritorno, in periodo estìvo, occote però considerare che, sîccome d'estate Ia
fascta interessata dall'alíseo di NE si sposta notevolmente a Nord (fino a 35o lat.
Nord), il ritorno a Gibiltena non è così
facile come I'andata. Se dovessi decidere
come fare, partirei con barometro alto
da Lanzarote con una bolina larga su
38
FoRzA 7 - cENNAro 1976
X[adera (con sosta e h-unchal, la capitale
dell'isola), per poi dirigere a Cibiltena in un
regime dî tenti variabili, cercando cotnunque in caso di vento contrario di rimontare
verso Nord, aspettando un salto dí tento
utile per infílare lo stretto. Pdrliatno ora un
po' breremente di qu,este isole incantate. Il
paesaggio è stupendo e vario, il clima mite e
quasi costante tutto I'anno Le isole príncipali sono sette, come mostra la cartina.
Le piu interessanti sono Lanzarote e
Fuerteventura, Ie più orientali, la prirna con
iI suo paesaggio "lunare" dovuto dlla rÌaturd
vulcanica, è unica nella sua selvaggia bellezza, I'altra vicinissirna, è completamente diversa, roccíosa e ricca
di vegetazione II
ma-
re, nel passaggio tra le due isole, ho tutti Ì
colori che possono esistere tra il verde e il
blu. Procedendo verso Ovest, troviamo Gran
Canaria, con forma pressocché circolare, e
con bellissime spiaggie dí sabbia finissimaL'unico "neo" di quest'isolq è la sua capitale
Las Palmas (nella foto), "distrutttt" negli
ultimì 30 anni dal turismo di massa (soprat-
tutto
tedesco).
Grattacieli, grandi alberghi, outostrade
urbane, sembra dí essere a Miami o ad Honolulu. Cercando bene, con Annette, abbiamo
ninato. E gli abitanti? A porte quelli
"progredití", che esistono anche li, vi
racconto un esempio: arrivammo nel
porto di Arrecife (Lanzarote) alle 02,00
del mattino, del l0 nor;emhre, provenienti da SaJi, dopo quattro giorni cli
mare.
niche
Alle 8,00 del mattino presi le tadi benzina e chiesi ad un giova'
notto (sui 25 anni) che pescava sul moIo a due metri dalla mia barca con una
canna a due ami (2 "vope" per ogni
"calata") dove potevo trovare la benzina. Lui posa la conna, prende la sua
vecchia "vespa", mi porta a circa 20 km
a riempire le taniche (era domenica, e il
rifornitore in paese era chiuso), miriaccompagnd in banchína, e si rimette a
pescare (sempre due "vope" alla volto)
Vorrei fare qualcosa per ringraziarlo, gli
offro una birra, Ia beve, ma mi guarda
stranamente, come per dire, ma che bísogno c'è della tua birra? Ed io mi sono sentito un po' ridicolo con la mia
regola del dare e dell'avere, mentre per
Iui Ia regola è pescare ed aiutare lo straniero, e basta. Quando, partendo a mez'
zogiorno, I'ho salutato con un leggero
gesto della mano, mi ha sorriso. E questo sorriso lo ricorderò- L'cco un'altro
perché di questo invito alle Canarie
.
l'abc per traversare l'atlantico
IN OCEANO:25 NOTTI
PER GUARDARE
IL CIELO E LE STELLE
Sembrano tante ma scorrotlo
rapidamente insieme alle corte
giornate tropicali. Come
stabilire e seguire una rotta
in pieno Atlantico. Le ricette
di Annette. Una vita idilliaca,
poi all'improvviso, alle
prime luci dell'alba,
dll'oceano spunta fuori
laMartinica...
l\lassimo Cerracchio
di
Questa quinta puntata del-viaggio
Mamaroà
è interamente
de
dicata
all'attraversamento deÌl'Atlantico, dalle Canarie alla Martinica, ad una breve descrizione cioè di quanto può interessare un lettore che abbia voglia
di partire
messa: Ìa
fermato
to della Pilot Chart e deì traccianrento della rotta plevista. La cartiua che
in queste pagine lnostrl la rottà'effettivrnrente'seguita dr Martlaroa
(che lia coìnciso perfettamellte con
Lrppure
quellr pfevi:tr) e lr sur ptrsiziotte
siornaliela lurtgo il pcreorio. l':rnticlL.
irnrnissima e"d rifrscinlttte "arte
i
già sentit
dall'Ital ia
pegnrlìva del viaggio è
il traslerimento- alle Canarie, rrentre il trrtto
ne1la zona degli alisei è una
lunga e tranq.uilla passe[gialr. Questo
Atlantico
pero a cundrltone 0l píìrllre cùll lJ
a posto, e colì una serla
cosclenza
preparlzione llle :palle. iome spero
ài àver dimostrato nei preceJertti-rrticoli. La serenità ne11 affrontare una
traversata di 3000 miglizL, sia pure in
condizioni arnbientali favorevoli, deve
poggiare su solide brsi. e sopralluttu
iul-iorrvincimento della proprir rutonomia. Nel tratto atlantico non vi sono praticamente spersnle tìi ricevere
ajuti dall'esterno. in qualìto la ruttr
degli alisei, r.rna volta tàr.rto frequentata-dalle navi a veÌa, oggi è pratica-
mente deserta. Bisogna quindi poter
contare solo su se stessi, e credere
neile proprie risorse.
Navigazione
Nell'ultimo numero abbianio
52
FORZAT-FEBBRAIOl976
parla-
tenni (essendo 6= 0 Per tali
Prue)
E SE FOSSI CADUTO IN MARE?
La tabel la che vedete riprodotta, scritta con inchiostro indelebile su
La voce 7, invece, era valida solo nel caso che in mare fossi caduto
io, in quanto Annette da sola non sarebbe stata in grado di rimontare a
vela verso di me. ll bloccaggio del timone a fondo corsa serviva a traversare
retta posizione dell'asta con bandiera, del funzionamento della boa lumi-
nosa (di notte), ed usare ad intervalli regolari il fischietto attaccato al salva-
gente per facilitare il recupero.
Ogni mattina veniva controllato il corretto funzionamento del morore. Nei giorni in cui abbiamo avuto il motore in avaria (perché si era,,allagato", a ca!_sa dell'entrata di acqua nel cilindro), una cima a cui aggrapparsi di circa 30 m era costantemente filata di poppa, anche se ralle"niava un
po' la barca.
Ouando fuori dal pozzetÍo, durante le operazioni ,,fisiologiche,,, oppure nei cambi di vela, o anche quando si andava semplicementé a prend'ere il sole a prua, indossavamo sempre la cintura di sicurezza che spesso era
la sola cosa che avevamo sulla pelle.
La temperatu ra dell 'acq ua de
era favorevole ad una relativamen
l'abbigliamento leggero avrebbe con
Inf ine, nella spiacevole even
Annette avrebbe dovuto continuar
per quanto
A questo punto vi
concerne
fino a toccare terra in
messa... di traverso
domanderete
cerlamente: nìil colne si fr ld tppre/zare sulla bussolr ,li unr brrca'cire si
muove in continuazione dei vaÌori
cosi precisi? I r prur da tenere err in
effetti letlr come nredia delle oscillazioni: jnfatti il timone a vento. per
I'effetto dell'onda e della conseguehte
necessità di continue correzioni. fa-
ceva imbardare M amaroa di circa
20o 30o da una parte e dall'altra.
q uale prua la
Quindi per capire
.barca
manteneva effetfivamente era
necessario sedersi un po' tranquillamente nei pozzetto. è controllare
che la media- delle oscillazioni coincidesse , con la prua desiderata, ed
eventualmente correggere il timone a
vento per rimetterc le cose a posto.
Questo controllo ven ivl d i norrnr
effettuato ogni due-tre ore, ed ancire
piiÌ raramente. Insomma, ì1 nrantenimento della prua non deve di-
cui non sa assolutamente nulla),
ue. Infatti per fortuna l,America è
di Mamaroa, e quindi sarebbe co-
munque arrivata da qu
Se invece "l'incidente" mi capitava nel primo tratto (tra le Canarie e
Capo Verde), Annette si sarebbe diretta con prua magnetica 150o circa
verso le coste dell'Af rica.
UOMO IN MARE
Con la massima calma, senza affrettarsi
:
1) Lanciare in acqua il salvagente con
l'asta con bandiera ad esso collegata.
2) Mollare le scotte. ed ammainare tutte
3) Aprire il rubinetto della benzirra.
4) Inserire le batterre.
5) Avviare il motore.
6) Dirigere la barca sull'asta con barrdiera (o sulla boa
luminosa, di notte).
7) Se il motore non parte, bloccare il timone
corsa a sinistra, calare in mare le due ancore ed
re (se di notte), tutte le luci di bordo.
ventare uDa preoCr'upazione iontinuu
(l'oceano, è grande ). 'e bisugr.rrr che
.l:r
barca vada per conto proprio, e che
FORZAl.
FEBBRAIO 1976
53
tlovi iì suo rìtn1o con Ì'aiiseo e
la
tofrell te.
I fiocchi
gemelli
{priìtlCrmente.
L'arrivo alla Martinica: le verdi
colline dell'isola apparvero all'ora
giusta del giorno giusto premiando
la orecisione della rotta e dei calcoli
del navigatore ll prossimo mese l'auîore
ci spiegherà come aveva semplificato
la naviqazione astronomica.
prin.ra della partenza ò
amente servita allo scopo.
condizioni erarìo quelle ti
aliseo (vento da Nt forza
barca fìlava a 5 nodi con i
duc genoa, quando ìl vento rinforzava
e cominciava a fiscl-riare tla le sartie.
c Mrmrror purtivrr in "surfing" sulle
\'re5te. Jll()ra Sostituivrtlìo
idue gentrl
con i.due fiocchi l.ll cambio dl vele
in qLLcste condizioni roll co[lportava
praticarrrentc una ridr.Lzione della velo-
cità,e
clere I
sulle
rttoclo
dellc s
adiper-
planate
questo
irruzionc
attrezza-
tura e sullo scafo.
Se invece il vento calava, e questo
è avvenuto a volte ne11a seconda parte
dclla traversata, allora oltre ai due
genoa tangorati. veniva issata anche
irr randa e-Mamaroa, con tlrtta quella
tela a riva. riusciva a fare 4 nodi ancÌre con un soffio di ver.rto. Abbiamo
avuto irìfinc un paio di giolni di calnra quusi piattu. che abbiuntct passato
pigranrente dondoiati dalle onde. nel
54
FORZAl.FEBBRAIO1976
C
LleBlì elastiei
COnìe SC i-lveSriltìo
effettuato la ttaversata senza timone
prine ipllc t. X[a pe' ottenere questo ri-
vcrsata. Mamaroa h
duc genoa o con i d
e senza randa, e l'a
la
La col-
dotta deÌla barca ò stata assicurata al
100;, dal timone a vento. ed il timone di gover-no è stato sempre bloccatct
in posizione cenlrale col
Per quasì tutto ìl
.1-5.),
grande silenzio dell'oceano.
sultalo. bisognar r met terc il timrrne a
vento in condizioni di lavorare. e cioè
disporre le vele in n-rodo tale che la
barca 4sultasse perfettamente equilibrata. Ed è qui-che si solto rivè1ati
preziosi i due tansoni telescooici. in
quanto allungandoii od accorciandolì,
manovrando le due ritenute e I'amantiglio dal pozzetlo, utilizzando a volte
anclie iÌ trimrrer, insonrma provando
e riprovando, si riusciva alla fine a
posrzlonare
qu;ndi il p
in modo t
tilassero in
pulto il ti
tanto correggere l'effetto imbardante
dell'onda, 1e oscillazioni della pala
a
fort
a bordo sono stati in gral parte
facìlitati dalle ideali condizioni irete-
r0ologichc incontrate. tipiche dclì'ali-
moclerata (180 -l1o
l8o di gìor.no) cielo
SOPRAVVIVENZA IN OCEANO
eno (con qullche be-
lgnl tanto). vento coE folza :1--5. I volte
piir. debole (r'are calute di vento). oc-
casionalntelte
piir forte (non
cr-edcr
:rbbia tttlri iUperrtr) Ftrlzlr ÀJ. rrrrre
slttpcItlo (l'rllczzu Jclle ,'nde rron .'i
clava alcun
fisticlio. data la rilevante
lungiiezza ilell'ondr. l\{anrirroa sirÌiva
scendeva su clueste verdì collir.re).
e
Vita a bordo
La nostrl vita quotidiana era rogolata clal corso del sole: nelle irtìtLrdìni
ItuIi111li lr.Jrrrrrta Jel gi()nìu ò ple.-
r()Llre ttgu:rlc {ncr
lutt(' l'ttrrt,') I
quclllr dclll ilulte! c quirrdi err rlitrIntr
alle sei cie I mattino, e ltotte allc l8
(ore localì di Nfarlaloa. lette suÌl'oro-
logio a
par
i,tc.
srL oLri r'ìtardavanro le
lancettc cli ur-r'ora all'arrravelsanrelto
rim
erl
ed
Ecco la rotta atlantica seguita dal "Mamaroa": i
rappresentano le posizioni astronomiche
giornaliere. Sulla carta abbiamo riportato anche le
linee di variazione della declinazione magnetica in
punti
base alle quali bisognava correggere la rotta, e le
uniche due linee rappresentanti le rotte delle navi.
Ouesta parte dell'Atlantico, una volta così frequentata dai velieri, è oggi disertata quasi interamente dai mercantili che passano tutti o piùr a
nord o più a sud su rotte parallele- Le uniche due
rotte che intersecavano quella di "Mamaroa" e di
altri velieri sono le due che abbiamo riportato.
'
!.!i,î,[I',f
i,l:',4'll'i'J)",?,,'"'i,
radio (il quelle ore la tr-asrnissione
era nrolto cliiara_) per prendere lo
stop oralio della BBe ed-ascoltar-e le
notizic foruìtc clalìo spceker.corr il
suo pc'rtìtto iìccen Lo inglesc (è buflìr.
tli soprat,vit,enza sotn pctt.lte,
isolc
GarîaFle
"\
4
ov
o
!
/
L52C
o
FORZAT-FEB8RAIO1978
COME SI CUCINA IN PIENO OCEANO
Ecco alcune note sulla cucina, preparate da Annette, che è stata molto brava
italo-
nel trasformare a volte Mamaroa in un raffinato ristorante galleggiante
nre sr prepara la sera, col fresco) far rosolare
una grossa noce di burro. Aggiungere quindi
sale è pepe e mescolare ogni tanto. Ouando
di gruyere o emmenthal grattugiato; mettere
versare sopra
ll
preparato, spolveranoo anco-
ripassate
in padella con burro, sale e prfzzemolo.
'
Lamiuga fritta: togliere.la _pelle, ta,gliarla in 4 filetti {buttando via testa e
spina dorsale), salare e paisare in fàrina e fiiggere con olio a fuoco medio. Contor-
pensavo a volte, I'Inghilterra non ha
piu il suo impero, ma i commenti
delio speaker sui fatti del mondo,
così dislaccati ed un po' "dall'alto in
basso", creavano I'ifiusione di un
passato oramai tramontato, quando
l'Inghilte
dei mari e
padrona
del mondo).
Nelle p
a mattinata,
ava e puliva
mentre
controllava a
I'interno
volte lo stato dei viveri freschi nelle
compivo alcune operaz
naliere, e precisamente
(p.t t] recupe
ln mareJ eO un
motore.
uolì1o
trollo delle vele a riva
venlo e dei sartiame (per ispezionare
la testa dell'albero mi sdraiavo a prua
rro.
DU
Carne in scatola: Tipo "Simmenthal", all'insalata con olio e limone e con-
torno di
ge
au
le
n scatola: frittì in padella, con ketchup.
r. oppure bolliti in acqua di mare, con mostarda forte.
gliatò a trance, e fritto (con pangrattato) in padella
i- rivestimento in vasellina, una volta alla settimana, capovolbolla d'aria nell'interno delle uova si sposti,
uella occasione, si ripulivano anche le cipolavano le eventuali mele e limonì sul punto
co
il latte a lunqa conservazione), al teqame,
spinaci in sca'iola, cipolle, "fines herbes")
di
ca): cuocere in una padella
olto prezzemolo tritato f ine.
e un PePeroncino
"Ìî!t;5,T.i
, abbiamo mangiato le mele
troppo m_ature, dopo averle bollite, con lo zucchero. Oualcle volta,..invece,- tagliate
a oezzetli con vino rosso e zucchero, ottima macedonia. Oppure di sera fa molta
sc
"Garibaldi" di Montanelli ad una
"storia dì S. Francesco", regalo delia
immancabile vecchia zia, ed arzi
avremmo avuto
ancora di più).
pre ora locale d
zio la
routine:
aperitivo-meridiana-pranzo 2o lettura
sèstante (e punto mare), "pennicheila". Il tutto erà rallegrato da circa un
ljtro di vino rosso de-lle Canarie (130,
ena:
"Banane Flambèes": fare scaldare un po'di burro in una padella, aggiungere
banane tagliate in due nel senso della lunghezza, cospargndole.di zucchero.
Ouando sono ben dorate da una parte e dall'altra aggiungere un po' dl cognac o
whisky'- ed accendere.
Dolci: Non ci piacciono, soltanto qualche volta abbiamo preparato del
riso bollito in poco latte, con vaniglia e marmellata.
Oltre ai viveri elencati nei'ultima puntata, avevamo a bordo le seguenti
spezie e condimenti, in barattoli di vetro allineati sulla mensola sopra la cuccetta di
drì tta:
noce moscata, vaniglia, zallerano, prezzemolo, aglio, herbes.de provence,
rosmarino, fines herbes, [unqhi secchi, mayonnaise, mostarda torte (ulJonl. taba
sco, cellery, ketchup, peperoÀcini, pepe e sale (grosso e fine), aceto, farina, zucchero. caffè. thè.
le
CARTE NAUTICHE
E
PUBBLICAZIONI
Sono poche le carte e le pubblicazioni necessarie durante la traversata atlantica.
Eccone l'elenco:
Effemiridi 1974 (lstituto ldrografico della Marina): unico testo indispensabile. Ta-
il calcolo delle rette d'alttezza (lst. ldr. della Marina). Vol.2
(lat 15oT29o) e Vol.3 (Lat 30ol5o). Sight Reduction Tables for Air Navigation
IHO 249 Vol. 1 Selected Stars) U.S. Naval Hydrographic Office (Per i punti con le
steffe). Baker's position line charts, per il tracciamento di precisione delle rette d'altezza
vole a sol,uzione diretta per
(lmray and Wilson ltd-Wydr House-Saint lves-Huntingdon). Portolano "Antilles"-Service
Hydrographique de la Marine Francaise.
Carre: Scala î/7.500.000 n.4008 - North Atlantic Ocean Southern Portion (British
Admiralty) - Scala 1/î3.800.0OO - North Atl. Pilot Charts (Nov/Dic/Genn) (British
Admiratty) - n. 383 - Martinique (Scala 1/78.890) - Service Hydrogr. de la Marine
Francaise - n.5834 lles du Cap VeÉ (Scala 1/495.500)
FDRZAT - FEBBRAIO 1976
Verso le 16,00, generainente tornavamo nei pozzetto per goderci le
ultime ore di^luce, si lavavalo i piatti
\lJu:rfdu lrll'r'rizzonlc. )en/J ìttrltiltbilnrente avvistare mai ntrlla. netnnreno nellc due (ì lre ur'.l.lsi(rlìi in ùlli
abbiarno intersecato Ìe rotte delle
navi ( in tali occasioni aumentavamcr
comunque la vigilanza).
Verso le 20 cenavamo (nonostante
il rollitr. si uueinlvl e si rrr:tngilvu
onnai seduti sulle cuccette collte a
LJsil n0\l |r I C prri
o si
versava.
zio
.i
asooltava
leggcr
J u si L(rtì-
la radio A1l'inì-
riuscivamo soìo a plendele (a
parte la BBC) i progranrni dlll'Afi'ica. lna poi, arrivati a circa 1000 miglia dallé Antille, abbiamo cominciatcr
a captare la stazionc di Fort clc
Franc-e. che trasrnetteva spesso llL
favolosa musica locale. ed il ritnrtt
costante della "beguine creole" ej
Jltiravc !()rnc un fìluto ntrqieu ver'.,'
la Martinica. Cìrca alle 21.00 Anrettr'
spariva dìetro il teÌo antirollio. ed io
prssrvo le mie qrruttlo rrrc dì gutrldr.r
lll.00 0ì.001 :cirrirtrr irt r'littcll:r.
una frase deì ternpi del liceo.
dc.l
grande Kant, se berr ricordo: "l)u.'
cose rli
nlo di
hanno sempre ricmpito
meraviglia,
il cielo
l'lni-
stcljrLto
sopra di rne e 1a coscieltza rnorale il
nie". Dalle 02,00 alle 06.00 si invcitivano le parti. rni addormentlLvo
tranquillo. ed Annette faceva il srr,,
turrro di. guardia, lasciando nnche lei
correre i suoi pensieri chissà dovc
Ogni tanto. silenziosamente. arrivur l
una nltvoh carica di pioggia, lavlr.r
per bene ìa coperta di IVIamaroa.
c
continuava la sr.La corsa verso occl
dente. preccdendoci nel curr-r'rilo
Oppure un pesce volante sbagliava lrr
rttisura
e firrivl
rrel pozletlo, in alle)il
di firrire irr pr,lella il siorno dupr'.
Fine hé r1 rnatiirro l'otl,rrè del rflè'e ,l
ul bacio di Annette rni svegliavlrrto e
e
tt-ttto r-iconinciava
Arrivo
dcl mattino deÌ l8 dicerrbre
quando
!974
)
Peleè (l
nica)
è
e dove
così ii
D'altla parte però
in vista sìgnificava cl're
eravanìo alla fine di qualcosa che
Annette ed ìo avevlrmo clesiderato ed
rvuto coll deterrninazione. e questo
drvl gioiu e tristezzl irrsierrrc. uorne
tutte le cose belle quando inesorabilmente finiscono. Il puLrto con il
gazione precisa.
qr-rella terra
sole de1 giolno precedente
cì
collo-
cavr a Jl0 miglia clalllL punta
Snd
tlelÌa NIartìniclL e sarebbe bastato questo pullto a corsertir-e un buor atter'-
t'rggì,' l)et' utri ttlilFgì('tc ple.i\ìr)lre
effettLrai anche due pLnrtì stellari a1
11. cliccmbre ed all'alba
clel I8 (irrmecliatanrente prinra dì avvìstlre Ìa costa) rnx torro a dile chc
tlanronto dcl
questi punti stellari rion sorìo
esser-
zirli. íl Soìe è gìì piir che sutlìciente.
Volendo. avlei anche potuto tútliztar-e il radiof'aro îereonuLltico cli For-t
cle Fmrce. nrn plefer'ìi tcncre cìrL purte
il
rtLdìogonionrctnr
(lo lvrci
nee
cso trr
cìontinentale da cui enrclgono le pic-
cole Antillc Avvistata telra. svegliaì
.\nnette tquellr rìulle Jvev:rìro irrver'-
tito i
tLLrni
di
guarclia. daì rnornento
che al1'alba dovevo cssere sveglìo per
ìl purrro rurì il 5e5lrntc l. prrtì il trpItr della bottiglir tli l\loèt e ( hrndorr
chc avcvllno da parte per 1'occasione,
eravalno
ult po'su dì giri per tutto
quello elr:rmpirgrlc J st{)rtliìer) vuoto. I
po0o a poco ì1 profilo della costa si
Jelirtefvl. \ers(ì lrìcll()gi()rnu efrvlrllo
oLnrai a poche nrigiia dall'estlerlità
sud della l\'lartinica. e I'isola era lneravìgliosa con tutto qLLel sc.lle. coll tutte
le"sfunatrLre dì ver^cle ìrrrnaginabìli, i1
e le pahne lungo
le spìagge Prima di cloppiare il capo
siurno entlati ìr-i una specie di "carnpo
rrrare verde-atzul'Ío
UN PO'I)I }IEDICINE
('rrn;ìglio il lìbrrr "ll nrr(lico
llor clo clella collaoir di lllrur o r\larin cui.
cini. Fl'una serrplic't'guidr,
in biisr' :rì sint()nìi rccusali. e tnrìir';r
t.r li{ cura piir irdatta f,I larlaci;r rìì
\lrrnraroa. pleparirlr in bitsi'allc inclr
r irzioni cli qucst() lìlrto. cra <lirisrL in
duo s( rl()[c la lrrjrrta r'ort rtrecìicrnc
di usLr piu cr)rrerrte. la sccùncla pct r
cirst pl Lì grd r l I ir s( ai ()Ìit
Anticlrrtorifir i: J)olr itru. \isiclina
((Ì()ì(,Ìe jn gL'norale). (.,p1aLld(ìn Spdsrlrtplus, Sorrra (.orrplt'r.
Scridon.
(iibalgil.r. l)(ìlor.n, Kerasirlit il.,,\spir úrrr. \icr:Lmol.
.\lka-Selzt'r - I'()mate: lTI.ì(l (Fllìrrìstn1i( a). lsîanÌi!e lini[renLo ((l(rl()fi reunì:rtiti c(q ), l,.rn()sil (c(ìntLrsi(ìrìi). lJrrlsrrmo Sif(auìnir
(Ant;Ìlgi( ()). Il( ()!dl 7O (I)ernratiri).
.\lges:rl (Brlsanro
nrìtircuoriúic()).
( Ìenre inrl,isolirri. c pcr l.r cutir rìcllr:
\( ()llirlure s<rliLii. cli rltio tipo Varir': lìc,rse( ((li.r('c ) lì,rlsirrìr0 I iilr(,
((lol()) i nlus( ()lir i ). Fli.t()nill,1 (s( lr(rpp(r tosso). ()r.r\cpLi( (ger)gi\iti),
l,trcllvrt oLo (goece ruri( ()1.ù i ). n)( ce Slilla. (()c(lìi ilritrtli), Ritrot iclinir
Valels c Rinr()iluirìuncil (t.rî[rt'<l<lorcJ ()\'r1t.l. p,aìz,r- ben(le. rl( ()r)1. c(( 2n s( a1()lir
(llrruì() tli Elilc (,\nestesi.' Ì()(,rli)
- (.oaguìeno (siriììgb(' enìosLdticho.
per l)l()cfar(' entot t ltgic ) - f,,rct io
enr()sLatic() - l"ascia claslica prr irrt_
rrtrbiLizzarc ilrti frattrlrali e rc[:ilì\('
strÌ( cbe di legrì() - l bistrrrj - ÌJrucl
.\ icl (( ef()tti ,speeÌrLi fhe s()stilujscomclallici pfr suLurrzi()rÌe
nri ipunli
feriLe ) - ,\i clrt:rcìerre ((lisinf(Ìltdnte
ar:qui' rnquin;iLe) - Crvit \\r (pct cut:irc pl()v\,is()riaillente uÌl rlenle cariato
- l)('nrertelll - (lhcnriciclitrit (r.ari LÍpi
rli infezioni, (onrprcsL' quelle dell'app:rriilù digerentc causato cliL cibi in
scirt()la iì\iÌ irli) - CI P- du() - Clol()c hinii Rirycr (Nlnl;rria) - SpiÌfina (Clolicbc rr.nirli) - P.rncroflal (lnsrrfficienzil prncrcaticir) - I.-ilnnid()ncr (mrlilt
l-ir, îlogistiche) - IlicrLrren go('(Ìf (nralaltjc poLnì(ìnari u cirrrlirche) - (iluLar('t 2:ìl) (aLìùrcrìt() iLcutezz:r nrentrlc) \aLLìralmenl-c. aDzi. ftittunaLanenLe, di lulLc quesle medici[e iibbiarno Lrsalo s()lo qullcbe aspiriniìl
i1
di riecessitù) e gocleflìri f irttcrragio colì il soìo sestarìle. E poi i
segri dell'avvìcinanrento della tcrra
sono tanti. pel eserìlpjo i gabbìanì
(anche se il plinro cl're abbìatto incontrato. con Ll|a lrLnga cocla bianca
e slìbito defirjto "gabbiano x lrLngo
iaggio" erx ad oitre 800 niglia da,lla
costx ). ì cuntr,r li che si fonnano nelle
cirso
orc crìldc sui Iilieyi r]ontuosì (lr ceusa
del sollevarnelìto forleto dclle nrasse
d'ulilr rrrniiìe l)r'uvcnìrlti dlrl nlrle t eJ
nrìrato" costituito da centinaia cli
piccoli galleggianti collegati a delle
nasse pel la pesca clelle alagoste, ed
è dovuta restare a lungo a
prlra per indicarmi la stracla o dopc)
^nnette
ì-5 giorni ( LLna media giolnaiiera di
ll0 Nl\l per coprire le 3000 miglia).
lro ripreso in nrano la barra del tirnorìc. ea1 ho tolto i dLre tangoni. Passati
rui traverso deJ capo alle 121.00. nel
ponreliggio abbiamo risiìÌìto la costa
\r)ttovento dell'isola di bolina larga, ci
riLrIo tolre c:si tiltl dtrt. iJ ioil Jù(luil
dolce ed uno sharrlpoo ai cape 1lì.
.'erano tailte piccole incantevoli baie
ben ridossate dove avrem.no voluto
Lìr'urarci. ma a Fort cle France c'era
l posta e poi volevalrlo avvertjre dell'urrivo i lostri cari. Al tlamonto
l\llLnraloa entrava nelia grande baia di
l-'ur1 de France accolta oltre che dalle
irrci e dal runìorc clelia città (il traffi-
eo ed
il suono dei cliìcsor1 portato
dal
rento) anche da un rovescio clì pioggia tipo diluvìol dopo avel percorso le
u nìulufe \'ur unJ visipcssirna pe r 1a pioggia, alle
i9.40 entlavanlo nel porto ed onneggiavamo vicino ad tLn pesclìereccio.
rrltrrrrc rniglir
b
ilità
Il
oaso ha voluto che I'equipaggio
pesLllefec,:io fosse . . . spagno-
.li quel
l,
Cln:rrie {residerrli du quuTclre
' Jcllc
irr Vcnezuela. eraÌìo lì per una
lLnno
rrrìlpagna cli pesca). Abbiarno stappa-
to rtn paio di bottiglie di vino rosso
tlella loro terra. e questo è bastato
reazione a catel)er generare ura
ru. ci lìanno dato oarte della loro cerr (unu fìvolosa inialata di patate ecl
rurxgosta) un paio di caffè. alcuni pesci ed urla stretta di u1ello, calda e
sircera come tutto qLLello che unisce
gÌi uomini che anano il mare. Piir tar'di. clopo aver Îatto quattro passi su1
Ln,
rlu. per ùuntrullrrc se sxpevrmo
. ttlnnì rnJte. ùl slamo ao-
JncurJ . .
dolmentati (l'ufficio postale era chiuso. bisognava aspettare f indomani).
Mrimaroa era lmnlobilo. nello spec-
chio d'acqua calna del porto. e c'era
nell'aria. dopo la pioggia. I'odore inconfondibile della terra bagnata. della
lrostra madre terra.
iì .olure Jell'r.qrrr.lre drrentr piil
chiaro arrivarìdo sulla piattaforrna
i'lassimo Cerracchio
(
FORZA
7.
-t
(:otttittLta )
FEBBRAIO 1976
57
o
I'abc per attraversare l'atlantico - 6
CON IL SOLE
E
SESTANTE FINO
AI,LE ANTII,I-,E
It
L'uso del sestante non è un privilegio di pochi,
facendo pratica chiunque può diventare un
buon navigatore. Ecco una spiegazione per
usare lo strumento in modo semplice.
t'
niente di nuovo (anche se non ne ho
trovato traccia nei "sacri testi" che
Massimo Cerracchio
In questo articolo, desidero, conre
argomento conclusivc'r suìla traversata,
proporvi il sistema da me adottato
per fare
il
punto con
il
sole, ed
ac-
eennarc alla fine dell'itinerari,r fercorso da Mamaroa nel Mare dei Caraibi,
argomento
mi numeri
descriverò
possiede gi
problema;
sempÌicità
anche chi
di navigazi
rssi-
che
chi
del
grande
la
do stimoli
a digiuno
ad in:iziare
conosco), e pur avendo dei limiti di
irnpiego (cui accennerò) rispetto al sistema classico, ha il grande vantagsio
di
eliminare
il
cdcoTo ed
il
traicia-
nrerrto delle retfe d'alIezz,a, fernto restando il calcolo della latitudine meridjana, che è molto semplice. Non richiede più di I 5' di lavòro al giorno,
il
non occorrono tavole, ma solo
guente materiale:
1 sestante
I orologio con I'ora
se-
esatta di
Greenwich
I contasecondi
le effenreridi dell'anno in
corso
una matita ed un pezzo di carta
su cui fare i conti
una carta della zona. su eui
il punto.
Ho pensato utile seguire un esenìpio pratico, eseguendo il calcolo in
tracciare
Il punto con il sestante
Il sistema "classico" per ottenere il
punto con il Sole a mezzoqior.no,
consìste nel tracciare due retté d'al-
m
tiJ
te
as
lo
la
bidue rette
settrice dell'angolo tra le
d'altezza incontra la latitudine otte-
nuta con la meridiana. Ora
il
traccia-
di addizioni e di sottrazioni.
di leggere il lesttr.
di esa-minare' le due tab-e"lle ed il remente
Consiglierei prima
lativo commento. Per completare il
discorso infine occorre dire-qualcosa
su come prendere un'allezza di sole,
su come avere I'ora esatta a bordo
e
commentare un po' le due tabelle per
rendere comprensibile
'aqgiunqereil processo di
calcolo ed
alcune note
esplicative. Un-ultiùa considerazione,
prima di metterci al lavoro: una volta
tracciato
il punto,
bisogna "crederci",
^coraggio
ed avere il
necessario la
rotta in
di modificare
sé
conseguenza.
Un'altezza di sole
I1 sestante è uno strumento di pre-
48
FoRzA
r.
MAnzo
1o7B
'f
cisìone, e tìno a qLralche anno fa era
molto eoslosr). Oggi
un huon seslante
'ilBBCO)
I
{'
di phstica lipo
l
t
I
,
srrfficiente-
mente preciso, costa L. 45.000, ecl ha
ìl granJe vantaggro di
leggero, e quindi di n
braccio che lo deve sor
rli prcntlere l'altezza tli
conoscere I'errore (7) dello stnlmen1o: . az-z,erarlo quindi, e traguardare
I'orizzonte marino, dopo avér toltct
tutti i filtri. Se la lìnea riflessa dell'orizzonte non coincide con quclla
lo stesso tra la prima e la seconda osser.razione, - in
qlrantu ùt oce()rrotìo i tempi (l r e
T1 ) tli altezze ttgtroli ,li Sole. nra n,ln
oi interessa sapere il valore effettivo
naturalrnente resti
di tali altezze. Per pretrclere ora la nostra altezza di Sole, con il sestante
reale, agire sul ponrello di regola2ione
per_farle corlbCciare, e prenAere nota
dell'errore con il suo segno (se questo
-prin-ri
dovesse_ esscre superiore ai 5-6
t'
di grado. occorrè calibrare lo'struInento. per riportlrlo in qrrcsti lirniti
di tolleialtza ). L'errore 7 ser-ve nel
caìcolo della latìtLLdine per passare
dalla altezza indicata (h1) all'àltezza
osservata (h,,,). rnentre può essere nel
nostro caso tranquillamente
'longitLrdine, ignorato
nel calcolo
-purche
della
fare come segue:
| ) Appendersi al collo con uno
spago abbastanza lungo (circa 60 cnr)
il
il
contasecondi e, inìpugnando
se'-
stante con la mano dèstìa e tenendo
nel cavo delia rnano sinistra il cor-rtasecondi. portare il lernbo inferiore del
Sole a siiorare I'orizzonte, ruotanclo
CALCOLO DELLA LATITUDINE
Giorno: 4 dicembre 1914
è la somma dei valori lJ e 2).
4) La correzione C è il risultato
del calcolo dai punti 6) e 10).
5l L'alfezza vera hu è la somma di
Astro: Sole
1) Altezza meridiana h; = 51o13'
+
^\
zt :correztone
ta
ses
n
ho +c.
6) Correzione Cl: sr ottiene nell'ultrrna pagina gialla delle Effemeridi, in
una tabellina che fornisce il valore clella correzione in funzione dell'altezza
dell'occhio dell'osservatore sula superficie del mare.
te
3) Altezza mercorretta
4) Correzione C
ho
(dapuntoGal0)
5) Altezza vera
6) Correzione
7l Correzione
=
51o13'
c = 13'0
hv
51o26'
=
Cj=11
3'+
c2=557':
C1
C2
J)
C1+C2=730'-
8) Somma C1 +C2
9) Sottrarre 1 o
-1o =60' =
10)CorrezioneC C=130'
11) (ft
= 90o- hv .
4
goo
hu = 51o26'_
Òs
= 22014'2' =
95 = t6o1''t'
Spiegazione dei simboli
1l
L'altezza meridiana h1: come ab-
biamo visto al punto 3) nel calcolo
della longitudine, l'ora del
passaggio
del Sole al meridiano del punto stimato è T-:14n08'06". Di conseguenza, qualche minuto prima di questa
ora, cominciare a leggere delle altezze
di Sole, e si noterà che queste aumenteranno gradatamente, fino a quando il
Sole
raggiu
ngerà
la
massim
a
altezza,
per poi cominciare a discendere.
mere come altezza meridiana h1
Assu-
il
Correzione C2:
si ottiene
nella
stessa pagina gialla delle Effemeridi, in
va-
una tabellina che fornisce il valore della correzione in funzione della altezza
osservata (ho) di cui al punto
della stagione
8) Sommare C't e Co.
9) Sottrarre al risuTtato il
fisso
di 1o
(cioè 60').
3),
e
valore
10) ll risultato è la correzione
C,
da apportare al punto 4)
11) La latitudine meridiana, nell'emisfero Nord, cioè a Nord dell'equatore, è data dalla semplice formula
tn
rN =aóO x *A
dove hu è I'altezza vera ottenuîa al
punto 5) e Ò è la declinazione clel Sole all'ora Tm (14n08'06,,) det passaggio del Sole al meridiano del punto
stimato Ouesta declinazione si trova
nelle Effemeridi, sempre nella pagina
relativa al giorno in esame (4 Dic.
1974], in una tabella, dove si entra in
fuazione dell'ora T-. Poichè ivalori
di O sono riportati per ogni ora inle-
lore più alto registrato. (ln questa fase
non occorre I'orologio, basta ricordare
a mente l'ultimo valore di alîezza preso, fino a che le letture di alîezza non
valori relativi alle due ore intere che
comprendono l'ora T- (il calcolo si
(]): è l'errore proprio dello strumento, che nel
nostro caso era nullo.
3l L'altezza meridiana corretta ho
vassimo nell'emisfero Sud, bisogna
prendere il segno opposto a quello
cominciano a diminuire).
2l Correzione sestante
ra, occorre fare un'interpolazione tra
i
puó fare" facilmente ad occhio). ll segno di O dipende dalla stagione, ed è
indicato nella tabella (se invece ci troindicato nella tabella).
FOAZA 7 - MARZO
1s76 49
con
il
pollice e I'indice di questa
no il pomello dì
nra-
reeolazione del sestante" Accertarsi co"n un movimento
CALCOLO DELLA LONGITUDINE
Giorno: 4 dicemt;re 1974
Astro: Sole
1) Punto stimato
nuto il giorno precedente * la valuta-
zione ad occhio delle miglia percorse
nelle ultime 24 ore (con la oratica.
I'errore di stima non suoerava le 5-1 0
9. = 16010'N
Às = 34030' W
2) Passaggio del Sole
al meridiano di
Greenwich
TO
3) Passaggio del Sole al
meridiano del punto
2) Nelle Effemeridi, alla pagina
al giorno 4 Dic. 1974,
corrispondente
= 1 1h56'66"
lG-{-As)
stimato Tm =
m igl ia).
=
prendere il tempo del passaggio del
Sole al meridiano di Greenwich nella
tabellina in fondo alla pagina a desrra.
3)
Determinare
Ic=1lnso'06"
4.. = 92n 1g'oo"
= 14h69'6U"
T.
4) h; = $9o25'
T1 = 13h35'15"
5) h; :59025'
!2 -_ 14n42'34"
L'orologio
Per un calcolo preciso della iongi-
tudine, è fondamentale avere a boriio
4)
T6
sviluppando il calcolo
ed annotarli.
Tr = 131ìgs'tS"
5) Circa.40' dopo I'ora
al. punto 3), anzi
f2 = 14n42'30"
tr
1anffia,'
lAtt
14nO8'20"
-
-
TG 11h50'06" =
ì.
di
ì. = 34o33,5'
Circa 40' prima dell'ora Tn,', rro-
vata af punto 3), prendere un'àltezza
di Sole (h;) ed il relarivo rempo T1,
z
e cioè
pas-
pagina delle Effemeridi)
6)À.=Tt +T2 +6
@
notizie, commentari e musica, e che
sì chiama "BBC World Service". Le
l'ora (T.) di
del Sole al meridiano del punto
stimato, sottraendo all'ora Tc di cui
al punto 2) la longitudine stim-ata (ì.s),
con il suo segno (*se E, se W, come nel nostro casof, dopo averla trasformata in ore, minuti e secondi (utilizzando la tabella di conversione di
arco in tempo, riportata sulla prima
saggio
ozhre'r+,,
W
Nota: tutte le ore sono in tempo
Greenwich.
Spiegazione dei simboli
1) Punto sîimato: la latitudine stimata (tft) e la longitudine stimata (\)
ve4ivano fissate in base al punto ottè-
1 - Ecco un tipo di sesîante realizzato in plastica, che a differenza di molti
modelli tradizionali, costa poco: L.45.000, Data la leggerezra, he il grosso
vantaggio di non stancare il braccio dslla persona che lo usa. ll modello oui
lotografato si chiarna E88CO e si può otten6r6 tramito Roberto Mannucci.
Casella Postale 49, Ostia Centro. Roma.
T,.n trovata
qualche miiiuto prima per precauzione, inserire sul sestante l'altezza (h;) presa al punto 4). Traguardare il Sole, e quando questo, nella sua naturale discesa, tocca l'orizzonte, prendere il tempo T2, ed annotano.
6) Fare la
semisomma
dei
temoi
î 1 e î2, correggere il risu ltaro dell'errore dell'orologio (K) con il suo segno
(nel nostro caso l'orologio andava
avanti, e quindi l'errore andava sottratto), e sottrarre infine al risultato l'ora
T6 di cui al punto 2). ll risultato, trasformato in gradi e primi di grado con
la tabella di conversione di temoo in
arco (anch'essa nella prima pagin-a
delle Effemeridi) è la lonoitudine À
n
cercata.
lgratuitamente) alla BBC, oppure ad
Ambasciate, Consolati o Uffici del
Turismo Inglese. In caso di rottura
della radio- avremmo attribuito al-
un'ora approssimata (anche 4-5 minu-
ti di errore sono tollerabili), tutto si
sarebbe risolto in un errore di stima
sul tempo di arrivo, ma la latitudine
della Màrtinica non poteva sfuggirci!
Qualche commento
2
ai tempo Tr, non si de-
il
pomello ili regolaziotraguardare il Sole fino
non si
p
sistema
ha però
quindi
re la caratteristica del mantenimento
scendendo lentamente.
onte, e
fare
ondi. euesto
loneitudìne.
di
óarattere
pratico, ed uno di carattere teorico. Il
limite pratico è costituito dall'eventualità che il Sole si copra nel momento in cui si deve fare la seconda
osservaztone per avere il tempo Tr.
In tal caso si può comunque svluDDàre con le taiole e tracciare la ieita
d'alfezza relativa alla prima osseFr'azione (i daîi h; e Tr li abbiamo da
parte) ed altendere che il sole ricompala per tracciare un'altra retta d'allezza e quindi il punto. Opoure si
puo. tranq'uillamentè rimanr'larà tut t.r
al grorno dopo (noi abbiamo iartt_, il
punto ogni giorno, ma chi vìeta in
In
conclusione. desidero dirvi che
con questo metodo per
il
il punto con
ses(ante, l\4amaroà ha óonosciuro
una lunga traversata dj farne uno anche ogn i ... . setrimana? ).
Il limite teorico conéiste nel fatto
E' solo un luogo comune che l,uso
del sestante sia una pratica riservata a
pochi eletti marinai. Del resto è inutile
pretendere di familiarizzare con lo
strumento ricorrendo a manuali teorici
o a lezioni accademiche, è necessaria
invece molta pratica. Oui sotto, la cena
di Natale a bordo di Mamaroa, alla
temperatura
di
che il calcolo risulta esatto soltanto
se la barca mantiene nell'arco di tem-
ben 27o.
si puo dimostrare (ma mi risparmio e
vi risparmio la fatica), che, per nun
avere errori il moto della baica deve
essere di tipo inerziale (deve cioè ave-
si poggia sull'orizzonte. Infatti avendo
inserito sul sestante il valore dell'al-
Finalmente un po'di riposo dopo 25 giorni di navigazione attraverso
I'Atlantico. Mamaroa è all'ormeggio nella Baia di Santa Anna alla Martinica.
FoRzA 7 . MAÀzo
ts76
61
soclÌè influenzato \a precìsione del risultato. E la conferma di ciò l'ho avu-
ta facendo a volte al tranronto o all'alba dei punti con le stelle (ho rilevato a seconda della necessità llantal,
Deneb, Scheclar. Vega. Fttmalhaut. ol-
tre naturalrrente la Polare, e qualche
volta la Luna ed anche Lrn pianeta.
Giove): questi punti stellari confermavano pienamente i risultati ottenut j
con il'Sole. Ma il discorso delle stelle
non fa parte dell'ABC per traversare
I'oceano. è una cosa superflua (il Sole
è più che suflìciente) che ho fatto
piu per divertirììent(ì che per aìtro. e.l
ànehe per serrtire il fascino della tre-
ruroiante luce dì una stella portata sul-
Ì'orizzonte con
il
sestante,
nel
mo-
rnento solenne della caduta del gioruo. e per poter continuare a fare i
conti la sera alla luce della lampada a
(mentre all'interno di Mamapetrolio
-roa
si spargeva I'odore deÌla cena che
Annette stava preparando), fino a riportare con un cerchìetto sulla carta
ia nostra posizione nell'immensità delI'oceano.
Che cosa fare. dopo I'arrivo?
Dal 19 al 31 dicembre 1974 Maè rimasta ferma a Fort de
maroa
Palme e spiagge bianche nelle piccole
insenature della Martinica.
deeisarttento Jeùare/;/are un progetto
-.i,'i'di
ripartire
te anrhizirrstr. ,luello
ai primi di Gennaio per le BernrLrde.
circa 1000 miglil verso Nortl, per en-
Ed infine questo ipotetico ritornct
in qLrella stagione avrebbe dato al
nostro viaggio iì sapore di una sfidr
al mare, cosa che non volevamo.
poichè sappiamu tutti che il mare è
infinitamente piùr forle di ciascuntr
di noi. e non serve trasformarlo in
una specie di palestra dove misurare
la propria presunziune. Volendo. si
può andare (quasi) daperttrtto. ma
bon la barca ailatta e poi almeno al
nostro livello occorreva rispettare le
regole del gioco delle stagioni. Se
avessirrto avuto lernpu fino a lugli,r.
allorrr Si. irvremmo fatto il nost ro gi-
r() per le Antille. e pui sarenrrrttr
riparl it i in Aprile. risrlentl, r con iì
Sole alle Iatitudini dei venti da
Ovest. per íÌttraversare in maggiogiugno. quando il Nord Atlan tico
diventa più tranquillo e fa piir caldo.
eJ arrivare in Mediterrrneo in pierra
estate. Ma noi invece dovevamo
essere in Italia entro il 31 Marzo.
q uindi accantonammo defìnitivamente. il progetto. e.. poichè occorreva circa un mese di tempo per il
ricntro di Mamaroa (cioè l0 giorni
di viaggio sulla nave da Fort-deFiance- a Marsiglia, piir almeno 10
riarmare la barca a Marre il trasferimento all'Arrisultò che ci restavano a
e i due niesi di gennaio e
per visitare le Antille.
Deciden.rmo di sfruttare al massimo
questo tempo, cercando di toccare
nel nostro viaggio tlltte le piccole
Antille (circa.10 isole. senza contare
gli isolotti disabitati); per non dimentlcarne neancne una. occorreva
trare nella zona Cei venti costanti da
Ovest e da lì attraversare nuovamente
I'oceano dirigendo sulle Azzorre. infì-
lare quindi lo stretto di Gibilterra e
tornaie a casa. Confesso che la tentazione di ricominciare a cotrere con
Mamaroa davanti al vento, e riprendeil ritmo interrotto, era grande. ma
aila fine il buon senso ha prevalso.
Anzitutto Llna traversata del Nord
Atlantico in pieno inverno e con il
grande freddo poteva riservare grossi
dispiaceri per una barca piccola come
re
la iostra. èon
con un
il
bordo libero basso
e
eq
pur con iì v
vitabile catt
spostamento
Nord Atlan
verso Est). bisogna considerare che
ta invernale irr quei mrri
ula durare piùt giorni. eoad estenuanti turni al time la sarei sentita di affi-
dare la condotta della barca, con un
timone
mare ch
vento,
gli occh
poi le
Sconosci
a
caldo e la gente ospitale.
62
FoRzA 7 - MARzo ts76
non ha
alle).
E
rimaste
ole
era
eordi eon I'agerrzia ehe si occupava
della spedizione, la nave partiva il
28 Febbraio, acquisto di una invasatura per il traiporto, acquisto di
alcune carte nautiche che mi mancavano, riassetto completo della barca e controllo dello stato delle attrezzalure) e finalmente il 1o Gennaio, dopo aver trascorso la notte di
fine d'anno ospiti del Club Mediterraneé, partimmo dalla Martinica. ln
50 giorni, con una media di due
ancoraggi al giorno e toccando quasi
ogni giomo un'isola diversa, portammo a termine la crociera prevista.
Alla fine eravamo un po' stanchi per
quel ritrno sostenuto, nia ii 21 Febbraio 1975 Mamaroa era di nuovo a
Fort de France, per prepararsì all'imbarco sulla nave (che doveva avveni
re il 16 Febbraio). Dedichero i
pros-
.artict'ìi. a Lluestr belìa esp.erienza
vlagglo ln Uno Llel nìarl plu Delll
s,i.rrri
úl
e piùr ricchì di tradizioni e di
storia
che esistano al mondo.
Massimo Cerracchio
(6
continua)
sla senrpre clualcuno a prua pel esplorare ìl fonclo. evjtarrdo cli procetlere
corìtro sole. ll cortrllo ìn acclua appare
di colore lìarrone. c se si deve condrLrre 1a barca attntr,'crso fornraz.ioni
affioranti (''coral heads" in
inglese).
bisogna LLsare il nrotore, è assolutarnente sconsrgliabile farlo a vela. Nelle
lsole Vergini accade spesso che in un
braccìo di rnare conrpreso tra due isolc i fonclali siano dì soli -5-6 metri. e
non è facile abitualsi a veclere la barca proceclcre in qLreste conclizioni.
serrbrl sempre di esscre sul punto di
grattare la pancia da qrralclie parte.
Per acqrristare sicurezza nel vllutare
ad occhio ie plofoldità cì vogliono
parecchi rnesi di pratica quotidiana. a
volte un fonclale cli sabbia dì parecchì
ruretri appare. cìata la Llrsparetrza de lcli pochi decinretri. e vìceversa Lrn tbnclale roccìoso qr.rasi affior ante sembra garantire acl un osseryatore
inesperto alnreno tre-cpìattro nretri
Al minir.r.ro dubbio usarc lo scanclaglicr
a nlano (un sernplice piombo di I-1
kg. legato acl una sottile sagola rnetrata), avendo l'accorlezza cli Ianciare a
prur iì pit'rtth,' qrtll.lre nìelr(' itvJlìti
alla bar-ca. e facencio la nrisulazione
ì'acc1r-ra.
o
l'abc per attraversare l'atlantico
MIGLIA
NEI CARAIBI:
UN'ISOIA AL GIORNO
2OOO
quanclo la sagola cÌiventa verticale
(cíoè quando la barca passa sopra ìì
pìornbo. che nel fratternpo ha avutcr
i1 terrpo dj toccare i1 fondo) hr acque libere. nra non lontaue c1a zone
A zig zag tra i coralli
aff ioranti delle Antille,
Massimo Cerracchio
al
Geograficar.rrente, le piccole Antille
costituiscono una olnogenea catena di
isole. disposte meravigliosamente ad
arco tra Portorico e I'estremità nord-
I'insegna dell'avventura
:
i tranelli delle carte nautiche
le visite dei ladri isolani
le sorprese di Mamaroa.
E tanto tanto rum.
orientale del Venezuela. e chiudono
ad Est ìl ntare dei Caraibi. separandolo dall'Oceano Atlantico. Le condizioni di vento. visìbilità. rnarc e clima
sono ideali, a causa del flusso perenne
di NE. 11 tempo è nrolto
più stab ile che nel Mediterraneo. e
dell'aliseo
praticamente nella buona stagione si è
aì riparo da sorprese. Nel periodo
estivo invece (Giugno-Noven'rbre) c'è
il pericolo che le isole siano investite
da qualche cìclone tropicaÌe (ne abbianro parlato nella puntata iutroduttiva). ed una barca che volesse navigare in quelll stagione Jeve prerrtlere Ie
opportune mìsure per garantirsi un ra-
pido ricovero in uu ridosso adatto (in
inglese
les")
si chiamano "Hurricanes
r.rel caso che
la radio annunci
hour-r
awiso di cicÌone. Occorre anche ricor-
dare che un europeo ha bisogno di
qualche giorno per acclimatarsi. poichè I'arnbiente. il tipo dì vìta, il caldo
unrido, rendono quel mare completamente diverso dal N{edìterraneo.
tl pilotaggio tra le isole richiede attenzione, a causa della presenza di
bassi fondali, costitnìti soprattutto da
barriere dì corallo. Per 1a scelta del
perc(ìrso da seguire per raggiungele
un ancoraggio, è stata per noi spesso
preziosa ìa guida dì Donalcl ,\{. Street
(vedi elenco pubblicazioni). Occorrono inoltre carte dettagliate (con scale
superiori a 1/100.000). e dove queste
indicano forrnazioni di corallo
("Reef in ìnglese) occorre procedere
molto attentamente. Anzitutto. corne
sappiamo, le colonie di corallj si riproducono moÌto rapidantente. oppu-
re aÌtrettanto rapiclamente sconrpaiono. e quindi i fondali subiscono profondi mutamenti con il nassare desli
anrti Qurndu si navigr iìr pr.rrsinrità
delle barriere coraÌlirre, occolre che ci
coralline, la navigazione cleve essere
acourata. prendendo flequenti rilevamenti Jei nìulti punti L())pirui \etìrlìrc
disponibili. per evitarc di finire accidentalmente (ad es. per effetto deìla
in una zona pericolosa senaccorgersene. A proposito delle
corrente)
za
correnti. qLreste in genere non sono
molto forti (possono supe rare Lrn nodo solo nei passaggi tra le lsole), nrt
sono difficili da conoscere. in cluantct
sorro il risultltu .lsllx r.rvrrpft-,:izione
della Corrente Equatoriale costalìte
(diretta grosso nrodo cla E vcrso W). e
della corrente di marea. che si alterna
circa ogrri 6 ore. e che segue le frrsi
lunari. Ma la cosa piu irnportar.rte
da
ricordare è che la navigazione costiera
si deve effettuare solo dì giorno. dicianro tra le 09.00 e le 16.00. quando
il sole è
sufficientemente
alto
sul-
l'trrizz,rrtle. Nun osale nrri nrr iqrre
sottocosta di notte (ì ferì sono quasi
inesistenti). e se si arLiva dal largo di
nolte aipettare clrc frccil giorno printr Ji rntlrrc rll'ltterrlggit,. ir nìelL)
che nutt si pr-rs:r frre un siLuro ìngresso in uno dei pochi pcrti rnLrniti di
sulficient i aiuti ìrrrriinosi.
E venìamo ora all'itinerario che
Mamaroa ha seguito nella sua visita di
qneste isole. Dovendo paltire e ritor-
FoRzA 7. APRTLE
1976
79
nare allo stesso punto (cioè Fort
France) avevamo la possibilità
di
de
sce-
gliere se fare il giro in senso orario
oppure in senso antiorario. Decidemmo di scendere al lasco fino a Granada, e da lì dirigere con vento a1 traverso fino a Portorico e quindi risalire
il vento lungo le Isole Vergini guadagnando le Isole Olandesi. e poi Antigua. Guadalupa e Dominica e ritornando infine alla Martinica. Se dovessi rifare il giro, probabilmente lo farei
rn senso opposto. in quanto rimontare il vento, il mare e 1a corrente da
Portorico fino ad Antigua è stato
molto piir duro del previsto, e Mama-
roa e I'equipaggio sono stati alquanto
impegnati per rispettare la tabella di
malcra.
Dalla Nfartinica a Portorico
Il
vento è sempre favorevoie per
scendere da Martinica a Granada, ed
abbiamo percorso circa 400 miglia in
l5 giorni, insomma ci siamo rilassati
completamente. Seguendo
la
costa
sottovento delle due isole di St. Lucia
e St. Vincent il vento però può essere
deviato dai rilievi, ed anzi nel tratto
meridionale generalmente gira da SE,
cioè in prua. Entrambe queste isole
sono molto povere di risorse (a
Ca-
L'uscita da Fort de France,
alla Martinica, punto di
partenza della crociera. La
navigazione costiera alle
Antille si effettua solo di giorno
quando il sole è sufficientemente
alto sull'orizzonîe. Infatti
sono pochi i porti muniti di
impianti luminosi suff icienti.
poì erano così tranquille che,
prendendone una con le mani per
metterla nel cesto, quella vicina (a
50 cm. di distanza) restava ferma e
tranquilla ad aspettare il suo turno.
L'iso1a di Grenada l'abbiamo costeggiate sul lato soprawento, per
esplorare le bel1e e profonde insenature nel tratto meridionale della costa.
Nell'entrare in una di queste baìe per
poco non è accaduto l'irreparabile,
avevamo il vento in poppa ed il mare
piuttosto mosso non consentiva di vedere bene il fondo e, sebbene stessimo seguendo i prescritti aÌlineamenti
per I'ingresso, Annette che era a prua
ha
cominciato improvvisarrente a
strillare ed ho virato di bordo appena
in tempo per evitare dei coralli affioranti. Più tardi abbiamo constatato.
salendo a piedi su una colllna da cui
si poteva vedere bene I'ingresso della
baia, che
molto piir
indicasse
la
barriera
estesa verso
di
corallo era
NE di quanto
la carta. Ecco una conferma
di una continua sor-
dell'importanza
vegtlanza.
A St. George (Capitale di Grenada)
ci siamo fermati tre giorni, La cittadina è incantevole. con le case arranroi-
cate sulle crrlline che racchiudono il
porto. ne1 verde rigoglioso della'vegetazione tropicale. e infine. 1o stampo
inconfondibile lasciato dalla presenza
inglese. Qui abbirmo avuto uha "visita" a borclo. per avere lasciato incustodita la barca dalle 19.00 alle 21.00
(eravamo scesi a terra per fare quattro passi). Ciononostante. passato il
primo momento di sorpresa! 1a cosa
non ci è dispiaciuta poi tanto, quando ci siamo accorti che dopo avere
messo a soqquadro la barca.'avevano
preso soltanto del vestiario ed un oro-
logio, senza toccare i sestanti nè il
materiaÌe di navigazione. Come si può
avere rancore verso chi è costretto,
dopo tre secoii di sfruttamento colo-
stries, capitale di St. Lucia, i1 tempo
decenni fa): Kingston, cittadina di tipico aspetto coloniale inglese, sulla costa sud di St.
Vincent, è ii cancello d'ingresso delle
Grenadines. uno stupendo arcìpelago
costituito da decine di isole ed isolotti (questi ultimi in gran parte disabitati), collegati tra loro a volte da bassifondali e barriere coralline. Un vero
è fermo a molti
paradiso per ia pesca e la-navigazione
a vela, mentre 1'ambiente semideserto
invita aÌla contemolazione.
Un giorno a Cannouan mi unii a
dei pescatori locali che avevano dei
monobombola ad aria per la pesca
delle aragoste. e mi sono immerso
con loro. Su un fondaÌe di circa 20
metri abbiamo trovato un "taooeto"
di aragoste. mai v.iste tante insieme. e
80
FoAzAi
APRTLE 1976
niale. a rubare per coprirsi?
11 18 gennaio alle 06.00 del mattino lasciavamo St. Georse diretti a
Portorico. distrnte 350 miglia. Lungo
rotta, circa a metà strada,
nel bel mezzo del mare dei Caraibi.
c'era l'isolotto des Aves tdeslì uccelli). appartenente al Venezuelà. clre in
pratica è una striscia di sabbia di cir1a nostra
ca duecento metri con qualche
cesou'sul
glio ed alta solo 5 metri
livello del
mare. Ii punto con le stelle all'alba
del 20 ci collocava a circa 20 miglia a
SE da esso, ma non abbiamo potuto
fermarci come avremmo voluto a eausa delle condizioni del mare, quindi
abbiamo proseguito, il vento ha conti-
nuato a rinfrescare. e la notte
succes-
è stata piuttosto movimentata.
Mamaroa viaggiava da sola a 5 nodi
con il solo Fiocco I, senza randa, con
siva
il vento ed il mare al traverso. e timone a vento in funzione. Noi eravamo
tn cuccetta, 10 occupavo quella so_
prawento e dormivo, Annette era di
guardia d istesa su quella sottovento.
ll mare era molto confuso, a causa
credo dei fondaii relativamente bassi
(60-80 metri. il banco di Saba), ed
alle 22.30 c'è stato un gran botto, la
barca si è coricata sul fianco sìnistro
ed io sono volato da sopra al telo an_
tirollio e sono finito sopra Annette,
completamente sommersa dall,acqua
che era entrata attraverso il tambuccio, che avevamo lasciato (impruden_
temente) aperto.
Mamaroa si è subito rad.d.rizzata ed
ha con
a strada, ab-
biamo
no clrc
gliolo)
1
*
I
{q
r
1 - La popolazione delle Antille
è di natura ospiîale, tuttavia
la povertà in cui vivono molti
degli isolani, può spingerli ad
zz'ora (c,erasopra
il
atteggiamenti ostili nei
pa-
confronti di chi girella da
quelle parti a scopo di crociera.
rivi6ile in la_
bina. bottiglie rotte, vetri dappertutto
ed un forte odore di rum. Fuori era
tutto in ordine, ad eccezione dell,an_
cora a prua. che era finita in acqua
con i .10 metri di cavo e catena e óhe
2 - Le piccole insenature
delle isole rappresentano
la maggiore attrattiva.
non è stato facile salpare, per fortuna
non avevamo la randa a riva. altri
menti probabilmente avremmo rotto
quaÌcosa (credo che I'albero abbia
toccato i'acqua). Per il resto clella
notte abbiamo effettuato dei tumi al
timone, il mare era gonfio e volevo
evìtare di farci coricare ancora. Il pomeriggio del giorno successivo, à1le
16.00, davamo fondo a ridosso delI'estremità occidentale deil'isola di St.
Croix. ma senza scendere a terra, avevamo troppo da fare per sistemare un
po' la barca dopo ìL "bagno". Arri-
vando a Fajardo (Portorico) il
23
mattina, siamo stati intercettati da un
I
NOTIZTE UTILI
j,:
Rifornimenti
averc dei Trlvrllcrs Chei qur's dell'Amc rir.an
fxprc\s dr. piceolo taglio, dl cambiarc di
\olta rn vtrltr :ccondo lc
t
Riparazioni
.'sigenze.
Dogana
Moneta
st. arrJnptano ._ (.Omr. po\sonO, la tas\r
P,uttu\to senslblle. p(.r (i. circ:l 4000 lire
5.1. Lucta pcr u n permesso di rcalo di
grorn tl.
è
a
J
FoRzA
i.
ApRtLE
t976 8l
1
- Le Grenadines costituiscono
uno stupendo arcipelago di
decine di isolotti, un paradiso
verde ideale per i sub o i
semplici contemplatori.
2 - Nonostante siano piccole
e
spesso monîagnose, molte delle
isole sono provviste di piste
di atterraggio per aeroplani.
Nella foto se ne intravede una
a picco
su
I mare.
(l'acqua era sporca e non si vedeva il
fondo) e per disincagiìare Mamaroa
c'è voluto molto lavoro, con la randa
issata per fare sbandare la barca ed il
motoscafo che ci trainava lentamente
fuori (abbìamo rotto un passacavì ed
una bitta durante l'operazione). Come
se questo non bastasse. sono poi saiiti
a bordo ed hanno ispezionato per cir-
ca due ore la barca centìmetro
per
centimetro.
Ripensando ali'accaduto, rni sono
persuaso di avere contmesso un grosso
errore nel seguire ciecamente i consi-
gli dei marinai portoricani: loro si sono riveÌati dei pessimi marinai, ed io
un ingenuo. Lalezione mi ha insegnato che quando si è alla guida di una
barca non bisogna iasciarsi influenzare
da chÌcchessia. ed invecc bisogna usa-
re la propria testa (... e le proprie
carte). Almeno se si sbaglia non resta
che prendersela con se stessi.
Sostammo cinque giorni a Portori-
co, un po' per fare i turisti, e
per
e
per
rilassarci dopo le awersità incontrate
neì giorni precederrti. ed utr po' per
asciugare l'interno della barca, le 60
carte dì navigazione che erano com-
pletamente inzuppate d'acqua
sistemare
lo
scatolame (1'acqua aveva
scollato le etichette, e ci siamo pentiti di non avere scritto in precedenza
su ogni scatola
il
suo contenuto con
una matita grassa, come rnolti fanno).
Da aliora in poi. ogni giorno a tavola c'era quello che Annette chiama-
va "la surprise du chef', perchè
era
impossibile conoscere il contenuto di
una scatola prima di aprirla.
82
FoRzA 1-
ApFr
tLE 't976
Ritorno alla Martinica
La seconda parte della nostra crociera è stata senz'altro più impegnativa. ed il percorso non meno interessante del .precedente. Le Isole Vergini
sono completamente diverse dalle
Grenadines, e molto piu sviluppate
econornicamente (quelle USA in particolare); il paesaggio cambia completamente, queste isole sono piit aride e
generalmente piu basse, il clirna è piir
fresco ecl il mare frequentato da gros-
si ketches e
schooners clre svolgonct
attìvità charter. E' importante ricordare elre gli Srari Uniri lranno un sistema di segnalarnenti con le boe diverso dal resto del nrondo. e che, ad
esempio. entrando in un porto occorre lasciare le boe rosse sulla dritta anzichè a sinistra. Ciò ha spesso causato
ir.rcidenti nelle Vergini. in quanto le
isole inglesi e quelle americane sono
vicine le une alle altre e se si fa confusione si rischia di finire su uno sco-
glio.
A
Charlotte Amalie (St. Tho-
mas) abbiamo sostato due giorni per
alcune riparazioni che abbiamo eseguìto con i mezzi di bordo (nella lunga bolìnata per risalire da Portorìco
avevamo rotto entrarlbi i genoa e
i'attacco in coperta di uno dei due
stralli di prua). Proseguendo sempre
contro vento abbiamo risaiito 1o stupendo canale di Drake (dove incrociava per attaccare i galeoni Spagnoli i1
famoso pirata ingiese) fino a raggiungere Virgin Gorda. Da 1ì
il
mare verso
Est appare completamente libero, ed
invece a circa 25 miglia a NNE si
estende il banco e l'isola di Anesada.
una striscia di terra assolutaniente
piatta e completamente circondata da
barriere
di
il
corallo: sembra che
SISTEMI DI ANCORAGGIO
,,
ab
[e.!
s{,'.;9)'1',,q
nu-
mero enorme (circa 300, dice il portolano) di navi che hanno trovato sul-
le barriere di Anegadà il loro
eterno
riposo sia dol.uto alla Corrente Equatoriale (sconosciuta fino aila fine del
secolo scorso), che essendo diretta da
W verso E, portava a volte su queì
banchi le navi provenienti dall'Europa. Le poche decine di abitanti di
di famiglìe
che prowedevano al loro sostentaAnegada sono discendenti
mento predando le navi che venivano
ad incagliarsi sulla barriera, e la fama
sinistra dì questa isola è così grande,
che ancora oggi perfino i Lloyds di
Londra escludono dalle normali polizze assicurative i danni derivati da un
naufragio su quest'isola, e le barche
che effettuano attività charter nella
zona escludono oerciò accuratamente
I'isola dalle loro èrociere. L'ultimo incidente era awenuto un mese orima:
un grosso ketch proveniente dall'lnghilterra si era piantato sulla barriera
e I'equipaggio si era salvato facendo
uso della zattera autogonfiante. Tutte
queste notizie ci avevano fatto venire
una gran voglia di andare a visitare
Anegada: decidemmo di partire da
Virgin Gorda alle prime luci del gior-
- \'
I
-t
t''i
-
'
'z
í.
' /,-:-:-i-.
/\r \ \
(
corrente cambìa. la barca ruota intorno
alla. prua, mantónendo praticamente la
4)
Ancoraggio ad un molo esposto al
mafe: lnllne! puo essere necessarlo or-
t- .r Slcn M*"q
no in modo di arrivare in prossimità
del banco con il sole alto sull'orizzonte per meglio vedere il fondo, dirigen-
do verso la costa sottovento delf isola
dove la barriera di corallo è oiù sotti-
le. e prendendo continui rilevamenti
poppa della sommità di Virgin
in
Gorda, appena visibile dietro
di
noi.
L'atterraggio riuscì bene, facilitato
dal basso pescaggio di Mamaroa
(m 1.35) ed in condizioni di assoluta
sicurezza
(alla minima
avremmo virato
di bordo
rncertezza
guadagnan-
do acque libere e ritornando a Virgin
golata a mezzo del verricello in pozzetto.
Gorda).
Restammo per due giorni sull'isola,
la cui costa nord è completamente di-
sabitata, facendo lunghe
passeggiate
sulle interminabili spiaggie di
bianchissima,
il
sole accecante,
sabbia
il
cielo
blu ed il profumo dell'Oceano portato dal vento. Alla partenza da Anegada. risalimmo di bolina per un giorno
intero il vento, il mare e la corrente
Equatoriale, per evitare di passare
troppo vicino al banco esterno delI'isola. e dooo avere avvistato alle
02.00 del mattino sesuente f isolotto
di Sombrero (oggi ciè un faro sulla
FoBzA
i
- APRTLE
1976 83
Una fortezza a San Juan di
Porto Rico. Può capitare,
nella zona, di ricevere visite.
a bordo da parte della polizia.
Bisogna prepararsi in tal caso
a meticolose perquisizioni.
duri. ma il sacrificio è stato ricompensato daile brevi visite a terra (quelle
isole, tagliate fr,rori dalle correnti turistiche a causa della fi:rancanza di attrezzafure. sono pressochè intatte). Splen-
sua sommità) dirigemmo in sicurezza,
mura a sinistra e di bolina stretta
St. Martin lmetà francese e
su
metà
olandese). dove arrivammo molto
stanchi al tramonto del secondo giorno
di navigazione. Due giorni dopo eravamo a St. Bartlemy, nelf incantevole
porto di Gustavia, uno dei piir belli che
abbiamo visìtato (i1 nome viene dal nome del Re di Svezia nell'epoca in cui
I'isola era svedese. ora invece è france-
dida è Saba, che assomiglia alla nostra
Montecristo, è 1a cìma conica di una
montagna sommersa,
i fondali
scendo-
no ripidissimi, non ci sono ridossi. e
nei suoi paraggi abbiamo incontrato
due balene che sembravano giocare tra
loro, le code erano più grandi di Mamaroa e battevano I'acqua con colpi
se). Da quel punto fino ad Antigua
non abbiamo più incontrato nessuno,
il semplice fatto che Saba. St.
Eustache, St. Christopher e Barbuda
non hanno porti, ed abbiamo Passato
per
ìe soste notturne rollando disperatarnente nonostante ormeggiassimo Mamaroa con un'ancora a pnta ed una a
poppa, per orientarla perpendicolarmente alla direzione dì provenienza
delle onde). Quei giorni furono molto
sorJi. In quei giomi abbiamo verrnìente fatto ia vita dei gabbiani. ed abbiamo avuto la sensazione di appartenere
piir alla fauna marina che a quella terrestre. A Barbuda, difficile da avvicinare in quanto anch'essa (come Anegada)
circondata di coralli, ma fortunata-
mente piit elevata, e pressochè disabitata (è stata per secoli centro di raccol-
DUE PAROLE SULL'AMBTENTE
Qualcl.re precauzione ò necessaria per
là massima tranq uillità al-
assicurare
I'equipaggio
di uno yacht nei Caraibi. La
popolazione locale è generalmeute ospt
talè ed amabilc, a volte però I'estrema
povcrtà di alcurre locrlità. rmaro retaggio
del passato coloniale, può gcnerare nei
colfìonti di chi arriva su utla barca da
diporto un'atmosfera, se non ostrle, certamente non proprio favorevole. Inoltre
in alcune zonc (per es. dintorni di Portorico, ehc non è proprio un poslo pcr tisso teatro di imPrese
abbando, trafÎico di
difficile trovare in un
o di barche e Persone
oppoltuno guudarsi
sempre
un po'intorno, non
esltale
a
partìre se in un posto c'è qualcosa che
non convince, evitare ancoraggi notturni
84
FoRzA
7 -
APFItLE 1976
solitarii (a meno che non si tratti di ulla
isola disabitata o di una barriera di corirllo lontatra dalla costa), avere possibilmentc un'arma da fuoco a bordo e soprattutto non lascjare maì a lungo la barca incustodita
La natura a terra non offre particolari
motivi di preoccupazione, a parte la Presenza di qualchc rettile, c del fiutto di
r-rn albero, chiamato "crab appìe" in ir.r-
glese, che ha l'aspetto dì una piccola meIa. è dolce e molto buono (dicono) da
mangiare. ma è mortalmente vclenoso'
Inollre in alcune zone ò meglio tlon mansiare i pesci di fondo (quclli peìagici soi-,o sert.tpt" cornmestibili) a causa della
prescnza sul fondo di alghe che contenminerali di ratne.
'sonoInfinc,
nel fare il baglro e pesca srtbacquea, è bene stare attenti agli squali.
ta degli schiavi), il mare è straordinariamente ricco di pesce.
Un giorno andando a Pesca cotl il
fucile (ci andavo ogni volta che desi-
deravamo malgiare del pesce. era come andare al rnercato) ho trovato in
un buco in soli 4 metri d'acqua. è
una scena che non dirnenticherò, tre
piccole cernie una murena e due aragoste in simpatica compagnia. Ho preio soltanto una cernia (la piir piccola
perchè entrava in padella) ed un'aragosta per Annette. scusandomi a gesti
con gli altri abitanti per I'intrusione.
Ma il tempo incalzava, ed abbiamo
ripreso il cammino, alla rnedia di
un'isoÌa al giorno. Ad Antigua abbiamo passato una notte nel famoso
English Harbour. uno splendido porto
a sud dell'isoìa. che era la
principale base Inglese dei Caraibi,
(uando cominciò a brillare la stella di
un giovane ufficiale. di nome Orazio
Nelson. E quindi Monserrat, la francese Guadeloupe. i tranquilli isolotti des
Saintes, e Dominica, scarsamente abitata e regno incontrastato de11a fore-
naturale
sta tropicale. 11 21 Febbraio Mamaroa
rientrava a Fort de France dopo aver
percorso circa duemila miglia nel maie dei Caraibi, trovando tra le barche
rlh fonda vecchie tonostenze e nut-rvi
arrivati. Eravamo alla fine deÌ capito1o Atlantico, e già il nostro pensrero
si volgeva ìndietro, a ricordare i1 paesaggio così variabiÌrnente bello di questà-isole. punto d'incontro delle civiltà europee con il nuovo mondo.
Restava ora i1 "problema" di rientrare in ltalia.
Massimo Cerracchio
(7
continua)
l'aoeritivo questa volta con Annette,
chè aveva iridossato per l'occasione il
suo migliore vestito: tra un Pastis, un
Dubonnet e qualche palatina lritta. in
oochi minuti il protilerna era risolto,
òi saremmo dovúti presentare l'indomani rnattina alle O7.00 sottobordo,
con la barca disalberata, rimorchiando
I'invasatura (che avevamo acquistato
di occasione per 40.000 lire,- e che
era di legno e quind,i_grlleggiava).. La
sru della nave avrebbe Preso Prlma
iinvasatura e poi la barcr. adagiandovela sopra. E così altre 150-000 lire
erano ialve. Arrivammo puntuali altto il "Circea" (per
le cime di
ormeggiare ci vol
I'appuntamento s
della nave
cui dléponevamo. :
i noi), ma
era oltie 15 metri
la grossa
solo nel tardo po
alla nostra
sru della nave si atfac
óarte. Annette si arrampicò a bordo
iu
una lunga scaletta
di
corda come
un oirata (ie mancava solo il classico
pugnale tra i denti), ed io mi calai in
àcòua per assicurare dei cuscini di tela di sàcco tra lo scafo ed i cavi di
acciaio .che imbragavano Mamaroa,
quindi salii sulla barca e fui issato
cbn essa, vivendo momenti di apprensione mentre la gru che si muoveva a
I'abc oer traversare I'atlantico
le, raccogliendo la loro posta da im-
UOMO I,IBERO,
TU AMERAI IL MARE
Così disse Beaudelaire, cosi dice l'autore di questo
articolo al termine delle sue 7000 miglia di mare su una
barca di 7 metri. Ma ci sono anche problemi più venali:
per esempio, come si fa a spedire la barca con una nave?
Massimo Cerracchio
bucare a Parigi e dandoci aPPUntarnento a Marsielia. Il giorno seguente,
ouando il Jum"bo dell'Air France de-
cbllò. Annette si commosse vedendo
dal finestrino, nella larga virata che
I'aereo compiva per far rotta verso la
Francia. le insenature e gli ancoraggi
che ormai conoscevamo a memorla. ll
passaggio daI caldo sole della Martiniòa al-òielo umido e piovoso di Parigi
fu un po' brusco, e òi mise di fronte
alla reàltà del ritorno. Avevo un .po'
temuto questo lîomento, 1l pensrero
di non riì-rscire ad adattarmi di nuovo
al grigiore dell'inverno ed al rumore
della iittà. ed invece mi accorsi con
piacere che Parigi era ancora ai miei
òcchi la meraviglia di sempre: dentro
pensavo che certamente è bello parti
ie, quando però si può ritornare.
Ritorno all'Argentario
Annette da Parigi, io da NaPoli e
Mamaroa da Gibilterra, il 16 Marzo
eravamo di nuovo insieme a Marsiglia.
viassio. Spedire una barca è molto
sefrólic.. de non si bada a spese. affidanàosi ad un'Agenzia per
1é
pratiche
er
curare
alla fine
di bordo
e doveva-
le
spese,
per cui effettuammo da soli le pratiène doqanali.
"diritti spendendo tra tasse.
vari solo 10.000 lire
bolli e
(l'Agenzia ce ne aveva chieste quasi
FORZA
7. MAGGIO 1978
cui la nave era accostata e questo slgnificava per me noleggiare un autoóarro e le' spese di ala-ggio e traspo.rto
sarebbero sttte un altro durU colpo
alla cassa di bordo. Non insistei colnunque ed il giorno successivo mi
presehtai al Coóandanle all'ora del-
Le ultime 80 foto, portate a sviluppare a Parigi. non erano purtroppo^riuscite. poiéhè la nostra macchina lotosrafica aveva un controllo elettronico
éell'apertura del diaframma, e l'umidità ti la salsedine avevano bloccato il
he ce ne Potessimo
io quindi. nel caso
a bórdo di una baruna macchina foto-
ionamento sia esclusivamente meccanico. oppure. rneglio
ancora, di una nracchina subacquea. Le
operazioni di scarico di Mamaròa furono rapide, e dati i coldiali rapporti con
I'equipaggio del Circea, ottèiini facilmente di mettere la barca direttamente
A sinistra, lo sbarco a Marsiglia
della nave Círcea: Annette porta a
rímorchio la grossa invasatura che
sarà regalata al locale club
nautico. Sotto, FDrt de France
capitale della Martinica dove
"Mamaroa" ha terminato la sua
lunga crociera atlantica e nei
Caraibi.
montare I'albero, basta farlo ruotare
:
mo in poppa con la sola tormentìna
a
mone a vento come ai bei tempi, sebi pullovers e le cerate ci rièordassero che ormai le Antille erano lonta-
zio vivamente per.i'
mrJ una panoramlc
ho dovuto affronta
nette per
le Antille
bene
dimostrat
ri difficol
barca (non importa
de, questo dipénde
bilità economiche)
semplice e robusto,
vo, 26 Marzo alle 08.40, dopo aver bolinato tutta la notte contro ùn fastidio-
in porto, dove attendemmo
un giorno che il vento calasse. Il 23
travamo
sceso paurosamente a 970 mmb, pensai con leggerezza che lo strumento si
era guastato. Alle 12.00 eravamo
a
poche miglia da Capo Corso, ed Annette stava preparando una frittata. quando arrivaror.io le prime ralfiche. Iri dieci minuti si scatènò il finimondo, faad ammainatutta la ran-
r.:i.oLxki*
pala del timone a vento.
11
colpo di
vento veniva da NNE, quindi scappam-
a festeggiare Mamaroa. La nostra meravigliosa piccola barca, nonostante le o1-
tre 7000 miglia perco
no
altrimenti, perchè una
raprdamen te se resta
splendida loima;'e
in
ere
hia
personale e quindì discutibilissimo.
- Per cominciare, dal momento che è
necessario un certo ordine mentale per
condurre una barca, c'è anche il pèri
colo, se non ci si autocontrolla, di diventare eccessivamente precisi e pignoli. e questo è un male, perchè un simile
comportamento è in Contrasto con la
in
un porto. mentre per mantenersi giovane ha bisogno. prrrprio come gli úomin1, 01 navlgare.
Conclusioni
In questi otto articoli ho cercato di
fornire-ai lettori di ForzaJ (che ringra-
come fine, lasciando quindi lo spazio
necessario alla fantasia ed alla pòesia,
senza le quall la vita perde il suò sapoFORZA
7. MAGGIO 1978
lità. Drlla
riflessione
poi ogni essere
umano trarrà una lezione di umiltà,
cosa la continuazione, ed a volte più
in
generale
la
trasformazione nella
continuità, delle specie. Queste
cose,
del cosidetto mondo civile esistono
altre realtà, altre filosofie di vita, altre verità, forse. Ed allora? Siamo veramente convinti che è qui da noi che
si costruisce jl futuro migliore per
1'uomo? Personalmente, non lo so
c'è il pericolo, in
e un
allontanarsi dalla
Ienenza, isolarsi, il
i
gusclo cne
giusto. "Libertq
e
partecipazione", dice la bella caîzone
òi Gabèr, ed è soprattutto per questo
la
Mamaroa,
barca
di sette metri protagonista delta crociera atlantica di 7000
Eccola mentre viene scaricata dalla stiva del grande cargo che l'ha riportata
in
miglia.
Europa.
re. Sarebbe infatti un peccato sciupare un'occasione per ritrovarsi con il
mare, con chi si ama e con se stessi,
richiudendosi in un ottuso tecnicismo
e limitandosi a macinare come dei ro-
portantissima: si può vivere.piacevol-
un'occasione per partire non si presenta spesso. anzi credo che (almeno
per noi'che iavoriamo per viveie) que-
di
bot miglia su miglia. Anche perchè
piir diffiòile da realiízare. Per riuscire a sganciarsi. sia pure
quanto ci
per pochi
orre ìnfatti
lega al no
ed essere
afîrontare
rica ideale.
sostenuti
ita è la
cosa
mente su una barca anche senza
sapere nulla o quasi di vele, di rotte e
di- manovre, soltanto se 1o si vuole
( Annette possiede grandi capacità
'se
istintive; e
si è nel[o stato d'ànimo
accettare serenamente le difficoltà
trovarsi in mate .a quanto al-
lacrle per
,plu
l10no Dene anche non a ter-
lei, senza
il
fianco. Senza di
suo sórriso, la sua serenità
visto Ansa, il suo
probabilo. Da lei
ho appreso, tra le molte cose, una imFORZA
7.
MAGGIO 1976
tutto e contro tutti,
ne
ideologi
morale,
comoda
ha il su
se proprio
ri
come nella
luzione, una
ficativa, che
ni di libertà.
Niente invece, credo, puo
1'ansia
lo
sposare una
tiene
appagare
di libertà dell'uomo, quando il
cercare di c
saegio che v
rare. alra qu
o mentire, e
tura rivolta
necessariamente
questo è
il
(e purtroppo nort
òonie
collettività,
dramma) è rivolto al bene,
aiche se poi a volfe la sua debolezza
sembra affermare il contrario.
carica, oltre che nel desiderio di una
pausa di riflessione nella mia vita di
di Annette al mio
gran lasco la corrente, oppure se risalire il vento ed il mare,-anche contro
come individuo
I
lavoro e di un ritorno pur temporaneo alla vita semplice a contatto con
la natura, soprattutto nella presenza
lasciandogli la sceìta. per
mo spazio,
^in
termini nau tici. se seguire al
dirla
templazione trarrà gioia
il
credente,
che'vedrà nelle meraviglie e nel mistero dell'Universo la presenza di Dio, e
trarrà conforto I'ateo, che troverà nelIa freddezza del vuoto assoluto degli
spazi interstellarì e
del rapporto di causa
argomenti a sostegno
basata appunto sul p
Ed ora vi lascio, cari lettori. Per
fortuna, le strade che. ci si aprono da.vanti sono molte, ed il mare non è
che una di queste strade. Ad Annette
ed a me è toccato in sorte, in questa
breve parentesi vissuta su Mamaroa,
di segùire f invito di Beaudelaire, il
poeta-francese che ha scritto: "Uomo
libero, tu amerai il mare".
Massimo Cerracchio
(8
-
fine )