SULL`OCE CON UN - Corso Sparviero Secondo
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SULL`OCE CON UN - Corso Sparviero Secondo
t o l'abc per traversare l'atlanti SULL'OCE CON UN TA CLASSE Prendere una barca piccola, economica ma sicura, traversare l'Atlantico e girovagare fra le isole incantate del mare dei Caraibi: ecco il sogno di tanti e come cr sr prepara per una traversata atlantica? Sentiamo il racconto dettagliato ed i consigli di uno che lo ha fatto. appassionati di barche. E'facile, è difficile? Come si organizza Ho accettato con entusiasmo I'invi- to rivoltonri da Forza 7 di raccontare, a. partire. da questo numero, I'espenenza ol vlagglo da me vlssuta tra l'ottobre 191 {Vd il niarzo I 97 5 In questi sei mesi ho aperto una parentesi nello nria vita tli favort-r, rni Massimo Cerracchio PERCHE' OUESTO ABTICOLO . nica a l\{arsiglia da dove sono rientra- to in Italia via mare. La niia barca è un Samurai costruito in Francia dai Cantieri Nautici del Sud Ovest c.M- (CNSO), si chiama "Mamaroa", è lun- un'esperienza del genere. Senza f illusione di poter raccorrtare quello che non è raccontabile, e cioè quelle cose che hanno reso il viaggio per me tan- to diverso dalla lettura di libri F.orzaJ,. di spiegare. 1oro, cioè, conre para, come ere. Quindi sto viaggio n.rente frío alla sua conclusione. Cercherò di individuanie i valoli positivi ed i limiti. Cercherò di fare tutto ciò nella speranza che possa essere utile a qualcuno che abbia voglia di tentare 60 Foaza i - orroBRE 1975 sull'argomento. l-a differenza è tutta qui: tra le pagine cli un libro e la realtà del mare. Per una maggiore aclerenza alla realtà. la suddivisione in sei puntate copre esattamente i1 periodo del viaggio; guindi a partire da questo numero (esattsnìente un anno dopo la nria partenza tla Cala Crlerr) e fino a Marz<: saranno trattati nell'ordine i seguenti argomenti: 1) Marnaloa ed io - l'equipaggio e Mamaroa ed io Perchè il lettore possa confrontare la sua personale esperienza e decidere poi se essa sia o meno sufficiente per intraprendere un analogo viaggio. sono costretto a parlarvi di me e dei precedenti viaggi di Mamaroa. Dunque. io ho 36 annì ed ho acquistato Mamaroa nel febbraio 1971 insieme con il mio amico Mauri- zìo. Prima non avevamo fatto nessuna io e Annette compimmo da soli; febbraio 1913: da S. Stefano a cui si risparmia sull'aereo. La navigazione nel Mediterraneo non presenta srossi problemi, ci sono fari e^radiofaii dappertutto e poi la navigazione stimaia, se ben corìdotta. è largamente sufficiente nella maggior parte dei casl. Il clima è molto favorevole (Mamaroa ha navigato in tutte le stagioni), la nebbia e Ie correnti di marea, salvo bre 7913: da Malta a Biserta (Tunisia) quindi Maiorca (Baleari). Bonifa- cio e'rientro a Santo Stefano. Da ag' giungere qualche giretto nell'arcipelago toscano. scopre un mare div crociere sono diventate via via piÌr impegnative e questo è avvenulo na- Ioro aspetto antico di fascino. L'unica cosa che rende delicata la - Da questo arido elenco, vorrei -in evidenza il fatto che le mettere tufalmente. Mi- sono trovato cioè fine di luglio sostenemmo, con un po' di batticuore, ma con esito positivo, I'esame di abilitazione in Capitaneria. Cominciò così una serie di crociere che riassumo nel modo schematico sequente: aqosto l97l: giro naturalmente spinto man mano che il tempo passava, ad aumentare le distanze e'le dilficoltà ma senza che ciò picòoli porti fuori fassato i1 caos dell della Corsica: otto-bre lgll: da ?orto S. Stefano a Napoli e ritomo a Fiumicino; novem- br€ l97l: da Fiumicino a S. Teresa di Gallura lSardegna) e ritorno: agosto l9'72: Bocchidi Bonifacio, Pòrto Mahon (Baleari) e ritomo; dicembre 79J2: Por|o S. Stefano, Sastia e ri tomo; questa fu la prima crociera che raggiungerla per proseo per tornare indietro o.,problema soPrattutto il treno o la nave con Le crociere mediterranee estive ed invernali compiute dall'autore sono state un ottimo allenamento per la traversata. Sopra il titolo, Annette segna sulla carta il passaggio dell'equatore. FoRzA 7 - orroBRE tgzs 61 .r;,:''j':' rt€ i &8q , tt .4. tll ' 't, ::i t., ' p|oscFtìen(l'J "piarrtr nìc costarìtcrnerì1c" si può utJrre ll Samurai con cui l'autore ha îraversato l'Atlantico come era prima della pirrro c faitì) a sacrificare parte (a volte tut- trasformazione e messa a punto. abbastlnza lontano. indiper.rdenza. Con 1'aggravante cl're basta la scarsa preparazione a questo parata ad affrontare il tempo cattivo perchè presto o tardi "quel" giorno àrriva pér tutti e allora è iroppó tardi per pentirsi di non aver previsto questo o quello. ln Conclusione, soltanto clopo questo ciclo di r'rociere lni sonu reso conto di aver iniziato con Malnaroa un certo dialogo con il mare, anche se ero, come sono tuttora, ben ionta- no dal sentirmi un marinaio. Infattì per diventare un marinaio a volte non basta una vita" ed è quindi irrrpensabi- le poterlo diventare nel poco tempo libero che ci lascia il nostro lavoro. Ed a proposito di lavoro, perchè la mia "sclieda" sia comoleta devo dirui che nella vita faccio il pilota Volo da quando avevo 1 8 anni e questo L'equipaggio e I'idea Sulla conrposizione di un equipaggio c'he deve passare alcuni rnesi su una barca è stato già scritto niolto. lo vorrei quir.rdi, lìmitare il discorso escludendo le barche "graldi", diciamo superiori a 35 piedi (10 metri e tnezzo): a fileno ché non siano particolarnrente altrezzate rrecessitano di un equipaggio 35 piedi in giir possibili: drl di due, tre o pi dai ono ggio del numero, da un punto di vista tecnico, è sempre una cluestìone di spazio. Per esenrpio su Marnaroa, luuga 7,60 e con una abitabilità intet'na ridotlissimu. è intperrsahile trrr lungrr virggio irr ta) la plopria autonomia e la propria di uno solo per di tutti. Ed a questo purrto l'intesa con il rnare non sacrificio da parte turbare I'arnronia può più esistere. Nel nostr,--r easrr. l'eqrripaggio do nato prima dell'idea di qià faltr. vicg.s.it'. lr seeltr era -iu essen- questo Inoltre essàíd,, Annette ed diventati urr "equipaggio" anche a terra. abbiarno sen1plìcemente dovnto trasferirci da Lrna casa in una barcl In conclusicrre, vorrei sottolineare che in rrn "viaggio di ricerca" (corne è stato il nosTío) è essenz-iale che feqrripe. tolììuflgue jr)mposlx .(llna lrnilgllir. una cupplJ. oegil arìilcl I sll necessarianrente collauclata prirna, a terra ec1 in rlare. tipo di attività nri lm certl- rhente faCilitato. soDrattutto nei carìì- pi nella navigazione, della rneteorologia ed in quello tleeisit-rnale in genere. Questo sigÀifica che q.ualorr fossi stato completamente a digiuno di questc cose, avrei certamente incontrato qualche difficoltà in piìr, me sono convinto che alla fine, usando un po' di comune buon senso ed un po' Ji volontà. il risultato salebbe stàto lo stesso. Dico ouesto oer invitare il lettore a non coirsideraie la mancanza di di conoscenz^a nel campo come un handicap. Conrinciandcr esperienza e 62 FoAzA 7 - orroBRE 1s7s lirnite Jel "solilrritr" questr prrtccipazione diverrta "tcrtalé". Quincli. se non si ha la vocazione per fare il solitario bisogna trovare un ccrulpromesso fra questa tendenza ideale ecl il pircere di dividele queste gioie (e queste fatiche) con i nostri sirnili. lnoltre piil l'equiIrggitr.re.ce. piir è necessarit.r che i singoli cornponenti siano disposti (non a parole, nra cou i vivere. scoplire il rnondo, gli altri e se stessi e qrresto non si può fare senza lr prce Jell,, spiritt'.'lre nrsce Jl urnr al'tllolltosa convtvenza. ll percorso e lr stagione Lo scopo clel viaggio era 4uello di attraver"sare l'Atlantico. Ma allor:a, da dove a dove'l E quarclo? Qui ci vellnero il aiuto alcuni Aspre e assolute, le isole del Capo Verde offrono scarse possibilità di rifornimenti. Nelle loro vicinanze nascono i cicloni che poi investono i Caraibi in estate. racconti di viaggi precedenti come il libro di J. Grout "Da Tolone aila Tortusa" sulla scia della Filibusta o come il libro di Jean Merrien "L'art du larse". Notammo che tuttì attraversavano I'oceano nello stesso periodo di novembre-dicembre, dalle isole Canarie alle Antille. Comprai quindi il portolano delle Antille (1'elènco completo della documentazione nautica della d numero dei cicloni nel periodo 1887-1 prossima puntata) àata tabella le- ìn cui il ati do I in quest'ultimo l'unica traccia dei pochi cicloni la traverrilevati (vedi tab FAMOSI E TERRIBILI CICLONI vedere o si trova cartinaèpiena invece la sata iproprio nella zona c'he ci interessa. Llcco alcuni interessanti dati statistici rilevati in un arco anni in cuí ne sono statÌ rilevati soltanto 2 ed altri anni ( es. nel I 933 ) in cui ne sono stati contati ben 2 I ! nìagglo glugn o luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre totalc ) LI 21 85 131 105 26 2 406 202 0 10 I4 58 14 39 7 0 0 40 52 6B 56 37 21 0 Da questa tabella rivilta chiaramente che la stagione ettemdei c'icloni va da to è il bre è il mese di i granm(se (he prttduc cle violenza. Se ne deduce anche che la buona stadone ma .frequenza) e nel mese di dicentbre: come si pui' comincìa in dicembre e va lino a maggio e r:he pèrtanto il periodct migliore per chi voglia iniziare una traversata atlantica dalle Canarie c la fine di novembre in modo da arrivare ai Caraibi itr tlicembrt'- FoBzA i - orroBRE rgrs 63 tabella risultò che il periodo da evitare assolutamente era quello in la cui si verificano i fenomeni piir vio- Un altro interessante documento da consultare fu la Pilot Chart dei mesi che riguardavano la traversata e cioè quella-di novembre e queila di dicem6re. Della Pilot Chart- (di cui laprile 1974) mi presi qualche giorno dl vacanz pet lare una raploa "ricognizione" ile isole del Capo Verdè. Volevo cioè rendermi conto se era possibile effettuarvi uno scalo il che avrebbe ridotto la lun- che: venti, delle correnti ecc. súgli oceani. aprile Da questa carta risulto che il erature i.i periodo propizit-r era sempre quello 24-290 medie ài novembre-dicembre. Duirque. posto, le conclusioni furono negadella st 2) I' intor- bisognava partire dalle Canarie verso tive. Fare uno scalo qui prima di no al 78 per cento in questi mesi la metà di novembre e quindi, con- una traversata atlantica non è conveniente: I'acqua da bere è mesi estivi; tinuando il conto "alla rovescia" contro I bisognava partire da Por- salmastra, mancano assolutamente i gennaio. che ad risultò tq ?.) (quelli che arrivano a valori dr to Santo Stefano ai primi di ottoaprile si ri delle navi, se tolti a 220mm bre. 60-90m Po due o tre giorni Il Mediterraneo in ottobre è già nei mesi estivi; itare) ed inoltre nel una cosa seria, e I'arrivo dei primi Sao Vicente e San ritardare notefronti invernali può ^infatti è accaduto) Antao, che bisogna attraversare per volmente (come il cammino verso Sud-Ovest: I'ideale entraré in portó, 1'aliseo rinforza sarebbe stato partire a settembre ed notevolmente- ed è facile che superi arrivare lentamente alle Canarie in i 40 nodi. Quindi decisi di considedue mesi. Ma non potevamo con- rare lo scalo in questa isola solo cederci questo lusso perchè lo come eventualità esirema in caso di avremmo pagato con una riduzione necessità e di pianificare la traverdi un mese- del tempo disponibile sata direttamentè dalle Canarie.positiva La "Routeing Chart" dell'Atlantico, L'unica cosa veramente alle Antille. indispensabile per programmare un viaggio visita fu che passài delle transoceanico. Ne parleremo in dettaglio Quindi decidemmo ugualmente di di ouella isola nelle prossime puntate. partire ad ottobre. A questo Punto ore 'in riva al mare su quelf -guardare semideserta ed arida a lontano, verso Ovest, e questo mi I ) sono aiutò molto successivamente, nei ivi. fu abbastanza lf itinerario di che Mamaroa ire e che è indicato nella cartina allegata. Dall'Argentario attiaverso le Bocche di -Bonifacio alle Baleari, e poi seguendo la costa spagnola fino Gibílterra. Qui si prospettavano due soluzioni: andare direttamente alle Canarie, con una traversata di circa 700 miglia. oppure seguire la costa del Marocco e fare la traversata da Safi o da Agadir per le Canarie. Lasciai in sospeso una decisione in merito che presi successivamente (per i motivi che vi dirò) optando per la rotta lungo costa. Ínline, dalle Canarie diràttamente alla Martinica e non a Barbados che, pur essendo un po' piùr vicina, ha il "dìfetto" di non èssere . . . francese ed Annette ci à teneva ad atterrare su un della sua "dolce" Francta. d p n e quindi a cinq Restava ubito FoRzA 7 - orroBRE ig?s i I * i & 4 I :e * ì & fi f É ts q chiaro al viagsio come questo non si può fare a me"nó di prepàrare adeguatàmente la barca. Come? s i Massimo Cerracchio t ( 64 lembo * 1 continua ) ? Fig. 1: Mamaroa dopo i lavori di trasformazione; osservate la chiusura del pozzetto verso poppa. lei una volta in mare, volli assumermi il controllo dei preparativi. sapendo che soltanto mia sàrebbe stata la^ responsa- biÌità, dopo. Preparazione della barca Mamaroa o l'abc per traversare I'atlantico - è un Samourai stretta- me, come la dimensione un po' eccessiva del pozzetto ed il bordo libero deci 2 I MILTE LAVORI DA FARE IN BARCA se. Mi ha sempre dato un senso di sicurezza e di fiducia illimitati, e credo che prima qualità. lYu pgt viag.gio questa piccola un impiego costiero e ente altur:iero, si sono Prima di partire per una traversata di migliaia di míglia, la barca deve essere esaminata e modificata in tante parti. Vediamo rese necessarie piccole ma importanti modìfiche, che descriverò seguéndo appunti scritti a suo tempo nel quadernetto. quali sono i lavori necessari. Scafo Massimo Cerracchio 10) Scorle. Varie. E' stata questa I'unica fase in cui Tn questa puntata parlerò della riso- luzione deì complesso dei problemi tecnici. ors.anizzafivi ed umani che hanno precéduto la partenza di "Mamaroa"-per I'Atlantióo. Spero di. non nusclre noloso rn questa descrlzlone, cne nte dettaeli oiÌ.1 che éd ogni barca hanno l'esempio r di un meIodo che ritengo buono a eiudicare dai risuitati. Nei mesi che hanno preceduto la partenza, tra maggio e settembre 1a74. nonostante continuassero gli impegni di lavoro, la mia mente è s[a(a cóstàn- temente rivolta alla partenza, quasi tutti i momenti liberi sono stati dedicati alla preparazione, in una specie di "ritiro" dal 'mondo che mi circóndava, e posso dire che se tutto dopo è anda- to bene, ciò è dovuto in grandissima prima di partire. al -parte Una sèria, scrubolosa. 'p.l pìgnola essenziale gn vlagglo. isa, pflnìa o pot Iataló1nte awerrebbero'srosse c'omoli- cazioni. In questo perioéo mi ha sdmpre accompagnato. giorno e notte. un quadernetto. diviso nei seguenti titoli: ' I ) Lavori scafo-Ooera íiva 2) Lavori scafo-Opera morta ed internl 3) Attrezzatura velica e timone a vento 36 ÉoRzAr - NovEMBRE 1976 la presenza di Annette non si è fatta mol- to lit al1 le programmazione, ed un po' perchè, nonostante contassi moltissimo su di Quindì. g[i scarichi del pozzetro, per i quall rl costrullore non aveva prevrsto valvole di chiusura, furono aumentati di diametro (per aumentare la rapidità di svuotamento) e muniti ciascuno di una valvola a saracinesca, facilmente chiuso con un tampone di legno, con all'esterno ed all'intèmo numeiosí strati di vetroresina- Le "esigenze fisiologìche" dell'equipaggio pertanto sono state soddisfatte, in mare, sedendosi "comodamente" sul pulpito di poppa (legatl con la crntura ol slcurezza quanqo le la tavola per mettervi una tanica di benzina (Mamaroa ha un motore entrobordo Couach a benzina da 5 cv) mente la presenza di questi esplosivi a bordo è tirtt'altro che iaccomandabile, e la soluzione motore diesel e cucina e tavolo da carteggio. di lipo estraibile, e montato su due binari. in M un tavolo anch'esso estraibile da tra le due cuccette Per i "pranzi a bordo" ed infine nel gavone di poppa N e sotlo i sedili del pozzelto O é P,'altro materiale di scorfa. le due montare Mama una o pozzetto, in posizione da poter essere sacchi a rete per indumenti furono fis- - In L il P òperata all'oòcorrenza dal timoniere tutte le scotte e cordame vario. AÌtri go le cuccette. porto. usando un semplice bugliolo, siitema rudimentale ma in loni[o como- mano, e con corrente elettrica, ed al suo posto fu collocata la "libreria" di bordo ed il materiale di navigazione (sestante, portolani. libro di bórdo.). Di lronte. il lavello G, con sotto un armadietto per le sati sotto le ùensole che corrono lun- condizioni 1o richiedevano) e, in do. assolutamente inutile data la scarsità di Interni I1 volume della cabina di Mamaroa è cón la mano libera. C'era poi ,la tuga: per carteggio, la luce della bussola di governd"e le luci di via, tutte alimentàte elettricamente, fu assicurata con due olio, di cui una munita consentirne l'uso in na- zloru o'acqu sa della solu ue litri di petrolio risola dell'illuminazione Per sacchi a rete fissati sotto le mensole la- Timone a vento e timone di governo Il timone a un Hydrovane che comprai a sterline- Come vento è ad asse orizzontale e questo serbatoio dell (60 litri). Il pi biti E fu tiche. tras il vestiario e per la farmacia, fu eliminato il frigorìfero elettrico "Mivis" installato nel blocco cucina F, mensole per Fig. 2: ll timone la freccia indica barca da reqata), o per prendere il sole d'estate. mà diventà un punto debole in caso di mare forte in poppa. consi- derando anche il bordo libero a vento Hydrovane; il punto in cui innestare una barra per poterlo utllizzare come timone di fortuna. as- sìcura una buona sensibilità al complesso; il movimento della vela viene lrasmesso al suo piccolo timone di governo, il che mi ha consentito di predi rno di emersporre gerTza'. indicato con fre bicino aldare un tu- una cui poter in- Fig. 3: la sistemazione del doppio strallo all'estrema prua, necessario per poter utilizzarc i fiocchi a farfalla nelle traversate con gli alisei, basso; FOBZA 7. NOVEIvBRE TgIS 37 rinforzare 1'attacco tra la pala e I'asse. facendo saldare esternamente quattro staffe di acciaio inox. Infatti il sistema costruttivo dì fissacgio della pala delI'asse dell'elica (madiante staffe inter- nestare all'occorrenza una barra di emergenza in alluminio. Bastava quindi scollegare la connessione tra pala a vento e asse timone ed innestare questa baffa accessoria, per dispoffe di un timone di fortuna, non altrettanto effiuffic c b v ne non ispezìonabili) non tni dava grande hducia, po prinla di un ùa "perso" in, una regata, eo quillo. vele resi edi Attrèzzatura velica Il piano velico di Mamaroa (vedi figura)^è anch'esso strettamente di serie: un'aitrezzatura a sioop Marconi di tipo moderno, con boma corto e genoa a forte sormonto, e con un'attrezzatura Aries Navik. Hartler, Atoms. ecc. spi di tipo ren- bisognava sen4tliJicare al massin.ro le íncontrato irr Ailantico. CE.attoristicho tipo Pelchè Mamaroa potesse viaggiare da sola nell'alìseo, non bisognava condal prontare una scafo Vele mento orziero non controllabile principale". -An " ecco cne cosx e venuto Iuorl. tare nè sulla randa (a causa del suo mo- derla piir idonea ad un impiego prolunsato con i venti portanti che avremmo Da Iu I, ed cÌa to di completaÍe1'attrezzatura per getto di cure, robustire alcuni particolari dell'attrezzaluta. A questo punto mi venne in aiuto un mio amico inglese, il sig. Eddy Shute, uomo di mare di rara espeienza, e con molte traversate atlantiche alle spalle. ln poclriminuti. durante una viiita a boido. mi consigliò sul da farsi, usando sempre n-rolto modestamente il condizionale. Lo ringraziai, sostituii al suo condizionale I'imperati vo.. dala la g,rrnde stirrta che avqvo in sàrtiame, della vele (dopo ol erano ottine, necessario agire oDerazioni reiative ai cambi dì velatura (a causa deli'equipaggio rìdotto), ed ir- In sostattza, lità della rotta. Queste in teoria dovevano essere due trinchette, con un Samourai progottisis Michel Bigoin lunghezza fî m 7,40 lunghezza al gall. m 5,80 larghezza max rn 2,40 i- lt m 1,20 dislocanìento kg t6O0 pescaggio zavorra kg 700 sup. velica (rantla a genova) mq 26,1O alt. in cabina m 1.35 motore Couach 5 HP met- da costruzione VTR non dov r ridussi I t/ fiocco l, cui alla di Man-ra Manovre Anzitutto, si rese necessario instal- lare due stralli a prua sui cui inferire le due vele richiestè, e due tnoschettoni -- 38 FoRzA 7 - NovEMBRE 1978 -\\ Fig. 4: la sistemazione di uno dei due tangoni da utilizzare con i fiocchi a larfallal îutte le manovre erano eseguibili cosi dal pozzetto. issare la vela e regoiare la scotta (libera di scorrere nel bozzello D) secondo le esigenze. Per r-Ln cambio di vela era pertanto sufficiente agire sulla sola clrizza e scotta relativa, rendendo 1a cosa estremamente semplice. Anzi, in Atlantico su ogni strallo erano permanentemente inferiti un genova ed un fiocco in modo che un cambio di vele riflettore radar e su na lrostravento. (llleSIo ll Itlntlre' Un po' di conti 11 fatto di doverci alLontanare per sei mesi dal nostro mondo abituale, ha Annetteeamemolti tutti i campi. isolvere in llo della sospensiurìe Llei comportrto I ottenlmento dj un periodo di:ci nresi .li lspettrtlva n0l1 retnnurtn. Fig. 5: il doppio strallo in testa d'albero; osservate la robusta staffa di rinforzo (C) fissata all'albero con un perno passante (Dl. tro diverso dai soliti che ptrrtroppo conoscl amo il Ma torniamo ai problemi di terra: di doverci al,lontanare, sia puie per soli sei mesi, dai nostri cari òi ha clato la misura di quanto siamo pensiero rìchiedeva poco tenlpo e soprattutto pochissima fatica. piii circa 800 mila lire per spedire la 6arca dalle Antille r Marsislìa al ritorno l; i bielietti aerei per noi àl ritorno ci furt,nó concessi Jrlì'Air France. A questo andrebbero aggiunte le spese di preparazione del viaggio che orientativamente si sono aggtrate. tut(materiali, scofte, attrezto compreso -ve1a, carte nautiche ecc.) sul zature, compreso, Modifiche testa d'albero Come si sa, le ar fiezz'Jfùra sono pr in testa difficoltà delle ripr verificar.ro qu dit ne ste il Anzitutto sostituii terminale ori- ginale dello strallo di prua con una foróella (A) alla cui estrèmità fissai i clue terminali Norseman dei nuovi straili. Siccome non mi soddisfaceva la soluzione di afficlare tutto lo sforzo al solo testa d'albero saldando delle rondelle inox all'interno ed all'esterno. Infine o (G) perro cco la posta, e colne essere molto stanco, soprattutto mentalmente. Nfa il 30 mattina lasciammo Rorna e dentro di r.ne si accavallarono pensieri diversi La sera venne a Salutarci a1l'Argentario Maurizio con alcuni arnici: volevamo partire come deciso alla nrezzanotte del l ottobre. Ma fuori c'erano 20 nodi da Sud Ovest "dritti sul naso", pioveva a dirotto, e spinotto (B). clecisi di appiicare la stafla dl nnlorzo {L } e dl ltssarla all alDero con il perno pàsíante (D). Questo perno sefl/iva anche a rinforzare 1'attacco delle sartie alte. insieme con 1'altro perno lE). Inoltre. per garantire nìaggiore robustezzr rll'attae.o dei due prIerazzi (F). rinforzai la lamiera della clove farcj speclire noi avevamo clavanti sei mesi di tem- tutti, ciascuno secondo le proprie possibilità (e questo può significare la rinuncia ad altre cose conle 1a casa, la bella moto, ecc.) ec1 il fatto di lasciava Cala Galera. c'era il E finalmente solel e deÌl'a (H) per poterlo all'occorrenza usare come dizza di rispetto deÌla randa e saldai infine sulla festa d'albero il randa Massimo Cerracchio ( 2 continL.La ) FoRzA 7 - NovErrBRE tszs 39 o l'abc per traversare l'atlantico - 3 viggionamento per la traversata finale alle Canarie dove si trova veramente tutto e a prezzi inferiori che in Italia. DALL'ARGENTARIO ALLE CANARIE 1.800 miglia in pieno autunno con una barca 7 metri e mezzo. Come affrontare il mal tempo di questa stagione? Come vivere a bordo? Come preparare la navigazione? E il passaggio di Gibilterra? E le coste dell'Africa? E' tutto molto semplice: ma come? Vita a bordo che appassiona. Quindi, dopo un bre- ve discorso introduttivo sulla condotta della barca e sulla vita di bordo, vi parlerò del tempo incontrato. Successivamente esprimerò alcune mie convinzioni perSonali nel campo de.lla Massimo Cerracchio essere ìn acguistato sua Darca in questa puntata del viaggio^ di "Mamarba" liàitatamente al tratto Arsentario-Canarie. La tenta- zione sarebbe quella di e prendere il diario di bordo òhe Annette ha scrit- to così bene in francese. annotando i Darticolari della nostra vita di tutti i [iorni. Ma non 1o farò perché non è un racconto che desidero proporvi, bensì una raccolta di notizie èd ànche di "sensazioni", e qualche esempio di metodo. Der cercare di dimostrare che è facile se diventa una cosa navigare vento, la quando -motorec'era quando il il Avevamo a bordo due stretto di Gibilterra, e fuori in Atlantico). Sono ìdee mie, certamente formatesi con la pratica. con I'esempio di chi ne sa molto pii.r di me. e legMa è tutto parlerò o meno facciamo tutti durante una crociera estiva o invernale. Non abbiamo il timone a vento, sia- e della ro Vi questo tratto del viaggio abbia- navigazione (en' Mediterraneo, attraverso lo meteorologia tro il In mo corìdotto "Mamaroa" come piÌr della partenza. Soia eccezione le carte e le pubblicazioni nautiche per le quali ho pensato preferibile fornire gli elenchì interessanti le singole tappe di volta in volta. Per quanto riguarda i viveri abbiamo di volta in volta acquistato quello che ci occorreva per 3-4 giorni,-avendo deciso di fare lappro- iÌ motore e fare come tutmarinai hanno fatto fino all'avvento della propulsione meccanica"sbarcare" ti i Ma per questo occorre avere una assoluta indipendenza dal parametro tempo. ed i nostri sei nresi non ci permettevano questo lusso. I1 battellino di servizio, molto piccolo (m. 2,20) in plastica gonfiabile, 1o abbiamo conservato ber piegato nel gavone di prua; a volte ci sarebbe stato utile, ma abbiamo preferito farne a meno fino alle Canarie per non ingombarare il ponte. La vita a bordo scorreva serenamente. Certo a volte per 1a stanchezza abbiamo litigato, ma presto tutto passava, Annette FoFzA 7. DtcEMBRE ed 1976 35 nelle migliori condizioni. Io mi occu- LE TAPPE Cala Galera - P. Vecchio p3ltO174 h07.20-a4lt0l74 h 11.00 P. Vecchio - Stintino p 6/f 0 h 06.00 - a 6lt0h 22.00 Stintino - P. Mahon della cucina. Ascoltava la radio fran- 00-ar2ll0h08.00 Fiquera 00--a16/10h01.00 da Cala Galera per Stintino, abbiamo preso nel, pomeriggio un colpo_ di litleccro. abbiamo passato una brut Ia nottata bolinando con mura a sinistra fino a guadrgnare il ridosso della Corsica all'altezza del frro di Alisrro. Ab- biamo poi seguito la costa usando saltuariamente il motore e siamo entrati a Porto Vecchio dove abbiamo atteso per due giorni prinra di poter attra- versare Ìe Bocche. Ibiza 00-al7/10h03.00 glioramento nelle condizoni meteo. Questo è accaduto a Porto Vecchio (2 giorni), Mahon (3 giorni). In un po' di con sola randa e 3 mani di terzaroli per andare p riava fuori del porto e qualche cenetta al ristorante àl lume di candela. Ad Ibiza, durante una notte di buriana in 6/l I h 15.00- a l0/l I h 02.00 Lanzarote - Las Palmas 10/ll h 12.00 - alrlll p h 08.00 porto siamo stati investiti da una chiazza di olio nero che ha imbratta- (circa 3 mq dì teia), io so e soffrivo il mal stato molto bello qu cne era rn cuccetta, mente venire neI pozzetto e lagarsi accanto a me. Alle-2 del mattino" avun Di io ci vogJiamo bene. giorno non c erano turni [ìssi al timone, ci alter- navamo zione, c re, ecc. della tr 1n ito tà (nqviga- tti nei da'laVa- mulinello cantare e questo significava un pranzo a base di pesce. Di notte ci alternavamo al timone ogni due ore, sempre con la cintura di sicurezza. Addiritttura gli stralli di prua. Abbiatutto da soli, 1'albero di ' è leggero e semplice da valutare 1e distanze dalla riva, dove la Tempo cattivo rlsacca crea I confuso, nostro 1 tempo ':tt..:3;l La prima volta è accaduto il giorno della paîtenza partiti (3 ottobre) Mamaroa, sette metri e mezzo di barca al momento della partenza da Cala Galera. 36 FoRzA i - DIcEMBRE 197b da Nord perché per entrare bisogna passare molto vicino ad un tratto di costa non illuminata, dove è difficile L'Asinara è di poppa, ora ci sono 200 miElia per Minorca, ma il tempo cambierà. d un mare significare La ferz tenzadal lagena,_ ma estremamente re può n nel bre) subito dop ''lampuga" di 3 lì un'forte libec par- aCar- (19 ottoìrna bella a, si stabigia e tem- Una bella lampuga presa e traina: una libecciata ne impedirà la giusta fine. Dorali. Anche oui bolinando con muia a sinistra fatemmo rotta verso la costa spagnola ed atterrammo il gior- no successivo ad Altea. 20 mislia a Nord di Nicante ed 80 a Noid di Cartaeena dove eravamo diretti. Alle 3 del mattino accadde una cosa sinsolare. Udij un forte colpo provenieÀte dall'albero, pensai per un attimo che oualcosa avesse ceduto ed invece trovai nel pozzelîo. . . un gabbiano stecchito. Lo feci vedere ad Annette ma subito dopo invece di conservarlo, chissà oerchè 1o buttai in mare. Alle 5 de1 mattino decidemmo di ammainare anche il fiocco 1 e proseguire con la sola randa con 3 mani di ierzaroli, ma Ia drrzza si era bloccata oer cui non potendo amrnainare il fiocco riuscii ad imbrogliarlo alla me- slio con desli elastici intorno allo Itrallo. Ad Altea nel pomerisqio salii in testa d'albero ner limetteré-la drizza nell,a sua carrucola e notai che questa aveva un po' di gioco che annullai inserendo due rondelle dello stesso diametro de11a carrucola, tra questa e la lamiera di sostegno e serràndo a fondo il perno coì doppio Nei passaggi di lunghezza superiore alle cento miglia, invece, coll ^permanenza in mare superiore alle 24 ore, la previsione, sempre necessaria, può assicurare una buona partenza, ma non necessariamente un . . . buon arrivo. Naturah.r.rente le eccezioni alla rego.la non sono mancate, ne abbiamo gla parraro. Fuori di Gibilterra, invece, il discorso cambia completamente. E biso- gna fare una distinzione netta a seconda che si consideri I'Atlantico a Nord o a Sud delle Canarie. Pur con qualche differenza a causa dell'andamento stagionale, si può dire che mentre a Sud delle Caharie si entra nella zona dei venti costanti (Alisei. forza 3-4. occasionalmente 6-7), e la corrente è favorevole (circa Àezzo nodo), a Nord delle Canarie invece I'oceano è ìnteressato, nel periodo di - novembre, dal passaggio di grandi fronti invernali che nascono in prossimità delle coste USA ed arrivano con tutta la vioienza di un mare che non mislia) e Safilenzerote tut'te ie altre taooe hanno avuto una lunshezza inlefióre alle 100 miglia (alcunè sono state di navigazíone costiera, aÌtre di navigazione alturiera). Il fatto di contenere le tappe al di..sotto delle 100 rniglia, quan- do possibile. era dovuto ad una semplicé considerazione: cento miglia per' una barca come "Mamaroa" vogliono dire circa I giorno di navigazione. un la probabile direzione di spostarnento del cenl ro depressionario. Ecco perché, nel tratto da Cibilterra alle Canarie, ho preferito seguire la rotta lungo costa disponendo della anche Come si può notare dalia cartina e dalla tabella che 1'accompagna, fatta r j due passaggi Stintino- da ed evitare sororese. necessarie per il viaggio fino allc Canarie dall'Argeltario alle Canarie. Portolano del Mediterraneo volurure 1-A e volurne 1-B ed elenco dei fari e fanali, tutti editi dall'lstituto ldrografico della Marìna. Sul "Mama- roa" per ragioni di spazio i trc volumi si erano ridotti ad uno solo prenden- do da ognuno lirrfatti sono a pagiuc mobili) le parti riguardanti la rotta dj "Mamaroa" e le zone in cui la barca avrebbe potuto essere oostretta ad atterrare per emergellzrÌ, oltre alle in- formazioni generali Portolano francese (Costa Ovest dcll-Afrìer) ed il libro dei fari e segnali da nebbia limitatantente alla zona di Afiica che irteressava il nostro viaggio Infine le I'avole di correnti di marea edito dal1'Amrniragliato inglese: poichè questo libro riporta le maree di tutto il mondo, io riuscii a fotocopiare la sola pagina delle tabelle riguardanti Gibilterra che era l'unica Ed ccco ora l'elenco delle carte Meteorologia temo diterraneo, è sibile avere u Elencl.rìarro qui di seguito le carte e pubblicazioni nautiche che rni serviva. dado. arco di CARTE NAUTICHE E PUBBLICAZIONI carta (vedi elenco. carla inglese n.9l) dei piani d'insresso "30 dei piccoli porti dispósti dalle alle 50 miglia' uno dall'altro lungo la zona piir delicata, quella cioè fra Tangeri e Casablanca. In caso di necessità avremmo avuto tutto il tempo di riparare in uno di tali porti. Naturalmente queslo, discorso vale per la nostra piccola bar- nautiche. Mediterraneo (Carte italiane): dal Golfo del Leone alla Sicilia (scala 1 ad u n milionc); Mediterraneo oce identale (scala I ad un milione); Tìrre- no Centrale (L/250.000); Corsica (1/137.000); Sardegna (1/173.000); Bocche di Bonifacio (1/100.000); carta generale dei radiofari del Mediterraueo (carta molto utile che consiglio vivamente) (Carte inglesi): tsalearic Islands (.r't.7'79) scala 1/238.000; Valencia to Cartagena (775) 1/250.000; Cartagena to Adra (714) 11232.000; Adra to Gibraltar (773) 1/300.000; Strait of Gibraltar (142) 1/100 000 Atlantico (carte francesi): carta generale da Gibilterra allc Canarie e Meposùali- ma come ottenerle'? isole Azzorre (n.5545) scala I12.364.000; carta generale dalle Canarie alla Sierra Leone (2835) 1/2.100.000; cafia 5462 da Capo Fe- dola a Capo N{agagan scala tfr 6214 Gran Canaria scala 5834 lsole del Capo Verde scala 1i 154.580; carfa 6226 da Capo Cantin a Capo Sim, scala 11157.495; car- l/1 09.300; carta 4340 Tenerife scala 1/159.000; carta 4642 Lanzarote e Fuertevcntura scala 1/20.000; carta 1 /49s. s 00. (carte inglesi): n. 91 contenente i pianì dei porti della costa Ovest del Marocco: Asilah, Fll Araich, Oued Sebou, Rabat. Come potete vedere si tratta già di un bel "malloppo" di carte per una barca piccola come "Mamaroa": ho tralasciato ad esempio tutte le carte dei porti delle coste spagnole ma tutto non st puo avere e per ragioni di costo e per ragioni di spazio. Non di- :nenticatc infatti che le carte qui r'lineate rigurrdano solo la prima partU del viaggiu: mauceno qucllr deìla traversàta atlantica quelle dcllc Anti11e. e ioprattutto FonzlT - DIcEMBRE 197s 37 STRUMENTI DI NAVIGAZIONE Per navigare ecco gli strumenti di cui disponevamo a bordo della nostra barca durante tutto il viaggio. al una bussola di governo Orion del costo di circa 50 sterline con relativa tabella di compensazione; O un radiogoniometro Seahx del cost mo. gna cola semplicissiche si imp_u_ ceunaprcre il rileva- mento magnetico della stazione (dopo aver annullato il segnale della sta- zione con la cuffia); questa piccola bussola può anche seryire come bussoìa da rilevamento nella navigazione costiera. O un barometro Sestrel, O un orologio Sestrel con sveglia; O due squadrette, una riga, un Novembre in Atlantico: è l'ora dei f iocchi gemelli e di Annette con i suoi bikini l'Africa A bordo esclusivamen dotata delle media e cort equenza ta usciti i'J'iJtr tuare uno studio sul tratto di mare da attraversare in ni una sagola metrata. Vi chiederete a questo punto su quali basi, allora, potevamo fare Ia nostra navigazione "stimata" e regolarci con le vele in base alla forza del vento. E una domanda logica ma è logica anche la mia risposta: conoscevamo ormai talmente bene la nostra barca, eravamo talmente affiatati con essa, I'avevamo collaudata e controllata in tante e diveîse circostanze che raramente abbiamo sbagliato in questi conteggi che erano "ad occhio". Raramente, ad esempio, Annette ha sbagliato neì dirmi quante miglia avevamo fatlo in 24 oré oppure contro[lando con il sestante scoprivo ogni volta che la valutazione "àd occhó" era in perfetta sincronia con la nostra barca. Sono certo peraltro che se il viaggio e le nostre soste sono state semplìhcate ciò è dovuto alla mancanza di questo "surplus" di strumentazione. Tranne quella indispensebile cne no sopra elencato. FoRzA 7. DtcEMBHE 1975 meteo (nel da Stintino e data la probab conveniente partire piil sopravento 'determinare dei bollettini "per le massaie" E quindi la Rv. la Rm e [a Rb, la distanza, la durata prevista, stabilire l'ora di parpossibile). tra- tenza a seconda che si intenda arriva- sare. sempre per restare nell'esempio, uno scandaglio a mano, ùn pezzo di piombo ed 38 one di Stinti- Hitachi onde medie e corte; Tutto qui, e forse testerete sorpresi. Niente 1og, niente contamiglia, indicatore dì velocità, anemometro, insomma nessuno strumento elettrico a bordo. Questa parsimonia non è stata doyuta solo alla costosità di tutta questa bellissima strumentazione in voga oggi sulla maggior parte delie barche ma anche a motivi di praticità: infatti a che cosa servirebbe un bellissrmo ecoscandaglio, tanto per fare un esempio, se poi si rompe a migliaia di miglia dal necessario pezzo di ricambio o da un paio di mani capaci di ripa- rarlo? Molto meglio, allora, è lontana la radio compasso. matite e gomme; O due sestanti in plastica inglesi marca EBBCO che costano poco e funzionano benissimo; è meglio averne due e pcr poter cambiare i pezzi e per non restare senza se uno finisce a mare o si fraoassa; O i soliti razzi da segnalazione, due torce elettriche; O una radio ricevente Hitachi ad Timone a vento in funzione, vento portante, una media sui 5 nodi: Navigazione in Mediterraneo I1 problema della condotta della nostante questo studio è I'unico siste- ma per partire con quillo. di navigazione da diporto" (ed. Mursia) è l-orse la guida'migliore per chi. partendo dalf iÀizio, desídera cbnosce- i protrlemi connessi con la navigazione stimata, con la navlgazlone con i fari e radiofari, nonchó I'uso elementare del sestante. Quindi rimando re lo spirito tran- 'Faccio qualche esempio con riferimento al disegno pubbficato e che si riferisce appunto àl traslerimento da Stintino a Mahon. l, - In .quahnque punto del percor- so u vento al traverso nnîolza note- volmente: proseguire riducendo convenientemente la velatura. 2 - Nella posizi fresca e si sfabilis cio o ponente): Stintino o riparàre 3 - Lo stesso stabilisce a metà percorso (pos. 2): a questo punto e Îorse un peccato tornare indietro, ed allora sè rimontare diventa. troppo duro, mettersi alla cappa (ed attendere un salto di vento favòrevole) ma con. le mura a sinistra per non awicinarsi alla costa W della i di materiale di scorta, lasciare che il mare portì la barca se la direzione è Ecco le trichette gemelle con i due tangoni : l' attrezzalura f issa usata trario rallentare al minimo la retta costantemente verso Est verso un ridosso. oppure in caso con- d'ingresso però è pieno di bassi fon- dali e dove il mare può diventare molto confuso. 4 - Un forte vento di libeccio si dossata. 5 - Sempre nella posizione 3 il vento si stab^ilisce da Nòrd e rinforza: se diventa difficoitoso entrare a Port corsa ancore, slste di po sul filata pi po ra molti, ma to: mentre le aTIa .partenza, varsi in mare, bucato 'ancota concet- la barca già. tro.- il piir possibile su una vasta area circostante il tratto di mare da attraversare e, ripeto, avere aicune soluzioni alternati ve pronte per evitare che decisioni erre rate prese emotiv.amente. possano pe.80r per se 0ll- Îlcrl1. 6 - Una grave avaria la vela e/o il In tutta questa parte del viaggio fino alle Canarie, la'navigazioneé-stata impedisce di motore. Qui bisogna "arrangiarsi", disporre di un po' ll famoso condotta quasi esclusivamente su base stimata, valutando "ad occhio" le dido rilevamen- della pesce volante arriva da solo in coperta per finire su costa, saltuariamen- bito in padella cercando di dal largo di notte ìn modo da poler tlilizzare i fari di mento. navigazione e di awicina- Gibilterra, passaggio dello stretto A Gibilterra abbiamo sostato due gior attendere il vento per l'uscita ed il da pun orevole. Per attraon una barca che vers non può superare i 5 nodi è indispensabile avere la tavola indicante gli ora- ri (in quanto I'evaporazione dell'acqua nel bacino del Mediterraneo non è suffi- e anco- &ro.l9re srtuazronl gla usare in Atlantico della marea ed una carta dettagliata dello stretto (inglese n. 142). Se -guardate la cartina dello stretto noterete che mentre al centro la corrente è di- correnti influenzate dall'andamento della marea. Queste controcorrenti raggiungono la massima intensità con l'alta marea (siccome l'intervallo tra l'alta e la bassa marea è mediamente di 6 ore, il periodo favorevole per uscire va da tre ore prima a tre ore dooo I'alta marea). l1 eiorno 2 novembre 1914 l'alta marea-del mattino aweniva alle ore 7, ouindi "Mamaroa" ha lasciato Gibilterra alle 4 seguendo la costa Nord dello stretto e superando nelle sei ore il travèrso di Taneeri. Alle dieci del mattino, nel momenlo in cui successive I'effetto favorevele, "Mamaroa" assumeva una prua magnetica di circa 1800 con vento al traverso e cessava proseguendo con questa prua arrivava in próssimità di Tangeri'alle ore 14. Coùe mostra la cartina la rotta seguita dalla barca è stata in realtà di circa l600 per I'effetto, appunto, della corrente al centro dello stretto. I1 traffico commerciale naturalmente attraversa 1o stretto mantenendosi al centro, ma con una piccola barca a vela.senza gyes.to studio preli- minare si rischia di ritrovarsi. dopo magari due giorni di lotta. di nuovo a...Gibilterra. Navigazione in Atlantico Cari amici iettori, scrolliamoci FoRzA 7 - DtcEMBRE di tg?E 39 dosso I'antico complesso delle "colonne d'Ercole"! Nesìuna differenza fra I MATERIALI DI RICAMBIO Un viaggio così lungo ed di toccare località poco il cose. Ma non fatemi cadere nell'errore del racconto. A voi seryono di piil le notizie. Quindi basta così, ne'ho parlato solo perchei in quel momenro ho avuto la cerrezza che saremmo fatto affrezzafe nauticamente impone di portarsi un discreto quantitativo di attrezzi e pezzi di ricambio. Ecco quelli imbarcati su "Mamaroa". ATTREZZI - serie di chiavi fisse dal n.'7 aI 2l chiave inglese - martelli, pinze, tenaglie, cacciaviti normali ed a stella - trapano a mallo coll ulla serie di punte normali e ad alta temperatura - cesoie tranciacavi fino ad un diametro di l0 rnm - scohe're ner ferro e sega p;r j.g;;.' RICAMBI - una sartia di ricambio già preparata della massima lunghezza utile evenlualmenle accorciabile - alcuni arridatoi - una testa del boma completa di ricambio - molte parti inox dell'attrezzelura (slaflc, terminali Norseman, pertri inox) serraoavi (in ferro, purtroppo in inox non esistono) per una giuntura di emergenza tra cavi metallici qtrozzascotte. moschettoni inox, chiave a "pappagallo" verso Sud, e conseguentemente i sorrisi sempre pitr "bianchi", di giorno si comincia a stare in costume da bagno. Per il resto nient'altro cambia. L'unica cosa importante da tenere d'occhio sono il barometro e I'onda lunga. C'è sempre l'onda lunga sulle cosie atlanticne. a it respiro m"aestoso dell'oceano, ma se si awicina una depressione le creste si alzano ed allora bisogna . riparare al .più presto. Farsi sorprendere da una bufrasca sotto co- sta in quella rona significa la fine. "Mamaróa" ha trovato un tempo splendido come dimostra la tabella con le tappe: tre soli siorni da Tanseri a Safi-(circa 300 Èielia) compr;sa urm sosta di 24 ore a Càsablanca'tcon Massimo Cerracchio (3 - cotttinua) bozzelli, grilli, maniglioni di varie misure - una serie di pezzi per poter montare, r:r caso di perdita d'albero. rJna attîezzatùÍa di fortuna utilizzando i tangoni - tavole e pezzi di legno di vario formato - ricambi per il fornello a gas e per la stufa - vari tipi di mastici (soprattutto quelli a1 sili- cone) per usi vari. MOTORE - cardele - due bobine spmterogene - puntine platinate - cavetto collegamet.rto bobina catrdele due giranti di riserva e relative guarnlzront per Iiompa acqua - guarniziulìe testàta - treccia ingrassata, per il premistoppa dell'asse elica - un'elica di ricambio. VARIE - pezzi di tessuto per ve- le per riparazioni - filo. aghi. per lc suddette operazioni - viti di ottone, inox, perni di ottone, di rame e di inox di varie dimensioni - nastro isolante, nastro resistente all'acqua, nastro per riparazioni di emergenza su vele - lana di vetro c resine per riparazioni allo scafo con relativo indurerlte - varie scotte, drizze, cordami di diversi spessori - un ancorotto leggero da 3 kg (oltre alle due ancore principali) con una cima sottile di 8 mm per 30 metri piu 6 metri di in ristorante francese), baromeNel tratto Safi-Lanzarote (altre 300 mielia) abbiamo fatro la "prova generale-' della "nostra" travérsata cena tro alto, vento da Nord. oceanica. .A Safi abbiamo incontrato una nave della Marina Militare Fran- catena che abbiamo utilizzato per ancoraggi prowisori con tempo buono su fondali alti e per faticare dì meno in simili circostatlze rispetto all'uso delle ancore normali: la cima cosi sottile inoltre era utile come lanciasagole di emergenza - va ag- giunto a tutto ciò il materiale di cui ho parlato llella puntata precedelte sulla preparazione precedente. Tutta questa roba opportunamente stivata in scatole differenti era stata sistemata nel vano lormalnìente destina- to al wc. Probabilmente anclte qui :i potrebbero aggiungere molte altre cose nra vi renderete colto che stivare quanto elencato su "N{arnaroa" ò stato già di per sé un miracolo. piccolo notte successiva ho. capito. con condizlonr slazlonane, cne oramat eravamo pronti e che avremmo continuato 01tre le Canarìe. -Nonostante questa gioia "per interiore, soffrivo terribihìente il mal mare. Annette guardava in silenzio do che pensavamo proprio le 40 FoRzA 7 - DIcEMBRE 1975 dí mare causato da una perdita di benzina da una tanica che ho poi buttato a e crestesse L'autore con la sua chitarra rn pieno oceano: uno strumento dolce ed indispensabile. r.|.,,...a/; o l'abc per traversare l'atlantico prími giorni in mare. Massimo Cerracchio Il porto di Las Palmas de Grand Canaria, nonostante il nome fascinoso di "Puerlo de la 1u2". è i1 porto più sporco che abbizuno incontrato nèl nostro tlrlte nel peii.rd,r novembre-dicenibre. e di catran'Le. dove per completare qr-Ladro onda di Nell'elencò non abbiamo trovato una Iunghezza inferiore alla nostra e pochissime barclre it aliane. A1 nostro arrivo una decina di barche "atlantiche" erano presenti in darsena. Tutte diverse e tutte abitate da ge il a volte c'eia una fastidiosa lisacca che ci faceva rollare i rifornimenti necessari con questo mezzo. La prima idea è stata-quella di arrdalceire da diverlente fare tutti un'altra parte, per esempio a Tenerife, ma ormai aspettavamo la posta al Club Nautico di Las Palmas ed inoitre aveva- di fo ti ad accettare oltre alf immancabile ognuno aveva i suoi problemi di bordo dà risolvere. Gli scambi di informazio- Nautico, poco distante, offre razione c l'atmosfe ci serviva. E poi c'erano le aitle barche in partenza per le Antille ed anche per questo siamo rimasti. Il Real Club a tutti gli equipaggi di passaggio docce (fredde) al socr. Esiste inoltre un libro in cui vengono registrati i nomi deile barche e degli equip-ilegi tli Dlssrggir,. Abbiarno ett"sì viiri.iic ogrii rnrìó cirea 40 barelre FoRzA 7 - cENNAto 1976 si' te mo l'unica comodità del mercato a portata di mano con tutto queilo che gràtii, îene là coriispondenza'in arri'vo, ma i "locali" buoni sono riservati 32 ::- .,. parlonu dl qUi per lt lrtversrtl e quasi LE ISOLE CANARIE SONO IL CMOTINEA DELL'OCEANO Sette isole che bombardano l'Europa di pubblicità e che sono state massacrate dal turismo di massa. Per fortuna non tutte. Molte barche le usano ogni anno come "capolinea" prima della traversata. Viveri per 70 giorni su una barca di 7 metri. Cosa sono e come si usano le famose "pilot charts". La partenza ed i . ni erano piú che altro dovuti alla necessità di che pure ma le nostre menti ormai erano già tutte in mare ed i contatti umani sono stati un po'lirnitati da questo [atro. Al màttino. mettend'o luori la resta, Annette mi diceva "non ci sono piit i francesi" oppure "i norvegesi hanrro riparato la crocetta" o ancora "è arriva- ta gio ogni s,ocomunità di ?ifi meraviglìosa gente di S mi sentivo così vicino gior- no no napoletano e quin mento dentro di me lonta oia è stata forse Al nere lavoravamo a bo e le varie cose, quaic ndavamo a cena in u n "buctr" vicino al porro l pasto ompleto 80 pesetrs = ()00 lire. buo- strana sconosciuti nella q,urle.pero ognuno di noi vedeva negli aitfl ltmmagtne clt se stesso. la Na Le nostre giornate alle Canarie e nissimo) anche per poter scrivere piu comodarnente le'Iettèrc e le eanoline e cercare di teÌefonare a Napoli o a Pari gi. E' stato un po' faticoso tenere intbrmati parentì ed arnici delie nostre cose ma dovevamo farlo sopratutto per ioro. E poi era grande la gioia di troia- dioso (la temperatura a Las Palmas in quella stagionè varia tra i 18o-21o di notte ed i 26o-28o di giorrlo). ln sene19 Annette si occupavfdegli ícquilti di re una lettera al Club Nautico con le notize da casa. Ci siarno anche eoncessi una seratr al teatro come viveri ed io delle aff,rezzaiure. Quando err posibile andavarno insierrre, mlno nella rrrarro. Abbiamo iniziato con le scorle di scatolame riservandoci di acquistare i viveri freschi all'ultimo momento. Abbiamo portato in lavanderia un po' 1e idee, "hippy" e farci tacolo non era interessante, il vecchio teatro era mol- l to il batteliino affondato (si era sgon- fiato, era saltato il tappo) e così la se- in Spagna). L'ultio passato al mercacoperto, allegro utti i mercati. rata si è conclusa alla ricerca di un benzinaio aperto che ci fornisse 1'aria per rigor.rfiarlo e tornare a bordo. e Controllo delle attrezzature giornata, mettendole questo incuriosisce in la scatole da Mamaroa era praticarlente a posto, sorlo dovuto andare solo una vólta in 6 nu ha no gente. Questa acciaio irrox, mi fatto (e non.si soquesto tlpo). montare e rimon- Sopra: ogni scusa era buona a bordo del "Mamaroa" per festeggiare qualcosa con un buon pranzo. Sotto: I'arcipelago delle Canarie, vero capolinea dell'Atlantico per rutti i velisti da Colombo in poi, è formato da sette isole che offrono ancora, all'infuori dei grossi centri turisticizzati, acque, paesaggi ed umanità inconsuete. eor ';2a>!/:.;.lrtú6 . ) / (+b "€",' \ rL.ó J67o ' /1l.ti*"nscANARr (vc Jtu Wo --;; / 6< rùt / ts ? 1rl;t- ,"J. 164" LI96) VW*^'t' t\ .\'\1# '- .""8t^ è4,^ ilW''r--éoéo,î"4a'/"' ein ?-I Fnerteventue -':' 6t2 '31" P*úl,i o!",ù '' ba 'o \,-il" P!ra':*. | | \ GrilcaÈia "-. Foqzal - GENNAIo 1976 33 ll telo antirollio installato dall'autore sulle cuccette del "Mamaroa". Per rrlrt||tttt poter dormire col rollìo atlantico è necessario che il telo parta da sotto il materasso, anziché dal bordo esterno della cuccetta, e che sia reqolabile in modo da restare "incastrati" entro la cuccetta (disegno sotto). rlllllillllll RIFORNIMENT] ALIMENTARI Come stabílire le auantità di viveri da ímbarcare? Qui bisogna considerare due aspetti- Anzitutto un ordíne di piorità, e poi la quantità in Junzione della durata prevista della traversata (30-35 gg.), piit Ia scorta per eventuali complicazioni Per il pimo aspetto la cosa è molto semplice. L'alimento più importante è I'acqua, per il cibo poco importa che sî tratti di salsicce ín scato lavoro) mi ha chiesto . . . di mandargli una bella cartolina "a colori" della Marlinica: piccolo, grande uomo tra i la o di spaghetti, purché non manchi un certo quantitativo di víveri vegetalÌ freschí. e delle bustine di titamina C. Più complesso è invece I'aspetto relativo alla quantità, perché collegato con gIí im- prevísti, e con la conseguente strategia che avremmo adottato. E qui itorna il discorso del "punto di non'ritonro" fat- to parlando delle pilot charts. Se si fos- ecc). E così ho fatto la "scoperta". I supporti cìlindrici su cui sono fissate le corcette erano entramói incrinati Der oltre iI 50% del loro diametro! (Vedi foto). Sicuramente, se non me ne fossi accorto, ci saremmo trovati in Atiantico ta senza crocette: la crocetche avevo di scorta non mi sarebbe servita a niente. se era jl, supporto rompersi. non si puo saldare un a sup- Dorto rotto in mare. Ed è così che ho passato due giomi appoilaiato sul bansigo. Smontare 1e crocette, segare i nove ribattini che reggono le piastre di supporto, portare i due pezzi a sa- in prestito la macchi netta Der rimetterè iribattini e rimontarè le piastre. E naturalmente, un bel pomeriggio, per un movimento ldare. ottenere tare il timone a vento, per lubrificarlo e controllarlo, ho effettuato un accurato controllo del motore. imoortante (come vedremoJ perché su di'esso era basato il nostro sistema di recuoero di uomo in mare. Per le vele si è reso un rinforzo alla oenna della randa, ed ho avulo così la fortuna necessario di conoscere il solo velaio suoerstite di Las Palmas, un vecchietto che abita ìn una catapecchia circondata da grattacieli, che ìicordava il tempo fi nito per sempre della navigazione commèrciale a vela. e che avevà cono- sciuto Moitessier, tanti anni fa. In cambio della riparazione (tre ore di 34 Fap.zt 7 - cENNAto 1976 maldestro, mentre lavoravo sull'albero. una delle due oiastre mi è caduta in acqua. Avevo una granrabbia dentro, stupidamente mi sono sfogato con Annette che proprio non c'entrava niente, ero furioso. Dopo due ore circa di ricerca. su un fondale di melma di 12 metri. con Dinne e maschera e 2-3 metri di visitiilità, ed ispezio- I supporti delle crocette, rivettati all'albero, erano incrinati. Ripararli alle Canarie non fu facile: ore e ore sul "bansigo" e tanti viaggi a terra e perfino sott'acqua . . . se verificato un fatto grave prima dí 1uesto punto (es. una grave malattia dí uno di noi due). ci saremmo diretti a Sao Vincente. la più occidentale delle Isole di Capo Verde, che avevo già visitato come detto nella puntata introduttiva^ Se invece Ie grave avaia fosse avvenuta dopo questo punto bisognava continuare verso le Antille. E quale poteva essere questa grdve avaria, terza in ordine di importanzo dopo Ia perdÌta della barca a causa di una via d'acqua non riparabile, o la perdita in mare dí uno di noi? Senz'altro Id perdita delI'albero (un'avaria al timone non è al- trettanto grave, si riesce comunque a gorernare la barca con i fiocchí gepelli, e poi noi dvevomo prdticamente due timoni indipendenti, piii íI trimmer). Sup- ponendo di perdere I'alhcro nel punto ptu .lavorevolt, ( rit,;. suhito'dono il "punto di non ritorno",0yremmo co- termine massimo di permanenza in mare quello di 70-75 giorni. E' decidernmo la quantità dî iJòrnimenti alimentari su que- i conti sono tornatí esattÌ, in quanto all'arrfuo, dopo 25 giorni, avevamo consumato circa il 30/a delle scorte di viveri, e solo il 25% delle scorte di acqua (cíoè circo 40 litri, sui 200 imbarcati) Lo scarso consumo di acqua fu dovuto comunque semplicemente al fatto che Annetle ed io non beviomo a(quo, ma visto base. Ed alla Jine, no, e qualthe bita. All'anivo ayevatno veri per altre 6 mila miglia! vi- 10 litri in una tanica di entergenzo collegata alla zattera autogonftabilc. Vivei Jreschi Uova I 20 Patote 20 kg LÌmoni 4 kg Cipolle 5 kg Bevande di sardine, I kg di patate, Ì busta di vitamine, ecc Ogni volta che Annette Bfire 50 in lattine da ne di ogni giotnata, annttllavamo con una crocetta le caselle di víveri consumoti, sc, pra la co linea rossa, in modo da avere qualunque momento Champagne 2 bottiglie Succhi di Jrutra l0 larrine scatola od io prendevamo qualcosa, oppure alta Ji.- era delle scorte a bordo. Questa tabella era incollata sullo sportello esterno della "lihreria", e cioè sempre ín vista ed e portata di _ . . matita. quale I VIVERI IX|BARCATI Acqua __?05_litri (60 nel serbotoio di prua più 75 in 3 taniche da 25 litri l'una piti AO in 40 bottiglie di plastica dd lt 1,5'l'una più Vino 20 litri l/3 di litro Mele 9 kg Banane 5 kg Scatolanrc Zuppe, 10 lattine Pasta-riso 3 kg Pane abbrustolito 6 kg Crakers 20 scatole Biscotti 5 kg Cíoccolato 7 tavolette Burro in scatola 4 Latte condensato 4 I5 scatole piccole Ilurstel, l0 scatole da 6 Carne, 6 scatole Pesce, Prosciutto, 3 scatole Salanti, 3 Vegetali in scatola, 40 Frutta in scatola, 5 Olio 4 litrÌ Vitamine 85 bustine (Agruvit) Pomodori pelatí 8 (d co e, ne submarine! " (La vostra barca sta diventando un sommer- is becoming a gibilei quella occasi l- E fu qui che mi accorsi che lo scaflrO cel motore era afflvato a pelo dell'acqua. Con il mare in oramar lai Io stlto tativo, della Dovemmo ri poppa, ogni onda avrebbe immesso re, la pressione dei gas dì scarico faceil tappó. che veniva recu- va "pàrtire" perato a bordo. Quàndo fermavo il motorer Anne_tte contemporaneamenle.rimettev€ il tappo a pòsto. Questa soluzlone divertiva molti i nostri vici- ni, ma non potevamo fare diversamente I ma prima di Partenza disponibile a bordo. Mamaroa, con il La data della partenza era fissata per sabato 23 nolembre. In effetti, preparare la barca in solo dodici gior- mo riusciti a stivare tutto, anzi, incredibile a dirsi, avevamo ancora spazio passare dei giorni, "affondava" sem- FORZA 7. GENNAIO 1976 35 LA PILOT CHART E' un docuntento essenziale per preperore ia rotta da seguire in una trav?rsato oceanictt Ne esistono due edizioni, una in- glese ed una americdna lpraticamente uguali). che coprono con vai fogli tutti gli oceani deila teno. Per ogni oceono vengono pubblicate 12 carte, una per ogni mese delI'anno, che vengono periodícamente aggiornote con nuovi dati- Una Pilot Chart è qualtosa di più di una remplice carta di navigazione. E' un documento vivo, è il condensato della esperienza degli uomini sul nure. Quindi non Ìl freddo isultdto di elaborazioni di cenelli elettronici. ma molto piu umanantente la somma delle rilevazioní effettudte dai Comandanti delle navi dolI'epoca remota dei rneravigliosî clippers fi= no ad oggL La Pilot che ci interessava, che Sopra, una porzione di "pilot chart" ri- guardante la partenza dalle Canarie con la rotta ed il punto di "non ritorno" ad delle isole del Capo Verde. W copre tutto I'Atlantico dalla Groenlandia fino olle coste settentrionali del Brasile e alle coste dell'Africa centrale (lat. l5o), ha una scala enorme (I:12.350.000 vedi Forza 7 ottobre Tutta questa in tanti quo- zione e velocità, che nel Nord Atlantico circuitano gro\so modo in senso orario, e cioè da ll ad E (Corrente del G porte settentrionale, e da E ad W delle Canarie), nella parte m Questa conente, che ci interessava direttamente, partendo dalle Canarie lambisce Ie Isole del Capo Verde e poí dirige verso W (cioè verso le Antille), e corrisponde esattamente al percorso che l'aliseo segue dalle coste dell'Africa fino alle Antille. La sua velocità medio (l/2 nodo), ci asricurova quindi già l2 niglia aÌ giorno di percorso, ed avendo traversato in 25 gíorni, questo significa che abbiamo percorso "gratis" circa 300 miglia per effetto dí questa cor- rente- 2) Le temperature medie dell'acqua del mare, in grandi Fareneit. 3) Le temperature medíe dell'aria, sempre in gradi Fareneit. 4) La pressione media in mÌllibars 5) Le percentuali di nebbia nelle varie zone. di i actantoi, al lvedi centro di ogn iÉ)ortatd una rosa dei verrti, per ogni settore di 45o e e della e. Oltre a lòrza del vento ciò, la pilot dice molte altre cose, e cioè' l) L'andamento delle cowenti, in direrasta zona dratini, A sìnistra i simboli delle "pilot" americane, a destra di quelle inglesi. Entrambe sostanzialmente identiche giacché i dati statistici sui venti e sulle correnti sono ricavati dalle osservazioni comunicate dalle navi. Le carte inglesi riportano anche il numero di osservazioni su cui è basata la rappresentazione grafica dei venti e correnti e ciò le rende più attendibili di quelle americane. Po- q-=---_ZArt--: Pesci volanti fritti di notte in Atlantico. tete notare anche che il numero delle osservazioni è più alto in prossimità delle rotte fisse dei mercantili (linea nera dove si legge Curacao). I dati qui riportati si riferiscono al mese di dicembre (il piir favorevole) ed infatti prevalgono i venti da NE. ni è stato faticoso, ma occorreva fissa- re una data, ed effettuare una specie di "conto alla rovescia". Se non-si fissa una data, si rischia di vedere che il tempo passa, e non si è mai pronti. E poi la situazione generale era favorevole, iÌ tempo bello con vento da Nord e non volevamo perdere questa occasione per frre una buona partenza. llnfar- ti, in inverno, le Canaiie sono al Iimite settentrionale della fascia dell'aliseo, ed ii vento può mancare nel tratto ini ziale anche per molti giorni, con pronto a bordo (anche se c'erano ancora dei dettagli da sistemare, decidemmo di mantenere la data, e di ultimare queste operazioni secondarie in mare). Dopo un'ultima doccia al Club Nautico, la sera andammo a cena in un bel ristorante con la moquette, senza badare a_spese. C'erano altre'coppie, al iume di candeia, ed a me sembrìva di recitare una specie di rituale formale di distacco dal resto del mondo. ll il con- noi con i nostri 25 l. di benzina non sa- me operazioni (lavare per l'ennesima volta con petrolio la..linèa di galleggiamenlo per togliere 36 FoRzA 7 - cENNAto 1976 matli il catrame, fare la 6) Le pincipali rotte commercialL 7) /) InÍine, InJine, come obbiamo sià visn nella flà visto I puntato. il pertorso dei cicloni tropicali. topicali, chc nel periodo prescelto sono quasi' inesi stenti, rùù-ùÉtÈbtd Èbb&ùdùb ÉFhbd rsbù.hb++ ú (-X.il Studio della rotta sulla Pilot Chart Per andare dalle Canarie alla Martinica, come per attraversare tra due puntí qualsíasi un oceano, la pilot e tracciare la e- Questo studio va fat l) 'é .ùl Tracciare la rotta di minima distanza xloNmc D.ùedlcdiúo.lo. (rotta ortodromica) vlallf,r & i Questa rotta, sulle pilot charts (costruíte come quasi tutte le cdrte nautiche con un sistema detto "proíezione di Mercatore", in cui i meidiani ed i paralleli si ìntersecano sempre ad concavità r avere nel n î'(@ miglia- .2) Tracciare 1a rotta per prua tnica (rotta lossodromica) in Questd rotta sulle carte NOIB DlúdtbrbdIq lFhtb+TdtLGùÉ proiezione di Mercatore), si o licemente unendo con un tratt il punto di partenza e quello di arnvo, è senr pre piu lunga della precedente, e nel nostro caso av tnento parlerò il sesta segLure 3) questd nrcnte) pratica a i minimo tempo ptefissala, che tracceremo per inlero nella carta della traversato. (nel ttare rnm ibile volte questd rotta può coincidere con una pri acco corso nd delle nel nostr non convcniyo Cotrente a cut accennavo pimq il che significava dÌrì- gere inizialmente verso le Isole del Capo Verde, e poi grodualmente guadagnare veiso Ovest (lasciando le isole sulla sinistra ad una distanza di circa 200 miglia), continuando a scendere Jino ad una latitudine di circa N, la Mart latitudi I5o ques tova terò fino at- questd i'argo- Gran Canaria fino alla sua estremità meridionale, e da lì decidere effettivamente se continuare o se dar fondo a ridosso del capo in caso di mancanza di vento, ed attendere 1ì il momento migliore. né piùr né meno di come fanno gli uccelli migratori a.ll'inizio di una lunga traversata, guidati dal loro misterioso istinto. Verso ie 17,00 eravamo in vista del capo, ma il vento sembrava tenere. e quindi abbiamo continuato. Per 2400, Mamaroa alie 20,00 lasciava il capo al traverso sulla dritta, circa 5-6 miglia, ed alle 02,00 dei 24 novembre il faro era sparito nella notte dietro di nol. primi sono stati non oer le socché ide vuto abituarci alla nuova vita. Anzitut- to eravamo stanchi per la preparazione accelerata dei giorni precèdehti, e poi all'inizio abbiairo avúto freouenti sàlti corrente e mare contrari per centinaia di miglia, almeno al nostro livello un dí yantaggrc cioè effettuato i 4) l'l "punfo di non ritorno". navigazione, otuto fermarci La rotta che avevamo deciso di seguire, aveua un a tro grosso quello cioè di passare vicino al i Capo dopo aver percorso le príme 800 miglia, il tempo di prendere in pieno il ritmo della o pri- fissare un punto (che questo anche Verde. Questo fatto mí tîto'di in gergo aeronautíco si chiama "punto di non ritorno", o anche al úaverso di avremmo avuto mo dí decidere se c no indipe (e dagli imprevisti). N e long 29o dirigere verso dopo il quale re verso Oyest (è impensabile infatti con una piccola borca come Io nostra di timonlarc vento. di vento, per cui siamo rimasti sempre al timone, con i soliti turni di due ore ciascuno (anche se la media giornaliera è stata buona, circa 120 miglia). Mamaroa procedeva bene, anche se si avvertivano alla barra, ed al passaggio sulI'onda, le condizioni di sovraccarico, che sono poi gradatamente migliotate con ii passare dei giorni, a cauia della riduzione delle scorte. Il terzo,giorno, finalmente, siamo entrati nell'Aliseo. Abbiamo quindi issato i due genoa gemelli, amainato la randa e Mamaroa-ha cominciato ad andare da sola, guidata dal timone a vento. A questo punttr abbiamo cominciato a soffrire il mal di Primi giorni in mare I quando unto con mare, a causa del rollio della barca ll paesaggio lunare dell'isola di Lanzarote. barche moderne, in cui la zavorra è ticamente ridurre anche il periodo (che è uno svantaggio). Credo che il Samou: i I disagio, e di soffrire di meno il mal di mare. in quen to ci permettevano d j sdrairrci sulle cuecetle restando corne "fasciati". e quindi solidali con i movirnenti della birca, e con tutti i niuscoli rilassati. A poco a poco ci siamo abituali. e dopo due. tre giorni il problema non esisleva piu. qualunque opera- zione, anche la piu scomoda, effettuassimo a bordo. Ecco perché, credo, ci riesce difficile, in Mediterraneo, adattrrci ad una lunga pemanenza in mare. Non soltanto-oei la variabilità delle condizioni meteo, ma anche perché rnlnca "lo soazio" oer fare delie tra- lunghezza tale da dare al nostro corpo il tempo di abituarsi aile mutate condizioni ambientaii In Atlantico è diverso: I'aliseo è costante. un fedele amico, e passati i primi giorrri. si rinrsce in unr condizione nuovr di naturalezza, di sicurezza, di serenità. Ed a questo punto comincia il vero piacere di trovarsi in mare. Di questo vi parlerò ir-r un prossimo articoio, oltre natural- rnente di quanto occorre conoscere per potersi godere questo piacere senza preoccupazroni. Massimo Cerracchio versate che àbbiano^un senso. di una (4 - continua) lrovato qualcosa dell'antico centro, lo stile inconfondibile della civilissima Spagna del Sud, ma sono "ombre" del in un mare di cemento. Abbiatno fatto una specíe di vÌsita augurale alla casa dove obitò Colombo prima di passato partire, nel 1.192, come dice I'iscrizione all'ingresso "Rumbo al desconoscido" (cíoè prua ad Otest verso l'ignoto) Ma perfino qtti l'atmosfera è artificiale, vendita di diapositíve e cartoline, "mandrie" di turisti. Le altre isole, Tenerífe (capitale dell'Arcipelago), La Palma, Gomera e Hierro non le abbiamo visitate. Ma i discorsi con gli equipaggi delle barche ticine erano eloquenti, soprattutto per Hierro, da cui effèttivdmente parti Colontbo con le sue tre barchette, e Ia cui punta occidentale era considerata il limite estremo del mondo, e da cui passava iI meridiano 0 delle carte nautí- che (Greenwich doveva ancora essc re . . Jòndata). E Gomera, dove per Jòrfuna non esiste un dreoporto, ed è collegata solo due volte alla settirnana via mare con Tenerife. Un piccolo universo inconta- INVITO ALI,E CANARIE AIle Canarie si aniva comodamente da Roma in aereo via Madrid in una mezza giornata Ma il mio "invito" sarebbe di andarci sulla vostra barcrL Durante Ie vacanze estive, e percorrendo grosso modo la strada percorsa da Mamaroa e descritta nello scorso numero, ma in condizioni stagionalt molto più Javorevoli, ci potreste arrivare comodamente in un me- E poi? A meno che non abbiate la fortuna di dispore il tempo per il ritorno (fortuna di pochi), potete lasciare la se. barca li per l'inverno, e tornare a prenderla I'anno successivo. Lasciandola dove? A Las Pal.mas, o in un porto turisti co dí nuova costruzione sulla costa SW di Gran Canaria, o a Tenerife. Per il viaggio di ritorno, in periodo estìvo, occote però considerare che, sîccome d'estate Ia fascta interessata dall'alíseo di NE si sposta notevolmente a Nord (fino a 35o lat. Nord), il ritorno a Gibiltena non è così facile come I'andata. Se dovessi decidere come fare, partirei con barometro alto da Lanzarote con una bolina larga su 38 FoRzA 7 - cENNAro 1976 X[adera (con sosta e h-unchal, la capitale dell'isola), per poi dirigere a Cibiltena in un regime dî tenti variabili, cercando cotnunque in caso di vento contrario di rimontare verso Nord, aspettando un salto dí tento utile per infílare lo stretto. Pdrliatno ora un po' breremente di qu,este isole incantate. Il paesaggio è stupendo e vario, il clima mite e quasi costante tutto I'anno Le isole príncipali sono sette, come mostra la cartina. Le piu interessanti sono Lanzarote e Fuerteventura, Ie più orientali, la prirna con iI suo paesaggio "lunare" dovuto dlla rÌaturd vulcanica, è unica nella sua selvaggia bellezza, I'altra vicinissirna, è completamente diversa, roccíosa e ricca di vegetazione II ma- re, nel passaggio tra le due isole, ho tutti Ì colori che possono esistere tra il verde e il blu. Procedendo verso Ovest, troviamo Gran Canaria, con forma pressocché circolare, e con bellissime spiaggie dí sabbia finissimaL'unico "neo" di quest'isolq è la sua capitale Las Palmas (nella foto), "distrutttt" negli ultimì 30 anni dal turismo di massa (soprat- tutto tedesco). Grattacieli, grandi alberghi, outostrade urbane, sembra dí essere a Miami o ad Honolulu. Cercando bene, con Annette, abbiamo ninato. E gli abitanti? A porte quelli "progredití", che esistono anche li, vi racconto un esempio: arrivammo nel porto di Arrecife (Lanzarote) alle 02,00 del mattino, del l0 nor;emhre, provenienti da SaJi, dopo quattro giorni cli mare. niche Alle 8,00 del mattino presi le tadi benzina e chiesi ad un giova' notto (sui 25 anni) che pescava sul moIo a due metri dalla mia barca con una canna a due ami (2 "vope" per ogni "calata") dove potevo trovare la benzina. Lui posa la conna, prende la sua vecchia "vespa", mi porta a circa 20 km a riempire le taniche (era domenica, e il rifornitore in paese era chiuso), miriaccompagnd in banchína, e si rimette a pescare (sempre due "vope" alla volto) Vorrei fare qualcosa per ringraziarlo, gli offro una birra, Ia beve, ma mi guarda stranamente, come per dire, ma che bísogno c'è della tua birra? Ed io mi sono sentito un po' ridicolo con la mia regola del dare e dell'avere, mentre per Iui Ia regola è pescare ed aiutare lo straniero, e basta. Quando, partendo a mez' zogiorno, I'ho salutato con un leggero gesto della mano, mi ha sorriso. E questo sorriso lo ricorderò- L'cco un'altro perché di questo invito alle Canarie . l'abc per traversare l'atlantico IN OCEANO:25 NOTTI PER GUARDARE IL CIELO E LE STELLE Sembrano tante ma scorrotlo rapidamente insieme alle corte giornate tropicali. Come stabilire e seguire una rotta in pieno Atlantico. Le ricette di Annette. Una vita idilliaca, poi all'improvviso, alle prime luci dell'alba, dll'oceano spunta fuori laMartinica... l\lassimo Cerracchio di Questa quinta puntata del-viaggio Mamaroà è interamente de dicata all'attraversamento deÌl'Atlantico, dalle Canarie alla Martinica, ad una breve descrizione cioè di quanto può interessare un lettore che abbia voglia di partire messa: Ìa fermato to della Pilot Chart e deì traccianrento della rotta plevista. La cartiua che in queste pagine lnostrl la rottà'effettivrnrente'seguita dr Martlaroa (che lia coìnciso perfettamellte con Lrppure quellr pfevi:tr) e lr sur ptrsiziotte siornaliela lurtgo il pcreorio. l':rnticlL. irnrnissima e"d rifrscinlttte "arte i già sentit dall'Ital ia pegnrlìva del viaggio è il traslerimento- alle Canarie, rrentre il trrtto ne1la zona degli alisei è una lunga e tranq.uilla passe[gialr. Questo Atlantico pero a cundrltone 0l píìrllre cùll lJ a posto, e colì una serla cosclenza preparlzione llle :palle. iome spero ài àver dimostrato nei preceJertti-rrticoli. La serenità ne11 affrontare una traversata di 3000 miglizL, sia pure in condizioni arnbientali favorevoli, deve poggiare su solide brsi. e sopralluttu iul-iorrvincimento della proprir rutonomia. Nel tratto atlantico non vi sono praticamente spersnle tìi ricevere ajuti dall'esterno. in qualìto la ruttr degli alisei, r.rna volta tàr.rto frequentata-dalle navi a veÌa, oggi è pratica- mente deserta. Bisogna quindi poter contare solo su se stessi, e credere neile proprie risorse. Navigazione Nell'ultimo numero abbianio 52 FORZAT-FEBBRAIOl976 parla- tenni (essendo 6= 0 Per tali Prue) E SE FOSSI CADUTO IN MARE? La tabel la che vedete riprodotta, scritta con inchiostro indelebile su La voce 7, invece, era valida solo nel caso che in mare fossi caduto io, in quanto Annette da sola non sarebbe stata in grado di rimontare a vela verso di me. ll bloccaggio del timone a fondo corsa serviva a traversare retta posizione dell'asta con bandiera, del funzionamento della boa lumi- nosa (di notte), ed usare ad intervalli regolari il fischietto attaccato al salva- gente per facilitare il recupero. Ogni mattina veniva controllato il corretto funzionamento del morore. Nei giorni in cui abbiamo avuto il motore in avaria (perché si era,,allagato", a ca!_sa dell'entrata di acqua nel cilindro), una cima a cui aggrapparsi di circa 30 m era costantemente filata di poppa, anche se ralle"niava un po' la barca. Ouando fuori dal pozzetÍo, durante le operazioni ,,fisiologiche,,, oppure nei cambi di vela, o anche quando si andava semplicementé a prend'ere il sole a prua, indossavamo sempre la cintura di sicurezza che spesso era la sola cosa che avevamo sulla pelle. La temperatu ra dell 'acq ua de era favorevole ad una relativamen l'abbigliamento leggero avrebbe con Inf ine, nella spiacevole even Annette avrebbe dovuto continuar per quanto A questo punto vi concerne fino a toccare terra in messa... di traverso domanderete cerlamente: nìil colne si fr ld tppre/zare sulla bussolr ,li unr brrca'cire si muove in continuazione dei vaÌori cosi precisi? I r prur da tenere err in effetti letlr come nredia delle oscillazioni: jnfatti il timone a vento. per I'effetto dell'onda e della conseguehte necessità di continue correzioni. fa- ceva imbardare M amaroa di circa 20o 30o da una parte e dall'altra. q uale prua la Quindi per capire .barca manteneva effetfivamente era necessario sedersi un po' tranquillamente nei pozzetto. è controllare che la media- delle oscillazioni coincidesse , con la prua desiderata, ed eventualmente correggere il timone a vento per rimetterc le cose a posto. Questo controllo ven ivl d i norrnr effettuato ogni due-tre ore, ed ancire piiÌ raramente. Insomma, ì1 nrantenimento della prua non deve di- cui non sa assolutamente nulla), ue. Infatti per fortuna l,America è di Mamaroa, e quindi sarebbe co- munque arrivata da qu Se invece "l'incidente" mi capitava nel primo tratto (tra le Canarie e Capo Verde), Annette si sarebbe diretta con prua magnetica 150o circa verso le coste dell'Af rica. UOMO IN MARE Con la massima calma, senza affrettarsi : 1) Lanciare in acqua il salvagente con l'asta con bandiera ad esso collegata. 2) Mollare le scotte. ed ammainare tutte 3) Aprire il rubinetto della benzirra. 4) Inserire le batterre. 5) Avviare il motore. 6) Dirigere la barca sull'asta con barrdiera (o sulla boa luminosa, di notte). 7) Se il motore non parte, bloccare il timone corsa a sinistra, calare in mare le due ancore ed re (se di notte), tutte le luci di bordo. ventare uDa preoCr'upazione iontinuu (l'oceano, è grande ). 'e bisugr.rrr che .l:r barca vada per conto proprio, e che FORZAl. FEBBRAIO 1976 53 tlovi iì suo rìtn1o con Ì'aiiseo e la tofrell te. I fiocchi gemelli {priìtlCrmente. L'arrivo alla Martinica: le verdi colline dell'isola apparvero all'ora giusta del giorno giusto premiando la orecisione della rotta e dei calcoli del navigatore ll prossimo mese l'auîore ci spiegherà come aveva semplificato la naviqazione astronomica. prin.ra della partenza ò amente servita allo scopo. condizioni erarìo quelle ti aliseo (vento da Nt forza barca fìlava a 5 nodi con i duc genoa, quando ìl vento rinforzava e cominciava a fiscl-riare tla le sartie. c Mrmrror purtivrr in "surfing" sulle \'re5te. Jll()ra Sostituivrtlìo idue gentrl con i.due fiocchi l.ll cambio dl vele in qLLcste condizioni roll co[lportava praticarrrentc una ridr.Lzione della velo- cità,e clere I sulle rttoclo dellc s adiper- planate questo irruzionc attrezza- tura e sullo scafo. Se invece il vento calava, e questo è avvenuto a volte ne11a seconda parte dclla traversata, allora oltre ai due genoa tangorati. veniva issata anche irr randa e-Mamaroa, con tlrtta quella tela a riva. riusciva a fare 4 nodi ancÌre con un soffio di ver.rto. Abbiamo avuto irìfinc un paio di giolni di calnra quusi piattu. che abbiuntct passato pigranrente dondoiati dalle onde. nel 54 FORZAl.FEBBRAIO1976 C LleBlì elastiei COnìe SC i-lveSriltìo effettuato la ttaversata senza timone prine ipllc t. X[a pe' ottenere questo ri- vcrsata. Mamaroa h duc genoa o con i d e senza randa, e l'a la La col- dotta deÌla barca ò stata assicurata al 100;, dal timone a vento. ed il timone di gover-no è stato sempre bloccatct in posizione cenlrale col Per quasì tutto ìl .1-5.), grande silenzio dell'oceano. sultalo. bisognar r met terc il timrrne a vento in condizioni di lavorare. e cioè disporre le vele in n-rodo tale che la barca 4sultasse perfettamente equilibrata. Ed è qui-che si solto rivè1ati preziosi i due tansoni telescooici. in quanto allungandoii od accorciandolì, manovrando le due ritenute e I'amantiglio dal pozzetlo, utilizzando a volte anclie iÌ trimrrer, insonrma provando e riprovando, si riusciva alla fine a posrzlonare qu;ndi il p in modo t tilassero in pulto il ti tanto correggere l'effetto imbardante dell'onda, 1e oscillazioni della pala a fort a bordo sono stati in gral parte facìlitati dalle ideali condizioni irete- r0ologichc incontrate. tipiche dclì'ali- moclerata (180 -l1o l8o di gìor.no) cielo SOPRAVVIVENZA IN OCEANO eno (con qullche be- lgnl tanto). vento coE folza :1--5. I volte piir. debole (r'are calute di vento). oc- casionalntelte piir forte (non cr-edcr :rbbia tttlri iUperrtr) Ftrlzlr ÀJ. rrrrre slttpcItlo (l'rllczzu Jclle ,'nde rron .'i clava alcun fisticlio. data la rilevante lungiiezza ilell'ondr. l\{anrirroa sirÌiva scendeva su clueste verdì collir.re). e Vita a bordo La nostrl vita quotidiana era rogolata clal corso del sole: nelle irtìtLrdìni ItuIi111li lr.Jrrrrrta Jel gi()nìu ò ple.- r()Llre ttgu:rlc {ncr lutt(' l'ttrrt,') I quclllr dclll ilulte! c quirrdi err rlitrIntr alle sei cie I mattino, e ltotte allc l8 (ore localì di Nfarlaloa. lette suÌl'oro- logio a par i,tc. srL oLri r'ìtardavanro le lancettc cli ur-r'ora all'arrravelsanrelto rim erl ed Ecco la rotta atlantica seguita dal "Mamaroa": i rappresentano le posizioni astronomiche giornaliere. Sulla carta abbiamo riportato anche le linee di variazione della declinazione magnetica in punti base alle quali bisognava correggere la rotta, e le uniche due linee rappresentanti le rotte delle navi. Ouesta parte dell'Atlantico, una volta così frequentata dai velieri, è oggi disertata quasi interamente dai mercantili che passano tutti o piùr a nord o più a sud su rotte parallele- Le uniche due rotte che intersecavano quella di "Mamaroa" e di altri velieri sono le due che abbiamo riportato. ' !.!i,î,[I',f i,l:',4'll'i'J)",?,,'"'i, radio (il quelle ore la tr-asrnissione era nrolto cliiara_) per prendere lo stop oralio della BBe ed-ascoltar-e le notizic foruìtc clalìo spceker.corr il suo pc'rtìtto iìccen Lo inglesc (è buflìr. tli soprat,vit,enza sotn pctt.lte, isolc GarîaFle "\ 4 ov o ! / L52C o FORZAT-FEB8RAIO1978 COME SI CUCINA IN PIENO OCEANO Ecco alcune note sulla cucina, preparate da Annette, che è stata molto brava italo- nel trasformare a volte Mamaroa in un raffinato ristorante galleggiante nre sr prepara la sera, col fresco) far rosolare una grossa noce di burro. Aggiungere quindi sale è pepe e mescolare ogni tanto. Ouando di gruyere o emmenthal grattugiato; mettere versare sopra ll preparato, spolveranoo anco- ripassate in padella con burro, sale e prfzzemolo. ' Lamiuga fritta: togliere.la _pelle, ta,gliarla in 4 filetti {buttando via testa e spina dorsale), salare e paisare in fàrina e fiiggere con olio a fuoco medio. Contor- pensavo a volte, I'Inghilterra non ha piu il suo impero, ma i commenti delio speaker sui fatti del mondo, così dislaccati ed un po' "dall'alto in basso", creavano I'ifiusione di un passato oramai tramontato, quando l'Inghilte dei mari e padrona del mondo). Nelle p a mattinata, ava e puliva mentre controllava a I'interno volte lo stato dei viveri freschi nelle compivo alcune operaz naliere, e precisamente (p.t t] recupe ln mareJ eO un motore. uolì1o trollo delle vele a riva venlo e dei sartiame (per ispezionare la testa dell'albero mi sdraiavo a prua rro. DU Carne in scatola: Tipo "Simmenthal", all'insalata con olio e limone e con- torno di ge au le n scatola: frittì in padella, con ketchup. r. oppure bolliti in acqua di mare, con mostarda forte. gliatò a trance, e fritto (con pangrattato) in padella i- rivestimento in vasellina, una volta alla settimana, capovolbolla d'aria nell'interno delle uova si sposti, uella occasione, si ripulivano anche le cipolavano le eventuali mele e limonì sul punto co il latte a lunqa conservazione), al teqame, spinaci in sca'iola, cipolle, "fines herbes") di ca): cuocere in una padella olto prezzemolo tritato f ine. e un PePeroncino "Ìî!t;5,T.i , abbiamo mangiato le mele troppo m_ature, dopo averle bollite, con lo zucchero. Oualcle volta,..invece,- tagliate a oezzetli con vino rosso e zucchero, ottima macedonia. Oppure di sera fa molta sc "Garibaldi" di Montanelli ad una "storia dì S. Francesco", regalo delia immancabile vecchia zia, ed arzi avremmo avuto ancora di più). pre ora locale d zio la routine: aperitivo-meridiana-pranzo 2o lettura sèstante (e punto mare), "pennicheila". Il tutto erà rallegrato da circa un ljtro di vino rosso de-lle Canarie (130, ena: "Banane Flambèes": fare scaldare un po'di burro in una padella, aggiungere banane tagliate in due nel senso della lunghezza, cospargndole.di zucchero. Ouando sono ben dorate da una parte e dall'altra aggiungere un po' dl cognac o whisky'- ed accendere. Dolci: Non ci piacciono, soltanto qualche volta abbiamo preparato del riso bollito in poco latte, con vaniglia e marmellata. Oltre ai viveri elencati nei'ultima puntata, avevamo a bordo le seguenti spezie e condimenti, in barattoli di vetro allineati sulla mensola sopra la cuccetta di drì tta: noce moscata, vaniglia, zallerano, prezzemolo, aglio, herbes.de provence, rosmarino, fines herbes, [unqhi secchi, mayonnaise, mostarda torte (ulJonl. taba sco, cellery, ketchup, peperoÀcini, pepe e sale (grosso e fine), aceto, farina, zucchero. caffè. thè. le CARTE NAUTICHE E PUBBLICAZIONI Sono poche le carte e le pubblicazioni necessarie durante la traversata atlantica. Eccone l'elenco: Effemiridi 1974 (lstituto ldrografico della Marina): unico testo indispensabile. Ta- il calcolo delle rette d'alttezza (lst. ldr. della Marina). Vol.2 (lat 15oT29o) e Vol.3 (Lat 30ol5o). Sight Reduction Tables for Air Navigation IHO 249 Vol. 1 Selected Stars) U.S. Naval Hydrographic Office (Per i punti con le steffe). Baker's position line charts, per il tracciamento di precisione delle rette d'altezza vole a sol,uzione diretta per (lmray and Wilson ltd-Wydr House-Saint lves-Huntingdon). Portolano "Antilles"-Service Hydrographique de la Marine Francaise. Carre: Scala î/7.500.000 n.4008 - North Atlantic Ocean Southern Portion (British Admiralty) - Scala 1/î3.800.0OO - North Atl. Pilot Charts (Nov/Dic/Genn) (British Admiratty) - n. 383 - Martinique (Scala 1/78.890) - Service Hydrogr. de la Marine Francaise - n.5834 lles du Cap VeÉ (Scala 1/495.500) FDRZAT - FEBBRAIO 1976 Verso le 16,00, generainente tornavamo nei pozzetto per goderci le ultime ore di^luce, si lavavalo i piatti \lJu:rfdu lrll'r'rizzonlc. )en/J ìttrltiltbilnrente avvistare mai ntrlla. netnnreno nellc due (ì lre ur'.l.lsi(rlìi in ùlli abbiarno intersecato Ìe rotte delle navi ( in tali occasioni aumentavamcr comunque la vigilanza). Verso le 20 cenavamo (nonostante il rollitr. si uueinlvl e si rrr:tngilvu onnai seduti sulle cuccette collte a LJsil n0\l |r I C prri o si versava. zio .i asooltava leggcr J u si L(rtì- la radio A1l'inì- riuscivamo soìo a plendele (a parte la BBC) i progranrni dlll'Afi'ica. lna poi, arrivati a circa 1000 miglia dallé Antille, abbiamo cominciatcr a captare la stazionc di Fort clc Franc-e. che trasrnetteva spesso llL favolosa musica locale. ed il ritnrtt costante della "beguine creole" ej Jltiravc !()rnc un fìluto ntrqieu ver'.,' la Martinica. Cìrca alle 21.00 Anrettr' spariva dìetro il teÌo antirollio. ed io prssrvo le mie qrruttlo rrrc dì gutrldr.r lll.00 0ì.001 :cirrirtrr irt r'littcll:r. una frase deì ternpi del liceo. dc.l grande Kant, se berr ricordo: "l)u.' cose rli nlo di hanno sempre ricmpito meraviglia, il cielo l'lni- stcljrLto sopra di rne e 1a coscieltza rnorale il nie". Dalle 02,00 alle 06.00 si invcitivano le parti. rni addormentlLvo tranquillo. ed Annette faceva il srr,, turrro di. guardia, lasciando nnche lei correre i suoi pensieri chissà dovc Ogni tanto. silenziosamente. arrivur l una nltvoh carica di pioggia, lavlr.r per bene ìa coperta di IVIamaroa. c continuava la sr.La corsa verso occl dente. preccdendoci nel curr-r'rilo Oppure un pesce volante sbagliava lrr rttisura e firrivl rrel pozletlo, in alle)il di firrire irr pr,lella il siorno dupr'. Fine hé r1 rnatiirro l'otl,rrè del rflè'e ,l ul bacio di Annette rni svegliavlrrto e e tt-ttto r-iconinciava Arrivo dcl mattino deÌ l8 dicerrbre quando !974 ) Peleè (l nica) è e dove così ii D'altla parte però in vista sìgnificava cl're eravanìo alla fine di qualcosa che Annette ed ìo avevlrmo clesiderato ed rvuto coll deterrninazione. e questo drvl gioiu e tristezzl irrsierrrc. uorne tutte le cose belle quando inesorabilmente finiscono. Il puLrto con il gazione precisa. qr-rella terra sole de1 giolno precedente cì collo- cavr a Jl0 miglia clalllL punta Snd tlelÌa NIartìniclL e sarebbe bastato questo pullto a corsertir-e un buor atter'- t'rggì,' l)et' utri ttlilFgì('tc ple.i\ìr)lre effettLrai anche due pLnrtì stellari a1 11. cliccmbre ed all'alba clel I8 (irrmecliatanrente prinra dì avvìstlre Ìa costa) rnx torro a dile chc tlanronto dcl questi punti stellari rion sorìo esser- zirli. íl Soìe è gìì piir che sutlìciente. Volendo. avlei anche potuto tútliztar-e il radiof'aro îereonuLltico cli For-t cle Fmrce. nrn plefer'ìi tcncre cìrL purte il rtLdìogonionrctnr (lo lvrci nee cso trr cìontinentale da cui enrclgono le pic- cole Antillc Avvistata telra. svegliaì .\nnette tquellr rìulle Jvev:rìro irrver'- tito i tLLrni di guarclia. daì rnornento che al1'alba dovevo cssere sveglìo per ìl purrro rurì il 5e5lrntc l. prrtì il trpItr della bottiglir tli l\loèt e ( hrndorr chc avcvllno da parte per 1'occasione, eravalno ult po'su dì giri per tutto quello elr:rmpirgrlc J st{)rtliìer) vuoto. I po0o a poco ì1 profilo della costa si Jelirtefvl. \ers(ì lrìcll()gi()rnu efrvlrllo oLnrai a poche nrigiia dall'estlerlità sud della l\'lartinica. e I'isola era lneravìgliosa con tutto qLLel sc.lle. coll tutte le"sfunatrLre dì ver^cle ìrrrnaginabìli, i1 e le pahne lungo le spìagge Prima di cloppiare il capo siurno entlati ìr-i una specie di "carnpo rrrare verde-atzul'Ío UN PO'I)I }IEDICINE ('rrn;ìglio il lìbrrr "ll nrr(lico llor clo clella collaoir di lllrur o r\larin cui. cini. Fl'una serrplic't'guidr, in biisr' :rì sint()nìi rccusali. e tnrìir';r t.r li{ cura piir irdatta f,I larlaci;r rìì \lrrnraroa. pleparirlr in bitsi'allc inclr r irzioni cli qucst() lìlrto. cra <lirisrL in duo s( rl()[c la lrrjrrta r'ort rtrecìicrnc di usLr piu cr)rrerrte. la sccùncla pct r cirst pl Lì grd r l I ir s( ai ()Ìit Anticlrrtorifir i: J)olr itru. \isiclina ((Ì()ì(,Ìe jn gL'norale). (.,p1aLld(ìn Spdsrlrtplus, Sorrra (.orrplt'r. Scridon. (iibalgil.r. l)(ìlor.n, Kerasirlit il.,,\spir úrrr. \icr:Lmol. .\lka-Selzt'r - I'()mate: lTI.ì(l (Fllìrrìstn1i( a). lsîanÌi!e lini[renLo ((l(rl()fi reunì:rtiti c(q ), l,.rn()sil (c(ìntLrsi(ìrìi). lJrrlsrrmo Sif(auìnir (Ant;Ìlgi( ()). Il( ()!dl 7O (I)ernratiri). .\lges:rl (Brlsanro nrìtircuoriúic()). ( Ìenre inrl,isolirri. c pcr l.r cutir rìcllr: \( ()llirlure s<rliLii. cli rltio tipo Varir': lìc,rse( ((li.r('c ) lì,rlsirrìr0 I iilr(, ((lol()) i nlus( ()lir i ). Fli.t()nill,1 (s( lr(rpp(r tosso). ()r.r\cpLi( (ger)gi\iti), l,trcllvrt oLo (goece ruri( ()1.ù i ). n)( ce Slilla. (()c(lìi ilritrtli), Ritrot iclinir Valels c Rinr()iluirìuncil (t.rî[rt'<l<lorcJ ()\'r1t.l. p,aìz,r- ben(le. rl( ()r)1. c(( 2n s( a1()lir (llrruì() tli Elilc (,\nestesi.' Ì()(,rli) - (.oaguìeno (siriììgb(' enìosLdticho. per l)l()cfar(' entot t ltgic ) - f,,rct io enr()sLatic() - l"ascia claslica prr irrt_ rrtrbiLizzarc ilrti frattrlrali e rc[:ilì\(' strÌ( cbe di legrì() - l bistrrrj - ÌJrucl .\ icl (( ef()tti ,speeÌrLi fhe s()stilujscomclallici pfr suLurrzi()rÌe nri ipunli feriLe ) - ,\i clrt:rcìerre ((lisinf(Ìltdnte ar:qui' rnquin;iLe) - Crvit \\r (pct cut:irc pl()v\,is()riaillente uÌl rlenle cariato - l)('nrertelll - (lhcnriciclitrit (r.ari LÍpi rli infezioni, (onrprcsL' quelle dell'app:rriilù digerentc causato cliL cibi in scirt()la iì\iÌ irli) - CI P- du() - Clol()c hinii Rirycr (Nlnl;rria) - SpiÌfina (Clolicbc rr.nirli) - P.rncroflal (lnsrrfficienzil prncrcaticir) - I.-ilnnid()ncr (mrlilt l-ir, îlogistiche) - IlicrLrren go('(Ìf (nralaltjc poLnì(ìnari u cirrrlirche) - (iluLar('t 2:ìl) (aLìùrcrìt() iLcutezz:r nrentrlc) \aLLìralmenl-c. aDzi. ftittunaLanenLe, di lulLc quesle medici[e iibbiarno Lrsalo s()lo qullcbe aspiriniìl i1 di riecessitù) e gocleflìri f irttcrragio colì il soìo sestarìle. E poi i segri dell'avvìcinanrento della tcrra sono tanti. pel eserìlpjo i gabbìanì (anche se il plinro cl're abbìatto incontrato. con Ll|a lrLnga cocla bianca e slìbito defirjto "gabbiano x lrLngo iaggio" erx ad oitre 800 niglia da,lla costx ). ì cuntr,r li che si fonnano nelle cirso orc crìldc sui Iilieyi r]ontuosì (lr ceusa del sollevarnelìto forleto dclle nrasse d'ulilr rrrniiìe l)r'uvcnìrlti dlrl nlrle t eJ nrìrato" costituito da centinaia cli piccoli galleggianti collegati a delle nasse pel la pesca clelle alagoste, ed è dovuta restare a lungo a prlra per indicarmi la stracla o dopc) ^nnette ì-5 giorni ( LLna media giolnaiiera di ll0 Nl\l per coprire le 3000 miglia). lro ripreso in nrano la barra del tirnorìc. ea1 ho tolto i dLre tangoni. Passati rui traverso deJ capo alle 121.00. nel ponreliggio abbiamo risiìÌìto la costa \r)ttovento dell'isola di bolina larga, ci riLrIo tolre c:si tiltl dtrt. iJ ioil Jù(luil dolce ed uno sharrlpoo ai cape 1lì. .'erano tailte piccole incantevoli baie ben ridossate dove avrem.no voluto Lìr'urarci. ma a Fort cle France c'era l posta e poi volevalrlo avvertjre dell'urrivo i lostri cari. Al tlamonto l\llLnraloa entrava nelia grande baia di l-'ur1 de France accolta oltre che dalle irrci e dal runìorc clelia città (il traffi- eo ed il suono dei cliìcsor1 portato dal rento) anche da un rovescio clì pioggia tipo diluvìol dopo avel percorso le u nìulufe \'ur unJ visipcssirna pe r 1a pioggia, alle i9.40 entlavanlo nel porto ed onneggiavamo vicino ad tLn pesclìereccio. rrltrrrrc rniglir b ilità Il oaso ha voluto che I'equipaggio pesLllefec,:io fosse . . . spagno- .li quel l, Cln:rrie {residerrli du quuTclre ' Jcllc irr Vcnezuela. eraÌìo lì per una lLnno rrrìlpagna cli pesca). Abbiarno stappa- to rtn paio di bottiglie di vino rosso tlella loro terra. e questo è bastato reazione a catel)er generare ura ru. ci lìanno dato oarte della loro cerr (unu fìvolosa inialata di patate ecl rurxgosta) un paio di caffè. alcuni pesci ed urla stretta di u1ello, calda e sircera come tutto qLLello che unisce gÌi uomini che anano il mare. Piir tar'di. clopo aver Îatto quattro passi su1 Ln, rlu. per ùuntrullrrc se sxpevrmo . ttlnnì rnJte. ùl slamo ao- JncurJ . . dolmentati (l'ufficio postale era chiuso. bisognava aspettare f indomani). Mrimaroa era lmnlobilo. nello spec- chio d'acqua calna del porto. e c'era nell'aria. dopo la pioggia. I'odore inconfondibile della terra bagnata. della lrostra madre terra. iì .olure Jell'r.qrrr.lre drrentr piil chiaro arrivarìdo sulla piattaforrna i'lassimo Cerracchio ( FORZA 7. -t (:otttittLta ) FEBBRAIO 1976 57 o I'abc per attraversare l'atlantico - 6 CON IL SOLE E SESTANTE FINO AI,LE ANTII,I-,E It L'uso del sestante non è un privilegio di pochi, facendo pratica chiunque può diventare un buon navigatore. Ecco una spiegazione per usare lo strumento in modo semplice. t' niente di nuovo (anche se non ne ho trovato traccia nei "sacri testi" che Massimo Cerracchio In questo articolo, desidero, conre argomento conclusivc'r suìla traversata, proporvi il sistema da me adottato per fare il punto con il sole, ed ac- eennarc alla fine dell'itinerari,r fercorso da Mamaroa nel Mare dei Caraibi, argomento mi numeri descriverò possiede gi problema; sempÌicità anche chi di navigazi rssi- che chi del grande la do stimoli a digiuno ad in:iziare conosco), e pur avendo dei limiti di irnpiego (cui accennerò) rispetto al sistema classico, ha il grande vantagsio di eliminare il cdcoTo ed il traicia- nrerrto delle retfe d'alIezz,a, fernto restando il calcolo della latitudine meridjana, che è molto semplice. Non richiede più di I 5' di lavòro al giorno, il non occorrono tavole, ma solo guente materiale: 1 sestante I orologio con I'ora se- esatta di Greenwich I contasecondi le effenreridi dell'anno in corso una matita ed un pezzo di carta su cui fare i conti una carta della zona. su eui il punto. Ho pensato utile seguire un esenìpio pratico, eseguendo il calcolo in tracciare Il punto con il sestante Il sistema "classico" per ottenere il punto con il Sole a mezzoqior.no, consìste nel tracciare due retté d'al- m tiJ te as lo la bidue rette settrice dell'angolo tra le d'altezza incontra la latitudine otte- nuta con la meridiana. Ora il traccia- di addizioni e di sottrazioni. di leggere il lesttr. di esa-minare' le due tab-e"lle ed il remente Consiglierei prima lativo commento. Per completare il discorso infine occorre dire-qualcosa su come prendere un'allezza di sole, su come avere I'ora esatta a bordo e commentare un po' le due tabelle per rendere comprensibile 'aqgiunqereil processo di calcolo ed alcune note esplicative. Un-ultiùa considerazione, prima di metterci al lavoro: una volta tracciato il punto, bisogna "crederci", ^coraggio ed avere il necessario la rotta in di modificare sé conseguenza. Un'altezza di sole I1 sestante è uno strumento di pre- 48 FoRzA r. MAnzo 1o7B 'f cisìone, e tìno a qLralche anno fa era molto eoslosr). Oggi un huon seslante 'ilBBCO) I {' di phstica lipo l t I , srrfficiente- mente preciso, costa L. 45.000, ecl ha ìl granJe vantaggro di leggero, e quindi di n braccio che lo deve sor rli prcntlere l'altezza tli conoscere I'errore (7) dello stnlmen1o: . az-z,erarlo quindi, e traguardare I'orizzonte marino, dopo avér toltct tutti i filtri. Se la lìnea riflessa dell'orizzonte non coincide con quclla lo stesso tra la prima e la seconda osser.razione, - in qlrantu ùt oce()rrotìo i tempi (l r e T1 ) tli altezze ttgtroli ,li Sole. nra n,ln oi interessa sapere il valore effettivo naturalrnente resti di tali altezze. Per pretrclere ora la nostra altezza di Sole, con il sestante reale, agire sul ponrello di regola2ione per_farle corlbCciare, e prenAere nota dell'errore con il suo segno (se questo -prin-ri dovesse_ esscre superiore ai 5-6 t' di grado. occorrè calibrare lo'struInento. per riportlrlo in qrrcsti lirniti di tolleialtza ). L'errore 7 ser-ve nel caìcolo della latìtLLdine per passare dalla altezza indicata (h1) all'àltezza osservata (h,,,). rnentre può essere nel nostro caso tranquillamente 'longitLrdine, ignorato nel calcolo -purche della fare come segue: | ) Appendersi al collo con uno spago abbastanza lungo (circa 60 cnr) il il contasecondi e, inìpugnando se'- stante con la mano dèstìa e tenendo nel cavo delia rnano sinistra il cor-rtasecondi. portare il lernbo inferiore del Sole a siiorare I'orizzonte, ruotanclo CALCOLO DELLA LATITUDINE Giorno: 4 dicembre 1914 è la somma dei valori lJ e 2). 4) La correzione C è il risultato del calcolo dai punti 6) e 10). 5l L'alfezza vera hu è la somma di Astro: Sole 1) Altezza meridiana h; = 51o13' + ^\ zt :correztone ta ses n ho +c. 6) Correzione Cl: sr ottiene nell'ultrrna pagina gialla delle Effemeridi, in una tabellina che fornisce il valore clella correzione in funzione dell'altezza dell'occhio dell'osservatore sula superficie del mare. te 3) Altezza mercorretta 4) Correzione C ho (dapuntoGal0) 5) Altezza vera 6) Correzione 7l Correzione = 51o13' c = 13'0 hv 51o26' = Cj=11 3'+ c2=557': C1 C2 J) C1+C2=730'- 8) Somma C1 +C2 9) Sottrarre 1 o -1o =60' = 10)CorrezioneC C=130' 11) (ft = 90o- hv . 4 goo hu = 51o26'_ Òs = 22014'2' = 95 = t6o1''t' Spiegazione dei simboli 1l L'altezza meridiana h1: come ab- biamo visto al punto 3) nel calcolo della longitudine, l'ora del passaggio del Sole al meridiano del punto stimato è T-:14n08'06". Di conseguenza, qualche minuto prima di questa ora, cominciare a leggere delle altezze di Sole, e si noterà che queste aumenteranno gradatamente, fino a quando il Sole raggiu ngerà la massim a altezza, per poi cominciare a discendere. mere come altezza meridiana h1 Assu- il Correzione C2: si ottiene nella stessa pagina gialla delle Effemeridi, in va- una tabellina che fornisce il valore della correzione in funzione della altezza osservata (ho) di cui al punto della stagione 8) Sommare C't e Co. 9) Sottrarre al risuTtato il fisso di 1o (cioè 60'). 3), e valore 10) ll risultato è la correzione C, da apportare al punto 4) 11) La latitudine meridiana, nell'emisfero Nord, cioè a Nord dell'equatore, è data dalla semplice formula tn rN =aóO x *A dove hu è I'altezza vera ottenuîa al punto 5) e Ò è la declinazione clel Sole all'ora Tm (14n08'06,,) det passaggio del Sole al meridiano del punto stimato Ouesta declinazione si trova nelle Effemeridi, sempre nella pagina relativa al giorno in esame (4 Dic. 1974], in una tabella, dove si entra in fuazione dell'ora T-. Poichè ivalori di O sono riportati per ogni ora inle- lore più alto registrato. (ln questa fase non occorre I'orologio, basta ricordare a mente l'ultimo valore di alîezza preso, fino a che le letture di alîezza non valori relativi alle due ore intere che comprendono l'ora T- (il calcolo si (]): è l'errore proprio dello strumento, che nel nostro caso era nullo. 3l L'altezza meridiana corretta ho vassimo nell'emisfero Sud, bisogna prendere il segno opposto a quello cominciano a diminuire). 2l Correzione sestante ra, occorre fare un'interpolazione tra i puó fare" facilmente ad occhio). ll segno di O dipende dalla stagione, ed è indicato nella tabella (se invece ci troindicato nella tabella). FOAZA 7 - MARZO 1s76 49 con il pollice e I'indice di questa no il pomello dì nra- reeolazione del sestante" Accertarsi co"n un movimento CALCOLO DELLA LONGITUDINE Giorno: 4 dicemt;re 1974 Astro: Sole 1) Punto stimato nuto il giorno precedente * la valuta- zione ad occhio delle miglia percorse nelle ultime 24 ore (con la oratica. I'errore di stima non suoerava le 5-1 0 9. = 16010'N Às = 34030' W 2) Passaggio del Sole al meridiano di Greenwich TO 3) Passaggio del Sole al meridiano del punto 2) Nelle Effemeridi, alla pagina al giorno 4 Dic. 1974, corrispondente = 1 1h56'66" lG-{-As) stimato Tm = m igl ia). = prendere il tempo del passaggio del Sole al meridiano di Greenwich nella tabellina in fondo alla pagina a desrra. 3) Determinare Ic=1lnso'06" 4.. = 92n 1g'oo" = 14h69'6U" T. 4) h; = $9o25' T1 = 13h35'15" 5) h; :59025' !2 -_ 14n42'34" L'orologio Per un calcolo preciso della iongi- tudine, è fondamentale avere a boriio 4) T6 sviluppando il calcolo ed annotarli. Tr = 131ìgs'tS" 5) Circa.40' dopo I'ora al. punto 3), anzi f2 = 14n42'30" tr 1anffia,' lAtt 14nO8'20" - - TG 11h50'06" = ì. di ì. = 34o33,5' Circa 40' prima dell'ora Tn,', rro- vata af punto 3), prendere un'àltezza di Sole (h;) ed il relarivo rempo T1, z e cioè pas- pagina delle Effemeridi) 6)À.=Tt +T2 +6 @ notizie, commentari e musica, e che sì chiama "BBC World Service". Le l'ora (T.) di del Sole al meridiano del punto stimato, sottraendo all'ora Tc di cui al punto 2) la longitudine stim-ata (ì.s), con il suo segno (*se E, se W, come nel nostro casof, dopo averla trasformata in ore, minuti e secondi (utilizzando la tabella di conversione di arco in tempo, riportata sulla prima saggio ozhre'r+,, W Nota: tutte le ore sono in tempo Greenwich. Spiegazione dei simboli 1) Punto sîimato: la latitudine stimata (tft) e la longitudine stimata (\) ve4ivano fissate in base al punto ottè- 1 - Ecco un tipo di sesîante realizzato in plastica, che a differenza di molti modelli tradizionali, costa poco: L.45.000, Data la leggerezra, he il grosso vantaggio di non stancare il braccio dslla persona che lo usa. ll modello oui lotografato si chiarna E88CO e si può otten6r6 tramito Roberto Mannucci. Casella Postale 49, Ostia Centro. Roma. T,.n trovata qualche miiiuto prima per precauzione, inserire sul sestante l'altezza (h;) presa al punto 4). Traguardare il Sole, e quando questo, nella sua naturale discesa, tocca l'orizzonte, prendere il tempo T2, ed annotano. 6) Fare la semisomma dei temoi î 1 e î2, correggere il risu ltaro dell'errore dell'orologio (K) con il suo segno (nel nostro caso l'orologio andava avanti, e quindi l'errore andava sottratto), e sottrarre infine al risultato l'ora T6 di cui al punto 2). ll risultato, trasformato in gradi e primi di grado con la tabella di conversione di temoo in arco (anch'essa nella prima pagin-a delle Effemeridi) è la lonoitudine À n cercata. lgratuitamente) alla BBC, oppure ad Ambasciate, Consolati o Uffici del Turismo Inglese. In caso di rottura della radio- avremmo attribuito al- un'ora approssimata (anche 4-5 minu- ti di errore sono tollerabili), tutto si sarebbe risolto in un errore di stima sul tempo di arrivo, ma la latitudine della Màrtinica non poteva sfuggirci! Qualche commento 2 ai tempo Tr, non si de- il pomello ili regolaziotraguardare il Sole fino non si p sistema ha però quindi re la caratteristica del mantenimento scendendo lentamente. onte, e fare ondi. euesto loneitudìne. di óarattere pratico, ed uno di carattere teorico. Il limite pratico è costituito dall'eventualità che il Sole si copra nel momento in cui si deve fare la seconda osservaztone per avere il tempo Tr. In tal caso si può comunque svluDDàre con le taiole e tracciare la ieita d'alfezza relativa alla prima osseFr'azione (i daîi h; e Tr li abbiamo da parte) ed altendere che il sole ricompala per tracciare un'altra retta d'allezza e quindi il punto. Opoure si puo. tranq'uillamentè rimanr'larà tut t.r al grorno dopo (noi abbiamo iartt_, il punto ogni giorno, ma chi vìeta in In conclusione. desidero dirvi che con questo metodo per il il punto con ses(ante, l\4amaroà ha óonosciuro una lunga traversata dj farne uno anche ogn i ... . setrimana? ). Il limite teorico conéiste nel fatto E' solo un luogo comune che l,uso del sestante sia una pratica riservata a pochi eletti marinai. Del resto è inutile pretendere di familiarizzare con lo strumento ricorrendo a manuali teorici o a lezioni accademiche, è necessaria invece molta pratica. Oui sotto, la cena di Natale a bordo di Mamaroa, alla temperatura di che il calcolo risulta esatto soltanto se la barca mantiene nell'arco di tem- ben 27o. si puo dimostrare (ma mi risparmio e vi risparmio la fatica), che, per nun avere errori il moto della baica deve essere di tipo inerziale (deve cioè ave- si poggia sull'orizzonte. Infatti avendo inserito sul sestante il valore dell'al- Finalmente un po'di riposo dopo 25 giorni di navigazione attraverso I'Atlantico. Mamaroa è all'ormeggio nella Baia di Santa Anna alla Martinica. FoRzA 7 . MAÀzo ts76 61 soclÌè influenzato \a precìsione del risultato. E la conferma di ciò l'ho avu- ta facendo a volte al tranronto o all'alba dei punti con le stelle (ho rilevato a seconda della necessità llantal, Deneb, Scheclar. Vega. Fttmalhaut. ol- tre naturalrrente la Polare, e qualche volta la Luna ed anche Lrn pianeta. Giove): questi punti stellari confermavano pienamente i risultati ottenut j con il'Sole. Ma il discorso delle stelle non fa parte dell'ABC per traversare I'oceano. è una cosa superflua (il Sole è più che suflìciente) che ho fatto piu per divertirììent(ì che per aìtro. e.l ànehe per serrtire il fascino della tre- ruroiante luce dì una stella portata sul- Ì'orizzonte con il sestante, nel mo- rnento solenne della caduta del gioruo. e per poter continuare a fare i conti la sera alla luce della lampada a (mentre all'interno di Mamapetrolio -roa si spargeva I'odore deÌla cena che Annette stava preparando), fino a riportare con un cerchìetto sulla carta ia nostra posizione nell'immensità delI'oceano. Che cosa fare. dopo I'arrivo? Dal 19 al 31 dicembre 1974 Maè rimasta ferma a Fort de maroa Palme e spiagge bianche nelle piccole insenature della Martinica. deeisarttento Jeùare/;/are un progetto -.i,'i'di ripartire te anrhizirrstr. ,luello ai primi di Gennaio per le BernrLrde. circa 1000 miglil verso Nortl, per en- Ed infine questo ipotetico ritornct in qLrella stagione avrebbe dato al nostro viaggio iì sapore di una sfidr al mare, cosa che non volevamo. poichè sappiamu tutti che il mare è infinitamente piùr forle di ciascuntr di noi. e non serve trasformarlo in una specie di palestra dove misurare la propria presunziune. Volendo. si può andare (quasi) daperttrtto. ma bon la barca ailatta e poi almeno al nostro livello occorreva rispettare le regole del gioco delle stagioni. Se avessirrto avuto lernpu fino a lugli,r. allorrr Si. irvremmo fatto il nost ro gi- r() per le Antille. e pui sarenrrrttr riparl it i in Aprile. risrlentl, r con iì Sole alle Iatitudini dei venti da Ovest. per íÌttraversare in maggiogiugno. quando il Nord Atlan tico diventa più tranquillo e fa piir caldo. eJ arrivare in Mediterrrneo in pierra estate. Ma noi invece dovevamo essere in Italia entro il 31 Marzo. q uindi accantonammo defìnitivamente. il progetto. e.. poichè occorreva circa un mese di tempo per il ricntro di Mamaroa (cioè l0 giorni di viaggio sulla nave da Fort-deFiance- a Marsiglia, piir almeno 10 riarmare la barca a Marre il trasferimento all'Arrisultò che ci restavano a e i due niesi di gennaio e per visitare le Antille. Deciden.rmo di sfruttare al massimo questo tempo, cercando di toccare nel nostro viaggio tlltte le piccole Antille (circa.10 isole. senza contare gli isolotti disabitati); per non dimentlcarne neancne una. occorreva trare nella zona Cei venti costanti da Ovest e da lì attraversare nuovamente I'oceano dirigendo sulle Azzorre. infì- lare quindi lo stretto di Gibilterra e tornaie a casa. Confesso che la tentazione di ricominciare a cotrere con Mamaroa davanti al vento, e riprendeil ritmo interrotto, era grande. ma aila fine il buon senso ha prevalso. Anzitutto Llna traversata del Nord Atlantico in pieno inverno e con il grande freddo poteva riservare grossi dispiaceri per una barca piccola come re la iostra. èon con un il bordo libero basso e eq pur con iì v vitabile catt spostamento Nord Atlan verso Est). bisogna considerare che ta invernale irr quei mrri ula durare piùt giorni. eoad estenuanti turni al time la sarei sentita di affi- dare la condotta della barca, con un timone mare ch vento, gli occh poi le Sconosci a caldo e la gente ospitale. 62 FoRzA 7 - MARzo ts76 non ha alle). E rimaste ole era eordi eon I'agerrzia ehe si occupava della spedizione, la nave partiva il 28 Febbraio, acquisto di una invasatura per il traiporto, acquisto di alcune carte nautiche che mi mancavano, riassetto completo della barca e controllo dello stato delle attrezzalure) e finalmente il 1o Gennaio, dopo aver trascorso la notte di fine d'anno ospiti del Club Mediterraneé, partimmo dalla Martinica. ln 50 giorni, con una media di due ancoraggi al giorno e toccando quasi ogni giomo un'isola diversa, portammo a termine la crociera prevista. Alla fine eravamo un po' stanchi per quel ritrno sostenuto, nia ii 21 Febbraio 1975 Mamaroa era di nuovo a Fort de France, per prepararsì all'imbarco sulla nave (che doveva avveni re il 16 Febbraio). Dedichero i pros- .artict'ìi. a Lluestr belìa esp.erienza vlagglo ln Uno Llel nìarl plu Delll s,i.rrri úl e piùr ricchì di tradizioni e di storia che esistano al mondo. Massimo Cerracchio (6 continua) sla senrpre clualcuno a prua pel esplorare ìl fonclo. evjtarrdo cli procetlere corìtro sole. ll cortrllo ìn acclua appare di colore lìarrone. c se si deve condrLrre 1a barca attntr,'crso fornraz.ioni affioranti (''coral heads" in inglese). bisogna LLsare il nrotore, è assolutarnente sconsrgliabile farlo a vela. Nelle lsole Vergini accade spesso che in un braccìo di rnare conrpreso tra due isolc i fonclali siano dì soli -5-6 metri. e non è facile abitualsi a veclere la barca proceclcre in qLreste conclizioni. serrbrl sempre di esscre sul punto di grattare la pancia da qrralclie parte. Per acqrristare sicurezza nel vllutare ad occhio ie plofoldità cì vogliono parecchi rnesi di pratica quotidiana. a volte un fonclale cli sabbia dì parecchì ruretri appare. cìata la Llrsparetrza de lcli pochi decinretri. e vìceversa Lrn tbnclale roccìoso qr.rasi affior ante sembra garantire acl un osseryatore inesperto alnreno tre-cpìattro nretri Al minir.r.ro dubbio usarc lo scanclaglicr a nlano (un sernplice piombo di I-1 kg. legato acl una sottile sagola rnetrata), avendo l'accorlezza cli Ianciare a prur iì pit'rtth,' qrtll.lre nìelr(' itvJlìti alla bar-ca. e facencio la nrisulazione ì'acc1r-ra. o l'abc per attraversare l'atlantico MIGLIA NEI CARAIBI: UN'ISOIA AL GIORNO 2OOO quanclo la sagola cÌiventa verticale (cíoè quando la barca passa sopra ìì pìornbo. che nel fratternpo ha avutcr i1 terrpo dj toccare i1 fondo) hr acque libere. nra non lontaue c1a zone A zig zag tra i coralli aff ioranti delle Antille, Massimo Cerracchio al Geograficar.rrente, le piccole Antille costituiscono una olnogenea catena di isole. disposte meravigliosamente ad arco tra Portorico e I'estremità nord- I'insegna dell'avventura : i tranelli delle carte nautiche le visite dei ladri isolani le sorprese di Mamaroa. E tanto tanto rum. orientale del Venezuela. e chiudono ad Est ìl ntare dei Caraibi. separandolo dall'Oceano Atlantico. Le condizioni di vento. visìbilità. rnarc e clima sono ideali, a causa del flusso perenne di NE. 11 tempo è nrolto più stab ile che nel Mediterraneo. e dell'aliseo praticamente nella buona stagione si è aì riparo da sorprese. Nel periodo estivo invece (Giugno-Noven'rbre) c'è il pericolo che le isole siano investite da qualche cìclone tropicaÌe (ne abbianro parlato nella puntata iutroduttiva). ed una barca che volesse navigare in quelll stagione Jeve prerrtlere Ie opportune mìsure per garantirsi un ra- pido ricovero in uu ridosso adatto (in inglese les") si chiamano "Hurricanes r.rel caso che la radio annunci hour-r awiso di cicÌone. Occorre anche ricor- dare che un europeo ha bisogno di qualche giorno per acclimatarsi. poichè I'arnbiente. il tipo dì vìta, il caldo unrido, rendono quel mare completamente diverso dal N{edìterraneo. tl pilotaggio tra le isole richiede attenzione, a causa della presenza di bassi fondali, costitnìti soprattutto da barriere dì corallo. Per 1a scelta del perc(ìrso da seguire per raggiungele un ancoraggio, è stata per noi spesso preziosa ìa guida dì Donalcl ,\{. Street (vedi elenco pubblicazioni). Occorrono inoltre carte dettagliate (con scale superiori a 1/100.000). e dove queste indicano forrnazioni di corallo ("Reef in ìnglese) occorre procedere molto attentamente. Anzitutto. corne sappiamo, le colonie di corallj si riproducono moÌto rapidantente. oppu- re aÌtrettanto rapiclamente sconrpaiono. e quindi i fondali subiscono profondi mutamenti con il nassare desli anrti Qurndu si navigr iìr pr.rrsinrità delle barriere coraÌlirre, occolre che ci coralline, la navigazione cleve essere acourata. prendendo flequenti rilevamenti Jei nìulti punti L())pirui \etìrlìrc disponibili. per evitarc di finire accidentalmente (ad es. per effetto deìla in una zona pericolosa senaccorgersene. A proposito delle corrente) za correnti. qLreste in genere non sono molto forti (possono supe rare Lrn nodo solo nei passaggi tra le lsole), nrt sono difficili da conoscere. in cluantct sorro il risultltu .lsllx r.rvrrpft-,:izione della Corrente Equatoriale costalìte (diretta grosso nrodo cla E vcrso W). e della corrente di marea. che si alterna circa ogrri 6 ore. e che segue le frrsi lunari. Ma la cosa piu irnportar.rte da ricordare è che la navigazione costiera si deve effettuare solo dì giorno. dicianro tra le 09.00 e le 16.00. quando il sole è sufficientemente alto sul- l'trrizz,rrtle. Nun osale nrri nrr iqrre sottocosta di notte (ì ferì sono quasi inesistenti). e se si arLiva dal largo di nolte aipettare clrc frccil giorno printr Ji rntlrrc rll'ltterrlggit,. ir nìelL) che nutt si pr-rs:r frre un siLuro ìngresso in uno dei pochi pcrti rnLrniti di sulficient i aiuti ìrrrriinosi. E venìamo ora all'itinerario che Mamaroa ha seguito nella sua visita di qneste isole. Dovendo paltire e ritor- FoRzA 7. APRTLE 1976 79 nare allo stesso punto (cioè Fort France) avevamo la possibilità di de sce- gliere se fare il giro in senso orario oppure in senso antiorario. Decidemmo di scendere al lasco fino a Granada, e da lì dirigere con vento a1 traverso fino a Portorico e quindi risalire il vento lungo le Isole Vergini guadagnando le Isole Olandesi. e poi Antigua. Guadalupa e Dominica e ritornando infine alla Martinica. Se dovessi rifare il giro, probabilmente lo farei rn senso opposto. in quanto rimontare il vento, il mare e 1a corrente da Portorico fino ad Antigua è stato molto piir duro del previsto, e Mama- roa e I'equipaggio sono stati alquanto impegnati per rispettare la tabella di malcra. Dalla Nfartinica a Portorico Il vento è sempre favorevoie per scendere da Martinica a Granada, ed abbiamo percorso circa 400 miglia in l5 giorni, insomma ci siamo rilassati completamente. Seguendo la costa sottovento delle due isole di St. Lucia e St. Vincent il vento però può essere deviato dai rilievi, ed anzi nel tratto meridionale generalmente gira da SE, cioè in prua. Entrambe queste isole sono molto povere di risorse (a Ca- L'uscita da Fort de France, alla Martinica, punto di partenza della crociera. La navigazione costiera alle Antille si effettua solo di giorno quando il sole è sufficientemente alto sull'orizzonîe. Infatti sono pochi i porti muniti di impianti luminosi suff icienti. poì erano così tranquille che, prendendone una con le mani per metterla nel cesto, quella vicina (a 50 cm. di distanza) restava ferma e tranquilla ad aspettare il suo turno. L'iso1a di Grenada l'abbiamo costeggiate sul lato soprawento, per esplorare le bel1e e profonde insenature nel tratto meridionale della costa. Nell'entrare in una di queste baìe per poco non è accaduto l'irreparabile, avevamo il vento in poppa ed il mare piuttosto mosso non consentiva di vedere bene il fondo e, sebbene stessimo seguendo i prescritti aÌlineamenti per I'ingresso, Annette che era a prua ha cominciato improvvisarrente a strillare ed ho virato di bordo appena in tempo per evitare dei coralli affioranti. Più tardi abbiamo constatato. salendo a piedi su una colllna da cui si poteva vedere bene I'ingresso della baia, che molto piir indicasse la barriera estesa verso di corallo era NE di quanto la carta. Ecco una conferma di una continua sor- dell'importanza vegtlanza. A St. George (Capitale di Grenada) ci siamo fermati tre giorni, La cittadina è incantevole. con le case arranroi- cate sulle crrlline che racchiudono il porto. ne1 verde rigoglioso della'vegetazione tropicale. e infine. 1o stampo inconfondibile lasciato dalla presenza inglese. Qui abbirmo avuto uha "visita" a borclo. per avere lasciato incustodita la barca dalle 19.00 alle 21.00 (eravamo scesi a terra per fare quattro passi). Ciononostante. passato il primo momento di sorpresa! 1a cosa non ci è dispiaciuta poi tanto, quando ci siamo accorti che dopo avere messo a soqquadro la barca.'avevano preso soltanto del vestiario ed un oro- logio, senza toccare i sestanti nè il materiaÌe di navigazione. Come si può avere rancore verso chi è costretto, dopo tre secoii di sfruttamento colo- stries, capitale di St. Lucia, i1 tempo decenni fa): Kingston, cittadina di tipico aspetto coloniale inglese, sulla costa sud di St. Vincent, è ii cancello d'ingresso delle Grenadines. uno stupendo arcìpelago costituito da decine di isole ed isolotti (questi ultimi in gran parte disabitati), collegati tra loro a volte da bassifondali e barriere coralline. Un vero è fermo a molti paradiso per ia pesca e la-navigazione a vela, mentre 1'ambiente semideserto invita aÌla contemolazione. Un giorno a Cannouan mi unii a dei pescatori locali che avevano dei monobombola ad aria per la pesca delle aragoste. e mi sono immerso con loro. Su un fondaÌe di circa 20 metri abbiamo trovato un "taooeto" di aragoste. mai v.iste tante insieme. e 80 FoAzAi APRTLE 1976 niale. a rubare per coprirsi? 11 18 gennaio alle 06.00 del mattino lasciavamo St. Georse diretti a Portorico. distrnte 350 miglia. Lungo rotta, circa a metà strada, nel bel mezzo del mare dei Caraibi. c'era l'isolotto des Aves tdeslì uccelli). appartenente al Venezuelà. clre in pratica è una striscia di sabbia di cir1a nostra ca duecento metri con qualche cesou'sul glio ed alta solo 5 metri livello del mare. Ii punto con le stelle all'alba del 20 ci collocava a circa 20 miglia a SE da esso, ma non abbiamo potuto fermarci come avremmo voluto a eausa delle condizioni del mare, quindi abbiamo proseguito, il vento ha conti- nuato a rinfrescare. e la notte succes- è stata piuttosto movimentata. Mamaroa viaggiava da sola a 5 nodi con il solo Fiocco I, senza randa, con siva il vento ed il mare al traverso. e timone a vento in funzione. Noi eravamo tn cuccetta, 10 occupavo quella so_ prawento e dormivo, Annette era di guardia d istesa su quella sottovento. ll mare era molto confuso, a causa credo dei fondaii relativamente bassi (60-80 metri. il banco di Saba), ed alle 22.30 c'è stato un gran botto, la barca si è coricata sul fianco sìnistro ed io sono volato da sopra al telo an_ tirollio e sono finito sopra Annette, completamente sommersa dall,acqua che era entrata attraverso il tambuccio, che avevamo lasciato (impruden_ temente) aperto. Mamaroa si è subito rad.d.rizzata ed ha con a strada, ab- biamo no clrc gliolo) 1 * I {q r 1 - La popolazione delle Antille è di natura ospiîale, tuttavia la povertà in cui vivono molti degli isolani, può spingerli ad zz'ora (c,erasopra il atteggiamenti ostili nei pa- confronti di chi girella da quelle parti a scopo di crociera. rivi6ile in la_ bina. bottiglie rotte, vetri dappertutto ed un forte odore di rum. Fuori era tutto in ordine, ad eccezione dell,an_ cora a prua. che era finita in acqua con i .10 metri di cavo e catena e óhe 2 - Le piccole insenature delle isole rappresentano la maggiore attrattiva. non è stato facile salpare, per fortuna non avevamo la randa a riva. altri menti probabilmente avremmo rotto quaÌcosa (credo che I'albero abbia toccato i'acqua). Per il resto clella notte abbiamo effettuato dei tumi al timone, il mare era gonfio e volevo evìtare di farci coricare ancora. Il pomeriggio del giorno successivo, à1le 16.00, davamo fondo a ridosso delI'estremità occidentale deil'isola di St. Croix. ma senza scendere a terra, avevamo troppo da fare per sistemare un po' la barca dopo ìL "bagno". Arri- vando a Fajardo (Portorico) il 23 mattina, siamo stati intercettati da un I NOTIZTE UTILI j,: Rifornimenti averc dei Trlvrllcrs Chei qur's dell'Amc rir.an fxprc\s dr. piceolo taglio, dl cambiarc di \olta rn vtrltr :ccondo lc t Riparazioni .'sigenze. Dogana Moneta st. arrJnptano ._ (.Omr. po\sonO, la tas\r P,uttu\to senslblle. p(.r (i. circ:l 4000 lire 5.1. Lucta pcr u n permesso di rcalo di grorn tl. è a J FoRzA i. ApRtLE t976 8l 1 - Le Grenadines costituiscono uno stupendo arcipelago di decine di isolotti, un paradiso verde ideale per i sub o i semplici contemplatori. 2 - Nonostante siano piccole e spesso monîagnose, molte delle isole sono provviste di piste di atterraggio per aeroplani. Nella foto se ne intravede una a picco su I mare. (l'acqua era sporca e non si vedeva il fondo) e per disincagiìare Mamaroa c'è voluto molto lavoro, con la randa issata per fare sbandare la barca ed il motoscafo che ci trainava lentamente fuori (abbìamo rotto un passacavì ed una bitta durante l'operazione). Come se questo non bastasse. sono poi saiiti a bordo ed hanno ispezionato per cir- ca due ore la barca centìmetro per centimetro. Ripensando ali'accaduto, rni sono persuaso di avere contmesso un grosso errore nel seguire ciecamente i consi- gli dei marinai portoricani: loro si sono riveÌati dei pessimi marinai, ed io un ingenuo. Lalezione mi ha insegnato che quando si è alla guida di una barca non bisogna iasciarsi influenzare da chÌcchessia. ed invecc bisogna usa- re la propria testa (... e le proprie carte). Almeno se si sbaglia non resta che prendersela con se stessi. Sostammo cinque giorni a Portori- co, un po' per fare i turisti, e per e per rilassarci dopo le awersità incontrate neì giorni precederrti. ed utr po' per asciugare l'interno della barca, le 60 carte dì navigazione che erano com- pletamente inzuppate d'acqua sistemare lo scatolame (1'acqua aveva scollato le etichette, e ci siamo pentiti di non avere scritto in precedenza su ogni scatola il suo contenuto con una matita grassa, come rnolti fanno). Da aliora in poi. ogni giorno a tavola c'era quello che Annette chiama- va "la surprise du chef', perchè era impossibile conoscere il contenuto di una scatola prima di aprirla. 82 FoRzA 1- ApFr tLE 't976 Ritorno alla Martinica La seconda parte della nostra crociera è stata senz'altro più impegnativa. ed il percorso non meno interessante del .precedente. Le Isole Vergini sono completamente diverse dalle Grenadines, e molto piu sviluppate econornicamente (quelle USA in particolare); il paesaggio cambia completamente, queste isole sono piit aride e generalmente piu basse, il clirna è piir fresco ecl il mare frequentato da gros- si ketches e schooners clre svolgonct attìvità charter. E' importante ricordare elre gli Srari Uniri lranno un sistema di segnalarnenti con le boe diverso dal resto del nrondo. e che, ad esempio. entrando in un porto occorre lasciare le boe rosse sulla dritta anzichè a sinistra. Ciò ha spesso causato ir.rcidenti nelle Vergini. in quanto le isole inglesi e quelle americane sono vicine le une alle altre e se si fa confusione si rischia di finire su uno sco- glio. A Charlotte Amalie (St. Tho- mas) abbiamo sostato due giorni per alcune riparazioni che abbiamo eseguìto con i mezzi di bordo (nella lunga bolìnata per risalire da Portorìco avevamo rotto entrarlbi i genoa e i'attacco in coperta di uno dei due stralli di prua). Proseguendo sempre contro vento abbiamo risaiito 1o stupendo canale di Drake (dove incrociava per attaccare i galeoni Spagnoli i1 famoso pirata ingiese) fino a raggiungere Virgin Gorda. Da 1ì il mare verso Est appare completamente libero, ed invece a circa 25 miglia a NNE si estende il banco e l'isola di Anesada. una striscia di terra assolutaniente piatta e completamente circondata da barriere di il corallo: sembra che SISTEMI DI ANCORAGGIO ,, ab [e.! s{,'.;9)'1',,q nu- mero enorme (circa 300, dice il portolano) di navi che hanno trovato sul- le barriere di Anegadà il loro eterno riposo sia dol.uto alla Corrente Equatoriale (sconosciuta fino aila fine del secolo scorso), che essendo diretta da W verso E, portava a volte su queì banchi le navi provenienti dall'Europa. Le poche decine di abitanti di di famiglìe che prowedevano al loro sostentaAnegada sono discendenti mento predando le navi che venivano ad incagliarsi sulla barriera, e la fama sinistra dì questa isola è così grande, che ancora oggi perfino i Lloyds di Londra escludono dalle normali polizze assicurative i danni derivati da un naufragio su quest'isola, e le barche che effettuano attività charter nella zona escludono oerciò accuratamente I'isola dalle loro èrociere. L'ultimo incidente era awenuto un mese orima: un grosso ketch proveniente dall'lnghilterra si era piantato sulla barriera e I'equipaggio si era salvato facendo uso della zattera autogonfiante. Tutte queste notizie ci avevano fatto venire una gran voglia di andare a visitare Anegada: decidemmo di partire da Virgin Gorda alle prime luci del gior- - \' I -t t''i - ' 'z í. ' /,-:-:-i-. /\r \ \ ( corrente cambìa. la barca ruota intorno alla. prua, mantónendo praticamente la 4) Ancoraggio ad un molo esposto al mafe: lnllne! puo essere necessarlo or- t- .r Slcn M*"q no in modo di arrivare in prossimità del banco con il sole alto sull'orizzonte per meglio vedere il fondo, dirigen- do verso la costa sottovento delf isola dove la barriera di corallo è oiù sotti- le. e prendendo continui rilevamenti poppa della sommità di Virgin in Gorda, appena visibile dietro di noi. L'atterraggio riuscì bene, facilitato dal basso pescaggio di Mamaroa (m 1.35) ed in condizioni di assoluta sicurezza (alla minima avremmo virato di bordo rncertezza guadagnan- do acque libere e ritornando a Virgin golata a mezzo del verricello in pozzetto. Gorda). Restammo per due giorni sull'isola, la cui costa nord è completamente di- sabitata, facendo lunghe passeggiate sulle interminabili spiaggie di bianchissima, il sole accecante, sabbia il cielo blu ed il profumo dell'Oceano portato dal vento. Alla partenza da Anegada. risalimmo di bolina per un giorno intero il vento, il mare e la corrente Equatoriale, per evitare di passare troppo vicino al banco esterno delI'isola. e dooo avere avvistato alle 02.00 del mattino sesuente f isolotto di Sombrero (oggi ciè un faro sulla FoBzA i - APRTLE 1976 83 Una fortezza a San Juan di Porto Rico. Può capitare, nella zona, di ricevere visite. a bordo da parte della polizia. Bisogna prepararsi in tal caso a meticolose perquisizioni. duri. ma il sacrificio è stato ricompensato daile brevi visite a terra (quelle isole, tagliate fr,rori dalle correnti turistiche a causa della fi:rancanza di attrezzafure. sono pressochè intatte). Splen- sua sommità) dirigemmo in sicurezza, mura a sinistra e di bolina stretta St. Martin lmetà francese e su metà olandese). dove arrivammo molto stanchi al tramonto del secondo giorno di navigazione. Due giorni dopo eravamo a St. Bartlemy, nelf incantevole porto di Gustavia, uno dei piir belli che abbiamo visìtato (i1 nome viene dal nome del Re di Svezia nell'epoca in cui I'isola era svedese. ora invece è france- dida è Saba, che assomiglia alla nostra Montecristo, è 1a cìma conica di una montagna sommersa, i fondali scendo- no ripidissimi, non ci sono ridossi. e nei suoi paraggi abbiamo incontrato due balene che sembravano giocare tra loro, le code erano più grandi di Mamaroa e battevano I'acqua con colpi se). Da quel punto fino ad Antigua non abbiamo più incontrato nessuno, il semplice fatto che Saba. St. Eustache, St. Christopher e Barbuda non hanno porti, ed abbiamo Passato per ìe soste notturne rollando disperatarnente nonostante ormeggiassimo Mamaroa con un'ancora a pnta ed una a poppa, per orientarla perpendicolarmente alla direzione dì provenienza delle onde). Quei giorni furono molto sorJi. In quei giomi abbiamo verrnìente fatto ia vita dei gabbiani. ed abbiamo avuto la sensazione di appartenere piir alla fauna marina che a quella terrestre. A Barbuda, difficile da avvicinare in quanto anch'essa (come Anegada) circondata di coralli, ma fortunata- mente piit elevata, e pressochè disabitata (è stata per secoli centro di raccol- DUE PAROLE SULL'AMBTENTE Qualcl.re precauzione ò necessaria per là massima tranq uillità al- assicurare I'equipaggio di uno yacht nei Caraibi. La popolazione locale è generalmeute ospt talè ed amabilc, a volte però I'estrema povcrtà di alcurre locrlità. rmaro retaggio del passato coloniale, può gcnerare nei colfìonti di chi arriva su utla barca da diporto un'atmosfera, se non ostrle, certamente non proprio favorevole. Inoltre in alcune zonc (per es. dintorni di Portorico, ehc non è proprio un poslo pcr tisso teatro di imPrese abbando, trafÎico di difficile trovare in un o di barche e Persone oppoltuno guudarsi sempre un po'intorno, non esltale a partìre se in un posto c'è qualcosa che non convince, evitare ancoraggi notturni 84 FoRzA 7 - APFItLE 1976 solitarii (a meno che non si tratti di ulla isola disabitata o di una barriera di corirllo lontatra dalla costa), avere possibilmentc un'arma da fuoco a bordo e soprattutto non lascjare maì a lungo la barca incustodita La natura a terra non offre particolari motivi di preoccupazione, a parte la Presenza di qualchc rettile, c del fiutto di r-rn albero, chiamato "crab appìe" in ir.r- glese, che ha l'aspetto dì una piccola meIa. è dolce e molto buono (dicono) da mangiare. ma è mortalmente vclenoso' Inollre in alcune zone ò meglio tlon mansiare i pesci di fondo (quclli peìagici soi-,o sert.tpt" cornmestibili) a causa della prescnza sul fondo di alghe che contenminerali di ratne. 'sonoInfinc, nel fare il baglro e pesca srtbacquea, è bene stare attenti agli squali. ta degli schiavi), il mare è straordinariamente ricco di pesce. Un giorno andando a Pesca cotl il fucile (ci andavo ogni volta che desi- deravamo malgiare del pesce. era come andare al rnercato) ho trovato in un buco in soli 4 metri d'acqua. è una scena che non dirnenticherò, tre piccole cernie una murena e due aragoste in simpatica compagnia. Ho preio soltanto una cernia (la piir piccola perchè entrava in padella) ed un'aragosta per Annette. scusandomi a gesti con gli altri abitanti per I'intrusione. Ma il tempo incalzava, ed abbiamo ripreso il cammino, alla rnedia di un'isoÌa al giorno. Ad Antigua abbiamo passato una notte nel famoso English Harbour. uno splendido porto a sud dell'isoìa. che era la principale base Inglese dei Caraibi, (uando cominciò a brillare la stella di un giovane ufficiale. di nome Orazio Nelson. E quindi Monserrat, la francese Guadeloupe. i tranquilli isolotti des Saintes, e Dominica, scarsamente abitata e regno incontrastato de11a fore- naturale sta tropicale. 11 21 Febbraio Mamaroa rientrava a Fort de France dopo aver percorso circa duemila miglia nel maie dei Caraibi, trovando tra le barche rlh fonda vecchie tonostenze e nut-rvi arrivati. Eravamo alla fine deÌ capito1o Atlantico, e già il nostro pensrero si volgeva ìndietro, a ricordare i1 paesaggio così variabiÌrnente bello di questà-isole. punto d'incontro delle civiltà europee con il nuovo mondo. Restava ora i1 "problema" di rientrare in ltalia. Massimo Cerracchio (7 continua) l'aoeritivo questa volta con Annette, chè aveva iridossato per l'occasione il suo migliore vestito: tra un Pastis, un Dubonnet e qualche palatina lritta. in oochi minuti il protilerna era risolto, òi saremmo dovúti presentare l'indomani rnattina alle O7.00 sottobordo, con la barca disalberata, rimorchiando I'invasatura (che avevamo acquistato di occasione per 40.000 lire,- e che era di legno e quind,i_grlleggiava).. La sru della nave avrebbe Preso Prlma iinvasatura e poi la barcr. adagiandovela sopra. E così altre 150-000 lire erano ialve. Arrivammo puntuali altto il "Circea" (per le cime di ormeggiare ci vol I'appuntamento s della nave cui dléponevamo. : i noi), ma era oltie 15 metri la grossa solo nel tardo po alla nostra sru della nave si atfac óarte. Annette si arrampicò a bordo iu una lunga scaletta di corda come un oirata (ie mancava solo il classico pugnale tra i denti), ed io mi calai in àcòua per assicurare dei cuscini di tela di sàcco tra lo scafo ed i cavi di acciaio .che imbragavano Mamaroa, quindi salii sulla barca e fui issato cbn essa, vivendo momenti di apprensione mentre la gru che si muoveva a I'abc oer traversare I'atlantico le, raccogliendo la loro posta da im- UOMO I,IBERO, TU AMERAI IL MARE Così disse Beaudelaire, cosi dice l'autore di questo articolo al termine delle sue 7000 miglia di mare su una barca di 7 metri. Ma ci sono anche problemi più venali: per esempio, come si fa a spedire la barca con una nave? Massimo Cerracchio bucare a Parigi e dandoci aPPUntarnento a Marsielia. Il giorno seguente, ouando il Jum"bo dell'Air France de- cbllò. Annette si commosse vedendo dal finestrino, nella larga virata che I'aereo compiva per far rotta verso la Francia. le insenature e gli ancoraggi che ormai conoscevamo a memorla. ll passaggio daI caldo sole della Martiniòa al-òielo umido e piovoso di Parigi fu un po' brusco, e òi mise di fronte alla reàltà del ritorno. Avevo un .po' temuto questo lîomento, 1l pensrero di non riì-rscire ad adattarmi di nuovo al grigiore dell'inverno ed al rumore della iittà. ed invece mi accorsi con piacere che Parigi era ancora ai miei òcchi la meraviglia di sempre: dentro pensavo che certamente è bello parti ie, quando però si può ritornare. Ritorno all'Argentario Annette da Parigi, io da NaPoli e Mamaroa da Gibilterra, il 16 Marzo eravamo di nuovo insieme a Marsiglia. viassio. Spedire una barca è molto sefrólic.. de non si bada a spese. affidanàosi ad un'Agenzia per 1é pratiche er curare alla fine di bordo e doveva- le spese, per cui effettuammo da soli le pratiène doqanali. "diritti spendendo tra tasse. vari solo 10.000 lire bolli e (l'Agenzia ce ne aveva chieste quasi FORZA 7. MAGGIO 1978 cui la nave era accostata e questo slgnificava per me noleggiare un autoóarro e le' spese di ala-ggio e traspo.rto sarebbero sttte un altro durU colpo alla cassa di bordo. Non insistei colnunque ed il giorno successivo mi presehtai al Coóandanle all'ora del- Le ultime 80 foto, portate a sviluppare a Parigi. non erano purtroppo^riuscite. poiéhè la nostra macchina lotosrafica aveva un controllo elettronico éell'apertura del diaframma, e l'umidità ti la salsedine avevano bloccato il he ce ne Potessimo io quindi. nel caso a bórdo di una baruna macchina foto- ionamento sia esclusivamente meccanico. oppure. rneglio ancora, di una nracchina subacquea. Le operazioni di scarico di Mamaròa furono rapide, e dati i coldiali rapporti con I'equipaggio del Circea, ottèiini facilmente di mettere la barca direttamente A sinistra, lo sbarco a Marsiglia della nave Círcea: Annette porta a rímorchio la grossa invasatura che sarà regalata al locale club nautico. Sotto, FDrt de France capitale della Martinica dove "Mamaroa" ha terminato la sua lunga crociera atlantica e nei Caraibi. montare I'albero, basta farlo ruotare : mo in poppa con la sola tormentìna a mone a vento come ai bei tempi, sebi pullovers e le cerate ci rièordassero che ormai le Antille erano lonta- zio vivamente per.i' mrJ una panoramlc ho dovuto affronta nette per le Antille bene dimostrat ri difficol barca (non importa de, questo dipénde bilità economiche) semplice e robusto, vo, 26 Marzo alle 08.40, dopo aver bolinato tutta la notte contro ùn fastidio- in porto, dove attendemmo un giorno che il vento calasse. Il 23 travamo sceso paurosamente a 970 mmb, pensai con leggerezza che lo strumento si era guastato. Alle 12.00 eravamo a poche miglia da Capo Corso, ed Annette stava preparando una frittata. quando arrivaror.io le prime ralfiche. Iri dieci minuti si scatènò il finimondo, faad ammainatutta la ran- r.:i.oLxki* pala del timone a vento. 11 colpo di vento veniva da NNE, quindi scappam- a festeggiare Mamaroa. La nostra meravigliosa piccola barca, nonostante le o1- tre 7000 miglia perco no altrimenti, perchè una raprdamen te se resta splendida loima;'e in ere hia personale e quindì discutibilissimo. - Per cominciare, dal momento che è necessario un certo ordine mentale per condurre una barca, c'è anche il pèri colo, se non ci si autocontrolla, di diventare eccessivamente precisi e pignoli. e questo è un male, perchè un simile comportamento è in Contrasto con la in un porto. mentre per mantenersi giovane ha bisogno. prrrprio come gli úomin1, 01 navlgare. Conclusioni In questi otto articoli ho cercato di fornire-ai lettori di ForzaJ (che ringra- come fine, lasciando quindi lo spazio necessario alla fantasia ed alla pòesia, senza le quall la vita perde il suò sapoFORZA 7. MAGGIO 1978 lità. Drlla riflessione poi ogni essere umano trarrà una lezione di umiltà, cosa la continuazione, ed a volte più in generale la trasformazione nella continuità, delle specie. Queste cose, del cosidetto mondo civile esistono altre realtà, altre filosofie di vita, altre verità, forse. Ed allora? Siamo veramente convinti che è qui da noi che si costruisce jl futuro migliore per 1'uomo? Personalmente, non lo so c'è il pericolo, in e un allontanarsi dalla Ienenza, isolarsi, il i gusclo cne giusto. "Libertq e partecipazione", dice la bella caîzone òi Gabèr, ed è soprattutto per questo la Mamaroa, barca di sette metri protagonista delta crociera atlantica di 7000 Eccola mentre viene scaricata dalla stiva del grande cargo che l'ha riportata in miglia. Europa. re. Sarebbe infatti un peccato sciupare un'occasione per ritrovarsi con il mare, con chi si ama e con se stessi, richiudendosi in un ottuso tecnicismo e limitandosi a macinare come dei ro- portantissima: si può vivere.piacevol- un'occasione per partire non si presenta spesso. anzi credo che (almeno per noi'che iavoriamo per viveie) que- di bot miglia su miglia. Anche perchè piir diffiòile da realiízare. Per riuscire a sganciarsi. sia pure quanto ci per pochi orre ìnfatti lega al no ed essere afîrontare rica ideale. sostenuti ita è la cosa mente su una barca anche senza sapere nulla o quasi di vele, di rotte e di- manovre, soltanto se 1o si vuole ( Annette possiede grandi capacità 'se istintive; e si è nel[o stato d'ànimo accettare serenamente le difficoltà trovarsi in mate .a quanto al- lacrle per ,plu l10no Dene anche non a ter- lei, senza il fianco. Senza di suo sórriso, la sua serenità visto Ansa, il suo probabilo. Da lei ho appreso, tra le molte cose, una imFORZA 7. MAGGIO 1976 tutto e contro tutti, ne ideologi morale, comoda ha il su se proprio ri come nella luzione, una ficativa, che ni di libertà. Niente invece, credo, puo 1'ansia lo sposare una tiene appagare di libertà dell'uomo, quando il cercare di c saegio che v rare. alra qu o mentire, e tura rivolta necessariamente questo è il (e purtroppo nort òonie collettività, dramma) è rivolto al bene, aiche se poi a volfe la sua debolezza sembra affermare il contrario. carica, oltre che nel desiderio di una pausa di riflessione nella mia vita di di Annette al mio gran lasco la corrente, oppure se risalire il vento ed il mare,-anche contro come individuo I lavoro e di un ritorno pur temporaneo alla vita semplice a contatto con la natura, soprattutto nella presenza lasciandogli la sceìta. per mo spazio, ^in termini nau tici. se seguire al dirla templazione trarrà gioia il credente, che'vedrà nelle meraviglie e nel mistero dell'Universo la presenza di Dio, e trarrà conforto I'ateo, che troverà nelIa freddezza del vuoto assoluto degli spazi interstellarì e del rapporto di causa argomenti a sostegno basata appunto sul p Ed ora vi lascio, cari lettori. Per fortuna, le strade che. ci si aprono da.vanti sono molte, ed il mare non è che una di queste strade. Ad Annette ed a me è toccato in sorte, in questa breve parentesi vissuta su Mamaroa, di segùire f invito di Beaudelaire, il poeta-francese che ha scritto: "Uomo libero, tu amerai il mare". Massimo Cerracchio (8 - fine )