C`ERa una volTa LLAUSTERITY
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C`ERa una volTa LLAUSTERITY
finance anno I numero 02 - luglio 2013 Trimestrale di informazione finanziaria - Direttore Responsabile: Alessandro Chiozzi - Editing e grafica: The Van Group scenario C’era una volta L’austerity prima aumento delle tasse e tagli alla spesa sembravano imprescindibili. oggi sono in tanti a NON CREDERLO: In un clima COSì, le aziende non investono N ovembre 2011. L’Europa era in piena recessione, in Italia da poco c’era un nuovo Governo e sembravano non esserci dubbi sulla via d’uscita alla crisi: serviva l’austerity. Politici ed economisti sembravano essere concordi nel proporre come uniche alternative programmi di tagli alla spesa e misure di inasprimento della pressione fiscale per salvare alcuni Paesi, Grecia in primis, che versavano in condizioni difficili. Il concetto, in effetti, sembrava ineccepibile: si fanno sacrifici per un po’, poi ritorneranno i bei tempi. Anche una nutrita parte dell’opinione pubblica sembrava convinta. Rigore eccessivo? Oggi, invece, le certezze non sono più così solide. E, a sorpresa, è il Fondo monetario internazionale – che insieme a Ue e Bce forma la Trojka che ha spinto per l’adozione delle misure di austerità – ad ammetterlo. Nel rapporto pubblicato il 5 giugno sul Wall Street Journal, infatti, l’Fmi sostiene di aver sottovalutato i seguito altre strade durante la recessione – finanziando politiche per crescita e sviluppo – ora sembra passarsela meglio: ad esempio Stati Uniti (disoccupazione in calo e Pil al 2,2% nel 2012) e Brasile (disoccupazione ferma intorno al 5%). danni provocati dall’austerity in Grecia, dove la disoccupazione, al sesto anno di recessione, è piombata dal 7,9% del 2008 fino al 26,8% di marzo 2013. Nei Paesi in cui è stata scelta la strada del rigore, si è assistito a un notevole decremento dei posti di lavoro (in Italia la disoccupazione è passata dal 6,7% del 2008 al 9,8% del 2012) e a un crollo dei consumi. E l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) mette in evidenza nel Rapporto sul mondo del lavoro 2013 come chi abbia Editoriale Guardarsi dentro PER migliorARE Massima attenzione ai costi. Ottimizzazione delle spese ed eliminazione di quelle non strettamente necessarie. Promozione delle attività che portano valore aggiunto. Ecco quali possono essere gli effetti (positivi) della crisi sulle aziende, sempre più “stimolate” a guardarsi dentro per individuare le aree su cui migliorare per raggiungere una maggiore efficienza. Ma per raggiungere questo ambizioso obiettivo, che in pratica significa assicurarsi il futuro, c’è bisogno di guide, di persone che abbiano le competenze per individuare le aree su cui migliorare. Dove intervenire? E come? Sono queste le domande a cui un Controller sa dare risposta, per poi pianificare le strategie più opportune di intervento. Non a caso, infatti, si tratta di una figura sempre più richiesta per le sue competenze finanziarie, gestionali e relazionali. Una figura che noi di Randstad Finance conosciamo bene. Cambio di passo Anche Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, nel suo recente appello invita a intraprendere politiche industriali che diano «maggior impeto alla crescita e liquidità alle imprese». Perché la crisi depressiva generata dall’austerity, secondo quanto emerge da una ricerca di Accenture ripresa dal Financial Times, riduce gli stimoli a investire in sviluppo e innovazione: “Con la domanda interna in caduta libera e in un clima di incertezza, le imprese non fanno investimenti e il mercato s’impoverisce” si legge nel report. Se ne è accorto anche il presidente della Commissione europea Manuel Barroso, che ha parlato espressamente della necessità di un ammorbidimento dell’austerity. È cambiata la strategia contro la crisi? n CrISI E OPPORTUNITà Alla ricerca dell’efficienza le imprese puntano a monitorare e ridurre i costi individuando iniziative che portino valore aggiunto A usterity o non austerity? Se le istituzioni politiche e finanziarie discutono, le aziende sembrano suggerire una terza via: l’efficienza, che in primis si traduce in monitoraggio e riduzione dei costi. «Migliorare l’efficienza aziendale – Marco Santa, Planning and Controller Manager di Randstad – significa introdurre inizia- ➤ segue A pagina 2 finance anno I numero 02 - LUGLIO 2013 segue da pagina 1 risorse umane CONTROLLORI Ma NON SOLO il controller È un ruolo strategico: oltre a costi e bilanci, è molti attento ANCHE a relazioni e obiettivi I Controller sono gli arbitri del conto economico, tengono sotto controllo il bilancio e si occupano di gestione e analisi delle chiusure dei conti. Ma dialogano anche con il Financial planner, che monitora la posizione finanziaria dell’azienda fornendo report periodici. Caterina Alessi di Randstad Professional: «Il controllo di gestione consente alle aziende di pianificare, monitorare e interpretare gli andamenti dell’attività e fornire al management indicatori oggettivi prima, durante e dopo la fase decisionale. Laureato in economia o in ingegneria gestionale, il Controller avvia la carriera con uno stage per poi ricoprire funzioni di responsabilità e coordinare un team». Deve avere ottime capacità relazionali: mantiene rapporti per ottenere informazioni fondamentali per budget e analisi. «Il lavoro – aggiunge Francesca Armeni della Specialty Finance di Roma – ha periodi di alta intensità e la natura dei compiti è molto orientata alle scadenze». Elena Conti della Specialty Finance di Torino: «Nel lavoro rientrano anche la partecipazione alla definizione degli obiettivi e alle attività di forecasting». L’elevata specializzazione spiega anche la grande possibilità di carriera: «La posizione – aggiunge Elena - è quella più elevata all’interno del servizio di controllo di gestione, per cui vi si può accedere anche da altre posizioni del settore amministrativo e finanziario». Dopo un’esperienza da Controller, il candidato può ambire anche a una posizione di Direttore di amministrazione e controllo. «Non è un caso che sia tra le figure più richieste della nostra Specialty», spiegano Annalisa Iannucci e Silvia Di Tacchio di Milano. n Randstad Finance una mole di Numeri eccellenti A Torino ha sede una delle prime unit specializzate in Finance & Administration di Randstad. Attiva dal 2008, è composta dalle Account manager specializzate Tania Brusamolin ed Elena Conti, coordinate da Sarah Lorenzati, Unit manager. Il focus principale è sui profili in contabilità, controllo di gestione, addetti paghe e specialist dell’ufficio credito, oltre a un buon numero di richieste di risorse specializzate in ambito assicurativo. La unit Finance segue il territorio del capoluogo piemontese e della provincia, e nel primo semestre del 2013 ha preso in carico oltre cento richieste di personale da aziende di settori diversi, con un tasso di evasione delle richieste sopra l’80% e tempi medi risposta sotto i 5 giorni. Questo grazie all’esperienza del team e ai processi dedicati che caratterizzano la specializzazione Finance di Randstad. La velocità di reperimento delle candidature è uno dei fattori di successo: nel tempo, poi, la unit è riuscita a consolidare partnership a 360 gradi con le aziende clienti, introducendo anche i servizi Randstad di ricerca e selezione permanent, formazione e inserimento di personale appartenente alle categorie protette. tive che possano portare valore aggiunto, individuare rischi e opportunità, capire che cosa non va e chi può fare di più. Siamo i co-piloti, diamo una direzione, supportiamo il management in ambito decisionale e di pianificazione attraverso il controllo delle performance economicofinanziarie. Il nostro compito è mettere in dubbio ogni decisione. Siamo dei “rompiscatole”, in senso positivo». Rompiscatole che portano valore aggiunto, specie in un momento di crisi in cui si assiste a una diminuzione delle risorse. «I costi dell’azienda e l’efficienza in termini di opportunità sono i nostri focus. E in un periodo del genere esprimiamo il meglio». Tecnologia in aiuto Marco Santa racconta anche come nasce un’iniziativa di cost saving di successo. Gli step sono fissi: si individua un’area di miglioramento, vengono proposte delle idee e alla messa in pratica segue l’analisi economica. «Il coordinamento delle idee, però, è la fase decisiva. Se nessuno le organizza e le sviluppa non si creerà mai quel valore aggiunto che è il nostro obiettivo», spiega. Come nel caso dell’iniziativa Randstad Investimento su Voip tecnhology, in cui l’area di miglioramento era quella dei costi di viaggio, vitto e alloggio per meeting nelle 170 filiali italiane. Due strade sicure Interviene Giorgio Cinciripini, presidente dell’associazione di categoria Assocontroller, che svela le strategie di controllo più valide: «Sicuramente il benchmarking, ovvero parametrare le performance di un’azienda, di una filiale, di una divisione rispetto alle altre; in pratica migliorare grazie al confronto, attività efficace se fatta a cadenze temporali molto ampie. Oppure c’è l’Abc, che sta per Activity based costing, metodo basato sull’analisi delle attività dirette e indirette che tutti compiono in un’organizzazione». n