Una mosca mette in ginocchio l`olio d`oliva
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Una mosca mette in ginocchio l`olio d`oliva
302 - dal 20 novembre al 2 dicembre 2014 AGRICOLTURA Una mosca mette in ginocchio l’olio d’oliva Prezzi destinati a salire, ma è bene non rinunciare all’olio d’oliva che resta il migliore e più salutare tra i grassi 37% Meglio quello nostrano, ma possiamo stare abbastanza tranquilli su quelli esteri Roberto Lessio C’è già qualche amministratore locale che sta chiedendo lo “stato di calamità naturale”; quasi si trattasse di un cataclisma imprevedibile. Ma lo straripamento dei fiumi, le inondazioni e il dissesto idrogeologico a cui stiamo assistendo per l’ennesima volta anche in queste settimane, non c’entrano nulla. Si tratta di una semplice “lotta biologica” per la sopravvivenza. Nella battaglia quotidiana per accaparrarsi il nutrimento per la propria specie, per quanto riguarda il nostro pregiato olio di oliva, quest’anno ha vinto di larga misura la Bactrocera oleae, meglio nota come mosca olearia o mosca dell’olivo. Dunque: prezzi alle stelle e frantoi vuoti. Ma di che cosa si tratta in realtà? La mosca è un insetto la cui femmina adulta normalmente depone un uovo nel nocciolo dell’oliva (la cosiddetta drupa) quando il frutto è an- IL CALO DELLA PRODUZIONE DI OLIVE NEL LAZIO QUEST’ANNO RISPETTO AL 2013 (Fonte Ismea) cora in fase di crescita ed ha un diametro di circa 7-8 millimetri. Con la schiusura dell’uovo la larva comincia a nutrirsi della polpa per poi diventare crisalide ed uscire dall’oliva una volta diventata a sua volta adulta. A quel punto il frutto è praticamente devastato e cade da ALLARMISMI E RISPOSTE INTELLIGENTI DELLA NATURA Recentemente in Puglia sono comparsi estesi e rapidi disseccamenti della chioma degli olivi. Si è stimato che nel 2013 lʼarea abbia raggiunto una superficie di 8000 ettari. La causa è stata attribuita alla Xylella fastidiosa, un batterio trachefilo (impedisce i rifornimenti idrici allʼinterno della pianta) che normalmente è ospite di oltre 100 specie vegetali. Il fenomeno è stato attribuito allʼeccessivo utilizzo dei diserbanti negli oliveti. Anche in questo caso lʼallarme sociale è stato notevole. Tanto che la Regione ha stanziato subito consistenti fondi per analizzare e contrastare il fenomeno. Si è parlato di 5-600 mila piante da sradicare. In realtà già dallo scorso anno ci si è accorti che gli ulivi non erano affatto morti. Avevano semplicemente reagito a modo loro ad un attacco parassitario “rinforzato” dai trattamenti biologicamente scorretti compiuti dagli agricoltori. Si è trattato dellʼennesima risposta intelligente della Natura alla stupidità umana. questo insetto è alquanto furbo perché letteralmente “assaggia” ogni oliva prima di deporre le sue uova, quest’anno si sono determinate le condizioni per avere olive “molto buone” per la sua riproduzione. Il risultato è stato che invece di un solo uovo per frutto se ne sono trovati anche 2025. I normali trattamenti, sia chimici sé in terra. Normalmente gli attacchi che biologici, hanno potuto fare poco. Nel Lazio il calo della produzione si della mosca colpiscono circa il 10% delle olive perché avvengono verso la attesta intorno al 37%, ma in alcune fine di luglio; cioè quando le tempera- zone, soprattutto nella fascia dei monture sono le più alte in assoluto duran- ti Lepini il calo ha raggiunto percentuali del 60-70%. Un grave problete l’anno e il caldo è relativamente ma per i produttori e per i fransecco. Con temperature superiori toi, ma comunque del tutto a 32 gradi la mortalità delle normale all’interno dei uova arriva anche cicli biologici. Solo all’80%. La pianta delL’extravergine che ormai nel nostro l’ulivo si è sviluppata Paese ogni evento nell’area del Mediitaliano è il negativo si trasforterraneo soprattutmigliore. Ma comunma automaticato grazie a questi que quello spagnolo, mente in una fattori climatici faemergenza e come vorevoli. Ma tale litunisino e marocchisempre invece di mitazione biologica no ha stesse qualità affrontare la causa e naturale del parasal 95% del problema si cerca sita, quest’anno non si di lenirne gli effetti a è verificata: c’è stata colpi di dichiarazioni di molta pioggia durante le “stato di calamità naturale”. fasi di fioritura delle olive che In molti si sono subito affannati a già di per sé avevano determinato una scarsa allegagione (il passaggio dare la colpa ai cambiamenti climatici da fiore a frutto attraverso l’impollina- e al tempo “pazzo”, come se questi fatzione). Il primo attacco è partito già a tori metereologici non dipendessero fine giugno. Successivamente le tem- comunque da attività umane insosteperature relativamente miti non han- nibili sotto il profilo ecologico ed econo impedito l’ulteriore ovideposizione nomico. Anche se molti preferiscono delle femmine di mosca già abbon- comprare italiano, stavolta possiamo dantemente numerose. E siccome stare abbastanza tranquilli: il 95% del- le qualità organolettiche dell’olio di oliva italiano, soprattutto di quello extravergine, è identico a quello spagnolo, tunisino e/o marocchino. Le poche differenze nutrizionali sono dettate proprio dalle caratteristiche climatiche e ambientali di dove sono coltivati gli olivi, mentre le differenze di prezzo determinano le condizioni sociali ed economiche dei rispettivi Paesi. Quindi se quest’anno avremo poco prodotto in Italia, lo prenderemo dagli altri Paesi mediterranei a prezzi equi (esattamente come facevano gli antichi romani) e cercheremo tutti insieme di espandere il consumo mondiale di questo valido alimento, preferebile a margarine e oli di palma e simili ecc. ecc. Il consumo di olio di oliva nel mondo, ritenuto in assoluto il più salutare tra i prodotti grassi oleaginosi, rappresenta appena il 3% del consumo totale tra i grassi saturi e insaturi.