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MINUTI 216_Layout 1 30/01/15 11.42 Pagina 21 Le leucemie: una review rivolta al medico di base AMANDA S. DAVIS, AnMed Health Family Medicine Residency Program; ANTHONY J. VIEIRA, University of North Carolina at Chapel Hill School of Medicine; MONICA D. MEAD, University of California – Los Angeles (USA) La leucemia è una patologia caratterizzata dalla proliferazione clonale di cellule staminali emopoietiche del midollo osseo. I quattro sottotipi con i quali il medico di base ha più frequentemente a che fare sono la leucemia linfoblastica acuta, la leucemia mieloide acuta, la leucemia linfocitica cronica e la leucemia mieloide cronica. La leucemia linfoblastica acuta interessa più frequentemente bambini, mentre gli altri sottotipi sono più frequenti nell’adulto. I fattori di rischio comprendono la predisposizione genetica e fattori ambientali, come ad esempio l’esposizione a radiazioni ionizzanti. I sintomi sono aspecifici e comprendono febbre, spossatezza, calo ponderale, dolori ossei, ecchimosi, emorragie. L’esame emocromocitometrico completo evidenzia in genere leucocitosi ed aumento o diminuzione di numero degli elementi delle altre linee cellulari. I pazienti in cui si sospetta una leucemia devono essere prontamente inviati ad un ematologo-oncologo. La conferma diagnostica avviene attraverso esami condotti a livello del midollo osseo o del sangue periferico. Il trattamento può comprendere chemioterapia, radioterapia, anticorpi monoclonali, trapianto di cellule staminali emopoietiche. Le complicanze del trattamento comprendono la sindrome da lisi tumorale e lo sviluppo di gravi infezioni attribuibili a immunodepressione. I pazienti sopravvissuti ad una leucemia vanno attentamente controllati alla ricerca di neoplasie secondarie, di complicanze cardiache, o di alterazioni endocrine come sindrome metabolica, ipotiroidismo e ipogonadismo. I tassi di sopravvivenza a 5 anni sono più elevati nei pazienti più giovani e nei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica o da leucemia linfocitica cronica. (Am Fam Physician. 2014; 89 (9): 731-738. Copyright© 2014 American Academy of Family Physicians). L a leucemia è una neoplasia maligna frequente tra i bambini e gli adulti. La patologia si sviluppa in seguito ad alterazioni dei normali processi di regolazione cellulare, e si manifesta con una proliferazione incontrollata di cellule staminali emopoietiche a livello del midollo osseo. Il tasso di incidenza adattato all’età, negli Stati Uniti, è di 12,8 casi ogni 100.000 soggetti per anno.1 La prevalenza della leucemia è in genere più elevata tra i soggetti maschi e di razza bianca, ed aumenta con l’avanzare dell’età.1 All’incirca un soggetto su 70 sviluppa una leucemia nel corso della propria vita.1 I quattro sottotipi di leucemia con i quali il medico di base ha maggiormente a che fare sono la leucemia linfoblastica acuta, la leucemia mieloide acuta, la leucemia linfocitica cronica e la leucemia mieloide cronica. Il medico di base deve essere in grado di riconoscere le presentazioni cliniche più comuni della leucemia, deve intraprendere la valutazione diagnostica iniziale, e deve essere a conoscenza degli interventi di sorveglianza e di monitoraggio dei pazienti che sopravvivono ad una leucemia. Fattori di rischio Diverse sindromi genetiche, compresa la sindrome di Down e la neurofibromatosi, sono associate ad un aumento del rischio di sviluppare, in età infantile, una leucemia linfoblastica acuta o una leucemia mieloide acuta.2 Un aumento del rischio di sviluppare una leucemia linfoblastica acuta, una leucemia mieloide acuta o una leucemia mieloide cronica è stato descritto in soggetti esposti a radiazioni ionizzanti, come ad esempio i soggetti esposti ad esplosioni atomiche, oppure gli operatori di radiologia prima del 1950, i pazienti con carcinomi sottoposti a radioterapia.2,3 Secondo evidenze raccolte da studi epidemiologici, la dose di radiazioni derivante da 2-3 tomografie computerizzate risulta associata ad un aumento statisticamente significativo del rischio di sviluppare una neoplasia maligna, comprese le leucemie; il rischio è più elevato tra i soggetti più giovani.4 L’esposizione ambientale a benzene (sostanza chimica impiegata nella produzione di vernici e materie plastiche, nonché rilasciata nella combustione di petrolio e carbone) rappresenta, in soggetti adulti, un dimostrato fattore di rischio per lo sviluppo di leucemie, ed in particolare di leucemie mieloidi acute.5,6 L’esposizione a pesticidi domestici durante la vita intrauterina e nel corso dei primi 3 anni di vita è associata ad un aumento del rischio di leucemia linfoblastica acuta in età infantile.6 Anche l’obesità determina un aumento del rischio di leucemia. Dati aggregati di una meta-analisi, riguardante studi di coorte, indicano infatti che un aumento di 5 kg/m2 21 - febbraio 2015 - Minuti MINUTI 216_Layout 1 30/01/15 11.42 Pagina 23 Sistema SORT (Strength of Recommendation Taxonomy, Tassonomia della forza delle evidenze): Indicazioni per la pratica clinica Indicazione clinica Livello di Referenze evidenza bibliografiche Una leucemia linfocitica cronica va sospettata in soggetti anziani con marcata leucocitosi ed epatoC 14 megalia o splenomegalia C 9,14 Nella valutazione di un paziente con leucocitosi occorre prendere in considerazione alcune cause comuni, come infezioni, infiammazioni, risposta da stress. Uno striscio di sangue periferico va ottenuto nei pazienti con: conta leucocitaria superiore a 20.000/μL (20 x 109/L); anemia; trombocitopenia; trombocitosi; epatomegalia o splenomegalia, linfoadenopatia; sintomi sistemici Quando sono asintomatici, i pazienti con leucemia linfocitica cronica in fase precoce (cioè indenni C 17 da anemia o trombocitopenia, e con meno di 3 aree di interessamento linfonodale), possono essere sottoposti a semplice osservazione, senza alcun trattamento C 22 I pazienti con leucemia, febbre e neutropenia (meno di 500 neutrofili/μL [0,5 x 109/L) vanno sottoposti a esami per la ricerca di infezioni, e devono iniziare un trattamento empirico con antibiotici ad ampio spettro I pazienti sopravvissuti a una leucemia sono esposti ad un rischio più elevato di neoplasie secondarie. C 8,23-25 Tali pazienti devono sottoporsi in maniera seriata a esami emocromocitometrici completi, nonché a esami di screening per neoplasie, definiti in base all’età e al sesso A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici. Per informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito http://www.aafp.org/afpsort.xml dell’indice di massa corporea risulta associato ad un aumento del 13% del rischio relativo di leucemia.7 Una storia di neoplasie maligne ematologiche rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di un sottotipo diverso di leucemia in un periodo successivo della vita.8 lore osseo. Epatosplenomegalia e linfoadenopatia sono rare tra i pazienti adulti con leucemia mieloide acuta, mentre sono presenti nel 50% dei pazienti con leucemia linfoblastica acuta.12 Un interessamento del sistema nervoso centrale viene descritto nel 5-8% dei pazienti con leucemia linfoblastica acuta.12 Presentazione clinica Leucemia acuta Bambini. Secondo 3 studi retrospettivi condotti sulla leucemia in età infantile (nel 75-100% dei casi leucemie linfoblastiche acute), i segni ed i sintomi di presentazione più comuni comprendono febbre (17-77% dei casi), letargia (12-39%), emorragie (10-45).9-11 Circa 1/3 dei bambini lamenta sintomi muscolo-scheletrici, in particolare a livello della colonna e delle ossa lunghe,9-11 il 75% presenta epatomegalia o splenomegalia, e quasi il 60% linfoadenopatia.9,10 Un interessamento del sistema nervoso centrale è presente, al momento della diagnosi, nel 7% dei casi.10 Adulti. La leucemia mieloide acuta è responsabile dell’80% dei casi di leucemia dell’adulto.12 I pazienti adulti presentano spesso sintomi sistemici come febbre, spossatezza, calo ponderale. Il paziente può riferire anche sintomi associati all’anemia, come dispnea o dolore toracico, oppure sintomi associati alla trombocitopenia, come ecchimosi, emorragie nasali, emorragie mestruali particolarmente intense. Nel paziente adulto è meno frequente il do- Leucemia cronica I sottotipi di leucemia cronica riguardano quasi esclusivamente pazienti adulti. Al momento della diagnosi i pazienti possono essere asintomatici. In circa il 50% dei pazienti con leucemia linfocitica cronica e nel 20% dei pazienti con leucemia mieloide cronica la diagnosi viene posta accidentalmente, in seguito al riscontro di una marcata leucocitosi ad un esame emocromocitometrico condotto per altri motivi.13,14 I sintomi sistemici sono meno comuni, e riguardano il 15% dei pazienti con leucemia linfocitica cronica e circa un terzo dei pazienti con leucemia mieloide cronica.13,14 Nei pazienti con leucemia linfocitica cronica sono frequenti epatosplenomegalia e linfoadenopatia.14 Nei pazienti con leucemia mieloide cronica è frequente la splenomegalia; uno studio retrospettivo di grosse dimensioni ha descritto una milza apprezzabile alla palpazione nel 75% dei pazienti affetti da tale patologia.13 Nei pazienti con leucemie croniche sono meno frequenti le emorragie e le ecchimosi. Alcune caratteristiche dei principali sottotipi di leucemia cronica sono elencate in Tabella 1.1,9-18 23 - febbraio 2015 - Minuti MINUTI 216_Layout 1 30/01/15 11.42 Pagina 24 Tabella 1. Caratteristiche dei principali sottotipi di leucemia Sottotipo Descrizione Pazienti tipicamente interessati Bambini e giovani adulti (53% dei nuovi casi in pazienti <20 anni) Adulti (responsabile dell’80% delle leucemie acute dell’adulto) Anziani (85% dei nuovi casi in pazienti >65 anni) Adulti Comuni caratteristiche Tasso di sopravvivendi presentazione za relativa a 5 anni* Leucemia linfo- Blasti allo striscio di sangue Sintomi: febbre, letargia, emor- <50 anni: 75%. blastica acuta periferico o all’aspirato miragie, dolore o disfunzione mu- ≥50 anni: 25% dollare scolo-scheletrici. Segni: epatosplenomegalia e linfoadenopatia Leucemia mie- Blasti allo striscio di sangue peSintomi: febbre, spossatezza, <50 anni: 55%. loide acuta riferico o all’aspirato midollacalo ponderale, emorragie o ec- ≥50 anni: 14% re; bastoncini di Auer allo chimosi. Segni: epato-splenostriscio di sangue periferico megalia e linfoadenopatia (rara) Sintomi: 50% dei pazienti asin- <50 anni: 94%. Leucemia linfo- Espansione clonale di almetomatici. Segni: epato-spleno- ≥50 anni: 83%. citica cronica no 5000 linfociti B/μL (5 x megalia e linfoadenopatia 109/L) nel sangue periferico Leucemia mie- Cromosoma Philadelphia Sintomi: 20% dei pazienti asin- <50 anni: 84%. loide cronica (gene di fusione BCR-ABL1) tomatici. Segni: splenomegalia ≥50 anni: 48%. * Il calcolo della sopravvivenza relativa è stato condotto mettendo a confronto una coorte di pazienti sopravvissuti a una leucemia (diagnosi posta nel 2005) ed una coorte simile di pazienti indenni da neoplasie. Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 1 e 9-18 Esami di laboratorio e diagnosi Quando si sospetta una leucemia il paziente va sottoposto ad un esame emocromocitometrico completo. In pazienti con leucemia mieloide cronica o leucemia linfocitica cronica il reperto di laboratorio fondamentale è rappresentato da una marcata leucocitosi, spesso superiore a 100.000 leucociti/ L (100 x 109/L). Più del 96% dei pazienti con leucemia mieloide cronica presenta più di 20.000 leucociti/ L (20 x 109/L); tale percentuale va confrontata con il 34-38% descritto tra i pazienti con leucemia mieloide acuta o leucemia linfoblastica acuta.9,10,13 Una leucemia acuta può presentarsi anche con leucopenia, associata ad anemia o a trombocitopenia. Altri utili esami diagnostici iniziali comprendono la misurazione degli elettroliti sierici e dei livelli di creatinina, gli esami di funzionalità epatica e gli esami della coagulazione. Quando il paziente lamenta sintomi sistemici o presenta febbre occorre ricercare la presenza di infezioni, mediante analisi delle urine, urinocoltura, emocoltura, radiografia del torace. Il successivo passo diagnostico prevede l’ottenimento di uno striscio di sangue periferico, e solitamente di un campione di midollo osseo (mediante aspirazione o biopsia). La Figura 1 riassume i passi iniziali da intraprendere nella valutazione dei pazienti in cui si sospetta una leucemia.15-17 Leucemia acuta Il sospetto di leucemia acuta deve sorgere quando uno striscio di sangue periferico o un campione di midollo risultano iper-popolati di blasti (cioè la 24 - febbraio 2015 - Minuti forma più precoce di cellule progenitrici ematopoietiche). Classicamente la leucemia mieloide acuta è caratterizzata dalla presenza, allo striscio di sangue periferico, dei bastoncini di Auer. Il riscontro di tali corpuscoli non è tuttavia comune; pertanto, per distinguere tra i diversi sottotipi di leucemia acuta, cioè tra leucemia mieloide acuta e leucemia linfoblastica acuta, è necessaria una immuno-fenotipizzazione mediante flusso-citometria ed esami citogenetici.15,16 La Tabella 2 presenta gli attuali approcci alla diagnosi di laboratorio dei diversi sottotipi di leucemia. Leucemia cronica La diagnosi di leucemia linfocitica cronica si basa sul riscontro di un’espansione clonale di almeno 5.000 linfociti B/ L (5 x 109/L) nel sangue periferico; questa osservazione va poi confermata da una immuno-fenotipizzazione. Per la diagnosi di leucemia linfocitica cronica non è necessario l’ottenimento di un campione di midollo osseo; tale campione può tuttavia essere utile per valutare, a scopo prognostico, l’estensione dell’interessamento midollare.17 La diagnosi di leucemia mieloide cronica richiede esami citogenetici o molecolari del midollo osseo o del sangue periferico, alla ricerca di un’alterazione specifica nota come cromosoma Philadelphia (gene di fusione BCR-ABL1).16 Nella leucemia mieloide cronica si osserva infatti una traslocazione reciproca tra il cromosoma 9 e il cromosoma 22, con formazione del gene di fusione BCR-ABL1, che altera i normali processi di regolazione cellulare a livello midollare. Il cromosoma 22 corto (cromosoma Philadelphia) viene riscontrato nel 95% MINUTI 216_Layout 1 30/01/15 11.42 Pagina 25 Valutazione di un caso sospetto di leucemia Leucocitosi (conta leucocitaria >11.000/μL [11 x 109/L]); verificata mediante esami ripetuti con emocromo e formula leucocitaria Predominanza di monociti: prendere in considerazione infezioni croniche, come la tubercolosi, o malattie del connettivo Predominanza di eosinofili: prendere in considerazione reazioni allergiche, infezioni da parassiti, o malattie del connettivo Predominanza di neutrofili: prendere in considerazione infezioni, infiammazioni, reazioni da stress, effetti di farmaci, asplenia, sequestro splenico Predominanza di linfociti: prendere in considerazione infezioni da CMV, EBV, pertosse, tubercolosi, asplenia, sequestro splenico Predominanza di basofili (rara): prendere in considerazione infezioni virali o condizioni infiammatorie Se è presente una qualsiasi delle seguenti condizioni, ottenere uno striscio di sangue periferico: Leucocitosi malgrado un trattamento iniziale Conta leucocitaria >20.000/μL (20 x 109/L) Anemia, trombocitosi o trombocitopenia associata Epatomegalia, splenomegalia, linfoadenopatia Sintomi sistemici da causa imprecisata (es. febbre, spossatezza, calo ponderale) Aumento del numero di neutrofili di aspetto normale: si veda sopra per le possibili cause di predominanza di neutrofili Aumento del numero di cellule progenitrici emopoietiche Linfociti atipici: CMV, EBV, HIV Marcato aumento del numero di linfociti di aspetto normale (>50% delle cellule nello striscio): possibile una leucemia linfocitica cronica In presenza di pochi blasti, aumento di basofili e di eosinofili: possibile una leucemia mieloide cronica Con aumento di blasti: possibile leucemia acuta Per confermare una leucemia mieloide cronica: esami citogenici o molecolari del midollo o del sangue periferico per la ricerca del cromosoma Philadelphia (gene di fusione BCR-ABL1) Per confermare una leucemia mieloide acuta (vs. una leucemia linfoblastica acuta): immuno-fenotipizzazione mediante flussocitometria ed esami citogenetici di sangue periferico o di campioni di midollo osseo Aumento del numero di linfociti di aspetto normale: si veda sopra per le possibili cause di predominanza dei linfociti Per confermare una leucemia linfocitica cronica: espansione clonale di almeno 5.000 linfociti B/μL (5 x 109/L) mediante flusso-citometria e immunofenotipizzazione di sangue periferico Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 15-17 Figura 1. Algoritmo per la valutazione di un caso sospetto di leucemia. (CMV = citomegalovirus; EBV = virus di EpsteinBarr; HIV = virus dell’immunodeficienza umana). Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 15-17. dei pazienti con leucemia mieloide cronica.19 Il restante 5% dei pazienti presenta un riarrangiamento cromosomico diverso, ma forma comunque il gene di fusione BCR-ABL1. Trattamento Quando si sospetta una leucemia il paziente deve essere inviato ad un ematologo-oncologo, per la conferma diagnostica e l’impostazione del trattamento. Il trattamento della leucemia acuta può compren- dere chemioterapia, radioterapia, anticorpi monoclonali, trapianto di cellule staminali emopoietiche. Il tipo di trattamento dipende dal sottotipo di leucemia, dai risultati degli esami citogenetici e midollari, dall’età del paziente e dalla presenza di patologie associate. Il paziente con leucemia linfocitica cronica in fase precoce (assenza di anemia e trombocitopenia, meno di 3 aree di interessamento linfonodale) può essere sottoposto ad un semplice monitoraggio, senza alcun trattamento. Una malattia in fase attiva viene 25 - febbraio 2015 - Minuti Depositato presso AIFA in data 22/10/2013 MINUTI 216_Layout 1 30/01/15 11.42 Pagina 27 Tabella 2. Esami di laboratorio comunemente utilizzati nella valutazione di una leucemia Esame Descrizione Applicazioni cliniche Aspirato o biop- Osservazione di una concentrazione Identificazione di blasti nella leucemia mieloide acuta e nella leucemia sia del midollo più elevata di cellule emopoietiche linfoblastica acuta. Nella leucemia linfocitica cronica l’entità dell’inteosseo ressamento midollare risulta correlato alla prognosi Esami Valutazione di interi cromosomi at- Individuazione del cromosoma Philadelphia (gene di fusione BCR-ABL1) citogenetici traverso analisi del cariotipo o ibri- per la diagnosi di leucemia mieloide cronica. Identificazione di alterazioni dizzazione in situ con fluorescenza cromosomiche per la diagnosi dei sottotipi di leucemia. Possono essere utili per impostare il trattamento e per determinare la prognosi Flusso-citometria Individuazione e conteggio delle cel- Conteggio delle cellule clonate della linea linfoide per la diagnosi di e immuno-fenolule (dal sangue periferico o dal mi- leucemia linfocitica cronica. Identificazione di marker specifici della tipizzazione dollo) attraverso analisi di marker superficie cellulare per la diagnosi dei sottotipi di leucemia specifici della superficie cellulare Esami molecolari Esami per la ricerca di mutazioni spe- Identificazione del cromosoma Philadelphia (gene di fusione BCRcifiche a livello di DNA, mediante ABL1) per la diagnosi di leucemia mieloide cronica. Utili nella diareazione a catena polimerasica gnosi dei sottotipi di leucemia; possono essere utilizzati anche per impostare il trattamento e determinare la prognosi Striscio di sangue Esame al microscopio del campione Identificazione dei bastoncini di Auer nella leucemia mieloide acuta, e di periferico di sangue intero blasti nella leucemia mieloide acuta e nella leucemia linfoblastica acuta definita tale in presenza di: aggravamento di trombocitosi, trombocitopenia o di anemia; epato-splenomegalia e linfoadenopatia progressive; presenza di sintomi sistemici.17 La scoperta degli inibitori della tirosina chinasi ha rivoluzionato il trattamento della leucemia mieloide cronica. Il gene di fusione abnorme creato dalla traslocazione dei cromosomi 9 e 22 codifica la tirosina chinasi, enzima che attiva cascate di trasduzione del segnale che determinano la proliferazione cellulare incontrollata. L’approccio terapeutico mirato, volto ad inibire l’enzima tirosina chinasi, non ha effetti curativi ma è in grado di tenere sotto controllo la malattia a lungo termine, senza causare gli effetti collaterali tipici della chemioterapia. Il trattamento curativo prevede il trapianto di cellule staminali emopoietiche, che viene solitamente riservato ai pazienti più giovani, oppure ai casi in cui la malattia non risponde agli inibitori della tirosina chinasi.17 Complicanze del trattamento La sindrome da lisi tumorale può svilupparsi in seguito a chemioterapia (o, più raramente, in maniera spontanea) quando un’estesa distruzione cellulare determina l’entrata in circolo di contenuti cellulari. Il risultato è un aumento dei livelli ematici di potassio, fosforo, acido urico, azoto ureico. Il trattamento va rivolto alla prevenzione dell’insufficienza renale, e comprende la somministrazione “aggressiva” di liquidi per via endovenosa, più allopurinolo o rasburicasi, ossidasi ricombinante degli urati che degrada l’acido urico.21 L’immunodepressione derivante dalla chemioterapia, dal trapianto di cellule staminali emopoietiche o dalla leucemia di per sé aumenta il rischio di gravi infezioni. Nei pazienti con leucemia il riscontro di febbre associata a neutropenia (meno di 500 neutrofili/ L [0,5 x 109/L]) deve indurre all’esecuzione di esami per la ricerca di infezioni, nonché alla somministrazione empirica di antibiotici ad ampio spettro, come imipenem/cilastatina, meropenem, piperacillina/tazobactam, o cefepime.22 Prognosi e sequele a lungo termine La prognosi del paziente dipende da fattori come età, presenza di patologie associate, sottotipo di leucemia, caratteristiche citogenetiche e molecolari (Tabella 1 1,9-18 ). I pazienti che sopravvivono ad una leucemia presentano un rischio più elevato di sviluppare successive neoplasie maligne, probabilmente a causa dei danni cellulari causati dalla chemioterapia o dalla radioterapia. Nello studio denominato Childhood Cancer Survivor Study (coorte di più di 17.000 bambini sopravvissuti a neoplasie, provenienti dagli Stati Uniti, e trattati nel periodo compreso tra 1970 e 1986), l’incidenza cumulativa a 30 anni di neoplasie maligne dopo una leucemia è risultata del 5,6%, con un tempo mediano prima dello sviluppo della neoplasia pari a 9 anni.23 La più comune “seconda neoplasia”, nei bambini sopravvissuti ad una leucemia, è costituita da sottotipi diversi di leucemia, o da linfomi. Altre neoplasie riguardano sistema nervoso centrale, tessuti molli, ossa. Linee-guida consigliano esami di screening per la ricerca di neoplasie, specifici per l’età e per il sesso, 27 - febbraio 2015 - Minuti 7 MINUTI 216_Layout 1 30/01/15 11.43 Pagina 29 Tabella 3. Linee-guida per la sorveglianza dei pazienti sopravvissuti ad una leucemia Sottotipo di leucemia Linee-guida per la sorveglianza Leucemia linfobla- Pazienti trattati soltanto con chemioterapia e radioterapia stica acuta Emocromo completo con formula leucocitaria ogni anno fino a 10 anni dopo l’ultimo trattamento Controllo annuale dei livelli sierici di elettroliti, creatinina, azoto ureico, calcio, magnesio, fosforo; esami di funzionalità tiroidea; analisi delle urine Ecocardiografia ed elettrocardiografia ogni 3-5 anni, nei pazienti con reperti abnormi alla valutazione condotta prima di iniziare il trattamento, oppure in presenza di segni o sintomi di scompenso cardiaco. Esami di routine oftalmici e odontoiatrici In base ai sintomi: radiografia del torace, esami di funzionalità polmonare, esame audiometrico In caso di trattamento precedente al 1972: una sola volta esami sierici per l’antigene di superficie del virus dell’epatite B e per gli anticorpi contro il virus dell’epatite C In caso di trattamento precedente al 1993: una sola volta esami per gli anticorpi contro il virus dell’epatite C Pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche Emocromo ogni 1-2 mesi per 3 anni; successivamente ogni 3-6 mesi fino a 5 anni; successivamente con frequenza annuale Un anno dopo il trapianto: conta cellule CD4, livelli di immunoglobuline, esami di densità minerale ossea, valutazione oftalmica Misurazione annuale dei livelli sierici di elettroliti, creatinina, azoto ureico, ferritina, microalbumina urinaria, vitamina D, glucosio, A1c, testosterone (nei maschi) o ormone luteinizzante o follicolo-stimolante (nelle donne); esami di funzionalità epatica; esame delle urine; quadro lipidico; esami di funzionalità tiroidea. Esame odontoiatrico annuale In presenza di risultati abnormi dei test di funzionalità polmonare prima del trapianto, ripetere gli esami in base alla situazione clinica Esami di screening per neoplasie, specifici per l’età e per il sesso Vaccinazioni in base all’età Pazienti trattati con radioterapia cranica o cranio-spinale Esami di neuroimaging in presenza di segni neurologici Leucemia mieloide Pazienti trattati con chemioterapia o radioterapia da sole acuta Emocromo ogni 1-2 mesi per 3 anni; successivamente ogni 3-6 mesi fino a 5 anni Ecocardiografia ed elettrocardiografia ogni 2 anni Angiografia con radionuclidi o scintigrafia MUGA (multi-gated acquisition scan) e monitoraggio elettrocardiografico di Holter ogni 5 anni Pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche Stesse indicazioni poste per i pazienti con leucemia linfoblastica acuta Leucemia linfociti- Pazienti sottoposti a monitoraggio senza alcun trattamento ca cronica Raccolta anamnestica per sintomi che indicherebbero la necessità di un trattamento (es. spossatezza, calo ponderale, sudorazioni notturne, febbre) Esame obiettivo, in particolare alla ricerca di epatosplenomegalia Valutazione periodica con emocromo: se si riscontrano anemia o trombocitopenia progressive inviare il paziente ad un ematologo Vaccinazione annuale contro l’influenza Vaccinazione anti-pneumococcica ogni 5 anni Evitare vaccini vivi Esami di screening per neoplasie, specifici per età e sesso Pazienti trattati Invio del paziente ad un cardiologo per una valutazione iniziale Ecocardiografia a riposo e da stress (frequenza in base alla valutazione iniziale e ad altri fattori di rischio cardiaco) Leucemia mieloide Pazienti trattati con inibitore della tirosina chinasi cronica Emocromo ogni 3 mesi: in presenta di neutropenia (conta assoluta neutrofili <1000/μL (1 x 109/L) o di trombocitopenia (conta piastrinica <50 x 103/μL [50 x 109/L]) inviare il paziente ad un ematologo Monitorare la comparsa di effetti collaterali come diarrea, ritenzione di liquidi, alterazioni gastrointestinali, cefalea, crampi muscolari, eruzioni cutanee Pazienti trattati con trapianto di cellule staminali emopoietiche Stesse indicazioni riguardanti i pazienti con leucemia linfoblastica acuta Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 24, 25, 27-30 29 - febbraio 2015 - Minuti MINUTI 216_Layout 1 30/01/15 11.43 Pagina 30 Gli autori La Dr. Amanda S. Davis è Assistant Professor, AnMed Health Family Residency Program, di Anderson, South Carolina (Stati Uniti). Il Dr. Anthony C. Vieira è Associate Professor, Department of Family Medicine, University of North Carolina at Chapel Hill School of Medicine. La Dr. Monica D. Mead è Fellow di Ematologia/Oncologia, University of California – Los Angeles David Geffen School of Medicine. 30 - febbraio 2015 - Minuti 1. National Cancer Institute. SEER cancer statistics review 2006-2010. http://seer.cancer.gov/statfacts/html/leuks. html. Accessed January 9, 2014. 2. Bhatia S, Robison LL. Epidemiology of leukemia and lymphoma. Curr Opin Hematol. 1999;6(4):201-204. 3. Yoshinaga S, Mabuchi K, Sigurdson AJ, Doody MM, Ron E. Cancer risks among radiologists and radiologic technologists: review of epidemiologic studies. Radiology. 2004;233(2):313321. 4. Brenner DJ, Hall EJ. Computed tomography—an increasing source of radiation exposure. N Engl J Med. 2007; 357(22):2277-2284. 5. 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Note bibliografiche DE LL A nonché esami emocromocitometrici di routine per l’individuazione di recidive o di una seconda neoplasia maligna; nei pazienti sottoposti a radioterapia cranica o cranio-spinale la comparsa di segni neurologici deve indurre all’esecuzione di esami di imaging del cervello.8,24,25 I bambini sopravvissuti ad una leucemia sono esposti ad un rischio più elevato di osteonecrosi a livello di articolazioni come anca, ginocchio, spalla. I pazienti esposti al rischio più elevato, con un’incidenza cumulativa a 20 anni pari a 2,8%, sono gli adolescenti sopravvissuti ad una leucemia linfoblastica acuta.26 Le linee-guida consigliano l’esecuzione di esami di valutazione della densità ossea un anno dopo un trapianto con cellule staminali emopoietiche.27 La chemioterapia condotta con alcuni farmaci o la radioterapia possono influire negativamente sulla funzione cardiaca, ad esempio sulla frazione di eiezione o sul sistema di conduzione del cuore. È stato visto, ad esempio, che 20-30 anni dopo un trattamento con antracicline (es. daunorubicina, doxorubicina), il 5-10% dei pazienti sviluppa uno scompenso cardiaco congestizio.8 I pazienti sopravvissuti ad una leucemia devono pertanto sottoporsi a valutazioni periodiche della funzione cardiaca.28,29 Dopo il trattamento di una leucemia sono frequenti anche le alterazioni endocrine, compresa la sindrome metabolica, alterazioni della funzione tiroidea, insufficienza gonadica. La Tabella 3 riassume le indicazioni riguardanti il monitoraggio ed il trattamento di queste e di altre complicanze.24,25,27-30 MINUTI 216_Layout 1 30/01/15 11.43 Pagina 31 ars in Blood. 2008;112(13):5259]. Blood. 2008;111(12):54465456. 18. National Cancer Institute. SEER fast stats 1975-2005. http://seer.cancer.gov/faststats/selections.php. Accessed January 22, 2014. 19. Sawyers CL. Chronic myeloid leukemia. N Engl J Med. 1999;340(17):1330-1340. 20. Moen MD, McKeage K, Plosker GL, Siddiqui MA. 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