resentazione della Stagione Lirica 2008 a Catania
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resentazione della Stagione Lirica 2008 a Catania
DOMENIC A 4 NOVEMBRE 2007 CATANIA .41 Giorno & Notte IL CARTELLONE: DEBUTTO IL 15/01 CON L’EDGAR DI PUCCINI Cultura come volàno FIUMEFREDDO IL PERCORSO «Siamo al centro di un quartiere ad alto rischio di dispersione scolastica. Dobbiamo lavorare per correggere questa tendenza» «Inseriremo i più piccoli in una programmazione specifica - dice il sovrintendente - e realizzeremo un iter di cultura che li veda protagonisti» LA SICILIA UN MOMENTO DELLA PRESENTAZIONE DI IERI MATTINA CON FATUZZO, FIUMEFREDDO, LEANZA E RANZANI [SCARDINO] Lo spettacolo inaugurale si terrà il 15 gennaio 2008 con l’Edgar pucciniano, prima assoluta a Catania, direzione di Maurizio Arena. Il Trovatore di Verdi debutta il 26 febbraio con la regia di Roberto Laganà. Sul podio Antonio Pirolli; protagonisti Alexandru Agache e Dimitra Theodosiu. Dal 27 marzo il balletto Don Chisciotte di Minkus: corpo di ballo e solisti del Capitol di Tolosa. A maggio Manon Lescaut di Puccini. Dirige Stefano Ranzani. Protagonista Marcello Giordani. A giugno il balletto Passione caucasica, dell’Accademia di Stato dell’Adygea. A ottobre Werthèr di Massent, diretto da Stefano Ranzani, regia del protagonista tenore Vincenzo La Scola. Per concludere dal 2 dicembre Don Gregorio di Donizetti (direttore Fabrizio Carminati, regia di Franziska Severin) è un’opera buffa che non è mai stata presentata a Catania nel rifacimento del 1826 destinato al pubblico napoletano. «Il Teatro Bellini si mette al servizio dei bambini» Il mondo salvato dai ragazzini titolava Elsa Morante una delle sue opere narrative più significative, nel 1968, quando iniziava quella trasformazione sociale di cui oggi vediamo le conseguenze: aveva ragione. Solo una nuova generazione tenuta lontana dalle brutture e dal malcostume può salvare non solo la nostra terra ma il pianeta. Ma come realizzare lo scopo? Ponendo i bambini al centro di tutte le iniziative, anche di quelle che apparentemente non li interessano: commisurando sulla formazione della nuova generazione la programmazione civile degli adulti. È quello che ha fatto ieri il sovrintendente del Teatro Massimo Bellini, Antonio Fiumefreddo, vivamente commosso, nel corso della conferenza stampa di presentazione della stagione lirica 2008 (e con lui il vicepresidente della Regione, Lino Leanza, paternamente sollecito sul futuro dei cittadini più giovani e in condizioni disagiate): «Il teatro si trova al centro di uno dei quartieri in cui la dispersione scolastica è a maggiore rischio: dobbiamo correggere la tendenza. Come? Accogliendo i bambini, inserendoli in una programmazione specifica (che sarà appositamente disegnata da Filippo Aricò al Sangiorgi). Realizzando un percorso di cultura che li veda protagonisti». In sostanza creare una stagione per i piccolissimi, non tanto con lo scopo di impegnarli culturalmente mentre i grandi sono al Massimo, ma con l’obiettivo di una formazione civica di base. Di abituarli alla bellezza dell’arte e attraverso questo tramite al senso civico, alla consapevolezza di appartenere ad una civiltà di grandi valori. Si deve iniziare dai bambini, prima che siano irretiti dai cattivi esempi e dai cattivi consiglieri che portano agli episodi squallidi di cui le cronache proprio in questi giorni sono piene. «Per questo abbiamo dedicato la Tosca che attualmente riscuote tanto successo al ricordo di Giovanna Reggiani: esempio su cui riflettere di donne concupite e offese, oggi come nel passato». Antonio Fiumefreddo professionalmente è avvocato penalista: vede continuamente il male della società e ne conosce le radici. Non nasconde la sua commozione: «Ho pianto, non mi vergogno, al pensiero dei bambini trascurati. Se riusciremo a correggere, anche parzialmente, la diserzione scolastica con le nostre iniziative avremo ottenuto un grande risultato». Ha ragione. E’ la cosa che conta di più. Se salveremo quei ragazzini dalle infamie della strada, loro potranno salvare il mondo, compresa la musica lirica e l’alta cultura che raramente presta loro attenzione. SERGIO SCIACCA Nuovo direttore artistico Nominato Ranzani Stefano Ranzani, da ieri direttore artistico del Massimo, si rese noto al grande pubblico catanese qualche anno addietro per una sua coraggiosa requisitoria dal podio dei Filarmonici, contro le disattenzioni dell’amministrazione che condannava la cultura militante. Non parlò di tonalità musicali ma di questioni politiche, non si servì del linguaggio retorico, ma di parole immediate. La sua appassionata parola conquistò una città che tradizionalmente ha il culto della musica. Quando alcuni mesi fa il sovrintendente Fiumefreddo tracciò il profilo del nuovo direttore artistico aveva detto che doveva essere "giovane, bravo e siciliano". Le prime due condizioni si ritrovano in Ranzani, ma la terza no (è nato a Milano, ha studiato con Bernstein e Gavazzeni e ha diretto complessi orchestrali della Scala e del Mozarteum, per non dire dei filarmonici di Tokyo e di Catania) e per coerenza il sovrintendente ha proposto il maestro per la cittadinanza onoraria, già accordata dal sindaco: così firmerà il cartellone un "catanese nato a Milano" che ha in mente di attirare nella nostra città tanti altri "catanesi di elezione". PRESENTATA LA STAGIONE LIRICA 2008 Due «prime», una novità di danza e grandi classici Presentazione ufficiale alla città ieri mattina nel foyer del Teatro Massimo del cartellone lirico 2008. Due "prime" per Catania (l’Edgar di Puccini e il Don Gregorio di Donizetti), una novità di danza (La Passione caucasica della repubblica di Adygea), un balletto applaudito come il Don Chisciotte di Minkus affidato al geniale corpo di ballo di Tolosa e grandi classici come Il Trovatore verdiano e il Werthèr di Massenet: ma di tutto questo si è parlato molto rapidamente. Nell’affollata manifestazione l’accento fondamentale è stato rivolto allo stile di questo teatro che già sta occupando un posto di rilievo nel mondo e ha riconquistato l’anima dei catanesi. Gli abbonati per la stagione sinfonica sono cresciuti di oltre il 30%; schiere di francesi e giapponesi seguono con interesse le nostre iniziative, l’ambasciatore presso l’Unesco ne ha colto il valore. Il cartellone è stato presentato con successo di riscontri a Parigi e lo sarà, con lo stesso intendimento, a Londra, Stoccolma, Madrid, Berlino (sedi rinomate della cultura musicale), ma anche al Cairo e Amman che guardano tradizionalmente all’Italia come patria del belcanto (l’Aida debuttò in Egitto) e a Tel Aviv che sta a metà tra oriente e occidente (culturalmente). «Dobbiamo credere in noi stessi, nelle nostre qualità artistiche: in pochi giorni le agenzie di viaggio francesi hanno venduto decine di pacchetti con viaggio a Catania e spettacolo al Bellini» e ancora si può fare moltissimo. Ma in primo logo il sovrintendente ha voluto illustrare lo stile di lavoro. Via i formalismi di un accademismo autoreferenziale. Ha parlato poco di dettagli musicologici e molto dell’umanità che opera nel teatro. A partire dal quartetto d’archi Concentus (Aldo Ferrente, Antonio De Simone, Vincenzo di Ruggiero, Marco Bologna) che ha preludiato alla esposizione con una vellutata interpretazione della Manon e una rutilante sintesi del Trovatore: con un elogio dei lavoratori tutti, dai tecnici agli artisti del coro (diretto da Tiziana Carlini) e dell’orchestra che si è fatta tanto onore, sotto la direzione di Stefano Ranzani. E non basta. Il sovrintendente vuole agire e non fare accademia e ha pensato a una serie vastissima di iniziative incentrate sul teatro, e destinate alle più varie componenti cittadine: Paolo Bonvino è stato messo a capo delle iniziative speciali (cinema soprattutto riferito alla musica); Angelo Munzone, mentore riconosciuto e apprezzato della vita musicale catanese, è stato ufficialmente confermato nel ruolo di consulente che ha sempre prestigiosamente rivestito (e nella segreteria ci sono pure Paolo La Delfa per il coro e Rosario Costarella per l’orchestra); Roberto Laganà curerà il "cartellone" dell’impegno civile spaziando tra la musica, le immagini e la problematica attuale (gli immigrati, la condizione femminile…). Il vicepresidente della Regione Lino Leanza si è associato all’entusiasmo di iniziative del sovrintendente, sottolineando l’importanza della stabilizzazione economica che è riuscito a realizzare nel bilancio siciliano. «Il Massimo è diventato popolare: in pochi mesi ha accolto 20mila visitatori, molti dei quali sono diventati abbonati»: e gli investimenti continuano. E’ pronto un milione di euro per la compagnia di danza stabile (Catania è città amante della danza, ma ne era priva), e su un piano diverso, ma collegato, ci sono gli investimenti per l’industria cinematografica (attualmente in Sicilia si girano 8 produzioni): la cultura in questa città sta diventando volano di sviluppo economico. E comunque bisogna smettere con «la gente in doppiopetto che non faceva nulla, e bisogna operare concretamente»: tra qualche mese darà ai cittadini il resoconto di come sono stati investiti i fondi e con quali risultati. L’assessore comunale Fatuzzo ha ulteriormente sottolineato il rinnovamento culturale del teatro, elogiando tra l’altro le creazioni di costumi firmate dalla stilista Mariella Gennarino (esposte nel foyer) che si è ispirata alla Tosca per modelli che possono uscire dal teatro e costituire una collezione di prestigio.