La costruzione della base informativa per la determinazione del
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Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico La costruzione della base informativa per la determinazione del valore economico delle aziende sanitarie Mara Bergamaschi Ricercatore di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli studi di Bergamo Francesca Lecci Assegnista di Ricerca presso l’Università degli studi di Bergamo e ricercatrice a contratto presso il CERGAS Bocconi SOMMARIO: 1. Introduzione. 2. I cambiamenti in atto nella sanità italiana. 3. La letteratura sul valore. 4. La costruzione della base informativa nelle imprese. 5. La costruzione della base informativa nelle aziende sanitarie. 6. Conclusioni. Nel corso degli ultimi anni rilevanti cambiamenti istituzionali hanno interessato il sistema di tutela della salute ed in particolare il funzionamento delle aziende sanitarie, che sono state oggetto di numerose operazioni di fusione e acquisizione. Rispetto a queste tendenze, si configura la necessità di procedere alla determinazione del valore economico delle aziende coinvolte in questi processi. L’articolo analizza criticamente il processo di reperimento delle informazioni e valuta l’adeguatezza della base informativa nonché le variabili determinanti nella dinamica di creazione del valore. In the last years, Italian National Healthcare System has been interested by relevant institutional changes and many healthcare organizations have been involved in operations of merger and acquisition (M&A). According to the relevant managerial and financial literature, in any case of merger, acquisition and takeover it’s necessary to determine the economic value of firms interested by this kind of operations. The article points out how to find the relevant informations and how to manage an valuation process of an healthcare organizations. L’articolo è oggetto di un comune lavoro di ricerca, che ha consentito di creare sinergie tra le diverse competenze delle autrici. Nella stesura finale sono attribuibili a Mara Bergamaschi i §§ 1, 3, 4 e 6 e a Francesca Lecci i §§ 2 e 5. Parole chiave: aziende sanitarie – valore economico – base informativa Key words: healthcare organizations – economic value – data set 259 Azienda Pubblica 2-3.2008 Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative 1. Introduzione Nel corso degli ultimi anni, rilevanti cambiamenti istituzionali hanno interessato il sistema di tutela della salute ed in particolare il funzionamento delle aziende sanitarie, sia a livello nazionale che a livello internazionale, con riferimento sia alla componente sanitaria privata che quella pubblica. Ciò ha fatto emergere l’importanza crescente che riveste il perseguimento, anche nell’ambito sanitario, del principio dell’economicità. Nelle imprese, il perseguimento dell’economicità, intesa come «(…) conseguimento dei fini istituzionali senza l’esigenza imperativa di “copertura” perdurante con ricorso ad altre aziende» (Masini, 1979: p. 241), si traduce nella durabilità delle stesse ed è garantita dal contemporaneo verificarsi, come condizioni necessarie e sufficienti, di efficienza ed efficacia. La determinazione del valore economico d’impresa, dunque, pur essendo risultato di un processo soggettivo, non è suscettibile di grandi divergenze nelle interpretazioni, dal momento che la stessa si configura come direttamente collegata alle dimensioni di equilibrio reddituale e finanziario (Airoldi et al., 1994), ovviamente purché i risultati contabili rispondano a requisiti di verità, prudenza e correttezza. Nelle aziende composte pubbliche, al contrario, le finalità economiche non sono le sole condizioni in grado di determinare la durabilità o la cessazione dell’azienda stessa, poiché questa, necessariamente, deriva dal più generale assolvimento della stessa missione istituzionale dell’azienda pubblica e richiede, pertanto, una reinterpretazione dell’apporto dei criteri di efficienza ed efficacia dell’economicità complessiva. Tuttavia, la ricerca dell’equilibrio economico, rimane un fattore determinante per l’autonomia di qualsivoglia azienda, anche di quelle pubbliche. Nessuna azienda è, infatti, in grado di assolvere alla sua missione istituzionale se non « (…) attuando processi in grado di manifestare un equilibrio dinamico nei valori che dai processi stessi sono originati, in maniera che dall’azienda siano garantite condizioni di autonomo e duraturo svolgimento: senza di ciò non è neppure pensabile parlare di economicità e, quindi, di soddisfacimento degli interessi economici istituzionali» (Garlatti, 2000, p. 133). Nelle aziende sanitarie, dunque, buoni risultati economici non sono di per sé espressivi del conseguimento delle finalità istituzionali, tuttavia essi ne costituiscono il necessario presupposto. «Esiste uno stretto legame tra i concetti di economicità aziendale – intesa quale efficiente ed efficace soluzione dei problemi di connessione tra fini e mezzi, ovverosia tra risorse scarse e finalità proposte – e di socialità tanto che difficilmente si può concepire l’esistenza di una di tali condizioni senza che sussista anche l’altra» (Mion, 2002, p. 14). Tale legame si è ulteriormente rafforzato nel corso degli ultimi anni, dal momento che l’evoluzione del Ssn si è caratterizzata per una progressiva crescita di rilevanza dei meccanismi di finanziamento, che cercano di riflettere la “produzione” dell’azienda sanitaria e del ruolo dell’equilibrio economico (Del Vecchio, 2000). Azienda Pubblica 2-3.2008 260 Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico La letteratura evidenzia come l’economicità di un’azienda deriva dal necessario e contemporaneo soddisfacimento di due ordini di condizioni: il valore economico e il valore non economico (Sòstero, 2003). Il valore economico viene misurato sulla base dei risultati contabili ed extracontabili d’azienda e rappresenta le condizioni di equilibrio economico, inteso come contemporaneo soddisfacimento di equilibrio patrimoniale, equilibrio finanziario, equilibrio monetario ed equilibrio reddituale. Il valore non economico è una grandezza che nelle imprese deriva (in misura indiretta) dalla sopravvivenza dell’azienda stessa nel mercato, ma nelle aziende pubbliche risulta di difficile misurazione (Zangrandi, 2003) e si sostanzia in una serie di considerazioni di natura strettamente soggettiva, che attingono prevalentemente a processi di confronti spaziale e temporale (processi di benchmarking). Le due grandezze, dunque, nel caso delle imprese tendono a trovare un’unitaria rappresentazione attraverso le tecniche di valutazione d’azienda (Airoldi et al., 1994), ma questo non è altrettanto automatico nelle aziende pubbliche dove, tuttavia il conseguimento di un soddisfacente livello di equilibrio economico in costanti condizioni di solvibilità finanziaria è da considerarsi come condizione di vincolo da soddisfare per poter sopravvivere e per poter perseguire efficacemente finalità istituzionali di ordine meta-economico (Marcon, Tieghi, 2000). Il presente articolo si concentra sulla prima delle due grandezze, proponendosi l’obiettivo di analizzare criticamente le implicazioni in termini di reperimento delle informazioni e di valutazione dell’adeguatezza della base informativa atta a consentire l’applicazione delle tecniche di valutazione d’azienda, comunemente riportate dalla letteratura, anche alle aziende pubbliche, con particolare riferimento alle aziende sanitarie. In particolare l’articolo si sofferma sull’individuazione degli input che dovrebbero confluire nel processo di valutazione economica di un’azienda sanitaria, sull’accessibilità, attendibilità e oggettività degli stessi, nonché sul peso che tali input vengono ad assumere nel processo di valutazione e sul possibile rischio di trascurare alcune variabili determinanti nella dinamica di creazione del valore economico delle aziende sanitarie. È bene comunque precisare, fin dall’inizio, che il valore di un’azienda sanitaria non può essere rappresentato semplicisticamente da un unico indicatore di sintesi, che presenti un valore assoluto rispetto al quale è possibile affermare che la valutazione è corretta o risponde al principio del fair value come indicato dai principi contabili internazionali. La valutazione è, infatti, un processo altamente complesso al termine del quale si perviene all’identificazione di un valore la cui significatività dipende dal processo e dal tipo di informazioni utilizzate (ad esempio quantità economiche determinate negli scambi, valori stimati, valori congetturati). Il presente articolo si pone l’obiettivo di presentare uno schema generale delle problematiche che nascono dai processi di liberalizzazione e privatizzazione di servizi pubblici a tutti i livelli (locale, regionale, nazionale) 261 Azienda Pubblica 2-3.2008 Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative e di costituzione di partnership pubblico-privato che hanno per oggetto lo svolgimento di attività economiche. Per evitare che lo schema concettuale rimanga astratto si presenta una specifica applicazione al settore sanitario nel quale tali processi sono particolarmente accentuati (§ 2). 2. I cambiamenti in atto nella sanità italiana I cambiamenti che hanno caratterizzato il sistema di tutela della salute in Italia negli anni recenti hanno dato origine a due fenomeni di grande rilevanza. In primis, si stanno verificando numerose iniziative di «ingegneria istituzionale», cioè di ridefinizione dell’assetto complessivo dei sistemi sanitari regionali, in alcuni casi con la creazione di nuovi soggetti giuridici. Tra le motivazioni, si segnala, innanzitutto, la convinzione, tipica della pubblica amministrazione (Borgonovi, 2000), che le riforme di sistema possano essere la risposta per eccellenza a tutti i problemi di funzionamento (Cantù et al., 2005; Del Vecchio, 2003). Esiste, inoltre, la volontà di integrare le attività svolte dalle diverse aziende, spesso troppo piccole e/o progressivamente specializzatesi, o di rafforzare il ruolo di altri stakeholder, quali gli enti locali, nel governo della sanità. Emerge, infine, la necessità di sviluppare forme di collaborazione strutturate tra soggetti pubblici e privati, nel tentativo di allentare le tensioni finanziarie, derivanti dal fatto che, nel settore sanitario, la dinamica crescente della spesa, originata da fattori di carattere demografico (primo fra tutti, l’invecchiamento della popolazione) e da fattori strutturali tipici del settore (l’innovazione tecnologica, la nascita di nuovi bisogni da soddisfare) si scontra con vincoli finanziari sempre più rilevanti. In secondo luogo, nell’ultimo quinquennio, si è manifestato il crescente interesse verso il settore sanitario di soggetti finanziari ed imprenditoriali privati (Carbone e Lecci, 2006), che non si limitano ad assumere il tradizionale ruolo di erogatori, ma, in virtù del loro peso contrattuale, sono coinvolti nei processi di programmazione sanitaria regionale. Questo ha dato origine all’avvio di una serie di operazioni di “mergers and acquisitions” di aziende sanitarie private, accreditate e non, che hanno fatto sì che si sviluppassero una serie di grandi gruppi ospedalieri, delocalizzati sul territorio nazionale e con assetti societari complessi (ad esempio, ingresso nel capitale sociale di fondi di private equity). La tabella 1 sintetizza le più rilevanti modificazioni in atto nella sanità italiana alla luce della natura pubblica o privata dei soggetti interessati da operazioni di fusioni o acquisizione. Azienda Pubblica 2-3.2008 262 Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Tabella 1 – Le strategie di sviluppo, integrazione e ristrutturazione nella sanità italiana Soggetto espressione della proprietà Pubblico Privato I Soggetto – Fusioni di Asl Pubblico acquisito, – Accorpamenti di Ao e presidi incorporato – Fondazioni di diritto pubblico in processi di fusione o assoggettato III a modifica – Sperimentazioni gestionali Privato di assetti – Nascita di nuovi soggetti giuistituzionali ridici II – Sperimentazioni gestionali – Fondazioni di diritto pubblico – Fondazioni di diritto privato IV – Processi di concentrazione – Ingresso di capitali privati in soggetti privati Fonte: nostra elaborazione Rispetto a queste tendenze, il quadro di riferimento teorico sulla determinazione del valore economico d’azienda evidenzia come tutte le operazioni di fusione e acquisizione, ovvero che sono finalizzate al perseguimento di strategie di sviluppo, integrazione e ristrutturazione, configurino la necessità di procedere alla determinazione del valore economico dell’oggetto della transazione (tutta l’azienda o quote della stessa). Si evidenzia, dunque, come, rispetto alla prima delle due tendenze presentate (quadranti I, II e III della tabella 1), una valutazione complessiva del valore economico che si genera nel momento in cui si aggregano aziende differenti, appare di particolare rilevanza. Nel caso in cui a fondersi siano aziende pubbliche (quadrante I), la determinazione del valore può aiutare a chiarire meglio il quadro patrimoniale, finanziario ed economico complessivo della nuova realtà che viene costituita, in modo da consentire l’esplicitazione del confine economico all’interno del quale dovrà muoversi la nuova azienda e, di conseguenza, rendere più semplice l’identificazione di una linea strategica adeguata (Del Vecchio, 2003). Invece, quando la modifica dell’assetto istituzionale porta alla nascita di nuovi soggetti o a trasformazioni giuridiche, che prevedono l’ingresso di capitali privati (quadranti II e III), emerge un nuovo scenario (Cuccurullo, 2005), in cui i soggetti che vengono a costituirsi sono caratterizzati da una duplice promiscuità (Preker et al., 2000) dovuta a: (i) la contemporanea presenza di capitale pubblico e privato; (ii) la coesistenza ed integrazione di due diversi modi di concepire l’azienda e le strategie che sottendono la sua gestione. Questo scenario richiede di procedere, nel caso di avvio delle partnership pubblico-privato, ad una determinazione del valore apportato dalla pubblica amministrazione e, conseguentemente, del prezzo che il soggetto privato deve corrispondere per acquisire una quota nella costituenda società (Stefani, 1997). La medesima esigenza si pone ogni volta che si procede ad una transazione 263 Azienda Pubblica 2-3.2008 Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative di parti della stessa PPP, eventualità che inizia, peraltro, a presentarsi con frequenza e che vede quote delle sperimentazioni avviate oggetto di passaggio di proprietà a favore di soggetti privati e pubblici, differenti dai costituendi. Allo stesso modo la necessità di immissione di nuovi capitali e la volontà di dare rappresentanza agli interessi delle comunità locali di riferimento (Amatucci et al., 2007) ha sviluppato una serie di operazioni di aumento del capitale sociale della società mista e l’ingresso di nuovi soci, il cui peso, all’interno degli assetti di governance, deve essere determinato anche in funzione del valore economico della società e del rapporto tra lo stesso e il capitale apportato. Per meglio comprendere le implicazioni di quanto fin qui espresso, giova ricordare che «gli assetti istituzionali rappresentano l’insieme degli elementi sovraordinati che condizionano e governano il funzionamento del sistema aziendale» (Del Vecchio, 2006: p. 420). Nel momento in cui si verifica una modifica a livello istituzionale, appare necessario procedere all’identificazione degli interessi che devono trovare prioritario soddisfacimento nel funzionamento aziendale. In una prospettiva più concreta, gli assetti istituzionali definiscono sostanzialmente la struttura di governo dell’azienda, la composizione e le modalità di accesso ai diversi organi, i poteri a essi attribuiti, le legittime attese delle diverse categorie di portatori di interesse. Si configura, dunque, come prioritaria la capacità di progettare un assetto istituzionale in grado di rappresentare correttamente la complessa dinamica degli interessi, spesso non convergenti (Borgonovi, 1996), dei vari stakeholder e di mantenere costantemente in equilibrio le ricompense che i diversi portatori di interesse ricevono dalla loro partecipazione alla vita dell’azienda (in relazione ai contributi, anche economici, che essi sono in grado di apportare): chiarire il valore della nuova azienda aiuta a capire quanto meno l’ammontare di risorse che si vanno a condividere e a pesare l’apporto di ciascuno, con lo scopo di regolare i rapporti tra i soci attuali o tra gli attuali e i potenziali e di dare conferma, dimostrazione e garanzia sull’esistenza di un determinato valore o di specifici valori e condizioni patrimoniali positivi (asset) sia ai soci che ad altri stakeholder. Rispetto alla seconda tendenza (quadrante IV), invece, l’attenzione ai problemi valutativi è efficacemente stimolata da vari fenomeni, in primis la crescente attenzione dedicata al rischio di acquisizioni a valori sovrastimati, causati dal desiderio di espansione ad ogni costo o di ingresso in un “mercato”, quello sanitario che, una volta superate le consistenti barriere all’entrata, sembra garantire margini di redditività a basso rischio (Carbone, Lecci, 2006; Gauld, 2003; Zimmerman, Dooley, 2003). Nei processi di concentrazione degli erogatori sanitari privati, il ricorso alle metodologie di determinazione del valore economico è evidentemente presupposto necessario all’avvio e al completamento del processo di fusione o acquisizione. In questi casi, partendo dalle logiche della teoria d’impresa, adattate ad un settore, quello sanitario, caratterizzato da un elevato livello di regolamentaAzienda Pubblica 2-3.2008 264 Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico zione, sarà possibile verificare periodicamente la convenienza a conservare o cedere aree di attività che producono scarso valore, misurare in maniera attendibile le sinergie ottenibili dalle fusioni (Baccarani, Golinelli, 1992) e definire prezzi di cessione adeguati a fronte della predominanza di asset intangibili (Renoldi, 1997). 3. La letteratura sul valore La misurazione del valore delle aziende è un problema di cui si discute ormai da tempo (Ruggles, 1954), ma è solo nel recente passato che ha raggiunto l’importanza che ora gli viene riconosciuta, divenendo componente essenziale ed irrinunciabile nel bagaglio di conoscenze di chiunque voglia tradurre in maniera unitaria ed integrata (Chandler, 1976) l’ampio ventaglio di condizioni produttive dell’azienda, tangibili e non, in una o più misure di sintesi, che siano espressione della capacità dell’azienda di generare ricchezza. Nonostante si discuta molto di “valore”, il suo concetto non si presta facilmente a definizioni generalizzabili e presenta i tratti di ambiguità, vaghezza e multidimensionalità tipici di una nozione di sintesi, che ha l’obiettivo di rappresentare un’entità complessa, l’azienda, nelle sue diverse configurazioni e immersa in uno spazio altrettanto complesso (Rappaport, 1983), l’ambiente circostante, nelle sue molteplici caratterizzazioni e manifestazioni (Fjeldstad, Stabell, 1998). La dottrina economico-aziendale individua come nozione prevalente di “valore” quella che prende in considerazione l’ipotesi che il complesso aziendale sia ceduto in blocco (Airoldi et al., 1994, Guatri, 1991). Qualsiasi investimento ha un valore se esso produce reddito nel futuro e questo valore sarà tanto più elevato quanti maggiori saranno i flussi di reddito attesi futuri. «Determinare un capitale economico vuol dire esprimere un apprezzamento, che non può che essere complesso, sull’attitudine del patrimonio aziendale a produrre redditi in futuro. Un giudizio quindi che coinvolge non soltanto la produzione economica futura dell’azienda, considerando il relativo profilo di rischio, ma anche le circostanze che influenzano l’economia delle gestioni patrimoniali redditizie che sono alternative all’investimento aziendale» (Airoldi et al., 1994: pp. 242). Da queste caratteristiche del concetto di “valore”, deriva, necessariamente un ampio ventaglio di metodi di misurazione dello stesso (Guatri, Bini, 2005), i quali presentano differenti gradi di strutturazione (dalle valutazioni assolute, basate su modelli e formule, alle valutazioni relative, basate sui moltiplicatori) e sono caratterizzati da una correlazione inversa tra razionalità matematica della formula valutativa utilizzata (Rappaport, 1997; Frykman, Tolleryd, 2005; Fusa, Guatri, 1999; Jovenitti, 1990; Lothian, 2005) e livelli di dimostrabilità del valore calcolato. In una prima fase storica (Massari, 1999), le valutazioni assolute sono state considerate il metodo di calcolo “principale” (Damodaran, 2005), in grado di spiegare 265 Azienda Pubblica 2-3.2008 Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative i tratti fondamentali dell’azienda oggetto di valutazione (1), ma, nell’ultimo decennio, tale impostazione è stata radicalmente superata (Guatri, Sicca, 2000; Damodaran 2006b), anche a causa della cresciuta importanza delle condizioni produttive intangibili e della difficoltà di valutarle analiticamente (Edvinsson Malone, 1997) (2). La valutazione si configura, dunque, come quell’attività che, nell’ambito dell’economia aziendale, si occupa specificamente della stima economica delle aziende, dal momento che il bilancio aziendale non è sempre sufficiente alla determinazione di tale grandezza (Pozza, 1994) (3). Le valutazioni di aziende, o parti di esse, possono essere effettuate per scopi diversi: in alcuni casi è la legge stessa a porre l’obbligo della valutazione (come nel caso di conferimenti di beni in natura nelle società per azioni), mentre in altri casi la valutazione è volontaria. Nella letteratura prevalente, la valutazione economica d’azienda può essere espressa secondo due logiche di riferimento (Brealey et al., 2003): • la logica asset side, ovvero della valutazione delle attività lorde. Essa si fonda sull’attualizzazione dei flussi di risultato di competenza tanto degli azionisti quanto dei finanziatori, i cosiddetti flussi levered, pervenendo alla stima dell’Enterprise Value; • la logica equity side, ovvero della valutazione del capitale economico d’azienda (Airoldi et al., 1994). Essa deriva dalla valorizzazione delle poste economiche (reddituali e patrimoniali) di sola competenza degli azionisti, i cosiddetti flussi unlevered, e perviene alla stima del capitale. Indipendentemente dalla logica adottata, storicamente, i metodi più utilizzati sono stati quelli assoluti (patrimoniale, reddituale, finanziario e misto), rispetto ai quali la razionalità finanziaria delle formule e delle grandezze prese in esame è stato sinonimo, per decenni, di una maggiore completezza dell’esito della valutazione (Copeland et al., 2002). Questi metodi producono un valore esplicito dell’azienda che tiene conto delle variabili significative che nel corso del tempo hanno dato origine all’assetto economico aziendale e di come le stesse variabili (e quelle ulteriormente previste dalle strategie di 1 Nella visione tradizionale, la valutazione dell’azienda, cioè del suo capitale o delle sue attività lorde, viene espressa a mezzo di una formula: essa dovrebbe “catturare” (GUATRI, SICCA, 2000) e comprendere in sé tutti i fenomeni determinanti del valore, accuratamente misurati e collegati tra di loro razionalmente. 2 “Given the centrality of its role, you would think that the question of how best to value a business, private or public, would have been well researched. (…) the research into valuation models and metrics in finance is surprisingly spotty, with some aspects of valuation, such as risk assessment, being deeply analyzed and others, such as how best to estimate cash flows and reconciling different versions of models, not receiving the attention that they deserve” (DAMODARAN, 2006a). 3 “Valuation can be considered the heart of finance (…). Understanding what determines the value of a firm and how to estimate that value seems to be a prerequisite for making sensible decisions” (DAMODARAN, 2006a). Azienda Pubblica 2-3.2008 266 Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico sviluppo aziendale) possono influenzare l’economicità futura dell’azienda (Churchman et al., 1954). Tradizionalmente, dunque, l’approccio collegato ai metodi assoluti è stato utilizzato come logica “principale” della determinazione del valore mentre quello collegato ai metodi relativi (multipli di società comparabili; multipli di transazioni comparabili) come “meccanismo di controllo”. In questa scelta trova evidenza il convincimento che solo l’approccio assoluto possa «spiegare (e documentare) “tutto” sul valore misurato, mentre il controllo per via dei moltiplicatori esprime una visione limitata: è opinione estratta dal mercato e il mercato, anche per la sua volatilità, può, in un certo momento, esprimere opinioni non fondate e alle quali non sarebbe il caso di dare troppo peso» (Guatri, Bini, 2005: p. 14). Le valutazioni relative correlano l’azienda che viene valutata a una caratteristica (tipicamente di natura finanziaria o operativa) specifica di aziende simili: (i) per le peculiarità delle transazioni di cui sono state oggetto o (ii) perché operanti nello stesso settore dell’azienda oggetto di valutazione. In altri termini, questi metodi producono un valore esplicito dell’azienda come multiplo di un dato statistico specifico. Nel corso degli ultimi anni la rigida distinzione tra valutazioni assolute e relative si è attenuata e si è passati ad un nuovo approccio alla valutazione, un approccio più equilibrato, che la scuola italiana sulla valutazione d’azienda (Guatri, 2000; Guatri, Bini, 2005) ha sintetizzato nell’espressione Giudizio integrato di valutazione (Giv). Il Giv parte dal presupposto che le formule valutative devono essere inserite in un ampio quadro di conoscenze, in parte non quantitative, che si collegano e integrano a vicenda. Il Giudizio integrato di valutazione è retto da tre pilastri (Guatri, Sicca, 2000): • la formula valutativa, che conduce ad una misura del valore, espressa sulla base di vari principi, criteri e metodi assoluti; • la possibile traduzione del valore economico in valore di scambio, fondata sui moltiplicatori di aziende confrontabili e di transazioni comparabili, purché le condizioni di regolazione del processo osservato siano assimilabili a quelle dell’azienda oggetto di valutazione; • la base informativa, che comprende la base informativa generale (per rendere documentata e possibilmente efficace la previsione dei flussi attesi e dei tassi di attualizzazione degli stessi) e la base informativa per le acquisizioni (che risponde al fine specifico di determinare il valore di acquisizione e le sinergie derivabili). Nell’idea ispiratrice del Giv, i tre “pilastri” non sono concepiti come fase distinta del processo valutativo (ovvero isolatamente), né esiste, tra gli stessi, una graduatoria d’importanza. A parte la base informativa, che per definizione appoggia i due pilastri che esprimono le misure di valore (Guatri, 2000), anche ciascuno di tali due pilastri trae vantaggio dall’apporto dell’altro. 267 Azienda Pubblica 2-3.2008 Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative 4. La costruzione della base informativa nelle imprese Secondo il nuovo paradigma valutativo, incentrato sul Giudizio integrato di valutazione, la base informativa è condizione indispensabile al fine di tradurre, per il tramite dell’analisi fondamentale, le formule assolute e i moltiplicatori in strumenti di valutazione efficace, ovvero affidabili e dimostrabili (Guatri, Bini, 2005). Il processo valutativo non può, dunque, fare a meno né dell’una né dell’altra: «infatti anche la più ampia e accurata base informativa sarebbe una massa inerte di dati e di notizie se l’analisi fondamentale non sapesse organizzare le informazioni, selezionarle, elaborarle, interpretarle, comporre eventuali contraddizioni, contenere le incertezze e stimarne la credibilità» (Guatri, Bini, 2005: p. 54). La tabella 2 sintetizza la posizione prevalente della letteratura in relazione alle conoscenze fondamentali che sono necessarie a qualunque processo valutativo: senza queste conoscenze, le formule e i multipli, per quanto possano essere tecnicamente sofisticati, risultano spesso strumenti di scarsa utilità e, al limite, addirittura fuorvianti. Valutazioni assolute e relative, in quest’ottica, si pongono sullo stesso piano: non solo le prime, ma anche le seconde hanno necessità di fondarsi su una solida base informativa e una rigorosa analisi fondamentale. È ormai del tutto superata l’idea che vedeva nei multipli uno strumento «semplice, grezzo, costruito senza “ipotesi” per stimare in modo abbreviato e semplice le imprese: troppi catastrofici errori (dai multipli “casuali” in avanti) hanno generato nel tempo questo preconcetto, che si è ormai rilevato nella sua assurdità» (Guatri, Bini, 2005: p. 54). Nella tabella 2 vengono, dunque, presentate, per i metodi di riferimento, le informazioni significative nella costruzione della base informativa, suddivise per aree di analisi: (i) analisi strategica; (ii) analisi storica; (iii) informazione patrimoniale; (iv) informazione riguardante i tassi; (v) piani pluriennali, (vi) società comparabili, (vii) transazioni comparabili. Il processo di costruzione della base informativa si configura come un aspetto particolarmente significativo ed è in grado di incidere sulla qualità delle valutazioni d’azienda (Guatri, 2007) attraverso: • carenze e incompletezze (esterne al processo di determinazione del valore, posizionandosi a monte o valle dello stesso); • errori in senso proprio e non necessari (costruzione di un set di input e informazioni non sempre appropriato). Azienda Pubblica 2-3.2008 268 Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Tabella 2 – La base informativa “classica” per valutazioni assolute e relative Aree di analisi Analisi strategica Analisi storica Informazione patrimoniale Informazione riguardante i tassi Piani pluriennali Metodi assoluti Metodi relativi Reddituale Finanziario Quadro macroeconomico; Quadro di settore; Analisi delle risorse e delle competenze. Risultati contabili del passato (3-5 anni), assoluti (E, EBIT, EBITDA) e relativi (ROE, ROI); Grandezze contabili essenziali; Risultati economici contabilmente inespressi (variazioni annuali intangibili e plusvalori derivanti da valori d’uso/correnti diversi da quelli contabili); Dati e flussi finanziari. Attività materiali; Intangibili specifici; Attività e passività finanziarie. Beta; Rendimenti di portafoglio; Tassi free-risk; Misure del fattore di crescita “g”. Multipli Piani formalizzati; Vincoli alla pianificazione. Società comparabili Transazioni comparabili Banche-dati società comparabili; Profili società comparabili; Informazioni su aziende del settore. Banche dati transazioni comparabili; Informazioni sulle operazioni; Informazioni sulle società-target. Fonte: Adattamento da Guatri, Bini (2005) Infine, spesso l’assenza di una o alcune delle informazioni riportate in tabella 2, rischia di rendere sostanzialmente inapplicabile l’intero processo valutativo: per questo motivo, nel § 5 si applicano e si adattano nell’ambito delle aziende sanitarie le tipologie di informazioni ritenute indispensabili. 5. La costruzione della base informativa nelle aziende sanitarie L’articolo si sofferma sull’individuazione degli input che dovrebbero confluire nel processo di valutazione economica di un’azienda sanitaria, sull’accessibilità, attendibilità e oggettività degli stessi, nonché sul peso che tali input hanno nel processo di valutazione e sul possibile rischio di trascurare alcune variabili determinanti nella dinamica di creazione del valore economico delle aziende sanitarie. 269 Azienda Pubblica 2-3.2008 Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative In specifico ci si focalizza sulle informazioni necessarie ai soli metodi assoluti, ritenendo che le stesse siano comunque una precondizione per l’esistenza delle informazioni vincolanti per i metodi relativi (Guatri, 2007). L’analisi strategica, in generale, deriva da due livelli di informazioni (Guatri, Sicca, 2000): uno tipicamente interno alle aziende (analisi delle risorse e delle competenze) e uno esterno alle aziende, ovvero legato alla lettura delle dinamiche macroeconomiche e di settore (Guatri, Bini, 2005). Questo vale anche nel caso delle aziende sanitarie dove, tuttavia, le fonti interne in grado di chiarire il posizionamento strategico dell’azienda sono molteplici e non sempre ordinatamente rappresentate. Solo in parte, infatti, tali informazioni coincidono con il piano strategico aziendale, che, peraltro, non sempre viene ad essere formalizzato, e, dove lo è, spesso presenta un’impronta di tipo sostanzialmente istituzionale che vede: • l’esplicitazione degli orientamenti di fondo che consentono il raggiungimento delle finalità istituzionali; • l’individuazione di macro-obiettivi e delle implicazioni di carattere organizzativo; • la definizione, la tempistica e la quantificazione dell’impatto dei singoli obiettivi strategici al fine di verificarne le compatibilità finanziarie (Cuccurullo, 2001). Se, quindi, i piani strategici delle aziende sanitarie italiane presentano delle connotazioni che li configurano a volte come piani organizzativi, altre, come piani finanziari d’investimento o di risanamento, vengono a perdere la loro principale funzione di raccordo e sintesi delle diverse strategie, e possono essere soltanto scarsamente utilizzati con finalità di determinazione del valore economico dell’azienda. Ai fini di recuperare le informazioni interne utili all’analisi strategica, diventa quindi necessario considerare la strategia aziendale in una logica più ampia di come viene normalmente interpretata dalle aziende sanitarie, e integrare le informazioni del piano strategico con informazioni reperibili dal piano d’organizzazione, dai piani di investimento o ancora dal piano di marketing. In sintesi, deve quindi essere considerata complessivamente la variegata documentazione aziendale inerente le linee di intervento sull’organizzazione, sulle dinamiche economico-finanziarie e le politiche di marketing e d’innovazione gestionale e sanitaria. Infine, nelle aziende sanitarie, tipicamente labour e capital intensive, e dove la domanda è fortemente influenzata dall’offerta e, in particolare, dalla presenza di adeguati professionisti e di tecnologie all’avanguardia, un’altra informazione interna risulta fondamentale al fine di ricostruire una base informativa completa in merito all’analisi strategica: l’analisi delle Azienda Pubblica 2-3.2008 270 Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico competenze professionali e delle risorse tecnologiche presenti all’interno dell’azienda. Se, infatti, le aziende sanitarie operano prevalentemente attraverso questi due tipi di risorse, è necessario procedere ad una loro adeguata valutazione. Le prime vanno valutate attentamente e assumono particolare rilevanza perché sono in grado, non solo di influenzare le aree di attività rispetto alle quali ogni azienda decide di specializzarsi, ma anche quelle rispetto alle quali vengono raggiunti particolari livelli di eccellenza. Le risorse tecnologiche, che caratterizzano le tipologie di prestazioni erogate dall’azienda, derivano dal livello di sviluppo tecnologico in essere e sono influenzate dalle politiche di finanziamento degli investimenti adottate a livello aziendale. Sia le risorse professionali che quelle tecnologiche sono in grado di influenzare in maniera significativa i flussi di mobilità attiva (4), che non sono sottoposti ai vincoli della programmazione regionale e qualificano le aziende sanitarie come centri di riferimento per alcune tipologie di prestazioni. Con riferimento alle fonti esterne di supporto per l’analisi strategica, vale la pena richiamare come le informazioni legate alla regolamentazione e alla struttura del settore rivestano una valenza fondamentale nel processo di determinazione del valore delle aziende sanitarie. La struttura del settore sanitario è, infatti, fortemente condizionata dalla regolamentazione di carattere nazionale, cui si aggiungono, spesso con impatti molto differenziati tra loro, le regolamentazioni definite a livello regionale. In particolare se il livello centrale ha il compito di determinare gli obiettivi della programmazione sanitaria nazionale e di fissare il quadro complessivo di tutela della salute, le Regioni, attraverso il Piano sanitario regionale, attivano processi di pianificazione di medio-lungo periodo e definiscono le politiche e gli obiettivi del Ssr, definiscono le regole di accreditamento per le strutture sanitarie pubbliche e private, determinano l’allocazione delle risorse finanziarie tra le aziende del gruppo pubblico, ovvero tra le Asl e le Ao, e individuano strumenti di programmazione e controllo della spesa e dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie erogate (5). Tali regole, che presentano connotati fortemente differenziati tra i diversi contesti regionali, hanno rilevanti implicazioni in termini strategici per le aziende sanitarie, in quanto determinano, direttamente o indirettamente, il ruolo che l’azienda riveste rispetto al sistema pubblico di tutela della salute. Particolare rilevanza assumono allora: 4 La mobilità attiva rappresenta la valorizzazione del fatturato legato a utenti non residenti sul territorio che si rivolgono alla struttura sanitaria. 5 Gli approcci regionali presentano elevati gradi di differenziazione. Basti pensare alle politiche adottate dai vari Ssr riguardo al tema degli strumenti di programmazione e controllo della spesa distinguendo tra le seguenti tendenze: adozione di strumenti decentrati o accentrati rispettivamente con e senza differenziazione tra strutture pubbliche e strutture private o alla definizione di diverse tipologie di tetti. 271 Azienda Pubblica 2-3.2008 Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative • le regole di accreditamento alla quale l’azienda è sottoposta, che, come detto, vengono regolamentate a livello nazionale, per poi essere declinate all’interno dei differenti Ssr in termini di standard differenti da applicarsi alle diverse categorie di soggetti e tipologie di servizi (Brusoni et al., 2007); • i contratti prestazionali eventualmente stipulati con l’Asl o la regione di riferimento (in termini di tetti o target di prestazioni). Tali contratti si inseriscono nel quadro del sistema di finanziamento adottato (dalle disposizioni nazionali a quelle regionali e per tipologia di soggetti e aree di servizio) e assumono connotati di elevata eterogeneità interregionale e possono differenziarsi per tipologia di soggetto erogatore (pubblico vs privato) o per natura del servizio erogato (Anessi et al., 2008); • i tempi di pagamento con i quali vengono riconosciuti all’azienda i flussi finanziari associati alle prestazioni accreditate erogate, tempi che derivano dalle politiche di trasferimento nazionali e regionali delle risorse finanziarie e si differenziano per tipologia di soggetto (Amatucci et al., 2007). Le informazioni ricostruite a questo livello sono particolarmente significative, perché, nel momento in cui un’azienda opera prevalentemente attraverso posti-letto accreditati, i gradi di reddito agli stessi associati presentano livelli minimi di rischiosità, a fronte, tuttavia, della necessità di mantenere gli standard di erogazione del servizio prescritti dalla normativa di riferimento. Allo stesso tempo, la presenza di tetti o target incide sullo sfruttamento della capacità produttiva dell’azienda, indirizzandone le scelte in termini di mix prestazionali. La presenza, infine, di ritardi nei tempi di pagamento incide sulla posizione finanziaria dell’azienda e sul regolare svolgimento dell’attività ordinaria e straordinaria. Infine, ma non ultimo per importanza, l’analisi della specifica struttura del settore in cui opera l’azienda sanitaria riveste un ruolo fondamentale nella determinazione del valore economico, anche con riferimento alle dinamiche di evoluzione dell’offerta e della domanda. Infatti, il livello di concentrazione del settore, il grado di differenziazione delle attività rispetto ai competitor e il livello delle barriere all’entrata, come ben specifica Bain (1956) nel modello struttura-comportamenti-performance, hanno effetti non solo sui comportamenti delle aziende, ma anche sulle possibili performance di lungo periodo; così come le caratteristiche di ogni azienda sanitaria derivano dal quadro demografico che caratterizza il territorio in cui la stessa opera, a sua volta influenzato dal sistema di offerta presente. Ogni volta che si riconosce un’area di bisogno e di domanda da soddisfare, per le aziende si aprono spazi per lo svolgimento di nuove attività o per la modifica di quelle esistenti. Ancora una volta le peculiarità del settore, con riferimento alle caratteristiche della domanda e dell’offerta, derivano dalle scelte di politica sanitaria Azienda Pubblica 2-3.2008 272 Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico attivate a livello nazionale, declinate a livello regionale e per area di attività e danno quindi evidenza del peso delle informazioni esterne rispetto a quelle interne nella determinazione del valore di un’azienda sanitaria. In sintesi, con riferimento all’analisi strategica (ma non solo), la base informativa esterna per le valutazioni assolute delle aziende sanitarie va quindi effettuata su differenti livelli: • informazioni di settore a livello nazionale, ovvero che derivano dal fatto che l’azienda opera proprio all’interno del mercato sanitario e si riferiscono alle politiche e alla normativa sanitaria e ai trend complessivi di settore; • informazioni di settore a livello regionale, ovvero che fanno specifico riferimento alla realtà territoriale in cui l’azienda oggetto di valutazione opera e si sostanziano nelle norme e nelle caratteristiche di funzionamento dello specifico Ssr di riferimento. Ciascuna regione, infatti, come già richiamato, in qualità di “capogruppo” del Ssr, è autonoma nell’adozione e nella declinazione degli strumenti di governo del proprio Ssr, in termini di strumenti di pianificazione delle politiche e degli obiettivi nel medio-lungo periodo, di strumenti con cui si definiscono le regole di accreditamento per le strutture sanitarie pubbliche e private (provvedimenti e delibere regionali sull’accreditamento), di strumenti con cui la regione determina l’allocazione delle risorse finanziarie tra le aziende del gruppo pubblico, ovvero tra le Asl e le Ao (provvedimenti e delibere regionali di finanziamento), strumenti di programmazione e controllo della spesa e dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie erogate (provvedimenti e delibere regionali di fissazione dei vincoli di spesa e di controllo dell’appropriatezza delle prestazioni offerte). • informazioni relative alla natura dell’azienda oggetto di valutazione e al suo specifico posizionamento nel settore, che pertengono alla natura pubblica, mista o privata accreditata dell’azienda da valutare e che spesso si traducono in una differenza nelle regole che allo stessa si applicano; • informazioni relative alle specifiche linee di attività in cui opera il soggetto, direttamente influenzate dalle dinamiche dell’evoluzione epidemiologica e dai bisogni e della domanda. L’analisi storica comprende tre categorie di informazioni (Guatri, Bini, 2005): dati e risultati contabili; dati economici non desumibili dalla contabilità e dati e risultati finanziari. Nel caso delle aziende sanitarie le fonti interne in grado di chiarire il quadro storico dell’azienda sono: • il bilancio e i relativi indici con riferimento alle informazioni contabili; • i trend di attività e i risultati della contabilità analitica con riferimento ai dati extracontabili; 273 Azienda Pubblica 2-3.2008 Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative • i flussi finanziari storici rilevabili dall’analisi della posizione finanziaria. Con riferimento alle informazioni contabili, bisogna, tuttavia, rilevare come, nel caso delle aziende sanitarie pubbliche, il passaggio dalla contabilità finanziaria a quella economico-patrimoniale (avvenuto solo in tempi recenti) ha comportato la necessità di cambiare la cultura e le competenze contabili all’interno delle aziende e ha richiesto notevoli sforzi di affinamento delle rilevazioni, che rischiano di non essere sempre sufficientemente accurate. Inoltre, il ricorso alle informazioni di bilancio è particolarmente delicato nel caso delle aziende sanitarie in quanto il meccanismo che sovrintende alla determinazione delle quote di ammortamento rischia di non essere sempre effettivamente rispondente alla rappresentazione del costo per l’utilizzo di beni che, come detto, nelle aziende sanitarie, sono di notevole rilievo. Infine, la presenza, all’interno dei profili di costo e di ricavo, di valori stimati o congetturati (come non solo gli ammortamenti, ma anche le rimanenze) rischia di rendere la determinazione dei risultati economici un po’ troppo soggettiva, e quindi non sempre del tutto attendibile, anche a fronte delle finalità di accountability esterna dello strumento stesso. D’altro canto, se l’analisi dei flussi finanziari consentirebbe di integrare la base informativa e il possibile ricorso a metodi finanziari, basati sull’attualizzazione dei flussi di cassa, potrebbe garantire una maggiore razionalità del processo valutativo e del risultato, tale analisi si presenta alquanto difficile nelle aziende sanitarie pubbliche, nelle quali spesso le informazioni necessarie non sono facilmente reperibili. Anche nel caso dell’analisi storica è opportuno quindi integrare i dati aziendali con informazioni esterne all’azienda e relative ai trend di spesa, entrate e finanziamento (registrati a livello nazionale, regionale e per le diverse tipologie di soggetti e prodotti/servizi), nonché con i trend sui tempi di pagamento. La costruzione della base informativa esige un’attenta informazione patrimoniale per chiarire le condizioni patrimoniali a disposizione dell’azienda e la sua posizione finanziaria (Guatri, Bini, 2005). Nel caso delle aziende sanitarie pubbliche bisogna rilevare come il già citato passaggio dalla contabilità finanziaria a quella economico-patrimoniale ha richiesto alle aziende la necessità di definire il valore degli asset da imputare a bilancio, soprattutto con riferimento alle immobilizzazioni: questo si è tradotto nel ricorso a stime e congetture molto eterogenee, solo in parte veicolate dalle indicazioni che ogni regione ha definito nel proprio regolamento di contabilità (Anessi, 2003). Le informazioni ricavabili dai piani pluriennali derivano dalla presenza o meno di piani formalizzati o di vincoli alla pianificazione (Guatri, Bini, 2005). Azienda Pubblica 2-3.2008 274 Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Nel caso delle aziende sanitarie, alle consuete fonti interne relative al bilancio pluriennale o al piano degli investimenti, vanno affiancate le informazioni derivanti dalle leggi finanziarie definite a livello nazionale e regionale e, nel caso di aziende pubbliche, dagli obiettivi assegnati dalla regione di riferimento al direttore generale dell’azienda, rispetto ai quali lo stesso è sottoposto a verifica annuale e in scadenza di mandato. Infine, le informazioni riguardanti i tassi, in generale, derivano dalla presenza di banche dati strutturate in grado di rilevare il coefficiente di rischio specifico per settore (ß), i tassi di crescita (g) e le informazioni relative ai rendimenti. Rispetto alle aziende sanitarie si rileva come, spesso, queste tipologie di informazioni siano carenti e sia necessario ricorrere a stime e approssimazioni, attingendo a data set internazionali e rilevazioni aziendali. Alla luce di quanto sin qui presentato, emerge dunque come, in ragione delle peculiarità che caratterizzano le aziende sanitarie, pubbliche, miste e private accreditate in Italia, le informazioni che confluiscono nella base informativa ai fini dell’analisi fondamentale siano sia interne che esterne all’azienda, e che quelle esterne, oltre ad assumere un peso non indifferente nel processo di determinazione del valore dell’azienda, presuppongano un’analisi a cascata che si sposta dal livello nazionale, al livello regionale, al livello aziendale fino al livello di singola unità di business. La tabella 3 presenta le informazioni che confluiscono nella base informativa per la determinazione del valore economico delle aziende sanitarie, raggruppate per aree di analisi e origine del dato. 275 Azienda Pubblica 2-3.2008 Azienda Pubblica 2-3.2008 276 Piani sanitari regionali Legge finanziaria Fonte: Elaborazioni dell’autore Rating Bilancio regionale Obiettivi del DG Tempi di pagamento Analisi delle aree di eccellenza Analisi delle competenze prof.li Piano strategico aziendale INTERNE Evoluzione della domanda Tassi di crescita Tipologia delle entrate Piano degli investimenti Bilancio pluriennale Posizione finanziaria Valutazione degli intangibili Stato Patrimoniale Flussi finanziari storici CE per linea di produzione Dati di attività Indici di bilancio Bilancio Trend di sviluppo tecnologico Politiche sanitarie Evoluzione della domanda Politiche di finanziamento degli investimenti Evoluzione dell’offerta Trend di spesa, entrate e finanziamento Politiche sanitarie Trend sui tempi di pagamento Trend di sviluppo tecnologico Dati demografici Livello di ASA Tetti/Target Regole di accreditamento Sistema di finanziamento Proiezioni sui tempi di pagamento Evoluzione della domanda Disposizioni contrattuali Livello aziendale ESTERNE Livello regionale Legge finanziaria e proiezioni di spesa sanitaria Piano Sanitario Nazionale Livello nazionale Informazione Manovre economiche riguardante i tassi Piani pluriennali Informazione patrimoniale Analisi storica Analisi strategica Aree di analisi Tabella 3 – La base informativa per le valutazioni assolute nelle aziende sanitarie Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico 6. Conclusioni Il processo di costruzione della base informativa utile alla determinazione del valore economico nelle aziende sanitarie risulta essere particolarmente complesso e presenta aspetti decisamente peculiari. D’altro canto, a fronte delle dinamiche evolutive delineate nel § 2 è difficile pensare che si possa rinunciare ad una determinazione, se non oggettiva, quantomeno razionale del valore. Anche se non si deve pensare che la determinazione del valore sia il frutto solo dello sviluppo di determinate formule reddituali, finanziarie e patrimoniali, senza comprendere la natura e i modi delle grandezze economiche e finanziarie generate da un’azienda sanitaria non è possibile elaborare un suo valore attendibile, visto che, per quanto sofisticate siano le formule utilizzate, è pur sempre fondamentale che le informazioni in ingresso siano adeguate (Miglietta, 2005). «La valutazione delle aziende non è mai un’applicazione meccanica di criteri e di formule. Per comporre una valutazione credibile bisogna disporre, oltre che di una serie di strumenti concettuali e di informazioni, della capacità di capire l’azienda, le sue politiche, le sue strategie. E bisogna saperla inquadrare nel sistema in cui opera (Guatri, 1998)». Nelle aziende sanitarie, forse ancora di più che nelle altre tipologie di aziende, la conoscenza delle dinamiche e delle regole che caratterizzano il settore sanitario a livello nazionale e a livello regionale diventa, come si è potuto vedere, fondamentale ai fini di procedere alla valutazione. La possibilità di determinare il valore economico di un’azienda sanitaria, attraverso le tecniche di valutazione d’azienda comunemente utilizzate, risulta fortemente influenzata da una serie di peculiarità tipiche del settore di appartenenza, che determinano non pochi livelli di complessità nel reperimento di informazioni oggettive e attendibili, fondamentali per procedere all’analisi. In linea di principio gli aspetti principali da tenere in considerazione possono ricondursi: • alla natura stessa delle aziende sanitarie, che erogano prestazioni e servizi tra loro molto differenziati e che presentano rilevanti livelli di integrazione sia tra i settori di attività interni all’azienda stessa che tra aziende differenti; • al livello di dispersione delle informazioni sia all’interno della stessa azienda in una serie di piani e documenti a volte ufficiali a volte ufficiosi, sia su una pluralità di livelli (nazionale, regionale, aziendale, di linea di produzione o Area strategica di affari); dispersione che rende, per quanto possibile, significativamente più complessa la ricostruzione di un quadro informativo esaustivo; • alle caratteristiche e all’affidabilità dei piani economico-patrimoniali; • alla stessa difficile reperibilità di alcune informazioni, come quelle di carattere finanziario; 277 Azienda Pubblica 2-3.2008 Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Esperienze innovative • al ruolo della normativa e della regolamentazione di settore, sia essa espressa a livello nazionale o a livello regionale, che si riflette sia sulla natura delle aziende accreditate, che sulla regolamentazione dei profili tariffari e dei tetti, che sui tempi di pagamento, che infine sulle scelte relative alle linee produttive da sviluppare. Si ritiene, infatti, che, nella individuazione delle informazioni di supporto alla determinazione del valore di un’azienda sanitaria si debba assolutamente procedere ad analisi, non solo delle peculiarità aziendali, ma dell’intero settore sanitario e di come lo stesso si caratterizza nell’ambito regionale di riferimento e rispetto alla specifica area di attività in cui l’azienda opera. In linea generale, una delle motivazioni alla base di tanta complessità nella ricostruzione della base informativa risiede nella pervasività degli assetti istituzionali, che finiscono per influenzare in maniera significativa dinamiche che impattano sia sulla gestione ordinaria d’azienda (si pensi al valore negoziato nelle convenzioni annuali), ma anche su quella straordinaria (si pensi all’impatto del ritardo dei tempi di pagamento collegati alle prestazioni negoziate nelle convenzioni sul valore economico dell’azienda). Questo può determinare forti criticità nella gestione del processo di valutazione d’azienda, che rischia, a fronte di istanze così frammentate, di essere oggetto di un commitment disperso e indebolito da una pluralità di attori, quindi non in grado di accompagnare il processo di individuazione delle determinanti del valore, che non trovano adeguata traduzione nei dati aziendali. Il quadro degli assetti istituzionali, peraltro, è reso ancora più complesso proprio dalle numerose iniziative di «ingegneria istituzionale», condotte in tutte le regioni, e dal frequente ricorso a operazioni di partnership finanziaria e gestionale con soggetti privati, spesso attivate in maniera poco attenta e senza una corretta definizione, in sede di avvio, dei contributi che ciascun portatore di interesse è in grado di garantire. In questi casi, procedere in maniera sistematica alla determinazione del valore economico, seppure come misura parziale delle dinamiche del più complessivo processo di creazione di valore aziendale, può divenire, se ben condotto, un momento di riflessione sulle dinamiche aziendali e di corretta traduzione delle istanze di ogni stakeholder in un’adeguata struttura di governance. In sintesi, le considerazioni effettuate nel presente articolo evidenziano la possibilità di determinare il valore economico di un’azienda sanitaria attraverso le tecniche di valutazione d’azienda comunemente utilizzate, ma mostrano, altresì, come sia necessario tenere presente una serie di nodi critici nel processo di valutazione: alcuni di questi possono essere efficacemente governati, mentre altri sono connaturati alla particolare natura delle aziende che operano nel settore sanitario e fanno sì che il valore economico determinato si configuri come una rappresentazione parziale del valore generato dall’azienda. Azienda Pubblica 2-3.2008 278 Esperienze innovative Aziende sanitarie: la determinazione del valore economico Riferimenti bibliografici AGUZZI G., FATTORE G., LECCI F. (2006), “I Piani Sanitari Nazionali: quale ruolo per lo Stato nella programmazione di un sistema decentrato”, in E. ANESSI PESSINA, E. CANTÙ (a cura di), L’aziendalizzazione della sanità in Italia. 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