scarica pdf - Carciofo di Cupello
Transcript
scarica pdf - Carciofo di Cupello
LE CAPITALI DEL GUSTO CUPELLO IL SAPORE UNICO E DOLCE DI UN ORTAGGIO BENEFICO È un gustoso e fresco antipasto, ottimo come piatto unico o se servito per primo oppure per secondo. Con un tocco di originalità di un abile pasticciere, può inoltre essere l’ingrediente principale di uno squisito dessert. Crudo o cotto, poliedrico, versatile, nutriente e dai notevoli benefici nutrizionali, il Carciofo Mazzaferrata di Cupello, oltre che degli orti, è il re indiscusso anche in tavola. Conosciuto e consumato già in epoca greca e romana, il carciofo in genere ha una storia assai antica. Nel Vastese, però, per ricostruirla, non bisogna andare troppo indietro nel tempo, basta qualche decennio. Da prodotto desti- nato al consumo familiare, la Mazzaferrata è diventata infatti soltanto nell’ultimo mezzo secolo uno dei simboli del territorio. Vanta il Marchio collettivo comunitario dalla Camera di commercio di Chieti ed già da qualche anno è venduta in tutta Italia, nei punti vendita della piccola, media e grande distribuzione, non solo nei mercati locali. Grazie ad una particolare sostanza, la cinarina che esercita un’azione benefica sulla secrezione biliare, questo ortaggio favorisce la diuresi renale e regolarizza le funzioni intestinali. Ma non è il pregio esclusivo che vanta. La varietà locale ha infatti un sapore unico che lo distinLECAPITALIDELGUSTO /2 CARCIOFO MAZZAFERRATA Marchio comunitario gue dalle altre, tendente al dolciastro, e che le è conferito dai micro elementi contenuti nel sottosuolo nella fascia di territorio nel quale, secondo il rigido Disciplinare di produzione, deve essere coltivata. Un carciofo unico, insomma, e solo made in Abruzzo. Simona Andreassi ©RIPRODUZIONE RISERVATA 39 Lei non rischia di essere un ortaggio perfino un carciofo ha un cuore Audrey Tautou (protagonista in “Amelie”) La strana pianta che fa conoscere Cupello al mondo I l carciofo Mazzaferrata di Cupello è una delle prelibatezze degli orti di Cupello e dei comuni circostanti. Conosciuto da secoli in tutto il Vastese come pianta selvatica che poteva anche essere cucinata e CARCIOFO MAZZAFERRATA DI CUPELLO mangiata, nelle campagne intorno al paese inizia ad essere coltivato sistematicamente solo alla fine degli Anni Cinquanta. Nel 1961 nasce poi la Cooperativa ortofrutticola San Rocco, leader nella produzione e commercializzazione di questo ortaggio. Conta oltre un centinaio di soci che risiedono anche a Vasto, Monteodorisio e Furci. Ogni anno si producono nel comprensorio mediamente 3 milioni di pezzi destinati ai punti vendita della media e grande distribuzione di tutta Italia, per un fatturato che si attesta sui 300mila euro circa. Il 20 luglio 2004 è stato concesso 40 in uso alla coop San Rocco il Marchio collettivo comunitario dalla Camera di commercio di Chieti. Il carciofo di Cupello appartiene alla specie Cynara scolymus L.spp. varietà Mazzaferrata ecotipo locale di derivazione del Campagnano, a ciclo tardivo che ha il tempo di maturazione tra marzo e aprile, a seconda dell’andamento del clima. «Il disciplinare di produzione è rigido per orientare i produttori e, al contempo, garantire la genuinità ai consumatori. Il sapore dolciastro e la tenerezza delle brattee sono i suoi tratti contraddistintivi. A conferirglieli è in parte pure il terreno», spiega Giulio Pasquale, presidente della coop. Il sottosuolo del comune di Cupello, come si evince dai risultati di uno studio del 2003 di Comune e Ccia di Chieti con l’Arssa, presenta infatti un’abbondanza di micro elementi che conferiscono alla Mazzaferrata un sapore tale da renderla unica nel suo genere. Il Disciplinare di produzione prevede che la zona di appartenenza e produzione sia nel territorio di Cupello e in quella fascia di Vastese compresa tra Furci, Lentella, Monteodorisio, LE CAPITALI DEL GUSTO / 2 IL PROGETTO Dalle “Regine di Cupello” il carciofino sott’olio Vasto e San Salvo. «Sempre secondo il Disciplinare, uno dei requisiti dei terreni è la profondità, la freschezza e il drenaggio. Prima della commercializzazione il colore deve essere verde con sfumature più o meno intense di violetto, la forma tondeggiante ed il caratteristico foro all’apice», aggiunge il presidente. «La coop sta investendo sulla qualità delle produzioni. Si avvale delle consulenze di un tecnico agronomico che forma e fornisce consulenze ai soci. È stata avviata inoltre la procedura per il riconoscimento Dop con la CCia e IL NOME LaMazzaferratasi chiama cosìper la suacaratteristicaforma tondeggianteconforo all’apice.Si distinguedagli altri carciofi per il saporedolciastroe la tenerezza delle brattee. LA PRODUZIONE Sicoltiva,come indicatonel Disciplinaredi produzione,oltreche a Cupello,nei terrenidiFurci, Lentella, Monteodorisio,Vasto eSan Salvo. Ognianno vengonoprodotti circa3 milionidi pezzi IL COSTO Aseconda dell’andamentostagionale oscillatrai 35e i 40cental pezzo Gal Maiella Verde. La Denominazione di origine protetta rappresenta un traguardo importante. Premia infatti il lavoro dei produttori locali e può rappresentare un ulteriore volano per lo sviluppo delle produzioni di qualità e a filiera corta nel Vastese», aggiunge Pasquale. La rete commerciale negli anni si è ampliata. La Mazzaferrata si può infatti acquistare anche nei mercati e nei punti vendita della Grande distribuzione organizzata di Perugia, Rimini, Cesena, Verona e Milano. Simona Andreassi ©RIPRODUZIONE RISERVATA LE CAPITALI DEL GUSTO / 2 È il 1575 e, nel diario "Viaggi in Abruzzo", il padre domenicano Serafino Razzi testimonia la presenza del carciofo nel Vastese. Spostandosi da Vasto a Punta Penna, descrive i luoghi ed annota: "Dopo inchinando già il sole, lasciammo il mare, per boschi di olivi, e tra fiori di ginestre e pendici di carciofi selvatici salendo, ce ne ritornammo al convento con alquanti gamberi e granchi presi". I carciofi di cui parla erano selvatici ma l'annotazione è importante perché conferma che già anticamente il Vastese era un territorio favorevole alla coltivazione di questo ortaggio. Ci vorranno secoli, però, perché venga sistematicamente prodotto negli orti. Per valorizzare la tipicità e anche il profondo legame con il territorio, la coop San rocco sta portando avanti il progetto socio-gastronomico “Le Regine di Cupello”, una linea di sottolio che ha un nome dal forte significato simbolico. La bontà e la ricercatezza di questo carciofino sono tali da essersi conquistati degli spazi espositivi ad Eataly a Roma e Torino. 41