Ouverture in re maggiore D
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Ouverture in re maggiore D
Amadeus Franz Schubert Niccolò Paganini (Vienna, 31/1/1797 - Vienna, 19/11/1828) (Genova, 27/10/1782 – Nizza, 27/5/1840) Ouverture in re maggiore “in stile italiano” D 590 9:14 Introduzione e Variazioni su “Dal tuo stellato soglio” dal “Mosé in Egitto” di Rossini per violoncello e orchestra 4 Adagio – Tempo di marcia 10:00 1 Adagio – Allegro giusto ‹ Antonín Dvorák (Nelahozeves, 8/9/1841 - Praga, 1/5/1904) Klid “La pace della foresta” Adagio per violoncello e orchestra op. 68 n. 5 2 Lento e molto cantabile 5:37 Rondò per violoncello e orchestra in sol minore op. 94 3 Allegretto grazioso 7:57 Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 27/1/1756 - Vienna, 5/12/1791) Sinfonia n. 36 in do maggiore K 425 “Linz” (30:52) 5 Adagio – Allegro spiritoso 5 Poco Adagio 5 Menuetto 5 Presto 10:42 8:31 3:56 7:45 Orchestra da Camera di Mantova Rocco Filippini, direttore e solista NON IN VENDITA SEPARATAMENTE DA AMADEUS bookletCD0415.indd 12 AM 305-2 T. T.: 63:47 11/03/15 12:58 Amadeus Un violoncello sul podio Schubert, Dvořák, Paganini, Mozart Orchestra da Camera di Mantova Rocco Filippini, direttore e solista bookletCD0415.indd 1 13/03/15 10:13 Franz Schubert (Vienna, 31/1/1797 - Vienna, 19/11/1828) Ouverture in re maggiore “in stile italiano” D 590 1 Adagio - Allegro giusto (9:14) Composizione novembre 1817 Edizione Lipsia 1886 Organico 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, violini, viole, violoncelli, contrabbassi ‹ Antonín Dvorák (Nelahozeves, 8/9/1841 - Praga, 1/5/1904) Klid “La pace della foresta” Adagio per violoncello e orchestra op. 68 n. 5 2 Lento e molto cantabile (5:37) Composizione 28 ottobre 1893 Prima esecuzione Basilea, 16 dicembre 1894 Edizione Simrock, Berlino, 1894 Organico flauto, 2 clarinetti, 2 fagotti, corno, violini, viole, violoncelli, contrabbassi, violoncello solista Rondò per violoncello e orchestra in sol minore op. 94 3 Allegretto grazioso (7:57) Composizione 16-22 ottobre 1893 Prima esecuzione Basilea, 16 dicembre 1894 Edizione Simrock, Berlino, 1894 Organico 2 oboi, 2 fagotti, timpani, violini, viole, violoncelli, contrabbassi, violoncello solista bookletCD0415.indd 2 11/03/15 12:58 Niccolò Paganini (Genova, 27/10/1782 - Nizza, 27/5/1840) Introduzione e Variazioni su “Dal tuo stellato soglio” dal “Mosé in Egitto” di Rossini per violoncello e orchestra 4 Adagio - Tempo di marcia (10:00) Composizione 1818/1819 (versione per violino) Edizione Schuberth, Amburgo, 1855 (versione per violino) Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 27/1/1756 - Vienna, 5/12/1791) Sinfonia n. 36 in do maggiore K 425 “Linz” 5 Adagio - Allegro spiritoso (10:42) 6 Poco Adagio (8:31) 7 Menuetto (3:56) 8 Presto (7:45) Composizione ottobre-novembre 1783 Prima esecuzione Linz, Hoftheater, 4 novembre 1783 Edizione André, Offenbach, 1783 Organico 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, violini, viole, violoncelli, contrabbassi Orchestra da Camera di Mantova Rocco Filippini, direttore e solista bookletCD0415.indd 3 11/03/15 12:58 guida all’ascolto Schubert, Dvorák, Paganini, Mozart ‹ straordinario», ebbe a dire di Rossini) e, dopo una rappresentazione del Tancredi, compose due Ouvertures nello stile italiano: la D 590 in re maggiore e la D 591 in do maggiore. L’Ouverture in re maggiore si apre con un Adagio giustamente celebre, che Schubert riutilizzò per l’Ouverture della Rosamunde del 1823. Alcuni solenni accordi a tutta orchestra introducono una struggente melodia esposta dai violini in si minore, che però subito modula a re maggiore. Una nuova modulazione, più audace, “apre” a fa maggiore, tonalità nella quale il tema appare ora nei flauti e nei clarinetti: è un momento di grande lirismo, reso ancor più toccante dall’ingresso dei corni che lo rievocano sopra gli esitanti ribattuti dei violini. Una breve transizione conduce all’Allegro giusto, il cui tema principale, esposto dagli archi, ha un sapore spensierato e sbarazzino. Il secondo tema, in fa maggiore, è un omaggio a Rossini: clarinetti ed oboi riprendono le note della celebre aria «Di tanti palpiti» del Tancredi modificandone la ritmica. Un episodio di riconduzione armonica porta alla ripresa del primo tema, al quale partecipano ora Tra violoncello e orchestra di Alessandro De Bei L’ L’Ouverture in re maggiore D 590 «im italienischen Stile» 1 venne composta da Franz Schubert nel 1817, anno di grande fermento culturale per la città di Vienna, invasa dal “gusto italiano” rappresentato dalle opere di Gioachino Rossini. Nel 1816 vengono infatti rappresentate L’inganno felice e Tancredi in italiano (la versione in tedesco andrà in scena nel 1818); nel 1817 è la volta dell’Italiana in Algeri seguita dal Ciro in Babilonia, mentre nel 1818 tocca a Elisabetta, Regina d’Inghilterra. Schubert non rimase insensibile al clima italianeggiante della capitale («un genio 4 bookletCD0415.indd 4 11/03/15 12:58 anche i legni (clarinetto e flauto), seguita dalla ripresa del secondo tema (ora in si bemolle maggiore), ampliato e variato in un piacevole dialogo fra gli strumenti dell’orchestra. L’Allegro vivace conclusivo è una sorta di “stretta” tipica dell’opera italiana, col suo corollario di cadenze e di arpeggi reiterati. solista, sostenuto dapprima dagli archi in sordina, poi dai controcanti del clarinetto e del flauto. Il pizzicato dei bassi e il lento reclinare verso il basso della linea melodica rendono bene il senso di pace e di serenità richiamato dal titolo. Poco a poco aumenta la temperatura emotiva che tocca l’apice con un forte orchestrale nel quale flauto e clarinetti riprendono perentoriamente l’incipit del tema; un poetico assolo del flauto conclude la prima parte. La seconda parte, “Un pochettino più mosso” in do diesis minore, è più appassionata e vibrante: le frementi note ribattute del solista, cui rispondono i bassi, fanno da contraltare al secondo tema, presentato in dialogo fra legni e violoncello. Raggiunto il climax drammatico, si ritorna al tema principale in re bemolle maggiore col quale si conclude la pagina. Klid 2 (dal ceco “pace”, “tranquillità”) è il quinto dei sei pezzi caratteristici op. 68 per pianoforte a quattro mani Ze Sumavy (Dalla foresta boema) che Antonín Dvořák scrisse nel 1883. Nel 1891, su insistenza dell’editore Simrock, lo stesso autore ne fece una trascrizione per violoncello e pianoforte, in occasione di una tournée di addio all’Europa con gli amici Ferdinand Lachner (violino) e Hanus Wihan (violoncello), prima della partenza per il Nuovo Mondo. La nuova versione piacque a tal punto da indurre lo stesso Dvořak a predisporne nel 1893 un nuovo arrangiamento per violoncello e piccola orchestra. Il brano è scritto in un unico movimento (Lento e molto cantabile) che si apre con una meravigliosa melodia del violoncello Il Rondo in sol minore op. 94 3 venne scritto originariamente da Dvořák per violoncello e pianoforte e anch’esso faceva parte del repertorio che il Trio LachnerWihan-Dvořák portò in tournée nel 1892. La pagina, di gradevolissimo ascolto, è tripartita (A-B-A); la prima parte si apre 5 bookletCD0415.indd 5 11/03/15 12:58 col tema principale in sol minore esposto dal solista sul ritmico accompagnamento degli archi: è una melodia nostalgica dal forte sapore popolare che ricorda molto le Danze slave. A essa fa seguito il secondo tema in si bemolle maggiore, dolce e cullante, dal sapore di ninna nanna; prima viene esposto dal solista, poi viene ripreso dall’orchestra in re bemolle maggiore. Una breve transizione conduce alla ripresa del primo tema in sol minore ed alla conclusione della prima parte. La seconda parte (Più mosso. Allegro vivo), in sol maggiore, è una danza popolare, vera e propria esplosione di vitalità ritmica e di slancio virtuosistico. La ripresa della prima parte è regolare: al tema principale in sol minore fa seguito il secondo tema, ora in sol maggiore. La coda elabora elementi del secondo tema (violoncello) e del tema principale (orchestra) e conclude il Rondo con un “più che pianissimo” in pizzicato. per violino e orchestra, questa pagina di bravura viene eseguita anche per violoncello e fa parte del repertorio dei più brillanti virtuosi dello strumento. L’Introduzione è costituita proprio dalla famosa preghiera rossiniana, ripetuta tre volte su registri sempre più acuti, a imitazione dell’originale nel quale gli interventi vocali si succedono secondo l’ordine basso-tenore-soprano. La parte finale della preghiera è in re maggiore e corrisponde all’intervento del coro nell’originale rossiniano. Una cadenza del violoncello conclude l’Introduzione, alla quale segue un nuovo tema, “Tempo alla Marcia”, seguito da tre variazioni: la prima in scorrevoli sedicesimi arricchiti da suoni nel registro sovracuto, la seconda, deliziosa, in crome ritmicamente ben scandite, l’ultima in una sorta di moto perpetuo di semicrome seguito da una indiavolata coda. In viaggio da Salisburgo a Vienna, Wolfgang Amadeus Mozart e sua moglie Constanze sono ospiti a Linz del conte Joseph Anton Thun, il quale organizza un concerto per omaggiare l’amico musicista. «Martedì 4 novembre darò un con- Anche la cosiddetta Sonata a preghiera 4 di Nicolò Paganini è un omaggio a Rossini e più precisamente alla celeberrima aria «Dal tuo stellato soglio» dall’opera Mosè in Egitto. Scritta originariamente 6 bookletCD0415.indd 6 11/03/15 12:58 certo in teatro, ma, non avendo portato con me nessuna Sinfonia, ne sto componendo una a gran velocità, perché devo terminarla per questa data»: così Mozart scrive al padre il 31 ottobre 1783. Sono queste le origini della Sinfonia K 425 in do maggiore “Linz”, per la quale Mozart utilizzò un corposo organico orchestrale: oboi, clarinetti, fagotti, corni, trombe, timpani e archi. Il primo movimento 5 si apre, per la prima volta nella produzione sinfonica di Mozart, con un’introduzione lenta; l’Adagio in la minore, di ispirazione haydniana, prende le mosse da solenni unisoni a tutta orchestra seguiti da un sinuoso e quasi misterioso motivo che prima passa dai fagotti agli oboi, poi appare ai bassi per approdare infine ai violini che lo conducono a una cadenza sospesa. L’Allegro spiritoso, nella solare tonalità di do maggiore, ha un primo tema che viene presentato dagli archi per poi “esplodere” gioiosamente in tutta l’orchestra. Il secondo tema, in mi minore, è un evidente omaggio alla “musica turca”, mentre il finale dell’esposizione ha il carattere fresco e trascinante dell’opera buffa italiana. Lo sviluppo è basato su un motivo ascendente che si era udito alla fine dell’esposizione; dopo la ripresa regolare, col secondo tema in la minore, la sinfonia si conclude con una breve ed energica coda. Il secondo movimento, Poco adagio 6, in 6/8 si apre con delicato e cullante tema esposto dagli archi in fa maggiore. Una modulazione a do maggiore conduce al secondo tema, caratterizzato dalle note ribattute di corni e timpani, curiosamente presenti anche nel movimento lento. Un breve episodio in do minore sembra oscurare la serenità della pagina, ma è solo un attimo che subito svanisce nella cadenza che conclude l’esposizione. La sezione di sviluppo viene giocata da Mozart sulle note ribattute dei corni e su enigmatiche scalette ascendenti dei violini. La ripresa dei due temi principali conclude il movimento. Il Minuetto 7 ha un andamento piuttosto rustico, cadenzato dalle note ribattute dei corni e dal marziale ritmo dei timpani. Nel Trio invece si respira un’aria più salottiera e galante, a partire dal sinuoso tema principale esposto da oboe e violini e delicatamente punteggiato dai bassi. 7 bookletCD0415.indd 7 11/03/15 12:58 Il Presto 8 finale ci trascina nel pieno vortice della musica operistica: il primo tema, ancora una volta esposto dagli archi e poi ripreso da tutta l’orchestra (come nell’Allegro spiritoso), ha una vitalità trascinante tipica proprio delle opere italiane del salisburghese. Il secondo tema, formato da tre crome precedute da una pausa, è originale e ricco di spunti contrappuntistici. Lo sviluppo si basa su un frammento motivico (una sorta di arpeggio tonale ben scandito ritmicamente) che avevamo udito fra il primo ed il secondo tema. Regolare la ripresa, seguita da una trascinante coda finale. 8 bookletCD0415.indd 8 11/03/15 12:58 interpreti Astor Piazzola, Severino Gazzelloni e Aldo Ciccolini). Si esibisce nei principali teatri e sale da concerto della maggior parte dei Paesi europei, di Stati Uniti, Centro e Sud America, d’Asia. Nell’ultimo decennio l’attività dell’Orchestra s’incentra principalmente sulla realizzazione di importanti cicli monografici: dedicati a Beethoven e alla produzione sacra di Mozart e realizzati sotto la guida di Umberto Benedetti Michelangeli, a lungo suo direttore principale; imperniati sui Concerti per pianoforte e orchestra del Salisburghese, al fianco di Alexander Lonquich, con cui da sempre stringe un sodalizio speciale; incentrati ora sull’opera di Haydn, ora sull’integrale delle Sinfonie di Schumann. L’Orchestra da Camera di Mantova effettua registrazioni televisive e radiofoniche, tra le altre, per Rai, Bayerischer Rundfunk e RSI. Nell’ambito di un progetto discografico dedicato ai Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart, con Angela Hewitt ha realizzato due cd per l’etichetta Hyperion. Dal 1993 l’Orchestra da Camera di Mantova è impegnata nel rilancio delle attività musicali della Orchestra da Camera di Mantova N asce nel 1981 e s’impone da subito per brillantezza tecnica, assidua ricerca della qualità sonora, sensibilità ai problemi stilistici. Nel 1997 i critici musicali italiani le assegnano il Premio “F. Abbiati”, quale miglior complesso da camera, «per la sensibilità stilistica e la metodica ricerca sulla sonorità che ripropone un momento di incontro esecutivo alto tra tradizione strumentale italiana e repertorio classico». La sua sede è il Teatro Bibiena di Mantova, gioiello di architettura e acustica. Nella sua trentennale vita artistica l’Orchestra collabora con alcuni tra i più apprezzati direttori e solisti (tra i quali: Maria João Pires, Gidon Kremer, Shlomo Mintz, Joshua Bell, Salvatore Accardo, Giuliano Carmignola, Uto Ughi, Mischa Maisky, Enrico Dindo, Antonio Ballista, Mario Brunello, Miklós Perényi, Sol Gabetta, Enrico Bronzi, Bruno Canino, Katia e Marielle Labèque, Maria Tipo, Kent Nagano e gli indimenticabili 9 bookletCD0415.indd 9 11/03/15 12:58 sua città, attraverso la stagione concertistica “Tempo d’Orchestra”. Nel maggio 2013 ha dato vita al Mantova Chamber Music Festival “Trame sonore a Palazzo”, innovativo meeting internazionale di musicisti che si svolge nella sale del Palazzo Ducale di Mantova e tocca i principali luoghi d’arte cittadini. raresi, in seguito con Mariana Sirbu. Dal 1992 è membro fondatore del Quartetto Accardo. Vanta una lunga collaborazione con Maurizio Pollini e ha tenuto numerosi concerti al Teatro alla Scala di Milano; al Festival di Salisburgo ha suonato in prima esecuzione Tre Veglie di Fabio Vacchi, con Anna Caterina Antonacci, accompagnato dall’Orchestre de Paris diretta da Ivan Fischer. Accademico di Santa Cecilia, nel 1979 è stato nominato insegnante di violoncello al Conservatorio G. Verdi di Milano, mentre nel 2003 è stato chiamato da Luciano Berio ai corsi di perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia. Nel 1985 ha fondato con Salvatore Accardo, Bruno Giuranna e Franco Petracchi l’Accademia Walter Stauffer di Cremona; è stato invitato ripetutamente da Rudolf Serkin al Festival di Marlboro e alle serie di concerti “Music from Marlboro”. Alcuni dei massimi compositori di oggi gli hanno dedicato le loro opere, da Franco Donatoni e Luciano Berio a Giovanni Sollima e Salvatore Sciarrino. Suona lo Stradivari “Gore Booth” (1710). Rocco Filippini F iglio del letterato e pittore Felice Filippini e della pianista Dafne Salati, è stato avviato precocemente alla pratica musicale. Determinante l’incontro con Pierre Fournier che ha assunto la guida della sua formazione insieme al professor Franz Walter del Conservatorio di Ginevra, dove si è diplomato a 17 anni; in seguito ha vinto il Concorso Internazionale della stessa città. In un ampio repertorio, che spazia dalla musica barocca a quella dei giorni nostri, si è esibito nelle più importanti e festival del mondo. Nel 1968 ha fondato il Trio di Milano, con Bruno Canino e Cesare Fer10 bookletCD0415.indd 10 11/03/15 12:58 Amadeus n. 305 (04/2015) Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 𝖢 2015 s.r.l. 𝖯 2015 RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana Direttore responsabile Gaetano Santangelo Redazione Andrea Milanesi Grafica Dario Codognato Impaginazione Riccardo Santangelo Registrazione dal vivo da RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana 15 maggio 2000, Palazzo dei Congressi, Lugano (CH) Produzione Dario Müller Tonmeister Michael Rast In copertina Rocco Filippini (foto di Cosimo Filippini) N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201504.pdf bookletCD0415.indd 11 11/03/15 12:58