Immagini e didascalie

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 Immagini e didascalie FILE IMMAGINE DIDASCALIA Correggio Danae, 1530‐1534 circa olio su tela, 161 x 191 Roma, Galleria Borghese Danae, dolcemente appoggiata a due guanciali, accoglie nel suo grembo la pioggia d’oro, Giove, che cade da una nuvola compatta sospesa sopra il letto. Un genio alato siede con lei e facilita l’impresa del dio scostando il lenzuolo dal grembo della donna. In basso a destra due putti, uno alato ed uno no, giocano con una piccola lavagna di ardesia e una freccia, apparentemente ignari di ciò che sta accadendo. (per approfondimenti vedi scheda) 01 Correggio Il ratto di Ganimede, 1530‐1534 circa olio su tela, 163,5 x 70,5 Vienna, Kunsthistorisches Museum 02 Questo è il primo dei quattro dipinti della serie Amori di Giove ispirata alle Metamorfosi di Ovidio. Il giovane Ganimede si libra nell’aria tenendosi aggrappato ad una possente aquila, che in realtà è Giove trasformato in volatile per rapirlo e portarlo con se. Il paesaggio è illuminato da un chiarore diffuso, dalle tinte azzurrate, mentre le due figure in primo piano sono rischiarate da una luce più forte che sembra provenire dall’esterno del quadro, con il risultato di un evidente contrasto tra la pelle chiara del giovane e il colore scuro del rapace. (per approfondimenti vedi scheda) Correggio Giove ed Io, 1530‐1534 circa olio su tela, 163,5 x 74 Vienna, Kunsthistorisches Museum 03 La ninfa Io, seduta su un candido lenzuolo steso su una zolla di terra, si abbandona ad un amplesso amoroso con il suo amante Giove, trasformatosi in nube. Il volto del dio e la sua mano, che si materializzano solo al contatto con la fanciulla, sono riconoscibili appena tra i vapori grigio azzurri. La luce che illumina l’ampia schiena della donna e lo sfondo scuro trasmettono un effetto teatrale alla scena. La testa di un cervo in basso a destra evoca lo spazio al di fuori del quadro, elemento narrativo tipico del Correggio. (per approfondimenti vedi scheda) Correggio Venere e Cupido addormentati e spiati da un satiro, 1524‐1525 circa olio su tela, 188,5 x 125,5 Parigi, Musée du Louvre Nella figura del satiro s’è voluto vedere, tradizionalmente, uno dei mascheramenti di Giove, qui in atto d’insidiare Venere addormentata. Nell’atto di scoprire la donna che si era addormentata e nascosta sotto il drappo, il satiro si copre i genitali con lo stesso. La scena è carica di sensualità ed erotismo grazie alla posizione lasciva del corpo della dea, alle sue labbra socchiuse e all’atmosfera di un pomeriggio estivo, la cui luce penetra dai tronchi degli alberi lasciando scorgere un leggero chiarore. Cupido, accanto alla più bella delle immortali, assopito anch’egli, con la testa appoggiata al suo arco. (per approfondimenti vedi scheda) 04 Correggio Educazione di Cupido, 1523‐1524 circa olio su tela, 155 x 91,5 Londra, The National Gallery of Art Il dipinto raggruppa tre figure della mitologia greca, impegnate in un compito pedagogico. Nel quadro sono ritratti Venere con l’arco purpureo, Mercurio con i sandali e il cappello alato, il giovane Cupido, figlio di Venere. La vergine e il bambino sono il fulcro centrale della composizione e rivolgendo la loro attenzione in direzioni opposte obbligano lo sguardo dell’osservatore a muoversi e a cogliere diversi punti di vista dentro al dipinto. La madre assiste a una lezione che Mercurio impartisce al suo bambino e la scena ha toni intimi e familiari: una luce forte illumina le figure e lo sfondo è quasi completamente buio, ad indicare la destinazione della tela ad un ambiente piccolo e raccolto. (per approfondimenti vedi scheda) 05 Correggio Riposo durante la fuga in Egitto, con San Francesco, 1520 circa olio su tela, 146,2 x 136,4 Firenze, Galleria degli Uffizi 06 Questo episodio, narrato nei Vangeli apocrifi, occupa per la prima volta la scena di una pala d’altare. Una palma, simbolo di santità, profezia e giustizia, piega spontaneamente i rami per far cogliere a Giuseppe i suoi datteri, che egli porge a Gesù Bambino. La scena è simmetricamente divisa dalla figura della Madonna e dal tronco della palma a cui la donna è appoggiata. Il fatto che sia stato eseguito per la chiesa di San Francesco a Correggio spiega la presenza a destra del santo, che vuole simboleggiare il legame tra i fedeli e la Sacra Famiglia. Correggio Quattro Santi, 1516 circa olio su tela, 221,7 x 161,9 New York, The Metropolitan Museum of Art L’iconografia del quadro è di immediata comprensione: si tratta di un gruppo di Santi, Pietro, Marta, Maddalena e Leonardo, in un paesaggio ed è un soggetto piuttosto diffuso nell’Italia settentrionale del primo Cinquecento. San Pietro poggia un piede sulla pietra simbolo della Chiesa e nelle mani tiene un libro con le epistole per il Nuovo Testamento e le chiavi del cielo e dell’inferno. Marta è con il drago che simboleggia il demonio dal lei sconfitto, Maddalena reca il balsamo con cui unse i piedi di Cristo e San Leonardo, patrono dei prigionieri, le catene. 07 Correggio Matrimonio mistico di Santa Caterina, 1520 circa olio su tavola, 28,5 x 23,5 Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte La Madonna assiste Gesù nel gesto di mettere l’anello al dito di Santa Caterina, pronta al suo matrimonio mistico. Le mani dei tre personaggi si incontrano al centro della composizione, sfiorandosi e intrecciandosi l’una con l’altra. Gesù, vestito, guarda la madre come a chiederle conferma del gesto che sta compiendo, afferrando l’anulare con le sue piccole dita. La composizione è fittamente intersecata di movenze, colori meravigliosi, mentre l’uso del pennello è fluido e veloce tale da definire le ombre che risultano leggere e sfumate. 08 Correggio Madonna col Bambino (Madonna Campori), 1519 circa olio su tavola, 58 x 45 Modena, Galleria Estense 09 Il dipinto conferma la vocazione del Correggio a concentrarsi sull’intimità familiare e a trasferirla nei soggetti sacri. Il rapporto tra Madre e Figlio viene colto con immediatezza e verità, con un’energia e un’umanità intense e diverse da quelle di Raffaello. Gesù stringe con la mano sinistra l’indice della Madonna, mentre con la destra tenta quasi di arrampicarsi lungo il suo petto; lei lo lascia fare con dolcezza, appoggiandolo sull’ampio grembo e sorreggendolo con le sue mani grandi e avvolgenti. Il piede del Bambino con il tallone rivolto verso lo spettatore, è la sigla stilistica dell’autore, lo si ritrova infatti in altre opere. Correggio Noli me tangere, 1520 circa olio su tela,130 x 103 Madrid, Museo del Prado Maddalena, dopo la scoperta del sepolcro vuoto di Gesù, cerca qualcuno cui chiedere dove sia stato portato il corpo. In un orto (per questo in basso a destra si scorgono una zappa, una pala, un cappello) scorge un uomo e accorgendosi che la persona di fronte è Cristo risorto si inginocchia sconvolta. Ecco allora la frase “Non mi toccare perche non sono ancora salito al Padre”. La mano di Gesù indica il cielo, alludendo alla sua prossima ascesa. La struttura dell’opera è caratterizzata da un efficace sistema di diagonali, creando un’invisibile sintonia tra i due personaggi, astraendoli dal contesto e proiettandoli verso lo spettatore. 10 Correggio Adorazione dei Magi, 1517 circa olio su tela, 84 x 108 Milano, Pinacoteca di Brera La scena rappresenta l’arrivo dei tre Magi alla capanna‐tempio dove la Madonna, tenendo in grembo il Bambino Gesù molto piccolo, lo offre alla loro adorazione. La potente diagonale segnata dalle figure dei Magi procede dal primo a destra, il più giovane, avvitato nel canonico “contrapposto” leonardesco. La diversificazione dell’età non è casuale e rappresenta le tre età dell’uomo: giovinezza, maturità, vecchiaia. Il naturalismo è diffuso nei particolari sparsi, ricchi di simboli, mentre un forte vento scuote le fronde cresciute tra i marmi. 11 12 Correggio Ritratto di dama, 1517‐1518 circa olio su tela, 102 x 86 San Pietroburgo, Ermitage Singolarmente, Correggio non si dedicò molto ai ritratti, genere molto in voga nel Rinascimento. Questo è uno degli unici due eseguiti dal pittore. L’identità della dama non è chiara; quasi certamente si tratta di una vedova, visto che tiene nella destra una coppa di foggia classica sul bordo interno della quale compare la parola greca nepenthe, il medicamento egizio contro l’afflizione. La donna ricorda, nei tratti somatici, la figura della Vergine nel Riposo durante la fuga in Egitto, caratterizzata dalla morbidezza chiaroscurale del volto. Correggio firmò l’opera, sul tronco dell’albero accanto alla figura si nota infatti la scritta latina ANTON.LAET (Antonius Laetus). Correggio Martirio dei santi Placido, Flavia, Eutichio e Valeriano, 1523 circa olio su tela, 158 x 182 Parma, Galleria Nazionale I corpi senza vita dei giovani fratelli di San Placido, Eutichio e Vittorino, giacciono accanto alle rispettive teste mozzate, all’estremità destra del quadro. Straordinaria la figura del carnefice di San Placido (a sinistra) vista da tergo, poiché un personaggio in primo piano di spalle coincide con l’intenzione di Correggio di negare dignità a un empio. Santa Flavia, con la spada del suo persecutore conficcata nel fianco, è in estasi mistica mentre osserva l’angelo glorificatore. 13 Correggio Madonna adorante il bambino, 1525 circa olio su tela, 82 x 68,5 Firenze, Galleria degli Uffizi 14 Il tema di quest’opera, ambientato nello scenario della Natività, allude all’Incarnazione e alla divinità di Cristo. La Vergine, dopo aver delicatamente adagiato Gesù su un lembo del suo manto, lo adora tenendo le mani aperte in segno di gioia. Il braccio del bambino che si stende verso la madre, e le sue mani allargate, creano un dinamismo compositivo e sentimentale che caratterizza l’intero quadro, animato anche da uno studio cromatico molto sottile: il colore dell’abito di Maria, rosso con screziature arancioni, sembra prolungarsi nel drappo alle sue spalle e il manto blu, striato di turchese, si tinge nel risvolto di un verde che evoca il paesaggio sono probabili rimandi visivi al Riposo durante la fuga in Egitto.