gli ingranaggi e l`orologio

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gli ingranaggi e l`orologio
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GLI INGRANAGGI E L'OROLOGIO
di Renata Borgato*
Quando si parla di prevenzione e sicurezza la parola chiave è “sistema”. Con sistema si intende un insieme integrato di fattori diversi ma interconnessi.
Ciascuno di essi deve funzionare per garantire,
appunto, che anche il tutto funzioni. Ogni parte del
sistema ha un ruolo non equivalente, ma non per questo meno essenziale. La metafora dell’orologio in cui
il più piccolo ingranaggio è indispensabile ben rappresenta questo concetto.
Nello specifico contesto della prevenzione, il senso di
alcuni adempimenti è più percepibile: per esempio si
intuisce immediatamente l’importanza della valutazione dei rischi, la definizione delle misure di bonifica e l’adozione di un adeguato sistema di gestione.
Ma questo non basta ad assicurare un ambiente sicuro: gli attori sociali hanno un peso rilevante. Non esiste infatti una tecnologia assolutamente priva di rischi
e la valutazione del suo funzionamento e l’individuazione delle possibili criticità è sempre una questione
di giudizio umano.
Sull’efficienza e l’efficacia di questo giudizio incidono direttamente fattori connessi all’organizzazione,
tra cui rientra a pieno titolo la cultura aziendale e,
come diretta conseguenza, la comunicazione interna e
la formazione.
Nello specifico, non pensiamo solo alla formazione
per la prevenzione, ma ci riferiamo in modo più complessivo all’intera offerta formativa aziendale.
È infatti attraverso l’acquisizione di strumenti autonomi di elaborazione di pensiero e capacità di interpretare la realtà che le persone imparano a effettuare scelte consapevoli e a rapportarsi responsabilmente con le situazioni, sia quelle previste che quelle impreviste.
L’acquisizione complessiva di una strumentazione
ricca e flessibile per confrontarsi con le situazioni è
infatti una capacità transitiva che passa da un contesto all’altro.
Una formazione abilitante, che trasmetta indicazioni
specifiche, ma soprattutto insegni a capirne il senso, a
riflettere sui processi, a imparare per analogia e differenza, permette alle persone di rapportarsi correttamente anche con situazioni non codificate, attingendo
a una ricca strumentazione logica.
Ciò è particolarmente utile in caso ci si trovi di fronte a eventi per i quali manca un modello di riferimento (Catino 2009), situazione che la continua evoluzio-
ne delle tecnologie e delle modalità di produzione
rende sempre più probabile. In una fabbrica di tipo
tayloristico, la prevedibilità degli eventi è molto maggiore in quanto l’intero processo produttivo è completamente codificato e gli spazi di autonomia personale
sono praticamente inesistenti.
In questo contesto l’accento si pone prevalentemente
sulla correttezza delle procedure adottate e la possibilità di trovarsi di fronte a qualcosa di ignoto è molto
ridotta. Ma nel tessuto di PMI prevalente nel contesto
produttivo italiano la situazione è molto diversa e il
valore competitivo delle aziende in molti casi deriva
proprio dalla flessibilità e duttilità dell’organizzazione
del lavoro.
Non avere una cornice di riferimento che orienti le
aspettative e il sensemaking rende molto difficile
individuare e dare un senso alle informazioni che si
ricevono, coglierne la salienza, collegarle e a gerarchizzarle.
Se le persone si imbattono in qualcosa di non previsto
e di non prevedibile, la loro capacità di risposta dipende quasi integralmente dal possesso di strumenti aspecifici quali l’abitudine a cogliere i segnali deboli, a
effettuare collegamenti e deduzioni consapevoli. Ma
soprattutto se sono in grado di pensare autonomamente e flessibilmente.
Queste abilità si acquisiscono prevalentemente attraverso una formazione che privilegi la crescita complessiva delle persone e non solo ne ampli le competenze tecniche.
* Esperta di Formazione
Rivista Ambiente e Lavoro
2014
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