Chirurgia della testa e del collo Occhio

Transcript

Chirurgia della testa e del collo Occhio
Approccio di tipo induttivo: prima si fa la diagnosi e poi si fa la conferma.
Chirurgia della testa e del collo
Occhio
Il sacco congiuntivale, è la palpebra con tarso, su cui sboccano le ghiandole e si innescano le ciglia. La nittitante
nel canto mediale ha funzione protettiva.
Il cristallino è una lenta biconvessa che, assieme alla cornea, focalizza l’immagine sulla retina. È segregato e
nella vita embrionale non viene mai a contatto con il sistema immunitario. È composto da mucopolisaccaridi
disposti concentricamente in modo da non disperdere i raggi luminosi e dare un’immagine perfetta.
Le ghiandole lacrimali sono nel canto mediale e nella terza palpebra e proteggono l’idromucosa. Se manca
causa cheratite secca. Si ha per ridotta produzione ghiandolare o per asportazione di ghiandole adenomatose.
Il battito delle ciglia umidifica e mantiene in buone condizioni la cornea. Il liquido lacrimale è dato da:
1. una parte acquosa → ghiandole lacrimali;
2. una parte lipidica → ghiandole di Meibomio;
3. una parte mucosa → ghiandole mucose della congiuntiva.
È un liquido molto funzionale, che umidifica, lubrifica, pulisce e protegge la cornea.
Entropion
Consiste nel ribaltamento interno della palpebra. Interessa i 2/3 esterni della palpebra inferiore (90% dei casi) e
1/3 laterale della palpebra superiore (10%). Le ciglia sfregano sulla cornea creando dolore e danno corneale:
cheratite → cherato-congiuntivite → displasia della cornea. È frequentissima nell’uomo e nel cane (Bracco,
Cocker, Bassethound).
Sintomi: blefarospasmo e fenomeni infiammatori, irritazione, epifora, fotofobia, congiuntivite, ulcere corneali,
cheratite, aumento vascolarizzazione.
Diagnosi: EOP.
Eziologia: è dovuta a un fatto infiammatorio e genetico ( congiuntivite ereditaria acquisita per contrazione del
muscolo orbicolare dell’occhio → spasmo), soprattutto nei giovani.
Trattamento: chirurgico con asportazione di un lembo delle palpebre. Importante intervenire il prima possibile,
mai correggere troppo altrimenti si rischia l’ectropion.
Ectropion
Ribaltamento esterno della palpebra. Predispone a congiuntivite, tipico del Bracco Italiano, del Bassethound e
del Mastino Napoletano. Si può avere disidratazione del sacco congiuntivale inferiore perché la congiuntiva è
esposta.
Trattamento: chirurgico con trazione laterale della palpebra. Se la cornea subisce traumi gravi e ripetuti può
perforarsi.
Collasso della terza palpebra
La terza palpebra contiene una ghiandola lacrimale e del tessuto linfatico. Ha sia funzione protettiva che
immunitaria. Nell’uomo è presente solo un abbozzo della terza palpebra, la caruncola. È formata da tessuto della
congiuntivale e all’interno presenta una cartilagine che se malformata si accartoccia andando a coprire l’occhio.
Le neoformazioni palpebrali, spesso neoplastiche, si localizzano frequentemente qui.
Trattamento: si interviene asportando la terza palpebra anche se questo comporta il rischio di cheratite secca.
Perforazione corneale
Per perforarsi completamente deve perforarsi anche la membrana di Descemet, ma questa in genere resiste e
spinta dalla pressione del sottostante umor acqueo prolassa. Se si rompe e penetrano batteri in camera anteriore si
ha oftalmite. Si ripassa con fili da sutura oftalmica (6-0) e la cicatrizzazione avviene tranquillamente.
Traumi alla cornea: c.e., pallini da caccia.
Ulcera corneale
Si ha per trauma acuto. Il blefarospasmo e la dermatite secca che ne conseguono impediscono la cicatrizzazione
e si forma l’ulcera che non guarisce.
Trattamento: bendaggio chiuso che difende da disidratazione, luce e sporcizia. Con una sutura si tira la
nittitante lateralmente di modo che copra la cornea, si suturano le palpebre perché l’occhio resti chiuso.
La nittitante è vascolarizzata, ha una mucosa ed embriologicamente è simile alla cornea, quindi favorisce la
cicatrizzazione dell’ulcera. Si riapre l’occhio dopo 10-15 giorni. In alternativa possiamo chiudere l’ulcera con un
collante di ciano acrilati (attack) che dopo 20 gg si stacca in seguito a riepitelizzazione.
Cataratta
È una qualsiasi opacità non fisiologica della lente (cristallino) o della sua capsula.
Cause: minor assunzione di acqua o maggior penetrazione di acqua.
Classificazione secondo tipo e stadio evolutivo:
1. precoce o immatura se permette l’ispezione del fondo dell’occhio;
2. matura se il soggetto è cieco e non si ispeziona il fondo;
3. ipersatura se è liquefatta;
4. congenita prima della 6°- 7° sett. di vita;
5. giovanile dopo la 6°-7° sett.;
6. senile con normale aumento di densità centrale nel nucleo della lente.
Può derivare da: radiazioni (Rx, UV, X), ferite penetranti, ereditaria da difetto recessivo, alimentare da
intossicazione da naftalene o dinitrofenolo; oppure può essere secondaria a diabete mellito (accumulo di sorbitolo);
per patologie epatiche/dismetaboliche o iatrogene (eccesso di cortisone).
Trattamento: estrazione della lente. L’intervento di facoemulsificazione prevede l’utilizzo di una minuscola
sonda ad ultrasuoni che, introdotta attraverso un forellino di ca 3 mm, è in grado di emulsionare, sciogliere cioè il
cristallino opacizzato in ambiente liquido per successivamente asportarlo per aspirazione.a questo punto si inietta il
cristallino artificiale. L’incisione in questo modo non richiede il posizionamento di punti di sutura. Altrimenti si fa
un’incisione dorsale e si infila nella cornea posteriore il Rainer-saturno (una lente in poli-metil-acrilato: plexiglass).
Importante avere lo specialista a disposizione e grossa collaborazione del proprietario.
Distacco retinico
Separazione totale o parziale della retina dalla corioidea.
Eziopatogenesi: idiopatica, flogogena, traumatica (emorragica). Il distacco avviene frequentemente tra lo strato
di coni e bastoncelli e lo strato dell’epitelio pigmentato.
Distacco idiopatico: essudato o sangue che si interpongono tra i due strati determinando il distacco.
Distacco emorragico: l’essudato si raccoglie nel vitreo contraendo con la retina rapporti di aderenza. Con
l’organizzazione l’essudato/coagulo si retrae facendo trazione sulla retina con scolamento e distacco.
Sintomi: le forme incomplete passano inosservate, solo con grossi disturbi visivi si evidenzia il distacco. Nei
distacchi emorragici si ha opacamento rossastro del vitreo.
Terapia: nessuna.
Atrofia progressiva della retina nel cane
Degenerazione primaria e progressiva di certe razze canine. Può avere due forme: una generalizzata e una
progressiva.
Atrofia generalizzata (progressiva)
Colpisce il Setter e il Coker. È una forma ereditaria con distruzione del normoepitelio retinico nel suo sviluppo,
è bilaterale e va dalla regione periferica a quella centrale. La perdita della visione è sempre totale.
Sintomi: nelle forme iniziali c’è leggera midriasi con pupilla che risponde poco. In seguito la visione è difettosa
fino all’assoluta cecità. All’EOP la pupilla è in totale midriasi; assente la risposta agli stimoli.
Terapia: assente.
Atrofia centrale progressiva
Bilaterale ed ereditaria. Perdita solo della visuale centrale per distruzione del ramo epitelio-centrale.
Sintomi: dilatazione pupillare tardiva ma presente, riflesso all’illuminazione presente.
Carie dentarie
Nei piccoli animali, come cani e gatti le carie non sono comuni a causa probabilmente della flora buccale e della
dieta priva di carboidrati rapidamente fermentescibili. Nei cani più facilmente si riscontra sui colletti dei denti
molari, mentre nei gatti può essere sotto la superficie di qualsiasi dente, proprio sotto il margine gengivale.
Superficialmente i denti appaiono normali, l’animale però mostra riluttanza all’alimentazione nonostante dimostri
interesse per il cibo. Alcuni possono arrivare a dare fistola dentaria, ovvero un tragitto che collega la radice del
dente verso l’esterno, con il seno mascellare o le cavità nasali. Nel cane spesso è sotto-orbitale.
5?
Trattamento: rimozione del dente colpito e accurato drenaggio della fistola, se presente. Nel cavallo le fistole
che si formano possono dirigersi nel seno mascellare fino o causare scolo nasale e sinusite. In entrambi gli animali
si può sondare la fistola con uno specillo.
Cisti salivari: mucocele
Raccolta di saliva uscita da ghiandole o dotti salivari danneggiati, circondata da tessuto di granulazione.
Il mucocele può essere: cervicale, sottolinguale, faringeo, zigomatico, complesso.
In realtà i mucoceli salivari non sono cisti perché le cisti sono delimitate da epitelio, mentre il mucocele
presenta tessuto di granulazione conseguente alla flogosi indotta dalla saliva libera.
Cause: collare a strozzo, c.e., sialoliti che causano lacerazione di ghiandole e dotto. La ghiandola più interessata
è la sottolinguale. Gonfiore di consistenza dura e dolente all’inizio, poi asintomatico.
Trattamento:
1. medico → drenaggio ripetuto e iniezione di agenti cauterizzanti o antiinfiammatori, ma possono complicarlo
portando ad ascessi o flemmoni;
2. chirurgico → asportazione di ghiandola e dotto e drenaggio del mucocele.
Empiema e micosi delle tasche gutturali
Empiema
Provoca disturbi di deglutizione e comprime i tessuti vicini, inoltre si creano alterazioni della permeabilità
vasale dovuti al fenomeno flogistico che disturbano i tessuti vicini. Originano anche da faringiti e per via
ascendente risalgono la tuba; nell’adenite l’infezione parte da linfonodi retrofaringei ed è infettiva.
Sintomi: disfagia (quando beve c’è reflusso d’acqua dalle narici) e edema sottomandibolare perché nell’adenite
c’è coinvolgimento anche dei linfonodi sottomandibolari. Se nell’adenite c’è interessamento dei linfonodi
Meseraici la prognosi è infausta, causando dimagramento veloce, dolori colici, febbre e peritonite.
Diagnosi: se ho un cavallo con disfagia la prima cosa da fare è prendere la temperatura, altrimenti posso fare
un’endoscopia passando dalla narice sinistra, attraverso il meato inferiore.
Diagnosi differenziale: tumori vegetativi di laringe e coane.
Trattamento: se l’animale è di valore si fa tracheotomia permanente.
Micosi
Eziopatogenesi: adenite micotica, spesso per via ascendente; da temere perché mentre l’empiema non dà
rischio di vita, la micosi può causare morte per vicinanza delle tasche all’arteria carotide (azione micotica erosiva).
Trattamento: possibile chiusura dell’arteria carotide monolaterale per ridurre il flusso di sangue alle tasche e di
conseguenza l’ossigenazione delle stesse di modo che i miceli privi di ossigeno vadano incontro a morte.
Actinomicosi e actinobacillosi del bovino
Actinomicosi bovina
Malattia cronica di mandibola, mascella e altre ossa della testa che raramente colpisce i tessuti molli.
Sintomi: è caratterizzata da ascessi, tumefazioni, tragitti fistolosi, estesa fibrosi, osteite e granulomi. I denti
dell’animale cadono e risulta difficile l’alimentazione, mentre le tumefazioni a carico delle cavità nasali possono
causare dispnea e graduale deperimento.
Diagnosi: tumefazioni a lenta crescita con ascessi fluttuanti e tragitti fistolosi. Dal pus contenuto negli ascessi si
può isolare Actinomices bovis sotto forma di lunghi filamenti o forme ramificate o clavate.
Trattamento: se le lesioni sono circoscritte l’intervento chirurgico è elettivo, se non lo sono occorre curettare
fistole ed ascessi e disinfettata con tintura di iodio A. bovis è sensibile agli ioduri e alla penicillina. Generalmente
se non sono completamente asportabili non si arriva a completa guarigione.
Actinobacillosi
Malattia simile alla precedente che però interessa frequentemente tessuti molli e linfonodi anche se possono
essere coinvolte anche strutture ossee. L’agente causale nel bovino è Actinobacillus ligneresii e di solito colpisce la
lingua (lingua di legno) e in minor misura anche altre strutture come fegato e muscolo. L’aspetto delle lesioni è
dato da piccoli ascessi con diffusa ed estensiva proliferazione connettivale.
Trattamento: le lesioni circoscritte possono venire asportate, ma sono efficaci anche sulfamidici e pomate ad
ampio spettro.
Rumori respiratori
Possono essere dovuti a problemi nasali ma anche orali; nel cane rispetto al cavallo è più facile fare diagnosi
diretta perché posso aprire la bocca e vedere bene.
È un problema soprattutto dei molossi brachicefali tanto che si parla di sindrome brachicefalica. Questi cani
hanno cavità nasali inesistenti e tartufo ipertrofico che impedisce il passaggio di aria.
Processi flogistici delle prime vie causano tosse, faringiti (tosse dei canili) e tracheiti; Yorkshire Terrier,
Pinscher, Maltese, Pechinese sono colpiti da collasso tracheale.
Aspergillosi
Epistassi e scolo nasale cronico. Conferma con esame batteriologico.
Diagnosi differenziale: neoplasia, in genere recidivanti, difficili da eliminare, sia a carico dei tessuti molli che
dei tessuti duri.
Necrosi delle conche
Epistassi cronica e rumore respiratorio. L’abuso dei vasocostrittori umani dà eziologia poco chiara; comunque
abbiamo danno ischemico dei plessi vascolari. La stenosi cicatriziale post operatoria porta a fibrosi (né vasi né
nervi) e quindi buon risultato clinico.
Diagnosi: osservando la mucosa nasale con otoscopio si vede atrofia e necrosi.
Palato molle lungo
Alterazione anatomica tipica dei molossoidi e di tutti i brachicefali che dà difficoltà respiratorie; se il palato
molle è eccessivamente lungo non c’è complementarietà tra epiglottide ed incisura del palato molle, così l’impronta
dell’epiglottide è totalmente coperta dal palato. L’incarceramento dell’epiglottide crea difficoltà respiratorie,
quando medio-grave crea rumore russante nel soggetto sveglio. Talvolta dà apnee momentanee. Alcuni animali
durante la corsa si bloccano diventando cianotici per l’occlusione del laringe. Tipico del Bulldog Inglese, Bulldog
Francese, Carlino e Yorkshire.
Diagnosi: ispezione della bocca con lingua in trazione; l’epiglottide non si vede perché è coperta dal palato
molle.
Trattamento: sagomare il palato molle con incisura normale; non bisogna togliere troppo palato perché si può
avere rigurgito dal naso.
Tonsillite della tonsilla palatina
Tipica del cane giovane. Le tonsille palatine sono due escrescenze dentro due tasche mucose dorsali sul faringe
respiratorio. Sono spesso in flogosi per infezione da S. aureus, e se diventa cronico va in circolo con produzione di
tossine che creano danni a tutti gli organi vitali, con depositi di immunocomplessi a valvole cardiache, pericardio,
pleure, reni e articolazioni. Si deve capire quando le tonsille vanno tolte o curate; oggi si tende a non toglierle, ma a
fare trattamento con antibiotici. Se l’infezione non regredisce si devono asportare. Nel cane spesso è associato a
zoppia ematica (diverso da articolazioni): osteomielite focale della midollare da immunocomplessi che colpisce
soprattutto media e grossa taglia; all’Rx compaiono nubecole, aree di radiopacità della midollare. Le tonsille sono
tumefatte, bianco-giallastre e debordano dalle tasche mucose. La tonsillectomia non rovina l’animale perché tutto il
faringe è una rete linfatica. Si ha subito remissione dei sintomi clinici. Raro nel gatto.
Rumori respiratori del gatto
Frequenti sono i tumori dei seni frontali nasali, soprattutto in età avanzata, a volte con esito benigno dopo
l’intervento chirurgico perché raramente danno metastasi. Ci sono però problemi di recidive.
Collasso tracheale
Patologia grave perché crea gravi scompensi cardiopolmonari non recuperabili. La giunzione connettivale
dorsale degli anelli tracheali (di solito interessa solo il terzo medio) è estremamente lassa quindi l’anello è aperto
ed il legamento troppo lungo fa si che l’anello stesso collassi su di sé. In inspirazione si ha depressione del
legamento con ostruzione del lume, mentre in espirazione la lamina vibra creando un rumore detto di “ranocchio”.
Quando la situazione è già scompensata il cuore è dilatato e si ha ipertensione polmonare. Colpisce le razze piccole
come Barboncino, Yorkshire, Pinscher, Maltese.
Sintomi: caratteristica tosse notturna che è indice di aumento dell’essudato bronchiale per insufficienza cardiocircolatoria o cardio-respiratoria.
Diagnosi: all’Rx se è normale vedrò un tubo radio-trasparente lineare; generalmente il collasso interessa
soprattutto il tratto cervicale che con gli Rx è meglio evidenziabile in inspirazione (tappandogli il naso).
Trattamento: in caso di diagnosi precoce si può fare una plastica tracheale chiudendo l’anello e accorciando il
legamento. Si possono anche mettere delle protesi esterne che consistono in anelli di teflon; vengono messe
esternamente perché sulla mucosa tracheale ci sono i recettori della tosse. Il teflon è un materiale biocompatibile,
elastico e sterilizzabile, usato anche per fare i tubi del gas.
5?
Tracheotomia
È un intervento con carattere di urgenza praticato in un soggetto con grave crisi respiratoria. Nel cavallo si
incide a livello di terzo medio- terzo prossimale del collo; in cane e uomo si fa un’incisione di circa 2 cm nel primo
tratto presternale, sotto il laringe. Per non tagliare i grossi vasi occorre stare mediatamente.
L’animale viene tricotomizzato e disinfettato, si incide cute, sottocute e per via smussa il muscolo sterno-ioideo
e sterno tiroideo. Si individua la trachea si effettua un’incisione tra gli anelli e si inserisce il tracheotubo.
È una via d’accesso comoda anche per le ernie discali cervicali, in quanto l’elasticità della trachea ci permette di
spostarla e ruotarla.
Paralisi laringea sinistra nel cavallo (emiplagia laringea)
I nervi laringei ricorrenti sinistro e destro si dipartono dal Vago e si portano caudalmente ad innervare i muscoli
laringei. Quello di sinistra gira attorno all’arco aortico e proprio per questo è più soggetto a urti o compressioni
rispetto al destro.
È causata da una neuropatia che porta a disfunzione i muscoli cricoariteniodeo dorsale (dilatatore della glottide)
e laterale (costrittore della glottide).
Eziologia: sollecitazioni dovute alle pulsioni dell’arco aortico, linfoadenopatie mediastiniche, avvelenamento
da piombo.
Sintomatologia: rumore sibilante inspiratorio (corneggio inspiratorio), dispnea per mancata dilatazione delle
cartilagini aritenoidi e ridotta tolleranza al lavoro. Nelle fasi iniziali il rumore è debole, soffiante e inspiratorio, la
dispnea si ha solo durante il lavoro sotto sforzo e i sintomi scompaiono a riposo. Nelle fasi avanzate il corneggio è
anche espiratorio e associato ad enfisema polmonare.
Diagnosi: esame endoscopico a riposo e su treadmill, è evidente l’asimmetria della glottide e la flaccidità della
corda vocale con dilatazione del ventricolo di Morgagni.
Trattamento: chirurgico con asportazione della mucosa.
Paralisi della falsa narice
Riguarda i muscoli dilatatori della narice (m. elevatore comune naso-labiale, m. canino, m. dilatatore della
narice), può essere bilaterale nei soggetti giovani.
Eziologia: le cause sono ignote e generalmente è congenito. I muscoli costrittori della falsa narice non
funzionano più e la falsa narice rimane beante così che vibra a contatto con l’aria inspirata e restringe l’entrata del
vestibolo.
Sintomi: rumore respiratorio stridulo o profondo durante la corsa, inspiratorio, interruzione del lavoro, dispnea,
narici dilatate, occhi sbarrati, scomparsa dei sintomi a riposo.
Diagnosi: comprimendo il diverticolo nasale scompare.
Diagnosi differenziale: polipi nasali in cui il rumore è sia inspiratorio che espiratorio.
Trattamento: asportazione del diverticolo cutaneo.
Malattie dell’orecchio esterno, medio e interno
1 porzione verticale del condotto auditivo esterno
2 porzione orizzontale del condotto auditivo esterno
4 staffa, incudine e martello
5 labirinto dell’orecchio interno
6 orecchio medio
7 nervo uditivo
8 cavità timpanica
9 membrana timpanica
Otite esterna
Infiammazione dell’epitelio del canale auricolare orizzontale e verticale e delle strutture circostanti (meato
acustico esterno, padiglione). Può essere associata a patologie dermatologiche (allergiche) o sistematiche
(endocrine). Altre cause sono infezioni batteriche, corpi estranei, parassiti (Otodectes, Cynotis, Demodex,
Notoedres Coti), funghi, lieviti, malassezia o neoplasie.
Possiamo quindi classificare le otiti esterne in:
1. ceruminose → infiammazioni del condotto uditivo esterno data dall’ingresso di acqua. Sono molto colpiti i cani
da caccia alle anatre. Il cerume serve per proteggere e mantenere il condotto uditivo morbido;
2. infettive → sono dovute a fenomeni settici, cioè a germi. Vengono distinte a seconda del grado e del tipo di
essudato (sierose, purulente, ecc);
3. eczematose →sono dovute a fenomeni immunitari. Il derma, estremamente irritato si raggrinza a mo di
fisarmonica;
4. parassitarie → sono causate da parassiti; all’esame con l’otoscopio si vede abbondante cerume nerastro ce la
presenza di questi parassiti che si allontanano disturbati dalla luce. È un otite molto pruriginosa e quindi
l’animale può provocarsi degli auto traumatismi;
5. palillomatosa → si formano delle escrescenze peduncolate (“cavolfiori”) all’interno del condotto uditivo a
carattere benigno, ma se crescono troppo possono occludere completamente il canale con sedimentazione del
secreto e fenomeni infiammatori. L’agente eziologico è il Papillomavirus e sono frequenti nel gatto;
6. da corpo estraneo.
Cause predisponenti: umidità eccessiva o aumentata; conformazione ristretta o ostruzione del condotto uditivo.
L’orecchio ha una sua normale flora (Streptococchi, Staphilococchi), ma un ambiente umido promuove la
colonizzazione secondaria perché causa macerazione del rivestimento epiteliale.
Frequente nel cane: Corynebacterium, E. coli, Proteus mirabilis, P. aeruginosa.
Frequente nel gatto: P. multocida, Staphilococcus intermedius.
L’otite esterna cronica causa iperplasia epiteliale e ossificazione dei tratti colpiti, con ulteriore restringimento
del lume.
Sintomi: scuotimento della testa e grattamento delle orecchie, dolore alla palpazione, scolo purulento nelle
forme croniche.
Diagnosi: sono predisposti cani con orecchie pendenti e con pelo abbondante nel condotto uditivo, possono
essere acute o croniche.
Esame otoscopico: essudato purulento giallo se sono presenti Gram-, scuro o nero se dovuta a lieviti, Staphylostrepto-cocchi, emorragico se causato da neoplasia. Eventualmente si può fare una coltura batterica o fungina e
biopsia del canale auricolare esterno (utile in casi di allergia).
Trattamento:
1. medico: pulizia, asciugatura, farmaci ad uso topico o sistemico (antibiotici, antiparassitari, antinfiammatori);
2. chirurgico: se ci sono modificazioni proliferative o stenosi del canale. Resezione laterale del canale auricolare,
ablazione del canale verticale (operazione di Zepp).
Otite media e interna
Eziopatoaenesi: secondaria ad infezione batterica (evoluzione dell’otite esterna cronica), lieviti, infezione
fungina, neoplasie, traumi, corpi estranei. Nel gatto è dovuta anche a polipi infiammatori o rinofaringei. Le
infezioni possono anche provenire dal faringe attraverso le tube di Eustachio o dal circolo ematico.
Diagnosi: la sintomatologia è simile a quella osservata per l’otite esterna, ma si possono sovrapporre segni di
disfunzione vestibolare:
1. testa inclinata;
2. andatura in circolo;
3. cadute;
4. rotolamento;
5. nistagmo;
6. atassia asimmetrica;
7. strabismo posizionale;
8. reazioni posturali.
Va posto in diagnosi differenziale con infezioni, neoplasie, corpi estranei, neoplasia delle ghiandole sebacee e
ceruminose, ascessi, patologie vestibolari idiopatiche, torcicollo traumatico o neurologico.
Trattamento:
1. medico: rimozione di essudati, polipi, neoplasie, eventuale coltura del contenuto dell’orecchio medio;
antibiotici;
2. chirurgico: otite media, secondaria ad infezione, richiede osteotomia della bolla timpanica.
Otoematoma e lesioni-traumatiche al padiglione
L’otoematoma è una raccolta di sangue all’interno della lamina cartilaginea del padiglione (non fra cartilagine e
cute), osservabile come una tumefazione ripiena di liquido e fluttuante nella superficie concava del padiglione.
Eziopatogenesi: scuotimento della festa e grattamento per dolore e irritazione. L’ematoma deriva da rami della
grande arteria auricolare, può essere causato da traumi e liti.
Trattamento: curare la patologia auricolare scatenante, la centesi dell’ematoma causa frequentemente recidiva.
Se si vuole procedere col trattamento chirurgico si incide l’ematoma, si eliminano sangue e fibrina in esso
contenuti, si applicano drenaggi e cannule per alcune settimane.
Neoplasie del condotto uditivo esterno e del padiglione
Troviamo più frequentemente neoplasie come adenomi o adenocarcinomi delle ghiandole ceruminose e vari
tumori di derivazione cutanea.
5?
Eziopatogenesi: infezioni secondarie provocano iperplasia e displasia dell’epitelio che può condurre alla
neoplasia. È frequente soprattutto nei gatti con orecchie bianche (carcinoma squamo cellulare). Segni clinici uguali
a quelli dell’otite esterna.
Trattamento: ablazione del canale verticale o ablazione totale del canale auricolare.
Corpi estranei
Spigarola
Uno dei c.e. più frequenti è sicuramente la spigarola, ovvero l’arista di graminacea che si trova normalmente nei
fieni, ha superficie dentellata che fa sì che qualsiasi movimento passivo fa progredire la spiga. Generalmente è un
evento accidentale, accade soprattutto in primavera e talvolta è un reperto accidentale alla visita mentre spesso
causa gravi reazioni. Le spighe possono entrare attraverso canali naturali o neoformat: naso, bocca, ano, vagina,
fornice prepuziale. Ano e bocca non creano grossi problemi perchè in genere le spighe non si infiggono a livello
intestinale (peristalsi intelligente...).
Naso
Attraverso una narice. Causa starnuti, scoli, qualche piccola epistassi. Lo scolo indica che la spiga è infissa da
tempo. Si fa un esame obiettivo particolare delle narici con endoscopia (animale sedato). Da porre in diagnosi
differenziale con necrosi delle conche o aspergillosi. Dal naso può dare esito benigno se arriva fino in faringe e
viene deglutita ed eliminata con le feci. Altre volte può prendere la via dei meati superiore e medio che terminano
nei turbinati e quindi non riesce più ad essere espulsa (rinite cronica). È una patologia locale, tolto il corpo etraneo
tutto torna nella norma. È monolaterale (importante in diagnosi differenziale).
Vagina
Progressione lenta ma inesorabile, se trova il fornice pian piano penetra nella mucosa e la fistola può arrivare
fino all’inguine. Strumento di elezione è uno specillo per seguire la fistola che si è formata e una pinza di
Hartmann. Non dà scolo vaginale ma tumefazione paravaginale.
Nel cane entra nel fornice prepuziale del maschio e causa frequentemente fistole inguinali o parapeniene.
Interdigitale
è la forma più frequente, crea un foro nella pelle e progredisce. Se è recente si riesce a prenderla con una
Hartmann, ma se è di vecchia data può aver intrapreso la via dorsale o palmare ed ogni movimento delle dita fa
progredire la spiga che può arrivare anche fino al gomito. Se è palmare vedo il gonfiore a livello del cuscinetto
metacarpo-falangeo, tipico dei cani con molto pelo lungo interdigitale. Comunque la spiga si può piantare ovunque
(collo, torace, ecc..)
Orecchie
Più frequenti nei cani con orecchie penduli. Le spighe si attaccano alla faccia interna del padiglione e poi si
introducono progressivamente fino al condotto. Il condotto è ‘a forma di “L” a imbuto rovesciato e questo
impedisce il drenaggio di materiale patologico. L’animale scuote la testa e compare essudazione sierosa se è
recente, siero-purulenta se è datata (qualche giorno). Se ha perforato il timpano e l’infezione ha perforato
l’orecchio medio la prognosi è riservata. Oltre il timpano abbiamo staffa, incudine e martello e la chiocciola
(compromissione seria dell’udito). L’otite diviene rapidamente cronica e refrattaria a trattamento terapeutico a
causa della conformazione del condotto. Si deve ricorrere alla chirurgia per drenare la raccolta (drenaggio della
parte più declive del condotto uditivo, verso il basso), altre tecniche propongono drenaggio dalla parte più d eclive
della bolla timpanica, soltanto che questa è di difficile accesso. Il drenaggio scarica nella regione sottomandibolare
o nel faringe; si sceglie sempre il metodo meno invasivo.
Albero respiratorio
Può capitare che la spiga dal naso o bocca invece di essere deglutita prenda la via respiratoria: trachea, bronchi e
bronchioli terminali progredendo con gli atti respiratori. Nel polmone in genere va a piantarsi nel lobo caudale
causa pleurite saccata simile ad un ascesso che interessa polmone, pleura viscerale e parietale (che aderiscono). Il
pus tende a drenare tramite fistola tra i muscoli retro-costali, quindi alla fine vedremo una fistola retro costale. La
fistola è serpiginosa e non si riesce a prendere la spiga, se poi è inveterata si possono essere formate più fistole.
Siamo costretti a fare soluzioni di continuo ampie per reperire il corpo estraneo. L’anestesia deve essere gassosa ed
assistita perché si può indurre pneumotorace se si apre la pleura parietale.
Sintomi: tosse e scolio finché è in trachea, se si diagnostica in questa fase si può ricorrere all’endoscopia.
Fistole sottolombari
Possono derivare da due cause:
1. spiga entrata da pieghe cutanee;
2. ascessi dei legamenti ovarici: dopo ovariectomia il peduncolo ovarico viene legato, il nodo può essere
inquinato e la reazione che causa dà un ascesso che fistolizza ( 2-3 mesi dopo l’intervento).
Solco congiuntivale
Se è grossa deborda dalla sacca della terza palpebra.
Paranale
Vicino alle ghiandole paranaIi. Fistole a questo livello possono essere messe in diagnosi differenziale con
adenoma o corpo estraneo. Nel pastore tedesco frequente è l’adenoma settico della ghiandola circumanale (molte
fistole), ereditario. Prognosi infausta localmente. Chirurgia demolitiva.
Corpi estranei esofagei
Sono fatti accidentali legati alla varietà o tipo di alimentazione. Possono essere palline, sassi; molte volte
vengono eliminati per via naturale, altre volte si fermano in esofago. Se il corpo estraneo è più largo dello spazio
tra le prime due coste si ferma li, ma più frequentemente si ferma nel tratto mediastinico. Classicamente troviamo
ossa nel cane (vertebre di coniglio nei cani piccoli) che si impiantano e non progrediscono.
Sintomatologia: anoressia, scialorrea, depressione, mancata assunzione di acqua e disfagia. In diagnosi
differenziale con ipertermia, intossicazione.
Diagnosi: ad un Rx del torace non si evidenziano corpi in plastica (10%), può fare pensare ad una neoplasia. Si
può fare un sondaggio esofageo e con intensificatore di brillanza si osserva a che punto si ferma la sonda. Se il
corpo estraneo è inveterato può esserci infiltrazione d’aria per perforazione dell’esofago (pneumomediastino con
aria e saliva attorno alla lesione esofagea).
Prognosi: riservata perché il corpo estraneo può essere infisso in aorta e rimuovendolo si causa emorragia acuta
che può dare morte. A volte si riesce ad estrarre il corpo estraneo con pinza per via orale o con toracotomia sinistra.
Se non ha asperità ed è mobile si spinge con la sonda nello stomaco poiché la gastrotomia è più semplice rispetto
ad una esofago-tomia-mediastinica.
Nei gatti il corpo estraneo è più frequentemente ago e filo, il filo compatta l’intestino a fisarmonica e lede a sega
la parete. Tramite laparotomia si toglie il filo da più punti perché non è possibile tirarlo per toglierlo.
Nel cane corpi estranei lunghi sono calze di nylon e fili da legare il salame.
L’occlusione esofagea nel cavallo è rara ma grave e va ridotta il prima possibile . Si usa una sonda rino-esofagea
e si tenta di arrivare allo stomaco. L’esofagotomia cervicale è possibile, ma quella toracica è difficile. I corpi
estranei nel cavallo sono soprattutto mele.
Nel bovino sono solitamente colletti di barbabietola. Il bovino ha una masticazione sommaria, il colletto è
legnoso e si impianta. Si ha scialorrea, blocco della deglutizione, meteorismo, compressione diaframmatica e
quindi dispnea. È importante risolvere subito il meteorismo con un ¾. Si applica un imbaglio e si inserisce la sonda
esofagea metallica, si apprezza l’occlusione e si risolve manualmente: acinesia della mandibola (blocco dei nervi
mandibolari al foro ovale), taxis percutanea per far salire il corpo estraneo fino al faringe, penetrazione a mano
protetta in faringe, prensione del c.e. e asportazione. Questo si fa se il c.e. è cervicale, in alternativa: insufflazione
di aria compressa dalla bocca in vacche non trattate per il meteorismo, la pressione di eruttazione è maggiore e
spinge fuori il c.e., ma si rischia di perforare o lacerare l’esofago.
Se è in mediastino si fa laparotomia sinistra e recupero del c.e. per via retrograda mediante ruminotomia.
Esistono strumenti appositi: sonda con terminale a coppa con cavatappi per avvitare il c.e. e prenderlo, ma non si
raccomanda.
Corpi estranei gastrici
Frequenti. Hanno vita transitoria perché passano nell’intestino e vengono eliminati per via rettale, ma non è
sempre così. Certi corpi estranei restano nello stomaca per molto tempo, così come nei prestomaci dei ruminanti.
Nel cane è tipica la ghiaia ingerita in seguito a pica per avvelenamento. Prognosi infausta, anche se opera
l’avvelenamento agisce.
5?