La politica per l`agricoltura biologica in Italia: situazione nazionale e

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La politica per l`agricoltura biologica in Italia: situazione nazionale e
La politica per l’agricoltura biologica in Italia: situazione nazionale
e analisi di alcune espereinze regionali
Unità di Ricerca:Dipartimento di Ingegnieria Informatica, Gestionale e
dell'automazione
Università Politecnica delle Marche
[email protected]
che ci auguriamo riuscito almeno in parte – è stato quello di andare oltre un
approccio meramente descrittivo o normativo, introducendo alcuni elementi
di analisi d’impatto basati sui risultati delle valutazioni in itinere dei piani
regionali analizzati e un approccio metodologico originale, l’analisi
qualitativa multi-filiera (AQMF) – sviluppato a partire dal metodo a suo
tempo proposto da Robert e Stimson (1998) – e integrato con la tradizionale
1.Introduzione
analisi SWOT.
In questo lavoro si presentano, in modo molto sintetico, i risultati del
Oltre all’analisi regionale sono state effettuate anche alcuni studi a livello
Sottoprogetto Politiche del Progetto di ricerca PRIN “Sviluppo rurale,
nazionale, in particolare sul ruolo degli stakeholder e sulla loro visione della
distribuzione moderna, sicurezza alimentare: le prospettive dell’agricoltura
politica agricola nell’agricoltura biologica, che tra breve avremo modo di
biologica in Italia”. I risultati complessivi saranno infatti contenuti in un
ascoltare direttamente dai loro principali rappresentanti, durante la sessione
volume che è attualmente in corso di stampa (Zanoli, a cura di, 2007).
pomeridiana.
L’obiettivo generale di questa parte della ricerca era quello di fare un bilancio
delle politiche agricole per l’agricoltura biologica dopo la riforma della Pac del
2. Aspetti metodologici
2000.
L’analisi delle politiche agricole, come è noto, può essere tentata mediante
Tale obiettivo si è concretizzato nell’analisi dello sviluppo e dell’articolazione
un approccio “positivo” ovvero “normativo” (De Stefano, 1985).
di tali politiche nelle regioni oggetto di studio nei periodi prima e dopo la
Nel volume di cui qui si presentano alcuni sintetici risultati si è tentato il più
recente riforma della PAC (1993-1999 e 2000-2003). In particolare, si è
possibile di seguire la strada virtuosa “di separare abbastanza chiaramente la
cercato di documentare le politiche per il sostegno e la promozione della
fase oggettiva dell’analisi dalla fase soggettiva” (De Stefano, 1985, p. 27),
domanda di prodotti biologici applicate nelle regioni oggetto di studio, nonché
cercando di utilizzare metodiche di analisi positiva anche in un’indagine in
il loro peso relativo rispetto alle tradizionali politi-che di sostegno dell’offerta.
cui la disponibilità di dati economici, finanziari e strutturali era
I risultati che qui si sintetizzano rappresentano il primo sforzo collettivo di
particolarmente carente.
ricerca – in ambito accademico – sull’articolazione degli effetti delle politiche
Purtroppo oramai la velocità dei mutamenti nelle politiche agrarie e di
per l’agricoltura biologica a livello regionale nel nostro Paese. Il tentativo –
sviluppo rurale impedisce che si programmino le nuove strategie e i nuovi
interventi sulla base di un’adeguata evidenza degli effetti (outcome) e degli
-
introduzione o mantenimento del regime biologico
impatti (impacts) delle precedenti politiche. Nel nostro Paese ciò è amplificato
-
tipologie produttive sovvenzionate.
dalla dimensione regionale delle politiche agricole e di sviluppo rurale, e dalle
Inoltre, ad esempio nel caso della regione Marche, i pagamenti possono
scarse risorse investite per una reale conoscenza degli effetti delle politiche sul
variare a seconda della presenza di ulteriori caratteristiche aziendali, con
settore. Ma si tornerà su questo aspetto più oltre. Qui basti notare che la
incremento del 10% dei premi di base se sono verificati almeno due dei
mancanza di dati e informazioni tempestive, soprattutto a livello regionale, ha
seguenti requisiti:
reso il lavoro delle varie unità operative abbastanza complesso, e
-
l’azienda è in un area parco
l’impossibilità di utilizzare – in molti casi – i tradizionali metodi di analisi
-
svolgimento anche di attività zootecnica
economica “quantitativa” ha reso necessario l’utilizzo di un protocollo di
-
adozione degli schemi di regimentazione delle acque
ricerca di tipo eminentemente “qualitativo”. Per evitare, tuttavia, di formulare
-
impianto di nuove siepi
soltanto giudizi di valore e raccomandazioni “normative”, senza un’ effettiva
-
l’azienda è collocata in un area con rischio idrogeologico o con alta
analisi degli sviluppi delle politiche per l’agricoltura biologica, si è scelto di
contaminazione di nitrati
coordinare la raccolta di dati e informazioni nelle nove regioni studiate
In presenza di tale disparità nelle strutture dei pagamenti, l’approccio
(Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Puglia,
utilizzato nell’analisi è stato quello di evidenziare i pagamenti massimi e
Sicilia, Veneto) e di seguire un comune protocollo di ricerca.
minimi ottenibili nelle diverse casistiche regionali, per tipologia di prodotto,
La fase preliminare della ricerca si è concretizzata nella raccolta dei dati
riferendosi ai dati monetari direttamente estrapolabili dalle misure
regionali (pre e post Agenda 2000) da parte di ciascuna unità operativa
agroambientali dei vari PSR.
coinvolta. Per far questo sono state predisposte delle specifiche linee guida
Il valore di tali pagamenti non è però in alcuni casi sufficiente a descrivere
comuni a cui si sono attenute tutte le unità operative coinvolte.
il reale livello di sostegno per il biologico, in quanto possono essere
L’obiettivo è stato quello di una diretta comparazione del livello di sostegno
disponibili forme indirette di facilitazione e sostegno. Ad esempio è da
per le diverse tipologie produttive, comparazione che è peraltro complicata dal
verificare se l’adozione delle pratiche biologiche pone l’azienda in una
fatto che i pagamenti in ciascuna regione vengono erogati non sempre sulla
condizione di priorità in fase di stesura delle graduatorie per le misure non
base del medesimo schema. In particolare vi sono diversificazioni in termini di
agroambientali, o se si verificano condizioni che di fatto si dimostrano
-
zona altimetrica o geografica,
2
particolarmente favorevoli alle aziende biologiche. Dove possibile, i casi di
riferimento al contesto nazionale. I risultati ottenuti sono stati quindi
studio regionale hanno analizzato a fondo queste problematiche.
arricchiti da informazioni di natura qualitativa, raccolte ed elaborate da
Quest’approccio “quantitativo” di analisi è stato successivamente integrato da
ciascuna unita operativa in maniera essenzialmente interattiva con la
una serie di valutazioni più qualitative miranti a valutare la presenza e la
partecipazione di tutti gli attori del biologico rilevanti, dalle organizzazioni
rilevanza di forme indiretta di agevolazione più o meno esplicita ricavabili
degli agricoltori biologici ai dirigenti e funzionari regionali competenti.
dall’attenta analisi delle strutture dei PSR. A tal fine, utilizzando una comune
Le analisi regionali sono state affiancate – come già menzionato – da
matrice di scoring essenzialmente qualitativa, sulla base delle informazioni
un’analisi approfondita degli attori (stakeholder) del biologico a livello
raccolte, ciascuna unità operativa ha analizzato i punti di forza e di debolezza
nazionale, in parte finanziata su altri fondi di ricerca.
delle politiche adottate a livello regionale, prima e dopo Agenda 2000, per le
Nel corso di due workshop che si sono tenuti a Bologna e Ancona tra la fine
due principali filiere biologiche regionali. E’ stato quindi effettuata una
del 2004 e del 2005 a cui hanno partecipato rappresentanti di tutti gli attori
valutazione aggregata per avere, almeno in forma parziale, un quadro a livello
coinvolti a livello nazionale nella politica agricola per l’agricoltura
nazionale. La matrice di scoring utilizzata rappresenta un perfezionamento
biologica (produttori, consumatori e altri attori della filiera; decisori politici;
dell’analisi SWOT o FDOM1, ampiamente utilizzata nella pianificazione
studiosi ed altri esperti), è stata effettuata, assieme ai soggetti coinvolti, una
strategica aziendale e nel marketing e anche applicata alla pianificazione di
disamina delle politiche agricole esistenti e il loro impatto sull’agricoltura
area vasta relativamente ai fondi strutturali della UE. La proposta
biologica, identificando le politiche che possono essere più rilevanti per il
metodologica che si presenta si ispira all’analisi qualitativa multi-settoriale
settore e soggette a un processo di “trasferimento” transnazionale (policy
(multi sectoral qualitative analysis – MSQA), originariamente sviluppata dagli
transfer). L’approccio di ricerca utilizzato si basa sull’interazione tra
australiani Roberts e Stimson (1998), in una variante che chiameremo “analisi
soggetti sociali (interactive social research o action research: Todhunter,
qualitativa multi-filiera” (AQMF). Il metodo parte dall’elaborazione delle
2001) e su un procedimento di apprendimento collettivo delle politiche
informazioni disponibili sul settore biologico di ogni regione, tentando di
(noto anche come policy learning: Dolowitz e Marsh, 1996, 2000; Evans e
evidenziare le filiere produttive del settore biologico più rilevanti sia da un
Davies, 1999; Rose, 1991,1993; Stone, 2003).
punto di vista reddituale che di caratterizzazione delle produzioni locali con
1
Gli acronimi stanno per Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats ovvero punti di Forza,
di Debolezza, Opportunità e Minacce.
3
Infine, è stata condotta un’analisi reticolare secondo l’approccio Social
Ovviamente l’intensità del premio dice poco, se non si conosce quanto
Network Analysis2 (Wasserman & Faust, 1994; Scott, 2000) sui vari attori
effettivamente è stato pagato nei vari anni. L’indagine svolta nelle regioni
della politica per l’agricoltura biologica a livello nazionale, per verificare la
campione ha permesso di analizzare specificamente questo aspetto,
struttura delle relazioni esistenti, nonché la centralità e l’importanza dei vari
utilizzando i dati del campione RICA. Pur con i noti problemi di
attori. L’AQMF permette quindi di coinvolgere direttamente nella fase centrale
rappresentatività, l’utilizzo di questo campione ha permesso di confrontare
dell’analisi i soggetti protagonisti delle realtà oggetto di analisi. La necessità di
in tutte le regioni i pagamenti ricevuti dalle aziende convenzionale e da
coinvolgere direttamente i diretti interessati nella fase di analisi di un qualsiasi
quelle biologiche. I risultati sono riportati in Tabella 3.
sistema sociale sta divenendo ormai ampiamente accettata, soprattutto in sede
Come si può vedere, se il Veneto è la regione che detiene il primato dei
di definizione di modelli della realtà basata su un approccio sistemico. Ogni
pagamenti per azienda (sia convenzionale che bio), ciò si deve
processo decisionale è infatti adottato sulla base di un modello della realtà più
principalmente alla diversa e maggiore dimensione aziendale. Infatti, a
o meno esplicitamente riconosciuto come valido, in cui gli attori e gli esperti
livello di pagamenti per ettaro di SAU, il primato per le aziende
devono però riconoscersi.
convenzionali spetta sempre al Veneto (con 993 euro/ha). Il valore
maggiore dei sussidi per ettaro effettivamente pagati (PAC+POR/PSR) nelle
3. Risultati e discussione
aziende biologiche si ha invece in Calabria (985 euro/ha) mentre il valore
Nelle tabelle 1 e 2 figure sono riportati i valori dei premi per ettaro per colture
minore si ha in Sicilia (403 euro/ha); il Veneto non è molto distante dai
biologiche nelle varie regioni italiane3.
minimi con 520 euro/ha. Se le aziende biologiche siciliane sembrerebbero,
Come si può notare, il quadro dei premi è assai diversificato, anche se – come
in media, le meno assistite dagli interventi combinati PAC e POR/PSR per
si può vedere in Figura 1 e 2 per le sole colture erbacee – è possibile
ettaro, queste sono anche quelle in cui l’incidenza dei sussidi totali è
suddividere le varie regioni in quattro gruppi principali, a seconda
maggiore sul reddito netto: il valore dei pagamenti combinati PAC e
dell’intensità dei premi per ettaro.
sviluppo rurale è pari al 90% del reddito netto delle aziende biologiche
siciliane, mentre – se si considera solo il sostegno diretto derivante dai
2
Un Social Network (SN) può essere definito come un insieme di soggetti, o attori, con una
qualche forma di relazione che li accomuna. SN posso-no avere sia un numero limitato che un
numero elevato di attori, e le relazioni che li collegano possono essere di diversa natura.
3
I dati sono quelli ottenuti dalle varie unità operative nelle regioni oggetto di studio e,
integrati, per le restanti regioni con i dati di Haering et al., 2004.
POR/PSR – la percentuale scende al 76%, che è sempre il valore massimo
delle regioni studiate.
4
Da notare come il campo di variazione dell’incidenza percentuale dei sussidi
questo e quello pagato alle aziende convenzionali (e in Sicilia, che continua
totali sul reddito netto è maggiore nelle aziende convenzionali che in quelle
ad essere la regione più biologica d’Italia, questo differenziale gioca a
biologiche, dove il minimo è già assai elevato (69% in ben tre regioni). Questa
favore delle aziende biologiche, almeno nella media).
differenza si fa ancora più marcata se si considerano solo i pagamenti
Obiettivo della ricerca era anche quello di esplorare l’esistenza e l’eventuale
POR/PSR: in Veneto le aziende convenzionali ricevono dal PSR solo l’1% del
incidenza delle politiche di sostegno della domanda dei prodotti biologici
reddito netto e quelle bio solo il 10% - i valori minimi in entrambe le categorie.
nelle regioni oggetto di studio. I dati qui sono ancora più difficili da
Mentre in Sicilia il reddito netto sia delle aziende convenzionali che di quelle
reperire, anche perchè il sostegno alla domanda – quando c’è – proviene
biologiche è formato da più di 2/3 dai sostegni diretti al reddito derivanti dagli
anche dagli enti locali, quali i Comuni e le ASL. E poi esistono i vari
interventi per lo sviluppo rurale.
progetti per il sostegno alla promozione dei prodotti da agricoltura biologica
L’importanza del sostegno all’offerta non può essere ignorata, né si può dire
finanziati da AGEA e Commissione Europea a livello nazionale(Reg.
che le aziende più vitali sono solo quelle non sussidiate, visto che comunque,
2826/2000), di recente rifinanziati nell’ambito delle prime iniziative del
nella migliore delle ipotesi, il sostegno complessivo per le aziende biologiche
Piano d’Azione Nazionale. Purtroppo una valutazione dell’impatto di tutte
si attesta intorno al 70% del reddito netto. Del resto, l’esempio del Veneto è
queste misure è difficile da esperire, per la molteplicità delle azioni e la
emblematico, come ha mostrato sia il caso studio svolto da Mauracher e
difficoltà di isolarne gli effetti sulla domanda. Tuttavia, lo scarso sviluppo
Trevisan (in Zanoli, a cura di, 2007) sia la recente analisi svolta da Bustaffa
della domanda interna a fronte della continua espansione della domanda
(2007) proprio sul campione RICA: la crescita è più bassa rispetto alla media
estera fa pensare che tali misure, sinora, siano state soltanto marginali. Del
nazionale. Le ragioni potrebbero essere ricercate, fra le altre, nel fatto che in
resto, dopo una leggera infatuazione a cavallo del nuovo millennio, la
questa regione vi è la minor redditività netta differenziale tra biologico e
distribuzione moderna si è sostanzialmente disinteressata dello sviluppo
convenzionale, che – come si ipotizza in Dabbert et al. (2004) – è la chiave
della gamma di prodotti biologici offerti nei suoi pdv, che in molti casi si è
dello sviluppo dell’agricoltura biologica dal lato dell’offerta di prodotti
nuovamente ridotta. Solo la distribuzione specializzata continua a crescere,
primari: i premi pagati su un ettaro di terra convenzionale (993 euro) sono
seppure senza incidere molto sull’andamento dei consumi domestici totali
quasi doppi di quelli pagati su un ettaro di terra biologica (520 euro). Non è
(Pinton, 2006; 2007).
tanto importante - quindi – l’entità del premio ad ettaro (che pure in Veneto per
L’analisi qualitativa multifiliera (AQMF) ha riguardato, in ogni regione, le
le aziende biologiche è più elevato che in Sicilia), quanto il differenziale tra
due principali filiere del settore agrobiologico. In questa relazione si
5
riportano i risultati aggregati a livello nazionale della filiera più emblematica,
dal possibile impatto negativo degli OGM su tutta la filiera bio. Tuttavia,
perchè caratterizzante l’agricoltura di cinque regioni su 9: quella oleicola.
c’è sufficiente ottimismo per il futuro delle politiche di sostegno.
L’AQMF è un metodo di analisi qualitativo che permette di ovviare, mediante
Si rinvia al già citato volume (Zanoli, a cura di, 2007) per un’analisi
ricorso a un panel di esperti del settore, alla scarsità di dati statistici adeguati
dettagliata delle singole filiere e regioni, anche se in generale l’impressione
per l’analisi territoriale, e permette di effettuare uno studio, seppure
complessiva che se ne ricava è di una generale debolezza del settore e di un
preliminare, degli impatti delle politiche di sviluppo rurale su una determinata
prevalere
filiera (Gambelli in Zanoli, a cura di. 2007).
alternativamente come minaccia o opportunità a seconda delle regioni e
Nelle Figure 3 e 4 sono riportati i risultati aggregati dell’analisi. Si può notare
filiere, con estrema volatilità dei pareri dei diversi esperti.
come i punti di debolezza prevalgano, in numerosità, sui punti di forza, nelle
Ovviamente i risultati sono dipendenti dalle valutazioni soggettive di un
valutazioni degli esperti. Tuttavia, complessivamente l’intensità dei punti di
gruppo, seppur numeroso, di esperti a livello regionale e non il risultato di
forza (misurato nella scala che va da 0 a +5) appare superiore a quella dei punti
modelli quantitativi di simulazione. Tuttavia, il vantaggio di questo
di debolezza (da 0 a -5), anche se di poco (l’indice complessivo e di poco
approccio metodologico è quello di far riflettere gli esperti e coinvolgerli
superiore allo zero: 0, 002). La filiera dell’olio bio nelle regioni studiate
nel processo di analisi, permettendo altresì una risposta più diretta ai
(Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Puglia) appare – in media – sostenuta
risultati dell’analisi.
dalla qualità del prodotto e dalla rilevante internazionalizzazione soprattutto
Nella stessa direzione sono stati rivolti gli sforzi di ricerca a livello
verso i Paesi dell’Unione Europea, mentre viene ritenuto particolarmente
nazionale, che hanno coinvolto i principali attori o stakeholder del settore
insufficiente i livello di promozione dell’olio biologico e poco favorevole il
biologico a livello nazionale. I workshop nazionali, dopo aver fatto il punto
clima politico.
della situazione utilizzando uno strumento analogo all’AQMF – ovvero
Se la forte domanda estera appare un punto di forza, la congiuntura economica
l’analisi SWOT-FDOM utilizzata come strumento per la discussione di
di medio-lungo periodo viene pero vista come sfavorevole alla filiera.
gruppo - si sono concentrati sull’obbiettivo di definire le strategie e gli
Complessivamente le minacce, riportate in figura 4, prevalgono – seppur di
strumenti per una politica integrata di sostegno all’agricoltura biologica a
poco – sulle opportunità in termini d’intensità (l’indice complessivo è infatti –
livello nazionale e regionale, tenuto conto dell’evoluzione degli scenari
0, 01), anche se non in termini di numerosità. Le maggior preoccupazioni
comunitari.
delle
minacce,
mentre
le
politiche
future
sono
viste
sembrano emergere dai cambiamenti climatici e ambientali (inquinamento) e
6
Il risultato è riportato in Figura 5. Come si vede, gli stakeholder del settore
l’Agricoltura Biologica). Tra gli organismi di settore, AIAB e FIAO (oggi
biologico mostrano un elevata conoscenza degli strumenti di politica
Federbio) rappresentano nodi ugualmente importanti, anche se è AIAB
economica e fiscale, e non si limitano agli strumenti tradizionali di politica
quello che sembra avere la maggiore rilevanza e indipendenza in termini
agraria. Seppure il sostegno all’offerta rimane tra gli obiettivi della politica
delle varie misure di centralità.
vista dagli stakeholder, gli strumenti enfatizzano il ruolo “differenziale” di tale
Questo aspetto deve far riflettere, anche alla luce delle vicissitudini che
sostegno, e la necessità di non sfavorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica
hanno portato alla nascita del nuovo organismo Federbio proprio
con le misure mainstream della PAC, come spesso è avvenuto in passato
dall’allargamento di FIAO ad AIAB. Tuttavia, alla data in cui si va in
(Dabbert et al., 2004). Il ruolo delle politiche per il sostegno della domanda,
stampa (maggio 2007), non appare del tutto accettato il ruolo di Federbio
anche e soprattutto interna, è poi ampiamente sottolineato nella visione degli
come organismo “ombrello”, unico rappresentante del settore agrobiologico.
stakeholder.
Interessante poi il rilevo che assume, soprattutto in termini di “facilitatore”
Questi risultati mostrano come la concertazione, anche in un settore così di
delle varie collaborazioni tra attori (between centrality e outdegree cen-
nicchia, possa portare a soluzioni innovative e probabilmente più efficaci ed
trality elevate) il partito dei Verdi, che è forse l’unica formazione politica ad
efficienti. Resta ancora da comprendere perchè invece le decisioni
avere l’agricoltura biologica tra le priorità programmatiche. L’ampiezza
sull’agricoltura biologica, come pure gli stessi uffici preposti al Ministero,
della rete degli stakeholder biologici, il ruolo centrale della politica e dei
siano storicamente così restii alla concertazione e alla cooperazione con
rappresentanti degli agricoltori biologici, e la sostanziale inesistenza degli
stakeholder e persino con i ricercatori.
attori di mercato, rappresentano un caso unico e singolare nel panorama
Non deve certo preoccupare il possibile rischio di perdita di centralità del
europeo (Moschitz e Stolze, 2005).
Ministero che rimane l’attore più rilevante nella scena della politica agricola
Questo risultato contiene il germe della debolezza del settore, anche a
per l’agricoltura biologica ( e non solo) come dimostra l’analisi di network
livello di politica agraria, proprio per la mancanza di interlocutori forti e
(Figura 6). I risultati mostrano come il network degli stakeholder che
rappresentativi dell’intera filiera, e rappresenta il rovescio della medaglia di
rappresentano il settore dell’agricoltura biologico sia relativamente molto
un settore in cui la ricchezza di idee innovative – non solo in tema di
ampio e denso (quasi tutti dichiarino di avere contatto con quasi tutti gli altri
politica economica e agraria – rende assai vivace la capacità propositiva
attori) ma anche sostanzialmente centrato attorno al Ministero delle Politiche
degli stakeholder.
Agricole e al suo organismo consultivo di settore (Commissione Nazionale per
7
4. Osservazioni conclusive
-
asse 3: aumento della domanda interna e comunicazione istituzio-
Il settore biologico è un settore relativamente piccolo dell’agricoltura italiana,
nale
ma – fino al 2001 – quello che aveva fatto registrare i più alti tassi di crescita,
-
al punto che – nonostante la crisi d’inizio millennio – a fine 2005 l’Italia
servizi
asse 4: rafforzamento e miglioramento del sistema istituzionale e dei
rappresentava ancora (con le sue quasi 45mila aziende e poco più di 1milione
Il Piano d’Azione Italiano, comunque, risulta molto generico e senza una
di ettari) il Paese “più biologico d’Europa”. Un quarto delle aziende agricole
esaustiva definizione delle azioni. Rispetto agli altri paesi europei, l’Italia
biologiche e un quarto della SAU biologica dell’Unione Europea sta in Italia;
ha avviato molto in ritardo il dibattito sull’adozione di un Piano d’Azione
l’incidenza della SAU biologica sul totale della SAU (8,4%) è la più alta in
Nazionale e nella sua stesura non si è tenuto conto di “modelli” di altri Piani
Europa dopo quella dell’Austria.
d’Azione nazionali.
In tutti questi anni, mentre in Europa si approvavano un piano d’azione
Per ora, inoltre, l’attuazione del Piano d’azione nazionale è stata
europeo e diversi piani nazionali, in Italia si spendevano pochi spiccioli per la
parzialmente effettuata con il bando relativo agli interventi per lo “Sviluppo
ricerca (spesso assai poco mirata alle esigenze del settore) da parte delle
della comunicazione istituzionale” (febbraio 2007), mentre si attende
Regioni e del MIPAF, si gettavano dalla finestra diverse centinaia di mi-gliaia
l’emanazione del decreto relativo alle iniziative da finanziare per favorire
di euro per costituire un Osservatorio e un Sistema d’Informazione Nazionale
l’aggregazione dell’offerta e sostenere l’interprofessione e l’organizzazione
sull’Agricoltura Biologica che non riesce neanche a fornire più i dati sulla
commerciale.
SAU biologica a livello regionale. Infine, si anche in Italia si è approvato un
Del resto, come si è già detto, il ruolo degli stakeholder in Italia è un ruolo
piano d’azione nazionale che, tuttavia, appare piuttosto parziale: basti pensare
ancora purtroppo assai marginale nella fase di definizione delle strategie e
che la ricerca non veniva menzionata, per cui i fondi per la ricerca per
degli strumenti di sostegno per l’agricoltura biologica. La concertazione in
l’agricoltura biologica continueranno ad essere spesi in modo incoerente. Il
tale materia appare del tutto insufficiente, come è stato rilevato dalle analisi
Piano d’Azione nazionale, infatti, prevede una serie di azioni solo in parte
svolte. Ciò dipende ancora dalla frammentazione esistente nella lobby
collegati agli obiettivi di intervento enunciati, raggruppate in quattro assi
biologica, dove – nonostante la recente costituzione di un organismo
d’intervento:
unitario (Federbio) – esistono ancora molte rivalità e interessi contrastanti.
-
asse 1: penetrazione sui mercati mondiali
La frammentazione della lobby biologica è infatti anche superiore di quella
-
asse 2: organizzazione di filiera e commerciale
esistente nella lobby agricola tout court, come è risultato peraltro anche
8
nell’analisi di network, e va oltre la tradizionale divisione “politica” tra
per dare un quadro preciso di quello che sarà l’impatto sul settore
Coldiretti, Cia, Confagricoltura (le quali, peraltro, hanno ciascuna un
agrobiologico, nemmeno nelle regioni oggetto di studio nel presente lavoro.
organismo associativo che raggruppa gli agricoltori biologici loro associati).
Come si è visto, la politica agricola comune e il nuovo regolamento per lo
Questa frammentazione finisce per risultare di grande ostacolo a un settore che
sviluppo rurale suscita entusiasmi in alcune regioni e filiere, ma
già deve scontare una dimensione piccola e l’ostilità di importanti lobby (come
preoccupazioni in altrettante regioni e/o filiere.
quella agrochimica e biotecnologica) come hanno dimostrato la recente aspra
Di sicuro – al momento – c’è soltanto che la dotazione delle risorse
controversia – finita sulle pagine di alcuni quotidiani – sulla soglia accettabile
finanziarie, soprattutto per le misure agroambientali, sarà ridotta o
di OGM nei prodotti biologici che ha visto protagonisti il presidente di
comunque non tale da permettere uno sviluppo delle superfici a sostegno
Federbio e quello di AIAB – la più antica associazione italiana di agricoltori
quale quello a cui si è assistito fino al 2000 e, in parte, anche fino ad oggi.
biologici.
almeno
Questo scenario ovviamente non promette bene per il settore, a meno che la
momentaneamente – risolta dal Parlamento europeo non ha però sanato le
riduzione non sia accompagnata da una maggiore calibrazione degli
divisioni tra i rappresentanti del settore biologico.
interventi e una concentrazione delle risorse finanziarie sulle aziende e le
Anche il sostanziale disinteresse degli attori a valle della filiera (trasformatori e
aree per le quali il differenziale di reddito in assenza di sostegno
distributori) per le politiche per l’agricoltura biologica rappresenta una
comporterebbe necessariamente l’uscita dal settore.
Il
fatto
che
tale
controversia sia
stata
poi
–
debolezza per il settore. Anche sul mercato, nel nostro Paese si sta assistendo
un sostanziale disimpegno della grande distribuzione dalla “nicchia” dei
5. Ringraziamenti
prodotti biologici, in controtendenza a quanto avviene a livel-lo europeo: meno
Un primo caloroso ringraziamento va al Prof. Francesco de Stefano,
lineare espositivo, ampiezza e profondità di gamma sta-zionarie se non in
coordinatore del Progetto, per l’autorevolezza e la lungimiranza e, non
declino, riduzione dei prodotti in private label.
ultimo, l’amicizia dimostrata in questi anni di studio e ricerca comuni. Si
Tutto ciò non fa presagire nulla di buono in merito ai futuri scenari delle
ringrazia poi l’amico e collega Prof. Gianni Cicia per l’entusiasmo che ha
politiche per l’agricoltura biologica in Italia.
saputo infondere in tutte le unità operative e l’infaticabile lavoro di
Le informazioni preliminari sulla nuova programmazione delle politiche di
organizzazione. Infine, vorrei ringraziare i colleghi componenti delle unità
sviluppo rurale regionali nel periodo 2007-2013 non sono ancora suffi-cienti
operative del Sottoprogetto Politiche da me coordinato per il buon lavoro
svolto e per la pazienza con cui hanno sopportato le manchevolezze del
9
sottoscritto. Com’è ovvio e scontato, le responsabilità di quanto scritto ricade
Tabella 1 - Premi per colture biologiche, regioni Obiettivo 1 (!/ha)
esclusivamente sull’autore.
6. Riferimenti bibliografici
.
725
423
181
337
302
652
652
381
163
303
272
900
450
426
158
500
150
630
596
298
111
350
105
Pianura
818
964
805
217
592
298
Collina
972
813
605
217
-
355
Montagna
964
564
662
217
-
371
Pianura
688
919
725
182
542
243
Collina
842
769
525
182
300
Montagna
834
519
582
182
316
Aree ordinarie
750
480
262
420
215
430
Aree preferenziali
900
576
314
504
258
516
695
1127
402
140
328
268
625
1014
335
117
295
241
615
807
496
214
600
368
219
327
245
492
645
397
172
480
295
175
262
196
Aree ordinarie
600
750
750
400
550
300
Aree preferenziali
700
800
800
500
600
350
Calabria
Dolowitz D., Marsh D. (1996), Who learns what from whom: a review of the Policy transfer
literature, Political Studies, 44: 343-57.
Dolowitz D., Marsh D. (2000), Learning from Abroad: the role of Policy transfer in
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Campania
Evans M., Davies J. (1999), Understanding Policy Transfer: a multi-level, multi-disciplinary
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Pinton, R. (2006), Prove di rilancio per il biologico, AZBIO, 6(10/11):3.
Pinton, R. (2007), Niente crolli o boom: il biologico viaggia con una crescita costante, AZBIO,
7(1/2): 32-36.
Rose R. (1991), “What is lesson-drawing?”, Journal of Public Policy, 11 (1): 3-30.
Mais Leguminose
725
Basilicata
Bustaffa, R. (2007): Il Veneto va avanti a piccoli passi, AZBIO, 7(1/2): 42-45.
Dabbert S., Häring A., e Zanoli R.(2004), Organic Farming. Policies and Prospects, Zed
Books, London
Vite da Colture
Colture
Colture
Olivo
Ortive
Foraggi
vino frutticole
erbacee*
industriali
Molise
Rose R. (1993), Lesson-Drawing in public policy. Chatham Nj: Chatham House.
Stone D. (2003), Transfer Agents and Global Networks in the ‘Internationalisation’ of Policy.
In: Internationalisation and Policy Transfer. Workshop, Tulane University, New
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Puglia
Todhunter C. (2001), Undertaking Action Research: Negotiating the Road Ahead, Social
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Sardegna
Zanoli, R. (a cura di) (2007), La politica per l’agricoltura biologica in Italia: casi di studio
nazionali e regionali. Angeli, 2007 (i.c.s.).
Sicilia
* I dati in corsivo si riferiscono ai soli cereali
10
Tabella 2 - Premi per colture biologiche, regioni NON Obiettivo 1 (!/ha)
Vite da Colture
vino frutticole
Abruzzo
Introduzione /
Mantenimento
Introduzione
Emilia
Romagna
Mantenimento
Friuli Venezia
Giulia
Aree ordinarie
700
-
400
200
500
400
Aree preferenziali
840
-
480
240
600
480
Aree ordinarie
625
750
469
156
390
296
156
Aree preferenziali
750
900
562
187
469
356
187
Aree ordinarie
568
682
426
142
355
270
142
Aree preferenziali
682
818
511
170
426
324
170
800
540
500
600
300
Mantenimento
800
540
500
600
300
Aree ordinarie
770
770
390
165
600
330
165
Aree preferenziali
810
810
460
195
600
380
195
Aree ordinarie
695
695
355
150
550
300
150
Aree preferenziali
730
730
420
178
550
358
178
Introduzione /
Mantenimento
Aree ordinarie
795
980
780
380
600
Introduzione /
Mantenimento
Aree preferenziali
Lazio
Mantenimento
Lombardia
Colture
Ortive
Foraggi
industriali
Introduzione
Introduzione
Liguria
Olivo
Colture
erbacee*
900
1110
900
430
600
327
Introduzione
815
185
221
740
170
221
Piemonte
Mantenimento
Vite da Colture
Colture
Colture
Olivo
Ortive
Foraggi Mais Leguminose
vino frut icole erbace *
industriali
Aree ordinarie
850
850
220
490
98
Aree preferenziali
900
900
240
515
110
Aree ordinarie
700
700
170
460
Aree preferenziali
750
750
185
463
Collina
585
585
660
216
616
204,6
286,66
271
Montagna
710,6
858
550
161
616
155,1
231
199
Collina
780
780
600
196
560
186
260,6
246
Montagna
646
780
500
146
560
141
210
181
Introduzione
891
891
495
297
660
396
220
429
297
Mantenimento
810
810
450
270
600
360
200
390
270
600
450
540
540
850
450
600
Introduzione
Marche
Mantenimento
Toscana
Trentino
267
Mantenimento
Introduzione
Tabella 2 (continua) - Premi per colture biologiche , regioni NON Obiet ivo 1 (!/ha)
Umbria
Valle d'Aosta
Veneto
Introduzione /
Trento-ordinario 850
Mantenimento
Introduzione / Trento900
Mantenimento preferenziale
Introduzione /
Bolzano 900
Mantenimento
900
200
600
600
600
600
0
297
Introduzione
880
882
550
495
594
Mantenimento
800
801
500
450
540
270
Introduzione
900
380
400
302
332
Mantenimento
350
Introduzione
900
900
900
600
85
Mantenimento
810
810
810
480
93
* I dati in corsivo si riferiscono ai soli cereali
11
Figura 1 - Pagamenti per colture erbacee e regione: valori massimi
Figura 2 - Pagamenti per colture erbacee e regione: valori minimi
12
Tabella 3 - Pagamenti medi complessivi (PAC e POR/PSR) per aziende biologiche e non biologiche nelle Regioni campione: dati RICA 2002 (valori minimi e
massimi)
Aziende convenzionali
Aziende biologiche e in conversione
a
€ Per
azienda
€ per ha di SAU
valore medio dei premi
tot in % del reddito netto
valore medio dei premi
POR/PSR in % del reddito
netto
4.934g-37.214h
8.499c-64.993 h
254 g-993 h
403g-985b
27% e -96%a
69%acd-90%g
1%eh-67%g
10%h-76% g
Abruzzo, b Calabria, c Campania, d Marche, e Molise, f Puglia, g Sicilia, h Veneto
Figura 3 - Punti di forza e di debolezza della filera olio bio in Italia
Figura 4 - Opportunità e Minacce della filiera olio biologico in Italia
Presenza di industrie di trasformazione dei prodotti biologici della filiera
Inquinamento da altre fonti
Adeguatezza della rete distributiva locale (dettaglio e ingrosso) per i prodotti della filiera
Inquinamento da fonti agricole
Presenza di una domanda locale dei prodotti della filiera
Clima politico (verso la specifica filiera bio)
Disponibilità di sostanza organica
Qualità dei servizi delle forme associative
Qualità dei servizi delle amministrazioni pubbliche
Disponibilità di risorse idriche
Disponibilità di finanziamenti pubblici alla specifica filiera bio
Qualità della regolamentazione della specifica filiera bio
Cambiamenti climatici
Disponibilità di credito
Liquidità
Modifiche al 2092/91
Capitalizzazione
Nuovo Regolamento sviluppo rurale
Capacità di marketing
Capacità imprenditoriali
Politica agricola europea
Professionalità e adeguatezza della forza lavoro
Assistenza tecnica
Sviluppo tecnologico e innovazione
Istruzione superiore e formazione professionale specifica
Alleanze strategiche (es. accordi interprofessionali)
Impatto delle biotecnologie (OGM)
Livello di promozione
Stabilità dei prezzi internazionali
Prossimità dei mercati
Internazionalizzazione verso Paesi Extra UE
Commercio internazionale (GATT/WTO)
Internazionalizzazione verso Paesi UE
Sbocchi di mercato nazionale
Congiuntura economica di medio-lungo periodo
Qualità dei prodotti
Presenza di produzioni con elevato valore aggiunto
Impatto della globalizzazione sulla specifica filiera bio
Trend di lungo periodo della specifica filiera bio
Redditività della specifica filiera bio
-3
-2
-1
0
1
2
3
Ampiezza della specifica filiera bio
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
(Fonte: Zanoli, a cura di, 2007)
(Fonte: Zanoli, a cura di, 2007)
13
Figura 5 - Definizione dei più importanti strumenti di Politica Agricola per
l’AB in Italia per obiettivo
OBIETTIVI DI
POLITICA
AGRICOLA
PER L’AB
Figura 6 - Network delle organizzazioni relative al settore biologico:
dimensioni dei nodi proporzionali alla centralità media
STRUMENTI DI
POLITICA
AGRICOLA
PER L’AB
Politica tributaria e fiscale per
l’AB (tax policy )
Promuovere la consapevolezza
del consumatore , basandola
sull’esperienza diretta
Sistema di controllo e
certificazione : risk -based ,
efficace , armonizzato e
coordinato a livello europeo
Esenzione IVA per i prodotti biologici
Disincentivi (tasse ) su input
convenzionli
Sostenere finanziariamente le giornate
aperte nelle aziende bio
Formazione del consumatore anche
mediante lo stimolo della domanda
pubblica di prodotti bio
Aumentare la trasparenza e la
partecipazione degli stakeholder nel
sistema di controllo anche mediante
l’informatizzazione
Semplificazione burocratica delle
procedure di controllo e certificazione
Formazione e assistenza tecnica per
l’agricoltura bio
Capacity building
& networking
R &D basati sulle priorità del
biologico
Commissione nazionale per l’AB con
ruolo di indirizzo e progettazione e
controllo come tavolo unico per
Ministeri , Regioni e stakeholder
Comitato nazionale e coordinamento
per la ricerca in AB con
rappresentanza dei vari stakeholder
(Ministeri , Regioni, produttori)
Allocare fondi specifici per la R
AB con regolarità
(Fonte: Gambelli e Zanoli in Zanoli, a cura di, 2007)
& D in
Obbligo di polizze assicurative danni
OGM
Promuovere l’AB come
modello di sostenibilità ,
sviluppo rurale ,
multifunzionalità
Sviluppo del mercato come
parte dei Piani di Sviluppo
Rurale
Ridurre e omogeneizzare le soglie di
“zero strumentale” a livello UE
Più soldi e priorità al bio in tutte le
misure + art. 69 Reg. 1782/ 03
Più fonti di finanziamento e non solo
dal settore agricolo
Organizzazioni Produttive bio
riconosciute dall’UE
Promuovere l’integrazione di filiera
(aumentando il valore aggiunto che va
alle aziende )
(Fonte: Vairo in Zanoli, a cura di, 2007)
14
Legenda
Sigla
ACU
AIAB
AMAB
AN
CIA
COAGRIC
CODICO
COLDIRE
CONAPAB
COPAGRI
FEDERCO
FIAO
IAM
LEGAM
MIPAF
VERDI
Nome dell’organizzazione
Associazione Consumatori Utenti
Associazione Italiana agricoltura biologica
Associazione Mediterranea Agricoltura Biologica
Alleanza Nazionale
Confederazione Italiana Agricltori
Confagricoltura
Comitato difesa Consumatori
Coldiretti
Commissione Nazionale per l'Agricoltura
Biologica
Confederazione Produttori Agricoli
Federconsumatori
Federazione Italiana Agricoltura Organica
Istituto Agronomico Mediterraneo
Legambiente
Ministero per le Politiche Agricole e Forestali
Verdi
15