Compiti a casa: istruzioni per l`uso
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Compiti a casa: istruzioni per l`uso
Compiti a casa: istruzioni per l’uso Progetto del Gruppo “Scuole partecipate” – Istituto Comprensivo di Levico Il gruppo di progetto dell’Istituto Comprensivo di Levico ha lavorato sul tema dei compiti a casa proponendo sul tema un progetto di sperimentazione da adottare (a disponibilità di insegnanti e genitori) nelle sezioni sia di scuola primaria sia di secondaria di 1° grado. In base alle questioni emerse nel dibattito si è potuto rilevare come il problema dei compiti a casa riguardi sia i bambini/alunni, sia i genitori, sia i docenti. È difficile infatti che un bambino possa gestire i propri compiti a casa senza l’aiuto di un proprio o dei propri genitori. Per lo meno nei primi anni di scuola. Successivamente l’attenzione dei genitori può anche calare, con la graduale acquisizione da parte del figlio di un metodo, di una autonomia e di una motivazione forte, ma questi casi sono più rari. Solitamente invece si è riscontrato come per i più il problema permanga con un’ansia (da qualcuno definita un “incubo”) più o meno forte ma permanente che si lega nel tempo anche ad altri problemi (la motivazione, i problemi adolescenziali, i rapporti con i diversi insegnanti e i diversi metodi d’insegnamento nella secondaria di 1° grado …). D’altra parte ci si è resi conto che buona parte delle difficoltà dei genitori nasce dalla constatazione di una non chiarezza nel modo di impostare i compiti da parte degli insegnanti: quale metodo utilizza l’insegnante e di conseguenza quale aiuto è richiesto ai genitori sui compiti? E ancora: come valuta l’insegnante il compito svolto a casa? Devo, io genitore, correggerlo e fare in modo che sia “perfetto” oppure devo fare in modo che l’insegnante colga le lacune di mio figlio così da intervenire ad hoc? Inoltre: un supporto notevole fornito da un genitore a casa può forse nascondere eventuali lacune di metodo negli insegnati? oppure può impedire che un insegnante capisca come meglio calibrare i tempi del suo “programma”? È emerso poi il tema della possibile “discriminazione” nei processi di apprendimento dei bambini legata all’aiuto di cui questi possono a casa nei compiti: per il grado di istruzione dei genitori, per il tempo che i genitori possono dedicare ai propri figli, per la nazionalità dei genitori stessi. Dunque l’aiuto dei genitori a casa può essere discriminante verso quei bambini - non meno dotati degli altri - che quell’aiuto non ce l’hanno? E come si può ovviare a questo problema? Il dibattito attorno a tutte queste domande ha fatto capire come non si possano dare risposte definitive e a priori. Occorre promuovere su questi temi il dialogo tra genitori e insegnanti in modo che ci si possa reciprocamente e gradualmente chiarire (innanzitutto all’interno del gruppo genitori e del gruppo docenti) e poi aiutare. Dietro al tema dei compiti si celano infatti elementi cruciali per il processo di crescita e apprendimento dei bambini: l’autonomia, l’autostima, la motivazione, l’acquisizione di un metodo 1 … tutto ciò che serve per valorizzare al massimo le potenzialità dei nostri figli/alunni e garantir loro un futuro di cittadini e di lavoratori. Tre sono dunque i soggetti su cui si è concentrata la riflessione: innanzitutto i genitori, poi i docenti e infine i figli/alunni. Su ognuna di queste categorie si sono immaginate delle azioni specifiche che rispondono a problematiche specifiche. Si sono poi immaginate iniziative di relazione/condivisione proprio a raggiungere la sintonia migliore nelle modalità di svolgimento dei compiti per i figli/alunni. I tre soggetti coinvolti sono stati come di seguito problematizzati all’interno del gruppo di progetto. I genitori Spesso si è rilevato come il genitore viva in solitudine il problema dei compiti e delle eventuali difficoltà riscontrate con il figli/a nello svolgimento dei compiti. La difficoltà a comunicare con altri genitori nasce dal fatto che nessuno vorrebbe far passare il proprio figlio/a per lo “stupido” della classe e ciò, se da un lato porta il genitore più attrezzato e disponibile a colmare le eventuali piccole o grandi lacune del figlio, dall’altro porta il genitore più in difficoltà a nascondere il problema cercando in qualche caso soluzioni alternative (un aiuto esterno) naturalmente se disponibili. Naturalmente tutto questo aumenta in ogni caso lo stato di ansia e di frustrazione del genitore che si riversa poi sul figlio/alunno. Stesso discorso vale per il problema della valutazione dei compiti: sapere che un compito riceve una valutazione (male, bene, benino, … oppure in voti numerici) porta il genitore automaticamente a cogliere quella valutazione come diretta a sé (“guarda come segui tuo figlio nei compiti!”) e dunque a riversare sui compiti un impegno che esorbita il senso del compito in sé (per l’alunno o per l’insegnante). Una delle lamentele frequenti dei genitori è sulla quantità di compiti assegnati ai figli in particolare nei fine settimana (per il tempo pieno). Anche in questo caso la quantità è relativa alle capacità e ai tempi (gli stili di apprendimento) dei figli/alunni. Talvolta i genitori pur di finire tutti i compiti si sostituiscono ai figli stessi. Anche in questo caso le lamentele dei genitori sono sotterranee e non da tutti condivise. Di fondo contrastano con una idea ancora diffusa sebbene sbagliata che “tanti compiti = buona scuola (insegnante)” o viceversa “pochi compiti = cattiva scuola (insegnante)”. Un primo problema evidente tra genitori è dunque relativo alla scarsa comunicazione/condivisione tra loro delle problematiche relative alla gestione dei compiti e ai problemi che emergono in questa gestione. Chi non ha problemi con il proprio figlio/a non necessariamente non ha nulla da dire sul tema, anzi, il suo contributo può aiutare altri genitori a trovare modalità più efficaci di sostegno al lavoro del figlio/alunno. Oppure si potrà capire, attraverso la condivisione tra genitori, che qualche problema, al di là dei casi singoli, c’è nella gestione della classe da parte di uno o di più insegnanti. Queste condivisioni possono aiutare il o i docenti a correzioni di metodo piuttosto, che di tempi, o di approcci. La prima e più importante indicazione operativa per i genitori è dunque quella di condividere all’interno della classe tutto ciò che attiene i modi di affiancamento e i problemi riscontrati sui compiti a casa dei propri figli, senza temere di mostrare tutto quello che si ritiene 2 problematico e senza pensare che siccome “per mio figlio non c’è nessun problema” non ci debba essere nulla da approfondire e condividere. Raramente poi i genitori sono in-formati dagli insegnanti sul come, con quali metodi e con quali obiettivi devono affiancarsi ai figli nello svolgimento dei compiti a casa. Una modalità di sostegno ai compiti dipende infatti dal metodo stesso di insegnamento e dalle modalità di valutazione adottate dall’insegnante. I genitori devono dunque chiedere che da subito ci sia una comunicazione il più possibile coerente da parte degli insegnanti con indicazioni a riguardo. Parlarsi tra genitori può anche aiutare a comprendere meglio alcune situazioni di difficoltà relative a una o più famiglie. Anche in questo caso la condivisione può essere utile a segnalare le situazioni ai docenti e magari anche a trovare forme di aiuto tra famiglie stesse. Un ruolo centrale in questo contesto lo svolgono i rappresentanti di classe dei genitori che sostengono i genitori stessi in questo lavoro di condivisione senza lasciare nulla di approfondito e senza permettere solitudini eccessive tra i loro colleghi e riportano poi ai docenti quanto emerso, in qualche caso promuovendo anche un dialogo allargato. Gli insegnanti Da parte loro gli insegnati sono molto coinvolti nella questione dei compiti. Come detto, il metodo di affiancamento ai compiti dipende dal metodo stesso di insegnamento adottato dai docenti e dalle modalità di valutazione del lavoro svolto dagli allievi. Come, secondo me, i genitori dovrebbero affiancare i figli? Che significato hanno i compiti a casa? Come interagiscono con il lavoro in classe? Come li valuto? Che riscontro voglio avere dai compiti? Da cosa dipende la quantità? Come la calibro nel rispetto delle differenze tra gli alunni? E come mi raccordo con gli altri insegnati in merito (per non creare confusioni nei genitori, ma anche per capire meglio anch’io come operare)? Sarebbe opportuno che l’intero team docente trovasse un accordo su questi punti prima dell’inizio anno scolastico, in modo da poter dare (possibilmente insieme oppure in modo distinto per aree disciplinari) indicazioni concrete ai genitori su come gestire in compiti a casa e come raccordarsi con i docenti in merito a eventuali problemi riscontrati. È importante che i docenti puntino non solo al rapporto con il singolo genitore, ma che incentivino anche la condivisione collegiale tra genitori. Da questa possono venire infatti indicazioni importanti sia sul metodo (efficacia) sia sui tempi (si corre troppo, o ci si deve soffermare di più su un argomento); così come possono emergere altri tipi di problematiche legati a situazioni di classe che interferiscono coi processi di apprendimento ma che vanno guardate da altri punti di vista, non disciplinare ma educativo (abbastanza tipico di situazioni adolescenziali che creano black-out relazionali tra compagni, ma spesso e per altri motivi si verificano situazioni analoghe anche nella scuola primaria); anche per questi motivi può essere opportuno valutare di rallentare i ritmi o di “fare altro” in classe per recuperare contesti relazionali più incentivanti e positivi. Altro punto emerso come centrale è la considerazione dell’errore nell’approccio didattico del docente. Esiste un vero e proprio modello didattico legato alla valutazione e funzione dell’errore nel lavoro in classe. È bene che una riflessione in merito tra i docenti sia anche su questo punto sviluppata, così da poter entrare sempre più efficacemente nella prassi di lavoro e così che anche i genitori possano comprenderla rispetto al loro lavoro a casa e al loro modo di considerare le difficoltà dei propri figli. 3 Fondamentale per i docenti è dunque il dialogo costante con i genitori secondo tutte i livelli e le modalità previsti (colloqui individuali, con la classe e con i suoi rappresentanti …) magari incentivando nuove forme di dialogo o interazione là dove si riscontrassero necessarie anche solo ad una più efficace comunicazione. Perdere qualche tempo in più in questo lavoro significa guadagnarne poi su altri fronti, certamente con maggiore soddisfazione e ritorni di efficacia. Nella scuola secondaria di primo grado è importante la figura del coordinatore di classe là dove si fa elemento di connessione con i genitori e di dialogo e condivisione all’interno del gruppo docente del consiglio di classe. Certamente è emersa per questo ordine di scuola una maggiore difficoltà legata da un alto alla maggiore frantumazione interna (discipline e insegnati che sono come isole non collegate), dall’altro al maggior tasso di problematicità educativa e didattica di questo triennio di raccordo. Proprio questo maggiore tasso di problematicità tuttavia dovrebbe spronare scuola e genitori a fare di più rispetto al quinquennio precedente. Nella realtà succede invece il contrario, sia per la scuola (maggiore disinteresse educativo e progettuale) sia per i genitori (nonostante le sofferenze, i figli si lasciano più abbandonati al loro destino). I figli/alunni Ecco infine il terzo polo di riferimento del tema. Ad un certo momento ci si è accorti che non si poteva non fare i conti anche con loro. Anche i dati di ricerca ci dicono che la percezione dei compiti e il modo di viverli da parte dei figli/alunni possono essere diversi da quelli dei rispettivi genitori. Anche il monitoraggio diretto e non condizionato (da genitori o insegnanti) degli alunni può fornire dunque indicazioni importanti sia di natura personale sia di gruppo, tanto ai genitori quanto ai docenti. Nel lavoro svolto si sono presi in esame alcune ricerche tra le quali una rivolta proprio ai bambini e ciò ci ha dato lo spunto per immaginare una rilevazione a questionario da sottoporre anche a loro. Ma anche su questo versante è importante tenere il dialogo vivo e profondo, che significa attento a cogliere le sfumature di approccio e di significato che ogni ragazzo rivela nel proprio modo di svolgere i compiti. Spesso ciò che apparentemente è solo un “compito sbagliato” rivela in realtà una differenza di approccio cognitivo tra l’insegnante e l’alunno (bambino più che al ragazzo) e la sua corretta valutazione dovrebbe portare a una rivalutazione piuttosto che una penalizzazione. Obiettivi del progetto Gli obiettivi del progetto sono dunque di promuovere, attraverso la programmazione di apposite iniziative che incrementino comprensione, dialogo e condivisione, una modalità sperimentale di approccio al tema dei compiti a casa che trasformi un “problema” (quello appunto dei compiti a casa) in una occasione di crescita: per i genitori, i docenti, i figli/alunni e quindi per la scuola tutta. Il progetto è dunque una proposta che viene portata a tutte le classi (come gruppo docenti e gruppo genitori) le quali potranno liberamente decidere se aderire o meno adottando ed eventualmente anche variando in modo concertato (e senza snaturarli) i termini della proposta. 4 Le fasi del progetto Le fasi del progetto si distinguono in quattro fasi connesse allo svolgimento dell’anno scolastico. Fase preliminare. In questa fase si svolgono tutte le azioni mese in atto dalla scuola al fine di individuare le sezioni disponibili ad adottare il progetto. Si è pensato utile che la proposta sia fatta prima ai docenti di una sezione e solo dopo, una volta accertata la loro disponibilità, ai genitori della stessa sezione. Questo per evitare che l’accettazione dei genitori di fronte ad un eventuale rifiuto da parte dei docenti, possa scatenare contrasti o malumori. La proposta ai docenti si è pensato opportuno fosse fatta dal o dalla dirigente, magari con un docente del gruppo di progetto, mentre ai genitori si è pensato opportuno che fosse un genitore del gruppo di lavoro a introdurre al progetto, in un apposito incontro preliminare all’avvio del progetto stesso. Fase iniziale. Dopo l’accettazione da parte di genitori e docenti di una sezione la fase iniziale prevede due incontri separati (genitori e docenti) nei quali attraverso una griglia appositamente predisposta verrà approfondito il tema dei compiti a casa. Gli esiti di questi incontri verranno riportati in un successivo incontro collegiale nel quale si confronteranno gli esiti definendo gli elementi di una intesa e di un impegno reciproci. Questi elementi costituiranno il documento di intesa “I nostri compiti” che fisserà alcune chiare e sintetiche linee di comportamento dei genitori e dei docenti e che servirà come traccia orientativa da verificare in itinere. Nel loro primo incontro da soli i genitori faranno anche una mappatura della classe per verificare le situazioni di forza (risorse) e di debolezza (bisogni) dei figli/alunni rispetto allo svolgimento dei compiti. Può essere che in qualche famiglia ci siano genitori particolarmente impegnati col lavoro, o che ci siano genitori extracomunitari svantaggiati nel seguire i compiti dei propri figli. Questa cosiddetta mappatura non deve essere intesa come una forzata indagine su ogni componente della classe. È semplicemente importante che ci sia la possibilità/occasione (e dunque l’attenzione) a che queste situazioni di difficoltà possano naturalmente uscire allo scoperto, senza essere forzate. Può essere che ciò non avvenga subito o nel corso dell’incontro collegiale, ma in momenti più riservati che poi giungono al rappresentante di classe. Questa rilevazione dovrebbe rendere eventualmente possibili soluzioni solidali tra famiglie (l’incontro tra risorse e bisogni). I casi di debolezza andrebbero altrimenti segnalati ai docenti e alla scuola perché si possano trovano soluzioni alternative. Queste situazioni andranno verificate in itinere assieme anche alle eventuali persone (non genitori) coinvolte sul problema (educatori o altro). Un ruolo evidentemente importante in questo lavoro sarà svolto da un lato dai rappresentanti di classe dei genitori che in questa prima fase potranno essere affiancati da un genitore del gruppo di progetto; dall’altro dai coordinatori di classe. Questa prima fase si svolgerà nell’arco di un mese. Fase intermedia 1: questa fase è segnata dalla necessità di verifica e rilancio dell’intesa iniziale sul documento e si raccorderà anche a una indagine sugli stessi bambini/ragazzi attraverso un questionario. 5 I genitori durante questa fase cercheranno di osservare il rispetto dell’intesa raggiunta nel doc. “I nostri compiti” osservando e segnando però tutto ciò che emerge di positivo o negativo dal lavoro con il figlio/a sul tema. I docenti faranno altrettanto rispetto al loro lavoro in classe. La prima fase intermedia coprirà l’arco dei primi mesi di scuola fino al termine del primo quadrimestre. Dopo i primi 2 o 3 mesi di scuola verrà distribuito un questionario ai bambini e ai genitori coinvolti che fornirà dati di analisi tanto ai genitori quanto ai docenti. In occasione del consiglio di classe i rappresentanti di classe dei genitori riuniranno i genitori e faranno una verifica di andamento generale sulla base del documento di intesa, raccogliendo esiti, criticità, domande da riportare ai docenti nel Consiglio di classe. Se risultasse necessario, per esempio per portare rettifiche al documento “I nostri compiti”, si potrebbe fissare un nuovo incontro collegiale. Fase intermedia 2 (facoltativa). È da considerarsi uno step facoltativo, ovvero legato alle necessità evidenziate dall’andamento del lavoro tra i genitori o gli stessi docenti. Saranno i rappresentanti di classe dei genitori o i docenti coordinatori a decidere insieme se effettuare questa verifica che potrebbe essere svolta in occasione dei colloqui di metà 2° quadrimestre. Fase finale: la fase finale si stenderà dalla fine del primo quadrimestre fino alla fine dell’anno scolastico. Durante tale periodo rimangono attive le figure dei rappresentanti di classe che nei momenti di incontro dei genitori della classe e nei momenti del consiglio di classe terranno aperto il tema e la verifica dei suoi obiettivi, eventualmente chiedendo altri momenti di verifica collegiale. Al termine del periodo inizierà la fase di valutazione finale che porterà ad una definizione del documento di intesa iniziale “I nostri compiti a casa” come proposta di intesa per tutte le classi della scuola. La valutazione verrà completata da una indagine a questionario sia sui docenti sia sui genitori sia sui bambini a effettuare una rilevazione finale del progetto e delle eventuali rettifiche di percorso. Oltre al documento di intesa la sperimentazione fornirà anche indicazione di percorso da adottare nelle classi assieme al documento di intesa. Il tutto potrebbe diventare dunque una buona prassi e, come suggerito dalla dirigente Daniela Fruet, potrebbe inserirsi nel “Progetto d’Istituto”. Gli strumenti Le griglie di lavoro iniziali per i docenti e per i genitori sono pensate per dare una traccia di approfondimento speculare in modo da facilitare il confronto fra gli esiti e quindi la stesura del documento di impegno comune “I nostri compiti”. Sono cinque domande che non intendono essere esaustive ma indicative circa le questioni più importanti da far emergere. 6 Griglia di lavoro per i docenti DOMANDA ELEMENTI CONDIVISI CRITICITÀ PROPOSTE CRITICITA’ PROPOSTE Che funzione hanno per te i compiti e come li valuti? Il genitore dovrebbe affiancare l’ alunno? Se sì, come? Quale dovrebbe essere l’adeguato carico di compiti? Quali sono le tue aspettative rispetto ai compiti? Quale criticità rilevi nella restituzione dei compiti? Griglia di lavoro per i genitori DOMANDA ELEMENTI CONDIVISI Che funzione hanno per te i compiti ? Affianchi tuo figlio nei compiti? Se sì, come e perché? Come giudichi l’attuale carico di compiti di tuo figlio? Sono chiare le aspettative dei docenti riguardo ai compiti? Quale problematiche rilevi nel momento e nell’esecuzione dei compiti? 7 I questionari (vedi allegato “Prandel”) I supporti Due insegnanti e due genitori che in determinate occasioni (i momenti di incontro dei genitori e dei docenti) si offrono per accompagnare/facilitare il lavoro di gruppo. Il loro accompagnamento è leggero e non obbligatorio ma determinato dalla necessità specifica che in determinate sezioni ci sia bisogno di tale supporto. La considerazione in merito viene svolta in accordo con i rappresentanti dei genitori di ogni sezione partecipante al progetto. In ogni caso è previsto che un genitore del gruppo di progetto della scuola di Levico si faccia portatore della proposta di progetto presso le sezioni cui la stessa proposta si rivolge, in modo da introdurre al progetto come cosa nata anche da genitori e non dalla scuola sola. Valutazione finale Al termine dell’anno dal gruppo sezione composto da genitori e docenti verrà effettuata una valutazione finale anche per definire il patto d’intesa “I nostri compiti”. Verrà poi effettuato a livello di Istituto, e con rappresentanze per le diverse sezioni coinvolte, un focus finale di valutazione (qualora all’interno dello stesso Istituto fossero coinvolte più sezioni) anche per confrontare gli esiti tra elementari e medie (là dove i due ordini fossero entrambi coinvolti). Verrà effettuato infine un focus finale di valutazione (sempre con rappresentanze) tra i diversi Istituti Comprensivi eventualmente coinvolti nel progetto. 8 GRIGLIE SINTETICHE DELLE FASI DI LAVORO FASE PRELIMINARE CHI CHE COSA QUANDO Dirigente scolastico Propone il progetto ai docenti e ne raccoglie le adesioni Settembre Docenti Illustrano il progetto ai rappresentanti dei genitori Settembre Docenti - rappresentanti dei genitori Nel corso dell’assemblea di classe viene raccolta l’adesione definitiva dei genitori Ottobre Docenti Discussione del problema tramite una griglia Novembre Genitori Discussione del problema tramite una griglia e mappatura dei punti di forza e di debolezza Novembre Docenti - genitori Incontro comune di raccolta di informazioni con indicazioni degli insegnanti e segnalazioni dei genitori Redazione del documento “I nostri compiti” Novembre FASE INTERMEDIA CHI CHE COSA QUANDO Alunni Compilazione di un questionario Dicembre Docenti Raccolta dei dati provenienti dal questionario compilato dagli alunni Osservazione del comportamento sui compiti alla luce delle indicazioni redatte con i genitori nel documento “I nostri compiti” Dicembre - gennaio Genitori Osservazione del comportamento sui compiti alla luce delle indicazioni redatte con i docenti nel documento “I nostri compiti” Dicembre - gennaio Docenti - genitori Incontro di verifica per la raccolta di esiti, criticità, domande Eventuale revisione del documento “I nostri compiti” Febbraio 9 FASE FINALE 1 CHI CHE COSA QUANDO Docenti - genitori Monitoraggio in itinere del progetto II quadrimestre Docenti – genitori - alunni Compilazione di un questionario di verifica finale Maggio Docenti – genitori Stesura definitiva del documento di intesa “I nostri compiti a casa” Maggio FASE FINALE 2 CHI CHE COSA QUANDO Dirigente scolastico Acquisizione del documento di intesa “I nostri compiti a casa” Giugno Dirigente scolastico – docenti - genitori Adozione di alcune linee guida tratte dal documento da considerare parte integrante del Progetto di Istituto Settembre 2010 GRIGLIA SINTETICA INCONTRI Sogg.ti coinvolti Ott. Nov. Dicembre Genn. Febb. Mar. Aprile Mag. Giugno Luglio Docenti Genitori Questionario Doc. e gen. studenti * Quest. * Questionario Quest. Focus d’Istituto Focus di Rete * incontri di verifica intermedia opzionali = solo se ritenuti necessari da genitori o docenti. 10 ALLEGATO PRANDEL QUESTIONARIO PER I GENITORI 1. Classe frequentante Prima Seconda Terza Quarta Quinta Prima Secondaria di primo grado Seconda Secondaria di primo grado Terza Secondaria di primo grado 2. Sesso Maschio Femmina 3. Ritieni che tuo figlio/a si impegni? Molto se non moltissimo Abbastanza Sufficientemente Poco 4. Secondo te il tempo che tuo figlio/a dedica allo studio è Molto Abbastanza Sufficiente Poco 5. Dimentica di fare i compiti? Mai A volte Quasi sempre 6. Dimentica a scuola del materiale scolastico utile per fare i compiti (il diario, alcuni quaderni o libri…)? No, non è mai successo Sì, raramente Sì, piuttosto spesso 7. Secondo te impara meglio se Lo legge Glielo raccontano Lo vede Lo prova Altro________________________________________________________________________ 8. Cosa lo/la distrae dallo studio? ____________________________________________________________________________ 11 9. Quale momento della giornata dedica allo studio e ai compiti? Subito dopo aver pranzato Appena arrivato/a a casa da scuola dopo aver fatto pomeriggio Dopo aver giocato Verso sera Dopo cena 10. Con chi preferisce ripetere la lezione? Mamma Papà Altro________________________________________________________________________ 11. Chi lo aiuta a fare o verificare i compiti? Mamma Papà Nessuno, fa da solo Altro_________________________________________________________________________ 12. Preferisce studiare da solo o con qualche amico? Da solo Con qualche amico 13. Perché pensi che tuo figlio/a studi? Studia perché gli/le piace Studia per ottenere lodi, premi Studia per evitare punizioni Studia per tenerci buoni Studia per non deluderci Studia per ricevere bei voti Studia per avere una bella pagella Studia perché viene percepito come un obbligo, un dovere Studia perché quello che impara è utile, bello, lo/la arricchisce, gli/le dà soddisfazione Studia perché vuole fare bella figura Studia per essere stimato/a 14. Come affronta un compito in vista di una verifica? Ripetendo tutte le volte necessarie fino alla completa sicurezza Ripetendo alcune volte per poi stancarsi facilmente Facendo semplici schemi da utilizzare per la preparazione alle interrogazioni o ai compiti in classe Lasciandosi scoraggiare alla prima difficoltà Entrando in ansia Non scoraggiandosi ma affrontando la prova con coraggio e ottimismo Altro___________________________________________________________________________ 15. Quando studia tuo figlio per una verifica? Qualche giorno prima Il pomeriggio prima La sera prima A volte non si ricorda delle verifiche 12 16. Tuo figlio ha avuto difficoltà nell’affrontare i compiti? Sì No A volte 17. Hai dovuto rispiegare la lezione? Sì No A volte 18. In quali compiti sei intervenuto maggiormente? ______________________________________________________________________________ 19. In che modo? Ho corretto gli errori commessi al fine di presentare un foglio pulito, senza evidenti segni di cancellatura Ho fatto riscrivere ciò che andava riscritto in modo ordinato, presentando il foglio “pulito” perché lo ritenevo necessario, anche a costo di strappare il foglio “Ho riguardato” i compiti assieme a mio figlio/a e ho fatto qualche segno o annotazione, dove credevo fosse necessario Non ho fatto i compiti al posto di mio figlio/a ma, dietro sua richiesta, ho dato indicazioni, spiegazioni, consigli, lasciando poi che mio figlio/a scrivesse ciò che riteneva giusto. 20. Come svolge il proprio lavoro scritto a casa? In completa autonomia Facendosi aiutare quando lo ritiene opportuno Facendosi seguire passo per passo 21. Tuo figlio/a chiede a casa informazioni su argomenti trattati in classe? Sì No 22. Legge volentieri libri o riviste oppure guarda con interesse programmi televisivi che parlino dei temi presentati a scuola? Sì No 23. Dove studia? ______________________________________________________________________________ 24. In quali condizioni lavora a casa? In condizioni di tranquillità In condizioni di disturbo ambientale (persone presenti che possano distrarre, telefono a portata di mano, musica di sottofondo…) 25. Come lavora? Mantenendo una posizione del corpo corretta Mantenendo una posizione del corpo scorretta che ostacola la respirazione (sdraiato sul letto, sul divano o in poltrona), appollaiato sulla sedia in condizioni di precario equilibrio…) 13 QUESTIONARIO PER I FIGLI/STUDENTI 1. Perché studi? Studio perchè mi piace Studio per ricevere bei voti e far bella figura con i miei genitori e i miei insegnanti Studio perché quello che imparo è utile, bello, mi arricchisce, mi dà soddisfazione Studio perché devo Studio per non essere bocciato 2. Fai i compiti volentieri? Sì No Non sempre 3. In quale materia ti senti più forte, più capace? 4. In quale materia hai maggior bisogno? _________________________________ _______________________________________ 5. Ti piace fare le correzioni? Sì No Non sempre 6. Se devi studiare per una verifica, cosa fai? Mi ci metto subito, appena posso Aspetto il più possibile, fino a quando faccio arrabbiare la mamma 7. Per fare i compiti, di solito, hai bisogno dell’aiuto della mamma? No, mai A volte Spesso Sempre 8. I tuoi quaderni dei compiti di casa Sono ordinati Hanno solo qualche cancellatura e correzione da fare Sono piuttosto disordinati, hanno tante cancellature 9. Chi ti aiuta a fare i compiti? Mamma Papà Nessuno Altro_________________________________________________________________________ 10. Preferisci studiare da solo o con qualche amico? Da solo Con qualche amico 14