Num. 10 del 25-03-2011

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Num. 10 del 25-03-2011
E-Magazine di Creatività e Tecnologia per la Comunicazione d’Impresa
Direttore responsabile Francesco Chiappetta
Anno 5 - N. 10
26 marzo 2011
ED I TO RI A LE
Dal 15 aprile la Cina vieta il
termine “foreign things”
di Francesco Chiappetta
Un'economia di mercato può nascere e svilupparsi
solo in un sistema democratico, dove la libertà del
singolo cittadino sia un elemento fondante della
società. Il connubio tra regime autoritario e propositi di sviluppo economico genera una economia
dirigista che si scontra con la realtà del mercato,
che può espandersi ed evolversi solo in una ambiente dove il cittadino – consumatore non è condizionato da diktat governativi che limitano la sua
possibilità di scelta e i suoi desideri di consumo.
Lo sviluppo cinese si è basato finora in misura prevalente sul le esportazioni, che hanno invaso tutto
il mondo anche grazie ad un cambio favorevole,
risultato di un artificio sul reale valore dello yuan.
Ma il mercato mondiale e ormai saturo del made in
China, che ora soffre anche della concorrenza di
altri paesi con manodopera a basso costo (quali
Vietnam, India, Pakistan, Turchia).
Il tasso di crescita del Paese potrà quindi essere
mantenuto solo con un incremento della domanda
interna, sostenuta da una nuova classe sociale di
imprenditori e commercianti che hanno già beneficiato dei vantaggi dell'espansione economica. Questi mostrano uno stile di vita "lussuoso" che inevitabilmente suscita un desiderio di evoluzione sulla
classe media, creando le basi per proteste e rivendicazioni da parte di chi vuole entrare a partecipare
all'arricchimento del Paese.
In una democrazia, l'aggiustamento del sistema
sarebbe facile: miglioramento delle condizioni di
vita e degli stipendi e salari della popolazione sarebbero bilanciati da un robusto incremento della
crescita dei profitti, grazie al più alto livello dei
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I N DI C E
EVENTI
MARKETING
INTERNET
Sabato 26 marzo,
l’Ora della Terra
Le bottiglie di PepsiCola Il galateo di Facebook,
diventano ecologiche
come agire sui social
network
INTERNET
Link a siti pirata:
condannata Yahoo
Sentieri Digitali 26/03/2011
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EDITORIALE
Dal 15 aprile la Cina vieta il
termine “foreign things”
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consumi e quindi dei fatturati. Sarebbe l'instaurarsi
di un circolo virtuoso che porterebbe i cittadini del
Celeste Impero a condizioni di vita più vicine al
mondo occidentale, analogamente a quanto è avvenuto – ad esempio – in Italia negli anni successivi
alla ricostruzione, con il boom economico.
Diverso è il caso della Cina, in cui il regime condiziona l'economia interna con divieti di varia natura,
non ultimo il recente bando all'uso di determinate
parole nella pubblicità: il Governo ha vietato l'uso
delle espressioni "supreme", "luxury" e "high
class" per Pechino e "best", "unique" e
"irreplaceable" a Chongqing, relativamente alla
promozione della vendita di abitazioni.
Il motivo di tale decisione risiede nel tentativo di
Pechino di condizionare il mercato immobiliare,
evitando che la domanda di abitazioni di buon livello si espanda troppo rapidamente, determinando
una bolla sul mercato immobiliare. Potrebbe sembrare una misura comprensibile, anche se non accettabile per limitare la corsa dei prezzi delle abitazioni, cresciuti, nei primi due mesi del 2011, in
68 su 70 città campione, tra cui Pechino (+6,8%) e
Shanghai (+2,3%).
Ma un'altra espressione entrata nella lista nera del
regime deve preoccupare gli imprenditori di tutto il
mondo: non si potranno più nominare le "foreign
things" nella pubblicità; l'ente preposto, il Beijing
Administration for Industry and Commerce, non ha
finora precisato cosa si intende con questo termine,
ma ha indicato che esso, insieme alle altre espressioni oggetto del divieto, “stavano danneggiando
il clima politico”.
Ciò significa che i cinesi non saranno liberi di pubblicizzare, e quindi di comprare, ciò che preferiscono, che sarà il regime a decidere, non il mercato,
cosa potranno acquistare e quali potranno essere i
loro desideri. Una misura che nasce
dall’evoluzione della bilancia commerciale cinese,
che nel mese di febbraio 2011 un deficit pari a 7,3
miliardi di dollari. Infatti gli scambi commerciali
sono aumentati su base annua del 10,6% per un
totale di 200.78 miliardi di dollari, suddiviso tra
un export aumentato del 2.4 % su base annua, per
96,74 miliardi di dollari, e un import di 104,04 miliardi, in crescita del 19.4%.
La decisione cinese deve risvegliare gli imprenditori occidentali, i quali devono prendere atto che i
beni provenienti dai Paesi esteri non sono visti di
buon occhio. In altri termini la Cina intende espandere le esportazioni, ma limitando l’import. Un
elemento di riflessione anche per i brand italiani
della moda, del lusso, dell’arredamento e di tutti
coloro che vedevano nella Cina un immenso mercato di “nuovi ricchi” a cui vendere. Un sogno contro cui le regole del “non mercato” fissare dal regime di Pechino si scontreranno.
Inoltre, il nostro Paese rischia di
essere particolarmente penalizzato da tali tendenze, in quanto
il nostro export verso la Cina
(8,63 miliardi di dollari, contro
ben 29 miliardi di importazioni)
è composto in prevalenza da
beni di consumo di lusso, mentre la Germania esporta soprattutto tecnologia e macchinari,
merci di cui la Cina continua ad
avere necessità.
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EVENTO
Sabato 26 marzo,
l’Ora della Terra
di Annalisa Mancini
A Piazza Navona, dove il WWF ha spento le luci
per un'ora, sabato 26 marzo si è cenato a lume di
candela e semplici sacchetti di carta bianca con lo
storico logo del panda, distribuiti dal WWF ai gestori dei locali storici che si affacciano sulla piazza,
si sono trasformati in magiche, minimaliste lanterne.
Non solo la fontana del Bernini e la chiesa di
Sant’Agnese ma tutte le luci dell’antico stadio romano si sono spente sotto lo sguardo incredulo di
turisti e simpatizzanti, assiepati intorno al green
carpet della manifestazione. Con un click, alle
20:30, Christian De Sica e Fulco Pratesi hanno
spento i riflettori che illuminano ogni sera le statue
dei Quattro Fiumi scolpite dal Bernini e la chiesa
del Borromini. Nel buio sono comparse centinaia
di candele e le lanterne di carta accese dai volontari
del WWF hanno illuminato il cielo come stelle comete, per perdersi nell'etere.
Il successo dell'edizione 2011 di Earth Hour è senza precedenti: hanno aderito 240 comuni in Italia,
79 capitali e 134 Paesi nel mondo. Il WWF e il sogno verde sono arrivati dove trattati e accordi internazionali hanno fallito, riunendo Paesi al centro
della cronaca politica, come l‘Iran e la Palestina.
La maratona ambientalista è iniziata dalle Isole
Chatham in Nuova Zelanda, alle 7.45 ora italiana,
insieme a Auckland in Nuova Zelanda, per proseguire con la più grande moschea degli Emirati Arabi Uniti, un tratto della Muraglia Cinese, l’Opera
House di Sidney, il castello dei reali di Svezia, la
Tour Eiffel, il Big Ben, l’Acropoli di Atene, la porta di Brandeburgo, il grattacielo più alto del mondo
(Burj Khalifa a Dubai, che svetta per 828 metri).
Poi è toccato all’Empire State Building, alla statua
del Cristo Redentore di Rio de Janeiro, Times
Square a New York, meraviglie naturali come le
Cascate del Niagara e le Cascate Victoria.
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Sentieri Digitali 26/03/2011
EVENTO
Sabato 26 marzo,
l’Ora della Terra
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A Milano un disservizio ha tenuto acceso il Duomo
di Milano, dove il WWF era rappresentato dalla
giornalista Paola Maugeri, mentre è andato a buon
fine l’oscuramento del Castello Sforzesco e del
grattacielo Pirelli, seguiti da Ponte Vecchio a Firenze, Torre di Pisa, Reggia di Caserta, Valle dei
Templi di Agrigento, Maschio Angioino, Basilica
di Superga, cinta muraria di Monteriggioni, Piazza
del Campo a Siena, Piazza Pretoria a Palermo e
Piazza Duomo a Siracusa.
Maria Grazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, ha commentato così la manifestazione:
‘L’impatto emotivo di questa iniziativa è fortissimo. Il pensiero che un miliardo di persone
possono agire insieme e fare una grossa differenza dà più valore ai gesti che ciascuno di
noi compie individualmente. La tradizione
vuole che questa manifestazione si svolga tipicamente l’ultimo sabato di marzo: il gesto è
simbolico ma la differenza si fa dopo, spegnendo le luci tutti i giorni, cambiando le abitudini di vita’
ha dichiarato a Sentieri Digitali, aggiungendo:
‘L’impegno individuale è il mattoncino di
grandi cambiamenti. Ognuno di noi sa che lo
spreco di cibo, energia, energie personali è il
più grande nemico del pianeta’. E di noi stessi: ‘Dobbiamo cominciare a pensare che alcune delle abitudini inveterate che abbiamo, come l’usa e getta, consumare carne, muoversi
in auto, fanno male anche alla nostra salute‘.
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MARKETING
Le bottiglie di PepsiCola
diventano ecologiche
di Annalisa Mancini
L’ecologia e la sostenibilità ambientale sono diventati una leva del marketing per modificare le scelte
dei consumatori. L’uso della plastica è sempre meno apprezzato dal pubblico, che chiede alle imprese
uno sforzo per ridurre l’impatto ambientale dei loro
consumi.
E’ per questi motivi che la PepsiCo si converte alla
plastica biodegradabile e lancia una sfida all'altro
colosso delle bibite, Cola-Cola. Quest'ultima aveva
recentemente immesso sul mercato la PlantBottle,
una bottiglia in polietilene tereftalato parzialmente
ottenuto da bioetanolo da canna da zucchero. Nelle
Plantbottle, in commercio dal 2009, solo il 30% del
PET proviene da materie prime vegetali (MEG,
glicole monoetilenico è ottenuto da bioetanolo),
mentre il restante 70% è PTA, acido tereftalico purificato di origine petrolchimica.
Una scelta, quella delle bottiglie bio, che in Italia
hanno già fatto alcuni produttori di acqua minerale,
come la Sant'Anna Vinadio, che da alcuni anni
commercializza la bio-bottiglia, 'L'unica al mondo
che sparisce in 80 giorni', realizzata con fibre di
mais. Pepsi-Cola propone un contenitore interamente a base di materiali bio, tra cui erbe della prateria, corteccia di pino, torsoli di mais, buccia di
arancia, pula di avena, scarti di patate e resti di altre sostanze utilizzate per confezionare i prodotti
alimentari dell‘azienda.
In un mercato globalizzato in cui il vetro e il sistema del vuoto a rendere non sono strade percorribili
la scelta della PepsiCo ridurrà le emissioni di CO2
e il consumo di petrolio, a tutto vantaggio dell'ambiente. Il costo delle bottiglie biodegradabili? Il
comunicato stampa che PepsiCo ha diffuso lo scorso 16 marzo non scende nel dettaglio. Nel caso della bio-bottiglia prodotta da Sant’Anna, però, la
scelta bio penalizza il consumatore: il prezzo al
dettaglio della confezione da 1,5 litri nella grande
distribuzione oscilla tra 0,65 e 0,69 euro, circa il
doppio dell’equivalente in plastica ricavata da petrolio
PepsiCo ha messo a punto
una formula segreta per creare, a partire da materie prime verdi, una struttura molecolare identica a quella del
PET ricavato dal petroli, in
cui il PTA proviene da materie rinnovabili, utilizzando il
bio-paraxilene mediante un
processo ben noto e tecnicamente fattibile, ma che fino
ad oggi non è stato ancora
ottimizzato per produzioni
su larga scala.
Nel 2012 inizierà una produzione sperimentale che, dopo un periodo di messa a
punto, diventerà di serie, con
un investimento di milioni di
dollari.
Sentieri Digitali 26/03/2011
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INTERNET
Il galateo di Facebook,
come agire sui social network
di Federica Chiappetta
Ogni comunità si dà delle regole, anche se non
scritte e codificate, che nel tempo assumono un
valore cogente nei confronti dei partecipanti al
gruppo. E' il caso di Facebook, per il quale si sta
formando un "galateo" nato dalle esigenze e dalla
sensibilità degli iscritti, che è bene conoscere per
salvare la propria reputazione. Le principali
"regole" che attualmente sono seguite dal popolo di
Facebook sono state codificate da Wired, che le
elenca sotto forma di "errori da evitare".
Attenzione agli auguri
E' una precauzione importante soprattutto per gli
amici "virtuali"; ovvero nei confronti dei profili
che non corrispondono a persone che si frequentano nella vita reale. Scrivere sui profili degli altri
per le festività classiche o per il compleanno, inviando doni digitali e altri messaggi è azione che
deve essere ben ponderata, in base a quanto è stretto il rapporto con l'amico virtuale, limitandola ad
un solo messaggio per ricorrenza.
Selettività dello status
La classica domanda "A cosa stai pensando" che
compare sulla proprio profilo invita a dare spazio
alla fantasia e alle emozioni. Va bene essere spontanei, ma forse è il caso di utilizzare la funzione di
Facebook che va sotto il simbolo di lucchetto (in
basso a sinistra): essa consente di personalizzare
l'accesso ai propri amici, evitando che familiari,
partner o, peggio ancora, colleghi di ufficio (e
quindi, potenzialmente, il proprio datore di lavoro)
possano essere informati su notizie che potrebbero
deprecare (serate troppo "allegre", amori, critiche
sull'ambiente di lavoro, ecc).
Gestire le offerte di amicizia
Come ha previsto lo stesso fondatore di Facebook,
Mark Zuckerberg, rifiutare un'amicizia è segno di
scortesia, quindi per non inserire una persona tra i
propri amici senza che si offenda è preferibile ignorare la richiesta, mettendola tra quelle "in attesa
di approvazione", dove resterà a tempo indefinito.
Si evita quindi di dover rispondere alla imbarazzante domanda "Perchè mi hai rifiutato l’amicizia
su Facebook", fonte di inevitabile imbarazzo.
La differenza tra il rifiuto e l'attesa di conferma è
talmente forte che sul web si trovano consigli su
come fare per vedere se l'amico interpellato ha rifiutato la richiesta di amicizia (sul suo profilo compare l'indicazione "Aggiungi agli amici") oppure
l'ha messa in stand- by (compare "Amicizia in attesa di approvazione").
Evitare di ripetersi all'infinito
Che siano le puntate di un serial tv o le azioni della
squadra del cuore, è bene variare i propri interventi, non essere monotematici, si sarebbe giudicati
dei "fissati". Per scrivere su Facebook ci vuole fantasia, varietà di argomenti da condividere, ironia:
esattamente come ad una cena tra amici, dove non
si parla per tutta la sera dello stesso argomento.
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INTERNET
Il galateo di Facebook,
come agire sui social network
(Continua da pagina 6)
Si stava meglio quando si stava peggio
Non criticare i social network se si partecipa ad
essi: “I social network hanno rovinato la nostra
vita”, “sono tutti concentrati solo su Facebook e
Twitter, ”i social network hanno cancellato le relazioni in cane ed ossa”. Chi pensa queste osservazioni, per coerenza deve cancellarsi da Facebook!
Sei gradi di separazione
E' nota l'ipotesi che, comunque si scelgano due persone nel mondo, esse sono collegate da soli "sei
gradi di separazione". Tenere conto di questo dato
nel determinare la privacy del proprio profilo: se lo
si lascia visibile agli "amici degli amici", si possono verificare episodi incresciosi. Infatti le
"amicizie in comune" possono raggiungere persone
con le quali non si vorrebbero condividere notizie o
confidenze che potrebbero irritare o dispiacere.
Attenti alle vacanze
Condividere una vacanza con i propri amici virtuali
è bello, ma è una questione di darsi dei limiti: una
o due foto e commenti è ok, diverso se si postano
decine di informazioni al giorno. Con il rischio,
inoltre, di essere rintracciati e raggiunti da qualche
amico presente in zona, con il quale non si desidera
avere un contatto così "vicino".
Rispettare la privacy degli altri
I tag (foto, presenza in un luogo, status) sono un
elemento molto pericoloso nel rapporto tra persone. Infatti, chi viene "taggato" potrebbe avere imbarazzi con i propri contatti Facebook, magari perché ha mentito su dove realmente era, e allora la
"classica" strategia di "negare fino all'evidenza"
fallisce totalmente.
Evitare di scrivere in maiuscolo.
Leggere un testo in maiuscolo è meno agevole che
leggerlo in minuscolo. Per questo motivo le maiuscole sono limitate ai titoli o ad altri brevi testi, al
massimo una riga o poche parole. Già dall'avvento
delle email, scrivere in maiuscolo un intero testo è
considerato l'equivalente di mettersi ad urlare:
un'azione maleducata, da evitare accuratamente.
Lavoro e vita privata devono essere tenuti distinti
L'esistenza di numerosi social network dedicati alle
relazioni professionali non è stata intaccata dall'avvento di Facebook: perché tutti sanno che il lavoro
si gestisce su una piattaforma diversa da quella su
cui si racconta l'ultima vacanza, si condividono le
canzoni preferite e si dicono, a volte, un po' di
sciocchezze. Tenere separati i due "mondi" è il modo migliore per non avere problemi.
Sentieri Digitali 26/03/2011
INTERNET
SENTIERI DIGITALI
Link a siti pirata: condannata Yahoo
di Federica Chiappetta
La lotta alla pirateria sul web
vede contrapposti i detentori dei
diritti dell'opera protetta da copyright ai numerosi siti che consentono una loro fruizione gratuita. Le majors del cinema sono
particolarmente penalizzate da
questo fenomeno ed intraprendono spesso azioni legali per
contrastare questo diffuso fenomeno.
In Italia, ha fatto scalpore la decisone dei giudici del Tribunale
di Roma, che hanno emesso una
ordinanza che "inibisce a Yahoo! la prosecuzione e la ripetizione della violazione dei diritti di
sfruttamento economico sul film
'About Elly' mediante il collegamento a mezzo dell'omonimo
motore di ricerca ai siti riproducenti in tutto o in parte l'opera,
diversi dal sito ufficiale del
film".
La decisione implica che i motori di ricerca, che non possono
certo esercitare "un controllo
preventivo sui contenuti dei siti
sorgente a cui è effettuato il
link" hanno l'obbligo di cancellare tutti i link che mettono a
disposizione dei navigatori anche una sola sequenza del film
(in realtà, sul web è possibile
"scaricare" l'intero film).
Yahoo è stata dichiarata colpevole non per la presenza del link
(non poteva certo svolgere un'azione di controllo preventiva),
ma di non avere dato seguito
alla diffida ricevuta dalla società
di produzione cinematografica
Pfa, in cui le veniva chiesto di
provvedere alla cancellazione
dei link. Addirittura, i link ai siti
pirata vantavano un posizionamento migliore del link ufficiale
al film iraniano, vincitore del
Festival di Berlino del 2009, e
pertanto l'utente aveva più facilità ad accedere ad essi piuttosto
che a quest'ultimo.
Il giudice ha considerato Yahoo,
inadempiente alla diffida, è accusabile di “contributory infringement”, cioè facilitazione di
violazione del copyright.
Il successo legale ha ora incoraggiato la Pfa, assistita da Open
Gate Italia società che si occupa
di public affairs, regolamentazione e comunicazione strategica, a compiere la stessa azione nei
confronti di Google e di
YouTube, come ha dichiarato il presidente
Tullio Camiglieri.
La pirateria sul web ha
ora trovato una valida
azione di contrasto.
Via Elio Lampridio Cerva 87/A
00143 - Roma
Tel. 06 5195 6778
Fax 06 5193 250
Iscrizione Tribunale di Roma
n. 538 del 4 dicembre 2007
Direttore responsabile
Francesco Chiappetta
[email protected]
Vice direttore esecutivo
Marilena Giordano
[email protected]
Redazione
Andrea Chiappetta
[email protected]
Collaboratori in questo numero:
Federica Chiappetta
Annalisa Mancini
Per la pubblicità, scrivere a:
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Editore
SI-IES Istituto Europeo Servizi Srl
Via Elio Lampridio Cerva 87/A
00143 Roma
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