Settembre 2012

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Settembre 2012
+ oltreconfine
Italia Ebraica
voci dalle Comunità
n. 9/2012
HATIKWA
Unione Giovani Ebrei d’Italia
QUI BRUXELLES
LA PAROLA SHALOM
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Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane ‐ registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche ‐ n. 9 ‐ 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037‐1543 (direttore responsabile: Guido Vitale)
BOLOGNA - BOOM DI VISITATORI CON IL KLEZMER
PARMA EBRAICA
Capodanno
in Comunità
A Parma si torna a festeggiare Rosh haShanah
in Tempio. L'occasione di incontro per il capo‐
danno religioso ebraico nasce da una collabo‐
razione tra dirigenza comunitaria e Unione
Giovani Ebrei d'Italia che ha già dato i suoi
frutti in primavera con uno shabbaton decisa‐
mente partecipato e intenso.
Ad essere coinvolti ancora una volta i tanti gio‐
vani israeliani dislocati nell'area urbana per
NAPOLI EBRAICA
Rinascita
e orgoglio
Concerti, cinema, conferenze, corsi
di lingua, fiere del libro, visite guidate ad aree archeologiche, seminari sull’interpretazione dei sogni
e molto altro ancora. Presentata al
Palazzo della Cultura di Roma la
rassegna di cultura ebraica Lech
Lechà – Va’ verso te stesso. Una
nuova occasione di conoscenza per
tutto il il Meridione d'Italia per una
settimana di incontri (2-8 settembre) che prenderà presto avvio in
concomitanza con la Giornata Europea della Cultura Ebraica e distribuirà i suoi appuntamenti tra
9 città pugliesi con baricentro Trani e la sua antichissima sinagoga
Scolanova. Promossa dall'assessorato al Mediterraneo della Regione
Musica di qualità e grande partecipazione di pubblico alle serate del Meb estateduemiladodici,
i concerti estivi a cura del Museo ebraico di Bologna col patrocinio dell'amministrazione comunale. A essere proposto in questa occasione un mix di eventi musicali con protagonista il
noto ensemble di musica orientale Klezmerata Fiorentina, visite guidate al Museo e ai luoghi
ebraici della città felsinea. “Ancora una volta – spiega la curatrice Vincenza Maugeri – il cinquecentesco cortile del Museo è stato un vero e proprio punto di riferimento nell’estate bolognese, proprio per lo spirito, l’identità, l’originalità e la qualità delle proposte che sono alla
base del suo successo".
APERTURA E CONFRONTO
Cosa bolle in pentola per la Giornata
Puglia e organizzata dalla Comunità di Napoli con il patrocinio
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione per
i Beni Culturali Ebraici, la rassegna
si candida ad attrarre un pubblico
vasto e diversificato grazie a dieci
differenti filoni tematici che verranno sviluppati da oltre 60 relatori. “La rinascita dell’ebraismo in
Puglia, da Sannicandro Garganico
a Taranto, da Trani a Brindisi –
spiega il rabbino capo di Napoli
rav Scialom Bahbout - è l’occasione
per restituire alla regione quel
contributo che tanto ha dato nel
passato e costituisce una inesauribile fonte di arricchimento della
cultura mediterranea. Quando si
parla di ebraismo, si intende quello che cammina sui piedi e risiede
nel cuore e nel coraggio degli ebrei
che hanno fatto riaprire dopo quasi 500 anni la sinagoga Scolanova
di Trani”. La prima edizione di Lech
Lechà è dedicata alla memoria del
grande Maestro Menachem Mendel Schneerson.
Quattro pagine speciali
per capire cosa bolle in
pentola in previsione di
uno degli appuntamenti
più importanti per l'ebrai‐
smo italiano. Le trovate al‐
l'interno di questo nume‐
ro che ci proietta verso la
tredicesima edizione della
Giornata della Cultura
Ebraica in program‐
ma dome‐
nica 2 set‐
tembre in
28 paesi
europei con
l'Italia pron‐
ta come sem‐
pre a recitare
la parte del
leone.
Il menu è ricchissimo.
Conferenze, concerti, pro‐
iezioni di film, talk show,
pièce teatrali. Il tutto unito
alla volontà diffusa di apri‐
re ancora una volta le por‐
te di Comunità, sinagoghe
e musei e di proiettare
nella società
valori e me‐
morie che
sono patri‐
monio della
collettività.
Si parte ovviamente da Ve‐
nezia, che per il 2012 ha
ereditato il testimo‐
ne di città capofila
da Siena. Filone te‐
matico di questa edi‐
zione è l'umorismo
ebraico. Un argo‐
mento molto serio in
realtà, storicamente la
chiave di volta a tante si‐
tuazioni complicate af‐
frontate dal popolo ebrai‐
co nel corso dei secoli.
Fortissimo il messaggio di
speranza che
ci arriva da
Finale Emilia, uno dei luo‐
ghi più colpiti dal sisma
della scorsa primavera,
che sarà presente anche
quest'anno con alcune ini‐
ziative di grande interesse
e soprattutto con la voglia
di esserci malgrado le av‐
versità. Prosegue intanto
senza sosta l'impegno per
la ricostruzione. A partire
dall’edificazione del polo
scolastico che porterà il
nome dell'ebrea finalese
Elvira Castelfranchi, indi‐
menticata maestra ele‐
mentare, e di cui pubbli‐
chiamo in esclusiva per i
lettori di Italia Ebraica la
prima bozza progettuale.
motivi di studio in un ponte ideale tra ebraismo
diasporico e Israele che è fondamentale per la
sopravvivenza di realtà piccole nei numeri co‐
me quella parmigiana. L'iniziativa, spiega il lea‐
der comunitario e consigliere UCEI Giorgio Gia‐
varini, darà il via a un fitto calendario di ap‐
puntamenti aperti a tutta la cittadinanza tra
cultura, tradizione e confronto.
LIVORNO EBRAICA
A ottobre
si festeggia
Dopo il Centenario della sinagoga di Trieste
celebrato in luglio l'ebraismo italiano si prepara
a festeggiare un altro grande traguardo: i 50
anni di vita del Tempio di Livorno. Costruito
sulle fondamenta della sinagoga seicentesca
meta di principi e regnanti che fu abbattuta a
seguito dei danni causati dal secondo conflitto
mondiale, l’edificio di culto di piazza Benamo‐
zegh fu inaugurato il 23 ottobre del 1962 con
una solenne cerimonia cui prese parte tutta la
cittadinanza. Tra i vari appuntamenti in fase
di progettazione, una mostra fotografica che
ricorderà i momenti più significativi di vita co‐
munitaria di questo ultimo cinquantennio e
che sarà realizzata grazie al contributo di tutti
gli iscritti grazie a una efficace campagna di
raccolta di materiale iconografico da tempo
attivata anche sui social network.
Italia Ebraica
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la voce delle Comunità
GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA
Torna l'appuntamento con la Giornata eu- tembre con filo conduttore il tema delropea della cultura ebraica. La tredicesima l'umorismo, vedrà il coinvolgimento di 28
edizione, in programma domenica 2 set- paesi e la città di Venezia come località caVENEZIA
La pace in famiglia
Tra calli e campielli
Molteplici le opportunità di conoscenza che verran‐
no offerte in Laguna. Alle 11 triplice appuntamento
in contemporanea con la performance Tra calli e
campielli a cura di alcuni narratori itineranti nel
vecchio Ghetto lagunare, il laboratorio per bambini
Il riso di Mosè e l'inaugurazione della Giornata con
il saluto delle autorità nella sala Montefiore.
Alle 11.45 intervento di Dario Calimani sul tema
Lo humour ebraico, rido ergo sum con successiva
visita alla mostra Jewish humor in photographs, li‐
tography and video realizzata in collaborazione
con Ikona Gallery e a cura di Ziva Kraus e del Museo
ebraico che per l'occasione sarà arricchito di un
antico parokhet del XVII secolo e della prestigiosa
Bibbia miniata trecentesca. Sarà quindi la volta del
cinema con la rassegna It hurts to laugh – L'umo‐
rismo ai tempi di Mel Brooks e Gene Wilder (dalle
14 alle 18). Tra i titoli proposti Per favore, non toc‐
cate le vecchiette, Scusi dov'è il West? e La pazza
storia del mondo. Per gli appassionati di storielle,
alle 16 al Museo ebraico, incontro con Umberto
Fortis e Alessandro Zanon per l'evento Tra umori‐
smo e ironia.
Chiusura in musica alle 21 con Shalom Bàit. La pace
in famiglia. Scene d'interni di una famiglia ebraica,
performance ideata e con regia di Alexandra Wilson
e con direzione musicale e clarinetto di Dan Rapo‐
port. Nel corso di tutta la giornata sarà poi possibile
visitare tre delle cinque sinagoghe cittadine: la Le‐
vantina, la Tedesca e la Canton, oltre al cimitero an‐
tico e al cimitero moderno del Lido.
"L’umorismo ebraico ‐ spiega Amos Luzzatto, pre‐
sidente della Comunità ebraica ‐ non è un’antologia
di barzellette ma il modo tradizionale ebraico di af‐
frontare e cercare di risolvere le avversità metten‐
done in evidenza le contraddizioni logiche; è la forza
secolare di coloro che ironizzando sulle proprie de‐
bolezze, hanno sempre trovato la forza di minimiz‐
zare le difficoltà esprimendo nel contempo la pro‐
pria fiducia e trasformando le persecuzioni in prove
che il coraggio dà la possibilità di superare”.
Al centro della visione ebraica del mondo c'è la famiglia. La performance Shalom Bàit. La pace in famiglia, ideata
da Alexandra Wilson con Dan Rapoport alla direzione musicale, vuol approfondire la parte più difficile del suo
esistere: il mantenimento dello Shalom Bàit, cioè della cosiddetta pace familiare.
Un obiettivo al quale si può arrivare grazie anche a una certa dose di umorismo, mezzo fondamentale per superare
con il sorriso (a volte amaro) le molte avversità che si possono presentare al suo interno. Pensato come amalgama
di testo e musica, lo spettacolo mostra una famiglia ebrea alla ricerca del tanto sospirato equilibrio ed è allo stesso
tempo l'occasione per approfondire le tante sfaccettature dell'umorismo ebraico.
Alle scene di vita si intermezzano musiche di celebri compositori ebrei del Novecento: Kurt Weill, George Gershwin,
Mario Castelnuovo‐Tedesco e altri.
Il riso di Mosè
Rivolto a bambini e adulti, il laboratorio Il riso di Mosè: umorismo di gom‐
mapiuma offrirà un'attività didattica di laboratorio imperniata sulla narrazione
e la rappresentazione di storielle tratte dalla tradizione nelle quali emerge
tutta l'energia positiva e l'ironia che da sempre caratterizzano molti aspetti
legati all'ebraismo.
Grandi e piccini saranno così coinvolti nella creazione di maschere di gom‐
mapiuma per mettere in scena la forza del sorriso e sperimentare quella ca‐
pacità tutta ebraica di superare le difficoltà con prontezza di spirito ed espri‐
mendo allo stesso tempo incrollabile fiducia nella vita. Le attività avranno
durata di due ore per sessione.
Pagine di libertà
Un modo divertente per fare e diffondere cultura che parte da
un principio: la cultura è un patrimonio di tutti che va necessa‐
riamente condiviso. Per il secondo anno consecutivo la Giornata
europea della cultura ebraica aderisce al Bookcrossing liberando
centinaia di libri a tema ebraico.
Anche in Laguna, al Campo di Ghetto Novo, dove saranno centi‐
naia i titoli pronti ad essere scambiati.
Dalla narrativa alla saggistica, dai testi di approfondimento storico
ai libri per bambini.
Un viaggio, un’emozione, un patrimonio di Memoria da custodire
Ho organizzato la ricerca e la visita di antichi aronoth kodesh italiani
con amore e con passione, seguendo le tracce lasciate da Umberto
Nahon z.l. e con il fondamentale aiuto di David Cassuto. Non avevo
però immaginato l'emozione che avrei provato trovandomi di fronte,
in rapida successione e in pochissimi giorni, a 20 importanti testi‐
monianze di un ebraismo italiano vecchio di secoli, già scomparso
o comunque decaduto alla metà del ventesimo secolo, che aveva tro‐
vato l'ambiente adatto per radicarsi e per vivere nel terreno quasi
sempre favorevole e ospitale delle signorie e degli Stati preunitari
e delle loro popolazioni.
Centri abitati importanti solo a livello locale, fiorenti nell'epoca per
attività commerciali oppure per la loro prossimità alla città capoluogo
“centro del potere”, quali Busseto, Conegliano Veneto, Moncalvo,
Sabbioneta, Sermide, Soragna, Trino Vercellese, Vittorio Veneto,
hanno ospitato comunità ebraiche importanti e probabilmente anche
ricche, se si giudica dallo stile, dalla cura dei particolari funzionali
e ornamentali, spesso dalla vera e propria magnificenza con la quale
hanno costruito e adornato l'aron kodesh della loro sinagoga. Vengono
poi gli aronoth kodesh di città nelle quali la presenza ebraica ha cer‐
tamente avuto momenti di splendore: Ancona, Firenze, Livorno,
Mantova. Padova, Pesaro, Pisa, Reggio Emilia, Siena.
Oggi, pur in declino non solo demografico, l'ebraismo in queste città
sopravvive grazie alla passione e al sentimento di una minoranza
che lavora con fatica in presenza di una maggioranza spesso indif‐
ferente e lontana, quasi sempre orientata verso la critica.
Ho ammirato l'opera di pregevoli intagliatori e intarsiatori, di deco‐
ratori raffinati, di abili cesellatori di argenti e di fonditori di bronzo;
mi ha impressionato l'altissimo portale in marmo di Carrara dell'aron
kodesh di Reggio Emilia.
Allora, mi sono detto, il nostro “piccolo” ebraismo italiano ha pur
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la voce delle Comunità
FARE CULTURA, CON UN SORRISO
di interventi, riflessioni e spettacoli che
pofila per l’Italia. In quesaranno proposti in molte salse diverse.
ste quattro pagine di approfondimento un primo assaggio del ricco menù Da Torino a Trani, da Genova a Trieste.
TRIESTE
VERONA
PARMA
PADOVA
Suggestioni
dal Centenario
Omaggio
mitteleuropeo
Negli States
per affermarsi
Sorridere
con il Talmud
Primo luglio 2012: una grande giornata di festa per
la Comunità ebraica triestina che celebrava in quelle
ore assieme a tutta la cittadinanza il centesimo an‐
niversario di vita del Tempio monumentale di via
San Francesco.
La Giornata europea della cultura ebraica rappre‐
senterà l’occasione ideale per dare seguito ai festeg‐
giamenti che già oltre un migliaio di persone hanno
coinvolto. Molti i capitoli inediti che saranno rac‐
contati grazie anche a una mostra d’immagini d’epo‐
ca e contemporanee sulla Sinagoga che promette
stimoli di forte suggestione.
Approccio decisamente intellettualistico a Verona
dove il professor Riccardo Mauroner si intratterrà
col pubblico per parla‐
re di Le voci e i colori
dell'umorismo ebraico
nel pensiero di Freud.
Nel corso della serata
previsti anche momen‐
ti di lettura a cura di
Andrea Ranzato e proiezioni di alcune opere di Kafka,
Michelstaedter e altri grandi intellettuali della Mit‐
teleuropa ebraica.
Arte grande protagonista a Soragna dove le iniziative
pomeridiane si apriranno con lo spettacolo teatrale
Terra Promessa e aringhe marinate a cura di Laura
Forti e con Max Sbarsi e Paola De Crescenzo. La piece
è un percorso per due attori
che parte dall'arrivo dei primi
immigrati ebrei in America
con il loro ampio bagaglio di
tradizioni e storie, che hanno
conosciuto povertà e oppres‐
sione ma che non hanno perso
per questo la speranza e un lu‐
cido e spietato senso dell'umo‐
rismo che li porterà ad affermarsi nel nuovo conti‐
nente in un caleidoscopio di identità e personaggi
indimenticabili.
Sarà David Parenzo il mattatore della Giornata pa‐
tavina con il theatre talk Ridere per ridere, l'umo‐
rismo nella tradizione ebraica. Uno spettacolo che
proverà a miscelare momenti
di teatro con il classico talk
show televisivo attraverso la
cucitura di immagini, musiche
e filmati. A rispondere alla
conduzione del noto giornali‐
sta radiofonico l'attore Euge‐
nio De Giorgi, che reciterà al‐
cuni passi tratti da Il lamento
di Portnoy dello scrittore statunitense Philip Roth,
e l'autore satirico del Fatto Quotidiano Stefano Di‐
segni. Con loro tra gli altri il rabbino capo rav Adolfo
Locci che commenterà i passi della Torah e del Tal‐
mud in cui si parla della risata.
Una Giornata nel nome della gola
Una Giornata all'insegna del buonomore ma
anche della gioia del palato. A Venezia saranno
numerosi i punti di riferimento per i buongustai
che vorranno avvicinarsi alla peculiare tradi‐
zione gastronomica ebraica. In piazza tra gli
altri gli stand dell'Associazione Donne Ebree
d'Italia, del ristorante Hostaria del Ghetto e
della scuola La cucina del Ghetto, iniziativa fre‐
schissima di lancio (www.jewishkitchen.org)
attraverso cui il Consiglio comunitario si pro‐
pone di creare nuovi ponti di conoscenza rivolti
a tutta la cittadinanza.
BOLOGNA
Provocatori
a Hollywood
Tra gli appuntamenti più attesi la conferenza di Gia‐
como Manzoni sul tema Tradizione e provocazione:
l'umorismo ebraico nel cinema contemporaneo con
proiezione di corti e frammenti dai film di Sacha Ba‐
ron Cohen, Ben Stiller, Joel ed Ethan Cohen e altri.
“Quella ebraica – spiega il docente dell'Università
bolognese – è una cultura strutturalmente portata
a svelare le contorsioni che la mente umana compie
ogni volta che segue le piste del potere e delle con‐
venzioni. Espressione di una irrefrenabile voglia di
vivere e di pulsioni rivoluzionarie a tratti irresistibili,
esercizio sintetico di intelligenza, il motto di spirito
con i suoi corollari ha aiutato gli ebrei a rimanere
mentalmente integri di fronte a mille peripezie”.
Firenze
Conegliano Veneto
saputo nel tempo mostrare la sua passione e il suo attaccamento
alla tradizione, curare e abbellire i propri luoghi di culto attingendo
alle capacità di realizzazione dei mille artigiani del loro territorio,
ispirandosi con le dovute distinzioni alle realtà artistiche della loro
epoca, della loro città.
A quando la realizzazione di un inventario generale del patrimonio
MODENA
La biblioteca
di Formiggini
Editore di successo, anima
della Casa del ridere che co‐
stituì il primo grande tenta‐
tivo di raccolta di materiale
attinente alla risata pubbli‐
cato su carta, stampa e qua‐
dri, il modenese Angelo For‐
tunato Formiggini è stata una
delle menti più eclettiche del
Novecento italiano. Le celebrazioni a Modena si apri‐
ranno proprio con l'inaugurazione della mostra a
lui dedicata dal titolo L'uomo del ridere. L'umorismo
di Angelo Fortunato Formiggini.
Sabbioneta
artistico del culto ebraico italiano?
Guidobaldo Passigli
presidente Comunità ebraica di Firenze
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la voce delle Comunità
GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA
TORINO
MANTOVA
FIRENZE
Un’aringa
in paradiso
Storie vecchie
al chiaro di luna
Dritte preziose
per i bibliofili
Una mostra tutta da vedere concentrata su tre te‐
matiche: il gioco di parole o il doppio significato, la
satira e per finire l'assurdo. Hebraeus ridens, ras‐
segna allestita dagli architetti Deborah Gutowitz e
David Terracini, quest'ultimo noto ai lettori di Ha‐
keillah grazie alle pungenti vignette che appaiono
su ogni numero della testata espressione del Gruppo
di Studi Ebraici di Torino, sarà aperta al pubblico
nel corso di tutta la giornata. In mostra vignette, fu‐
metti, schizzi e spunti grafici di varia natura, ma an‐
che foto, filmati e opere d'arte. Tra i tanti spunti pro‐
posti, oltre a vere e proprie immersioni nell'universo
dissacrante del witz con protagonisti tra gli altri la
scrittrice Elena Loewenthal, autrice del volume
Un'aringa in paradiso, e l'artista Tommy Schwarz,
anche un simbolico gemellaggio con Firenze nel se‐
gno dello humour. Al Teatro Vittorio alle 21 andrà
infatti in scena La Gnora Luna, frizzante commedia
ottocentesca in giudaico‐fiorentino che vedrà salire
sul palco la Compagnia Teatri d'Imbarco che già
molti consensi ha ottenuto in tutta Italia con questa
performance che ripropone scene e atmosfere di un
tempo antico.
Occasioni di incontro anche al prestigioso Festiva‐
letteratura (5‐9 settembre) con l'evento Storie vecie,
passeggiando sotto la luna. Nata da un'idea di Ema‐
nuele Colorni e Stefano Patuzzi, l'iniziativa è suddi‐
visa in due momenti: lettura di poesie in dialetto
giudaico‐mantovano e musica in ghetto con assaggi
di cucina ebraica. Sono inoltre previsti gli interventi
dell'esperta di linguistica Sara Natale, dell'attore
Adolfo Vaini, della musicista Mirella Lodi Rizzini e
Secondo una logica che già in passato ha dato ottimi
frutti Firenze distribuisce il programma della Gior‐
nata in più giorni e in più strutture cittadine. Oltre
ai numerosi eventi che avranno luogo in Comunità
e nella sede distaccata di Siena in un fitto percorso
di immagini, parole e musica è infatti prevista la col‐
laborazione con alcune realtà culturali di grande si‐
gnificato e da sempre attente alle iniziative della re‐
altà ebraica fiorentina.
A partire dalla biblioteca delle Oblate, che proporrà
alcuni consigli di lettura e uno scaffale tematico, e
dal cinema Odeon in piazza Strozzi che, assieme alla
Fondazione Sistema Toscana, allestirà una speciale
rassegna di film sull'umorismo ebraico. Un'iniziativa
che in modalità differenti raggiungerà anche altre
località nella Regione tra cui Prato, Livorno, Siena,
Monte San Savino, Capalbio e Poggibonsi.
dell'autrice de La mia cucina ebraica Loredana Le‐
ghziel. Il tour partirà dalla sede della Comunità ebrai‐
ca il sei e l’otto settembre dopo il tramonto.
SIENA
La città capofila del 2011
si rilancia tra arte e scrittura
VERCELLI
Passato il testimone di città ca‐
pofila per l'Italia a Venezia, Sie‐
na ‐ principale protagonista
della Giornata dedicata al‐
l'ebraismo 2.0 nel 2011 ‐ non
resta certo con le mani in ma‐
no. Molti gli appuntamenti in
programma con particolare at‐
tenzione al witz cui saranno
dedicate alcune mostre e in‐
stallazioni. Tra i relatori la sla‐
vista Laura Salmon, docente
dell'Università di Genova e au‐
trice de I meccanismi dell'umo‐
rismo (Mosca 2008), il cui in‐
tervento dal titolo Potrebbe an‐
dare peggio si soffermerà sulla
paradigmatica figura del gior‐
nalista di origine russa Sergej
Dovlatov.
Si parlerà anche di etica del ri‐
dere, in un percorso tra comi‐
cità e umorismo, sinonimi e
contrari, che vedrà conversare
in sinagoga la scrittrice Giaco‐
ma Limentani con Verbena
Giambasti. E non mancherà un
tocco d'arte, sempre in sinago‐
ga, con la performance 'Vieni
avanti, Schlemiel!', una fantasia
di letture sulla comicità ebraica
americana a cura della com‐
mediografa Laura Forti.
Un percorso
nei dialetti
L'idea è originale e complessa: declinare la tematica
dello humour nei vari ambiti linguistici in cui si è
sviluppata una vicenda ebraica in Italia nel corso ci
oltre due millenni di storia. Humor dal ghetto, l'even‐
to principale in programma alla sinagoga di Biella
col contributo dei volontari della Comunità vercel‐
lese, sarà così un inedito viaggio nell'ironia, nei doppi
sensi e nelle tante metafore dei dialetti giudaico‐ita‐
liani che spesso ancora resistono nel parlare comune.
A guidarci in questo percorso Baruch Lampronti.
Un viaggio, un’emozione, un patrimonio di memoria da custodire
Moncalvo
Vittorio Veneto
Pisa
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la voce delle Comunità
FARE CULTURA, CON UN SORRISO
LIVORNO
PISA
CASALE
La sfida è anche
nella multimedialità
Quegli intrecci
al sapore di Cina
Il fascino del witz
L'idea è quella di lavorare sulla multimedialità sulla scia dei positivi
feedback della scorsa Giornata quando la sfida era stata quella di
declinare l'ebraismo, le sue mille sfaccettature culturali, dialettiche
e religiose, con l'evolversi delle tecnologie ai tempi del web 2.0. A
Siena, città capofila per l'Italia dell'edizione 2011, l'esperto di web
marketing Giuseppe Burschtein aveva proposto l'innovativa intro‐
duzione delle isole digitali dedicate a vari temi dell'identità ebraica.
Un'esperienza che quest'anno sarà proposta anche a Livorno dove
un'apposita installazione video sul witz curata dallo stesso Burschtein
accoglierà i visitatori della storica Yeshivah Marini.
Intrecci decisamente singolari a Pisa dove a concludere la Giornata
sarà la presentazione da poco in circolazione Gli ebrei in Cina e il
caso Tien Tsin (ed. Salomone Belforte) di Marco Cavallarin e Bar‐
bara Henry in cui si analizzano con dovizia di particolari gli intrecci
ancora poco approfonditi tra il mondo ebraico e la più grande po‐
tenza asiatica. È un viaggio che inizia nel sesto secolo prima dell'era
volgare e che ci porta fino ai giorni nostri, a quando l'Estremo
Oriente aprì le porte a migliaia di ebrei in fuga dalle persecuzioni
nazifasciste. Assieme a Cavallarin sarà presente l'editore Guido
Guastalla.
NAPOLI
Notte di humour
tra i vicoli di Trani
GENOVA
La Giornata della Cultura a Napoli e in tutto il Meridione segna l'inizio
di una nuova grande sfida nel segno del dialogo e dell'incontro con
tutta la cittadinanza: Lech Lechà, settimana di arte, cultura e lette‐
ratura ebraica che avrà luogo a San Nicandro Garganico e in altre
otto località pugliesi grazie alla Comunità partenopea e con il pa‐
trocinio tra gli altri dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Tra i dieci moduli in cui è suddiviso il ricchissimo programma del‐
l'iniziativa figura La notte dell'ebraismo tranese con suoni, sapori e
humour nella Giudecca. Previsto anche un approfondimento sul‐
l'umorismo ebraico nella Torah che avrà luogo presso la Sala Rossa
del maestoso Castello Svevo di Barletta.
Quando i rabbini
raccontano storielle
Guide spirituali, maestri di Torah, riferimenti morali dell'intera col‐
lettività ebraica, i rabbini sono figure tipicamente immaginate secondo
criteri di austerità e rigore. Ma ‘sanno’ anche ridere. Anzi, la risata
intelligente e l'ironia possono essere molto spesso il mezzo più facile
per arrivare ai propri allievi e ad istruirli verso la conoscenza.
A Genova il rabbino capo rav Giuseppe Momigliano si soffermerà in
due occasioni su queste tematiche.
Prima con una conversazione mattutina dal titolo Ridere tra Cielo
e Terra – L'umorismo nella tradizione ebraica, poi nel pomeriggio
con l'introduzione della vivace chiacchierata Milè Debedichutà. Quan‐
do i rabbini raccontano le storielle.
Sermide
Reggio Emilia
Un potente politico, saccente e autoritario convoca il rabbino anziano della
Comunità. Con grande arroganza, dall’alto del suo scanno gli comanda:
“Ehi, tu rabbino giudeo, mi hanno detto che voi avete inventato una forma
di ragionamento speciale, quella che ha dato ad alcuni di voi la nomea di
intelligenti e superiori. Mi è stato detto che questo modo di pensare lo
chiamate talmudico. Se esiste, ora insegnamelo!” Il vecchio rabbino non
ha modo di rifiutarsi e affronta il tema rivolgendosi al dittatore: “Forse
gentile signore, siete un po’ avanti negli anni per questo genere di studio”.
Il dittatore replica: “Sarò io a giudicare, voi insegnatemi!”
“Va bene, replica il rabbino, e prosegue: “Dovete sapere che nelle nostre
Scole i bambini prima ancora di iniziare gli studi devono passare un esame”.
L’altro sempre con maggiore villania: “Esame? Ma se è un esame da bambino
che volete che sia! Fatemi la domanda!”.
Inizia il rabbino: “ Su un tetto ci sono due uomini, che scivolano dentro un
camino, uno sbuca fuori coperto di fuliggine e cenere, l’altro candido e
pulito. La domanda è molto semplice da capire, proprio per un bambino:
chi dei due va a lavarsi?” Il dittatore si concentra e rapidamente si chiede
chi dei due vede l’altro pensando di essere quindi bianco o nero, come
colui che i suoi occhi vedono. Poi pensa, e se c’è uno specchio? Se la stanza
è al buio? Elabora non proprio velocemente le sue deduzioni e sentenzia:
“Quello pulito!” . Il rabbino ciondola la testa come per un no e subito il dit‐
tatore: “Intendevo dire quello sporco!”.
La bocca del rabbino si apre e lascia uscire con un sottile filo di voce: “Si‐
gnore, lei ha sbagliato. L’unica risposta giusta è quella che può dare un
bambino libero da pensieri, l’unica vera e giusta risposta è che la domanda
è assurda, perché non è possibile che due persone passino da un camino
ed escano una pulita e l’altra sporca. Per questo caro signore non so proprio
come fare per insegnarle il Talmud”.
Lentamente si gira e se ne va prima che l’altro ancora basito dalla risposta,
reagisca. Una bella e antica storiella che oltre a farci sorridere ci fa capire
davvero che cos’è un witz, una modo di raccontare tutto ebraico, sorridente
e piena di senso, di valori e di vita.
Nella Giornata della Cultura Ebraica 2012 il luoghi ebraici italiani ed europei
saranno dunque luoghi di racconto, di storielle yiddish, di ironia e soprat‐
tutto di auto‐ironia. Anche a Casale si sorriderà, già dalla sera prima Daniel
Fishman intratterrà il pubblico danzando con le parole intorno alla kuppah
(il baldacchino nuziale), parlerà di matrimoni, di mamme e suocere, di
shadakan (sensale matrimoniale), di testimoni, rabbini, ospiti, ketubot
(contratti nuziali), di tutto e di più. Il giorno dopo, Giorgio Milani, si pro‐
digherà in un reading, ma benché la parola rimandi alla lingua inglese, lui
riempirà la sinagoga di suoni dialettali di una lingua piemontese strettissima,
leggendo a gran voce “la gran battaja d’j abrei ‘d Moncalv’, una composizione
vernacolare in giudaico piemontese che racconta come un gruppo di ebrei
se la diedero “di santa ragione” sulla piazza di Moncalvo. Al suo fianco per
commentare il testo ci saranno lo storico locale Dionigi Roggero e Claudia
De Benedetti.
Il witz sarà di casa anche a Casale.
Elio Carmi
vicepresidente Comunità ebraica di Casale Monferrato
Mantova
Italia Ebraica
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settembre 2012
la voce delle Comunità
FINALE EMILIA
EBRAICA
Impegno senza tregua per ricostruire la scuola della speranza
Un progetto ambizioso destinato a segnare per sem‐
pre una delle località simbolo del terremoto che ha
devastato il nord Italia in primavera e a migliorare
la vita di centinaia di famiglie che graviteranno at‐
torno alla struttura. A Finale Emilia proseguono ala‐
cramente i lavori per la costruzione del nuovo polo
scolastico intitolato alla memoria di Elvira Castel‐
franchi. Un'iniziativa cui gli ebrei italiani partecipano
attivamente grazie alla sottoscrizione lanciata in
maggio dall'UCEI e finalizzata alla costruzione della
biblioteca che sarà presto ospitata all'interno del‐
l'istituto (in questa pagina in esclusiva la planime‐
tria). I dettagli sono stati concordati nel corso di un
recente incontro cui hanno preso parte il consigliere
UCEI con delega al coordinamento delle iniziative
di solidarietà Giorgio Mortara, i suoi colleghi di Con‐
siglio Giorgio Yehuda Giavarini (presidente della Co‐
munità ebraica di Parma) e rav Beniamino Goldstein
(rabbino capo di Modena) e il locale primo cittadino
Fernando Ferioli.
Molto vasta l'area di intervento complessiva con
36mila metri quadrati di edificazione. Il polo scola‐
stico è destinato ad ospitare 750 studenti – 450 alle
elementari, 300 alle medie – per un totale di 34
classi. Oltre 150 i contratti di lavoro che verranno
stipulati tra corpo docente e personale ausiliario e
amministrativo. Una piccola rivoluzione in città. La
rinascita dopo tanto dolore e tanta sofferenza.
La decisione di investire sul comune emiliano non
è casuale. Finale Emilia è stata infatti scelta sulla
base dei legami che storicamente vi sono stati e tut‐
tora persistono con il mondo ebraico. Una grande
comunità vi ha risieduto per secoli non venendo mai
espulsa e anzi apportando un significativo contributo
sotto vari punti di vista. Testimonianza paradigmatica
di questo legame la volontà di rendere omaggio nel
luogo deputato all’insegnamento all'ebrea finalese
Elvira Castelfranchi, maestra elementare che ha la‐
sciato un ricordo indelebile.
Le operazioni di ricostruzione hanno preso avvio
col bando della Regione Emilia Romagna finalizzato
a coprire i lavori per la prima struttura prevista. Su‐
perato questo step si procederà alla messa a dimora
di un secondo edificio riservato ai soli alunni delle
medie. Gli spazi del primo blocco resteranno appa‐
naggio delle classi elementari mentre in quelli vacanti
troveranno spazio, oltre alla biblioteca, alcuni labo‐
ratori didattici e servizi per portatori di handicap.
FERRARA
EBRAICA
Le difficili scelte dell’adolescenza
In alto la bozza progettuale per il nuovo polo scolastico Elvira Castelfranchi di Finale Emilia. L’istituto è
destinato a ospitare 750 studenti – 450 alle elementari, 300 alle medie – per un totale di 34 classi.
Oltre 150 i contratti di lavoro che verranno stipulati tra corpo docente e personale ausiliario e ammini‐
strativo. Una rivoluzione per Finale. La rinascita dopo tanto dolore e tanta sofferenza.
La Comunità ebraica di Ferrara insieme al gruppo
Mosè Maimonide, l’Associazione Medica Ebraica Ita‐
liana e l’Azienda USL Ferrara è stata protagonista di
un nuovo partecipato evento dal titolo L’adolescenza
nella tradizione religiosa ebraica e nella società con‐
temporanea. Il convegno, che ha ottenuto il patrocinio
dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
della Provincia di Ferrara e la sponsorizzazione della
casa farmaceutica Teva, ha visto l’intervento di dodici
relatori che si sono occupati da angolature diverse
di quella che è da sempre considerata un’età parti‐
colare.
L’evento ha avuto luogo presso la prestigiosa sede
della ex sinagoga di rito italiano attualmente adibita
a sala di riunione della Comunità ebraica.
Inserita in un ciclo di appuntamenti con cadenza
biennale e che in passato hanno affrontato altre te‐
matiche quali l’alimentazione, la sessualità, la medi‐
cina psicosomatica, la figura del medico e la vecchiaia,
l'iniziativa è stata accolta da studiosi, operatori sa‐
nitari e medici con grande interesse e partecipazione.
“I relatori oggi presenti sono specialisti ma sanno
adottare un linguaggio comprensibile a tutti ‐ ha spie‐
gato il rabbino capo rav Luciano Caro ‐ e questo au‐
menta il riscontro e l’interesse del pubblico. C’è voglia
di conoscenza e una sempre più avvertita esigenza
di interagire con la Comunità ebraica. Partire da un
contesto specifico per allargare il perimetro e coin‐
volgere negli studi la tradizione ebraica e cattolica è
certamente un motivo di approfondimento, un’occa‐
sione di riflessione e confronto per cercare il punto
d’incontro tra l’approccio medico sanitario e quello
socio culturale”.
Nel suo discorso introduttivo rav Caro, partendo dal‐
l’etimologia della parola ebraica naar, comunemente
tradotta con ragazzo, ma che indica più che un’età
una connotazione, ha spaziato citando le fonti ese‐
getiche del concetto di adolescenza nel mondo ebrai‐
co. Ricchi di significato anche gli interventi che sono
seguiti: il professor Palazzi, direttore del Servizio
Mentale e Riabilitazione Infanzia e Adolescenza pres‐
so l’USL di Ferrara, ha esaminato il concetto di ado‐
lescenza dal punto di vista biologico (maturazione
corticale), psicologico e sociologico (appartenenza a
un gruppo, esibizione, sperimentazione durante il
periodo adolescenziale). Il professor D’Angeli, già or‐
dinario di Chimica organica presso l’Università di
Ferrara, ha presentato e commentato le immagini di
un raro libro in materia dell’inizio dell'Ottocento:
Etica immunologica per formare il cuore dei giova‐
netti, di Vito Buonsanto.
Il dottor Laghi, già dirigente medico presso l’Ospedale
Civile di Forlì, ha paragonato l’adolescenza, modifi‐
cazione del corpo e dello spirito, alla metamorfosi
degli insetti e degli anfibi, soffermandosi soprattutto
sull’evoluzione delle varie parti del cervello e le loro
correlazioni con l’aumento delle capacità di appren‐
dimento. Il professor Caracciolo, ordinario di Psico‐
logia Clinica presso l’Università di Ferrara, ha pre‐
sentato un video nel quale un giovane ebreo russo
riscopre le proprie radici attraverso un’assurda rac‐
colta di oggetti appartenuti ai propri famigliari uscen‐
do quindi da una grave crisi d’identità. La dottoressa
Silvera, psicologa psicoterapeuta presso l’Azienda
Ospedaliera di Desio e Vimercate, ha esaminato in
chiave psicoanalitica sia la vicenda di Miriam, sorella
di Mosè che pure adolescente diventa il Deus ex ma‐
china del destino del fratello, sia il caso di una sua
paziente violentata dal padre, episodio di cui non
aveva mai parlato per non danneggiarlo. Il dottor
Servi, cultore di Filosofia e Storia Ebraica, ha esami‐
nato dal punto di vista halakhico il caso del figlio ri‐
belle, citando le diverse interpretazioni talmudiche
che prevedevano anche la pena di morte, tra l’altro
storicamente mai eseguita. Ha inoltre precisato che
la legislazione talmudica era applicabile solo a un fi‐
glio di sesso maschile e non ad una figlia. La dotto‐
ressa Pisa, già dirigente presso la ASL di Firenze, ha
descritto due casi estrapolati dalla letteratura (Ago‐
stino di Moravia e Arturo della Morante) e un caso
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la voce delle Comunità
BOLOGNA
EBRAICA
Il ruolo della musica a cavallo tra popoli, tradizioni e confini
Grande successo ai concerti estivi del Museo Ebraico
di Bologna: oltre un migliaio le persone che vi hanno
partecipato.
Il programma delle serate del Meb|estateduemila‐
dodici, nell’ambito della rassegna BÉBOLOGNAE‐
STATE2012 del Comune di Bologna, ha proposto un
piacevole mix di eventi musicali con il noto ensemble
Klezmerata Fiorentina, che interpreta in modo as‐
solutamente unico e creativo le antiche musiche
ebraiche est‐europee e le melodie ad esse collegate,
e di visite guidate al Museo e ai luoghi di Bologna,
per offrire l’opportunità a tutti di conoscere la storia
della presenza ebraica in questa città.
Ancora una volta il cinquecentesco cortile del Museo
è stato un punto di riferimento nell’estate bolognese,
proprio per lo spirito, l’identità, l’originalità e la qua‐
lità delle proposte artistiche e culturale che storica‐
mente ne decretano il successo. Klezmerata Fioren‐
tina, ensemble fondato da Igor Polesitsky, ebreo di
origine ucraina, in sintonia con alcuni solisti di gran‐
de valore, prime parti dell’Orchestra del Maggio Mu‐
Lavori in corso
clinico il cui sviluppo viene ferito dalla perdita di
uno dei genitori e dalle conseguenze dinamiche che
ne conseguono.
La dottoressa Garofani, direttore del Programma di
Dipendenze Patologiche presso l’USL di Ferrara, ha
esaminato i rapporti tra il consumo delle droghe e
l’adolescenza in netta crescita, segnalando inoltre
l’esistenza di altri tipi di dipendenze come quelle
che possono essere create da facebook, lo shopping
e i videogiochi.
Il professor Arieti, ricercatore in Storia della Medicina
presso l’Università di Bologna, ha preso in esame
dal punto di vista storico, antropologico ed etico, il
problema delle mutilazioni femminili che è di attua‐
lità anche nel nostro paese visto il considerevole
flusso migratorio da paesi che tradizionalmente la
praticano. Infine il professor Salvatorelli, organiz‐
zatore e moderatore del convegno, prendendo in
esame due coppie di fratelli (Isacco e Ismaele, Gia‐
cobbe ed Esaù) ha messo in evidenza che nei mi‐
drashim la connotazione di Ismaele e soprattutto di
Esaù assuma aspetti molto più negativi che nella To‐
rah, quasi ad incarnare l’essenza del male.
“Se si dovesse dare un giudizio complessivo sulla
manifestazione – il bilancio di rav Caro – esso non
potrebbe che essere positivo. Il numero dei parte‐
cipanti è stato molto alto. Inoltre tutti quelli che, al
fine di ottenere i crediti ECM in palio, si sono sotto‐
posti al test consistente in domande con risposte
multiple, lo hanno superato”.
Come è ben noto, tre scosse di terremoto hanno colpito le province di Ferrara, Modena e
Mantova nei giorni 20 e 29 maggio.
Queste scosse, di intensità del quinto – sesto
grado della scala Richter, hanno provocato
danni alla nostra Comunità: la sinagoga tedesca, la ex-sinagoga italiana e il museo comunitario sono stati dichiarati inagibili. Solo
la piccola sinagoga fanese è utilizzabile per
il culto, come pure sono agibili la casa del
rabbino e gli uffici.
Le tre sinagoghe, il museo e gli uffici si trovano nello stesso gruppo di edifici, sede della
Comunità dal 1485. Sempre a causa del terremoto, tre edifici di proprietà della Comunità hanno subito danni rilevanti e sono stati
evacuati dagli inquilini, mentre altri due edifici hanno subito danni minori che sono attualmente in via di riparazione.
Abbiamo iniziato a mettere in sicurezza e a
riparare gli appartamenti affittati, ma sarà
un lavoro lungo e costoso anche perchè negli
stabili antichi è difficile fare un previsione
dei lavori necessari e calcolare un preventivo
sicuro. E i soldi disponibili sono pochi.
Solo dopo le festività autunnali, che celebreremo nell’oratorio fanese, sarà possibile iniziare i lavori nelle sinagoghe in quanto è necessario attendere le autorizzazioni della
Soprintendenza ai Beni Culturali non disponibili attualmente.
Di conseguenza per la Giornata europea della
cultura ebraica le nostre sinagoghe e il museo rimarranno chiusi.
Michele Sacerdoti
presidente della Comunità
ebraica di Ferrara
sicale Fiorentino, ha dedicato la rassegna Niggun
Ale Kanaf all’indagine delle diverse tradizioni della
musica ebraica ucraina e delle reciproche influenze
con le altre tradizioni musicali contigue, come quelle
che si sono sviluppate nell’area dal Mar Nero al Mar
Mediterraneo durante la splendida fioritura cultu‐
rale che ha caratterizzato il lungo periodo storico
dell’Impero Ottomano.
Si è trattato di un progetto del tutto innovativo, stu‐
diato appositamente per il Museo Ebraico, che at‐
traverso un percorso in tre concerti ha teso ad evi‐
denziare come quel melting pot musicale abbia ra‐
dici comuni e come le diverse tradizioni sonore si
basino su elementi linguistici simili: infatti, molte
di esse fondano il loro linguaggio strumentale sul‐
l’imitazione delle inflessioni della lingua parlata,
propria di una musica vocale di matrice spirituale,
come si è particolarmente sviluppata nella tradi‐
zione ebraica sulla musicalità della preghiera e per
altri versi non troppo lontana della tradizione sufi
e araba.
Per avvicinare il pubblico a queste antiche influenze,
l’ensemble di Igor Polesitsky ha suonato nella se‐
conda serata della rassegna assieme alla cantante
Cristina Zavalloni, proponendo una selezione di canti
ebraici sul crocevia dei Tre Imperi, Austro‐Ungarico,
Russo, Ottomano; nella terza serata si è invece ac‐
compagnato col gruppo del violinista marocchino
Jamal Ouassini in una sorta di dialogo dove i musicisti
arabi si sono inseriti con l’esecuzione sia di brani
musicali tradizionali del sud dell’Ucraina, al tempo
dell’Impero Ottomano, sia dall’area della tradizione
hassidica che da quella arabo‐mediterranea, per evi‐
denziare le radici comuni.
Questo a dimostrare come la musica ebraica del‐
l’Ucraina del sud, durante la dominazione ottomana,
abbia ricevuto l’influenza della musica di origine
turca e più in generale dei temi musicali attribuiti
al repertorio delle comunità ebraiche presenti nei
territori di cultura arabo‐mediterranea.
In sostanza, partendo dall’interpretazione di vecchie
melodie raccolte in Ucraina nel XIX secolo dall’et‐
nomusicologo Moshe Beregovsk, si è voluto eviden‐
ziare come si siano estese a una vasta area geografica
sotto l’influenza della dominazione ottomana.
Un modo per far conoscere il valore e l’importanza
della cultura ebraica in un territorio, quello del Mar
Nero, ricco di tradizioni e di influenze non dissimile
dal contiguo Mediterraneo e che tanto hanno carat‐
terizzato nei secoli la storia di quei popoli e delle
loro minoranze.
oltreconfine
FIUME
A Zagabria per riaccendere la Memoria
Si sofferma sulla capacità dei giornali dell'ebrai‐
smo italiano di aprire nuovi orizzonti di in‐
contro il quotidiano fiumano Novi List in un
recente servizio dedicato alla tesi di dottorato
sulle persecuzioni antiebraiche nel Quarnero
discusso all'Università di Zagabria dalla storica
Sanja Dukic. Un lavoro di ricerca monumen‐
tale, che toglie il velo a molte dolorose zone
d'ombra del Novecento europeo (il riferimen‐
to è in particolare al quinquennio che va dal
1938 al 1943) e che in questi mesi è stato se‐
guito con grande interesse dalla nostra re‐
dazione.
Ad accompagnare la professoressa in questo
emozionante appuntamento il collega Adam
Smulevich, che Sanja ha voluto al suo fianco
in quanto discendente di quella gloriosa co‐
munità oggi molto ridotta nei numeri.
“Tornare a Fiume, vedere i luoghi di gioventù
di mio nonno Alessandro e di mia zia Ester
è sempre una sensazione fortissima. Rin‐
grazio Sanja per l'onore che mi è stato con‐
cesso di esserle vicino a Zagabria in un mo‐
mento così bello e significativo”, ha raccon‐
tato alla giornalista Alexandra Kukic Ilic di Novilist.
Con Adam a Zagabria altri colleghi della redazione e il coordinatore dei dipartimenti Informazione e
Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale.
UN GIORNALE APERTO
AL LIBERO CONFRONTO
DELLE IDEE
HATIKWA
Unione Giovani Ebrei d’Italia
direttore Simone Disegni
HaTikwa – periodico di attualità e cultura dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia | [email protected] – www.ugei.it | supplemento a Pagine Ebraiche - n. 9 - 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037-1543 (responsabile a termine di legge: Guido Vitale)
Shalom
C’è forse un’intuizione più
grande, nella sua straordinaria semplicità, una
scoperta più stupefacente
agli occhi di qualsiasi osservatore esterno del
mondo ebraico, del modo
in cui due ebrei – laici o
religiosi, nella Diaspora
o in Israele – si rivolgono
il saluto quotidiano?
Semplicemente shalom –
pace: nient’altro potrebbe rappresentare augurio migliore al nostro
prossimo se non quello
contenuto in questa semplice parola, che non a
caso associamo settimanalmente all’ingresso di
ogni Shabbat. La consuetudine linguistica riflette
senza dubbio un patrimonio ideale fortemente
radicato nella cultura
ebraica. Che appare oggi
però pericolosamente in
ritirata. Dov’è finita quella tensione ideale così genuina nel discorso pubblico delle leadership
ebraiche, così come nei
dibattiti interni? Il puzzle
politico in Medio Oriente
si fa ogni giorno più complesso. Ma se davvero desideriamo un futuro di
pace e sicurezza per
Israele, torniamo a scoprire il valore più profondo di quel termine che
usiamo a mo’ di saluto,
troviamo il coraggio di
tornare a discutere di pace, a sognarla, a disegnarla, a progettarla.
Non è mai troppo tardi
per rimettere un concetto
all’ordine del giorno, per
ridisegnare le priorità.
Specialmente se si hanno
vent’anni.
Simone Disegni
Should I stay or should I go – Qui Bruxelles
Capitale del Belgio e delle austere istituzioni
europee. Patatine fritte, birra e cioccolata
gli orgogli nazionali. Una minuscola statua,
il Manneken Pis, il monumento simbolo della
città. Insomma, non si può certo dire che
Bruxelles sia un posto di cui ci si innamori
a prima vista. Non troverete le atmosfere
romantiche parigine o i ritmi underground
di Londra, ciò nonostante gli spiriti più co‐
raggiosi sapranno ignorare il tempaccio (la
consultazione del meteo è vivamente scon‐
sigliata) e il brusio dei luoghi comuni, per
conoscere una città che dentro di sé ne con‐
tiene molte altre.
D’altronde adottare un basso profilo e mo‐
derare le aspettative è il metodo infallibile
per lasciarsi meravigliare da questa città.
Sorprese riservate solo a chi la città decide
di viverla, sia ben chiaro, accettandone i ritmi
un po’ distanti da quelli del nostro bel paese.
Armatevi dunque di santa pazienza e lascia‐
tevi cullare dalla calma belga! In fondo se
una romana DOC ha cominciato ad usare la
bicicletta in città dopo anni di maniacale
amore per il proprio scooter, chiunque altro
può farcela.
Ed è così che ci si ritrova a gustare un’ inso‐
spettata cultura musicale, fatta di gruppi
emergenti e maratone di musica jazz in giro
per i quartieri della città, il tutto accompa‐
gnato dalla famosa birra belga, di cui bisogna
riconoscere la qualità e il prezzo a buon mer‐
cato. Passeggiando per la piazza Saint Bo‐
niface ci si può imbattere in una graziosa
bottega di abiti fai da te, dov’è possibile no‐
leggiare una postazione fornita di stoffe e
macchina da cucire vecchio stile, per creare
il proprio pezzo esclusivo e inimitabile. Oc‐
chio all’agenda e non vi sfuggirà la possibilità
di visitare le serre reali di Laeken, un giar‐
dino magnifico e surreale aperto ai visitatori
solo pochi giorni l’anno. Se è arrivato il mo‐
mento per un po’ di relax, un salto nella li‐
breria francofona Filigranes è d’obbligo e
alla lettura potrete unire anche un caffè e
una fetta di torta.
Alla vita belga si alterna un via vai di studenti
Erasmus, stagisti, giovani laureati e talen‐
tuosi professionisti che approdano qui ogni
anno richiamati dal mercato del lavoro eu‐
ropeo. Le frustrazioni legate alla penosa ri‐
cerca di un lavoro nel proprio Paese di ori‐
gine si dimenticano in fretta nell’energico
tran‐tran degli expat (così ci chiamano!).
L’aperitivo a Place du Luxembourg ai piedi
del Parlamento Europeo il giovedì sera è un
must al quale è difficile sottrarsi, così come
lo spritz il mercoledì sera nel quartiere di
Chatelain un richiamo irresistibile. Sono mi‐
gliaia i giovani stranieri che affollano la città,
entusiasti della loro esperienza internazio‐
nale ma pur sempre con un pizzico di no‐
stalgia di casa.
Sarà forse questa nostalgia che ha fatto di
Bruxelles una città‐fiera di culture, religioni
e tradizioni locali da tutto il mondo.
La vita ebraica non è da meno. Quando il ve‐
nerdì sera la voglia di shabbat in famiglia ci
getta un po’ nello sconforto basta scegliere
tra le molteplici opportunità. Bruxelles per‐
derebbe la sua allure se non vi fossero rap‐
presentate anche tutte le sfumature di ebrai‐
smo. Ortodossi, chabad, reformer, laici, il
mercato non potrebbe essere più vasto. Ba‐
sta sapersi guardare intorno e sembrerà di
sentirsi a un passo da casa.
Melissa Sonnino
Olimpiadi ­ Il ricordo sbiadito della strage di Monaco
Ilaria Romano e Ankie Spitzer. Sono i nomi delle vedove di
due degli undici atleti assassinati a Monaco durante i giochi
Olimpici del ’72, per mano del gruppo terroristico Settembre Nero. Il CIO (Comitato Olimpico
Internazionale) ha rifiutato il loro appello di
ricordare le vittime in un minuto di silenzio alla
cerimonia d’apertura delle Olimpiadi a Londra.
Jacques Rogge, presidente del CIO, ha detto di
avere “le mani legate” dai 46 paesi arabi e musulmani partecipanti ai giochi Olimpici, e che
questa occasione non era il momento opportuno
per ricordare gli atleti. “Le mani di mio marito erano legate,
non le vostre” ha risposto Ankie Spitzer, aggiungendo che
questo rifiuto è “pura discriminazione”.
La cerimonia d’apertura dei Giochi il 27 luglio è stata gran-
diosa. Una celebrazione della cultura brittannica che va dai
Beatles a Mr. Bean, da Daniel Craig alla Regina portata in
elicottero. I paesi hanno sfilato uno a uno. Israeliani, ebrei, e ogni sostenitore della causa sono
rimasti col fiato sospeso in attesa di un qualsiasi
riferimento a quella strage che 40 anni fa sconvolse il mondo, ma non abbastanza il CIO da
far interrompere le gare. Come previsto, non
c’è stato nessun minuto di silenzio. Davanti a
questo rifiuto, l’Italia è stata uno dei paesi che
ha mostrato maggior solidarietà: alla Camera
dei Deputati è stato rispettato un minuto di silenzio in onore
degli atleti israeliani, e la nazionale italiana si è unita a quella
Israeliana nel ricordare le vittime. Anche la Rai ha commentato
negativamente il mancato minuto di silenzio. Persino Mitt
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Romney, Barack Obama, e Hillary Clinton si sono fermamente
opposti alla decisione di Rogge, mentre Bob Costas, reporter
della NBC, ha sottolineato quanto sia doveroso ricordare gli
atleti in questa occasione, ed è stato in silenzio in diretta.
Sono 40 anni che le vedove di Monaco chiedono senza successo
che sia celebrata la memoria dei loro cari. Il silenzio è una
lingua comprensibile a tutti, e va ben oltre una mera mossa
politica. A Monaco non furono solo uccisi 11 israeliani o 11
ebrei. Furono uccisi 11 atleti, 11 papà, mariti, fratelli, fidanzati.
Di qualsiasi religione o nazionalità fossero stati, o qualunque
fosse lo squallido motivo per cui sono stati brutalmente uccisi,
un minuto di silenzio sarebbe stato il minimo per onorarli e
per preservare quella sportività che il CIO sembra ormai aver
perso.
Sonia Hason