Settembre 2012
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Settembre 2012
+ oltreconfine Italia Ebraica voci dalle Comunità n. 9/2012 HATIKWA Unione Giovani Ebrei d’Italia QUI BRUXELLES LA PAROLA SHALOM PAG. 8 Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane ‐ registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche ‐ n. 9 ‐ 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037‐1543 (direttore responsabile: Guido Vitale) BOLOGNA - BOOM DI VISITATORI CON IL KLEZMER PARMA EBRAICA Capodanno in Comunità A Parma si torna a festeggiare Rosh haShanah in Tempio. L'occasione di incontro per il capo‐ danno religioso ebraico nasce da una collabo‐ razione tra dirigenza comunitaria e Unione Giovani Ebrei d'Italia che ha già dato i suoi frutti in primavera con uno shabbaton decisa‐ mente partecipato e intenso. Ad essere coinvolti ancora una volta i tanti gio‐ vani israeliani dislocati nell'area urbana per NAPOLI EBRAICA Rinascita e orgoglio Concerti, cinema, conferenze, corsi di lingua, fiere del libro, visite guidate ad aree archeologiche, seminari sull’interpretazione dei sogni e molto altro ancora. Presentata al Palazzo della Cultura di Roma la rassegna di cultura ebraica Lech Lechà – Va’ verso te stesso. Una nuova occasione di conoscenza per tutto il il Meridione d'Italia per una settimana di incontri (2-8 settembre) che prenderà presto avvio in concomitanza con la Giornata Europea della Cultura Ebraica e distribuirà i suoi appuntamenti tra 9 città pugliesi con baricentro Trani e la sua antichissima sinagoga Scolanova. Promossa dall'assessorato al Mediterraneo della Regione Musica di qualità e grande partecipazione di pubblico alle serate del Meb estateduemiladodici, i concerti estivi a cura del Museo ebraico di Bologna col patrocinio dell'amministrazione comunale. A essere proposto in questa occasione un mix di eventi musicali con protagonista il noto ensemble di musica orientale Klezmerata Fiorentina, visite guidate al Museo e ai luoghi ebraici della città felsinea. “Ancora una volta – spiega la curatrice Vincenza Maugeri – il cinquecentesco cortile del Museo è stato un vero e proprio punto di riferimento nell’estate bolognese, proprio per lo spirito, l’identità, l’originalità e la qualità delle proposte che sono alla base del suo successo". APERTURA E CONFRONTO Cosa bolle in pentola per la Giornata Puglia e organizzata dalla Comunità di Napoli con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici, la rassegna si candida ad attrarre un pubblico vasto e diversificato grazie a dieci differenti filoni tematici che verranno sviluppati da oltre 60 relatori. “La rinascita dell’ebraismo in Puglia, da Sannicandro Garganico a Taranto, da Trani a Brindisi – spiega il rabbino capo di Napoli rav Scialom Bahbout - è l’occasione per restituire alla regione quel contributo che tanto ha dato nel passato e costituisce una inesauribile fonte di arricchimento della cultura mediterranea. Quando si parla di ebraismo, si intende quello che cammina sui piedi e risiede nel cuore e nel coraggio degli ebrei che hanno fatto riaprire dopo quasi 500 anni la sinagoga Scolanova di Trani”. La prima edizione di Lech Lechà è dedicata alla memoria del grande Maestro Menachem Mendel Schneerson. Quattro pagine speciali per capire cosa bolle in pentola in previsione di uno degli appuntamenti più importanti per l'ebrai‐ smo italiano. Le trovate al‐ l'interno di questo nume‐ ro che ci proietta verso la tredicesima edizione della Giornata della Cultura Ebraica in program‐ ma dome‐ nica 2 set‐ tembre in 28 paesi europei con l'Italia pron‐ ta come sem‐ pre a recitare la parte del leone. Il menu è ricchissimo. Conferenze, concerti, pro‐ iezioni di film, talk show, pièce teatrali. Il tutto unito alla volontà diffusa di apri‐ re ancora una volta le por‐ te di Comunità, sinagoghe e musei e di proiettare nella società valori e me‐ morie che sono patri‐ monio della collettività. Si parte ovviamente da Ve‐ nezia, che per il 2012 ha ereditato il testimo‐ ne di città capofila da Siena. Filone te‐ matico di questa edi‐ zione è l'umorismo ebraico. Un argo‐ mento molto serio in realtà, storicamente la chiave di volta a tante si‐ tuazioni complicate af‐ frontate dal popolo ebrai‐ co nel corso dei secoli. Fortissimo il messaggio di speranza che ci arriva da Finale Emilia, uno dei luo‐ ghi più colpiti dal sisma della scorsa primavera, che sarà presente anche quest'anno con alcune ini‐ ziative di grande interesse e soprattutto con la voglia di esserci malgrado le av‐ versità. Prosegue intanto senza sosta l'impegno per la ricostruzione. A partire dall’edificazione del polo scolastico che porterà il nome dell'ebrea finalese Elvira Castelfranchi, indi‐ menticata maestra ele‐ mentare, e di cui pubbli‐ chiamo in esclusiva per i lettori di Italia Ebraica la prima bozza progettuale. motivi di studio in un ponte ideale tra ebraismo diasporico e Israele che è fondamentale per la sopravvivenza di realtà piccole nei numeri co‐ me quella parmigiana. L'iniziativa, spiega il lea‐ der comunitario e consigliere UCEI Giorgio Gia‐ varini, darà il via a un fitto calendario di ap‐ puntamenti aperti a tutta la cittadinanza tra cultura, tradizione e confronto. LIVORNO EBRAICA A ottobre si festeggia Dopo il Centenario della sinagoga di Trieste celebrato in luglio l'ebraismo italiano si prepara a festeggiare un altro grande traguardo: i 50 anni di vita del Tempio di Livorno. Costruito sulle fondamenta della sinagoga seicentesca meta di principi e regnanti che fu abbattuta a seguito dei danni causati dal secondo conflitto mondiale, l’edificio di culto di piazza Benamo‐ zegh fu inaugurato il 23 ottobre del 1962 con una solenne cerimonia cui prese parte tutta la cittadinanza. Tra i vari appuntamenti in fase di progettazione, una mostra fotografica che ricorderà i momenti più significativi di vita co‐ munitaria di questo ultimo cinquantennio e che sarà realizzata grazie al contributo di tutti gli iscritti grazie a una efficace campagna di raccolta di materiale iconografico da tempo attivata anche sui social network. Italia Ebraica pag. 2 settembre 2012 la voce delle Comunità GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA Torna l'appuntamento con la Giornata eu- tembre con filo conduttore il tema delropea della cultura ebraica. La tredicesima l'umorismo, vedrà il coinvolgimento di 28 edizione, in programma domenica 2 set- paesi e la città di Venezia come località caVENEZIA La pace in famiglia Tra calli e campielli Molteplici le opportunità di conoscenza che verran‐ no offerte in Laguna. Alle 11 triplice appuntamento in contemporanea con la performance Tra calli e campielli a cura di alcuni narratori itineranti nel vecchio Ghetto lagunare, il laboratorio per bambini Il riso di Mosè e l'inaugurazione della Giornata con il saluto delle autorità nella sala Montefiore. Alle 11.45 intervento di Dario Calimani sul tema Lo humour ebraico, rido ergo sum con successiva visita alla mostra Jewish humor in photographs, li‐ tography and video realizzata in collaborazione con Ikona Gallery e a cura di Ziva Kraus e del Museo ebraico che per l'occasione sarà arricchito di un antico parokhet del XVII secolo e della prestigiosa Bibbia miniata trecentesca. Sarà quindi la volta del cinema con la rassegna It hurts to laugh – L'umo‐ rismo ai tempi di Mel Brooks e Gene Wilder (dalle 14 alle 18). Tra i titoli proposti Per favore, non toc‐ cate le vecchiette, Scusi dov'è il West? e La pazza storia del mondo. Per gli appassionati di storielle, alle 16 al Museo ebraico, incontro con Umberto Fortis e Alessandro Zanon per l'evento Tra umori‐ smo e ironia. Chiusura in musica alle 21 con Shalom Bàit. La pace in famiglia. Scene d'interni di una famiglia ebraica, performance ideata e con regia di Alexandra Wilson e con direzione musicale e clarinetto di Dan Rapo‐ port. Nel corso di tutta la giornata sarà poi possibile visitare tre delle cinque sinagoghe cittadine: la Le‐ vantina, la Tedesca e la Canton, oltre al cimitero an‐ tico e al cimitero moderno del Lido. "L’umorismo ebraico ‐ spiega Amos Luzzatto, pre‐ sidente della Comunità ebraica ‐ non è un’antologia di barzellette ma il modo tradizionale ebraico di af‐ frontare e cercare di risolvere le avversità metten‐ done in evidenza le contraddizioni logiche; è la forza secolare di coloro che ironizzando sulle proprie de‐ bolezze, hanno sempre trovato la forza di minimiz‐ zare le difficoltà esprimendo nel contempo la pro‐ pria fiducia e trasformando le persecuzioni in prove che il coraggio dà la possibilità di superare”. Al centro della visione ebraica del mondo c'è la famiglia. La performance Shalom Bàit. La pace in famiglia, ideata da Alexandra Wilson con Dan Rapoport alla direzione musicale, vuol approfondire la parte più difficile del suo esistere: il mantenimento dello Shalom Bàit, cioè della cosiddetta pace familiare. Un obiettivo al quale si può arrivare grazie anche a una certa dose di umorismo, mezzo fondamentale per superare con il sorriso (a volte amaro) le molte avversità che si possono presentare al suo interno. Pensato come amalgama di testo e musica, lo spettacolo mostra una famiglia ebrea alla ricerca del tanto sospirato equilibrio ed è allo stesso tempo l'occasione per approfondire le tante sfaccettature dell'umorismo ebraico. Alle scene di vita si intermezzano musiche di celebri compositori ebrei del Novecento: Kurt Weill, George Gershwin, Mario Castelnuovo‐Tedesco e altri. Il riso di Mosè Rivolto a bambini e adulti, il laboratorio Il riso di Mosè: umorismo di gom‐ mapiuma offrirà un'attività didattica di laboratorio imperniata sulla narrazione e la rappresentazione di storielle tratte dalla tradizione nelle quali emerge tutta l'energia positiva e l'ironia che da sempre caratterizzano molti aspetti legati all'ebraismo. Grandi e piccini saranno così coinvolti nella creazione di maschere di gom‐ mapiuma per mettere in scena la forza del sorriso e sperimentare quella ca‐ pacità tutta ebraica di superare le difficoltà con prontezza di spirito ed espri‐ mendo allo stesso tempo incrollabile fiducia nella vita. Le attività avranno durata di due ore per sessione. Pagine di libertà Un modo divertente per fare e diffondere cultura che parte da un principio: la cultura è un patrimonio di tutti che va necessa‐ riamente condiviso. Per il secondo anno consecutivo la Giornata europea della cultura ebraica aderisce al Bookcrossing liberando centinaia di libri a tema ebraico. Anche in Laguna, al Campo di Ghetto Novo, dove saranno centi‐ naia i titoli pronti ad essere scambiati. Dalla narrativa alla saggistica, dai testi di approfondimento storico ai libri per bambini. Un viaggio, un’emozione, un patrimonio di Memoria da custodire Ho organizzato la ricerca e la visita di antichi aronoth kodesh italiani con amore e con passione, seguendo le tracce lasciate da Umberto Nahon z.l. e con il fondamentale aiuto di David Cassuto. Non avevo però immaginato l'emozione che avrei provato trovandomi di fronte, in rapida successione e in pochissimi giorni, a 20 importanti testi‐ monianze di un ebraismo italiano vecchio di secoli, già scomparso o comunque decaduto alla metà del ventesimo secolo, che aveva tro‐ vato l'ambiente adatto per radicarsi e per vivere nel terreno quasi sempre favorevole e ospitale delle signorie e degli Stati preunitari e delle loro popolazioni. Centri abitati importanti solo a livello locale, fiorenti nell'epoca per attività commerciali oppure per la loro prossimità alla città capoluogo “centro del potere”, quali Busseto, Conegliano Veneto, Moncalvo, Sabbioneta, Sermide, Soragna, Trino Vercellese, Vittorio Veneto, hanno ospitato comunità ebraiche importanti e probabilmente anche ricche, se si giudica dallo stile, dalla cura dei particolari funzionali e ornamentali, spesso dalla vera e propria magnificenza con la quale hanno costruito e adornato l'aron kodesh della loro sinagoga. Vengono poi gli aronoth kodesh di città nelle quali la presenza ebraica ha cer‐ tamente avuto momenti di splendore: Ancona, Firenze, Livorno, Mantova. Padova, Pesaro, Pisa, Reggio Emilia, Siena. Oggi, pur in declino non solo demografico, l'ebraismo in queste città sopravvive grazie alla passione e al sentimento di una minoranza che lavora con fatica in presenza di una maggioranza spesso indif‐ ferente e lontana, quasi sempre orientata verso la critica. Ho ammirato l'opera di pregevoli intagliatori e intarsiatori, di deco‐ ratori raffinati, di abili cesellatori di argenti e di fonditori di bronzo; mi ha impressionato l'altissimo portale in marmo di Carrara dell'aron kodesh di Reggio Emilia. Allora, mi sono detto, il nostro “piccolo” ebraismo italiano ha pur Italia Ebraica settembre 2012 pag. 3 la voce delle Comunità FARE CULTURA, CON UN SORRISO di interventi, riflessioni e spettacoli che pofila per l’Italia. In quesaranno proposti in molte salse diverse. ste quattro pagine di approfondimento un primo assaggio del ricco menù Da Torino a Trani, da Genova a Trieste. TRIESTE VERONA PARMA PADOVA Suggestioni dal Centenario Omaggio mitteleuropeo Negli States per affermarsi Sorridere con il Talmud Primo luglio 2012: una grande giornata di festa per la Comunità ebraica triestina che celebrava in quelle ore assieme a tutta la cittadinanza il centesimo an‐ niversario di vita del Tempio monumentale di via San Francesco. La Giornata europea della cultura ebraica rappre‐ senterà l’occasione ideale per dare seguito ai festeg‐ giamenti che già oltre un migliaio di persone hanno coinvolto. Molti i capitoli inediti che saranno rac‐ contati grazie anche a una mostra d’immagini d’epo‐ ca e contemporanee sulla Sinagoga che promette stimoli di forte suggestione. Approccio decisamente intellettualistico a Verona dove il professor Riccardo Mauroner si intratterrà col pubblico per parla‐ re di Le voci e i colori dell'umorismo ebraico nel pensiero di Freud. Nel corso della serata previsti anche momen‐ ti di lettura a cura di Andrea Ranzato e proiezioni di alcune opere di Kafka, Michelstaedter e altri grandi intellettuali della Mit‐ teleuropa ebraica. Arte grande protagonista a Soragna dove le iniziative pomeridiane si apriranno con lo spettacolo teatrale Terra Promessa e aringhe marinate a cura di Laura Forti e con Max Sbarsi e Paola De Crescenzo. La piece è un percorso per due attori che parte dall'arrivo dei primi immigrati ebrei in America con il loro ampio bagaglio di tradizioni e storie, che hanno conosciuto povertà e oppres‐ sione ma che non hanno perso per questo la speranza e un lu‐ cido e spietato senso dell'umo‐ rismo che li porterà ad affermarsi nel nuovo conti‐ nente in un caleidoscopio di identità e personaggi indimenticabili. Sarà David Parenzo il mattatore della Giornata pa‐ tavina con il theatre talk Ridere per ridere, l'umo‐ rismo nella tradizione ebraica. Uno spettacolo che proverà a miscelare momenti di teatro con il classico talk show televisivo attraverso la cucitura di immagini, musiche e filmati. A rispondere alla conduzione del noto giornali‐ sta radiofonico l'attore Euge‐ nio De Giorgi, che reciterà al‐ cuni passi tratti da Il lamento di Portnoy dello scrittore statunitense Philip Roth, e l'autore satirico del Fatto Quotidiano Stefano Di‐ segni. Con loro tra gli altri il rabbino capo rav Adolfo Locci che commenterà i passi della Torah e del Tal‐ mud in cui si parla della risata. Una Giornata nel nome della gola Una Giornata all'insegna del buonomore ma anche della gioia del palato. A Venezia saranno numerosi i punti di riferimento per i buongustai che vorranno avvicinarsi alla peculiare tradi‐ zione gastronomica ebraica. In piazza tra gli altri gli stand dell'Associazione Donne Ebree d'Italia, del ristorante Hostaria del Ghetto e della scuola La cucina del Ghetto, iniziativa fre‐ schissima di lancio (www.jewishkitchen.org) attraverso cui il Consiglio comunitario si pro‐ pone di creare nuovi ponti di conoscenza rivolti a tutta la cittadinanza. BOLOGNA Provocatori a Hollywood Tra gli appuntamenti più attesi la conferenza di Gia‐ como Manzoni sul tema Tradizione e provocazione: l'umorismo ebraico nel cinema contemporaneo con proiezione di corti e frammenti dai film di Sacha Ba‐ ron Cohen, Ben Stiller, Joel ed Ethan Cohen e altri. “Quella ebraica – spiega il docente dell'Università bolognese – è una cultura strutturalmente portata a svelare le contorsioni che la mente umana compie ogni volta che segue le piste del potere e delle con‐ venzioni. Espressione di una irrefrenabile voglia di vivere e di pulsioni rivoluzionarie a tratti irresistibili, esercizio sintetico di intelligenza, il motto di spirito con i suoi corollari ha aiutato gli ebrei a rimanere mentalmente integri di fronte a mille peripezie”. Firenze Conegliano Veneto saputo nel tempo mostrare la sua passione e il suo attaccamento alla tradizione, curare e abbellire i propri luoghi di culto attingendo alle capacità di realizzazione dei mille artigiani del loro territorio, ispirandosi con le dovute distinzioni alle realtà artistiche della loro epoca, della loro città. A quando la realizzazione di un inventario generale del patrimonio MODENA La biblioteca di Formiggini Editore di successo, anima della Casa del ridere che co‐ stituì il primo grande tenta‐ tivo di raccolta di materiale attinente alla risata pubbli‐ cato su carta, stampa e qua‐ dri, il modenese Angelo For‐ tunato Formiggini è stata una delle menti più eclettiche del Novecento italiano. Le celebrazioni a Modena si apri‐ ranno proprio con l'inaugurazione della mostra a lui dedicata dal titolo L'uomo del ridere. L'umorismo di Angelo Fortunato Formiggini. Sabbioneta artistico del culto ebraico italiano? Guidobaldo Passigli presidente Comunità ebraica di Firenze Italia Ebraica pag. 4 settembre 2012 la voce delle Comunità GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA TORINO MANTOVA FIRENZE Un’aringa in paradiso Storie vecchie al chiaro di luna Dritte preziose per i bibliofili Una mostra tutta da vedere concentrata su tre te‐ matiche: il gioco di parole o il doppio significato, la satira e per finire l'assurdo. Hebraeus ridens, ras‐ segna allestita dagli architetti Deborah Gutowitz e David Terracini, quest'ultimo noto ai lettori di Ha‐ keillah grazie alle pungenti vignette che appaiono su ogni numero della testata espressione del Gruppo di Studi Ebraici di Torino, sarà aperta al pubblico nel corso di tutta la giornata. In mostra vignette, fu‐ metti, schizzi e spunti grafici di varia natura, ma an‐ che foto, filmati e opere d'arte. Tra i tanti spunti pro‐ posti, oltre a vere e proprie immersioni nell'universo dissacrante del witz con protagonisti tra gli altri la scrittrice Elena Loewenthal, autrice del volume Un'aringa in paradiso, e l'artista Tommy Schwarz, anche un simbolico gemellaggio con Firenze nel se‐ gno dello humour. Al Teatro Vittorio alle 21 andrà infatti in scena La Gnora Luna, frizzante commedia ottocentesca in giudaico‐fiorentino che vedrà salire sul palco la Compagnia Teatri d'Imbarco che già molti consensi ha ottenuto in tutta Italia con questa performance che ripropone scene e atmosfere di un tempo antico. Occasioni di incontro anche al prestigioso Festiva‐ letteratura (5‐9 settembre) con l'evento Storie vecie, passeggiando sotto la luna. Nata da un'idea di Ema‐ nuele Colorni e Stefano Patuzzi, l'iniziativa è suddi‐ visa in due momenti: lettura di poesie in dialetto giudaico‐mantovano e musica in ghetto con assaggi di cucina ebraica. Sono inoltre previsti gli interventi dell'esperta di linguistica Sara Natale, dell'attore Adolfo Vaini, della musicista Mirella Lodi Rizzini e Secondo una logica che già in passato ha dato ottimi frutti Firenze distribuisce il programma della Gior‐ nata in più giorni e in più strutture cittadine. Oltre ai numerosi eventi che avranno luogo in Comunità e nella sede distaccata di Siena in un fitto percorso di immagini, parole e musica è infatti prevista la col‐ laborazione con alcune realtà culturali di grande si‐ gnificato e da sempre attente alle iniziative della re‐ altà ebraica fiorentina. A partire dalla biblioteca delle Oblate, che proporrà alcuni consigli di lettura e uno scaffale tematico, e dal cinema Odeon in piazza Strozzi che, assieme alla Fondazione Sistema Toscana, allestirà una speciale rassegna di film sull'umorismo ebraico. Un'iniziativa che in modalità differenti raggiungerà anche altre località nella Regione tra cui Prato, Livorno, Siena, Monte San Savino, Capalbio e Poggibonsi. dell'autrice de La mia cucina ebraica Loredana Le‐ ghziel. Il tour partirà dalla sede della Comunità ebrai‐ ca il sei e l’otto settembre dopo il tramonto. SIENA La città capofila del 2011 si rilancia tra arte e scrittura VERCELLI Passato il testimone di città ca‐ pofila per l'Italia a Venezia, Sie‐ na ‐ principale protagonista della Giornata dedicata al‐ l'ebraismo 2.0 nel 2011 ‐ non resta certo con le mani in ma‐ no. Molti gli appuntamenti in programma con particolare at‐ tenzione al witz cui saranno dedicate alcune mostre e in‐ stallazioni. Tra i relatori la sla‐ vista Laura Salmon, docente dell'Università di Genova e au‐ trice de I meccanismi dell'umo‐ rismo (Mosca 2008), il cui in‐ tervento dal titolo Potrebbe an‐ dare peggio si soffermerà sulla paradigmatica figura del gior‐ nalista di origine russa Sergej Dovlatov. Si parlerà anche di etica del ri‐ dere, in un percorso tra comi‐ cità e umorismo, sinonimi e contrari, che vedrà conversare in sinagoga la scrittrice Giaco‐ ma Limentani con Verbena Giambasti. E non mancherà un tocco d'arte, sempre in sinago‐ ga, con la performance 'Vieni avanti, Schlemiel!', una fantasia di letture sulla comicità ebraica americana a cura della com‐ mediografa Laura Forti. Un percorso nei dialetti L'idea è originale e complessa: declinare la tematica dello humour nei vari ambiti linguistici in cui si è sviluppata una vicenda ebraica in Italia nel corso ci oltre due millenni di storia. Humor dal ghetto, l'even‐ to principale in programma alla sinagoga di Biella col contributo dei volontari della Comunità vercel‐ lese, sarà così un inedito viaggio nell'ironia, nei doppi sensi e nelle tante metafore dei dialetti giudaico‐ita‐ liani che spesso ancora resistono nel parlare comune. A guidarci in questo percorso Baruch Lampronti. Un viaggio, un’emozione, un patrimonio di memoria da custodire Moncalvo Vittorio Veneto Pisa Italia Ebraica settembre 2012 pag. 5 la voce delle Comunità FARE CULTURA, CON UN SORRISO LIVORNO PISA CASALE La sfida è anche nella multimedialità Quegli intrecci al sapore di Cina Il fascino del witz L'idea è quella di lavorare sulla multimedialità sulla scia dei positivi feedback della scorsa Giornata quando la sfida era stata quella di declinare l'ebraismo, le sue mille sfaccettature culturali, dialettiche e religiose, con l'evolversi delle tecnologie ai tempi del web 2.0. A Siena, città capofila per l'Italia dell'edizione 2011, l'esperto di web marketing Giuseppe Burschtein aveva proposto l'innovativa intro‐ duzione delle isole digitali dedicate a vari temi dell'identità ebraica. Un'esperienza che quest'anno sarà proposta anche a Livorno dove un'apposita installazione video sul witz curata dallo stesso Burschtein accoglierà i visitatori della storica Yeshivah Marini. Intrecci decisamente singolari a Pisa dove a concludere la Giornata sarà la presentazione da poco in circolazione Gli ebrei in Cina e il caso Tien Tsin (ed. Salomone Belforte) di Marco Cavallarin e Bar‐ bara Henry in cui si analizzano con dovizia di particolari gli intrecci ancora poco approfonditi tra il mondo ebraico e la più grande po‐ tenza asiatica. È un viaggio che inizia nel sesto secolo prima dell'era volgare e che ci porta fino ai giorni nostri, a quando l'Estremo Oriente aprì le porte a migliaia di ebrei in fuga dalle persecuzioni nazifasciste. Assieme a Cavallarin sarà presente l'editore Guido Guastalla. NAPOLI Notte di humour tra i vicoli di Trani GENOVA La Giornata della Cultura a Napoli e in tutto il Meridione segna l'inizio di una nuova grande sfida nel segno del dialogo e dell'incontro con tutta la cittadinanza: Lech Lechà, settimana di arte, cultura e lette‐ ratura ebraica che avrà luogo a San Nicandro Garganico e in altre otto località pugliesi grazie alla Comunità partenopea e con il pa‐ trocinio tra gli altri dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Tra i dieci moduli in cui è suddiviso il ricchissimo programma del‐ l'iniziativa figura La notte dell'ebraismo tranese con suoni, sapori e humour nella Giudecca. Previsto anche un approfondimento sul‐ l'umorismo ebraico nella Torah che avrà luogo presso la Sala Rossa del maestoso Castello Svevo di Barletta. Quando i rabbini raccontano storielle Guide spirituali, maestri di Torah, riferimenti morali dell'intera col‐ lettività ebraica, i rabbini sono figure tipicamente immaginate secondo criteri di austerità e rigore. Ma ‘sanno’ anche ridere. Anzi, la risata intelligente e l'ironia possono essere molto spesso il mezzo più facile per arrivare ai propri allievi e ad istruirli verso la conoscenza. A Genova il rabbino capo rav Giuseppe Momigliano si soffermerà in due occasioni su queste tematiche. Prima con una conversazione mattutina dal titolo Ridere tra Cielo e Terra – L'umorismo nella tradizione ebraica, poi nel pomeriggio con l'introduzione della vivace chiacchierata Milè Debedichutà. Quan‐ do i rabbini raccontano le storielle. Sermide Reggio Emilia Un potente politico, saccente e autoritario convoca il rabbino anziano della Comunità. Con grande arroganza, dall’alto del suo scanno gli comanda: “Ehi, tu rabbino giudeo, mi hanno detto che voi avete inventato una forma di ragionamento speciale, quella che ha dato ad alcuni di voi la nomea di intelligenti e superiori. Mi è stato detto che questo modo di pensare lo chiamate talmudico. Se esiste, ora insegnamelo!” Il vecchio rabbino non ha modo di rifiutarsi e affronta il tema rivolgendosi al dittatore: “Forse gentile signore, siete un po’ avanti negli anni per questo genere di studio”. Il dittatore replica: “Sarò io a giudicare, voi insegnatemi!” “Va bene, replica il rabbino, e prosegue: “Dovete sapere che nelle nostre Scole i bambini prima ancora di iniziare gli studi devono passare un esame”. L’altro sempre con maggiore villania: “Esame? Ma se è un esame da bambino che volete che sia! Fatemi la domanda!”. Inizia il rabbino: “ Su un tetto ci sono due uomini, che scivolano dentro un camino, uno sbuca fuori coperto di fuliggine e cenere, l’altro candido e pulito. La domanda è molto semplice da capire, proprio per un bambino: chi dei due va a lavarsi?” Il dittatore si concentra e rapidamente si chiede chi dei due vede l’altro pensando di essere quindi bianco o nero, come colui che i suoi occhi vedono. Poi pensa, e se c’è uno specchio? Se la stanza è al buio? Elabora non proprio velocemente le sue deduzioni e sentenzia: “Quello pulito!” . Il rabbino ciondola la testa come per un no e subito il dit‐ tatore: “Intendevo dire quello sporco!”. La bocca del rabbino si apre e lascia uscire con un sottile filo di voce: “Si‐ gnore, lei ha sbagliato. L’unica risposta giusta è quella che può dare un bambino libero da pensieri, l’unica vera e giusta risposta è che la domanda è assurda, perché non è possibile che due persone passino da un camino ed escano una pulita e l’altra sporca. Per questo caro signore non so proprio come fare per insegnarle il Talmud”. Lentamente si gira e se ne va prima che l’altro ancora basito dalla risposta, reagisca. Una bella e antica storiella che oltre a farci sorridere ci fa capire davvero che cos’è un witz, una modo di raccontare tutto ebraico, sorridente e piena di senso, di valori e di vita. Nella Giornata della Cultura Ebraica 2012 il luoghi ebraici italiani ed europei saranno dunque luoghi di racconto, di storielle yiddish, di ironia e soprat‐ tutto di auto‐ironia. Anche a Casale si sorriderà, già dalla sera prima Daniel Fishman intratterrà il pubblico danzando con le parole intorno alla kuppah (il baldacchino nuziale), parlerà di matrimoni, di mamme e suocere, di shadakan (sensale matrimoniale), di testimoni, rabbini, ospiti, ketubot (contratti nuziali), di tutto e di più. Il giorno dopo, Giorgio Milani, si pro‐ digherà in un reading, ma benché la parola rimandi alla lingua inglese, lui riempirà la sinagoga di suoni dialettali di una lingua piemontese strettissima, leggendo a gran voce “la gran battaja d’j abrei ‘d Moncalv’, una composizione vernacolare in giudaico piemontese che racconta come un gruppo di ebrei se la diedero “di santa ragione” sulla piazza di Moncalvo. Al suo fianco per commentare il testo ci saranno lo storico locale Dionigi Roggero e Claudia De Benedetti. Il witz sarà di casa anche a Casale. Elio Carmi vicepresidente Comunità ebraica di Casale Monferrato Mantova Italia Ebraica pag. 6 settembre 2012 la voce delle Comunità FINALE EMILIA EBRAICA Impegno senza tregua per ricostruire la scuola della speranza Un progetto ambizioso destinato a segnare per sem‐ pre una delle località simbolo del terremoto che ha devastato il nord Italia in primavera e a migliorare la vita di centinaia di famiglie che graviteranno at‐ torno alla struttura. A Finale Emilia proseguono ala‐ cramente i lavori per la costruzione del nuovo polo scolastico intitolato alla memoria di Elvira Castel‐ franchi. Un'iniziativa cui gli ebrei italiani partecipano attivamente grazie alla sottoscrizione lanciata in maggio dall'UCEI e finalizzata alla costruzione della biblioteca che sarà presto ospitata all'interno del‐ l'istituto (in questa pagina in esclusiva la planime‐ tria). I dettagli sono stati concordati nel corso di un recente incontro cui hanno preso parte il consigliere UCEI con delega al coordinamento delle iniziative di solidarietà Giorgio Mortara, i suoi colleghi di Con‐ siglio Giorgio Yehuda Giavarini (presidente della Co‐ munità ebraica di Parma) e rav Beniamino Goldstein (rabbino capo di Modena) e il locale primo cittadino Fernando Ferioli. Molto vasta l'area di intervento complessiva con 36mila metri quadrati di edificazione. Il polo scola‐ stico è destinato ad ospitare 750 studenti – 450 alle elementari, 300 alle medie – per un totale di 34 classi. Oltre 150 i contratti di lavoro che verranno stipulati tra corpo docente e personale ausiliario e amministrativo. Una piccola rivoluzione in città. La rinascita dopo tanto dolore e tanta sofferenza. La decisione di investire sul comune emiliano non è casuale. Finale Emilia è stata infatti scelta sulla base dei legami che storicamente vi sono stati e tut‐ tora persistono con il mondo ebraico. Una grande comunità vi ha risieduto per secoli non venendo mai espulsa e anzi apportando un significativo contributo sotto vari punti di vista. Testimonianza paradigmatica di questo legame la volontà di rendere omaggio nel luogo deputato all’insegnamento all'ebrea finalese Elvira Castelfranchi, maestra elementare che ha la‐ sciato un ricordo indelebile. Le operazioni di ricostruzione hanno preso avvio col bando della Regione Emilia Romagna finalizzato a coprire i lavori per la prima struttura prevista. Su‐ perato questo step si procederà alla messa a dimora di un secondo edificio riservato ai soli alunni delle medie. Gli spazi del primo blocco resteranno appa‐ naggio delle classi elementari mentre in quelli vacanti troveranno spazio, oltre alla biblioteca, alcuni labo‐ ratori didattici e servizi per portatori di handicap. FERRARA EBRAICA Le difficili scelte dell’adolescenza In alto la bozza progettuale per il nuovo polo scolastico Elvira Castelfranchi di Finale Emilia. L’istituto è destinato a ospitare 750 studenti – 450 alle elementari, 300 alle medie – per un totale di 34 classi. Oltre 150 i contratti di lavoro che verranno stipulati tra corpo docente e personale ausiliario e ammini‐ strativo. Una rivoluzione per Finale. La rinascita dopo tanto dolore e tanta sofferenza. La Comunità ebraica di Ferrara insieme al gruppo Mosè Maimonide, l’Associazione Medica Ebraica Ita‐ liana e l’Azienda USL Ferrara è stata protagonista di un nuovo partecipato evento dal titolo L’adolescenza nella tradizione religiosa ebraica e nella società con‐ temporanea. Il convegno, che ha ottenuto il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Ferrara e la sponsorizzazione della casa farmaceutica Teva, ha visto l’intervento di dodici relatori che si sono occupati da angolature diverse di quella che è da sempre considerata un’età parti‐ colare. L’evento ha avuto luogo presso la prestigiosa sede della ex sinagoga di rito italiano attualmente adibita a sala di riunione della Comunità ebraica. Inserita in un ciclo di appuntamenti con cadenza biennale e che in passato hanno affrontato altre te‐ matiche quali l’alimentazione, la sessualità, la medi‐ cina psicosomatica, la figura del medico e la vecchiaia, l'iniziativa è stata accolta da studiosi, operatori sa‐ nitari e medici con grande interesse e partecipazione. “I relatori oggi presenti sono specialisti ma sanno adottare un linguaggio comprensibile a tutti ‐ ha spie‐ gato il rabbino capo rav Luciano Caro ‐ e questo au‐ menta il riscontro e l’interesse del pubblico. C’è voglia di conoscenza e una sempre più avvertita esigenza di interagire con la Comunità ebraica. Partire da un contesto specifico per allargare il perimetro e coin‐ volgere negli studi la tradizione ebraica e cattolica è certamente un motivo di approfondimento, un’occa‐ sione di riflessione e confronto per cercare il punto d’incontro tra l’approccio medico sanitario e quello socio culturale”. Nel suo discorso introduttivo rav Caro, partendo dal‐ l’etimologia della parola ebraica naar, comunemente tradotta con ragazzo, ma che indica più che un’età una connotazione, ha spaziato citando le fonti ese‐ getiche del concetto di adolescenza nel mondo ebrai‐ co. Ricchi di significato anche gli interventi che sono seguiti: il professor Palazzi, direttore del Servizio Mentale e Riabilitazione Infanzia e Adolescenza pres‐ so l’USL di Ferrara, ha esaminato il concetto di ado‐ lescenza dal punto di vista biologico (maturazione corticale), psicologico e sociologico (appartenenza a un gruppo, esibizione, sperimentazione durante il periodo adolescenziale). Il professor D’Angeli, già or‐ dinario di Chimica organica presso l’Università di Ferrara, ha presentato e commentato le immagini di un raro libro in materia dell’inizio dell'Ottocento: Etica immunologica per formare il cuore dei giova‐ netti, di Vito Buonsanto. Il dottor Laghi, già dirigente medico presso l’Ospedale Civile di Forlì, ha paragonato l’adolescenza, modifi‐ cazione del corpo e dello spirito, alla metamorfosi degli insetti e degli anfibi, soffermandosi soprattutto sull’evoluzione delle varie parti del cervello e le loro correlazioni con l’aumento delle capacità di appren‐ dimento. Il professor Caracciolo, ordinario di Psico‐ logia Clinica presso l’Università di Ferrara, ha pre‐ sentato un video nel quale un giovane ebreo russo riscopre le proprie radici attraverso un’assurda rac‐ colta di oggetti appartenuti ai propri famigliari uscen‐ do quindi da una grave crisi d’identità. La dottoressa Silvera, psicologa psicoterapeuta presso l’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate, ha esaminato in chiave psicoanalitica sia la vicenda di Miriam, sorella di Mosè che pure adolescente diventa il Deus ex ma‐ china del destino del fratello, sia il caso di una sua paziente violentata dal padre, episodio di cui non aveva mai parlato per non danneggiarlo. Il dottor Servi, cultore di Filosofia e Storia Ebraica, ha esami‐ nato dal punto di vista halakhico il caso del figlio ri‐ belle, citando le diverse interpretazioni talmudiche che prevedevano anche la pena di morte, tra l’altro storicamente mai eseguita. Ha inoltre precisato che la legislazione talmudica era applicabile solo a un fi‐ glio di sesso maschile e non ad una figlia. La dotto‐ ressa Pisa, già dirigente presso la ASL di Firenze, ha descritto due casi estrapolati dalla letteratura (Ago‐ stino di Moravia e Arturo della Morante) e un caso Italia Ebraica settembre 2012 pag. 7 la voce delle Comunità BOLOGNA EBRAICA Il ruolo della musica a cavallo tra popoli, tradizioni e confini Grande successo ai concerti estivi del Museo Ebraico di Bologna: oltre un migliaio le persone che vi hanno partecipato. Il programma delle serate del Meb|estateduemila‐ dodici, nell’ambito della rassegna BÉBOLOGNAE‐ STATE2012 del Comune di Bologna, ha proposto un piacevole mix di eventi musicali con il noto ensemble Klezmerata Fiorentina, che interpreta in modo as‐ solutamente unico e creativo le antiche musiche ebraiche est‐europee e le melodie ad esse collegate, e di visite guidate al Museo e ai luoghi di Bologna, per offrire l’opportunità a tutti di conoscere la storia della presenza ebraica in questa città. Ancora una volta il cinquecentesco cortile del Museo è stato un punto di riferimento nell’estate bolognese, proprio per lo spirito, l’identità, l’originalità e la qua‐ lità delle proposte artistiche e culturale che storica‐ mente ne decretano il successo. Klezmerata Fioren‐ tina, ensemble fondato da Igor Polesitsky, ebreo di origine ucraina, in sintonia con alcuni solisti di gran‐ de valore, prime parti dell’Orchestra del Maggio Mu‐ Lavori in corso clinico il cui sviluppo viene ferito dalla perdita di uno dei genitori e dalle conseguenze dinamiche che ne conseguono. La dottoressa Garofani, direttore del Programma di Dipendenze Patologiche presso l’USL di Ferrara, ha esaminato i rapporti tra il consumo delle droghe e l’adolescenza in netta crescita, segnalando inoltre l’esistenza di altri tipi di dipendenze come quelle che possono essere create da facebook, lo shopping e i videogiochi. Il professor Arieti, ricercatore in Storia della Medicina presso l’Università di Bologna, ha preso in esame dal punto di vista storico, antropologico ed etico, il problema delle mutilazioni femminili che è di attua‐ lità anche nel nostro paese visto il considerevole flusso migratorio da paesi che tradizionalmente la praticano. Infine il professor Salvatorelli, organiz‐ zatore e moderatore del convegno, prendendo in esame due coppie di fratelli (Isacco e Ismaele, Gia‐ cobbe ed Esaù) ha messo in evidenza che nei mi‐ drashim la connotazione di Ismaele e soprattutto di Esaù assuma aspetti molto più negativi che nella To‐ rah, quasi ad incarnare l’essenza del male. “Se si dovesse dare un giudizio complessivo sulla manifestazione – il bilancio di rav Caro – esso non potrebbe che essere positivo. Il numero dei parte‐ cipanti è stato molto alto. Inoltre tutti quelli che, al fine di ottenere i crediti ECM in palio, si sono sotto‐ posti al test consistente in domande con risposte multiple, lo hanno superato”. Come è ben noto, tre scosse di terremoto hanno colpito le province di Ferrara, Modena e Mantova nei giorni 20 e 29 maggio. Queste scosse, di intensità del quinto – sesto grado della scala Richter, hanno provocato danni alla nostra Comunità: la sinagoga tedesca, la ex-sinagoga italiana e il museo comunitario sono stati dichiarati inagibili. Solo la piccola sinagoga fanese è utilizzabile per il culto, come pure sono agibili la casa del rabbino e gli uffici. Le tre sinagoghe, il museo e gli uffici si trovano nello stesso gruppo di edifici, sede della Comunità dal 1485. Sempre a causa del terremoto, tre edifici di proprietà della Comunità hanno subito danni rilevanti e sono stati evacuati dagli inquilini, mentre altri due edifici hanno subito danni minori che sono attualmente in via di riparazione. Abbiamo iniziato a mettere in sicurezza e a riparare gli appartamenti affittati, ma sarà un lavoro lungo e costoso anche perchè negli stabili antichi è difficile fare un previsione dei lavori necessari e calcolare un preventivo sicuro. E i soldi disponibili sono pochi. Solo dopo le festività autunnali, che celebreremo nell’oratorio fanese, sarà possibile iniziare i lavori nelle sinagoghe in quanto è necessario attendere le autorizzazioni della Soprintendenza ai Beni Culturali non disponibili attualmente. Di conseguenza per la Giornata europea della cultura ebraica le nostre sinagoghe e il museo rimarranno chiusi. Michele Sacerdoti presidente della Comunità ebraica di Ferrara sicale Fiorentino, ha dedicato la rassegna Niggun Ale Kanaf all’indagine delle diverse tradizioni della musica ebraica ucraina e delle reciproche influenze con le altre tradizioni musicali contigue, come quelle che si sono sviluppate nell’area dal Mar Nero al Mar Mediterraneo durante la splendida fioritura cultu‐ rale che ha caratterizzato il lungo periodo storico dell’Impero Ottomano. Si è trattato di un progetto del tutto innovativo, stu‐ diato appositamente per il Museo Ebraico, che at‐ traverso un percorso in tre concerti ha teso ad evi‐ denziare come quel melting pot musicale abbia ra‐ dici comuni e come le diverse tradizioni sonore si basino su elementi linguistici simili: infatti, molte di esse fondano il loro linguaggio strumentale sul‐ l’imitazione delle inflessioni della lingua parlata, propria di una musica vocale di matrice spirituale, come si è particolarmente sviluppata nella tradi‐ zione ebraica sulla musicalità della preghiera e per altri versi non troppo lontana della tradizione sufi e araba. Per avvicinare il pubblico a queste antiche influenze, l’ensemble di Igor Polesitsky ha suonato nella se‐ conda serata della rassegna assieme alla cantante Cristina Zavalloni, proponendo una selezione di canti ebraici sul crocevia dei Tre Imperi, Austro‐Ungarico, Russo, Ottomano; nella terza serata si è invece ac‐ compagnato col gruppo del violinista marocchino Jamal Ouassini in una sorta di dialogo dove i musicisti arabi si sono inseriti con l’esecuzione sia di brani musicali tradizionali del sud dell’Ucraina, al tempo dell’Impero Ottomano, sia dall’area della tradizione hassidica che da quella arabo‐mediterranea, per evi‐ denziare le radici comuni. Questo a dimostrare come la musica ebraica del‐ l’Ucraina del sud, durante la dominazione ottomana, abbia ricevuto l’influenza della musica di origine turca e più in generale dei temi musicali attribuiti al repertorio delle comunità ebraiche presenti nei territori di cultura arabo‐mediterranea. In sostanza, partendo dall’interpretazione di vecchie melodie raccolte in Ucraina nel XIX secolo dall’et‐ nomusicologo Moshe Beregovsk, si è voluto eviden‐ ziare come si siano estese a una vasta area geografica sotto l’influenza della dominazione ottomana. Un modo per far conoscere il valore e l’importanza della cultura ebraica in un territorio, quello del Mar Nero, ricco di tradizioni e di influenze non dissimile dal contiguo Mediterraneo e che tanto hanno carat‐ terizzato nei secoli la storia di quei popoli e delle loro minoranze. oltreconfine FIUME A Zagabria per riaccendere la Memoria Si sofferma sulla capacità dei giornali dell'ebrai‐ smo italiano di aprire nuovi orizzonti di in‐ contro il quotidiano fiumano Novi List in un recente servizio dedicato alla tesi di dottorato sulle persecuzioni antiebraiche nel Quarnero discusso all'Università di Zagabria dalla storica Sanja Dukic. Un lavoro di ricerca monumen‐ tale, che toglie il velo a molte dolorose zone d'ombra del Novecento europeo (il riferimen‐ to è in particolare al quinquennio che va dal 1938 al 1943) e che in questi mesi è stato se‐ guito con grande interesse dalla nostra re‐ dazione. Ad accompagnare la professoressa in questo emozionante appuntamento il collega Adam Smulevich, che Sanja ha voluto al suo fianco in quanto discendente di quella gloriosa co‐ munità oggi molto ridotta nei numeri. “Tornare a Fiume, vedere i luoghi di gioventù di mio nonno Alessandro e di mia zia Ester è sempre una sensazione fortissima. Rin‐ grazio Sanja per l'onore che mi è stato con‐ cesso di esserle vicino a Zagabria in un mo‐ mento così bello e significativo”, ha raccon‐ tato alla giornalista Alexandra Kukic Ilic di Novilist. Con Adam a Zagabria altri colleghi della redazione e il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale. UN GIORNALE APERTO AL LIBERO CONFRONTO DELLE IDEE HATIKWA Unione Giovani Ebrei d’Italia direttore Simone Disegni HaTikwa – periodico di attualità e cultura dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia | [email protected] – www.ugei.it | supplemento a Pagine Ebraiche - n. 9 - 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037-1543 (responsabile a termine di legge: Guido Vitale) Shalom C’è forse un’intuizione più grande, nella sua straordinaria semplicità, una scoperta più stupefacente agli occhi di qualsiasi osservatore esterno del mondo ebraico, del modo in cui due ebrei – laici o religiosi, nella Diaspora o in Israele – si rivolgono il saluto quotidiano? Semplicemente shalom – pace: nient’altro potrebbe rappresentare augurio migliore al nostro prossimo se non quello contenuto in questa semplice parola, che non a caso associamo settimanalmente all’ingresso di ogni Shabbat. La consuetudine linguistica riflette senza dubbio un patrimonio ideale fortemente radicato nella cultura ebraica. Che appare oggi però pericolosamente in ritirata. Dov’è finita quella tensione ideale così genuina nel discorso pubblico delle leadership ebraiche, così come nei dibattiti interni? Il puzzle politico in Medio Oriente si fa ogni giorno più complesso. Ma se davvero desideriamo un futuro di pace e sicurezza per Israele, torniamo a scoprire il valore più profondo di quel termine che usiamo a mo’ di saluto, troviamo il coraggio di tornare a discutere di pace, a sognarla, a disegnarla, a progettarla. Non è mai troppo tardi per rimettere un concetto all’ordine del giorno, per ridisegnare le priorità. Specialmente se si hanno vent’anni. Simone Disegni Should I stay or should I go – Qui Bruxelles Capitale del Belgio e delle austere istituzioni europee. Patatine fritte, birra e cioccolata gli orgogli nazionali. Una minuscola statua, il Manneken Pis, il monumento simbolo della città. Insomma, non si può certo dire che Bruxelles sia un posto di cui ci si innamori a prima vista. Non troverete le atmosfere romantiche parigine o i ritmi underground di Londra, ciò nonostante gli spiriti più co‐ raggiosi sapranno ignorare il tempaccio (la consultazione del meteo è vivamente scon‐ sigliata) e il brusio dei luoghi comuni, per conoscere una città che dentro di sé ne con‐ tiene molte altre. D’altronde adottare un basso profilo e mo‐ derare le aspettative è il metodo infallibile per lasciarsi meravigliare da questa città. Sorprese riservate solo a chi la città decide di viverla, sia ben chiaro, accettandone i ritmi un po’ distanti da quelli del nostro bel paese. Armatevi dunque di santa pazienza e lascia‐ tevi cullare dalla calma belga! In fondo se una romana DOC ha cominciato ad usare la bicicletta in città dopo anni di maniacale amore per il proprio scooter, chiunque altro può farcela. Ed è così che ci si ritrova a gustare un’ inso‐ spettata cultura musicale, fatta di gruppi emergenti e maratone di musica jazz in giro per i quartieri della città, il tutto accompa‐ gnato dalla famosa birra belga, di cui bisogna riconoscere la qualità e il prezzo a buon mer‐ cato. Passeggiando per la piazza Saint Bo‐ niface ci si può imbattere in una graziosa bottega di abiti fai da te, dov’è possibile no‐ leggiare una postazione fornita di stoffe e macchina da cucire vecchio stile, per creare il proprio pezzo esclusivo e inimitabile. Oc‐ chio all’agenda e non vi sfuggirà la possibilità di visitare le serre reali di Laeken, un giar‐ dino magnifico e surreale aperto ai visitatori solo pochi giorni l’anno. Se è arrivato il mo‐ mento per un po’ di relax, un salto nella li‐ breria francofona Filigranes è d’obbligo e alla lettura potrete unire anche un caffè e una fetta di torta. Alla vita belga si alterna un via vai di studenti Erasmus, stagisti, giovani laureati e talen‐ tuosi professionisti che approdano qui ogni anno richiamati dal mercato del lavoro eu‐ ropeo. Le frustrazioni legate alla penosa ri‐ cerca di un lavoro nel proprio Paese di ori‐ gine si dimenticano in fretta nell’energico tran‐tran degli expat (così ci chiamano!). L’aperitivo a Place du Luxembourg ai piedi del Parlamento Europeo il giovedì sera è un must al quale è difficile sottrarsi, così come lo spritz il mercoledì sera nel quartiere di Chatelain un richiamo irresistibile. Sono mi‐ gliaia i giovani stranieri che affollano la città, entusiasti della loro esperienza internazio‐ nale ma pur sempre con un pizzico di no‐ stalgia di casa. Sarà forse questa nostalgia che ha fatto di Bruxelles una città‐fiera di culture, religioni e tradizioni locali da tutto il mondo. La vita ebraica non è da meno. Quando il ve‐ nerdì sera la voglia di shabbat in famiglia ci getta un po’ nello sconforto basta scegliere tra le molteplici opportunità. Bruxelles per‐ derebbe la sua allure se non vi fossero rap‐ presentate anche tutte le sfumature di ebrai‐ smo. Ortodossi, chabad, reformer, laici, il mercato non potrebbe essere più vasto. Ba‐ sta sapersi guardare intorno e sembrerà di sentirsi a un passo da casa. Melissa Sonnino Olimpiadi Il ricordo sbiadito della strage di Monaco Ilaria Romano e Ankie Spitzer. Sono i nomi delle vedove di due degli undici atleti assassinati a Monaco durante i giochi Olimpici del ’72, per mano del gruppo terroristico Settembre Nero. Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha rifiutato il loro appello di ricordare le vittime in un minuto di silenzio alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi a Londra. Jacques Rogge, presidente del CIO, ha detto di avere “le mani legate” dai 46 paesi arabi e musulmani partecipanti ai giochi Olimpici, e che questa occasione non era il momento opportuno per ricordare gli atleti. “Le mani di mio marito erano legate, non le vostre” ha risposto Ankie Spitzer, aggiungendo che questo rifiuto è “pura discriminazione”. La cerimonia d’apertura dei Giochi il 27 luglio è stata gran- diosa. Una celebrazione della cultura brittannica che va dai Beatles a Mr. Bean, da Daniel Craig alla Regina portata in elicottero. I paesi hanno sfilato uno a uno. Israeliani, ebrei, e ogni sostenitore della causa sono rimasti col fiato sospeso in attesa di un qualsiasi riferimento a quella strage che 40 anni fa sconvolse il mondo, ma non abbastanza il CIO da far interrompere le gare. Come previsto, non c’è stato nessun minuto di silenzio. Davanti a questo rifiuto, l’Italia è stata uno dei paesi che ha mostrato maggior solidarietà: alla Camera dei Deputati è stato rispettato un minuto di silenzio in onore degli atleti israeliani, e la nazionale italiana si è unita a quella Israeliana nel ricordare le vittime. Anche la Rai ha commentato negativamente il mancato minuto di silenzio. Persino Mitt SEGUICI ANCHE SU WWW.UGEI.IT Romney, Barack Obama, e Hillary Clinton si sono fermamente opposti alla decisione di Rogge, mentre Bob Costas, reporter della NBC, ha sottolineato quanto sia doveroso ricordare gli atleti in questa occasione, ed è stato in silenzio in diretta. Sono 40 anni che le vedove di Monaco chiedono senza successo che sia celebrata la memoria dei loro cari. Il silenzio è una lingua comprensibile a tutti, e va ben oltre una mera mossa politica. A Monaco non furono solo uccisi 11 israeliani o 11 ebrei. Furono uccisi 11 atleti, 11 papà, mariti, fratelli, fidanzati. Di qualsiasi religione o nazionalità fossero stati, o qualunque fosse lo squallido motivo per cui sono stati brutalmente uccisi, un minuto di silenzio sarebbe stato il minimo per onorarli e per preservare quella sportività che il CIO sembra ormai aver perso. Sonia Hason