omnibus - Corpo Forestale dello Stato
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OMNIBUS L’ecologia del suono Pescato in Canada, a largo dell’Atlantico un astice blu. Il rarissimo esemplare, dal colore intenso e brillante è stato ritrovato nella rete di alcuni pescatori. Secondo il Lobster Institute dell’Univertity of Maine di astici di questo colore ne esisterebbero solo un esemplare ogni due milioni di aragoste. Il colore così acceso del crostaceo deriverebbe da uno specifico difetto genetico, che causerebbe l’attivazione di una produzione eccessiva di una proteina, responsabile delle sfumature blu. Al momento il crostaceo ceruleo risiede in un acquario, dove si nutre di pezzetti di pesce e molluschi. In arrivo i cestini biologici low-tech Monitorare lo stato di salute dell’ambiente attraverso i suoni emessi dalla natura e provare ad avvertire i cambiamenti climatici con le emissioni sonore di un determinato luogo.Questi i temi principali della nuova disciplina ideata dal ricercatore americano Bryan Pijanowski, la Soundscape ecology, l’Ecologia del suono. Lo studioso della Purdue University di Lafayette, negli Stati Uniti, ha analizzato oltre 35 mila registrazioni della natura, effettuate con sensori computerizzati nello stato dell’Indiana (USA). Durante molti anni di ricerca ha elaborato la sua interessante teoria, secondo la quale i suoni prodotti dalla natura come il cinguettio degli uccelli, il fruscio del vento tra le foglie, o anche l’assenza di suoni e di rumori nei paesaggi naturali e incontaminati, oltre ad avere un certo valore estetico, possono dare chiare indicazioni sulla salute dell’ecosistema.Per il ricercatore americano i suoni della natura hanno il potere di predire i mutamenti dell’ambiente e di spiegare i cambiamenti climatici. Come dichiara Pijanowski, bisogna imparare ad ascoltare la natura Canada - Pescato rarissimo esemplare di astice blu Piuttosto che mangiare pizza, panini o alimenti preparati da oggi c’è la possibilità di portarsi dietro il pranzo direttamente in un piccolo contenitore che, con i raggi del sole, si scalda e scalderà i vostri cibi. Le “Solar Schiscette”, già ribattezzate i cestini ecologici low-tech, sono un modo sostenibile ed economico per mangiare sano anche fuori casa. L’idea di usare una tecnologia così semplice, la schiscetta è realizzata in cartone ondulato ricoperto di alluminio, per inquinare il meno possibile e mangiare sano anche quando non si ha la possibilità di preparare in casa, è venuta a due giovani creativi italiani dello studio Normale Architettura di Milano che si sono ispirati ai rudimentali fornelli solari africani. I contenitori sono stati pensati per un utilizzo plurimo e non per essere buttati dopo una sola volta. La schiscetta solare, infatti, resta sempre la stessa. I cibi vengono riscaldati dentro appositi sacchetti di carta reperibili in tutti i supermercati, che vanno cambiati di pasto in pasto. La schiscetta nasce in Italia negli anni ‘50 come cestino del pranzo per i lavoratori e da allora si è diffusa in tutto il mondo, sotto altri nomi. Ed oggi più che mai, con la crisi economica in atto e la consapevolezza di seguire un’alimentazione equilibrata e sana, sta tornando in auge. Il Forestale n. 69 - 49