La seconda antisaletta ellittica

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La seconda antisaletta ellittica
5.16. La seconda antisaletta ellittica : bianco e nero e scultura
La destinazione della sala 1 è la medesima del 1931 ma dell’allestimento originario rimangono solo
le due sculture di Medardo Rosso. Vengono aggiunte sei sculture, di cui tre erano già presenti fin
dall’origine ma collocate nel corridoio centrale 2, mentre le altre tre entrano in galleria dopo
l’inaugurazione, “Testa di donna” di Boari nel 1934, “La colomba” di Dazzi nel 1938 e “Duchessa
Clelia Sforza Fogliani” nel 1956; e cinque placchette bronzee di Brozzi 3.
In questa sala vengono anche collocati due dipinti, “Maternità” di Carena, che nel 1931 si trovava
nella sala 3, e “Composizione” di Gino Morandi, entrata in galleria nel 1954.
Concludono l’allestimento della sala 11 pezzi di bianco e nero. Due xilografie entrano in galleria
dopo l’inaugurazione, “Trebbiatura” di Morena nel 1955 e “Agnellino stanco” di Dessy, mentre gli
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Fornisco qui l’elenco completo delle opere presenti in sala contenuto nel catalogo di Sidoli del 1963:
1) Morena- Trebbiatura- xilografia
2) Astorri- Duchessa Clelia Sforza Fogliani- bronzo
3) Fattori- Soldato a cavallo- acquaforte
4) Fattori- Cavallo bianco- acquaforte
5) Conconi- Cortile Palazzo Marino- Milano- acquaforte
6) Fattori- Asinello bardato- acquaforte
7) Vela- Monumento a Pio IX – gesso
8) Carena- Maternità
9) Carbonati- Chiesa S. Ambrogio- Milano- acquaforte
10) D’Orsi- Sull’orlo della fossa- bronzo
11) Rosso- Madame Noblet- cera
12) Boari- Testa di donna- terracotta
13) Dessy- Agnellino stanco- xilografia
14) Morandi Gino- Composizione
15) Toscani- Fabbro che dorme- gesso
16) Fattori- Pattuglia di soldati a cavallo- acquaforte
17) Morandi Giorgio- Casolare- acquaforte
18) Fattori- Asinello con ragazzo in sella- acquaforte
19) Brozzi- Antilopi e uccelli- bronzo dorato
20) Brozzi- Suini al pascolo- bronzo
21) Brozzi- Pastorella con tacchini- bronzo argentato
22) Dazzi- La colomba- marmo
23) Baracchi- Ponte vecchio a Firenze- acquaforte
24) Rosso- Ecce puer- cera
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“Monumento a Pio IX” di Vela, “Sull’orlo della fossa” di D’Orsi e “Fabbro che dorme” di Toscani.
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Sono “Suini al pascolo” e “Pastorella con tacchini”, donate da Leandro Ozzola nel 1932 ed entrate in galleria nel
1934, e le tre placchette in bronzo dorato “Antilopi e uccelli”, entrate in galleria nel 1955.
altri erano già presenti nell’allestimento originario ma collocati nelle antisalette 5 4, 8 5 e 13 6, tutte
riservate al bianco e nero nel 1931.
Nell’allestimento del 1973 vengono aggiunti vari disegni e acqueforti di Fontanesi, Fattori e
Morandi, il disegno “Mucca sfracellata” di Bruzzi (che nel 1963 era nella sala 9B, dedicata al
pittore piacentino e che dopo viene separato dai dipinti esposti nella sala), e sculture di Pajella 7,
Callegari 8 e Bazzaro 9; inoltre sono sempre documentate in questa sala le due sculture di Medardo
Rosso, quelle di Astorri, Dazzi e D’Orsi.
Le tipologie artistiche presenti sono molto varie e si perde la rigida distribuzione dell’allestimento
originario che tendeva a isolare i dipinti, le sculture e i pezzi in bianco e nero. Questa commistione
si nota soprattutto nelle sale più piccole della galleria, dove la distribuzione uniforme ed ordinata
del primo allestimento viene maggiormente tralasciata; mentre le sale principali ospitano
unicamente sculture o dipinti.
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Nell’antisaletta 5 erano collocate cinque acqueforti di Fattori: “Soldato a cavallo”, “Cavallo bianco”, “Asinello
bardato”, “Pattuglia di soldati a cavallo” e “Asinello con ragazzo in sella”.
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Nell’antisaletta 8 erano collocati l’acquaforte di Conconi “Cortile del Marino” e l’acquaforte di Giorgio Morandi
“Casolare”.
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Nell’antisaletta 13 erano collocate le due acqueforti “S. Ambrogio” di Carbonati e “Ponte vecchio a Firenze” di
Baracchi.
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Troviamo in questa sala il bronzo “Donna sudanese”, entrato in galleria nel 1967.
Troviamo in questa sala le due terrecotte “Ragazzo triste” e “Testa di donna”, entrambe collocate nella prima
antisaletta ellittica nel 1963 .
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Troviamo in questa sala il bronzo “Cammello e odalisca”, che nel 1963 era documentato nell’antisaletta 5.