Io non sono qui - Amici del Cabiria

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Io non sono qui - Amici del Cabiria
Io non sono qui
Anno 2007
Titolo Originale
I'm Not There
Altri titoli
I'm Not There: Suppositions on a Film Concerning Dylan
Durata
135
Origine
USA
Colore
C
Genere
BIOGRAFICO, MUSICALE
Produzione JOHN GOLDWYN, CHRISTINE VACHON PER KILLER FILMS, JOHN WELLS
PRODUCTIONS, JOHN GOLDWYN PRODUCTIONS, ENDGAME ENTERTAINMENT, FILM
& ENTERTAINMENT VIP MEDIENFONDS 4, WELLS PRODUCTIONS
Distribuzione BIM
Data uscita 07-09-2007
Regia Todd Haynes
Attori
Christian Bale
Bob Dylan/John/Jack
Cate Blanchett
Bob Dylan/Jude
Marcus Carl Franklin
Bob Dylan/Woody
Richard Gere Bob Dylan/Billy
Heath Ledger Bob Dylan
Ben Whishaw Bob Dylan/Arthur
Julianne Moore
Alice
Michelle Williams Coco Rivington
David Cross Allen Ginsberg
Charlotte Gainsbourg
Claire
Kim Roberts Sig.ra Arvin
Kristen Hager Mona
Benz Antoine Bobby Seale/Rabbit Brown
Mark Camacho
Norman
Joe Cobden Sonny
Fanny La Croix
Alice/Attrice
Yolonda Ross Angela
Dennis St John
Capitano Henry
Garth Gilker Woody Guthrie
Sceneggiatura Todd Haynes, Oren Moverman
Fotografia Edward Lachman
Musiche Canzoni di Bob Dylan
Montaggio Jay Rabinowitz
Scenografia Judy Becker
Costumi John A. Dunn
Effetti Louis Morin
Trama:
La vita, gli amori, la musica, le canzoni e gli anni della maturità artistica e personale del celebre
cantante americano Bob Dylan, visti attraverso gli occhi di sette personaggi, ognuno dei quali
interpreta il cantante in un particolare momento della sua vita. Dall'infanzia agli esordi come
cantante folk, dal successo raggiunto nei primi anni '60 come artista politicamente impegnato, al
controverso passaggio alla musica rock. Poi, l'incidente motociclistico e il conseguente ritiro dalle
scene, fino al ritorno alle apparizioni in pubblico con una serie di concerti noti come il 'Never
Ending Tour', iniziato nel 1988 e che lo ha portato ad esibirsi in oltre 2000 concerti.
Critica:
"Tante facce diverse. tanti modi complementari di raccontare la stessa personalità artistica senza
cadere nell'agiografia (la condizione principale messa da Dylan per concedere le sue canzoni) ma
anche senza finire per forza nella logica del 'buco della serratura', da cui spiare segreti
inconfessabili. Piuttosto un omaggio pieno d'amore e di citazioni non sempre facilissime da
decifrare (il ragno che si proietta sulle pareti richiama Tarantola, come il romanzo scritto da Dylan;
almeno un paio di immagini 'copiano' sue copertine famose,
'Freewheelin', e 'Blonde on Blonde'), illuminato da un gruppo d'attori in stato di grazia, su cui svetta
una straordinaria Cate Blanchett, la cui rassomiglianza fisica con Dylan è il minore dei meriti, visto
il lavoro fatto sulla voce e sui gesti e le movenze. Se non la premiano, bisognerà scendere in
piazza."
(Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 5 settembre 2007)
"'Io non sono qui' fa parte di quella categoria di film ammirevoli che hanno tutte le virtù per vincere
un festival, per entusiasmare cinefili del tipo più visionario. e per far fuggire strepitando il pubblico
definito normale, che pretende di sapere cosa stia mai succedendo sullo schermo, chi siano i
personaggi che lo occupano, come cominci e come finisca la storia. Però il film risuona della
musica e dei versi strepitosi di 'Like a Rolling Stone', di 'Mr. Tambourine Man' e di qualche altra
decina di canzoni di Bob Dylan, interpretate da lui o da altri. E si può quindi immaginare che i suoi
giovani ammiratori non baderanno al sublime cinecaos che solo specialisti insieme musicali e
filmici riusciranno a decifrare, e ancora più incantati resteranno gli attuali sessantenni che ai tempi
di 'The thimes they are a changin' non solo avevano tanti capelli ma erano sicuri che una canzone
sarebbe bastata a cambiare il mondo." (Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 0 settembre 2007)
"Avviso a dylaniati e dylaniani: 'Io non sono qui' è il film per voi, una goduria che si prolunga per
135 minuti, suppergiù la durata delle 39 canzoni, tra originali e cover, inserite nel fantasioso 'biopic'
in concorso alla Mostra. Avviso a coloro che hanno sempre mal sopportato 'Blowin' in the wind' e
affini: 'Io non sono qui', se possibile, vi farà detestare ancora di più Bob Dylan, al secolo Robert
Zimmerman. In originale 'I'm not there', dal titolo di una delle canzoni più belle e rnisconosciute di
Dylan, il nuovo film di Todd Haynes ha diviso come poche volte i festivalieri. All'uscita dalla
proiezione, fitti conciliaboli per decifrare, ricostruire, collegare, anche esecrare. Perché il regista di
'Lontano dal Paradiso' s'è divertito non poco a complicare le cose, nella prospettiva di rendere
'un'esperienza emotiva e sensoriale' la sua cavalcata nella vita, gli umori e le canzoni del
menestrello di Duluth. Non per niente ha voluto che fossero in sei a incarnarlo nelle diverse fasi
dell'esistenza, ciascun personaggio con un nome diverso, a comporre una biografia anomala e corale
che rispecchia le anime controverse dell'uomo." (Michele Anselmi, 'Il Giornale', 5 settembre 2007)
"La coraggiosa distribuzione presuppone che in Italia ci siano centinaia di migliaia di adepti al culto
di Bob Dylan. Temiamo sia la condizione necessaria per apprezzare il film: che a noi, in quanto
dylaniani/dilaniati,è piaciuto enormemente, ma che è di ardua comprensione senza una conoscenza
approfondita delle opere e della vita del grande cantante. Anzi, delle sue 'molte vite', alle quali si
ispira il film, come recita la didascalia iniziale (...) Ne esce un collage visionario, pieno di musiche
stupende, in cui i dylaniani vanno a nozze e gli altri, ahiloro, si arrangiano. Nota a margine: l'unica
dei 6 interpreti che assomiglia all'originale è la donna, Cate Blanchett, che fa un'operazione di
mimesi clamorosa. Se non vince un altro Oscar, scenderemo in piazza."
(Alberto Crespi, 'L'Unità', 5 settembre 2007)
"Lo sforzo produttivo e creativo è immane e da plauso, ma ci chiediamo veramente se non si poteva
fare qualcosa per cercare di avvicinare anche il pubblico dei non-esegeti ad un progetto come
questo. Se la svolta elettrica di Newport - con Dylan Blanchett che imbraccia un mitragliatore e
spara contro il suo pubblico venuto per ascoltare un concerto folk - la diamo per scontata nella
conoscenza generale dello spettatore medio (ma sarà così?), è un peccato veder sprecati così tanti
rivoli ispirati, ma rivolti veramente solo ad un pubblico scelto. La casa distributrice italiana lo
vorrebbe passare nei multiplex, ma questo 'I'm Not There' in verità non è neanche veramente un
film d'essai, è proprio un prodotto di nicchia, per dylanologi, dylanisti, e pochissimi altri."
(Massimo Benvegnù, 'Il Riformista', 5 settembre 2007)
"Buoni esiti, ancora una volta, per il cinema americano, con un'operazione intelligente avviata da
Todd Haynes dopo i1 successo di 'Lontano dal Paradiso' con 'Io non sono qui'. Un modo nuovo,
originalissimo, di affrontare un genere spesso visitato da Hollywood, la biografia. Sei personaggi
per dirci di uno solo, Bob Dylan, un'icona vivente del rock nel Novecento. Si ascoltano le sue
canzoni con la sua voce o con quelle di altri ma lui non si è mai mostrato. Al suo posto, non sempre
in ordine rigidamente cronologico, delle figure che, con nomi spessa immaginari, ci raccontano,
dagli esordi ad oggi, i momenti salienti della sua vita. Nel '59, un ragazzino di colore che fugge
clandestino su un treno, poi un tale giovanissimo Arthur che, di fronte a noi, agisce come Arthur
Rimbaud," (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 5 settembre 2007)
"Il film è criptico e confuso: ma, per via della musica, del significato e dell'influenza che Bob Dylan
ha avuto per varie generazioni, è anche molto complice e commovente."
(Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 5 settembre 2007)
"Ogni passaggio avanti e indietro nel tempo adotta uno stile intonato alle febbrili fasi biografiche:
variopinto e scolpito quando il divo egoista si compiace del denaro e del successo, trascurando
l'appassionata moglie ex pittrice; psichedelico e burlesco ai momento dell'immersione nella
'Swinging London' beatlesiana; addirittura felliniano o burtoniano nell'iniziatico intermezzo affidato
a Richard Gere nei panni del bandito Billy the Kid (il riferimento dovrebbe essere al capo d'opera di
Sam Pechkinpah interpretato e musicato nel '73). Nonostante l'inevitabile coinvolgimento, non si
riesce a immaginare folle di spettatori che s'accalcano al botteghino: l'andamento irregolare, gli
incroci inestricabili, le sovrapposizioni all'interno della stessa sequenza, gli inserti surreali, il
simbolismo degli attacchi e gli stacchi più o meno cronologici della dilagante colonna sonora (che
si chiude con il magico pathos di 'Like a Rolling Stone') tentano, insomma, a proprio rischio e
pericolo di restituire la complessità e i salti logici che rendono immortale l'epigrafe 'parole e musica
di Bob Dylan'." (Valerio Caprara, 'Il Mattino',05 settembre 2007)
"Un biopic psichedelico, storia di una vita raccontata attraverso l'esplosione del mito in migliaia di
scintillanti frammenti. Haynes li rimette insieme con ordine discutibile e con tempi orribilmente
prolissi, ma non senza sprazzi di piacere e genialità. La frammentazione ulteriormente sottolineata
dalla presenza in scena di sei diversi attori per ogni pezzo di personalità interpretata: Richard Gere,
Cate Blanchett, Heath Ledger, Christian Bale si passano la pala dell'icona americana più resistente
allo scorrere del tempo. L'uomo che, nei quaranta anni della sua carriera, ha incarnato tutte le anime
dell'America, risputandole in musica e poesia. Caotico e lungo, colonna sonora scelta tra i brani
meno conosciuti. Ma alla fine qualche pezzetto di Dylan ci rimane appiccicato addosso."
(Roberta Ronconi, 'Liberazione', 5 settembre 2007)
"135 minuti dunque 'autorizzati' su Robert Zimmerman Bob Dylan, ma senza la partecipazione di
Bob Dylan, se non nei pochi secondi finali, in un assolo con l'armonica a bocca da virtuoso
seicentesco. Come dire di no, infatti al regista di 'Safe' e 'Velvet Goldmine', a Todd Haynes che
nacque al cinema con una biografa su una folk singer morta anoressica, anche se 'The Karen
Carpenter Story' nessuno l'ha mai visto perché, interpretato da una bambola Barbie fu proibito
dall'industria che le fabbrica (neanche tanto correttamente)."
(Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 5 settembre 2007)
Note:
- PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA (EX-AEQUO CON "LE GRAIN ET LE MULET"
DI ABDELLATIF KECHICHE) E COPPA VOLPI PER LA MIGLIOR INTERPRETE
FEMMINILE A CATE BLANCHETT ALLA 64. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE
CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2007).
Per vedere il trailer:
http://www.mymovies.it/trailer/?id=49554
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