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Solbiate Olona
Una leggenda lunga 176 gradini
Volete dire la vostra?
Simbolo del Ciclocross, la Scalinata ha scandito la storia del paese
- Nel Museo Socio Storico di Solbiate Olona, i reperti raccolti e catalogati con
passione esemplare da Aldo Tronconi documentano come nel 1823, per la precisione al 23
agosto, risalga il primo registro relativo al locale Cotonificio, allora Dittta Andrea Ponti.
Come facile intuire, in quel periodo le persone si muovevano soprattutto a piedi e di
conseguenza i circa 450 operai che lavoravano nell’impianto produttivo avevano bisogno di
una via di accesso pedonale. Nasce così in quel periodo una delle costruzioni destinate
quasi due secoli dopo a diventare uno dei principali simboli del paese e in particolare,
protagonista indiscussa dell’evento sportivo più importante non solo di Solbiate Olona ma
anche di buona parte della zona.
In bacheca c'è sempre
posto
11 Gennaio 2011
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Disputato per la prima volta nel 1951, nel corso degli anni il Ciclocross di Solbiate si è
affermato come prova tra le più importanti del circuito, richiamando fino al 2001 tutto il
meglio del settore, pronto a sfidarsi lungo i prati del Cotonifico ma soprattutto lungo la
terribile Scaletta, a ogni giro sempre più dura da affrontare con la bicicletta in spalla.
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Anche se oggi i professionisti hanno ceduto il passo all’entusiasmo di ciclisti giovani e amatori, lo spirito con il quale
i corridori affrontano la scalinata è rimasto immutato. A un iniziale timore subentra il desiderio di affrontare la
sfida, resistere alla fatica che si accumula a ogni passaggio e studiare proprio lungo quei gradini il punto decisivo per
lanciare l’affondo decisivo agli avversari. Oggi la Scalinata è soprattutto questo, nel giorno della gara, ma nche il
ruolo di collegamento con il fondovalle è rimasto immutato, anche se non più per lavoro, bensì per coloro alla ricerca
di un contatto con la natura in una Valle Olona sulla via del recupero.
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Nel corso della propria storia però, la scalinata ne ha viste passare di tutti i colori e non a caso i segni del tempo
sono ben visibili, soprattutto nella prima parte, dove i ciottoli usati per riempire gli scalini appaiono irregolari e il
cammino di sostegno accusa dei cedimenti. “Dal punto di vista strettamente storico, la scalinata è il simbolo del
passaggio dall’attività agricola, soprattutto allevamento, mais e anche un po’ di uva – racconta Aldo Tronconi -,
all’avvio dell’era industriale, con maggiori garanzie di avere una paga regolare”.
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Erano gli anni del Regno Lombardo-Veneto, e con l’inizio del ‘900 l’attività industriale si sarebbe consolidata. Al
massimo del proprio splendore, il Cotonificio di Solbiate, ufficialmente nato come SpA nel 1915, dava lavoro a circa
seicento persone, alcune delle quali residenti a Gorla Maggiore, ma per la maggior parte provenienti dal paese, che
allora contava 1.600 residenti. Facile quindi immaginare come negli orari di inizio e fine turno, ai quali si aggiunge la
pausa pranzo, il traffico lungo quegli scalini fosse particolarmente intenso.
In particolare, si parla di 176 gradini, divisi in due parti. Partendo dal basso infatti, dopo i
primi 122 orientati in direzione del dolce pendio della Valle, la direzione cambia bruscamente
per affrontare con gli ultimi 44 scalini lo strappo finale per arrivare nella piazza della vecchia
Chiesa. Proprio in prossimità di questo cambiamento di rotta, nel 1904 è stata realizzata la
Grotta della Madonna di Lourdes, ancora oggi luogo di pellegrinaggio e preghiera per la
popolazione locale, ma in origine pensata soprattutto come angolo di devozione per gli operai.
In totale, 176 piccoli dislivelli all’apparenza irregolari, ma in realtà risultato di un lavoro molto
preciso. La lunghezza del singolo gradino, tutti inclinati verso il basso, raramente si discosta
infatti dai cinquanta centimetri, mentre il tempo ha influito, anche se in minima parte,
sull’altezza, variabile tra 18 e 20 centimetri. Fatti i relativi calcoli, si arriva a un dislivello
complessivo di trentatre metri, esattamente quanto rilevato anche attraverso uno strumento
ben più moderno, il GPS, di quello a disposizione degli ingegneri di allora. In particolare, la quota iniziale è stimata in
224 m slm, mentre la fine si trova a 257 m slm. Il tutto in un centinaio di metri scarsi.
Con il Ciclocross la scalinata è entrata ufficialmente nella storia e non di rado nella leggenda, grazie ai nomi da
almanacco che l’hanno valorizzata, ma si è arricchita di un ulteriore punto da celebrare. I corridori infatti, non la
percorrono tutta, ma solo in parte. Dopo i primi 91 scalini, sulla sinistra si dirama un sentiero che ritorna ripido
verso la Valle, per ricollegarsi dopo una decina di metri scoscesi ricchi di curve al Coustieau de tre sass, la strada
alternativa che risale la Valle con un sentiero meno ripido e arriva in paese un centinaio di metri più a sud. La
seconda parte di questo sentiero, tuttora utilizzato da chi risale a Solbiate Olona spingendo (a mano) la bicicletta e
non vuole affrontare la viabilità ordinaria conclude il tratto più impegnativo del circuito agonistico.
Oggi quei 176 scalini emanano il profumo della storia, ma 91 di loro rappresentano quindi anche il presente; un
presente di sport e giovani, che più di ogni altra cosa è capace di dare soddisfazione agli infaticabili organizzatori del
G.S.Solbiatese e garantire l’indispensabile filo conduttore tra passato e futuro. Una storia pronta a entrare nella
leggenda grazie finalmente al riconoscimento che il 16 Gennaio le sarà tributato. Prima dell'ultima gara infatti, il
clima agonistico si prenderà una pausa; tutti i presenti saranno chiamati all'inizio della Scalinata dove il Vice Sindaco
nonchè Presidente Onorario del G.S.Solbiatese Pierangleo Macchi e Leopoldo Landoni, da tutti conosciuto come il
Dinin, scopriranno la targa celebrativa con l'Albo d'oro della corsa e posata proprio in questi giorni.
http://www.valleolona.com/notiziario/2011/201101/110111_solbiate_ciclocross.html[11/01/2011 16:53:34]
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Giuseppe Goglio
[email protected]
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