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OK RETAIL È: Esperienza, innOvazione
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RAI: è inaudito
pagare per
le Olimpiadi 07
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n.67 / 8 aprile 2013
Scuola: tra un anno
libri di testo in
formato digitale 08
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Playstation 4 avrà
Blu-ray 6x e un
HDD enorme 17
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Presentato Facebook Home
La sfida a Google è lanciata
Quante volte al giorno dici Ok?
Tutte le volte in cui hai la soluzione.
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Gianfranco GIardina
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Milano, seconda serata di un giorno
feriale. Una rassegna di tutti i canali
ricevibili con il digitale terrestre dà
esiti sconfortanti: solo quattro canali
in HD, nessuno nativo, almeno nel
momento del “rilevamento”; 33
canali pay TV, ovviamente inutili
per i non abbonati; ma soprattutto
102 canali tra televendite, canali
“+1” e canali stupidamente ripetuti;
per non parlare, poi, del carattere
non propriamente “utile” di alcuni
canali minori dal palinsesto improbabile. Questo il bollettino di guerra
dell’occupazione dell’etere terrestre:
una quantità enorme di banda buttata via. Nulla da dire, lo spettatore
non è obbligato a guardare un canale non interessante. Ma almeno non
ci vengano a raccontare che l’etere
digitale terrestre è una risorsa scarsa
e che quindi “dobbiamo” passare al
DVB-T2 per avere qualche canale in
più. Sarebbe un nuovo switch-off,
questa volta senza alcun vantaggio
per i consumatori: inammissibile.
Nel frattempo SKY, sull’altro fronte,
continua felicemente a interpretare
il ruolo del monopolista italiano
dell’alta definizione, soprattutto per
la cronica latitanza di contendenti.
Intanto le frequenze terrestri stanno
“volando via” verso nuove destinazioni ritenute più utili: i canali
dal 61 al 69 sono già stati passati
alla telefonia 4G ed entro un paio
d’anni, inevitabilmente, stessa sorte
toccherà ai canali dal 51 al 60. Ma
è evidente che, per una TV di servizio di “primo livello”, moltissimi
canali tra quelli attualmente diffusi
non servono e potrebbero essere
chiusi; inoltre, il posto giusto per
la Pay TV è il satellite e forse è ora
di andare oltre la segmentazione
dei diritti per mezzo trasmissivo
tornando felicemente a due (o più)
gestori di pay TV satellitare. Sarebbe un sollievo anche per Mediaset
Premium che inizierebbe finalmente ad avere un numero di canali
adeguato alla propria mission.
Così, nei salotti “buoni” del mondo
televisivo si inizia a ipotizzare che
nel futuro la TV italiana possa in
qualche modo prendere le distanze
dal digitale terrestre tanto sostenuto
in questi anni per appoggiarsi via
via sempre più al satellite: copertura
completa, ideale per il broadcasting;
banda economica e disponibile;
passaggio di tutti i principali canali
in HD; fine dei problemi di cattiva
ricezione. Certo, sarebbe anche
questo un nuovo switch-off, ma
dalla parte giusta, quella che andava
imboccata 6 anni fa e che porta chiari vantaggi agli utenti. E non è solo
senno di poi, dato che lo dicevamo
anche allora.
e volte al giorno dici Ok?
le volte in cui hai la soluzione.
C’è davvero
bisogno
del digitale
terrestre?
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Integrazione completa del social netwoork in Android
Home e lockscreen personalizzate, arriverà la pubblicità
02
TV Sony 2013
tutti i prezzi
Presentata la gamma TV
il 4K sarà in vendita a
giugno, il 55” avrà un
prezzo di circa 5000 euro
03
DDay.it prova Blackberry Z10
26
Tutto nuovo e con un sistema operativo innovativo
È ben costruito e veloce, sono da migliorare
l’autonomia e soprattutto le applicazioni
In prova HTC One
è lui il migliore?
35
22
Fujifilm X-E1
qualità full-frame
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emi
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n.67 / 8 aprile 2013
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MOBILE Presentato Facebook Home, una completa integrazione del social network nel sistema operativo Android
Facebook Home, il social Android sfida Google
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Sarà disponibile a partire dal 12 aprile per gli smartphone Android top, insieme al nuovo HTC First
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ne e la visione di notizie senza però
stravolgere l’utilizzo quotidiano:
quando l’utente utilizza un’applicazione o il browser le notifiche non
sono affatto invasive, è l’utente che
sceglie se continuare a fare quello
che stava facendo o se dare un occhio a quello che accade nella sua
cerchia di amicizie. Grazie all‘integrazione di Open Graph e delle
altre tecnologie di Facebook, sarà
inoltre possibile portare sulla home
applicazione e widget di Facebook,
ricalcando un po’ quello che veniva
fatto da Android con i suoi widget.
Home è sicuramente una grossa
novità per coloro che spendono
molto tempo sul social network,
ma dal punto di vista “politico” è
un vero colpo di stato da parte di
Facebook ai danni di Google. Mark
Zuckerberg l’ha detto chiaramente:
la pubblicità arriverà su Facebook
Home, non subito ma arriverà.
Google e Facebook non sono enti di
beneficienza e più di altri (Apple)
vivono di pubblicità: con Home,
Facebook porta via a Google i due
elementi più preziosi dello smartphone dal punto di vista pubblicitario, quelli più visti: la lockscreen
e la home. Una mossa che potrebbe
incrinare i rapporti tra i due colossi che si spartiscono gran parte dei
proventi del mercato pubblicitario
digitale. Facebook Home risolleva
poi molti dubbi legati alla privacy:
con una così completa integrazione
all’interno del telefono cosa saprà
Facebook di noi in più
rispetto a quello che già
conosce? Probabilmente
quello che Google sa già.
Facebook Home, che
sarà lanciato il 12 apri-
Quante volte al giorno dici Ok?
Tutte le volte in cui hai la soluzione.
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BUSINESS

le, inizialmente sarà disponibile
per i più importanti smartphone
Android: HTC One, HTC One X,
Galaxy S3, Galaxy S4 e Galaxy Note
2, successivamente arriverà la versione anche per tutti gli altri dispositivi. Zuckerberg è stato chiaro,
Facebook vuole Home sul maggior
numero di dispositivi e per mostrare al meglio l’esperienza del nuovo
sistema e di CoverFeed ha lanciato anche un nuovo smartphone in
collaborazione con HTC e AT&T,
l’HTC First. Uno smartphone di
fascia media, disponibile in vari
colori (un po’ tristi) e con una dotazione hardware non esaltante, ma
all’utente Facebook probabilmente
la potenza pura non importa più di
Facebook Home, presentazione
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acebook ha una nuova casa su
Android, Facebook Home, una
perfetta integrazione del social
network con Android, il noto sistema operativo di Google. Davanti
a pochi eletti, nella sede di Menlo
Park, Mark Zuckerberg ha illustrato i motivi che hanno spinto Facebook a questo grande passo.
L’analisi delle abitudini delle persone ha portato infatti alla conclusione che sempre più persone spendono tempo su Facebook quando
hanno tra le mani uno smartphone
o un tablet, la soluzione più ovvia
era proprio rendere Facebook l’elemento principale dello smartphone stesso. Su Android ovviamente,
perchè il sistema di Google essendo
aperto lo permette, al contrario di
iOS e di Microsoft che mai avrebbero avvallato una soluzione simile. Facebook Home, come dice il
nome stesso, è una nuova “prima
pagina” per ogni smartphone Android, una shell che va a sostituire
la home classica di Android e la
lockscreen, trasformandole in una
sorta di timeline Facebook grazie
all’applicativo CoverFeed. Il grosso lavoro fatto dagli sviluppatori
riguarda proprio la profonda integrazione che trasforma di fatto uno
smartphone basato sulle app in uno
smartphone basato sulle persone.
Facebook ha agevolato l’interazione, la messaggistica, la condivisio-
e volte al giorno dici Ok?
le volte in cui hai la soluzione.
F
di Roberto Pezzali
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torna al sommario
tanto. HTC First vede il debutto
del nuovo Snapdragon 400 a 1.4
GHz, ha uno schermo da 4.3” 720p,
connettività LTE e fotocamera da 5
megapixel con ottica F2.
HTC First sarà venduto da AT&T
a 99$ (con un abbonamento di
due anni, un po’ come molti top
di gamma negli States) e arriverà
anche in Europa. Zuckerberg al
termine della conferenza ha dichiarato raggiante: “Abbiamo un
social network di successo, abbiamo miliardi di contatti, abbiamo
i messaggi e una rete immensa
di persone, abbiamo Android.
Quello che mancava era un telefono e ora abbiamo pure quello”.
Più di uno, aggiungiamo noi.
Come utilizzare Cover Feed
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tv e video Presentata alla stampa la gamma TV 2013, il 4K sarà in vendita a giugno
Sony, tutti i prezzi dei TV italiani
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A Cannes
primo corto
in 8K
e volte al giorno dici Ok?
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BUSINESS
di Paolo CENTOFANTI
MHL e il MotionFlow XR100. Il modello da 46” sarà disponibile per il
pubblico a 800 euro, che diventano
550 euro per il modello da 40” e 400
euro per quello da 32”.
Insieme alla serie R4, ad aprile arriverà anche la serie W8, TV di fascia
alta con pannello IPS e sistema 3D
polarizzato. La serie W8 sarà disponibile nei formati da 55” (2.000
euro), 47” (1.500 euro) e 42” (1.100
euro) e oltre al 3D polarizzato avrà
anche Motionflow XR 400, processore X Reality Picture Engine Pro e tutta la piattaforma Smart TV con PVR e
NFC per il mirroring one touch.
A maggio arriverà, invece, il top di
gamma serie W9: la differenza ri-
spetto alla serie W8 è la presenza del
3D attivo, del Motionflow XR 800 e
del pannello Triluminous. In questo
caso si parte dai 2.800 euro del 55”
per passare ai 2.000 euro del 46” e ai
1.500 euro del 40”.
Interessante anche la serie W6 composta da W65 (Full HD) e W60 (HD
Ready). Disponibile a maggio, la
gamma offre design accurato e un
pannello Edge LED più tradizionale. La serie W6 sarà priva di 3D ma
avrà a bordo la Smart TV e il sistema
di mirroring da tablet e smartphone
ma senza NFC. I prezzi vanno dai 750
euro per il 42” Full HD ai 550 euro
del 32” sempre Full HD. Il modello
32” HD Ready costerà 500 euro.
Sony serie W6 Full HD: prezzi compresi tra 750 e 550 euro
Al prossimo Festival di Cannes verrà mostrato al pubblico Beauties A La Carte, corto
realizzato da Toshio Lee e
l’emittente giapponese NHK
in 8K, o meglio con risoluzione
di 7.680x4.320 pixel. L’intenzione dei produttori è quella di
catalizzare l’attenzione degli
addetti ai lavori sul nuovo formato che il governo giapponese vorrebbe vedere diventare
realtà entro il 2020. Anche
se a livello tecnologico i progressi sono costanti in questo
campo, quello dei contenuti è
chiaramente un nodo cruciale
per il successo dell’iniziativa.
La Super Hi-Vision nasceva
in Giappone nei primi anni
2000 con l’idea di trasformare un’intera parete in una vera
e propria finestra sul mondo,
con immagini iper realistiche
e audio tridimensionale a 22.2
canali. Una visione che dieci
anni fa sembrava irrealizzabile
e che, invece, ora sta diventando sempre più concreta. Sharp
ha mostrato più volte un suo
prototipo di TV LCD con risoluzione video 8K, mentre il
2013 è l’anno della diffusione
dei primi modelli di TV commerciali con risoluzione 4K.
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Sony serie X9 4K: disponibile nelle dimensioni 55” e 65”, in vendita a giugno
Sony serie W8: i prezzi partono da 1.100 euro per il 42”
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Realizzato da NHK,
in collaborazione con
il regista Toshio Lee,
verrà mostrato
per dimostrare
le potenzialità
del formato
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Chi vuole il 4K dovrà spendere 5.000 euro per il 55” e 7.500 euro per il 65”
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ony ha presentato la gamma
di TV destinata al nostro Paese: sei serie che partono dal
top di gamma X9 4K nei tagli da
55” e da 65” per arrivare ai TV Direct LED di fascia bassa della serie
R4. Partiamo proprio dalla serie X9,
composta dal XBR-55X900 e dal 65”
XBR-65X900: per il 55” si dovranno
spendere 5.000 euro, per acquistare il 65” la spesa sale a 7.500 euro.
I prezzi potrebbero subire ancora
qualche leggera modifica prima di
giugno, quando i TV arriveranno nei
negozi. Il 55” 4K costerà quindi la
metà del 55” OLED ma offrirà una
risoluzione quadrupla e un audio di
qualità: ricordiamo, infatti, che sulla
serie X9 Sony ha inserito un vero sistema audio all’interno della cornice,
con diffusori a due vie bene in vista
come nei primi TV a schermo piatto.
La serie 4K di Sony avrà un pannello
Dynamic Edge LED Triluminous, ovvero la particolare retroilluminazione con Quantum Dots che promette
un’emissione cromatica più pura, e
sarà 3D polarizzato. Non mancheranno, ovviamente, tutte le funzionalità Smart TV, SideView, PVR e NFC
con One Touch Mirroring.
La serie entry level R4, la prima ad
arrivare nei negozi, già disponibile da
aprile nei formati 46” e 40” Full HD
e 32” HD Ready. Tra le particolarità
il media player USB, la connessione
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tv e video L’HEVC (H.265) sui nuovi TV Samsung scatena l’interesse degli appassionati
L’insaziabile fame di H.265 sui TV
Da Sony
due network
speaker con
apt-X e NFC
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Nuovi diffusori per
Sony con un’inedita
linea larga e sottile,
con Bluetooth, apt-X,
accoppiamento NFC
codificare il nuovo formato è il potentissimo Snapdragon 800 e la stessa
Qualcomm ha dichiarato che non si
potranno aggiornare gli altri SoC quad
core in gamma. Difficile dire cosa succederà nei prossimi anni: l’H.265 diventerà uno dei protagonisti in ambito
video ma non certo nel segmento della
TV e del broadcasting. Considerando
le sue proprietà, l’HEVC verrà usato
prima di tutto per film e serie tv da
scaricare (illegalmente e non): stesso
film ma file molto più piccolo. Subito
dopo verranno smartphone, tablet e
fotocamere: per condividere filmati
sul cloud e tra device avere un file più
snello ma di qualità sarà una vera benedizione.
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Parasound, ora il CD “gira” su Linux
Presentato un lettore CD high-end basato su Linux, lettura a prova d’errore
di Paolo CENTOFANTI
I
da leggere lo stesso blocco più volte
fino a quando non ottiene lo stesso risultato in modo da essere sicuro che
i dati siano corretti. In caso di rilevazione di un errore dopo un numero
limite di letture dello stesso blocco,
il lettore passa a un sofisticato algoritmo di interpolazione per minimizzare l’impatto dell’errore sulla qualità
audio. I dati corretti vengono inviati
a una memoria buffer da ben 30 secondi che viene poi effettivamente
utilizzata per la riproduzione audio
vera e propria. Naturalmente il Parasound Halo CD 1 impiega tutti i classici accorgimenti di un lettore audio
high-end: sovracampionamento a 8x
(352.8 kHz), clock di precisione per
eliminare ogni forma di jitter, scheda
audio a componenti discreti di eccellenza, alimentazione a stadi separati,
uscite audio analogiche bilanciate.
Tutto ciò ha anche però il costo non
indifferente di 4.500 dollari.
di Roberto FAGGIANO
La linea “Sense of Quartz”, già
lanciata su TV e lettori Blu-ray
arriva anche per i nuovi diffusori Sony CMT-BT80W e CMTBT60. Ne deriva un’estetica piuttosto insolita, con larghezza di 48
cm e spessore di appena 86 mm,
merito dei nuovi altoparlanti Magnetic Fluid a profondità ridotta,
qui usati in un sistema a due
vie con radiatore passivo. I due
nuovi diffusori possono ricevere
musica da un qualsiasi dispositivo dotato di Bluetooth, con la
possibilità di pairing immediato
in presenza di NFC e con la migliore qualità audio se è presente
anche l’apt-X. Inoltre, il modello
superiore CMT-BT80W è anche
dotato di Wi-Fi e AirPlay per i
dispositivi che hanno installato
iTunes. Sempre sul modello superiore c’è anche il DLNA e una
presa USB per ricaricare o ascoltare dispositivi Apple. I diffusori
hanno in comune il lettore CD
con caricamento motorizzato, radio FM, telecomando, equalizzatore, ingresso analogico minjack
e l’amplificatore S Master da 40
watt complessivi. I diffusori sono
disponibili con finitura grigio
chiara per il BT-80W oppure
nera per il BT-60. La disponibilità è annunciata per il mese di
maggio, i prezzi di listino italiani
sono di 200 euro per il BT-60 e
270 euro per il BT-80W.

disponibile. Samsung ha aggiunto
questa funzionalità sul TV sfruttando
il processore quad core integrato, ma
sembra più un argomento di marketing piuttosto che qualcosa di reale
utilità e soprattutto Samsung non ha
certo pensato al futuro delle trasmissioni TV, la soluzione potrebbe infatti
variare da paese a paese, senza alcuna
certezza. Serviranno almeno due o tre
anni prima di vedere sul mercato prodotti con all’interno un decoder H.265
hardware, così come serviranno anni
per avere degli encoder H.265 veloci e di buona qualità. L’ipotesi poi di
avere in futuro eventuali trasmissioni
con l’H.265 combinato con il DVBT2 sembra essere ancora più lontana:
alcuni paesi europei parlano addirittura di 2025, sempre che allora la TV
viaggi ancora via etere. È anche inutile
pensare ad eventuali upgrade: nessun
prodotto oggi sul mercato, fatta eccezione per i processori quad core più
evoluto di smartphone e tablet e per
i PC, è aggiornabile all’H.265; non a
caso uno dei primi SoC capace di de-
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HIFI & Home Theater Halo CD 1 di Parasound è un CD player high-end particolare
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Il nuovo formato resterà però un desiderio, almeno nell’immediato futuro
l migliore lettore CD? Quello che
riesce a leggere un disco senza errori. Il Compact Disc è infatti un
formato tutt’altro che a prova d’errore. Parasound per il suo nuovo lettore
di CD high-end ha scelto una strada
inedita per raggiungere la più accurata lettura possibile: l’Halo CD-1, infatti, non è altro che un vero e proprio
computer con sistema operativo Linux, una meccanica CD-ROM di precisione e soprattutto un software di
lettura realizzato da Holm Acoustics
che lavora in modo non dissimile da
quello che fanno i migliori programmi
di ripping. Il CD 1, infatti, riproduce
il disco ad altissima velocità in modo
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Il 25 gennaio 2013 è stata approvata la
prima versione dell’H.265, il formato
di compressione destinato a sostituire
l’H.264 come standard per la distribuzione di video ad alta definizione sul
web. Un traguardo che apre le porte a
un ricambio generazionale di prodotti:
la maggior parte degli standard attuali,
sia in ambito consumer che broadcast,
si basa sull’H.264, ed è inevitabile pensare a un futuro con nuove soluzioni
per offrire la stessa qualità con un
consumo di banda inferiore. L’H.265,
grazie a una maggiore efficienza, permette di trasmettere video a risoluzioni più elevate utilizzando la stessa
banda o di risparmiare banda nel caso
di una trasmissione a 1080p. Il nuovo
formato nelle fasi iniziali verrà utilizzato proprio per lo streaming video
e va letta in quest’ottica la presenza
del decoder HEVC a bordo del nuovo
F8000: se Samsung lo userà sarà per
attivare servizi di streaming video in
qualità HD anche con poca banda
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Haier porta le app di Google sul TV
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La chiavetta HDMI è fornita di tastiera e permette di accedere al Play Store

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di Roberto Pezzali
H
aier ha presentato la gamma di prodotti per il 2013,
concentrando
l’attenzione
sulla nuova Android Dongle, la
chiave d’accesso al mondo Smart
TV di Google. Il produttore cinese ha scelto di non dotare i suoi
TV di una logica Smart integrata e ha preferito affiancare a ogni
modello un mini PC Android con
telecomando qwerty dotato anche
di giroscopio. Una soluzione che
permette l’accesso a tutte le applicazioni presenti sul Play Store.
Haier ha cercato di personalizzare
l’interfaccia precaricando anche
una serie di applicazioni e attivando alcune possibilità di interazione
con uno smartphone non Android.
Haier Android Dongle, che verrà
venduta sia in bundle con il TV
che singolarmente a 139 euro con
il telecomando abbinato, è basata
su un processore Cortex A9 dual
core da 1.6 GHz con GPU Mali 400
e 1 GB di RAM. All’interno troviamo 4 GB di memoria per le app,
anche se è presente uno slot micro
SD per ampliare questa memoria a
32 GB. La chiavetta integra Wi-Fi,
supporta MHL e preleva l’alimentazione da una porta USB o HDMI
(se MHL compatibile) restando,
quindi, nascosta dietro il TV.
La chiavetta con Android 4.1 a
bordo ha mostrato una buona fluidità; l’aspetto più interessante è
l’applicazione disponibile per iOS,
Android e Windows Phone che
non solo permette di inviare foto,
video e musica al TV (con Android
funziona Miracast) ma che funziona anche come telecomando per
le app installate, che compaiono
all’interno dell’applicazione sullo
smartphone e che possono essere
avviate con un semplice click.
tv e video Mercato TV in crisi, per la prima volta il settore fa registrare il segno “meno”
TV a picco. Samsung sale, i giapponesi no
Samsung guadagna terreno, vende più TV di tutti i produttori giapponesi
di Roberto Pezzali
ultimo report di DisplaySearch
conferma le previsioni: per la
prima volta negli ultimi anni
le vendite di TV sono scese anziché
salire. Anche gli LCD, che solitamente tengono il passo, hanno visto
una decrescita anno su anno dell’1%
con 203 milioni di TV venduti.
Considerando tutte le tecnologie la
decrescita è più alta: -6%, con 233
milioni di televisori venduti contro
i 249 del 2011. Le zone più colpite
L’
dalla crisi sono il Giappone e l’Europa, mentre il mercato più florido
è la Cina insieme agli altri mercati
emergenti. Dal punto di vista tecnologico il plasma soffre ancora, e la
sua fine sembra ormai inesorabile,
con l’LCD che raggiunge l’87% dei
TV venduti. In una situazione non
proprio rosea c’è però chi sta bene
e chi invece continua a perdere terreno: Samsung passa dal 24.8% di
quota di mercato globale al 27.7%
salendo del 6%, seguita da LG che
passa al 15%. Ne fanno le spese i
giapponesi: Sharp, Panasonic e
Sony perdono dal 22% al 34%, e il
dato più impressionante è che Samsung da sola riesce a distribuire più
TV di tutti i produttori giapponesi
messi insieme.
Una situazione che, secondo gli analisti, non è invertibile e nei prossimi
anni arriveranno i cinesi come Haier
e Hisense a prendere quello spazio
lasciato libero dai giapponesi per
servire i paesi in via di sviluppo.

08/04/2013 17:24:32
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Stupisce sempre vedere prodotti di alta tecnologia progettati e
realizzati in Italia. HiFace DAC
viene dalla toscana M2Tech e
si inserisce nel nuovo filone dei
convertitori audio per notebook
e tablet, destinati a migliorare
l’ascolto di musica liquida in
cuffia o attraverso un sistema
stereo. L’HiFace DAC (220
euro) ha le dimensioni di una
chiavetta USB e pesa appena
20 grammi, ideale quindi anche
in mobilità. Elementari le connessioni: spina USB standard
da un lato e uscita minijack
dall’altro. L’uscita analogica è
di 2 Volt e quindi non dovrebbe
avere problemi con la maggior
parte delle cuffie utilizzate in
mobilità. La tecnologia esclusiva di M2Tech, già sperimentata sui convertitori del marchio
toscano, consente di accettare
segnali fino a 384 kHz/32 bit,
quindi ben oltre le esigenze più
consuete per soddisfare chi ha
già una buona raccolta di musica Flac in alta definizione. Il
funzionamento è garantito con
sistemi operativi Windows,
Mac e Linux; per Windows però
è necessario installare il firmware in dotazione.
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di Roberto FAGGIANO
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tv e video La soluzione Smart TV di Haier per il 2013 è la piccola Android Dongle TV
Quante volte al giorno dici Ok?
Tutte le volte in cui hai la soluzione.
Viene dalla Toscana
il nuovo audio
convertitore per
notebook e tablet,
ideale in mobilità
e per portare la musica
liquida sullo “stereo”
n.67 / 8 aprile 2013
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per la musica
liquida al top
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people & market Importante piano di ristrutturazione annunciato da Panasonic
Panasonic, piano da 2,7 miliardi di $
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di Emanuele Villa
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Amazon
in arrivo
un “Kindle
Phone”?
tà come la Touch Pen ed espandendo
il settore business, in particolare nei
display al plasma interattivi. La dichiarazione dell’azienda si conclude
con una rassicurazione per i negozianti: “non ci saranno cambiamenti
nei servizi di supporto al plasma, e i
nostri rivenditori possono continuare
a vendere i plasma Panasonic senza
alcun dubbio”. Tsuga non ha dichiarato se la spesa di 2,7 miliardi di dollari
servirà a coprire anche eventuali tagli
di posti di lavoro: non dimentichiamo
che l’azienda, nonostante il taglio di
40.000 posti di lavoro negli ultimi 2
anni, impiega ancora più di 300.000
persone. Per quanto riguarda cifre e
previsioni, Panasonic prevede di raggiungere i 50 miliardi di Yen di utile
netto nel prossimo anno fiscale e ha
un obiettivo annuale di 350 milioni di
Yen entro il 2016.
people & market Con Google nella zona “off limits”
Street View visita Fukushima
di Vittorio Romano BARASSI
A
poco più di due anni dal drammatico tsunami che ha colpito le coste del
Giappone, con il successivo disastro ai danni della centrale nucleare di
Fukushima, moltissimi cittadini di quelle zone non hanno ancora avuto
il benestare del governo per rientrare nelle proprie abitazioni. Più che per la
devastazione derivante dallo tsunami, la prefettura di Fukushima non permette agli oltre 20mila abitanti di Namie di rincasare a causa della passata
fuga radioattiva della vicinissima centrale nucleare. La zona è off-limits per
tutti (autorità escluse) ma Google, grazie alla collaborazione di Tamotsu Baba,
sindaco di Namie, è riuscita a fotografare le desolate strade della cittadina
abbandonata. Con Street View, tutti gli abitanti potranno “passeggiare” nella
loro città; non sarà come tornare a casa, ma potrebbe essere il primo passo...
Amazon ha assunto
Charlie Kindel,
General Manager di
Windows Phone: che
sia in programma
il lancio di un telefono
dal brand Kindle?
di Emanuele VILLA
Nella squadra di Amazon è entrato a far parte Charlie Kindel,
ex General Manager della divisione Windows Phone in Microsoft, e in rete sono esplosi
i rumor: a parte la curiosa assonanza (Kindel / Kindle), che
sarà evidentemente un caso,
Kindel è stato assunto in Amazon per gestire un progetto top
secret e realizzare qualcosa di
nuovo e dall’enorme potenziale. Tutto questo emerge dal
profilo LinkedIn di Kindel, che
si dichiara entusiasta del nuovo
ruolo e dell’incarico assegnato.
Ovviamente tutti i rumor si
concentrano su un possibile
smartphone Amazon (Kindle
Phone), di cui si parla ormai
da anni, basato sulla medesima
versione di Android fortemente
“customizzata” del Kindle Fire
e incentrata, come da tradizione Amazon, sui contenuti più
che sulle specifiche tecniche.
In alcuni siti si parla anche di
una data di lancio prevista per
l’inizio del 2014, ma preferiamo
andarci con cautela…
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Sky si prende anche il campionato tedesco: grazie a
un accordo con DFL Sports
Enterprises, la pay TV si
aggiudica i diritti della
Bundesliga in esclusiva per
due edizioni (fino al 2015) a
partire dalla prossima stagione. Una novità importante
per gli appassionati di calcio
in vista anche dell’arrivo
sulla panchina del Bayern di
Pep Guardiola. Sky trasmetterà 6 partite ogni weekend
in HD con i diritti anche per
la trasmissione in mobilità
tramite Sky Go su tablet e
smartphone. Sky si conferma ancora una volta l’unica
emittente italiana a poter
fornire una copertura globale sugli eventi sportivi più
importanti e la Bundesliga va
ad arricchire un palinsesto
già completissimo che offre
Serie A, Serie B, Champions
League, Uefa Europa League,
Formula 1 e dalla stagione
2014 anche MotoGP.
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Sky si aggiudica
la Bundesliga
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Due anni per raggiungere gli obiettivi di medio periodo: il plasma vive
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azuhiro Tsuga, presidente di
Panasonic, ha annunciato a Tokyo un nuovo piano di ristrutturazione dell’azienda quantificato
in una spesa di 2,7 miliardi di dollari
(250 miliardi di Yen): il piano prevede un’intensificazione degli sforzi nei
segmenti automotive e housing, con
una contestuale riduzione del settore
consumer (TV, in particolare) in ottica di medio periodo. Ma Panasonic
non esce dal mercato dei plasma:
nonostante l’azienda al momento
stia valutando diverse opzioni, nulla è stato deciso in merito. L’azienda
ha comunicato ufficialmente di voler
continuare nello sviluppo di prodotti
di alta qualità basati sulla tecnologia
al plasma, sviluppandone funzionali-
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n.67 / 8 aprile 2013
people & market Sky si è aggiudicata i diritti per trasmettere le prossime Olimpiadi
Rai: inaudito pagare per le Olimpiadi
di carattere internazionale come le
Olimpiadi, e che
se si continua con
questo trend sarà
una grande sconfitta per lo sport. Ma
è vero che gli utenti
italiani dovranno
pagare per vedere
le Olimpiadi? Non
proprio: Sky si è
aggiudicata l’esclusiva ma deve comunque garantire la
trasmissione in chiaro di un determinato numero di ore, che nel caso
di Londra 2012 erano 200. In chiaro
però non vuole necessariamente dire
sulla Rai: Sky potrebbe infatti decidere di utilizzare Cielo per trasmettere
l’evento sportivo dell’anno, un vero
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di Emanuele VILLA
danno d’immagine per la Rai, al quale
seguirebbe anche la perdita di buona
parte degli introiti pubblicitari. Chi
vuole una copertura completa e in
HD dovrà quindi rivolgersi a Sky (e
pagare), ma la finale dei 100 metri e
gli eventi più importanti saranno visibili anche in chiaro.
Batteria super, l’auto elettrica fa 1.600 km
L’autonomia è davvero sorprendente ma purtroppo non si può ricaricare
I

Batteria Phinergy, il video
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Tim Cook
chiede scusa
ai cinesi
Il CEO di Apple si è
scusato con gli utenti
cinesi, cambiata la
policy di riparazione
in garanzia dei prodotti
people & market L’azienda israeliana Phinergy ha realizzato una batteria “metal - air”
l mercato delle auto elettriche potrebbe essere a una svolta epocale.
Phinergy, un’azienda israeliana,
ha annunciato di aver sviluppato una
batteria con tecnologia “metal-air”
capace di raggiungere l’incredibile
autonomia di 1000 miglia, 1.609 km.
La batteria di Phinergy è composta
da 50 piatti di alluminio, ognuno dei
quali permette circa 20 miglia di autonomia. Il progetto è già operativo e
in stadio prototipale: i creatori sono
stati in grado di montarla su una Ci-
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De Paoli (dir. RAI Sport): “Le Olimpiadi in pay sono una sconfitta per lo sport”
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troen C1 riconfigurata con un motore
elettrico e una batteria tradizionale al
litio che funziona come alimentazione principale. Il punto debole, infatti,
della batteria Phinergy è l’impossibilità di essere ricaricata: trattandosi
di una batteria con tecnologia metal
- air produce energia solo fino alla
completa ossidazione delle placche
di alluminio, in questo caso 1.600
km. Inoltre, per scatenare la reazione
che genera l’energia ogni circa 300
km la batteria va ricaricata con acqua
distillata, motivo per il quale il video
dimostrativo mostra la
Citroen che percorre
solo 330 km continui.
Dove sta quindi la
svolta epocale? Phinergy ha intenzione
di proporre la sua batteria come “range extender d’emergenza”:
il peso del modello da
1.600 km al momento è infatti pari
a circa 25 kg e installandola su ogni
auto elettrica sarebbe possibile contare su 1.600 km in più “a consumo”
da usare quando termina l’energia
della batteria principale e dobbiamo comunque raggiungere una destinazione. Consumati tutti i 1.600
km le placche di alluminio, ossidate,
possono essere riciclate. Il peso della batteria, inoltre, permetterebbe
la sostituzione rapida con un’altra
batteria nuova, ad esempio in autogrill. Siamo ovviamente solo nelle
fasi iniziali: gli sviluppi sono ottimi,
tuttavia non si è ancora capito bene
quale sia l’impatto ambientale nella realizzazione di queste batterie.
Il governo israeliano ha comunque
stanziato dei fondi per proseguire lo
sviluppo e attirare l’attenzione dei
produttori di auto, con la speranza
che questa soluzione possa essere
adottata entro il 2017.
Dopo il flop delle mappe, che
costrinse il CEO di Apple alle
scuse pubbliche, Tim Cook si
rivolge questa volta agli utenti cinesi (il secondo mercato
per Apple dopo gli Stati Uniti)
ammettendo le proprie colpe
relativamente alle policy di assistenza. In particolare, Apple
era stata accusata pesantemente dalla stampa locale di offrire
in Cina policy di assistenza diverse rispetto a quelle applicate
nel resto del mondo, di dimostrare arroganza nelle risposte
(o non-risposte) fornite e offrire una garanzia di un solo anno
a differenza di altri produttori.
In pratica, Apple è stata accusata di discriminare i clienti
cinesi. Tim Cook si è scusato
pubblicamente, intervenendo
in prima persona nel sito cinese
di Apple, riconoscendo le lacune di comunicazione, che sono
state interpretate come arroganza o, peggio ancora, come
scarso interesse nei confronti
dei consumatori cinesi. Lo stesso CEO ammette che l’azienda
ha ancora bisogno di imparare
se vuole operare e comunicare
ai massimi livelli anche in Cina.
Contestualmente, Tim Cook ha
annunciato maggiore chiarezza
sul sito relativamente alle condizioni di garanzia e ha modificato la policy di riparazione di
iPhone 4 e iPhone 4S, che prevedono ora la sostituzione del
prodotto in garanzia e non più,
come in precedenza, la riparazione delle parti danneggiate
(la sostituzione è possibile solo
entro i primi 15 giorni).

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ky mangiatutto, e la Rai rimane
a bocca asciutta. Sky, infatti, si è
aggiudicata i diritti per le Olimpiadi Invernali del 2014 di Sochi, in
Russia, e per quelle del 2016 di Rio e
al momento non ha ancora raggiunto
con la Rai un accordo per la trasmissione in chiaro. Intervenendo al convegno “Valore e valori dello sport in
Italia” Eugenio De Paoli, direttore di
Rai Sport, si è dichiarato preoccupato
della cosa: “È impensabile che la Rai
non abbia ancora i diritti per le Olimpiadi di Sochi e Rio. La colpa è dei
prezzi, sono saliti in maniera irrazionale e inimmaginabile.” De Paoli ha
anche aggiunto che non ritiene affatto
giusto che gli utenti debbano pagare
per vedere manifestazioni sportive
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di Roberto PEZZALI
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n.67 / 8 aprile 2013
people & market Firmato il decreto per l’adozione di libri di testo digitali o misti dal 2014
Tra un anno libri digitali per la scuola
La fibra ottica
va (quasi)
alla velocità
della luce
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rischio di vedere classi di persone che
giocano e guardano Facebook è altissima. Senza parlare poi della possibilità di avere in classe studenti con un
iPad Retina e altri che invece possono
permettersi un tablet da 80 euro: tutti devono avere le stesse possibilità,
dalla facilità di prendere appunti agli
stessi applicativi. E non bisogna dimenticarsi un’ultima cosa: il business
dei libri di testo che difficilmente gli
editori si faranno scappare. Nel 2012,
infatti, il volume d’affari dei libri scolastici è stato di 650 milioni di euro, il
20% dell’intero giro d’affari del mercato libri italiano. Il progetto di scuola digitale al momento sembra avere
più ombre che luci: è giusto crederci,
ma è anche giusto partire con le idee
chiare prendendo in considerazione
tutti i fattori. Il Ministero ha indicato
nel 2014 l’anno della svolta, ma dietro l’angolo non vediamo proprio una
grande rivoluzione. Del decreto firmato dal ministro Profumo si salva solo il
tetto massimo di spesa per i libri, che
si traduce in un vero risparmio per le
famiglie. Per quanto riguarda invece il
“full digital” ne passerà di tempo prima che la carta venga eliminata: tutti
sceglieranno il libro misto, un libro di
carta tradizionale che farà guadagnare
gli editori e che avrà solo una piccola
sezione online sul sito degli editori per
gli studenti più volenterosi.
Ricercatori inglesi sono
riusciti a eliminare
i problemi di rifrazione
portando la velocità
della fibra vicina
a quella della luce
di Vittorio Romano BARASSI
Alcuni ricercatori dell’Università inglese di Southampton
hanno messo a punto una nuova
tipologia di fibra ottica in grado
di trasferire dati a una velocità
pari a circa 298.900.000 metri
al secondo, che corrisponde più
o meno al 99.7% di quella della
luce nel vuoto. Il risultato sbalorditivo è stato ottenuto realizzando una fibra ottica con aria
al proprio interno: l’idea non è
inedita, ma finora si è sempre
scontrata con l’impossibilità di
far transitare la luce attraverso curve e ostacoli, cosa invece
possibile con gli attuali materiali plastici per rifrazione; la fibra
ottica di nuova generazione fa
viaggiare la luce praticamente senza nessuna interferenza,
garantendo così una velocità di
trasferimento dati quantificabile in 73,7 terabit di informazioni
al secondo. Al momento non è
ipotizzabile un’applicazione di
tale tecnologia su larga scala; il
primo obiettivo è quello di “convertire” i più importanti data
center del mondo mentre solo in
un secondo momento si penserà a un’evoluzione consumer di
tale tecnologia.

dalle scuole per dotare gli studenti dei
supporti tecnologici necessari (tablet,
PC/portatili) ad utilizzare al meglio
i contenuti digitali per la didattica e
l’apprendimento” e questo è un controsenso: sono le famiglie che risparmiano e non certo lo Stato, risparmio
che poi è tutto da vedere, il dispositivo va sempre comprato. Ci sono poi
moltissime questioni da mettere sul
tavolo, dagli insegnanti che dovranno
essere dotati dal ministero di strumenti adeguati per l’insegnamento digitale alla dotazione stessa delle classi
di connettività Wi-Fi e di eventuali
punti di ricarica, quindi un adeguamento delle infrastrutture non certo
semplice e immediato. Non sembra
poi pensabile che ogni studente possa
decidere che tablet o device usare: si
parla di ebook, di tablet e di portatili
e questo dimostra l’assenza totale di
chiarezza di idee. Un eBook potrebbe essere anche una soluzione per le
lezioni di letteratura, ma non sarebbe adatto per chimica, scienze e altre
materie dove l’implementazione di
video e animazioni potrebbe risultare
fondamentale per migliorare il livello
di istruzione. Inoltre, è anche difficile
gestire un sistema dove non esiste un
vincolo sul dispositivo: o il Ministero
realizza un tablet “no brand” con sistema di protezione dei contenuti e senza
la possibilità di “distrarsi” oppure il
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Obiettivo riduzione della spesa per le famiglie, ma restano molti dubbi
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ra un anno nelle classi italiane
entreranno solo libri digitali o
nel formato misto. Il decreto
ministeriale sull’adozione dei libri di
testo firmato dal ministro Francesco
Profumo inizialmente riguarderà solo
le classi prima e quarta della scuola
primaria, la classe prima della scuola
secondaria di I grado, la prima e la terza classe della secondaria di II grado.
Il decreto punta molto sul risparmio:
la riduzione di spesa per le famiglie
sarà del 20% per il 2013/2014, ma nel
caso di libri tutti in formato digitale si
arriverà anche al 30% di risparmio. I
professori potranno anche visionare
in anteprima i libri di testo scaricando una preview da un sito apposito
del Ministero. Gli editori si stanno
già muovendo: RCS Education, una
divisione di RCS Libri che si occupa
di libri di testo scolastici, ha lanciato
Ebook+, una trasposizione digitale
dei libri tradizionali con l’aggiunta di
materiale multimediale. Ma è davvero tutto così semplice? Il testo del
Ministero è a dire il vero abbastanza
confuso: si parla, infatti, di versione
digitale o libri misti, libri cartacei che
hanno anche un’appendice digitale
online e che esistono già da tempo.
Inoltre, nel testo si legge “i risparmi
ottenuti potranno essere utilizzati
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n.67 / 8 aprile 2013
mobile Il top di gamma Galaxy S4 dovrebbe arrivare nei negozi il prossimo 28 aprile
Samsung, c’è anche il Galaxy S4 Mini
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Amazon
vuole
Liquavista?
ne di fascia alta, il Galaxy S3 Mini
può contare su dimensioni vantaggiose ma non sulla potenza del
modello più grande. Motivo che ha
costretto Samsung ad abbassare il
prezzo di listino, inizialmente pari
a 449 euro: nessuno vuole un Galaxy S3 a potenza ridotta.
di Roberto Pezzali
Un Galaxy S4 Mini con la stessa
filosofia difficilmente farà breccia
nei cuori degli appassionati che già
sognano il modello più grande, e
ancora una volta chi aspetta uno
smartphone Android di fascia alta
ma con uno schermo piccolo resterà senza soluzioni di acquisto.
mobile L’annuncio, forse, per la prossima IFA di Berlino
Samsung Galaxy Tab 3
con display OLED Full HD?
di Paolo centofanti
opo aver dotato di un display OLED Full HD il Galaxy S4, Samsung
avrebbe intezione di riservare lo stesso trattamento anche al prossimo
tablet di fascia alta, la terza iterazione del Galaxy Tab. Secondo quanto
raccolto da SamMobile, Samsung starebbe pianificando di annunciare per
l’IFA 2013 due modelli di tablet Android, il Galaxy Tab 3 e il Galaxy Tab 3
Plus. Quest’ultimo in particolare sarebbe basato su un display da 10.1 o 11.6
pollici in tecnologia OLED e per l’appunto con risoluzione Full HD. Samsung
aveva provato a seguire questa strada già con il Galaxy Tab 7.7 con display
OLED 720p, ma il nuovo display sarebbe ancora in fase di sviluppo. Inoltre,
Samsung produce attualmente
per il Nexus 10 (non disponibile
nel nostro Paese) un display da
2.560x1.600 pixel, possibile che
per il suo nuovo tablet preferisca
uscire con una risoluzione inferiore pur di offrire un display con
tecnologia OLED? Vedremo.
D
Samsung si vuole
sbarazzare dell’azienda
acquistata nel 2011 che
propone una tecnologia
e-ink a colori: Amazon
potrebbe essere
interessata
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La versione 2.0 di Flipboard
introduce molte novità. Ogni
utente può creare il proprio
canale personalizzato o
meglio Magazine effettuando
una ricerca per parola chiave,
oppure aggiungendo articoli
dagli altri canali di Flipboard
o dal browser da PC, tablet o
smartphone utilizzando un
bookmarklet (https://share.
flipboard.com). I Magazine
possono essere resi pubblici
permettendo agli altri lettori
di seguirne l’evoluzione e ogni
utente può curare la propria rivista selezionando gli
articoli che più interessano.
Aggiunti anche un sistema di
commenti agli articoli, un ritocco grafico e un più accurato
algoritmo di raccomandazione nelle storie di copertina.
Crescita per iL tuo business
Il tempo degli ebook reader sembra finito: solo Amazon con il suo
Kindle riesce a reggere il passo,
gli altri si affidano alle app di lettura presenti sui tablet. Non è un
caso che Samsung, dopo aver realizzato in passato alcuni lettori,
abbia deciso di gettare la spugna
e di uscire da questo business.
Si parla, infatti, di un tentativo
da parte di Samsung di vendere
Liquavista, azienda olandese che
acquisì nel 2011 quando si pensava che la tecnologia e-ink potesse
divenire, nella sua declinazione a
colori, fonte di guadagni. Secondo un addetto ai lavori, Samsung
starebbe trattando con Amazon
la cessione dell’azienda valutata circa 100 milioni di dollari:
Liquavista, fondata nel 2006, è
una delle aziende più avanti nella
ricerca di display e-ink a colori e
tra i suoi brevetti ha progetti relativi a display circolari a basso consumo. Samsung al momento non
commenta, così come Amazon: il
business dell’e-ink è un filone che
probabilmente non ha più senso
cavalcare, ma le applicazioni delle tecnologie Liquavista sarebbero ancora utili a Samsung in altri
settori, sempre che non pensi già
agli LCD flessibili Youm.

08/04/2013 17:24:32
Flipboard
più interattivo
08/04/2013 17:24:32
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A giugno arriva Mini, versione più piccola e meno potente del Galaxy S4
Avrà uno schermo OLED da 4.3”e processore dual core, invariato il design
mobile
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e volte al giorno dici Ok?
le volte in cui hai la soluzione.
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l Galaxy S4 ancora non è arrivato nei negozi e già si parla
di Galaxy S4 Mini. Sul sito di
Samsung sono, infatti, apparse le
referenze di quella che dovrebbe
essere la versione più piccola dello smartphone top di gamma dell’azienda coreana. La base è uno
schermo OLED da 4.3 pollici qHD,
il processore dual core da 1.6 GHz
e la classica interfaccia TouchWiz
che gira su Android 4.2.2, con le
stesse funzionalità e i medesimi
servizi del modello più grande.
Samsung, ovviamente, non toccherà il design: stessa linea del Galaxy
S4, anche se ovviamente le dimensioni non saranno quelle.
Una strategia che ricalca quella
dello scorso anno, che però non
si è rivelata troppo vincente: se il
Galaxy S3, infatti, è uno smartpho-
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TAIL È: Esperienza, innOvazione
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08/04/2013 17:24:32
estratto da dday.it
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n.67 / 8 aprile 2013
mobile L’azienda vorrebbe integrare al meglio la tecnologia Cybershot sullo smartphone
Sony One farà impallidire il Galaxy
08/04/2013 17:24:32
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BUSINESS
ri, non è ancora riuscita a creare un
qualcosa di unico ed esclusivo per i
suoi smartphone che possa in qualche modo dare un vantaggio tangibile rispetto alla concorrenza.
Uno smartphone Cybershot con ottiche Zeiss e stabilizzatore potrebbe
davvero differenziare gli Xperia dal
resto del mercato, ormai schiacciato
da feature e specifiche tutte troppo
simili tra loro. E non sarebbe neppure la prima volta.

di storage espandibile con moduli
SDHC e ha due fotocamere, di cui
quella principale è da 5 Megapixel
e la frontale è da 1,2 Megapixel.
Non mancano le app proprietarie
Asus, tra cui SuperNote Lite, per prendere
appunti e digitare testi
in modo semplice, App
Locker per la protezione delle proprie app e
WebStorage Office per
visualizzare, modificare e creare documenti
compatibili con Micro-
soft Office. Asus MeMO Pad Smart è
disponibile in tre colori, blu, fucsia e
bianco, a un prezzo suggerito di 299
euro, IVA inclusa. Qui la scheda tecnica diffusa dal produttore.

phone con brand “One” quando
c’è già HTC che usa One per il suo
smartphone di punta. È anche assai improbabile che Sony lanci un
altro smartphone da 5” quest’anno:
sarebbe un’evidente bocciatura dell’Xperia Z.
Qualcosa di vero, però, in questo rumor c’è, ed è il desiderio di Sony di
integrare al meglio la tecnologia Cybershot sullo smartphone. Sony, che
realizza sensori per tutti i produtto-
Asus affianca al Memo Pad Smart da 7 pollici la versione da 10,1 pollici
Tegra 3, 16 GB di storage e display da 1.280x800 pixel, 299 euro di listino
torna al sommario
JDI sforna
l’OLED 5.2”
Full HD anti
Samsung
di Roberto pezzali
Asus MeMO Pad: arriva il 10,1’’ a 299 euro
P
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JDI, la joint venture
giapponese che
riunisce Sony, Hitachi
e Toshiba, ha realizzato
uno schermo OLED
Full HD da 5.2”. Sfida
il monopolio Samsung
mobile Il Pad Smart di Asus sarà disponibile in tre colori differenti: blu, fucsia e bianco
ensato per l’intrattenimento in mobilità, il nuovo Asus
MeMO Pad Smart da 10.1’’ si
affianca al modello da 7’’, del quale
riprende il design. L’apparecchio è
dotato di SoC Tegra 3 da 1.2 GHz,
pesa 580 grammi, è spesso 9,9 mm
ed è basato su Android Jelly Bean
4.1. Il display scelto da Asus è un
IPS da 1.280x800 pixel, rigorosamente multitouch su 10 punti e con
angolo visuale di 170°; l’apparecchio
dispone inoltre di 16 GB di memoria
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Secondo rumor, Sony One è la nuova linea di smartphone di fascia alta
Honami, il primo della serie, avrebbe una fotocamera da 20 Megapixel
di Emanuele VILLA
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di Roberto pezzali
ony è pronta a produrre un
super smartphone per entrare
in diretta competizione con i
Samsung Galaxy. E per farlo il produttore giapponese si affiderebbe
anche a un nuovo brand per la famiglia di smartphone flagship, One.
Secondo i rumor, infatti, Sony si
prepara a lanciare la nuova linea
One per abbracciare i modelli top
di gamma Xperia, e il primo modello dovrebbe arrivare entro metà
anno con caratteristiche tecniche
di primo livello e una fotocamera
da 20 Megapixel. Honami, questo il
suo nome, secondo i rumor avrebbe uno schermo da 5” Full HD con
processore X-Reality, 2 GB di RAM,
Snapdragon 800 con Adreno 330,
connettività LTE e un modulo camera con sensore di grosse dimensioni da 20 Megapixel e lenti Zeiss.
Trattandosi di un rumor come sempre va preso molto con le pinze, e
ci pare alquanto difficile che Sony
possa lanciare una linea di smart-
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JDI (Japan Display Industries),
l’azienda pubblica per la produzione di schermi sovvenzionata dal governo giapponese e
composta per la maggioranza
da Sony, Hitachi e Toshiba,
si prepara a muover guerra
all’AMOLED di Samsung. Il
produttore coreano ha praticamente in mano il monopolio del
display OLED, ma nei prossimi
trimestri JDI potrebbe iniziare
a strappare qualche punto di
quota di mercato. L’azienda è
riuscita a produrre uno schermo
da 5.2” Full HD (423 ppi) con
tecnologia OLED senza ricorrere a layout di pixel particolari
come il PenTile o il Diamond del
Galaxy S4. JDI si è ispirata alla
tecnologia WhiteMagic di Sony e
ha realizzato un OLED partendo
da un unico OLED bianco su cui
sono applicati i filtri colore RGB.
Il risultato è un pannello RGBW
con una buona luminosità e una
nitidezza percepita maggiore.
JDI dovrebbe iniziare a distribuire i primi display entro la
fine dell’anno, anche se all’inizio
verranno privilegiate le forniture ai produttori giapponesi.
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estratto da dday.it
Si muove su una
semisfera e ha due
ruote posteriori per
mantenere l’equilibrio.
Si chiama E4U ed
è l’ultima trovata
Hyundai per il
trasporto personale
di Emanuele villa


Sono decenni che l’industria dell’automobile, soprattutto asiatica, cerca nuove soluzioni per il
trasporto personale, e quella di
Hyundai - che è sotto forma di
prototipo - sembrerebbe quantomeno curiosa e inedita. Si chiama E4U ed è un uovo, o almeno
lo ricorda, può ospitare un solo
passeggero, è presumibilmente
elettrico e funziona in modo particolare: le uniche ruote presenti
sono quelle dei bracci posteriori,
che servono per stabilizzare l’apparecchio, poiché il movimento è
dato da una semisfera anteriore
che ruota sull’asse orizzontale ed
è leggermente inclinata proprio
per questo motivo. Mostrato al
Seul Motor Show, E4U è ancora
in fase preliminare e la velocità
raggiunta non è superiore a quella di una camminata sostenuta:
la data di commercializzazione
per il momento non è annunciata (2014?) ed è probabile che
Hyundai intervenga in modo importante sulle performance nei
prossimi mesi.
torna al sommario
mobile Entrambi gli smartphone sono stati presentati al Mobile World Congress 2013
Nokia, arrivano il Lumia 520 e il 720
Il Lumia 520 costerà 199 euro, anche il 720 avrà un prezzo competitivo
di Paolo centofanti
Roberto PEzzali
I
l Nokia Lumia 520 arriva in
Italia a 199 euro. Presentato al
Mobile World Congress di Barcellona, il Lumia 520 è il più piccolo della famiglia Nokia Lumia,
ma con Windows Phone 8 a bordo
e uno schermo da 4” rappresenta
una soluzione davvero interessante per chi non vuole spendere eccessivamente e cerca un prodotto
giovane, completo e funzionale.
nokia lumia 720
Inizialmente Nokia aveva parlato
di 139 euro più tasse, ma il prezzo
finale di 199 euro non è assolutamente esagerato: lo schermo è un
LCD da 4” IPS con una risoluzione
di 800x480, il processore è un dual
core Snapdragon da 1 GHz con 512
MB di RAM e lo spazio a bordo per
le app è di 8 GB, espandibili però
con memorie microSD. Le performance non devono preoccupare:
Windows Phone 8 gira benissimo
anche su processori single core
come il Lumia 800 ha già avuto
modo di dimostrare. Il Lumia 520
ha una fotocamera da 5 Megapixel
che registra video a 720p e sarà disponibile in Italia in cinque colorazioni, rosso, ciano, bianco, nero e il
caratteristico giallo.
Sempre in questi giorni, sarà disponibile in Italia anche il Lumia
720, il secondo dei nuovi Windows
Phone 8 che Nokia ha presentato alla scorsa edizione del Mobile
World Congress. Un gradino leggermente sopra al Lumia 620, il
nuovo smartphone offre un display
da 4.3 pollici con filtro ClearBlack,
mobile Apple corre ai ripari per il ritardo del suo S.O.
iOS 7, in ritardo ma tutto nuovo
i
di Paolo centofanti
OS 7 è in ritardo, ma per un buon motivo. Lo dice uno dei maggiori
esperti del mondo Apple, John Gruber, che in una chat con altri colleghi, rivela che secondo le sue fonti iOS sarebbe oggetto di una profonda revisione sotto la guida di Jonathan Ive. I cambiamenti all’interfaccia
del sistema operativo sarebbero significativi e starebbero rallentando il
lavoro, motivo per il quale Ive avrebbe spostato gli ingegneri al lavoro
sulla nuova versione di OS X momentaneamente su iOS per accelerarne
lo sviluppo. Gli sviluppatori al lavoro su iOS starebbero già utilizzando
terminali con la nuova versione del sistema operativo, dotati però di filtri
di privacy che limitano l’angolo di visione dello schermo per evitare di
venir “spiati”. Il condizionale è d’obbligo e c’è molta incertezza su quali
siano i piani per i prossimi annunci di Apple. Anche la presentazione di
un nuovo iPad Mini con display Retina e di un nuovo iPad con un design
più simile a quello dell’iPad Mini starebbe subendo ritardi sulla tabella di
marcia. In un primo momento si ipotizzava un possibile lancio ad aprile,
ma a Cupertino per il momento tutto tace.
nokia lumia 520
design giovane e colorato (sarà disponibile nei colori giallo, rosso,
ciano, bianco e nero) con struttura
unibody e schermo leggermente
curvo ai bordi, conettività NFC,
processore dual core da 1 GHz,
fotocamera da 6.7 Megapixel. Tramite delle cover opzionali il Lumia
720 diventa anche compatibile con
gli accessori di carica a induzione
della batteria dei modelli superiori.
L’aspetto più interessante è forse il
prezzo, che come preannunciato a
Barcellona sarà di 349 euro.
mobile
Gratta e Vinci
arriva su iPhone
Il Gratta e Vinci sbarca sugli
smartphone e sui tablet: sono
disponibili le applicazioni per
iOS, Android e la versione
HTML5 compatibile con tutti
gli altri smartphone in commercio della lotteria istantanea più famosa al mondo. Il
meccanismo è semplicissimo:
basta grattare lo schermo per
scoprire se abbiamo guadagnato un caffè o qualcosa
in più. L’applicazione non
utilizza le in-app purchase e
richiede la registrazione sul
sito www.grattaevincionline.it
con controllo di codice fiscale
per verificare la maggiore età.

A spasso
su un uovo
con Hyundai
n.67 / 8 aprile 2013
estratto da dday.it
Spunta in rete la foto di
un possibile Lumia 950:
spicca il nuovo design
più squadrato e la
presenza del tasto fisico
“Windows”. Potrebbe
essere un prototipo
di Roberto pezzali


È apparsa in rete quella che dovrebbe essere la foto del nuovo
Nokia Lumia 950, evoluzione
dell’attuale 920 e atteso per fine
anno. Il design è diverso da quello
degli attuali top di gamma Lumia:
da tempo circolano voci di una
possibile nuova linea estetica per
gli smartphone Windows Phone
Nokia, tuttavia questo 950 sembra un po’ estremo. Il tasto Windows, fino ad oggi a sfioramento,
torna un bottone quadrato meccanico integrato in una cornice
squadrata e priva dei classici bordi arrotondati del 920. Secondo
le indiscrezioni il 950 dovrebbe
avere uno schermo AMOLED da
1280x768, 2 GB di RAM, un processore Qualcomm quad core e
una fotocamera PureView evoluta con flash allo Xenon. Difficile
fare previsioni sull’hardware:
fino a quando Microsoft non
presenterà la prossima release di
Windows Phone ogni supposizione potrebbe essere infondata. La
foto del 950 sembra comunque
più di un prototipo che di un nuovo smartphone.
torna al sommario
mobile INVIDIA integrerà nel SoC una GPU multicore basata su architettura Kepler
Tegra 5 meglio di PS3 per Ruzzle 4K
Per NVIDIA, Tegra 5 avrà potenza di calcolo superiore a Xbox 360 e PS3
Ma a che cosa potrà mai servire tutta questa potenza su uno smartphone?
di Roberto PEzzali
N
on si ferma la corsa alla potenza e ai core: Tony Tamasi,
Senior Vice President Content & Technology di NVIDIA ha
dichiarato in una intervista che con
il loro prossimo processore mobile
supereranno come potenza di calcolo
Xbox 360 e PS3. Le due console da
gioco di Sony e Microsoft raggiungono solo i 200 GFLOPS di potenza
di calcolo, briciole se si pensa che
Titan, la scheda video top di gamma
di NVIDIA tocca i 4500 GFLOPS
e le console nextgen arriveranno a
2000 GFLOPS. Tuttavia NVIDIA
vede Xbox e PS3 come il traguardo
da raggiungere per poter affermare
definitivamente il gaming in ambito
mobile. Tegra 3, che NVIDIA presentò a fine 2011, raggiunge appena i 12
gigaFLOPS di velocità mentre la generazione successiva, Tegra 4, tocca
gli 80 gigaFLOPS: il prossimo anno
con Tegra 5, grazie all’integrazione
nel SoC di una GPU multicore basata
su architettura Kepler, NVIDIA sarà
finalmente in grado di raggiungere
la soglia fissata dalle console attuali,
anzi di superarla.
La dichiarazione di NVIDIA è ovviamente superflua: le console sono datate e la tecnologia in ambito mobile
ha fatto passi da gigante, e ci sembra
normale che un processore dopo
tanti anni possa superare come velocità quello di un prodotto che è al
termine del suo ciclo di vita. Tuttavia
quello che deve far pensare è questa
necessità di portare il livello grafico
di una console su un dispositivo portatile. Sono passati un po’ di anni dal
primo smartphone e si è capito che
gli sviluppatori di giochi non hanno
interesse a investire su smartphone
e tablet quello che possono investire
su un gioco per console. Non è una
questione di grafica ma di guadagno e
di opportunità: console e smartphone
resteranno sempre mercati separati.
NVIDIA ha annunciato Tegra 4i da
qualche mese, ma ha già perso il treno degli smartphone del momento:
Samsung Galaxy S4, HTC One e LG
Optimus G Pro hanno tutti a bordo
un Qualcomm, e quest’anno non arriveranno altri prodotti top. NVIDIA
si trova, quindi, con in mano un ottimo processore ma senza produttori
di serie A che potranno inserirlo nei
loro prodotti di punta, fatta eccezione
per Product Shield che al momento
è ancora una scommessa.
mobile Interessante la politica di prezzo che sarà molto aggressiva: 199 o 149 dollari
Nuovo Nexus 7 a luglio: 149 dollari?
Potrebbe arrivare a luglio con un SoC Qualcomm al posto del Tegra 3
Secondo Reuters sarà così la seconda versione del Nexus 7 di Google
I
di Emanuele VILLA
nteressanti rivelazioni da parte
di Reuters: fonti vicine all’azienda affermano che Google avrebbe intenzione di lanciare la seconda
versione di Nexus 7 (che presumibilmente non cambierà nome) a luglio.
Oltre al timing, si conoscono alcune
presunte caratteristiche tecniche, tra
cui il display a risoluzione “maggiorata” rispetto all’attuale, un design
più fine e sottile e un SoC Qualcomm
Snapdragon al posto del Tegra 3, ma
è soprattutto la politica di prezzo
ultra-aggressiva a far parlare di sé:
parrebbe, infatti, che Google abbia
intenzione di posizionare Nexus 7
2.0 a 199$ o addirittura a 149$. Insomma, si tratterebbe di una strategia a zero margine (o forse in perdita)
comprensibile in virtù del modello di
business di Google, i cui ricavi arrivano per il 97% dalla pubblicità: più
Nexus 7 venduti significa più persone
su Play Store, più utenti dei servizi
Google e via dicendo. Inoltre, una
politica di prezzo così aggressiva finirebbe per contrastare in modo deciso
il competitor n.1: l’iPad Mini, il cui
prezzo parte da 329 dollari.

Nokia
Lumia 950
Prototipo
o nuovo
design?
n.67 / 8 aprile 2013
estratto da dday.it
Android Jelly Bean
tocca il 25% dei
dispositivi Android.
Tanti aggiornamenti?
No, cambia solo
il modo in cui
vengono calcolati
di Roberto Pezzali


Jelly Bean fa un grosso passo
avanti in aprile: secondo le ultime
statistiche rilasciate da Google il
sistema operativo è presente sul
25% dei device Android, seguito
da Ice Cream Sandwich (29%) e
da Gingerbread (39.8%). Due i
dati in risalto: Android 4.0 e superiori è installato sulla metà dei
device Android in circolazione e
Jelly Bean ha avuto un incremento del 9% rispetto al mese precedente. Un dato questo dovuto,
però, al cambio di metodo con
cui Google calcola le statistiche
e non certo agli aggiornamenti
rilasciati dai produttori. Niente
trucchi però, Google è stata abbastanza trasparente nel gestire
la cosa: fino a marzo, infatti, controllava la distribuzione Android
su ogni device che accedeva ai
suoi server, ora la calcola solo su
quelli che accedono al Play Store
su esecuzione dell’applicazione
da parte dell’utente. Una scelta
che permette secondo Google di
avere una panoramica più accurata del tipo di consumatore
che scarica le app, tralasciando
quindi quella fetta di utenza che
compra uno smartphone Android e non lo collega neppure a
una rete. Le statistiche di Google
servono agli sviluppatori per capire che distribuzioni supportare
nello sviluppo delle app, e non
avrebbe molto senso includere
anche chi le app non le scarica (o
ne ignora l’esistenza).
torna al sommario
mobile Costa poco, è veloce e telefona. Primo tablet con processore Intel integrato
Asus Fonepad 3G in Italia a 229 euro
Arriverà 18 aprile, Asus ha deciso di importare solo la versione Wi-Fi + 3G
di Roberto pezzali
S
e inizialmente erano previste
due versioni di Fonepad, quella Wi-Fi e quella 3G, in Italia
Asus ha deciso di importare quella
Wi-Fi + 3G a 229 euro. Fonepad, presentato al recente Mobile World Congress di Barcellona è il primo tablet
da 7” con processore Intel integrato, e
c’è molto interesse per le prestazioni
di questo curioso binomio Intel–Android che fino ad ora pochi hanno utilizzato. Ricordiamo che Fonepad non
è solo un tablet, ma anche un telefono
completo che permette di
fare chiamate e mandare messaggi di testo, un
“telefonone” secondo la
moda del momento.
Con un corpo in alluminio,
8 GB di memoria interna
(espandibile con MicoSD)
e un’autonomia stimata
di 9 ore di riproduzione
video a 1080p continui,
Fonepad potrebbe essere
una soluzione interessante. Fonepad sarà nei
negozi il 18 di aprile.
smarthome La novità più interessante AquaTrio, che lava, aspira e asciuga i pavimenti
Philips, ecco AquaTrio, Minuto & Co.
Ferri da stiro, macchine automatiche per il caffè e la preparazione dei cibi
Philips amplia la gamma dei prodotti e distribuisce la sua lavapavimenti
di Simona zucca
P
hilips ha presentato le ultime
novità in fatto di piccoli elettrodomestici, ampliando alcune gamme di prodotti già esistenti e
potenziando la commercializzazione
della sua lavapavimenti.
L’attenzione è concentrata su
AquaTrio, lavapavimenti che in una
sola passata aspira, lava e asciuga i
pavimenti: già presentato tempo fa
dall’azienda (provato dalla redazione di DDay.it), la sua commercializzazione era stata, però, poco capillare. Da oggi AquaTrio è disponibile
nella sezione shop del sito di Philips
a 479,90 euro, ma anche ad esempio
su Amazon e nei negozi “fisici” di elettrodomestici.
Philips amplia la gamma dei ferri
da stiro Perfect Care con tecnologia
OptimalTemp con i modelli Expert,
caratterizzati da un getto di vapore
fino a 320 g, più potente del precedente modello. I ferri da stiro a caldaia con questa tecnologia non sono
dotati di termostato in quanto la combinazione di temperatura e vapore in
un’unica impostazione permette di
stirare tessuti diversi, evita spiacevoli
incidenti se si lascia per alcuni minuti
il ferro acceso sull’indumento e libera
dal fastidio di regolare la temperatura
a seconda dei capi. È disponibile in
due versioni, GC9236 a 299,90 euro
con pressione 6 bar, colpo vapore da
320 g e sistema carry lock per trasportare il sistema stirante in modo
pratico, e GC9222 da 279,90 euro con
5,5 bar e colpo di vapore da 300 g.
Alla Viva Collection, linea di piccoli
elettrodomestici per la preparazione
dei cibi, Philips aggiunge la centrifuga
con tecnologia QUICKClean e SaladMaker per preparare le verdure, ma
non solo. La centrifuga HR1855 è in
commercio con un prezzo di listino di
109,90 euro, SaladMaker HR1387/80
di 64,90 euro.
Ultima novità è Minuto, la gamma
di macchine automatiche per il caffè
espresso dalle dimensioni più contenute, disponibile in tre modelli
diversi: Pure (da luglio a 399,90) e
Classic Pannarello (in nero totale e
nero e metallo) per preparare anche
la crema di latte e con macine in ceramica (449,90 euro). Caldaia a riscaldamento rapido, 5 impostazioni di
macinatura e sistema di regolazione
automatica della macinatura del caffè sono alcune delle caratteristiche di
queste macchine.

Jelly Bean
cresce con
il doping
Google
n.67 / 8 aprile 2013
n.67 / 8 aprile 2013
game & movie Confermato il prezzo di lancio di 99 dollari/99 sterline. Quando da noi?
Ouya sarà disponibile dal 4 giugno
La console domestica basata su Android arriverà in USA, UK e Canada
di Emanuele VILLA
apita spesso, negli ultimi mesi,
di parlare di Ouya, la console
domestica basata su Android
(Jelly Bean) e dalle dimensioni “tascabili”: reduce dall’immenso successo su Kickstarter (dove ha raccolto 8
milioni di dollari, 10 volte l’obiettivo
iniziale), Ouya è finalmente pronta a
entrare nelle case degli appassionati.
Alla Global Developer Conference di
San Francisco, l’azienda ha annunciato che, mentre i primi esemplari
sono già stati spediti ai supporter del
progetto sotto forma di preview preliminare, il pubblico potrà acquistare
un esemplare della console a partire
dal 4 giugno. Tutto in linea con quanto previsto, in pratica, data di lancio
compresa: i primi mercati saranno
C
Il logo di Star
Trek su Londra
Lo scorso 23 marzo, durante
l’iniziativa del WWF che ha dedicato un’ora alla Terra spegnendo
quante più luci possibile, gli
abitanti di Londra hanno assistito
a un evento insolito: l’emblema
luminoso dell’equipaggio dell’Enterprise di Star Trek librarsi
sopra il Tamigi e il Tower Bridge.
Un’iniziativa legata alla promozione dell’imminente nuovo film
di J. J. Abrams Into Darkness,
e realizzata con l’impiego di una
formazione di 30 quadricotteri
della Ascending Technologies in
volo sincronizzato. I piccoli droni
sono stati dotati di LED e modulo
GPS e si sono sollevati fino a oltre
100 metri di altezza, formando il
logo e facendolo ruotare durante
l’Ora della Terra. Per l’occasione le
batterie dei quadricotteri sono state caricate utilizzando elettricità
prodotta da fonti rinnovabili.
Earth Hour Promo Video


torna al sommario
quello statunitense, inglese e canadese, con prezzi di 99 dollari (USA) e
99 sterline. I rivenditori coinvolti nel
lancio sono tanti e importanti, figurando tra questi Amazon, Best Buy e
GameStop: per quanto riguarda i giochi, per i quali esisterà un apposito
store, Ouya ha annunciato che il loro
numero crescerà di giorno in giorno
fino a giugno, ricordando che più di
8.000
sviluppatori
sono coinvolti nella
realizzazione di titoli per la console (tra
cui figurano progetti
firmati Square Enix,
Polytron e Airtight
Games). C’è anche
una sezione di streaming audio e video,
nella quale l’azienda conta di portare, in tempo per il lancio in USA, i
“soliti noti” quali Netflix, YouTube,
iHeartRadio, XBMC, Flixster e altri
analoghi. Che dire dell’Italia? Il nostro Paese non è tra i primi tre, ma a
giudicare dalla pagina di Amazon.it,
già presente e localizzata nella nostra lingua, le speranze di vederla
presto anche da noi sono fondate.
game & movie Modellazione volti: sfida ardua per i game
Activision, volti ed emozioni
di Emanuele Villa
I
nsieme ai capelli, la naturalezza delle espressioni facciali è una sfida non
da poco quando si parla di videogame. C’è un discorso di texture, di dettaglio, di movimento e, soprattutto, di imperfezioni della pelle, spesso
legate all’età e assolutamente indispensabili se si vuole rendere credibile
il risultato. Activision sembra avercela fatta: la software house ha, infatti,
mostrato a GDC 2013 una nuova tecnologia di modellazione dei volti che
non solo riesce a mostrare un livello di dettaglio eccellente, ma anche una
naturalezza invidiabile in termini di rughe, imperfezioni della pelle e resa dei
micromovimenti del volto. Giudicate voi in questo video.
Da notare che l’annuncio di Activision giunge a distanza di pochi giorni dalla
prima dimostrazione della tecnologia Face Works di NVIDIA, che però, pur
garantendo anch’essa risultati brillanti, parrebbe più onerosa in termini di
potenza di calcolo. Curiosamente, entrambe le aziende hanno utilizzato il
medesimo modello, ma Activision ha prontamente commentato che si tratta di due tecnologie
completamente
diverse. Resta da capire
quando vedremo la
nuova tecnologia in
azione. Qui il video
della presentazione
(ing) della tecnologia Face Works di
NVIDIA.
Battlefield 4
primo video
di gioco
DICE pubblica
un video che mostra
la campagna singolo
giocatore del prossimo
capitolo di Battlefield
di Paolo centofanti
DICE ha presentato il nuovo
Battlefield 4 con un video che
illustra 17 minuti di gioco della campagna singolo giocatore.
Battlefield è sinonimo di elaborati scontri multiplayer, ma con
il quarto capitolo DICE punta
a rivitalizzare la modalità single player con il fattore umano:
l’obiettivo è far vivere al giocatore esperienze umane, drammatiche e credibili, grazie a personaggi a cui ci si possa affezionare
intorno a noi e situazioni immersive e realistiche. L’altro aspetto
è quello dell’integrazione nella
campagna single player di alcuni
aspetti del multiplayer come la
possibilità di guidare mezzi e di
comandare altre truppe sul campo di battaglia. Battlefield 4 sarà
disponibile per PC, Xbox 360,
PS3 e PS4 presumibilmente entro fine anno.
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Claudio Stellari, Simona Zucca
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 - 20151 Milano
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Per la pubblicità
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
estratto da dday.it
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
game & movie La causa sarebbe l’enorme quantità di giochi disponibili sugli store
Giochi per smartphone al capolinea
Secondo il fondatore di Atari i giochi per smartphone e tablet sono morti
I
game & movie
Trono di Spade
è già il più
piratato
Nel 2012 Il Trono di Spade
aveva vinto la palma della
serie TV più scaricata della
rete. Quest’anno, il primo
episodio della terza stagione,
Valar Dohaeris, dopo poche
ore la sua trasmissione negli
Stati Uniti, è stato scaricato da
più di un milione di utenti via
P2P. Altro record battuto dal
primo episodio quello del file
più condiviso contemporaneamente della storia del protocollo torrent: secondo i dati di
TorrentFreak lo stesso torrent
è stato condiviso contemporaneamente da più di 160.000
persone creando lo “swarm”
più grande di sempre. Gli
Stati Uniti è il Paese che più ha
scaricato l’episodio seguito da
Regno Unito e Australia.


business del casual gaming e del
mobile gaming sono ormai sul
viale del tramonto. A dipingere gli
scenari futuri del mondo del gaming
ci ha pensato Nolan Bushnell, il fondatore dell’Atari e una delle figure
più importanti del gaming a livello
mondiale.
Bushnell si è soffermato su quello
che è un dato ormai sotto gli occhi
di tutti: a primeggiare nel mercato
mobile sono sempre i soliti noti. In
una intervista pubblicata da AllThingsD, infatti, si fa notare come
ormai il numero delle applicazioni e
dei giochi negli app store sia enorme
e come sia praticamente impossibile
anche per un piccolo gioco di qualità
emergere senza un adeguato marketing.
A chi conviene fare un gioco investendo tanti soldi e molte risorse sapendo che il suo gioco sarà solo 1 su
300.000? Emergere all’interno di un app store
mobile
effettivamente
è sempre più difficile, e
non è un caso che siano
sempre i soliti noti a raccogliere il successo: Zynga, Rovio, EA e Gameloft
in primis, forti ormai dei
successi avuti quando
erano tra i pionieri del
settore.
Secondo Bushnell è molto meglio focalizzarsi e farsi un nome su nuove
piattaforme: riuscire ad essere tra
i primi cento ad avere app e giochi
per Google Glass è sicuramente più
importante che avere un buon titolo
in mezzo a 300.000 giochi presenti
su uno dei tanti store mobile.
A supportare la tesi anche le analisi dei giochi più utilizzati su tablet
e smartphone: giochi come Angry
Birds sono ancora oggi più giocati di
molti altri giochi recenti, segno che
torna al sommario
Alla GDC mostrata una
nuova demo del nuovo
motore grafico di Epic
Games, che promette
di portare l’esperienza
di gioco su livelli
mai visti prima
il pubblico è diverso dal classico gamer che insegue la novità. La longevità di un buon gioco su smartphone
è praticamente infinita, proprio perché il casual gamer non ha il senso
della grafica e dell’ultimo bestseller
ma si lascia trascinare dalla moda
e dagli amici, e il caso di Ruzzle è un
esempio. Un discorso che effettivamente può avere un senso, anche se
è completamente controtendenza
rispetto a quanto stanno facendo le
principali software house.
game & movie Tecnologia Real Time Dynamic Fracture
NVIDIA, demolire con realismo
di Roberto PEZZALI
I
l danneggiamento di edifici e dell’ambiente è da sempre uno dei punti deboli
di molti giochi a sfondo bellico: NVIDIA ha mostrato alla Game Developers
Conference 2013 un video che mostra i progressi fatti in questo ambito sfruttando la tecnologia denominata Real Time Dynamic Fracture with Volumetric
Approximate Convex Decompositions, e il risultato che potete vedere qui è
abbastanza impressionante. La demo gira su un computer con una sola scheda
Geforce GTX 680 a 30 fps, e con questo hardware dettaglio e resa sono già
più che apprezzabili. La tecnologia è nei primi stadi di sviluppo, e i margini di
miglioramento sono tantissimi: l’illuminazione e il fondale, ad esempio, sono
statici, e i blocchi che si staccano non interagiscono con gli altri danneggiando le superfici nel caso di blocchi pesanti e sgretolandosi in pezzi più piccoli
all’impatto.
Considerando,
però, che tutto questo viene
fatto in real time il risultato
è già notevole: applicata a un
gioco come Battlefield questa
tecnologia rappresenterebbe
un deciso passo per impatto
grafico e realismo.
di Paolo centofanti
I programmatori che hanno
partecipato alla GDC 2013
hanno potuto assistere a una
nuova dimostrazione di Unreal
Engine 4, il nuovo motore grafico di Epic Games dalle potenzialità fotorealistiche.
Quello che vedete in basso, al
termine di questa news, infatti non è un filmato in CGI ma
una simulazione renderizzata in tempo reale tramite il
nuovo motore grafico. Su che
hardware gira? Una singola
GPU NVIDIA GTX 680, certo
una delle migliori (e costose)
schede grafiche del momento,
ma qualcosa di già disponibile
e attuale. Questo per dire che
questa qualità è già oggi possibile e con le ottimizzazioni future del motore grafico e l’hardware che verrà, l’esperienza di
gioco del futuro si preannuncia
davvero entusiasmante.
L’unico rammarico è che questa
demo, a quanto pare, non sia il
preludio di un vero e proprio
gioco con questa ambientazione, ma per l’appunto solo un
esercizio di stile per dimostrare
le potenzialità del nuovo Unreal
Engine.
Unreal Engine 4 Demo

di Roberto pezzali
Stupefacente
Unreal
Engine 4
in azione
estratto da dday.it
Alla Game Developer
Conference il mitico
Hideo Kojima ha
presentato il primo
trailer del nuovo
capitolo della saga
di Metal Gear, The
Phantom Pain
di Paolo centofanti
Hideo Kojima, storico game
designer giapponese, è salito nei giorni scorsi sul palco
della Game Developer Conference per annunciare il nuovo
capitolo della saga di Metal
Gear, Metal Gear Solid 5: The
Phantom Pain.
La nuova avventura non si chiamerà più, dunque, Metal Gear
Solid: Ground Zeroes, come
era stato precendentemente
annunciato, ma prende il nome
dal misterioso teaser rilasciato
lo scorso dicembre e che rivelava le prime immagini.
Ora arriva il primo trailer del
nuovo videogioco che uscirà per PlayStation3 ma anche
Xbox 360 e si spera per le console next gen. Il nuovo capitolo
utilizza il motore grafico foto
realistico FOX Engine e offrirà
un’architettura open world liberamente esplorabile.
I giocatori torneranno ancora
una volta a impersonare Snake,
che dopo 9 anni di coma si risveglia prigioniero in un ospedale.
Al momento non sono noti altri
dettagli né una data di uscita,
ma il trailer è comunque tutto
da guardare


Metal Gear Solid 5 Clip
torna al sommario
game & movie Al prossimo E3 sicuramente le notizie più interessanti sulla console
PS4 avrà Blu-ray 6x e HDD enorme
Sony ha rivelato qualche altro dettaglio (secondario) della PlayStation 4
Blu-ray più veloce, HDD di ampia capacità e un’ottima sinergia con Vita
di Emanuele VILLA
onostante la PlayStation 4
sia ufficialmente un work in
progress, di tanto in tanto
emergono dettagli su hardware o
funzionalità non ancora annunciate
o, quanto meno, non ancora approfondite.
Per gli annunci più interessanti e
corposi dovremo senz’altro attendere l’E3, ma la Game Developers Conference ha già portato qualche novità interessante: intanto il DualShock
4 può essere ricaricato anche a console spenta, il lettore Blu-ray è tre
volte più veloce di quello della PlayStation 3 e la Eye Motion Camera
di PS4 ha un sensore in grado di
rilevare in che direzione si rivolge
lo sguardo del giocatore (e agire di
conseguenza).
La funzionalità Remote Play (basata
N
su Gaikai) tra PS4 e PS Vita è stata
migliorata al punto di poter riprodurre giochi PS4 su Vita alla sua risoluzione nativa (960x544); inoltre,
il gioco viene anche riprodotto in
mirroring sul TV.
Inoltre, sempre alla GDC, Sony ha
rilasciato qualche indizio sull’HDD
della PS4: pur non dichiarando
l’esatta capacità, gli ingegneri hanno fatto intendere che si tratterà
di una capienza very large, considerando anche la funzionalità
play-as-you-download annunciata
precedentemente e che permetterà
ai player di giocare subito all’avvio
del download, senza cioè attendere
il suo completamento.
game & movie Cambio di strategia, si passa ora alla gestione delle licenze dei giochi
Disney chiude LucasArts, Guybrush in lutto
Annunciata chiusura di LucasArts, lo studio di sviluppo giochi della Lucas
D
di Roberto pezzali
isney chiude un pezzo di storia del videogame: LucasArts,
la software house della
LucasFilm, è stata chiusa dall’azienda americana che cinque mesi fa
acquistò per 4,05 miliardi di dollari
la compagnia di Lucas. Dopo l’acquisizione LucasFilm e Disney avevano
annunciato che avrebbero puntato
sui giochi per smartphone e tablet,
ma nessuno si aspettava la chiusura
del ramo di azienda che ha sviluppato alcune delle avventure grafiche
più giocate di sempre. Nel comunicato, Disney annuncia il cambio di
strategia che passa dallo sviluppo
dei videogiochi alla gestione delle licenze dei giochi concesse da adesso
in poi a sviluppatori terzi. In tipico
stile americano Disney aggiunge che
ci saranno licenziamenti in tutta la
compagnia, circa 150 persone, che
vengono comunque ringraziate per
il lavoro svolto. Una doccia fredda
non solo per chi lavorava ma anche
per i fan dell’universo di Star Wars
che attendevano i due grandi titoloni in lavorazione, Star Wars 1313 e
Star Wars Assault: Disney dice che
lo sviluppo dei titoli verrà
gestito da studi esterni ma
è più probabile che vengano “congelati” e messi in un
cassetto. La scelta di Disney
comunque potrebbe risultare vincente: tra le mani si ritrova un patrimonio che veramente altri studi potranno
sfruttare per realizzare capolavori, soprattutto in vista
delle console next gen. Con
la speranza che possano tornare un
giorno anche i personaggi che hanno scritto la storia di LucasArts, da
Guybrush Treepwood a Manny Calavera passando da Indiana Jones e da
Sam & Max. Come dimenticare poi
Stan, l’unico che sarebbe in grado di
trasformare la Wii U in un successo
di vendita.

Kojima svela
Metal Gear
Solid 5
n.67 / 8 aprile 2013
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
digital imaging Nuove indiscrezioni, ecco le possibili specifiche dell’attesa EOS 7D MKII
La Canon EOS 7D Mark II è pronta?
Avrà sensore APS-C da 21 Mpixel, AF a 19 punti a croce e raffiche a 10 fps
PC & multimedia
Amazon Cloud
Drive ha il sync
Amazon Cloud Drive, il
servizio Cloud di Amazon è
già disponibile da un paio
d’anni, ma a prescindere dai
contenuti Amazon, non aveva
mai offerto un servizio di
sincronizzazione dei file su dispositivi diversi, sul modello
di quanto offrono Dropbox,
SkyDrive e Google Drive, per
esempio. La nuova applicazione per Windows e Mac (non
ancora quella per Android)
ora comprende File Sync, che
sul modello dei servizi citati,
permette non solo la registrazione dei file nel Cloud,
ma anche la sincronizzazione
automatica su diversi dispositivi, per accedere ai contenuti ovunque. Il principio di
funzionamento è il solito: una
cartella ad hoc sul PC locale
che si sincronizza automaticamente con il Cloud, in modo
del tutto trasparente per l’utilizzatore. Confermati i 5 GB di
spazio gratuito: l’applicazione
è scaricabile qui.


he la EOS 7D, datata fine
2009, sia in attesa di sostituto
è un dato di fatto, ma recentemente i rumor si sprecano, al punto
da coprire quasi tutte le specifiche
tecniche. Le ultime notizie provengono da Northlight Images: secondo questo sito, Canon avrebbe ormai
finalizzato il progetto e sarebbero già
disponibili esemplari su cui l’azienda
sta effettuando gli ultimi test. Il che
significa che, revisioni e problemi a
parte, non dovrebbe mancare molto
all’annuncio ufficiale.
Interessanti le caratteristiche tecniche, ma che confermano solo in
parte i leak meno recenti: il sensore
sarebbe un APS-C da 21 Megapixel
con sensori a rilevazione di fase per
torna al sommario
la messa a fuoco ibrida in LiveView,
la sensibilità ISO va da 100 a 25.600
(ma ci si può spingere fino a
102.400 in modalità H2),
mentre per la rapidità di
scatto è confermato il valore di 10 fps, in linea con
le previsioni. Il sistema
di messa a fuoco sarebbe
da 19 punti a croce mentre per il display LCD la
scelta cadrebbe sul 3.2’’
già usato sulla 6D. Non
mancano il GPS e il WiFi, è inoltre prevista la possibilità di
riprendere video (ovviamente Full
HD) fino a 60 fps e, al momento, si
pensa che la macchina sarà dotata di
un solo slot CF. La 7D MKII sarebbe
quindi una versione per uso sportivo
della 6D, corpo macchina molto si-
L’app, finora esclusiva
di Lumia e Windows
Phone 8, disponibile
anche sui tablet e PC
con Windows 8
e Windows RT
di Paolo CENTOFANTI
mile ma sensore APS-C e scatto molto più rapido. Dopo aver fatto la sua
comparsa sulle compatte, potrebbe
debuttare anche il nuovo processore Digic 6, anche se è più probabile
l’adozione di un Digic 5+ come sulla
5D MK3.
PC & MULTIMEDIA Tre nuove schede grafiche da AMD
AMD Radeon Sky Series
Perfette per il cloud gaming
di Giuseppe LANDOLFI
A
MD ha svelato la Radeon Sky Series, una classe che raccoglierà al suo interno schede grafiche per data center dedicate esclusivamente al Cloud
Gaming. Questi prodotti saranno l’espressione massima della tecnologia AMD, costruiti con l’architettura proprietaria Graphics Core Next e progettati per mantenere bassa la latenza grazie alla tecnologia RapidFire. Le Radeon Sky elaboreranno i videogame su server e permetteranno a smartphone,
tablet e PC poco potenti di giocare in streaming, in alta definizione e con un
frame rate costante di almeno 30 fps anche in titoli importanti come Crysis 3
e Tomb Raider. Le tre schede presentate sono raffreddate passivamente.
Che Nokia potesse contribuire ad arricchire l’esperienza di
Windows, fino a qualche anno
fa poteva sembrare quanto
mai insolito. Ma ora, complice
l’avvicinamento di Windows
8 al sistema operativo mobile
di Microsoft (e viceversa), non
dovrebbe stu-pire più di tanto
che una delle app realizzate da
Nokia, inizialmente in esclusiva
per la gamma di smartphone
Lumia, approdi sul Window
Store. Nokia Music è il servizio
di streaming che consente di
ascoltare gratuitamente playlist
a tema con centinaia di brani
e, nella versione Plus a pagamento, di poterle scaricare sul
telefono per l’ascolto offline.
La nuova app, disponibile per
Windows 8 e Windows RT, presenta un’interfaccia ottimizzata per gli schermi più grandi e
offre la possibilità di ascoltare i
brani anche tramite periferiche
DLNA compatibili. Al momento l’app è utilizzabile appieno
unicamente per gli abbonati al
servizio Nokia Music+ in Australia, Gran Bretagna, Irlanda
e Stati Uniti, ma nelle prossime
settimane verra via via resa disponibile in tutti i mercati in cui
è disponibile la versione plus.

C
di Emanuele VILLA
Nokia Music
sbarca su
Windows 8
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
PC & MULTIMEDIA Microsoft rivede le specifiche di risoluzione dei tablet Windows 8
Windows 8 su tablet da 7’’, ora si può
Abbassata la risoluzione minima, a breve vedremo tablet Win8 da 7’’ e 8“
PC & multimedia
Microsoft
display 3D con
feedback tattile
Microsoft sta studiando un
complesso sistema di feedback 3D tattile che permette
all’utente di “sentire” gli oggetti riprodotti su un monitor,
oggetti che l’utente vede in 3D.
Il sistema si basa su un monitor 3D con trasduttori resistivi, collegato a una sorta di
robot che lo muove a seconda
della pressione, dell’oggetto
raffigurato e del tipo di tocco
dell’utente. Questa tecnologia potrebbe permettere di
percepire la superficie degli
oggetti e i contorni, ma anche
di “spostarli” sfruttando
appunto i movimenti del monitor. Applicazioni possibili?
Ambito medico, per esempio,
ma anche gaming (ennesima
evoluzione di Kinect?) Purtroppo, per vederlo occorrerà
pazientare ancora per un bel
po’ di tempo…


torna al sommario
di Emanuele VILLA
derla inutilizzabile: da oggi si può,
ma chi volesse realizzare tablet (da
7’’ o 8’’, evidentemente) basati su
questa risoluzione dovrà specificare
che la funzione Snap View di Win-
dows 8, ovvero quella che permette
di far scorrere diverse app affiancate
nella medesima schermata, non è
supportata. Ma molto probabilmente lo sarà con Blue…
PC & MULTIMEDIA Serie 9 top di gamma, prezzo 1.900$
Samsung Serie 9 Premium
È Full HD ma a caro prezzo
N
di Claudio STELLARI
ovità per i portatili ultrasottili Serie 9. Samsung ha infatti annunciato un nuovo modello che si
caratterizza per l’adozione di
uno schermo con risoluzione
1.920 x 1.080p (l’attuale serie
offre uno schermo da 1.600 ×
900 pixel), un aggiornamento
reso necessario per competere
“ad armi pari” con la concorrenza, anche se il retina display del MacBook Pro,
con i suoi 2.560 x 1.600 pixel, rimane lontano. Il nuovo Samsung Serie 9 Premium, questo il nome scelto, utilizza uno schermo da 13,3” con retroilluminazione LED e tecnologia Samsung SuperBright, processori Intel Core i7-3517U,
4 GB di RAM e un disco a stato solido da 256 GB; il sistema operativo è Windows 8 Pro. Nessuna modifica di rilievo per quanto riguarda il design: il peso
rimane pari a 1,16 kg, lo spessore è compreso tra 1-1,2 centimetri, invariata
anche la dotazione di connessioni. Salto in avanti, invece, per quanto riguarda
il prezzo: si parla infatti di circa 1.900 dollari contro i 1.400 dollari della serie
“normale”. Al momento non si hanno notizie riguardo alla disponibilità e i
prezzi nel nostro Paese.
Logitech estende la sua linea di accessori per tablet Apple (sia iPad
che iPad Mini) con Logitech Keyboard Folio e Logitech Keyboard
Folio Mini. Il concetto è sempre
lo stesso: trasformare il tablet
Apple in un notebook, cosa sicuramente fattibile per la versione
“regolare”, un po’ più complessa
per l’iPad Mini. La nuova soluzione ha la caratteristica di avvolgere
completamente il tablet, proteggendolo da urti accidentali su
entrambi i lati: la tastiera fisica è
rigorosamente Bluetooth e, una
volta riposta su se stessa, pone in
stand by l’apparecchio. Tra le altre
caratteristiche meritevoli di menzione, l’autonomia dichiarata di 3
mesi (stima basata su una media
di digitazione di 2 ore al giorno),
con ricarica via USB, la tastiera
EasyType con tasti di dimensioni analoghe a quelli delle tastiere
tradizionali (e aggiunta di shortcut specifici per iPad) e l’aggancio
magnetico che unisce solidità a
semplicità d’uso e installazione.
Logitech propone Keyboard Folio
a 99 euro di listino.

U
Logitech ha presentato
Keyboard Folio per iPad
e iPad Mini, una cover
magnetica con tastiera
Bluetooth che offre 3
mesi di autonomia e
costa 99 euro
di Emanuele Villa
ltimamente si parla molto di
Microsoft, tra i leak su Blue,
che dovrebbe vedere la luce
subito dopo l’estate, e le performance commerciali dei propri prodotti
di punta, Windows 8 sul lato software e Surface in ambito hardware. La
novità più recente potrebbe avere
importanti ripercussioni in futuro
ed essere proprio una mossa preparatrice per l’avvento di Blue: nonostante le specifiche di base dei tablet
Microsoft prevedessero in origine
una risoluzione minima di schermo
di 1.366 x 768 pixel, Microsoft ha
oggi rivisto al ribasso questa soglia
dando supporto anche a 1.024 x 768.
In realtà, Windows 8 ha da sempre
gestito questa risoluzione, ma erano
proprio le specifiche dei tablet a ren-
Logitech
protezione a
360° per l’iPad
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
tEST In prova la versione “free” del Media Center Vodafone TV Station: ha tuner con PVR, client DLNA e si controlla con il tablet
Vodafone TV Solution: un affare da 29 euro
È meglio di molti decoder a basso prezzo e offre funzioni evolute che gli altri prodotti non hanno
S


ervono solo 29 euro per portarsi a casa un
Media Center con tuner DVB-T HD, slot
Common Interface, accesso alla rete per lo
streaming e possibilità di interazione con tablet e
smartphone. È la Vodafone TV Solution Xone Edition, una versione particolare sganciata da ogni
obbligo di contratto con Vodafone e funzionante
con ogni ADSL. Il prodotto non è nuovo: Vodafone
lo vende da tempo e l’hardware non è certo aggiornatissimo (lo slot per la CAM è CI e non CI+), ma
la Xone Edition può essere considerata una soluzione davvero nuova proprio perché libera da vincoli contrattuali. TV Solution funziona come ogni
altro Media Center con tuner integrato, anche se il
prezzo di soli 29 euro con spedizione stupisce: serve solo la carta di credito e un numero Vodafone
(ma potete inserire qualsiasi numero) per vedersi recapitare a casa il pacco dopo qualche giorno.
Compreso nel prezzo ci sono anche una chiavetta
Kingstone veloce da 16 GB, un cavo HDMI e altri
cavi di collegamento, il telecomando e una chiavetta Wi-Fi. Il primo accorgimento è l’installazione del firmware Xone che libera il set top box da
alcuni vincoli: non serve più l’ADSL Vodafone, ma
se qualcuno ha la Vodafone Station potrà accedere a una serie di servizi in più come, ad esempio,
YouTube. Dopo l’aggiornamento, alla prima accensione, il sistema effettua la scansione dei canali
e li ordina secondo la numerazione LCN. Il set top
box non è velocissimo, ma neppure troppo lento:
come decoder si lascia usare benissimo e anche la
guida TV è ben fatta. Con la chiavetta integrata si
può attivare la registrazione in PVR e Timeshift
(ma solo dalla porta USB frontale) e i file registrati possono essere scaricati anche su PC. Il sistema genera però tantissimi file di piccole dimensioni che vanno uniti con un comando o con un
programma apposito. La registrazione funziona
ovviamente per i programmi in chiaro e non per
quelli criptati. Con una CAM di tipo CI si vedono
anche le trasmissioni criptate, ma non i canali in
torna al sommario
HD (Calcio HD e Mediaset
Premium HD) perché per
questi serve una CAM CI+:
lo slot, come sappiamo,
non è aggiornabile.
Tra le possibilità del sistema c’è la riproduzione di
ogni tipo di file da chiavetta USB (anche 1080p con i
sottotitoli) e di file tramite
client DLNA. Vodafone
fornisce un Media Server
da caricare su un computer, ma va benissimo anche un media server opensource oppure un qualsiasi
NAS: TV Station riproduce
la maggior parte dei file,
MKV inclusi, ma tramite
rete non supporta alcune
funzionalità come, ad esempio, i sottotitoli su file
esterno. TV Station dispone anche di server DLNA
integrato e condivide le registrazioni a dispositivi
esterni come altri TV o altre TV Station: la funzione però non è utilizzabile, le registrazioni sono
spezzate in tantissimi file. Integrati nel sistema ci
sono anche una serie di widget web: ANSA, Corriere, Gazzetta, Meteo e Astri, piccole finestrelle
che appaiono in sovraimpressione con un feed di
notizie e altre informazioni. Una cosa carina, ma
di dubbia utilità. Più interessante, invece, il client
Twitter che si può richiamare con il tasto blu del
telecomando e che mostra nella parte bassa dello schermo, in sovraimpressione, gli ultimi tweet
basandosi su hashtag definiti dall’utente. TV Station funziona anche come DLNA Media Renderer
e Second Screen, e nel primo caso è possibile inviare da smartphone o tablet filmati, foto e musica. Per farlo consigliamo l’ottima applicazione
iMediaShare per Android e iOS, che permette di
inviare non solo video e foto personali presenti
sul dispositivo ma anche di girare alla TV Solution
video da molti servizi di streaming online come

di Roberto Pezzali
YouTube e Vimeo. La modalità Second Screen viene invece sfruttata dall’applicazione TV Solution
sviluppata da Vodafone per diverse piattaforme
(iOS, Android, PC e Mac): l’utente che la installa su
un tablet può guardare la TV in streaming (usando il tuner del decoder) oppure una registrazione
presente sulla chiavetta. L’applicazione, davvero
ben fatta, dispone anche di guida TV per gestire le
registrazioni da tablet.
TV Station Xone Edition non sarà l’ultimo ritrovato nel campo dei Media Center, ci sono prodotti
più completi e veloci, ma a soli 29 euro fa da tuner
e permette, ad esempio, di vedere la TV e le registrazioni in remoto su un tablet. Trattandosi di un
progetto Xone, quindi legata ai progetti startup di
Vodafone, è ben seguito a livello di supporto tecnico e c’è un responsabile di progetto che cerca di
gestire sia le segnalazioni di bug sia gli ulteriori
sviluppi, ovviamente nei limiti delle possibilità
hardware. Il prezzo è davvero basso se consideriamo solo quello che c’è nel pacchetto e la spedizione
inclusa. TV Solution è molto meglio di decoder cinesi da pochi euro e permette di fare molto di più.
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estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
tEST Dispositivo veloce e ben costruito, sistema operativo buono con un’anima business. Carenti le applicazioni
BlackBerry
Z10
con
BlackBerry
10:
la
prova
Uno smartphone tutto nuovo con un sistema operativo innovativo e diverso: lo abbiamo provato
BlackBerry Z10 con BlackBerry 10 non ci è affatto dispiaciuto, ma alcuni punti sono migliorabili
di Roberto pezzali
ivere o morire: BlackBerry dà un colpo di
spugna al passato per resistere all’assedio
di Apple, Android e Windows Phone, che
con soluzioni più o meno convincenti hanno
portato via all’azienda canadese parte dell’utenza business che ha fatto la fortuna di RIM.
La chiave per il successo è il nuovo Z10 con sistema operativo BlackBerry 10: promette potenza,
autonomia, sicurezza e qualità in un prodotto
destinato non solo a chi usa lo smartphone per
lavoro ma anche a chi vuole un personal device
affidabile. Z10, che abbiamo in prova da qualche
settimana, vuole essere una soluzione a 360°,
uno smartphone di alta gamma che compete direttamente con iPhone 5, Galaxy S3, Lumia 820
e tutti gli altri principali smartphone sul mercato. Il prezzo è da top di gamma: 699 euro per
uno smartphone che, però, sulla carta non ha
feature da primo della classe.
BlackBerry, un po’ come Apple, vuole però dimostrare che non serve un processore quad core
per avere potenza e che il vero vantaggio si ottiene quando hardware e software sono realizzati
dalla stessa azienda e perfettamente integrati.
BlackBerry 10 è un sistema operativo cucito sul
nuovo Z10 che ne può sfruttare al meglio le potenzialità, e BlackBerry fa leva proprio su questo
oltre ovviamente a spingere il concetto della sicurezza totale, soprattutto quando navighiamo.
V
Uno smartphone ben costruito
BlackBerry ci ha messo qualche anno a ingegnerizzare lo Z10, uno smartphone full touch senza
tastiera fisica. Esteticamente molto sobrio, lo
Z10 dà subito una buona impressione di solidità e robustezza. Il vetro anteriore non è Gorilla
Glass ma un particolare vetro denominato Touch on Lens, prodotto da una azienda di Taiwan
e che permette di avere un solo strato frontale,
riducendo così lo spessore dello smartphone.
Touch on Lens è comunque un polimero di nuo-
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va generazione antigraffio che dovrebbe resistere anche a cadute accidentali. BlackBerry ha
dotato lo Z10 di batteria removibile: il coperchio
posteriore è stato serigrafato e “gommato” per
raggiungere un livello di grip davvero eccellente.
Lo smartphone non è leggerissimo, ma i pesi
sono ben bilanciati e le dimensioni non eccessive: con uno schermo da 4.2” sta comodamente
nella tasca dei pantaloni. BlackBerry ha fatto un
lavoro davvero eccellente come finiture e dettagli: dai tasti all’altoparlante tutto è curato davvero nei minimi dettagli.
Il tasto di blocco e sblocco è posizionato nella
parte alta, in una posizione che viene abbastanza naturale da premere con l’indice. Nella parte
alta troviamo anche l’ingresso jack per le cuffie e
il microfono per la cancellazione acustica dei rumori ambientali durante le chiamate, mentre le
prese micro USB e mini HDMI sono posizionate
sul lato. Sotto il coperchio per la batteria, che
funziona anche come antenna NFC, trova spazio
lo slot per la card di espansione microSD.
Dual core e schermo HD
BlackBerry ha dovuto costruire tutto da zero e per
fare le cose per bene servono tempo e certezze. Le
prime immagini dello Z10 (nome in codice London) risalgono a fine 2011 e ci è voluto quasi un
anno per arrivare alla sua forma definitiva. Non
deve stupire la presenza di un processore dual
core Snapdragon da 1.5 GHz al posto di un quad
core o uno schermo da 1280x768 al posto di uno
schermo Full HD: BlackBerry ha cercato di assemblare il miglior dispositivo possibile utilizzando i
componenti disponibili nel periodo di sviluppo.
Con 2 GB di RAM, 16 GB di memoria, Bluetooth
4.0, Wi-Fi b/g/n e LTE integrato, lo Z10 ha sicuramente un hardware da top di gamma.
Schermo brillante e reattivo
Lo schermo da 4.2” del BlackBerry Z10 è uno dei
componenti di pregio del nuovo smartphone. Ottima reattività, feedback quasi immediato e una
buonissima resa cromatica. Ben leggibile anche
all’aperto, questo LCD da 1280x768 può contare
su un buon angolo di visione e una discreta resistenza alle impronte. Nella parte alta BlackBerry
ha integrato, sapientemente nascosti nella cornisegue a pagina 23 
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torna al sommario
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
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segue Da pagina 22 
ce nera, sia i sensori sia l’utilissimo LED di stato.
Lo schermo di BlackBerry 10 è sempre attivo,
o meglio, è sempre attiva la sensibilità al tocco:
per sbloccarlo infatti basta trascinare il dito sullo
schermo in ogni momento. Non sappiamo che impatto abbia sull’autonomia, ma temiamo sia uno
degli elementi che contribuisce a una durata della
batteria non certo esaltante per uno smartphone
business, ma questo lo vedremo dopo.
Foto a 8 MP e video a 1080p
BlackBerry 10, un nuovo sistema
operativo
BlackBerry 10 è un sistema operativo totalmente nuovo costruito su basi solide e robuste. È un
sistema operativo veloce, ben fatto, che unisce
concetti già visti come le schermate di icone
per le app in stile Android a funzionalità nuove
come le gesture e il BlackBerry Hub come centro
di notifiche. BlackBerry 10 è ben fatto, semplice da usare e abbastanza intuitivo: uno swipe
dal basso verso l’alto sblocca lo smartphone e
chiude le app, una “L” sullo schermo permette
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BlackBerry ha curato in modo particolare
l’aspetto video: il modulo fotocamera è da 8 Megapixel con autofocus e obiettivo a 5 elementi
F2.2. Il sensore ha un processore dedicato che
gestisce la stabilizzazione digitale dell’immagine e la funzione Timeshift, che salva gli scatti
in un buffer veloce da 64 MB permettendoci di
scegliere il momento giusto. Sul fronte video, la
fotocamera posteriore riprende a 1080p, mentre quella frontale a fuoco fisso da 2 Megapixel
riprende solo a 720p.
L’applicativo Fotocamera è molto semplice da
usare: si può scegliere il formato, l’attivazione
del flash, il tipo di scena o la modalità di scatto
tra normale, stabilizzata e raffica. Perfetta anche la gestione del fuoco e dell’esposizione: con
il dito si trascina il “mirino” sul punto in cui si
vuole mettere a fuoco e lo smartphone cerca di
aggiustare anche l’esposizione utilizzando quel
riferimento. La qualità delle foto è molto buona,
con un rumore decisamente ridotto e una compressione appena visibile.
Abbiamo scattato alcune fotografie con lo Z10
dopo aver aggiornato il firmware all’ultima versione disponibile, che a detta di BlackBerry migliora la resa in situazioni di scarsa luminosità.
Per ingrandirle cliccate su ciascuna immagine.
torna al sommario
di “sbirciare” tra le notifiche e il classico spostamento da destra a sinistra permette di scorrere
tra le app aperte, la parte notifiche e la zona applicazioni.
Non manca la classica “toolbar” che si attiva invece con uno swipe dall’alto verso il basso, operazione che permette di gestire anche le impostazioni presenti in alcune applicazioni.
BlackBerry ha installato di default una serie di
applicazioni utili: non manca un veloce browser
HTML5, Docs To Go per la gestione di file Word,
Excel e PowerPoint, Story Maker per realizzare
piccoli album fotografici con musica, un file manager, Facebook, Twitter e LinkedIn.
Il browser è veloce, integra flash (dev’essere
l’utente ad attivarlo) e permette anche di visualizzare siti in modalità Desktop, funzione utile
per visualizzare i siti di alcuni quotidiani italiani
che in modalità Mobile chiedono un pagamento
con qualche operatore. Ben fatta la parte Hub di
notifiche, completamente personalizzabile e facile da gestire: questa sezione fa parte del DNA
BlackBerry ed è forse quella che è stata meglio
curata come possibilità di personalizzazione
e gestione. L’altra killer app è la tastiera integrata: mancano i tasti fisici, ma questo non è un
limite. Anzi, grazie al suggerimento intelligente
delle parole, si riesce a digitare un’intera frase
in metà tempo. BlackBerry ha curato anche altri
aspetti per l’utilizzo dello smartphone in ambito
business: ci riferiamo, ad esempio, alla possibilità di trasformare una chat BBM in una videochiamata con possibilità di screen share. All’interno del sistema operativo sono state nascoste
tante altre piccole migliorie, dalla gestione del
calendario e degli appuntamenti alla possibilità
per esempio da una mail di creare un appuntamento o di invitare un contatto a un meeting.
Personale e lavoro separati
Tra le funzionalità più interessanti c’è BlackBerry
Balance, un sistema che permette di mantenere i
dati lavorativi separati da quelli personali. Un ambiente nell’ambiente, gestito per
non commettere errori e che permette a
chi possiede lo smartphone di tenere un
unico device per tutta la giornata. Purtroppo però per attivare Balance è necessario
utilizzare BlackBerry Enterprise Server,
quindi la funzionalità sarà attiva solo per
coloro che, in azienda, dispongono della
soluzione business BlackBerry. È stata una
scelta ragionata, ma non nascondiamo che
l’apertura di Balance a tutti, magari appoggiandosi a un server BlackBerry, avrebbe
aumentato di molto l’interesse verso questo dispositivo: quale modo migliore per
nascondere e-mail, chiamate e messaggi
dell’amante alla moglie o alla fidanzata? Non
avendo a disposizione un server BlackBerry Enterprise non abbiamo potuto riprovare la funzionalità Balance che avevamo però visto e provato
il giorno del lancio italiano. Vi proponiamo il video ufficiale che ne mostra le funzionalità.
Si sente bene, ma l’autonomia è da
migliorare
Chi cerca uno smartphone serio e non un giocattolo esige una buona sensibilità di ricezione, una
valida qualità delle chiamate e tanta autonomia,
soprattutto se la maggior parte della giornata la
passiamo al telefono. BlackBerry Z10 fa centro
in due casi su tre: la ricezione ci è sembrata davsegue a pagina 24 
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BlackBerry Z10
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
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BlackBerry Z10
segue Da pagina 23 
Lo store è una tragedia
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Lo smartphone più bello del mondo vale davvero poco se non ci sono applicazioni e in questo
caso BlackBerry deve fare ancora tantissima
strada. BlackBerry World, l’app store dal quale
si scaricano le applicazioni, non solo è privo di
molte app di prima fascia ma è anche pieno di
applicazioni realizzate male, graficamente inappaganti e cinesi. Sì, cinesi: su 100.000 applicazioni, non ci sbagliamo dicendo che almeno
20.000 sono piene di ideogrammi totalmente
incomprensibili. A queste si aggiungono poi
altre 20.000 app che non sono altro che il porting di applicazioni per Android ridimensionate
male e altre 20.000 applicazioni di dubbia utilità. BlackBerry ha bisogno di numeri, ma forse
sarebbe stato meglio avere 5000 applicazioni
ben fatte che 100.000 di cui poche si salvano.
torna al sommario
Senza tenere, poi, conto del fatto che quasi tutte
hanno solo una recensione, ottima, fatta sempre dai soliti utenti: sarà lo sviluppatore che si
autopromuove? Basta scorrere le pagine dello
store da un qualsiasi browser web per capire
che, alla fine, le app che meritano sono poche e
nella maggior parte dei casi non costano neppure poco. Il prezzo delle app, infatti, è superiore a
quello di iOS e Android e in molti casi si rischia
di pagare anche 2 euro per una applicazione
che, alla fine, non li vale.
L’impressione è che molti sviluppatori (o presunti tali) abbiano alzato il prezzo delle app per
guadagnare il bonus di 10.000 dollari promesso da BB al raggiungimento dei 1000 dollari di
guadagno con le app. Mancano, infine, molte
applicazioni di prima fascia: non solo Skype,
Spotify, Flipboard, Instagram e altri nomi noti,
ma anche applicazioni di moltissimi servizi di
produttività, come ad esempio il collaboration
tool Trello. In questi casi si trovano applicazioni
sviluppate da terzi (Trellino)
o WebApp camuffate da app
native. Non è facile testare
uno store di applicazioni: nel
caso di BlackBerry World abbiamo provato a scaricare le
app che usiamo solitamente
su altri smartphone, ma ci è
capitato davvero di tutto. Ci
sono applicazioni fatte benissimo come quella della Rai,
ce ne sono alcune invece che
non funzionano affatto. Ci
riferiamo ad esempio a CameraX, un’app che dovrebbe
offrire un’interfaccia professionale alla fotocamera... peccato manchi persino il tasto
di scatto per fare le foto. Altri
esempi sono le applicazioni
per i viaggi: non c’è un’applicazione seria per i
treni, ad esempio, e l’unica che abbiamo trovato,
Treni Italiani, è imbarazzante. Manca l’applicazione delle metropolitane, mancano app per i
trasporti e le poche presenti, come quella di Alitalia, sono malfunzionanti e incomplete.
I più pratici possono risolvere
facilmente
Dove non arriva lo store può arrivarci l’utente.
Esiste infatti un modo molto semplice per caricare applicazioni Android sul BlackBerry Z10. Non
richiede particolare esperienza, ma per facilitare
le cose abbiamo preparato una veloce guida che
insegna come scaricare le app dal Play Store,
convertirle e caricarle poi su Z10. Abbiamo
provato prendendo una applicazione gratuita,
Trovatreno, ed effettivamente il metodo funziona. In circa 20 minuti si possono caricare tutte le
app Android che mancano nel BlackBerry World. Non tutte le applicazioni ovviamente funzionano, ma Flipboard, SkyDrive, Google Maps,
Instagram e molte altre partono senza problemi.
Sul web si trovano applicazioni già convertite,
ma sono le app più famose e internazionali: per
quelle italiane bisogna fare da sé.
Un passo avanti, ma le applicazioni sono il problema
BlackBerry Z10 è un valido smartphone, ben costruito e veloce. BlackBerry 10 è un buon sistema operativo, con un DNA business ma con funzioni che piacciono anche all’utenza consumer.
Non è ancora perfetto: BlackBerry può migliorare l’autonomia e lavorare molto sull’ottimizzazione dell’interfaccia, ma le basi sono buone.
BlackBerry World è, invece, l’anello debole: non
solo mancano molte applicazioni che possono
facilitare la vita lavorativa degli utenti, ma ci
sono anche tantissime applicazioni malfunzionanti e realizzate male.
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vero buona sia nelle zone centrali di Milano sia
in zone periferiche e di campagna, e la qualità
della chiamata è anch’essa di buon livello, con
un eccellente filtro per i rumori di fondo.
Non possiamo, però, dire lo stesso per la batteria: ci vogliono molti cicli di carica per stabilizzare la situazione, tuttavia si fa davvero fatica,
con l’uso intensivo, ad arrivare a sera. L’ultimo
aggiornamento ha migliorato la situazione, ma
chi vuole andare sul sicuro deve tenersi un battery pack nella borsa o prevedere una piccola
carica a metà giornata.
La durata della batteria ovviamente cambia a
seconda delle abitudini, ma con un po’ di caselle e-mail che si sincronizzano ogni 15 minuti, il
LED di notifica attivo e gli account dei Social
Network attivati, si fa presto a finire in rosso.
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
mobile Lo store è il punto debole dello smartphone BlackBerry Z10: le applicazioni non sono molte e sono carenti
App Android per BlackBerry Z10, la guida
In tre passaggi è possibile convertire una app per Android in app per BlackBerry e caricarla sullo Z10
di Roberto pezzali
l BlackBerry World, l’app store ufficiale di
BlackBerry, conta oltre 100.000 applicazioni ma ne mancano moltissime importanti
soprattutto italiane. Nella nostra prova dello
Z10 abbiamo evidenziato come proprio lo store
sia il vero punto debole di questo smartphone,
ma fortunatamente c’è una soluzione, ovvero
effettuare il sideload di applicazioni Android su
BlackBerry Z10.
L’operazione non è difficile e non bisogna neppure essere troppo smanettoni, ecco quindi che
abbiamo deciso di realizzare una breve guida. Attenzione, però: non tutte le app funzionano, anzi,
quelle più complesse che richiedono una gestione delle notifiche e della parte di comunicazione
dello smartphone non funzionano proprio, ma
nella maggior parte dei casi l’operazione riesce
con successo.
Ecco come fare per trasformare un’applicazione
per Android in versione BlackBerry e caricarla
sullo Z10.
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Passo 1: procurarsi l’applicazione
Per prima cosa bisogna procurarsi l’applicazione
per Android, ovvero il file APK. La soluzione più
comoda è installare un’estensione di Chrome,
l’APK Downloader, che aggiunge la possibilità di
scaricare il file APK corrispondente dalle pagine
delle app di Play Store.
L’estensione si scarica qui (http://apps.evozi.
com/apk-downloader/) e per funzionare richiede un account Google e l’identificatore di uno
smartphone Android che potete farvi prestare
anche da un vostro amico.
Terminata l’installazione dell’estensione basterà
cercare l’applicazione da convertire e selezionare
questa “icona” per scaricare il file APK.
A quel punto basta lanciare l’applicazione DDPB,
scegliere l’indirizzo IP del BlackBerry (l’applicazione lo trova da solo altrimenti è scritto sullo
schermo dello smartphone) e selezionare Add e
successivamente Install per caricare il file BAR
generato nella fase 2 e poi trasferirlo sullo Z10.
cato e attendere che venga convertito: dopo pochi secondi si può scaricare il file BAR da caricare
sullo Z10.
Passo 3: caricare il file
sul BlackBerry
Passo 2: convertire il file
da APK a BAR
Questo è il passo più semplice di tutti: basta andare sul sito APK2BAR, caricare il file APK scari-
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torna al sommario
Per caricare il file sul BlackBerry, servono prima
di tutto l’utility BlackBerry Link installata sul
PC (ma la installa il sistema quando si collega
lo smartphone tramite USB), l’ambiente Java
Runtime Enviromnent che si scarica dal sito di
Oracle (scegliete la versione giusta) e il software
DDPB che scaricate da questo sito.
Dopo aver installato tutti i programmi basta
collegare il BlackBerry, andare nella sezione “sicurezza, opzioni sviluppatore” e attivare questa
modalità. Lo smartphone chiederà di impostare
una password, sceglietela e memorizzatela.
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
tEST HTC non si arrende e rilancia, sfidando Samsung e tutti gli altri con uno smartphone con caratteristiche di alto livello
HTC
One,
è
il
miglior
Android
del
momento?
Offre design impeccabile e prestazioni da urlo, display Full HD da 4.7’’ e processore Snapdragon 600
D
ire che con HTC One si gioca il tutto per
tutto è forse esagerato, ma certamente è
un prodotto importantissimo per l’azienda che, diciamocelo, dopo aver di fatto creato il
mercato degli smartphone ha visto nell’ultimo
anno un deciso e immeritato calo di popolarità.
Nel 2012 HTC aveva lanciato una solida gamma di smartphone Android con i modelli One X,
One S e One V. Problemi di disponibilità, qualche imperfezione software iniziale e soprattutto
una campagna di comunicazione troppo blanda,
hanno fatto sì che Samsung si mangiasse tutta la
fetta di mercato di HTC in un sol boccone, nonostante la validità dei prodotti. Quest’anno HTC ci
riprova con HTC One, smartphone che spinge al
massimo le caratteristiche tecniche, un design tra
i più curati del panorama Android e una nuova e
completamente rinnovata versione di HTC Sense,
l’interfaccia personalizzata. Ma tutto questo sarà
sufficiente perché la storia non si ripeta?
Alluminio e cura per i dettagli
Fuori l’HTC One non è uno smartphone come gli
altri. Il tipico top di gamma basato su Android,
non importa il prezzo di listino, è per lo più un
grosso display con un po’ di plastica intorno a
sostenerlo e a racchiudere i componenti interni. HTC ha scelto, invece, di non risparmiare sul
design, puntando su materiali di qualità e grande cura per i dettagli.
One è realizzato principalmente in alluminio,
sul retro e sulla cornice del display, con spigolo
smerigliato e un’anima centrale in policarbonato bianco che ricorda il guscio di One X. Nonostante il display abbia una diagonale di ben 4.7
pollici, lo smartphone è sottilissimo: al centro lo
spessore arriva a 9.3 mm, ma il profilo a “saponetta” fa sì che il telefono appaia assai più sottile
e leggero (il peso è di 143 grammi). La qualità
HTC One

La prova dello smartphone in video
torna al sommario


di Paolo CENTOFANTI
della costruzione è a nostro avviso pari solo a
quella dell’iPhone 5 di Apple, per cura dei dettagli e precisione. HTC ha mantenuto due tasti
frontali sotto il display, home e back, entrambi
a sfioramento. Il tasto Home in particolare, essendo spostato sulla destra può essere magari
poco comodo nei primi giorni di utilizzo, ma ci
si fa presto l’abitudine. Complici, invece, le dimensioni dello smartphone, il tasto di sblocco
dello schermo spesso è davvero scomodo da raggiungere.
A livello di caratteristiche tecniche HTC One
offre quanto c’è di meglio sul mercato. Il display LCD da 4.7 pollici ha una risoluzione di
1.920x1.080 pixel per una densità record di 468
punti per pollice. Per muovere tutti questi pixel,
HTC ha optato per uno dei più potenti processori oggi disponibili, il Qualcomm Snapdragon
600, con CPU quad core da 1.7 GHz, affiancato
da 2 GB di RAM e con tutta la connettività che
oggi si può chiedere a uno smartphone: LTE a
100 Mbit/s, HSPA+, Wi-Fi 802.11n, Bluetooth
4.0, MHL, NFC. HTC One utilizza micro SIM
e, come si può immaginare vista la costruzione,
non è possibile cambiare al volo la batteria né
accedere all’interno del telefono. Non c’è uno
slot di schede microSD ed è disponibile in due
tagli di memoria interna, 32 e 64 GB.
E, come ormai consuetudine, anche HTC One
integra un DSP appositamente studiato per le
cuffie Beats. Sempre a proposito di audio, HTC
ha integrato anche un microfono con registrazione HDR. In più c’è persino un emettitore
IR, integrato nel pulsante di accensione/blocco
schermo, che consente, unito all’app TV, di comandare un impianto audio/video. Sulla cornice si possono poi notare i due altoparlanti, sopra
e sotto lo schermo, che offrono un ampio suono
stereo diretto per una volta dalla parte giusta,
cioè verso di noi.
Altra caratteristica unica dell’HTC One è la fotocamera. HTC ha preso, infatti, una decisione coraggiosa non inseguendo la corsa dei Megapixel,
ma puntando su un sensore che non spicca per la
risoluzione ma per la grandezza dei recettori per
migliorare le prestazioni in condizioni di scarsa
luminosità. Per questo motivo HTC ha coniato il
termine di UltraPixel per indicare che il sensore
da 4 Megapixel in realtà è in grado di raccogliere
fino a tre volte più luce di un chip tradizionale.
Il tutto è accoppiato a uno stabilizzatore ottico
di immagine il che dovrebbe garantire immasegue a pagina 27 
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
tEST
segue Da pagina 26 
gini più dettagliate e più luminose là dove uno
smartphone con sensore anche più risoluto non
riuscirebbe a cavar fuori molto.
Questa volta HTC Sense è davvero
tutta nuova

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HTC non ha puntato solo a dotare HTC One
delle migliori caratteristiche tecniche possibili,
ha anche completamente rinnovato la sua interfaccia HTC Sense. Le parole d’ordine sembrano
semplificare tutto al massimo, togliere tutti gli
orpelli grafici, ma allo stesso tempo aggiungere
nuove significative funzionalità, la prima delle
quali è HTC BlinkFeed.
HTC ha, infatti, sostituito la homescreen classica di Android con un aggregatore di news e
social network che è stato non a caso paragonato a Flipboard: l’interfaccia può sembrare
simile con i suoi quadrotti sfogliabili con un
colpo di pollice e cliccando su una “notizia” si
viene direttamente portati all’applicazione relativa (Facebook, Twitter) oppure a una visione
re-impaginata dell’articolo. Il servizio è configurabile ed è possibile scegliere tra le diverse
“fonti” disponibili quelle che si preferiscono.
Nel caso di Facebook e Twitter è anche possibile aggiornare il proprio stato direttamente
da BlinkFeed, mentre in alto nella schermata
principale vengono visualizzate anche l’ora e
il meteo. BlinkFeed è una buona idea, ma rischia di annoiare alla lunga e l’insieme di fonti
disponibili per l’Italia per quanto riguarda il
feed di notizie è al momento molto limitato e
poco personalizzabile. Di default BlinkFeed è
torna al sommario
la nuova homescreen principale e basta un flip
verso destra per trovarsi nella classica homescreen di Android, è però possibile selezionare
una schermata tradizionale come principale e
potremo viceversa accedere a BlinkFeed con un
filp a sinistra. Nel complesso la nuova HTC Sense è più leggera rispetto a prima, meno invasiva, ma comunque diversa dall’interfaccia Holo
di Jelly Bean a cui a suo modo si ispira come
impostazione. Oltre a BlinkFeed, HTC ha infatti completamente ridisegnato l’interfaccia, ora
più minimale e ottimizzata per trarre vantaggio
dall’ampio e risoluto display. Sia l’homescreen
sia il menù delle applicazioni e tutte le sotto
sezioni sono molto ariose. Rispetto ad Android
“puro” scompare il tasto dedicato alle applicazioni recenti (abbiamo solo i tasti home e indietro), funzionalità qui sostituita da un doppio
tap sul tasto Home che ci porta a un menù che
mostra a griglia tutte le app aperte o recenti. La
galleria fotografica è stata invece ridisegnata
con la stessa interfaccia di BlinkFeed e integra oltre alle foto presenti sul telefono anche le
immagini dei nostri account social (Facebook,
Flickr) o di Dropbox. Come sui modelli dello
scorso anno, anche su HTC One Dropbox è integrato nel sistema operativo e HTC offre 25 GB
di spazio gratuito a chi si iscrive al servizio di
cloud storage. Chi preferisce il tema “pulito” di
Android continuerà a storcere un po’ il naso di
fronte al design di HTC, ma l’ultima Sense ci è
parsa comunque elegante e con una buona coerenza nelle varie sezioni.
Poche differenze tra foto e video
Le funzioni fotografiche meritano un capitolo a
parte perché qui HTC ha completamente ridisegnato l’app fotocamera di Android e introdotto
parecchie novità. La più interessante è sicuramente HTC Zoe, una particolare modalità di
scatto in cui in realtà lo smartphone non cattura
una sola immagine ma un vero e proprio filmato a cominciare da qualche frazione di secondo
prima che scattiamo l’immagine fino a circa 3
secondi dopo. In seguito possiamo scegliere il
fotogramma che ci piace di più e trasformarlo
in una fotografia.
In modalità fotocamera vera e propria possiamo
scegliere tra diversi programmi di esposizione,
HDR, ci sono l’autoscatto, impostazioni per ISO
e bilanciamento del bianco, riconoscimento dei
volti, mentre sulla destra dell’interfaccia possiamo selezionare dei filtri alla Instagram. La
modalità Raffica consente di scattare in rapida
successione tanti scatti e poi di selezionare quello che ci pare uscito meglio. Il vantaggio è che
poi in galleria vedremo solo l’immagine scelta
mantenendo così più ordine nel “rullino”.
In modalità video HTC One permette non solo
di riprendere a 1080p fino a 60 fotogrammi al
secondo, ma anche di attivare l’HDR in tempo
reale per i filmati. C’è la possibilità di bloccare
l’autofocus automaticamente quando si inizia a
riprendere un filmato e di applicare anche per il
video dei (più semplici) filtri.
Veloce, velocissimo
ma con la fotocamera non ci siamo
La prima cosa che si apprezza dell’HTC One è
la velocità. Complici le ottimizzazioni di Jelly
Bean e la ritrovata leggerezza di Sense, l’interfaccia dell’HTC One è fluidissima in ogni circostanza con una risposta al nostro tocco sempre
puntuale. Le applicazioni si aprono istantaneasegue a pagina 28 
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HTC One
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
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segue Da pagina 27 
alcune situazioni appiattisce oltre modo il livello di dettaglio, anche in condizioni di luminosità ottimale. È come se a prescindere venisse
applicato un filtro di riduzione del rumore che
smussa il dettaglio più fine, mentre in altre situazioni si notano artefatti quasi di edge enhancing (sopra e sotto dei crop 100% delle immagini). E sempre al software della fotocamera
possono essere ricondotti un HDR tutt’altro che
ben funzionante in modalità sia foto sia video
e un controllo dell’esposizione non sempre ottimale. Un vero peccato perché le potenzialità
del sensore ci sono tutte e lo scatto è davvero
velocissimo. Abbiamo letto di report di un futuro aggiornamento che dovrebbe risolvere gran
parte di queste criticità, ma al momento, rispetto ad esempio alla fotocamera del Lumia 920,
siamo al di sotto. Poi, certo, finché si tratta di
postare immagini su Instagram o Facebook la
fotocamera è eccellente, ma da PC i difetti delle
fotografie saltano subito all’occhio. Il modello
in prova, inoltre, presenta un’evidente sfocatura nell’angolo in basso a destra, ma si tratta di
un campione pre-vendita.
Conclusioni
Alcune foto scattate con HTC One. Pe vedere l’ingrandimento e i dettagli, cliccate su ciascuna immagine

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mente, le pagine web si caricano in un attimo
grazie alla connettività LTE e alla velocità del
rendering del browser e l’unica cosa che possiamo lamentare è ancora quel lievissimo ritardo
che si avverte durante lo zoom o lo scrolling di
una pagina web rispetto al nostro tocco, lag che
avvertiamo solo nell’interfaccia del browser e
da nessun’altra parte.
Il display è poi meraviglioso sia per risoluzione sia per resa cromatica. Difficile dire quanto sia davvero apprezzabile la risoluzione Full
HD rispetto a uno schermo 720p su queste
dimensioni, di certo i font appaiono bellissimi
e il quadro piacevolmente compatto e senza la
minima percezione dei pixel che a occhio nudo
in pratica non sono visibili. I colori sono forse
un po’ freddi, ma luminosità e rapporto di contrasto non fanno rimpiangere troppo l’OLED: la
compattezza che riesce a offrire questo display
LCD è esemplare e i colori brillanti al punto giusto, senza strafare ma in grado di colpire.
Il telefono ci è parso sempre reattivo e velocissimo anche dopo diverse ore di utilizzo e con
molte applicazioni aperte, segno anche della
potenza del nuovo processore Qualcomm. Giochi dalla grafica 3D come Dead Trigger, anche
sullo schermo Full HD dell’HTC One e con il
dettaglio grafico al massimo, mostrano un ele-
vatissimo frame rate
senza il minimo segno
di cedimento. Con i
giochi e con i video
possiamo, poi, apprezzare l’indovinata idea
di dotare la cornice
frontale di altoparlanti stereo: la potenza,
come si può immaginare, non è sbalorditiva, ma il fatto di
avere i diffusori rivolti
verso di noi fa una differenza non da poco
e grazie anche alla buona rigidità del telaio la
qualità audio è sorprendentemente buona per
uno smartphone. Buona anche la durata della
batteria. Intendiamoci, anche con HTC One
arriviamo a fine giornata e a seconda dell’utilizzo magari anche alla mattina dopo, il tutto
con LTE attivato, ma nulla più. Rispetto però
ai problemi di autonomia che avevamo avuto
con l’HTC One X, ad esempio, qui siamo su un
altro pianeta. L’aspetto più critico è, invece, paradossalmente quello della fotocamera su cui
punta molto HTC. La fotocamera dell’HTC One
convince dal punto di vista cromatico e, come
da aspettative, riesce a scattare in condizioni di
luminosità dove gli altri smartphone riescono a
riprendere solo rumore. Il problema è che l’elaborazione che viene effettuata sull’immagine in
torna al sommario
Sbavature della fotocamera a parte, che però
potrebbero essere risolte con un aggiornamento
software, l’HTC One è senza dubbio uno dei migliori smartphone che HTC abbia mai prodotto,
ma anche uno dei migliori smartphone Android
del momento se non il migliore in assoluto. Il
display è spettacolare, il design è curatissimo e,
anche se il “bello” è una questione di gusti personali, i materiali e la costruzione non hanno
pari nella concorrenza. L’interfaccia è in grado
di offrire qualcosa di diverso ma senza appesantire e segna un deciso passo in avanti rispetto a quanto fatto negli anni passati da HTC e il
processore offre prestazioni di assoluto rilievo.
Aggiungiamoci, poi, anche la velocità dell’LTE
e tutto quello che possiamo chiedere oggi a uno
smartphone e abbiamo una delle migliori proposte Android dell’anno.

HTC One
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
tEST Display da 8 pollici, scocca posteriore in alluminio, meno di 1 centimetro di spessore, 440 grammi di peso
Archos
80
Titanium,
buon
punto
di
partenza
Caratteristiche pensate per chi vuole un prodotto curato e affidabile, ma non un top di gamma
Tutto al prezzo di soli 169 euro, e funziona bene: Archos 80 Titanium è un buon “primo tablet”
di Emanuele villa
olte persone temporeggiano sull’acquisto del primo tablet poiché non sono
sicure di poterlo/volerlo poi sfruttare
con continuità: d’altronde, dovendo mettere in
conto una spesa di 300/400 o più euro, si tratta di una preoccupazione più che legittima. Da
qui il successo delle soluzioni low cost, che non
offrono le medesime prestazioni, attenzione al
design e disponibilità di accessori dei modelli di
alta gamma, ma rappresentano un punto d’accesso quanto mai conveniente nella categoria:
il modello che proviamo in questa sede fa parte
della serie Titanium di Archos, ed è in particolare la versione con schermo da 8’’, che si somma a quelli da 7’’, 9,7’’ e 10.1’’ per formare una
linea completa.
Gli aspetti su cui Archos punta sono caratteristiche tecniche discrete e un design curato, che
ricorda soluzioni più costose: in particolare, la
scocca posteriore del Titanium è completamente in alluminio, per una sensazione al tatto che
ricorda quella dell’iPad, lo spessore è contenuto
(appena 9,9 mm) e il peso, pur contenuto (440
grammi) fa sì che l’apparecchio trasmetta una
piacevole sensazione di solidità. Tutto questo
per 169 euro, IVA compresa.
M
Dotazione, rispetta le aspettative

Nonostante il look di alta gamma, non dobbiamo dimenticare che Titanium 80 vuole essere
un tablet orientato alla convenienza: il processore è il tipico Cortex A9 dual core da 1.6 GHz,
supportato da una GPU quad core Mali 400, il
torna al sommario


tutto con 1 GB di RAM e 8 GB di storage integrati (comunque espandibili con microSD fino
a 64 GB), il display è un 8’’ in formato 4:3 da
1024x768, la stessa risoluzione dell’iPad Mini,
ma soprattutto (cosa tutt’altro che scontata) è
un IPS, con una buona qualità visiva e un angolo visuale decisamente esteso.
Buona la presenza delle due fotocamere, ma
su quella principale si sarebbe potuto fare di
meglio, essendo vincolata a 2 Megapixel, e non
male la dotazione di connessioni: oltre all’immancabile micro USB, troviamo anche il micro
SD per l’espansione di memoria e il mini HDMI,
ma il cavo di conversione micro HDMI/HDMI è
venduto come accessorio separato.
Non è prevista una versione 3G di questo modello, che di conseguenza è vincolato alla connettività Wi-Fi: non vengono fornite specifiche
sulla batteria integrata. Il sistema operativo è
l’immancabile Android Jelly Bean:
le
personalizzazioni Archos sono
molto limitate, ma
è comunque piacevole constatare la
presenza di app ad
hoc per la riproduzione dei file multi-
mediali, in particolare Archos Musica e Archos
Video, oltre ad Archos Remote per il controllo
di dispositivi domestici Archos presenti nella
medesima rete Wi-Fi del tablet Android.
Buon rapporto qualità/prezzo
La prima sensazione di fronte a questo tablet
è piacevole: il design è curato, la scocca in alluminio identifica un prodotto di buon livello e
il peso di 440 grammi suggerisce un senso di
solidità. Il display è migliore di altri (vedi quello dell’Acer Iconia B1), ma è nella norma: la risoluzione non particolarmente elevata rende i
pixel ben visibili sul testo nella navigazione di
siti non ottimizzati e nei menù di impostazione
di Android e delle app, ma la leggibilità non è a
rischio. Nessun problema, ovviamente, per tutte
le altre attività: giochi, immagini, video tutto il
resto. Il display è luminoso, offre un buon angolo visuale e i colori sono brillanti: ne è un esempio lo sfondo scelto da Archos di default, una
girandola di colori riprodotti in modo fedele dal
display del Titanium 80. Il tutto viene confermato dalla riproduzione di un video HD: i colori
sono sempre molto accesi, brillanti, l’immagine
è solida e i neri convincono; inoltre, in queste
circostanze non si notano neppure i limiti di risoluzione, per cui il responso è positivo.
segue a pagina 30 
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
tEST
Archos 80 Titanium
segue Da pagina 29 

torna al sommario
preinstallati in memoria, la cui riproduzione
è decisamente fluida e
appagante: si nota in
particolare una buona
profondità dei neri e
una buona resa cromatica, unite a una definizione
apprezzabile
nonostante il downscaling.
Infine, qualche considerazione sull’autonomia, un dato che, come
anticipato, non figura
tra le indicazioni del
produttore: il processore non è tra i più onerosi e il display non è ultra-definito, il che depone a favore della durata
della batteria. La resa è sostanzialmente nella
norma, nel senso che con un utilizzo moderato,
usandolo per lavoro e facendo qualche partita
o guardando qualche video di YouTube nelle
pause si supera abbondantemente la giornata
di utilizzo, mentre in riproduzione video HD
siamo sulle 4 ore e mezzo, dati in linea con la
media degli apparecchi della medesima fascia.
Probabilmente con un impiego costante e massiccio delle potenzialità grafiche con giochi 3D
si scenderebbe intorno alle 3 ore, ma è anche
vero che i gamer più esigenti optano per una soluzione più potente, come per esempio la stessa
linea Platinum di Archos con SoC quad core.
Pensato come primo tablet
Giungiamo alle conclusioni: Archos Titanium 8
è un apparecchio ottimale per entrare nel mondo dei tablet, che costa poco e fa tutto quello
che deve, senza problemi o particolari esitazio-


Passiamo alle operazioni più comuni: come
anticipato, l’Android Jelly Bean impiegato da
Archos è, di fatto, la versione “liscia” del sistema operativo, sulla quale vengono precaricate
alcune app proprietarie Archos. La fluidità è
buona: da una semplice transizione tra le pagine dei menù al richiamo della Home durante
una partita a un gioco 3D, oppure a un passaggio “intensivo” tra diverse applicazioni aperte, la macchina è sempre reattiva, senza limiti
evidenti. Anche quando si gioca, poi si richiama rapidamente la Home e si naviga nelle varie pagine, la fluidità è sempre accettabile, pur
notandosi in questo caso qualche microscatto.
Lo scrolling delle pagine Web è fluido in ogni
circostanza, anche nei siti Web non ottimizzati:
in alcuni casi, soprattutto nei siti più “pesanti”
o con lunghissimi scroll di pagina verticali, la
reattività non è istantanea e si avverte qualche
piccola incertezza (niente di particolare, comunque). Installando Chrome la reattività sugli scroll veloci migliora leggermente, permane
qualche microscatto ma le differenze sono impercettibili.
Passiamo ai giochi: abbiamo scaricato Dead
Trigger, Drag Racing, SWAT, The Croods e
Angry Birds: Star Wars ottenendo in ogni caso
(ma soprattutto nel primo, più oneroso degli
altri in termini grafici) una fluidità e una reattività appagante; qualche microscatto è avvertibile ma la giocabilità non ne risente, risultando
sempre molto piacevole. Piuttosto, giocando si
nota quanto il display 4:3 sia un’eccezione rispetto ai 16:10 della norma dei tablet Android:
non essendo tutti i giochi ottimizzati per quel
rapporto di forma, in taluni casi l’immagine
risulta leggermente deformata, soprattutto sui
cursori per lo spostamento (che anziché essere cerchi, sono ovali). In particolare, l’abbiamo
notato su Dead Trigger e Drag Racing, nessun problema, invece, per The Croods e Angry
Birds: Star Wars. Passare rapidamente tra le
applicazioni aperte, anche durante le partite
più concitate, è sempre molto rapido e non tradisce indecisioni.
Come anticipato, Archos offre il suo Media
Center composto da Archos Video e Archos Musica, due app basate sulla medesima impostazione grafica: si nota soprattutto la semplicità
di accesso ai contenuti residenti in memoria,
così come quelli presenti in Media Server/NAS
esterni. L’app si usa con semplicità e non ha
bisogno di configurazioni complesse: si trova
il video in rete o sul dispositivo e lo si riproduce. Fine. Il tablet contiene 4 videoclip 1080p
ni. Anche se all’apparenza potrebbe sembrarlo
(visto il design curato e l’uso dell’alluminio),
non è un top di gamma e non va valutato come
tale: costa 169 euro contro i 329 dell’iPad Mini,
che è più piccolo ma ha il doppio di memoria di
storage. Il display non ha una risoluzione eccezionale ma è comunque IPS, il processore non
è il più potente disponibile ma se la cava anche
in condizioni impegnative (non aspettatevi miracoli, ma ce la fa), il video Full HD è riprodotto
in modo fluido e la qualità del display è apprezzabile.
Autonomia nella norma, memoria di storage un
po’ strettina ma ampliabile con microSD, e c’è
anche la presa HDMI, oltre alla versatilità di
Android 4.1. Insomma, un apparecchio pensato per chi vuole un tablet e, pur non sentendosela di spendere cifre importanti, pretende un
prodotto affidabile, ricco di contenuti e curato
nel design, per lavorare e trascorrere momenti
piacevoli. Se l’obiettivo è questo, Titanium 80 è
una scelta davvero interessante.
PREPARATI A QUALCOSA
DI STRAORDINARIO
Tieniti pronto! Gestire contemporaneamente più
applicazioni in un’unica schermata sarà possibile
grazie alla nuova funzione QSlide.
Potrai prendere appunti e tenerli sempre in
vista con QuickMemo 2.0. Rimarrai colpito da
immagini così brillanti e definite tutte da toccare.
LG Optimus G: l’unico modo per scoprirlo
veramente sarà provarlo.
Live without boundaries.
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Zeppelin Air
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Zeppelin Air
estratto da dday.it
Stream your music with AirPlay®
n.67 / 8 aprile 2013
tEST Acer alla conquista del mercato dei tablet con un prodotto di massa. Un tablet così economico può funzionare bene?
Acer
Iconia
B1,
il
tablet
a
poco
più
di
100
euro
Il tablet Acer ha schermo da 7 pollici, processore dual core e 8 GB di memoria per le applicazioni
Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancora
migliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo ZeppelinAir™ più che mai il miglior diffusore per iPod®.
La tecnologia AirPlay® di Apple vi permette di trasferire la musica direttamente dal vostro computer, oppure da un iPhone®, iPod Touch® o iPad®. Senza fili.
Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancora
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Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
www.audiogamma.it
di Roberto Pezzali
tablet costano troppo? Acer propone Iconia B1,
un tablet che costa poco più di 100 euro e promette di fare tutto quello che fanno gli altri tablet da 7”, un segmento davvero interessante in
Italia: prodotti di questo tipo nei punti vendita
della grande distribuzione si vendono tantissimo, ma se parliamo in particolare di prodotti low
cost, spesso si tratta di tablet con performance
davvero basse. Acer ci mette la faccia e il brand:
se proprio si vuole un tablet da spendere poco,
meglio prenderne uno di un marchio conosciuto
e affidabile.
Iconia B1 è semplice: schermo da 7”, processore
dual core, 512 MB di RAM e 8 GB di memoria
espandibile a 32 GB con lo slot SD integrato. A
fare da contorno troviamo Android Jelly Bean in
una versione praticamente “liscia”, dove le personalizzazioni di Acer sono davvero minime.
Dal B1 ovviamente non ci aspettiamo le prestazioni di un Nexus 7, che può ancora essere considerato la prima scelta nella categoria dei 7”, ma
speriamo comunque in una buona autonomia e
in un discreto livello di potenza, almeno quanto
basta per utilizzare le app più comuni e qualche
gioco in 3D.
Costruzione low cost ma robusta
La parola d’ordine ovviamente è risparmio, anche se il nuovo B1 non è costruito affatto male:
anzi, sembra anche abbastanza resistente. Sotto
il profilo del design non sono stati fatti miracoli: l’unico segno distintivo è l’angolino blu con
il brand Iconia e il profilo attorno alla cornice,
anch’esso blu. La cornice è stondata e facilita la
presa con una mano sola, ma il lato posteriore è
completamente liscio e privo di grip.
Acer non ha ovviamente inserito una fotocamera
sul retro, ma ha tenuto solo una piccola camera
frontale nell’angolo da 0.3 Megapixel e si è limitata a aggiungere nella parte bassa la porta micro
USB per la ricarica e il caricamento di eventuali
contenuti. Oltre a ciò, troviamo lo slot microSD
protetto da un piccolo sportello plastico. La parte frontale è ovviamente occupata dal display,
elemento che rappresenta probabilmente l’anello debole della catena. Acer ha, infatti, scelto di
utilizzare uno schermo da 7” in formato 17:10 da
soli 1.024x600 pixel, e se la risoluzione già non
appare elevata, quello che ci piace ancora meno
è l’angolo di visione molto forzato. Il display dell’Iconia B1, infatti, è un display di tipo TN che
per il particolare orientamento dei pixel funziona


www.audiogamma.it
torna al sommario

I
La tecnologia AirPlay® di Apple vi permette di trasferire la musica direttamente dal vostro computer, oppure da un iPhone®, iPod Touch® o iPad®. Senza fili.
solo se guardato dal centro.
Una situazione poco fastidiosa in modalità Portrait, ma che in modalità Landscape quando
guardiamo un video o quando giochiamo ci obbliga a controllare molto l’inclinazione, e bastano
pochi gradi per rendere l’immagine “invisibile”
nel vero senso della parola.
Le prestazioni non deludono
lo schermo sì
Potenza, qualità di visione e autonomia: sono
questi i tre punti fondamentali che abbiamo
toccato con la nostra prova. Siamo ovviamente
consapevoli del prezzo di listino di questo tablet
e sappiamo che non possiamo nemmeno pretendere troppo da un prodotto che online si trova
anche a meno di 100 euro per la versione da 8 GB
e che costa 139 euro di listino per la versione da
16 GB, tuttavia da Acer ci si aspetta (giustamente) qualcosa in più dei vari prodotti no-brand.
Partiamo dalla batteria: rispetto al Nexus 7, Acer
ha usato una batteria molto meno potente, 2720
mAh, ma anche il processore usato consuma
meno. In modalità Video playback siamo riusciti
ad arrivare a circa 4 ore e 30 minuti, mentre navigando in Wi-Fi abbiamo sfiorato le 5 ore. Se si
utilizza il tablet a pieno carico, con un gioco in
3D ad esempio, si raggiungono le due ore e mezza. Le performance sono comunque buone: con
un processore dual core Cortex A9 e 512 MB di
RAM, l’Iconia B1 riesce a gestire senza problemi
sia le normali operazioni sia il gaming, anche
quello un po’ più impegnativo: abbiamo provato
Real Racing, Angry Birds e altri giochi noti per
Android e in tutti i casi il B1 non ha deluso.
Non è un tablet da gioco, non ha le prestazioni
di un Nexus 7, ma la navigazione e le operazioni
principali sono sufficientemente fluide. Acer ha
inserito nel B1 anche il GPS, un po’ lento nel fix
ma utile per una navigazione di base. Passando
alla personalizzazione del sistema operativo:
dopo l’ultimo aggiornamento di Jelly Bean 4.1.2,
Acer ha inserito nel B1 la sua piattaforma Acer
Cloud, ma oltre a questo non ci sono altre persegue a pagina 33 
18-07-2012
15:32
Pagina 1
133_bw_zeppelin_air_eisa_pgp_ddy.qxp:-
Air your tunes
mobile
Amazon pensa al tablet senza CPU e batteria
HTC One è
“impossibile”
daZeppelin
riparare Air
Una nuova tecnologia permetterà di realizzare tablet “tutto schermo”
Un trasmettitore “invierà” hardware e carica mediante segnale wireless
Zeppelin Air
sono integrati processore e batteria,
il quale è in grado di trasferire Wireonostante gli immensi sforzi less sia il segnale dati sia l’energia
tecnologici, difficilmente nel- necessaria al display. Jeff Bezos ha
l’immediato futuro si riuscirà immaginato questa tecnologia in
di Apple vi permette
La tecnologia AirPlay
orna Zeppelin e questa
volta con prestazioni ancora
a produrre
dispositivi
portatili
in di trasfe-casa, dove tanti dispositivi possono
rire la musica direttamente dal vostro computer, opmigliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo Zeppure da un iPhone , iPod Touch o iPad . Senza fili.
pelinAir più che mai il miglior diffusore per iPod .
grado di dipendere
in maniera tra- essere connessi a un’unica “sorgenscurabile dalle potenzialità della te”, oppure in un campus universibatteria. Queste ultime saranno più
complesse e più efficienti, ma ci sawww.audiogamma.it
ranno sempre e molto difficilmente
ne potremo fare a meno. Amazon
tuttavia non sembra essere dello
stesso avviso.
Il CEO dell’azienda, Jeff Bezos, ha
infatti registrato - insieme a un suo
collaboratore - un brevetto che potrebbe rivoluzionare il modo di con cepire i dispositivi portatili. Si parla
di tablet in grado di funzionare senza CPU e batteria, praticamente dei
display stand alone capaci di fare
tutto quello che fanno le attuali tavolette. Tutto questo sarà possibile
grazie a un “trasmettitore” nel quale
®
Stream
your music
with AirPlay
di Vittorio
Romano
barassi
™
®
®
®
®
Pagina 1
n.67 / 8 aprile 2013
mobile Jeff Bezos, CEO di Amazon, ha pensato a un uso domestico o universitario
N
15:32
Air your tunes
estratto da dday.it
™
18-07-2012
®
Anche HTC One è finito sotto ®
tario, in cui tutti gli studenti potranStream your music with AirPlay
la lente d’ingrandimento di
no portarsi dietro sottili tavolette
iFixit. L’esito è netto: 1 su 10,
(al posto dei libri) senza il bisogno
il che significa che HTC One
di preoccuparsi della carica o della
è praticamente impossibile
potenza di calcolo. Gli sviluppi cui
da aprire per una riparazioLa tecnologia AirPlay di Apple vi permette di trasfe
Torna Zeppelin e questa volta con prestazioni ancora
questa tecnologia potrebbe andaremigliori.
ne
fai da
te.
I tecnici
di
iFixit
rire la
musica
direttamente dal vostro computer, op
Radicali
innovazioni
rendono
il nuovo
Zeppure da un iPhone , iPod Touch o iPad . Senza fil
mai il miglior diffusore per iPod .
incontro sono davvero molteplici;pelinAir più cheritengono
sia “molto, molto
pronti per un Kindle solo schermo?
difficile” (forse impossi-
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
®
™
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®
®
®
bile?) aprire il dispositivo
senza danneggiare la scocca
www.audiogamma.it
posteriore. Questo rende ogni
componente estremamente
difficile da sostituire/riparare”. Sempre citando iFixit, la
batteria è “sepolta” sotto la
motherboard e incollata al
frame, e il display non può
essere sostituito senza dover
rimuovere il case posteriore,
il che rende un vero e proprio
incubo la riparazione più
comune in assoluto, il display
rotto/scheggiato. iFixit ce l’ha
fatta, ma come si può notare
dalla guida, è stata davvero
dura. Don’t Try this at Home!
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri pae
tEST
Acer Iconia B1
segue Da pagina 32 

sonalizzazioni da segnalare se non l’assenza del
classico pannello notifiche dei tablet Android
nell’angolo in basso a destra, sostituito dalle
classiche notifiche dell’ambiente Android per
smartphone.
L’Iconia B1 sembra più uno smartphone grande
come impostazione che un tablet, anche se alla
fine, all’atto pratico, cambia davvero poco.
L’unico aspetto che meritava più attenzione è lo
schermo: uno schermo di tipo IPS rispetto a un
più tradizionale TN avrebbe spostato il prezzo del
prodotto, ma non sono tanto i 170 dpi o il formato 17:10 a prestare il fianco alle critiche quanto
l’angolo di visione.
Le foto a destra parlano chiaro: se su un asse la
gestione dell’angolo di visione è stabile, sull’altro
c’è un angolo che rende l’immagine inguardabile,
invertita. Gli schermi di questo tipo sono molto
frequenti (si usa anche sul MacBook Air), ma su
un tablet il cambiamento di luminosità a seconda
dell’angolo di visione è più evidente.
torna al sommario
Tablet a 100 euro, è un affare?
Un tablet venduto a poco più di 100 euro, deve
costare molto meno in fase di produzione e progettazione, e Acer è stata attentissima a ogni
aspetto cercando di risparmiare il più possibile sui
componenti senza però
rinunciare a un livello di
performance ed esperienza d’uso accettabile. Chi è
abituato a un tablet di livello superiore non può di
certo apprezzare questo
B1, ma chi è stato “scottato” da tablet a bassissimo
prezzo pieni di problemi
sarà felice di un prodotto
che costa poco e funziona
bene, con un’autonomia
sufficiente e possibilità
di usare giochi che non
siano i classici rompicapo
in 2D. La presenza dello
®
slot SD, inoltre, permette di installare una card
microSD da 16 GB a pochi euro, anche se forse
l’investimento per il modello da 16 GB toglie ogni
preoccupazione.

n_air_eisa_pgp_ddy.qxp:-
Zeppelin Air
Stream your music with AirPlay®
Zeppelin Air
estratto da dday.it
Stream your music with AirPlay®
n.67 / 8 aprile 2013
tEST In prova Archos GamePad, un tablet Android da 7” con controlli tradizionali per giocare come su una vera console
Archos GamePad, il gioco vale la candela?
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Il prezzo è allettante, Gamepad è in vendita a 149 euro, ma bisogna mettere in conto alcune rinunce
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S
di Roberto Pezzali
econdo una indagine effettuata da Flurry gli utenti spendono quasi la metà del
loro tempo, con in mano un tablet o uno
smartphone, a giocare. La voglia di sfruttare al
massimo i giochi low cost per dispositivi mobile
ha creato fenomeni come Ouya, Project Shield e
proprio GamePad, il tablet console Archos che ci
apprestiamo a provare. GamePad è un tablet da
7” trasformato in console da gioco con i comandi
analogici posizionati ai lati, è arrivato nei negozi
in questi giorni a 149 euro, un prezzo molto allettante. Ma si riesce davvero a giocare con il GamePad? Scopriamolo insieme.
Un normale tablet da 7”…

torna al sommario
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Archos per il GamePad non ha certo utilizzato
hardware d’eccezione, anche se le prestazioni
sono allineate a quelle di molti tablet di fascia
medio bassa. Partiamo dallo schermo, un LCD da
7” con tecnologia TN dotato di un angolo di visione ridotto. Forse Archos ha voluto risparmiare,
noi invece preferiamo credere che la scelta è caduta su un TN per il suo tempo di risposta ridotto
rispetto ad un display IPS. Non è però l’angolo
di visione a preoccupare, ma piuttosto le performance del display: la risoluzione di 1024 x 600 è
abbastanza bassa e il filtro frontale riflette la luce
in modo particolare, a tratti fastidioso.
Con Android 4.1 a bordo GamePad è comunque
decisamente reattivo, merito anche del processore dual core da 1.5 Ghz, supportato da 1 GB di
RAM e da una GPU Mali 400. La GPU, trattandosi di una console da gioco portatile, non è certo
il massimo in termini di innovazione ma non si
comporta male su questa risoluzione di schermo.
Purtroppo l’hardware non è compatibile con molti top games per Android, ci riferiamo ad esempio
a Max Payne o a GTA. La memoria interna poi è
di soli 8 GB, circa 6 dei quali sono disponibili: bastano 8 giochi da 400 MB per riempirla, ma fortunatamente Archos ha dotato il GamePad di uno
slot microSD per l’espansione. Lato connessioni:
ci sono un’uscita cuffie, il micro USB e un’uscita
HDMI configurabile da menu per gestire diverse
risoluzioni. All’interno non manca la connessione Wi-Fi, GamePad invece è privo di Bluetooth
e di GPS.
Lo chassis è realizzato in materiale plastico,
abbastanza economico ma non certo delicato:
dal punto di vista costruttivo gli unici elementi
criticabili sono i due speaker messi esattamente nella posizione che viene occupata dal palmo
delle mani quando impugniamo il GamePad per
giocare, e ovviamente le prestazioni ne risentono. Sul frontale trova spazio anche una piccola
fotocamera: la qualità però è pessima. Per quanto riguarda Android, sul GamePad troviamo una
distribuzione Jelly Bean liscia, senza troppe personalizzazioni: le uniche aggiunte sono Archos
Music, Archos Video, Archos Remote e il Mapping Tool che serve per gestire i comandi fisici
emulando quelli a schermo.
Archos promette una autonomia di circa 8 ore,
ma la piccola batteria dura molto meno: se si gioca tanto non si arriva alle tre ore.
L’ergonomia è davvero scarsa
A lato dello schermo da 7” Archos ha posizionato
i comandi di gioco, cercando di ricostruire quelli
di una console: due controller analogici, i classici
D-Pad per i movimenti, due trigger nella parte
alta e altri tasti secondari. Una dotazione completa, ma l’ergonomia è davvero pessima: la distanza tra i due pad e i trigger superiori è talmente
elevata che nemmeno chi ha mani molto grosse
riuscirebbe a gestire entrambi senza scomporsi.
La posizione è sicuramente sbagliata e forse sarebbe stato meglio sistemarli sul retro. A questo
si aggiungono anche i tasti direzionali separati:
andare in diagonale è praticamente impossibile.
Bene gli emulatori
Gestire i comandi fisici su giochi che sono stati
studiati per il touchscreen non è affatto semplice. Sony ci ha provato con Xperia Play ed è stato
un buco nell’acqua, anche se con le sue modifiche i giochi certificati funzionavano decisamente bene. Archos non è Sony e quindi si è dovuta
arrangiare: ha creato un software di emulazione
che permette di assegnare i tasti fisici a zone
dello schermo. Per rendere la cosa più semplice all’interno del software sono caricati i profili
per circa 250 giochi tra i più noti, ma è possibile
costruire profili personalizzati. L’operazione è
semplicissima se i comandi del gioco non sono
altro che “bottoni” da premere, un po’ meno se
sono zone sensibili da toccare: l’emulazione dei
controller analogici, infatti, è quella più difficile
da gestire. Abbiamo provato alcuni dei giochi
più noti, da Dead Trigger a Mass Effect Infiltrator e in tutti i casi il sistema ha caricato il profilo
preimpostato che offre una resa quasi discreta.
Le performance non sono però impeccabili,
anzi: in molti casi all’impossibilità di ottenere un controllo preciso del mirino si sommano
rallentamenti del gioco e crash vari. Se lo scopo
di GamePad era trasformare il tablet in una piccola PS Vita Archos ha fallito: molti giochi non
vanno, e quelli che vanno fanno perdere la pazienza a chi gioca, tanto da far preferire di nuovo lo scomodo schermo touch. Non tutto però è
da buttare: GamePad funziona incredibilmente
bene con gli emulatori di Nintendo 64 e di altre
vecchie console, ma è una magra consolazione.
Dopo il fallimento di Sony con Xperia Play anche Archos si scontra contro il muro del gaming
Android e si fa solo male. Ora mancano Ouya e
Project Shield: incidente a catena?
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18-07-2012
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Air your tunes
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Air your tunes
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
tEST Bella dentro e fuori, la mirrorless Fujifilm grazie al sensore e all’obiettivo in dotazione promette una qualità da urlo
Fujifilm X-E1, qualità (quasi) da Full Frame
La X-E1 si rivela un’ottima scelta per gli utenti evoluti e per chi vuole azzardare qualcosa in più
Zeppelin Air
Zeppelin Air
®
di Roberto
Pezzali
Stream your music
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Stream your music with AirPlay®
ujifilm ha iniziato da qualche anno un lungo
processo di rinnovamento che ha riportato all’azienda, famosa per le sue bridge, una certa
vi permette di trasfe- di fascia
La tecnologiadelle
AirPlay di Apple
orna Zeppelin e questa
volta con
prestazioni ancora
fama
anche
nel campo
fotocamere
rire la musica direttamente dal vostro computer, opmigliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo Zepda un iPhone , iPod Touch o iPad . Senza fili.
pelinAir più che mai il miglior diffusore per iPod .
alta. Il progetto è pure
l’ambiziosa
serie X, nata con la
X100 sviluppata su diversi modelli per soddisfare
fasce di utenza e di prezzo differenti. I modelli più
significativi della serie X sono due: la X100 (ora
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X100s) e la X-Pro1. La prima è una compatta con
sensore APS-C e ottica fissa per veri appassionati, la seconda è la prima mirrorless con sensore
X-Trans CMOS e mirino ibrido. Dalla fusione delle
due fotocamere nasce la nuova X-E1, la prima mirrorless versatile che si rivolge a tutti, dai fotografi
alle prime armi a chi invece vuole osare di più.
Per la X-E1 Fujifilm ha, infatti, preparato un’ottica
 zoom 18-55 da affiancare alle altre ottiche già presenti tutte fisse; uno strappo alla regola necessario
per aprire la X-E1 al grande pubblico che si può trovare a disagio con una sola ottica e focale fissa. La
X-E1 è molto simile alla X-Pro1, con la quale condivide il sensore X-Trans CMOS da 16 Megapixel in
formato APS-C e la struttura del corpo macchina,
anche se in questo caso al posto del costoso mirino
ottico si è scelto di utilizzare un mirino elettronico
OLED ad alta risoluzione. Le funzioni sono quelle
di una fotocamera di fascia alta: moltissime soluzioni di scatto, flash integrato, controlli manuali
e ovviamente ripresa video HD, anche se come
vedremo è la fotografia il punto forte della nuova
Fujifilm.
™
Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancora
migliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo ZeppelinAir™ più che mai il miglior diffusore per iPod®.
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Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
Il fascino del vintage

Fujifilm ha scelto, fin dalla X100, di utilizzare un
look tutt’altro che moderno, una scelta che si è
rivelata vincente. Come le sue “sorelle”, anche la
X-E1 è una fotocamera di cui ci si innamora a prima vista: il corpo macchina è massiccio, realizzato
in lega di magnesio e alluminio con un buon grip
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La tecnologia AirPlay® di Apple vi permette di trasfe
rire la musica direttamente dal vostro computer, op
pure da un iPhone®, iPod Touch® o iPad®. Senza fil
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri pae
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
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e un buon bilanciamento dei pesi. Il retro mostra
una realizzazione è un po’ più economica, con una
placca di plastica finita a finta pelle per migliorare
il grip. Fujifilm ha deciso di utilizzare il maggior
numero possibile di ghiere per gestire le funzioni
di scatto, una scelta più comoda rispetto a molte
altre fotocamere dove per cambiare un parametro si deve per forza passare da menù. Nella parte
alta troviamo, quindi, una grandissima ghiera dei
tempi con possibilità di impostare l’automatico, la
compensazione dell’esposizione e un tasto di scatto vecchio stile con la leva di accensione in metallo
integrata. La fattura delle ghiere è pregevole: la resistenza alla rotazione è calibrata al punto giusto
ed è davvero difficile ruotarle inavvertitamente.
Ottima e intuitiva la disposizione delle ghiere sul
retro: a portata di pollice troviamo quella piccola
per regolare i diaframmi, così come anche il tasto
per l’accesso ai quick setting, ovvero alle impostazioni veloci. Fujifilm ha fatto uso di ghiere e interruttori anche per altre regolazioni principali: quella per la messa a fuoco, ad esempio, è
un selettore a tre vie posizionato nella
zona frontale.
La X-E1 è un prodotto completo: il
flash è infatti integrato, anche se è disponibile il socket per un flash esterno
e per altri accessori.
La zona posteriore è simile alla X-Pro1
anche se è proprio qui che si vedono
i maggiori cambiamenti: lo schermo
LCD, fisso, è da 2.8” e 460.000 punti
contro i 3” e 1.3 milioni di punti del-
la X-Pro 1, mentre l’oculare utilizza uno schermo
OLED da 2.4 milioni di punti rispetto all’LCD usato dalla X-Pro 1. Sul modello di punta il mirino era
ibrido, ottico e elettronico, sulla X-E1 Fujifilm ha
usato un mirino elettronico migliore. La copertura
è del 100%, la resa è davvero molto buona anche se
non può ancora rivaleggiare con un mirino ottico
tradizionale: la risoluzione c’è, la tenuta ai movimenti veloci meno.
Sul lato connettività Fujifilm ha finalmente integrato un ingresso per microfono esterno ma su jack
da 2.5”, e questo richiede un adattatore opzionale.
Manca la presa per le cuffie, utile per chi vuole usare la fotocamera per registrare i video.
L’obiettivo fa la differenza
Rispetto ad altre mirroless, la X-E1 può contare su
un obiettivo in kit di altissimo livello che è parte
integrante del corpo macchina; ad esempio, la gestione dei diaframmi, tra automatico o manuale,
non è posizionata sul retro della fotocamera con
la ghiera ma direttamente sull’ottica. L’utente alle
prime armi abituato alle reflex entry level potrebbe
trovarsi un po’ disorientato, ma la logica della X-E1
è semplice: non c’è una ghiera con i modi manuale, priorità diaframmi o priorità tempi, ma agendo sulla ghiera dei tempi si può scegliere se avere
manuale o automatico e la stessa cosa si fa con i
diaframmi sull’ottica. Sempre sull’ottica troviamo
anche la possibilità di attivare lo stabilizzatore.
Tornando all’obiettivo l’XF 18-55mm F2.8-4 R
OIS LM è un piccolo capolavoro, un’ottica che pesa
segue a pagina 36 
Zeppelin Air
Stream your music with AirPlay®
Zeppelin Air
estratto da dday.it
Stream your music with AirPlay®
n.67 / 8 aprile 2013
tEST
Fujifilm X-E1
Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancora
migliori. Radicali segue
innovazioni
il nuovo
Zep- 
Darendono
pagina
35 
pelinAir™ più che mai il miglior diffusore per iPod®.
La tecnologia AirPlay® di Apple vi permette di trasferire la musica direttamente dal vostro computer, oppure da un iPhone®, iPod Touch® o iPad®. Senza fili.
Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancora
migliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo ZeppelinAir™ più che mai il miglior diffusore per iPod®.
praticamente quanto la fotocamera e offre una definizione e una qualità al centro e ai bordi da prima
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della classe. Sulla X-E1 possono essere ovviamente
montate anche tutte le ottiche fisse della serie XF
e anche ottiche Leica con l’apposito adattatore.
La roadmap di obiettivi XF prevede altre ottiche
zoom, tra le quali un 10-24 F4 e un 55-200.
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
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Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
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Il sensore è incredibile

Uno scatto ottenuto con la Fujifilm X-E1, altre
immagni sono disponibili qui .
torna al sommario
sensore X-Trans arriva anche Adobe: l’ultima beta
di Camera Raw infatti integra una migliore gestione del sistema di demosaicizzazione dei RAW prodotti dalle fotocamere Fujifilm, un punto che fino
ad oggi era stato un po’ trascurato. Fujifilm ha realizzato una macchina davvero molto interessante;
la X-E1 ha tuttavia ancora ampi margini di miglioramento. Sul fronte dell’ergonomia la disposizione
delle ghiere, il grip e la gestione delle varie funzionalità è stata studiata molto bene e soprattutto viene costantemente migliorata con aggiornamenti
firmware che ascoltano i suggerimenti della community. Rispetto a una reflex, però, la X-E1 paga
non tanto l’assenza di mirino ottico (quello elettronico in molti casi genera troppe scie, soprattutto
sugli spostamenti veloci) ma un sistema autofocus
che ancora non è impeccabile. Con l’ultimo aggiornamento firmware la velocità di messa a fuoco in
situazione standard, quindi scena ben illuminata,
è stata migliorata molto e la X-E1 raggiunge le performance delle migliori mirrorless, ma non vale la
stessa considerazione in situazioni più difficili, con
poca luce o scarso contrasto: in questi casi la correzione manuale è d’obbligo. A Las Vegas Fujifilm
ha presentato la X100S che utilizza un sensore
X-Trans CMOS II, e la vera novità di questo sensore, sempre in formato APS-C, è la presenza a
bordo dei sensori di messa a fuoco a rilevamento
di fase. Grazie all’abbinamento con il nuovo processore EXR Processing Pro Image II, Fujifilm promette l’autofocus più veloce al mondo (ma lo abbiamo sentito dire da tutti i produttori di fotocamere
mirrorless) con 0.08 secondi di tempo di messa a
fuoco. Una X-E2 con questo sistema potrebbe essere una vera killer camera. Quello che però stupisce
di più della X-E1 è la tenuta sugli alti ISO, la X-E1
anche spinta al massimo non genera praticamente
rumore e passando dal RAW si riesce a contenere
ancora di più la grana. Si tratta comunque di una
grana piacevole, più naturale di quella di altre fotocamere digitali con sensore APS-C.
Fujifilm snobba il video
La X-E1 riprende video, ma sembra davvero che
questa feature sia stata aggiunta da Fuji solo perché ormai tutte le fotocamere lo fanno. La modalità video, infatti, va richiamata da menù e Fuijifilm
non si è sforzata troppo per renderla completa e
fruibile come l’eccellente sezione fotografica. La
X-E1 riprende video a 1080p e 720p ma solo a 24
fps, comprime tutto in H.264 e non è possibile
neppure variare il rapporto di compressione per
scegliere la qualità. All’interno dei menù si possono gestire alcune personalizzazioni come il bilanciamento del bianco, ma è davvero poca cosa.
Una mirrorless per grandi foto
Le mirrorless stanno facendo passi da gigante:
Sony, Panasonic, Fujifilm e gli altri produttori hanno messo in campo prodotti che possono competere con le reflex sul piano della qualità. Fujifilm con
la X-E1 e la sua ottica dedicata (1.349 euro di listino,
attualmente in vendita a circa 1.150 euro) ha realizzato un piccolo capolavoro, una fotocamera capace
di foto eccezionali praticamente in ogni situazione
e capace di tener testa a una reflex Full Frame sul
contenimento del rumore quando si spinge sugli
ISO. Non è però una macchina per tutti: è una fotocamera destinata a un particolare tipo di utente
che predilige la fotografia di “strada”, il ritratto, la
foto naturalistica e di paesaggio, priva di funzioni
particolari e con un reparto video un po’ sotto tono.
L’assenza di molte funzioni automatizzate la rende
una fotocamera particolarmente adatta a chi scatta in manuale o in assistito, un utente quindi già
più evoluto o che vuole azzardare qualcosa in più.
La concorrente più vicina alla X-E1 è la NEX-6 di
Sony, fotocamera eccellente con mirino elettronico che grazie a numerose funzioni automatiche si
rivolge a un consumatore un po’ meno pratico. In
ogni caso la X-E1 è un acquisto sicuro, grazie anche
a una roadmap di ottiche davvero interessante e a
un attento servizio di supporto.


Già lo scorso anno Fujifilm lanciò una provocazione dichiarando che il sensore CMOS X-Trans garantisce una qualità d’immagine superiore a quella
di una Full Frame, ed effettivamente dopo qualche
scatto con la X-E1 e la Canon EOS 6D dobbiamo
dire che la X-E1 può giocare la partita senza problemi. Il Full Frame ha ancora i suoi vantaggi, ma
se guardiamo alla pulizia dell’immagine ad alte
sensibilità e alla possibilità di recupero dei dettagli
e delle luci con i file RAW, la X-E1 permette di raggiungere prestazioni incredibili per una mirrorless.
Rispetto alle altre fotocamere compatte, Fujifilm ha
il vantaggio delle ottiche XF, obiettivi con una qualità elevatissima che possono competere con ottiche
“Prime” dal costo anche doppio. E, come abbiamo
già detto, con il 18-55 ha fatto un lavoro superbo: a
poco più di 1000 euro il kit composto da X-E1 e 1855 offre performance raggiungibili in ambito reflex
spendendo il doppio.
A supportare la qualità fotografica ottenibile con il
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18-07-2012
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Air your tunes
18-07-2012
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Air your tunes
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
tEST Qualità sonora apprezzabile: offrono buon microdettaglio, gamma bassa notevole e giusto livello di isolamento
Sony NWZ-W273, musica per gente in forma
Un lettore MP3/WMA integrato negli auricolari, pensato per gli sportivi e subacqueo fino a 2 metri
L’abbiamo
messo
facile e solido
Zeppelin
Airalla prova, ovviamente anche in piscina. Un prodotto interessante,
Zeppelin
Air
Stream your music with AirPlay®
di Emanuele villa
n lettore MP3 integrato negli auricolari, dedicato agli sportivi e che non teme l’acqua:
può essere usato sotto la pioggia, sotto la
permette di trasfe-Fino a 2
La tecnologia
AirPlay di Apple
orna Zeppelin e questa
volta con prestazioni
ancora dai
doccia
e anche
nuotatori
in vipiscina.
rire la musica direttamente dal vostro computer, opmigliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo Zeppure da un iPhone , iPod Touch o iPad . Senza fili.
pelinAir più che mai il miglior diffusore per iPod .
metri di profondità,
e a patto che non sia acqua di
mare, non teme nulla. Questa la finalità di NWZW273, un prodotto tanto semplice quanto utile
al pubblico cui si rivolge. Semplice perché non ci
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sono app, non c’è rete da configurare, più o meno
complicati programmi da sincronizzare, Cloud e
via dicendo: c’è semplicemente una coppia di auricolari con all’interno il lettore MP3 e un supporto
da collegare al PC per la ricarica e la sincronizzazione. Fine.
Rivolgendosi agli sportivi, gli auricolari sono decisamente leggeri, ma al tempo stesso devono
 assicurare la massima stabilità possibile: la configurazione dell’auricolare è in-ear, con una guaina
protettiva in gomma per la massima aderenza e
una particolare forma dell’auricolare, anch’essa rivolta alla massima stabilità possibile. I due auricolari, che compongono il lettore MP3, sono legati da
un archetto in gomma che, oltre a collegarli, evita
sganciamenti e cadute accidentali, mentre i controlli di riproduzione dei brani sono suddivisi sui
due lati: nella fattispecie, accensione/spegnimento, play/pausa, salto traccia avanti/indietro sono
sull’auricolare destro, il controllo del volume e il
controllo playlist/shuffle su quello sinistro.
Prima della prova vera e propria, ancora due parole
sulle caratteristiche dell’apparecchio: gli auricolari
garantiscono una risposta in frequenza dichiarata
di 20 - 20.000 Hz, l’apparecchio è dotato di 4 GB
di memoria di storage e dichiara un’autonomia di
8 ore a fronte di 1 ora e mezza per una ricarica completa. È anche disponibile, però, la ricarica rapida
che assicura 1 ora di autonomia a fronte di 3 minuti
di ricarica, utile per chi decide “all’ultimo” di fare
un po’ di sport e si ritrova con il Walkman scarico
dalla volta precedente. Sony NWZ-W273 costa 89
euro IVA inclusa.
U
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Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancora
migliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo ZeppelinAir™ più che mai il miglior diffusore per iPod®.
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Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
Carica e trasferisci le canzoni
in un attimo

Passiamo alla prova pratica, distinguendo le fasi
della preparazione e dell’utilizzo vero e proprio.
Come anticipato, NWZ-W273 ha una sua dock
USB dalla forma particolare per permettere il
collegamento degli auricolari senza forzature che,
inevitabilmente, causerebbero distorsioni nell’archetto. Collegato l’apparecchio al suo dock e
questo alla presa USB del PC, l’apparecchio viene
torna al sommario
La tecnologia AirPlay® di Apple vi permette di trasfe
rire la musica direttamente dal vostro computer, op
pure da un iPhone®, iPod Touch® o iPad®. Senza fil
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri pae
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riconosciuto come un qualsiasi
strumento di archiviazione USB
da 4 GB, al cui interno è inserito
il software per il trasferimento e
la gestione dei file musicali. Installato nel PC quest’ultimo, che
è disponibile anche per Mac, è
possibile operare al 100% con
l’apparecchio, fermo restando
che la musica può anche essere
copiata nella cartella Music senza passare tramite software di gestione (che si chiama, appunto
Content Transfer).
Utilizzare quest’ultimo è di una semplicità disarmante: nella sua versione base, è semplicemente
un’interfaccia su cui trascinare i file musicali da
trasferire al dispositivo, file ma anche cartelle per
mantenere un certo ordine anche nella riproduzione; ricordiamo, infatti, che il pulsante corrispondente al salto traccia, se viene premuto per più di
due secondi, passa alla cartella successiva. È anche
possibile realizzare vere e proprie playlist, per le
quali ci si affida a Windows Media Player.
Addentrandosi di più nei menù e nelle impostazioni di Content Transfer, è possibile anche impostare
una cartella del PC da sincronizzare automatica-

™
Stream your music with AirPlay®
mente ogni qual volta il dispositivo viene collegato
al computer, e abilitare la tecnologia 12 Tone Analysis, che esamina i brani e, tramite l’inserimento
automatico di metadati, permette poi alla funzione
Zappin (del dispositivo) di riprodurre solo le parti
più rilevanti dei brani (i ritornelli, in pratica). Ovviamente, la connessione USB determina anche la
messa in carica dell’apparecchio: come anticipato,
ci vogliono circa 90 minuti per ricaricarlo completamente, ma appena 3 minuti di carica offrono circa 60 minuti di autonomia musicale.
Si parte: in giro, e in piscina,
a suon di musica
Completate le operazioni di carica e di trasferimento dei brani, il dispositivo è pronto all’uso.
Considerando quanto è importante la stabilità in
apparecchi come questo, indossarlo non è semplicissimo e richiede un po’ di pratica: all’inizio può
venire istintivo indossarlo al contrario, ma l’instabilità che ne deriva suggerisce di consultare il libretto d’istruzioni. La prima sensazione è di buon
isolamento: gli auricolari in-ear aderiscono bene e
segue a pagina 38 
Zeppelin Air
Stream your music with AirPlay®
Zeppelin Air
estratto da dday.it
Stream your music with AirPlay®
n.67 / 8 aprile 2013
mobile Funziona anche se Facebook non è aperto. La qualità della chiamata è discreta
Facebook, chiamate Voip gratis in Italia
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La tecnologia AirPlay® di Apple vi permette di trasferire la musica direttamente dal vostro computer, oppure da un iPhone®, iPod Touch® o iPad®. Senza fili.
mobile
Scovare la funzione in Facebook non è facile, funziona su rete 3G o Wi-Fi
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
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A
di Roberto pezzali
rrivano anche in Italia le
chiamate Voip tra utenti
Facebook, sia su rete 3G sia
Wi-Fi: basta aver installato su tablet o smartphone l’applicazione
Facebook Messenger o Facebook
per iOS o Android. Annunciata a
gennaio negli States, questa feature
arriva finalmente anche nel nostro
Paese. Non è effettivamente semplice scovare la feature della “chiamata
gratis”: per effettuarla si deve andare nella chat, selezionare un utente
BlackBerry 10
Phablet e tablet
entro il 2014
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Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
attivo, premere sulla “i” in alto a
destra e selezionare l’opzione “Chiama Gratis”. L’applicazione funziona
anche se Facebook non è aperto,
in tal caso basta aver attive le push
notification per ricevere l’avviso
di chiamata in arrivo. La qualità
della chiamata è discreta e abbiamo avvertito solo un po’ di
lag, ma niente di preoccupante.
Facebook si inserisce, quindi, in
un settore molto delicato, quello delle chiamate Voip, forte dei
suoi miliardi di utenti e della
diffusione delle sue app. Una
mossa questa che potrebbe costrin-www.audiogamma.it
BlackBerry nei prossimi
gere gli operatori telefonici a chiumesi lancerà sui mercati
dere i rubinetti del Voip, iniziando a
un nuovo smartphone con
far pagare (e c’è chi già lo blocca) le
tastiera fisica (Q10) e pare,
chiamate sfruttando la rete.
secondo una roadmap “rubata”
pubblicata da BB10Leaks, anche
un tablet (B10, display tra
i 9 e gli 11’’) tra il terzo e il
quarto trimestre dell’anno,
un primo phablet (codename U10) tra il Q4 del 2013 e
il Q1 del 2014 e un secondo
phablet con tastiera fisica
(R10) entro la metà del prossimo anno.
tEST
segue Da pagina 37 

l’archetto posteriore aiuta a mantenere gli auricolari in posizione, a prescindere dal tipo e dall’intensità del movimento. Si possono fare esercizi, correre, saltellare, andare in bici, senza che il dispositivo
si muova dalla propria sede: sotto questo profilo, il
risultato è ottimo e l’isolamento dall’esterno quasi
totale (attenzione quando si corre all’aria aperta,
dunque).
L’utilizzo richiede un po’ di pratica, quanto meno
per memorizzare quali comandi sono presenti
sull’auricolare destro e quali sul sinistro: come
anticipato, la musica può essere messa in pausa (il
che, però, presuppone che il dispositivo continui
a consumare energia), si può saltare a brani successivi e precedenti, riprodurre in modo casuale,
avanzare/retrocedere nelle cartelle e anche riprodurre, tramite funzione Zappin, solo la porzione
centrale (il ritornello) dei vari brani. Non si può
scorrere rapidamente all’interno di un brano: una
funzione che può essere considerata accessoria in
prodotti di questo tipo (difficilmente si va avanti in
un brano mentre si corre o si nuota), ma in alcune
circostanze sarebbe risultata sicuramente comoda.
Ma in tutto questo, l’apparecchio resta sempre e
saldamente al suo posto: dopo l’allenamento, la
prova-doccia viene superata brillantemente.
La qualità sonora è apprezzabile: una buona dose
di microdettaglio e una presenza notevole della
gamma bassa (tallone d’Achille di molti auricolari, soprattutti i low cost) rendono l’ascolto sempre
piacevole, merito anche del buon livello di isolamento offerto. Sotto questo profilo, ricordiamo che
torna al sommario
in dotazione vengono forniti diversi tipi di gommini per gli auricolari: la scelta di quelli giusti è determinante ai fini della qualità sonora (soprattutto
della presenza in gamma bassa), della stabilità e,
soprattutto in acqua, dell’isolamento.
Andiamo quindi in piscina: l’apparecchio è pensato
per funzionare anche durante il nuoto, oltre a poter andare sott’acqua fino a 2 metri di profondità.
Attenzione, però: parliamo di nuoto in piscina, poiché l’apparecchio non è fatto per l’acqua del mare,
con la quale potrebbe danneggiarsi. Per i migliori
risultati, qui bisogna davvero usare i gommini più
adatti alle proprie orecchie, oltre al fatto che occorre inserire gli auricolari prima di iniziare: un minimo d’acqua entra lo stesso nelle orecchie, ma con i
gommini giusti, la cosa è tollerabile. L’apparecchio
rimane saldamente al suo posto, la qualità sonora
percepita subisce un degrado rispetto a prima ma
l’intelligibilità resta buona, il che, durante il movimento in acqua, può essere considerato più che
sufficiente. Nessun problema quando immergiamo
completamente la testa sott’acqua: una sensazione
strana per chi non l’ha mai provata, ma la musica
continua esattamente come prima, con la medesima qualità. Fino a 2 metri di profondità: oltre, meglio non provare.
Proposto a un prezzo competitivo (89 euro),
NWZ-W273 è una buona scelta per chi fa sport
con frequenza e non vuole abbandonare la propria
musica preferita: ma mentre per andare in palestra, per correre e divertirsi all’aria aperta ci sono
centinaia di soluzioni (basta comprare un paio di
auricolari ad hoc da abbinare al proprio smartphone), chi vuole ascoltare musica anche in condizioni
meteo avverse, sotto la doccia o in acqua ha meno
opzioni, e NWZ-W273 è una di queste. È facile da
usare, solido, non si sgancia durante l’uso e garantisce autonomia e musicalità: avremmo preferito
un’indicazione visiva del livello della carica e la
possibilità di avanzare/tornare indietro rapidamente nei singoli brani, ma al di là di ciò, il prodotto è interessante, una buona soluzione per chi
ama la musica e vuole averla sempre con sé. Anche
sott’acqua.
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Sony NWZ-W273
Air your tunes
Zeppelin Air
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18-07-2012
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Air your tunes
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Air your tunes
estratto da dday.it
n.67 / 8 aprile 2013
tEST Il prezzo base del robot è di circa 1000 euro, ma sale se lo si vuole equipaggiare con i numerosi accessori extra
Kenwood
Cooking
Chef:
semplice
e
completo
Abbiamo provato il Cooking Chef, il robot da cucina che fa tutto, dal gelato alla cottura a induzione
È davvero utile se si cucina molto e se si ha poco tempo, a patto di avere sufficiente spazio in cucina
Zeppelin Air
Zeppelin Air
Stream your music with AirPlay®
di Fiammetta regis
bbiamo provato il Cooking Chef, il robot
da cucina di Kenwood la cui caratteristica
peculiare è che, oltre ad adempiere a tutte
di trasfe- cuoce a
La tecnologia
AirPlay di Apple vi permette
orna Zeppelin e questa
volta con prestazioniclassiche
ancora
le funzioni
dell’aiutante
cuoco,
rire la musica direttamente dal vostro computer, opmigliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo Zeppure da un iPhone , iPod Touch o iPad . Senza fili.
pelinAir più che mai il miglior diffusore per iPod .
induzione. Il design
dell’apparecchio è semplice
e squadrato, ha un braccio per il movimento planetario in corrispondenza della ciotola in acciaio
da 6,7 litri e l’area ad induzione si trova sotto la
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ciotola. Nella parte laterale dell’elettrodomestico
abbiamo il display per visualizzare tempo e temperatura, i tasti per impostare il timer, il selettore
della temperatura, i tasti delle funzioni per montare ad alta velocità e per amalgamare e infine il selettore della velocità. All’interno, pulsa un motore
da 1.500 watt. Tutto qui, un approccio semplice e
funzionale.
 Per quanto concerne gli ingombri, Cooking Chef
ha bisogno del suo spazio; con i suoi 41 centimetri
di lunghezza occupa due terzi del modulo standard
della cucina, è profondo circa 33 centimetri e alto
38, e può arrivare a misurare 65 cm in altezza se si
aggiunge il frullatore opzionale o 57 cm in lunghezza se si aggiunge la sfogliatrice. Oltre alla stazza, il
Cooking Chef si distingue anche per il peso di ben
13 kg (esclusi gli accessori). Il robot della Kenwood,
quindi, è perfetto in una cucina spaziosa dove può
trovare una propria sistemazione definitiva, ma
senza dubbio è scomodo se si deve spostare ogni
volta dopo l’uso.
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Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancora
migliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo ZeppelinAir™ più che mai il miglior diffusore per iPod®.
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Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
Cosa fa e i suoi accessori: per un
menu ricco in poco tempo

Se teniamo conto del modello base e degli accessori
in dotazione, il Cooking Chef KM 068, ha due compiti fondamentali in cucina: impastare e cuocere a
induzione. Gli utensili in dotazione sono: la frusta
in acciaio inox, adatta per impasti semiduri come
la pasta frolla o i polpettoni; il gancio mezzaluna,
dotato anche di alette flessibili per l’alta temperatura, perfetto per lavorare a freddo o a caldo salse
creme o risotti; la frusta a filo grosso per montare; il gancio a spirale per impastare dal pane alla
pasta; il gancio con spatola a spirale, specifico per
mescolare durante la cottura; il cestello per la cottura a vapore. Infine, come accessori di base abbiamo anche il paraschizzi di plastica e la protezione
termica per cucinare.
Oltre a impastare la pizza o montare le uova, il
Cooking Chef si distingue per la capacità di cucinare tutti i piatti che richiedono un movimento
planetario continuo, come il risotto, la polenta o il
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La tecnologia AirPlay® di Apple vi permette di trasfe
rire la musica direttamente dal vostro computer, op
pure da un iPhone®, iPod Touch® o iPad®. Senza fil
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri pae
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Stream your music with AirPlay®
brasato. Per impastare si hanno a disposizione otto
velocità uniformi, e tre modalità specifiche. Per
cuocere la temperatura può essere impostata da un
minimo di 20 a un massimo di 140 gradi.
Grazie ai moltissimi accessori opzionali, venduti
separatamente, poi, il Cooking Chef diventa uno
strumento per la cucina completo e versatile, che
può, a seconda dell’accessorio aggiunto, anche
frullare, centrifugare, tritare, sminuzzare, tagliare, affettare, pelare, spremere, pesare e preparare
dai gelati alla pasta. Sotto questo punto di vista il
Cooking Chef è un robot da cucina tuttofare performante che non sfigurerebbe in una piccola cucina professionale. D’altra parte occorre tenere
conto che gli accessori non sono solo ingombranti
ma anche costosi (procedendo all’acquisto di tutti
i pezzi si potrebbe arrivare a spendere oltre 2000
euro),vale la pena valutare l’acquisto dell’accessorio in relazione all’uso reale.
impegno.
La prima impressione che si ricava è che il Cooking
Chef sia un elettrodomestico scomodo da spostare e da posizionare. Occupa molto spazio e già per
estrarlo dalla scatola occorre essere quanto meno
in forma, sia per il peso che per l’ingombro. La
soluzione migliore sembrerebbe quella di trovargli una sistemazione definitiva in cucina, tenendo
appunto conto che occorre sacrificare almeno un
modulo 60x60 o poco meno.
Usandolo un po’, possiamo considerarlo un apparecchio estremamente semplice da usare grazie ai
comandi di immediata comprensione, le regolazioni intuitive e alle istruzioni semplici e chiare.
Chiunque sappia già cucinare può orientarsi immediatamente tra i parametri e impostare corretsegue a pagina 41 
Cooking Chef in azione: funziona
davvero?
Abbiamo provato il Cooking Chef con la sua dotazione base e abbiamo testato la cottura a induzione
che è la funzione che lo differenzia da molti altri
robot multiuso per la cucina. Per il test abbiamo
scelto un piatto abbastanza diffuso nella dieta italiana, il risotto. Per la realizzazione abbiamo seguito approssimativamente il ricettario in dotazione,
per valutare il risultato ottenuto con il minimo
Kenwood Cooking Chef
Come si prepara un risotto
Zeppelin Air
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Zeppelin Air
estratto da dday.it
Stream your music with AirPlay®
n.67 / 8 aprile 2013
tEST
Torna Zeppelin™ e questa volta con prestazioni ancora
migliori. Radicali segue
innovazioni
il nuovo
Zep- 
Darendono
pagina
40 
pelinAir™ più che mai il miglior diffusore per iPod®.
La tecnologia AirPlay® di Apple vi permette di trasferire la musica direttamente dal vostro computer, oppure da un iPhone®, iPod Touch® o iPad®. Senza fili.
tamente tempo, temperatura e velocità. Chi è alle
prime armi potrà orientarsi altrettanto bene dopo
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poca pratica. Il manuale risulta tuttavia importante all’inizio per capire bene i vari strumenti e saper
impostare alcune funzioni avanzate: la sua lettura
è, in ogni caso, più che consigliata.
Oltre alla comodità di un robot che impasta o
amalgama al posto nostro, possiamo godere di una
certa autonomia nel corso della cottura di alcuni
piatti, come polenta o risotto, che necessitano di
essere frequentemente mescolati. Inoltre, la macchina è abbastanza silenziosa e la pulizia piuttosto
veloce, grazie al fatto che tutti gli attrezzi possono
essere lavati in lavastoviglie.
Ma mettiamolo alla prova: per quanto riguarda la
prova risotto, ci ha stupito la semplicità nella realizzazione del tutto. Come si può vedere nel video,
una volta preparati gli ingredienti, è bastato impostare di volta in volta, per i vari passaggi, tempo di
cottura, velocità di mescolamento e temperatura.
Si può tranquillamente cucinare facendo altro
 senza paura che una minima distrazione possa
carbonizzare il cibo. Naturalmente occorrerà solo,
se non si segue il ricettario, un po’ di pratica per coZeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
noscere i tempi e impostare correttamente il timer.
È pratico il coprischizzi, grazie al quale si possono
aggiungere gli ingredienti senza sporcare.
Abbiamo ottenuto alla fine un risotto un filo troppo
denso, dall’aspetto non invitante, ma dalla cottura omogenea e dal gusto piacevole. Col senno di
poi, sarebbe bastato impostare un tempo di poco
più breve o dare più gusto alla ricetta con qualche
ingrediente aggiuntivo che avremmo ottenuto un
risotto eccellente con pochissimo sforzo, e in breve
tempo.
Il set base, KM068, del Cooking Chef si
può trovare a circa 1000 euro con una variazione di 100 se si opta per il set KM070
che comprende anche il frullatore in acciaio inox e il food processor. Come anticipato, il prezzo per avere tutti gli accessori è
elevato ed è consigliabile personalizzare il
robot aggiungendo solo gli accessori indispensabili per la propria cucina.
tempo? ATornanostro
parere la rispostaLa tecnologia
è affermativa,
AirPlay di Apple vi permette di trasfeZeppelin e questa volta con prestazioni ancora
rire la musica direttamente dal vostro computer, opmigliori. Radicali innovazioni rendono il nuovo Zepma con alcune
si .cucina
molto,
pure da un
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o iPad . Senza fili.
pelinAir piùcondizioni:
che mai il miglior diffusorese
per iPod
poco tempo per farlo e si ha una cucina spaziosa,
Cooking Chef è una scelta azzeccata, a prescindere
dal prezzo abbastanza elevato. In assenza di questi
requisiti, www.audiogamma.it
però, Cooking Chef diventa meno essenziale e la spesa potrebbe essere effettivamente eccessiva. Come spesso accade, tutto sta alle proprie
esigenze, ma quello che è certo è che Cooking Chef
può dare una mano.
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Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
In sostanza: cucina “easy”?
Fermo restando che il prodotto mantiene
le promesse di semplicità di utilizzo e versatilità, la domanda che molti si pongono
è: Cooking Chef semplifica davvero il lavoro in cucina? Permette di risparmiare
La notizia prosegue su DDAY.it...
PEOPLE & MARKET
iMessage, investigatori in crisi
Un documento della Drug Enforcement Administration (DEA) degli Stati Uniti, scoperto da Cnet.com,
rivela che iMessage sarebbe impossibile da decifrare
e da intercettare. Questo si scontra con l’esigenza
delle autorità di indagare su atti criminali in cui le
intercettazioni sono uno strumento insostituibile.
TV & video
Cinema negli spot TV Samsung
Samsung ha pubblicato i nuovi spot dedicati alla
gamma 2013 di Smart TV: basta parlare di specifiche tecniche, basta incentrare la comunicazione
sulla qualità d’immagine o del sonoro, passiamo ai
contenuti e all’interazione. Questi spot sono al 100%
di qualità cinematografica.
PC & multimedia
NUC, Intel punta sulla potenza
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All’Intel Solutions Summit l’azienda ha fatto intendere che entro il 2013 estenderà l’offerta di PC ultrasmall con nuove versioni dedicate a diversi tipi di
clienti; in particolare, una sarà basata su processore
Celeron dell’attuale generazione e due, più potenti,
monteranno CPU Core i5 Ivy Bridge e Haswell.
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Kenwood Cooking Chef
mobile
In arrivo la pubblicità parlante
Nuance inserisce la sua tecnologia di riconoscimento
e sintesi vocale nella piattaforma pubblicitaria che
si prepara a proporre in ambito mobile. I banner
interattivi sapranno anche ascoltare e rispondere alle
domande. La soluzione è stata proposta alle principali
agenzie pubblicitarie che potrebbero presto integrarla.
GAME & MOVIE
Look zebrato per la nuova Xbox?
Secondo il sito Kotaku, gli sviluppatori avrebbero ricevuto kit di sviluppo della nuova Xbox con un’insolita
texture zebrata, che però sarebbe provvisoria: secondo
l’ipotesi più probabile, le console hanno ognuna una
texture diversa, e questo servirebbe a Microsoft per
verificare da dove provengano eventuali leaks.
PEOPLE & MARKET
Il cellulare compie 40 anni
Il 3 aprile del 1973 è una data storica per la tecnologia: 40 anni fa Martin Cooper di Motorola fece
la prima telefonata con un cellulare, il Motorola
Dynatac 8000x: 1 kg senza schermo, la batteria
durava poco più di mezz’ora e chi voleva comprarlo
doveva sborsare oltre 4000 dollari.