Capitolo 1 Importanza e significato del gioco in età evolutiva

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Capitolo 1 Importanza e significato del gioco in età evolutiva
Capitolo 1
Importanza e significato del gioco
in età evolutiva
Numerose scienze si sono dedicate allo studio del fenomeno del gioco: l’etologia, la
psicologia, l’antropologia, la sociologia, la pedagogia.
Il comportamento ludico rappresenta una delle manifestazioni filogeneticamente
e ontologicamente più significative nella storia evolutiva degli animali e dell’uomo
(Lorenz, 1980; Bruner, 1976). Secondo Lorenz il gioco avrebbe la funzione di mantenere
flessibili i comportamenti delle specie filogeneticamente più avanzate, modificando sequenze di comportamenti già noti secondo modalità non rigide o stereotipate. Anche l’uomo ha bisogno, durante la giovinezza di un lungo periodo in cui esercitare la sua curiosità attraverso l’esplorazione e il gioco, attività con le quali si sperimentano in contesti diversi le nuove capacità sviluppate.
Lo studio del comportamento del gioco umano ha avuto una grande espansione
con l’aumento delle conoscenze sui vari aspetti dello sviluppo infantile nei primi
anni di vita da parte della psicologia dell’età evolutiva.
La pedagogia ha da sempre sottolineato la natura educativa del gioco che contribuirebbe ad arricchire e ad armonizzare lo sviluppo intellettuale e sociale dell’individuo.
Nelle prime fasi della vita abbiamo:
• Il gioco locomotorio: agisce sull’attività psicomotoria, sviluppando strutture e
funzioni cognitive e migliorando la coordinazione dei movimenti;
• Il gioco funzionale: attraverso l’uso degli oggetti viene potenziata la capacità di
adattarsi alle cose nelle varie situazioni. Il gioco diventa una continua sperimentazione manipolativa effettuata sugli oggetti, sull’ambiente, sul proprio corpo, che
include ripetute ristrutturazioni di schemi comportamentali funzionanti;
• Il gioco di costruzione: attraverso la costruzione del giocattolo, trova piena realizzazione il momento logico che si esplica nelle fasi d’imitazione, rappresentazione, progettazione e realizzazione di una realtà. Promuove inoltre la dimensione collegata al fattore spazio-tempo;
• Il gioco sociale: prevede il contatto e lo scambio con i coetanei;
• Il gioco di simulazione: permette di utilizzare strategie e tattiche, scegliendo quelle più adatte;
• Il gioco di ruolo: il giocatore si immedesima in un altro personaggio o in un altro ruolo.
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Capitolo 1 • Importanza e significato del gioco in età evolutiva
Attraverso l’attività ludica il bambino/ragazzo sperimenta ed elabora attivamente
la rappresentazione della realtà esterna. Il gioco è necessario per imparare non solo a conoscere se stessi e il mondo circostante, ma per stabilire le prime forme di autocontrollo e d’interazione sociale. Esso quindi diventa una tappa fondamentale nel
processo di socializzazione, inserendosi in un ambito culturale preciso, riconoscendo e adottando una serie di regole e comportamenti adatti alle varie età di sviluppo.
L’esplorazione da parte del bambino di oggetti, persone, situazioni, ambienti nuovi
avviene solitamente alla presenza di altre persone: genitori, coetanei, insegnanti o
estranei. La situazione sociale può avere quindi un effetto su ciò che è esplorato e
su come viene esplorato: i fattori sociali hanno infatti importanti effetti sulla frequenza, sulla durata e sulle forme di esplorazione effettuate dai bambini.
Le caratteristiche del gioco
Per essere tale, il gioco deve essere piacevole e divertente, deve cioè essere vissuto
in modo positivo da chi lo svolge. Non ha scopi particolari, se non il divertimento in
sé ed è perciò improduttivo. Tutti i giochi richiedono la comprensione da parte dei
giocatori che ciò che si fa è una finzione (Garvey, 1977).
Il gioco contribuisce ad alimentare un atteggiamento di disponibilità nei confronti del mondo che ci circonda. Attraverso esso il bambino sperimenta la sospensione temporanea della frustrazione, poiché durante la sua esecuzione gli ostacoli
vengono affrontati con serenità e allegria, migliorando il proprio atteggiamento nei
confronti del mondo (Bruner, 1976). Il fatto che il gioco non comporti rischi in quanto finzione, rappresenta una condizione fondamentale, perché il bambino possa raggiungere quella sicurezza e flessibilità di pensiero che rende possibile la padronanza dell’uso di strumenti sempre più complessi (Bruner, 1976).
Anche la componente “fortuna” ha un’importanza non secondaria. L’imprevisto,
infatti contribuisce a sdrammatizzare l’insuccesso e a ridimensionare l’importanza
della bravura o dell’incapacità dei singoli.
Concludendo con Piaget possiamo dire che attraverso il gioco funzionale, di movimento e d’interazione, il bambino costruisce il proprio adattamento nei confronti dell’ambiente, attraverso i processi basilari dell’assimilazione e dell’accomodamento, modificando l’ambiente in base alle proprie nozioni e cambiando le proprie
azioni per adeguarle alle esigenze esterne (Piaget, 1972). Possiamo quindi considerare il gioco come un potente mediatore per attivare l’apprendimento e la socializzazione nei soggetti in ogni periodo della loro vita.
Il gioco didattico
Il gioco didattico è stato applicato per la prima volta nel 1950 allo studio della matematica da Gattegno e Dienes.Un posto fondamentale ricopre il gioco didattico che, grazie alla sua struttura basata sulle regole e sul riconoscimento dei ruoli, aiuta il bambino ad in-
Il Parlagioco - Uno strumento per comunicare attraverso il gioco
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tegrare, divertendosi, nuove conoscenze e competenze sociali. Lo scopo principale del
gioco didattico è quello di introdurre concetti,far vivere situazioni d’apprendimento,far
nascere interesse attraverso un approccio piacevole al tema e allo sviluppo dei concetti in
oggetto di studio.Attraverso l’esecuzione di tali giochi il bambino/ragazzo viene favorevolmente attratto dalle attività proposte e può accedere a situazioni di apprendimento
strutturato su temi e argomenti difficili e distanti dalla sua immediata esperienza.
La caratteristica fondamentale del gioco didattico è quella di trasformare l’attività ludica in un’attività di conoscenza di tipo scolastico, attraverso una tecnica specifica e complessa. Nell’insegnamento-apprendimento il gioco didattico, a differenza della situazione in cui il bambino svolge i compiti a casa o in classe, esige un momento forte di socializzazione, in quanto nella fase di apprendimento ludico il bambino deve stare con gli altri e interagire con loro nel rispetto delle regole. Il gioco
con regole è inoltre particolarmente costruttivo per la sua funzione di controllo delle emozioni e per la sua funzione conoscitiva. Infatti, il rispetto della regola guida
l’energia ludica verso una ben indirizzata curiosità.
Obiettivi del gioco didattico
Gli obiettivi sono:
• potenziare e polarizzare la motivazione del bambino verso un’attività di apprendimento strutturata;
• sviluppare un ruolo attivo e protagonista nei confronti di attività e apprendimenti che difficilmente lo vedrebbero come parte attiva (ad esempio, in giochi che,
prevedendo situazioni di compravendita, stimolano l’abilità del calcolo) e rendere attraenti attività didattiche altrimenti noiose.
Si può dire allora che il gioco assume una valenza funzionale per l’apprendimento
e l’integrazione del bambino: attraverso il gioco egli può prepararsi a vivere in una
vera e propria “palestra” ludica.
Il coinvolgimento dei ragazzi in ambito formativo contribuisce a modificare l’immagine della scuola spesso vissuta come pesante, estranea e lontana dai reali bisogni dei giovani. Frequentemente, infatti i ragazzi si applicano con difficoltà nell’impegno scolastico, quando ciò che viene loro presentato è vissuto come imposto, come un insieme di nozioni da incamerare passivamente.
Già Froebel nel XIX secolo nella sua opera (1826) aveva sottolineato la natura
educativa del gioco e l’importanza di trasferirlo nell’educazione scolastica.
Con la Montessori (1909) poi il gioco educativo fu preso fortemente in considerazione come elemento fondamentale da utilizzare per potenziare e approfondire
gli apprendimenti.
Il gioco didattico può essere realizzato a vari livelli di complessità. Può essere infatti:
• gioco didattico esplorativo-manipolativo;
• gioco di rappresentazione raffigurativa e immaginativa;
• gioco di soluzione di problemi di varia complessità e astrazione.
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Capitolo 1 • Importanza e significato del gioco in età evolutiva
Può essere utilizzato inoltre in tutte le tappe dello sviluppo mentale del bambino:
• per i piccolissimi deve avere alcune caratteristiche fondamentali, come garantire la massima sicurezza, essere allegro, semplice, accattivante e colorato, tale cioè
da attrarre e sostenere l’attenzione senza mai stancarli;
• in età prescolare è concepito in modo da familiarizzare il bambino al mondo delle lettere, delle parole, dei numeri, delle forme, dei colori e dei suoni, coinvolgendo ambiti astratti o simbolici. L’alfabeto e i numeri rappresentano i primi
universi di relazioni codificate, implicando un processo di sviluppo delle capacità
d’astrazione e di sintesi. L’apprendimento comincia a divenire più specifico e
propedeutico all’educazione scolastica;
• in età scolare propone varie attività didattiche riguardanti l’italiano, la matematica, l’ortografia, la grammatica, la comprensione della lettura, la logica, le lingue straniere. L’aspetto didattico viene proposto in forma di quiz e di sfida da
condividere con gli amici.