L`ARENA DEL 30 GENNAIO 2014 WWW.LARENA.IT. Videorubrica
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Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it L’ARENA DEL 30 GENNAIO 2014 WWW.LARENA.IT. Videorubrica sul nostro sito L'assessore Corsi «Sotto Torchio» su traforo e filobus Le domande sul web anche su piste ciclabili e inquinamento giovedì 30 gennaio 2014 CRONACA, pagina 8 Enrico Corsi, assessore comunale alla Viabilità, Turismo e attività commerciali, è stato ieri ospite della videorubrica «Sotto Torchio» sul sito www.larena.it. Per dieci minuti gli abbiamo girato le domande inviate dai lettori al nostro sito. Molti chiedono al Comune di fare di più per contrastare l'inquinamento. «Abbiamo installato il bike sharing e 117mila utilizzi sono un buon risultato, e un milione 200mila chilometri sui mezzi Atv sono una risposta per l'uso del mezzo pubblico al posto dell'auto», ha detto Corsi. E rispondendo a una lettrice che chiedeva perché si è pensato a un filobus che va a gasolio in centro, ha detto: «Non abbiamo voluto mettere i fili a ridosso dei palazzi storici e piazze, ma la predisposizione elettrica è già prevista, perciò un domani si potrà estendere la rete su tutta la città». E quanto alla scarsità di piste ciclabili: «Ne abbiamo fatte parecchie, ma Verona non è Amsterdam, le vie sono strette e non possiamo fare percorsi ovunque». Si è poi parlato di traforo delle Torricelle. I lettori chiedevano delucidazioni sugli studi dei flussi di traffico a sostegno del progetto. Corsi ha risposto: «I dati iniziali sono stati ritenuti congrui, ma se ci fossero mutazioni in calo, non saranno oggetto di revisione del piano economico». Traforo dimezzato quindi? «No, il promotore ha solo chiesto una dilazione nei tempi eseguendo l'opera in due fasi. Il progetto resta integro».G.COZ. L'EREDITÀ DELLA PROVINCIA Il bilancio di Ivan Castelletti, assessore agli enti partecipati. Con tante questioni aperte «Quota in A4 in vendita a 26 milioni» Roberto Ceruti «Se si trova un acquirente, potremo portare a termine le opere programmate per il 2014» giovedì 30 gennaio 2014 CRONACA, pagina 8 Ivan Castelletti, assessore provinciale alle Aziende partecipate e ai rapporti con gli enti, analizza la situazione delle sue competenze in vista della trasformazione che attende le Province. «Tante questioni sono aperte», spiega. «Il lavoro sarà costante per trovare soluzioni adeguate per impianti di risalita, funivie, autostrade, aziende di trasporto pubblico, aeroporto Catullo, ente autonomo Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it Magazzini generali. Le aziende partecipate della Provincia sono 17 e spiccano Autostrade A4 Serenissima e A22 Brennero, Aeroporto Catullo, aziende di trasporto pubblico, Veronafiere, Consorzio Quadrante Europa ma anche altre realtà rilevanti per il territorio e per l'occupazione locale, come la Funivia di Malcesine e gli impianti di San Giorgio. Le aziende partecipate sono un patrimonio della Provincia e nei prossimi mesi dobbiamo prendere decisioni rilevanti, frutto di una sinergia con il territorio, in vista del riordino delle Province. Per questo, bisogna affrontare in fretta una serie di questioni». E l'assessore provinciale si addentra nei temi più sensibili. QUOTE DI A4 HOLDING. «Per il 2014 è confermata la vendita delle azioni di A4 Holding. I vincoli del patto di stabilità e la spending review hanno di fatto obbligato gli enti pubblici a mettere in vendita parte del proprio patrimonio pubblico. Le quote poste in vendita sono 68.478, mentre 10.000 rimangono alla Provincia. Questo comporta che, qualora trovassimo un acquirente, la Provincia andrebbe a incassare circa 26 milioni, che potranno garantire di mantenere gli equilibri di bilancio e portare a termine le opere programmate per il 2014». QUOTE DI A22. «La Provincia detiene una partecipazione in A22 del 5,51%. Non è prevista la vendita delle quote. La A22 è una partecipazione importante, sia per i dividendi che ogni anno vengono incassati dalla Provincia, sia per le rilevanti opere che sono state programmate con l'Autostrada per i prossimi anni. Da parecchio tempo la società eroga dividendi ai soci, 19 euro per azione nel 2013, che consentono alla Provincia di acquisire una entrata variabile tra 1,1 e 1,6 milioni annui». AEROPORTO. «La Provincia detiene il 14,7% del Catullo. Da mesi è in discussione l'ipotesi di alleanza con Save. C'è piena fiducia nel presidente Paolo Arena e nel cda affinché venga trovato un accordo strategico. Se c'è da riconfermarlo, non ci sono ostacoli. Il nuovo piano industriale ha delineato una prospettiva concreta e positiva per il futuro dell'aeroporto e ha trovato l'apprezzamento da parte di tutti i soci. Vendere le quote? Non ci sono i tempi tecnici». ATV e APTV. «Nel 2014 si dovrà programmare il futuro del trasporto pubblico a Verona dal punto di vista della gestione strategica del sistema urbano-extraurbano, in vista della realizzazione del nuovo deposito autobus, al momento ipotizzato in zona Verona Sud». MAGAZZINI GENERALI. «L'ente autonomo partecipato al 33,333% è in liquidazione. Controlla al 100% l'Immobiliare Magazzini srl che ha come attività principale la locazione degli immobili e terreni di proprietà sociale siti nel Quadrante Europa. L'attività della liquidazione nel 2014 si incentrerà sul perfezionamento della dismissione della partecipata Immobiliare Magazzini Srl, in attuazione della decisione del Consiglio provinciale, mediante la vendita sul mercato». EXPO MILANO 2015. «In vista dell'Expo la Provincia lavora a proposte concrete da portare avanti con istituzioni ed enti veronesi. Coinvolgeremo anche alcune nostre partecipate, perché riteniamo che questo appuntamento sia fondamentale per Verona». Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it DEGRADO In stato di abbandono l'area inaugurata un anno e mezzo fa Castel San Pietro Erbacce e incuria ingoiano il parco Ilaria Noro La vegetazione allargatasi su sentieri e scalinate rende impraticabile gran parte della zona verde Sporcizia anche lungo l'Adige a ponte Catena giovedì 30 gennaio 2014 CRONACA, pagina 9 La stagione invernale e le piogge frequenti delle ultime settimane certo non aiutano. Ma non bastano a giustificare un'incuria che dura probabilmente da parecchi mesi. Il parco di Castel San Pietro, l'area verde comunale di circa 16mila metri quadri a picco sulla città e da cui si accede dalla scalinata che collega Ponte Pietra al castello, è preda delle erbacce. La vegetazione semiboschiva cresce indisturbata, inghiottendo i sentieri e le scalinate con i rialzi in legno, costruiti e sistemati neanche due anni fa, rendendo di fatto non fruibile gran parte del parco. L'incuria e il degrado, non la sporcizia a eccezione delle deiezioni dei cani, sono un po' ovunque. A ridosso del cancelletto d'entrata, il muschio ricopre le grosse pietre che fanno da panchine panoramiche rendendo piuttosto insidiosa la seduta. Ma è inoltrandosi nel parco che la situazione peggiora. Dopo il volto che passa sotto il percorso della funicolare, a sinistra, c'è un angolo di verde spesso utilizzato come bagno a cielo aperto e ricoperto da fazzoletti. E avanti ancora, nel percorso in salita e discesa dentro il parco e sotto gli alberi, l'erba lascia spazio a ciuffi di vegetazione e sterpaglie. Inoltre, a veri e propri buchi nel terreno. Delle due fontanelle del parco ne funziona solo una, quella più vicina all'ingresso. Alcuni rami secchi, anche molto grandi, sono caduti a terra. Le tubature per l'impianto di irrigazione a terra sono scoperte e sollevate in più punti. L'intervento di sistemazione era costato 862mila euro. Dopo una prima fase di lavori, conclusa nel marzo 2011, l'opera di recupero è stata completata con un secondo intervento, concluso a giugno del 2012. Circa un anno e mezzo fa, dunque, l'inaugurazione. Il parco era stato tenuto a battesimo dal sindaco Tosi, dall'allora vicesindaco Giacino e dall'assessore Pisa. Ora, a riflettori spenti, la crescita incontrollata della vegetazione e le sterpaglie si sono riappropriate dell'area, anche delle aiuole a ridosso dei muretti e delle panchine. La vicina scalinata, battuta da migliaia di turisti ogni anno che si arrampicano da Ponte Pietra fino alla terrazza di Castel San Pietro per ammirare la città dall'alto, avrebbe invece bisogno di una ripulita da rifiuti e sporcizia. PONTE CATENA. L'incuria e l'abbandono, e in questo caso anche la sporcizia, hanno colonizzato un altro angolo di città storica, quello che corre in riva all'Adige tra ponte Catena e ponte Risorgimento, lato quartiere Catena. Qui, il camminamento lungo il fiume è disseminato di rifiuti e indumenti abbandonati. E anche nel parco, rifiuti e sporcizia si trovano frequenti lungo la passeggiata. Ma è la costruzione di mura dietro all'ex caserma Riva di Villasanta che nasconde il peggio. La torretta - proprio di fronte all'antica Dogana in mezzo all'Adige - è ricoperta da scritte e murales e negli angoli più nascosti, escrementi umani, confezioni di siringhe, ancora rifiuti. Sotto, a terra o sospesi tra gli arbusti, indumenti abbandonati, coperte, bottiglie. Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it GATTO CON GLI STIVALI Falsi prodotti bio Ai domiciliari l'imprenditore Franco Bozzola Gli erano già stati sequestrati beni per dieci milioni di euro giovedì 30 gennaio 2014 CRONACA, pagina 12 L'inchiesta madre era stata chiamata Gatto con gli stivali e l'aveva messa a segno la guardia di Finanza veronese un paio di anni fa. Riguardava finti prodotti biologici. Quella chiusa dall'Ispettorato repressione frodi (Icqrf) e la Guardia di Finanza di Pesaro, con la collaborazione del corpo Forestale dello Stato, ieri ha toccato ancora una volta Verona. Arrestato, ma posto ai domiciliari, Franco Bozzola, della società omonima, di Casaleone. Ordinanza di custodia cautelare anche per un altro veronese, un autotrasportatore, che però è all'estero e quindi il provvedimento non gli è stato notificato. La Bozzola era già stata controllata dalla Finanza veronese quest'estate. Erano stati sequestrati beni per equivalente per dieci milioni di euro. Con quest'ultima tyranche dell'inchiesta partita da Verona è stata disarticolata un'associazione per delinquere di carattere internazionale composta da diversi soggetti tra cui operatori inseriti nel settore dei prodotti da agricoltura biologica i quali, avvalendosi di un sistema collaudato di frode, importavano da Paesi terzi (Moldavia, Ucraina, India) granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all'alimentazione umana (in particolare, soia, mais, grano tenero e lino), falsamente certificate come «bio», per poi rivenderle nell'ambito della Comunità europea a ignare aziende. L'attività si colloca nel quadro delle azioni di controllo promosse a tutela del made in Italy e della leale concorrenza, attuate per assicurare un adeguato livello qualitativo e di sicurezza delle derrate alimentari, garantendo i consumatori e gli operatori onesti. Nel corso delle indagini durate circa due anni sono stati utilizzati complessi metodi di investigazione tra cui intercettazioni telefoniche e analisi chimico-fisiche dei prodotti nonchè ricostruzioni documentali. Tali strumenti hanno consentito di accertare che i responsabili di tale frode, capeggiati da un ultrasettantenne emiliano, chiamato dagli affiliati con il nome in codice di «maestro Joda», hanno commercializzato prodotti dichiarati come biologici, mentre in realtà in alcuni casi erano stati ottenuti con il contributo di organismi geneticamente modificati (Ogm) ovvero contaminati con principi attivi chimici vietati in agricoltura biologica (tra cui un diserbante come il glyphosate e brachizzanti come il clormequat). A.V. LUTTO A San Pio X i funerali della Pozzerle Addio Silvana, volontaria paladina dei detenuti Era della Fraternità di Fra Beppe «Ci ha dato una grande lezione» giovedì 30 gennaio 2014 NECROLOGI, pagina 19 «Una donna determinata e ispirata. Una laica che con la sua dedizione nel mettere in comunicazione diverse culture e religioni, ha saputo dare una grande lezione alla chiesa veronese». È così che Fra Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it Beppe, fondatore della Fraternità, ricorda Silvana Pozzerle, la storica volontaria dell'associazione impegnata nei temi della giustizia e del carcere. Silvana si è spenta in questi giorni, vittima di una malattia che, benché l'abbia logorata, non è stata in grado di toglierle quella serenità e compostezza che l'hanno contraddistinta in ogni situazione, anche la più difficile.Dopo una vita trascorsa a insegnare tra i banchi di scuola delle elementari, la veronese che viveva a Borgo Venezia, non appena entrata in pensione aveva infatti deciso di dedicarsi ai detenuti. «Il suo curriculum vantava anche la formazione come assistente sociale», dice don Paolo Dal Fior, parroco di Santa Maria in Stelle ma per anni cappellano al Campone. «Silvana è stata tra i primi volontari ad avere contatti diretti con i detenuti. Faceva colloqui con i reclusi e li metteva in comunicazione con la realtà esterna, sapendo cogliere le sofferenze di ciascuno e lavorando con competenza e sensibilità». Il legame tra il dentro e il fuori è stato sempre al centro dell'operato della volontaria che, per prima, ha avviato l'ormai consolidata prassi di fare partecipare i detenuti all'annuale Festa dei popoli. Ma chi ha lavorato al suo fianco la ricorda soprattutto per l'impegno in nome del dialogo tra persone di ogni parte del mondo. «Dalla fine degli anni '90 Silvana si è dedicata a inserire la dimensione interculturale in carcere, quando questa parola era ancora nuova e suscitava preoccupazioni», dice un'altra volontaria della Fraternità, Emanuela Lugli, che fino a due anni fa ha affiancato Silvana nei gruppi di intercultura interni al carcere, da lei stessa ideati e promossi. «Prima si è battuta perché i detenuti musulmani ricevessero cibo adeguato e potessero seguire il ramadan, poi ha favorito momenti di dialogo ecumenico. In lei non ho mai percepito il minimo sentore di rassegnazione davanti agli ostacoli». Il funerale si tiene oggi, alle 10.30, nella chiesa di San Pio X in via Cipolla.C.BAZZ. CANTIERI Condizionamenti pesanti giovedì 30 gennaio 2014 LETTERE, pagina 21 Volevo tornare su un «disagio» che sta condizionando la vita di chi vive o lavora nella zona di Borgo Trento e mi riferisco ai lavori relativi al parcheggio interrato in fase di realizzazione in Viale della Repubblica, nel sottosuolo della strada stessa. Torno a sottolineare come, a mio avviso, non sia del tutto corretto che un'opera privata condizioni in maniera pesante una strada a tutti gli effetti pubblica; ma sopratutto rimango deluso da come nessun amministratore della «res pubblica» locale (la traduzione letterale di «res pubblica» è «cosa di tutti»... ed una strada pubblica, è cosa di tutti!) non abbia risposto, se non alla mia lettera di cui sopra, alle diverse esternazioni di disappunto e disagio che parecchi cittadini hanno manifestato sui mass media e sui social network, strumenti ben conosciuti dalla attuale classe politica e spesso utilizzati dalla stessa per esternare le proprie idee. Voglio precisare che la mia critica vuole essere trasversale e non vuole colpire nessuna fazione o corrente politica in particolare; ma mi piacerebbe che, una volta tanto, un cittadino votante e contribuente, avesse una risposta da chi ha la competenza, ma sopratutto il dovere politico di fornirla. Milvio Gottardi VERONA Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it ALLARME MALTEMPO Le abbondanti precipitazioni previste fino a domenica potranno assumere anche carattere eccezionale sulle montagne Neve in arrivo, rischio valanghe al massimo In quattro giorni potranno cadere fino a 2,5 metri facendo schizzare i livelli di pericolo fino al grado 5 giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 24 Torna il maltempo in grande stile, arriva la neve e scatta di nuovo l'allarme valanghe. Un allarme al massimo livello, anche sulle montagne veronesi, come avverte il Centro funzionale decentrato della Regione: da oggi a domenica 2 febbraio è previsto un evento nevoso che, se confermato, apporterà quantitativi eccezionali di neve fresca su tutta la montagna veneta. Complessivamente, a 2000 metri di quota, essi saranno compresi tra i 150 e i 250 centimetri. Il limite delle nevicate, inizialmente a fondovalle (300 metri circa) andrà rapidamente innalzandosi oggi fino a 600-900 metri nelle Dolomiti e a 1.000-1.300 metri nelle Prealpi per poi attestarsi nei giorni successivi intorno a 1.1001.600 metri nelle Prealpi. La fase critica dell'evento è prevista fra oggi pomeriggio e domani, quando il cumulo di neve fresca nelle 24 ore potrà raggiungere i 70-100 centimetri. Il pericolo di valanghe, attualmente marcato (grado 3) sarà in progressivo aumento e, qualora i quantitativi di neve fresca previsti siano confermati, arriverà fino a molto forte (grado 5) dalla giornata di domani, livello massimo della scala europea del pericolo di valanghe. Si potranno verificare distacchi di valanghe di grandi dimensioni specie lungo i siti abituali e, vista l'eccezionalità dell'evento, anche in siti storici. Nella fase iniziale dell'evento l'attività valanghiva spontanea interesserà principalmente le vie di comunicazione e le aree sciistiche in quota (specie sui passi dolomitici e prealpini) ma, a partire da domani, in concomitanza con la fase più intensa dell'evento, il rischio si estenderà anche alle quote basse interessando la viabilità principale e secondaria nei fondovalle dolomitici nonché singoli edifici o nuclei abitati particolarmente esposti. La criticità valanghe, ai fini di protezione civile è prevista moderata a partire da oggi pomeriggio ed elevata dalla giornata di domani. Le condizioni per escursionismo, sci alpinismo, freeride saranno critiche. Notizie più dettagliate in merito all'evento sono reperibili sul sito www.arpa.veneto.it attraverso i bollettini Dolomiti meteo, Dolomiti neve e valanghe e Dolomiti neve al suolo.L.CO. ARCOLE Alessia Rotta replica al sindaco che contesta al Pd poca serietà in materia dopo le uscite di Danilo Leva «Omicidio stradale nel codice è un nostro impegno preciso» Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it Zeno Martini Negro boccia l'ipotesi autovelox: «Siamo contrari a fare cassa con le multe, meglio i dissuasori Ma a causare l'incidente non è stata la velocità» giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 24 «Sull'omicidio stradale gli impegni sono chiari», interviene nel dibattito sul reato Alessia Rotta, deputata del Pd e membro del comitato dei nove sulla riforma del Codice della strada, dopo l'uscita infelice del collega di partito Danilo Leva (che si riferiva alla fattispecie giuridica dell'omicidio stradale dicendo di abbandonare quel percorso e non al senso della proposta ndr) sulla quale ha puntato il dito il sindaco di Arcole. «Giovanna Negro, nonostante gli anni trascorsi in Parlamento, evidentemente non conosce la differenza tra un impegno preso dal governo e l'osservazione di un deputato alla stampa. Oppure, ma spero che così non sia, usa le perplessità del deputato Pd Danilo Leva strumentalmente, solo per guadagnare visibilità in vista della campagna elettorale e dopo non essere stata confermata alle scorse politiche». «Abbiamo il parere favorevole dei ministeri di Giustizia, Interno e Infrastrutture», continua Rotta, «il mio impegno personale e una promessa autorevole, quella del sottosegretario Pd alle Infrastrutture Erasmo D'Angelis, di arrivare all'approvazione del nuovo Codice della strada entro il 10 novembre. Non c'è possibilità di interpretazione». «Riguardo al dibattito, esclusivamente giuridico sull'omicidio stradale, è un fatto noto al governo ed è sempre lo stesso D'Angelis ad averci chiarito che il nodo è stato sciolto: l'obiettivo è quello di fare in modo che gli autori di incidenti stradali mortali vadano in carcere», conclude la deputata Rotta. «Stando agli uffici tecnici della Provincia», aggiunge Lorenzo Dalai, capogruppo Pd in Consiglio provinciale, «la provinciale Padovana che conduce alla famigerata rotonda di Arcole presenta le condizioni ottimali per la sicurezza. Purtroppo però, sui rettilinei, si presentano le circostanze per cui alcuni corrono. La Provincia ha già fatto una campagna di prevenzione, ma il comune di Arcole potrebbe senza grandi costi installare nell'area autovelox per prevenire nuovi incidenti». «Come amministrazione siamo contrari a fare cassa con le multe e per questo non usiamo autovelox», risponde a Dalai il sindaco Giovanna Negro, «stiamo percorrendo altre strade come l'installazione di dissuasori della velocità, ma questo sulle strade comunali. Non posso decidere di usare dissuasori sulle provinciali, che non sono di mia competenza. D'altronde si corre anche dove ci sono le colonnine arancione degli autovelox». «Comunque ricordo al capogruppo Pd in Consiglio provinciale, che i quattro giovani non sono morti per la corsa dei veicoli, le cause sono ben altre», evidenzia Negro. «Non sono abituata a fare politica sul dolore della gente», manda a dire alla deputata Rotta il sindaco, «prova ne sia il fatto che nei giorni successivi alla disgrazia non ho fatto alcuna dichiarazione pubblica». «Ho atteso una settimana che Leva rettificasse il suo intervento o il partito prendesse le distanze prima di dire la mia, ma nessuno l'ha fatto», rincara la dose Negro, «forse un partito serio avrebbe dovuto prendere posizione e se il gruppo parlamentare non era in linea con quanto espresso da Leva, doveva dirlo subito». «Sono anni che attendiamo che questa proposta di legge passi in Parlamento», aggiunge l'ex deputata, «mancano nove mesi all'approvazione del nuovo codice e ricordo a Rotta che per approvarlo in Parlamento servono i voti: vedremo se tra nove mesi ci saranno. Secondo me, se vi fosse la volontà politica di approvare il reato di omicidio stradale a Roma, in tre mesi si dovrebbe votare. Vedremo se la riforma del codice passerà». Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it LAVAGNO Questa sera in sala civica a San Pietro «Gente e territori» lancia i suoi progetti per la cittadinanza giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 25 «Valorizzare il territorio per un futuro di crescita sostenibile». Con questo tema si presenta alla popolazione la neonata sezione di Lavagno «Gente e territori». L'incontro si tiene stasera alle 20.30 nella sala «Visco», a San Pietro. L'appuntamento sarà anche l'occasione per presentare il direttivo e i progetti che questa sede staccata intende realizzare. Interverranno il presidente di «Gente e territori» di Lavagno, Marco Natali, il vice Massimo Moro e il segretario Nico Facchinetti. E in rappresentanza dell'associazione provinciale saranno presenti il vicepresidente Lorenzo Antonini, il responsabile dei Centri studi Lorenzo Forapan e i relatori di alcune delle iniziative promosse: Sergio Barbieri, per il progetto Medici e Territori, Claudio Noya per Lavoro Target e Giulio Molon per il progetto Città cardioprotetta. «Gente e territori» è un'associazione nata nel 2012 per unire amministratori locali e cittadini con l'obiettivo di realizzare progetti utili alla popolazione. È formata da 12 centri studi (ambiente, edilizia, attività produttive, economia e lavoro, cultura, sociale e famiglia, infrastrutture, sanità, sicurezza, sport, turismo e diritto) e conta circa 1.500 iscritti nella provincia di Verona.G.C. DOLCÈ Manzelli replica a Castelletti sulla necessità di intervenire a Volargne: «Con le Ferrovie ci siamo già attivati» «Barriere antirumore? Le chiediamo da anni» Il Comune sollecita dal 2008 la modifica della scaletta degli interventi ma Venezia non risponde giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 29 Il Comune di Dolcè conosce bene il problema delle barriere antirumore lungo alcuni tratti della ferrovia del Brennero che corre nel suo territorio. E si è attivato per risolverlo, «come si può dedurre dai documenti», puntualizza il sindaco Luca Manzelli dopo l'intervento di Ivan Castelletti, assessore provinciale ai rapporti operativi con gli enti, a favore di un'istallazione delle barriere in tempi più rapidi di quanto prevede il piano antirumore redatto da Rete Ferroviaria Italiana. Manzelli appare infastidito dall'invito giunto da Castelletti al consiglio comunale, in cui è esponente di minoranza, rivolto a mettere per iscritto un sollecito a Rfi per ottenere le barriere al più presto almeno nei luoghi di maggiore disagio per i residenti, come a Volargne, dove è in corso pure una raccolta di firme. «Ancora nel 2004», precisa il sindaco di Dolcè, «la mia amministrazione aveva provveduto all'analisi del piano di contenimento e abbattimento del rumore di Rete Ferroviaria Italiana, dal quale emergeva che Volargne non era interessata da alcuna posa di barriere antirumore». Un'incongruenza che il primo cittadino aveva segnalato, a sua firma, per conto di tutta l'amministrazione. «Infatti nei primi mesi del 2005 Rfi comunicava che anche per le frazioni di Volargne e Peri erano stati individuati quattro interventi lungo la linea ferroviaria per mitigare l'inquinamento acustico, da iniziare nel 2015 a Volargne e nel 2018 a Peri». Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it Ma poiché dal 2005 al 2015 si trattava di 10 anni giusti di attesa, «nel dicembre 2008 l'amministrazione di Dolcè comunicava a RFI e alla Regione, cui spetta l'eventuale modifica dell'ordine di priorità di questa tipologia di interventi, la necessità di accelerare i tempi». «Ha risposto soltanto Rfi», sottolinea Manzelli, «ribadendo le tempistiche già stabilite e invitandoci a far riferimento alla Regione, da cui ancora attendiamo risposta. Questi sono i fatti. Ora, per quanto riguarda la richiesta di velocizzare le opere, mi sembra evidente che il Comune si è mosso con largo anticipo e ad ampio spettro, interessandosi cioè di tutto il territorio comunale, mentre è un po' in ritardo il consigliere Castelletti, che si accorge del problema solo all'inizio del 2014, quando i lavori dovrebbero iniziare nel 2015, preoccupandosi esclusivamente della frazione di Volargne». Stupito dei toni usati dal sindaco, Castelletti precisa: «Non volevo alimentare nessuna polemica con l'amministrazione comunale». E aggiunge: «Rimane comunque prioritario tornare a chiedere una modifica della tempistica stabilita per gli interventi nel comune di Dolcè che mitighino il rumore dei treni di passaggio sulla linea del Brennero. L'ordine del giorno presentato in consiglio comunale è proprio per rendere possibile una proposta concreta, che permetta di valutare l'inserimento dei tratti prioritari, come a Volargne, ma non certo gli unici. In pratica, l'idea sarebbe di rendere più forte l'amministrazione provinciale nei confronti della Regione, grazie a una posizione ufficiale del Comune». Duro Manzelli, per il quale la posizione del Comune c'è già ed è di vecchia data. «Il Veneto è governato da un'alleanza di cui Castelletti è un esponente provinciale», conclude, «il suo monito all'amministrazione comunale fa parte di quel teatro dell'assurdo a cui ci ha abituato la politica».C.M. AGRICOLTURA Cambiamenti in vista per le norme che impediscono di bruciare i residui delle potature, considerati rifiuti Scarti agricoli, vietati i roghi. «Meglio trasformarli in pellet» Piero Taddei In Parlamento si discute della possibilità di lasciare ai Comune libertà di scelta ma i sindaci non sono d'accordo e indicano una soluzione più ecologica giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 29 Residui vegetali agricoli e forestali, una questione davvero ingombrante per i lavoratori della terra. Ma andare nel solco delle vecchie pratiche agronomiche per disfarsi dei resti delle colture, ma anche dei residui provenienti da aree verdi, giardini, parchi e aree cimiteriali, oggi può causare guai. L'elenco esclude i roghi, obbligatori per legge quando si tratta di ardere le piante colpite da malattie come, ad esempio, il temibile cancro del kiwi. Ma bruciare paglia, sfalci, potature e altro è un reato: quello di illecito smaltimento di rifiuti. Il motivo? I fuochi, accesi soprattutto nel periodo invernale, producono polveri sottili, che vengono immesse nell'atmosfera proprio nel momento in cui le concentrazioni di Pm10 sono al massimo. Non solo: il decreto legge sulla «Terra dei fuochi» del dicembre scorso, con disposizioni urgenti per fronteggiare le emergenze ambientali in Campania, ha inasprito le sanzioni per chi infrange il divieto. Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it Ma a Roma qualcosa si muove per evitare guai soprattutto alle piccole attività agricole di zone svantaggiate o montane. Il deputato Diego Zardini (Pd) spiega infatti che la commissione Ambiente di cui fa parte, ha approvato una risoluzione che demanda ai Comuni la facoltà di disciplinare con ordinanza come bruciare gli scarti vegetali. Un altro passo avanti è stato fatto qualche giorno fa con il «sì» alla norma che depenna dai reati quello di incendio di residui agricoli, qualora si rispettino i regolamenti regionali e comunali. La norma, asserisce Zardini, sarà inserita in un decreto approvato da Camera e Senato. «Si vuole evitare che dando fuoco a sterpaglie e potature si subisca la stessa sorte di quanti incendiano rifiuti tossici e urbani», spiega il parlamentare. «I Comuni, buoni conoscitori del proprio territorio, potranno decidere dimensionamento delle aziende, periodi dell'anno e orari che eviteranno ai coltivatori di finire davanti al giudice, se sorpresi a incenerire resti vegetali». Quanti, ad esempio, coltivano gli ulivi sulle pendici del monte Baldo, che non possono smaltire in loco le potature, considerate rifiuto speciale, potranno avvalersi della pratica colturale un tempo piuttosto diffusa dell'incenerimento, evitando notevoli costi. Fra l'altro, il rogo produce ceneri tradizionalmente usate come fertilizzanti. «In assenza di una precisa norma che tiene conto delle direttive europee, c'era il rischio che i residui agricoli non venissero raccolti e smaltiti, né valorizzati ai fini del mantenimento della qualità dei terreni, aumentando così la possibilità di incendi di materiali essiccati e innalzamenti delle temperature», afferma Zardini. Nella zona ad alta vocazione frutticola Belfiore-Palù-Zevio non sono poche le aziende che hanno superato il problema dotandosi di trituratori, in grado di trasformare i rami potati in materiale organico. Ma i sindaci Davide Pagangriso, Francesco Farina e Diego Ruzza non condividono la prospettiva di disciplinare i roghi in campagna, pratica a loro avviso da evitare a tutela dell'ambiente. «I Comuni scontano la carenza di personale specializzato e l'impossibilità di destinare all'ambiente professionalità in esubero in determinati uffici», spiega Pangriso. «Non potendo organizzare corsi di aggiornamento, i Comuni non hanno mobilità interna. Ci servirebbe più polizia municipale per prevenire i furti e più personale per seguire i temi dell'ecologia. Ma purtroppo, ad esempio, non possiamo destinare a questi incarichi parte del personale degli uffici tecnici, oggi eccedentario causa la profonda crisi edilizia». Farina aggiunge la proposta, subito sposata da Pagangriso e Ruzza, di promuovere la produzione di pellet «a chilometro zero» incentivando i conferimenti di ramaglie in centri sovraccomunali. Un'ipotesi, a detta del sindaco, da concretizzare coinvolgendo le associazioni di categoria. Il ragionamento di Farina poggia sul presupposto che il «caro metano» ha spalancato le porte all'impiego del pellet nel riscaldamento domestico. E che la quasi totalità dei cilindretti di legno consumata in stufe e caldaie è importata dall'estero. «Destinare gli scarti di potatura, un enorme quantitativo nella nostra zona, sarebbe il modo per prendere due piccioni con una fava», conclude il sindaco. Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it VIGASIO Preoccupazioni per il traffico di camion nei paesi e per i volumi destinati all'edilizia, considerati eccessivi. District park, cantiere vicino ma a troppi sindaci non piace Fabio Tomelleri Procede l'accordo che prevede la realizzazione delle strade destinate anche al «Motorcity» e al futuro Centro agroalimentare giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 31 È in dirittura d'arrivo l'iter che consentirà l'avvio dei cantieri del District park di Vigasio, il polo della logistica avanzata che sorgerà in località Vò di Rua accanto all'Autostrada del Brennero. Di pari passo crescono i timori degli amministratori e dei residenti dei paesi limitrofi sulle ripercussioni che il nuovo centro per lo smistamento delle merci avrà sulla viabilità del territorio. Nei mesi scorsi Serenissima Sgr, la società che intende realizzare il piano di lottizzazione, ha inoltrato alla Provincia e al Comune di Vigasio la richiesta di edificare i primi 500mila metri quadrati del piano di lottizzazione, che una volta completato occuperà il doppio dello spazio, cioè un milione di metri quadrati. In cambio, i promotori dell'intervento urbanistico hanno previsto la costruzione di una bretella stradale che collegherà il polo logistico con le due provinciali Vigasio Villafranca e Vigasio - Nogarole. Tale soluzione è stata avallata nei mesi scorsi dal Consiglio provinciale, attraverso una delibera che ha sancito la realizzazione a stralci delle strade che serviranno non solo il District park, ma anche l'autodromo Motorcity e il centro agroalimentare di Trevenzuolo. Di fronte all'avanzata del progetto alcuni consigli comunali, come quello di Castel d'Azzano, hanno votato contro la realizzazione del piano di lottizzazione. Le preoccupazioni su una possibile impennata dell'inquinamento nei paesi confinanti con Vigasio sono state confermate durante il convegno sullo «Sviluppo sostenibile del territorio», organizzato dal Pd nella sala civica di Castel d'Azzano. «Ci risulta che i promotori del District», ha osservato il deputato del Pd Vincenzo D'Arienzo, «avrebbero già firmato l'atto unilaterale d'obbligo per realizzare solo un tratto della viabilità, così come accordato dalla Provincia. Ora attendono che Palazzi scaligeri si pronunci sullo screening ambientale del progetto». Secondo D'Arienzo: «Il piano di lottizzazione, senza il casello previsto sull'Autobrennero a Isolalta, non può che peggiorare il già intenso traffico del comprensorio». «Pensare che i camion», ha rimarcato Antonello Panuccio, sindaco di Castel d'Azzano, «una volta aperto il District evitino le arterie di Castel d'Azzano è utopia. Già oggi decine di tir a servizio di aziende con sede nei centri confinanti percorrono le vie del paese per risparmiare sul pedaggio autostradale e raggiungere l'autostrada Serenissima a Verona Est». «Visto il periodo di crisi», ha puntualizzato Luca Trentini, sindaco di Nogarole, «il piano urbanistico del District è fuori scala». Diego Zardini, deputato veronese Pd, ha ipotizzato il ricorso alle vie legali: «Valuteremo se costituire un gruppo per chiedere al Tar la sospensione immediata della delibera provinciale che ha concesso il nulla osta allo spacchettamento delle nuove strade». Nel frattempo, i comitati che rappresentano i residenti di Castel d'Azzano, Buttapietra, Vigasio e Verona sud hanno ricominciato a far pressing per ottenere la costruzione della Variante alla statale 12: 13 chilometri per collegare il casello sull'autostrada Serenissima ad Isola della Scala, Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it allontanando i camion dai centri storici. Il progetto preliminare del futuro tracciato è stato illustrato dall'ingegner Giuseppe Fasiol, dirigente della Regione: «Sono state da poco trasmessi gli incartamenti ad Anas, l'ente proprietario della strada, per la valutazione ambientale e le verifiche di tipo archeologico. Quindi, se ci sarà la disponibilità finanziaria, la Regione potrà procedere alla redazione del progetto definitivo. Per il reperimento di ulteriori fondi e l'avvio delle ruspe, invece, l'ultima parola spetterà ad Anas, visto che sarà a suo carico la realizzazione dell'opera dal costo di 137 milioni di euro». SALÒ Tavola rotonda Il Benaco, bacino idrico o solo area per il turismo? giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 32 «Il lago di Garda bacino idrico d'irrigazione o comprensorio turistico internazionale?»: è il titolo del convegno in programma sabato alle 9 a Salò nel palazzo comunale. Aprirà la serie degli interventi Giorgio Passionelli presidente della Comunità del Garda e sindaco di Torri parlando degli usi plurimi delle acque e nuovo modello di regolazione dei livelli del lago. Seguiranno le relazioni di Luigi Mille dell' agenzia interregionale per il fiume Po (La gestione dei livelli del lago di Garda), Franceschino Risatti del Consorzio Garda Lombardia (Il Garda: molto più di un contenitore d'acqua), Mario Bocchio e Angelo Agostini di GardaUno (Il nuovo sistema di collettamento e depurazione della sponda bresciana), Andrea Crescini del Gal GardaValsabbia (L'importanza dell'approccio partecipativo nella definizione della strategia di sviluppo del bacino benacense), Angelo Cresco di Depurazioni Bencensi (La salute e l'economia del Garda. Problema nazionale), Bernardo Berardinelli dell' Autorità di bacino Garda e Idro (Il Demanio lacuale). L.B. ACCORDO Dopo il «sì» di Regione Lombardia e Provincia di Trento La Comunità del Garda gestirà i problemi del lago È l'ente coordinatore per gestire questioni interregionali come i livelli e la tutela dell'ambiente giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 32 La Comunità del Garda è l'ente coordinatore per la gestione del Benaco. Lo ha sancito anche la giunta della Regione Lombardia, che ha approvato l'accordo interregionale sull'area gardesana, che coinvolge il Veneto (che ha già deliberato in quest'ambito) e la Provincia autonoma di Trento. La Comunità del Garda quindi è l'ente che farà da collegamento per le iniziative politico amministrative dell'area benacense. L'accordo quadro interregionale specifica che «la Comunità sarà luogo di naturale riferimento e sintesi per l'iniziativa politico-amministrativa delle regioni Veneto e Lombardia e della Provincia Autonoma di Trento, per quanto attiene alle problematiche gardesane e svolgerà la funzione di segreteria per l'attuazione dell'accordo». Soddisfatto il presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli, per la conclusione del complesso procedurale: «Dopo la deliberazione della Regione del Veneto fatta in autunno, è Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it arrivata questa ulteriore fondamentale conferma, fortemente sostenuta dal capogruppo consiliare lombardo, Mauro Parolini, a favore di una proposta unica per affrontare i problemi riguardanti il lago di Garda». I settori prioritari e strategici di intervento sono: la tutela dell'ambiente e del paesaggio, la qualità delle acque, la sicurezza idraulica e regolazione dei livelli, la mobilità, le infrastrutture di area, la navigazione pubblica e privata, la sicurezza della navigazione, la tutela e valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico, culturale dell'area gardesana e la predisposizione di un disegno coordinato sulla pianificazione territoriale dell'area del Garda. L.B. LAZISE Il primo cittadino respinge l'attacco della categoria: «Altri colleghi pronti ad alzarla» «Critiche inaccettabili sulla tassa di soggiorno» Giuditta Bolognesi Sebastiano replica al presidente di Federalberghi: «Da noi è più cara che negli altri Comuni? Differenza di 10-20 centesimi» giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 33 Non ci sta Luca Sebastiano, sindaco di Lazise, ad incassare le critiche del presidente di Federalberghi Garda Veneto Corrado Bertoncelli sul regolamento di applicazione della tassa di soggiorno e in particolare la decisione di applicare una tassa superiore a quella adottata dagli altri Comuni della Riviera degli Ulivi e con una diversità anche nelle esenzioni. «Sono rimasto molto sorpreso dalle sue dichiarazioni», esordisce il primo cittadino laziciense che sottolinea: «ho avuto il piacere di ricevere Bertoncelli circa sei mesi fa dopo di che non abbiamo più avuto rapporti nonostante dal suo intervento si possa intendere che ci siamo confrontati più volte. Faccio un po' di cronistoria: ancora in campagna elettorale io e il mio gruppo abbiamo sempre confermato l'intenzione di voler applicare la tassa di soggiorno alla quale il nostro paese è approdato per ultimo dato che il mio predecessore non aveva voluto aderirvi. Vorrei fosse però chiaro che stiamo parlando di tariffe che verranno applicate per la prima volta in questa stagione 2014 per cui parlare già ora di disparità mi pare quanto meno inopportuno». Sebastiano parla di una differenza reale che oscilla tra i 10 e i 20 centesimi per persona «e per strutture che non sono considerate di lusso. Dunque a noi sembra, semmai, di essere in linea con quanto fatto negli altri Comuni. Ma dirò di più: a me risulta che anche altri sindaci siano intenzionati a ritoccare questa tassa solo che bisognerà vedere se decideranno di farlo già da quest'anno visto e considerato che in primavera ci saranno le elezioni amministrative. Quindi quello che sappiamo noi è che sarà il nostro provvedimento ad essere seguito da altri». Il sindaco respinge con forza il timore espresso da Bertoncelli che spendere di più per la tassa di soggiorno potrebbe indurre i turisti a risparmiare su altre consumazioni con un possibile danno per le altre categorie commerciali. «Se devo pensare che dieci centesimi in più di tassa vogliono dire rinunciare ad un caffè in un bar allora devo anche ritenere che dovremmo far chiudere tutte le discoteche perché un cliente che sceglie di entrare lì non consumerà niente negli altri locali. Ma questa non può essere una logica Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it accettabile. Anche perché», insiste il sindaco, «ovunque nel mondo si paga la tassa di soggiorno e dunque non possiamo fare i paladini di ciò che non esiste più da nessuna parte. Anzi: se questa è la collaborazione di Federalberghi auguro all'associazione un buon lavoro ma possibilmente nei paesi confinanti il nostro». © RIPRODUZIONE RISERVATA EMERGENZA IDRICA Gli amministratori dei centri serviti dalla centrale di Almisano discuteranno del problema a Porto Acqua inquinata dai «Pfas» Nasce il fronte dei 13 sindaci Luca Fiorin L'incontro è mirato a definire strategie d'intervento comuni L'assessore Coletto ha interpellato l'Istituto superiore di sanità giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 34 Acqua potabile inquinata dai «Pfas»: ora nasce il fronte dei sindaci. I quali, dopo che per mesi non avevano preso posizione in merito alla presenza nell'acqua erogata dalla rete acquedottistica gestita da Acque Veronesi di sostanze perfluoroalchiliche (i cosiddetti Pfas, composti che vengono utilizzati per rendere resistenti ai grassi ed all'acqua tessuti, carta e contenitori per alimenti), oggi si incontreranno a Porto, nell'ex sede Cisiag, per assumere una strategia di intervento comune. Ad indire la riunione è stato Antonio Pastorello, presidente del Consiglio provinciale che rappresenta i Comuni della Bassa in Acque Veronesi in veste di presidente del Cisiag: il consorzio che sino a qualche anno fa gestiva il servizio di acquedotto in sinistra Adige e che ancora esiste, anche se solo come socio di Acque Veronesi. Così questo pomeriggio i primi cittadini di Arcole, Veronella, Zimella, Albaredo, Cologna, Bonavigo, Minerbe, Pressana, Roveredo, Legnago, Boschi Sant'Anna, Bevilacqua e Terrazzo dovranno decidere se e come intervenire sul caso Pfas. «È evidente», anticipa Pastorello, «che non possiamo andare avanti ancora senza poter dare assicurazioni ai cittadini che tutto è a posto. Le risposte che finora sono arrivate da Acque Veronesi non bastano. Per questo venerdì, dopo la riunione di Porto, andrò al Comitato territoriale della società che gestisce il servizio idrico per chiedere che diano finalmente quelle informazioni che la gente aspetta». Se i sindaci si rivolgono ad Acque Veronesi, il deputato del Pd Vincenzo d'Arienzo, che su questi temi aveva presentato un'interogazione al ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, proprio ai sindaci, oltre che alle varie istituzioni coinvolte, ha inviato una lettera in cui li invita ad attuare campagne di comunicazione su questo argomento, rimarcando che nella Bassa ci sono timori sulla salubrità dell'acqua. Timori conseguenti al fatto che, mancando limiti stabiliti dalla legge sui Pfas nelle acque potabili, ci si trova in una situazione di contaminazione senza regole. Tanto che anche l'Ulss 20 si limita a spiegare che ha chiesto l'intervento in merito della Regione. «Purtroppo ci troviamo ad agire in una situazione di evidente carenza normativa», specifica Luca Coletto, assessore regionale alla Sanità, «ma è chiaro che non posso accettare che si continui così. Per questo, in attesa che venga emanata una norma di legge, ho chiesto all'Istituto superiore di Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it Sanità di comunicarmi dei parametri di riferimento che abbiano valore tecnico-scientifico. Finora si è cercato di arginare la situazione mettendo filtri e riferendoci a quanto stabiliscono le regole tedesche ma si tratta di soluzioni temporanee. Per questo sto continuando a sollecitare le istituzioni romane perché si esprimano». D'altronde Coletto intende andare a fondo anche sulle rersponsabilità dell'inquinamento, che sinora sono state addossate ad un'industria chimica di Trissino, nel Vicentino. «Ho chiesto all'assessorato all'Ambiente e all'Arpav di attuare un monitoraggio approfondito perché ritengo sia necessario essere sicuri al cento per cento di quale sia la fonte. Certo, dopo che da assessore provinciale avevo chiuso il tubo che portava nella Bassa le acque inquinate della valle del Chiampo, non vorrei che ora si stia tornando al punto di partenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA In arrivo due distributori di «minerale comunale» giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 34 Acqua pubblica alla spina per i bovolonesi, fresca e gasata, ad un prezzo molto competitivo rispetto a quella venduta in bottiglia nei supermercati. Per fare la scorta occorrerà portarsi i contenitori da casa, ma non ci saranno problemi di parcheggio per riempire il baule. Le due nuove «Case dell'acqua» saranno installate in prossimità di piazzale Aldo Moro e piazza Scipioni, entrambi raggiungibili in auto. La decisione è stata presa dalla Giunta del sindaco Emilietto Mirandola nel corso del 2013, anno internazionale della cooperazione nel risparmio idrico, e messa in pratica nei primi giorni del 2014. Tuttavia, ci vorrà ancora un po' di tempo prima di vedere i distributori posti in opera. La Giunta ha dato incarico all'ufficio tecnico di procedere seguendo precise direttive. Va ricordato che in Comune era stata protocollata una richiesta in tal senso nel 2011, accompagnata dalle firme di 112 cittadini. Inoltre, nel 2010, il consiglio comunale aveva aderito all'iniziativa europea «Patto dei Sindaci» e approvato nel 2012 il Piano d'azione per l'energia sostenibile (Paes). Un altro passo verso abitudini di consumo rispettose per l'ambiente è stato fatto: grazie alle due «Case dell'acqua» l'amministrazione vuole favorire la diffusione di comportamenti ecosostenibili tra i cittadini. L'obiettivo generale è quello di promuovere la cultura del rispetto verso un bene primario, con lo scopo di incentivare il consumo di «acqua comunale» buona e pura come quella imbottigliata. I vantaggi sono in primis il risparmio per i cittadini e la minore produzione di rifiuti e di anidride carbonica. Sarà l'ufficio tecnico ad occuparsi dell'installazione seguendo le indicazioni della Giunta orientata a una gestione pubblica, con la possibilità di avere fin da subito la proprietà comunale degli erogatori in questione, mentre la manutenzione ordinaria e quella straordinaria saranno a carico di una ditta specializzata che verrà individuata con un bando. La spesa a carico del Comune è stata stimata in 20.500 euro per allacciamenti, opere edili e consumo annuo di acqua ed energia elettrica. RO.MA. LEGNAGO Abbandonate sedici lastre di eternit in via Bruno giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 34 Eternit abbandonato accanto al vecchio casello ferroviario. I vigili del distretto di polizia locale «Basso Adige» hanno rinvenuto oltre un quintale di lastre in fibra di amianto vicino alla vecchia casa cantoniera di via Giordano Bruno, a Porto, lungo la ferrovia Legnago-Monselice. La discarica abusiva è stata segnalata da alcuni cittadini al comando di via Matteotti. Gli agenti hanno quindi effettuato un sopralluogo rilevando, a ridosso dell'edificio di proprietà delle Ferrovie dello Stato, 13 Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it pannelli contenenti materiale cancerogeno, lunghi 2,45 metri e larghi poco più di un metro, ed altri tre delle dimensioni di 2,45 metri per 60 centimetri. Il materiale, con ogni probabilità, proveniva da qualche cantiere edile della zona. Reti ferroviarie italiane, società proprietaria del casello oggi in disuso, ha incaricato una ditta specializzata che, a sua volta, ha rimosso i frammenti abbandonati, avviandoli allo smaltimento in un centro specializzato. Gli agenti del «Basso Adige» hanno quindi presentato una denuncia contro ignoti, contestando la violazione delle norme in materia ambientale. In particolare, il comando ha contestato il trasporto e lo smaltimento di rifiuti senza le necessarie autorizzazioni da parte degli enti preposti. F.T. ROVERCHIARA Blitz del «C9D» Solidarietà di Agrinsieme a Valente giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 35 Dopo il blitz sotto casa da parte del «Comitato 9 dicembre» (C9D), il presidente provinciale di Coldiretti Verona Claudio Valente riceve la solidarietà di «Agrinsieme», il coordinamento di cui fanno parte Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Confcooperative e Lega delle coooperative. Valente ha ricevuto la «visita» di una cinquantina di esponenti del C9D, che lo accusano di avere troppi incarichi e fare poco per l'agricoltura. L'interessato non era in casa, ma con i manifestanti hanno parlato prima il figlio Alessandro e poi la moglie Loreta Isolani, sindaco del paese. «Esprimiamo piena e convinta solidarietà a Claudio Valente e alla sua famiglia per l'inopportuna iniziativa svoltasi davanti alla sua abitazione di Roverchiara da parte di un gruppo di persone», dichiarano i soci di Agrinsieme. «Al fine di preservare la convivenza civile e democratica», proseguono, «vi sono modalità e spazi nei quali è legittimo esprimere il proprio dissenso, tuttavia il ruolo pubblico esercitato da una persona non può mai essere confuso con lo spazio che appartiene alla sua vita privata e a quello della sua famiglia». «La manifestazione», concludono, «è da condannare senza riserva: non è così che si difendono gli interessi degli agricoltori». F.S. CRISI Proposta della Commissione esaminata dopo le elezioni e forse sarà in vigore nel 2017 Banche, norme della Ue contro la speculazione No all'obbligo di attività separate ma stop al trading in proprio Il governatore della banca di Francia contesta Barnier giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 36 ROMA Mai più banche troppo grandi per fallire, troppo costose da salvare, o troppo complesse da risolvere: la Commissione Ue mette a punto l'ultima arma contro la finanza speculativa per frenare le attività di rischio dei grandi istituti che non saranno più liberi di fare profitti solo per il proprio tornaconto e con i soldi dei risparmiatori. Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it «Agiremo sulla struttura produttiva di queste grandi banche, per riportarle a delle dimensioni che non mettano in pericolo il sistema finanziario», ha dichiarato Michel Barnier commissario ai servizi finanziari lanciando l'ultima proposta per proteggere i risparmiatori. Un'arma spuntata per alcuni, visto che su pressione di Germania e Francia, Barnier ha dovuto rinunciare all'obbligo per le banche di separare le attività. «Non è normale che alcune banche, mentre beneficiano di garanzie pubbliche, continuino a esercitare attività a rischio sui mercati molto proficue ma che non producono vantaggi per clienti», ha affermato Barnier, paladino della lotta alla finanza ad alto rischio ma con l'ambizione di diventare il prossimo presidente della Commissione, che gli impedisce di mettersi contro Parigi e Berlino. La proposta è piena di eccezioni, per accontentare tutti. Ma nonostante questo, oltre alla federazione bancaria europea anche Christian Nover governatore della Banca di Francia ha attaccato in maniera inusuale e frontale Barnier. Dopo averlo definito il progetto «delle idee», le ha bollate come «idee da irresponsabili», contrarie «gli interessi dell'economia europea» e che non tengono conto delle misure varate dagli stati nazionali, Francia in primis. Il progetto di Barnier per rpima cosa vieta il trading in proprio, cioè quello fatto da desk e personale dedicati con capitali della banca o prestati, in strumenti finanziari o investimenti in hedge fund. Tali attività, scrive la Commissione «hanno molti rischi e nessun beneficio tangibile per i clienti e per l'economia reale», E Barnier ammette che il trading proprietario è un'attività oggi «molto ridotta». Secondo aspetto, dà ai supervisori il potere, e in alcuni casi l'obbligo, di chiedere il trasferimento delle attività ad alto rischio (market making, derivati complessi) in entità separate dal normale business della banca. La separazione sarà proposta a quelle banche la cui attività sui mercati (a eccezione di quella che coinvolge debito sovrano) supera 70 miliardi di euro, scelta come soglia oltre la quale la banca diventa rischiosa. Sono 30 le banche europee che ricadranno nelle norme. La proposta ora è al vaglio di Consiglio e Parlamento, ma la discussione avverrà solo dopo l'estate quando sarà operativo il nuovo Parlamento. La legislazione potrebbe entrare in vigore al più presto nel 2017. VINO Dal primo febbraio prossimo diventa obbligatorio l'uso della fascetta su ogni tipologia della denominazione Contrassegni di Stato su tutto il Soave Nuovi impegni per le imprese e il Consorzio per dare certezze sui volumi immessi sul mercato giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 37 Tutto il vino Soave imbottigliato a partire dal prossimo primo febbraio dovrà fregiarsi del contrassegno di Stato, indipendentemente dall'annata del vino. Diventa così effettivo quanto deliberato nel consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela del Soave a fine 2012, dopo un iter procedurale che ha coinvolto Regione del Veneto, ministero delle Politiche agricole, Istituto Poligrafico dello Stato, Ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione delle frodi, Siquria quale organismo terzo di controllo. MODIFICA DEI CONTROLLI. Ne dà notizia l'organismo consortile presieduto da Arturo Stocchetti specificando che accanto all'obbligo dell'utilizzo della fascetta il Consorzio ha richiesto anche una modifica sul piano dei controlli: dal primo febbraio non saranno più eseguiti sul numero di lotto ma sul numero che ogni bottiglia porterà sul contrassegno di Stato. Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it Con questo duplice cambiamento, oltre ad avere la certezza dei flussi commerciali, si completa di fatto la fase di certificazione. Il Soave, ricorda ancora il Consorzio, conta oggi circa 55milioni di bottiglie suddivise nelle tipologie Soave classico, Soave Colli Scaligeri e Soave doc. RESTA LA DOCG. Recioto di Soave e Soave Superiore continueranno ad essere confezionate con le tradizionali fascette della docg . La fase di imbottigliamento interessa quasi 200 aziende di cui circa 90 operative nei comuni della doc, 50 in provincia di Verona ed il resto in Italia e all'estero. Il 75% delle bottiglie viene confezionato nei comuni veronesi con una tendenza alla crescita mentre il 25% viene imbottigliato fuori dalla provincia di Verona. CERTEZZA SUI VOLUMI. All'origine delle importanti modifiche volute dal Consorzio del Soave vi è la necessità di dare certezza sui volumi confezionati, alla luce delle positive esperienze dell'Amarone e delle altre denominazioni veronesi. «Sappiamo bene che l'avvio di questo nuovo percorso per il Soave è molto delicato», dice nella nota il presidente del Consorzio Stocchetti. «In effetti si tratta di caricare le imprese di ulteriori costi e di nuovo lavoro. Ma siamo convinti che oggi il Soave sia maturo per fare un nuovo passo completando con il contrassegno di Stato un processo di trasparenza che va dalla vigna alla bottiglia. Si tratta», conclude Stocchetti, «di una scelta che impegna non solo dal punto di vista tecnologico e logistico ma anche economico. I risultati però renderanno finalmente più espliciti i flussi produttivi e commerciali e ci consentiranno una gestione della denominazione più efficiente». AGRICOLTURA Progetto per realizzare un'app Patto Avepa-Google per digitalizzare controlli e verifiche Sburocratizzare e semplificare attraverso la geolocalizzazione giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 37 Smantellamento della burocrazia, dematerializzazione e innovazione. Con questi obiettivi, l'Avepa, Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, ha avviato una collaborazione con Google per fruire delle soluzioni geo della divisione Enterprise finalizzate alla digitalizzazione dei processi e delle verifiche ispettive. Attraverso tali servizi, i funzionari di Avepa potranno svolgere varie attività di controllo, semplificare la gestione dell'agenda e accedere alle informazioni utili al controllo da smartphone o tablet. Il progetto, che si concluderà entro fine luglio, contempla la realizzazione di una app, co-finanziata da Avepa e Google, per visualizzare, condividere e sottoscrivere in mobilità, le informazioni attinenti alla verifica, dalla registrazione alla comunicazione degli esiti direttamente negli archivi informatici dell'Agenzia. In tal modo, da un lato diventa più efficiente l'attività del personale, che dal 2002 svolge funzioni di organismo pagatore per la Regione di aiuti, contributi e premi comunitari previsti dalla normativa dell'Ue e finanziati, in tutto o in parte da fondi comunitari, Stato e Regione. Dall'altro, si riduce il tempo sottratto all'imprenditore agricolo per eseguire i controlli. «A fine progetto», dichiara Andrea Aymerich, Head of Geo di Google Enterprise in Italia, i funzionari Avepa potranno condividere in maniera semplice dati e informazioni georeferenziate anche sul campo, incrementando l'efficienza e la produttività e riducendo gli sprechi. Le implementazioni delle tecnologie saranno affidate al partner di Google Overit, società del Gruppo Engineering, leader nazionale di software e servizi IT». «Sburocratizzare e semplificazione sono concetti che da anni leggiamo nei documenti di Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it programmazione di molti enti ma che, nella maggior parte dei casi, non hanno trovato attuazione nella pratica», sottolinea Fabrizio Stella, direttore dell'Avepa, «Google ha creduto da subito nella vision contenuta nel piano strategico IT dell'Agenzia riconoscendone l'esclusività e l'innovazione dell'idea e della app al punto di co-finanziarla».F.S. Brevi giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 37 REGIONE VIA LIBERA IN CONSIGLIO AL PDL PER LE IMPRESE AGROMECCANICHE Il Consiglio regionale ha approvato il progetto di legge, presentato da Davide Bendinelli (Fi), che disciplina l'attività delle imprese agromeccaniche che In Veneto sono 1.750 (10mila in Italia), cui è affidato il 65% delle lavorazioni con punte dell'85% nella raccolta di cereali e barbabietola. VERONAFIERE Presentata a Roma con il sottosegretario Castiglione la rassegna che si terrà dal 6 al 9 febbraio Fieragricola pronta al via. Prima tappa verso Expo 2015 Mantovani: «L'andamento del settore primario è fondamentale per il Pianeta». Giorgetti: «Legame forte tra Verona e l'evento mondiale di Milano» giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 39 Claudio Maddaloni ROMA Il primo vero trampolino di lancio verso Expo 2015: questo, tra le altre cose, rappresenta l'edizione 2014 di Fieragricola, la manifestazione di Veronafiere, in calendario dal 6 al 9 febbraio, dedicata al mondo dell'agricoltura giunta quest'anno alla 111esima edizione e a ben 115 anni di vita. Un «legame forte», quello tra la kermesse veronese e l'evento mondiale del prossimo anno centrato a Milano, che ha sottolineato il sottosegretario all'economia, Alberto Giorgetti, ieri durante il suo intervento alla presentazione, a Roma, di Fieragricola, promettendo l'attenzione del governo sugli aspetti fiscali per un settore «che rappresenta un'eccellenza per il Paese». «Si cominciano ad affrontare in questa manifestazione», è stato il ragionamento di Giorgetti, «i temi che saranno al centro di Expo 2015». Anche perché quest'ultima sarà dedicata al tema «nutrire il pianeta», ha fatto notare il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, sottolineando come in un pianeta la cui crescita demografica è in continua accelerazione sia fondamentale proprio il settore primario, per il sostentamento della popolazione. «La domanda globale cresce», ha esordito Mantovani, spiegando come questa sia un'opportunità importante per le imprese agricole centrando in particolare l'attenzione su quelle italiane: «Nel nostro Paese a fine 2013 ci sono quasi 800mila aziende, con un calo su base annua del 4%. Ma il dato significativo è che le nuove imprese avviate da giovani sono cresciute del 17%». Questo «ritorno alla terra» è un fenomeno in forte crescita nel nostro Paese, e proprio su questo Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it punta la Pac (Politica agricola comunitaria), con la Ue che ha messo a disposizione ben 52 miliardi per le aziende agricole italiane per il periodo 2015-2020. E proprio la Pac sarà al centro del convegno inaugurale di questa edizione di Fieragricola, a sottolineare, ha spiegato il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione, «l'importanza delle scelte fatte in sede europea. In un momento in cui tutti i settori a Bruxelles chiedono risorse», ha aggiunto, «l'agricoltura, grazie in particolare alle pressioni italiane, è riuscita a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Il pianeta cresce, e bisogna nutrirlo». Ecco che dunque Fieragricola 2014 assume un'importanza fondamentale per dare una spinta alla ripresa che sta appena cominciando. Attraverso due parole chiave, che sono state illustrate dal vice presidente vicario di Veronafiere, Damiano Berzacola: trasversalità e internazionalizzazione. Con oltre 1.100 espositori da moltissimi Paesi, la fiera si estenderà su nove padiglioni dove saranno esposti anche oltre 600 animali. «La trasversalità», ha detto Berzacola, «riguarda sia gli espositori che i visitatori», che arriveranno a Verona per gli animali, ma anche per i macchinari e per i tanti convegni che animeranno la kermesse. Il vicepresidente di veronafiere ha fatto notare che il reddito agrario nel nostro Paese è cresciuto in un anno del 8,9%, a fronte di una media europea del meno 1,3%: un dato positivo che Fieragricola punta a cogliere al volo per dare nuovo impulso alla crescita del comparto.