L`ARENA DEL 30 GENNAIO 2014 WWW.LARENA.IT. Videorubrica

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L`ARENA DEL 30 GENNAIO 2014 WWW.LARENA.IT. Videorubrica
Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it
L’ARENA DEL 30 GENNAIO 2014
WWW.LARENA.IT.
Videorubrica sul nostro sito
L'assessore Corsi «Sotto Torchio»
su traforo e filobus
Le domande sul web anche su piste ciclabili e inquinamento
giovedì 30 gennaio 2014 CRONACA, pagina 8
Enrico Corsi, assessore comunale alla Viabilità, Turismo e attività commerciali, è stato ieri ospite
della videorubrica «Sotto Torchio» sul sito www.larena.it. Per dieci minuti gli abbiamo girato le
domande inviate dai lettori al nostro sito.
Molti chiedono al Comune di fare di più per contrastare l'inquinamento. «Abbiamo installato il bike
sharing e 117mila utilizzi sono un buon risultato, e un milione 200mila chilometri sui mezzi Atv
sono una risposta per l'uso del mezzo pubblico al posto dell'auto», ha detto Corsi. E rispondendo a
una lettrice che chiedeva perché si è pensato a un filobus che va a gasolio in centro, ha detto: «Non
abbiamo voluto mettere i fili a ridosso dei palazzi storici e piazze, ma la predisposizione elettrica è
già prevista, perciò un domani si potrà estendere la rete su tutta la città». E quanto alla scarsità di
piste ciclabili: «Ne abbiamo fatte parecchie, ma Verona non è Amsterdam, le vie sono strette e non
possiamo fare percorsi ovunque».
Si è poi parlato di traforo delle Torricelle. I lettori chiedevano delucidazioni sugli studi dei flussi di
traffico a sostegno del progetto. Corsi ha risposto: «I dati iniziali sono stati ritenuti congrui, ma se ci
fossero mutazioni in calo, non saranno oggetto di revisione del piano economico». Traforo
dimezzato quindi? «No, il promotore ha solo chiesto una dilazione nei tempi eseguendo l'opera in
due fasi. Il progetto resta integro».G.COZ.
L'EREDITÀ DELLA PROVINCIA
Il bilancio di Ivan Castelletti, assessore agli enti partecipati.
Con tante questioni aperte
«Quota in A4 in vendita a 26 milioni»
Roberto Ceruti
«Se si trova un acquirente, potremo portare a termine le opere
programmate per il 2014»
giovedì 30 gennaio 2014 CRONACA, pagina 8
Ivan Castelletti, assessore provinciale alle Aziende partecipate e ai rapporti con gli enti, analizza la
situazione delle sue competenze in vista della trasformazione che attende le Province. «Tante
questioni sono aperte», spiega. «Il lavoro sarà costante per trovare soluzioni adeguate per impianti
di risalita, funivie, autostrade, aziende di trasporto pubblico, aeroporto Catullo, ente autonomo
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Magazzini generali. Le aziende partecipate della Provincia sono 17 e spiccano Autostrade A4
Serenissima e A22 Brennero, Aeroporto Catullo, aziende di trasporto pubblico, Veronafiere,
Consorzio Quadrante Europa ma anche altre realtà rilevanti per il territorio e per l'occupazione
locale, come la Funivia di Malcesine e gli impianti di San Giorgio. Le aziende partecipate sono un
patrimonio della Provincia e nei prossimi mesi dobbiamo prendere decisioni rilevanti, frutto di una
sinergia con il territorio, in vista del riordino delle Province. Per questo, bisogna affrontare in fretta
una serie di questioni». E l'assessore provinciale si addentra nei temi più sensibili.
QUOTE DI A4 HOLDING. «Per il 2014 è confermata la vendita delle azioni di A4 Holding. I
vincoli del patto di stabilità e la spending review hanno di fatto obbligato gli enti pubblici a mettere
in vendita parte del proprio patrimonio pubblico. Le quote poste in vendita sono 68.478, mentre
10.000 rimangono alla Provincia. Questo comporta che, qualora trovassimo un acquirente, la
Provincia andrebbe a incassare circa 26 milioni, che potranno garantire di mantenere gli equilibri di
bilancio e portare a termine le opere programmate per il 2014».
QUOTE DI A22. «La Provincia detiene una partecipazione in A22 del 5,51%. Non è prevista la
vendita delle quote. La A22 è una partecipazione importante, sia per i dividendi che ogni anno
vengono incassati dalla Provincia, sia per le rilevanti opere che sono state programmate con
l'Autostrada per i prossimi anni. Da parecchio tempo la società eroga dividendi ai soci, 19 euro per
azione nel 2013, che consentono alla Provincia di acquisire una entrata variabile tra 1,1 e 1,6
milioni annui».
AEROPORTO. «La Provincia detiene il 14,7% del Catullo. Da mesi è in discussione l'ipotesi di
alleanza con Save. C'è piena fiducia nel presidente Paolo Arena e nel cda affinché venga trovato un
accordo strategico. Se c'è da riconfermarlo, non ci sono ostacoli. Il nuovo piano industriale ha
delineato una prospettiva concreta e positiva per il futuro dell'aeroporto e ha trovato
l'apprezzamento da parte di tutti i soci. Vendere le quote? Non ci sono i tempi tecnici».
ATV e APTV. «Nel 2014 si dovrà programmare il futuro del trasporto pubblico a Verona dal punto
di vista della gestione strategica del sistema urbano-extraurbano, in vista della realizzazione del
nuovo deposito autobus, al momento ipotizzato in zona Verona Sud».
MAGAZZINI GENERALI. «L'ente autonomo partecipato al 33,333% è in liquidazione. Controlla
al 100% l'Immobiliare Magazzini srl che ha come attività principale la locazione degli immobili e
terreni di proprietà sociale siti nel Quadrante Europa. L'attività della liquidazione nel 2014 si
incentrerà sul perfezionamento della dismissione della partecipata Immobiliare Magazzini Srl, in
attuazione della decisione del Consiglio provinciale, mediante la vendita sul mercato».
EXPO MILANO 2015. «In vista dell'Expo la Provincia lavora a proposte concrete da portare avanti
con istituzioni ed enti veronesi. Coinvolgeremo anche alcune nostre partecipate, perché riteniamo
che questo appuntamento sia fondamentale per Verona».
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DEGRADO
In stato di abbandono l'area inaugurata un anno e mezzo fa
Castel San Pietro Erbacce e incuria ingoiano il parco
Ilaria Noro
La vegetazione allargatasi su sentieri e scalinate rende
impraticabile gran parte della zona verde Sporcizia anche
lungo l'Adige a ponte Catena
giovedì 30 gennaio 2014 CRONACA, pagina 9
La stagione invernale e le piogge frequenti delle ultime settimane certo non aiutano. Ma non
bastano a giustificare un'incuria che dura probabilmente da parecchi mesi. Il parco di Castel San
Pietro, l'area verde comunale di circa 16mila metri quadri a picco sulla città e da cui si accede dalla
scalinata che collega Ponte Pietra al castello, è preda delle erbacce. La vegetazione semiboschiva
cresce indisturbata, inghiottendo i sentieri e le scalinate con i rialzi in legno, costruiti e sistemati
neanche due anni fa, rendendo di fatto non fruibile gran parte del parco. L'incuria e il degrado, non
la sporcizia a eccezione delle deiezioni dei cani, sono un po' ovunque.
A ridosso del cancelletto d'entrata, il muschio ricopre le grosse pietre che fanno da panchine
panoramiche rendendo piuttosto insidiosa la seduta. Ma è inoltrandosi nel parco che la situazione
peggiora. Dopo il volto che passa sotto il percorso della funicolare, a sinistra, c'è un angolo di verde
spesso utilizzato come bagno a cielo aperto e ricoperto da fazzoletti. E avanti ancora, nel percorso
in salita e discesa dentro il parco e sotto gli alberi, l'erba lascia spazio a ciuffi di vegetazione e
sterpaglie. Inoltre, a veri e propri buchi nel terreno. Delle due fontanelle del parco ne funziona solo
una, quella più vicina all'ingresso. Alcuni rami secchi, anche molto grandi, sono caduti a terra. Le
tubature per l'impianto di irrigazione a terra sono scoperte e sollevate in più punti. L'intervento di
sistemazione era costato 862mila euro. Dopo una prima fase di lavori, conclusa nel marzo 2011,
l'opera di recupero è stata completata con un secondo intervento, concluso a giugno del 2012. Circa
un anno e mezzo fa, dunque, l'inaugurazione. Il parco era stato tenuto a battesimo dal sindaco Tosi,
dall'allora vicesindaco Giacino e dall'assessore Pisa. Ora, a riflettori spenti, la crescita incontrollata
della vegetazione e le sterpaglie si sono riappropriate dell'area, anche delle aiuole a ridosso dei
muretti e delle panchine. La vicina scalinata, battuta da migliaia di turisti ogni anno che si
arrampicano da Ponte Pietra fino alla terrazza di Castel San Pietro per ammirare la città dall'alto,
avrebbe invece bisogno di una ripulita da rifiuti e sporcizia.
PONTE CATENA. L'incuria e l'abbandono, e in questo caso anche la sporcizia, hanno colonizzato
un altro angolo di città storica, quello che corre in riva all'Adige tra ponte Catena e ponte
Risorgimento, lato quartiere Catena. Qui, il camminamento lungo il fiume è disseminato di rifiuti e
indumenti abbandonati. E anche nel parco, rifiuti e sporcizia si trovano frequenti lungo la
passeggiata. Ma è la costruzione di mura dietro all'ex caserma Riva di Villasanta che nasconde il
peggio. La torretta - proprio di fronte all'antica Dogana in mezzo all'Adige - è ricoperta da scritte e
murales e negli angoli più nascosti, escrementi umani, confezioni di siringhe, ancora rifiuti. Sotto, a
terra o sospesi tra gli arbusti, indumenti abbandonati, coperte, bottiglie.
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GATTO CON GLI STIVALI
Falsi prodotti bio
Ai domiciliari l'imprenditore Franco Bozzola
Gli erano già stati sequestrati beni per dieci milioni di euro
giovedì 30 gennaio 2014 CRONACA, pagina 12
L'inchiesta madre era stata chiamata Gatto con gli stivali e l'aveva messa a segno la guardia di
Finanza veronese un paio di anni fa. Riguardava finti prodotti biologici. Quella chiusa
dall'Ispettorato repressione frodi (Icqrf) e la Guardia di Finanza di Pesaro, con la collaborazione del
corpo Forestale dello Stato, ieri ha toccato ancora una volta Verona. Arrestato, ma posto ai
domiciliari, Franco Bozzola, della società omonima, di Casaleone.
Ordinanza di custodia cautelare anche per un altro veronese, un autotrasportatore, che però è
all'estero e quindi il provvedimento non gli è stato notificato. La Bozzola era già stata controllata
dalla Finanza veronese quest'estate. Erano stati sequestrati beni per equivalente per dieci milioni di
euro. Con quest'ultima tyranche dell'inchiesta partita da Verona è stata disarticolata un'associazione
per delinquere di carattere internazionale composta da diversi soggetti tra cui operatori inseriti nel
settore dei prodotti da agricoltura biologica i quali, avvalendosi di un sistema collaudato di frode,
importavano da Paesi terzi (Moldavia, Ucraina, India) granaglie destinate al comparto zootecnico e,
in taluni casi, all'alimentazione umana (in particolare, soia, mais, grano tenero e lino), falsamente
certificate come «bio», per poi rivenderle nell'ambito della Comunità europea a ignare aziende.
L'attività si colloca nel quadro delle azioni di controllo promosse a tutela del made in Italy e della
leale concorrenza, attuate per assicurare un adeguato livello qualitativo e di sicurezza delle derrate
alimentari, garantendo i consumatori e gli operatori onesti. Nel corso delle indagini durate circa due
anni sono stati utilizzati complessi metodi di investigazione tra cui intercettazioni telefoniche e
analisi chimico-fisiche dei prodotti nonchè ricostruzioni documentali.
Tali strumenti hanno consentito di accertare che i responsabili di tale frode, capeggiati da un
ultrasettantenne emiliano, chiamato dagli affiliati con il nome in codice di «maestro Joda», hanno
commercializzato prodotti dichiarati come biologici, mentre in realtà in alcuni casi erano stati
ottenuti con il contributo di organismi geneticamente modificati (Ogm) ovvero contaminati con
principi attivi chimici vietati in agricoltura biologica (tra cui un diserbante come il glyphosate e
brachizzanti come il clormequat). A.V.
LUTTO
A San Pio X i funerali della Pozzerle
Addio Silvana, volontaria paladina dei detenuti
Era della Fraternità di Fra Beppe «Ci ha dato una grande
lezione»
giovedì 30 gennaio 2014 NECROLOGI, pagina 19
«Una donna determinata e ispirata. Una laica che con la sua dedizione nel mettere in comunicazione
diverse culture e religioni, ha saputo dare una grande lezione alla chiesa veronese». È così che Fra
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Beppe, fondatore della Fraternità, ricorda Silvana Pozzerle, la storica volontaria dell'associazione
impegnata nei temi della giustizia e del carcere.
Silvana si è spenta in questi giorni, vittima di una malattia che, benché l'abbia logorata, non è stata
in grado di toglierle quella serenità e compostezza che l'hanno contraddistinta in ogni situazione,
anche la più difficile.Dopo una vita trascorsa a insegnare tra i banchi di scuola delle elementari, la
veronese che viveva a Borgo Venezia, non appena entrata in pensione aveva infatti deciso di
dedicarsi ai detenuti.
«Il suo curriculum vantava anche la formazione come assistente sociale», dice don Paolo Dal Fior,
parroco di Santa Maria in Stelle ma per anni cappellano al Campone. «Silvana è stata tra i primi
volontari ad avere contatti diretti con i detenuti. Faceva colloqui con i reclusi e li metteva in
comunicazione con la realtà esterna, sapendo cogliere le sofferenze di ciascuno e lavorando con
competenza e sensibilità».
Il legame tra il dentro e il fuori è stato sempre al centro dell'operato della volontaria che, per prima,
ha avviato l'ormai consolidata prassi di fare partecipare i detenuti all'annuale Festa dei popoli. Ma
chi ha lavorato al suo fianco la ricorda soprattutto per l'impegno in nome del dialogo tra persone di
ogni parte del mondo. «Dalla fine degli anni '90 Silvana si è dedicata a inserire la dimensione
interculturale in carcere, quando questa parola era ancora nuova e suscitava preoccupazioni», dice
un'altra volontaria della Fraternità, Emanuela Lugli, che fino a due anni fa ha affiancato Silvana nei
gruppi di intercultura interni al carcere, da lei stessa ideati e promossi. «Prima si è battuta perché i
detenuti musulmani ricevessero cibo adeguato e potessero seguire il ramadan, poi ha favorito
momenti di dialogo ecumenico. In lei non ho mai percepito il minimo sentore di rassegnazione
davanti agli ostacoli».
Il funerale si tiene oggi, alle 10.30, nella chiesa di San Pio X in via Cipolla.C.BAZZ.
CANTIERI
Condizionamenti pesanti
giovedì 30 gennaio 2014 LETTERE, pagina 21
Volevo tornare su un «disagio» che sta condizionando la vita di chi vive o lavora nella zona di
Borgo Trento e mi riferisco ai lavori relativi al parcheggio interrato in fase di realizzazione in Viale
della Repubblica, nel sottosuolo della strada stessa.
Torno a sottolineare come, a mio avviso, non sia del tutto corretto che un'opera privata condizioni
in maniera pesante una strada a tutti gli effetti pubblica; ma sopratutto rimango deluso da come
nessun amministratore della «res pubblica» locale (la traduzione letterale di «res pubblica» è «cosa
di tutti»... ed una strada pubblica, è cosa di tutti!) non abbia risposto, se non alla mia lettera di cui
sopra, alle diverse esternazioni di disappunto e disagio che parecchi cittadini hanno manifestato sui
mass media e sui social network, strumenti ben conosciuti dalla attuale classe politica e spesso
utilizzati dalla stessa per esternare le proprie idee.
Voglio precisare che la mia critica vuole essere trasversale e non vuole colpire nessuna fazione o
corrente politica in particolare; ma mi piacerebbe che, una volta tanto, un cittadino votante e
contribuente, avesse una risposta da chi ha la competenza, ma sopratutto il dovere politico di
fornirla.
Milvio Gottardi
VERONA
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ALLARME MALTEMPO
Le abbondanti precipitazioni previste fino a domenica
potranno assumere anche carattere eccezionale sulle montagne
Neve in arrivo, rischio valanghe al massimo
In quattro giorni potranno cadere fino a 2,5 metri facendo
schizzare i livelli di pericolo fino al grado 5
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 24
Torna il maltempo in grande stile, arriva la neve e scatta di nuovo l'allarme valanghe. Un allarme al
massimo livello, anche sulle montagne veronesi, come avverte il Centro funzionale decentrato della
Regione: da oggi a domenica 2 febbraio è previsto un evento nevoso che, se confermato, apporterà
quantitativi eccezionali di neve fresca su tutta la montagna veneta. Complessivamente, a 2000 metri
di quota, essi saranno compresi tra i 150 e i 250 centimetri. Il limite delle nevicate, inizialmente a
fondovalle (300 metri circa) andrà rapidamente innalzandosi oggi fino a 600-900 metri nelle
Dolomiti e a 1.000-1.300 metri nelle Prealpi per poi attestarsi nei giorni successivi intorno a 1.1001.600 metri nelle Prealpi. La fase critica dell'evento è prevista fra oggi pomeriggio e domani,
quando il cumulo di neve fresca nelle 24 ore potrà raggiungere i 70-100 centimetri.
Il pericolo di valanghe, attualmente marcato (grado 3) sarà in progressivo aumento e, qualora i
quantitativi di neve fresca previsti siano confermati, arriverà fino a molto forte (grado 5) dalla
giornata di domani, livello massimo della scala europea del pericolo di valanghe. Si potranno
verificare distacchi di valanghe di grandi dimensioni specie lungo i siti abituali e, vista
l'eccezionalità dell'evento, anche in siti storici.
Nella fase iniziale dell'evento l'attività valanghiva spontanea interesserà principalmente le vie di
comunicazione e le aree sciistiche in quota (specie sui passi dolomitici e prealpini) ma, a partire da
domani, in concomitanza con la fase più intensa dell'evento, il rischio si estenderà anche alle quote
basse interessando la viabilità principale e secondaria nei fondovalle dolomitici nonché singoli
edifici o nuclei abitati particolarmente esposti.
La criticità valanghe, ai fini di protezione civile è prevista moderata a partire da oggi pomeriggio ed
elevata dalla giornata di domani. Le condizioni per escursionismo, sci alpinismo, freeride saranno
critiche. Notizie più dettagliate in merito all'evento sono reperibili sul sito www.arpa.veneto.it
attraverso i bollettini Dolomiti meteo, Dolomiti neve e valanghe e Dolomiti neve al suolo.L.CO.
ARCOLE
Alessia Rotta replica al sindaco che contesta al Pd poca serietà
in materia dopo le uscite di Danilo Leva «Omicidio stradale
nel codice è un nostro impegno preciso»
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Zeno Martini
Negro boccia l'ipotesi autovelox: «Siamo contrari a fare cassa
con le multe, meglio i dissuasori Ma a causare l'incidente non
è stata la velocità»
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 24
«Sull'omicidio stradale gli impegni sono chiari», interviene nel dibattito sul reato Alessia Rotta,
deputata del Pd e membro del comitato dei nove sulla riforma del Codice della strada, dopo l'uscita
infelice del collega di partito Danilo Leva (che si riferiva alla fattispecie giuridica dell'omicidio
stradale dicendo di abbandonare quel percorso e non al senso della proposta ndr) sulla quale ha
puntato il dito il sindaco di Arcole. «Giovanna Negro, nonostante gli anni trascorsi in Parlamento,
evidentemente non conosce la differenza tra un impegno preso dal governo e l'osservazione di un
deputato alla stampa. Oppure, ma spero che così non sia, usa le perplessità del deputato Pd Danilo
Leva strumentalmente, solo per guadagnare visibilità in vista della campagna elettorale e dopo non
essere stata confermata alle scorse politiche».
«Abbiamo il parere favorevole dei ministeri di Giustizia, Interno e Infrastrutture», continua Rotta,
«il mio impegno personale e una promessa autorevole, quella del sottosegretario Pd alle
Infrastrutture Erasmo D'Angelis, di arrivare all'approvazione del nuovo Codice della strada entro il
10 novembre. Non c'è possibilità di interpretazione».
«Riguardo al dibattito, esclusivamente giuridico sull'omicidio stradale, è un fatto noto al governo ed
è sempre lo stesso D'Angelis ad averci chiarito che il nodo è stato sciolto: l'obiettivo è quello di fare
in modo che gli autori di incidenti stradali mortali vadano in carcere», conclude la deputata Rotta.
«Stando agli uffici tecnici della Provincia», aggiunge Lorenzo Dalai, capogruppo Pd in Consiglio
provinciale, «la provinciale Padovana che conduce alla famigerata rotonda di Arcole presenta le
condizioni ottimali per la sicurezza. Purtroppo però, sui rettilinei, si presentano le circostanze per
cui alcuni corrono. La Provincia ha già fatto una campagna di prevenzione, ma il comune di Arcole
potrebbe senza grandi costi installare nell'area autovelox per prevenire nuovi incidenti».
«Come amministrazione siamo contrari a fare cassa con le multe e per questo non usiamo
autovelox», risponde a Dalai il sindaco Giovanna Negro, «stiamo percorrendo altre strade come
l'installazione di dissuasori della velocità, ma questo sulle strade comunali. Non posso decidere di
usare dissuasori sulle provinciali, che non sono di mia competenza. D'altronde si corre anche dove
ci sono le colonnine arancione degli autovelox».
«Comunque ricordo al capogruppo Pd in Consiglio provinciale, che i quattro giovani non sono
morti per la corsa dei veicoli, le cause sono ben altre», evidenzia Negro. «Non sono abituata a fare
politica sul dolore della gente», manda a dire alla deputata Rotta il sindaco, «prova ne sia il fatto
che nei giorni successivi alla disgrazia non ho fatto alcuna dichiarazione pubblica».
«Ho atteso una settimana che Leva rettificasse il suo intervento o il partito prendesse le distanze
prima di dire la mia, ma nessuno l'ha fatto», rincara la dose Negro, «forse un partito serio avrebbe
dovuto prendere posizione e se il gruppo parlamentare non era in linea con quanto espresso da
Leva, doveva dirlo subito».
«Sono anni che attendiamo che questa proposta di legge passi in Parlamento», aggiunge l'ex
deputata, «mancano nove mesi all'approvazione del nuovo codice e ricordo a Rotta che per
approvarlo in Parlamento servono i voti: vedremo se tra nove mesi ci saranno. Secondo me, se vi
fosse la volontà politica di approvare il reato di omicidio stradale a Roma, in tre mesi si dovrebbe
votare. Vedremo se la riforma del codice passerà».
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LAVAGNO
Questa sera in sala civica a San Pietro
«Gente e territori» lancia i suoi progetti per la cittadinanza
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 25
«Valorizzare il territorio per un futuro di crescita sostenibile». Con questo tema si presenta alla
popolazione la neonata sezione di Lavagno «Gente e territori». L'incontro si tiene stasera alle 20.30
nella sala «Visco», a San Pietro. L'appuntamento sarà anche l'occasione per presentare il direttivo e
i progetti che questa sede staccata intende realizzare.
Interverranno il presidente di «Gente e territori» di Lavagno, Marco Natali, il vice Massimo Moro e
il segretario Nico Facchinetti. E in rappresentanza dell'associazione provinciale saranno presenti il
vicepresidente Lorenzo Antonini, il responsabile dei Centri studi Lorenzo Forapan e i relatori di
alcune delle iniziative promosse: Sergio Barbieri, per il progetto Medici e Territori, Claudio Noya
per Lavoro Target e Giulio Molon per il progetto Città cardioprotetta.
«Gente e territori» è un'associazione nata nel 2012 per unire amministratori locali e cittadini con
l'obiettivo di realizzare progetti utili alla popolazione. È formata da 12 centri studi (ambiente,
edilizia, attività produttive, economia e lavoro, cultura, sociale e famiglia, infrastrutture, sanità,
sicurezza, sport, turismo e diritto) e conta circa 1.500 iscritti nella provincia di Verona.G.C.
DOLCÈ
Manzelli replica a Castelletti sulla necessità di intervenire a
Volargne: «Con le Ferrovie ci siamo già attivati»
«Barriere antirumore? Le chiediamo da anni»
Il Comune sollecita dal 2008 la modifica della scaletta degli
interventi ma Venezia non risponde
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 29
Il Comune di Dolcè conosce bene il problema delle barriere antirumore lungo alcuni tratti della
ferrovia del Brennero che corre nel suo territorio. E si è attivato per risolverlo, «come si può
dedurre dai documenti», puntualizza il sindaco Luca Manzelli dopo l'intervento di Ivan Castelletti,
assessore provinciale ai rapporti operativi con gli enti, a favore di un'istallazione delle barriere in
tempi più rapidi di quanto prevede il piano antirumore redatto da Rete Ferroviaria Italiana.
Manzelli appare infastidito dall'invito giunto da Castelletti al consiglio comunale, in cui è esponente
di minoranza, rivolto a mettere per iscritto un sollecito a Rfi per ottenere le barriere al più presto
almeno nei luoghi di maggiore disagio per i residenti, come a Volargne, dove è in corso pure una
raccolta di firme. «Ancora nel 2004», precisa il sindaco di Dolcè, «la mia amministrazione aveva
provveduto all'analisi del piano di contenimento e abbattimento del rumore di Rete Ferroviaria
Italiana, dal quale emergeva che Volargne non era interessata da alcuna posa di barriere
antirumore». Un'incongruenza che il primo cittadino aveva segnalato, a sua firma, per conto di tutta
l'amministrazione. «Infatti nei primi mesi del 2005 Rfi comunicava che anche per le frazioni di
Volargne e Peri erano stati individuati quattro interventi lungo la linea ferroviaria per mitigare
l'inquinamento acustico, da iniziare nel 2015 a Volargne e nel 2018 a Peri».
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Ma poiché dal 2005 al 2015 si trattava di 10 anni giusti di attesa, «nel dicembre 2008
l'amministrazione di Dolcè comunicava a RFI e alla Regione, cui spetta l'eventuale modifica
dell'ordine di priorità di questa tipologia di interventi, la necessità di accelerare i tempi». «Ha
risposto soltanto Rfi», sottolinea Manzelli, «ribadendo le tempistiche già stabilite e invitandoci a far
riferimento alla Regione, da cui ancora attendiamo risposta. Questi sono i fatti. Ora, per quanto
riguarda la richiesta di velocizzare le opere, mi sembra evidente che il Comune si è mosso con largo
anticipo e ad ampio spettro, interessandosi cioè di tutto il territorio comunale, mentre è un po' in
ritardo il consigliere Castelletti, che si accorge del problema solo all'inizio del 2014, quando i lavori
dovrebbero iniziare nel 2015, preoccupandosi esclusivamente della frazione di Volargne».
Stupito dei toni usati dal sindaco, Castelletti precisa: «Non volevo alimentare nessuna polemica con
l'amministrazione comunale». E aggiunge: «Rimane comunque prioritario tornare a chiedere una
modifica della tempistica stabilita per gli interventi nel comune di Dolcè che mitighino il rumore
dei treni di passaggio sulla linea del Brennero. L'ordine del giorno presentato in consiglio comunale
è proprio per rendere possibile una proposta concreta, che permetta di valutare l'inserimento dei
tratti prioritari, come a Volargne, ma non certo gli unici. In pratica, l'idea sarebbe di rendere più
forte l'amministrazione provinciale nei confronti della Regione, grazie a una posizione ufficiale del
Comune».
Duro Manzelli, per il quale la posizione del Comune c'è già ed è di vecchia data. «Il Veneto è
governato da un'alleanza di cui Castelletti è un esponente provinciale», conclude, «il suo monito
all'amministrazione comunale fa parte di quel teatro dell'assurdo a cui ci ha abituato la
politica».C.M.
AGRICOLTURA
Cambiamenti in vista per le norme che impediscono di
bruciare i residui delle potature, considerati rifiuti
Scarti agricoli, vietati i roghi. «Meglio trasformarli in pellet»
Piero Taddei
In Parlamento si discute della possibilità di lasciare ai Comune
libertà di scelta ma i sindaci non sono d'accordo e indicano
una soluzione più ecologica
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 29
Residui vegetali agricoli e forestali, una questione davvero ingombrante per i lavoratori della terra.
Ma andare nel solco delle vecchie pratiche agronomiche per disfarsi dei resti delle colture, ma
anche dei residui provenienti da aree verdi, giardini, parchi e aree cimiteriali, oggi può causare guai.
L'elenco esclude i roghi, obbligatori per legge quando si tratta di ardere le piante colpite da malattie
come, ad esempio, il temibile cancro del kiwi. Ma bruciare paglia, sfalci, potature e altro è un reato:
quello di illecito smaltimento di rifiuti.
Il motivo? I fuochi, accesi soprattutto nel periodo invernale, producono polveri sottili, che vengono
immesse nell'atmosfera proprio nel momento in cui le concentrazioni di Pm10 sono al massimo.
Non solo: il decreto legge sulla «Terra dei fuochi» del dicembre scorso, con disposizioni urgenti per
fronteggiare le emergenze ambientali in Campania, ha inasprito le sanzioni per chi infrange il
divieto.
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Ma a Roma qualcosa si muove per evitare guai soprattutto alle piccole attività agricole di zone
svantaggiate o montane. Il deputato Diego Zardini (Pd) spiega infatti che la commissione Ambiente
di cui fa parte, ha approvato una risoluzione che demanda ai Comuni la facoltà di disciplinare con
ordinanza come bruciare gli scarti vegetali. Un altro passo avanti è stato fatto qualche giorno fa con
il «sì» alla norma che depenna dai reati quello di incendio di residui agricoli, qualora si rispettino i
regolamenti regionali e comunali. La norma, asserisce Zardini, sarà inserita in un decreto approvato
da Camera e Senato.
«Si vuole evitare che dando fuoco a sterpaglie e potature si subisca la stessa sorte di quanti
incendiano rifiuti tossici e urbani», spiega il parlamentare. «I Comuni, buoni conoscitori del proprio
territorio, potranno decidere dimensionamento delle aziende, periodi dell'anno e orari che
eviteranno ai coltivatori di finire davanti al giudice, se sorpresi a incenerire resti vegetali».
Quanti, ad esempio, coltivano gli ulivi sulle pendici del monte Baldo, che non possono smaltire in
loco le potature, considerate rifiuto speciale, potranno avvalersi della pratica colturale un tempo
piuttosto diffusa dell'incenerimento, evitando notevoli costi. Fra l'altro, il rogo produce ceneri
tradizionalmente usate come fertilizzanti.
«In assenza di una precisa norma che tiene conto delle direttive europee, c'era il rischio che i residui
agricoli non venissero raccolti e smaltiti, né valorizzati ai fini del mantenimento della qualità dei
terreni, aumentando così la possibilità di incendi di materiali essiccati e innalzamenti delle
temperature», afferma Zardini.
Nella zona ad alta vocazione frutticola Belfiore-Palù-Zevio non sono poche le aziende che hanno
superato il problema dotandosi di trituratori, in grado di trasformare i rami potati in materiale
organico.
Ma i sindaci Davide Pagangriso, Francesco Farina e Diego Ruzza non condividono la prospettiva di
disciplinare i roghi in campagna, pratica a loro avviso da evitare a tutela dell'ambiente. «I Comuni
scontano la carenza di personale specializzato e l'impossibilità di destinare all'ambiente
professionalità in esubero in determinati uffici», spiega Pangriso. «Non potendo organizzare corsi di
aggiornamento, i Comuni non hanno mobilità interna. Ci servirebbe più polizia municipale per
prevenire i furti e più personale per seguire i temi dell'ecologia. Ma purtroppo, ad esempio, non
possiamo destinare a questi incarichi parte del personale degli uffici tecnici, oggi eccedentario causa
la profonda crisi edilizia».
Farina aggiunge la proposta, subito sposata da Pagangriso e Ruzza, di promuovere la produzione di
pellet «a chilometro zero» incentivando i conferimenti di ramaglie in centri sovraccomunali.
Un'ipotesi, a detta del sindaco, da concretizzare coinvolgendo le associazioni di categoria.
Il ragionamento di Farina poggia sul presupposto che il «caro metano» ha spalancato le porte
all'impiego del pellet nel riscaldamento domestico. E che la quasi totalità dei cilindretti di legno
consumata in stufe e caldaie è importata dall'estero.
«Destinare gli scarti di potatura, un enorme quantitativo nella nostra zona, sarebbe il modo per
prendere due piccioni con una fava», conclude il sindaco.
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VIGASIO
Preoccupazioni per il traffico di camion nei paesi e per i
volumi destinati all'edilizia, considerati eccessivi. District
park, cantiere vicino ma a troppi sindaci non piace
Fabio Tomelleri
Procede l'accordo che prevede la realizzazione delle strade
destinate anche al «Motorcity» e al futuro Centro
agroalimentare
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 31
È in dirittura d'arrivo l'iter che consentirà l'avvio dei cantieri del District park di Vigasio, il polo
della logistica avanzata che sorgerà in località Vò di Rua accanto all'Autostrada del Brennero. Di
pari passo crescono i timori degli amministratori e dei residenti dei paesi limitrofi sulle
ripercussioni che il nuovo centro per lo smistamento delle merci avrà sulla viabilità del territorio.
Nei mesi scorsi Serenissima Sgr, la società che intende realizzare il piano di lottizzazione, ha
inoltrato alla Provincia e al Comune di Vigasio la richiesta di edificare i primi 500mila metri
quadrati del piano di lottizzazione, che una volta completato occuperà il doppio dello spazio, cioè
un milione di metri quadrati. In cambio, i promotori dell'intervento urbanistico hanno previsto la
costruzione di una bretella stradale che collegherà il polo logistico con le due provinciali Vigasio Villafranca e Vigasio - Nogarole. Tale soluzione è stata avallata nei mesi scorsi dal Consiglio
provinciale, attraverso una delibera che ha sancito la realizzazione a stralci delle strade che
serviranno non solo il District park, ma anche l'autodromo Motorcity e il centro agroalimentare di
Trevenzuolo.
Di fronte all'avanzata del progetto alcuni consigli comunali, come quello di Castel d'Azzano, hanno
votato contro la realizzazione del piano di lottizzazione. Le preoccupazioni su una possibile
impennata dell'inquinamento nei paesi confinanti con Vigasio sono state confermate durante il
convegno sullo «Sviluppo sostenibile del territorio», organizzato dal Pd nella sala civica di Castel
d'Azzano.
«Ci risulta che i promotori del District», ha osservato il deputato del Pd Vincenzo D'Arienzo,
«avrebbero già firmato l'atto unilaterale d'obbligo per realizzare solo un tratto della viabilità, così
come accordato dalla Provincia. Ora attendono che Palazzi scaligeri si pronunci sullo screening
ambientale del progetto». Secondo D'Arienzo: «Il piano di lottizzazione, senza il casello previsto
sull'Autobrennero a Isolalta, non può che peggiorare il già intenso traffico del comprensorio».
«Pensare che i camion», ha rimarcato Antonello Panuccio, sindaco di Castel d'Azzano, «una volta
aperto il District evitino le arterie di Castel d'Azzano è utopia. Già oggi decine di tir a servizio di
aziende con sede nei centri confinanti percorrono le vie del paese per risparmiare sul pedaggio
autostradale e raggiungere l'autostrada Serenissima a Verona Est». «Visto il periodo di crisi», ha
puntualizzato Luca Trentini, sindaco di Nogarole, «il piano urbanistico del District è fuori scala».
Diego Zardini, deputato veronese Pd, ha ipotizzato il ricorso alle vie legali: «Valuteremo se
costituire un gruppo per chiedere al Tar la sospensione immediata della delibera provinciale che ha
concesso il nulla osta allo spacchettamento delle nuove strade».
Nel frattempo, i comitati che rappresentano i residenti di Castel d'Azzano, Buttapietra, Vigasio e
Verona sud hanno ricominciato a far pressing per ottenere la costruzione della Variante alla statale
12: 13 chilometri per collegare il casello sull'autostrada Serenissima ad Isola della Scala,
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allontanando i camion dai centri storici. Il progetto preliminare del futuro tracciato è stato illustrato
dall'ingegner Giuseppe Fasiol, dirigente della Regione: «Sono state da poco trasmessi gli
incartamenti ad Anas, l'ente proprietario della strada, per la valutazione ambientale e le verifiche di
tipo archeologico. Quindi, se ci sarà la disponibilità finanziaria, la Regione potrà procedere alla
redazione del progetto definitivo. Per il reperimento di ulteriori fondi e l'avvio delle ruspe, invece,
l'ultima parola spetterà ad Anas, visto che sarà a suo carico la realizzazione dell'opera dal costo di
137 milioni di euro».
SALÒ
Tavola rotonda Il Benaco, bacino idrico o solo area per il
turismo?
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 32
«Il lago di Garda bacino idrico d'irrigazione o comprensorio turistico internazionale?»: è il titolo del
convegno in programma sabato alle 9 a Salò nel palazzo comunale. Aprirà la serie degli interventi
Giorgio Passionelli presidente della Comunità del Garda e sindaco di Torri parlando degli usi
plurimi delle acque e nuovo modello di regolazione dei livelli del lago. Seguiranno le relazioni di
Luigi Mille dell' agenzia interregionale per il fiume Po (La gestione dei livelli del lago di Garda),
Franceschino Risatti del Consorzio Garda Lombardia (Il Garda: molto più di un contenitore
d'acqua), Mario Bocchio e Angelo Agostini di GardaUno (Il nuovo sistema di collettamento e
depurazione della sponda bresciana), Andrea Crescini del Gal GardaValsabbia (L'importanza
dell'approccio partecipativo nella definizione della strategia di sviluppo del bacino benacense),
Angelo Cresco di Depurazioni Bencensi (La salute e l'economia del Garda. Problema nazionale),
Bernardo Berardinelli dell' Autorità di bacino Garda e Idro (Il Demanio lacuale). L.B.
ACCORDO
Dopo il «sì» di Regione Lombardia e Provincia di Trento
La Comunità del Garda gestirà i problemi del lago
È l'ente coordinatore per gestire questioni interregionali come
i livelli e la tutela dell'ambiente
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 32
La Comunità del Garda è l'ente coordinatore per la gestione del Benaco. Lo ha sancito anche la
giunta della Regione Lombardia, che ha approvato l'accordo interregionale sull'area gardesana, che
coinvolge il Veneto (che ha già deliberato in quest'ambito) e la Provincia autonoma di Trento.
La Comunità del Garda quindi è l'ente che farà da collegamento per le iniziative politico
amministrative dell'area benacense.
L'accordo quadro interregionale specifica che «la Comunità sarà luogo di naturale riferimento e
sintesi per l'iniziativa politico-amministrativa delle regioni Veneto e Lombardia e della Provincia
Autonoma di Trento, per quanto attiene alle problematiche gardesane e svolgerà la funzione di
segreteria per l'attuazione dell'accordo».
Soddisfatto il presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli, per la conclusione del
complesso procedurale: «Dopo la deliberazione della Regione del Veneto fatta in autunno, è
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arrivata questa ulteriore fondamentale conferma, fortemente sostenuta dal capogruppo consiliare
lombardo, Mauro Parolini, a favore di una proposta unica per affrontare i problemi riguardanti il
lago di Garda».
I settori prioritari e strategici di intervento sono: la tutela dell'ambiente e del paesaggio, la qualità
delle acque, la sicurezza idraulica e regolazione dei livelli, la mobilità, le infrastrutture di area, la
navigazione pubblica e privata, la sicurezza della navigazione, la tutela e valorizzazione del
patrimonio storico, archeologico, artistico, culturale dell'area gardesana e la predisposizione di un
disegno coordinato sulla pianificazione territoriale dell'area del Garda. L.B.
LAZISE
Il primo cittadino respinge l'attacco della categoria: «Altri
colleghi pronti ad alzarla»
«Critiche inaccettabili sulla tassa di soggiorno»
Giuditta Bolognesi
Sebastiano replica al presidente di Federalberghi: «Da noi è
più cara che negli altri Comuni? Differenza di 10-20
centesimi»
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 33
Non ci sta Luca Sebastiano, sindaco di Lazise, ad incassare le critiche del presidente di
Federalberghi Garda Veneto Corrado Bertoncelli sul regolamento di applicazione della tassa di
soggiorno e in particolare la decisione di applicare una tassa superiore a quella adottata dagli altri
Comuni della Riviera degli Ulivi e con una diversità anche nelle esenzioni.
«Sono rimasto molto sorpreso dalle sue dichiarazioni», esordisce il primo cittadino laziciense che
sottolinea: «ho avuto il piacere di ricevere Bertoncelli circa sei mesi fa dopo di che non abbiamo più
avuto rapporti nonostante dal suo intervento si possa intendere che ci siamo confrontati più volte.
Faccio un po' di cronistoria: ancora in campagna elettorale io e il mio gruppo abbiamo sempre
confermato l'intenzione di voler applicare la tassa di soggiorno alla quale il nostro paese è
approdato per ultimo dato che il mio predecessore non aveva voluto aderirvi. Vorrei fosse però
chiaro che stiamo parlando di tariffe che verranno applicate per la prima volta in questa stagione
2014 per cui parlare già ora di disparità mi pare quanto meno inopportuno».
Sebastiano parla di una differenza reale che oscilla tra i 10 e i 20 centesimi per persona «e per
strutture che non sono considerate di lusso. Dunque a noi sembra, semmai, di essere in linea con
quanto fatto negli altri Comuni. Ma dirò di più: a me risulta che anche altri sindaci siano
intenzionati a ritoccare questa tassa solo che bisognerà vedere se decideranno di farlo già da
quest'anno visto e considerato che in primavera ci saranno le elezioni amministrative. Quindi quello
che sappiamo noi è che sarà il nostro provvedimento ad essere seguito da altri».
Il sindaco respinge con forza il timore espresso da Bertoncelli che spendere di più per la tassa di
soggiorno potrebbe indurre i turisti a risparmiare su altre consumazioni con un possibile danno per
le altre categorie commerciali.
«Se devo pensare che dieci centesimi in più di tassa vogliono dire rinunciare ad un caffè in un bar
allora devo anche ritenere che dovremmo far chiudere tutte le discoteche perché un cliente che
sceglie di entrare lì non consumerà niente negli altri locali. Ma questa non può essere una logica
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accettabile. Anche perché», insiste il sindaco, «ovunque nel mondo si paga la tassa di soggiorno e
dunque non possiamo fare i paladini di ciò che non esiste più da nessuna parte. Anzi: se questa è la
collaborazione di Federalberghi auguro all'associazione un buon lavoro ma possibilmente nei paesi
confinanti il nostro».
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EMERGENZA IDRICA
Gli amministratori dei centri serviti dalla centrale di Almisano
discuteranno del problema a Porto
Acqua inquinata dai «Pfas» Nasce il fronte dei 13 sindaci
Luca Fiorin
L'incontro è mirato a definire strategie d'intervento comuni
L'assessore Coletto ha interpellato l'Istituto superiore di
sanità
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 34
Acqua potabile inquinata dai «Pfas»: ora nasce il fronte dei sindaci. I quali, dopo che per mesi non
avevano preso posizione in merito alla presenza nell'acqua erogata dalla rete acquedottistica gestita
da Acque Veronesi di sostanze perfluoroalchiliche (i cosiddetti Pfas, composti che vengono
utilizzati per rendere resistenti ai grassi ed all'acqua tessuti, carta e contenitori per alimenti), oggi si
incontreranno a Porto, nell'ex sede Cisiag, per assumere una strategia di intervento comune.
Ad indire la riunione è stato Antonio Pastorello, presidente del Consiglio provinciale che
rappresenta i Comuni della Bassa in Acque Veronesi in veste di presidente del Cisiag: il consorzio
che sino a qualche anno fa gestiva il servizio di acquedotto in sinistra Adige e che ancora esiste,
anche se solo come socio di Acque Veronesi. Così questo pomeriggio i primi cittadini di Arcole,
Veronella, Zimella, Albaredo, Cologna, Bonavigo, Minerbe, Pressana, Roveredo, Legnago, Boschi
Sant'Anna, Bevilacqua e Terrazzo dovranno decidere se e come intervenire sul caso Pfas. «È
evidente», anticipa Pastorello, «che non possiamo andare avanti ancora senza poter dare
assicurazioni ai cittadini che tutto è a posto. Le risposte che finora sono arrivate da Acque Veronesi
non bastano. Per questo venerdì, dopo la riunione di Porto, andrò al Comitato territoriale della
società che gestisce il servizio idrico per chiedere che diano finalmente quelle informazioni che la
gente aspetta».
Se i sindaci si rivolgono ad Acque Veronesi, il deputato del Pd Vincenzo d'Arienzo, che su questi
temi aveva presentato un'interogazione al ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, proprio ai
sindaci, oltre che alle varie istituzioni coinvolte, ha inviato una lettera in cui li invita ad attuare
campagne di comunicazione su questo argomento, rimarcando che nella Bassa ci sono timori sulla
salubrità dell'acqua. Timori conseguenti al fatto che, mancando limiti stabiliti dalla legge sui Pfas
nelle acque potabili, ci si trova in una situazione di contaminazione senza regole. Tanto che anche
l'Ulss 20 si limita a spiegare che ha chiesto l'intervento in merito della Regione.
«Purtroppo ci troviamo ad agire in una situazione di evidente carenza normativa», specifica Luca
Coletto, assessore regionale alla Sanità, «ma è chiaro che non posso accettare che si continui così.
Per questo, in attesa che venga emanata una norma di legge, ho chiesto all'Istituto superiore di
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Sanità di comunicarmi dei parametri di riferimento che abbiano valore tecnico-scientifico. Finora si
è cercato di arginare la situazione mettendo filtri e riferendoci a quanto stabiliscono le regole
tedesche ma si tratta di soluzioni temporanee. Per questo sto continuando a sollecitare le istituzioni
romane perché si esprimano».
D'altronde Coletto intende andare a fondo anche sulle rersponsabilità dell'inquinamento, che sinora
sono state addossate ad un'industria chimica di Trissino, nel Vicentino. «Ho chiesto all'assessorato
all'Ambiente e all'Arpav di attuare un monitoraggio approfondito perché ritengo sia necessario
essere sicuri al cento per cento di quale sia la fonte. Certo, dopo che da assessore provinciale avevo
chiuso il tubo che portava nella Bassa le acque inquinate della valle del Chiampo, non vorrei che
ora si stia tornando al punto di partenza».
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In arrivo due distributori di «minerale comunale»
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 34
Acqua pubblica alla spina per i bovolonesi, fresca e gasata, ad un prezzo molto competitivo rispetto
a quella venduta in bottiglia nei supermercati. Per fare la scorta occorrerà portarsi i contenitori da
casa, ma non ci saranno problemi di parcheggio per riempire il baule. Le due nuove «Case
dell'acqua» saranno installate in prossimità di piazzale Aldo Moro e piazza Scipioni, entrambi
raggiungibili in auto. La decisione è stata presa dalla Giunta del sindaco Emilietto Mirandola nel
corso del 2013, anno internazionale della cooperazione nel risparmio idrico, e messa in pratica nei
primi giorni del 2014. Tuttavia, ci vorrà ancora un po' di tempo prima di vedere i distributori posti
in opera. La Giunta ha dato incarico all'ufficio tecnico di procedere seguendo precise direttive. Va
ricordato che in Comune era stata protocollata una richiesta in tal senso nel 2011, accompagnata
dalle firme di 112 cittadini. Inoltre, nel 2010, il consiglio comunale aveva aderito all'iniziativa
europea «Patto dei Sindaci» e approvato nel 2012 il Piano d'azione per l'energia sostenibile (Paes).
Un altro passo verso abitudini di consumo rispettose per l'ambiente è stato fatto: grazie alle due
«Case dell'acqua» l'amministrazione vuole favorire la diffusione di comportamenti ecosostenibili tra
i cittadini. L'obiettivo generale è quello di promuovere la cultura del rispetto verso un bene
primario, con lo scopo di incentivare il consumo di «acqua comunale» buona e pura come quella
imbottigliata. I vantaggi sono in primis il risparmio per i cittadini e la minore produzione di rifiuti e
di anidride carbonica. Sarà l'ufficio tecnico ad occuparsi dell'installazione seguendo le indicazioni
della Giunta orientata a una gestione pubblica, con la possibilità di avere fin da subito la proprietà
comunale degli erogatori in questione, mentre la manutenzione ordinaria e quella straordinaria
saranno a carico di una ditta specializzata che verrà individuata con un bando. La spesa a carico del
Comune è stata stimata in 20.500 euro per allacciamenti, opere edili e consumo annuo di acqua ed
energia elettrica. RO.MA.
LEGNAGO
Abbandonate sedici lastre di eternit in via Bruno
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 34
Eternit abbandonato accanto al vecchio casello ferroviario. I vigili del distretto di polizia locale
«Basso Adige» hanno rinvenuto oltre un quintale di lastre in fibra di amianto vicino alla vecchia
casa cantoniera di via Giordano Bruno, a Porto, lungo la ferrovia Legnago-Monselice. La discarica
abusiva è stata segnalata da alcuni cittadini al comando di via Matteotti. Gli agenti hanno quindi
effettuato un sopralluogo rilevando, a ridosso dell'edificio di proprietà delle Ferrovie dello Stato, 13
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pannelli contenenti materiale cancerogeno, lunghi 2,45 metri e larghi poco più di un metro, ed altri
tre delle dimensioni di 2,45 metri per 60 centimetri. Il materiale, con ogni probabilità, proveniva da
qualche cantiere edile della zona.
Reti ferroviarie italiane, società proprietaria del casello oggi in disuso, ha incaricato una ditta
specializzata che, a sua volta, ha rimosso i frammenti abbandonati, avviandoli allo smaltimento in
un centro specializzato. Gli agenti del «Basso Adige» hanno quindi presentato una denuncia contro
ignoti, contestando la violazione delle norme in materia ambientale. In particolare, il comando ha
contestato il trasporto e lo smaltimento di rifiuti senza le necessarie autorizzazioni da parte degli
enti preposti. F.T.
ROVERCHIARA
Blitz del «C9D» Solidarietà di Agrinsieme a Valente
giovedì 30 gennaio 2014 PROVINCIA, pagina 35
Dopo il blitz sotto casa da parte del «Comitato 9 dicembre» (C9D), il presidente provinciale di
Coldiretti Verona Claudio Valente riceve la solidarietà di «Agrinsieme», il coordinamento di cui
fanno parte Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Confcooperative e Lega delle
coooperative. Valente ha ricevuto la «visita» di una cinquantina di esponenti del C9D, che lo
accusano di avere troppi incarichi e fare poco per l'agricoltura. L'interessato non era in casa, ma con
i manifestanti hanno parlato prima il figlio Alessandro e poi la moglie Loreta Isolani, sindaco del
paese.
«Esprimiamo piena e convinta solidarietà a Claudio Valente e alla sua famiglia per l'inopportuna
iniziativa svoltasi davanti alla sua abitazione di Roverchiara da parte di un gruppo di persone»,
dichiarano i soci di Agrinsieme. «Al fine di preservare la convivenza civile e democratica»,
proseguono, «vi sono modalità e spazi nei quali è legittimo esprimere il proprio dissenso, tuttavia il
ruolo pubblico esercitato da una persona non può mai essere confuso con lo spazio che appartiene
alla sua vita privata e a quello della sua famiglia». «La manifestazione», concludono, «è da
condannare senza riserva: non è così che si difendono gli interessi degli agricoltori». F.S.
CRISI
Proposta della Commissione esaminata dopo le elezioni e forse
sarà in vigore nel 2017
Banche, norme della Ue contro la speculazione
No all'obbligo di attività separate ma stop al trading in
proprio Il governatore della banca di Francia contesta Barnier
giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 36
ROMA
Mai più banche troppo grandi per fallire, troppo costose da salvare, o troppo complesse da risolvere:
la Commissione Ue mette a punto l'ultima arma contro la finanza speculativa per frenare le attività
di rischio dei grandi istituti che non saranno più liberi di fare profitti solo per il proprio tornaconto e
con i soldi dei risparmiatori.
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«Agiremo sulla struttura produttiva di queste grandi banche, per riportarle a delle dimensioni che
non mettano in pericolo il sistema finanziario», ha dichiarato Michel Barnier commissario ai servizi
finanziari lanciando l'ultima proposta per proteggere i risparmiatori. Un'arma spuntata per alcuni,
visto che su pressione di Germania e Francia, Barnier ha dovuto rinunciare all'obbligo per le banche
di separare le attività.
«Non è normale che alcune banche, mentre beneficiano di garanzie pubbliche, continuino a
esercitare attività a rischio sui mercati molto proficue ma che non producono vantaggi per clienti»,
ha affermato Barnier, paladino della lotta alla finanza ad alto rischio ma con l'ambizione di
diventare il prossimo presidente della Commissione, che gli impedisce di mettersi contro Parigi e
Berlino. La proposta è piena di eccezioni, per accontentare tutti. Ma nonostante questo, oltre alla
federazione bancaria europea anche Christian Nover governatore della Banca di Francia ha
attaccato in maniera inusuale e frontale Barnier. Dopo averlo definito il progetto «delle idee», le ha
bollate come «idee da irresponsabili», contrarie «gli interessi dell'economia europea» e che non
tengono conto delle misure varate dagli stati nazionali, Francia in primis.
Il progetto di Barnier per rpima cosa vieta il trading in proprio, cioè quello fatto da desk e personale
dedicati con capitali della banca o prestati, in strumenti finanziari o investimenti in hedge fund. Tali
attività, scrive la Commissione «hanno molti rischi e nessun beneficio tangibile per i clienti e per
l'economia reale», E Barnier ammette che il trading proprietario è un'attività oggi «molto ridotta».
Secondo aspetto, dà ai supervisori il potere, e in alcuni casi l'obbligo, di chiedere il trasferimento
delle attività ad alto rischio (market making, derivati complessi) in entità separate dal normale
business della banca. La separazione sarà proposta a quelle banche la cui attività sui mercati (a
eccezione di quella che coinvolge debito sovrano) supera 70 miliardi di euro, scelta come soglia
oltre la quale la banca diventa rischiosa. Sono 30 le banche europee che ricadranno nelle norme.
La proposta ora è al vaglio di Consiglio e Parlamento, ma la discussione avverrà solo dopo l'estate
quando sarà operativo il nuovo Parlamento. La legislazione potrebbe entrare in vigore al più presto
nel 2017.
VINO
Dal primo febbraio prossimo diventa obbligatorio l'uso della
fascetta su ogni tipologia della denominazione
Contrassegni di Stato su tutto il Soave
Nuovi impegni per le imprese e il Consorzio per dare certezze
sui volumi immessi sul mercato
giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 37
Tutto il vino Soave imbottigliato a partire dal prossimo primo febbraio dovrà fregiarsi del
contrassegno di Stato, indipendentemente dall'annata del vino.
Diventa così effettivo quanto deliberato nel consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela del
Soave a fine 2012, dopo un iter procedurale che ha coinvolto Regione del Veneto, ministero delle
Politiche agricole, Istituto Poligrafico dello Stato, Ispettorato centrale per la tutela della qualità e
repressione delle frodi, Siquria quale organismo terzo di controllo.
MODIFICA DEI CONTROLLI. Ne dà notizia l'organismo consortile presieduto da Arturo
Stocchetti specificando che accanto all'obbligo dell'utilizzo della fascetta il Consorzio ha richiesto
anche una modifica sul piano dei controlli: dal primo febbraio non saranno più eseguiti sul numero
di lotto ma sul numero che ogni bottiglia porterà sul contrassegno di Stato.
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Con questo duplice cambiamento, oltre ad avere la certezza dei flussi commerciali, si completa di
fatto la fase di certificazione.
Il Soave, ricorda ancora il Consorzio, conta oggi circa 55milioni di bottiglie suddivise nelle
tipologie Soave classico, Soave Colli Scaligeri e Soave doc.
RESTA LA DOCG. Recioto di Soave e Soave Superiore continueranno ad essere confezionate con
le tradizionali fascette della docg .
La fase di imbottigliamento interessa quasi 200 aziende di cui circa 90 operative nei comuni della
doc, 50 in provincia di Verona ed il resto in Italia e all'estero. Il 75% delle bottiglie viene
confezionato nei comuni veronesi con una tendenza alla crescita mentre il 25% viene imbottigliato
fuori dalla provincia di Verona.
CERTEZZA SUI VOLUMI. All'origine delle importanti modifiche volute dal Consorzio del Soave
vi è la necessità di dare certezza sui volumi confezionati, alla luce delle positive esperienze
dell'Amarone e delle altre denominazioni veronesi.
«Sappiamo bene che l'avvio di questo nuovo percorso per il Soave è molto delicato», dice nella nota
il presidente del Consorzio Stocchetti. «In effetti si tratta di caricare le imprese di ulteriori costi e di
nuovo lavoro. Ma siamo convinti che oggi il Soave sia maturo per fare un nuovo passo completando
con il contrassegno di Stato un processo di trasparenza che va dalla vigna alla bottiglia. Si tratta»,
conclude Stocchetti, «di una scelta che impegna non solo dal punto di vista tecnologico e logistico
ma anche economico. I risultati però renderanno finalmente più espliciti i flussi produttivi e
commerciali e ci consentiranno una gestione della denominazione più efficiente».
AGRICOLTURA
Progetto per realizzare un'app
Patto Avepa-Google per digitalizzare controlli e verifiche
Sburocratizzare e semplificare attraverso la geolocalizzazione
giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 37
Smantellamento della burocrazia, dematerializzazione e innovazione. Con questi obiettivi, l'Avepa,
Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, ha avviato una collaborazione con Google per fruire
delle soluzioni geo della divisione Enterprise finalizzate alla digitalizzazione dei processi e delle
verifiche ispettive. Attraverso tali servizi, i funzionari di Avepa potranno svolgere varie attività di
controllo, semplificare la gestione dell'agenda e accedere alle informazioni utili al controllo da
smartphone o tablet.
Il progetto, che si concluderà entro fine luglio, contempla la realizzazione di una app, co-finanziata
da Avepa e Google, per visualizzare, condividere e sottoscrivere in mobilità, le informazioni
attinenti alla verifica, dalla registrazione alla comunicazione degli esiti direttamente negli archivi
informatici dell'Agenzia. In tal modo, da un lato diventa più efficiente l'attività del personale, che
dal 2002 svolge funzioni di organismo pagatore per la Regione di aiuti, contributi e premi
comunitari previsti dalla normativa dell'Ue e finanziati, in tutto o in parte da fondi comunitari, Stato
e Regione. Dall'altro, si riduce il tempo sottratto all'imprenditore agricolo per eseguire i controlli.
«A fine progetto», dichiara Andrea Aymerich, Head of Geo di Google Enterprise in Italia, i
funzionari Avepa potranno condividere in maniera semplice dati e informazioni georeferenziate
anche sul campo, incrementando l'efficienza e la produttività e riducendo gli sprechi. Le
implementazioni delle tecnologie saranno affidate al partner di Google Overit, società del Gruppo
Engineering, leader nazionale di software e servizi IT».
«Sburocratizzare e semplificazione sono concetti che da anni leggiamo nei documenti di
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programmazione di molti enti ma che, nella maggior parte dei casi, non hanno trovato attuazione
nella pratica», sottolinea Fabrizio Stella, direttore dell'Avepa, «Google ha creduto da subito nella
vision contenuta nel piano strategico IT dell'Agenzia riconoscendone l'esclusività e l'innovazione
dell'idea e della app al punto di co-finanziarla».F.S.
Brevi
giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 37
REGIONE
VIA LIBERA IN CONSIGLIO AL PDL PER LE IMPRESE AGROMECCANICHE
Il Consiglio regionale ha approvato il progetto di legge, presentato da Davide Bendinelli (Fi), che
disciplina l'attività delle imprese agromeccaniche che In Veneto sono 1.750 (10mila in Italia), cui è
affidato il 65% delle lavorazioni con punte dell'85% nella raccolta di cereali e barbabietola.
VERONAFIERE
Presentata a Roma con il sottosegretario Castiglione la
rassegna che si terrà dal 6 al 9 febbraio
Fieragricola pronta al via. Prima tappa verso Expo 2015
Mantovani: «L'andamento del settore primario è
fondamentale per il Pianeta». Giorgetti: «Legame forte tra
Verona e l'evento mondiale di Milano»
giovedì 30 gennaio 2014 ECONOMIA, pagina 39
Claudio Maddaloni
ROMA
Il primo vero trampolino di lancio verso Expo 2015: questo, tra le altre cose, rappresenta l'edizione
2014 di Fieragricola, la manifestazione di Veronafiere, in calendario dal 6 al 9 febbraio, dedicata al
mondo dell'agricoltura giunta quest'anno alla 111esima edizione e a ben 115 anni di vita.
Un «legame forte», quello tra la kermesse veronese e l'evento mondiale del prossimo anno centrato
a Milano, che ha sottolineato il sottosegretario all'economia, Alberto Giorgetti, ieri durante il suo
intervento alla presentazione, a Roma, di Fieragricola, promettendo l'attenzione del governo sugli
aspetti fiscali per un settore «che rappresenta un'eccellenza per il Paese».
«Si cominciano ad affrontare in questa manifestazione», è stato il ragionamento di Giorgetti, «i temi
che saranno al centro di Expo 2015».
Anche perché quest'ultima sarà dedicata al tema «nutrire il pianeta», ha fatto notare il direttore
generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, sottolineando come in un pianeta la cui crescita
demografica è in continua accelerazione sia fondamentale proprio il settore primario, per il
sostentamento della popolazione. «La domanda globale cresce», ha esordito Mantovani, spiegando
come questa sia un'opportunità importante per le imprese agricole centrando in particolare
l'attenzione su quelle italiane: «Nel nostro Paese a fine 2013 ci sono quasi 800mila aziende, con un
calo su base annua del 4%. Ma il dato significativo è che le nuove imprese avviate da giovani sono
cresciute del 17%».
Questo «ritorno alla terra» è un fenomeno in forte crescita nel nostro Paese, e proprio su questo
Rassegna stampa dell'Eurodeputato Andrea Zanoni www.andreazanoni.it
punta la Pac (Politica agricola comunitaria), con la Ue che ha messo a disposizione ben 52 miliardi
per le aziende agricole italiane per il periodo 2015-2020. E proprio la Pac sarà al centro del
convegno inaugurale di questa edizione di Fieragricola, a sottolineare, ha spiegato il sottosegretario
alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione, «l'importanza delle scelte fatte in sede europea. In un
momento in cui tutti i settori a Bruxelles chiedono risorse», ha aggiunto, «l'agricoltura, grazie in
particolare alle pressioni italiane, è riuscita a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Il pianeta cresce, e
bisogna nutrirlo».
Ecco che dunque Fieragricola 2014 assume un'importanza fondamentale per dare una spinta alla
ripresa che sta appena cominciando. Attraverso due parole chiave, che sono state illustrate dal vice
presidente vicario di Veronafiere, Damiano Berzacola: trasversalità e internazionalizzazione. Con
oltre 1.100 espositori da moltissimi Paesi, la fiera si estenderà su nove padiglioni dove saranno
esposti anche oltre 600 animali. «La trasversalità», ha detto Berzacola, «riguarda sia gli espositori
che i visitatori», che arriveranno a Verona per gli animali, ma anche per i macchinari e per i tanti
convegni che animeranno la kermesse.
Il vicepresidente di veronafiere ha fatto notare che il reddito agrario nel nostro Paese è cresciuto in
un anno del 8,9%, a fronte di una media europea del meno 1,3%: un dato positivo che Fieragricola
punta a cogliere al volo per dare nuovo impulso alla crescita del comparto.