Una “Maratona” di Romanzi

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Una “Maratona” di Romanzi
Una “Maratona” di Romanzi
Intervista ad Andrea Frediani:
Nell’Ottobre del corrente anno, disponendo di una certa documentazione
Bibliografica in proposito, abbiamo deciso e tentato di contattare Andrea
Frediani, autore di romanzi storici nostro concittadino e vincitore del
premio “Orient Express” 1998 come miglior romanista, per ottenere
un’intervista.
Frediani, che tuttora vive e lavora a Roma ed ha al suo attivo diversi romanzi,
tra cui “300 Guerrieri” (2007), “Jerusalem”(2008), “Un eroe per l’Impero
Romano”(2009) e la trilogia “Dictator” (2010-11) e svariati volumi di saggistica
sempre di argomento storico, ha gentilmente ribattuto e si è reso disponibile a
rispondere ad alcune domande che qui di seguito esponiamo:
- Dottor Frediani, giacché l’intervista che mi accingo a raccogliere sarà preceduta, una
volta pubblicata, da un paragrafo introduttivo che spiegherà chi è Lei e di cosa trattano
le Sue opere, vorrei chiederle per prima cosa: perché un medievalista quale lei è ha
deciso di scrivere soprattutto romanzi e volumi di saggistica riguardanti non tanto l’Età
di Mezzo quanto, piuttosto, il periodo Greco-Romano?
- In realtà non mi considero un medievalista, ma uno storico a tutto tondo. Il
fatto che mi sia laureato in storia medievale piuttosto che antica o moderna
deriva da circostanze contingenti, ma a me la storia piace tutta. Negli
ultimi tempi, peraltro, il pubblico sembra gradire più romanzi ambientati
nell’antichità, pertanto l’editore mi chiede più volentieri di cimentarmi in
quell’ambito. Ma su Focus, nei saggi, nelle enciclopedie e negli allegati ai
quotidiani mi occupo di ogni epoca storica.
- Sempre a proposito delle sue scelte stilistiche, nei Suoi romanzi Lei prende in
considerazione un evento o un personaggio storico su cui v’è ampia documentazione
filologica, ma che fino ad oggi è comunque rimasto avvolto da un’aura di leggenda,
per poi ricamarvi su la trama del libro e tutta una serie di figure di fantasia che
rappresentano poi i sostegni narrativi della colonna portante del racconto, che sia
Cesare, Re Leonida o un chiunque altro da Lei citato. Eppure, nelle Sue opere, non
sono i vari Traiano, Milziade o Goffredo di Buglione a far da protagonisti, bensì proprio
quei personaggi secondari in genere non menzionati dai libri di scuola o dai Romanzi
storici, che invece spesso nei Suoi scritti compiono imprese degne di nota. Perché
dunque questa scelta “controcorrente” di soffermarsi sui piccoli uomini e sulle loro
vicende personali?
-
Nella mia lunga carriera di saggista, ho descritto le imprese di grandi e celebri
personaggi storici. I romanzi, al contrario, mi hanno offerto la possibilità di
raccontare una visione anche “dal basso”, di antieroi che, secondo me, hanno
un enorme potenziale narrativo.
Sono convinto che i perdenti siano in grado di appassionare il lettore
come e più dei vincenti.
. Mi piace prendere un personaggio che si sente inadeguato alle sfide che
deve affrontare, e osservare il suo stato d’animo mentre le affronta e prende
coscienza delle sue potenzialità, oppure dei suoi limiti. E’ anche un modo per
esplorare me stesso e l’animo umano in generale. Se ci si fa caso, nei miei
romanzi manca quasi del tutto la “voce narrante”; ogni episodio è narrato
dal punto di vista di uno dei protagonisti, perché desidero che il lettore ci si
immedesimi come ho fatto io scrivendolo.
- Rimanendo in tema, nel Suo ultimo Romanzo, “Marathon”, come d’altronde anche
in “300 Guerrieri”, Lei ci racconta nei dettagli un singolo episodio storico che non si
prolunga nel tempo, se non col prologo da cui poi si origina il racconto, gli ultimi giorni
della Prima Guerra Persiana.
In “Marathon” però il protagonista si triplica e la trama del libro poggia tutta
sull’incertezza degli storici sul nome del messaggero che annunciò l’arrivo dei Persiani
in Attica. Come suo lettore dunque le chiedo: Le piace la storiografia sperimentale o
trova semplicemente suggestiva l’ipotesi che i messi fossero più d’uno?
- Quello di “triplicare” il protagonista è un espediente narrativo per rendere
più avvincente e serrato il racconto di ciò che intendevo come un thriller con
unità di luogo e di tempo. La vicenda doveva essere narrata pressoché in
tempo reale e con un solo protagonista sarebbe stata noiosa. D’altronde, si
tratta di un’ipotesi non del tutto peregrina e assolutamente verosimile. Gli
autori di romanzi storici di storia antica, pur rispettando i paletti rappresentati
dalle notizie riportate nei documenti dell’epoca, devono approfittare di tutte
le occasioni che le fonti inadeguate offrono loro per riempire i buchi con quella
che LeGoff chiamava “immaginazione scientifica”.
Una
Sua particolare passione sono i “diorami”, ricostruzioni in scala di particolari
episodi storici ed i Suoi Romanzi mostrano sempre in copertina un’immagine a dir
poco epica o, comunque, molto suggestiva. Il quesito che dunque sorge spontaneo è:
sceglie lei le foto di copertina? E, se non avesse scoperto il proprio talento di scrittore,
Andrea Frediani potrebbe oggi essere un valente cartoonist o un grafico?
-Come tutti gli scrittori, purtroppo (o per fortuna, come direbbe il mio editore)
non ho alcun potere decisionale sulle copertine, che per contratto sono a
totale appannaggio degli editori. Se ne avessi, avrei evitato che il Cesare
rappresentato in copertina ne “L’ombra di Cesare” fosse vestito come un
semplice legionario, per giunta di epoca posteriore, e non somigliasse affatto
al Cesare reale. Se non avessi fatto lo scrittore, di sicuro avrei gravitato
nell’ambiente musicale, l’altra mia grande passione!
Infine,
ultimo, ma non meno importante quesito: leggendo vari romanzi storici, mi è
capitato di imbattermi nelle opere di Roberto Genovesi, novello romanziere che con
il suo “La legione occulta dell’impero romano” ridisegna un po’ i confini del genere
fondendolo alla radice con il Fantasy.
Nei “Ringraziamenti” a fine volume, Genovesi non dimentica di citarla per il suo
apporto di storico ai suoi libri e Lei, a Sua volta, lo nomina in tono lusinghiero
nelle ultime pagine della trilogia “Dictator”. Cosa pensa di questa nuova
dimensione “archeologico-magica” di cui probabilmente il Suo collega è uno dei primi a
scrivere?
-Genovesi, prima di essere un collega, è un caro amico dotato di grande
fantasia e di scrittura talentuosa. Devo dire che, da storico formato
all’università, non ho mai seguito il genere fantasy e trovo faticoso accettare
certe soluzioni troppo irreali. Ma Roberto si documenta in modo molto
accurato per i suoi libri, e i suoi inserti magici non stonano, anzi risultano quasi
verosimili. Ben vengano dunque tutti i romanzi che trattano di storia non in
modo cronachistico, come quelli descrittivi e prevedibili di una volta…
Bibliografia :
-“Il Sacco di Roma”- Giunti 1997
-“Costantinopoli 1453; l’ultimo assedio”- Giunti1999
-“Attila”- Giunti 2001
-“Gli assedi di Roma”- Newton & Compton 1997
-“Le guerre dell’Italia Unita”- Newton & Compton 1998
-“Gli ultimi condottieri di Roma”- Newton & Compton 2001
-“Le grandi battaglie di Roma Antica”- Newton & Compton 2002
-“Le grandi battaglie di Napoleone”- Newton & Compton 2002
-“I grandi condottieri di Roma Antica”- Newton & Compton 2003
-“Guerre e battaglie del Medioriente nel XX secolo”- N&C 2003
-“Le grandi battaglie di Giulio Cesare”- N&C 2003
-“Le grandi battaglie di Alessandro Magno”- N&C 2004
-“Le grandi battaglie dell’Antica Grecia”- N&C 2005
-“I grandi condottieri che hanno cambiato la storia”- N&C 2006
-“Le grandi battaglie del Medioevo”- N&C 2006
-“300 Guerrieri; la battaglia delle Termopili”- N&C 2007
-“Jerusalem”- N&C 2008
-“Un eroe per l’Impero Romano”- N&C 2009
-“Dictator (v.1, v.2, v.3)”- N&C 2010-11
Collaborazioni:
-“Storia & Dossier”- rivista
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-“Medioevo”- rivista
-“Focus Storia”- rivista
-“Focus Storia Wars- rivista
Testo informativo per la conferenza del 03/04/
2012
A cura di : OndanomalA redazione