Ambiente e salute in Francia

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Ambiente e salute in Francia
Ambiente e salute in Francia
Crocevia delle preoccupazioni degli operatori sanitari e dei professionisti dell'ambiente, la
salute ambientale in Francia è divenuta solo recentemente un vero e proprio ambito di
attività della sanità pubblica, con l'adozione nel 2004 di un primo Piano Nazionale SaluteAmbiente (PNSE), che nelle singole regioni si è declinato in Piani regionali saluteambientale (PRSE) a partire dal 2006.
Attori
Sebbene lo stato sia molto presente rispetto a questo tema, attraverso lo sviluppo di
politiche, regolamenti e controlli, esiste comunque una pluralità di organismi e soggetti
pubblici e privati che intervengono ai diversi livelli geografici e a titoli diversi: consulenza,
studi, definizione e attuazione delle politiche, sorveglianza sanitaria e ambientale,
gestione dei rischi... Si tratta di un tema sul quale hanno investito molto in Francia anche
le associazioni e gli utenti, sempre molto attenti ai rischi per la salute legati all'ambiente.
A livello statale, numerosi ministeri sono coinvolti sia nella tutela della salute della
popolazione sia nella protezione degli ambienti di vita: il Ministère du Travail, de
l’Emploi et de la Santé (Ministero del Lavoro, dell’Occupazione e della Salute), per la
prevenzione dei rischi per la salute legati all’ambiente (Direction générale de la Santé DGS), il Ministère de l’Ecologie (Ministero dell’Ecologia), per la salvaguardia
dell'ambiente, la sicurezza dei trasporti e degli edifici, la prevenzione dei rischi e
dell'inquinamento, il Ministère de l’Agriculture (Ministero dell’Agricoltura), per la qualità
dell’alimentazione (Direction générale de l’alimentation – DGAL), il Ministère de
l’Industrie (Ministero dell’Industria), per la sicurezza degli stabilimenti industriali e dei
consumatori.
Nelle regioni, questi ministeri sono rappresentati da nuovi servizi decentrati (creati nel
2009 e nel 2010): l’ARS - Agence régionale de santé (Agenzia Sanitaria Regionale), la DREAL
- Direction régionale de l’environnement, de l’aménagement et du logement (Direzione
regionale dell'ambiente, della pianificazione e dell'edilizia abitativa) la DRAAF - Direction
régionale de l’alimentation, l’agriculture, la forêt (Direzione regionale per l'alimentazione,
l’agricoltura, le foreste), la DIRECCTE - Direction régionale des entreprises, de la
concurrence, de la consommation, du travail et de l'Emploi (Direzione regionale delle
imprese, della concorrenza, del consumo, del lavoro e dell’occupazione). L'attuazione
delle politiche delle diverse direzioni regionali avviene a livello dipartimentale, per la
sanità grazie alle Délégations territoriales départementales - DTD (Delegazioni territoriali
dipartimentali) dell’ARS, e per l'ambiente attraverso le direzioni interministeriali:
Directions départementales des territoires –DDT (Direzioni dipartimentali dei territori) e
Directions départementales de la protection des populations – DDPP (Direzioni
dipartimentali della tutela della popolazione) o Direction départementale de la cohésion
sociale et de la protection des populations –DDCSPP (Direzione Dipartimentale della
coesione sociale e della tutela della popolazione) in alcuni dipartimenti. Il Prefetto
regionale e il Prefetto di dipartimento coordinano anche la protezione civile e mettono in
opera i sistemi di allerta della popolazione in caso di gravi fenomeni naturali o tecnologici.
Il posto occupato dalle collectivités territoriales (enti locali) nel campo della salute
ambientale è molto forte a livello dei comuni, che hanno dei compiti di igiene e sanità
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(gestione dei rifiuti, abitat). Le grandi città e le comunità dei comuni si occupano anche di
qualità dell'aria, in stretta connessione con i trasporti urbani. I Consigli generali e
regionali, anche se non hanno dei compiti specifici nel campo della salute ambientale,
possono comunque supportare programmi di ricerca o di studio, come nel caso della
regione Rhône-Alpes. I Consigli generali, tra i loro compiti di protezione materno-infantile,
partecipano allo screening per il saturnismo infantile e portano avanti anche degli
interventi a livello ambientale, compresa la lotta contro l'ambrosia (pianta dal polline
altamente allergizzante) in diversi dipartimenti del regione.
La maggior parte degli organismi di ricerca e di studio in materia di salute ambientale
operano a livello nazionale, alcuni con delle rappresentanze regionali. Essi affrontano i
legami tra la salute e l'ambiente sia in modo ampio, come l’InVS (Institut de Veille
Sanitaire – Istituto di Sorveglianza Sanitaria) e l'ANSES (l’Agence nationale de sécurité
sanitaire Alimentation Environnement Travail – Agenzia Nazionale di Sicurezza Sanitaria,
Alimentazione, Ambiente, Lavoro), sia con un approccio più tematico sugli ambienti di vita
o i fattori di rischio, come l’IRSN (Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire –
Istituto di Radioprotezione e di Sicurezza nucleare), l’INERIS (Institut national de
l’environnement industriel et des risques – Istituto Nazionale per l’ambiente industriale ed
i rischi), o l'ADEME (Agence de l’environnement et de la maîtrise de l’énergie – Agenzia
dell’ambiente e della gestione dell’energia) che si occupa anche della gestione dei rifiuti,
della qualità dell'aria, e del rumore... A livello regionale, gli ORS (Osservatori regionali
sulla salute) svolgono studi e realizzano supporti informativi (annuari, siti web) sulla salute
ambientale.
L'identificazione dei soggetti che si occupano di salute ambientale a livello locale è
complessa perché esistono pochi attori "generalisti" e molti "tematici" (che si occupano di
aria, acqua, rifiuti, alimentazione ...) con dei compiti molto specifici. Uno degli approcci
possibili per individuarli è quello di distinguere i diversi tipi di compiti dei vari attori:
‐
le politiche sanitarie e ambientali (cf Piani sotto citati) sono determinate spesso a
livello nazionale o regionale, di concerto con i diversi attori e sono guidate dai
servizi decentrati dello Stato. In misura diversa, a seconda degli argomenti, sono
coinvolti gli enti locali, i consigli generali ma soprattutto i comuni. I Piani locali
sono avviati dai prefetti o dai comuni, e spesso riuniscono molti attori locali.
‐
la sorveglianza sanitaria della popolazione (es: legionellosi, intossicazioni
alimentari, saturnismo…) è effettuata dai medici, che notificano i casi alle
delegazioni territoriali dell’ARS; e quest’ultime effettuano, se necessario, con il
supporto delle CIRE (Cellule regionali dell’InVS), delle indagini per determinare le
cause ambientali dei focolai d’infezione. La sorveglianza delle esposizioni
professionali é realizzata dai medici del lavoro.
‐
la sorveglianza e gli interventi ambientali sollecitano numerosi organismi, ognuno
dedicato ad un fattore di rischio specifico : si possono citare le associazioni AASQUA
della rete ATMO per la sorveglianza della qualità dell’aria, i servizi dell’ARS per il
controllo della qualità delle acque potabili e di balneazione, i servizi della DDPP
per l’igiene degli alimenti e la sicurezza dei prodotti per i consumatori, i Services
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communaux d’hygiène et de santé (SCHS) per i rischi relativi all’edilizia(insalubrità,
saturnismo, intossicazione da monossido di carbonio), i poli di competenza sul
Rumore (avviati dai prefetti di dipartimento che coinvolgono anche lo Stato e i
comuni) per l’inquinamento acustico…
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gli interventi informativi, di formazione, di prevenzione, sono condotte da
associazioni generiche e specifiche su una tematica, organi di concertazione(es: i
CLIC, Comitati locali di informazione e concertazione, creati intorno ai siti
industriali potenzialmente pericolosi), medici del lavoro e CARSAT (casse pensioni e
salute sul lavoro) nell’ambito dei rischi professionali… Le associazioni hanno anche
un ruolo sempre più affermato di “lanciatore di emergenze”, che consiste
nell’allertare i decisori pubblici su un rischio ambientale.
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Studi d’impatto sulla salute sono condotti dai CIRE, in collaborazione con le reti di
sorveglianza ambientale (per es. impatto sulla salute dell’inquinamento dell’aria a
livello cittadino). Anche i Registri di malattia (tumori, malformazioni congenite)
sono sollecitati per gli studi dell’impatto sulla salute degli insediamenti industriali
(inceneritori di rifiuti, siti nucleari…).
Per capire meglio i compiti di tutti gli attori che si occupano nella salute ambientale nella
regione Rhône-Alpes, è stato realizzato dalla ORS Rhône-Alpes, con il sostegno della
regione Rhône-Alpes, un annuario Salute e Ambiente: www. ors-rhonealpes.org/environnement /.
Piani
A livello nazionale, conformemente agli impegni presi dalla Francia alla conferenza
internazionale di Londra (1999), la politica in materia di salute ambientale si è
concretizzata nel 2004 attraverso un Plan national santé environnement – PNSE (Piano
nazionale di Salute Ambientale), che definiva un programma d'azione per il periodo 20042008. Il PNS è stato poi incluso nella legge sulla sanità pubblica del 2004, che inserisce
anche la salute ambientale tra le 5 priorità strategiche per il periodo 2004-2008.
Il PNSE2 è stato istituito per il periodo 2009-2013 dal Ministère de l’Ecologie (Ministero
dell’Ecologia), associando i 5 collegi del Grenelle de l’Environnement (Stato, eletti,
dirigenti, sindacati, associazioni). Gli obiettivi del PNSE2 sono:
1) definire le priorità d’azione per ridurre l’impatto dell’ambiente sulla salute
(attraverso la riduzione delle esposizioni a forte impatto sulla salute)
2) declinare il principio di precauzione per poter gestire i rischi poco noti
3) ridurre le disuguaglianze ambientali lottando contro le sovraesposizioni o le
esposizioni delle persone vulnerabili.
Riflettendo l'estensione del campo della salute ambientale, questo piano si articola con
tutti gli altri piani di salute pubblica e completa i piani sulla protezione ambientale.
Numerosi piani interagiscono con il PNSE2:
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i piani di sanità pubblica: piano Tumori, Plan national nutrition santé –PNNS (Piano
nazionale nutrizione salute), plan santé au travail –PNST (Piano salute sul lavoro),
plan accidents de la vie courante – AVC (Piano incidenti domestici), piano ondate di
calore, piano grandi freddi, piano di lotta contro l’introduzione della dengue e
della chikungunya
‐
i piani ambientali: i piani per la qualità dell’aria (piano clima, piano nazionale di
assegnazione delle quote di emissione dei gas serra, piano governativo per la
prevenzione della legionellosi, piano sui veicoli puliti, programma nazionale per la
riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici), i piani Rumore, piano per la
gestione della scarsità dell’acqua, il PIRP - Plan interministériel de réduction des
risques liés aux pesticides (Piano interministeriale di riduzione dei rischi legati ai
pesticidi), il Piano Ecophyto 2018, il piano PCB (policlorobifenili), i piani relativi
agli edifici insalubri (piano di eradicazione nelle abitazioni non dignitose, piano di
intervento d’emergenza contro i “commercianti di sonno” – posti letto a pagamento
per i senza tetto).
Sempre a livello nazionale, la legge Grenelle 2, promulgata il 12 luglio 2010, ha portato al
coinvolgimento dello Stato in sei grandi progetti, uno dei quali ha l’obiettivo di preservare
la salute attraverso la gestione dei rischi (alluvioni, rischi emergenti) la lotta contro i
fattori nocivi (inquinamento dell'aria, rumore) e una gestione più sostenibile dei rifiuti.
Questa legge prefigura anche una nuova governance ecologica, con un’ampia
concertazione a monte dei progetti, coinvolgendo lo Stato, gli enti locali, le imprese, le
associazioni e il pubblico.
A livello regionale e locale, troviamo la declinazione del PNSE, il Plan régional santé
environnement – PRSE (Piano Regionale di Salute Ambientale), le cui priorità sono
adattate al contesto di ogni regione.
In Rhône-Alpes, il I PRSE (2006-2010) comporta 26 azioni da mettere in atto, di cui 9
prioritarie, volte, in particolare a:
‐ ridurre le emissioni aeree di sostanze tossiche di origine industriale
‐ migliorare la qualità dell’acqua proteggendo le captazioni d’acqua e limitando
l’inquinamento dovuto ai pesticidi
‐ ridurre le esposizioni professionali ad agenti cancerogeni (CMR)
‐ migliorare la prevenzione dello screening del saturnismo infantile
‐ ridurre l’incidenza di legionellosi
‐ migliorare la lotta contro l’ambrosia.
Tutte queste azioni sono guidate dai servizi dello Stato, direzioni sanitarie regionali e
dipartimentali dell’ambiente, dell’agricoltura, dell’industria, del lavoro. Così come il
PNSE, il PRSE comporta numerose interazioni con gli altri piani regionali o locali di sanità
pubblica e ambientale:
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piani di sanità pubblica: PRSP -Plan régional de santé publique (Piano regionale di
sanità pubblica), PRST - Plan régional santé au travail (Piano regionale di salute sul
lavoro)
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piani sociali: PDALPD - Plans Départementaux d’Action pour le Logement des
Personnes Défavorisées (Piani Dipartimentali di Azione per la Casa alle Persone
Svantaggiate)
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piani ambientali: PCET - Plans Climat-énergie territoriaux (Piani territoriali Climaenergia), PDU - plans de déplacement urbain (Piani per il trasporto urbano), PPA Plan de Protection de l’Atmosphère (Piano di Salvaguardia dell’Atmosfera), PRQA Plan Régional de la Qualité de l’Air (Piano Regionale per la Qualità dell’Aria),
SDAGE –Schémas Directeurs d’Aménagement et de Gestion des Eaux (Programmi
Principali per l’Organizzazione e la Gestione delle Acque), cartografie del
rumore,piani di eliminazione dei rifiuti…
Se ci si interessa alla prevenzione dei rischi naturali, tema di attualità sulle Alpi, dove
questi rischi sono elevati, si possono citare numerosi piani e programmi:
‐ il piano ClimChAlp -Changement climatique, impacts et stratégies d’adaptation dans
l’espace alpin (Cambiamento climatico, impatti e strategie di adattamento nello spazio
alpino): 22 istituzioni pubbliche di 7 paesi europei (Germania, Austria, Francia, Italia,
Liechtenstein, Slovenia, Svizzera) sono associate nell’ambito del Programma Interreg 38
Alpine Space, al fine di realizzare una gestione concertata dei rischi naturali
(www.climchalp.org)
‐ l’operazione «Siti pilota di gestione integrata dei rischi naturali»: nell’ambito della
Convenzione CIMA e del Programma POIA, lo Stato, la Regione Provence-Alpes-Côte
d’Azur e la Regione Rhône-Alpes finanziano per il periodo 2007-2013 un’operazione
sperimentale per promuovere concretamente un approccio integrato per la gestione dei
rischi naturali in montagna, a partire da siti pilota volontari, generalmente su scala pluri
comunale (www.risknat.org/activites/sitespilotes.html).
‐ Azioni informative e di prevenzione dell’IRMA -Institut des risques majeurs (Istituto dei
rischi maggiori) presso i comuni, gli istituti scolastici, la popolazione, o ancora i
programmi di formazione e d’informazione dell’ANENA - Agence nationale pour l’étude
de la neige et des avalanche (Agenzia nazionale per lo studio della neve e delle
valanghe).
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