Scarica - Banda Sociale di Cavalese

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Scarica - Banda Sociale di Cavalese
S…BANDANDO
Giornalino della Banda
Sociale di Cavalese
Redazione:
Davide Ventura
Indice
♫ Interviste
Intervista alla vecchia redazione
p. 1
Intervista doppia
p. 3
(Trombone)
Carla Vargiu
(Clarinetto)
Eleonora Mocellin
(Percussioni)
♫ Assemblea
Verbale molto poco ufficiale dell’assemblea
p. 5
♫ Masterclass
Fabrizio Vaia
(Percussioni)
Mirco Zendron
(Corno)
Valentina Chelodi
Esperienze musicali…e umane
p. 7
♫ Rafting
Finché il gommone va
p. 9
♫ Trasferta
(Percussioni)
Trasferta Spilamberto (Tigelle e Lambrusco)
p. 11
♫ Natale 2010
Programma del Concerto
p. 12
♫ L’angolo dell’autore
Gustav Holst
p. 14
♫ Die Bremen Stadt-Musikanten
p. 17
Le opinioni espresse negli
articoli
appartengono
ai
rispettivi autori, i quali si
assumono ogni responsabilità.
E' vietata la riproduzione totale
o parziale degli articoli senza
la citazione della fonte
♫ L'angolo dei Giochi
Quesiti
p. 19
♫ Cruciverbone
Concorso
p. 23
INTERVISTA ALLA VECCHIA
REDAZIONE
di Valentina Chelodi e Carla Vargiu
Ci sembra più che giusto iniziare questo giornalino con un'intervista ai nostri
vecchi colleghi, che qualche anno fa hanno voluto intraprendere la nostra
stessa strada.
Contattati alcuni elementi dell'ex redazione, iniziamo con le domande.
Vediamo subito negli occhi degli intervistati un certo disagio. Probabilmente
si rendono ancora più conto di come sono invecchiati, di come il tempo è
trascorso. Di come i giorni in cui erano LORO a far le interviste siano ormai tramontati. Ma un certo
entusiasmo, sottolineato dal fatto che sono centro di un'intervista, ha il sopravvento, manifestandosi con un
forte luccichio negli occhi.
♫ Da che cosa/ da chi è nata l'idea di creare un giornalino della banda?
(Romina)
“Probabilmente era un modo per trovarsi al di fuori delle prove, e soprattutto per farsi quattro risate in
compagnia, prendendo di mira qualche sezione o qualche elemento “particolare” della nostra banda.”
♫ Come è nato il nome?
( Debora, con sicurezza sconcertante nel recuperare remoti ricordi )
“Mah, la scelta è stata piuttosto dettata dal caso. Alcune di noi avevano sotto mano il giornalino del
Pentagramma, e abbiamo notato un piccolo trafiletto intitolato appunto “S...bandando”. E' stata
un'illuminazione. Eravamo alle prime armi, Tesero aveva già il suo giornalino della banda e noi non
potevamo dimostrarci inferiori. Tutto è poi venuto di conseguenza.” ( Insomma...)
♫ Chi eravate?
( Manu, dimostrando una difficoltà sconcertante nel recuperare remoti ricordi )
“Mi me ricordo : Debora, Romina, Flavietta, Heidi, Franca, Monica Macuglia e Ghetta ( prima della
vocazione ). Dovete tener conto che comunque io non facevo parte di questa redazione nelle prime
edizioni.”
♫ Secondo voi è stata una bella esperienza?
( Debora, con un sorriso illuminato )
“Sì, senz'altro molto divertente. ( Ed abbandonandosi all'inflessione dialettale ) Anca se l'era en casin
catarse la sera ad organizzare. Le domande erano comunque piuttosto sciocche e il fattore in
assoluto più divertente era appunto vedere le espressioni degli intervistati durante le domande. Inoltre
eravamo solo donne ( tutti i clarinetti, tranne Franca e Manu ) e ciò rendeva una complicità all'interno
del gruppo senza paragoni.”
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(Romina)
“È stata una bella esperienza e consiglio vivamente alla nuova redazione di riprendere in mano
questa iniziativa.”
♫ La banda appoggiava con successo questa iniziativa?
( Debora )
“Si, non c'è dubbio. Basti pensare che Ezio aveva scolpito nella roccia questa legge: “ Il giornalino
verrà distribuito a fine prove”. Infatti, i bandisti se lo mangiavano letteralmente in un boccone, affamati
di intrighi e ruffianate varie, perdendo il vero motivo per cui erano lì in sede : SUONARE.”
(Romina)
“Sicuramente tutte le persone della banda ci hanno appoggiato. Aspettavano con ansia l’uscita di
S…bandando, anche se per le interviste erano piuttosto latitanti, soprattutto qualche “orso” che faceva
parte degli ottoni.”
♫ Parlando dei contenuti, chi
inventato lo strumentoroscopo?
ha
(Romina)
Non saprei rispondere.
♫ Come mai S...bandando si è eclissato?
( Debora )
Beh, fondamentalmente per mancanza di tempo. E' nato Nicola, non arrivavamo più a ritrovarci. C'era
chi studiava, chi lavorava e tutto è andando sfumando.
(Romina)
Gli studi lontano da casa e l’impegno in sé ci hanno diviso e per noi della redazione è stato sempre
più difficile incontrarci, quindi penso che S…bandando sia sparito per questo.
♫ In conclusione, avete qualche consiglio da dare a noi giovani matricole?
( Debora )
NO. ( ridendo ) L'importante è divertirsi e far divertire.
( Manu )
I giovani, se ne rendono poco conto, ma loro sono l'anima ed il futuro della banda. In ogni cosa, nel
giornalino, nella vita bandistica, ci saranno sempre alti e bassi ma bisogna farne fronte, andare avanti.
Ricordate : Se con tegnir DÜRO!!!!
(Romina)
Cercate di coinvolgere il maggior numero di persone possibile, perché qualcuno lo perderete sempre
per strada, e soprattutto dopo le prove o le uscite buttate giù due righe, così niente andrà perso e
quando scriverete il giornale vero e proprio sarà più facile raccogliere i pezzi. In bocca al lupo! Un
abbraccio. Romina
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INTERVISTA DOPPIA
Matteo
30
NOME
ETà
Andrea
28
Cavalese
PROVENIENZA
Belluno
Sposato
STATO CIVILE
Celibe
42/43
N. CALZATURA
42
pizzetto
SEGNI PARTICOLARI
Bellissimo (dice lui)
Laurea in matematica
(ovviamente comprata!)
TITOLO DI STUDIO e/o
TITOLO DI STUDIO
COMPRATO
Titolo di studio
Promotore finanziario
PROFESSIONE
Musicista
Presidente della Banda
Sociale di Cavalese
VERA PROFESSIONE
Navigatore di Facebook
Diventare il Presidente del
Consiglio
SOGNO RICORRENTE
Indicibile
Corno in FA
STRUMENTO
FIAT punto EVO
Fagotto
STRUMENTO CHE
VORRESTI SUONARE
Trombone
Dal 1993
DA QUANDO SUONI
Da 19 anni
Quello che devo ancora
suonare
MIGLIOR BRANO SUONATO
Non è ancora stato scritto
PEGGIOR BRANO
SUONATO
Sono indeciso tra la sala
prove di Cembra e la
discoteca del Veronza
POSTO Più BISLACCO IN
CUI HAI SUONATO
Corno da pastore
STRUMENTO Più
BISLACCO CHE HAI
SUONATO
Usti!..(pensando....)
Rapsody in Blue
Antonietta Amico
(Risatina)... il cesso del
Conservatorio di Trieste
Gomma dell'acqua imbuto
Roberto Ghetta
PRIMA PERSONA DELLA
BANDA CON CUI HAI
PARLATO
Claudio
Carla
ULTIMA PERSONA DELLA
BANDA CON CUI HAI
PARLATO
Carla
Gola
PECCATO PREFERITO
Gola
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Non ho tempo di seguire
SE TI PROPONESSERO UN
CORSO DI “LAUNEDDAS”,
ACCETTERESTI?
Assolutamente si
Si, se da bere di resta
REGALERESTI UNA
BOTTIGLIETTA DI ACETO
BASLAMIDO DI MODENA
D.O.P AL TUO COMPAGNO
D'INTERVISTA?
No
No, però l'ho vista ballare
all'ultimo matrimonio a cui ho
partecipato
Grazie per il tempo che
dedichi alla banda
Smak
HAI MAI BALLATO LA
PIZZICA?
Si, malissimo quando ero
ubriaco
FAI UNA DEDICA ALL'ALDO
Che la forza sia con te!!
DATEVI UN BACIO IN
CONCLUSIONE
DELL'INTERVISTA
Smak
a cura di Carla Vargiu
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VERBALE “MOLTO POCO UFFICIALE” ASSEMBLEA
11/09/2010
di Carla Vargiu
Ore 19.05.
Impreco contro la tecnologia. Il mio computer proprio ora doveva andarsene in ferie? Sono furibonda, perché
l'assemblea è già iniziata da 5 MINUTI ed io devo sempre dare mostra della mia estrema puntualità.
D'altronde, avevo promesso a Matteo che avrei portato le foto della trasferta, per farle vedere a tutti i bandisti,
e quindi, di presentarmi a mani vuote non se ne parla proprio.
Ore 19.15.
Prendo la mia chiavetta con le foto della trasferta, tutta trafelata, con mia madre che si arrende all'inevitabilità
che la mia puntualità mi ha abbandonato per sempre.
Ore 19.26.
Un po' intimorita a mettere piede in sala prove mi faccio coraggio. Noto che la porta della sala è aperta; inizio
a scendere quelle scricchiolanti scale, e ogni passo sottolinea il mio ritardo. Entro nella stanza, e in men che
non si dica ricevo sguardi inquisitori da ogni dove.
Ore 19.30.
Mi ritrovo seduta al banco a scontare la mia pena. Segretario dell'assemblea. Si sa, la clemenza dei bandisti è
infinita, ed io ne assaggio il commovente sapore.
Sono presenti 40 bandisti su 55. Il presidente dell'assemblea, il giovane Davide Ventura, dà la parola al
presidente dell'associazione, che rompe il ghiaccio con il suo discorso e, affidandosi alla tecnologia, ci fa
vedere un video davvero molto interessante.
La parola passa poi all'Assessore alla Cultura, Sergio Finato, che ringrazia la banda per il suo impegno anche
nelle manifestazioni e nei momenti istituzionali.
Ora tocca al nostro maestro, Andrea Gasperin.
Gli sguardi dei bandisti s'incrociano fulminei. - Quale predica dovremo subire? - è un po' il pensiero generale.
Ed Andrea, con un sorrisetto crudele e uno sguardo spietato, fra sé e sé borbotta – Benvenuti all'Inferno -.
Meglio di quanto so possa credere. I complimenti non mancano, nel concerto di Natale il maestro ha notato un
buon impegno generale ed il risultato ne è stato la prova. Riceviamo lusinghe per quello di Pasqua,
accompagnate anche dai complimenti del M° Cober e degli altri maestri dell'ISEB, ricevuti in occasione di una
prova tenutasi in teatro. E a noi, bandisti increduli e scioccati dalle belle parole di Andrea, inizia a spuntare un
timido sorriso sulle labbra. Ci sentiamo realizzati, soddisfatti. Poveri stolti, la mazzata deve ancora arrivare.
Andrea percepisce subito la nostra effimera illusione, e approfitta del momento. I CONCERTI ESTIVI. Ci
blocchiamo, quasi impauriti dal giudizio imminente. Per lui sono stati il solito “neo”, perché ha sempre
l'impressione che vengano fatti perché bisogna farli. Inoltre la frequenza a prove è stata in media davvero
irrisoria... Eccola.... la mazzata ...
Ma Andrea, santo ed immacolato, ci dà dei consiglii:
-In verità, in verità io vi dico, SUONARE SEMPRE BENE DEVE ESSERE UN'ABITUDINE.
-Non adagiatevi sugli allori; il vostro delicato peso li farebbe appassire
-Non prendete esempio da me; innalzatevi nella vostra crescita, la quale comporta STUDIO REGOLARE
e ESPERIENZE
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-Perché, se onorerete questi comandamenti, grande sarà la vostra ricompensa professionale e umana Ci sentiamo disorientati da tutta questa saggezza e profondità d'animo, ma d'altronde lui è il Maestro.
Il nostro sbigottimento è evidente, e allora Andrea, conscio di aver lasciato una ferita in ognuno di noi, pensa
bene di ricucirla con una proposta: “E se vi dicessi che il prossimo anno andiamo in Spagna?”
Rialziamo lo sguardo stupiti. Che uomo dall'infinita carità. Guardiamo il presidente che annuisce, confermando
le parole del maestro. Andrea ci spiega che ha ricevuto già tre inviti spagnoli, e che vorrebbe accettarne uno in
particolare. La location sarebbe vicino a Valencia e per quanto riguarda il periodo sta a noi scegliere: o maggio
o settembre, mesi ideali per via del grande caldo che colpisce quella regione. Sicuramente per il valore
potenziale dell’esperienza sarebbe un’opportunità da cogliere al volo.
Chi entusiasta, chi non del tutto convinto, ascolta trepidante gli altri programmi che ci attendono per il 2011:
- concerto di Pasqua;
- rinnovo sito internet;
- rinascita del giornalino della Banda ( ed eccolo qua tra le vostre mani )
- possibile ritorno degli amici brasiliani;
- Progetto Streghe.
Quest'ultimo è un'idea appena concepita. Il progetto prevede una collaborazione con un compositore siciliano
ed un clarinettista, anch'esso siciliano. Il primo, amico del maestro, si è offerto per scrivere un brano per
banda e clarinetto solista. Il secondo, clarinettista di fama internazionale, verrebbe a suonare il brano come,
appunto, solista. Si sta pensando, vista la disponibilità del diretto interessato, di realizzare anche un
Masterclass per clarinetti. Il tema di questa composizione riguarda ovviamente le streghe; una tematica
strettamente legata alla nostra cultura valligiana, basti pensare alla rievocazione storica che si tiene ogni anno
a gennaio. L'idea, quindi, è quella di organizzare una settimana “a tema”, coinvolgendo altre associazioni locali
e attività commerciali della zona.
Insomma, il nostro presidente, che in mancanza di altri candidati è stato rieletto all'unanimità, e il nostro
maestro, traboccano d'iniziative e proposte.
L’assemblea volge al termine alle 22:11 concludendosi con la visione di un video della banda piuttosto antico
(chi fosse interessato può chiederne una copia a Debora).
Ma la serata è appena iniziata! Ci aspetta la squisita pasta offerta da Sat, accompagnata da assaggi
provenienti direttamente da Spilamberto. Ovviamente non mancano i dolci, stupende delizie delle nostre
cuoche bandiste.
Anche questo è la Banda di Cavalese.
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Esperienze musicali... e umane
di Eleonora Mocellin
“Dedicarsi alla musica porta inevitabilmente ad una ricerca costante dell'equilibrio tra abilità, cultura musicale e
valori umani, perché solo fondandosi su questi tre pilastri la musica può raggiungere la sua massima
espressione” cit.
2 agosto 2010: partenza per Spilimbergo. Il viaggio si è dimostrato molto tranquillo, anche se proprio in quelle
tre ore ho avuto modo di pormi delle domande: “Che accadrà in questa settimana? Che persone conoscerò?
Sarò all'altezza?”
Personalmente la tensione era presente, ma
appena siamo arrivati alla scuola dove si è
tenuto il master, tutti i miei dubbi, le mie
paure (se così possiamo definirle) sono
scomparse. Ci siamo registrati, ci sono stati
consegnati i cartellini nominali e via, a
lezione!
L'Istituto musicale Guido Alberto Fano,
associazione di cultura musicale ed
umanistica, promuove i Corsi internazionali
di perfezionamento musicale dal 1999, e il
numero di iscritti è ogni anno in aumento,
sintomo di grande interesse e soprattutto
qualità.
L'impatto con chi mi circondava, i professori,
lo staff e tutti i musicisti è stato dei migliori, e subito mi sono resa conto di essere affiancata da persone
simpatiche amichevoli disponibili, ma sopratutto umili. Il corpo docenti è formato da insegnanti di altissimo
livello provenienti dalle principali orchestre italiane ed estere, che senza alcun problema hanno messo a
disposizione le loro conoscenze per concretizzare e perfezionare il potenziale musicale di ogni singolo allievo.
Dopo una prima mattinata di lezione generica ci siamo ritrovati nella palestra, dove tutti i partecipanti hanno
avuto modo di pranzar;, perfetto luogo di incontro, grasse risate ma sopratutto conoscenze!
Le nostre giornate sono state scandite generalmente in lezioni private con gli insegnanti o studio personale, e
prove con le tre orchestre di fiati formatisi all'interno del corso di perfezionamento musicale. Nello specifico
siamo stati suddivisi in Orchestra di fiati Giovanile, formata da musicisti molto giovani e con minori esperienze
musicali, diretta dal grandissimo e originale Professor Carlo Pirola e dal Professor Fabrizio Fontanot;
Orchestra di fiati Spengenberg, diretta dagli allievi del corso di direzione, tra i quali il nostro caro maestro
Andrea; ed infine Orchestra di fiati Alpe Adria, formata da musicisti esperti nella quale suonavamo pezzi molto
difficili e articolati, diretta dal famoso direttore Josè Rafael Pascual Vilaplana e con la quale abbiamo tenuto un
concerto nella capitale slovena Lubiana.
La particolarità di questo masterclass è da sempre l’ispirazione ad un tema di grande rilievo, attorno al quale si
sono sviluppate le scelte dei vari pezzi; quest’anno il fil rouge dei tre concerti è stato “La Musica e L’Ecologia”.
Per quando riguarda invece le serate, le abbiamo trascorse scoprendo il centro medioevale della cittadina,
oppure nei bungalow dove eravamo alloggiati; altro grande momento di condivisione, amicizia e creazione di
armonia, caratteristica dominante in ogni formazione musicale.
Il corso si è concluso con una bellissima giornata, dove alla mattina si sono esibite nuovamente alcune
ensemble, mentre nel pomeriggio fino a sera è stata la volta dell'esibizione delle tre orchestre di fiati.
Preparazione di sedie, leggii, microfoni, cavi, spie, percussioni e che lo spettacolo abbia inizio! Purtroppo il
tempo in alcuni momenti non è stato dalla nostra parte (ma essendo ottimisti preferiamo pensare che si è
commosso per la bravura dei musicisti), nonostante ciò la piazza è rimasta gremita di spettatori.
Grande soddisfazione: ognuno di noi aveva qualche piccolo ostacolo da superare, e dopo una settimana di
studio e fatica, quale migliore occasione per mettersi alla prova? Personalmente, posso ritenermi pienamente
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soddisfatta dopo questa mia prima esperienza ad un corso di perfezionamento, e ringrazio ancora una volta
chi mi ha spronato al massimo affinché partecipassi. Ho scoperto nuovi punti di vista, e nuovi stimoli per
proseguire lo studio della musica, ho condiviso opinioni ed esperienze con persone sicuramente di livello
molto più alto del mio, ma appunto questo mi ha spinta a prefissarmi nuovi obiettivi.
Ho ricevuto una splendida e-mail dal professor Carlo Pirola, e sento il bisogno di condividere alcune di queste
parole con voi, per il semplice desiderio di trasmettere quello che veramente ho raccolto in quest'esilarante
settimana: ”A volte un semplice pensiero, un'intuizione, un'immagine, la presenza di persone simpatiche e
brave, ti regala uno sguardo diverso sulla vita, ti migliora, ti fa cercare la qualità, il positivo e tendi alla miglior
realizzazione...perché la musica ha questo forte potere, sociale, culturale e artistico. Questo modo divertente
di fare musica penetra nel profondo del cuore e vi dimora per sempre.”
Spero di avervi trasmesso tutta l'essenza di questa meravigliosa esperienza, e consiglio a tutti di partecipare
almeno una volta nella vita ad un corso di perfezionamento musicale di questo tipo; in primis per la riscoperta
delle proprie capacità magari assopite, e cosa ancora più importante per condividere un po’ del vostro tempo
con tutte le persone che come voi hanno un unico grande amore, la Musica.
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FINCHÈ IL GOMMONE VA...
...
di Carla Vargiu
Una domenica mattina di luglio come tante. Il sole faceva capolino dal versante est ( e fin qui niente di nuovo
), giocando a slalom con le nuvole che minacciavano una giornata che si preannunciava diversa dalle altre.
L'aria fresca, piacevole ed inebriante che risveglia il corpo, era la prova concreta di un acquazzone che aveva
rinfrescato la nostra vallata la notte appena trascorsa. L'umidità mattiniera del verde cavalesano penetrava
nelle narici, le goccioline di rugiada venivano illuminate dai caldi raggi del sole quando riuscivano ad aver
ragione delle nuvole, creando giochi di linee e luce che solo gli occhi più attenti possono ammirare e godere.
Ok, va bene. Basta descrizione. Savè tutti come che l'è Cavales dapò na nottada de pioza “come Dio la
mandava!”
Veniamo quindi al punto. Il giorno ....... era stato organizzato un avvincente ed entusiasmante RAFTING con la
stupenda compagnia della Banda.
Compagnia che, escludendo:
coloro che lavoravano la domenica mattina
coloro che dovevano dormire dopo un sabato insonne
coloro che dovevano presentarsi ad un concerto
e infine coloro che “gli aveva semplicemente sghega” o che come D. V. pensano che: “el rafting el rovina la
fauna ittica, e dapò che pescheli ché i pescadori?”
la Grande compagnia della banda si era ridotta nelle persone di:
-Sonia + consorte Egon,
-Valentino + consorte Paola + figlia Sara ( pacchetto famiglia )
-mitico Franco
-Matteo the president + first lady Manuela
-Carla
-Mirko
Insomma pochi....ma divertimento assicurato!
Dopo un'incomprensione sul luogo del ritrovo ( non facciamo nomi ) ci siamo tutti ritrovati belli “insaccati”
all'interno di tute che risaltavano i nostri fisici atletici.. Ci rendevano proprio “professional” e ci sentivamo dei
fighi assurdi, invincibili, belli, forti.
Quindi...indossato il giubbotto, calzate le maleodoranti scarpette gommolose con le quali sembrava di avere al
posto dei piedi due viscidi pesci, posizionato il casco sulla testa, impugnata la pagaia dalla parte dell'OLIVA, ci
siamo incamminati verso morte cert....pardon....verso i nostri gommoni.
Dopo una veloce spiegazione da parte dell'istruttore su tutto ciò che interessa il “Uafting, sull'impugnatuua
della pagaia e sul ueggeusi bene al gommone se non volete che vi veniamo a ripescaue a Stuamentizzo”,
(NOTA BENE: il nostro istruttore aveva la R moscia) ci siamo dovuti inzuppare per bene nelle invitanti acque
“avisiane” che di certo non fumano per l'elevata temperatura.
Dopo questa prova bagno che ci ha sicuramente rinvigorito le membra ( tanto che ne moveven come robot da
quanto eren duri ), ci siamo divisi in due gommoni diversi. Nel mio, dove i capitani erano Matteo e Franco, e
dietro Mirko e Manuela, nonostante la nostra professione richieda una certa predisposizione al ritmo, abbiamo
impiegato un po' prima di riuscir a far andare tutte le pagaie in sincronia.
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Invece, ci siamo rivelati dei veri e propri campioni nel beccare quei pochi sassi che spuntano dalle ricche
acque di luglio dell'avisio e nell'arenarci su di essi ogni qualvolta ci si presentava l'occasione. Tanto che non
era più una novità ritrovarci sempre gli ultimi di 5 gommoni.
Che sia stata colpa dell'istruttore che, non valutando bene le situazioni, non dava a noi i giusti comandi?
Probabile, noi bandisti sappiamo superare scogli ben più grossi dei sassi dell'Avisio.
A ognuno la propria
riflessione.
Insomma, dopo esserci arresi all'inevitabilità di essere ultimi, iniziavamo a goderci bene il nostro percorso, e
quando riuscivamo a percorrere 10 m senza arenarci era una gran gioia!
Ma ora arrivava la sfida più grande, emozionante, entusiasmante: IL TUFFO DALLA CASCATA!
Solo pochi i temerari... solo pochi i coraggiosi...solo pochi sopravvivevano a questa dura prova! Si trattava di
un passaggio proprio ai piedi della cascata dove la pressione dell'acqua ma soprattutto la temperatura erano
da brivido...sconcertante...Il nostro Franco è stato vinto da questo temibile passaggio che non perdona
nessuno, non chiude un occhio nemmeno se ti chiami “Franco Vaia”. Quand'ecco spuntare a passi lenti e
contenuti sulla roccia la nostra Sonia...Che prova...che coraggio! Ma il peggio doveva ancora venire...il tuffo
nel bacino oscuro dove l'acqua ristagnava e
riposava dopo la sua vertiginosa scivolata nel
vuoto. Un'altezza di 6 metri, a corpo libero, che ha
intimorito anche la nostra temeraria Sonia. Vedo gli
occhi sbarrati della Manu che sussurra : “ Son
contenta de no averghe provà, parchè se l'ha
paura la SONIA!” Nel frattempo la nostra flautista,
incerta sul da farsi, viene raggiunta dal suo Egon
che con prova di grande coraggio si tuffa senza
pensarci due volte. Ma non serve per infonderle
coraggio. Ecco sbucare dal corridoio d'acqua
anche Valentino, e poi Paola, che si buttano
praticamente subito dimostrando di essere dei veri
“Cuor di Leone”. Sonia, attonita, non si smuove, non ne vuol sapere di tuffarsi. Ma viene raggiunta da Matteo,
che anche lui si tuffa senza grossi problemi sotto gli occhi della sua fiera mogliettina. Sonia ancora non ne
vuole sapere di tuffarsi...ma tornare indietro non si può...QUELLA è l'UNICA via. Così, infine, presa a
braccetto dall'istruttore e con il nostro esaltato tifo ( inutile, perchè l'acqua scrosciante copriva ogni suono )
Sonia ha saltato la Sua Roccia. Dopo questo fatto, ci siamo rimessi ognuno nel proprio gommone per
proseguire con la nostra “gitarella” in acqua.
Ed è stato stupendo vedere l'Avisio da un altro punto di vista, un panorama invidiabile. Qualche ultimo tuffo
subito dopo Molina ci ha fatto risalire l'adrenalina, anche al Franco che dopo qualche ripensamento si è tuffato
dopo di me. Morale: l'età vera non è quella anagrafica.
Risaliti per percorrere l'ultimo percorso che ci aspettava, ci siamo ritrovati miracolosamente...primi tra tutti i
gommoni! E' proprio vero, gli ultimi...saranno i primi!
Mentre tornavamo al campo base con il pulmino, ripensavamo con gioia a quelle vere emozioni provate
assieme, ma...lo stomaco reclamava...e come dargli torto!
Così, con un bel pasto alla trentina a base di “polenta, formai, fasoi e luganega” accompagnato da
“en bon bicer de bira” si concludeva un altro avventuroso capitolo di questa banda che, forse messa
a dura prova dopo l'avvento del nuovo maestro, ormai...non si ferma più davanti a nulla!
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TRASFERTA SPILAMBERTO
di Mirco Zendron
Ecco che finalmente, dopo una serie di concerti svolti all'interno delle valli di Fiemme e Fassa, ci siamo spinti
al di là del confine....Spilamberto.
Dopo un lungo viaggio di due ore, siamo giunti a Maranello dove ci siamo recati al museo della Ferrari. Grazie
alle due ore di libertà concesse per visitarlo, abbiamo potuto “accarezzare” queste macchine da favola. Ma la
fame iniziava già a farsi sentire, e quindi ci siamo diretti al parco lì vicino dove, con pane ed affettati, abbiamo
placato lo stomaco borbottante. Una bella partita a ruba bandiera, che ci ha fatto un po' smaltire i grassi
appena assunti (è risaputo come noi musicisti teniamo alla linea), ha messo in evidenza le grandi qualità dei
nostri bandisti, maestro compreso.
Ripartiti, dopo un'altra mezzora di viaggio, siamo giunti a Spilamberto dove, con somma soddisfazione ci
siamo accasati in un lussuoso hotel.
Liberati finalmente delle fatiche del viaggio e dopo aver approfittato dei morbidi letti, della palestra e della
veranda che ci offriva l'hotel, ci siamo diretti curiosi (almeno alcuni) verso il museo dell'Aceto Balsamico
Tradizionale di Modena DOP. Qui abbiamo potuto osservarne la fabbricazione e anche apprezzarne la
qualità....
Ed ecco che, visto il museo, non poteva starci più che bene una buona merenda a base di cicciolini e
formaggio offerta dai nostri colleghi spilambertesi.
Nelle due ore buche prima del concerto abbiamo visitato lo splendido centro storico di questa città, chi con un
gelato, chi facendo shopping e chi godendosi un po' di sane risate.
Ormai il tramonto si presentava, annunciandoci l'avvicinarsi del concerto...
Prima una bella sfilata di cinquanta metri e poi dritti sul palco dove aleggiava un gustoso profumo di patatine
fritte appena cotte e... pronti via! Tra qualche stecca e qualche errore siamo comunque giunti soddisfatti alla
fine del concerto, tra applausi e complimenti ricevuti dalla gente deliziata dalla nostra bravura e dalla
disinvoltura del maestro che si prodigava a dirigere l'ultima marcia con una bella “luganega”.
Ed ecco che....finalmente...arriva la cena! Infatti dopo aver caricato gli strumenti abbiamo raggiunto il cortile
dell'oratorio, dove i gentili paesani ci hanno regalato una cena a base di piatti tipici del luogo, tra cui spaghetti
una specie di pasticcio, tigelle e lambrusco.
La serata è poi trascorsa in allegria con bevute e brindisi, e con il concerto del cervo innamorato offerto
gentilmente dalla bandista Carla.
Ma è ormai giunta e superata la mezzanotte, e così rientriamo stracolmi e appesantiti all'hotel dove tutti
appena arrivati si infilano in camera; soprattutto in una a far festa, mentre altri preferiscono giocare a carte...
finchè ormai stanchi e sicuri del fatto che se non si va a letto si rischia la mattina seguente di ritrovarsi con una
banda di zombie, tutti s'infilano nel letto e cercano almeno di riposarsi.
Dopo un'alzataccia al mattino seguente e dopo una ricca colazione a base di ciambelle e brioches,
raggiungiamo di nuovo il centro storico di Spilamberto dove “sfiliamo” per quasi un'ora e alla fine con una
bella foto d'insieme lasciamo il nostro ricordo alla banda locale.
Fiacchi, sudati e accaldati per il clima afoso dell'Emilia-Romagna, cominciamo il viaggio di rientro, ma prima
una bella sosta al parco della Sigurtà dove, tra viaggi in treno, passeggiate nei prati, e corse spericolate con la
golfcart, una delle quali guidata da Jacopo Bellante (e se dis za tutto), diamo libero sfogo al relax.
Purtroppo è ormai sera, e risaliti in pullman ripartiamo un po' tristi perchè anche questa trasferta sta per
concludersi. Ma le partite a poker, all'assassino e a dubito ci tirano su il morale, facendoci passare anche
questo viaggio in allegria.
Alla fine giungiamo a Cavalese, e posso veramente affermare...come credo tutte quelle persone fortunate che
hanno potuto partecipare a questa gita, che ci siamo VERAMENTE DIVERTITI e abbiamo passato due belle
giornate in compagnia e allegria.
Per questo si ringrazia la banda di Spilamberto per averci regalato questa bellissima opportunità, ringraziamo
Matteo e tutto il direttivo... e ognuno di voi che ha reso questa trasferta davvero indimenticabile!
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Programma del concerto di Natale 2010
di M° Andrea Gasperin
Amazing Grace
Il testo originale di questo canto inglese risale alla seconda metà del settecento, ed è normalmente
considerato un canto cristiano, usato a fini di
conversione.
Il suo autore John Newton è stato il capitano di una nave
per il traffico di schiavi; la tradizione vuole che lui abbia
scritto il testo di questa canzone in seguito ad
un’apparizione del Signore o comunque in un momento
di profonda spiritualità, in cui comprese l'infamia del suo
commercio.
Studi storici hanno invece rivelato che le date sono ben
diverse: egli è diventato capitano di una nave negriera
dopo la sua conversione e solo in un secondo momento
ha deciso di lasciare la sua professione.
Comunque ciò che distingue questo canto (che può
vantare traduzioni in più di 30 lingue del mondo) è il fatto
che la sua stesura contribuì al declino della tratta degli
schiavi,
uno
dei
più
tristi
capitoli
della
storia
umana.
Et In Terra Pax
Il concetto attorno a cui si sviluppa questo brano è l'insensatezza di ogni guerra, e il fatto che ogni uomo,
indipendentemente dalla sua connotazione politica, religiosa o razziale, non otterrà mai un guadagno da
qualsiasi
conflitto:
la
guerra
è
negativa
per
tutti,
sempre
e
comunque.
Il brano si divide in tre sezioni principali. La prima ha inizio con un movimento lento, le cui note fondanti sono
ricavate dal nome dell'orchestra che ha commissionato il brano (ConCErtbAnD vlAmErtinGE) e in cui viene
proposto, per mezzo del canto, l'auspicio finale del brano, “et in terra pax”: pace nel mondo. La seconda parte
è mossa da un allegro, che cerca di descrivere musicalmente i vari conflitti, con la scia di distruzione che
lasciano alle loro spalle. Infine l'ultima sezione ritorna all’adagio simile a quello iniziale, e al corale esposto
dalla banda si sovrappone la voce del narratore, che recita la poesia "Sonnet" del poeta Charles Hamilton
Sorley, morto durante la prima guerra mondiale. I versi si dimostrano molto duri, ma rendono perfettamente
l'idea
del
brano,
non
esistono
guerre
buone
o
guerre
cattive!
Friedensmarsch
Friedenmarsch è tratta dall’opera Rienzi di Richard Wagner. Quest’opera, pur essendo effettivamente la
quarta che egli scrisse, è comunque da considerarsi un'opera giovanile essendo stata completata all'età di 27
anni. Grazie a questo grandioso componimento il compositore giungerà per la prima volta al vero successo di
pubblico e critica ed otterrà una notorietà che gli darà la possibilità di trovare nuovi impieghi come
Kapelmaister
e
compositore.
L’opera si costituisce di 5 atti della durata complessiva di circa 6 ore, e si basa sulla vita del notabile romano
Cola di Rienzo, che cercò nel XIV secolo di restaurare a Roma una Repubblica, in ricordo di quella che una
volta caratterizzò l’Impero Romano. Ciò che a noi interessa è il quarto atto, in cui il protagonista si reca
assieme ad altri popolani verso la chiesa per assistere ad una funzione religiosa; la musica composta per
questo momento è proprio la Friedenmarsch, letteralmente marcia della pace. In questo contesto si ha la
possibilità di ritrovare la pace con se stessi, vivendo un momento a metà tra misticismo e introspezione, al fine
appunto
di
ristabilire
il
proprio
equilibrio
interiore.
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Petite Symphonie Militaire
La rivoluzione francese, avvenuta nel 1789 è un momento sicuramente fondamentale per la storia moderna e
per la nascita delle attuali democrazie, ma pochi sanno che è da considerarsi anche come il periodo in cui
nacque la moderna concezione di banda; in quegl’anni infatti viene scritto il primo brano per organico
bandistico nel senso moderno del termine (se pur ovviamente con gli strumenti dell'epoca): la “Symphonie
Funebre e Triomphale” di Ector Berlioz.
Seguì a questa monumentale composizione il duro lavoro di altri autori francesi e stranieri, che diedero vita ad
un variegato repertorio di musica per orchestra di fiati, ignorata o quasi fino all’avvento della rivoluzione
francese.
Charles Simon Catel, compositore contemporaneo di Berlioz, diede a sua volta il suo contributo con 3 brani:
Marche en Fa, Ouverture en Ut (scritta per gruppo di fiati, non esattamente per banda) e la Petite Symphonie
Militaire, con il sostantivo Petite che sottolinea le dimensioni ben più ridotte della sua composizione rispetto a
quella del suo illustre collega, e Militaire il fatto che fosse stata scritta per l'organico della banda militare, da cui
discende
la
banda
moderna.
Mars -Dalla Suite “I Pianeti”L'importanza di Gustav Holst per il mondo bandistico è indiscutibile: egli è infatti il primo, con la sua First Suite
in Eb, a definire quello che è tutt'ora il moderno organico bandistico. È inoltre il primo grande compositore
dell'era moderna ad occuparsi specificamente di banda nel senso contemporaneo del termine, con una
strumentazione e una composizione finalmente di qualità (ben diversa per intendersi da quella usata da
Tchaikovski nella sua Overture 1812 per orchestra sinfonica con banda intera che suonava a una sola voce).
Una delle composizioni più famose di Holst è senza dubbio la suite de “I Pianeti”: composizione per orchestra
sinfonica del 1916 (gli anni in cui vedevano la luce anche le due Suite per banda) basata sulla descrizione dei
pianeti e del loro significato filosofico. Primo movimento di questa Suite è proprio "Mars: the bringer of war",
secondo la mitologia greca infatti, Marte era il dio della guerra, spietato e sanguinario. Interessante il fatto che
proprio di questo movimento e di Jupiter, Holst curi personalmente una trascrizione per banda!
La Leggenda del Piave
La prima guerra mondiale è stata per il nostro paese senza dubbio il conflitto di maggior peso, per la ferocia e
per il numero di vittime quanto mai alto, in tutti gli schieramenti coinvolti.
Un ruolo fondamentale ebbe senz’altro il Piave, che funse da baluardo per la difesa italiana. A questo fiume e
agli avvenimenti che accolse è dedicato questo brano, ormai simbolo e omaggio ai caduti italiani di tutte le
guerre.
De Bello Gallico
Giulio Cesare era solito documentare le sue grandi vittorie in battaglia scrivendo dei veri e propri libri, raccolte
di racconti sugli avvenimenti. Uno dei più conosciuti tra questi è sicuramente “De Bello Gallico”, che
letteralmente significa “Sulla battaglia contro i Galli”. Il libro narra le grandi vittorie del condottiero romano con
il suo vasto e devastante esercito alla conquista dei territori dei Galli, degli antichi francesi e belga.
L’autore concepisce questo brano partendo dall’idea che tutto ciò che sappiamo di queste battaglie deriva da
una delle parti in causa, Giulio Cesare appunto, e potrebbe essere quindi distorto. Lui propone invece il punto
di vista dei galli, i suoi avi, i quali da piccolo esercito qual erano hanno comunque contrastato la super potenza
romana.
Il primo tempo racconta l’attesa per la battaglia e l’esercito romano comparire all’orizzonte…il combattimento
infuria. Nella parte centrale le dissonanze, i ritmi, le atmosfere ricordano i pianti delle donne disperate per i figli
e mariti morti in battaglia nei due schieramenti.
Ma nell’ultimo tempo ecco che la festa per la fine della guerra impazza…e sono i galli a festeggiare! Canti balli
birra e festa sono lo sfondo al finale del brano.
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L'angolo dell'autore
di Davide Ventura
Gustav Theodor Holst
(Cheltenham, 21 settembre 1874 – Londra, 25 maggio 1934)
Holst nacque ne l874 a Cheltenham, nel Gloucestershire.
La sua famiglia, di origine svedese, si era trasferita in
Inghilterra nel 1807.
Suo padre era un pianista e un insegnante di musica,
mentre sua madre era stata una delle sue allieve.
Malauguratamente Holst perse la madre a otto anni e suo
padre si risposò con un’altra allieva. L’ambiente familiare in
cui viveva si rivelò da subito molto vivace sotto l’aspetto
culturale; si leggevano Oscar Wilde e Arthur Conan Doyle,
molto apprezzate erano anche l’arte la pittura e la musica,
soprattutto Wagner, Čajkovskij e Puccini.
La formazione musicale di Holst iniziò fin dalla più tenera
età, con l’avviamento al violino che detestava, e lo studio
del più amato pianoforte, a cui però dovrà in futuro
rinunciare a causa dell’aggravarsi di un disturbo
neurologico alle mani, che gli impediva di seguire un
esercizio prolungato.
A sedici anni compose una prima operetta in due atti, che
convinse il padre ad iscriverlo al Royal College of Music di Londra, fondato proprio in quegli anni.
Purtroppo la salute precaria di Holst sarà una costante nella sua vita, a cominciare dall’asma dell’infanzia fino
al persistere di dolorosi crampi durante l’esercizio al pianoforte, motivi per cui si dedicò al trombone, che
aveva per lui due vantaggi: gli permise di lavorare come orchestrale (esperienza formativa che giudicò
importante per la composizione) e anche di rinforzare le sue capacità respiratorie, minate costantemente
dall’asma.
Guidato dal suo insegnante e compositore irlandese Charles Stanford, nel 1895 compose The Revoke,
un’opera che segnò la nascita del suo catalogo come op.1.
Tra il 1895 e il 1914 egli visse il cosiddetto Sanskrit Period, nel quale manifestò forte interesse verso l’Oriente
e in particolare verso l’India e il misticismo indiano. Egli capì da subito che la maggior parte degli scritti
sanscriti era per lui inintelligibile, per cui decise di iscriversi alla School of Oriental Languages, in modo tale da
affrontare in modo approfondito lo studio dei manoscritti.
Nel 1897 lascia il Royal College perché per potersi mantenere accettò un posto da trombonista nella Carl
Rosa Opera Company. Nel 1899 iniziò l’opera Sita, basata sul poema epico indiano Rāmāyana,
completandola ne l906. Ad essa seguirono la Cotswold Symphony e il primo lavoro dato alle stampe, l’Ave
Maria.
Nel 1901 sposò Isobel Harrison, soprano conosciuto anni prima. Dopo la scrittura di Indra (poema sinfonico
ispirato all’omonimo dio hindu), egli accettò l’incarico di Direttore Musicale nella scuola femminile St. Paul’s
Girls School di Londra.
A causa dell’insuccesso di Sita Holst decise di trascorrere un periodo di riposo, compiendo un viaggio in
Algeria, da cui trarrà ispirazione per la composizione di Beni Mora.
Nel 1907 compose la Somerset Rhapsody e al contempo iniziò la stesura della prima serie dei Choral Hymns
from Rig-Veda. Nello stesso anno accetta il posto di direttore musicale in un’altra scuola, il Morley College,
tenendo l’incarico (insieme alla St. Paul’s) per tutta la vita.
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Nel 1912 a fronte di un parziale insuccesso dell’opera corale The Cloud Messenger, decise di intraprendere
un viaggio in Spagna, in compagnia tra gli altri del librettista e astrologo Clifford Bax, grazie al quale iniziò a
coltivare il suo interesse per l’astrologia, che ispirerà a breve la famosa suite The Planets.
Nell’anno successivo, anche per motivi d’insegnamento, si avvicina alla musica popolare inglese del
Medioevo, e parallelamente rende più forti le influenze da parte di Igor Stravinskij e Arnold Schoenberg, al
tempo esponenti illustri della musica d’avanguardia.
Fu il 1914 l’anno che segnò il successo nella vita di compositore di Holst. Si colloca in quell’anno infatti la
creazione della suite The Planets (I Pianeti).
La suite è costruita su di un’idea di base molto semplice. Essa non è altro che una serie di bozzetti musicali
ispirati da “umori” legati ai pianeti, e non tanto da vere e proprie concezioni astrologiche.
Il libro di ispirazione fu sicuramente The Art of Synthesis di Alan Leo, in cui ogni capitolo dedicato ad un
pianeta, ne descrive la personalità e i valori ad esso associati. Per esempio:
• Marte → Indipendente, ambizioso, caparbio
• Venere → Amore che rinasce, emotività
• Mercurio → Il messaggero alato degli dei, pieno di risorse, eclettico
• Giove → Portatore d’abbondanza e perseveranza
Holst completò l’opera in due fasi distinte: prima Marte, Venere e Giove, e poi i restanti Saturno, Urano,
Nettuno e Mercurio. Il tutto venne completato nel 1916.
Nel frattempo scoppiò la Prima Guerra Mondiale e Holst tentò d’arruolarsi, ma fu scartato a causa dei problemi
alla vista, alla respirazione e allo stomaco. Curiosamente, spinto dal patriottismo e da sentimenti antitedeschi
molto forti, rimosse dal suo cognome la particella nobiliare d’origine tedesca “von”, cambiandolo appunto da
von Holst al semplice Holst.
Verso la fine del conflitto l’associazione pacifista YMCA (Young Men’s Christian Association) lo incaricò di
sostenere, grazie al suo talento musicale, le truppe nei remoti fronti orientali, trasferendolo quindi a Salonicco
(Grecia) e in seguito a Costantinopoli.
Tornato in Inghilterra fece eseguire nel 1920 la versione integrale della suite dei Pianeti, riscuotendo in breve
tempo un successo mondiale. Dopo la guerra Holst visse sicuramente uno dei periodi più prolifici e di
conseguenza stressanti della sua carriera; diede alla luce molte opere, tra cui Ode to Death (Ode alla Morte)
ispirata ad un poema di Walt Whitman, e The Hymn of Jesus (ispirato ai vangeli apocrifi). L’accumularsi di
stress dovuto all’insegnamento, alla composizione, alle numerose conferenze e direzioni d’orchestra, lo portò
ad affrontare un peggioramento sensibile della sua salute, con frequenti crolli nervosi.
Holst era ormai al culmine del successo, cosa che egli in parte odiava; basti pensare che quando qualcuno gli
chiedeva un autografo, porgeva bigliettini preparati in anticipo che recavano la scritta “io non do autografi”.
Alla fine degli anni venti, con l’avvento di nuove tecnologie, iniziò a sfruttare per la diffusione delle opere, le
reti radio della BBC, e ricevette tra l’altro, da parte della New York Symphony Orchestra, l’incarico di scrivere
una sinfonia. Diventò Egdon Healt, poema sinfonico ispirato all’opera e alla figura del poeta Thomas Weekles.
Passando per The Moorside Suite (per banda d’ottoni), The Dream City (ispirata agli scritti del poeta Humbert
Wolfe) e il Double Concerto for Two Violins, si arriva al 1930, anno in cui Holst scrisse la sua tredicesima e
ultima opera, The Tale of The Wandering Scholar.
Ricoverato durante un ciclo di conferenze negli States per un’ulcera duodenale emorragica, torna in
Inghilterra, dove convalescente decise di sottoporsi ad un’operazione molto impegnativa, che gli avrebbe
permesso di liberarsi definitivamente dai problemi allo stomaco. L’operazione andò a buon fine, ma il suo
fisico era ormai troppo debilitato, ragion per cui morì due giorni dopo l’operazione, il 25 maggio 1934.
Le sue ceneri furono sepolte nella cattedrale di Chichester, nel Sussex, poco lontano da un monumento in
memoria dell'amato compositore Thomas Weelkes, organista in quella cattedrale tre secoli prima.
Lasciò un'unica figlia, la compositrice e direttore d'orchestra Imogen Holst (1907-1984). La sua casa natale è
oggi un museo dedicato sia alla sua figura di compositore sia alla vita quotidiana della fine del XIX secolo.
(Fonte: Wikipedia IT)
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Coetanei più o meno famosi di Gustav Holst
James Michael Clarke (Bohola, 6 ottobre 1874 – 29
dicembre 1929) è stato un tiratore di fune britannico. Ha
partecipato ai giochi olimpici di Londra del 1908, dove ha
vinto, con la squadra della Liverpool Police, la medaglia
d'argento nel tiro alla fune, perdendo la finale con la squadra
britannica della City of London Police.
Il marchese Guglielmo Marconi (Bologna, 25 aprile 1874 –
Roma, 20 luglio 1937) è stato un fisico e inventore italiano. È
conosciuto per aver sviluppato per primo un efficace sistema
di comunicazione con telegrafia senza fili via onde radio che
ottenne una notevole diffusione: evoluzioni di tale sistema
portarono allo sviluppo dei moderni metodi di
telecomunicazione come la televisione, la radio, e in generale
tutti i sistemi che utilizzano le comunicazioni senza fili.
Huang Xing è stato un generale cinese. Fu il primo Comandante in Capo dell'esercito della Repubblica di
Cina. Lui era conosciuto anche come il "Generale dalle otto dita" a causa delle ferite riportate durante la
guerra.
Sir Winston Leonard Spencer Churchill (Blenheim Palace, 30 novembre 1874 – Londra, 24 gennaio 1965) è
stato un politico, storico e giornalista britannico. Conosciuto principalmente per aver guidato la Gran Bretagna
durante la seconda guerra mondiale, è stato primo ministro del Regno Unito dal 1940 al 1945 e
successivamente dal 1951 al 1955. Noto statista, oratore e stratega, Churchill fu inoltre un ufficiale
dell'esercito britannico. Autore prolifico, vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 per i suoi scritti
storici.
Luigi Einaudi (Carrù, 24 marzo 1874 – Roma, 30 ottobre 1961) è stato un economista, politico e giornalista
italiano, secondo Presidente della Repubblica Italiana. Intellettuale ed economista di fama mondiale, Luigi
Einaudi è considerato uno dei padri della Repubblica Italiana.
Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro delle Finanze, del Tesoro e del Bilancio nel IV Governo De
Gasperi, tra il 1945 e il 1948 fu Governatore della Banca d'Italia. Successivamente, l'unica personalità ad
essere stata Governatore della Banca d'Italia e poi Presidente della Repubblica sarà Carlo Azeglio Ciampi nel
1999.
Augustus Phillips (Rensselaer, 1 agosto 1874 – Londra, 29 settembre 1944) è stato un attore statunitense
nell'epoca del film muto, che ha interpretato Frankenstein nell'omonimo film del 1910.
Macedonio Fernández (Buenos Aires, 1874 – 10 febbraio 1952) è stato un filosofo e poeta argentino.
Józef Polikarp Brudziński (Bolewo, 26 Gennaio 1874 - Varsavia, 18 Dicembre 1917) era un pediatra polacco
ricordato per le ricerche da lui compiute sulla meningite.
Ernest Henry Shackleton (Kilkea House, 15 febbraio 1874 – Grytviken, 5 gennaio 1922) è stato un
esploratore britannico di origine irlandese.
“Datemi Scott a capo di una spedizione scientifica, Amundsen per un raid rapido ed efficace; ma, quando siete
nell'avversità e non intravedete via d'uscita, inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton”
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I musicanti di Brema
Fiaba dei fratelli Grimm
Un uomo aveva un asino che lo aveva servito assiduamente per molti anni; ma ora le forze lo
abbandonavano e di giorno in giorno diveniva sempre più incapace di lavorare. Allora il padrone
pensò di toglierlo di mezzo, ma l’asino si accorse che non tirava buon vento, scappò e prese la via
di Brema: là, pensava, avrebbe potuto fare parte della banda municipale.
Dopo aver camminato un po’, trovò un cane da caccia che giaceva sulla strada, ansando come
uno sfinito dalla corsa. “Perché‚ soffi così?” domandò l’asino. “Ah,” rispose il cane, “siccome sono
vecchio e divento ogni giorno più debole e non posso più andare a caccia, il mio padrone voleva
accopparmi, e allora me la sono data a gambe; ma adesso come farò a guadagnarmi il pane?” “Sai?” disse l’asino. “Io vado a Brema a fare il musicante, vieni anche tu e fatti assumere nella
banda.” Il cane era d’accordo e andarono avanti.
Poco dopo trovarono per strada un gatto dall’aspetto molto afflitto. “Ti è andato storto qualcosa?”
domandò l’asino. “Come si fa a essere allegri se ne va di mezzo la pelle? Dato che invecchio, i
miei denti si smussano e preferisco starmene a fare le fusa accanto alla stufa invece di dare la
caccia ai topi, la mia padrona ha tentato di annegarmi; l’ho scampata, è vero, ma adesso è un bel
pasticcio: dove andrò?” - “Vieni con noi a Brema: ti intendi di serenate, puoi entrare nella banda
municipale.” Il gatto acconsentì e andò con loro.
Poi i tre fuggiaschi passarono davanti a un cortile; sul portone c’era il gallo del pollaio che strillava
a più non posso. “Strilli da rompere i timpani,” disse l’asino, “che ti piglia?” - “Ho annunciato il bel
tempo,” rispose il gallo, “perché‚ è il giorno in cui la Madonna ha lavato le camicine a Gesù
Bambino e vuol farle asciugare; ma domani, che è festa, verranno ospiti, e la padrona di casa,
senza nessuna pietà, ha detto alla cuoca che vuole mangiarmi lesso, così questa sera devo
lasciarmi tagliare il collo. E io grido a squarciagola finché‚ posso.” - “Macché‚ Cresta rossa,” disse
l’asino, “vieni piuttosto con noi, andiamo a Brema; qualcosa meglio della morte lo trovi dappertutto;
tu hai una bella voce e, se faremo della musica tutti insieme, sarà una bellezza!” Al gallo piacque
la proposta e se ne andarono tutti e quattro.
Ma non potevano raggiungere Brema in un giorno e la sera giunsero in un bosco dove si
apprestarono a passare la notte. L’asino e il cane si sdraiarono sotto un albero alto, mentre il gatto
e il gallo salirono sui rami, ma il gallo volò fino in cima, dov’egli era più al sicuro. Prima di
addormentarsi guardò ancora una volta in tutte le direzioni, e gli parve di vedere in lontananza una
piccola luce, così gridò ai compagni che, non molto distante, doveva esserci una casa, poiché
splendeva un lume. Allora l’asino disse: “Mettiamoci in cammino e andiamo in cerca di un posto
migliore dove passare la notte.” E il cane aggiunse: “Sì, un paio d’ossa e un po’ di carne mi
farebbero piacere!”
Perciò si avviarono verso la zona da cui proveniva la luce e, ben presto, la videro brillare più chiara
e sempre più grande, finché giunsero davanti a una casa bene illuminata dove abitavano i briganti.
L’asino, che era il più alto, si avvicinò alla finestra e guardò dentro. “Cosa vedi, testa grigia?”
domandò il gallo. “Cosa vedo?” rispose l’asino. “Una tavola apparecchiata con ogni ben di Dio e
attorno i briganti che se la spassano.” - “Farebbe proprio al caso nostro,” disse il gallo. “Sì, sì; ah,
se fossimo là dentro!” esclamò l’asino. Allora gli animali tennero consiglio sul modo di cacciar fuori
i briganti, e alla fine trovarono il sistema...
L’asino dovette appoggiarsi alla finestra con le zampe davanti, il cane saltare sul dorso dell’asino, il
gatto arrampicarsi sul cane, e infine il gallo si alzò in volo e si posò sulla testa del gatto. Fatto
questo, a un dato segnale incominciarono tutti insieme il loro concerto: l’asino ragliava, il cane
abbaiava, il gatto miagolava e il gallo cantava; poi dalla finestra piombarono nella stanza facendo
andare in pezzi i vetri.
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I briganti, spaventati da quell’orrendo schiamazzo, credettero che fosse entrato uno spettro e
fuggirono atterriti nel bosco. I quattro compagni sedettero a tavola, si accontentarono di quello che
era rimasto e mangiarono come se dovessero patir la fame per un mese.
Quando ebbero finito, i quattro musicisti spensero la luce e si cercarono un posto per dormire
comodamente, ciascuno secondo la propria natura. L’asino si sdraiò sul letamaio, il cane dietro la
porta, il gatto sulla cenere calda del camino e il gallo si posò sulla trave maestra; e poiché‚ erano
tanto stanchi per il lungo cammino, si addormentarono subito. Passata la mezzanotte, i briganti
videro da lontano che in casa non ardeva più nessun lume e tutto sembrava tranquillo; allora il
capo disse: “Non avremmo dovuto lasciarci impaurire” e mandò uno a ispezionare la casa. Costui
trovò tutto tranquillo andò in cucina ad accendere un lume e, scambiando gli occhi sfavillanti del
gatto per carboni ardenti, vi accostò uno zolfanello perché‚ prendesse fuoco. Ma il gatto se n’ebbe
a male e gli saltò in faccia, sputando e graffiando. Il brigante si spaventò a morte e tentò di fuggire
dalla porta sul retro, ma là era sdraiato il cane che saltò su e lo morse a una gamba; e quando
attraversò di corsa il cortile, passando davanti al letamaio, l’asino gli diede un bel calcio con la
zampa di dietro; e il gallo, che si era svegliato per il baccano, strillò tutto arzillo dalla sua trave:
“Chicchiricchì!”
Allora il brigante tornò dal suo capo correndo a più non posso e disse: “Ah, in casa c’è un’orribile
strega che mi ha soffiato addosso e mi ha graffiato la faccia con le sue unghiacce e sulla porta c’è
un uomo con un coltello che mi ha ferito alla gamba; e nel cortile c’è un mostro nero che mi si è
scagliato contro con una mazza di legno; e in cima al tetto il giudice gridava: ‘Portatemi quel
furfante!’ Allora me la sono data a gambe!” Da quel giorno i briganti non si arrischiarono più a
ritornare nella casa, ma i quattro musicanti di Brema ci stavano così bene che non vollero
andarsene. E a chi per ultimo l’ha raccontata ancor la bocca non s’è freddata.
FINE
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L'ANGOLO DEI GIOCHI
a cura di Davide Ventura
Scrivi le parole mancanti negli spazi vuoti.
-Il trio è un complesso vocale o strumentale composto da _____________ esecutori. Il trio più comune è
composto da violino, violoncello e ___________________.
-Un canto è monodico quando tutti i cantanti eseguono la stessa ____________.
E' _______________ quando i cantanti eseguono diverse melodie diverse per timbro, estensione e registro.
-I giullari e i _______________ giravano per le varie corti dei re: suonavano durante i banchetti, le feste e le
cerimonie.
-I momenti di silenzio sono annotati nella partitura con il nome di ___________; esse possono avere durata
differente.
Scegli la risposta corretta
•
Qual è l'unico concerto contenuto nell' "Estro Armonico" di Vivaldi ad includere una fuga?
1. L’undicesimo
2. Il nono
3. Il quinto
•
Quanti preludi include il "Clavicembalo ben temperato" di Johann Sebastian Bach?
1. 48
2. 24
3. 12
♫ Qual è il nome del celebre violino appartenuto a Niccolò Paganini?
1. il “messia”
2. il “cannone”
3. il “re”
♫ Chi scrisse le Islamey per pianoforte?
1. Rachmaninoff
2. Prokofiev
3. Balakirev
Chi inventò la "tastière à lumière", peculiare tipo di pianoforte in cui la tastiera è colorata?
Liszt
Skrjabin
Ravel
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Qual è l'ultimo strumento a scomparire nel finale della "Sinfonia degli addii" di Haydn?
Il violino
Il clarinetto
Il violoncello
21
•
In quale delle sinfonie di Mahler viene sviluppato il tema popolare di "Frère Jacques"?
1. La quarta
2. La prima
3. La settima
•
Di quale sovrano europeo fu musicista di corte Joseph Martin Kraus?
1. Gustavo II
2. Luigi XV
3. Federico III
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CRUCIVERBONE
Orizzontali:
1. Quattro formano un tempo.
5. Adriano Willaert fu maestro di cappella a Venezia nella basilica di...
9. Nota e monarca.
11. Fare abbreviato.
12. La sigla automobilistica di Torino.
13. Si contrappone a polifonico.
14. Volume del suono.
16. Fenomeno acustico prodotto dalla riflessione delle onde sonore.
17. Giravano per piazze e borghi, cantando e suonando.
19. E' più grande del violino.
22. Papa da cui prende nome il canto gregoriano.
24. Lingua dei trovatori.
27. Accorgimento compositivo usato dai musicisti rinascimentali per realizzare efficaci corrispondenze fra il
testo poetico e la musica.
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28. Fu la prima donna.
30. Sigla di Ravenna.
31. Viene prima del sol.
32. La prima nota.
33. Antenato del pianoforte.
37. Imperia.
39. Misura l'intensità del suono.
41. Scuola musicale formatasi nel Quattrocento in una regione a cavallo tra Francia e Belgio.
43. Lingua dei trovieri.
45. Stile musicale dove ad ogni sillaba del testo corrispondono molte note.
48. Denominazione d' Origine Controllata.
49. Monaco tedesco che nel '500 diede origine ad una riforma religiosa.
52. La lauda non era in lingua latina, ma in lingua...
53. Sovrapposizione di più linee melodiche cantate contemporaneamente.
55. Caratteristica del suono che viene misurata in Hz.
58. Sigla di Bologna.
59. Josquin grande compositore che operò in Italia alla fine del Quattrocento.
62. Quello uditivo umano va dalle 20 alle 20.000 vibrazioni al secondo.
64. Affermazione in musica.
65. Riscalda la terra.
66. Regione tra Francia e Belgio.
Verticali:
1. Vale un tempo.
2. Museo d' Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
3. L'organo ne ha tante.
4. Animali plantigradi caratterizzati da una corporatura massiccia e imponente.
6. Notazione musicale che indica non solo l'altezza, ma anche la durata della nota.
7. Particolare tipo di inchiostro.
8. Aerofono che appartiene agli ottoni dal suono squillante.
10. Noi: tu ed ...
11. Ne ha otto il flauto dolce.
12. Viene dopo il tic.
13. Contrario di grasso.
15. In Inghilterra si beve alle cinque del pomeriggio.
18. Non è veloce.
20. Canto che veniva eseguito durante le processioni in onore di Cristo, della Vergine o dei Santi.
21. Il pasto della sera.
22. Monaco benedettino che contribuì allo sviluppo della notazione musciale moderna e che diede il nome alle
note.
23. Vasco famoso cantante italiano.
25. Nella liturgia cattolica si usavano musiche molto complesse, in quella protestante, invece, ci sono melodie
semplici ed orecchiabili. Come si chiama questa forma musicale in lingua tedesca?
26. Strumento musicale che dà nome ad una chiave.
29. Sigla di Vicenza.
31. Sigla di Firenze.
34. Canale che unisce l'Oceano Atlantico a quello Pacifico.
35. Carlo Gesualdo da Ve..sa, musicista del
'500. Mancano due lettere, inseriscile tu.
36. Abbassa il suono di un semitono.
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38. Mezzoforte
40. Idiofono con piastre in legno.
42. La musica medievale si distingue in musica sacra e musica...
44. Strumento ad ancia doppia.
46. Poeti-musicisti del nord della Francia.
47. Unità di misura della frequenza di un suono.
50. Innalza la nota di un semitono.
51. Sigla di Palermo.
54. Sigla di Ascoli Piceno.
56. Tiziano Ferro.
57. Strumento a corde pizzicate.
58. Spesso lo si chiede alla fine del concerto.
59. Quante minime ci vogliono per fare una semibreve?
60. La quinta nota.
61. Nome arabo del liuto.
63. Adriano Celentano.
CONCORSO: chi per
primo completerà
correttamente il
cruciverbone riceverà un
premio!!!!
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