SPIFFERO SETTEMBRE 2016
Transcript
SPIFFERO SETTEMBRE 2016
S...PIFFERO - liceo Medi Periodico degli studenti del liceo scientifico e linguistico statale “E. Settembre Medi” di Battipaglia 2016 pag 1/b La voce degli studenti! Piffero Supplemento mensile del giornale LA NUOVA GRATICOLA - iscr. RegistroStampa Trib. di SA n 755 del 1989-A nno XVI -Settembre 2016 Cos’è la scuola? La scuola è un’istituzione destinata all’educazione/istruzione di allievi sotto la guida di varie tipologie di figure professionali. Il termine deriva dalla parola latina schola, derivata a sua volta da un’espressione in greco antico che indica il luogo in cui veniva speso il tempo libero. Ora le cose non stanno più come una volta e, proprio per tale motivo, si vede la scuola con occhi diversi. Siamo nell’era della tecnologia, ognuno di noi possiede almeno un televisore, qualche computer su cui ricercare ogni informazione utile e anche uno smartphone, utile per comunicare e scambiarsi idee e considerazioni su un determinato argomento con chiunque. E’ per questo che la scuola non è più l’unica fonte fondamentale per apprendere un’infinità di cose, Anche lo stesso scambio di idee tra semplici coetanei non si fa più faccia a faccia, ma piuttosto faccia a schermo; qualche secolo fa invece il confronto era l’unico mezzo davvero importante per conoscere e studiare a fondo. Per esempio, nel Medioevo, una delle scuole più importanti era la Scolastica. Tale scuola vedeva il continuo confronto delle idee (disputatio) a seguito di una lettura dell’argomento da trattare (lectio). Ora anche i metodi volti all’apprendimento sono diversi, come è diverso il rapporto tra professore e alunno. Nelle Accademie antiche si può affermare che una vera e propria figura di professore non esistesse: tutti erano già formati e ciò su cui andavano a discutere era un argomento già conosciuto da tutti. Oggi il ruolo dei docenti è sicuramente diverso e non sempre gli studenti ne riescono a cogliere l’essenza. Alessandro D’Avenia, professore di italiano e scrittore, ha analizzato il rapporto tra professore e alunno e ciò traspare, oltre che dal suo blog, in cui si definisce Prof 2.0, dallo sfondo di tutti i suoi libri. “Bianca come il latte, rossa come il sangue” è il suo libro più conosciuto, perché, appena uscito, si è diffuso tra i giovani alla velocità della luce. La storia, sicuramente romantica, ha come sfondo il forte rapporto tra Leo, il protagonista, e il suo professore di italiano, considerato inizialmente una totale seccatura. Proprio questo professore insegnerà al protagonista come vivere nel mondo di oggi, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che questo, correndo veloce, ci pone davanti. Forse lo scopo ultimo della scuola è proprio questo: imparare, oltre alla semplice lezione del giorno, come affrontare la vita per essere uomini e donne di spessore un domani. Roberta Petti Scuola & Scuole In Inghilterra alcune scuole hanno fatto distinzioni tra scolari “italiani”, “napoletani” e “siciliani”. Da ciò l’idea di questo dossier sulla scuola... Anche se la decisione britannica di distinguere gli italiani presenti nel Paese in base al luogo di provenienza, era volta a favorire un sostegno adeguato nella conoscenza e nell’apprendimento della lingua inglese, questo provvedimento ha destato non poco scalpore. Il malcontento è nato dalla lettura dei moduli d’iscrizione pubblicati online da alcune scuole del Regno Unito, le quali distinguono gli studenti in base alla provenienza, dividendoli tra “Italiani”, “Italiani-Siciliani” e “ItalianiNapoletani”. Questa distinzione etnico-linguistica riservata ai bambini provenienti dalla Penisola ha suscitato sdegno nelle famiglie e ha innescato una viva protesta verbale dell’ambasciata d’Italia nel Regno Unito. Tali proteste - soprattutto in seguito agli avvenimenti che hanno visto coinvolto il rapporto, o meglio il divorzio, dopo la Brexit, tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea- hanno spinto il ministero degli Esteri inglese a scusarsi e ad annunciare che i moduli discriminatori verranno immediatamente corretti. L’ambasciatore Pasquale Terracciano si è occupato di spedire al Foreign Office una nota verbale, nella quale ha esplicitamente chiesto la tempestiva rimozione di questa indebita caratterizzazione pseudo-etnica, che nulla ha a che fare con l’importanza dei genuini connotati regionali o dei dialetti italiani. L’ambasciatore ha successivamente spiegato di aver ricevuto notizia che preannuncia una messaggio formale di scuse scritte dopo la sua nota di protesta. Il ministero degli Esteri britannico ha però reso noto di “condividere le nostre perplessità”. Anche i britannici si mostrano desiderosi di capire come sia potuto succedere, ma intanto affermano di impegnarsi nel chiedere di modificare quei moduli, oggetto di forte dibattito. Per l’ambasciata, in ogni caso, è motivo di soddisfazione che il passo compiuto dall’Italia sia stato compreso e abbia ricevuto una risposta tempestiva. Alessia Martino Il divario tra Nord e Sud nelle prove Ocse- Pisa (458). In Puglia (478) e in Abruzzo (476), invece, gli esiti si sono dimostrati più incoraggianti, riuscendo ad avvicinarsi alla media nazionale.Inoltre, va sottolineato che proprio nel Mezzogiorno si concentrano gli allievi poveri di conoscenze, a tal punto da collocare al più modesto gradino il 34 % del totale degli studenti residenti in questa area territoriale in una scala graduata a sei livelli di competenze. Nella prova di lettura, su una media Ocse di 496 ed italiana di 490 si rileva una differenza rilevante tra i quindicenni della Lombardia, del Trentino e del Veneto (521) e i loro coetanei della Calabria (434 , Sicilia (455) e Campania e Sardegna (464). Anche nelle scienze, in rapporto alla media Ocse (501) e a quella dei quindicenni italiani (494), producono forte contrasto il Trentino (533), il Veneto e il Friuli Venezia Giulia (531) contro i livelli raggiunti dalla Calabria (431), dalla Sicilia (454) e dalla Campania (457).Ci sarebbe da chiedersi, dunque, come mai i risultati scolastici continuano a collocare nelle ultime posizioni i quindicenni del Sud Italia, nonostante i non trascurabili interventi verso una coesione culturale tra Nord e Mezzogiorno d’Italia, dimostrati ad esempio dai fondi strutturali europei di cui fruiscono regioni quali la Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, ovvero i cosiddetti PON (Programmi Operativi Nazionali ), tesi fin dal 1994 a sanare quell’enorme divario che ancora nel 2016 si evidenzia tra le conoscenze dello studente meridionale e quelle dello studente settentrionale. Nonostante ciò, però, il Sud Italia, pur risultando in coda alle classifiche Ocse-Pisa, risulta ai primi posti nelle statistiche dei voti ottenuti al diploma. Un esempio? La Puglia, i cui diplomati con lode sono stati il 2.6% contro la media nazionale di 1.1%. Possiamo allora tirare un sospiro di sollievo? Alessia Martino supplemento mensile de Il divario tra le scuole del settentrione e del meridione, da tempo evidenziato, ha destato molto scalpore quest’anno, soprattutto in relazione ai risultati dell’ultima indagine OcsePisa (Programma di valutazione internazionale degli studenti ). La scelta da parte dell’organismo internazionale di sottoporre a valutazione gli studenti quindicenni è dovuta alla necessità di verificare l’andamento e la qualità degli apprendimenti. All’Italia è riconosciuto il merito di essere uno dei Paesi che ha registrato nel tempo medio-lungo i migliori progressi in matematica e in scienze. Gli esiti ottenuti dai quindicenni italiani in matematica, una delle tre competenze sottoposte a valutazione, evidenziano una tendenza generale volta al miglioramento rispetto alla lettura, che risulta ferma in relazione ai risultati raggiunti nella valutazione Ocse – Pisa tra il 2000 e il 2012. Particolarmente gravi sono risultate le differenze territoriali tra il Nord e il Sud della penisola.Nella prova di matematica, infatti gli allievi frequentanti le istituzioni scolastiche del Nord Ovest (50 ) e del Nord Est (514) si collocano sopra la media nazionale (494) col Trentino ( 524 ), il Friuli Venezia Giulia (523), il Veneto (523) e la Lombardia (517) in vetta al successo. Purtroppo i risultati raggiunti dal meridione si sono dimostrati di gran lunga inferiori rispetto al settentrione; i risultati peggiori si hanno in Calabria (430), Sicilia (447) Campania ( 453), Sardegna Lettera di un “ex” liceale Ciao a tutti, mi presento, sono Francesco De Vita. Sono stato uno studente del Liceo E. Medi, precisamente del corso D, e quest’anno ho superato l’ostacolo della tanto temuta maturità. Al momento sono iscritto all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e frequento il 1° anno di Medicine and Surgery, dopo aver superato i test di ingresso tenutesi il 28 Gennaio a Roma. Per me, per la mia famiglia e per i miei insegnanti è stata una gran bella soddisfazione. Ad ogni modo, non vi scrivo per un autoelogio, ma per dirvi che il costante impegno, il duro sacrificio e soprattutto la determinazione possono davvero fare miracoli. Io mi reputo un ragazzo semplice che, avendo ben organizzato il proprio lavoro, ha raggiunto una meta che sembrava veramente lontana. Se io ho ottenuto questi risultati non vedo perché anche voi non potreste raggiungerli . Vi invito dunque a pensare al vostro obiettivo e, una volta scelto , ad abbandonare la paura di non farcela, ad impegnarvi al massimo, ma soprattutto a credere in voi stessi, sempre, nonostante tutto. Tutti possiamo, se lo vogliamo veramente. E, una volta raggiunto il vostro obiettivo, non accontentatevi; puntate sempre più in alto, non permettete a nulla e a nessuno di fermarvi. Divertitevi, ricordate che anche il più alto degli incarichi è nullo se non accompagnato dalla passione e dal divertimento. Solo così potrete vivere davvero a pieno la vostra vita e apprezzare tutto ciò che essa offre. Vi scrivo questo breve pensiero per invitarvi a riflettere, per darvi uno spunto su cui lavorare e da portare avanti.Un abbraccio a tutti ed un caro saluto ai prof. che mi hanno accompagnato nel corso del quinquennio scolastico. Francesco De Vita S...piffero La Nuova Graticola a cura della redazione del Liceo scientifico-linguistico “ E. MEDI” e dell’ I.I.S. “Besta-Glorioso” di Battipaglia Direttore: Mirra Gerardo detto Dino Professori Referenti: D’Aiuto Massimiliano Calì Giovanni Nino Repaci Segretario di Redazione: Cerrato Fulvio Stampato c/o GraficaLitos Battipaglia email: [email protected] S...PIFFERO - liceo Medi LA SCUOLA NEL PASSATO Storia della scuola in Grecia La Grecia, da sempre considerata culla della cultura occidentale, ha dato il suo apporto fondamentale anche nello sviluppo di un’istituzione fondamentale come la scuola. Risalgono già al 17001400 a.C. prove dell’esistenza di una scuola per funzionari in età minoica e micenea. La scuola presso i Greci, in età classica, assume vari ordinamenti in base alla polis che si analizza. I principali ordinamenti scolastici sono quelli di Sparta e di Atene. Nella Grecia antica la scuola era una comunità di uomini che sotto la guida di un maestro venivano educati e istruiti del sapere (e quindi nasce la filosofia) vivendo insieme e confrontandosi sulle proprie idee. A Sparta inizialmente il ragazzo era educato dalla famiglia; a 7 anni lo Stato lo arruolava e lo poneva sotto la custodia di un educatore, che ne portava la responsabilità fino a quando il ragazzo compieva 12 anni. L’educazione era soprattutto fisica e militare: pochissime erano le nozioni letterarie, quasi tutte composte da poesie omeriche o patriottiche, poichè scopo dell’educazion era creare i presupposti per un esercito forte, in grado di provvedere alla difesa dello Stato. La scuola militare insegnava ai giovani a sopravvivere e ad essere grandi soldati, attraverso forme di apprendimento dure e spesso dolorose; benché agli studenti venisse insegnato a leggere e a scrivere, la capacità di difendere lo Stato con le armi era reputata prevalente su tutte le altre. Le ragazze andavano a scuola all’età di 6-7 anni. Non si sa se la loro fosse crudele o dura come la scuola di ragazzi, ma anche alle ragazze venivano insegnate la lotta, la ginnastica e la capacità di combattere. Alcuni storici credono che le due scuole fossero molto simili e che si addestrassero le ragazze come i ragazzi.. Ma mentre nelle altre città stato greche le donne erano costrette a vivere all’interno delle mura domestiche, senza ricevere alcuna specifica istruzione, a Sparta erano libere di muoversi e godevano di molta libertà. Nell’Atene antica, lo scopo dell’educazione dei giovani era produrre cittadini addestrati nelle arti, preparare cittadini per la pace e la guerra. Le ragazze non andavano a scuola, ma molte imparavano a leggere e scrivere a casa. Fino all’età di 6 o 7 anni, i ragazzi imparavano a casa dalla madre o da uno schiavo maschio. Dall’età di 6 anni fino ai 14 andavano ad una scuola elementare di quartiere o ad una scuola privata. I libri erano molto costosi e rari, così i pochi disponibili per la scuola erano letti ad alta voce e gli allievi dovevano imparare tutto a memoria. I ragazzi usavano tavolette di scrittura e regoli. Nella scuola elementare, dovevano imparare due cose importanti, la letteratura e la musica poiché secondo gli ateniesi l’apprendimento di queste due materie donava ai giovani, oltre alla capacità di saper leggere e scrivere, anche un’ottima memoria, una buona padronanza di linguaggio e la possibilità di comprendere il tempo e lo spazio tramite la conoscenza della ritmica musicale, al fine di vivere meglio con loro stessi. Il loro insegnante che era sempre un uomo poteva scegliere liberamente le materie supplementari da insegnare. Spesso si sceglieva di insegnare teatro, retorica, politica, arte, lettura, scrittura, matematica, ed un altro strumento musicale molto popolare: il flauto. Dopo le elementari alcuni ragazzi seguivano corsi di studio superiori per quattro anni. Al compimento del 18º anno di età entravano nella scuola militare per altri due anni, a 20 anni conseguivano la laurea. La prima forma di scuola riconosciuta con l’editto di Giustiniano del529 d.C.,fu l’Accademia fondata da Platone ad Atene. Vece Maria Grazia La scuola nel Medioevo “Medioevo”: significa “età di mezzo” e fu coniato nei secoli XV e XVI quando gli Umanisti fecero di tutto per spazzare via ogni traccia di questo periodo, visto come un insieme di secoli bui e di arretratezza. La storiografia ormai non accetta più il giudizio umanista così severo e vede il Medioevo come un periodo che pone le premesse dell’Europa moderna. Si suole indicare la data di inizio coincidente con quella della fine dell’impero romano (476) e la fine con quella della scoperta dell’America (1492). E’ ulteriormente diviso in “Alto Medioevo” (476-1000) e “Basso Medioevo” (1000-1492). Il primo è indicato anche col nome di “Medioevo latino” perchè fino al 1000 l’unica lingua scritta era il latino. Il tessuto culturale del mondo latino viene distrutto dalle invasioni barbariche del V secolo e, fino al tentativo di Carlo Magno di restaurare l’impero (800) si assiste al degrado della lingua latina scritta che si imbastardisce a contatto con le varie lingue locali. La scomparsa delle scuole pubbliche romane favorisce tale degradazione. Infatti, in questi secoli, l’unica forza organizzativa sul piano culturale ( se si eccettua il tentativo di Carlo Magno con con la Scuola Palatina) era la Chiesa che riesce a mantenere presso le cattedrali le scuole episcopali, mentre i monaci amanuensi ricopiano interi tomi dell’età classica che, ritenuti poco interessanti, verranno riscoperti solo grazie agli Umanisti come Poggio Bracciolini. Dopo il Mille si assiste ad una vera e propria ripresa della vita nelle città, dopo essere entrata in crisi la suddivisione medievale della società in oratores, bellatores e laboratores. Compare una nuova figura, dedita al commercio: il mercante, vero e proprio uomo d’affari che presta denaro e crea banche. Il processo di urbanizzazione favorisce la nascita di un nuovo organo, l’Universitas. L’Universitas è un’associazione autonoma di studenti e professori retribuiti direttamente dai loro allievi o dal Comune. La nascita di quest’organo è la prova della laicizzazione della cultura. Le università possono avere quattro facoltà: medicina, diritto, teologia e arti. L’ultima è dedicata alle Arti liberali (cioè quelle destinate agli uomini liberi dal lavoro manuale) e in essa si apprendono le materie del Trivio (grammatica, retorica, dialettica). Se nell’Alto Medioevo tutto, compreso il tempo, apparteneva a Dio, ora è l’uomo a regolare ed organizzare la sua vita come meglio crede. L’educazione perciò non è più rivolta all’elevazione religiosa, ma all’affrontare la vita pratica di ogni giorno. A questo proposito importante è introdurre anche la Scolastica, vista come un modo per discutere e fare filosofia. La Scolastica vede varie correnti di pensiero che si rifanno a Platone e Aristotele. Il metodo del ragionamento e della logica è l’unica arma per contrastare i dogmi che, fino ad ora, la Chiesa aveva imposto. Altra scuola importantissima, nata alla corte di Federico II di Svevia, è la Scuola poetica siciliana. I temi delle poesie di corte sono ripresi dalla lirica trobadorica ma il contesto politico ne cambia alcuni aspetti. Nasce così il Dolce stil novo tra il 1280 e il 1310 che vede come massimi esponenti Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti e lo stesso Dante. A partire dalla seconda metà del Trecento si assiste ad una maggiore diffusione della cultura che si sviluppa anche fuori dalle scuole. I centri di elaborazione culturale infatti ora sono tre: le università, le corti e i cenacoli. Le più grandi università erano quelle di Parigi, Bologna e Oxford. Per quanto riguarda le corti spesso, in tempo di esilio, erano la difesa di importanti letterati. I cenacoli, invece, non erano altro che forme di auto- organizzazione culturale degli intellettuali che si riunivano per discutere su un determinato argomento. Quindi, anche se ancora oggi si usa dire che una visione del mondo superata di qualcuno è una “concezione medievale”, dovremmo anche imparare ad apprezzare il buono di ogni periodo e il Medioevo ha portato sicuramente al mondo di oggi tante novità. Roberta Petti Settembre 2016 pag 2/b La scuola nell’antica Cina Attualmente in Cina si trovano altissime istituzioni educative e molti studenti, ma non emerge nessun particolare talento. Per trovare una risposta a questa situazione, bisogna paragonare l’istruzione nell’antica Cina con quella moderna. Nella cultura tradizionale cinese, la virtù era alla base di un paese. Insegnare significava educare le persone, perciò la parte più importante dell’insegnamento era coltivare nobili virtù. Com’è scritto anche nel libro “La grande via dell’istruzione”, realizzato probabilmente dagli allievi di Confucio, i bambini andavano a scuola all’età di 8 anni e iniziavano a studiare i lavori domestici insieme a musica, tiro con l’arco, caratteri cinesi e la matematica. A 15 anni, iniziavano a studiare la via per rettificare il cuore, la coltivazione personale, la gestione della famiglia e la direzione del paese per diventare individui ben formati, dotati di un carattere nobile. La prima frase del libro ”La grande via dell’Istruzione” afferma che lo scopo di apprendere è “coltivare la grande virtù concessa dal cielo e raggiungere il regno della grande compassione”. Una volta che la compassione si è sviluppata, può essere usata per guidare le persone e regolare i vari rapporti interpersonali. Tutti, come obiettivo principale dell’istruzione, cercavano di raggiungere il regno della grande compassione. Gli antichi studiavano i principi della materia per ottenere la conoscenza e ricercavano il Tao (la Via). Lo scopo dell’insegnamento, dunque, è quello di elevare un bambino per farlo diventare un adulto indipendente e dignitoso attraverso la coltivazione personale. Credo che questo sia un metodo di insegnamento molto proficuo poiché punta a formare giovani che in futuro sapranno rapportarsi con gli altri, gestire la propria famiglia e i rapporti quotidiani, prendere parte attivamente alla vita politica del proprio paese. Infatti l’obiettivo dell’istruzione deve essere prima di tutto questo, la scuola deve insegnare a vivere prima ancora di trasmettere la cultura. Francesca Alfinito LA SCUOLA DEL DUCE L’istituzione scolastica fu uno dei più importanti punti tra le riforme del periodo fascista, poiché era un efficiente mezzo di diffusione attraverso il quale si poteva inculcare l’ideologia del regime totalitario e si potevano plasmare le giovani menti ,cosicché fossero pronte a servire l’Italia e Mussolini. L’Opera Nazionale Balilla fu fondata nel 1926 e si occupava di fornire ai giovani italiani una formazione sia culturale sia ginnico-fisica e premilitare che andasse a rispecchiare tutti i princìpipilastro del pensiero politico di quegli anni. Nel 1937 confluì nella Gioventù Italiana del Littorio con il supporto delle milizie. La scuola divenne ufficialmente fascista nel 1923 con la riforma del filosofo Giovanni Gentile ed approvata da Mussolini (definita da egli stesso “La più fascista delle riforme”). Con questa riforma si andavano a divedere i diversi indirizzi di studio e si andava, pubblicamente, a prediligere l’indirizzo classico che infatti permetteva l’accesso a qualsiasi facoltà universitaria. Nel 1929 una legge impose l’uso di un manuale unico che, con immagini del Duce e con esercizi di grammatica che citavano guerre, nemici e fucili, andava sempre più a penetrare i cervelli dei cosiddetti “fascisti del futuro”.Furono espulsi insegnanti ebrei e vietata l’iscrizione a studenti ebraici. Giulia Caruso LA SCUOLADEL FUHRER Anche il regime nazista agì attraverso l’istituzione scolastica con lo scopo di manipolare le coscienze ed indirizzarle verso l’onore e la forza fisica. Il Fuhrer era deciso a voler creare una gioventù coraggiosa e devota alla nazione. Maschi e femmine venivano addestrati a marciare e a sfilare ogni giorno; venivano poi organizzate anche attività sportive o ricreative. Per le giovani donne il futuro era già stato scritto: la loro unica ambizione doveva essere quella di diventare madri per fornire altri piccoli nazisti al Paese. Gli uomini v e n i v a n o addestrati poiché dovevano essere preparati ad una vita rude, ambire al comando militare, al raggiungimento di una forza fisica sufficiente e dovevano essere pronti a fidarsi ciecamente di ogni decisione del capo Nelle scuole continuava una incontrastabile propaganda nazional-socialista. Gli insegnanti glorificavano le razze nordiche, in particolare quella “ariana”, denigrando gli Ebrei e altri popoli ritenuti inferiori. Dopo il 1933 il regime nazista eliminò dalle scuole pubbliche tutti gli insegnanti Ebrei o coloro i quali erano ritenuti politicamente pericolosi. La scuola hitleriana mirava a produrre cittadini consapevoli delle differenze razziali e della supremazia della propria razza. L’ideologia nazista si infiltrò perfino nei libri di testo adottati nelle classi introducendo immagini delle SS (squadre di protezione) e SA (squadre d’assalto).Giulia Caruso I giudizi di Eco e Galimberti Umberto Eco roteneva primario e fondamentale il ruolo che la scuola occupa nella vita di ogni individuo. Egli riteneva che fosse proprio compito della scuola educare i ragazzi ( futuri uomini) a regolare la naturale e biologica reazione che tutti noi abbiamo nei confronti del diverso. L’importanza del sistema scolastico: formare menti aperte e pronte per fronteggiare i problemi quotidiani, sia come singolo elemento, che nella propria comunità. Altra importante personalità, Umberto Galimberti, ha posto come base per il corretto funzionamento di una scuola: per gli insegnanti motivare gli alunni, intercettandone l’entusiasmo attraverso la fascinazione per facilitare il processo di trasmissione di nozioni; per gli alunni l’impegno costante e lo sforzo a non abbandonare alla prima difficoltà. Vece Maria Grazia S...PIFFERO - liceo Medi LA SCUOLA NEL MONDO Settembre 2016 pag 3/b Classifica attuale delle scuole nel mondo L’istituto di ricerca inglese “The Economist Intelligence Unit” ha stilato la prima classifica mondiale delle scuole, confrontando il sistema scolastico di 40 Paesi. L’ordine in graduatoria viene deciso in base a una serie di aspetti che costituiscono la “curva dell’apprendimento”. Questi fattori sono: l’importanza del ruolo dell’insegnante, l’attenzione per la formazione continua e di base, l’interesse rivolto alle materie tradizionali, ma allo stesso tempo a quelle che sono indispensabili per il futuro e infine il valore della collaborazione tra insegnanti e genitori. Ha anche tenuto conto dei risultati di test svolti da studenti-campioni di cui hanno valutato le capacità cognitive e le conoscenze raggiunte. Si è valutato anche il punto di vista economico: la spesa pro-capite destinata all’istruzione, il Pil, il tasso di disoccupazione e lo stile di vita. Ai primi tre posti tre scuole asiatiche: la Corea del Sud, il Giappone e Singapore. Tutti i posti più alti della graduatoria sono occupati dai paesi dell’Europa del Nord e dell’Est asiatico. L’Italia occupa il 25° posto, che rispecchia la situazione precaria del nostro sistema scolastico. La nostra scuola andrebbe migliorata sotto alcuni punti per poter salire la classifica. Ad esempio, per quello che riguarda i docenti, andrebbe sottolineata maggiormente l’importanza del loro ruolo. A loro spetta un compito impegnativo: educare i giovani garantendo loro un’ottima formazione. Gli ultimi posti della classifica vedono i Paesi sudamericani come la Colombia, l’Argentina e il Messico. L’ultimo posto, che determina il sistema scolastico peggiore, è occupato dall’Indonesia. Francesca Apolito COREA: la scuola migliore! L’Asilo nido e scuola materna non hanno frequenza obbligatoria e molti genitori preferiscono tenersi i figli a casa. La scuola elementare dura 6 anni e la iniziano a 7 anni. Di solito ogni classe ha un solo professore che insegna tutte le materie tranne le lingue straniere ed educazione fisica che hanno insegnanti a parte. Nlla scuola media i coreani cominciano a studiare “sul serio”: vanno a scuola 5 giorni alla settimana, seguono 7 lezioni al giorno di 45 minuti, più una opzionale alla sera e devono arrivare almeno mezzora prima dell’inizio delle lezioni. Fino al 2012 dovevano anche andare a scuola al un sabato e uno no per mezza giornata , per le attività extra o dei club della scuola, ma, nonostante questa regola sia stata tolta, molte scuole continuano ad avere la scuola aperta al sabato sotto richiesta dei genitori che vogliono che i loro figli studino di più. Una cosa da far notare è che i coreani non decidono in quale scuola media andare ma il tutto viene deciso da una lotteria che estrae a sorte fra gli studenti dello stesso distretto in quale scuola debba andare l’uno o l’altro. Da notare che non ci sono sbarramenti tra un anno e l’altro, e anche se uno non brilla in tutte le materie passerà tranquillamente all’anno successivo (questo vale anche per le scuole superiori). Con l’inizio della scuola superiore comincia letteralmente “l’inferno”. Il numero di ore di studio aumenta esponenzialmente, soprattutto durante l’ultimo anno, a causa della preparazione al test di ingresso per l’università, il famoso CSAT (‘Â¥²). Dal momento che da questo esame dipenderà il futuro di ogni studente coreano e l’entrata o meno nelle più prestigiose università (vedi le famigerate SKY: Seoul National University, Yonsei University e Korea University) gli studenti arrivano a studiare fino a 21 ore al giorno concedendosi solo pochissime ore di sonno, tant’è che c’è un detto in Corea secondo il quale: se dormi 3 ore al giorno potrai riuscire ad entrare in una delle SKY, se dormi 4 ore al giorno potrai riuscire ad entrare in un’università, se dormi 5 ore al giorno, specialmente l’ultimo anno, scordati l’università. Per quegli studenti invece che non hanno in mente di andare all’università ci sono scuole superiori professionali, sempre della durata di tre anni, dove il primo anno si hanno materie in comune, e gli altri due anni si decide che specializzazione prendere. Come le scuole superiori l’università in Corea non è obbligatoria, ma nonostante ciò circa l’85% degli studenti decide di proseguire i suoi studi. La durata è generalmente di 4 anni. All’università il clima è più rilassato, gli studenti possono divertirsi tra i vari club e le feste universitarie e scegliere tra tante attività e cose che prima non potevano fare per ovvia mancanza di tempo.Spesso gli studenti universitari si prendono almeno un anno di pausa per viaggiare, lavoricchiare, riposare o andare all’estero a studiare inglese. Una cosa da far notare è che i coreani spesso cominciano a cercare lavoro un semestre prima di laurearsi, se non riescono a trovarlo entro quel limite di tempo spesso rimandano la laurea di un altro semestre. Questo perché in Corea, più che l’età a cui ci si laurea, viene considerato da quanto tempo ci si è laureati e quindi “freschi” di studio. Liguori Americo La scuola moderna in India La scuola in Cina Liliana D’Aiutolo, studentessa impegnata in uno scambio culturale con “AFS Intercultura” nella cittadina cinese di Deyang, ci spiega tutto ciò che c’è da sapere sulla scuola cinese. -Potresti descriverci la tua nuova scuola? Quanto durano le lezioni e come sono strutturate? In Cina la scuola è considerata come una seconda casa per lo studente, per questo motivo è strutturalmente enorme. La mia scuola si chiama Deyang No.5 Middle School e fa parte di un club di scuole gestite direttamente da Hong Kong. E’ divisa principalmente in due campus di cui uno è occupato dai ragazzi che sono in “boarding school” e che dunque ci vivono per tutta la settimana, mentre l’altro è occupato dai ragazzi che tornano a casa ogni giorno. All’interno del campus vi sono poi vari edifici in cui è possibile trovare l’infermeria, la libreria, gli uffici dei professori, le classi in cui si svolgono le lezioni, classi attrezzatissime in cui si svolgono le attività collaterali, la palestra e ovviamente i dormitori divisi per sesso. Noi di Intercultura abbiamo cinque ore di lezioni mattutine e quattro pomeridiane, i ragazzi cinesi invece hanno alcune ore di lezione anche dopo cena. Le lezioni durano cinquanta minuti cadauna e le classi sono composte da cinquanta ragazzi circa. -Come è strutturato il sistema scolastico cinese? E’ molto rigido perché deve impartire un’educazione quasi di tipo militare. La mattina siamo tutti convocati nel cortile della scuola per fare esercizio fisico e soprattutto per ballare al ritmo dell’ inno della scuola. Ogni lunedì mattina assistiamo all’alzabandiera, cerimonia importantissima per i cinesi, in cui vengono innalzate la bandiera della scuola e quella cinese. -Come si pongono i prof nei confronti di voi studenti stranieri? Che metodo attuano nei vostri confronti? I professori sono molto severi nei confronti degli studenti cinesi, mentre sono molto comprensivi nei confronti di noi studenti internazionali; infatti ci spiegano molte volte i concetti, si assicurano che noi abbiamo capito perfettamente prima di andare avanti e ci mettono sempre a nostro agio. -Quante ore al giorno dedichi allo studio del cinese? Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato nel studiarlo? Dedico tutta la mia giornata allo studio in generale, per il cinese invece dedico molto tempo al ripasso dei caratteri, faccio moltissime paginette per impararli e li ripeto mentalmente molte volte per fissarli bene. La difficoltà maggiore del cinese sta nel saper associare il carattere al suo suono. -Cosa ti manca nella scuola italiana? Sinceramente non mi manca quasi niente della scuola italiana, perché ho imparato ad apprezzare il vigore e l’ordine della scuola cinese che ritengo fondamentali. -Cosa cambieresti della scuola cinese? Cambierei sicuramente il metodo rigidissimo che viene adottato nei confronti dei cinesi. Poi cambierei anche la mentalità della scuola, vorrei che si aprisse di più alle relazioni tra gli studenti dal momento che sono strettamente vietate ogni tipo di relazioni tra i ragazzi. Elsa Martino La scuola è il riflesso della società di cui fa parte. L’India è un paese in via di sviluppo e, nonostante i progressi di cui è stata protagonista negli ultimi anni, non possiamo non notare le lacune in ambito scolastico che essa presenta: quello indiano può essere definito il sistema scolastico più contradditorio che ci sia. Infatti, ogni anno, in India, si hanno più di due milioni di laureati in ingegneria, ma, allo stesso modo, un terzo della popolazione è analfabeta, il 25% degli scolari abbandona gli studi prima della fine della scuola primaria inferiore, quindi prima del compimento dei dieci anni e la maggior parte di chi continua gli studi, non sa leggere né scrivere in modo efficiente (infatti, solo il 10% di essi continua gli studi iscrivendosi all’università). Ciò è una conseguenza di quando, alla nascita delle prime scuole in India, il loro scopo non era quello di formare la popolazione, bensì soltanto i rampolli delle famiglie nobili e di alto rango sociale. L’istruzione, infatti, poteva essere considerata ereditaria e quando, nel 1947, i padri della Costituzione si resero conto di dover estendere il diritto all’istruzione a tutti i cittadini, i politici non ritennero la scuola una priorità e optarono per scegliere le lingue regionali come lingue di insegnamento, ma ciò non fece altro che favorire le scuole private che insegnavano in inglese. La scelta dei politici fu quella, quindi di indirizzare i pochi fondi verso la scuola superiore con l’obiettivo di un paese moderno e tecnologico. Ad oggi, il 50% delle scuole elementari pubbliche non gode di servizi igienici; nel 60% non è presente la corrente elettrica e un quarto degli insegnanti non si presenta a lavoro. Il 30% degli studenti segue corsi da privatista e le scuole private ricoprono il 20% di tutte le scuole presenti Giusy De Rosa La scuola in Germania Il sistema educativo e scolastico tedesco viene stabilito dagli stati federali (Länder). Esistono anche in Germania scuole sia pubbliche sia private, ma anche quest’ultime devono conformarsi alle normative ufficiali dei Länder di appartenenza. Gli stati federali si accordano su punti comuni generali dell’istruzione, quelli più importanti, che devono risultare identici in tutta la Germania (come ad esempio la durata della scuola dell’obbligo, il calendario ect.). L’obbligo scolastico inizia a 6 anni e consiste in 9 anni di frequentazione di una scuola, in alcuni Länder anche di 10 anni. La prima tappa è la Kinderkrippe, per i bambini fino a tre anni, poi segue il Kindergarten (scuola materna). Non è obbligatoria (come la Kinderkrippe) e racchiude la fascia d’età che va dai tre ai sei anni. Si passa poi alla Grundschule (scuola elementare). Dura quattro anni. A Berlino e nel Brandeburgo dura sei anni. Qui si studiano le materie base: scrittura, lettura, aritmetica, arte, musica, sport, religione e scienze naturali/sociali. Dalla terza classe viene introdotta una lingua straniera, solitamente l’inglese, in alcune regioni anche dalla prima classe elementare. Alla conclusione della Grundschule non ci sono esami. In Germania quindi lo studente sceglie già all’età di nove anni il percorso del suo futuro, cosa che in Italia accade a quattordici anni. In caso venga scelta dalla famiglia una scuola di ordine superiore rispetto a quanto consigliato, l’alunno dovrà sostenere un test d’ammissione nella nuova scuola. Tra le scuole secondarie di primo grado si può scegliere tra la Hauptschule, la Realschule e il Gymnasium. L’Hauptschule ( indirizzi professionali) dura cinque anni. La Realschule (istituti tecnici) può durare dai quattro ai sei anni con una struttura aperta e flessibile. Il Gymnasium ( istruzione più elevata) dura ben nove anni e da competenze non solo letterarie come ma ancor più economiche per esigenze pratico-lavorative. Una volta ottenuto un diploma, i ragazzi possono continuare la loro istruzione o con corsi di formazione professionale di alto livello o con gli studi universitari. La formazione professionale si basa sull’apprendistato (Lehre) presso una ditta del settore prescelto e dura almeno tre anni. Al termine dell’apprendistato si deve sostenere un esame. Un ulteriore prova finale può essere sostenuta dopo 5 anni di esperienza lavorativa, una volta superata la quale si diventa ‘Meister’, un titolo che permette di mettersi professionalmente in proprio. Liguori Americo La scuola in Romania Confrontando il sistema scolastico rumeno con il nostro si possono notare alcune differenze. Gli studenti iniziano le lezioni alle ore 8\8:15 del mattino e le terminano alle 14\14:15 per un totale di sei ore al giorno; il Sabato le scuole sono chiuse. Molto importante è la lingua inglese alla quale dedicano circa 4\5 ore settimanali e altrettante ore alla lingua madre. Non si studiano religione e latino (nemmeno al liceo) ma in alcuni indirizzi si studia la Filosofia. I ragazzi conseguono il diploma all’età di 17\18 anni. Sara Di Matteo La scuola in Lettonia Nel sistema scolastico della Lettonia, possiamo notare alcune differenze rispetto a quello italiano: le lezioni iniziano alle 8:00\8:15 e terminano alle 15:00\15:15 ( sette ore scolastiche al giorno). Questo sistema permette ai giovani studenti il week end libero. Un’importante distinzione tra i due sistemi scolastici sta nelle ore di studio dedicate all’inglese (circa 4\5 ) e alla lingua lettone soltanto 2 ore settimanali. Non ci sono ore di religione o di latino e solo poche ore dedicate a materie umanistiche come storia e filosofia. Nelle altre ore dedicano il loro tempo alle materie scientifiche, all’informatica e soprattutto dedicano molto tempo allo sport infatti la maggior parte degli studenti giocano a basketball e a pallavolo. Conseguono il diploma a 18\19 anni ma molti di loro non continuano gli studi all’università. Sara Di Matteo S...PIFFERO - liceo Medi L’attimo fuggente “O capitano, mio capitano!” risuona così la celebre frase di Walt Whitman nel film “L’attimo fuggente”, citata da Robin Williams. Parlando dell’evoluzione della scuola nel corso degli anni, non può non venirci in mente questo film, vincitore dell’Oscar nel 1990 e insignito di svariati altri premi. L’Attimo fuggente, un capolavoro del cinema, parla di un professore di letteratura che viene trasferito nel collegio maschile “Welton”, celebre per gli schemi di insegnamento molto rigidi. Presto le regole dell’istituto e la ferrea disciplina degli stessi alunni si scontreranno con l’originale personalità del professore, che con i suoi metodi considerati “poco ortodossi” insegnerà ai ragazzi ad assaporare ed amare la letteratura invece di studiarla in modo distaccato e meccanico così come erano abituati. Il film offre tanti spunti di riflessione: ci pone di fronte a interrogativi che dovrebbero far parte della nostra vita quotidiana. Che importanza ha essere alunni rigorosi e diligenti se non riusciamo a cogliere il senso della vita, se consideriamo l’impegno nello studio prioritario rispetto al dedicarci ad altre attività ugualmente importanti, se assorbiamo come spugne le regole e i punti di vista degli altri senza filtrarle utilizzando la nostra mente. L’obiettivo del professore è quello di dar vita a giovani uomini dotati di una propria individualità, belli nella loro estrema diversità, e non per questo sbagliati. Sin dall’inizio ci vengono mostrate le due facce opposte della medaglia: una scuola tanto prestigiosa quanto severa che spinge i ragazzi all’omologazione e alla completa distruzione dell’io e un’altra incentrata sulla riflessione volta a tirar fuori da ogni singolo ragazzo qualcosa di unico ed inimitabile, che neanche immaginavano di possedere. Avremmo tutti bisogno del professore che straccia le pagine dei libri per insegnarci a leggere la poesia senza schemi o altri vincoli, ma servendoci unicamente dei sentimenti, dell’insegnante che sale sulla cattedra per mostrarci che ogni situazione merita di essere osservata dai diversi punti di vista, di qualcuno che insegni a noi giovani la sicurezza in noi stessi... Il film ci presenta anche un altro tema: l’importanza di seguire i propri sogni. L’esempio calzante è quello di Neil, il ragazzo desideroso di fare carriera come attore ma costretto dal padre ad abbandonare la sua passione per dedicarsi unicamente allo studio. Il giovane alla fine del film si suicida e questo provocherà l’espulsione dall’istituto del professore, incolpato di trasmettere strane idee ai ragazzi. La storia di Neil non è per nulla estranea ai nostri giorni, anzi rappresenta tutti i ragazzi che sono soggiogati dai propri genitori e costretti a reprimere i loro sogni per intraprendere una strada scelta dagli altri. Il film ha quindi un significato davvero profondo: dimostrare che non serve la disciplina, se non accompagnata dal giusto senso delle cose e che bisogna saper cogliere l’attimo che fugge, poiché la vita si articola in momenti che non ci saranno più restituiti. “Cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita” Francesca Alfinito LA SCUOLA E LA CRONACA Settembre 2016 pag 4/b La Buona Scuola secondo i docenti iOS Academy Cyberbullismo: la piaga del web I docenti di tutta Italia “bocciano” la Buona Scuola: questo è quanto emerge dall’indagine portata avanti per la Gilda degli Insegnanti. Circa l’80% dei docenti ha espresso il proprio disappunto per tale riforma, criticando la nuova figura del dirigente scolastico o altri provvedimenti come la composizione del Comitato di Valutazione, l’assegnazione dei Bonus di merito... Il sondaggio, basato su un campione rappresentativo, – commenta Rino Di Meglio della Gilda degli Insegnanti – dimostra senza dubbio che la maggior parte dei docenti condanna i punti fondamentali della legge 107/2015, ritenuti inutili e dannosi. Dunque, sembrerebbe un altro buco nell’acqua dell’ennesima riforma volta a migliorare, o per lo meno a tentare di migliorare, l’ambiente e l’organizzazione scolastica italiana. La speranza è quella di un ulteriore cambiamento, ultimo e definitivo, per stabilizzare l’istruzione e la gestione delle scuole del nostro Paese. Francesco De Vita Giovedì 6 ottobre, a Napoli vi è stata l’importante apertura della iOS Academy, la prima scuola per sviluppatori Apple in tutta Europa. I primi 100 studenti che hanno superato le selezioni hanno già iniziato questo innovativo percorso di studi. Fortemente voluta dal governo, sostenuta dalle istituzioni locali e ovviamente da Apple, l’Academy formerà in totale 600 studenti, preparandoli a diventare sviluppatori di app e software sul sistema operativo della Mela. Il presidente della regione Campania De Luca ricorda i 100 milioni di euro già investiti e ne promette altri 30 per espandere il progetto, oltre a disporre sette borse di studio. Questa bellissima iniziativa è la chiave di inizio per ottenere un miglioramento dell’istruzione anche al Sud e per dare vita al sogno di tanti ragazzi che, figli di una generazione in cui la tecnologia rappresenta il “pane quotidiano”, possono finalmente studiare ciò che li appassiona. SaraDiMatteo Nella nuova era digitale del XI secolo il WorldWideWeb (www) fa parte del quotidiano, specialmente delle generazioni più giovani. Internet è sicuramente sinonimo di grandi opportunità e scoperte ma non è detto che non nasconda delle insidie. Col passare dell’ultimo decennio e con l’ incontrollabile diffusione della rete e dei suoi social network è stato inevitabile l’incontro di una bestia quasi invisibile che è il cyberbullismo: una vera e propria forma di violenza e di aggressione che si consuma online. Il cyberbullo denigra, deride e/o aggredisce verbalmente la sua vittima, rende pubbliche foto private o informazioni personali, tutto tramite forum, chat, qualsiasi tipo di social network o piattaforma digitale. Il bullismo in rete ha delle precise caratteristiche, si distinguono ad esempio il flaming (aggressione verbale tramite commenti su forum o social), l’impersonation (furto di identità online per metterla in cattiva luce) ed il trickery (ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi rendere pubbliche foto ed informazioni personali). Inoltre per questo tipo di violenza è difficile per la vittima indentificare con precisione e sicurezza il suo aggressore poiché spesso nascosto dietro un nickname o un falso nome; è difficile capire in che modo proteggersi, prevedere le successive mosse del cyberbullo e prevederne gli effetti. Ne susseguono molto spesso depressione, ansia, isolamento, forti traumi e talvolta anche suicidio, com’è successo a ragazze che sono state riprese durante atti sessuali, stupri, ubriachezza o di giovani presi di mira poiché gay, o derisi nei social network per banali difetti fisici, semplici gusti musicali o particolari interessi personali. Le vittime che finiscono nel mirino dei bulli del web sono persone generalmente giovani ed emotivamente (forse) fragili. Il “rispetto” è una nozione che è sempre più sconosciuta nel mondo del web. Per la sensibilizzazione a riguardo molte case cinematografiche hanno prodotto film come“Unfriended”,“Cyberbulli”, “InFernet”, “I segreti della mente”, “Disconnect”,“Friend Request”. Giulia Caruso Buona scuola: no degli studenti Venerdi 7/10 gli studenti italiani scenderanno nelle piazze di più di 70 città per manifestare il proprio disagio verso la “Buona Scuola”. La riforma approvata dal Governo lo scorso anno non solo non mette d’accordo gli insegnati di tutta Italia ma, com’era già intuibile dai numerosi scioperi portati avanti fino ad oggi, va contro i principi e gli interessi degli studenti: questa la motivazione che verrà sostenuta durante la manifestazione del 7 ottobre. Al centro della protesta presenti argomenti come il ruolo del Comitato di valutazione o dell’alternanza scuolalavoro, vista dagli alunni e da Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, come un mero sfruttamento di lavoro gratuito da parte delle aziende. Francesco De Vita Il ricordo di un “ex” Lo studio ci forma il carattere e provvede a darci un’adeguata cultura; le ore passate sui libri e seduti su una sedia in classe sono solo una parte della nostra vita , anche se ne costituiscono un fondamentale step. Le esperienze vissute al fianco di amici, professori o conoscenti, le passeggiate per i corridoi, la paura per le interrogazioni o per i compiti in classe: tutto è destinato a diventare un ricordo; ma non uno di quei ricordi nostalgici, che si vivono solamente con tristezza e con la consapevolezza di non poter mai più tornare a quegli anni (relativamente) spensierati. Una volta terminato il percorso scolastico non bisogna sprofondare nella malinconia, ma nemmeno spedire tali ricordi nel “dimenticatoio”: il mio personale suggerimento, quale ex studente, è quello di vivere ogni singolo istante che ci viene offerto, puntare sempre in alto, ma senza mai dimenticarsi da dove si è venuti, le proprie radici. Francesco De Vita Lite a scuola Uno studente dell’Istituto comprensivo Confalonieri nel centro storico della città partenopea è stato portato d’urgenza al Pronto Soccorso dopo una lite finita male con un suo compagno di classe. Il 14enne, infatti, è stato ferito con un coltello da un altro minorenne al termine di una discussione tra i due. L’aggressione sarebbe avvenuta nel cortile della scuola, che presentava tracce di sangue. Il ragazzo è stato operato d’urgenza dai medici di Loreto Mare e, come conferma la testimonianza dei parenti, non sarebbe in pericolo di vita. Francesco De Vita Arte al cafe’ Verlaine Il 17 settembre scorso al Cafè Verlaine in Via Italia la magia ha sposato la musica live dando vita ad una vera e propria forma d’arte nel “Best party ever” (questo il nome dello spettacolo). I protagonisti della serata sono stati Valerio Vitolo e Giancarlo Contino, rispettivamente sassofonista e mago specializzato in juggling & fire, diretti ed organizzati da un giovanissimo gruppo di animazione locale. Durante la serata si sono susseguiti diversi generi musicali interpretati dal musicista e i più svariati numeri di magia, andando da pezzi di giocoleria, a pezzi di equilibrismo ed illusionismo fino ad arrivare a giochi col fuoco, con il continuo coinvolgimento del pubblico presente. Lo spettacolo era aperto a tutti e ha registrato una notevole affluenza con una folla che spaziava tra tutte le fasce d’età. Il carisma e la dimestichezza dei performers hanno lasciato a bocca aperta sia i più piccoli che gli adulti! Il centro della nostra città si è riempito di musica, colori e sorrisi! Giulia Caruso Cinecibo al E.Ferrari Un’importante manifestazione, “Cinecibo”, si è svolta presto l’Istituto “Enzo Ferrari” di Battipaglia. “Cinecibo”, è un festival del cinema a tema gastronomico, la cui prima edizione risale all’11 novembre 2011. Il festival si propone di valorizzare la corretta alimentazione e il cinema di qualità, attraverso una competizione tra opere audiovisive. Nella giornata di Giovedì 6 Ottobre sono stati invitati Gigi e Ross, in qualità di attori del film di Gianluca Ansanelli “Troppo Napoletano”, nel quale vengono presentate diverse specialità culinarie del sud. La giornata di venerdì 7 inoltre ha visto in competizione i ragazzi di cinque istituti alberghieri, che si sono sfidati in una gara di show cooking. I partecipanti, futuri chef provenienti da Napoli, Avellino, Nocera, Capaccio, oltre che da Battipaglia, si sono affrontati in una gara a colpi di ricette nelle cucine dell’istituto “Ferrari”. E’ un ‘contest’ questo promosso da “Cinecibo” per far conoscere ai giovani e al grande pubblico le peculiarità dei prodotti nostrani e scoprirne tutte le virtù. Ad onorare l’evento la partecipazione dello chef stellato del “President di Pompei” Paolo Gramaglia. Non potevano mancare i giornalisti, rappresentanti delle tesate Cinecibo Award – Stampa, stampa locale come “La Città” “Il Mattino”. Sabato 8. Infine, durante la serata vi è stato un finale “coi fiocchi”: uno show cooking degli attori Dino Abbrescia (squadra antimafia) ed Elisabetta Pellini (le tre rose di Eva) alla presenza del Presidente di “Cinecibo”, Michele Placido. Sara Di Matteo Bambini fin troppo indipendenti In Giappone capita spesso di notare bambini muoversi da soli, senza genitori o parenti, attraverso la città, utilizzando i mezzi pubblici o spostandosi a piedi. Potrebbe sembrare un eccesso di maturità da parte di bambini di 6 o 7 anni che dovrebbero essere sempre accompagnati: niente paura, è tutto controllato. Ebbene sì, fa tutto parte di un celebre programma giapponese che va in onda da ormai più di 25 anni; i loro progressi sono filmati di nascosto da una troupe televisiva mentre provano a raggiungere il fruttivendolo o il panettiere. Nulla da temere dunque, non siamo assistendo ad estremi atti di (precoce) maturità, ma a semplice e puro intrattenimento. Francesco De Vita La folla contro Rihanna Rihanna arriva a Milano per una tappa del suo Anti World Tour 2016 e riempie il San Siro con i suoi super fan il 13 luglio scorso! Dopo l’attesissimo evento, però, il pubblico si scaglia contro la cantante stessa e contro l’organizzazione, infiammando i social network. Il concerto viene definito “una presa in giro” e addirittura “un furto”! Rihanna sale sul palco con 45 minuti di ritardo, riduce la scaletta e taglia anche i brani, cantandoli per metà e fa pause per il cambio d’abiti troppo lunghe: uno show di circa un’ora con una (deludente) parte musicale complessiva di circa 40 minuti. Gli amanti della stella del pop disprezzano anche la scelta di porre al centro dello show, il corpo piuttosto che valorizzare la voce e la musica che l’hanno portata in cima alle classifiche.E dopo il temporale che ha preceduto lo spettacolo la cantante, quindi, si ritrova addosso una pioggia di critiche! Tuttavia i fedelissimi continuano a difendere il loro idolo musicale nonostante per l’opinione comune il concerto sia stato un misto di rabbia e delusione. Giulia Caruso S...PIFFERO - liceo Medi CRONACHE & CINEMA Allarme alla stazione di Milano Milano, stazione centrale. Sono circa le 13:30 quando la linea verde della fermata della metropolitana viene evacuata a causa di un possibile allarme bomba causato da uno zainetto abbandonato. Ad intervenire tempestivamente le forze dell’ordine e gli artificieri, i quali si sono avvicinati e hanno controllato lo zaino sospetto. Solo dopo alcuni minuti di terrore da parte dei presenti è arrivata la notizia del falso allarme, in quanto all’interno dello zainetto sarebbero stati trovati solo degli indumenti. Dunque la circolazione, che era stata sospesa tra Garibaldi e Caiazzo, ha potuto riprendere tranquillamente il suo frenetico corso, dopo circa 20 minuti di interruzione. Francesco De Vita Record di migranti salvati Non accenna a placarsi l’ondata di migranti che tenta di raggiungere le coste del nostro paese in cerca di un posto migliore dove vivere. Nel giro di sole 24 ore, il 6 ottobre sono stati salvati dalle acqua del canale di Sicilia più di 10.000 migranti, ai quali è stato offerto cibo e riparo dalle unità della protezione civile e militare; per 28 di loro purtroppo, non c’è stato nulla da fare, in quanto almeno 22 sono stati trovati morti probabilmente per asfissia. Mentre un argomento come l’immigrazione è ancora al centro di numerose discussioni, migliaia e migliaia di migranti continuano a tentare di raggiungere le nostre coste, consapevoli di trovare a loro disposizione l’aiuto di numerosi volontari italiani. Da evidenziare la nascita di tre bambini a bordo della nave Dattilo della marina militare. Francesco De Vita Arrestato noto latitante Arrestato Antonio Pelle, noto latitante in fuga dal 2011 dalle forze dell’ordine; il malvivente è stato trovato dopo una lunga indagine portata avanti dalle forze dell’ordine della “catturandi” di Reggio di Calabria. Grazie alla raccolta di numerose informazioni, è emersa l’esistenza di un bunker presso la casa dello stesso Antonio Pelle; su quest’ultimo ricade una condanna a circa 20 anni di reclusione, che aveva tentato di eludere con una fuga dall’ospedale nel quale era stato ricoverato dopo un overdose di pillole dimagranti, volte a simulare un problema di “anoressia nervosa”. A fare i propri complimenti si aggiunge anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il quale ha voluto evidenziare come il latitante Pelle fosse uno tra gli uomini più ricercati al momento. Francesco De Vita Stupro in discoteca. Le amiche su whatsapp Nello scorso marzo in un locale di Sant’Arcangelo in Romagna, in provincia di Rimini, una ragazza di 17 anni è chiusa a chiave in un bagno con un ragazzo che conosce forse di vista. Lei è ubriaca nonostante il locale avesse il divieto di vendere alcolici ai minorenni, lui la trascina e la blocca lì, dopodiché comincia ad abusare di lei sessualmente. La giovane è lì da sola? No. Ci sono le amiche nel locale con lei, ma dove? Stanno chiamando aiuto? Stanno cercando di salvarla dalla violenza? Il gruppetto di ragazze era nel bagno accanto, arrampicato in cima alla porta divisoria, che assisteva allo stupro guardando dall’alto. Una delle amiche della vittima pensa bene di agguantare lo smartphone e filmare il tutto. Il giorno dopo cominciano ad inviare ed inoltrare il video a diversi contatti delle rubriche dei loro cellulari il che, a mente lucida dopo che la sbornia è stata smaltita, appare ancor più inumano. La diciassettenne non ricorda proprio tutto di quello che è successo ma vedendosi arrivare il video su Whastapp si fa un’idea molto più chiara dell’accaduto. Solo un mese dopo la ragazza decide di confidare tutto alla madre, che si attiva contattando i Carabinieri. L’aggressore viene indentificato ma non iscritto nella lista degli indagati, le amiche della vittima vengono interrogate. I risultati delle visite mediche, fatte in aprile, hanno ovviamente scarsi risultati e non aiutano a chiarire e ricostruire la vicenda. Non esistono però forze dell’ordine o magistrature che riescono a spiegare o giustificare in qualche modo il comportamento delle amiche della giovane aggredita. A questo punto si può davvero parlare di amiche? Ma soprattutto, si può parlare di umanità? Giulia Caruso FANTAEXPO – 2016 Anche quest’anno sono stati promossi molti eventi per gli appassionati del mondo del fumetto: dopo il Comicon alla Mostra D’Oltremare di Napoli e il Comicon estivo a Salerno, ecco anche il FantaExpo. La fiera tenutasi al Parco dell’Irno (Salerno) dal 2 al 4 settembre 2016 è stata una fiera di minore importanza e con minore affluenza rispetto ai precedenti Comicon, ma ha comunque richiamato l’attenzione degli amanti del genere. Tanti ospiti come i Gem Boy, i Nirkiop, Croix89, Alfredo Postiglione (fumettista), Marco Itri (fumettista e tatuatore) e cosplayers sono stati a disposizione del pubblico in conferenze e incontri organizzati dalla fiera. Molti erano inoltre gli stand e i punti di interesse che trattavano aree tematiche come Marvel, Pokémon, Star Wars, Harry Potter e League of Legends accompagnati da aree di gioco (online o da tavolo). Importante è stata anche la partecipazione dell’Accademia delle Belle Arti in collaborazione con le Nuove Tecnologie dell’Arte grazie alla realizzazione di un drago illuminato ed interattivo, simbolo orientale di saggezza e positività. Si può senza dubbio dire che è stata una fiera piena di colori! Le uniche critiche al FantaExpo sono state riguardo il costo del biglietto d’ingresso, ritenuto un po’ troppo alto da qualche visitatore. Giulia Caruso Settembre 2016 pag 5/b THE DANISH GIRL: BOLLINO ROSSO O UN PASSO AVANTI? Nel novembre 2015 esce nelle sale cinematografiche statunitensi la pellicola intitolata “The Danish Girl” e a febbraio 2016 raggiunge anche le sale italiane. Il film è un adattamento del romanzo di David Ebershoff “La Danese” pubblicato nel 2000, ispirato alle vite dei pittori Lili Elbe e Gerda Wegener. I personaggi principali sono interpretati da Eddie Redmayne e Alicia Vikander (Premio Oscar 2016, Miglior attrice non protagonista) e la produzione è diretta da Tom Hooper. La storia descritta è quella di una delle prime persone al mondo che si è sottoposta ad un intervento chirurgico per la riassegnazione di genere e che lo ha portato da essere Einar Wegener a diventare, in tutto e per tutto, Lili Elbe. Nella Copenaghen degli anni Venti la struggente storia di un sogno che viene realizzato, ma che finisce per distruggere il protagonista stesso, è condita dalla vergogna, dal disprezzo e dalla paura che la società di quegli anni provava nei confronti dello “scandaloso” caso di transessualità. Il film negli Stati Uniti è stato vietato ai minori di 17 anni. Ma siamo davvero sicuri che questo film lo meritasse? L’omofobia è ancora una brutta bestia a piede libero che però, fortunatamente, si sta combattendo sempre di più. Una pulita trasmissione di informazioni riguardanti la comunità LGBTQ (Lesbian Gay Bisexual Transsexual Queer) consentirebbe una maggiore diffusione del concetto di parità e di tolleranza che non ancora tutti abbiamo acquisito. Il film, nonostante i divieti imposti, ha incassato solo in Italia oltre 2.000.000 euro e ha vinto il premio Queer Lion per “miglior film con tematiche omosessuali & Queer Culture” alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. La buona Informazione è sempre un passo avanti. Giulia Caruso TIZIANA CANTONE ZIMBELLO DEL WEB, SI SUICIDA Nell’aprile 2015 la ventinovenne Tiziana Cantone, originaria del napoletano, spopola, dapprima su siti hard e successivamente su qualsiasi social network, attraverso dei video (privati) espliciti che la ritraggono (ben visibile in volto e indicata da nome e cognome nelle didascalie) protagonista di atti sessuali con uomini diversi, quasi sicuramente spinta dalle proposte del suo fidanzato (ci sono altissime probabilità che sia stato lui stesso a filmare gli atti). I video hot hanno fatto il giro di Italia in pochi giorni e il nome ed il volto di Tiziana sono stati ridicolizzati e derisi in ogni modo e attraverso qualsiasi mezzo (memes, canzoncine, remix, magliette e altri gadget) fino a far diventare virali i suoi video e le sue foto. Avviate pratiche, denunce e sentenze in tribunale per rivendicare il diritto all’oblio, la giovane comincia a fuggire dalla realtà che la sta facendo impazzire, spostandosi in giro per l’Italia da parenti e amici per poi ritornare, pochi mesi fa, nel napoletano. La ragazza lascia il lavoro, non esce più di casa e viene aiutata dai familiari nel disperato tentativo di combattere la sua depressione. Lo scorso 13 settembre Tiziana, ormai trentunenne, viene ritrovata impiccata nel sotterraneo della casa della zia a Mugnano di Napoli, non molto lontano dal suo paese di appartenenza. Tiziana è il tormentone che ha fatto ridere tutta l’Italia per più di un anno e mezzo. Anche adesso, dopo il suo suicidio, qualcuno ride ancora. Dovremmo però ridere di chi ha pensato di avere il diritto di ucciderla, ovvero la massa. Il web è un’arma che quasi quotidianamente finisce nelle mani di chi non sa gestirla appieno. Questa è l’ennesima (ahinoi) eclatante storia di una società aggressiva, menefreghista e profondamente sessista che ha condannato una giovane donna persino per la sua vita privata (resa pubblica forse anche contro il suo volere). Giulia Caruso TUTTI PAZZI PER “IO PRIMA DI TE” L’1 settembre arriva sui grandi schermi italiani (a giugno negli Stati Uniti) il tanto atteso “Io prima di te”, già mostrato in anteprima il 21 luglio al Giffoni Film Festival. Diretto da Thea Sharrock e tratto dal romanzo di Jojo Moyes, il film incanta milioni di spettatori e incassa, in Italia, circa 2 milioni di euro in solo 4 giorni. La storia del ricco, giovane e bello Will Traynor che si mischia con la vita della ventiseienne Louisa Clark, in continua ricerca di lavoro per sostenere le spese della famiglia, ha commosso chiunque grazie al fortissimo coinvolgimento emotivo che i personaggi propongono al pubblico delle sale cinematografiche. Le vicende della sempre sorridente Louisa, che si trova ad assistere il ricco banchiere costretto in sedia a rotelle in seguito ad un brutto incidente, trasportano lo spettatore in grandi viaggi, in grandi sogni ed in grandi amori mentre la protagonista cerca febbrilmente di far capire a Will quanto valga la pena di vivere la vita, in qualsiasi modo ci venga proposta. I personaggi principali sono interpretati da Emilia Clarke (pluripremiata per il suo ruolo in Il Trono di spade), Sam Claflin (già visto in Pirati dei Caraibi e in Hunger Games) e Matthew Lewis (meglio conosciuto come Neville Paciock in Harry Potter). Le colonne sonore sono giovanissime e modernissime tanto quanto il cast: troviamo infatti brani firmati dai 1975, gli Imagine Dragons e EdSheeran. Quindi, un successo all’unanimità. Giulia Caruso UNFRIENDED Unfriended, il film horror da 62 milioni di incassi in tutto il mondo diretto da Levan Gabriadze, arriva nelle sale cinematografiche nel 2014. Il film è girato sotto forma di un mockumentary, ovvero un falso documentario. Tutte le riprese sono state girate dal punto di vista della webcam del pc della protagonista.La storia raccontata è quella di una comitiva di amici (composto dalla protagonista Blaire, il fidanzato Mitch e gli amici Jess, Adam, Ken, Val) che decide di fare una videochiamata di gruppo su Skype un anno dopo del suicidio dell’amica Laura Barns. Improvvisamente si aggiunge alla conversazione anche il profilo di Laura. Gli amici pensano sia solo uno scherzo, ma le persecuzioni e le vendette dell’entità di Laura erano solo all’inizio. Gli amici vengono torturati fisicamente e psicologicamente poiché l’entità voleva che confessassero chi fosse il colpevole che aveva postato in web un video che ritraeva Laura in condizioni disgustose, presa da una forte sbornia. Era questo che aveva spinto la ragazza tanto in fondo fino al suicidio. Gli account Facebook del gruppo di amici vengono inondati di messaggi criptati e di foto compromettenti per opera del profilo di Laura. Dopodiché Val, la principale sospettata di aver postato il video incriminato, viene vista via Skype dagli amici in trance dopo aver bevuto mezzo flacone di candeggina. Ad uno ad uno gli amici Ken, Jess, Adam e anche Mitch (dopo che Blaire dice a Laura che era stato lui a postare il video) vengono aggrediti ed uccisi dal “fantasma” di Laura dopo una inquietante partita a “Io non ho mai”, voluta dalla suicida, durante la quale erano stati obbligati a confessare i più scandalosi segreti e dispetti che li vedeva tutti protagonisti. Per ultima Blaire, che aveva appena visto il video postato sul suo profilo Facebook e su Youtube da Laura, viene anche lei aggredita ed uccisa. Con il budget di appena 1 milione di euro il film è stato girato in una sola casa, con gli attori in stanze diverse, inoltre il cast spesso è stato costretto ad improvvisare per i molti cambiamenti apportati ai copioni durante le riprese; i profili Facebook creati appositamente per le riprese sono ancora attivi e su pagina e sito ufficiale del film sono attivi “giochi” che pubblicizzano e rendono interattivo il film come ad esempio partite ad “Io non ho mai” e messaggi predefiniti inviati dal profilo di Laura Barns. Nonostante il budget basso il film ha avuto moltissimo successo, forse anche grazie alle trovate pubblicitarie.Il film vede protagonista Shelley Henning (già famosa per l’interpretazione di un ruolo in Teen Wolf). Il tema del cyberbullismo è ultimamente molto diffuso soprattutto nel mondo della cinematografia. Trattare questo tema, che sia fatto in termini horror o meno, è molto d’effetto per la diffusione e per l’informazione cosicché tutti noi, immersi nelle vorticose ed immense acque di internet, possiamo essere a conoscenza della crudeltà che la rete talvolta ci può riservare. Guardiamoci le spalle. Giulia Caruso S...PIFFERO - liceo Medi CRONACHE dal MEDI Rubrica della SCIENZA a cura di Americo Liguori Marte dietro l’angolo.... Manca davvero poco all’arrivo della sonda dell’Agenzia spaziale europea ExoMars 2016 attorno a Marte. Tutto a bordo della sonda funziona alla perfezione: il 16 ottobre il modulo di discesa Schiaparelli si sgancerà dalla sonda madre e il 19 ottobre atterrerà sulla superficie del pianeta, in prossimità dell’equatore marziano, nella regione di Meridiani Planum. La sonda madre, in orbita, studierà l’atmosfera del Pianeta Rosso.C’è però un motivo di apprensione: si prevede che in quei giorni sarà già in atto una tempesta globale di polvere. Tempeste di questo tipo si verificano con una certa regolarità a distanza di alcuni anni. Dal 1924 a oggi, per esempio, ne sono state osservate nove: le ultime si sono verificate nel 2001 e nel 2007. L’unico problema, secondo i ricercatori, sta nel fatto che un’atmosfera satura di polvere potrebbe impedire alle macchine fotografiche di osservare la superficie del pianeta in avvicinamento. Tuttavia, l’obiettivo principale della missione consiste nella verifica della strumentazione di atterraggio: dal sistema di protezione della sonda stessa durante l’attraversamento dell’atmosfera ai paracadute, compresi i razzi che entreranno in azione poco prima dell’atterraggio. Il tutto per preparare la missione che, nel 2020, porterà un rover su Marte. Il brodo primordiale Il termine “brodo primordiale”, riferito all’insieme di elementi chimici da cui ebbe origine la vita terrestre, è stato coniato un secolo fa. Da allora gli scienziati tentano di replicarne la formula in laboratorio per cercare di capire come RNA e DNA si siano in primo luogo formati, 4 miliardi di anni fa. Un altro punto da chiarire è come questo materiale genetico sia riuscito a replicarsi in mancanza di enzimi, le proteine specializzate che, attualmente, nelle cellule tengono separate le doppie eliche del DNA, permettendone la duplicazione. Un gruppo di scienziati del Georgia Tech potrebbe aver trovato un ingrediente chiave per questi cruciali processi: un addensante, che aggiunto come un dado al brodo primordiale, potrebbe avergli dato il sapore della vita e che lasciò al materiale genetico il tempo di replicarsi. I nuovi sistemi 3D L’idea di creare un ambiente fittizio in cui immergersi con i sensi risale agli anni ’50,quando Morton Heiling creò il Sensorama, una “cabina” con un visore 3D e un seggiolino in grado di trasmettere movimenti allo spettatore o simulare il vento. Il prototipo, troppo costoso, fu abbandonato. Nel 1968 arrivò il primo “casco” inventato dallo scienziato americano Ivan Sutherland; ma fu nel 1980 che venne coniata l’espressione “realtà virtuale”: ci pensò Jaron Lanier, informatico statunitense, nel tentativo di creare un visore portatile e un guanto per manipolare oggetti digitali. Le tecnologie dell’epoca, però, non erano all’altezza e il progetto fallì come i precedenti. Finchè Palmer Luckey nel 2012 ha lanciato Oculus Rift, dimostrando al mondo che la tecnologia è matura per creare un’esperienza convincente con un visore a un costo relativamente basso. Come funziona la realtà virtuale? Per realizzare l’illusione visiva bisogna produrre due effetti. Il primo effetto si ottiene creando due immagini distinte dello stesso ambiente in modo che il nostro cervello possa elaborarle e fonderle in un’unica immagine. Questa poi viene “gonfiata” da lenti correttive inserite nel visore, tra gli occhi e lo schermo, ampliando così il campo visivo orizzontale. Il secondo effetto, più complesso, richiede che sul casco siano montati sensori in grado di trasmettere al computer o alla console a cui il casco stesso è collegato, la posizione della testa, affinchè l’immagine sul display si adegui di conseguenza. Perché l’illusione sia completa è necessario che ciò avvenga senza ritardo nella trasmissione. Aperta la via alla miniaturizzazione Sono state realizzate le prime macchine in grado di riprodurre i movimenti che le cellule compiono in condizioni naturali, come la contrazione muscolare. E’ una ricerca di confine fra la biologia e la tecnologia, perchè i suoi risultati hanno aperto la strada alla possibilità di realizzare dispositivi sempre più miniaturizzati. Si tratta di macchine minuscole, grandi pochi miliardesimi di metro, capaci di muoversi, trasportare farmaci oppure essere comandate a distanza: i tre premi Nobel per la Chimica 2016 sono stati: Jean-Pierre Sauvage, dell’università francese di Strasburgo, Sir J. Fraser Stoddart, dell’americana Northwestern University, e Bernard L. Feringa, dell’università olandese di Groningen. I tre ricercatori hanno avuto il merito di avere aperto la strada alla realizzazione delle macchine più piccole mai costruite al mondo. Uno dei primissimi passi in questa direzione è arrivato nel 1983 con Sauvage che per primo riuscì a mettere insieme due molecole ad anello, legate come in una catena, e farle scivolare l’una all’interno dell’altra. Un secondo passo fondamentale è poi arrivato nel 1991 da Stoddart con il primo rotore, un anello capace di girare attorno a un asse centrale. A mettere a punto il primo vero motore è poi stato Feringa che nel 1999 ha messo a punto motori molecolari capaci di far ruotare minuscoli oggetti e disegnare la prima ‘automobile nano’. Sara Di Matteo Alternanza scuola lavoro Già nell’anno passato i ragazzi frequentanti il terzo anno del liceo hanno preso parte al progetto “Alternanza scuola-lavoro”. Intervistando alcuni ragazzi dei tre indirizzi dell’ istituto è emerso che molti ignorano, in buona parte o completamente, sia i motivi sia i fini di tale progetto. Alcuni riferiscono di non aver ben compreso le possibilità aggiuntive che questo progetto fornisce agli alunni, mentre altri si dicono delusi poiché avrebbero preferito che lo studio teorico fosse accompagnato da una maggior quantità di esperienza sul campo. Cerchiamo però di chiarire in cosa consista questo progetto, esteso al livello europeo per la promozione di : -apprendimento basato sul lavoro, anche con il supporto di tirocini/apprendistato; -partenariati fra istituzioni pubbliche e private; -mobilità degli studenti attraverso il programma “Erasmus+” lanciato nel 2014. Entrato in vigore con la legge 107 del 13 luglio 2015, prevedeva l’avvio per le classi terze durante l’a.s. 2015/2016 per una durata di almeno 200 ore nel triennio. Il progetto, a differenza di altri, ha un’adesione obbligatoria e scandita da un minimo di ore. I principali obiettivi sono i seguenti: -arricchire la formazione acquisita nei periodi scolastici con l’acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro; -favorire l’orientamento dei giovani per valorizzare le vocazioni professionali, interessi e studi approfonditi individualmente; -correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, economico e sociale dei territori. Il progetto inoltre si appoggia a degli stage e a dei viaggi che possono essere effettuati sia durante lo svolgimento delle attività didattiche, sia durante l’interruzione delle stesse, inoltre può essere svolto anche all’estero. Sembra risultare chiaro che il suddetto progetto apre nuove opportunità agli alunni che lo attuano e che è correlato con interessantissime attività sul campo. Luigi Quaranta Scambi studenteschi Dal 20 al 30 Settembre a Policoro (Basilicata), si è svolto un progetto di scambio studentesco che ha visto coinvolti 30 ragazzi tra i 16 e i 30 anni provenienti da tre diverse nazioni europee: 10 ragazzi provenienti dalla Lettonia, 10 dalla Romania e 10 Italiani. I ragazzi hanno partecipato a questo progetto tramite delle associazioni culturali: MobyDick è l’agenzia italiana (sita in Salerno ed Eboli), Express Yourself l’agenzia lettone e Kasta Morelly l’agenzia della Romania. Il tema del progetto era “IL TURISMO”, ed il progetto aveva lo scopo dichiarato di migliorare e di pubblicizzare zone fantastiche come quelle di Policoro, che però sono mal pubblicizzate, poco conosciute e purtroppo poco organizzate per il turismo. Attraverso dei workgroup i ragazzi hanno avuto modo di confrontarsi sulle diverse idee e modalità di fare turismo con lo scopo finale di realizzare un sito web completo e facile da usare sulla città di Policoro per aiutare i turisti ad organizzare facilmente la loro vacanza. Oltre alle attività di turismo e progettazione, quella degli scambi interculturali è un’esperienza non solo istruttiva, ma aiuta i ragazzi a confrontarsi, ad aprirsi verso nuovi orizzonti conoscendo culture e abitudini diverse e soprattutto mettendosi in gioco anche nell’uso della lingua, naturalmente quella inglese. Al termine dei dieci giorni i ragazzi hanno conseguito una certificazione YES (youth employment in the social tourism), certificazione valida in Europa ed anche valida ad arricchire il curriculum di questi giovani studenti. Sara Di Matteo Settembre 2016 pag 6/b Esame di stato: le novita’ Anche quest’anno i ragazzi che frequentano le classi quinte dovranno affrontare il tanto temuto esame di stato; però,questa volta, qualcosa potrebbe non essere come tutti se l’aspettavano. Il Miur (Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca) ha emesso alcune direttive che, se dovessero essere confermate, cambierebbero l’esame di maturità come lo conosciamo. Le direttive più importanti sono le seguenti: -le prove scritte passerebbero da tre a due con l’eliminazione della terza prova, ossia quella non caratterizzata e creata dal corpo docenti; -la commissione di maturità potrebbe tornare ad essere composta da soli membri interni supervisionati da un presidente esterno; -in totale le tre prove, le due scritte e quella orale, avrebbero un valore massimo di 60/100 il che comporterebbe un passaggio dei crediti da 25 ad un massimo di 40; -potrebbe essere introdotta la prova invalsi, il cui risultato non peserebbe sul voto ma verrebbe riportato sulla scheda di valutazione finale; -durante il colloquio orale potrebbe avere molta importanza l’alternanza scuola-lavoro poiché si potrebbe ricevere la richiesta di esporre le attività svolte nei tre anni. Una vera e propria rivoluzione, insomma, qualcosa di completamente innovativo; ma possiamo essere sicuri del fatto che in queste nuove modalità l’esame possa risultare migliore? Non ci resta che aspettare per scoprirlo. Luigi Quaranta Progetto Erasmus + in Inghilterra Si è giunti ormai al quinto appuntamento con la mobilità studentesca nell’ambito del progetto Erasmus+ “Circuit Sesame”, che già da un anno coinvolge il liceo Medi. Le referenti e ideatrici del progetto, le prof. Saracino e Spera, sono partite la prima settimana di ottobre per la cittadina inglese di Newcastle, non lontana da Edimburgo, con quattro ragazze della classe 4AL. Le ragazze si sono cimentate con quesiti di matematica, gare di mountain bike, trekking e tante altre attività didattiche in lingua inglese. Durante la presentazione iniziale le delegazioni scolastiche delle cinque nazioni partecipanti hanno presentato la loro brochure, quella italiana si è presentata con un power point sulla dieta dello sportivo e sulla catena alimentare. Come in tutte le altre occasioni il progetto ha consentito, oltre ad un proficuo scambio culturale e linguistico, anche una visita alle bellezze di Edimburgo e dei suoi castelli e di Newcastle. Stage di istruzione a Malta Il Liceo Medi nell’ambito di una generosa offerta didattica, anche quest’anno offre una scelta di progetti e attività molto interessante; infatti, a breve, gli studenti del quarto anno del linguistico saranno coinvolti in una nuova iniziativa intitolata “Multikulturalità”, un progetto studiato nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Dal 22 al 27 ottobre gli studenti avranno la possibilità di trascorrere una settimana a Malta per uno stage d’istruzione unico nel suo genere. Durante il soggiorno sull’isola maltese gli studenti seguiranno un corso di inglese professionalizzante che si terrà alla “Link School of English”, uno dei punti di riferimento per tutti coloro che si recano a Malta per studiare l’inglese. Il corso fornirà la possibilità di svolgere 40 delle 70 ore obbligatorie certificabili di alternanza scuola lavoro previste dalla legge 107. Nel progetto sono coinvolti anche altri due istituti della provincia di Salerno. Le referenti del progetto, coordinate dalla prof. M.R.Galluzzi, si sono impegnate a creare altre sinergie con imprese locali che faranno da sponsor al progetto; queste presenteranno alla Camera di commercio maltese le nostre eccellenze imprenditoriali come i prodotti caseari della Piana del Sele e quelli di IV gamma (rucola e insalatine), ciò è reso possibile grazie ai vantaggi fiscali del sistema economico maltese. Al termine del corso è previsto un giro turistico dell’isola. Elsa Martino