SPIFFERO SETTEMBRE 2016

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SPIFFERO SETTEMBRE 2016
S...PIFFERO
- liceo
Medi
Periodico degli
studenti
del liceo scientifico e linguistico statale
“E. Settembre
Medi” di
Battipaglia
2016
pag 1/b
La voce
degli studenti!
Piffero
Supplemento mensile del giornale LA NUOVA GRATICOLA - iscr. RegistroStampa Trib. di SA n 755 del 1989-A nno XVI -Settembre 2016
Cos’è la scuola?
La scuola è un’istituzione destinata
all’educazione/istruzione di allievi
sotto la guida di varie tipologie di
figure professionali. Il termine
deriva dalla parola latina schola,
derivata a sua volta da
un’espressione in greco antico che
indica il luogo in cui veniva speso il
tempo libero. Ora le cose non stanno
più come una volta e, proprio per
tale motivo, si vede la scuola con
occhi diversi.
Siamo nell’era della tecnologia,
ognuno di noi possiede almeno un
televisore, qualche computer su cui
ricercare ogni informazione utile e
anche uno smartphone, utile per
comunicare e scambiarsi idee e
considerazioni su un determinato
argomento con chiunque. E’ per
questo che la scuola non è più l’unica
fonte fondamentale per apprendere
un’infinità di cose,
Anche lo stesso scambio di idee tra
semplici coetanei non si fa più faccia
a faccia, ma piuttosto faccia a
schermo; qualche secolo fa invece
il confronto era l’unico mezzo
davvero importante per conoscere
e studiare a fondo.
Per esempio, nel Medioevo, una
delle scuole più importanti era la
Scolastica. Tale scuola vedeva il
continuo confronto delle idee
(disputatio) a seguito di una lettura
dell’argomento da trattare (lectio).
Ora anche i metodi volti
all’apprendimento sono diversi,
come è diverso il rapporto tra
professore e alunno. Nelle
Accademie antiche si può affermare
che una vera e propria figura di
professore non esistesse: tutti erano
già formati e ciò su cui andavano a
discutere era un argomento già
conosciuto da tutti.
Oggi il ruolo dei docenti è
sicuramente diverso e non sempre
gli studenti ne riescono a cogliere
l’essenza. Alessandro D’Avenia,
professore di italiano e scrittore, ha
analizzato il rapporto tra professore
e alunno e ciò traspare, oltre che dal
suo blog, in cui si definisce Prof
2.0, dallo sfondo di tutti i suoi libri.
“Bianca come il latte, rossa come il
sangue” è il suo libro più
conosciuto, perché, appena uscito,
si è diffuso tra i giovani alla velocità
della luce. La storia, sicuramente
romantica, ha come sfondo il forte
rapporto tra Leo, il protagonista, e
il suo professore di italiano,
considerato inizialmente una totale
seccatura.
Proprio
questo
professore insegnerà al protagonista
come vivere nel mondo di oggi, con
tutti i vantaggi e gli svantaggi che
questo, correndo veloce, ci pone
davanti. Forse lo scopo ultimo della
scuola è proprio questo: imparare,
oltre alla semplice lezione del giorno,
come affrontare la vita per essere
uomini e donne di spessore un
domani.
Roberta Petti
Scuola & Scuole
In Inghilterra alcune scuole hanno fatto distinzioni tra scolari “italiani”,
“napoletani” e “siciliani”. Da ciò l’idea di questo dossier sulla scuola...
Anche se la decisione britannica di distinguere gli italiani presenti
nel Paese in base al luogo di provenienza, era volta a favorire un
sostegno adeguato nella conoscenza e nell’apprendimento della
lingua inglese, questo provvedimento ha destato non poco
scalpore. Il malcontento è nato dalla lettura dei moduli
d’iscrizione pubblicati online da alcune scuole del Regno Unito,
le quali distinguono gli studenti in base alla provenienza,
dividendoli tra “Italiani”, “Italiani-Siciliani” e “ItalianiNapoletani”. Questa distinzione etnico-linguistica riservata ai
bambini provenienti dalla Penisola ha suscitato sdegno nelle
famiglie e ha innescato una viva protesta verbale dell’ambasciata
d’Italia nel Regno Unito. Tali proteste - soprattutto in seguito
agli avvenimenti che hanno visto coinvolto il rapporto, o meglio
il divorzio, dopo la Brexit, tra la Gran Bretagna e l’Unione
Europea- hanno spinto il ministero degli Esteri inglese a scusarsi
e ad annunciare che i moduli discriminatori verranno
immediatamente corretti. L’ambasciatore Pasquale Terracciano
si è occupato di spedire al Foreign Office una nota verbale, nella
quale ha esplicitamente chiesto la tempestiva rimozione di
questa indebita caratterizzazione pseudo-etnica, che nulla ha a
che fare con l’importanza dei genuini connotati regionali o dei
dialetti italiani.
L’ambasciatore ha successivamente spiegato di aver ricevuto
notizia che preannuncia una messaggio formale di scuse scritte
dopo la sua nota di protesta. Il ministero degli Esteri britannico
ha però reso noto di “condividere le nostre perplessità”.
Anche i britannici si mostrano desiderosi di capire come sia
potuto succedere, ma intanto affermano di impegnarsi nel
chiedere di modificare quei moduli, oggetto di forte dibattito.
Per l’ambasciata, in ogni caso, è motivo di soddisfazione che il
passo compiuto dall’Italia sia stato compreso e abbia ricevuto
una risposta tempestiva.
Alessia Martino
Il divario tra Nord e Sud nelle prove Ocse- Pisa
(458). In Puglia (478) e in Abruzzo (476), invece, gli esiti si
sono dimostrati più incoraggianti, riuscendo ad avvicinarsi alla
media nazionale.Inoltre, va sottolineato che proprio nel
Mezzogiorno si concentrano gli allievi poveri di conoscenze, a
tal punto da collocare al più modesto gradino il 34 % del totale
degli studenti residenti in questa area territoriale in una scala
graduata a sei livelli di competenze.
Nella prova di lettura, su una media Ocse di 496 ed italiana di
490 si rileva una differenza rilevante tra i quindicenni della
Lombardia, del Trentino e del Veneto (521) e i loro coetanei
della Calabria (434 , Sicilia (455) e Campania e Sardegna (464).
Anche nelle scienze, in rapporto alla media Ocse (501) e a quella
dei quindicenni italiani (494), producono forte contrasto il
Trentino (533), il Veneto e il Friuli Venezia Giulia (531) contro
i livelli raggiunti dalla Calabria (431), dalla Sicilia (454) e dalla
Campania (457).Ci sarebbe da chiedersi, dunque, come mai i
risultati scolastici continuano a collocare nelle ultime posizioni
i quindicenni del Sud Italia, nonostante i non trascurabili
interventi verso una coesione culturale tra Nord e Mezzogiorno
d’Italia, dimostrati ad esempio dai fondi strutturali europei di
cui fruiscono regioni quali la Campania, Puglia, Calabria e Sicilia,
ovvero i cosiddetti PON (Programmi Operativi Nazionali ), tesi
fin dal 1994 a sanare quell’enorme divario che ancora nel 2016 si
evidenzia tra le conoscenze dello studente meridionale e quelle
dello studente settentrionale. Nonostante ciò, però, il Sud Italia,
pur risultando in coda alle classifiche Ocse-Pisa, risulta ai primi
posti nelle statistiche dei voti ottenuti al diploma. Un esempio?
La Puglia, i cui diplomati con lode sono stati il 2.6% contro la
media nazionale di
1.1%. Possiamo allora
tirare un sospiro di
sollievo?
Alessia Martino
supplemento mensile de
Il divario tra le scuole del
settentrione
e
del
meridione, da tempo
evidenziato, ha destato
molto
scalpore
quest’anno, soprattutto in
relazione ai risultati
dell’ultima indagine OcsePisa (Programma di
valutazione internazionale
degli studenti ). La scelta
da parte dell’organismo internazionale di sottoporre a
valutazione gli studenti quindicenni è dovuta alla necessità di
verificare l’andamento e la qualità degli apprendimenti.
All’Italia è riconosciuto il merito di essere uno dei Paesi che ha
registrato nel tempo medio-lungo i migliori progressi in
matematica e in scienze. Gli esiti ottenuti dai quindicenni italiani
in matematica, una delle tre competenze sottoposte a valutazione,
evidenziano una tendenza generale volta al miglioramento rispetto
alla lettura, che risulta ferma in relazione ai risultati raggiunti
nella valutazione Ocse – Pisa tra il 2000 e il 2012.
Particolarmente gravi sono risultate le differenze territoriali tra
il Nord e il Sud della penisola.Nella prova di matematica, infatti
gli allievi frequentanti le istituzioni scolastiche del Nord Ovest
(50 ) e del Nord Est (514) si collocano sopra la media nazionale
(494) col Trentino ( 524 ), il Friuli Venezia Giulia (523), il
Veneto (523) e la Lombardia (517) in vetta al successo.
Purtroppo i risultati raggiunti dal meridione si sono dimostrati
di gran lunga inferiori rispetto al settentrione; i risultati peggiori
si hanno in Calabria (430), Sicilia (447) Campania ( 453), Sardegna
Lettera di un “ex” liceale
Ciao a tutti, mi presento, sono Francesco De Vita. Sono stato uno studente del Liceo E.
Medi, precisamente del corso D, e quest’anno ho superato l’ostacolo della tanto temuta
maturità. Al momento sono iscritto all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e
frequento il 1° anno di Medicine and Surgery, dopo aver superato i test di ingresso tenutesi
il 28 Gennaio a Roma. Per me, per la mia famiglia e per i miei insegnanti è stata una gran bella
soddisfazione. Ad ogni modo, non vi scrivo per un autoelogio, ma per dirvi che il costante
impegno, il duro sacrificio e soprattutto la determinazione possono davvero fare miracoli.
Io mi reputo un ragazzo semplice che, avendo ben organizzato il proprio lavoro, ha raggiunto
una meta che sembrava veramente lontana. Se io ho ottenuto questi risultati non vedo
perché anche voi non potreste raggiungerli . Vi invito dunque a pensare al vostro obiettivo
e, una volta scelto , ad abbandonare la paura di non farcela, ad impegnarvi al massimo, ma
soprattutto a credere in voi stessi, sempre, nonostante tutto. Tutti possiamo, se lo vogliamo
veramente. E, una volta raggiunto il vostro obiettivo, non accontentatevi; puntate sempre
più in alto, non permettete a nulla e a nessuno di fermarvi. Divertitevi, ricordate che anche
il più alto degli incarichi è nullo se non accompagnato dalla passione e dal divertimento. Solo
così potrete vivere davvero a pieno la vostra vita e apprezzare tutto ciò che essa offre. Vi
scrivo questo breve pensiero per invitarvi a riflettere, per darvi uno spunto su cui lavorare
e da portare avanti.Un abbraccio a tutti ed un caro saluto ai prof. che mi hanno accompagnato
nel corso del quinquennio scolastico.
Francesco De Vita
S...piffero
La Nuova Graticola
a cura della redazione del
Liceo scientifico-linguistico
“ E. MEDI”
e dell’ I.I.S.
“Besta-Glorioso”
di Battipaglia
Direttore:
Mirra Gerardo detto Dino
Professori Referenti:
D’Aiuto Massimiliano
Calì Giovanni
Nino Repaci
Segretario di Redazione:
Cerrato Fulvio
Stampato c/o GraficaLitos
Battipaglia
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S...PIFFERO - liceo Medi
LA SCUOLA NEL PASSATO
Storia della scuola in Grecia
La Grecia, da sempre considerata culla della cultura occidentale,
ha dato il suo apporto fondamentale anche nello sviluppo di
un’istituzione fondamentale come la scuola. Risalgono già al 17001400 a.C. prove dell’esistenza di una scuola per funzionari in età
minoica e micenea. La scuola presso i Greci, in età classica,
assume vari ordinamenti in base alla polis che si analizza. I
principali ordinamenti scolastici sono quelli di Sparta e di Atene.
Nella Grecia antica la scuola era una comunità di uomini che
sotto la guida di un maestro venivano educati e istruiti del sapere
(e quindi nasce la filosofia) vivendo insieme e confrontandosi
sulle proprie idee. A Sparta inizialmente il ragazzo era educato dalla famiglia; a 7 anni lo
Stato lo arruolava e lo poneva sotto la custodia di un educatore, che ne portava la
responsabilità fino a quando il ragazzo compieva 12 anni. L’educazione era soprattutto
fisica e militare: pochissime erano le nozioni letterarie, quasi tutte composte da poesie
omeriche o patriottiche, poichè scopo dell’educazion era creare i presupposti per un
esercito forte, in grado di provvedere alla difesa dello Stato. La scuola militare insegnava ai
giovani a sopravvivere e ad essere grandi soldati, attraverso forme di apprendimento dure e
spesso dolorose; benché agli studenti venisse insegnato a leggere e a scrivere, la capacità di
difendere lo Stato con le armi era reputata prevalente su tutte le altre. Le ragazze andavano
a scuola all’età di 6-7 anni. Non si sa se la loro fosse crudele o dura come la scuola di ragazzi,
ma anche alle ragazze venivano insegnate la lotta, la ginnastica e la capacità di combattere.
Alcuni storici credono che le due scuole fossero molto simili e che si addestrassero le
ragazze come i ragazzi.. Ma mentre nelle altre città stato greche le donne erano costrette a
vivere all’interno delle mura domestiche, senza ricevere alcuna specifica istruzione, a Sparta
erano libere di muoversi e godevano di molta libertà. Nell’Atene antica, lo scopo
dell’educazione dei giovani era produrre cittadini addestrati nelle arti, preparare cittadini
per la pace e la guerra. Le ragazze non andavano a scuola, ma molte imparavano a leggere e
scrivere a casa. Fino all’età di 6 o 7 anni, i ragazzi imparavano a casa dalla madre o da uno
schiavo maschio. Dall’età di 6 anni fino ai 14 andavano ad una scuola elementare di quartiere
o ad una scuola privata. I libri erano molto costosi e rari, così i pochi disponibili per la scuola
erano letti ad alta voce e gli allievi dovevano imparare tutto a memoria. I ragazzi usavano
tavolette di scrittura e regoli. Nella scuola elementare, dovevano imparare due cose importanti,
la letteratura e la musica poiché secondo gli ateniesi l’apprendimento di queste due materie
donava ai giovani, oltre alla capacità di saper leggere e scrivere, anche un’ottima memoria,
una buona padronanza di linguaggio e la possibilità di comprendere il tempo e lo spazio
tramite la conoscenza della ritmica musicale, al fine di vivere meglio con loro stessi. Il loro
insegnante che era sempre un uomo poteva scegliere liberamente le materie supplementari
da insegnare. Spesso si sceglieva di insegnare teatro, retorica, politica, arte, lettura, scrittura,
matematica, ed un altro strumento musicale molto popolare: il flauto. Dopo le elementari
alcuni ragazzi seguivano corsi di studio superiori per quattro anni. Al compimento del 18º
anno di età entravano nella scuola militare per altri due anni, a 20 anni conseguivano la
laurea. La prima forma di scuola riconosciuta con l’editto di Giustiniano del529 d.C.,fu
l’Accademia fondata da Platone ad Atene.
Vece Maria Grazia
La scuola nel Medioevo
“Medioevo”: significa “età di mezzo” e fu coniato nei secoli XV e XVI quando gli Umanisti
fecero di tutto per spazzare via ogni traccia di questo periodo, visto come un insieme di
secoli bui e di arretratezza. La storiografia ormai non accetta più il giudizio umanista così
severo e vede il Medioevo come un periodo che pone le premesse dell’Europa moderna. Si
suole indicare la data di inizio coincidente con quella della fine dell’impero romano (476) e
la fine con quella della scoperta dell’America (1492).
E’ ulteriormente diviso in “Alto Medioevo” (476-1000) e “Basso Medioevo” (1000-1492).
Il primo è indicato anche col nome di “Medioevo latino” perchè fino al 1000 l’unica lingua
scritta era il latino. Il tessuto culturale del mondo latino viene distrutto dalle invasioni
barbariche del V secolo e, fino al tentativo di Carlo Magno di restaurare l’impero (800) si
assiste al degrado della lingua latina scritta che si imbastardisce a contatto con le varie lingue
locali. La scomparsa delle scuole pubbliche romane favorisce tale degradazione.
Infatti, in questi secoli, l’unica forza organizzativa sul piano culturale ( se si eccettua il
tentativo di Carlo Magno con con la Scuola Palatina) era la Chiesa che riesce a mantenere
presso le cattedrali le scuole episcopali, mentre i monaci amanuensi ricopiano interi tomi
dell’età classica che, ritenuti poco interessanti, verranno riscoperti solo grazie agli Umanisti
come Poggio Bracciolini.
Dopo il Mille si assiste ad una vera e propria ripresa della vita nelle città, dopo essere
entrata in crisi la suddivisione medievale della società in oratores, bellatores e laboratores.
Compare una nuova figura, dedita al commercio: il mercante, vero e proprio uomo d’affari
che presta denaro e crea banche. Il processo di urbanizzazione favorisce la nascita di un
nuovo organo, l’Universitas.
L’Universitas è un’associazione autonoma di studenti e professori retribuiti direttamente
dai loro allievi o dal Comune. La nascita di quest’organo è la prova della laicizzazione della
cultura. Le università possono avere quattro facoltà: medicina, diritto, teologia e arti. L’ultima
è dedicata alle Arti liberali (cioè quelle destinate agli uomini liberi dal lavoro manuale) e in
essa si apprendono le materie del Trivio (grammatica, retorica, dialettica). Se nell’Alto
Medioevo tutto, compreso il tempo, apparteneva a Dio, ora è l’uomo a regolare ed organizzare
la sua vita come meglio crede. L’educazione perciò non è più rivolta all’elevazione religiosa,
ma all’affrontare la vita pratica di ogni giorno.
A questo proposito importante è introdurre anche la Scolastica, vista come un modo per
discutere e fare filosofia. La Scolastica vede varie correnti di pensiero che si rifanno a
Platone e Aristotele. Il metodo del ragionamento e della logica è l’unica arma per contrastare
i dogmi che, fino ad ora, la Chiesa aveva imposto.
Altra scuola importantissima, nata alla corte di Federico II di Svevia, è la Scuola poetica
siciliana. I temi delle poesie di corte sono ripresi dalla lirica trobadorica ma il contesto
politico ne cambia alcuni aspetti. Nasce così il Dolce stil novo tra il 1280 e il 1310 che vede
come massimi esponenti Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti e lo stesso Dante.
A partire dalla seconda metà del Trecento si assiste ad una maggiore diffusione della cultura
che si sviluppa anche fuori dalle scuole. I centri di elaborazione culturale infatti ora sono tre:
le università, le corti e i cenacoli. Le più grandi università erano quelle di Parigi, Bologna e
Oxford. Per quanto riguarda le corti spesso, in tempo di esilio, erano la difesa di importanti
letterati. I cenacoli, invece, non erano altro che forme di auto- organizzazione culturale degli
intellettuali che si riunivano per discutere su un determinato argomento.
Quindi, anche se ancora oggi si usa dire che una visione del mondo superata di qualcuno è
una “concezione medievale”, dovremmo anche imparare ad apprezzare il buono di ogni
periodo e il Medioevo ha portato sicuramente al mondo di oggi tante novità. Roberta Petti
Settembre 2016
pag 2/b
La scuola nell’antica Cina
Attualmente in Cina si trovano altissime istituzioni educative e molti studenti,
ma non emerge nessun particolare talento. Per trovare una risposta a questa
situazione, bisogna paragonare l’istruzione nell’antica Cina con quella
moderna. Nella cultura tradizionale cinese, la virtù era alla base di un paese.
Insegnare significava educare le persone, perciò la parte più importante
dell’insegnamento era coltivare nobili virtù. Com’è scritto anche nel libro
“La grande via dell’istruzione”, realizzato probabilmente dagli allievi di
Confucio, i bambini andavano a scuola all’età di 8 anni e iniziavano a
studiare i lavori domestici insieme a musica, tiro con l’arco, caratteri cinesi
e la matematica. A 15 anni, iniziavano a studiare la via per rettificare il
cuore, la coltivazione personale, la gestione della famiglia e la direzione del
paese per diventare individui ben formati, dotati di un carattere nobile.
La prima frase del libro ”La grande via dell’Istruzione” afferma che lo
scopo di apprendere è “coltivare la grande virtù concessa dal cielo e
raggiungere il regno della grande compassione”. Una volta che la compassione
si è sviluppata, può essere usata per guidare le persone e regolare i vari
rapporti interpersonali. Tutti, come obiettivo principale dell’istruzione,
cercavano di raggiungere il regno della grande compassione. Gli antichi
studiavano i principi della materia per ottenere la conoscenza e ricercavano
il Tao (la Via). Lo scopo dell’insegnamento, dunque, è quello di elevare un
bambino per farlo diventare un adulto indipendente e dignitoso attraverso
la coltivazione personale. Credo che questo sia un metodo di insegnamento
molto proficuo poiché punta a formare giovani che in futuro sapranno
rapportarsi con gli altri, gestire la propria famiglia e i rapporti quotidiani,
prendere parte attivamente alla vita politica del proprio paese. Infatti
l’obiettivo dell’istruzione deve essere prima di tutto questo, la scuola deve
insegnare a vivere prima ancora di trasmettere la cultura. Francesca Alfinito
LA SCUOLA DEL DUCE
L’istituzione scolastica fu uno dei
più importanti punti tra le riforme
del periodo fascista, poiché era un
efficiente mezzo di diffusione
attraverso il quale si poteva
inculcare l’ideologia del regime
totalitario e si potevano plasmare
le giovani menti ,cosicché fossero
pronte a servire l’Italia e Mussolini.
L’Opera Nazionale Balilla fu
fondata nel 1926 e si occupava di
fornire ai giovani italiani una
formazione sia
culturale sia
ginnico-fisica e
premilitare che
andasse
a
rispecchiare
tutti i princìpipilastro del
pensiero
politico di
quegli anni.
Nel
1937
confluì nella
Gioventù
Italiana del
Littorio con il supporto delle milizie.
La scuola divenne ufficialmente
fascista nel 1923 con la riforma del
filosofo Giovanni Gentile ed
approvata da Mussolini (definita da
egli stesso “La più fascista delle
riforme”). Con questa riforma si
andavano a divedere i diversi
indirizzi di studio e si andava,
pubblicamente, a prediligere
l’indirizzo classico che infatti
permetteva l’accesso a qualsiasi
facoltà universitaria. Nel 1929 una
legge impose l’uso di un manuale
unico che, con immagini del Duce e
con esercizi di grammatica che
citavano guerre, nemici e fucili,
andava sempre più a penetrare i
cervelli dei cosiddetti “fascisti del
futuro”.Furono espulsi insegnanti
ebrei e vietata l’iscrizione a studenti
ebraici.
Giulia Caruso
LA SCUOLADEL FUHRER
Anche il regime nazista agì
attraverso l’istituzione scolastica
con lo scopo di manipolare le
coscienze ed indirizzarle verso
l’onore e la forza fisica. Il Fuhrer
era deciso a voler creare una gioventù
coraggiosa e devota alla nazione.
Maschi e femmine venivano
addestrati a marciare e a sfilare ogni
giorno; venivano poi organizzate
anche attività sportive o ricreative.
Per le giovani donne il futuro era già
stato scritto: la
loro
unica
ambizione doveva
essere quella di
diventare madri
per fornire altri
piccoli nazisti al
Paese. Gli uomini
v e n i v a n o
addestrati poiché
dovevano essere
preparati ad una
vita rude, ambire al
comando militare,
al raggiungimento
di una forza fisica sufficiente e
dovevano essere pronti a fidarsi
ciecamente di ogni decisione del capo
Nelle scuole continuava una
incontrastabile
propaganda
nazional-socialista. Gli insegnanti
glorificavano le razze nordiche, in
particolare quella “ariana”,
denigrando gli Ebrei e altri popoli
ritenuti inferiori. Dopo il 1933 il
regime nazista eliminò dalle scuole
pubbliche tutti gli insegnanti Ebrei
o coloro i quali erano ritenuti
politicamente pericolosi. La scuola
hitleriana mirava a produrre cittadini
consapevoli delle differenze razziali
e della supremazia della propria
razza. L’ideologia nazista si infiltrò
perfino nei libri di testo adottati nelle
classi introducendo immagini delle
SS (squadre di protezione) e SA
(squadre d’assalto).Giulia Caruso
I giudizi di Eco e Galimberti
Umberto Eco roteneva primario e fondamentale il ruolo che la scuola
occupa nella vita di ogni individuo. Egli riteneva che fosse proprio compito
della scuola educare i ragazzi ( futuri uomini) a regolare la naturale e biologica
reazione che tutti noi abbiamo nei confronti del diverso. L’importanza del
sistema scolastico: formare menti aperte e pronte per fronteggiare i problemi
quotidiani, sia come singolo elemento, che nella propria comunità.
Altra importante personalità, Umberto Galimberti, ha posto come base
per il corretto funzionamento di una scuola: per gli insegnanti motivare gli
alunni, intercettandone l’entusiasmo attraverso la fascinazione per facilitare
il processo di trasmissione di nozioni; per gli alunni l’impegno costante e
lo sforzo a non abbandonare alla prima difficoltà.
Vece Maria Grazia
S...PIFFERO - liceo Medi
LA SCUOLA NEL MONDO
Settembre 2016
pag 3/b
Classifica attuale delle scuole nel mondo
L’istituto di ricerca inglese “The Economist Intelligence Unit” ha stilato la prima classifica mondiale delle scuole, confrontando il sistema scolastico di 40 Paesi. L’ordine
in graduatoria viene deciso in base a una serie di aspetti che costituiscono la “curva dell’apprendimento”. Questi fattori sono: l’importanza del ruolo dell’insegnante,
l’attenzione per la formazione continua e di base, l’interesse rivolto alle materie tradizionali, ma allo stesso tempo a quelle che sono indispensabili per il futuro e infine il
valore della collaborazione tra insegnanti e genitori. Ha anche tenuto conto dei risultati di test svolti da studenti-campioni di cui hanno valutato le capacità cognitive e le
conoscenze raggiunte. Si è valutato anche il punto di vista economico: la spesa pro-capite destinata all’istruzione, il Pil, il tasso di disoccupazione e lo stile di vita. Ai primi
tre posti tre scuole asiatiche: la Corea del Sud, il Giappone e Singapore. Tutti i posti più alti della graduatoria sono occupati dai paesi dell’Europa del Nord e dell’Est
asiatico. L’Italia occupa il 25° posto, che rispecchia la situazione precaria del nostro sistema scolastico. La nostra scuola andrebbe migliorata sotto alcuni punti per poter
salire la classifica. Ad esempio, per quello che riguarda i docenti, andrebbe sottolineata maggiormente l’importanza del loro ruolo. A loro spetta un compito impegnativo:
educare i giovani garantendo loro un’ottima formazione. Gli ultimi posti della classifica vedono i Paesi sudamericani come la Colombia, l’Argentina e il Messico. L’ultimo
posto, che determina il sistema scolastico peggiore, è occupato dall’Indonesia.
Francesca Apolito
COREA: la scuola migliore!
L’Asilo nido e scuola materna non hanno frequenza
obbligatoria e molti genitori preferiscono tenersi i figli
a casa. La scuola elementare dura 6 anni e la iniziano a
7 anni. Di solito ogni classe ha un solo professore che
insegna tutte le materie tranne le lingue straniere ed
educazione fisica che hanno insegnanti a parte.
Nlla scuola media i coreani cominciano a studiare “sul
serio”: vanno a scuola 5 giorni alla settimana, seguono
7 lezioni al giorno di 45 minuti, più una opzionale alla
sera e devono arrivare almeno mezzora prima dell’inizio
delle lezioni. Fino al 2012 dovevano anche andare a
scuola al un sabato e uno no per mezza giornata , per
le attività extra o dei club della scuola, ma, nonostante
questa regola sia stata tolta, molte scuole continuano
ad avere la scuola aperta al sabato sotto richiesta dei
genitori che vogliono che i loro figli studino di più.
Una cosa da far notare è che i coreani non decidono in
quale scuola media andare ma il tutto viene deciso da
una lotteria che estrae a sorte fra gli studenti dello
stesso distretto in quale scuola debba andare l’uno o
l’altro. Da notare che non ci sono sbarramenti tra un
anno e l’altro, e anche se uno non brilla in tutte le
materie passerà tranquillamente all’anno successivo
(questo vale anche per le scuole superiori).
Con l’inizio della scuola superiore comincia
letteralmente “l’inferno”. Il numero di ore di studio
aumenta esponenzialmente, soprattutto durante
l’ultimo anno, a causa della preparazione al test di
ingresso per l’università, il famoso CSAT (‘Â¥²).
Dal momento che da questo esame dipenderà il futuro
di ogni studente coreano e l’entrata o meno nelle più
prestigiose università (vedi le famigerate SKY: Seoul
National University, Yonsei University e Korea
University) gli studenti arrivano a studiare fino a 21
ore al giorno concedendosi solo pochissime ore di
sonno, tant’è che c’è un detto in Corea secondo il
quale: se dormi 3 ore al giorno potrai riuscire ad entrare
in una delle SKY, se dormi 4 ore al giorno potrai riuscire
ad entrare in un’università, se dormi 5 ore al giorno,
specialmente l’ultimo anno, scordati l’università.
Per quegli studenti invece che non hanno in mente di
andare all’università ci sono scuole superiori
professionali, sempre della durata di tre anni, dove il
primo anno si hanno materie in comune, e gli altri due
anni si decide che specializzazione prendere.
Come le scuole superiori l’università in Corea non è
obbligatoria, ma nonostante ciò circa l’85% degli
studenti decide di proseguire i suoi studi. La durata è
generalmente di 4 anni. All’università il clima è più
rilassato, gli studenti possono divertirsi tra i vari club
e le feste universitarie e scegliere tra tante attività e
cose che prima non potevano fare per ovvia mancanza
di tempo.Spesso gli studenti universitari si prendono
almeno un anno di pausa per viaggiare, lavoricchiare,
riposare o andare all’estero a studiare inglese. Una cosa
da far notare è che i coreani spesso cominciano a cercare
lavoro un semestre prima di laurearsi, se non riescono
a trovarlo entro quel limite di tempo spesso rimandano
la laurea di un altro semestre. Questo perché in Corea,
più che l’età a cui ci si laurea, viene considerato da
quanto tempo ci si è laureati e quindi “freschi” di studio.
Liguori Americo
La scuola moderna in India
La scuola in Cina
Liliana D’Aiutolo, studentessa impegnata in uno
scambio culturale con “AFS Intercultura” nella cittadina
cinese di Deyang, ci spiega tutto ciò che c’è da sapere
sulla scuola cinese.
-Potresti descriverci la tua nuova scuola? Quanto
durano le lezioni e come sono strutturate?
In Cina la scuola è considerata come una seconda casa
per lo studente, per questo motivo è strutturalmente
enorme. La mia scuola si chiama Deyang No.5 Middle
School e fa parte di un club di scuole gestite
direttamente da Hong Kong. E’ divisa principalmente
in due campus di cui uno è occupato dai ragazzi che
sono in “boarding school” e che dunque ci vivono per
tutta la settimana, mentre l’altro è occupato dai ragazzi
che tornano a casa ogni giorno. All’interno del campus
vi sono poi vari edifici in cui è possibile trovare
l’infermeria, la libreria, gli uffici dei professori, le classi
in cui si svolgono le lezioni, classi attrezzatissime in
cui si svolgono le attività collaterali, la palestra e
ovviamente i dormitori divisi per sesso. Noi di
Intercultura abbiamo cinque ore di lezioni mattutine e
quattro pomeridiane, i ragazzi cinesi invece hanno alcune
ore di lezione anche dopo cena. Le lezioni durano
cinquanta minuti cadauna e le classi sono composte da
cinquanta ragazzi circa.
-Come è strutturato il sistema scolastico cinese?
E’ molto rigido perché deve impartire un’educazione
quasi di tipo militare. La mattina siamo tutti convocati
nel cortile della scuola per fare esercizio fisico e
soprattutto per ballare al ritmo dell’ inno della scuola.
Ogni lunedì mattina assistiamo all’alzabandiera,
cerimonia importantissima per i cinesi, in cui vengono
innalzate la bandiera della scuola e quella cinese.
-Come si pongono i prof nei confronti di voi studenti
stranieri? Che metodo attuano nei vostri confronti?
I professori sono molto severi nei confronti degli
studenti cinesi, mentre sono molto comprensivi nei
confronti di noi studenti internazionali; infatti ci
spiegano molte volte i concetti, si assicurano che noi
abbiamo capito perfettamente prima di andare avanti e
ci mettono sempre a nostro agio.
-Quante ore al giorno dedichi allo studio del cinese?
Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato
nel studiarlo?
Dedico tutta la mia giornata allo studio in generale, per
il cinese invece dedico molto tempo al ripasso dei
caratteri, faccio moltissime paginette per impararli e li
ripeto mentalmente molte volte per fissarli bene. La
difficoltà maggiore del cinese sta nel saper associare il
carattere al suo suono.
-Cosa ti manca nella scuola italiana?
Sinceramente non mi manca quasi niente della scuola
italiana, perché ho imparato ad apprezzare il vigore e
l’ordine della scuola cinese che ritengo fondamentali.
-Cosa cambieresti della scuola cinese?
Cambierei sicuramente il metodo rigidissimo che viene
adottato nei confronti dei cinesi. Poi cambierei anche
la mentalità della scuola, vorrei che si aprisse di più
alle relazioni tra gli studenti dal momento che sono
strettamente vietate ogni tipo di relazioni tra i ragazzi.
Elsa Martino
La scuola è il riflesso della società di cui fa parte. L’India è un paese in via di sviluppo e, nonostante i progressi
di cui è stata protagonista negli ultimi anni, non possiamo non notare le lacune in ambito scolastico che essa
presenta: quello indiano può essere definito il sistema scolastico più contradditorio che ci sia. Infatti, ogni anno,
in India, si hanno più di due milioni di laureati in ingegneria, ma, allo stesso modo, un terzo della popolazione è
analfabeta, il 25% degli scolari abbandona gli studi prima della fine della scuola primaria inferiore, quindi prima
del compimento dei dieci anni e la maggior parte di chi continua gli studi, non sa leggere né scrivere in modo
efficiente (infatti, solo il 10% di essi continua gli studi iscrivendosi all’università). Ciò è una conseguenza di
quando, alla nascita delle prime scuole in India, il loro scopo non era quello di formare la popolazione, bensì
soltanto i rampolli delle famiglie nobili e di alto rango sociale. L’istruzione, infatti, poteva essere considerata
ereditaria e quando, nel 1947, i padri della Costituzione si resero conto di dover estendere il diritto all’istruzione
a tutti i cittadini, i politici non ritennero la scuola una priorità e optarono per scegliere le lingue regionali come
lingue di insegnamento, ma ciò non fece altro che favorire le scuole private che insegnavano in inglese. La scelta
dei politici fu quella, quindi di indirizzare i pochi fondi verso la scuola superiore con l’obiettivo di un paese
moderno e tecnologico. Ad oggi, il 50% delle scuole elementari pubbliche non gode di servizi igienici; nel 60% non
è presente la corrente elettrica e un quarto degli insegnanti non si presenta a lavoro. Il 30% degli studenti segue
corsi da privatista e le scuole private ricoprono il 20% di tutte le scuole presenti
Giusy De Rosa
La scuola in Germania
Il sistema educativo e scolastico tedesco viene stabilito
dagli stati federali (Länder). Esistono anche in
Germania scuole sia pubbliche sia private, ma anche
quest’ultime devono conformarsi alle normative
ufficiali dei Länder di appartenenza.
Gli stati federali si accordano su punti comuni generali
dell’istruzione, quelli più importanti, che devono
risultare identici in tutta la Germania (come ad esempio
la durata della scuola dell’obbligo, il calendario ect.).
L’obbligo scolastico inizia a 6 anni e consiste in 9 anni
di frequentazione di una scuola, in alcuni Länder anche
di 10 anni. La prima tappa è la Kinderkrippe, per i
bambini fino a tre anni, poi segue il Kindergarten (scuola
materna). Non è obbligatoria (come la Kinderkrippe)
e racchiude la fascia d’età che va dai tre ai sei anni.
Si passa poi alla Grundschule (scuola elementare). Dura
quattro anni. A Berlino e nel Brandeburgo dura sei
anni. Qui si studiano le materie base: scrittura, lettura,
aritmetica, arte, musica, sport, religione e scienze
naturali/sociali. Dalla terza classe viene introdotta una
lingua straniera, solitamente l’inglese, in alcune regioni
anche dalla prima classe elementare.
Alla conclusione della Grundschule non ci sono esami.
In Germania quindi lo studente sceglie già all’età di
nove anni il percorso del suo futuro, cosa che in Italia
accade a quattordici anni. In caso venga scelta dalla
famiglia una scuola di ordine superiore rispetto a quanto
consigliato, l’alunno dovrà sostenere un test
d’ammissione nella nuova scuola.
Tra le scuole secondarie di primo grado si può scegliere
tra la Hauptschule, la Realschule e il Gymnasium.
L’Hauptschule ( indirizzi professionali) dura cinque
anni. La Realschule (istituti tecnici) può durare dai
quattro ai sei anni con una struttura aperta e flessibile.
Il Gymnasium ( istruzione più elevata) dura ben nove
anni e da competenze non solo letterarie come ma
ancor più economiche per esigenze pratico-lavorative.
Una volta ottenuto un diploma, i ragazzi possono
continuare la loro istruzione o con corsi di formazione
professionale di alto livello o con gli studi universitari.
La formazione professionale si basa sull’apprendistato
(Lehre) presso una ditta del settore prescelto e dura
almeno tre anni. Al termine dell’apprendistato si deve
sostenere un esame. Un ulteriore prova finale può
essere sostenuta dopo 5 anni di esperienza lavorativa,
una volta superata la quale si diventa ‘Meister’, un
titolo che permette di mettersi professionalmente in
proprio.
Liguori Americo
La scuola in Romania
Confrontando il sistema scolastico rumeno con il nostro
si possono notare alcune differenze. Gli studenti
iniziano le lezioni alle ore 8\8:15 del mattino e le
terminano alle 14\14:15 per un totale di sei ore al giorno;
il Sabato le scuole sono chiuse. Molto importante è la
lingua inglese alla quale dedicano circa 4\5 ore
settimanali e altrettante ore alla lingua madre. Non si
studiano religione e latino (nemmeno al liceo) ma in
alcuni indirizzi si studia la Filosofia. I ragazzi
conseguono il diploma all’età di 17\18 anni.
Sara Di Matteo
La scuola in Lettonia
Nel sistema scolastico della Lettonia, possiamo notare
alcune differenze rispetto a quello italiano: le lezioni
iniziano alle 8:00\8:15 e terminano alle 15:00\15:15 (
sette ore scolastiche al giorno). Questo sistema
permette ai giovani studenti il week end libero.
Un’importante distinzione tra i due sistemi scolastici
sta nelle ore di studio dedicate all’inglese (circa 4\5 ) e
alla lingua lettone soltanto 2 ore settimanali. Non ci
sono ore di religione o di latino e solo poche ore dedicate
a materie umanistiche come storia e filosofia. Nelle
altre ore dedicano il loro tempo alle materie scientifiche,
all’informatica e soprattutto dedicano molto tempo
allo sport infatti la maggior parte degli studenti giocano
a basketball e a pallavolo. Conseguono il diploma a
18\19 anni ma molti di loro non continuano gli studi
all’università.
Sara Di Matteo
S...PIFFERO - liceo Medi
L’attimo fuggente
“O capitano, mio capitano!”
risuona così la celebre frase di Walt
Whitman nel film “L’attimo
fuggente”, citata da Robin Williams.
Parlando dell’evoluzione della scuola
nel corso degli anni, non può non
venirci in mente questo film,
vincitore dell’Oscar nel 1990 e
insignito di svariati altri premi.
L’Attimo fuggente, un capolavoro
del cinema, parla di un professore
di letteratura che viene trasferito nel
collegio maschile “Welton”, celebre
per gli schemi di insegnamento
molto rigidi. Presto le regole
dell’istituto e la ferrea disciplina
degli stessi alunni si scontreranno
con l’originale personalità del
professore, che con i suoi metodi
considerati “poco ortodossi”
insegnerà ai ragazzi ad assaporare
ed amare la letteratura invece di
studiarla in modo distaccato e
meccanico così come erano abituati.
Il film offre tanti spunti di
riflessione: ci pone di fronte a
interrogativi che dovrebbero far
parte della nostra vita quotidiana.
Che importanza ha essere alunni
rigorosi e diligenti se non riusciamo
a cogliere il senso della vita, se
consideriamo l’impegno nello studio
prioritario rispetto al dedicarci ad
altre attività ugualmente importanti,
se assorbiamo come spugne le regole
e i punti di vista degli altri senza
filtrarle utilizzando la nostra mente.
L’obiettivo del professore è quello
di dar vita a giovani uomini dotati
di una propria individualità, belli
nella loro estrema diversità, e non
per questo sbagliati.
Sin dall’inizio ci vengono mostrate
le due facce opposte della medaglia:
una scuola tanto prestigiosa quanto
severa che spinge i ragazzi
all’omologazione e alla completa
distruzione dell’io e un’altra
incentrata sulla riflessione volta a
tirar fuori da ogni singolo ragazzo
qualcosa di unico ed inimitabile, che
neanche immaginavano di
possedere. Avremmo tutti bisogno
del professore che straccia le pagine
dei libri per insegnarci a leggere la
poesia senza schemi o altri vincoli,
ma servendoci unicamente dei
sentimenti, dell’insegnante che sale
sulla cattedra per mostrarci che ogni
situazione merita di essere osservata
dai diversi punti di vista, di qualcuno
che insegni a noi giovani la sicurezza
in noi stessi... Il film ci presenta
anche un altro tema: l’importanza
di seguire i propri sogni. L’esempio
calzante è quello di Neil, il ragazzo
desideroso di fare carriera come
attore ma costretto dal padre ad
abbandonare la sua passione per
dedicarsi unicamente allo studio. Il
giovane alla fine del film si suicida e
questo provocherà l’espulsione
dall’istituto del professore,
incolpato di trasmettere strane idee
ai ragazzi. La storia di Neil non è
per nulla estranea ai nostri giorni,
anzi rappresenta tutti i ragazzi che
sono soggiogati dai propri genitori
e costretti a reprimere i loro sogni
per intraprendere una strada scelta
dagli altri. Il film ha quindi un
significato davvero profondo:
dimostrare che non serve la
disciplina, se non accompagnata dal
giusto senso delle cose e che bisogna
saper cogliere l’attimo che fugge,
poiché la vita si articola in momenti
che non ci saranno più restituiti.
“Cogliete l’attimo ragazzi, rendete
straordinaria la vostra vita”
Francesca Alfinito
LA SCUOLA E LA CRONACA
Settembre 2016
pag 4/b
La Buona Scuola secondo i docenti
iOS Academy
Cyberbullismo: la piaga del web
I docenti di tutta Italia “bocciano” la
Buona Scuola: questo è quanto emerge
dall’indagine portata avanti per la Gilda
degli Insegnanti. Circa l’80% dei docenti
ha espresso il proprio disappunto per
tale riforma, criticando la nuova figura
del dirigente scolastico o altri
provvedimenti come la composizione
del Comitato di Valutazione,
l’assegnazione dei Bonus di merito... Il
sondaggio, basato su un campione
rappresentativo, – commenta Rino Di
Meglio della Gilda degli Insegnanti –
dimostra senza dubbio che la maggior
parte dei docenti condanna i punti
fondamentali della legge 107/2015,
ritenuti inutili e dannosi. Dunque,
sembrerebbe un altro buco nell’acqua
dell’ennesima riforma volta a migliorare,
o per lo meno a tentare di migliorare,
l’ambiente e l’organizzazione scolastica
italiana. La speranza è quella di un
ulteriore cambiamento, ultimo e
definitivo, per stabilizzare l’istruzione
e la gestione delle scuole del nostro Paese.
Francesco De Vita
Giovedì 6 ottobre, a Napoli vi è stata
l’importante apertura della iOS Academy,
la prima scuola per sviluppatori Apple
in tutta Europa. I primi 100 studenti che
hanno superato le selezioni hanno già
iniziato questo innovativo percorso di
studi. Fortemente voluta dal governo,
sostenuta dalle istituzioni locali e
ovviamente da Apple, l’Academy formerà
in totale 600 studenti, preparandoli a
diventare sviluppatori di app e software
sul sistema operativo della Mela.
Il presidente della regione Campania De
Luca ricorda i 100 milioni di euro già
investiti e ne promette altri 30 per
espandere il progetto, oltre a disporre
sette borse di studio. Questa bellissima
iniziativa è la chiave di inizio per ottenere
un miglioramento dell’istruzione anche
al Sud e per dare vita al sogno di tanti
ragazzi che, figli di una generazione in cui
la tecnologia rappresenta il “pane
quotidiano”, possono finalmente studiare
ciò che li appassiona. SaraDiMatteo
Nella nuova era digitale del XI secolo il
WorldWideWeb (www) fa parte del
quotidiano, specialmente delle generazioni
più giovani. Internet è sicuramente
sinonimo di grandi opportunità e scoperte
ma non è detto che non nasconda delle
insidie. Col passare dell’ultimo decennio e
con l’ incontrollabile diffusione della rete e
dei suoi social network è stato inevitabile
l’incontro di una bestia quasi invisibile che
è il cyberbullismo: una vera e propria forma
di violenza e di aggressione che si consuma
online. Il cyberbullo denigra, deride e/o
aggredisce verbalmente la sua vittima, rende
pubbliche foto private o informazioni
personali, tutto tramite forum, chat,
qualsiasi tipo di social network o
piattaforma digitale. Il bullismo in rete ha
delle precise caratteristiche, si distinguono
ad esempio il flaming (aggressione verbale
tramite commenti su forum o social),
l’impersonation (furto di identità online
per metterla in cattiva luce) ed il trickery
(ottenere la fiducia di qualcuno con
l’inganno per poi rendere pubbliche foto
ed informazioni personali). Inoltre per
questo tipo di violenza è difficile per la
vittima indentificare con precisione e
sicurezza il suo aggressore poiché spesso
nascosto dietro un nickname o un falso
nome; è difficile capire in che modo
proteggersi, prevedere le successive mosse
del cyberbullo e prevederne gli effetti.
Ne susseguono molto spesso depressione,
ansia, isolamento, forti traumi e talvolta
anche suicidio, com’è successo a ragazze
che sono state riprese durante atti sessuali,
stupri, ubriachezza o di giovani presi di
mira poiché gay, o derisi nei social network
per banali difetti fisici, semplici gusti
musicali o particolari interessi personali.
Le vittime che finiscono nel mirino dei bulli
del web sono persone generalmente giovani
ed emotivamente (forse) fragili. Il
“rispetto” è una nozione che è sempre più
sconosciuta nel mondo del web. Per la
sensibilizzazione a riguardo molte case
cinematografiche hanno prodotto film
come“Unfriended”,“Cyberbulli”, “InFernet”, “I
segreti della mente”, “Disconnect”,“Friend
Request”.
Giulia Caruso
Buona scuola: no degli studenti
Venerdi 7/10 gli studenti italiani
scenderanno nelle piazze di più di 70
città per manifestare il proprio disagio
verso la “Buona Scuola”. La riforma
approvata dal Governo lo scorso anno
non solo non mette d’accordo gli
insegnati di tutta Italia ma, com’era già
intuibile dai numerosi scioperi portati
avanti fino ad oggi, va contro i principi
e gli interessi degli studenti: questa la
motivazione che verrà sostenuta durante
la manifestazione del 7 ottobre. Al
centro della protesta presenti argomenti
come il ruolo del Comitato di
valutazione o dell’alternanza scuolalavoro, vista dagli alunni e da Francesca
Picci, coordinatrice nazionale
dell’Unione degli Studenti, come un
mero sfruttamento di lavoro gratuito da
parte delle aziende. Francesco De Vita
Il ricordo di un “ex”
Lo studio ci forma il carattere e
provvede a darci un’adeguata cultura;
le ore passate sui libri e seduti su una
sedia in classe sono solo una parte della
nostra vita , anche se ne costituiscono
un fondamentale step. Le esperienze
vissute al fianco di amici, professori o
conoscenti, le passeggiate per i corridoi,
la paura per le interrogazioni o per i
compiti in classe: tutto è destinato a
diventare un ricordo; ma non uno di quei
ricordi nostalgici, che si vivono
solamente con tristezza e con la
consapevolezza di non poter mai più
tornare a quegli anni (relativamente)
spensierati. Una volta terminato il
percorso scolastico non bisogna
sprofondare nella malinconia, ma
nemmeno spedire tali ricordi nel
“dimenticatoio”: il mio personale
suggerimento, quale ex studente, è quello
di vivere ogni singolo istante che ci viene
offerto, puntare sempre in alto, ma
senza mai dimenticarsi da dove si è
venuti, le proprie radici.
Francesco De Vita
Lite
a scuola
Uno studente dell’Istituto comprensivo
Confalonieri nel centro storico della
città partenopea è stato portato
d’urgenza al Pronto Soccorso dopo una
lite finita male con un suo compagno di
classe. Il 14enne, infatti, è stato ferito
con un coltello da un altro minorenne al
termine di una discussione tra i due.
L’aggressione sarebbe avvenuta nel
cortile della scuola, che presentava
tracce di sangue. Il ragazzo è stato
operato d’urgenza dai medici di Loreto
Mare e, come conferma la testimonianza
dei parenti, non sarebbe in pericolo di
vita.
Francesco De Vita
Arte al cafe’ Verlaine
Il 17 settembre scorso al Cafè Verlaine in
Via Italia la magia ha sposato la musica
live dando vita ad una vera e propria forma
d’arte nel “Best party ever” (questo il
nome dello spettacolo). I protagonisti
della serata sono stati Valerio Vitolo e
Giancarlo Contino, rispettivamente
sassofonista e mago specializzato in
juggling & fire, diretti ed organizzati da
un giovanissimo gruppo di animazione
locale. Durante la serata si sono susseguiti
diversi generi musicali interpretati dal
musicista e i più svariati numeri di magia,
andando da pezzi di giocoleria, a pezzi di
equilibrismo ed illusionismo fino ad
arrivare a giochi col fuoco, con il continuo
coinvolgimento del pubblico presente. Lo
spettacolo era aperto a tutti e ha registrato
una notevole affluenza con una folla che
spaziava tra tutte le fasce d’età. Il carisma
e la dimestichezza dei performers hanno
lasciato a bocca aperta sia i più piccoli
che gli adulti! Il centro della nostra città
si è riempito di musica, colori e sorrisi!
Giulia Caruso
Cinecibo al E.Ferrari
Un’importante
manifestazione,
“Cinecibo”, si è svolta presto l’Istituto
“Enzo Ferrari” di Battipaglia. “Cinecibo”,
è un festival del cinema a tema
gastronomico, la cui prima edizione risale
all’11 novembre 2011. Il festival si
propone di valorizzare la corretta
alimentazione e il cinema di qualità,
attraverso una competizione tra opere
audiovisive. Nella giornata di Giovedì 6
Ottobre sono stati invitati Gigi e Ross,
in qualità di attori del film di Gianluca
Ansanelli “Troppo Napoletano”, nel
quale vengono presentate diverse
specialità culinarie del sud. La giornata di
venerdì 7 inoltre ha visto in competizione
i ragazzi di cinque istituti alberghieri, che
si sono sfidati in una gara di show cooking.
I partecipanti, futuri chef provenienti da
Napoli, Avellino, Nocera, Capaccio, oltre
che da Battipaglia, si sono affrontati in
una gara a colpi di ricette nelle cucine
dell’istituto “Ferrari”. E’ un ‘contest’
questo promosso da “Cinecibo” per far
conoscere ai giovani e al grande pubblico
le peculiarità dei prodotti nostrani e
scoprirne tutte le virtù. Ad onorare
l’evento la partecipazione dello chef
stellato del “President di Pompei” Paolo
Gramaglia. Non potevano mancare i
giornalisti, rappresentanti delle tesate
Cinecibo Award – Stampa, stampa locale
come “La Città” “Il Mattino”. Sabato 8.
Infine, durante la serata vi è stato un finale
“coi fiocchi”: uno show cooking degli
attori Dino Abbrescia (squadra antimafia)
ed Elisabetta Pellini (le tre rose di Eva)
alla presenza del Presidente di “Cinecibo”,
Michele Placido.
Sara Di Matteo
Bambini fin troppo indipendenti
In Giappone capita spesso di notare
bambini muoversi da soli, senza genitori o
parenti, attraverso la città, utilizzando i
mezzi pubblici o spostandosi a piedi.
Potrebbe sembrare un eccesso di maturità
da parte di bambini di 6 o 7 anni che
dovrebbero essere sempre accompagnati:
niente paura, è tutto controllato. Ebbene
sì, fa tutto parte di un celebre programma
giapponese che va in onda da ormai più di
25 anni; i loro progressi sono filmati di
nascosto da una troupe televisiva mentre
provano a raggiungere il fruttivendolo o il
panettiere. Nulla da temere dunque, non
siamo assistendo ad estremi atti di
(precoce) maturità, ma a semplice e puro
intrattenimento.
Francesco De Vita
La folla contro Rihanna
Rihanna arriva a Milano per una tappa del suo Anti
World Tour 2016 e riempie il San Siro con i suoi
super fan il 13 luglio scorso! Dopo l’attesissimo
evento, però, il pubblico si scaglia contro la cantante
stessa e contro l’organizzazione, infiammando i
social network. Il concerto viene definito “una presa
in giro” e addirittura “un furto”! Rihanna sale sul
palco con 45 minuti di ritardo, riduce la scaletta e
taglia anche i brani, cantandoli per metà e fa pause
per il cambio d’abiti troppo lunghe: uno show di
circa un’ora con una (deludente) parte musicale
complessiva di circa 40 minuti. Gli amanti della
stella del pop disprezzano anche la scelta di porre al
centro dello show, il corpo piuttosto che valorizzare
la voce e la musica che l’hanno portata in cima alle
classifiche.E dopo il temporale che ha preceduto lo
spettacolo la cantante, quindi, si ritrova addosso una
pioggia di critiche! Tuttavia i fedelissimi
continuano a difendere il loro idolo musicale
nonostante per l’opinione comune il concerto sia
stato un misto di rabbia e delusione. Giulia Caruso
S...PIFFERO - liceo Medi
CRONACHE & CINEMA
Allarme alla stazione di Milano
Milano, stazione centrale. Sono circa le 13:30 quando la linea
verde della fermata della metropolitana viene evacuata a causa di
un possibile allarme bomba causato da uno zainetto abbandonato.
Ad intervenire tempestivamente le forze dell’ordine e gli artificieri,
i quali si sono avvicinati e hanno controllato lo zaino sospetto.
Solo dopo alcuni minuti di terrore da parte dei presenti è arrivata
la notizia del falso allarme, in quanto all’interno dello zainetto
sarebbero stati trovati solo degli indumenti. Dunque la
circolazione, che era stata sospesa tra Garibaldi e Caiazzo, ha
potuto riprendere tranquillamente il suo frenetico corso, dopo
circa 20 minuti di interruzione.
Francesco De Vita
Record di migranti salvati
Non accenna a placarsi l’ondata di migranti che tenta di
raggiungere le coste del nostro paese in cerca di un posto migliore
dove vivere. Nel giro di sole 24 ore, il 6 ottobre sono stati salvati
dalle acqua del canale di Sicilia più di 10.000 migranti, ai quali è
stato offerto cibo e riparo dalle unità della protezione civile e
militare; per 28 di loro purtroppo, non c’è stato nulla da fare, in
quanto almeno 22 sono stati trovati morti probabilmente per
asfissia. Mentre un argomento come l’immigrazione è ancora al
centro di numerose discussioni, migliaia e migliaia di migranti
continuano a tentare di raggiungere le nostre coste, consapevoli
di trovare a loro disposizione l’aiuto di numerosi volontari italiani.
Da evidenziare la nascita di tre bambini a bordo della nave Dattilo
della marina militare.
Francesco De Vita
Arrestato noto latitante
Arrestato Antonio Pelle, noto latitante in fuga dal 2011 dalle
forze dell’ordine; il malvivente è stato trovato dopo una lunga
indagine portata avanti dalle forze dell’ordine della “catturandi”
di Reggio di Calabria. Grazie alla raccolta di numerose
informazioni, è emersa l’esistenza di un bunker presso la casa
dello stesso Antonio Pelle; su quest’ultimo ricade una condanna
a circa 20 anni di reclusione, che aveva tentato di eludere con una
fuga dall’ospedale nel quale era stato ricoverato dopo un overdose
di pillole dimagranti, volte a simulare un problema di “anoressia
nervosa”. A fare i propri complimenti si aggiunge anche il ministro
dell’Interno Angelino Alfano, il quale ha voluto evidenziare come
il latitante Pelle fosse uno tra gli uomini più ricercati al momento.
Francesco De Vita
Stupro in discoteca. Le amiche su whatsapp
Nello scorso marzo in un locale di Sant’Arcangelo in Romagna,
in provincia di Rimini, una ragazza di 17 anni è chiusa a chiave in
un bagno con un ragazzo che conosce forse di vista. Lei è ubriaca
nonostante il locale avesse il divieto di vendere alcolici ai
minorenni, lui la trascina e la blocca lì, dopodiché comincia ad
abusare di lei sessualmente. La giovane è lì da sola? No. Ci sono
le amiche nel locale con lei, ma dove? Stanno chiamando aiuto?
Stanno cercando di salvarla dalla violenza? Il gruppetto di ragazze
era nel bagno accanto, arrampicato in cima alla porta divisoria,
che assisteva allo stupro guardando dall’alto. Una delle amiche
della vittima pensa bene di agguantare lo smartphone e filmare il
tutto. Il giorno dopo cominciano ad inviare ed inoltrare il video a
diversi contatti delle rubriche dei loro cellulari il che, a mente
lucida dopo che la sbornia è stata smaltita, appare ancor più
inumano. La diciassettenne non ricorda proprio tutto di quello
che è successo ma vedendosi arrivare il video su Whastapp si fa
un’idea molto più chiara dell’accaduto. Solo un mese dopo la
ragazza decide di confidare tutto alla madre, che si attiva
contattando i Carabinieri. L’aggressore viene indentificato ma
non iscritto nella lista degli indagati, le amiche della vittima
vengono interrogate. I risultati delle visite mediche, fatte in aprile,
hanno ovviamente scarsi risultati e non aiutano a chiarire e
ricostruire la vicenda. Non esistono però forze dell’ordine o
magistrature che riescono a spiegare o giustificare in qualche
modo il comportamento delle amiche della giovane aggredita. A
questo punto si può davvero parlare di amiche? Ma soprattutto,
si può parlare di umanità?
Giulia Caruso
FANTAEXPO – 2016
Anche quest’anno sono stati promossi molti eventi per gli
appassionati del mondo del fumetto: dopo il Comicon alla
Mostra D’Oltremare di Napoli e il Comicon estivo a Salerno,
ecco anche il FantaExpo. La fiera tenutasi al Parco dell’Irno
(Salerno) dal 2 al 4 settembre 2016 è stata una fiera di minore
importanza e con minore affluenza rispetto ai precedenti
Comicon, ma ha comunque richiamato l’attenzione degli amanti
del genere. Tanti ospiti come i Gem Boy, i Nirkiop, Croix89,
Alfredo Postiglione (fumettista), Marco Itri (fumettista e
tatuatore) e cosplayers sono stati a disposizione del pubblico in
conferenze e incontri organizzati dalla fiera. Molti erano inoltre
gli stand e i punti di interesse che trattavano aree tematiche come
Marvel, Pokémon, Star Wars, Harry Potter e League of Legends
accompagnati da aree di gioco (online o da tavolo). Importante è
stata anche la partecipazione dell’Accademia delle Belle Arti in
collaborazione con le Nuove Tecnologie dell’Arte grazie alla
realizzazione di un drago illuminato ed interattivo, simbolo
orientale di saggezza e positività. Si può senza dubbio dire che è
stata una fiera piena di colori! Le uniche critiche al FantaExpo
sono state riguardo il costo del biglietto d’ingresso, ritenuto un
po’ troppo alto da qualche visitatore.
Giulia Caruso
Settembre 2016
pag 5/b
THE DANISH GIRL: BOLLINO ROSSO O UN PASSO AVANTI?
Nel novembre 2015 esce nelle sale cinematografiche statunitensi la pellicola intitolata
“The Danish Girl” e a febbraio 2016 raggiunge anche le sale italiane. Il film è un
adattamento del romanzo di David Ebershoff “La Danese” pubblicato nel 2000,
ispirato alle vite dei pittori Lili Elbe e Gerda Wegener. I personaggi principali sono
interpretati da Eddie Redmayne e Alicia Vikander (Premio Oscar 2016, Miglior
attrice non protagonista) e la produzione è diretta da Tom Hooper.
La storia descritta è quella di una delle prime persone al mondo che si è sottoposta
ad un intervento chirurgico per la riassegnazione di genere e che lo ha portato da
essere Einar Wegener a diventare, in tutto e per tutto, Lili Elbe. Nella Copenaghen
degli anni Venti la struggente storia di un sogno che viene realizzato, ma che finisce per distruggere
il protagonista stesso, è condita dalla vergogna, dal disprezzo e dalla paura che la società di quegli
anni provava nei confronti dello “scandaloso” caso di transessualità.
Il film negli Stati Uniti è stato vietato ai minori di 17 anni. Ma siamo davvero sicuri che questo film
lo meritasse? L’omofobia è ancora una brutta bestia a piede libero che però, fortunatamente, si sta
combattendo sempre di più. Una pulita trasmissione di informazioni riguardanti la comunità LGBTQ
(Lesbian Gay Bisexual Transsexual Queer) consentirebbe una maggiore diffusione del concetto di
parità e di tolleranza che non ancora tutti abbiamo acquisito. Il film, nonostante i divieti imposti, ha
incassato solo in Italia oltre 2.000.000 euro e ha vinto il premio Queer Lion per “miglior film con
tematiche omosessuali & Queer Culture” alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
La buona Informazione è sempre un passo avanti.
Giulia Caruso
TIZIANA CANTONE ZIMBELLO DEL WEB, SI SUICIDA
Nell’aprile 2015 la ventinovenne Tiziana Cantone, originaria del napoletano, spopola, dapprima su
siti hard e successivamente su qualsiasi social network, attraverso dei video (privati) espliciti che la
ritraggono (ben visibile in volto e indicata da nome e cognome nelle didascalie) protagonista di atti
sessuali con uomini diversi, quasi sicuramente spinta dalle proposte del suo fidanzato (ci sono
altissime probabilità che sia stato lui stesso a filmare gli atti). I video hot hanno fatto il giro di Italia
in pochi giorni e il nome ed il volto di Tiziana sono stati ridicolizzati e derisi in ogni modo e
attraverso qualsiasi mezzo (memes, canzoncine, remix, magliette e altri gadget) fino a far diventare
virali i suoi video e le sue foto. Avviate pratiche, denunce e sentenze in tribunale per rivendicare il
diritto all’oblio, la giovane comincia a fuggire dalla realtà che la sta facendo impazzire, spostandosi
in giro per l’Italia da parenti e amici per poi ritornare, pochi mesi fa, nel napoletano. La ragazza lascia
il lavoro, non esce più di casa e viene aiutata dai familiari nel disperato tentativo di combattere la sua
depressione. Lo scorso 13 settembre Tiziana, ormai trentunenne, viene ritrovata impiccata nel
sotterraneo della casa della zia a Mugnano di Napoli, non molto lontano dal suo paese di appartenenza.
Tiziana è il tormentone che ha fatto ridere tutta l’Italia per più di un anno e mezzo. Anche adesso,
dopo il suo suicidio, qualcuno ride ancora. Dovremmo però ridere di chi ha pensato di avere il diritto
di ucciderla, ovvero la massa. Il web è un’arma che quasi quotidianamente finisce nelle mani di chi
non sa gestirla appieno. Questa è l’ennesima (ahinoi) eclatante storia di una società aggressiva,
menefreghista e profondamente sessista che ha condannato una giovane donna persino per la sua vita
privata (resa pubblica forse anche contro il suo volere).
Giulia Caruso
TUTTI PAZZI PER “IO PRIMA DI TE”
L’1 settembre arriva sui grandi schermi italiani (a giugno negli Stati Uniti)
il tanto atteso “Io prima di te”, già mostrato in anteprima il 21 luglio al
Giffoni Film Festival. Diretto da Thea Sharrock e tratto dal romanzo
di Jojo Moyes, il film incanta milioni di spettatori e incassa, in Italia,
circa
2
milioni
di
euro
in
solo
4
giorni.
La storia del ricco, giovane e bello Will Traynor che si mischia con la vita della ventiseienne Louisa
Clark, in continua ricerca di lavoro per sostenere le spese della famiglia, ha commosso chiunque
grazie al fortissimo coinvolgimento emotivo che i personaggi propongono al pubblico delle sale
cinematografiche.
Le vicende della sempre sorridente Louisa, che si trova ad assistere
il ricco banchiere costretto in sedia a rotelle in seguito ad un brutto incidente, trasportano lo
spettatore in grandi viaggi, in grandi sogni ed in grandi amori mentre la protagonista cerca febbrilmente
di far capire a Will quanto valga la pena di vivere la vita, in qualsiasi modo ci venga proposta. I
personaggi principali sono interpretati da Emilia Clarke (pluripremiata per il suo ruolo in Il Trono
di spade), Sam Claflin (già visto in Pirati dei Caraibi e in Hunger Games) e Matthew Lewis (meglio
conosciuto come Neville Paciock in Harry Potter). Le colonne sonore sono giovanissime e
modernissime tanto quanto il cast: troviamo infatti brani firmati dai 1975, gli Imagine Dragons e
EdSheeran. Quindi, un successo all’unanimità.
Giulia Caruso
UNFRIENDED
Unfriended, il film horror da 62 milioni di incassi in tutto il mondo diretto da Levan Gabriadze,
arriva nelle sale cinematografiche nel 2014. Il film è girato sotto forma di un mockumentary, ovvero
un falso documentario. Tutte le riprese sono state girate dal punto di vista della webcam del pc della
protagonista.La storia raccontata è quella di una comitiva di amici (composto dalla protagonista
Blaire, il fidanzato Mitch e gli amici Jess, Adam, Ken, Val) che decide di fare una videochiamata di
gruppo su Skype un anno dopo del suicidio dell’amica Laura Barns. Improvvisamente si aggiunge
alla conversazione anche il profilo di Laura. Gli amici pensano sia solo uno scherzo, ma le persecuzioni
e le vendette dell’entità di Laura erano solo all’inizio. Gli amici vengono torturati fisicamente e
psicologicamente poiché l’entità voleva che confessassero chi fosse il colpevole che aveva postato
in web un video che ritraeva Laura in condizioni disgustose, presa da una forte sbornia. Era questo
che aveva spinto la ragazza tanto in fondo fino al suicidio. Gli account Facebook del gruppo di amici
vengono inondati di messaggi criptati e di foto compromettenti per opera del profilo di Laura.
Dopodiché Val, la principale sospettata di aver postato il video incriminato, viene vista via Skype
dagli amici in trance dopo aver bevuto mezzo flacone di candeggina. Ad uno ad uno gli amici Ken,
Jess, Adam e anche Mitch (dopo che Blaire dice a Laura che era stato lui a postare il video) vengono
aggrediti ed uccisi dal “fantasma” di Laura dopo una inquietante partita a “Io non ho mai”, voluta
dalla suicida, durante la quale erano stati obbligati a confessare i più scandalosi segreti e dispetti che
li vedeva tutti protagonisti. Per ultima Blaire, che aveva appena visto il video postato sul suo
profilo Facebook e su Youtube da Laura, viene anche lei aggredita ed uccisa.
Con il budget di appena 1 milione di euro il film è stato girato in una sola casa, con gli attori in stanze
diverse, inoltre il cast spesso è stato costretto ad improvvisare per i molti cambiamenti apportati ai
copioni durante le riprese; i profili Facebook creati appositamente per le riprese sono ancora attivi
e su pagina e sito ufficiale del film sono attivi “giochi” che pubblicizzano e rendono interattivo il
film come ad esempio partite ad “Io non ho mai” e messaggi predefiniti inviati dal profilo di Laura
Barns. Nonostante il budget basso il film ha avuto moltissimo successo, forse anche grazie alle
trovate pubblicitarie.Il film vede protagonista Shelley Henning (già famosa per l’interpretazione di
un ruolo in Teen Wolf).
Il tema del cyberbullismo è ultimamente molto diffuso soprattutto nel
mondo della cinematografia. Trattare questo tema, che sia fatto in termini horror o meno, è molto
d’effetto per la diffusione e per l’informazione cosicché tutti noi, immersi nelle vorticose ed immense
acque di internet, possiamo essere a conoscenza della crudeltà che la rete talvolta ci può riservare.
Guardiamoci le spalle.
Giulia Caruso
S...PIFFERO - liceo Medi
CRONACHE dal MEDI
Rubrica della
SCIENZA
a cura di Americo Liguori
Marte dietro l’angolo....
Manca davvero poco all’arrivo della sonda dell’Agenzia spaziale
europea ExoMars 2016 attorno a Marte. Tutto a bordo della sonda
funziona alla perfezione: il 16 ottobre il modulo di discesa Schiaparelli
si sgancerà dalla sonda madre e il 19 ottobre atterrerà sulla superficie
del pianeta, in prossimità dell’equatore marziano, nella regione di
Meridiani Planum. La sonda madre, in orbita, studierà l’atmosfera
del Pianeta Rosso.C’è però un motivo di apprensione: si prevede
che in quei giorni sarà già in atto una tempesta globale di polvere.
Tempeste di questo tipo si verificano con una certa regolarità a
distanza di alcuni anni. Dal 1924 a oggi, per esempio, ne sono state
osservate nove: le ultime si sono verificate nel 2001 e nel 2007.
L’unico problema, secondo i ricercatori, sta nel fatto che un’atmosfera
satura di polvere potrebbe impedire alle macchine fotografiche di
osservare la superficie del pianeta in avvicinamento. Tuttavia,
l’obiettivo principale della missione consiste nella verifica della
strumentazione di atterraggio: dal sistema di protezione della sonda
stessa durante l’attraversamento dell’atmosfera ai paracadute,
compresi i razzi che entreranno in azione poco prima dell’atterraggio.
Il tutto per preparare la missione che, nel 2020, porterà un rover su
Marte.
Il brodo primordiale
Il termine “brodo primordiale”, riferito all’insieme di elementi chimici
da cui ebbe origine la vita terrestre, è stato coniato un secolo fa. Da
allora gli scienziati tentano di replicarne la formula in laboratorio per
cercare di capire come RNA e DNA si siano in primo luogo formati,
4 miliardi di anni fa. Un altro punto da chiarire è come questo materiale
genetico sia riuscito a replicarsi in mancanza di enzimi, le proteine
specializzate che, attualmente, nelle cellule tengono separate le doppie
eliche del DNA, permettendone la duplicazione. Un gruppo di
scienziati del Georgia Tech potrebbe aver trovato un ingrediente
chiave per questi cruciali processi: un addensante, che aggiunto come
un dado al brodo primordiale, potrebbe avergli dato il sapore della
vita e che lasciò al materiale genetico il tempo di replicarsi.
I nuovi sistemi 3D
L’idea di creare un ambiente fittizio in cui immergersi con i sensi
risale agli anni ’50,quando Morton Heiling creò il Sensorama, una
“cabina” con un visore 3D e un seggiolino in grado di trasmettere
movimenti allo spettatore o simulare il vento. Il prototipo, troppo
costoso, fu abbandonato. Nel 1968 arrivò il primo “casco” inventato
dallo scienziato americano Ivan Sutherland; ma fu nel 1980 che venne
coniata l’espressione “realtà virtuale”: ci pensò Jaron Lanier,
informatico statunitense, nel tentativo di creare un visore portatile e
un guanto per manipolare oggetti digitali. Le tecnologie dell’epoca,
però, non erano all’altezza e il progetto fallì come i precedenti.
Finchè Palmer Luckey nel 2012 ha lanciato Oculus Rift, dimostrando
al mondo che la tecnologia è matura per creare un’esperienza
convincente con un visore a un costo relativamente basso. Come
funziona la realtà virtuale? Per realizzare l’illusione visiva bisogna
produrre due effetti. Il primo effetto si ottiene creando due immagini
distinte dello stesso ambiente in modo che il nostro cervello possa
elaborarle e fonderle in un’unica immagine. Questa poi viene
“gonfiata” da lenti correttive inserite nel visore, tra gli occhi e lo
schermo, ampliando così il campo visivo orizzontale. Il secondo
effetto, più complesso, richiede che sul casco siano montati sensori
in grado di trasmettere al computer o alla console a cui il casco
stesso è collegato, la posizione della testa, affinchè l’immagine sul
display si adegui di conseguenza. Perché l’illusione sia completa è
necessario che ciò avvenga senza ritardo nella trasmissione.
Aperta la via alla miniaturizzazione
Sono state realizzate le prime macchine in grado di riprodurre i
movimenti che le cellule compiono in condizioni naturali, come la
contrazione muscolare. E’ una ricerca di confine fra la biologia e la
tecnologia, perchè i suoi risultati hanno aperto la strada alla possibilità
di realizzare dispositivi sempre più miniaturizzati. Si tratta di
macchine minuscole, grandi pochi miliardesimi di metro, capaci di
muoversi, trasportare farmaci oppure essere comandate a distanza: i
tre premi Nobel per la Chimica 2016 sono stati: Jean-Pierre Sauvage,
dell’università francese di Strasburgo, Sir J. Fraser Stoddart,
dell’americana Northwestern University, e Bernard L. Feringa,
dell’università olandese di Groningen. I tre ricercatori hanno avuto il
merito di avere aperto la strada alla realizzazione delle macchine più
piccole mai costruite al mondo. Uno dei primissimi passi in questa
direzione è arrivato nel 1983 con Sauvage che per primo riuscì a
mettere insieme due molecole ad anello, legate come in una catena, e
farle scivolare l’una all’interno dell’altra. Un secondo passo
fondamentale è poi arrivato nel 1991 da Stoddart con il primo rotore,
un anello capace di girare attorno a un asse centrale. A mettere a
punto il primo vero motore è poi stato Feringa che nel 1999 ha
messo a punto motori molecolari capaci di far ruotare minuscoli
oggetti e disegnare la prima ‘automobile nano’. Sara Di Matteo
Alternanza scuola lavoro
Già nell’anno passato i ragazzi frequentanti il
terzo anno del liceo hanno preso parte al
progetto “Alternanza scuola-lavoro”.
Intervistando alcuni ragazzi dei tre indirizzi
dell’ istituto è emerso che molti ignorano, in
buona parte o completamente, sia i motivi sia i
fini di tale progetto. Alcuni riferiscono di non
aver ben compreso le possibilità aggiuntive che
questo progetto fornisce agli alunni, mentre altri
si dicono delusi poiché avrebbero preferito che
lo studio teorico fosse accompagnato da una
maggior quantità di esperienza sul campo.
Cerchiamo però di chiarire in cosa consista
questo progetto, esteso al livello europeo per
la promozione di :
-apprendimento basato sul lavoro, anche con il
supporto di tirocini/apprendistato;
-partenariati fra istituzioni pubbliche e private;
-mobilità degli studenti attraverso il programma
“Erasmus+” lanciato nel 2014.
Entrato in vigore con la legge 107 del 13 luglio
2015, prevedeva l’avvio per le classi terze
durante l’a.s. 2015/2016 per una durata di
almeno 200 ore nel triennio. Il progetto, a
differenza di altri, ha un’adesione obbligatoria
e scandita da un minimo di ore. I principali
obiettivi sono i seguenti:
-arricchire la formazione acquisita nei periodi
scolastici con l’acquisizione di competenze
spendibili anche nel mercato del lavoro;
-favorire l’orientamento dei giovani per
valorizzare le vocazioni professionali, interessi
e studi approfonditi individualmente;
-correlare l’offerta formativa allo sviluppo
culturale, economico e sociale dei territori.
Il progetto inoltre si appoggia a degli stage e a
dei viaggi che possono essere effettuati sia
durante lo svolgimento delle attività didattiche,
sia durante l’interruzione delle stesse, inoltre
può essere svolto anche all’estero. Sembra
risultare chiaro che il suddetto progetto apre
nuove opportunità agli alunni che lo attuano e
che è correlato con interessantissime attività
sul campo.
Luigi Quaranta
Scambi
studenteschi
Dal 20 al 30 Settembre a Policoro (Basilicata),
si è svolto un progetto di scambio studentesco
che ha visto coinvolti 30 ragazzi tra i 16 e i 30
anni provenienti da tre diverse nazioni europee:
10 ragazzi provenienti dalla Lettonia, 10 dalla
Romania e 10 Italiani. I ragazzi hanno
partecipato a questo progetto tramite delle
associazioni culturali: MobyDick è l’agenzia
italiana (sita in Salerno ed Eboli), Express
Yourself l’agenzia lettone e Kasta Morelly
l’agenzia della Romania. Il tema del progetto
era “IL TURISMO”, ed il progetto aveva lo
scopo dichiarato di migliorare e di pubblicizzare
zone fantastiche come quelle di Policoro, che
però sono mal pubblicizzate, poco conosciute
e purtroppo poco organizzate per il turismo.
Attraverso dei workgroup i ragazzi hanno avuto
modo di confrontarsi sulle diverse idee e
modalità di fare turismo con lo scopo finale di
realizzare un sito web completo e facile da usare
sulla città di Policoro per aiutare i turisti ad
organizzare facilmente la loro vacanza. Oltre
alle attività di turismo e progettazione, quella
degli scambi interculturali è un’esperienza non
solo istruttiva, ma aiuta i ragazzi a confrontarsi,
ad aprirsi verso nuovi orizzonti conoscendo
culture e abitudini diverse e soprattutto
mettendosi in gioco anche nell’uso della lingua,
naturalmente quella inglese. Al termine dei dieci
giorni i ragazzi hanno conseguito una
certificazione YES (youth employment in the
social tourism), certificazione valida in Europa
ed anche valida ad arricchire il curriculum di
questi giovani studenti.
Sara Di Matteo
Settembre 2016
pag 6/b
Esame di stato: le novita’
Anche quest’anno i ragazzi che frequentano le
classi quinte dovranno affrontare il tanto
temuto esame di stato; però,questa volta,
qualcosa potrebbe non essere come tutti se
l’aspettavano. Il Miur (Ministero
dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca)
ha emesso alcune direttive che, se dovessero
essere confermate, cambierebbero l’esame di
maturità come lo conosciamo. Le direttive più
importanti sono le seguenti:
-le prove scritte passerebbero da tre a due con
l’eliminazione della terza prova, ossia quella
non caratterizzata e creata dal corpo docenti;
-la commissione di maturità potrebbe tornare
ad essere composta da soli membri interni
supervisionati da un presidente esterno;
-in totale le tre prove, le due scritte e quella
orale, avrebbero un valore massimo di 60/100
il che comporterebbe un passaggio dei crediti
da 25 ad un massimo di 40;
-potrebbe essere introdotta la prova invalsi, il
cui risultato non peserebbe sul voto ma
verrebbe riportato sulla scheda di valutazione
finale;
-durante il colloquio orale potrebbe avere molta
importanza l’alternanza scuola-lavoro poiché
si potrebbe ricevere la richiesta di esporre le
attività svolte nei tre anni.
Una vera e propria rivoluzione, insomma,
qualcosa di completamente innovativo; ma
possiamo essere sicuri del fatto che in queste
nuove modalità l’esame possa risultare
migliore? Non ci resta che aspettare per
scoprirlo.
Luigi Quaranta
Progetto Erasmus + in Inghilterra
Si è giunti ormai al quinto appuntamento con
la mobilità studentesca nell’ambito del
progetto Erasmus+ “Circuit Sesame”, che già
da un anno coinvolge il liceo Medi. Le referenti
e ideatrici del progetto, le prof. Saracino e
Spera, sono partite la prima settimana di
ottobre per la cittadina inglese di Newcastle,
non lontana da Edimburgo, con quattro ragazze
della classe 4AL. Le ragazze si sono cimentate
con quesiti di matematica, gare di mountain
bike, trekking e tante altre attività didattiche
in lingua inglese. Durante la presentazione
iniziale le delegazioni scolastiche delle cinque
nazioni partecipanti hanno presentato la loro
brochure, quella italiana si è presentata con un
power point sulla dieta dello sportivo e sulla
catena alimentare. Come in tutte le altre
occasioni il progetto ha consentito, oltre ad un
proficuo scambio culturale e linguistico, anche
una visita alle bellezze di Edimburgo e dei suoi
castelli e di Newcastle.
Stage di istruzione a Malta
Il Liceo Medi nell’ambito di una generosa
offerta didattica, anche quest’anno offre una
scelta di progetti e attività molto interessante;
infatti, a breve, gli studenti del quarto anno del
linguistico saranno coinvolti in una nuova
iniziativa intitolata “Multikulturalità”, un
progetto studiato nell’ambito dell’alternanza
scuola-lavoro. Dal 22 al 27 ottobre gli studenti
avranno la possibilità di trascorrere una
settimana a Malta per uno stage d’istruzione
unico nel suo genere. Durante il soggiorno
sull’isola maltese gli studenti seguiranno un
corso di inglese professionalizzante che si
terrà alla “Link School of English”, uno dei
punti di riferimento per tutti coloro che si recano
a Malta per studiare l’inglese. Il corso fornirà
la possibilità di svolgere 40 delle 70 ore
obbligatorie certificabili di alternanza scuola
lavoro previste dalla legge 107. Nel progetto
sono coinvolti anche altri due istituti della
provincia di Salerno. Le referenti del progetto,
coordinate dalla prof. M.R.Galluzzi, si sono
impegnate a creare altre sinergie con imprese
locali che faranno da sponsor al
progetto; queste presenteranno
alla Camera di commercio maltese
le
nostre
eccellenze
imprenditoriali come i prodotti
caseari della Piana del Sele e quelli
di IV gamma (rucola e insalatine),
ciò è reso possibile grazie ai
vantaggi fiscali del sistema
economico maltese. Al termine del
corso è previsto un giro turistico
dell’isola.
Elsa Martino