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Liana Zanfrisco. C’est la vie.
testo critico di Loris Schermi e Paola Donato
Liana Zanfrisco, artista internazionale colta e raffinata espone per la prima volta a Roma presentando un lavoro che si
snoda tra correlazioni ed illogiche presenze. Per un mese il suo studio si trasferisce in Galleria, con opere, disegni,
pitture, fotografie, diasec, video, oggetti. Un’installazione performativa in divenire che vede l’artista presente in prima
persona per tutta la durata della mostra.
La sua opera è sempre in movimento, ogni elemento è un unicum ma allo stesso tempo è parte pulsante di un
ragionamento coerente che porta ad inedite conclusioni. I disegni, gli oggetti, le figure che crea sono pezzi di un puzzle
che si può sviluppare in ogni direzione. Il suo lavoro è radicato nella stessa vita e finisce per contaminarla e
contaminarsi in uno scambio biunivoco. L’incontro umano e artistico con lo scrittore patafisico belga André Blavier e con
sua moglie, la collagista Odette Blavier è alla radice della sua svolta artistico-esistenziale. La lezione indiretta di Alfred
Jarry diviene l’ossatura che sostiene la sua instancabile ricerca. Liana Zanfrisco cataloga, classifica in ordine alfabetico
per ritrovare con immediatezza la riflessione o l’appunto, l’emozione o la dissertazione, risultati possibili per improbabili
calcoli. Il segno grafico pulito ed essenziale delle raccolte di disegni si accosta ai ritagli, alle immagini rimpiccolite e
stampate. Appendici di carta accolgono approfondimenti o divagazioni dal tema. Il ritaglio e il collage costruiscono e decostruiscono la figura che viene prelevata dal suo contesto per poi essere stravolta in soluzioni oniriche. La sua
immagine entra nella fotografia e nei video, con la propria identità ma anche come corpo anonimo. Così Liana Zanfrisco
espone se stessa, i ricordi e i frammenti del proprio passato, le cose viste e rimaste negli occhi. Oggetti inutili
pazientemente costruiti o surrealisticamente contestualizzati rivelano riferimenti espliciti a radici culturali francotedesche. Gli elementi accumulati vengono di tanto in tanto ripescati ed adoperati all’occorrenza tenendo in
considerazione la loro virtualità. Questo fare paziente e laborioso porta alla creazione di un vocabolario altro, un codice
di ideogrammi che permettono all’artista di avvalersi di un linguaggio coerente, pur nei diversi momenti della sua ricerca.
L’arte visiva è solo una delle possibilità. È mezzo di indagine e (im) possibile spiegazione che si connota di eccezionalità
casuale. Nulla è univoco, le infinite eventualità, anche se remote, minano la certezza della spiegazione e così
l’improbabile può essere credibile e l’assurdo diventare reale.
Liana Zanfrisco si è formata tra l’Italia e il Belgio. Dal 1992 vive e lavora come artista indipendente tra la Germania, il
Belgio e l’Italia muovendosi tra ricordi surrealisti e la cultura patafisica che ha avuto modo di approfondire frequentando
Andrè Blavier ed Odette Blavier. Dopo la loro morte ne ha curato l’archivio. Il suo lavoro raffinato e cerebrale mantiene
sempre una linea ludica e ironica. Tra le sue numerose esposizioni internazionali: Dress code, Isep Centre d'Art
Contemporain, Bruxelles, Belgio, 2009; eXperimenta, Piombino, Italia, 2008; Philippe Vosges, Collectionneur de
montagne, Le Chalet de Haute Nuit, Ecaussinnes- Lalaing, Belgio - 2008; Scents: Locks: Kisses, Z33, Hasselt, Belgio,
2006; Digestions, Le Mamac, Musée d’Art Moderne, Liegi, Belgio, 2005; Maison Blavier, artfinder, Amburgo, Germania,
2004; Bingo, Speciale expo dell’accademia delle arti mediali Colonia, Art Cologne, Colonia, Germania, 2003; Hommage
à André Blavier, Le Comptoir, Liegi, Belgio, 2002; Les grands loisirs, Le Chalet de Haute Nuit, Bruxelles, Belgio, 2001;
Crepage de Chignons II, l'Usine, Bruxelles, Belgio, 2000; Ils vivent à la colle, Villa Pelsser, Henri-Chapelle, Belgio, 1999;
Autours et alentours de temps meles, Musée des Beaux-Arts de Verviers, Verviers, Belgio, 1998; Begegnungen, Villa
Pelsser, Henri-Chapelle, Belgio, 1994; Jonge Schilders uit de Euregio Kruisherenkerk, Maastricht, Paesi Bassi, 1992;
Das Wesen des Schönen, Art-Gallery, Tokyo, Giappone, 1991; Junge Malerei, Regierungspräsidium, Düsseldorf,
Germania, 1990.
Mu.Ga. via Giulia 108 - Roma, tel. 06.45540484. 1-30 ottobre 2009. Dal lunedì al venerdì ore 10:30-13/16-19