SCHEDA_Chieppa_Marcello - Liceo Scientifico Salvemini
Transcript
SCHEDA_Chieppa_Marcello - Liceo Scientifico Salvemini
RICERCATORE Marcello Chieppa My First AIRC Grant Principal Investigator ARCHES Castellana Grotte (BA) Puglia Nato a Bari il 02/11/1974 AMBITO DI RICERCA Mi occupo di immunologia ed in particolare della regolazione della risposta infiammatoria del colon. Cerchiamo di prevenire le infiammazioni che possono determinare l’insorgenza del tumore del colon. TITOLO DEL PROGETTO La somministrazione die nano-capsule contenenti polifenoli corregge l’infiammazione cronica che determina l’insorgenza del tumore del colon. FOCUS DEL PROGETTO Abbiamo somministrato a cellule del sistema immunitario nanocapsule contenenti composti naturali di origine vegetale ed, in seguito, valutato la capacità di produrre infiammazione. I risultati, al momento sottomessi ad una importante rivista internazionale, hanno dimostrato che tali sostanze sono in grado di prevenire le infiammazioni croniche e di conseguenza ridurre la possibilità di insorgenza di tumore del colon. GRUPPO DI LAVORO Il nostro gruppo di lavoro è costituito dal Dott. Angelo Santino ricercatore dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di Lecce, dalla Prof.ssa Theresa Pizarro della Case Western Reserve University, Cleveland USA, dalla Dott.ssa Francesca Delvecchio borsista del nel mio laboratorio a Castellana Grotte (BA) e da me. BIOGRAFIA Mi sono laureato presso la Facoltà di Scienze Biologiche a Bari nel 1999 e pochi giorni dopo ho cominciato il mio percorso nel campo dell’immunologia lavorando presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano con uno dei più importanti scienziati Italiani, il Prof. Alberto Mantovani. Al Mario Negri lavoravano numerosi ricercatori provenienti da tutto il Mondo. Molti, me compreso, hanno potuto studiare e lavorare grazie ad una borsa di studio dell’AIRC. Nel 2001 vinsi la mia prima borsa di studio AIRC e nei successivi 3 anni ho potuto portare avanti il mio progetto di ricerca, iniziando il percorso di studio incentrato sulla regolazione dell’infiammazione mediata dal sistema immunitario. Nel 2002 ho conosciuto uno dei più giovani talenti Italiani, Maria Rescigno, uno dei tanti giovani scienziati supportati dall’AIRC nel corso della propria carriera. Nel 2003, in collaborazione con Maria, richiedemmo all’AIRC un finanziamento che mi permettesse di passare un anno in USA nel laboratorio di Ronald Germain. In quegli anni nel laboratorio Germain stavano sviluppando una nuova tecnologia che ci avrebbe permesso di seguire la risposta immunitaria intestinale tramite il microscopio con laser a due fotoni. Ancora una volta l’AIRC ha avuto fiducia ed ha finanziato il nostro progetto. Negli USA sono poi rimasto per 5 anni, al mio ritorno, prima a Milano e poi in Puglia ho cominciato a scontrarmi con la difficoltà di fare ricerca in Italia. Durante gli anni passati avevo avuto la fortuna di portare avanti la mia ricerca producendo anche diversi lavori su giornali di altissimo livello. Tornato in Puglia ho deciso di provare una ricerca nuova, con un progetto ambizioso e di conseguenza ad alto rischio. La mia idea è di individuare composti naturali di origine vegetale in grado di prevenire lo sviluppo del tumore al colon. L’idea nasce dalla ricerca di John Letterio che ha dimostrato la correlazione tra infiammazione dell’intestino e sviluppo di tumore del colon. In Puglia ho cominciato ad interagire con il Dott. Angelo Santino che all’ISPA di Lecce studia da anni gli effetti di diversi polifenoli, delle sostanze antiossidanti presenti nel regno vegetale. Con Angelo abbiamo deciso di provare a prevenire lo sviluppo del tumore del colon incapsulando i polifenoli in nano-capsule create nel suo laboratorio. Questa volta l’AIRC ha finanziato la mia ricerca con un grant chiamato MFAG, un finanziamento di 50.000 euro all’anno per 3 anni con il quale, non solo riesco a supportare la mia ricerca, ma anche a dare una borsa di studio ad un giovanissimo talento, laureato presso la Facoltà di Biotecnologie a Bari. I risultati sono stati incoraggianti, al punto che stiamo valutando gli effetti di una dieta arricchita con polifenoli in modelli di infiammazione intestinale cronica. Questa parte del progetto è in corso in collaborazione con il gruppo della Dott.ssa Pizzarro, presso l’importante Case Western University di Cleveland, OH, USA. Se questa ricerca dovesse dare i frutti sperati, potremmo realmente sviluppare delle nuove strategie per prevenire il cancro, anche a tavola. L’AIRC ha fatto in modo che questa ricerca potesse essere svolta proprio qui in Puglia, una terra la cui tradizione alimentare è studiata in tutto il mondo. Come diceva una vecchia pubblicità, prevenire è meglio che curare, se poi questo fosse possibile mangiando bene, sarebbe ancora meglio. PERCHE’ HO SCELTO LA RICERCA La mia passione per la ricerca è nata in maniera casuale. La mia prima passione era l’ecologia, ma quando chiesi di poter fare la tesi nel laboratorio di ecologia della facoltà di Scienze Biologiche, il laboratorio era al completo ed io decisi di fare la tesi nel dipartimento di Fisiologia. Una volta laureato mi presentai dal Prof. Mantovani che, senza neanche conoscermi, mi diede la possibilità di entrare nel suo laboratorio. Da quel momento in poi la mia strada è stata segnata dalle tante persone straordinarie con le quali ho avuto la fortuna di lavorare. RISULTATI RAGGIUNTI La nostra ricerca in questi anni ha contribuito a chiarire meccanismi fondamentali per la regolazione dell’infiammazione intestinale. Abbiamo inoltre contribuito alla sperimentazione di farmaci chemioterapici e allo sviluppo di terapie cellulari dirette contro il melanoma. Oggi siamo impegnati a sviluppare modelli di prevenzione del tumore, perché il modo migliore di curare il tumore è evitare che si sviluppi. IL RUOLO DI AIRC Fare ricerca è certamente un lavoro duro. Spesso, esperimenti lunghi e complessi portano a risultati diversi da quelli sperati, una piccola distrazione può rovinare settimane di lavoro. Quando questo accade, bisogna trovare la forza e l’entusiasmo per ricominciare. Alla difficoltà del lavoro si aggiunge la difficoltà della vita reale di un ricercatore. Essere parte dell’AIRC vuol dire moltissimo, l’aiuto economico è stato solo l’inizio del mio rapporto con AIRC. La prima borsa di studio mi ha aiutato a vivere a Milano, lontano da casa per la prima volta. La seconda mi ha fatto partire per gli USA e lavorare in uno dei centri più importanti del mondo. Il primo grant mi ha dato l’indipendenza per portare avanti le mie idee e diventare indipendente. Oltre a tutto questo, grazie all’AIRC ho conosciuto colleghi con la mia stessa storia, persone che senza l’aiuto dell’AIRC avrebbero dovuto smettere di fare ricerca perché le nostre istituzioni non hanno sistemi di valutazione trasparenti come quelli dell’AIRC. Insieme a loro abbiamo speranze concrete di trovare un modo per curare il cancro. LA MIA GIORNATA IN LABORATORIO La mia giornata in laboratorio è stata diversa a seconda delle fasi della mia carriera. Inizialmente ho imparato dalle persone con più esperienza, li aiutavo facendo un po’ di tutto, ho lavato anche il pavimento del mio lab ed onestamente credo di aver imparato tantissimo durante quel periodo. Il post doc in USA è stato un periodo con orari di lavoro assurdi, ricordo che con la mia ragazza (ora mia moglie) utilizzavamo il fuso orario per cominciare a lavorare alle 6 di mattina e continuare senza problemi per 12 ore al giorno. Potrebbe sembrare assurdo, ma credo sia stato il periodo più bello della mia vita. Il gruppo degli italiani dell’NIH era una grande famiglia, nel 2006, dopo il rigore di Totti all’ultimo minuto di Italia Australia, abbiamo causato la chiusura del caffeteria dove mostravano le partite del mondiale. Adesso le mie giornate sono molto diverse, ho 4 persone che lavorano nel mio laboratorio, seguo i loro risultati e passo le mie giornate al computer a studiare, scrivere. Il mio compito adesso è quello di insegnare loro quello che ho imparato io e seguirli nella loro crescita. I MIEI INTERESSI FUORI DAL LABORATORIO Prima dell’arrivo della mia bambina avrei certamente detto il motocross. Sono stato per anni un pilota del campionato regionale pugliese e se non fosse stato per una patologica mancanza di talento, avrei certamente desiderato diventare un pilota. Adesso, fare il padre occupa tutto il tempo che non dedico al lavoro. Mi godo questi anni e magari in futuro tornerò ad essere un pilota di motocross della Domenica. Ultimo Aggiornamento: 27 aprile 2013