Untitled - Area marina Sinis

Transcript

Untitled - Area marina Sinis
a.m.p.
Area Marina Protetta
Penisola del Sinis Isola di Mal di Ventre
Immagini di un territorio
Pubblicazione finanziata da
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Direzione Protezione Natura
Ideazione, progetto e coordinamento
Mena Manca Cossu, Lorenzo Mascia, Alberto Loche
Curatori pubblicazione
Mena Manca Cossu, Alberto Loche, Paolo Abis, Paolo Desogus
Redazione e impaginazione
Alberto Loche e Paolo Abis
Testi di
Mena Manca Cossu, Lorenzo Mascia, Bruno Paliaga, Paolo Desogus, Daniela Cossu, Annapaola
Camedda, Antonello Gellon, Giorgio Massaro
Referenze Fotografiche
Paolo Abis [ph. 109, 110a, b, c, d]
Archivio Aeronike [ph. 43]
Giangi Chiesura/photodream.it [ph. 104, 105, 106a, b, d]
Giancarlo Carrus [ph. 58, 107, 108 a, b, c, d]
Francesco Cubeddu [ph. 59, 94]
Enea Pretolesi [ph. 97]
Roberto Ripa [ph. 103]
Domenico Ruiu [ph. 39 41 42 44 49 70a 100]
Marco Simonini [ph. 53 54 55 56 57 63 64 65 66 69 70b, c d 71 72 85 95 96 98 99]
Jackob Schweizer (archivio Mena Manca Cossu) [ph. da 1 a 37d 84 86 92]
Egidio Trainito [ph. 38 40 45 46 47 48 50 51 52 60 61 62 67 68 73 74a, b, c, d 75 76 78 79 80a, b, c, d, 81 82
83 87 88 89 90 91a, b, c, d 93 101 102 106c]
Alessio Viora [ph. 77]
la lettura corretta delle immagini è dall’alto a sinistra in senso orario.
Stampato da
Grafiche Editoriali Solinas - Nuoro/Bolotana
Ringraziamenti
Al Centro Culturale “Giovanni Marongiu” e a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo volume.
© 2009 A.M.P. Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre / Italia Nostra onlus
INDICE
PREMESSA
7
INTRODUZIONE
11
SEZIONE
PRIMA
19
SECONDA
59
SEZIONE
TERZA
109
BIBLIOGRAFIA
143
SEZIONE
...a Mena
che con dedizione
e passione
ha promosso
lo studio,
la ricerca
e la divulgazione
della cultura etnografica
del nostro territorio.
Premessa
Cristiano Carrus
Sindaco del Comune di Cabras
La Sardegna, isola bagnata dal Mare Mediterraneo, racchiude una varietà di luoghi e tra questi la Penisola del Sinis
con ambienti e storia nei quali si intrecciano sensazioni ed
emozioni.
Paesaggi contrastanti che si sposano con la cultura indigena; ambienti umidi ricchi di flora e fauna selvatica, lo stagno
di Cabras, la fascia costiera e gli arenili sabbiosi e assolati,
caratterizzati dalla presenza di granuli di quarzo bianco
levigati dal mare; cibi tradizionali che rimandano alle
tradizioni e alla cultura di un territorio legato alla pesca e
all’agricoltura.
Luoghi e paesaggi diversi ciascuno con la sua identità, integrati attraverso una molteplicità di servizi e di attività che
consentono di vivere il Sinis nella sua interezza, alla scoperta dei suoi tesori: una spiaggia, l’escursione in un sito archeologico, sui dirupi e le falesie della costa, tra la folla nelle
tante manifestazioni che scandiscono le stagioni della storia.
Nella Città di Tharros, fondata dai fenici, si esprime la storia
e l'archeologia di Cabras con la Chiesa di San Giovanni, il
più antico monumento cristiano in Sardegna e quindi il villaggio religioso di San Salvatore con il pozzo sacro ipogeico che per Fenici e Romani possedeva virtù magiche.
Un patrimonio gestito da personale specializzato in grado
di coinvolgere il visitatore con la sintesi rintracciabile nel
Museo Civico "Giovanni Marongiu" di Cabras, attraverso
l'ampia raccolta ed esposizione di reperti archeologici che
ripercorrono la millenaria storia della Penisola del Sinis e
delle sue genti.
Al villaggio di San Salvatore è legata la “Corsa degli Scalzi”
manifestazione che ricorre ogni prima domenica di settembre, considerata tra le più suggestive della Sardegna.
A Cabras è facile lasciarsi coinvolgere dai gusti per la tavola
con la bottarga di muggine e sa mrecca, due tra i prodotti
tipici più rinomati che ben si sposano con la Vernaccia e i
Vini che offre la Penisola del Sinis. Una terra legata agli
antichi mestieri, soprattutto a quello della pesca, che ancor
oggi si pratica con centinaia di pescatori e nel manufatto
artigianale che contraddistingue la laguna di Cabras: su fassoni, imbarcazione realizzata con vegetazione palustre.
In questa terra, segnata certamente dal clima e dall’uomo, si
alternano le immagini suggestive che mostrano un territorio
coinvolgente, arricchito dalla presenza dell’Area Marina
Protetta “Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre”.
L’Area Marina Protetta esalta paesaggi inconfondibili e
mostra, ad ogni stagione, colori che sorprendono e incantano e la designazione come “destinazione di eccellenza
tra le aree protette” disposta dal Dipartimento per lo
Sviluppo e la Competitività del Turismo - Presidenza del
Consiglio dei Ministri - ci riempie di orgoglio e ci esorta a
proseguire nella direzione intrapresa.
L’Amministrazione comunale, Ente Gestore dell’Area Marina
Protetta, ritiene che in collaborazione con la comunità e gli
operatori economici locali, i valori e la qualità dell’accoglienza e dell’ospitalità, possano ancora elevarsi; un presupposto che l’Ente Gestore ha posto alla base della sua politica,
coinvolgendo i portatori di interesse con i quali condividere
scelte e decisioni orientate alla gestione e allo sviluppo dell’area nell’ottica di una concreta sostenibilità ambientale,
economica e sociale.
Non posso concludere senza ricordare l’animatrice di questa e di altre opere, Mena Manca Cossu, responsabile della
Sezione Provinciale Sinis Cabras - Oristano di Italia Nostra,
che ci ha lasciato mentre il volume stava per essere concluso ed al quale, con gli altri collaboratori, aveva assiduamente lavorato anche nei giorni di maggiore sofferenza,
quasi a voler lasciare un testamento e un messaggio di vita
che è l’Area Marina Protetta.
Grazie Mena.
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Introduzione
Lorenzo Mascia
Direttore Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre"
Le Aree Marine Protette contengono al loro interno specifiche caratteristiche e peculiarità che hanno motivato le ragioni della loro istituzione, scelte inizialmente non comprese e
solo successivamente entrate a far parte del ragionare
comune e del patrimonio collettivo.
Aree Marine che a volte delimitano spazi attrezzati e fruiti
da attività diverse, altre che intervengono dove la presenza
e il lavoro dell'uomo sono intimamente legati alla natura,
agli ambienti, ai luoghi.
L'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola Mal di
Ventre" esprime quest'ultimo contesto e nel suo perimetro le
attività più rilevanti sono quelle tradizionali della pesca, in
crescita quella sportiva ed il diving, ancora contenuti ma in
via di sviluppo il pescaturismo ed il diporto turistico.
Area geografica posta sul Mare Mediterraneo nel Centro
Occidentale della Sardegna dove si registra una straordinaria coincidenza di elementi naturali che ne connotano la
diversità costituita dalla compatibile presenza dell'uomo e
delle sue attività legate, soprattutto, all'esercizio della pesca,
esercitata in mare e nelle comunicanti lagune dell'entroterra.
La linea di costa appartenente al Comune di Cabras si sviluppa per oltre trenta chilometri dalle scogliere di Su
Tingiosu, confinanti con quelle di Cuccuru Mannu (Riola
Sardo), alla località Su Siccu e del Canale Scolmatore, realizzato oltre il Porticciolo turistico e da pesca di Oristano.
Ma è l'insieme del territorio che forma un unicum di interessi legando il vivere delle genti alla storia e a radicate tradizioni.
Una sequenza di ponti valica i canali di collegamento tra lo
Stagno di Cabras, la Peschiera Pontis e il mare. Un passaggio obbligato per quanti intendono penetrare nella Penisola
del Sinis e quindi sfiorando nel percorso la laguna di
Mistras, raggiungere le zone costiere.
L'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di
Ventre" insiste su questo litorale addentrandosi nel Mare
Mediterraneo sino a comprendere l'Isola di Mal di Ventre e
lo scoglio del Catalano, mentre a Nord si inoltra sino a Mari
Ermi e Portu Suedda e a Sud, dopo aver doppiato Capo
San Marco e l'antica città di Tharros, raggiunge il tratto di
mare antistante lo scivolo di alaggio di Mare Morto.
L'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di
Ventre" è stata istituita secondo la Legge 979 del 1982, integrata dalla Legge 394 del 1991, con Decreto del Ministero
dell'Ambiente del 12 dicembre 1997, successivamente
modificato con il Decreto Ministeriale del 17 Luglio 2003,
mentre è in corso di completamento l'iter per la pubblicazione del nuovo Decreto Ministeriale, che aggiorna la perimetrazione, e del Regolamento di disciplina delle attività consentite all'interno dell'area marina protetta.
Secondo il vigente Decreto Ministeriale l'area di mare protetto occupa una superficie di circa 25 mila ettari ed è suddivisa in zone con diversi gradi di tutela. Esistono le zone "A",
"B", e "C" a diverso grado di utilizzo in maniera da rendere
concreta la fruizione sostenibile dell'area.
La zona A è quella più piccola, con una superficie di 529
ettari ed una linea di costa pari a 1356 metri, e prevede un
grado di tutela integrale. Comprende la parte settentrionale
dell'Isola di Mal di Ventre e lo scoglio del Catalano per un
raggio di 1000 m attorno ad esso. La Zone A ha un elevato livello di protezione degli habitat e delle specie. In esse è
consentito l'accesso ai soli mezzi e al personale autorizzati
per la ricerca e la sorveglianza.
La zona B ha un grado di tutela generale ed una superficie
è di 1.031 ettari, mentre la linea di costa è di 5.236 metri.
In questa zona tutte le attività devono essere improntate a
criteri di uso compatibile della risorsa, con il controllo del
numero degli utilizzatori e dei suoi metodi di utilizzo. Sono
consentiti le attività secondo le modalità stabilite dall'Ente
Gestore, alcune delle quali, previa autorizzazione, attraverso
il Regolamento di disciplina ed il Regolamento di esecuzio-
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ne e di organizzazione dell'Area Marina Protetta.
La zona C è quella di tutela parziale. Ha una superficie di
24.113 ettari ed una linea di costa che si sviluppa per
18.507 metri. Sono consentite quelle attività che non confliggono con le finalità istitutive e comunque secondo le modalità stabilite dall'Ente Gestore, alcune delle quali previa autorizzazione, attraverso il Regolamento di disciplina ed il
Regolamento di esecuzione e di organizzazione dell'Area
Marina Protetta
Nell'Area Marina Protetta è vietato asportare sabbia, roccia,
organismi vegetali e animali vivi o morti. Inoltre non è consentita la pesca subacquea, al fine di tutelare le specie ittiche bersaglio della pesca effettuata in apnea con l'uso di
fucili e altri armi subacquee.
Le tre zone, grazie al supporto degli organismi competenti
alla vigilanza e alla sorveglianza del mare e del territorio
prospiciente, sono oggetto di accurati controlli atti a prevenire il danno ambientale, contrastare i fenomeni illegali, regolare le attività consentite e garantire l'uso sostenibile delle
risorse. La complessa gestione dell'Area Marina Protetta è
affidata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare al Comune di Cabras (Ente Gestore),
costantemente impegnato nel conseguire l'obiettivo di soddisfare le aspettative della comunità residente e dei cosiddetti portatori di interesse (pescatori professionisti, pescatori
sportivi, diportisti, operatori economici, Enti, associazioni,
organizzazioni di categoria, etc), contemperando le loro esigenze con le finalità di tutela ambientale sottese all'istituzione dell'Area Marina Protetta.
In attesa della pubblicazione del nuovo Decreto Ministeriale
e del Regolamento di disciplina, l'Ente Gestore ha avviato un
processo partecipato e di coinvolgimento attivo della comunità locale e dei soggetti interessati all'esercizio delle attività
consentite all'interno dell'area marina protetta, attraverso
incontri di informazione e sensibilizzazione propedeutici alla
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stesura delle singole discipline da inserire nel Regolamento
di esecuzione e di organizzazione dell'area marina protetta.
Tale Regolamento infatti ha ad oggetto la disciplina di organizzazione dell'Area Marina Protetta, nonché la normativa di
dettaglio e le eventuali condizioni di esercizio delle attività
consentite nell'area marina protetta.
Il Regolamento di esecuzione e di organizzazione costituisce
uno strumento fondamentale per la gestione dell'area marina protetta, grazie al quale si potrà dare finalmente agli
utenti dell'Area Marina Protetta un sistema di regole certo e
chiaro. Negli ultimi anni, l’Ente Gestore ha assegnato
all’Area Marina Protetta il ruolo di struttura di supporto per
la gestione delle politiche ambientali, tale da coinvolgere
ambiti ben più estesi di quelli tipici della tutela ambientale,
divedendo sempre più opportunità di sviluppo economico e
sociale. In questo senso, l’Area Marina Protetta ha dimostrato di saper coniugare la tutela del patrimonio naturale con
la valorizzazione delle risorse turistiche del territorio. È con
questa motivazione che l’Area Marina Protetta è stata designata “Destinazione europea di eccellenza” tra le aree protette nell’ambito del progetto Eden. Un risultato che l’Ente
Gestore ritiene di dover condividere con tutta la comunità
residente, gli operatori economici locali, e con tutti quei soggetti istituzionali e non che hanno contribuito ad elevare la
qualità dell’Area Marina Protetta.
L'auspicio è che solo attraverso il contributo di tutti, si possa
garantire la preservazione nel tempo dello straordinario
patrimonio ambientale e storico culturale dell'Area Marina
Protetta e, più in generale, del Sinis di Cabras, rappresentato meravigliosamente in questa pubblicazione attraverso
una sequenza di scatti fotografici che esaltano ambienti e
contesti, frammenti di vita e peculiarità del passato e del presente dell'Area Marina Protetta, per consegnare alle future
generazioni la straordinaria bellezza di un territorio autentico, da vivere, custodire e valorizzare nel tempo.
Introduzione
Mena Manca Cossu
Presidente Sezione Sinis Cabras-Oristano di Italia Nostra onlus
Nel decimo anniversario dell'istituzione dell'Area Marina
Protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre” Italia
Nostra O.N.L.U.S. ha voluto celebrare la ricorrenza proponendo ed elaborando, congiuntamente all'Ente gestore e alla
Direzione dell'AMP, un progetto culturale che consenta il
recupero e la diffusione di uno straordinario patrimonio di
immagini, storiche e recenti, e altri materiali multimediali relativi al nostro territorio, oltre agli studi accademici finora condotti da giovani ricercatori su temi specifici.
Con questa iniziativa Italia Nostra O.N.L.U.S., che opera nella
provincia di Oristano da oltre venticinque anni, consapevole
che la conoscenza è il fondamento della salvaguardia e
della valorizzazione del patrimonio ambientale e storico-artistico-culturale, riconferma il suo impegno politico-culturale
che l'ha caratterizzata fin dalla sua fondazione nel tentativo
di estendere e di diffondere l'interesse e la sensibilità nei cittadini e in coloro che a questi beni si avvicinano.
Italia Nostra auspica altresì che, dopo le difficoltà che hanno
accompagnato l'avvio, l'Area Marina Protetta più estesa
d'Italia possa raggiungere gli obiettivi istituzionali in maniera
tangibile, evidente e trasparente con il massimo impegno da
parte di tutti gli Enti coinvolti nella gestione.
La nostra Associazione è certa che, procedendo con l'attenzione e le competenze scientifiche necessarie, oltre alla
sopravvivenza di ambienti incontaminati, come sono quelli
dell'area costiera del Sinis, si consentirà la crescita di tutto il
territorio.
Grazie al materiale fotografico raccolto, selezionato dal
gruppo di lavoro, suddiviso in settori tematici, preceduto da
brevi testi introduttivi, saranno le immagini a parlare, a raccontare la storia, i luoghi, il lavoro, le tradizioni, i paesaggi, gli
abitatori delle acque e della terra, le trasformazioni succedutesi nel tempo, le più recenti acquisizioni garantite dall'intensa attività di quanti hanno operato nell'Area Marina Protetta.
Con tale iniziativa Italia Nostra intende dare un ulteriore,
nuovo contributo di collaborazione alla comunità di Cabras,
come in numerosi altri momenti del passato recente, seppure
non possa ritenersi sempre soddisfatta delle politiche di difesa del territorio attuate finora.
Italia Nostra ricorda a tale proposito i numerosi appelli lanciati all'Amministrazione Pubblica in difesa dell'ambiente
costiero, spesso oggetto di abusi e di scarsa attenzione che,
talora, ne ha compromesso gravemente l'integrità.
Tuttavia, convinta che i vari Enti, in sinergia, possono contribuire a migliorare le condizioni ambientali, a potenziare le risorse per il bene della collettività, a sensibilizzare sempre più,
attraverso la conoscenza, le giovani generazioni, Italia Nostra
intende celebrare il primo decennio dell'Area Marina Protetta
con l'augurio che la sua attività sia rivolta sempre più alla salvaguardia attraverso l'adozione e l'applicazione di regole
certe che garantiscano lo sviluppo dell'Area Marina Protetta
e insieme dei territori circonvicini.
Infine, in considerazione dell’impegno profuso da tanti giovani laureandi, specializzandi, stagisti, fotografi, documentaristi,
studiosi, gente comune, Italia Nostra prende atto che gli studi
più recenti effettuati su varie tematiche del territorio dell’Area
Marina Protetta, oltre a manifestare un sempre crescente interesse verso il patrimonio naturalistico e paesaggistico, testimoniano la volontà da parte di tanti di proteggere un habitat
così fragile e al tempo stesso così importante. Esso infatti, per
quanti attacchi abbia potuto avere nel corso dei secoli, ma in
particolare nell’ultimo scorcio del XIX secolo, da parte dell’uomo, è riuscito a mantenere in vita una apprezzabile biodiversità che va salvaguardata a tutti i costi.
La penisola del Sinis, con il suo entroterra, con la sua lunga
fascia costiera, con le isole di Mal di Ventre e del Catalano,
con il suo suggestivo e produttivo ambiente marino, deve
assolutamente e fortemente puntare al perpetuarsi della sua
eccellenza pesantemente compromessa da recenti scelte edificatorie.
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Sezione prima
STORIA E CULTURA
...gli anni ‘60 nelle immagini di Jakob Schweizer
La penisola del Sinis, lingua di terra che dalle propaggini
del Montiferru si allunga fino a Capo San Marco delimitando l'arco settentrionale del Golfo di Oristano, racchiude in sè
una straordinaria ricchezza di risorse naturalistiche, paesaggistiche e ambientali, nonché economiche e culturali, che ne
fanno un unicum in tutta la Sardegna.
Sicuramente la zona costiera, pur nella bellezza e nella
purezza delle sue acque e dei suoi fondali, è stata quella
meno sfruttata nei secoli passati, certamente per i pericoli
che dal mare giungevano. E' infatti dopo la interruzione
delle guerre di corsa e degli attacchi costieri da parte dei
saraceni che l'area ha visto una crescente frequentazione e
un costante ricorso al mare come fonte di reddito per le
popolazioni che a poca distanza da esso vivevano.
Ed è certamente alla fine del XIX° e nel XX° secolo che il
tratto di mare, oggi compreso nell'Area Marina Protetta
“Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre”, ha visto svilupparsi man mano una marineria professionalmente in continua e costante crescita tanto da vantare, oggi, una delle flotte pescherecce fra le più importanti in Sardegna.
Ed è proprio a fine Ottocento – primi del Novecento che
sulle rive del Golfo di Oristano sorse l'importante villaggio di
pescatori di mare, in località Baracche, dove fino agli anni
Cinquanta del Novecento qualche decina di capanne di
falasco costituirono il luogo di lavoro e di vita per chi dal
mare traeva sostentamento.
Is barraccas, o mariu, come era comunemente chiamato il
sito, era anche porto di una ventina di ainas (insieme di
imbarcazioni in legno a fondo piatto e di tutta l'attrezzatura
da lavoro) nonché residenza temporanea dei marinneris
(equipaggio) impegnati durante la settimana nella pesca,
perlopiù sottocosta, nella pulizia e rammendo delle reti, nel
controllo dell'attrezzatura, nell'organizzazione del lavoro e
della vita quotidiana, compresa la preparazione dei pasti.
Per i pescatori di Cabras questo era il luogo dove trascorre-
vano l'intera settimana e dove le famiglie li raggiungevano
per brevi periodi di vacanze nei giorni di ferragosto, quando, a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, si organizzava la festa di Stella Maris con la processione a mare
su barche decorate con bandierine e fiori colorati. Era questo momento di festa per i villeggianti provenienti da diverse
parti della Sardegna, che dagli anni del dopoguerra si riversavano nel villaggio balneare di Torregrande, che si espandeva sempre più fino a diventare un centro importante
dell'Oristanese. Lungo la spiaggia era assicurata la elio e
talassoterapia naturale per chi soffriva di malattie osteoarticolari e una sana vita all'aperto per tanti bambini e ragazzi in vacanza.
Mentre il villaggio di Torregrande conobbe una lunga vita
fino agli ultimi decenni del Novecento e continua tuttora con
un notevole incremento di abitanti, diversa fu la storia del villaggio dei pescatori. Cresciuto in maniera sconsiderata negli
anni Sessanta del Novecento con l'intrusione di spontanei e
discutibili fabbricati in muratura, essendo sorto su terreni
demaniali, fu demolito quasi completamente su ingiunzione
del Demanio dello Stato: solo un ristorante, la sede di un
impianto sportivo di vela e canoa e un cantiere navale
ancora attivo furono risparmiati da fine certa. Per la flotta
peschereccia, costituita ormai in prevalenza da natanti di
notevole stazza per i nostri mari, si aprivano gli spazi del
nuovo porticciolo di Sa Mardini, dotato di strutture idonee e
di servizi per il rimessaggio e il deposito di strumenti di lavoro.
Altri punti della costa all'interno dell'Area Marina Protetta
furono interessati allo sfruttamento del mare con la pesca:
erano i cosiddetti maris de foras (mari esterni, al Golfo di
Oristano, s'intende) e Portu de Suedda, caratterizzato dal
suo riparo sottocosta, tranquillo porto naturale dal quale
raggiungere facilmente i fondali di Mal di Ventre e
Catalano.
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Ma accanto alla zona costiera, verso est, la campagna,
dalla zona collinare a quella pianeggiante, ha offerto da
tempi remoti, e offre ancora oggi, lavoro ai mestieri più antichi dell'uomo, l'agricoltura e l'allevamento del bestiame.
Per quanto ancora oggi sia prevalente l'allevamento ovino
con la presenza di alcune imponenti greggi e di moderne
strutture per le cure degli animali, va ricordato che fino a
metà Novecento alcune mandrie di bovini allo stato brado
erano allevate nelle campagne del Sinis, spesso ricoverate
presso le grotte di Is Aruttas, alcune delle quali domus de
janas della preistoria.
Il territorio collinare fu utilizzato principalmente da questa
attività, con il sistema della rotazione agraria, trattandosi
spesso di terreni comunali ad uso civico, fino a che nel
dopoguerra, con l'introduzione dei mezzi meccanizzati in
agricoltura iniziò la modificazione dell'ambiente e della
natura dei suoli con lo spietramento. Con questa tecnica si
liberarono ettari ed ettari di terreno che da pascolo furono
riconvertiti ad uso agricolo e le colline del Sinis incominciarono a vedere, dopo secoli di prevalenza di estese colture
cerealicole i primi impianti di vigneti, oliveti, carciofi, barbabietole da zucchero, meloni e colture orticole specializzate,
distribuite perlopiù nei versanti collinari e nella pianura fra
gli stagni. Tali colture andavano ad aggiungersi alle colture
cerealicole già redditizie da secoli intorno alle quali fiorirono suggestive leggende che hanno lasciato tracce nei toponomi ancora oggi esistenti, quali Is Pedras de Tzia Maillona
o Lughia Arrabbiosa.
Da oltre mezzo secolo tutto il territorio a ridosso dell'Area
Marina Protetta è interessato da intensi lavori agricoli specializzati che fanno del Sinis una tavolozza su cui l'uomo col
suo lavoro e con i moderni strumenti di cui dispone, realizza
veri quadri d'autore, come testimonia il paesaggio agrario
che si offre all'osservatore.
Ma sono le acque interne, stagni, lagune e paludi i luoghi
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cui è più legato nell'immaginario collettivo il lavoro dell'uomo del Sinis. Ed è proprio lungo le rive o a poca distanza
da esse che sono stati ritrovati i resti dei più antichi insediamenti umani, in località quali Cuccuru is Arrius, Conca Illonis,
Su Cuccuru Sperrau e le decine e decine di nuraghi.
Sicuramente tutta la zona pianeggiante della penisola del
Sinis è da millenni caratterizzata dalla presenza, oltre che
degli stagni più estesi, tra cui uno degli stagni più estesi
d'Europa, lo stagno di Cabras con i suoi oltre 2200 ettari di
estensione, da una serie innumerevole di paludi, delle quali
oggi è rimasta una parte, utilizzata per l'acquacoltura, o
come habitat ideale per numerose specie ornitologiche.
Sono stati questi ambienti umidi a far sì che gli abitanti di
Cabras acquisissero dimestichezza con l'attività di raccolta
di frutti di mare, dalle pregiate tapes decussate alle arselle
di varie specie, alle nacchere, quindi alla cattura dei pesci
con l'elaborazione di sistemi che facevano riferimento alle
correnti, alle maree, all'intrico dei canali che collegano gli
stagni col mare.
Una linea unica, continua congiunge questi specchi d’acqua, che possono essere più o meno salati per la vicinanza
al mare, che hanno da sempre costituito una straordinaria
opportunità di lavoro e di reddito per il popolo lagunare.
Esso infatti si è adattato nei diversi momenti storici a sfruttare
le acque interne piuttosto che il mare ricco di insidie nei
momenti di grande attività da parte dei barbareschi. In quei
momenti di grande insicurezza gli stagni garantivano l’esercizio della pesca. Ma anche lo sfruttamento di questi specchi d’acqua col passare dei secoli ha conosciuto una costante evoluzione, in particolare nel sistema produttivo e gestionale. Ed è grazie alle competenze acquisite in ambito lagunare che, nel momento in cui lo sfruttamento delle acque si
è allargato alla pesca in mare, pur con le dovute differenziazioni, la dimestichezza col lavoro in acqua ha permesso
una sempre crescente diffusione della attività di pesca.
Sezione seconda
IL TERRITORIO
colori, paesaggi, segni dell’uomo
Ambienti vari e variegati quelli che si presentano lungo la
costa e nell'entroterra dell'Area Marina Protetta “Penisola del
Sinis – Isola di Mal di Ventre”: una cornice di mondi d’acqua che spaziano dall’ultimo tratto del fiume Tirso, agli innumerevoli stagni, paludi, lagune. Questi hanno da sempre
distinto il territorio pianeggiante dell’Oristanese in prossimità
del Golfo di Oristano e del Mar di Sardegna assicurando
un continuum fra il mare e l’entroterra senza interruzione
alcuna, neppure dal punto di vista linguistico. Così gli specchi d’acqua più estesi e permanenti per gli abitanti di questi luoghi sono mari, quelli temporanei sono paui.
I mari sono quindi Mari Biu, Mari Mottu, Maris de Foras,
Mar’e Pontis, Mar’e Paui, Mar’e Foghe, mentre ancora più
numerose sono le paludi, molte delle quali bonificate, e
quindi scomparse, in epoche diverse, ma sopravvissute nella
toponomastica: Pauli ‘e Sali, Pa’ ‘e Canna, Pa’ ‘e Arrundinus,
Pa’ ‘e Rebus, Paui is Crabaxius, Pauis Trottas, Paui Civas.
Ma la posizione geografica dell’Area Marina Protetta
“Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre” fa di quest’area
un unicum dalle ricchissime sfaccettature: linee di coste dalle
lunghe estensioni di spiagge basse che si alternano a tratti
alti e rocciosi, talora inaccessibili dal mare e dalla terra
ferma, tali da meritarsi la denominazione dall’eloquente
nome Su Tingiosu, il tignoso. Parallele ai cordoni di dune
sabbiose estese aree sono ricoperte per molti mesi all’anno
di paludi temporanee e stagnetti retrodunali presso i quali
trovano ospitalità alcune specie acquatiche, fra cui il fenicottero rosa.
Dalla costa alta, con una falesia mozzafiato Su Tingiosu, che
si estende nella parte settentrionale, fino all’estremo sud, a
Capo San Marco i paesaggi cambiano continuamente.
Passano dalle sabbie di quarzo a differente granulazione,
dovuta al trasporto e al deposito da parte delle correnti, alle
arenarie emergenti in alcune Punte (Portu Suedda, Su
Bardoni, Sa Benda, Mai Moni, Seu, Capo San Marco), alla
sabbia sottilissima delle spiagge di San Giovanni di Sinis e
dell’istmo oltre le rovine di Tharros.
Anche l'entroterra è vario in quanto alterna estese zone a
macchia, in cui prevale il cisto a causa di frequenti incendi
di qualche decennio fa, a spazi utilizzati da diverse colture
che danno un'impronta particolarmente interessante al paesaggio agrario nel quale il colore assume aspetti diversi
nelle varie stagioni dell'anno.
Ma la suggestione più grande è data dalla continua insinuazione delle acque del mare attraverso bocche che alimentano stagni, stagnetti retrodunali, paludi intorno ai quali
si sviluppa una vegetazione tipica dai colori che vanno dal
grigioverde dell' Atriplex portulacoides (tzibba) al verde brillante della salicornia che in talune stagioni assume un colore rosso-vinaccia estendendosi per ettari nelle zone limitrofe
dove la salinità è elevata, e infine il verde chiaro delle tamerici cui si accompagna il colore chiaro dell'infiorescenza.
La copertura vegetale della fascia costiera è particolarmente colorata nel corso della primavera quando svariate essenze tappezzano le spiagge o le aree limitrofe: si assiste allora a un vero tripudio di colori delle viola ciocche, dei minuscoli iris azzurri, dei giaggioli, bianchi e blu, dei Pancrazium
illiricum, sostituiti durante l'estate dal Pancratium maritimum
che non disdegna di crescere sulle dune di sabbia a pochi
metri dalla battigia.
Anche spostandosi verso la parte centrale della penisola del
Sinis la vegetazione a macchia è lussureggiante, anche se
la presenza di asfodelo denuncia chiaramente un certo
degrado del territorio, e durante la primavera e fino all'inizio
dell'estate compaiono le fioriture delle piante quali il gladiolo selvatico dall'acceso color fucsia, le orchidee selvatiche, il
cardo selvatico, il caprifoglio e il piretro che accompagnato
dall'acceso rosso fuoco del papavero conferiscono ai campi
del Sinis un aspetto gioioso e gradevole.
A ridosso della zona collinare, sul territorio pianeggiante
15
sulle sponde dello stagno di Mar'e Pontis, si è sviluppato il
centro abitato di Cabras, la cui storia è strettamente legata
all'ambiente naturale che lo circonda, in particolare allo stagno e al mare che dista solo due chilometri.
Nel restante territorio comunale sono presenti altri piccoli
agglomerati: San Giovanni di Sinis, Funtana Meiga, San
Salvatore e Peschiera Pontis. Di questi, gli ultimi due potremmo definirli storici in quanto la loro realizzazione risale a
diversi secoli e, per quanto San Salvatore sia un villaggio
abitato temporaneamente nel corso dell'anno e la Peschiera
Pontis sia un villaggio legato allo sfruttamento della risorsa
ittica, entrambi hanno una caratterizzazione e un fascino
particolari sia per la vita che vi si svolge che per i momenti
di aggregazione sociale e per le tradizioni che si sono perpetuate nel tempo.
Ma non possiamo trascurare nella descrizione del paesaggio, in riferimento alle tracce lasciate dall'uomo nel corso dei
secoli, la presenza nel territorio dell'Area Marina Protetta di
numerose torri costiere risalenti al periodo della dominazione spagnola. Costruite a difesa del territorio contro gli attacchi dei saraceni, ben cinque sono dislocate nel Comune di
Cabras, dove, oltre alla difesa della costa, era importante
tenere l'invasore lontano da una delle risorse più importanti,
lo stagno di Cabras, a guardia del quale si trovano ben tre
torri (Su Poatziu a Pontis, Su Pottu lungo le rive meridionali e
Pischeredda in territorio del Comune di Nurachi). A guardia
della costa erano Torre vecchia e Torre nuova presso Capo
San Marco, Seu tutte in discreto stato di conservazione.
Paesaggi interessanti sono poi quelli offerti dall'isolotto-scoglio basaltico del Catalano, che dalla costa del Sinis appare con la sagoma di un bastimento, e da Mal di Ventre,
s'Isula, l'isola per antonomasia per gli abitanti di Cabras, le
cui rive si mostrano ricoperte da macchia mediterranea e
vegetazione bassa nel versante orientale e completamente
spoglia, granitica e inaccessibile dal mare a maestro.
16
Numerosi scogli affioranti oltre la punta settentrionale hanno
sempre reso pericolosa la navigazione in quelle acque tanto
che numerosi relitti sono racchiusi sotto quei fondali che
hanno restituito, fra l'altro, reperti archeologici di grande
valore storico e scientifico.
Abitata anticamente fin dalla protostoria, è stata da tempo
sede di un faro in collegamento con quello di Capo San
Marco, per assicurare la navigazione su quelle acque.
Di proprietà fino a qualche decennio fa della famiglia
Casareto di Genova, fu acquistata nei primi anni Settanta
del Novecento da un lord inglese, Mr Miller, con l'intento di
realizzare un intervento edilizio finora inattuato e inattuabile.
Meta di eccezionali visite fatte con l'ausilio dei pescatori, che
raggiungevano l'isola con le loro imbarcazioni, conobbe per
svariati decenni, nel corso della primavera la permanenza
sull'isola di un gregge del grande allevatore di pecore Tziu
Giuanni Sanna, Bruffulu, anch'egli supportato dai pescatori
per il trasporto del bestiame.
Assai interessante è il paesaggio che si spinge verso l’entroterra, per varietà delle colture, per la macchia che si estende per ettari verso Su Pranu, per i molteplici aspetti che offre
la costa in cui si alternano lunghi tratti sabbiosi a chilometri
di coste rocciose di varia natura, che prosegue anche oltre i
confini della penisola del Sinis a nord. Sempre nell’entroterra, il paesaggio degli stagni delle lagune, delle paludi che
si affacciano verso il Golfo di Oristano, creano una suggestione unica che qualifica ulteriormente il paesaggio.
Sezione terza
TUTELA E SVILUPPO SOSTENIBILE
“... passato, presente e futuro dell'Area Marina Protetta”
Se si presume che la storia, la cultura, la tradizione dei luoghi del Sinis siano figlie della natura, non è difficile immaginare il futuro economico, compreso quello turistico, fondato sul mantenimento e in qualche caso sul miglioramento
degli ecosistemi marino-costieri, in termini di stabilità delle
morfologie delle spiagge, delle comunità faunistiche, vegetali e del paesaggio nel suo complesso. Da quando è stata
istituita, l'Area Marina Protetta “Penisola del Sinis - Isola di
Mal di Ventre”, la cui gestione è stata affidata al Comune di
Cabras, si è sempre mossa tra due ipotesi di governo, apparentemente contrastanti: tutelare il territorio e promuoverne lo
sviluppo.
Portare avanti questo connubio sembra quasi una sfida e
forse lo è. Il Sinis per l'uomo, è sempre stato luogo di sfide e
di storie per la sopravvivenza, ed oggi più che mai, si percepisce la sfida epocale tra lo sviluppo di quest'area e la trasformazione irreversibile del suo ambiente naturale.
In quasi un ventennio, le Amministrazioni del Comune di
Cabras che si sono succedute, non senza umane contraddizioni e conflitti, hanno sostenuto la sfida nel contrastare un
pensiero dominante e contemporaneo che ancora vede
nella trasformazione del territorio, l'unica possibilità di sviluppo. Non sembri paradossale ma l'Area Marina Protetta ha
cercato, cerca, e dovrà cercare nel futuro, di mantenere lo
stato dei luoghi all'insegna della modernità e dell'innovazione, attraverso i provvedimenti posti in essere anche grazie al
prezioso contributo dell'Unione Europea, del Ministero
dell'Ambiente e della Regione Sardegna. E' un percorso che,
paragonato con i tempi della natura, è appena cominciato
e che non potrà essere interrotto, pena la rinuncia e la perdita delle “arie terse del cielo”, dei “paesaggi archeologici”,
della “ricchezza del mare e degli stagni”, degli “orizzonti
proiettati verso il Mar Mediterraneo”, della “ricchezza delle
tradizioni”, della “storia locale” e di tanto altro del Sinis.
In attuazione dei Decreti del Ministro dell'Ambiente che l'ha
istituita, l'azione dell'Area Marina Protetta si è esplicata, si sta
esplicando, e dovrà esplicarsi per:
I - tutelare e recuperare l’area nel suo complesso e le sue
componenti specifiche;
II - studiare, ricercare e monitorare sullo stato di habitat e
specie;
III - diffondere e comunicare i temi della biodiversità del
mare e delle coste;
IV - supportare lo sviluppo economico (sostenibile) attraverso
attività tradizionali, nuovi mestieri e servizi per la fruizione del
mare e del territorio prospiciente.
Rispetto alla tutela (I) opera per delimitare, con appositi
segnalamenti marittimi, i circa duecentocinquanta chilometri
quadrati di mare entro i quali esistono tre diverse tipologie
di zone; supportare nella sorveglianza del mare e della
costa la Capitaneria di Porto ed il Corpo Forestale di
Vigilanza Ambientale; predisporre e gestire aree per l'ancoraggio e l’ormeggio delle imbarcazioni da diporto a Tharros,
alla Caletta, a Seu, a Mal di Ventre e a Mare Morto; installare passerelle e punti di accesso lungo i litorali per la protezione degli habitat costieri ed in particolar modo della
vegetazione della duna, assicurando un'accessibilità diffusa
ed agevolata; partecipare attivamente alla Rete regionale
per la Conservazione della Fauna Marina. Rispetto alla
ricerca, allo studio ed il monitoraggio (II) opera per valutare
qualitativamente la presenza degli stock ittici; valutare qualiquantitativamente la consistenza dei popolamenti del riccio
di mare e di altre specie; osservare la distribuzione di organismi che indicano lo stato di salute dell'ecosistema, come la
Nacchera di Mare (Pinna nobilis), la Posidonia oceanica, il
Corallo (Corallium rubrum), la Patella ferruginea, anche per
disporre di strumenti di controllo rispetto ai potenziali danni
da parte dei diving e dell’attività di pesca; osservare e misurare fenomeni ed aspetti sedimentologici, geomorfologici,
floristicovegetazionali e faunistici della fascia costiera con
17
particolare riguardo alle sabbie di quarzo (monitoraggio e
valutazione dei fenomeni erosivi e degli stock sedimentari);
sviluppare strumenti tecnico-informatici per la gestione informatizzata degli ambiti interessati dalle azioni di tutela e di
monitoraggio. Rispetto alla comunicazione, alla diffusione e
all'educazione ambientale (III) opera per assicurare l'informazione presso le strutture dedicate; elaborare materiali
informativi, di promozione del territorio e supporti alla comunicazione multimediale; organizzare, gestire e partecipare a
fiere, workshop e manifestazioni di interesse turistico a livello
locale, regionale, nazionale ed internazionale; collaborare
con pubblicazioni locali, regionali e nazionali; gestire il sito
internet www.areamarinasinis.it; realizzare e gestire strutture
operative come il Centro Esperienze di Seu (specializzato in
biodiversità), il Centro Visite (offre informazione panoramica
dell'Area Marina Protetta e del territorio), l'Osservatorio di
San Giovanni di Sinis (specializzato nell'osservazione dei
fenomeni meteo marini), il Centro Servizi di San Giovanni di
Sinis (propone servizi qualificati per la fruizione del mare);
aderire al sistema nazionale per l'Educazione e
l'Informazione Ambientale (INFEA) in stretta collaborazione
con la Regione Sardegna e con la Provincia di Oristano; elaborare, offrire ed incentivare la partecipazione a programmi
ed attività didattico - educative rivolte alla scuola di ogni
ordine e grado; sottoscrivere convenzioni con Università,
Istituti ed Enti di alta formazione per l'attuazione presso
l'Area Marina Protetta di stage, tirocini, tesi di laurea, di
master e dottorati. Rispetto allo sviluppo economico (IV)
opera per incentivare l'adeguamento di barche da pesca
professionali all'esercizio del pescaturismo; per incentivare
presso i diportisti la rottamazione di motori fuori bordo di
vecchia concezione con propulsori dalle migliori prestazioni
ambientali; per potenziare un progetto proposto dal
Ministero dell’Ambiente e del Ministero delle Politiche dal
Lavoro attraverso il quale è stata costituita una cooperativa
18
locale di giovani quale “braccio operativo” per attività e servizi, anche a rientro tariffario, per la fruizione dell’Area
Marina Protetta; attivare un sistema di servizi turistici orientato a supportare azioni promozionali e commerciali del territorio attraverso il Centro Servizi di San Giovanni di Sinis.
Quanto descritto sinteticamente è lo scenario definito e sviluppato fino ad oggi. L’intensa attività sviluppata ha consentito all'Area Marina Protetta di posizionarsi ai vertici nazionali degli organismi di gestione delle Aree Protette per l'efficacia dimostrata nella tutela del patrimonio naturale e nella
valorizzazione delle risorse turistiche del territorio. Siamo
orgogliosi di aver lavorato affinché l'Area Marina Protetta
“Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre” sia riconosciuto
come un valore aggiunto del territorio regionale e ci piace
pensare che nel prossimo futuro, possa rimanere il segno di
quanto fatto fino ad ora, della dedizione profusa nel realizzare una vera e propria attività pionieristica nella gestione
sostenibile del territorio. Lavorare per garantire la rinnovabilità delle risorse è sinonimo di democrazia, intesa come
accessibilità (diffusa alle conoscenze), partecipazione e condivisione (nelle scelte strategiche) e regolamentazione (delle
attività consentite) per la tutela e la valorizzazione delle risorse degli ambienti marini e costieri. Democrazia intesa inoltre
come rispetto dei diritti e delle altrui opinioni, ma nondimeno, come rispetto della grande e generosa madre natura,
nell’auspicio che sia così anche nel prossimo futuro.
area marina protetta
> STORIA E CULTURA
1 - Nel vasto spazio antistante le rive dello stagno detto su spattadroxiu, a
poca distanza dalla Chiesa di Santa Maria e dai ruderi del Castello giudicale, i pescatori, concluse le fasi di pesca, stendono le reti ad asciugare.
2 - Uno sguardo dal campanile della Chiesa di Santa Maria sullo stagno e
la piazza antistante, colta in un momento di festa: le giostre e is stazzus, sorta
di rivendite temporanee di vini e bibite, assicuravano divertimento a grandi e
piccini.
22
3 - Uno scorcio sui canali che alimentano la Peschiera Pontis con la minuscola barracchedda 'e castiu, piccolo riparo ad uso dei pescatori per il controllo
dei lavorieri.
23
4 - Fieno palustre, fenu, il materiale per la più umile, ma la più affascinante
imbarcazione di stagno, su fassoni, issato ad asciugare a poche centinaia di
metri dal paese di Cabras lungo le rive del Mar'e Pontis dopo la sessione
giornaliera di pesca.
24
5 - La piccola spiaggia di Su Siccu costituiva un riferimento per la pesca nel
golfo. Ecco allora la schiera di capanne, is barraccas, rifugio dei pescatori
una volta tirate in secca le barche a remi al rientro dalla pesca.
25
6 - Carichi di pesanti reti ancora inzuppate d'acqua, remi e cesti vuoti si conclude una giornata di pesca a Mar'e Pontis. Sullo sfondo la Chiesa di Santa
Maria
26
7 - Raggiunta la riva c'è un gran da fare per liberare i pesci impigliati nelle
maglie delle reti, ritirare attrezzi, remi, reti, cannicciati, bisacce e strumenti vari
per poi godersi il meritato riposo.
27
8 - Faticoso rientro dalla pesca: la voga è facilitata dai classici ombrelloni da
pastore, su paracullu birdi.
28
9 a, b, c, d, - Momenti di pesca nel Mar'e Pontis: bogheris e poiggeris, calate e recuperate le reti sistemano il pescato nelle braccas in legno.
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10 - Cesti colmi di mugil sapiens (bidimbula - muggine saltatore) attendono i
commercianti all'ingrosso per lo smercio nei mercati isolani.
30
11 - Sistemati i pesci nei cesti di canne e olivastro intrecciati, i pescatori vagativi
stanchi attendono il pesargiu, il pesatore di fiducia dei baroni, per la pesatura.
31
12 - È lunga ma sempre ricompensata l'attesa dei poveri del paese, donne,
uomini, bambini che all'ombra attendono una volta concluse le operazioni di
pesatura, l'elemosina di un piatto di pesce da cucinare a casa.
32
13 - Tra i compiti dei pescatori di peschiera, vi era anche quello di provvedere alla manutenzione di attrezzature, strutture, imbarcazioni: era giornaliero il
controllo dell'integrità dei lavorieri per evitare la fuoriuscita dei pesci e quando questo si verificava, prontamente si interveniva posizionando su pezzu, una
rete, nella parte danneggiata, in attesa di sostituzione dell'incannuciato.
33
14 - Cattura dei muggini nei lavorieri della Peschiera Pontis circondati dalla
preziosa rete su pezzu mannu con risultati sempre eccezionali, spesso sotto
l'attento occhio vigile del padrone o dei suoi uomini di fiducia.
34
15 - Su pezzu mannu, preziosa rete per la cattura dei pesci nelle camere
della morte in peschiera, è trasportata a spalle come una reliquia da una
squadra di pescatori.
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16 - All'interno di sa domu 'e pesai la mattina fervono le attività: i tzaraccus
avvicinano s'obiga manna colma di pescato alla bilancia e sotto la vigilanza del pesargiu, il pesce viene pesato e trasferito nelle casse di legno, mentre in fila i pescivendoli osservano e aspettano la consegna della merce.
36
17 - I pescivendoli provvedono a caricare il pesce appena pesato nei veicoli. Alcuni tra loro si spingeranno fino alle provincie di Cagliari, Nuoro e Sassari
per distribuirlo nei mercati locali.
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18 - Attrezzi più moderni, is crogollus, i mattavelli, autocostruiti dai pescatori
con reti e rami flessibili stanno per essere calati fra mare e stagni.
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19 - Giunchi e rami flessibili di olivastro o di salice per le nasse, trappole per
la cattura di pesci in mare o in taluni punti dei canali degli stagni.
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20 - Con lo sviluppo della pesca in mare e il potenziamento della flotta
peschereccia, in località Baracche due cantieri navali costruiscono le prime
braccas a motori e paporinus.
40
21- Sotto la guida di su maist'e bracca, che valuta la qualità del legno, le
sagome e gli accorgimenti tecnici da utilizzare, prendono forma le imbarcazioni che solcheranno le acque circostanti.
41
22 - Un gruppo di pescatori tira a riva, in località Baracche, una bracca a
motori per le operazioni periodiche di manutenzione.
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23 - Su Siccu: le prime immagini a colori ci mostrano le tonalità sgargianti
delle imbarcazioni che periodicamente gli stessi pescatori, nei momenti di
riposo, sottoponevano a manutenzione.
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24 - Fra le paludi meno salmastre discrete estensioni di erbe palustri, materiale per la creazione di capanne, imbarcazioni, strumenti vari per la pesca negli
stagni, nella foce del Tirso o in mare.
44
25 a, b, c, d, - Momento corale di lavoro comune a cottimo, sa scarada, nelle
peschiere per il rifacimento del sistema delle camere della morte con l'utilizzo
di soli materiali vegetali.
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26 - Il duro lavoro dei campi, i faticosi spostamenti erano ancora affidati perlopiù alle sole forze dell'uomo e degli animali impiegati.
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27- Le fatiche quotidiane nei campi sono alleviate, a partire dagli anni '50
del Novecento, dall'uso del trattore, determinando l'utilizzo dei mezzi meccanici a fini agricoli nel Sinis.
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28 - Verso la funzione religiosa. Le donne in costume tradizionale accompagnano la Via Crucis lungo i vicoli del villaggio di San Salvatore con antiche
preghiere, riti e canti.
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29 - Al termine della Via Crucis per le strade del villaggio, saluti, incontri,
chiacchiere, aspettando la sera.
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30 - Cabras: di casa in casa, passa sa cricca per la raccolta fondi in vista
della festa, preceduta da voci, spari e suoni di launeddas e fisarmonica.
50
31 - Eleganza d'altri tempi nel muncadori impreziosito da disegni stampati o
da pittura su tela eseguita dalle abili mani delle donne di Cabras.
51
32 - L'arrivo della processione è annunciato dal profumo di menta e di rose,
gettate a piene mani dalle donne lungo il cammino.
52
33 - Segnali di mutamento nella comunità al passare della processione: la
devozione delle anziane donne, la compostezza delle signore, la spensieratezza delle generazioni più giovani.
53
34 - Sfila la processione con la banda paesana e i fradis de cappella, i confratelli, mentre gli ambulanti attendono pazienti la conclusione
della funzione religiosa per dare inizio agli affari.
54
35 - S'Ammagini, il simulacro dell'Assunta, portata in spalla dai confratelli e
accompagnata in processione con preghiere, musica e canti.
55
36 - Cabras: nove giorni di preghiera e attesa e al grido di In nomini 'e Deus,
tra le ali della folla, is curridoris accompagnano su Santu al villaggio e la festa
arriva al suo culmine.
56
37 a, b, c, d, - Cabras: di corsa verso Cabras con su Santu e l'allegria prima,
poi la fatica, le promesse, lo scioglimento di voti, concludono l'ultimo giorno di
festa. Il simulacro è stato riaccompagnato a Cabras, non resta che scambiarsi l'augurio di attrus annus mellus.
57
area marina protetta
> IL TERRITORIO
38 - Veduta sul grande Sinis. Una regione storico - geografica estesa per circa
200 kmq, dei quali 100 appartengono al territorio di Cabras. Sullo sfondo la
più grande palude salata d'Europa: Sal 'e Porcus in territorio di San Vero Milis.
60
39 - L'Isola di Mal di Ventre, S'isula, l'antichissimo, unico e piccolo, circa 90
ettari, affioramento granitico del litorale compreso tra Bosa ed Arbus. Quasi
una leggenda e non solo per la popolazione locale, meta per eccellenza di
chi va in mare nel Sinis.
62
40 - La varietà dei colori della vegetazione modellata dai venti, digradante
dal bruno al verde, e il cangiante dei fondali marini, suggeriscono la ricchezza dell'ecosistema dell'Isola di Mal di Ventre.
63
41 - Il groviglio intricato di vicoli e strade che poi si dipana seguendo un rigore geometrico, segna e individua il nucleo storico e le recenti espansioni di
Cabras. Determinante nei secoli è stato per la comunità, il rapporto simbiotico acqua/centro urbano e risorse/governo del suo territorio.
64
42 - I bassi fondali dello Stagno di Mistras in primo piano, una sottile lingua
di terra e ancora specchi d'acqua in lontananza, tra cui lo Stagno di Cabras
in secondo piano.
65
43 - In primo piano, il porto turistico di Torregrande ed il canale scolmatore
(Stagno di Cabras) a ridosso dell'Area Marina Protetta. Sono episodi di trasformazione al confine con spazi naturali nei quali la naturalità è ancora
molto elevata.
66
44 - Stagni permanenti e temporanei a Mistras separati tra loro da cordoni
di sabbia solcati da sentieri. In lontananza solo un'esile lingua di terra divide
Mari Mottu, il Golfo di Oristano da Mari Biu, il Canale di Sardegna.
67
45 - Da Capo San Marco verso l'entroterra. Nonostante le modeste altimetrie,
si comprende la geografia del Sinis, dalle falde del massiccio vulcanico del
Montiferru che domina sullo sfondo.
68
46 - Territorio inciso dalla storia e ambito fin dall'antichità, la Penisola del Sinis
oggi riserva testimonianze importanti del suo passato, leggibili attraverso il sito
archeologico di Tharros, le necropoli, la torre spagnola.
69
47 - Le pareti orlate, la macchia mediterranea radente, la bianca costruzione
del faro, fanno intuire la particolare posizione di Capo San Marco, estremo
lembo della Penisola del Sinis, dove le acque del Canale di Sardegna incontrano quelle del Golfo.
70
48 - Seu: la torre spagnola a ridosso della scogliera, domina la terra e il mare.
Le pareti di rocce sedimentarie modellate dalla forza erosiva del mare, riservano anfratti e grotte.
71
49 - Banchi di Posidonia oceanica nei verdi e bassi fondali di S'Archeddu 'e
sa Canna e risalendo la sottile bianca striscia di sabbia, il tratto di costa denominato Su Zinnibiri e Punta Maimoni. Solo i solchi dei sentieri tracciati nelle
dune di sabbia denunciano la presenza dell'uomo.
72
50 - Lo sguardo da Capo San Marco verso l'entroterra rivela il fragile equilibrio di quest'area dominata quasi dal gioco dei contrasti: l'istmo che unisce
due promontori e separa due mari, i mari agitati da venti opposti, la roccia,
nera e dura quella basaltica, bianca e friabile quella calcarea.
73
51 - Nel tratto di costa tra San Giovanni e Seu, si trova un'antica cava d'arenaria dismessa di epoca fenicio-punica: l'estrazione del materiale ha determinato un ampio spazio dalla pavimentazione piana, denominato in epoca
recente La Sala da Ballo.
74
52 - La Sala da Ballo: oggi apprezzata meta di bagnanti, era una delle cave
d'arenaria dell'antichità presenti nel territorio che ha fornito materiale da
costruzione in epoche diverse.
75
53 - Il litorale di Mari Ermi costituito da sabbia di quarzo, frammista a sabbia
biogenica, e il sistema di dune e stagni temporanei retrodunali. Le dune, formate da antichi accumuli vegetali di Posidonia e sabbia, frenano il fenomeno erosivo cui è sottoposta l'area.
76
54 - La luce intensa riflessa dalla bianchissima sabbia di granuli di quarzo e
gli affioramenti d'aspetto spugnoso di arenaria, rendono unico questo tratto di
costa cabrarese denominato Is Aruttas. É degli ultimi decenni il preoccupante
fenomeno erosivo con conseguente arretramento della linea di battigia.
77
55 - Penisola di Capo San Marco: le formazioni geologicamente più recenti
di basalto, sono franate in seguito all'azione erosiva del mare nei confronti del
basamento di roccia vulcanica su cui poggiano rocce sedimentarie, determinando uno scudo all'ulteriore azione erosiva.
78
56 - Il promontorio di San Giovanni, dominato dalla torre d'avvistamento spagnola cinquecentesca. La copertura vegetale è rigogliosa e ricca di colori nei
mesi primaverili: in primo piano il giallo della ferula e il rosa del convolvolo.
79
57 - Le falesie rocciose dall’eloquente nome di Su Tingiosu, il tignoso. I calcari lamellari conferiscono una particolare conformazione a questo tratto di
costa che interrompe il lungo cordone di sabbia tra Capo Seu e Capo
Mannu.
80
81
58 - Le falesie di Su Tingiosu: Questo tratto di costa riserva delle viste mozzafiato su piccole insenature e spiagge raggiungibili solo dal mare.
82
59 - Il profilo sinuoso della costa di Su Tingiosu: il mare cristallino lascia indovinare le praterie di Posidonia oceanica nel substrato roccioso. Nella terraferma, gli appezzamenti coltivati si spingono fino al limitare della scogliera.
83
60 - La bassa e generosa fioritura primaverile a S'Isula, l'isola di Mal di Ventre,
dominata dai venti, si spinge fin quasi al mare, alternandosi al grigio-rosa dei
graniti.
84
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61 - I mesi primaverili regalano abbondanti fioriture e colori intensi alla
Penisola del Sinis: appezzamenti coltivati si alternano a campi dedicati al
pascolo ora colorati che già ai primi caldi sfumeranno nelle gradazioni del
giallo e dell'ocra.
86
62 - Il frequente vento di maestrale agita le distese di cereali da sempre
immancabili nelle colline del Sinis.
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63 - Le costruzioni temporanee realizzate in passato dai pescatori, Is barracas, sono qui riproposte e rivisitate a fini turistici, merito dell'originalità costruttiva e dei materiali naturali impiegati a basso impatto ambientale.
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64 - Particolare del prototipo di barraca riproposto negli ultimi anni in alcuni
esemplari lungo la costa del Sinis. La velocità di realizzazione e i materiali
naturali impiegati (falasco e canne), costituiscono motivo di valorizzazione di
una tecnica costruttiva peculiare di questo territorio.
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65 - Mari Ermi: la passerella lignea consente di oltrepassare gli stagni retrodunali e le dune per arrivare al mare, convogliando il flusso di bagnanti lungo
un percorso stabilito, a protezione del fragile ecosistema.
90
66 - Il verde delle coltivazioni cerealicole mosse dal vento vira all'ocra.
Qualche settimana ancora e nel Sinis si procederà al taglio lasciando il posto
a distese secche e assolate.
91
67 - A Mal di Ventre i cicli della natura si evidenziano anche nelle coperture
vegetali manti esuberanti. Forti venti, escursioni termiche, aerosol marino, suoli
poveri e scarsissime piogge selezionano solo poche specie vegetali.
92
68 - Maimoni: dopo un bagnasciuga la cui profondità stagionalmente dipende dall'intensità delle mareggiate, piante pioniere imbrigliano la sabbia per
formare i complessi dunali.
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69 - Uno sguardo attento può riservare incontri inattesi: il Barbagianni posato nei lastroni di arenaria tra la vegetazione dai toni bruciati, ben si mimetizza nell'ambiente.
94
70 a, b, c, d - Il territorio dell'Area Marina Protetta ospita numerose specie animali: dall'alto in senso orario, esemplari di Gruccione, Cardellino, Gheppio e
Tartaruga.
95
71 - L'Isola di Mal di Ventre costituisce l'habitat ideale per numerose specie
di uccelli che qui trovano rifugio e condizioni favorevoli per nidificare.
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72 - Il Gabbiano corso, regolarmente presente nell'Isola di Mal di Ventre, riveste particolare importanza data la sua dipendenza da una dieta strettamente piscivora e dalla consuetudine di nidificare nelle piccole isole del
Mediterraneo.
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73 - I fenicotteri rosa sono gli abituali frequentatori degli stagni di Cabras.
L'alto numero di presenze soprattutto nei mesi invernali, fanno di questo territorio un'importante area per lo svernamento e una tappa privilegiata verso i
siti di nidificazione.
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74 a, b, c, d - Gabbiani, Cormorani, Aironi e Polli sultani sono tutti uccelli acquatici legati agli stagni ad al mare del Sinis. La loro presenza è anche la prova di
complesse catene alimentari sostenute dai discreti livelli di biodiversità.
99
75 - I fondali dell'Area Marina Protetta sono i custodi di vecchi relitti inabissati che il tempo ha trasformato in concrezioni marine d'aspetto fantastico. Il
numero di imbarcazioni naufragate nel corso dei millenni, la dice lunga sulla
pericolosità di questi mari.
100
76 - Le profondità accessibili di questo territorio consentono immersioni alla
scoperta di relitti, come quello d'epoca romana con il suo carico di lingotti di
piombo, adagiato nei fondali dell'Isola di Mal di Ventre.
101
77 - Gorgonie modellate dal moto ondoso, presenze costanti nei fondali di
questo tratto di mare.
102
78 - Il cono di luce artificiale sulla penombra dei fondali marini rivela colori e
forme inimmaginabili, come quelli dello Spirografo.
103
79 - Non è inusuale scorgere la Murena in questi mari, mimetizzata tra colorate concrezioni marine.
104
80 a, b, c, d - Stelle marina, Margherite di mare, Corvine e Scorpena sono tra
i tanti abitanti del mare.
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81 - Fondale blu notte tempestato dal rosso acceso di un branco di Re di triglie.
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82 - L'arancio intenso di questa “fioritura” marina è una colonia di Anemoni
di mare.
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area marina protetta
> TUTELA E SVILUPPO SOSTENIBILE
83 - Seu: l'insenatura offre riparo e approdo nei giorni di maestrale, a piccole imbarcazioni da diporto e la scogliera di rocce sedimentarie, rivela dal
mare piccoli anfratti e grotte.
84 - Barche da pesca e barche da diporto: per tutte il mare dell'Area Marina
Protetta è la meta.
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85 - Tra le tante attività cui è dedito il pescatore al suo rientro in porto, vi è
quella di smagliare il pescato.
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86 - Cabras: anche oggi alcune attività della pesca nello stagno si intrecciano con quelle del paese. In primo piano i lavorieri di Su Scaiu e in lontananza il mercato settimanale.
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87 - La Peschiera Pontis operativa da diversi secoli, non ha subito modifiche
rilevanti nel suo funzionamento se non a livello gestionale e a tutt'oggi, costituisce un punto nevralgico nel sistema gestione dello stagno di Cabras.
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88 - Peschiera Pontis: nelle passerelle tra gli specchi d'acqua si prepara la
pesca con le reti e le attrezzature.
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89 - Peschiera Pontis: i pescatori si apprestano alla pesca calando nella
camera della morte su pezzu mannu, la grande rete.
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90 - Peschiera Pontis: i pescatori immersi nell'acqua della camera della morte
raccolgono la rete, su pezzu mannu, con il suo carico di pescato.
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91 a, b, c, d - Peschiera Pontis: in senso orario, particolari delle fasi di pesca
nella camera della morte e il tipico piatto a base di muggini lessati e avvolti
in un erba particolare, Sa Tzibba, l'obione.
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92 - Il villaggio temporaneo di San Salvatore, animato dai novenanti sul finire dell'estate, è da millenni considerato un luogo di culto, come testimoniano
la presenza dell'ipogeo e la sovrastante chiesa cristiana.
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93 - Il novenario dedicato a San Salvatore raggiunge il suo culmine quando,
il primo sabato di settembre, is curridoris accompagnano il simulacro del
Santo, come vuole la tradizione a piedi scalzi e di corsa, da Cabras al villaggio omonimo, dando inizio alla festa.
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94 - La peculiarità del sito, un approdo sicuro a prescindere dai venti, ha fatto
della Penisola del Sinis un'area frequentata già in epoca preistorica. Il sito
archeologico di Tharros svela le fasi storiche che nei secoli si sono succedute.
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95 - Accanto a Tharros, città di fondazione fenicio-punica, sono visibili stratificazioni storiche che testimoniano l'intensa frequentazione di quest'area: dietro
le due colonne posticce con capitello corinzio del 50 d.C., la torre d'età spagnola.
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96 - La chiesa di San Giovanni di Sinis è una delle prime chiese costruite in
Sardegna in età cristiana. Edificata con blocchi di arenaria recuperati nella
vicina città di Tharros, la pianta originaria a croce greca del VI – VII sec. d.C.,
è stata modificata nel tempo secondo le forme attualmente visibili.
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97 - La sobria facciata della chiesa di San Giovanni di Sinis, chiesa per secoli contesa dalla comunità di Cabras e da quella di Nurachi e oggi amministrata da entrambi i parroci.
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98 - L'interno della chiesa di San Giovanni di Sinis è estremamente semplice.
Solo i profili nel punto d'inserimento delle volte a botte e le bifore di gusto protolombardo lasciano spazio al gusto decorativo.
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99 - Seu: un caratteristico capanno del Sinis sembra aggiungersi ai valori presenti nell'area, quasi che il biotopo voglia essere un campionario di cose, di
fatti e manufatti ormai diventati rari.
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Seu è uno dei pochi tratti di costa in cui sopravvive la macchia mediterranea
e trovano rifugio diverse specie animali. Negli anni passati oasi del WWF,
oggi è uno dei luoghi in cui si svolgono le attività di educazione ambientale
dell'Area Marina Protetta, grazie alla presenza del Centro di Esperienze di
Seu. Un buon punto d'inizio per visitare il territorio.
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100 - lsola di Mal di Ventre: il tormento degli agenti atmosferici e del moto
ondoso, nelle forme delle rocce granitiche fessurate, fratturate, arenizzate, lentamente continueranno a diventare sabbia.
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101 - La vegetazione delle sabbie sono un esempio di strategie per l'adattamento a condizioni di vita difficili e mutevoli. Percorrendo le spiagge del Sinis è
possibile vedere un campionario di vegetazione vario per colori e morfologia.
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102 - Seu: un rimorchiatore naufragato negli anni ottanta ricorda che il mare
non perdona gli errori dell'uomo.
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103 - La lunga sequenza di relitti adagiati sui fondali pertinenti all'Area
Marina Protetta, testimonia la drammatica lotta dell'uomo contro la furia delle
onde e da questi perduta. Oggi è possibile con attività di immersione, visitare questi monumenti inabissati.
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104 - Seu: l'esposizione delle coste al forte vento di maestrale si è rivelata
negli ultimi decenni una caratteristica favorevole allo sviluppo di varie attività
sportive.
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105 - Le coste del Sinis sono frequentate sempre più spesso da sportivi che
accorrono non solo dalla Penisola italiana per praticare il windsurf, confermando quest'area come meta privilegiata.
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106 a, b, c, d- In conseguenza dei forti venti di maestrale che dal Golfo del
Leone raggiungono la Sardegna, nel Sinis si forma il moto ondoso più elevato del Mediterraneo occidentale, peculiarità sfruttata per la pratica di vari sport.
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107 - I sali scendi della Penisola del Sinis con i suoi sentieri sterrati, ben si prestano a essere scenario di gare sportive.
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108 a, b, c, d - Da Capo San Marco a Funtana Meiga fino a Seu, i sentieri da
sempre dedicati al lavoro, possono assumere oggi una valenza turistico-sportiva
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109 - La Peschiera Pontis, fino a pochi decenni fa governata secondo un sistema feudale, presta oggi le sue semplici architetture a teatro di attività turistiche e culturali.
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110 a, b, c, d - Diversi eventi culturali organizzati dall'Area Marina Protetta
sono stati occasione d'incontro tra i luoghi, l'arte e la gente. La manifestazione “Musiche nel Sinis” in Peschiera Pontis e nel villaggio di San Salvatore.
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BIBLIOGRAFIA
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Coedisar, 1993
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Grafiche Editoriali Solinas, Nuoro, 2008
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TRAINITO E., Su mar’e Sinis mare dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis Isola di mal di Ventre,
Grafiche Editoriali Solinas, Nuoro 2008
Per la capacità di coniugare la tutela del patrimonio naturale con la valorizzazione delle risorse turistiche del territorio, l’Area Marina Protetta “Penisola del Sinis
Isola di Mal di Ventre” è stata designata dal Dipartimento per lo Sviluppo e la
Competitività del Turismo Presidenza del Consiglio dei Ministri destinazione europea di eccellenza tra le aree protette, ufficialmente riconosciuta e premiata dalla
Commissione Europea in occasione della Forum Europeo del Turismo 2009.