3.Per saperne di più…

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3.1 La corretta misura della lunghezza del piede. La tabella Mondopoint
Ed eccoci ad affrontare una delle questioni fondamentali. La scelta della corretta misura.
Questo è un argomento di non facile interpretazione. Quale è la misura giusta? Ecco, diversamente che
con le normali scarpe che utilizziamo tutti i giorni, notiamo che con gli scarponi da sci c’è una diversa
sensazione di lunghezza dello scarpone quando siamo eretti, e camminiamo, e quando invece siamo
raccolti in assetto da discesa, con gli angoli di caviglia, ginocchio e bacino più chiusi.
Nel primo caso (in assetto di camminata) possiamo sentire la punta dei piedi sbattere contro lo scafo, e
nel secondo caso (in assetto di sciata) sentiamo questa pressione scomparire, e possiamo muovere le dita
senza difficoltà.
Se succede questo, abbiamo individuato la giusta misura dello scarpone, per i nostri piedi.
Questo è un metodo empirico, che funziona bene e va bene per la maggior parte degli sciatori, dal
principiante allo sciatore esperto. Per l’agonista, va fatto un discorso a parte, che affronteremo in seguito.
Tutto qui? No. Dal momento che questa guida vuole essere completa ed esaustiva in ogni aspetto,
allora eviscereremo anche questa tematica in ogni suo dettaglio.
Per gli scarponi da sci, si fa solitamente riferimento (ad eccezione che per alcuni marchi) alla
misurazione mondopoint, per individuare la lunghezza dei piedi corretta e quindi scegliere la misura giusta
per i nostri scarponi.
Tabella di comparazione tra la misura del piede e quelle dei vari sistemi di misurazione. Fonte:
http://en.wikipedia.org/wiki/Shoe_size
La tabella mondopoint fa riferimento all’effettiva lunghezza, in centimetri, dei nostri piedi. La maggior
parte dei negozi specializzati è provvista di un apposito strumento per la misurazione dei piedi, come
indicato in figura.
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Strumento usato per la misurazione dei piedi in dotazione ai negozi specializzati.
Misura del mio piede destro, equivalente a 272 mm. La scala a destra indica che ho una pianta stretta in rapporto alla
lunghezza del piede. Infatti, da mia misurazione, il mio avampiede risulta essere largo 95 mm.
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La misura può essere effettuata in proprio. Si utilizza un metro, lo si appoggia ad una parete, od altro
supporto verticale(vedi foto (1) sotto). Si appoggia il tallone alla parete, e si prende la misura sul punto più
alto del nostro piede (2). Ricordarsi di usare una calza sottile, meglio ancora a piede nudo. La misurazione
va presa IN PIEDI, col piede in carico, e non SEDUTI! Il piede cambia dimensioni quando è in carico e quando
è scarico.
(1)
(2)
E’ da tenere presente che, molto frequentemente si ha una lunghezza diversa tra piede sinistro e piede
destro, e questa differenza in alcuni casi è piuttosto marcata, può arrivare a 5 mm ed oltre, e crea dei
problemi a chi deve scegliere la misura degli scarponi da prendere (qualcuno può sentire, specie per il piede
più corto, un contenimento diverso, ad esempio il tallone non sufficientemente bloccato). In questi casi,
fortunatamente non molto frequenti, il corretto modo di procedere è quello di scegliere la misura adatta al
piede più piccolo, e di effettuare un intervento di allungamento sullo scafo relativo al piede più lungo.
Un altro fattore di cui tenere conto, è il cedimento della scarpetta nel tempo. Essa è costituita da una
imbottitura che nel tempo si assottiglia, col risultato che si guadagna qualche millimetro tanto in lunghezza
quanto in volume.
Limitandoci qui al discorso della lunghezza, qualcuno consiglia di togliere la soletta presente, per avere
uno spazio maggiore, per le prime 3-4 uscite, dopo le quali la scarpetta si assesta un po’ e si guadagna un
po’ di spazio.
Personalmente sconsiglio di procedere in questo modo, perché la soletta (o il proprio plantare
personalizzato) fungono da supporto del piede, e in mancanza di detto supporto, c’è il rischio che nell’uso il
piede tenda a scivolare in avanti, sbattendo la punta contro lo scafo, causa di un gran male alle dita dei
piedi, fino ad arrivare alla formazione di unghie nere dovute a lesioni dei vasi sanguigni del letto ungueale.
Se proprio si vuole guadagnare qualche spazio, meglio adottare un plantare meno sottile, che non venga
comunque meno alla funzione di supporto.
E di avere un po’ di pazienza ed un minimo di capacità di sopportazione.
Va detto che ultimamente, in particolar modo nei modelli di fascia medio-alta, le scarpette sono
termoformabili, ossia imbottite con un materiale che, inizialmente informe, riscaldato ad una determinata
temperatura prende la forma del piede, e permette di recuperare qualche mm anche in lunghezza,
ottimizzando l’alloggiamento del tallone. Nel capitolo 4 parleremo di come effettuare il giusto approccio
per la corretta scelta.
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Scarponi diversi, seppure con la stessa lunghezza mondopoint, ci danno sensazioni diverse, alcuni
sembrano più piccoli e altri più grandi. E’ normale. In parte è dovuto:
-alla diversa conformazione interna dello scarpone, la lunghezza può essere diversa;
-un modello può avere un alloggiamento in punta più ampio rispetto ad un altro;
-al diverso spessore, ed imbottitura della scarpetta.
L’osservazione pratica di un fatto direttamente sperimentabile, deve farci riflettere: proviamo a
sederci, e ad appoggiare i nostri piedi, nudi o rivestiti con le calze, senza dover caricare il peso del nostro
corpo. In seguito, ci alziamo. Cosa notiamo? Che il piede modifica le sue dimensioni, tende a “spalmarsi”, e
quindi subirà un lieve allungamento, e un più marcato allargamento, specie in avampiede. Ciò è tanto più
marcato quanto più il piede è voluminoso. Per questa ragione raccomandiamo, come detto prima, di
effettuare la misurazione del piede stando in piedi e con il piede che è sottoposto al carico del corpo
umano!
Anche per questo motivo, accade spesso che due sciatori, pur avendo i loro piedi della medesima
lunghezza e larghezza, avranno una differente sensazione di contenimento in uno stesso modello di
scarpone da sci, se l’uno ha un piede magro e l’altro un piede voluminoso.
La differenza di sensazione di contenimento di calzata, dovuta a una pianta molto larga dei nostri piedi,
oppure al contrario molto stretta, verrà trattata nel paragrafo del Fit.
Un altro aspetto che non tutti sanno, è che le aziende propongono modelli di scarponi che variano di
mezzo centimetro l’uno dall’altro (avremo quindi misure mondopoint del tipo 26.0-26.5-27.0-27.5-28.0
ecc.), ma in realtà gli scafi differiscono solo per una misura intera.
Possiamo verificare controllando la lunghezza della suola, espressa in mm, stampigliata su un lato del
tallone. Potremmo trovare ad esempio che il 26.0 e il 26.5 di uno stesso modello, hanno medesima
lunghezza, ad esempio 303 mm, mentre il 27.0 e il 27.5 hanno misura 313 mm.
E, ammesso che la “nostra” misura sia il 27.0, ci sembrerà che il 27.5 sia un po’ più lungo. Come mai, se
la lunghezza della suola è identica? Si ricorre ad un artificio, che spesso è il diverso spessore del plantare, o
un sottopiede dallo spessore di circa 1 mm messo sotto il plantare. Un plantare più spesso infatti induce un
contenimento maggiore, e pertanto una sensazione di misura più piccola. Un altro metodo è quello di usare
una zeppa di diverso spessore.
Viene spontanea la domanda: perché questo “salto” di misura, di 1 centimetro tra una misura e l’altra,
e la mezza misura si ottiene con questo artificio? La risposta sta tutta nel costo elevatissimo degli stampi di
produzione, che unitamente alla lunga fase progettuale, alla definizione dell’anatomia e alla lunga fase di
test sul campo, rendono piuttosto elevato il costo della realizzazione di un modello di scarpone.
E sempre per queste economie di scala, forse non tutti sanno che, mentre gli scafi aumentano di 1 cm
alla volta, i gambetti vengono prodotti di solito in misure che coprono due taglie per volta. E cioè, può darsi
che il gambetto del 26 sia identico al gambetto del 27.
Oltre a tutte queste considerazioni, accenniamo anche a come un bootfitter si rende conto
dell’effettiva e giusta lunghezza dello scarpone per lo sciatore che sta assistendo, in base alle sue finalità di
utilizzo. Esso consiste in pratica nel togliere la scarpetta dallo scafo, e far infilare il piede, nudo (cioè senza
calza) dello sciatore all’interno dello scafo. Si chiede allo sciatore (che deve essere in piedi in posizione
eretta) di fare in modo che coi piedi tocchi in punta, e a questo punto il bootfitter valuta lo spazio che
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rimane tra tallone e scafo, sulla base della scarpetta che lo sciatore dovrà utilizzare (per la comodità, uno
spazio adeguato varia tra circa 1 cm e 1,5 cm, mentre per un utilizzo votato alla performance, tale spazio
sarà inferiore al cm).
Per completezza d’informazione, va detto che l’inserimento del piede nudo dentro lo scafo, oltre alla
valutazione della giusta lunghezza – da parte del bootfitter – è funzionale anche alla valutazione di
eventuali punti di pressione dello scafo sul piede, onde capire se e come intervenire per eliminarli.
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