Appuntamento
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Eventi | Assemblea In alto, il presidente di Confindustria Modena Pietro Ferrari mostra l’opera di Davide Benati offerta in dono al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi odenaori M a i dustr mprendit , n i f n o i o a di C igliaio tra economic e l b m sem do All’as ti quasi unti del mon ale n ci n prese ppresenta litico e so po e ra A destra, il Forum Monzani durante l’assemblea A sinistra, il comandante dell’Accademia Roberto Bernardini e il sindaco di Modena Giorgio Pighi A destra, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi; Egidio Pagani e Franco Stefani S F d P Sopra, Alberto Mantovani e Massimo Toschi. A destra, Giovanni Messori e Ivano Passini Sopra, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Andrea Landi con Palma Costi, consigliere regionale o t n e m a t A n S u E p p A n l’IMPR co ue uasi d ari q A . Ferr odena Pietro tria M e s t u n d n agli de Confi iati e presi i c l i d o , s e a l s t a s anua i arre hiam e agli a ann c s r i e , r l n f o b f o n o n m italia i. ncora voluto l’asse accon verno o oltre S che a nzani g n i o a o i l c z i e a M i H nte d Maur orum per la conom giuntura. spone he sociali risi e a al F , che e t n c a l o u n a c a n u n g e e i c u ttual Si è t na di politi ista d zio di dell’a nini lla ce delle o di v e t o all’ini e r d n d d u o i o ampa a r t p n C u o n e v q a e l an a n l o i e m L ev er unta o del cciato hi e S autor le app e. inistr aracc a ha tra ervenuti l’ B m n a l o t i i t z r e b re int tradi nafie i Elisa d’ono ospiti Mode con il Foto d i a spite d s o i u io n l e s c m Verru diglio è con do co nei pa i e Generoso ata si a n t r l o o i v al La g si è s Mazz volta ffaella a a R i m i d pr cura A OUTLOOK 37 Eventi | Assemblea La relazione del presidente Dalla politica maggiore senso di responsabilità «La crisi economica è ancora qui. E sta ancora mostrando i suoi effetti. Anche se si intravede qualche segnale positivo, ciò non basta a ridarci tranquillità»: all’assemblea generale il presidente Pietro Ferrari invita mondo politico ed economico a lavorare insieme per trasformare questa crisi in un’opportunità. E mette sul tappeto le necessità dell’impresa modenese, a cominciare dallo scalo di Marzaglia e dal polo per l’Ict Il contagio della crisi Veniamo da un biennio fortemente travagliato e drammatico dell'economia internazionale; gli anni forse peggiori della nostra esperienza imprenditoriale. Le ali del «cigno nero», per usare la celebre metafora dello studioso libanese-americano Nassim Nicholas Taleb, si sono dispiegate con tutta la loro forza distruttiva mettendo a dura prova la capacità di resistere e di tenere il campo dei soggetti economici. È con questo contesto implacabile che dobbiamo fare i conti. Anche se oggi si intravede qualche segnale positivo. Il made 38 OUTLOOK in Italy ha ripreso il suo cammino. E anche l'euro che continua a essere debole, innegabilmente, può darci un aiuto. Ma ciò non basta a ridare tranquillità. E nelle ultime settimane la principale minaccia alla ripartenza dell'economia proviene nuovamente dalla finanza. Siamo in presenza di uno scenario internazionale ancora denso di nubi e di inquietudini. In questo quadro spiccano ancora maggiormente talune specificità negative del nostro Paese, che si trova ormai di fronte a un aut aut: «Riformare o soccombere». La tenuta delle imprese e del territorio Venendo alla nostra provincia, ci sentiamo di dire con orgoglio che il mondo produttivo si è impegnato fortemente per contrastare la crisi. Con risultati tutt'altro che trascurabili e con performance migliori che altrove. Come ciascuno di noi sa molto bene, le imprese hanno fatto, letteralmente, i salti mortali per resistere. Nonostante il calo a volte davvero drammatico degli ordinativi, tantissimi imprenditori hanno deciso di reagire tenendo i motori aziendali ben accesi, puntando con forza sull'unità del mondo del lavoro. 1 Lavoro e rapporto con i sindacati Abbiamo cercato di instaurare un clima positivo e collaborativo con il sindacato e le associazioni dei lavoratori, salvaguardando il più possibile i livelli occupazionali. Il confronto, a volte, è stato aspro ma sempre improntato a un rapporto corretto e costruttivo. Tanto che, per la prima volta in questa provincia, abbiamo avviato con i vertici sindacali una modalità informale di consultazione per andare oltre il contingente e individuare anche soluzioni di più ampio respiro. Perché noi crediamo che in comunità come le nostre, l'unità dei produttori sia un valore vero, importante e profondo. Il nostro è un capitalismo sano e con la schiena molto diritta, fondato sull'impegno diretto e partecipato dell'imprenditore alla vita della sua azienda. La risposta di Confindustria Modena La nostra associazione non si è fatta cogliere alla sprovvista da questa durissima recessione. Voglio ricordare, a proposito, come già parecchio tempo fa ci rendemmo promotori di un tavolo istituzionale sulla • 1 I parlamentari Isabella Bertolini, Ricardo Franco Levi e Ivano Miglioli; • 2 Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi e il prefetto di Modena Benedetto Basile; • 3 Fermo Ferrari e Valerio Scianti; • 4 Giorgio Montorsi e Francesco Zironi crisi e come per primi abbiamo affrontato il tema delicato del ridimensionamento e dell'adeguamento strutturale delle aziende per renderle compatibili con quanto sta avvenendo nell'affaticatissimo mercato attuale. Già dal settembre del 2008 abbiamo dato avvio a una relazione più stretta col sistema bancario, specificamente dedicata alla situazione di crisi in cui ci dibattiamo, e i cui esiti si possono oggi toccare con mano. Invece, quello che oggi manca davvero è l'elaborazione di una politica industriale efficace. Che i soggetti preposti hanno il dovere «morale» di perseguire con forza e determinazione. Occorrono linee guida per 2 3 4 OUTLOOK 39 Eventi | Assemblea 5 6 • 5 Il direttore di Confindustria Modena Giovanni Messori; • 6 Vincenzo Cremonini; • 7 Pietro Ferrari e Tarcisio Fornaciari; • 8 Giorgio Pighi con Roberto Bernardini ed Emilio Sabattini, presidente della Provincia; • 9 L’onorevole Manuela Ghizzoni, il procuratore capo di Modena Vito Zincani e Carlo Giovanardi; • 10 La moglie del presidente di Confindustria Modena Simona Ferrari con i figli Francesco e Guido rimettere davvero in carreggiata questa nazione. Modena e la crisi La fotografia scattata dalle nostre indagini restituisce un quadro di Modena assai pesante, nonostante qualche lieve segno positivo con riferimento all'export. Nel primo trimestre 2010, c'è stato un leggero miglioramento. La produzione è salita del 3,4 per cento e il fatturato dell'1 per cento. Una piccolissima inversione di tendenza pur essendo ancora troppo lontani dal recupero delle perdite avute nei trimestri precedenti. Nonostante questa situazione, tutti sappiamo che Modena resta una delle motrici economiche e produttive fondamentali del Paese. 11 12 8 7 Il «sistema» è fermo Ma tutto il «sistema» che le ruota intorno è fermo. Ha perso capacità innovativa e, permettetemi di usare questa espressione, ha perso grinta. Dunque, restare ad attendere che «passi la nottata» sarebbe quanto di più sbagliato. Una realtà produttiva come la nostra ha registrato, nell'annus horribilis 2009, una perdita nelle esportazioni pari a 2,7 miliardi di euro. La globalizzazione non ci deve spaventare Da qui, pertanto, bisogna ripartire, con un approccio rinnovato. Rigettare la globalizzazione è assurdo. Centralità dell'export significa, infatti, anche un «lavoro culturale» di apertura al mondo, che è luogo di incontro di persone, storie, visioni, religioni e anche ambito di scambi. La nostra idea di territorialismo economico vuole tenere insieme due aspetti. Da un lato, la dimensione del territorio in cui siamo immersi, per il quale siamo produttori di benessere e, insieme ad altri soggetti, i garanti della coesione sociale. Dall'altro la proiezione internazionale. Questo ci permette di portare i nostri talenti in Paesi lontani e presso culture a noi non familiari. Il ruolo della politica locale C'è, infatti, una questione che riguarda la politica regionale e una che concerne quella locale. A entrambe rivolgiamo il nostro 13 appello a intensificare la loro azione nelle direzioni prioritarie per riportare al centro dell'agenda la tematica dello sviluppo economico. Diamo atto all'amministrazione provinciale e a molte amministrazioni comunali di aver messo in campo programmi di intervento sociale ed economico e operato una preziosa attività di moral suasion nei riguardi degli istituti di credito. E anche la Regione ha saputo essere propositiva nel varo di misure anticrisi. Penso per esempio al sostegno economico per gli ammortizzatori sociali in deroga, e, provvedimento recentissimo, alla costituzione di un fondo di co-garanzia da 50 milioni di euro a supporto dell'attività dei consorzi fidi. Ma c'è bisogno, davvero un grande bisogno, di uno sforzo ulteriore. Le difficoltà sono tante e la lettura delle misure necessarie per recuperare lo sviluppo perduto non può essere univoca. Parlando dell'Italia si fa spesso riferimento a un paese lacerato e in preda a eterni conflitti. Purtroppo mi duole constatare che anche le nostre realtà locali, soprattutto in questi ultimi tempi, sono afflitte dal male antico del «tutti contro tutti». In questa situazione è assolutamente necessario che tutte le forze politiche trovino convergenza di pensiero almeno sulle direttrici principali. Perché senza questa convergenza di intenti la nostra comunità non potrà che indietreggiare sulla via dello sviluppo e della coesione. 14 9 10 Due progetti non bastano Due sono i progetti di notevole rilievo per il futuro di Modena. Il Tecnopolo per l'Ict di Cittanova e lo scalo merci di Marzaglia. Entrambi necessitano di risorse idonee. Per il Tecnopolo la giunta di Confindustria Modena ha già deliberato un finanziamento di 500.000 euro per partecipare alla società che dovrà dare avvio alla costruzione degli spazi collettivi. Sono certo che a breve la giunta della Camera di Commercio darà un sostegno concreto all'iniziativa. E mi attendo che anche la Regione possa supportare questo importante progetto. Il posizionamento del Polo, all'intersezione delle due autostrade, è ideale per creare a Modena una maglia fondamentale della rete italiana del sistema delle informazioni. E siamo a buon punto anche col progetto funzionale dello scalo merci di Marzaglia. Un'opera che da sempre consideriamo assolutamente strategica per la ripresa. Trasporti intermodali Emilia (Tie), la società che come associazione degli industriali partecipiamo al 10 per cento e che ho l'onore di presiedere, ha commissionato lo studio di fattibilità a un gruppo accademico di ricerca (Università di Parma e Istie di Trieste) estremamente qualificato. Lo studio, che sarà reso pubblico in Camera di Commercio entro luglio, mette in evidenza l'autentica portata dello scalo merci per l'economia delle due province di Modena e 15 16 15 Reggio Emilia. Che insieme rappresentano una potenza esportatrice: 22 miliardi di euro nel 2008, in epoca pre-crisi. Per quanto riguarda invece i collegamenti e i raccordi infrastrutturali dello scalo, abbiamo perso anche troppo tempo. Ora attendiamo al più presto una risposta da parte del Cipe. Posso però anticiparvi che, lavorando insieme al Comune di Modena, siamo riusciti a otterere in via provvisoria, sottolineo provvisoria, la possibilità di un primo collegamento stradale. Ciò consentirà di avviare le attività dello scalo quasi in contemporanea con l'inizio dell'attività ferroviaria. Stiamo parlando di due progetti fondamentali, ma da soli non sufficienti per ricollocarci in modo consono negli scenari che si disegneranno all'indomani di questa lunga recessione. Ci vuole una visione di lungo termine Occorre, quindi, affiancare rapidamente altri progetti di respiro strategico perché a una situazione di crisi si reagisce soltanto rilanciando, e non facendosi sopraffare o travolgere. In questo senso gli stati generali annunciati dal Comune di Modena devono rappresentare un'occasione da cogliere e sfruttare al meglio. Perché Modena rappresenta una realtà troppo importante per non assumersi anche l'onere di una visione più ampia di quella collegata alle due direttrici nord-sud. Deve sapere posare uno sguardo prospettico, alto, su tutto il territorio circostante, quello compreso tra l'area Nord e Sassuolo e tra Vignola, Castelfranco e Nonantola. Un sistema intercittadino che metta in condizione il capoluogo di essere fulcro culturale ed economico permettendo una crescita equilibrata degli abitanti e di conseguenza una maggiore efficienza nei servizi. Vorrei a questo proposito sottolineare di nuovo come la Regione Emilia-Romagna debba definire una volta per tutte il ruolo di Bologna all'interno degli equilibri regionali. I costi di un policentrismo debole oggi non sono più sostenibili. Il sistema industriale troverebbe più efficienze e azioni sinergiche in un'area metropolitana vasta che va da Bologna a Reggio Emilia. • 11 Davide Malagoli; • 12 Marcello Masi con Pietro Ferrari e Maurizio Sacconi; • 13 Giovanni Arletti; • 14 Sergio Sassi; • 15 Antonio Panini con Marco Panini e Danilo Montecchi; • 16 Luca Panini e Marco Stella; • 17 Ivano Passini, Alessandro Baschieri e Fabio Poli 17 Eventi | Assemblea 18 • 18 Egidio Pagani, Emilio Sabattini e Benedetto Basile; • 19 Pietro Ferrari ed Elena Lancellotti; • 20 Gianni Verzelloni con Silvana Luppi Cavalcanti; • 21 Sergio Sassi, Riccardo Bertolini e Stefano Betti; • 22 Paolo Ferrari e Tarcisio Fornaciari; • 23 Ivano Selmi e Gianfranco Levoni Anche le pmi devono fare un salto di qualità Come noto a tutti, le Pmi sono il nucleo del nostro apparato industriale. Sono il cuore d'acciaio del nostro territorio, se pensiamo al coraggio degli imprenditori che le conducono in fasi difficili come queste. Ma bisogna intendersi su cosa significa «piccolo», evitando certi elogi enfatici della piccola impresa, rivelatori, a conti fatti, solo di una scarsa conoscenza di questo fondamentale ambito del mondo industriale. Come meglio di chiunque altro sanno i colleghi imprenditori, ciò di cui abbiamo bisogno per posizionarci bene e andare alla conquista dei mercati di Brasile, Russia, India e Cina è un salto di scala dimensionale. Le imprese che vogliono affrontare l'Oceano Pacifico, necessitano di sostegni, supporti, aiuto per strutturarsi e diventare più grandi; e devono potere contare su dimensioni anche patrimoniali maggiori di quelle attuali. Non si va alla guerra della competizione globale col moschetto e la baionetta. Si deve cessare di spargere l'illusione che rimanendo tale la microimpresa possa essere competitiva. E che, grazie ad essa, la 42 OUTLOOK 19 popolazione dei nostri territori abbia a disposizione un ombrello protettivo eterno e inscalfibile. Gli imprenditori che hanno contribuito all'industrializzazione delle nostre terre sanno benissimo che non è così. Sono i primi a dirlo e a testimoniarlo, e chiedono alla politica non parole, ma misure fattive che agevolino il loro passaggio di scala dimensionale. Questo Paese ha bisogno di investire di più, molto di più, sulla ricerca. E tutti sono consapevoli che la ricerca e l'innovazione possono essere praticate e incentivate soltanto da imprese dotate di una dimensione adeguata. Le imprese hanno bisogno di strumenti finanziari all'altezza. Ci vogliono consorzi fidi che possano offrire sempre maggiori garanzie. Pertanto, invito ancora una volta gli amministratori del Cofim, di cui pure posso comprendere le preoccupazioni, a guardare al di là del giardino di casa, e a capire a fondo le nostre ragioni per fare sistema. Puntare sulle reti d'impresa Bisogna spingere, decisamente e nettamente, l'acceleratore sulle aggregazioni tra imprese. Non è facile, ne siamo consapevoli. D'altronde, non si può pensare di uscire da una situazione tanto complicata mediante ricette facili. Occorrono, quindi, forme più moderne di aggregazione e collaborazione tra le imprese, incentrate non solo sull'identità territoriale, come nel caso dei nostri distretti, ma anche su modalità organizzative che puntino a superare la dimensione locale, sostenendo adeguatamente i processi di internazionalizzazione, promuovendo la sussidiarietà tra gli imprenditori e facilitando l'innovazione. Questa, per l'appunto, è la finalità delle reti di impresa, 20 come recita la legge 33 del 2009 di cui attendiamo con impazienza i decreti attuativi. E sulle reti d'impresa Confindustria e Confindustria Modena, come sapete, hanno deciso di scommettere con forza. Al riguardo, possiamo dire con orgoglio che la nostra associazione sta diventando un punto di riferimento all'interno del sistema associativo nazionale. Capitale umano e innovazione La ripresa si gioca, dunque, sulla capacità di operare senza esitazioni e di fare impresa; sull'internazionalizzazione e sulla dimensione. Ma anche su un terzo fronte, quello dell'innovazione, di prodotti e processi, inscindibile da quello del capitale umano. Un contributo al tema della valorizzazione del capitale umano lo abbiamo portato anche noi, sottoscrivendo un protocollo di intesa con l'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, con particolare riferimento ai dottorati di ricerca. Questo accordo realizza condizioni di maggiore cooperazione tra università e mondo produttivo per favorire l'innovazione e la creatività, lo sviluppo di nuove competenze e la diffusione di una seria cultura imprenditoriale e del rischio. Ad esempio, l'ateneo informerà la nostra associazione circa gli argomenti delle tesi di laurea che saranno discusse nelle varie sessioni; al contempo, Confindustria Modena promuoverà presso le imprese associate il dottorato di ricerca, evidenziandone le opportunità. La qualità delle classi dirigenti La qualità delle persone che compongono le classi dirigenti della società è fattore determinante per la competizione di un sistema 22 21 Paese. È per questo che pensiamo che le élite, ovvero tutti coloro che ai vari livelli sono chiamati a operare scelte per la collettività, debbano introdurre e accompagnare il rinnovamento e non temerlo, o peggio ancora, avversarlo. Tornando alla dimensione locale, crediamo sia particolarmente opportuno insistere sulla questione, più generale, della rappresentanza. Essa deve costituire un'occasione di sviluppo complessivo della città e del territorio, e non trincerarsi dietro rendite di posizione (un rischio che si intravede in alcuni casi) finendo per identificarsi come un ostacolo e un freno. Il ruolo della Camera di Commercio La Camera di Commercio è il luogo naturale di concertazione e di conciliazione tra le esigenze delle varie categorie economiche. Deve impegnarsi a trovare la sintesi tra le diverse visioni ed esigenze delle associazioni che rappresenta, valorizzandone le differenze e riconoscendo i ruoli che ognuna ricopre nel contesto provinciale. Il tutto all'insegna di valori e mediazioni alte. Confindustria Modena ha sempre cercato di fare coincidere le proprie proposte con le istanze più generali della comunità. Ma è anche del tutto evidente che all'interno della Camera di Commercio il comparto dell'industria, per la sua consistenza e per la sua capacità unanimemente riconosciuta di acceleratore dello sviluppo, costituisce una presenza fondamentale. Proprio per questo abbiamo sempre partecipato con forte senso di collaborazione al lavoro dell'ente camerale, sacrificando in qualche caso la primogenitura di idee e la capacità di portarle avanti, forti dello spirito che da 23 sempre ci ispira: raggiungere obiettivi utili allo sviluppo della nostra comunità. Ora le difficoltà del momento impongono a tutti, e quindi anche all'organo camerale, un ulteriore salto di qualità evitando tentazioni o scorciatoie corporative come via di risoluzione dei problemi. Solo così la Camera di Commercio potrà collocarsi come riferimento per un dibattito costruttivo e propositivo sugli anni a venire della nostra provincia. E dovrà essere in grado, tra le altre priorità, di riconsiderare il tema del marketing territoriale, incentivandolo quanto maggiormente possibile. Poiché, come dimostrano le più qualificate esperienze internazionali, il marketing territoriale costituisce sempre più un'arma efficacissima a disposizione delle realtà locali per potenziare il proprio sviluppo economico. Ecco perché le aziende speciali Promo e Promec, le cui compagini sociali sono state da poco ridefinite, ci offrono due opportunità da sfruttare al meglio. Ma direi di più: nel caso di Promec andrebbe potenziata la parte di attività indirizzata all'accoglienza dei partner esteri, magari attraverso programmi che mettano bene in evidenza le qualità del nostro territorio e quindi del nostro sistema produttivo. La crisi è ancora qui. Ma possiamo trasformarla in un’opportunità La crisi è ancora qui. Incombe minacciosa sulle nostre teste. Le nubi che hanno portato questo «cigno nero» non si sono ancora diradate. Ma, come dice Jacques Attali, «qualsiasi minaccia è anche un'opportunità; quando si arriva a un punto di rottura, siamo costretti a riconsiderare il nostro posto nel mondo e a cercare un'etica dei comportamenti completamente nuova. Sopravviverà di noi solo chi avrà fiducia in se stesso e non si rassegnerà». Questo è il senso di una mission aziendale correttamente intesa, ed è anche quello che cerca di fare, e dovrà fare sempre di più, a tutti i livelli Confindustria, la nostra associazione. Che, in questa fase storica, mi sento di poter paragonare a un trattore (una macchina, al tempo stesso solidissima e tecnologicamente avanzata, tipica delle nostre terre) che riesce a inerpicarsi e a produrre lavoro anche sui terreni più impervi e, all'apparenza, impraticabili. Solida perché ha tenuto ben saldo il volante cercando di mantenere la maggior parte delle nostre aziende attive e di salvaguardare ovunque l'occupazione. Solida perché impegnata nel tenere unito il fronte degli imprenditori e delle aziende, tutte le aziende. Solida anche, non da ultimo, perché ha dimostrato di non voler rincorrere l'audience a tutti i costi, evitando di fare dichiarazioni roboanti, come hanno fatto, invece, altri. La paura è il nome che diamo alla nostra incertezza, alla nostra ignoranza verso ciò che ci minaccia o verso ciò che c'è da fare.È il «cigno nero» di cui parla Taleb, e da cui sono partito all'inizio di questa mia relazione. L'evento imprevedibile che entra nelle nostre esistenze e ne cambia il corso e la direzione di marcia. Ci sono tantissime cose da realizzare per riportare l'economia nella giusta carreggiata. Noi ci siamo, abbiamo proposte e idee. E la giusta perseveranza nel volerle realizzare. Non abbiamo pretese di autosufficienza, né ci sentiamo i più bravi. Anzi, tendiamo le braccia a tutti coloro che condividono questa visione di crescita, di sviluppo equili- OUTLOOK 43 Eventi | Assemblea Il profilo L’esperto del lavoro 24 N ato a Conegliano Veneto (Treviso) nel 1950, sposato e con un figlio, Maurizio Sacconi è laureato in Giurisprudenza. È docente di Economia del lavoro presso la facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata. Dal 1995 al 2001 è stato funzionario dell’International Labour Office di Ginevra, agenzia specializzata delle Nazioni Unite, con la qualifica di direttore dell’ufficio di Roma. Ha iniziato il suo percorso politico nel 1979 come deputato al Parlamento italiano, dove è rimasto per quattro legislature: ha svolto l’attività parlamentare nella Commissione industria e successiva- 25 L’esponente del governo ospite degli industriali modenesi • 24 Il magistrato Giuseppe Tibis, il comandante della Guardia di Finanza Alberto Giordano, il rettore dell’Ateneo modenese Aldo Tomasi, il presidente del consiglio regionale Matteo Richetti, il presidente del Tribunale di Modena Mauro Lugli e l’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli; • 25 Giuseppe Molinari, Fabio Golinelli e Riccardo Bertolini; • 26 Il presidente della Camera di Commercio Maurizio Torreggiani, il questore Salvatore Margherito e il comandante dei Carabinieri Salvatore Iannizzotto; • 27 Giuseppe Tibis e Alberto Giordano; • 28 Maurizio Sacconi e Isabella Bertolini Vogliamo un’Italia con meno Stato e più società brato e di miglioramento della società. E li invitiamo a operare con noi e a trovare quanti più punti di intesa e di azione comune possibili. Crediamo profondamente, da buoni emiliani, nell'importanza dello stare assieme e del farci guidare da istituzioni sagge e responsabili. E, parafrasando John Fitzgerald Kennedy, riteniamo non sia più il momento di chiederci che cosa può fare il nostro territorio per noi: dobbiamo invece imparare a chiederci che cosa possiamo fare noi per il nostro territorio. A mio avviso, tutti insieme, possiamo fare tantissimo. 26 Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi ha illustrato gli interventi dell’esecutivo per affrontare la crisi economica e per ridare competitività al Paese 27 La crisi del debito sovrano Alcune delle economie europee sono oggi impegnate in un passaggio epocale: la crisi del debito sovrano. Ripristinare lo status quo ante dei mercati finanziari è impensabile e irrealistico, perché indietro non si torna e difficilmente si avrà una situazione in cui la finanza tornerà a essere generosa nei confronti dei titoli rappresentativi del debito pubblico. Il mondo della finanza guarde- 28 rà sempre di più alla «sostenibilità» del debito statale: non conterà solo la dimensione in sé, ma sarà preminente la valutazione della dimensione aggregata del debito stesso. In altre parole, non vi è dubbio che la sostenibilità del debito pubblico si lega alla ricchezza della nazione e alla dimensione del suo debito privato. Occupazione e finanza pubblica Le nuove tecnologie hanno portato alla contrazione dei livelli occupazionali. Nel secondario come nel terziario razionalizzazione e riorganizzazione dei processi produttivi sono una necessità. Come mantenere e incentivare l'occupazione, di fronte a cambiamenti di questa portata, è il grande dilemma dei nostri tempi. La leva della finanza pubblica va limitata a poche priorità. Per ora il governo ha deciso di destinare le scarne risorse in suo possesso per la realizzazione di infrastrutture immediatamente cantierabili e per il sostegno alle reti d'impresa. Meno Stato e più società Mettendo in pratica il concetto di «meno Stato e più società» il treno della ripresa economica può essere agganciato. «Meno Stato» deve significare meno regole, meno spesa corrente, meno strutture soverchie e minore intermediazione politico-istituzionale nella vita di ogni giorno. Il governo sta lavorando per ridurre il perimetro della pubblica amministrazione, per semplificare quello che non a torto è definito «carroz- mente nella Commissione bilancio. Dal 1987 al 1994 ha ricoperto il ruolo di sottosegretario al ministero del Tesoro, mentre nel primo governo Amato (19921993) ha curato la riforma delle amministrazioni pubbliche e del pubblico impiego. Dal 2001 al 2006 è stato sottosegretario al ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Dal 2006 al 2008 è stato senatore e capogruppo in Commissione lavoro per il gruppo parlamentare di Forza Italia. Dall’8 maggio 2008 è ministro del Lavoro, salute e politiche sociali. È presidente dell’Associazione Amici di Marco Biagi. zone», per renderlo più snello e performante. Un esempio? Tanto per cominciare, il mio dicastero accorperà in unico ente Ispesl, Ipsema, Inail. Questo perché è un'anomalia tutta italiana quella di conservare una pluralità di istituzioni pensate per lo stesso scopo. Per completare la formula iniziale, «più società» vuol dire più mercato, più sussidiarietà (strada obbligata per ridimensionare la spesa pubblica corrente) e dunque più responsabilità degli attori sociali coinvolti nella partita economica. L'Italia, per progredire, deve riconoscere all'impresa la possibilità di nascere e svilupparsi secondo criteri di libertà responsabile. L'impresa produce un valore sociale che non può essere ignorato. E i tempi sono ormai maturi per OUTLOOK 45 Eventi | Assemblea sce sia il diritto per la pensione di anzianità sia per quella di vecchiaia. BPER PER IL TERRITORIO accordo di collaborazione con le imprese di Confindustria Modena agire direttamente anche sulla Costituzione: sessant'anni fa i padri costituenti percepivano la libera impresa e l'imprenditore come un pericolo per l'armonia della collettività; oggi il mondo è mutato e il «fare impresa» non è più considerato un attentato al bene comune, bensì uno degli elementi di forza di una società. Regioni, province e federalismo fiscale Le Regioni, che chiedono un volume maggiore di trasferimenti dallo Stato, dovrebbero come prima cosa aggiustare il tiro sulla negativa politica della moltiplicazione di enti e agenzie inutili. Infatti, non vi è dubbio che ridisegnare funzioni e scopi degli organismi pubblici riguarda anche la periferia. Nell'ambito della manovra finanziaria si è avviato un percorso razionalizzazione delle province. Al centro della discussione c'è un'entità territoriale che possa mediare tra la dimensione del Comune (che spesso è un micro-soggetto) e quella della Regione, e che preveda forme associative obbligatorie per gli enti fino a 300.000 abitanti. C'è un aspetto importante che riguarda la scomposizione in enti locali del nostro Stato: il federalismo fiscale darà la possibilità agli enti locali di porre sotto controllo la 46 OUTLOOK spesa sanitaria e quella previdenziale. Senza contare che, una volta entrato a regime, rappresenterà la miglior garanzia per il contenimento delle spese pubbliche. Non sarà più possibile bluffare sui bilanci: coloro che sono virtuosi saranno immediatamente riconoscibili. La disciplina di bilancio non solo non produrrà effetti depressivi sull'economia locale ma libererà risorse utili per la ripresa. Sistema previdenziale Sono tre le novità in tema di previdenza sociale introdotte dal governo, che qui rappresento. La prima, in vigore da inizio gennaio, riguarda i coefficienti di trasformazione, per cui la prestazione previdenziale viene plasmata sulle aspettative di vita. È dal 1995 che se ne parlava ma finora, incredibilmente, non si era mai trovata l'occasione giusta per rendere questi coefficienti effettivi. La seconda novità riguarda il collegamento diretto tra l'età di pensione e l'aspettativa di vita: le proiezioni statistiche fanno pensare che, progressivamente, si potrà spostare il trattamento di quiescenza all'età di 70 anni. La terza misura è quella delle «finestre mobili»: si tratta di una decorrenza previdenziale personalizzata, collegata al momento in cui si acquisi- Barra dritta sulla formazione L'errore più grossolano che si possa compiere in questo momento è considerare gli ammortizzatori sociali come uno strumento utile solo sul fronte della conservazione del reddito. Occorre invece fare un passo in avanti e legare l'integrazione del reddito alla formazione professionale: lo stop della produttività deve essere sfruttato per fornire ai lavoratori nuove competenze. Le Regioni, con l'ausilio di associazioni di categoria e di enti bilaterali, dovrebbero insistere sulla creazione di corsi professionalizzanti e seminari di orientamento formativo, facendo il possibile perché l'incontro tra domanda e offerta di lavoro sia di maggiore qualità. Anche perché il tempo degli sprechi è finito: è assolutamente necessario drenare risorse verso una formazione davvero efficace, che guardi di più alle persone da formare e non ai formatori. Cooperazione e dialogo per la ripresa Dobbiamo tutti insieme fare uno sforzo e uscire dalla logica dello scontro e del conflitto, tanto in politica quanto nelle relazioni industriali. Se c'è una possibilità per agganciare la ripresa, benché discontinua e selettiva, essa va cercata nella cooperazione e nel dialogo tra istituzioni e parti sociali. Messaggio pubblicitario - giugno 2010 La svolta di Pomigliano L'accordo che faticosamente si sta tentando di costruire negli stabilimenti Fiat di Pomigliano d'Arco vale molto di più di una legge di incentivazione. Marco Biagi era solito dire che «non esiste un incentivo finanziario che possa compensare un disincentivo normativo prodotto da leggi o contratti». A Pomigliano le parti sociali, in un processo di mutuo adattamento, stanno contemperando le esigenze di competitività dell'impresa alle esigenze di qualità del lavoro. Per la prima volta azienda e lavoratori potrebbero mettersi intorno allo stesso tavolo per discutere di collocamento, formazione, ammortizzatori sociali e sicurezza sul lavoro. consulenze e servizi per la tua impresa un’offerta completa per crescere e consolidarsi disponibili finanziamenti per 30 milioni di euro Eventi | Assemblea Franco e Matteo Bertoli - pallavolisti e collezionisti di orologi P r e z i o s e q u a l i tà da tramandare P L’Atelier non è affiliato ai marchi qui commercializzati Atelier di orologeria - gioielli - Orologi d’epoca e moderni Via Castellaro, 8 - 41100 Modena Tel: +39 059-4279430 / Fax: +39 059 2138227 / www.danielanardi.it L’atelier Daniela Nardi nasce dalla passione per l’orologeria d’alta gamma. Gioielli ed orologi nuovi e da collezione; il laboratorio interno, qualificato per ogni tipo di assistenza, è garanzia di professionalità. Formazione Premiati sedici studenti dell’Itis Corni Patek Philippe, Nautilus ref 5712/1A er celebrare il Centenario di Confindustria e testimoniare il valore e l'importanza della promozione della formazione tecnica, Confindustria Modena ha scelto di premiare con 16 borse di studio altrettanti ragazzi dell'Istituto tecnico industriale statale Fermo Corni di Modena. Le borse di studio sono state attribuite in base al voto finale determinato dagli scrutini ai migliori studenti di ogni anno (dal primo al quarto), come premio per le qualità dimostrate nello studio e come incentivo a proseguire la carriera scolastica. I riconoscimenti sono stati consegnati alla fine dei lavori dell'Assemblea generale di Confindustria Modena dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi e dal presidente degli industriali modenesi Pietro Ferrari, alla presenza della preside dell'Itis Corni Francesca Giuliani e del vicepreside Mario Noli: a essere premiati gli studenti ammessi al secondo anno (Sara Apicella, Simone Brunelli e Silvio Zanoli), quelli ammessi al terzo anno (Tobia Donini, Lorenzo Franchini, Matteo Gabrielli, Andrea Monari e Alberto Zagni), quelli ammessi al quarto anno (Fabio Ansaloni, Adriano Stefani, Andrea Tardini e Linda Venturi) e, infine, quelli promossi al quinto e ultimo anno (Marco Borsari, Issam Chaouch, Martina Nenni e Jacopo Silingardi). Sara Apicella Simone Brunelli Silvio Zanoli Tobia Donini Lorenzo Franchini Il padre di Matteo Gabrielli Andrea Monari Alberto Zagni Fabio Ansaloni Adriano Stefani Andrea Tardini Linda Venturi Marco Borsari Issam Chaouch Martina Nenni Jacopo Silingardi OUTLOOK 49