Per il nostro calendario delle feste, tanti percorsi metropolitani

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Per il nostro calendario delle feste, tanti percorsi metropolitani
Parigi: museo Quay Branly e Tour Eiffel
Londra: Hampstead, la casa dell’ammiraglio Boom di Mary Poppins
Parigi, Londra e le altre…
Winter in Europe
Londra: il Tamigi
Parigi: la Senna
Per il nostro calendario delle feste,
tanti percorsi metropolitani.
Parigi e Londra – le più amate e le
più vitali – ma anche Riga, Vienna,
Dublino, Budapest, Amsterdam,
Copenaghen… Itinerari artistici e
gourmand, tante proposte lontane
dall’ovvio per scenari che sanno
sempre sorprendere
di GUIDO BAROSIO e ALESSANDRO DEFILIPPI
foto GUIDO BAROSIO
E
sistono molte dimensioni del ‘viaggiare’, dal nomadismo
senza ritorno al turismo organizzato. Come in un menù
à la carte ciascuno identifica il proprio percorso ideale,
mettendo in ordine priorità e budget. In queste ‘mappe
personali’ il turismo metropolitano occupa, da sempre,
una posizione prioritaria. Alternativa, ma non antitetica,
all’esplorazione dei grandi spazi – oceani, deserti e foreste – che privilegia il ‘vuoto’ e l’immersione nella natura al ‘pieno’ urbano, fatto di
tendenze e sapori, arti e people, incontri tra realtà in continuo movimento. La nostra scelta ha privilegiato gli scenari – Parigi e Londra –
da sempre in testa (a livello mondiale) in ogni classifica di gradimento insieme a New York: città-mondo dove si incrociano aspirazioni, novità cosmopolite, cultura e culture in rapida sintesi, evidente monumentalità e futuro anticipato, da cogliere appena si alza il sipario. A parte, abbiamo annotato il carnet di ‘altre’ metropoli, meno gettonate
ma ricchissime di eventi e di proposte. Tutte in Europa, col Vecchio
Continente ‘pronto al via’. Oggi come sempre.
nologia con la capacità di raccontare, di ‘fissare’ sulla carta emozioni e storia, personaggi e scenari. Curiosamente il
caso (il caso?) ha voluto che l’expo sullo Studio Ghibli di Miyazaki tralasci l’opera cinematografica per puntare sul disegno dei layout: 1300 ‘opere uniche’ che sembrano collegare due mondi solo apparentemente lontanissimi.
Godetevi le esposizioni il medesimo giorno, lasciate che
lo sguardo si contamini, vincerà il Giappone dei ‘dettagli che incarnano l’arte’, di un sofisticato (e minimalista)
impero della grafica che seduce nei minimi dettagli. Frutto di una sensibilità superiore, emozionante, da godere
stropicciandosi gli occhi.
Bouquiniste lungo la Senna
La piramide del Louvre
Sotto: rinoceronte alla Gare d’Orsay
PARIGI, SAPORI E VISIONI D’ORIENTE
Non c’è niente come Parigi. Se fossimo a teatro diremmo che la scena prende immediatamente il sopravvento sul contenuto. Che il contenitore mozza il fiato prima
che gli interpreti squadernino il copione. Parigi è nata per
essere bella, per nanificare i rivali coi propri monumenti,
ma – ancora di più – per intimidirli con la ‘disposizione
scenografica del maestoso’; dove fiume, palazzi, boulevard,
antico e contemporaneo, sembrano rispondere ad un unico disegno, anche se composto da mani geniali e diverse. Talenti attivi attraverso i secoli ma prigionieri di un
medesimo regista, irresistibilmente efficace nel posizionare architetture, chiese, ponti, magie di pietre e mattoni pronte per essere ammirate e vissute. Una calamita formidabile e ‘globale’, dove ‘il nuovo’ arriva per conquistare un palcoscenico pronto coi suoi riflettori, con la sala
già gremita che non vede l’ora di applaudire… Il mondo
2.0 dei new media china il capo rispettoso: Parigi ‘comunica sempre’, per storia e nobiltà; fondamentale è guadagnarsi un posto nel cast.
Hokusai e Miyazaki: il Giappone delle meraviglie
Come molte volte accade a Parigi, sembra esista un regista anche quando non c’è. Fino al 18 gennaio – al Grand
Palais – e fino al 1° marzo – nel nuovo museo Art Ludique
– dialogano a distanza due icone del Giappone grafico
e pittorico: Hokusai e Miyazaki. Il primo – raffinato autore delle 36 vedute del Fuji, ma anche ideatore degli universalmente noti manga – il secondo regista visionario e
poetico di ‘storie disegnate’ indimenticabili. Tra i due passa un secolo e mezzo di anagrafe, ma il mondo che rappresentano sembra essere il medesimo: nasce in punta
di penna e di pennello, travalica la storia, supera la tec178
Parigi vista da Hokusai
Museo Quay Branly
Quai Branly: i Maya nella ‘casa del mondo’
Se amate le genti che popolano il Mondo, il Quai Branly
è la vostra casa. In questo sorprendente museo-creatura, concepito da Jean Nouvel, trovano asilo opere formidabili provenienti da Asia, Africa, America e Oceania: le
arti dei ‘popoli naturali’, meravigliosamente ambientate
in un percorso nel tempo e nello spazio che si ripercorrerebbe all’infinito. In più mostre temporanee che ‘isolano’ e contestualizzano popoli e temi, come nel caso di
‘Maya, rivelazione di un tempo senza fine’ (fino all’8 febbraio), che mette in scena un mondo alieno e affascinante, una cultura dalla forte identità che stabilì leggi proprie
per il tempo e l’astronomia, l’arte, la fede e l’architettura.
Nel percorso opere splendide e complesse, ammirabili prima ancora di averle comprese, emozionati quando la rotta della mostra rivela, spiega, racconta…
Bene, ma quando uscite – dopo tanta bellezza
– avrete fame? E allora lasciate che Parigi, coi
suoi bistrot, riprenda il potere.
In zona il nostro preferito è il Tabac de l’Université (151, rue de l’Université, tel.
01.45513324): tavolini e veranda,
sapori fragranti (un rognone e una
tartare da applausi) e vino sincero, conto modesto e
ambiente ruspante. Da
non perdere. A 10 minuti (a piedi) dalla Tour Eiffel,
e dalla ‘casa del mondo’, la
Francia dei sapori vi confermerà di essere nella capitale del
Mondo.
Soluxe 59: in tavola la Cina
imperiale
Lasciate da parte la Cina,
fragorosa e ridondante,
dei migliori ristoranti
nostrani. Voltate decisamente pagina e fate un
viaggio nel tempo. Soluxe 59 (59, avenue Raymond Poincaré, tel. 01.
Soluxe 59: l’anatra laccata
A fianco: lo chef del ristorante Soluxe 59
In basso: opere Maya esposte
al Quay Branly
56903318, www.soluxe59.fr) è un posto che in Italia non
esiste, celebra i fasti imperiali in un luogo dove – per classe e cura dei dettagli – sembra di essere approdati
all’ultima versione di un sogno elitario: anni ’30 e ’40.
Ricchezza sofisticata, piatti come opere d’arte, livello di accoglienza impareggiabile, qui ogni cameriere
diventa maggiordomo, qui ogni cliente interpreta un ruolo cinematografico prima che gourmand. Aggiungiamo che
nella casa (dove cucinarono Ducasse e Robuchon) abitò Alfred Nobel, godendosi, prima di voi, questo piccolo
capolavoro neogotico e Art Nouveau. L’impero dei sensi proposto a tavola ci racconta le migliori ricette delle tradizioni cinesi maggiormente vocate: pechinese, cantonese e Hunan. Piatti perfetti, ricette impeccabili e grandi vini
francesi. Ma su tutto si eleva un capolavoro: l’anatra laccata in due cotture, specialità gourmand e scenografica.
01.53170244, www.lefooding.com/en/restaurants/restaurant-will-paris) si dispone in una sala piccola e raccolta (indispensabile prenotare), dove la cura dei dettagli cattura lo
sguardo che dimostra attenzione ai particolari. Il grande lampadario ‘a ragno’, coi suoi cinque steli, sembra evocare i
continenti di un viaggio epicuriano: approdo intimo e sofisticato per veri intenditori.
LONDRA: UNA CITTÀ COME UNA FORESTA
William Pradeleix
Parigi: Arc de Triomphe
Ve la porteranno davanti cotta a puntino, la libereranno
della pelle (delizia suprema del palato) con maestria chirurgica, per poi riproporvela perfettamente ‘saltata’ e fragrante. Ci sono emozioni edibili che valgono un viaggio.
Questa.
Parigi: i passages
Will: il viaggio dei sapori
Monsieur William Pradeleix, uno chef che farà molto parlare di sé. Originario dei Paesi Baschi sta portando, nel
suo primo ristorante, i risultati di un percorso gastronomico iniziato a Londra e proseguito a Bora Bora: ricette
e piatti della tradizione francese riletti attraverso i viaggi
e il mondo, con particolare attenzione a un bagaglio ‘asiatico’ che segna le sue contaminazioni. Ma niente di estremo e stravagante, solo grande misura che incanta e stupisce. Nel giardino planetario di William i migliori prodotti vengono interpretati con mano sicura, e le preparazioni trovano nuovo vigore attraverso cotture e dettagli ormai inconfondibili. Dalla sua carta suggeriamo la ‘poitrine de cochon
confite du Cantal’ e il ‘ris de veau glacé’: piatti dai nomi austeri che sorprendono per delicatezza.
Aggiungiamo ancora che il Will (75, rue Crozatier, tel.
Arrivare a Londra in treno è un’altra cosa: forse perché
siamo nutriti di libri e di film che ci hanno raccontato i viaggi sull’Orient Express, terminal Victoria Station. Forse perché il treno è diverso: restituisce il tempo del viaggio e
permette all’anima di prendere le misure. E così, da Torino
a Parigi e da Parigi, Gare du Nord, a Saint Pancras,
Londra. Una stazione neogotica che, quando scendi
dall'Eurostar, ti pare d'essere arrivato a Hogwarts, versante Harry Potter.
E Londra è una città fatta di villaggi, che restituisce al viaggiatore il senso dell’estraneità e della familiarità: sei nella city e pensi a New York; fai un salto a Hackney ed eccoti nella piazza di un villaggio del Devon o del Kent. A Londra ti puoi smarrire: Walter Benjamin, in ‘Infanzia berlinese’, scrive: «Non sapersi orientare in una città non significa molto. Ci vuole invece una certa pratica per smarrirsi in essa come ci si smarrisce in una foresta». Se vuoi
fare il flâneur, questa è la tua città. E allora, perdiamoci.
Per farlo, questa volta noi abbiamo scelto due labirinti affascinanti e difformi: Hampstead e Greenwich, e vi raccontiamo cosa vedere e dove andare in questa stagione.
Hampstead: Scottish Eggs, Rembrandt e Mary
Poppins
Prima tappa, Hampstead, villaggio a nord di Regent's
Park. Cosa vedere? Facile: tutto. Dal borgo, ricco di pub,
ristoranti e case georgiane che si arrampicano sulla collina, ai parchi, dove i londinesi amano trascorrere la domenica (lo faceva anche Karl Marx, che cockney non era,
Greenwich: le palazzine dell’Osservatorio
ma che riposa poco più a nord, nel cimitero di Highgate).
Potete fare un picnic, passeggiare nei magnifici spazi verdi di Hampstead Heath (d'estate si fa anche il bagno nei
laghetti dei parchi). Ma non perdetevi una visita a Kenwood House, residenza del ’700 in un parco del colore
che solo i prati inglesi possiedono. Si entra e l’occhio cade
sulla collezione di quadri: Rembrandt, Vermeer, Gainsborough, Reynolds, Turner. Due passi tra gli alberi per arrivare a Hill Garden, dove esplorare La Pergola, uno dei
luoghi segreti della città. Una ‘stravaganza’ in puro stile
edoardiano, con porticati, pergolati (appunto!) e angoli
segreti. Sfiancati da tanta bellezza, ci si può ritemprare
in uno dei pub storici della zona. The Spaniards Inn (Spaniards Road, tel. 020.87318406), per esempio. Dickens,
cui è dedicata una delle due panche che fiancheggiano
l'ingresso, ne parla nei ‘Pickwick Papers’; mentre l'altra
panca è intitolata a John Keats, il poeta seppellito nel Cimitero degli Inglesi, a Roma. Noi ci siamo gustati delle Scottish Eggs, polpette di manzo e maiale in cui viene incastonato un uovo sodo, davvero eccellenti. Ma se tanta
virtù letteraria vi inquieta, fate un salto a The Holly Bush
(22 Hollymount, tel. 020.74352892), dove potrete assag-
Londra: le palazzine di Hampstead
giare uno straordinario Lamb Pie. Tra l'altro, nei dintorni
si può tornare bambini (e non solo…) di fronte alla casa
dell'Ammiraglio Boom, (sì, proprio quello di Mary Poppins),
in Admiral's Walk. Non potrete poi lasciare Hampstead,
magari per andare a vedervi un musical (noi abbiamo scelto ‘Memphis’, allo Shaftesbury Theatre, acquistando i
biglietti, il giorno stesso e scontati, da Tkts, in Leicester
Square), senza una tappa alla casa di Sigmund Freud, in
20 Maresfield Gardens. Commovente, con il famoso
divano per le sedute, coperto da un tappeto persiano. «Il
nostro ultimo indirizzo su questo pianeta», come scrisse
lo stesso Freud.
Greenwich: una visita al meridiano zero e non
solo…
Greenwich è un'altra faccenda. Estremo – o quasi – lembo della Grande Londra a est, parchi, musei, pub anche
qui. Ma, mentre Hampstead è un quartiere raffinato e silenzioso, Greenwich è movimento e mercati, turisti e l'idea
fissa del mare, l'autostrada dell'Impero britannico. Se ci
si arriva con la Dlr, la Docklands Light Railway (ricordatevi di ricaricare la vostra Oyster Card, il vero passapor-
Londra: la City
Hill Garden, La Pergola
Londra: il Shaftesbury Theatre
Londra: Hampstead Heath
L’altra Europa
di CECILIA DE RANIERI
La libreria di Kenwood House
Il National Maritime Museum
di Greenwich
Carmelo Carnevale
182
L’esterno di Kenwood House
to dei londinesi), non potrete fare a meno di ritrovarvi, dopo
pochi passi, di fronte al Cutty Sark, lo splendido tre alberi, varato nel 1869, che fece la rotta del tè dallo Uk alla
Cina. Restaurato dopo l'incendio del 2007, il Cutty Sark
è una tappa imperdibile, in cui potrete anche farvi fotografare alla ruota del timone, con lo sguardo perduto verso l'orizzonte. Dopo, si può fare un giro al Greenwich
Market (Greenwich High Road, una traversa di King
William Walk), per fare uno spuntino in uno dei banchi
british o etnici e raggiungere il National Maritime Museum,
dove, fino al 4 gennaio, potrete visitare la mostra ‘Ships,
Clocks and Stars’, dedicata alle tecniche per determinare la longitudine. Ne uscirete senza aver capito molto della longitudine – o almeno così è capitato a noi – ma con
la sensazione di aver gettato uno sguardo sulla Storia.
Prima di salire fino al Royal Observatory, vero cuore di
Greenwich, se vi sarà venuto appetito – come inevitabilmente accadrà… – fate una tappa da Goddards (22 King
William Walk), paradiso degli stomaci robusti, dove
gustare uno dei migliori Pie and Mash di Londra. Il Pie and
Mash è un piatto popolare, operaio, nato nel 1800: un
pasticcio di carne in una sfoglia, accompagnato da purè
e condito con liquor, la tipica salsa al prezzemolo, o con
un'ottima gravy, salsa di carne ben addensata con maizena o farina. Ritemprati dal Pie and Mash, si va verso
l'osservatorio. Si ammira Londra dall'alto, si visitano le
magnifiche sale (volendo si può esplorare la sorprendente e intrigante expo dedicata allo steam punk) e, infine,
ci si fa fotografare, da coscienziosi turisti, a cavalcioni del
Meridiano Zero, consapevoli di essere in uno dei centri
‘balistici e geometrici’ del mondo.
Italian Global Food
Nome: Carmelo. Cognome: Carnevale. Professione:
Head Chef al Rextail, Bar & Grill (13 Abermarle Street,
tel. 020.33011122, www.rextail.co.uk). Città natale:
Siracusa. Carica attuale: presidente dell’Associazione
Professionale Cuochi Italiani di Londra. La sua proposta – nell’esclusivo ristorante del gruppo Novikov – parte e arriva dall’Italia, per contaminarsi, e arricchirsi, con
i migliori prodotti made in Uk e con lo stile ‘american’
di questo spazio elegante ma informale, in assoluto
cosmopolita per scelta imprenditoriale e target di clientela. Dalle formidabili tagliate di angus alla pizza, dalla
pasta fatta in casa alle proposte mediterranee di mare,
al Rextail va in scena la cucina dell’abbondanza e dell’edonismo. Un Italian Global Food in continua evoluzione, con un set di personaggi dello spettacolo e della cultura, della finanza e della Londra ‘che conta’, universalmente frequentata per i sapori golosi e per ‘il piacere di farsi vedere’.
Ultima fermata: l'orrore e la bellezza
Ma non si può lasciare Londra in questa stagione senza aver visitato almeno altre due mostre: ‘Terror and
Wonder: The Gothic Imagination’ (British Library, fino
al 20 gennaio) e ‘Late Turner’, (Tate Britain, fino al 25
gennaio). Cosa dire di quest'ultima? Ci ammirerete i
dipinti degli ultimi anni di William Turner, tra i massimi
pittori dell'800, il ‘signore della luce’, e dovrebbe
bastare. Alla Bl, invece, troverete dalla prima edizione
de ‘Il castello di Otranto’ di Walpole, considerato l'antesignano del genere, fino ai Goth, spaziando da testi
introvabili al cinema, dalla cassetta con l'attrezzatura
del perfetto cacciatore di vampiri agli abiti di Alexander McQueen.
Infine, sazi e con gli occhi pieni di bellezza, si riprende
l'Eurostar, si attraversa la Manica come folletti in un cunicolo e ci si ferma, magari, a Parigi.
Che altro desiderare di più?
Ps. Se poi volete approfondire, e lasciarvi guidare nelle esplorazioni dalla nostra
‘travel’ preferita, contattate
Antonina Sciortino ([email protected];
Twitter @alfama_goa). Siciliana residente a Londra, guida
inesauribile, enciclopedica ed
energica, collaboratrice di
Torino Magazine (che non è
certo poco…), vi organizzerà
dei tour ‘tailor made’ su tutto
quanto raccontato e… molto
altro ancora. Meno frequentate dei ‘colossi’ Londra e Parigi, ma non
per questo meno belle: sono preziosi gioielli che, in questo periodo, si vestono di atmosfere affascinanti e vivaci. Mete di nicchia, impreziosite da mercatini, eventi
e tradizioni secolari, in grado di riscaldare le ultime, fredde, giornate dell’anno o le prime del prossimo.
✦ Riga: la più grande capitale dei Paesi baltici,
patrimonio Unesco, talmente sofisticata da essersi
guadagnata il soprannome di ‘Parigi del Nord’. Torri
e palazzi tipici dell’architettura anseatica si affiancano a edifici Art Nouveau e piazze medievali, in un puzzle di vie dalla storia lunga e silenziosa.
Capitale della cultura 2014, dal 29 novembre ospita
il tradizionale Mercato di Natale, ideale per acquistare oggetti artigianali, dolci tipici e regali particolari. Nello stesso periodo, due mostre dedicate all’oro del
Baltico: ‘L’ambra attraverso la storia’, al Museo di
Storia Naturale fino al 31 dicembre, e ‘L’ambra di
Tutankhamon’, al Museo d’Arte della Borsa fino al 25
gennaio. L’immancabile festa di Capodanno travolgerà il 31 dicembre Vecr| ga, la città vecchia, con balli, fuochi e musiche in pieno stile lettone.
✦ Vienna: un’anima musicale che ha ispirato compositori come Vivaldi, Mozart, Beethoven e Schubert.
Rinominata ‘città dei sogni’ per le atmosfere regali e
romantiche che la pervadono. A illuminare il suo
centro storico, patrimonio Unesco, saranno i consueti mercatini di Natale: i più famosi al Freyung, nella Vecchia Vienna, in Rathausplatz, in Stephansplatz, per
continuare in Maria-Theresien-Platz, in Karlsplatz e al
Belvedere, splendido nella sua maestosità barocca.
Il 31 dicembre sarà allestito il Silvesterpfad, un percorso gastronomico arricchito dalle esibizioni di artisti di strada e musicisti, mentre, a mezzanotte, si potrà
scegliere se ballare in Stephansplatz, sotto un cielo
di fuochi d’artificio, oppure ascoltare musica classica nei ‘templi’ Wiener Staatsoper e Volksoper. Al
Kunstforum Wien saranno esposte le opere di Henri de Toulouse-Lautrec, mentre l’Albertina darà una
casa alle creazioni di Joan Mirò, accanto a colossi dell’arte come Raffaello, Picasso, Goya. Al Kunsthistorisches Museum Wien, saranno ospitate le opere di
Velázquez e le ‘le teste composte’ di Arcimboldo. Nel
MuseumsQuartier Wien, angolo alternative-chic, il mercatino di artigianato e di gastronomia terrà compagnia al Leopold Museum, dove – insieme alle opere
di Schiele, Klimt, Magritte e Pollock – si potranno
ammirare quelle di Alberto Giacometti. Infine, il BelVienna
Riga
Copenaghen
vedere: ancora più affascinante, arricchito dalle tele
di Monet, Renoir, Van Gogh; subito fuori un intimo mercatino natalizio.
✦ Dublino: sembra di essere sospesi nel tempo, fra
tradizioni, folklore e musica irlandese. Un vivace
assortimento di negozi, luci, eventi e mercatini che non
lasciano spazio alla noia: Dublino si rivela una delle
mete più ricche per la fine del 2014. Vestita a festa,
si mostrerà nella sua bellezza in Grafton Street e in
O’Connell Street, addobbata da un albero luminoso
di 15 metri. Piste di ghiaccio, spettacoli ed esibizioni per le vie del centro, mentre le chiese della città
saranno rallegrate dai tradizionali Christmas Carols.
Al Docklands, su piattaforme galleggianti, tornerà il
mercatino di artigianato, mentre Temple Bar, cuore pulsante della città, proporrà moltissime attività per
grandi e piccini: proiezioni di film, letture, esibizioni,
bancarelle natalizie e molto altro. Al National Wax
Museum Plus saranno esposte le cere di celebrità e
personaggi famosi, fra cui Babbo Natale; mentre, per
i più piccoli, al Winter Funderland si riuniranno giostre
di ogni tipo e dimensione. Immancabili l’Old Temple
Bar Food Market, mercatino con prodotti tipici locali
biologici, e la Farmleigh House, dove, ogni weekend,
si ammireranno il mercato gastronomico, gli addobbi floreali e i cantastorie, in una magica atmosfera edoardiana. Merita una visita la splendida Guinness
Storehouse, dove il lungo viaggio nel mondo della birra culminerà al Gravity Bar, seduti a godersi
il panorama di Dublino, sorseggiando una pinta
appena spillata.
Gli ultimi tre giorni dell’anno saranno vivacizzati dal
New Year’s Festival: concerti, feste, eventi in stile irlandese nei pub secolari, mentre, in strada, saranno servite bevande e cibi locali. Per il 31 dicembre cori gospel
alla Christ Church Cathedral, fuochi d’artificio lungo
le rive del fiume Liffey e il grande concerto al College Green, accanto a un magnifico Trinity College,
appositamente illuminato per l’evento.
✦ Amsterdam: un’altra Venezia, anche se con uno
stile molto più bohémien. Città dai mille volti, talvolta intima e romantica, altre trasgressiva e seducente, Amsterdam trasuda fascino a ogni angolo. In inverno, più che mai: il clima rigido gela i canali, ma non
riesce a intaccarne la bellezza. I Bruin Cafè, caldi e
suggestivi rifugi, sono perfetti per chi vuole riscaldarsi fra un mercatino e una pattinata sul ghiaccio. L’ice
skating è molto praticato, soprattutto fra dicembre e
Amsterdam
marzo, quando vengono montate le piste a Jaap
Edenbaan, Museumplein e Leidseplein. Quest’anno
il Natale è iniziato il 27 novembre, con l’Amsterdam
Light Festival: splendide decorazioni e luci ispirate al
tema ‘A Bright City’, che galleggiano nei canali fino
al 18 gennaio.
Al Teatro Reale Carré tornerà, fino al 4 gennaio, il World
Christmas Circus, per il consueto appuntamento
con spettacoli unici messi in scena da poliedrici artisti internazionali. Quasi senza accorgersene arriverà
Capodanno, da passare in una delle piazze principali
– Leidseplein, Nieuwmarkt, Rembrandtplein – ballando e bevendo fino all’alba.
✦ Budapest: due anime, Buda e Pest. La prima, antica, tradizionale, con una lunga storia da narrare e
mostrare. La seconda più giovane, sede di locali alla
moda, shopping e movida continua. Due volti, una sola
destinazione. Attraversando il Ponte delle Catene sembra quasi di sentire il tempo cambiare: frenetico su
una sponda, paziente sull’altra. Le strade e le piazze custodiscono preziosi addobbi, mentre i mercatini di Natale animano piazza Vörösmarty, a Pest, e il
Castello di Nagytétény: entrambi suggestivi, fra i più
belli d’Europa, dove piccoli stand vendono le loro produzioni artigianali e golosi alimenti tradizionali. Merita una visita il Mıjégpálya, la pista di pattinaggio più
grande d’Europa, situata nel Parco Civico della città. Di enorme impatto i bagni termali: location suggestive, talvolta all’aperto, dove rilassarsi e godersi un
cielo stellato. Ogni anno, in piazza Vörösmarty, le finestre della pasticceria Gerbeaud si trasformano in un
enorme calendario dell’avvento, mentre, a terra, un
presepe umano trascina le persone indietro, in un tempo lontano.
✦ Copenaghen: una città riservata come tutte le città del Nord e frizzante come quelle dell’Ovest; una
meta dalla storia lunga, saldamente ancorata a quella sirenetta che, da sempre, la veglia. Non è difficile
amarla, con quell’aria da vichinga, custodita nelle sue
origini: dalle strette vie del centro al canale del
Nyhavn, dove sembra che un pittore abbia dimenticato la sua tavolozza di colori. È un piccolo gioiello,
che nel periodo natalizio brilla ancora di più. Il parco
dei divertimenti di Tivoli è un testimone di questa
magia: un luogo dove divertimento, gastronomia e
Natale s’incontrano in una cornice retrò. Di analoga
bellezza il mercatino di Nyhavn, nell’affascinante
porto vecchio di Copenaghen. Dal 5 dicembre, il Louisiana Museum presenterà i dipinti e i disegni dell’artista tedesca Paula Modersohn-Becker, mentre
all’Arken Museum of Modern Art si potrà visitare la
mostra ‘Michael Ancher & P.S. Krøyer, amici e rivali’,
due fra i più importanti artisti del panorama danese.
Per festeggiare il 2015, nativi e visitatori si daranno
appuntamento in piazza Amalienborg, davanti al
Palazzo Reale, dove musica, balli e fuochi artificiali
coloreranno ulteriormente la città.