Per il nostro calendario delle feste, tanti percorsi metropolitani
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Per il nostro calendario delle feste, tanti percorsi metropolitani
Parigi: museo Quay Branly e Tour Eiffel Londra: Hampstead, la casa dell’ammiraglio Boom di Mary Poppins Parigi, Londra e le altre… Winter in Europe Londra: il Tamigi Parigi: la Senna Per il nostro calendario delle feste, tanti percorsi metropolitani. Parigi e Londra – le più amate e le più vitali – ma anche Riga, Vienna, Dublino, Budapest, Amsterdam, Copenaghen… Itinerari artistici e gourmand, tante proposte lontane dall’ovvio per scenari che sanno sempre sorprendere di GUIDO BAROSIO e ALESSANDRO DEFILIPPI foto GUIDO BAROSIO E sistono molte dimensioni del ‘viaggiare’, dal nomadismo senza ritorno al turismo organizzato. Come in un menù à la carte ciascuno identifica il proprio percorso ideale, mettendo in ordine priorità e budget. In queste ‘mappe personali’ il turismo metropolitano occupa, da sempre, una posizione prioritaria. Alternativa, ma non antitetica, all’esplorazione dei grandi spazi – oceani, deserti e foreste – che privilegia il ‘vuoto’ e l’immersione nella natura al ‘pieno’ urbano, fatto di tendenze e sapori, arti e people, incontri tra realtà in continuo movimento. La nostra scelta ha privilegiato gli scenari – Parigi e Londra – da sempre in testa (a livello mondiale) in ogni classifica di gradimento insieme a New York: città-mondo dove si incrociano aspirazioni, novità cosmopolite, cultura e culture in rapida sintesi, evidente monumentalità e futuro anticipato, da cogliere appena si alza il sipario. A parte, abbiamo annotato il carnet di ‘altre’ metropoli, meno gettonate ma ricchissime di eventi e di proposte. Tutte in Europa, col Vecchio Continente ‘pronto al via’. Oggi come sempre. nologia con la capacità di raccontare, di ‘fissare’ sulla carta emozioni e storia, personaggi e scenari. Curiosamente il caso (il caso?) ha voluto che l’expo sullo Studio Ghibli di Miyazaki tralasci l’opera cinematografica per puntare sul disegno dei layout: 1300 ‘opere uniche’ che sembrano collegare due mondi solo apparentemente lontanissimi. Godetevi le esposizioni il medesimo giorno, lasciate che lo sguardo si contamini, vincerà il Giappone dei ‘dettagli che incarnano l’arte’, di un sofisticato (e minimalista) impero della grafica che seduce nei minimi dettagli. Frutto di una sensibilità superiore, emozionante, da godere stropicciandosi gli occhi. Bouquiniste lungo la Senna La piramide del Louvre Sotto: rinoceronte alla Gare d’Orsay PARIGI, SAPORI E VISIONI D’ORIENTE Non c’è niente come Parigi. Se fossimo a teatro diremmo che la scena prende immediatamente il sopravvento sul contenuto. Che il contenitore mozza il fiato prima che gli interpreti squadernino il copione. Parigi è nata per essere bella, per nanificare i rivali coi propri monumenti, ma – ancora di più – per intimidirli con la ‘disposizione scenografica del maestoso’; dove fiume, palazzi, boulevard, antico e contemporaneo, sembrano rispondere ad un unico disegno, anche se composto da mani geniali e diverse. Talenti attivi attraverso i secoli ma prigionieri di un medesimo regista, irresistibilmente efficace nel posizionare architetture, chiese, ponti, magie di pietre e mattoni pronte per essere ammirate e vissute. Una calamita formidabile e ‘globale’, dove ‘il nuovo’ arriva per conquistare un palcoscenico pronto coi suoi riflettori, con la sala già gremita che non vede l’ora di applaudire… Il mondo 2.0 dei new media china il capo rispettoso: Parigi ‘comunica sempre’, per storia e nobiltà; fondamentale è guadagnarsi un posto nel cast. Hokusai e Miyazaki: il Giappone delle meraviglie Come molte volte accade a Parigi, sembra esista un regista anche quando non c’è. Fino al 18 gennaio – al Grand Palais – e fino al 1° marzo – nel nuovo museo Art Ludique – dialogano a distanza due icone del Giappone grafico e pittorico: Hokusai e Miyazaki. Il primo – raffinato autore delle 36 vedute del Fuji, ma anche ideatore degli universalmente noti manga – il secondo regista visionario e poetico di ‘storie disegnate’ indimenticabili. Tra i due passa un secolo e mezzo di anagrafe, ma il mondo che rappresentano sembra essere il medesimo: nasce in punta di penna e di pennello, travalica la storia, supera la tec178 Parigi vista da Hokusai Museo Quay Branly Quai Branly: i Maya nella ‘casa del mondo’ Se amate le genti che popolano il Mondo, il Quai Branly è la vostra casa. In questo sorprendente museo-creatura, concepito da Jean Nouvel, trovano asilo opere formidabili provenienti da Asia, Africa, America e Oceania: le arti dei ‘popoli naturali’, meravigliosamente ambientate in un percorso nel tempo e nello spazio che si ripercorrerebbe all’infinito. In più mostre temporanee che ‘isolano’ e contestualizzano popoli e temi, come nel caso di ‘Maya, rivelazione di un tempo senza fine’ (fino all’8 febbraio), che mette in scena un mondo alieno e affascinante, una cultura dalla forte identità che stabilì leggi proprie per il tempo e l’astronomia, l’arte, la fede e l’architettura. Nel percorso opere splendide e complesse, ammirabili prima ancora di averle comprese, emozionati quando la rotta della mostra rivela, spiega, racconta… Bene, ma quando uscite – dopo tanta bellezza – avrete fame? E allora lasciate che Parigi, coi suoi bistrot, riprenda il potere. In zona il nostro preferito è il Tabac de l’Université (151, rue de l’Université, tel. 01.45513324): tavolini e veranda, sapori fragranti (un rognone e una tartare da applausi) e vino sincero, conto modesto e ambiente ruspante. Da non perdere. A 10 minuti (a piedi) dalla Tour Eiffel, e dalla ‘casa del mondo’, la Francia dei sapori vi confermerà di essere nella capitale del Mondo. Soluxe 59: in tavola la Cina imperiale Lasciate da parte la Cina, fragorosa e ridondante, dei migliori ristoranti nostrani. Voltate decisamente pagina e fate un viaggio nel tempo. Soluxe 59 (59, avenue Raymond Poincaré, tel. 01. Soluxe 59: l’anatra laccata A fianco: lo chef del ristorante Soluxe 59 In basso: opere Maya esposte al Quay Branly 56903318, www.soluxe59.fr) è un posto che in Italia non esiste, celebra i fasti imperiali in un luogo dove – per classe e cura dei dettagli – sembra di essere approdati all’ultima versione di un sogno elitario: anni ’30 e ’40. Ricchezza sofisticata, piatti come opere d’arte, livello di accoglienza impareggiabile, qui ogni cameriere diventa maggiordomo, qui ogni cliente interpreta un ruolo cinematografico prima che gourmand. Aggiungiamo che nella casa (dove cucinarono Ducasse e Robuchon) abitò Alfred Nobel, godendosi, prima di voi, questo piccolo capolavoro neogotico e Art Nouveau. L’impero dei sensi proposto a tavola ci racconta le migliori ricette delle tradizioni cinesi maggiormente vocate: pechinese, cantonese e Hunan. Piatti perfetti, ricette impeccabili e grandi vini francesi. Ma su tutto si eleva un capolavoro: l’anatra laccata in due cotture, specialità gourmand e scenografica. 01.53170244, www.lefooding.com/en/restaurants/restaurant-will-paris) si dispone in una sala piccola e raccolta (indispensabile prenotare), dove la cura dei dettagli cattura lo sguardo che dimostra attenzione ai particolari. Il grande lampadario ‘a ragno’, coi suoi cinque steli, sembra evocare i continenti di un viaggio epicuriano: approdo intimo e sofisticato per veri intenditori. LONDRA: UNA CITTÀ COME UNA FORESTA William Pradeleix Parigi: Arc de Triomphe Ve la porteranno davanti cotta a puntino, la libereranno della pelle (delizia suprema del palato) con maestria chirurgica, per poi riproporvela perfettamente ‘saltata’ e fragrante. Ci sono emozioni edibili che valgono un viaggio. Questa. Parigi: i passages Will: il viaggio dei sapori Monsieur William Pradeleix, uno chef che farà molto parlare di sé. Originario dei Paesi Baschi sta portando, nel suo primo ristorante, i risultati di un percorso gastronomico iniziato a Londra e proseguito a Bora Bora: ricette e piatti della tradizione francese riletti attraverso i viaggi e il mondo, con particolare attenzione a un bagaglio ‘asiatico’ che segna le sue contaminazioni. Ma niente di estremo e stravagante, solo grande misura che incanta e stupisce. Nel giardino planetario di William i migliori prodotti vengono interpretati con mano sicura, e le preparazioni trovano nuovo vigore attraverso cotture e dettagli ormai inconfondibili. Dalla sua carta suggeriamo la ‘poitrine de cochon confite du Cantal’ e il ‘ris de veau glacé’: piatti dai nomi austeri che sorprendono per delicatezza. Aggiungiamo ancora che il Will (75, rue Crozatier, tel. Arrivare a Londra in treno è un’altra cosa: forse perché siamo nutriti di libri e di film che ci hanno raccontato i viaggi sull’Orient Express, terminal Victoria Station. Forse perché il treno è diverso: restituisce il tempo del viaggio e permette all’anima di prendere le misure. E così, da Torino a Parigi e da Parigi, Gare du Nord, a Saint Pancras, Londra. Una stazione neogotica che, quando scendi dall'Eurostar, ti pare d'essere arrivato a Hogwarts, versante Harry Potter. E Londra è una città fatta di villaggi, che restituisce al viaggiatore il senso dell’estraneità e della familiarità: sei nella city e pensi a New York; fai un salto a Hackney ed eccoti nella piazza di un villaggio del Devon o del Kent. A Londra ti puoi smarrire: Walter Benjamin, in ‘Infanzia berlinese’, scrive: «Non sapersi orientare in una città non significa molto. Ci vuole invece una certa pratica per smarrirsi in essa come ci si smarrisce in una foresta». Se vuoi fare il flâneur, questa è la tua città. E allora, perdiamoci. Per farlo, questa volta noi abbiamo scelto due labirinti affascinanti e difformi: Hampstead e Greenwich, e vi raccontiamo cosa vedere e dove andare in questa stagione. Hampstead: Scottish Eggs, Rembrandt e Mary Poppins Prima tappa, Hampstead, villaggio a nord di Regent's Park. Cosa vedere? Facile: tutto. Dal borgo, ricco di pub, ristoranti e case georgiane che si arrampicano sulla collina, ai parchi, dove i londinesi amano trascorrere la domenica (lo faceva anche Karl Marx, che cockney non era, Greenwich: le palazzine dell’Osservatorio ma che riposa poco più a nord, nel cimitero di Highgate). Potete fare un picnic, passeggiare nei magnifici spazi verdi di Hampstead Heath (d'estate si fa anche il bagno nei laghetti dei parchi). Ma non perdetevi una visita a Kenwood House, residenza del ’700 in un parco del colore che solo i prati inglesi possiedono. Si entra e l’occhio cade sulla collezione di quadri: Rembrandt, Vermeer, Gainsborough, Reynolds, Turner. Due passi tra gli alberi per arrivare a Hill Garden, dove esplorare La Pergola, uno dei luoghi segreti della città. Una ‘stravaganza’ in puro stile edoardiano, con porticati, pergolati (appunto!) e angoli segreti. Sfiancati da tanta bellezza, ci si può ritemprare in uno dei pub storici della zona. The Spaniards Inn (Spaniards Road, tel. 020.87318406), per esempio. Dickens, cui è dedicata una delle due panche che fiancheggiano l'ingresso, ne parla nei ‘Pickwick Papers’; mentre l'altra panca è intitolata a John Keats, il poeta seppellito nel Cimitero degli Inglesi, a Roma. Noi ci siamo gustati delle Scottish Eggs, polpette di manzo e maiale in cui viene incastonato un uovo sodo, davvero eccellenti. Ma se tanta virtù letteraria vi inquieta, fate un salto a The Holly Bush (22 Hollymount, tel. 020.74352892), dove potrete assag- Londra: le palazzine di Hampstead giare uno straordinario Lamb Pie. Tra l'altro, nei dintorni si può tornare bambini (e non solo…) di fronte alla casa dell'Ammiraglio Boom, (sì, proprio quello di Mary Poppins), in Admiral's Walk. Non potrete poi lasciare Hampstead, magari per andare a vedervi un musical (noi abbiamo scelto ‘Memphis’, allo Shaftesbury Theatre, acquistando i biglietti, il giorno stesso e scontati, da Tkts, in Leicester Square), senza una tappa alla casa di Sigmund Freud, in 20 Maresfield Gardens. Commovente, con il famoso divano per le sedute, coperto da un tappeto persiano. «Il nostro ultimo indirizzo su questo pianeta», come scrisse lo stesso Freud. Greenwich: una visita al meridiano zero e non solo… Greenwich è un'altra faccenda. Estremo – o quasi – lembo della Grande Londra a est, parchi, musei, pub anche qui. Ma, mentre Hampstead è un quartiere raffinato e silenzioso, Greenwich è movimento e mercati, turisti e l'idea fissa del mare, l'autostrada dell'Impero britannico. Se ci si arriva con la Dlr, la Docklands Light Railway (ricordatevi di ricaricare la vostra Oyster Card, il vero passapor- Londra: la City Hill Garden, La Pergola Londra: il Shaftesbury Theatre Londra: Hampstead Heath L’altra Europa di CECILIA DE RANIERI La libreria di Kenwood House Il National Maritime Museum di Greenwich Carmelo Carnevale 182 L’esterno di Kenwood House to dei londinesi), non potrete fare a meno di ritrovarvi, dopo pochi passi, di fronte al Cutty Sark, lo splendido tre alberi, varato nel 1869, che fece la rotta del tè dallo Uk alla Cina. Restaurato dopo l'incendio del 2007, il Cutty Sark è una tappa imperdibile, in cui potrete anche farvi fotografare alla ruota del timone, con lo sguardo perduto verso l'orizzonte. Dopo, si può fare un giro al Greenwich Market (Greenwich High Road, una traversa di King William Walk), per fare uno spuntino in uno dei banchi british o etnici e raggiungere il National Maritime Museum, dove, fino al 4 gennaio, potrete visitare la mostra ‘Ships, Clocks and Stars’, dedicata alle tecniche per determinare la longitudine. Ne uscirete senza aver capito molto della longitudine – o almeno così è capitato a noi – ma con la sensazione di aver gettato uno sguardo sulla Storia. Prima di salire fino al Royal Observatory, vero cuore di Greenwich, se vi sarà venuto appetito – come inevitabilmente accadrà… – fate una tappa da Goddards (22 King William Walk), paradiso degli stomaci robusti, dove gustare uno dei migliori Pie and Mash di Londra. Il Pie and Mash è un piatto popolare, operaio, nato nel 1800: un pasticcio di carne in una sfoglia, accompagnato da purè e condito con liquor, la tipica salsa al prezzemolo, o con un'ottima gravy, salsa di carne ben addensata con maizena o farina. Ritemprati dal Pie and Mash, si va verso l'osservatorio. Si ammira Londra dall'alto, si visitano le magnifiche sale (volendo si può esplorare la sorprendente e intrigante expo dedicata allo steam punk) e, infine, ci si fa fotografare, da coscienziosi turisti, a cavalcioni del Meridiano Zero, consapevoli di essere in uno dei centri ‘balistici e geometrici’ del mondo. Italian Global Food Nome: Carmelo. Cognome: Carnevale. Professione: Head Chef al Rextail, Bar & Grill (13 Abermarle Street, tel. 020.33011122, www.rextail.co.uk). Città natale: Siracusa. Carica attuale: presidente dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani di Londra. La sua proposta – nell’esclusivo ristorante del gruppo Novikov – parte e arriva dall’Italia, per contaminarsi, e arricchirsi, con i migliori prodotti made in Uk e con lo stile ‘american’ di questo spazio elegante ma informale, in assoluto cosmopolita per scelta imprenditoriale e target di clientela. Dalle formidabili tagliate di angus alla pizza, dalla pasta fatta in casa alle proposte mediterranee di mare, al Rextail va in scena la cucina dell’abbondanza e dell’edonismo. Un Italian Global Food in continua evoluzione, con un set di personaggi dello spettacolo e della cultura, della finanza e della Londra ‘che conta’, universalmente frequentata per i sapori golosi e per ‘il piacere di farsi vedere’. Ultima fermata: l'orrore e la bellezza Ma non si può lasciare Londra in questa stagione senza aver visitato almeno altre due mostre: ‘Terror and Wonder: The Gothic Imagination’ (British Library, fino al 20 gennaio) e ‘Late Turner’, (Tate Britain, fino al 25 gennaio). Cosa dire di quest'ultima? Ci ammirerete i dipinti degli ultimi anni di William Turner, tra i massimi pittori dell'800, il ‘signore della luce’, e dovrebbe bastare. Alla Bl, invece, troverete dalla prima edizione de ‘Il castello di Otranto’ di Walpole, considerato l'antesignano del genere, fino ai Goth, spaziando da testi introvabili al cinema, dalla cassetta con l'attrezzatura del perfetto cacciatore di vampiri agli abiti di Alexander McQueen. Infine, sazi e con gli occhi pieni di bellezza, si riprende l'Eurostar, si attraversa la Manica come folletti in un cunicolo e ci si ferma, magari, a Parigi. Che altro desiderare di più? Ps. Se poi volete approfondire, e lasciarvi guidare nelle esplorazioni dalla nostra ‘travel’ preferita, contattate Antonina Sciortino ([email protected]; Twitter @alfama_goa). Siciliana residente a Londra, guida inesauribile, enciclopedica ed energica, collaboratrice di Torino Magazine (che non è certo poco…), vi organizzerà dei tour ‘tailor made’ su tutto quanto raccontato e… molto altro ancora. Meno frequentate dei ‘colossi’ Londra e Parigi, ma non per questo meno belle: sono preziosi gioielli che, in questo periodo, si vestono di atmosfere affascinanti e vivaci. Mete di nicchia, impreziosite da mercatini, eventi e tradizioni secolari, in grado di riscaldare le ultime, fredde, giornate dell’anno o le prime del prossimo. ✦ Riga: la più grande capitale dei Paesi baltici, patrimonio Unesco, talmente sofisticata da essersi guadagnata il soprannome di ‘Parigi del Nord’. Torri e palazzi tipici dell’architettura anseatica si affiancano a edifici Art Nouveau e piazze medievali, in un puzzle di vie dalla storia lunga e silenziosa. Capitale della cultura 2014, dal 29 novembre ospita il tradizionale Mercato di Natale, ideale per acquistare oggetti artigianali, dolci tipici e regali particolari. Nello stesso periodo, due mostre dedicate all’oro del Baltico: ‘L’ambra attraverso la storia’, al Museo di Storia Naturale fino al 31 dicembre, e ‘L’ambra di Tutankhamon’, al Museo d’Arte della Borsa fino al 25 gennaio. L’immancabile festa di Capodanno travolgerà il 31 dicembre Vecr| ga, la città vecchia, con balli, fuochi e musiche in pieno stile lettone. ✦ Vienna: un’anima musicale che ha ispirato compositori come Vivaldi, Mozart, Beethoven e Schubert. Rinominata ‘città dei sogni’ per le atmosfere regali e romantiche che la pervadono. A illuminare il suo centro storico, patrimonio Unesco, saranno i consueti mercatini di Natale: i più famosi al Freyung, nella Vecchia Vienna, in Rathausplatz, in Stephansplatz, per continuare in Maria-Theresien-Platz, in Karlsplatz e al Belvedere, splendido nella sua maestosità barocca. Il 31 dicembre sarà allestito il Silvesterpfad, un percorso gastronomico arricchito dalle esibizioni di artisti di strada e musicisti, mentre, a mezzanotte, si potrà scegliere se ballare in Stephansplatz, sotto un cielo di fuochi d’artificio, oppure ascoltare musica classica nei ‘templi’ Wiener Staatsoper e Volksoper. Al Kunstforum Wien saranno esposte le opere di Henri de Toulouse-Lautrec, mentre l’Albertina darà una casa alle creazioni di Joan Mirò, accanto a colossi dell’arte come Raffaello, Picasso, Goya. Al Kunsthistorisches Museum Wien, saranno ospitate le opere di Velázquez e le ‘le teste composte’ di Arcimboldo. Nel MuseumsQuartier Wien, angolo alternative-chic, il mercatino di artigianato e di gastronomia terrà compagnia al Leopold Museum, dove – insieme alle opere di Schiele, Klimt, Magritte e Pollock – si potranno ammirare quelle di Alberto Giacometti. Infine, il BelVienna Riga Copenaghen vedere: ancora più affascinante, arricchito dalle tele di Monet, Renoir, Van Gogh; subito fuori un intimo mercatino natalizio. ✦ Dublino: sembra di essere sospesi nel tempo, fra tradizioni, folklore e musica irlandese. Un vivace assortimento di negozi, luci, eventi e mercatini che non lasciano spazio alla noia: Dublino si rivela una delle mete più ricche per la fine del 2014. Vestita a festa, si mostrerà nella sua bellezza in Grafton Street e in O’Connell Street, addobbata da un albero luminoso di 15 metri. Piste di ghiaccio, spettacoli ed esibizioni per le vie del centro, mentre le chiese della città saranno rallegrate dai tradizionali Christmas Carols. Al Docklands, su piattaforme galleggianti, tornerà il mercatino di artigianato, mentre Temple Bar, cuore pulsante della città, proporrà moltissime attività per grandi e piccini: proiezioni di film, letture, esibizioni, bancarelle natalizie e molto altro. Al National Wax Museum Plus saranno esposte le cere di celebrità e personaggi famosi, fra cui Babbo Natale; mentre, per i più piccoli, al Winter Funderland si riuniranno giostre di ogni tipo e dimensione. Immancabili l’Old Temple Bar Food Market, mercatino con prodotti tipici locali biologici, e la Farmleigh House, dove, ogni weekend, si ammireranno il mercato gastronomico, gli addobbi floreali e i cantastorie, in una magica atmosfera edoardiana. Merita una visita la splendida Guinness Storehouse, dove il lungo viaggio nel mondo della birra culminerà al Gravity Bar, seduti a godersi il panorama di Dublino, sorseggiando una pinta appena spillata. Gli ultimi tre giorni dell’anno saranno vivacizzati dal New Year’s Festival: concerti, feste, eventi in stile irlandese nei pub secolari, mentre, in strada, saranno servite bevande e cibi locali. Per il 31 dicembre cori gospel alla Christ Church Cathedral, fuochi d’artificio lungo le rive del fiume Liffey e il grande concerto al College Green, accanto a un magnifico Trinity College, appositamente illuminato per l’evento. ✦ Amsterdam: un’altra Venezia, anche se con uno stile molto più bohémien. Città dai mille volti, talvolta intima e romantica, altre trasgressiva e seducente, Amsterdam trasuda fascino a ogni angolo. In inverno, più che mai: il clima rigido gela i canali, ma non riesce a intaccarne la bellezza. I Bruin Cafè, caldi e suggestivi rifugi, sono perfetti per chi vuole riscaldarsi fra un mercatino e una pattinata sul ghiaccio. L’ice skating è molto praticato, soprattutto fra dicembre e Amsterdam marzo, quando vengono montate le piste a Jaap Edenbaan, Museumplein e Leidseplein. Quest’anno il Natale è iniziato il 27 novembre, con l’Amsterdam Light Festival: splendide decorazioni e luci ispirate al tema ‘A Bright City’, che galleggiano nei canali fino al 18 gennaio. Al Teatro Reale Carré tornerà, fino al 4 gennaio, il World Christmas Circus, per il consueto appuntamento con spettacoli unici messi in scena da poliedrici artisti internazionali. Quasi senza accorgersene arriverà Capodanno, da passare in una delle piazze principali – Leidseplein, Nieuwmarkt, Rembrandtplein – ballando e bevendo fino all’alba. ✦ Budapest: due anime, Buda e Pest. La prima, antica, tradizionale, con una lunga storia da narrare e mostrare. La seconda più giovane, sede di locali alla moda, shopping e movida continua. Due volti, una sola destinazione. Attraversando il Ponte delle Catene sembra quasi di sentire il tempo cambiare: frenetico su una sponda, paziente sull’altra. Le strade e le piazze custodiscono preziosi addobbi, mentre i mercatini di Natale animano piazza Vörösmarty, a Pest, e il Castello di Nagytétény: entrambi suggestivi, fra i più belli d’Europa, dove piccoli stand vendono le loro produzioni artigianali e golosi alimenti tradizionali. Merita una visita il Mıjégpálya, la pista di pattinaggio più grande d’Europa, situata nel Parco Civico della città. Di enorme impatto i bagni termali: location suggestive, talvolta all’aperto, dove rilassarsi e godersi un cielo stellato. Ogni anno, in piazza Vörösmarty, le finestre della pasticceria Gerbeaud si trasformano in un enorme calendario dell’avvento, mentre, a terra, un presepe umano trascina le persone indietro, in un tempo lontano. ✦ Copenaghen: una città riservata come tutte le città del Nord e frizzante come quelle dell’Ovest; una meta dalla storia lunga, saldamente ancorata a quella sirenetta che, da sempre, la veglia. Non è difficile amarla, con quell’aria da vichinga, custodita nelle sue origini: dalle strette vie del centro al canale del Nyhavn, dove sembra che un pittore abbia dimenticato la sua tavolozza di colori. È un piccolo gioiello, che nel periodo natalizio brilla ancora di più. Il parco dei divertimenti di Tivoli è un testimone di questa magia: un luogo dove divertimento, gastronomia e Natale s’incontrano in una cornice retrò. Di analoga bellezza il mercatino di Nyhavn, nell’affascinante porto vecchio di Copenaghen. Dal 5 dicembre, il Louisiana Museum presenterà i dipinti e i disegni dell’artista tedesca Paula Modersohn-Becker, mentre all’Arken Museum of Modern Art si potrà visitare la mostra ‘Michael Ancher & P.S. Krøyer, amici e rivali’, due fra i più importanti artisti del panorama danese. Per festeggiare il 2015, nativi e visitatori si daranno appuntamento in piazza Amalienborg, davanti al Palazzo Reale, dove musica, balli e fuochi artificiali coloreranno ulteriormente la città.