Piani di spostamento casa-lavoro
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Piani di spostamento casa-lavoro
Language: en | cz | de | fr | it Caro lettore La maggior parte dei dipendenti si reca quotidianamente al lavoro e nelle grandi aziende centinaia di persone raggiungono la sede di lavoro nell’arco di solo un paio d’ore. Ovviamente, il percorso casa-lavoro rappresenta una grossa parte del traffico giornaliero, una parte fortemente ripetitiva e prevedibile e, quindi, con comportamenti facilmente modificabili, anche grazie a canali di comunicazione diretta tra l’azienda e i propri dipendenti. Per queste ragioni, è essenziale per città e comuni far sì che le imprese locali diventino loro alleati nelle strategie di mobilità sostenibile. Dalla nostra ultima e-update sui piani di spostamento casa-lavoro, sono state intraprese molte iniziative e pubblicati dei nuovi risultati. E’, quindi, giunto il momento per una nuova e-update! Piani di spostamento casa-lavoro Lo strumento principale per coordinare azioni di mobilità sostenibile in un’impresa è il piano di spostamento casa-lavoro (spesso chiamato anche piano di mobilità aziendale). E’ spesso coordinato da un mobility manager di azienda e, a volte, corredato da piani di spostamento personalizzati per i singoli dipendenti (vedi la nostra precedente e-update). Il progetto europeo COMMERCE ha prodotto un interessante manuale sui piani di mobilità aziendale. Troppo spesso, le aziende cercano di implementare misure isolate, es. il carpooling, solo per arrivare alla conclusione che non funziona. Solo un buon mix di misure push e pull – “carota” e “bastone” – avranno un impatto significativo sui comportamenti di mobilità. Fonte: www.eltis.org Carota... Gli incentivi finanziari sono probabilmente la carota più “gustosa”. Un forte incentivo è rappresentato dall’indennità di viaggio in bici casa-lavoro esentasse, esistente ad esempio in Belgio, in Olanda e nel Regno Unito. L’anno scorso, il governo francese ha condotto un progetto pilota per sperimentare l’introduzione di un’indennità di questo tipo. I risultati preliminari mostrano che una ricompensa di 0,25 €/km aumenta la quota modale della bicicletta del 50%. L’1 luglio di quest’anno, il governo ha introdotto l’obbligo per le aziende di rimborsare (parte de) i costi dello spostamento casa-lavoro in bicicletta, ma deve essere ancora fissato l’importo deducibile fiscalmente, che sarà probabilmente compreso tra 0,12 €/km e 0,15 €/km (Fonte: Le Figaro – in francese). Foto di Mobiel 21 L’azienda austriaca Omicron (video in tedesco, con sottotitoli in inglese) ha introdotto un sistema di Ecomiglia. I dipendenti che partecipano ricevono punti per i loro spostamenti casa-lavoro sostenibili e per non utilizzare un posto auto. Posso scambiare questi punti con buoni acquisto di prodotti e servizi per lo sport e la salute. Foto di MOBI project In Olanda molti progetti hanno offerto un compenso economico fino a 100 €/mese per chi evita di utilizzare l’auto nelle ore di punta, spesso in coincidenza di grandi lavori stradali. E hanno funzionato: il progetto Spitsvrij (link in olandese) ad esempio ha ridotto di circa 3.000 il numero di auto nelle ore di punta dei giorni lavorativi. Dopo la fine del compenso, i partecipanti hanno continuato a evitare le ore di punta per quasi la metà degli spostamenti. Il team del progetto ha stimato di aver evitato costi sociali per circa 5.4 milioni di euro nel primo anno e mezzo di implementazione. Un altro progetto chiamato Winnen van de file (“Sconfiggi il traffico” – link in olandese) ha tentato lo stesso approccio senza un incentivo economico. Hanno introdotto elementi di gamification (“ludicizzazione”) e ricompensato i partecipanti con punti, classifiche ed estrazione di premi. Si potevano ottenere punti extra tramite un gioco online chiamato Filevegen (“Colpisci il traffico”). Lo stesso approccio di gamification è stato sviluppato nel progetto MOBI. Il loro gioco, chiamato “From 5 to 4” (“Da 5 a 4”), offre alle aziende una propria piattaforma di gioco nella quale i colleghi possono formare squadre e guadagnare punti sostituendo l’auto con una modalità di spostamento sostenibile per almeno un giorno a settimana. Una simpatica mascotte chiamata MOBI offre consigli pratici e suggerimenti motivazionali. I datori di lavoro possono usare la pagina analitica del sito web per avere una visione del comportamento di viaggio dei propri dipendenti. Oltre a incoraggiare uno shift verso modalità più sostenibili, le aziende possono anche ridurre il numero di spostamenti necessari facendo ricorso a lavoro telematico e teleconferenze (vedi la nostra e-update sul nuovo modo di lavorare) o evitando spostamenti durante le ore di punta con orari di lavoro più flessibili. Ad esempio, il Travel Smart Pilot Programme (“Programma Pilota per lo Spostamento Intelligente”) (2012-2014) a Singapore è riuscito a eliminare o spostare verso altre modalità il 12% del traffico delle ore di punta introducendo lavoro telematico e orari flessibili, biglietti omaggio e ricompense per l’uso del TP prima delle ore di punta offrendo lezioni di yoga o di fitness al mattino. ... e bastone Foto: Martina Nolte / Licenza: Creative Commons CC-by-sa-3.0 en Accanto agli incentivi per l’utilizzo di modalità sostenibili, è saggio introdurre deterrenti per l’utilizzo individuale dell’auto. Nell’agosto 2011 la Norwegian Public Roads Administration (NPRA) ha introdotto una tariffa giornaliera di sosta di 3 € per i dipendenti. Nella primavera 2012 la percentuale di automobilisti è diminuita dal 35% al 27% e l’uso del trasporto pubblico è aumentato dal 39% al 44%. Nonostante ciò, si è verificato un leggero aumento di sosta in altre aree non soggette alla tariffazione dal 2% al 6% (rapporto TØI 1225/2012 - in norvegese). I ricavi della tariffazione sono stati parzialmente utilizzati per delle tessere mensili gratuite per il TP, che sono state date ai dipendenti come premi di una lotteria mensile. Nel tempo, l’atteggiamento dei dipendenti nei confronti della tariffa di sosta è migliorato. Le riduzioni nella capacità dei parcheggi sono un forte deterrente. Spesso, il trasferimento in una nuova sede è l’occasione perfetta per ridurre il parcheggio e di conseguenza l’uso dell’auto. Alcuni esempi: • GDF Suez a Bruxelles: quando GDF Suez ha trasferito svariate squadre da 16 differenti sedi verso una sede centrale, ha introdotto il programma “Let’s Choose” (“Scegliamo”). Introducendo un budget per la mobilità (in questo caso definito “piano mensa”) per i dipendenti che cedevano volontariamente il proprio posto auto, ha ottenuto un 64% di diminuzione nell’uso dell’auto. • Il campus dell’Università Chalmers a Gothenburg, Svezia: i progettisti hanno pianificato un incremento da 4.000 a 8.000 dipendenti e l’amministrazione comunale ha proibito loro di aumentare il numero di posti auto. • Zurich Insurance, Svizzera: hanno costruito il loro nuovo edificio SkyKey con il 75% in meno di posti auto rispetto alle sedi precedenti, il che ha prodotto una diminuzione del 76% di utilizzo dell’auto. Nel concetto di SkyKey, la mobilità è integrata senza soluzione di continuità con l’efficienza energetica e con la salute come i tre fondamenti di una sede di lavoro sostenibile. Perché le aziende si interessano di pianificazione degli spostamenti? Un fattore motivante molto forte è quando le aziende soffrono di problemi di parcheggio o di altri problemi di mobilità. Altre ragioni sono la riduzione dei costi o la volontà di avere dipendenti più in salute e meno assenteismo. Eppure un progetto a Utrecht in Olanda, ha scoperto che la maggior parte delle aziende si occupano di mobilità come impegno per la sostenibilità (Fonte: Jos Hollestelle, &Morgen). Molte aziende si preoccupano di avere un’immagine migliore e più verde, e dimostrando che non sono solo la causa dei problemi di traffico, ma che sono anche parte della soluzione. La responsabilità sociale d’impresa (corporate social responsibility, CSR) è divenuta parte essenziale delle strategie di gestione aziendale. Questa tendenza ha portato a un proliferare di etichette, certificati e standard “green” (vedi ad esempio l’elenco di Ecolabel Index). Il progetto Moma.BIZ (2010-2012) ha seguito questa tendenza creando un’etichetta della mobilità per valutare la performance delle zone industriali o delle singole aziende per quanto riguarda le opzioni di spostamento dei dipendenti. La valutazione è basata su un elenco che le aziende devono compilare online. Foto di MoMa.BIZ project Motivare le aziende tramite la normativa Fonte: www.eltis.org La motivazione più forte per le aziende nell’approcciarsi alle misure di mobility management è naturalmente l’obbligo normativo di redigere piani di spostamento casa-lavoro. Nella Regione di Bruxelles-Capitale in Belgio, ogni azienda con più di 100 dipendenti deve redigere un piano della mobilità ogni 3 anni comprensivo di analisi, action plan, monitoraggio e valutazione. Per l’analisi, hanno creato un sito web (in olandese e francese) dove i datori di lavoro possono facilmente creare un sondaggio online sul comportamento di viaggio e generare un rapporto che metta a confronto i risultati dell’azienda con quelli di altre aziende (la città di Helsinki ha fatto qualcosa di simile con il proprio Commuting Calculator , “calcolatore del tragitto casa-lavoro”). Per quanto riguarda l’action plan, ci sono varie attività obbligatorie: nominare una persona di riferimento, comunicare l’action plan, organizzare eventi annuali per aumentare la consapevolezza sul tema, fornire informazioni aggiornate, fornire un piano di accessibilità multi-modale, incoraggiare l’uso del TP, installare una rimessa per biciclette sicura e protetta, considerare l’eco-score dei veicoli che si acquistano o si noleggiano e avere un action plan specifico per quando si verificano picchi nell’inquinamento atmosferico. In Italia, aziende e istituzioni con oltre 300 dipendenti sono obbligate a nominare un mobility manager e redigere un piano di spostamento casa-lavoro fin dal 1998. Nel 2000 è stato istituito il ruolo di mobility manager d’area per assistere i mobility manager d’azienda. (monitoraggio EPOMM sul mobility management in Italia, 2011) Foto di Mobiel 21 La maggior parte delle città hanno standard minimi per la costruzione di parcheggi nei nuovi edifici adibiti a uffici. Dovrebbero però anche introdurre un standard massimo e far sì che i progettisti si mantengano al di sotto dello standard massimo ricavando un fondo mobilità dalla riduzione di budget per la costruzione dei parcheggi da destinare a misure alternative di mobility management. Esempi recenti includono il contestato codice COBRACE a Bruxelles e l’incremento degli standard del parcheggio biciclette a Londra. Per maggiori informazioni sul parcheggio e sui nuovi sviluppi, vedi le nostre e-update sull’ uso del suolo e sulla gestione della sosta. Tasse Se il contesto nazionale lo permette, città e comuni possono concedere uno sconto sulle tasse locali alle aziende che redigono un piano di spostamento casa-lavoro, o possono imporre tasse sui parcheggi resi disponibili ai dipendenti. Esperienze come l’imposta sul parcheggio a Nottingham, Regno Unito dimostrano però che occorre considerare gli eventuali impatti sui quartieri circostanti quando si introduce una tassa di questo tipo. Fonte: www.eltis.org A livello nazionale una barriera molto importante per la modifica nel comportamento degli spostamenti casa-lavoro è la sottotassazione delle compagnie automobilistiche, cosa molto comune in Europa (vedi questo studio della Commissione Europea del 2010 o questo rapporto OCSE del 2014). Gli utenti di auto aziendali guidano regolarmente più chilometri in confronto ad altri dipendenti e sono meno inclini a cambiare modalità. Offerte speciali A Stoccarda, in Germania, molte aziende hanno compiuto i primi passi per una pianificazione degli spostamenti casa-lavoro con il “Job ticket”, un abbonamento annuali per i dipendenti. Quando un datore di lavoro contribuisce con almeno 10 € al “Job ticket”, questo diventa più economico del 10% rispetto a un normale abbonamento annuale. Senza il contributo, il Job ticket è più economico solo del 5%. Campagne e aumento della consapevolezza Sicuramente la giornata europea senz’auto durante la Settimana Europea della Mobilità è una grande opportunità per le città per aumentare la consapevolezza tra le loro aziende e i pendolari. Ma molte città, regioni o paesi hanno anche sviluppato delle campagne per conto proprio. Vedi ad esempio: • Il progetto Pro Motion to Work a Turku, Finlandia, per l’incremento dei livelli di attività fisica • La campagna congiunta sulla bici di Lund e Malmö, in Svezia, assieme alle città confinanti Foto di Bike2Work project • La campagna Bike to Work in Danimarca • La giornata annuale Cycle to Work nel Regno Unito • Molte di queste campagne possono essere trovate sul sito web bike2work, create dal progetto bike2work, un progetto europeo che mira a promuovere programmi di bike to work e a far in modo che i programmi imparino l’uno dall’altro Per sapere se il pudding è buono bisogna mangiarlo, come si dice in Gran Bretagna, nel senso che contano i fatti e non le parole. Specialmente per quanto riguarda prove su strada estremamente convincenti con le biciclette (vedi il Manuale di GoPedelec p.50). Ecco perché alcune città hanno acquistato una flotta di prova da prestare alle aziende. Alcuni esempi: • il Testkaravaan (link in olandese) nella provincia belga delle Fiandre Occidentali, che comprendeva biciclette, bici elettriche, cargo-bike, bici pieghevoli, rimorchi da bicicletta, biglietti omaggio per bus e treno, biglietti per il bike sharing e promozioni per il carpooling. Foto della Regione di Bruxelles-Capitale • Il Bike Project (link in francese e olandese) nella Regione di Bruxelles-Capitale, che offre consulenza di esperti alle aziende che vogliono promuovere l’uso della bici tra i propri dipendenti. Le aziende partecipanti ricevono una flotta di bici di prova per due o tre settimane, una formazione su come andare in bici in città, itinerari personalizzati e workshop per l’aumento della consapevolezza. • Il progetto Test an e-bike in Danimarca. Leggi questi 9 suggerimenti su come gestire un evento “Try-a-bike” per cominciare. Organizzazione e supporto Le città possono anche sostenere le aziende rendendo più verde la loro mobilità: • Promuovendo e facilitando la condivisione dei parcheggi; • Promuovendo e facilitando i centri di smistamento per beni e servizi tramite corrieri in bici per consegne più efficienti (es. Bentobox a Berlino); • Organizzando reti tra imprese limitrofe sul tema della mobilità o più in generale, es. R10 a Rotterdam (link in olandese), o “Wirtschaft MOBIL” (link in tedesco) a Vorarlberg, Austria; Foto: Ralph Hollenstein - Pedal Piraten e.U. © • Organizzando formazione e scambio di conoscenze. Es. la Regione di BruxellesCapitale ospita un Salone della Mobilità annuale dove le aziende possono scambiarsi esperienze, scoprire le buone pratiche delle altre aziende e apprendere sull’offerta di servizi per la mobilità nella regione. Organizzano inoltre un corso di formazione “Mobility Manager” di 6 giorni. Nelle Fiandre, in Belgio, una rete di mobility manager d’azienda (link in olandese) si incontra ogni 6 mesi e scambia conoscenze in un gruppo di LinkedIn. Programmi nazionali per il mobility management d’azienda Un programma nazionale crea continuità e sforzi più sistematici. Ancora alcuni esempi: • In Belgio, le aziende con più di 100 dipendenti hanno un obbligo normativo di compilare il sondaggio triennale “‘Analisi Federale del Tragitto Casa-Lavoro (link in olandese e francese). Questo dà al governo un’ottima comprensione delle statistiche degli spostamenti casa-lavoro, ma anche sull’efficacia delle misure di mobility management (vedi questa presentazione per ECOMM 2013 di Sarah Martens). • Il governo regionale delle Fiandre ha un fondo per lo spostamento casa-lavoro (link in olandese) che sussidia le aziende nella realizzazione di misure per la mobilità sostenibile. Le province hanno ognuna un centro per la mobilità che conduce un “esame della mobilità” gratuito per le aziende che si adoperano per implementare almeno una delle misure proposte. Ottimizzare l’uso nei Paesi Bassi • Nella Regione Metropolitana di Francoforte/Reno-Meno, in Germania, c’è un programma che fornisce supporto allo staff aziendale nell’analisi delle loro specifiche necessità di mobilità e lo aiutano a definire misure adatte. Questo si traduce in un certificato da parte della camera di commercio locale. • Negli ultimi sette anni, il governo olandese ha accarezzato l’idea di introdurre un sistema di valutazione a punteggio per costringere le aziende con più di 50 dipendenti ad adottare misure di mobilità sostenibile. Eppure, questa decisione è stata posticipata molte volte, anche perché le aziende che si impegnano volontariamente sulla mobilità sono comunque in continuo aumento, anche attraverso il programma “Optimising use”. Smart work in Finlandia • Nella cornice di Optimising Use, il governo olandese ha offerto supporto alle piccole e medie imprese (dai 25 ai 250 dipendenti) attraverso un sistema di Buoni per la Mobilità: un sussidio di 1,500 € per ottenere aiuto nell’analisi delle opportunità per il MM e un secondo sussidio di 4,500 € per ottenere supporto nello sviluppo e nell’implementazione delle misure più promettenti. (Rapporto di valutazione – in olandese) • Il programma klimaaktiv mobil in Austria ha sostenuto 4.200 imprese nell’implementazione di progetti eco-friendly per la mobilità. Le imprese che riducono le emissioni di CO2 tramite i propri progetti vengono ricompensate con il titolo di “partner progettuale di klimaaktiv mobil” dal Ministero dell’Ambiente. Vedi anche mobilitaetsmanagement.at (link in tedesco). • In Finlandia un nuovo sito web, www.fiksustitoihin.fi (link in finlandese), aumenta la consapevolezza sul mobility management d’azienda e aiuta le aziende a fare i primi passi. E’ un’iniziativa congiunta di attori nei campi di salute, sicurezza, ambiente e trasporti, così che tutti questi punti di vista sono inclusi nei materiali caricati sul sito web. • Smarter Travel Workplaces è un programma di consapevolezza pubblica in Irlanda sviluppato con grandi datori di lavoro per implementare piani di spostamento casa-lavoro volontari. Conclusioni Naturalmente, una buona infrastruttura ciclabile e un buon servizio di trasporto pubblico sono condizioni necessarie per fare in modo che i piani di spostamento casa-lavoro siano efficaci. Ma ci sono molte altre cose che le autorità pubbliche possono fare per incoraggiare e supportare le aziende nella loro ricerca di una mobilità più sostenibile. La semplice promozione di un approccio alla pianificazione degli spostamenti casa-lavoro non richiede costi d’investimento o una tecnologia complessa e può avere un impatto significativo sul comportamento di viaggio. Foto di Mobiel 21 Risorse utili • Precedenti e-update di EPOMM • Training CIVITAS sul Mobility Management d’Azienda, 9 ottobre 2015, Training Resource Pack • Casi di studio Eltis • Trasporti di Londra: Guide per il Business Travel • Far funzionare i piani di spostamento. Lezioni dai casi di studio britannici. • Autorità Nazionale Irlandese per i Trasporti: Piani di spostamento casa-lavoro. Una guida per i realizzatori • MoMa.biz: Boxed Solutions Guide per imprese e aree industriali. • Travel Plan Plus: Reti per la pianificazione degli spostamenti locali: una guida pratica all’implementazione. • Database Evidence sui piani di spostamento “site-based” (richiesta registrazione). • “Tassazione del sostegno agli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti: una recensione internazionale” • Per membri “Active” e “Premium” di Allinx: registrazione dei webinar ◦ Mobility Management per datori di lavoro di Jesper Johansson (Tyréns AB) ◦ Come formare alleanze di successo con le aziende di Jos Hollestelle (&Morgen) • Buone pratiche: ◦ Vincitori dei PEWTA award 2008-2010 ◦ Canale YouTube del progetto Alpstar (video in tedesco con sottotitoli in inglese) • Centro di ricerca sui trasporti: Politiche efficaci sui trasporti per il mobility management d’azienda (2010) • Il Manuale DM dell’Istituto sulle Politiche dei Trasporti di Victoria, in Canada • Strumenti per le misure di mobility management nelle aziende (2000) • Libro di Cerema sul lavoro telematico: Management della mobilità e del lavoro a distanza (link in francese) Prossimi eventi • Visita di studio INTERMODES a Porto 10-11 dicembre 2015 – Porto, Portogallo http://www.intermodes.com/en/European-Club-of-intermodal-regions-and-cities • STARS, MOBI e PTP-Cycle: Conferenza Finale 18 febbraio 2016 – Bruxelles, Belgio www.eltis.org • 3° Conferenza Europea sui SUMP 12-13 aprile 2016 – Brema, Germania www.epomm.eu/endurance • 20° Conferenza Europea sul Mobility Management 1-3 giugno – Atene, Grecia ecomm2016.com call for presentations