Norme e tributi

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Norme e tributi
Lunedì 13 Giugno 2016
€ 2 * In Italia
60613
-1
9 770391 786418
I NODI DELLA RIPRESA
Alla politica
industriale
non bastano
gli slogan
di Stefano Manzocchi
S
pesso distratto e poco empatico verso le ragioni della manifattura, il dibattito pubblico e
mediaticodelnostroPaesehariscoperto il tema della politica industriale, complice la crisi degli scorsi
anni.Benvenuta,naturalmente,tale
attenzione, che tuttavia nasconde
spesso incomprensioni, incongruenzeefortidissonanzesucosasi
celi sotto l’etichetta della “politica
industriale”:laveracartinaditornasole per misurare le ambizioni è ovviamentelatraduzionedellevisioni
in provvedimenti di governo e amministrativi.
Si tratta, insomma, di colmare la
distanza tra l’arena della politics,
quella per intenderci dove a un certopuntodeltalkshowqualcunogrida che per aumentare l’occupazione serve una “vera” politica industriale senza spiegare cosa intenda,
e la sfera delle policies, ovvero delle
azioni delle autorità pubbliche, ma
anche dei comportamenti delle
classi dirigenti del settore privato e
delle rappresentanze degli interessi. Questo passaggio-chiave si accompagna sovente, in Italia come
all’estero, con il richiamo, quasi
l’esortazione, a uno slogan: Industria 2015 un decennio fa, Industria
4.0 adesso. Mentre questo può coagulare intelligenze e risorse attorno
a un dibattito e a progetti di fondamentale importanza per il nostro
Paese, occorre stavolta far meglio
della scorsa deludente esperienza.
Quel che oggi conforta è che i termini di riferimento dell’agenda sono assai meglio centrati e (largamente?) condivisi. Primo punto: lo
sviluppo industriale lo fanno le imprese ovvero gli imprenditori e i lavoratori assieme. Quel che lo Stato
nelle sue articolazioni può fare è, da
una parte, rammendare le lacerazionideltessutoproduttivoquando
opportunoepossibile,quellepiccole e quelle grandi (leggi alla voce Ilva); e d’altra parte contribuire a costruire le condizioni di contesto affinché le imprese dispieghino tutto
il loro potenziale. Quindi il cuore
dellacontemporaneapoliticaperlo
sviluppo non può che essere di natura “orizzontale”, senza pretese di
determinismo industriale, il che
non esclude affatto interventi per la
promozione di specifici territori e
l’attrazione di capitale produttivo
ancheattraversoilsostegnoaspecifici network manifatturieri.
Continua u pagina 18
IN EDICOLA
con “La Valutazione d'Azienda” € 9,90 in più; con “L'Impresa” € 6,90 in più; con “Norme e Tributi” €
12,90 in più; con “Codice degli Appalti/1” € 9,90 in più; con “Codice degli Appalti/2” € 9,90 in più; con
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Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003
conv. L. 46/2004, art.1, c. 1, DCB Milano
DA DOMANI L’ECONOMIA
PER LA FAMIGLIA
Un manuale in 24 puntate
VALUTE, PIL, CONTI PUBBLICI, BORSE, GLOBALIZZAZIONE E L’IMPATTO SULLA VITA QUOTIDIANA
Le locazioni nei capoluoghi: negli ultimi cinque anni importi diminuiti nove volte su dieci
Casa, affitti in caduta:
canoni giù fino al 30%
A Venezia il dato peggiore - «Concordato» per un quinto dei contratti
pPer un contratto di affitto fir-
mato oggi il canone può essere
anche del 30% inferiore rispetto
al 2010. Il calo coinvolge nove capoluoghi su dieci, con punte a
Venezia (-34%) e Cuneo (-30,6).
Tra le peggiori performance Milano (-17,5), Napoli (-14), Torino
(-13,1) e Roma (-10,4).
Aquaro, Dell’Oste, Lungarellau
pagine 2-3
DOMANDE&RISPOSTE
Dalla cedolare
alle agevolazioni
degli enti locali
Imu-Tasi e imprese. La prima rata entro giovedì 16
LA SCADENZA
E LE ESENZIONI
Imprese e persone fisiche
devono versare Imu e Tasi
entro giovedì prossimo, 16
giugno. Le persone fisiche
sono da quest’anno
esentate dalle due imposte
per la prima casa, salvo
che si tratti di
un’abitazione classificata
«di lusso»
LA NOVITÀ
«IMBULLONATI»
Per i fabbricati di categoria
D ed E, la rendita catastale
non deve più tener conto di
impianti e macchinari
funzionali al processo
produttivo (gli «imbullonati»). Va presentata agli
uffici delle Entrate una
pratica Docfa entro il
15 giugno
LE QUOTE
DI DEDUCIBILITÀ
L’Imu sui fabbricati delle
imprese commerciali è
deducibile dal reddito
d’impresa al 20%, la Tasi è
invece integralmente deducibile. Questa regola vale
per gli immobili strumentali
per destinazione e per
natura, nonché per i
fabbricati merce
Luigi Lovecchio e Gian Paolo Tosoni u pagina 21
u pagina 3
A nove mesi dal decreto attesi i provvedimenti per rendere operativa l’Agenzia
Nuovi voucher, il nodo dei controlli
Va a rilento il debutto dell’Ispettorato nazionale del lavoro
QUESTIONI
EUROPEE
Non solo
Brexit
tra i dolori
dell’Unione
di Chiara Bussi
«E
siste un rimedio
che in pochi anni
renderebbe tutta
l’Europa libera e felice, con
una struttura che le consenta di vivere in pace,
sicurezza e libertà. Dobbiamo costruire una sorta di
Stati Uniti d’Europa». Era il
1946 e il britannico Winston Churchill si rivolgeva
così agli studenti dell’Università di Zurigo. Per
Londra l’adesione al club è
arrivata solo nel ’73 e i
rapporti con gli altri partner sono stati sempre
altalenanti. Chissà che cosa
penserebbe Churchill oggi
nel vedere che i suoi sogni
rischiano di infrangersi
con il referendum sulla
Brexit.
voucher, decisa dal Consiglio
dei ministri di venerdì scorso,
ora si attende il debutto dell’Ispettorato nazionale del lavoro, una cabina di regia unica
per la vigilanza, on l’obiettivo
dichiarato di coordinare gli interventi di ministero del Lavoro, Inps e Inail. A nove mesi dal
decreto istitutivo mancano
però alcuni tasselli per rendere operativa la nuova Agenzia.
Servizi u pagina 5
LAVORO &CARRIERE
A caccia di under 30
D
ai talent program nella telefonia ai consulenti
energetici per le imprese, fino alle startup. Sono quasi
1.300 le posizioni rilevate dal Sole 24 Ore tra le campagne di
assunzione destinate in maniera specifica per gli under 30
attivate da multinazionali e aziende italiane nella seconda
metà del 2016.
Alberto Magnani u pagina 11
1.296
Posti disponibili per gli under 30
FISCO & CULTURA
La difficile arte di pagar le tasse con l’arte
di Antonello Cherchi
I
l presupposto è possedere
un’opera d’arte. Cosa non da
poco e non da tutti. Se però si è in
NORME&
TRIBUTI
Sta funzionando la procedura
semplificata, con il modello
unico per l’autorizzazione dei
piccoli impianti di produzione
di energia elettrica, in vigore
dal 24 novembre 2015. Da
gennaio, infatti, il Gse (Gestore
dei servizi energetici) ha ricevuto 600 richieste di attivazione del servizio di scambio sul
posto e ha stipulato quasi 200
convenzioni. Tuttavia, a frenare l’impiego della nuova procedura è la sua scarsa conoscenza.
IL VOTO INGLESE
Ecco i settori
che possono
avvantaggiarsi
dal no alla Ue
Cappelliniu pagina 19
La prima
uscita:
i prezzi,
l’inflazione,
la moneta
e i tassi
quella condizione, si può proporre al fisco uno scambio: il bene culturale in cambio delle tasse
da pagare. Un “baratto” che esiste da 30 anni ma che non è stato
IMPRESA&
TERRITORI
MOTORI
molto praticato per difficoltà burocratiche. Alla fine del 2014 il
ministro dei Beni culturali Franceschini ha ricostituito la commissione che se ne deve occupa-
re . Nel 2015 sono state esaminate
24 proposte, 12 delle quali accettate, per un valore complessivo
dei beni di oltre 2 milioni di euro.
Servizio u pagina 18
L’ESPERTO
RISPONDE
EBOOK IN REGALO
FISCO&DIRITTI
Con la nuova 124 Spider, agile
e divertente grazie anche alla
trazione posteriore e a un
motore 1.4 da 140 cavalli, la
Fiat “riscopre” i due posti.
u pagina 27
Prezzi di vendita all’estero: Albania €2, Austria €2, Francia €2, Germania €2, Monaco P. €2, Slovenia €2, Svizzera Sfr 3,20
u pagina 17
Dal 2 giugno si può accedere alla
formula del “part time agevolato”
introdotto dalla legge di stabilità
2016: al lavoratore (privato, in full
time indeterminato) sarà erogata, quale beneficio, una somma
pari alla contribuzione previdenziale datoriale ai fini pensionistici, calcolata sulla parte di retribuzione non erogata. Per la parte di
retribuzione persa subentrerà la
contribuzione figurativa Inps.
Sono interessati i lavoratori nati
entro il 31 maggio 1952.
u in allegato
Le risposte ai dubbi dei lettori
sulle fasi e i costi del ravvedimento operoso
#52
f
L’Esperto risponde
Il meglio dei quesiti dell’Esperto risponde
13 giugno 2016 — Riservato ai lettori dell’Esperto risponde e agli abbonati del Sole 24 Ore
fisco
il ravvedimento
operoso
espertorisponde.ilsole24ore.com
15 GIUGNO
Tutte le leve
della crescita:
la «mano
invisibile»,
lo Stato
e l’educazione
E-government. Le strategie dei grandi Paesi Ue
Cittadini e Pa digitale:
l’Italia arranca
e la Francia fa scuola
pÈ la Francia il modello da
seguire per la Pa digitale grazie a un mix tra strumenti tecnologici e accesso semplificato, con un’unica password.
L’Italia, invece, arranca distanziata anche dagli altri big
come Gran Bretagna e Germania e lontana dalla media
europea . Il Portogallo, partito
nel 2008 con la stessa performance, ha accresciuto i suoi
servizi di e-government grazie alla carta del cittadino.
Se il nostro Paese si allineasse alla media Ue guadagnerebbe mezzo punto di Pil.
Servizi u pagina 9
LA PROVA SUL CAMPO. DALLE TASSE ALLA CARTA DI IDENTITÀ
Parigi, Londra e Berlino:
ecco le esperienze eccellenti
Degli Innocenti, Mantero, Moussanetu pagina 9
Osservatorio del Politecnico sul valore del B2b
Gli scambi online tra imprese
muovono quasi 260 miliardi
pNel 2015 il valore degli scambi
commerciali online tra aziende
ha raggiunto i 260 miliardi, quasi
il 10% sul totale delle operazioni
B2b. È la conferma della fatica
con cui i processi digitali cercano
di farsi strada tra le imprese dopo
il relativamente facile successo
ottenuto con la fatturazione digitale verso la Pa. Una arretratezza
che mina la competitività.
Enrico Netti u pagina 13
CONGIUNTURA. IL BILANCIO DEL PRIMO TRIMESTRE 2016
Il leasing cerca di sfruttare la ripresa
u pagina 13
pDopo la tracciabilità dei
L’iter semplificato Fiat con la 124 Spider Il part time agevolato Il ravvedimento,
aiuta il fotovoltaico «riscopre» i due posti prima della pensione rimedio agli errori
In vendita con Il Sole 24 Ore
a 12,90 € più il quotidiano
u pagina 6
Continua u pagina 19
ENERGIE RINNOVABILI
FISCO, DOTTRINA
E CONTABILITÀ
NEL NUOVO
«NORME&
TRIBUTI MESE»
14 GIUGNO
OGNI MARTEDÌ E MERCOLEDÌ CON IL SOLE 24 ORE
Anno 152˚
Numero 161
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
2
Immobili
Dove ha colpito la crisi
A Venezia e Cuneo si registrano le contrazioni maggiori rispetto al 2010
ma quasi tutti i grandi centri sono nella parte bassa della classifica
LE LOCAZIONI
AFFITTI IN CALO
FINO AL 30%
NELLE CITTÀ
I numeri
IL TIPO DI CONTRATTO
IL MERCATO DEL "4+4"
I nuovi contratti di locazione abitativa registrati alle Entrate nel 2015,
in base al tipo di contratto
I contratti di locazione a canone libero stipulati
nel 2015, con le differenze per area territoriale
e tra grandi centri e centri minori
Dario Aquaro
Cristiano Dell’Oste
pQuanto valgono gli affitti? E
come è cambiato il mercato? In
un contratto firmato oggi, il canone può essere anche del 30%
inferiore rispetto a cinque anni
fa. La crisi ha segnato il mercato
delle locazioni abitative, e il
confronto con i dati di fine 2010 –
elaborato da Nomisma per Il Sole 24 Ore del lunedì – mostra una
dinamica negativa in nove capoluoghi di provincia su dieci, con
le punte di Venezia (-34% di calo
medio) e Cuneo (-30,6%).
Il calcolo neutralizza l’inflazione e misura la perdita in termini reali. Colpisce il dato dei
centri di maggiori dimensioni:
dal -17,5% di Milano al -9,7% di
Bari, tra i risultati peggiori si trovano quasi tutte le grandi città,
comprese – per intensità della
perdita – Bologna, Napoli, Padova, Torino, Palermo, Firenze,
Roma e Genova. In controtendenza c’è solo una decina di capoluoghi di piccole e medie dimensioni, che registrano incrementi entro il 3%, con la sola eccezione di Forlì (+5,7%). Si tratta
ovviamente di dati medi – da declinare in base ai quartieri e alle
caratteristiche degli alloggi –
ma che consentono comunque
di cogliere il trend generale.
Le dinamiche di mercato
Sul mercato hanno agito negli
ultimi anni due forze contrapposte. Da un lato, la difficoltà di
ottenere un mutuo ha ingrossato le file di chi cerca un’abitazio-
ne in affitto. Non è un caso, forse,
che il numero di contratti registrati ogni anno alle Entrate sia
passato da 1,4 a 1,6 milioni tra il
2011 e il 2015. Dall’altro lato, però,
la crisi economica ha fiaccato le
possibilità di spesa degli stessi
inquilini. «Tra queste due componenti, la perdita di capacità
reddituale da parte delle famiglie è stata prevalente, e questo
spiega perché i canoni siano diminuiti», osserva Luca Dondi,
direttore generale di Nomisma.
Quanto alle previsioni, «per i
prossimi due-tre anni ci aspettiamo canoni medi invariati, con
qualche incremento nei centri
universitari e nelle città d’arte»,
aggiunge Dondi. E l’aumento
delle richieste di mutuo registrato negli ultimi 12 mesi non fa
che rafforzare questa tendenza.
Tra fisco e contratti
Negli ultimi cinque anni, il calo
dei canoni si è accompagnato
alla stretta fiscale sul mattone,
iniziata con l’arrivo dell’Imu
nel 2012 e proseguita con quattro anni di aumento delle aliquote comunali.
L’inasprimento fiscale è stato
per lo più “spesato” dai proprietari, vista l’impossibilità di trasferirlo sui conduttori. Ma non
si può certo dire che tutti gli inquilini ci abbiano guadagnato,
perché il calo dei canoni si è sentito solo sui nuovi contratti e su
quelli rinegoziati.
Tutto questo ha condizionato
anche le formule contrattuali
scelte da proprietari e inquilini.
Un fenomeno sul quale fa luce
per la prima volta il Rapporto
immobiliare residenziale 2016
redatto dall’Omi dell’agenzia
delle Entrate. L’anno scorso – rileva il rapporto – in Italia è stato
registrato poco più di un milione di locazioni abitative, anche
se l’analisi si concentra sulle
821mila case per le quali è stato
possibile incrociare i dati reddituali e catastali.
I classici contratti liberi
“4+4” coprono il 60% del mercato, mentre gli affitti concordati – in cui il proprietario accetta un canone inferiore in
cambio di uno sconto fiscale –
sono il 20% del totale. Il resto,
invece, si divide tra contratti
transitori e per studenti.
LA PAROLA
CHIAVE
Registrazione
7I contratti di locazione devono
essere registrati all’agenzia delle
Entrate entro 30 giorni dalla
stipula (o dalla decorrenza, se
anteriore). Dal 1° aprile 2014, la
registrazione – cartacea o via
internet per chi possiede più di
10 immobili – deve avvenire con
il modello Rli. Fanno eccezione i
contratti brevi con una durata
inferiore a 30 giorni nel corso
dell’anno solare, per i quali la
registrazione è facoltativa.
60,6
-2,3%
20,2%
Agevolato concordato
Contratti a canone concordato con
durata a partire dai 3 anni stipulati
in Comuni ad alta tensione abitativa
Nord Ovest
600.000
180.000
-3,2%
492.955
60,0%
Bologna
Avellino
125
57
<
Var. %
0
Campobasso
75
Cosenza
74
Firenze
159
-5,7%
-17,2%
-12,9%
-11,4%
-11,4%
Bari
Bolzano
Caserta
Cremona
Foggia
111
104
-9,4%
-2,9%
-6,6%
-6,6%
Belluno
Brescia
Catania
Crotone
Forlì
-9,7%
Canone
medio
+1,2%
63,3
0
NELLE CITTÀ
Aosta
86,6
60.000
-3,0%
Il canone medio per la locazione
di abitazioni usate nei capoluoghi
di provicia. Dati aggiornati
al II semestre 2015 con variazione
% rispetto al II semestre 2010.
Il canone è espresso in euro al metro
quadrato all'anno
Città
99.182
-0,4%
58,7
17,7%
Ordinario transitorio
Contratti con durata tra 1 e 3 anni
stipulati in Comuni non ad alta
tensione abitativa
+5
47,6
-2,3%
145.133
0
90.295
120.000
200.000
-5
+0,1%
70,7
Ordinario di lungo periodo
Contratti a canone libero con durata
di almeno tre anni stipulati in Comuni
non ad alta tensione abitativa
-10
66
189.477
2,2%
400.000
-15
Canone medio e variazione % sul 2014
-1,9%
Agevolato per studenti
Contratti a canone concordato con
durata tra 1 e tre anni stipulati in
Comuni ad alta tensione abitativa
-20
Negli altri Comuni
62,9
17.985
<
Nei Comuni ad alta tensione abitativa
800.000
165.633
La ripresa del «3+2»
Anche se manca un confronto
con gli anni precedenti, tutto lascia pensare che il ricorso ai
contratti a canone concordato
sia in aumento. Lo si vede guardando il dettaglio delle otto città di maggiori dimensioni: qui
nel 2015 sono stati stipulati
97mila contratti liberi “4+4” e
45mila contratti concordati
“3+2”. E queste cifre risentono
comunque del caso-Milano, dove l’accordo locale – di fatto inutilizzato per 16 anni – deve ancora sviluppare a pieno i suoi effetti dopo essere stato rinnovato a giugno dell’anno scorso. A
Bologna, Torino, Firenze e Roma le due formule contrattuali
sono quasi in equilibrio, mentre
a Genova c’è addirittura il sorpasso dei canoni calmierati
(5.735 contro 2.688).
«La convenienza degli affitti
concordati varia in base alle zone, tra una città e l’altra e anche
nella stessa città, secondo il
contenuto degli accordi locali», osserva Giorgio Spaziani
Testa, presidente di Confedilizia. Certamente, oltre alla contrazione del mercato – che ha
reso più competitivi i canoni
calmierati – incide anche la
componente fiscale. «Ha avuto
un effetto positivo la cedolare
secca al 10%, per ora prevista fino al 2017, e da quest’anno si farà sentire la riduzione Imu-Tasi del 25%, che però potrebbe
essere potenziata o sostituita
da un’aliquota massima prevista su base statale».
821.706
Canone medio (euro/mq all'anno)
e variazione % sul 2014
Negli ultimi 5 anni in rosso nove capoluoghi su dieci
PAGINE A CURA DI
TOTALE
Abitazioni locate e % sul totale
75
72
72
-3,4%
-7,2%
-10,1%
104
100
-4,4%
+1,9%
+5,7%
Arezzo
Benevento
Brindisi
Catanzaro
Cuneo
Frosinone
93
72
55
76
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Agrigento
La variabile della durata. Tra disdetta anticipata e accordi transitori
Il 20% dei contratti è «breve»
pLa durata media di un con-
tratto d’affitto è di poco inferiore ai tre anni. È il dato che si ricava incrociando il numero di case
affittate possedute da persone
fisiche (2,8 milioni) con quello
dei nuovi contratti stipulati nel
2015 (poco più di un milione).
Si potrebbe pensare che a un
turnover così elevato corrispondano molte locazioni brevi. Invece, secondo le statistiche
del Rapporto immobiliare residenziale 2016, i contratti con
una durata inferiore a tre anni
sono soltanto il 20% del totale,
cioè 200mila. Come si spiega, allora, questo tasso di rotazione?
Una prima risposta è la crescita
del mercato, che sicuramente
gioca un ruolo importante: detto diversamente, negli ultimi
anni, complice il calo della domanda di mutui, il numero di case affittate è aumentato di circa
240mila unità. Ma dev’esserci
anche un’altra spiegazione, ed è
probabilmente il fatto che molti
contratti stipulati con formule
lunghe (soprattutto il “4+4” a canone libero) vengono risolti
prima della scadenza naturale,
perché l’inquilino presenta disdetta per «gravi motivi» con i
sei mesi di preavviso richiesti
dalla legge o perché comunque
le parti concordano di interrompere il rapporto.
In questi casi, c’è da chiedersi
se le rigidità imposte dalla legge
431/1998 siano davvero in grado
di rispondere alle attuali esigenze di lavoro, studio e mobilità
delle famiglie. Il problema si pone soprattutto nelle grandi città,
dove chi stipula un contratto
transitorio (con durata da 1 a 18
mesi) deve comunque applica-
54
re il canone concordato previsto negli accordi locali.
I dati del Rapporto permettono anche di misurare la distanza
dei canoni medi dichiarati al
momento della registrazione
nelle diverse aree del Paese. Nel
segmento libero, al Sud la media
nel 2015 è stata di 32,1 euro al metro quadrato. Meno della metà
degli 86,6 euro registrati nel
Nordovest e degli 85,2 euro del
Centro, dove si fanno sentire in
particolare gli effetti di Milano,
Torino e Roma.
88
65
53
57
65
67
-7,1%
-2,8%
+2,7%
+3,3%
-1,7%
-30,6%
-6,6%
Alessandria
Ascoli Piceno
Bergamo
Cagliari
Chieti
Enna
Genova
63
67
96
102
59
44
117
-3,6%
-2,1%
-12,3%
-2,6%
-5,7%
-5,4%
-9,9%
Ancona
Asti
Biella
Caltanissetta
Como
Ferrara
Gorizia
97
-6,9%
71
-11,6%
70
-6,6%
52
-6,6%
105
-17,0%
82
0,0%
73
-5,9%
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Verso il 16 giugno. L’analisi delle aliquote previste dai Comuni
Torino e Napoli, sconti Imu
a chi abbassa il canone
pForse non tutti lo ricordano, Sconti per i calmierati
ma il decreto sul fisco municipale
prevedeva che l’Imu sugli immobili locati fosse automaticamente
dimezzata. La norma non è mai
entrata in vigore, ed è stata poi definitivamente depennata dalla
stessa legge che ha aggiunto la
Tasi a partire dal 2014. Così, l’unica agevolazione “nazionale” sugli affitti è oggi rappresentata dallo sconto del 25% su Imu e Tasi,
che l’ultima legge di Stabilità ha
introdotto dallo scorso 1° gennaio
a favore delle abitazioni con canone concordato.
Per il resto, l’unica speranza
di un vantaggio fiscale per le case in locazione rimane quella di
spulciare le delibere comunali
alla ricerca di un’aliquota che
sia inferiore a quella prevista
come «ordinaria».
Nelle principali città, le scelte incentivanti consistono soprattutto in aliquote Imu agevolate per le
unità immobiliari locate secondo
gli accordi tra le proprietà edilizia
e quelle dei conduttori (regolati
dalla legge 431/98). Cioè gli stessi
immobili ai quali si applica lo
sconto d’imposta del 25 per cento.
È per esempio il caso di Bologna, Firenze, Genova, Milano,
Napoli e Torino. Ma non di Roma
e Palermo, che al contrario non
prevedono alcun tipo di agevolazione per le case in affitto, soggette a un’aliquota ordinaria Imu
del 10,6 per mille. Anzi, nella Capitale è in vigore anche la maggiorazione Tasi dello 0,8 per mille, che porta il valore finale al tetto massimo dell’11,4 per mille. Rispetto al basilare livello del 10,6
per mille, per le abitazioni con canone concordato Bologna e Firenze hanno deliberato un’aliquota al 7,6 e Napoli all’8 per mille (con la Tasi ferma a zero). Milano offre invece un’Imu al 6,5
per mille, ma con Tasi allo 0,8,
per un totale del 7,3 per mille.
All’interno della stessa tipologia di affitti calmierati, Genova e
Torino (che tengono a zero l’aliquota della Tasi) ai fini Imu tracciano alcune distinzioni.
Nel capoluogo ligure, lì dove ci
4,31
per mille
Imu agevolata
L’aliquota prevista a Torino per
le case con affitto concordato 3+2
sono contratti “3+2” è infatti prevista un’aliquota agevolata al 7,8
per mille, ma dove sono stati stipulati transitori ordinari o per
studenti universitari si paga ad
aliquota piena (10,6). Allo stesso
modo, Torino concede un’aliquota Imu al 4,31 per mille sulle
case in “3+2” e fissa al 7,95 per mille quella per le abitazioni con
contratti concordati transitori.
In questo quadro, leggendo le
delibere valide per il 2016, tra le
città metropolitane citate Firenze è l’unica in cui non si fa riferimento al requisito che la casa sia
l’abitazione principale dell’inquilino. Mentre Bologna allarga
espressamente l’aliquota agevolata (7,6 per mille) anche alle circostanze nelle quali il locatario
sia parente di primo grado della
persona che usa l’immobile come
abitazione principale (oppure
dello studente o del lavoratore
fuori sede che la prendono in affitto transitorio).
Pochi vantaggi per i «4+4»
Nessun beneficio “nazionale” è
dunque previsto per le abitazioni
che sono affittate a canone ordi-
nario. Motivo per cui, sul fronte
del “4+4”, spiccano ancor di più le
scelte compiute dalle amministrazioni comunali.
Rispetto all’ordinaria Imu al
10,6 per mille, Milano prevede ad
esempio un’aliquota ridotta al 9,6
per le abitazioni locate o «con finita locazione conseguente al decreto di convalida di sfratto, fino
alla liberazione dell’alloggio»
(con la Tasi comunque allo 0,8).
Si rivelano però più caratteristiche le opzioni deliberate a Torino e Napoli. Nel capoluogo piemontese, sempre con Tasi ferma
a zero, è prevista una specifica aliquota per unità immobiliari
(comprese quelle non abitative)
già locate a canone libero e per le
quali sia stata definita una riduzione del canone annuo.
Un modo per favorire i proprietari che hanno dimostrato di
andare incontro alle esigenze di
spesa degli inquilini, ricalibrando le mensilità richieste. Se la riduzione è compresa tra il 10 e il
20%, l’aliquota è del 9,6 per mille;
se la riduzione è superiore al 20%,
è dell’8,6 per mille. Aliquote che
su una casa da 500 euro di rendita
catastale abbassano il conto da
890 euro annui a 806 e 722 euro.
Un principio simile è stato seguito a Napoli, dove si è determinata un’aliquota Imu dell’8 per
mille (con Tasi a zero) sugli immobili locati a titolo di abitazione principale, e per i quali sia stato registrato l’atto con cui si dispone la riduzione di almeno il
15% del canone.
Non solo. Nella città partenopea è anche prevista un’aliquota
Imu al 6,6 per mille per le case affittate come abitazione principale di “giovani coppie”. Vale a dire
coniugi (o coppie iscritte nel registro delle unioni civili del Comune) che al 31 dicembre 2015 non
hanno compiuto 35 anni di età. E
che si sono sposati (o risultano
anagraficamente conviventi) dal
2012 in poi. Il contratto dev’essere
conforme all’accordo locale per
le locazioni concordate: l’immobile fruisce quindi del nuovo
sconto d’imposta del 25 per cento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
www.ilsole24ore.com/calcoloimu
Il calcolatore per Imu e Tasi
in vista dell’acconto del 16 giugno
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
3
In controtendenza
Forlì guida la decina di Comuni in cui gli importi medi mensili
sono cresciuti più dell’inflazione nell’ultimo quinquennio
Le scelte alla firma
A Genova la formula a canone concordato è più usata rispetto al «libero»
ma a livello nazionale sei contratti su dieci seguono il modello del «4+4»
L’ANALISI
pulati
riale
Nord Est
86.568
Centro
55,7
93.947
-0,6%
492.955
58,7
Comuni ad alta
tensione abitativa
287.228
70,3
-2,2%
Contratti a canone libero
Negli altri
Comuni
205.727
44,3
Contratti a canone concordato
Sud
72,3
-2,5%
IL CONFRONTO LIBERO-CONCORDATO
Totale Italia
89.065
-2,3%
I contratti di locazione oltre i tre anni
di durata stipulati nelle otto maggiori
città nel 2015
-1,4%
42,5
33.898
-2,7%
-3,2%
Roma
Palermo
Napoli
26.022
32,1
63.043
47,3
0
20
40
60
7.100
Bologna
3.793
-20
0
5.896 5.626
2,9%
-3,0%
20
40
60
-20
0
20
40
60
20,4%
-20
0
20
40
60
Genova
Firenze
2.688 5.735
3.999 2.869
Torino
Milano
31.928
-2,6%
47,3
+0,2%
66.074
34.901
Per i contratti
agevolati
servono sconti
«stabili»
18.525
5,2%
-20
51.667
45.655
41,6
1.433
-1,2%
Totale canone
concordato
Cristiano Dell’Oste
Raffaele Lungarella
Isole
10.950
45,5
97.248
Divario % tra l’importo del canone concordato e libero
25.336
27.873
Totale canone
libero
70,4
85,2
-1,5%
9.870
34,1
-1,8%
855
-2,3%
24.028
-0,1%
9.351 6.819
57,7%
44,9
-3,1%
-20
0
20
40
60
-1,1%
22,3%
-20
0
20
40
60
-20
0
17,0%
20
40
60
-20
0
20
40
60
Fonte: Rapporto immobiliare 2016, Omi agenzia delle Entrate
Grosseto
81
Lecce
66
Mantova
76
Napoli
137
Parma
102
Pisa
Ravenna
114
84
Rovigo
60
Sondrio
63
Trento
112
Verbania
78
-2,5%
-2,9%
-4,5%
-14,0%
-16,4%
-9,1%
-7,6%
+2,1%
+1,7%
-9,4%
-5,9%
Imperia
Lecco
Massa
Novara
Pavia
Pistoia
Reggio Calabria
Salerno
Taranto
Treviso
Vercelli
86
77
89
90
95
91
77
91
81
105
45
-5,7%
-3,1%
-6,0%
-9,8%
-7,2%
-6,6%
-7,3%
-7,5%
-11,3%
-16,2%
-13,7%
Isernia
Livorno
Matera
Nuoro
Perugia
Pordenone
Reggio Emilia
Sassari
Teramo
Trieste
Verona
48
107
-9,5%
-7,4%
+1,2%
-14,3%
-10,8%
-11,7%
-7,9%
-16,8%
51
108
-7,8%
-10,5%
La Spezia
Lodi
Messina
Oristano
Pesaro
Potenza
Rieti
Savona
Terni
Udine
Vibo Valentia
-2,0%
84
83
65
83
52
52
95
88
90
67
66
65
81
96
71
86
111
48
-6,0%
-1,2%
-6,6%
+1,2%
-8,1%
-3,7%
-0,6%
-5,5%
-5,5%
-7,2%
-8,8%
L'Aquila
Lucca
Milano
Padova
Pescara
Prato
Rimini
Siena
Torino
Varese
Vicenza
70
103
-7,4%
-17,5%
-14,0%
-18,1%
88
107
-7,1%
-9,1%
-5,8%
-13,1%
104
100
103
Latina
Macerata
Modena
Palermo
Piacenza
Ragusa
Roma
Siracusa
Trapani
Venezia
Viterbo
-1,8%
90
-5,4%
72
-5,9%
193
102
-11,6%
119
102
-12,7%
93
-9,9%
114
206
45
-10,4%
-2,3%
127
68
-3,4%
46
-1,7%
-8,5%
140
-34,0%
-5,6%
72
+1,8%
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Consulente Immobiliare
Domande & Risposte
La cedolare si può scegliere anche in corsa
Lo sconto Imu-Tasi
In cosa consiste lo sconto Imu e Tasi previsto dalla legge di Stabilità
per il 2016?
In tutti i Comuni italiani,
dal 1° gennaio 2016 c’è una
riduzione del 25% dell’imposta
determinata applicando l’aliquota Imu e Tasi a patto che il proprietario abbia stipulato un contratto a canone concordato.
R
Gli altri sgravi fiscali
Quali altre agevolazioni sono previste per i redditi derivanti dai
contratti a canone concordato?
Per la locazione delle case
situate nei Comuni ad alta
tensione abitativa, l’aliquota per
la cedolare secca è ridotta al 10%
perilperiodo2014-17(dal2018salvo proroghe sarà al 15%) contro il
21% riservato ai canoni liberi.
L’aliquota al 10% è prevista anche
nei Comuni per i quali è stato di-
R
chiarato lo stato di emergenza
per calamità avvenute nei cinque
anni precedenti il 28 maggio 2014.
Nei soli Comuni ad alta tensione
abitativa, c’è anche un’altra agevolazione: i proprietari che non
optano per la cedolare hanno una
deduzione forfettaria del 30% in
aggiuntaaquellabasedel5%(25%
per la città di Venezia e le isole
della Giudecca, Murano e Burano; 35% per gli immobili di interesse storico-artistico); inoltre, i
corrispettivi annui, ai fini dell’imposta di registro, sono ridotti del
30 per cento.
La cedolare secca
Quali vantaggi ci sono a scegliere
la cedolare secca e come si effettua
la scelta?
La cedolare può essere applicata sui redditi da locazioni abitative e sostituisce l’Irpef, le sue addizionali comunale e
regionale, l’imposta di registro e
R
di bollo. Il proprietario deve rinunciare all’aggiornamento del
canone. La scelta per la cedolare
può essere effettuata già alla registrazione del contratto o in una
delle annualità contrattuali successive, entro il termine per il pagamento dell’imposta annua di
registro. Per i contratti brevi non
soggetti a registrazione, la scelta
può avvenire direttamente nella
dichiarazione dei redditi.
La scelta della flat tax
Chi può scegliere la cedolare?
Quali requisiti deve avere l’inquilino?
Il locatore dev’essere una
persona fisica e deve trattarsi di una locazione abitativa.
Secondo le Entrate, anche l’inquilino deve essere un privato
(non un’impresa) anche se la casa
viene presa in affitto per finalità
abitative. Posizione però bocciata da alcuni giudici tributari.
R
L’elenco dei Comuni
Quali sono i Comuni ad alta tensione abitativa?
Sono i Comuni elencati
dal Dl 551/1998 e dalle delibere del Cipe. La lista include alcuni grandi centri (Bari, Bologna,
Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia), tutti i Comuni confinanti con questi grandi centri,
tutti i capoluoghi di provincia e,
per finire, tutti gli altri Comuni
elencati dalla delibera Cipe. La
legge di conversione del Dl
47/2014 aveva previsto che entro
il 30 giugno 2014 l’elenco fosse rivisto, ma per ora è inattuata.
R
Il canone calmierato
Come si determina il canone concordato? Cosa deve fare il proprietario per stipulare il contratto?
Il canone applicabile dipende dagli accordi siglati
R
a livello territoriale tra le associazioni della proprietà edilizia e degli inquilini. Le intese prevedono
un canone minimo e massimo
che dipende in genere dalla zona
e dalle caratteristiche dell’immobile. Gli uffici territoriali delle associazioni che hanno sottoscritto
gli accordi possono assistere i
proprietari nella stipula.
Senza intesa locale
I contratti a canone concordato
possono essere stipulati potenzialmente in tutti i Comuni italiani,
ma come si fa se a livello locale
manca l’accordo tra proprietari e
inquilini?
Il decreto interministeriale Infrastrutture-Economia 14 luglio 2004 consente di stipulare i contratti agevolati anche
nei centri in cui non è stato siglato
un accordo tra inquilini e proprietari in base al Dm 30 dicembre 2002: bisogna prendere come
R
riferimento l’accordo di un Comune vicino e omogeneo per popolazione (o, se presente, aggiornare con l’indice Istat Foi l’importo del vecchio accordo firmato in
base al Dm 5 marzo 1999).
Il cambio di formula
Come si fa a passare da un contratto a canone libero a uno a canone
concordato?
Bisogna prima “chiudere”
il contratto a canone libero (secondo le regole previste
dalla legge 431/1998 per la disdetta e la risoluzione) e stipularne
uno nuovo a canone concordato.
R
Ridurre il canone
È possibile limitarsi a ridurre il canone senza variare altri aspetti del
contratto?
Sì. Inoltre, gli accordi che
prevedono la sola riduzione del canone, anche per un periodo di tempo limitato, sono stati
esentati dall’imposta di registro e
dal bollo dal decreto sblocca-Italia (Dl 133/2014).
R
© RIPRODUZIONE RISERVATA
P
er una famiglia che non è
nelle condizioni
economiche di comprare
un’abitazione – neppure con
un mutuo – e non ottiene
l’assegnazione di una casa
popolare, oggi il contratto a
canone concordato è la chance
principale per pagare un po’
meno di affitto. Certo, è una
possibilità che esisteva già
prima, e in alcune zone non è
mai decollata, ma gli ultimi
sviluppi della normativa e del
mercato la rendono molto più
interessante per i proprietari,
fin quasi a farne uno
strumento di politica abitativa.
Uno strumento ancora più
importante da quest’anno,
dopo l’azzeramento della
(sempre scarsa) dote del
fondo per l’affitto.
L’arrivo dell’Imu nel 2012 ha
marcato una sorta di anno zero,
moltiplicando il tax rate sugli
immobili locati e cancellando le
agevolazioni Ici previste da
molti Comuni. Senza
dimenticare l’introduzione
della cedolare secca nel 2011,
che tassava quasi allo stesso
modo i canoni liberi (aliquota al
21%) e quelli calmierati (al 19%),
creando una situazione di
indifferenza anziché di
promozione: perché accettare
un canone inferiore in cambio
di uno sconto d’imposta di
appena il 2%?
Da allora, anche se in modo
tutt’altro che lineare, il quadro è
cambiato. Mentre la cedolare
sui canoni di mercato è rimasta
ferma, l’aliquota su quelli
concordati è stata ridotta al 15%
del 2013 e al 10% nel quadriennio
2014-2017. E gli effetti
cominciano a vedersi anche
nelle statistiche. Nell’anno
d’imposta 2014, i contribuenti
che hanno applicato la cedolare
a un canone concordato sono
stati quasi 321mila, circa il
doppio dell’anno precedente
(aliquota 15%), che a loro volta
erano aumentati del 60%
rispetto al 2012 (aliquota 19%).
L’abbassamento delle aliquote
pare aver inciso (eccome!) sulle
scelte dei proprietari.
Il limite di questi dati è che
misurano solo le opzioni, senza
precisare se riguardano
contratti nuovi o già in corso. Ed
è probabile che nella seconda
ipotesi il proprietario non abbia
trasferito all’inquilino il
risparmio d’imposta, così come
– del resto – nel 2012 non gli
aveva trasferito il rincaro
dell’Imu. Ma se anche gli
inquilini dei contratti agevolati
non avessero beneficiato della
riduzione della cedolare,
avrebbero comunque qualche
vantaggio: da un lato, hanno
mantenuto un affitto inferiore a
quello di mercato; dall’altro,
quelli di loro che hanno un
reddito inferiore a 15.493,71 euro
beneficiano di una detrazione
Irpef di 495,98 euro contro i 300
di chi paga un canone di
mercato (livelli poi ridotti per
chi ha un reddito superiore alla
soglia ma entro i 30.897,41
euro). Insomma, un premio
di consolazione.
I dati sulle registrazioni
avvenute nel 2015 dicono che il
20% dei contratti siglati in Italia
è a canone concordato, ma la
percentuale sale al 25% se si
escludono i contratti transitori
e quelli per studenti, e arriva al
30% se si prendono in esame le
otto maggiori città. Togliendo
poi Milano e Napoli, dove i
canoni calmierati sono ancora
marginali, negli altri grandi
centri coprono già il 44% delle
locazioni “lunghe”.
Una spinta al concordato è
arrivata anche dalla
contrazione degli affitti dovuta
alla crisi, perché è evidente che
ai proprietari non conviene
quasi mai scegliere il canale
agevolato dove il divario tra
canoni liberi e calmierati è
IL RISCHIO
Proroghe last-minute
e continui ritocchi
possono scoraggiare
il ricorso dei locatori
al canale concordato
troppo ampio. E un’altra spinta
arriverà dallo sconto Imu-Tasi
del 25% previsto dalla legge di
Stabilità 2016. Su una casa con
una rendita catastale di 650
euro e un’aliquota del 9,16 per
mille (la media 2015 per questa
tipologia di immobile) lo sconto
abbatte il prelievo annuo da
1.000 a 750 euro. Non è poco, se
si pensa che il canone medio è
nell’ordine dei 400 euro per un
alloggio di 75 metri quadrati.
Oltretutto, la riduzione ImuTasi vale in tutti i Comuni, e
non solo in quelli ad alta
tensione abitativa.
Se si vuole davvero usare
l’affitto concordato come
strumento di politica abitativa,
però, è fondamentale
mantenere costanti le
condizioni di convenienza
fiscale, senza proroghe
dell’ultimo minuto o continui
ritocchi. Troppe volte, in
passato, i contribuenti si sono
trovati intrappolati in contratti
il cui regime fiscale era stato
rivisto in peggio.
Conta molto anche il
contenuto dei singoli accordi
locali, che vanno ben
calibrati, per tenere conto di
tutte le condizioni attuali, dal
rischio che la casa resti sfitta
alla morosità in aumento,
fino alle spese di
manutenzione elevate su un
patrimonio edilizio
mediamente sempre più
vecchio.
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4
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
5
Jobs act
In rampa di lancio
Vicini alla pubblicazione sulla «Gazzetta»
lo Statuto e il regolamento organizzativo
L’ATTIVITÀ DI VIGILANZA
Tasselli mancanti
In una fase successiva il decreto attuativo
per trasferire il personale e le nomine del cda
Lavoro, nuovi voucher al test dei controlli
A nove mesi dal decreto di riordino si attende il debutto dell’Ispettorato unico nazionale
Francesca Barbieri
pUn sms o una email da inviare
almeno un’ora prima all’Ispettorato del lavoro con nome e dati
del lavoratore, luogo e durata
della prestazione. Multe per gli
inadempienti e un margine di tolleranza più ampio in agricoltura
(7 giorni). Il decreto correttivo
dei voucher - varato in via preliminare dal Governo venerdì
scorso - riaccende i riflettori su
controlli e ispezioni.
Su questo fronte la novità più rilevante prevista dal Jobs act è
l’Agenzia nazionale introdotta da
uno dei decreti di settembre 2015
(il n.149). Una cabina di regia unica
per la vigilanza, con l’obiettivo dichiaratodicoordinaregliinterventi
di ministero del Lavoro, Inps e Inail
per evitare inutili sovrapposizioni,
dotata di autonomia organizzativa
e contabile, e in grado di mettere in
campo fino a 6.357 persone, tra figure dirigenziali e non.
Partenza al ralenti
A quasi nove mesi di distanza, però,
l’Agenzia unica resta ancora sulla
carta,tantochel’Inps,conlacircolare n. 76 del 9 maggio, ha autonomamentedettato,peripropriispettori,
apposite linee guida, pur facendo
un cenno alla prospettiva della piena operatività dell’Agenzia(si veda
anche l’articolo più in basso).
Due dei tasselli chiave per la partenza di questo Ispettorato nazionalesonoinattesadientrareinvigore: lo Statuto (decreto firmato dal
presidente della Repubblica il 26
maggio) e il decreto del presidente
del Consiglio dei ministri (Dpcm)
che disciplina l’organizzazione del
personale e dei beni strumentali.
Provvedimenti che attendono la
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale,machenonbastanoperlaconcreta operatività del nuovo ente.
Percompletareilpuzzle,infatti,serviranno almeno altri due passaggi:
laricognizionedapartedelministero del Lavoro del personale da trasferireall’Ispettorato(entro45giorni dall’entrata in vigore del Dpcm,
QUOTIDIANO DEL LAVORO
Risarcimento del danno
se il licenziamento
risulta inefficace
Tra i contenuti esclusivi del
quotidiano del lavoro di oggi un
focus sul risarcimento del danno
in caso di licenziamento inefficace e la rassegna di Elio Cherubini
e dello Studio Toffoletto De Luca
Tamajo e soci
www.quotidianolavoro.ilsole24ore.com
orainfasediregistrazioneallaCorte
deiconti)eundecretointerministerialepersancirel’avviodell’operatività dell’Agenzia, con l’effettivo trasferimento degli ispettori.
La piramide dei controlli
Le forze in campo
I POTERI
L’Ispettorato avrà una sede centrale a Roma, 4 uffici interregionali
e 74 territoriali.
Agli ispettori del nuovo organismo spetterà la vigilanza in materia
di lavoro, contribuzione obbligatoria e legislazione sociale, con “poteri” in materia di sicurezza riferiti a
cantieri edili, attività a rischio di radiazioni ionizzanti, impianti ferroviari e alla verifica periodica degli
ascensori e montacarichi nelle
aziende industriali.
L’assunzionedinuovopersonale
diventerà prerogativa esclusiva
dell’Ispettorato nazionale, anche se
c’è da dire che Inps e Inail continueranno ad avere in organico i propri
ispettori fino alla pensione, mantenendo così i rispettivi poteri sul
fronte della vigilanza.
La situazione attuale, secondo i
datifornitidalministerodelLavoro,
vede all’opera 2.897 ispettori del lavoro,anchese«partediquesti-specificano dal dicastero guidato da
GiulianoPoletti-nonsvolgonofulltime attività di vigilanza in quanto
impegnati nel contenzioso, nelle
conciliazioni e in altre attività di
competenza delle Direzioni territoriali del lavoro». A questi si aggiungono 324 militari dell’Arma dei
CarabinierioperantipressoleDirezioni del lavoro. Gli ispettori Inps dopo l’opzione per il passaggio all’Ispettorato - sono invece 1.240
mentre quelli dell’Inail (sempre
post opzione) sono 312.
Coordinamento con le Asl
In materia di salute e sicurezza,
l’Ispettoratonazionalesicoordinerà con i servizi ispettivi delle Asl e
delle Agenzie regionali per la protezione ambientale per assicurare
uniformità di comportamento e
una maggiore efficacia degli accertamenti ispettivi, evitando la sovrapposizione dei controlli. Un
obiettivo,quest’ultimo,nonnuovo,
sesipensachegiàseiannifailCollegato lavoro puntava all’uniformità
e alla trasparenza dei controlli, fissando regole comuni per le procedure ispettive e delineando in maniera netta i contenuti del verbale
di primo accesso, con il quale
l’ispettore fotografa la situazione
che si presenta ai suoi occhi una
volta entrato in azienda.
L’ultimo report sulla vigilanza,
relativo al 2015, evidenzia 206mila
aziende ispezionate (-7% sul 2014),
di cui 136mila irregolari, e con un recupero di contributi evasi di quasi
1,3miliardi.IcontrollidelLavorosonostatiquasi146mila(+4%),«undato - si legge nel rapporto - legato anche all’intensificazione delle campagnepercontrastarelavoroneroe
caporalato,chenonhaperaltropregiudicato l’esito della strategia avviata da anni, volta a concentrare le
verifiche verso obiettivi particolarmente significativi, a prescindere
dalla realizzazione di un aumento
numerico delle ispezioni». La linea,
insomma, sembra chiara: meno
controlli, più risultati, senza intralciare l’attività produttiva.
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IL BILANCIO DEI CONTROLLI
Il sistema dei controlli quando sarà operativo l’Ispettorato nazionale
del lavoro previsto dal Jobs act
Ispettorato nazionale del lavoro
Comando dei Carabinieri
Esercita e coordina su tutto il territorio
nazionale, sulla base di direttive emanate
dal ministro del Lavoro, la vigilanza in
materia di lavoro, contribuzione e assicurazione
obbligatoria nonché legislazione sociale, compresa
la vigilanza in materia di tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro, nei limiti delle
competenze già attribuite al personale ispettivo del
ministero del Lavoro, e gli accertamenti in materia di
riconoscimento del diritto a prestazioni per infortuni
su lavoro e malattie professionali, della esposizione
al rischio nelle malattie professionali, delle
caratteristiche dei vari cicli produttivi ai fini della
applicazione della tariffa dei premi.
Le forze in campo
2.897
Svolge indagini di polizia giudiziaria
VE
RT
IC
E
IN
LIV
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RECUPERO CONTRIBUTI
E PREMI EVASI
1.105,5
Ispettori Inail
ISPEZIONI
IRREGOLARITÀ
39.548
ett ion
Isp rreg
e
int
31.840
Inail
RECUPERO CONTRIBUTI
E PREMI EVASI
i
ial
r
o
4
7 i territ
BA
SE
81,5
rat
ISPEZIONI
o
ett
IRREGOLARITÀ
20.835
Isp
18.207
TOTALE
Ferme restando le rispettive competenze, si
coordina con i servizi ispettivi delle aziende
sanitarie locali e delle agenzie regionali
per la protezione ambientale al fine di assicurare
l’uniformità di comportamento ed una maggiore
efficacia degli accertamenti ispettivi, evitando
la sovrapposizione degli interventi.
1.287,1
ISPEZIONI
206.080
IRREGOLARITÀ
136.028
Fonte: ministero del Lavoro
Il coordinamento. I funzionari ispettivi resteranno presso i rispettivi Istituti fino alla pensione
Ruoli a esaurimento per Inps e Inail
Luigi Caiazza
Roberto Caiazza
pIl Presidente della Repubblica
il 26 maggio scorso ha firmato il decreto presidenziale recante il regolamento di approvazione dello Statuto dell’Ispettorato nazionale del
lavoro che, secondo quanto previsto dalla legge istitutiva (Dlgs
149/15), avrebbe dovuto essere
emanato entro il termine (ordinatorio)dell’8novembre2015.Oraèin
attesa di essere pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale. Il Regolamento
tuttavia non è il solo atto mancante
per il completamento del puzzle
necessario per dare il via al nuovo
soggetto. Infatti, per completare il
quadro normativo bisognerà attendere l’emanazione del decreto
del Presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) e di un ulteriore de-
creto, questa volta da parte del ministro del Lavoro, di intesa con
quellodell’Economiache,asuavolta,dovràessereseguitodaunoopiù
atti ricognitivi del Segretario generale del ministero del Lavoro.
Il regolamento sarà costituito da
unsoloarticolo,alqualesaràallegato lo schema di statuto dell’Ispettorato, il quale costituisce parte integrante del Regolamento stesso.
L’Ispettorato nazionale, che
avrà autonomia organizzativa e
contabile e sarà sottoposto alla vigilanza del ministero del lavoro,
nonché al controllo della corte dei
Conti, avrà allocazione, almeno in
fasediavvio,pressounimmobilein
uso al ministero del Lavoro seppurenondiproprietàdellostesso,così
come stabilito dal decreto varato in
viapreliminaredalCdmdivenerdì.
Lo Statuto regolamenta l’organizzazione centrale del nuovo ente,lasuanaturaelefunzionideivari
soggetti, nonché l’individuazione
delle risorse e le procedura di approvazione del bilancio preventivo e del conto consuntivo.
In base a quanto già stabilito dal
decreto 149 e dallo schema del
Dpcm, ora alla Corte dei conti, che
ne dovrà attuare i contenuti, al nuovo Ispettorato saranno trasferiti i
funzionari ispettivi attualmente dipendenti del ministero del lavoro,
mentre quelli dell’Inps e dell’Inail
resteranno in organico presso i rispettivi Istituti, seppure in un ruolo
ad esaurimento. Pertanto, fino al
completamento di questo periodo
“transitorio” l’ispettorato avrà
compiti di coordinamento tra
l’Ispettorato stesso ed i servizi
ispettivi dei due Istituti.
In pratica, fino a tale momento,
in merito all’attività ispettiva cambierà poco o nulla. Ciò è testimoniato dalla recente circolare n. 76
del 9 maggio, con la quale l’Inps ha
autonomamente dettato, per i propri ispettori, apposite linee guida in
materia di ispezioni sul lavoro, facendo solo un minimo riferimento
all’Ispettorato nazionale.
In merito alle funzioni ispettive
del nuovo organismo esse si riferisconoallamateriadellavoroedella
legislazione sociale, compresa la
contribuzione assicurativa e previdenziale. Nulla è cambiato anche
per la vigilanza in materia di tutela
della salute e sicurezza sui luoghi di
lavoro esclusivamente nelle attivitàgiàindividuatedall’articolo13del
Dlgs81/2008(Tusullasaluteesicu-
rezza sui luoghi di lavoro): cantieri
edili, radiazioni ionizzanti, impianti ferroviari, verifica periodica di
ascensori e montacarichi nelle
aziende industriali, lavori mediante cassoni ad aria compressa e lavorisubacquei.È confermata, infine,
la competenza sugli accertamenti riguardanti il riconoscimento del diritto alle prestazioni
per infortuni sul lavoro e malattie professionali.
A livello centrale sarà di competenza dell’Ispettorato nazionale,
tra l’altro, l’emanazione di circolari
interpretativeinmateriaispettivae
sanzionatoria, nonché direttive
operative rivolte al personale
ispettivo, e la loro formazione e aggiornamento, ivi compreso quello
degli Istituti, nonché il coordinamento dei servizi ispettivi delle Asl
al fine di assicurare l’uniformità di
comportamento ed una maggiore
efficacia dell’azione ispettiva.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lavoro accessorio. Fondazione Moressa: utilizzati in un caso su dieci
Buoni in ascesa anche tra gli immigrati
Rossella Cadeo
Stefano Rossi
pLa tracciabilità dei voucher
decisa venerdì scorso dal governo (con un decreto correttivo
del Jobs act, si veda «Il Sole 24
Ore» del’11 giugno) arriva dopo il
boom di vendite, dal mezzo milione del 2008 ai 115 milioni del
2015. Una crescita che ha riguardato anche i lavoratori extracomunitari, la cui incidenza è passata da meno dell’1% all’8,6%,
quasi uno su 10.
I nuovi vincoli
Tracciabilità, più controlli specifici
e, in caso di violazione degli obblighi, applicazione della stessa sanzione prevista per il lavoro intermittente, da 400 a 2.400 euro per
ciascun lavoratore per cui venga
omessa la comunicazione. In particolare, i committenti imprenditori
non agricoli o professionisti che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio devono, almeno 60 minuti
prima dell’inizio, comunicare con
sms o email alla sede territoriale
dell’Ispettorato nazionale del lavoro i dati anagrafici o il codice fiscale
del lavoratore, il luogo e la durata
della prestazione. Stessi obblighi
per i committenti imprenditori
agricoli, ma entro 7 giorni. Secondo
l’attuale disciplina, la mancata denuncia preventiva di utilizzo, da effettuare solo per via telematica all’Inps, entro 30 giorni, comporta
l’applicazione della maxi sanzione
per lavoro “nero” . Nel decreto esaminatovenerdìinviapreliminaresi
prevede invece una sanzione nel
caso di omessa comunicazione per
ciascun lavoratore.
Possibili violazioni si verificano
anche al superamento dei limiti
quantitativi di 2mila euro per committente e 7mila per lavoratore. Se
cosìè,ilrapportosi“trasforma”nella «forma comune di rapporto di lavoro», ossia in un rapporto di natura subordinata a tempo indeterminato,conapplicazionedellesanzioni civili e amministrative. Per il
settore agricolo, invece, il decreto
correttivo prevede l’esclusione del
limite imposto ai committenti imprenditori (2mila euro) perché il lavoro accessorio in agricoltura è già
soggetto, oltre al limite generale dei
7mila euro per lavoratore, anche a
ulteriori limiti.
In ogni caso, l’introduzione della
sanzione non risolve il problema
dellamancatacoperturaconibuoni
lavoro delle effettive ore lavorate.
Infatti, nel caso in cui la comunicazione sia stata fatta ma, in sede di
controllo,alcunegiornateoorenon
risultino retribuite, la mancata erogazione dei voucher non potrà dar
luogo all’applicazione della maxi
sanzionema–seleprestazionisono
rese per un’impresa o un lavoratore
autonomo secondo i canoni della
subordinazione – si avrà la conversione in lavoro subordinato a tempo indeterminato, con le relative
sanzioni amministrative e civili.
Lavoratori extraUe
L’incremento nel’uso dei voucher
ha riguardato anche i lavoratori extracomunitari. Il fenomeno è messo a fuoco dalla Fondazione Leone
Moressa su dati Inps. Se nel 2008 gli
extracomunitari pagati con vou-
Il trend
Le caratteristiche del lavoro extracomunitario pagato con voucher,
anni 2008-2015
Anno
Incidenza
% extraNumero
comunitari/
totale
Numero
Compenso
medio
annuale
Età
voucher
medio media
riscossi
netto
annualmente
2008
174
0,70%
19
143
29
2009
2.860
4,20%
38
288
32
2010
9.330
6,20%
63
469
33
2011
14.058
6,50%
70
526
34
2012
24.565
6,70%
64
480
34
2013
45.440
7,40%
61
459
34
2014
81.877
8,00%
64
481
35
2015
119.232
8,60%
66
497
35
Fonte: elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Inps
L’
© RIPRODUZIONE RISERVATA
85.981
Ispettori Inps
4 oratiali
EL
L
RM O
ED
IO
TE
IRREGOLARITÀ
Inps
312
Il passo
determinante
per un vero
coordinamento
cher erano meno di 200, nel 2015 sono quasi 120mila. Contemporaneamente è più che triplicato il numero
mediodivoucherriscossi(da19a66
all’anno), così come il compenso
annuale medio netto (da 143 a 497).
Quanto all’età media, è leggermentesalita,da29a35anni,nelsegmento
degli extracomunitari. Invece, per i
comunitari è scesa da 59 a 36 anni.
Ma quali sono le attività nelle
quali è più frequente incontrare extracomunitari nella platea retribuita tramite voucher? In primis, il lavorodomestico(quasiil30%deibeneficiari), poi giardinaggio e pulizia
(15,4%) e turismo (9,8%). E se il salario medio netto annualmente percepito si aggira sui 500 euro, il picco
piùaltoèindividuabilenelleattività
legate al verde (616 euro), mentre
quello più basso in quelle agricole
(216 euro), settore peraltro che assorbe la minore quota di extracomunitari con voucher (il 4%).
ISPEZIONI
145.697
1.240
ato
or le
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t
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Isp zion oro
na lav
l
de
o
nd ri
a
m ie
Co abin
r
Ca
Cura la formazione e l’aggiornamento
del personale ispettivo, compreso
quello di Inps e Inail.
Svolge attività di studio e analisi
relative ai fenomeni del lavoro
sommerso e irregolare e alla mappatura
dei rischi, al fine di orientare l’attività di vigilanza.
100,1
Carabinieri
Propone, sulla base di direttive del ministro
del Lavoro, gli obiettivi quantitativi
e qualitativi delle verifiche ed effettua
il monitoraggio sulla loro realizzazione.
Esercita e coordina
le attività di vigilanza
sui rapporti di
lavoro nel settore dei
trasporti su strada.
RECUPERO CONTRIBUTI
E PREMI EVASI
324
Alessandro
Rota Porta
evoluzione legislativa
che ha caratterizzato le
ispezioni del lavoro ha
spesso avuto l’obiettivo
(ambizioso) di creare
meccanismi di coordinamento
tra le forze in campo e di
rendere il più possibile
uniforme l’azione di controllo.
La filosofia che emerge dal
Dlgs 149/2015 va oltre questi
principi: il decreto delegato del
Jobs act ispira, infatti, le proprie
linee guida alla creazione di un
unico organismo, l’Ispettorato
nazionale del lavoro, quale
“centrale” gestionale della
vigilanza in materia di lavoro,
con compiti a 360°: esercitare i
controlli su contribuzione e
legislazione sociale, compresa
la vigilanza in materia di salute
e tutela nei luoghi di lavoro,
nonché in relazione ai profili
assicurativi contro gli
infortuni; emanare circolari
interpretative; svolgere
attività di promozione della
legalità, e così via.
Volgendo, invece, uno
sguardo al passato, gli
interventi in materia non
hanno mai puntato a
concentrare su un solo
soggetto la regia ispettiva ma
hanno cercato (spesso invano)
di trovare una sinergia tra i
soggetti esistenti o di
semplificare le procedure.
Volendo tracciare un breve
bilancio, nel 2010 è stato il
collegato lavoro (legge 183) che
- modificando il Dlgs 124/2004 aveva tradotto in legge i
principi già contenuti in diversi
circolari: in primis la “direttiva
Sacconi” del 18 settembre 2008
e poi tutti quei provvedimenti
tesi a delineare la deontologia
del controllo ispettivo. Il
risultato era stato quello
di una maggior semplificazione
dell’azione di accertamento,
anche per la
procedimentalizzazione in
senso stretto.
E, ancora: il Dl 70/2011 ha
previsto il controllo “unificato”
degli organi di vigilanza in
ambito fiscale e contributivo e
il divieto di duplicazione delle
ispezioni, che avrebbero
dovuto avere una cadenza al
massimo semestrale:
l’attuazione della
semplificazione necessitava
di un dm attuativo EconomiaLavoro che, però, non ha mai
visto la luce.
Infine, il Dl 5/2012 aveva
previsto altre linee guida:
razionalizzazione dei controlli
e dei connessi adempimenti
amministrativi, eliminazione
delle attività di accertamento
“superflue”, coordinamento al
fine di evitare duplicazioni,
informatizzazione delle
procedure, soppressione o
riduzione dei controlli sulle
imprese con certificazione
Uni En Iso-9001 o altra
certificazione. Anche queste
mai attuate.
L’Ispettorato nazionale
supera queste logiche perché
ha il pregio di effettuare la
gestione diretta e coordinata
degli ispettori civili (del
ministero del Lavoro, di Inps e
Inail) dando così vita ad
un’attività ispettiva omogenea.
Peraltro, un altro aspetto
interessante - con l’auspicio che
trovi piena realizzazione – è che
ogni altro organo di vigilanza
che svolge accertamenti di
lavoro debba raccordarsi con le
sedi centrali e territoriali
dell’Ispettorato nazionale.
Non resta che attendere il
completamento dei tasselli
necessari per rendere
operativa la struttura, tra cui
l’emanazione del Dm attuativo
e degli atti ricognitivi; il
trasferimento delle risorse
finanziare e strumentali,
nonché del personale degli enti
coinvolti; le nomine del Cda
dell’Ispettorato.
Ministero del Lavoro
Ispettori del lavoro
Stessi poteri degli ispettori del lavoro
Emana circolari interpretative in materia
ispettiva e sanzionatoria.
Svolge le attività di prevenzione
e promozione della legalità presso
enti, datori di lavoro e associazioni
finalizzate al contrasto del lavoro
sommerso e irregolare.
Risultati complessivi nel 2015
della vigilanza di ministero
del Lavoro, Inps e Inail.
Recupero contributi in milioni di euro
L’ANALISI
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
6
Le iniziative del Sole
Dal «macro» al «micro»
Conti pubblici, credito, politiche monetarie:
quali ricadute sui nostri comportamenti
L’ECONOMIA PER LA FAMIGLIA
IL PIANO DELL’OPERA
Al via da domani
la grande economia 01
in parole semplici INFLAZIONE
SU INTERNET
Sul sito del Sole 24 Ore
quiz, video e approfondimenti
su tutti i temi della collana
Anche il sito del Sole 24 Ore accompagnerà
in queste settimane le uscite dell’Economia
per la famiglia, con approfondimenti, quiz
per mettere alla prova la propria preparazione, video divulgativi sui vari temi affrontati
ogni martedì e mercoledì dai fascicoli in
edicola. E con l’elenco completo di tutte le
uscite abbinate al quotidiano
Via Tortona 56
sponsor museo
coffee partner
za cinese? Perché non siamo del tutto
usciti dalla Grande Recessione? L’euro è
un fattore di forza? L’austerità è un’arma a
doppio taglio? Quando l’Italia riprenderà
a crescere? E quale lezione può trarre dagli anni del miracolo economico?
«L’economia per la famiglia» si cimenta con questi interrogativi, nella consapevolezza che ogni evento economico
può avere grandi ripercussioni nella nostra vita quotidiana. Infatti, anche se non
vogliamo occuparci dell’economia,
l’economia si occupa di noi. E lo fa ogni
volta che cerchiamo lavoro, quando riceviamo lo stipendio, quando paghiamo le
tasse o quando raccogliamo i frutti del risparmio, siano essi interessi o dividendi.
Sono tutte occasioni di incontro o scontro fra noi e l’economia.
Queste occasioni sono diventate
sempre più incalzanti nella lunga stagione di crisi iniziata in America nel
2007-2008 con la crisi dei mutui e con il
crack Lehman. Poi, dal 2010-2011 con
l’esplodere delle tensioni sul debito
pubblico in Italia e nell’are euro. E, ancora in questi mesi, con il dissesto di alcuni istituti di credito che ha comportato perdite rilevanti per numerosi risparmiatori. Tra turbolenze sui mercati finanziari e nuove regole imposte dal
Governo o dall’Unione europea, gli
shock si sono ripetutamente trasmessi
alla vita quotidiana suscitando un enorme impatto emotivo e moltiplicando a
tutti i livelli, per età e condizione professionale, il bisogno di capire i movimenti
dell’economia, anche da parte di chi non
si occupa abitualmente di economia.
La nuova collana nasce dalla vocazione naturale del Sole 24 Ore a spiegare i fatti dell’economia e i loro effetti concreti
nella vita di tutti i giorni. In questi anni, il
quotidiano ha sviluppato una vera e propria filiera della divulgazione economica, con rubriche e pagine di successo come «Parola chiave», la «Bussola del risparmiatore», l’«Enciclopedia del risparmio» e, da ultimo, «I tuoi soldi. Corso
pratico di educazione finanziaria», che si
sono affiancate ai tradizionali punti di
forza in questo campo come l’Esperto risponde e le Guide pratiche.
Nel campo della divulgazione un ruolo
di primo piano viene svolto soprattutto
da «Junior24», l’appuntamento settimanale del Sole 24 Ore per illustrare ai ragazzi i segreti dell’economia. Un’avventura
nella conoscenza in atto tutte le domeniche da cinque anni, attraverso la quale il
quotidiano è entrato in contatto con un
nuovo universo di giovani lettori e di insegnanti, che a loro volta hanno iniziato a
sollecitare il giornale con le loro domande, curiosità e suggerimenti.
Junior 24 e la nuova collana «L’Economia per la famiglia» sono esperienze
utili per la stessa scuola italiana, che dovrebbero finalmente cominciare a riconoscere uno spazio più importante e
strategico nei propri programmi all’educazione economica.
15 giugno 2016
CRESCETE
E MOLTIPLICATEVI
#01
INFLAZIONE,
MONETA E TASSI
a cura di Fabrizio Galimberti
21 giugno 2016
#02
CRESCETE
E MOLTIPLICATEVI
a cura di Fabrizio Galimberti
Dobbiamo avere paura dell’inflazione? O della deflazione?
Come si crea la moneta? Qual è
il ruolo della banche centrali?Perché l’euro?Un giorno
spariranno i contanti?
La crescita economica è un
mistero. Perché alcuni Paesi
crescono e altri no? Capitale e
lavoro non bastano. Il ruolo
della produttività. La demografia e il «capitale umano»
Le vie della crescita passano dal
miglioramento del capitale
umano attraverso una buona
scuola. Occorre inoltre “scongelare” il capitale immobilizzato,
e valorizzare il lavoro femminile
04
05
06
22 giugno 2016
28 giugno 2016
29 giugno 2016
IL PIL E I CONTI
DELL’ITALIA
I CONTI
DELLO STATO
#04
IL PIL E I CONTI
DELL’ITALIA
a cura di Fabrizio Galimberti
Che cos’è il Pil e come si
calcola. Le componenti della
domanda. Il Pil e il lavoro
domestico. L’economia
sommersa e quella criminale.
La contabilità e la statistica
#05
I CONTI
DELLO STATO
a cura di Fabrizio Galimberti
Il debito pubblico, il deficit, le
necessità dello Stato. Gli
impegni europei e le scelte
nazionali. Come tutto questo
condiziona la vita di noi
cittadini?
a cura di Fabrizio Galimberti
CRISI
E DINTORNI
#06
CRISI E DINTORNI
a cura di Fabrizio Galimberti
Dal 2007 a oggi, dal crack
Lehman alle difficoltà in casa
nostra. Cosa è successo e cosa
possiamo fare per lasciare la
crisi definitivamente alle
spalle
08
LA BORSA
E LE BOLLE
IL LAVORO L’ECONOMIA AGRICOLTURA, I SETTORI SCAMBI E
E IL SALARIO ITALIANA INDUSTRIA E SERVIZI DEL FUTURO GLOBALIZZAZIONE
5 luglio 2016
13
26 luglio 2016
09
#03
PER TORNARE
A CRESCERE
07
6 luglio 2016
12 luglio 2016
14
15
27 luglio 2016
2 agosto 2016
LE ECONOMIE LE ECONOMIE RICCHI
DEL MONDO DEL MONDO E POVERI
L’emisfero Nord
L’emisfero Sud
19
20
17 agosto 2016
21
23 agosto 2016
24 agosto 2016
10
13 luglio 2016
16
3 agosto 2016
11
19 luglio 2016
17
9 agosto 2016
12
20 luglio 2016
18
10 agosto 2016
LE MATERIE L’AMBIENTE LE IDEE CHE
PRIME
MUOVONO IL MONDO
Premi Nobel 1969-1975
22
30 agosto 2016
23
31 agosto 2016
24
6 settembre 2016
LE IDEE CHE
LE IDEE CHE
L’ECONOMIA L’ECONOMIA ECONOMIA ECONOMIA
MUOVONO IL MONDO MUOVONO IL MONDO NELLA STORIA NELLA STORIA E LETTERATURA E LETTERATURA
Premi Nobel 1976-1982
Premi Nobel 1983-2011
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dalla peste nera
alla carestia delle patate
Dalla rivoluzione delle ferrovie
alla II Guerra mondiale
Dal “Milione”
a “Moby Dick”
Da “Gulliver”
al “Gattopardo”
collezioni
mostre
mudec junior
forum delle culture
eventi
formazione
design store
ristorante
bistrot
parcheggio
mudec.it
acqua ufficiale
PER TORNARE
A CRESCERE
birra ufficiale
lighting sponsor
con il supporto di
sponsor tecnici
technology partner
con il sostegno di
in collaborazione con
© OSKAR DA RITZ
P
er lustri e per decenni ci hanno insegnato che l’inflazione è una brutta cosa. Il che rimane vero, almeno
quando l’inflazione è elevata. Il grande
economista John Maynard Keynes scrisse che «non vi è maniera più sottile e più
sicura di scalzare le basi stesse della società che quella di svilirne la moneta».
Ora invece l’inflazione non ha più questa
cattiva stampa. Ci si è resi conto del fatto
che, come nel caso del vino rosso, un po’
di inflazione fa bene, e le stesse autorità
monetarie si danno un obiettivo di aumento dei prezzi vicino al 2 per cento. Il
problema sta invece cambiando di segno. Oggi si teme la deflazione, cioè l’inflazione sotto zero, che lo stesso Keynes
temeva più dell’inflazione.
Da questo paradosso sull’aumento dei
prezzi prende le mosse il primo quaderno della nuova collana di divulgazione
che Il Sole 24 Ore propone da domani per
raccontare i segreti dell’economia in termini comprensibili a tutti, in particolare
ai giovani. «L’economia per la famiglia»,
a cura di Fabrizio Galimberti, sarà in edicola durante l’estate con due appuntamenti settimanali, uno al martedì e l’altro
al mercoledì, in abbinamento con il quotidiano al prezzo di 2 euro.
Con uno stile accattivante - attraverso
parole semplici, aneddoti coinvolgenti,
vignette didascaliche, citazioni, grandi
idee e piccole curiosità - questa iniziativa
vuole spiegare il sapere economico partendo dalle domande più dirette e spontanee che nascono dal confronto con l’attualità. Con quali strumenti le banche
centrali governano le crisi? Come si misura nel 2016 la ricchezza di un Paese? Che
cosa determina i rialzi e i ribassi della Borsa? È possibile contrastare la concorren-
MONETA E TASSI
03
02
14 giugno 2016
I fascicoli del Sole 24 Ore per capire
i legami tra temi globali e vita quotidiana
Ogni martedì e mercoledì
Fino al 6 settembre una serie da conservare
per capire le questioni più importanti
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
7
La ripresa difficile
Una difficoltà generale
Secondo le elaborazioni del Centro studi Sintesi
il calo colpisce tutte le tipologie di nuclei
I CONSUMI
La spending review
formato famiglia:
più bollette, meno abiti
La recessione nel carrello
Spesa media delle famiglie. Valori in euro e variazione % 2014/2007
Prodotti alimentari
e bevande analcoliche
Marco Biscella
famiglia siedono molti luminari. Dalla Banca d’Italia all’Istat,
dal Censis a svariati centri studi. E pur utilizzando ciascuno
uno strumento d’analisi diverso, tutti sono concordi nella
diagnosi: in Italia la famiglia,
oggi, rispetto agli anni pre-crisi, è ancora debilitata. Qualche
esempio? Nel 2015, secondo
l’Istat, la pressione fiscale generale è calata di 0,3 punti percentuali passando dal 43,6% al
43,3%, mentre il carico fiscale
sulle famiglie (imposte correnti su reddito disponibile
lordo) è aumentato di 0,3 punti
percentuali. Tra il 2011 e il 2014
(la fonte è uno studio della
Fondazione nazionale dei dottori commercialisti su dati
Istat e Banca d’Italia), il numero di nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta è aumentato del 36 per cento. A
fronte della stragrande maggioranza dei ragazzi italiani –
rivela l’ultimo Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo – che
sogna di costruirsi una famiglia e di mettere al mondo due
o più figli, il tasso di natalità nel
nostro Paese è drammaticamente ben più basso: solo 1,37,
un numero da inverno demografico. Insomma, le famiglie
italiane stanno vivendo una situazione di particolare disagio, perché è proprio sulle famiglie italiane che si è scaricata gran parte del peso di questa
lunga e profonda crisi economica internazionale.
Ma la medaglia ha anche un
suo rovescio, che è meno brutto da guardare. Nonostante sia
stato colpito ripetutamente da
molti virus, l’organismo della
famiglia italiana ha cercato di
tenere botta, sviluppando anticorpi e attingendo a ogni stilla
di energia a disposizione, dai risparmi al welfare di prossimità.
Una cartina di tornasole che
aiuta a capire come e quanto la
famiglia ha dovuto fronteggiare l’assalto della recessione, arriva dal fronte dei consumi. Secondo l’ultima Relazione annuale di Bankitalia, la ripresa
dei consumi, iniziata a metà del
2014, è proseguita lo scorso anno e per la prima volta dal 2008
è tornato a crescere il potere
d’acquisto, grazie alle migliorate condizioni del mercato del
dere se la famiglia crollasse?
In Inghilterra hanno provato
a calcolare il costo di un eventuale “family breakdown”, il
collasso della famiglia. Un
conto salato, superiore a 47
miliardi di sterline, cioè poco
più di 60 miliardi di euro. Una
cifra superiore al budget
complessivo di alcuni ministeri britannici. A stimare il
salasso è un report, realizzato
nel 2015, della Relationships
Foundation, che ha diligentemente messo in fila, indicatore per indicatore, le voci di
questo bilancio in rosso. Nella lista non rientrano solo parametri economici o fiscali,
ma anche i costi sociali (dall’assistenzaamalati,anzianio
ragazzi abbandonati all’emergenza abitativa di persone che hanno subìto violenza domestica), quelli legati alla giustizia (come l’assistenza legale) e a quelli
educativi (dai danni legati ad
atti di vandalismo a scuola fino al supporto ai Neet). Il dato più preoccupante, però, è
che il trend è in costante crescita: nel 2009 il collasso della
famiglia costava “solo” 37 miliardi di sterline. (Ma.Bi).
colpisce un po’ tutte le tipologie di famiglia (persone sole,
coppia senza figli, coppia con
un figlio, coppia con due figli,
coppia con tre o più figli, nuclei
monogenitoriali): l’unica eccezione in controtendenza è costituita dalla coppia di over 65,
che nello stesso arco di tempo
ha visto crescere la propria spesa media da 2.310 a 2.490 euro.
All’interno del paniere, come osservano i ricercatori del
Centro studi Sintesi, le rinunce
non sono omogenee. In estrema sintesi: aumentano (+4%, da
876 a 913 euro) le spese mensili
legate alla voce «Abitazione,
acqua, elettricità, gas e altri
combustibili», cioè tariffe e
bollette, e la voce «Istruzione»
(+25%, da 11 a 14 euro). Tutti gli
altri aggregati di spesa, chi più
chi meno, mostrano il segno
“meno”, alcuni per cause anche
positive (nelle comunicazioni
si sente l’effetto della concorrenza tra operatori), altri invece per mere esigenze di bilancio familiare da far quadrare: è
il caso, soprattutto, di abbigliamento e calzature (in calo del
28%, da 160 a 114 euro), tipici
esempi di spese rinviate dai nuclei familiari in presenza di
quote di reddito destinate ad altre priorità. Mantengono, invece, una loro stabilità sia le spese
per prodotti alimentari (scesi
da 453 a 436 euro) sia quelle per
bevande alcoliche e tabacchi
(da 45 a 43 euro).
Ma sui consumi la crisi ha fatto sentire altri effetti indiretti.
Secondo un’elaborazione di
Tecnè e Fondazione Di Vittorio («I consumi delle famiglie
italiane. Rapporto 2015»), «il
57% delle famiglie ha dovuto ridurre la quantità e/o la qualità
della spesa alimentare. Se si
considerano i consumi non alimentari la quota sale al 72%». E
la spending review è andata a
penalizzare soprattutto il made
in Italy: «La necessità di modificare gli standard dei consumi
- si legge sempre nel rapporto ha colpito soprattutto le produzioni di qualità, in particolare
quelle italiane. Fatta 100 la spesa delle famiglie nel 2008 per
l’acquisto di formaggi, nel 2015
il calo è stato di 11 punti, per il vino -12, per l’olio d’oliva -23, per
l’abbigliamento -32 e per le calzature -16 punti percentuali».
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lavoro e alle misure fiscali varate dal Governo nel 2014 e poi rese permanenti. Sia la spesa delle famiglie sia il potere d’acquisto restano però ancora al di
sotto dei livelli pre-crisi.
Negli anni della crisi, infatti,
le famiglie italiane sono state
costrette a ridurre, in media,
del 6% l’ammontare della spesa
mensile, come mostra l’elaborazione realizzata dal Centro
studi Sintesi (si veda il grafico).
Nel 2007 (prima che dilagasse
la lunga recessione sfociata in
deflazione) spendevano 2.649
euro, mentre nel 2014 hanno
perso per strada 160 euro, fermandosi a quota 2.489. Il taglio
REGNO UNITO
Un «collasso»
da 47 miliardi
di sterline
pMa cosa potrebbe succe-
I possibili rimedi. Gli strumenti e le proposte
Tagli fiscali, bonus e più servizi
per rilanciare crescita e natalità
N
elle politiche di aiuto alla
famiglia l’Italia è, da anni,
stabilmente al di sotto
della media Ue: secondo
Eurostat, le voci di spesa legate a
famiglia e bambini valgono in
Europa l’1,7% del Pil, mentre nel
nostro Paese ci fermiamo all’1,4
per cento. Colpa anche di una
miriade, assai frastagliata, di
misure e interventi in cui gli
aiuti si disperdono e a cui il
Governo intende porre rimedio,
tanto che nel recente Def è stato
inserito l’obiettivo di
«coordinare e unificare la
complessa normativa sulla
famiglia attraverso un apposito
testo unico». Gli strumenti
attualmente in campo spaziano
dalle detrazioni per i carichi
familiari agli assegni per la
maternità, dai bonus bebè agli
Anf (Assegno al nucleo
familiare).
In vista della legge di Stabilità
2017, lo stesso Governo ha
ribadito l’intenzione di voler
varare provvedimenti in chiave
crescita, a partire da quelli per la
riduzione del carico fiscale su
famiglie e imprese. Anche se
sullo sfondo del dibattito sulle
misure a favore della famiglia e
della natalità restano due grandi
ombre cinesi: il tema del
quoziente familiare e il progetto
di un Family Act.
Su quest’ultimo punto va
registrata una recente iniziativa
del gruppo Demos-Centro
democratico della Camera, che
ha avanzato una proposta al
Governo «per dare alle politiche
per la famiglia carattere di
continuità e organicità, dopo
troppi spot e troppi pochi fatti»,
operando su tutte le leve, da
quelle fiscali a quelle della
conciliazione politica-lavoro.
Tra i provvedimenti proposti,
FANALINO DI CODA
Secondo Eurostat, l’Italia
per famiglia e bambini
spende l’1,4% del Pil:
in Europa la media
si attesta invece all’1,7%
tre anni figurativi di contributo
per le mamme lavoratrici;
l’accesso anticipato di un anno
alla pensione, per ogni figlio
nato o adottato; l’aumento delle
detrazioni Irpef per i percettori
di redditi fino a 30mila euro (300
euro per il primo figlio, 400 per il
secondo e 500 per i successivi);
l’aliquota Iva abbassata al 4% su
bollette, latte in polvere,
omogeneizzati; aumento del
20% degli assegni familiari
per i nuclei con almeno quattro
figli e un voucher per le
spese d’istruzione.
Anche a livello territoriale si
cerca di dare una risposta al
problema della denatalità.
Giovedì scorso, per esempio, il
ministro con delega alla
Famiglia, Enrico Costa, ha
sottoscritto un accordo con le
Regioni per destinare 7,5 milioni
di euro a governatori ed enti
locali a favore di bonus per
nuovi nati e a sostegno dei
servizi per la prima infanzia.
Ma.Bi.
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Bevande alcoliche
e tabacchi
Abbigliamento
e calzature
Abitazione, acqua,
elettricità, gas ect.
Mobili, articoli
e servizi per la casa
Servizi sanitari
e spese per la salute
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
453
436
45
43
160
114
876
913
129
102
113
109
VARIAZIONE %
2014/2007
Negli anni della crisi un taglio medio del 6%:
crescono solo le spese per utenze e istruzione
pAttorno al capezzale della
L’effetto collaterale
La revisione della spesa ha penalizzato
i prodotti di qualità del made in Italy
-4%
-3%
Trasporti
-28%
Comunicazioni
+4%
Ricreazione, cultura
e spettacoli
-21%
Istruzione
-3%
Servizi ricettivi
e di ristorazione
Altri beni e servizi
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
ANNO 2007
ANNO 2014
300
257
81
66
147
121
11
14
126
110
207
202
-14%
-19%
Fonte: elaborazioni Centro studi Sintesi su dati Istat
-18%
+25%
-13%
-2%
8
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
9
La ripresa difficile
Il confronto
La Gran Bretagna è partita da fisco e catasto,
la Germania punta sull’infrastruttura
I PIANI EUROPEI PER L’E-GOV
I benefici
Se l’Italia si allineasse alla media Ue
guadagnerebbe mezzo punto di Pil
Lezione francese per la Pa digitale
Parigi in testa tra i grandi Paesi grazie a qualità tecnologica e accesso semplificato - Italia in coda
Chiara Bussi
pIlgiudiziotrovad’accordoglior-
ganismiinternazionalinelleloropagelle periodiche: dalla Commissione Ue all’Ocse passando per la Banca Mondiale il ritardo italiano nella
digitalizzazione della pubblica amministrazione è noto e i miglioramenti di anno in anno vanno a passo
lento. Basti pensare che nel 2015 solo
il24%degliitalianidichiaravadiaver
avuto«interazioniconlaPanegliultimi 12 mesi». Ben lontano dall’oltre
80% di Danimarca ed Estonia, ma
anche dagli altri big, come Francia
(63%),Germania(53%),GranBretagna (49%) e dalla media Ue (46 per
cento). Peggio di noi fanno solo Bulgaria e Romania. E non è tutto: dal
2008adoggiilmiglioramentoèstato
di appena 4 punti percentuali. E solo
il 12% ha inoltrato moduli ufficiali attraverso i siti web della Pa nell’ultimo anno contro il 42% della Francia
eil32%dellaGranBretagna.Ilnostro
Paese si trova poi nelle retrovie anche per l’accesso alla banda larga o
per l’utilizzo dell’e-gov da parte delle imprese. Come si spiega il vantaggiodeglialtriPaesiequalisarebbero
ibeneficidellarincorsa?Iricercatori
di Bem Research provano a fornire
alcune risposte. «La diffusione dell’innovazione - spiegano Carlo Milani e Mariachiara Marsella, autori
di un report dedicato al tema - è uno
dei fattori più importanti nel determinare la capacità di crescita di un
Paese e la digitalizzazione della Pa
ha un ruolo particolarmente rilevante. A contraddistinguere i Paesi
più virtuosi sono la disponibilità di
tecnologiechefacilitanol’usodell’egov, la trasparenza, la formazione
dei dipendenti pubblici e l’informazione dei cittadini, ma anche la semplicità, spesso con un’unica password per accedere ai servizi». Tutte caratteristiche che si ritrovano
nell’esperienza francese considerata da gli addetti ai lavori un possibile
modello da seguire.
Parigi da Adele al «Map»
Oltralpe la strategia di e-gov parte
con il programma Adele (Administration éléctronique) nel 2004 e
identificalatabelladimarciaconuna
seriediverificheperiodiche.L’obiettivo dichiarato - che a detta degli
esperti è stato centrato - è rendere la
Pa accessibile a cittadini e imprese
attraversol’usodelletecnologie.Nel
2012 viene aggiunto un altro tassello
del puzzle: l’agenda digitale. Un anno dopo arriva il «Map», il piano per
la modernizzazione dell’azione
pubblica per creare uno «shock da
semplificazione» con 200 misure
per rendere meno spigoloso il rapportodeicittadiniconlaburocraziae
risparmiare 8 miliardi di euro all’anno a partire dal 2017. Tra queste l’allungamento della durata della carta
d’indentità a 15 anni o la possibilità di
immatricolare l’auto online. Oggi,
secondo uno studio della Commissione Ue, sono 12 i servizi online per i
cittadini e 8 per le imprese: dalle pratiche fiscali alla richiesta di documenti ufficiali il rapporto con la burocrazia è diventato più immediato.
La cabina di regìa è affidata al premier Valls con il supporto del Segretario di Stato alle riforme e alla semplificazione Thierry Mandon. La
portavirtualediaccessoèunasola:il
sito servicepublic.fr che si dirama
neivariservizidisponibili.
Le mosse inglesi
L’e-gov britannico muove i primi
passi nel 2001 con la creazione dell’hub «government gateway» per
mettere in rete i servizi tra i vari dipartimenti e da quel momento si
susseguono vari annunci e strategie. Nel 2004 il governo decide di
scommettere sulla digitalizzazione
della Pa per migliorare l’efficienza
dei servizi. L’hub si sdoppia in «directgov» per i cittadini e «businesslink.gov» per le imprese. Nel 2009
il governo mette nero su bianco le
sue priorità per un’amministrazione digitale più efficiente con l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica di 12
miliardi nell’arco di 4 anni. Fisco e
catasto sono i primi ad attrezzarsi
per la migrazione online, mentre
1.500 siti del governo confluiscono
in«Directgov».Alivelloregionaleè
il Galles a tirare la volàta. Nel 2012
parte la nuova strategia con una prima lista dei servizi pubblici che devono viaggiare sul digitale attraversoilportale«gov.uk».Traiprimic’è
la sanità che secondo la tabella di
marciadovràesserecompletamente digitalizzata entro il 2018. Secondo una recente ricognizione della
Commissione Ue in Gran Bretagna
sono11lepratichecheicittadinipossono effettuare in tutto o in parte
online e 8 quelli per le imprese. A
viaggiare in rete sono ad esempio il
dialogo con il fisco, la richiesta di
sussidi e di certificati.
Il sistema tedesco
C.Bu.
In Germania la storia dell’e-gov inizia nel 2001 e la responsabilità del
dossier è del Ministero degli Interni,
ma l’iniziativa decolla solo nel 2011
con una strategia per la costruzione
diun’infrastrutturafederalecheportaallacreazionediGovData,ilportale unico che oggi si chiama Bund.de.
Qui lo scorso anno sono state effettuate 11 milioni di ricerche. Simbolo
delnuovocheavanzaèildebuttodella carta d’identità elettronica nel
2010. Nel 2014 il programma di e-gov
si arricchisce con l’agenda digitale
che punta alla collaborazione tra i
Länder. Oggi sono 14 i servizi che la
Pa tedesca offre a portata di click: 7
per i cittadini e altrettanti per le imprese. Tra questi, oltre alle pratiche
fiscali,iprestitidilibriinbiblioteca,le
denunce alla polizia, la registrazione
deibrevettieledichiarazioniIva.
«Se l’Italia riuscisse a migliorare la
qualitàel’efficienzadeisuoiserviziallineandolaaquellaeuropea-sottolineano gli economisti di Bem Reasearch potrebbe risparmiare circa 8 miliardi
di euro, qualcosa come lo 0,5% del Pil.
Un tesoretto da utilizzare per ridurre
lamontagnadellaspesapubblicaoper
migliorare l’efficienza». Come fare
dunqueperinvertireiltrend?Secondo
iricercatoribisognerebbecominciare
«da un piano di formazione su larga
scala che coinvolga in prima battuta i
dipendenti pubblici sfruttando anche
l’attuale fase di riorganizzazione previstadallariformaMadia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL CASO
Il segreto
di Lisbona
è in una «card»
pSono partiti insieme, poi le
loro strade si sono separate. È
successoaItaliaePortogalloche
nel 2008 registravano un livello
di e-gov pressocché identico.
Conilpassaredeltempoiportoghesi si sono allineati alla media
europea, mentre l’Italia è rimasta nelle retrovie. Secondo Bem
Research il segreto della rimontaportogheseèstatoilPianotecnologico del 2005 che nemmeno le pesanti misure di austerity
imposte in cambio degli aiuti di
Ue e Fmi è riuscito ad arrestare.
Lisbona ha giocato la carta
della diffusione della conoscenza tecnologica. Non solo. Il vero
jolly è stata la creazione di una
«carta del cittadino» che combina documento di identità, tessera sanitaria, codice fiscale e
scheda elettorale. Un’unica
«card» a prova di burocrazia.
FRANCIA
PARIGI. Dal nostro corrispondente
A
mezzanotte del 7 giugno
(con l’unica eccezione
delle persone colpite dalle inondazioni dei giorni scorsi)
è scaduto il termine per il pagamento online delle tasse dovute
sui redditi 2015. E con quasi 18 milioni di dichiarazioni, siamo ormai vicini al 50% dei contribuenti (37 milioni). Un bel passo avanti rispetto all’anno scorso: 14,6
milioni di dichiarazioni, pari al
40,2% del totale.
Va detto che quest’anno è diventata effettiva l’obbligatorietà
del pagamento online (sul sito impots.gouv.fr) per i contribuenti
con un reddito superiore ai
40mila euro. Un obbligo progressivo (la teledichiarazione varrà
per tutti a partire dal 2019) e la cui
violazione prevede una sanzione
irrisoria (15 euro a partire dal secondo anno, a meno di dimostrare
che non si possiede una connessione internet). Ma una misura
che – al di là dei risparmi previsti
per l’amministrazione fiscale, circa 200 milioni di euro all’anno - dimostra quanto la Francia intenda
puntare sull’implementazione
dei servizi pubblici online.
Fronte sul quale, in realtà, è già
messa piuttosto bene. Come ha,
per esempio, confermato l’ultimo
rapporto biennale delle Nazioni
Cittadini che hanno avuto interazioni con la Pa negli ultimi 12 mesi. Dati in percentuale relativi al 2015
1
Danimarca
88
2
Estonia
81
3
Finlandia
80
4
Olanda
75
5
Svezia
73
6
Francia
63
7
Austria
57
8
Germania
53
9
Belgio
52
10
Lettonia
52
11
Slovacchia
51
12
Irlanda
50
13
Spagna
49
14
Regno Unito
49
15
Grecia
46
16
Slovenia
45
17
Lituania
44
18
Portogallo
43
19
Malta
42
26
Italia
24
Media Ue
46
FRANCIA
 Il programma Adele
(Administration éléctronique)
del 2004 identifica la tabella di
marcia.
 Nel 2012 viene annunciata la
strategia dell’agenda digitale
 Nel 2013 parte il «Map» per la
modernizzazione e la
semplificazione della Pa
 Nel 2015 viene inaugurato il
«Rie» il network pubblico
interministeriale che dal 2017
connetterà tutti i siti della Pa. La
regia è affidata al premier Valls
GRAN BRETAGNA
 Nel 2001 nasce «government
gateway» che nel 2004 si
sdoppia in «directgov» per i
cittadini e «businesslink» per le
imprese. Il Cabinet Office cura la
regia.
 Nel 2009 il governo delinea la
strategia per una Pa più
efficiente: 1.500 siti migrano su
«directgov».
 Nel 2013 parte il piano per la
digitalizzazione della sanità
entro il 2018. Dal 2014 si punta
all’inclusione digitale universale
GERMANIA
 I primi tentativi di e-gov
risalgono al 2001 ma
l’iniziativa decolla solo nel 2011
con la strategia di costruzione
di un’infrastruttura federale.
 Nel 2010 debutta la carta di
identità elettronica.
 Nel 2014 parte l’agenda
digitale. Il governo mette in
campo una serie di misure per
garantire la sicurezza degli
adempimenti online. La
responsabilità dell’e-gov è del
Ministero dell’Interno
Fonte: Bem Research
Antonello
Cherchi
Andamento
lento
ma segnali
incoraggianti
S
e per misurare
l’efficienza della
pubblica
amministrazione digitale si
prendesse come parametro la
carta di identità elettronica,
con ogni probabilità la
posizione dell’Italia nel
panorama europeo sarebbe
(se possibile) ancora più
critica: da retrocessione. La
Cie è, infatti, in uno stato di
sperimentazione da quasi
vent’anni. Ora il progetto può
ripartire, dopo che lo scorso
dicembre sono state messe a
punto nuove modalità di
emissione del documento di
riconoscimento. Difficile,
però, fare previsioni - visti i
precedenti - su quando
diremo addio alla vecchia
carta di identità.
Se invece della Cie ci si
concentrasse sullo Spid l’acronimo che sta per sistema
pubblico di identità digitale e
che denota la “chiave” unica
in grado di aprire le porte dei
servizi dell’intera pubblica
amministrazione - ci si può
lasciare andare a un cauto
ottimismo. Inserita nel codice
dell’amministrazione digitale
dal decreto del fare (il Dl 69
del 2013), la novità è già
operativa. Da metà marzo,
quando cittadini e imprese
hanno potuto iniziare a
chiedere un’identità digitale
ai tre gestori finora
accreditati, i Pin unici in
circolazione sono ora 61mila,
con i quali si può accedere ai
237 servizi di nove
amministrazioni al momento
convertite allo Spid.
L’obiettivo è di avere entro
la fine dell’anno tutta la Pa a
portata di identità digitale,
con 10 milioni di utenti entro il
2017 . Se così fosse, dal dire al
fare sarebbero trascorsi solo
pochi anni. Un successo,
anche se rimarrebbe
comunque da convincere i
privati a far orbitare i loro
servizi intorno a Spid.
La realtà dell’e-government
in salsa nostrana sta nel
mezzo tra questi due opposti:
molte iniziative in cantiere alcune da diversi anni - che
avanzano lentamente. Un
procedere a singhiozzo, che
almeno, però, adesso va avanti
secondo un piano organico
delineato dall’agenda di
semplificazione della
burocrazia approvata dal
Governo il 1° dicembre 2014, la
cui leva di attuazione sono
appunto i servizi digitali.
I ritardi non mancano, ma si
comunque si avanza. Si
prenda l’Anagrafe della
popolazione
residente (Anpr), pensata per
sostituire gli 8.100 uffici
anagrafe dei comuni. Si
confida di farla partire entro
l’anno, anche se al momento la
sperimentazione coinvolge 26
municipi, per un totale di 6,5
milioni di cittadini.
Viaggia più spedita la
fatturazione elettronica, con
700mila imprese che hanno
inviato più di 35 milioni di
documenti agli oltre 56mila
uffici pubblici. Altrettanto
dicasi per le ricette digitali,
che rappresentano il 72% del
totale, con un forte
incremento rispetto al 26% di
fine 2014.
Più a rilento le prenotazioni
online delle prestazioni
sanitarie(si è passati dal 7%
del 2012 al 13% dello scorso
anno) e i pagamenti via
internet dei servizi pubblici
(dal 6% del 2012 all’8% dello
scorso anno). E sempre in
tema di sanità, il fascicolo
sanitario elettronico è
operativo in sette regioni e in
altre dieci è in via di
implementazione. Ci sono,
però, tre regioni ferme al palo.
A dimostrazione che la
marcia verso l’e-government
ha velocità diverse anche a
seconda delle parti del Paese.
Nonostante questo gli
esperti non disperano. «Negli
ultimi mesi - commenta Luca
Gastaldi, direttore
dell’Osservatorio Agenda
digitale del Politecnico di
Milano - sono stati fatti molti
passi nella giusta direzione e
sono state poste le basi per
un’efficace attuazione
dell’agenda digitale. È vero
che manca ancora una politica
di investimento coerente,
tuttavia le azioni intraprese
dimostrano che l’egovernment non è più un
sogno irrealizzabile».
“Bisogna crederci”, direbbe
un coach alla propria squadra
con problemi di classifica
come quelli dell’Italia digitale.
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GRAN BRETAGNA
Metà dei contribuenti
paga le tasse via web
Marco Moussanet
La performance e le misure messe in campo
L’ANALISI
Unite sull’e-government (di fine
2014). Parigi è al quarto posto della
classifica mondiale (dietro a Corea del Sud, Australia e Singapore) e guida quella europea (davanti a Olanda e Gran Bretagna).
Ed è addirittura prima in quella su
quantità e qualità dell’offerta (davanti a Singapore e Corea), cioè
nella graduatoria in cui non viene
penalizzata dall’ancora insufficiente copertura della banda larga (la Francia è al 44° posto al mon-
LO STRUMENTO
L’interfaccia dei cittadini
con l’amministrazione
è un portale unico
da 300 milioni di contatti
con una sola password
do per velocità delle connessioni)
e da un certo ritardo della popolazione nell’utilizzo di internet (oltre a una persistente diffidenza
nel ricorso ai servizi online).
L’Onu, ma anche la Commissione europea in un rapporto
d’inizio anno, sottolinea soprattutto l’ampiezza e l’efficacia del
portale service-public.fr (nel quale, dal prossimo 30 giugno, confluirà anche il mon.service-public.fr), interfaccia principale dei
cittadini con l’amministrazione,
che ormai registra quasi 300 milioni di contatti all’anno e consente di ricevere tutte le informazioni
e l’aiuto necessari per effettuare
online (con l’uso di una sola e unica password rilasciata al momento del primo accesso) tutte le procedure di uso corrente: dal cambio di indirizzo alle separazioni,
dalle pratiche relative ai figli a
quelle per le pensioni, dalle procedure di acquisto/affitto di una
casa alle problematiche relative
alla morte di un congiunto o alla
presenza in famiglia di una persona disabile. Con dei simulatori su
tempi e costi. E i link a 11mila servizi amministrativi nazionali e
70mila locali ed europei.
Un portale che in effetti funziona. Ed è uno dei risultati dell’accelerazione data da questo Governo, che ha un viceministro per la
semplificazione e la modernizzazione dell’amministrazione e uno
per l’economia digitale.
Un altro, dei molti che si potrebbero citare, è quello del sito
web Mps (Marché public simplifié), grazie al quale le aziende possono candidarsi a una qualsiasi
gara pubblica fornendo il solo
“codice Siret”, cioè quello del registro delle imprese. Lanciato nel
2014, ha consentito nel primo anno l’assegnazione online di 1.200
appalti. L’obiettivo è arrivare a
50mila quest’anno.
Non si può infine dimenticare
Legifrance.fr, il sito in cui si possono trovare tutte le informazioni di
carattere legislativo (dal gennaio
scorso la Gazzetta Ufficiale è solo
online) e giudiziario, comprese le
sentenze più significative.
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Promosso l’online di Sua Maestà
Nicol Degli Innocenti
LONDRA
C
ome pubblicità all’efficienza dell’e-government britannico non
avrebbe potuto essere peggiore.
Poco prima della scadenza finale per registrarsi a votare nel referendum sulla Ue del 23 giugno,
il sito si è bloccato per eccesso di
traffico. Decine di migliaia di
persone non sono riuscite a registrarsi, e in seguito alle proteste il Governo, d’accordo con la
Commissione elettorale, ha
concesso una proroga di 48 ore.
Continua, però, la polemica sull’inefficienza del servizio online, che avrebbe dovuto prevenire i problemi tecnici, dato che i
volumi di traffico erano attesi.
Non è la prima volta che i sistemi informatici pubblici fanno cilecca al momento sbagliato. Il Servizio sanitario nazionale (Nhs), un mastodonte con 1,5
milioni di dipendenti, sta tentando da anni di trasferire molti
servizi online con un costo elevatissimo, un successo ondivago e molti ritardi. La transizione
all’Universal Credit, un nuovo
sussidio che punta a semplificare il sistema unificando sei diversi sussidi in un unico pagamento online, è afflitta da problemi tecnici.
Nella pagella europea, appena pubblicata dalla Commissione Ue, la Gran Bretagna si colloca al 16° posto su 28 Paesi. Nonostante l’alto accesso a internet
(90% della popolazione) solo il
37% utilizza i canali online della
pubblica amministrazione, una
percentuale di poco superiore
alla media europea.
La Gran Bretagna, però, con-
quista un alto punteggio per la
facilità di uso e di reperimento
delle informazioni e per l’efficienza e rapidità dei servizi online. La realtà, infatti, è che nella
vita di tutti i giorni l’e-gov funziona egregiamente, per chi sceglie di usare i servizi online.
È ormai quasi impensabile,
per esempio, fare la dichiarazione dei redditi su carta. La
procedura online è stata semplificata e c’è anche l’incentivo
di una consegna tre mesi dopo
la scadenza per la dichiarazione tradizionale.
Il rinnovo del passaporto o
della patente di guida, fatto online, è rapido e facile e il nuovo documento viene consegnato a casa entro tre settimane. Il bollo
auto di carta da mettere sul parabrezza non esiste più dal 2014,
sostituito dal pagamento online.
Altrettanto efficiente e rapido il sistema di iscrizione a una
scuola o a un’università inglese,
ormai interamente online, così
come la comunicazione dei risultati degli esami o la richiesta
di prestiti studenteschi.
C’è, infine, un portale unico,
gateway.gov.uk, che permette ai
cittadini di accedere a una serie
di servizi, dalle domande di sussidi statali alle pratiche fiscali,
dalla richiesta di certificati di
nascita o di matrimonio a quella
dei permessi edilizi per ristrutturare o ampliare casa.
nisti e lavoratori autonomi e per
chi ha un secondo reddito superiore ai 410 euro l’anno attraverso
l’Agenzia delle entrate elettronica, (www.elster.de), accessibile
dal chip della carta d’identità. La
carta d’identità elettronica è partita a fine 2010 e dal 2015 è attivo il
chip personale che permette di
dialogare (con un apposito device collegato al pc) con diversi enti, per esempio la Deutsche Rentenversicherungsbund, l’Inps tedesca. L’Agenzia del lavoro
(www.arbeitsagentur.de) offre
cinque diversi servizi online con
database sulle ricerche di lavoro e
la possibilità di inserire il curriculum vitae. Il portale unico dei
servizi della Pa (www.bund.de)
offre 103 servizi online per i cittadini (con link diretti agli enti), ma
solo per le competenze del Bund:
quindi si può chiedere online il
permesso di issare la bandiera tedesca su un natante, ma non i sussidi sociali alla famiglia che sono
invece di competenza dei Municipi (così come tutti quelli relativi
al possesso di veicoli e alla patente). Il portale della municipalità di
Berlino offre 74 servizi online per
i cittadini, tra cui il più ambìto: la
denuncia di residenza che viene
evasa con rapidità ed efficienza,
ma con tempi di attesa di circa
due mesi (contro i 15 giorni previsti dalla legge) per «il forte afflusso di nuovi residenti».
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GERMANIA
Portale unico a raggio ridotto
Mirca Mantero
BERLINO
I
primi piani per la digitalizzazione del Paese, compreso l’egovernment, risalgono agli
anni 90, ma finora la Germania
non è riuscita, malgrado costanti
progressi, a mettersi alla pari con i
Paesi leader in Europa come
l’Estonia (600 servizi online ai
cittadini dalla dichiarazione dei
redditi fino al voto elettronico).
Nel rapporto della Commissione
europea, “European Digital Progress Report 2015”, Berlino si
piazza solo al 18° posto per l’e-gov
con una percentuale del 19% di
cittadini, tra le più basse nella Ue,
che utilizzano i servizi online offerti dalla Pa. La Commissione Ue
raccomanda al Governo tedesco
di dare più informazioni sui servizi disponibili e di semplificarli, tenendo conto delle esigenze di tutela della privacy, un tema particolarmente sentito dai tedeschi.
In ogni caso, “Agenda 2014-2017”,
l’agenda digitale varata quasi due
anni fa dal governo di Angela Merkel, per ora non ha avuto effetti
sostanziali.
«Finora ho usato poco i servizi
online per il pubblico – dice
Reinhard Grosspietsch, professore all’istituto secondario KurtTucholsky di Pankow (Berlino) –
Mi piacerebbe poter fare la dichiarazione dei redditi online ma
la procedura mi sembra complicata». Prassi comune, aggiunge,
è, invece, la correzione dei compiti degli studenti con formulario
e valutazione unici messi a disposizione online dagli assessorati
alla Scuola locali.
La dichiarazione dei redditi
elettronicaèobbligatoriadaqualche anno per imprese, professio-
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Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
Marcus Lyon
10
IL. Le idee tornano di moda
Storia di copertina
Fogliettone
Speciale
Globalizzazione, e poi?
Tu chiamala “buona scuola”
Racconti per l’estate
Società e mercati aperti hanno diffuso
ricchezza e progresso. Ma aumenta
il numero di chi si oppone a questo sistema.
Un disagio diffuso con cui fare i conti.
Il bilancio di un anno alle prese con il modello
didattico collaborativo. Bello e stimolante,
per gli insegnanti. Ma forse i ragazzi avrebbero
bisogno di professori… come una volta.
Otto storie inedite firmate Camilla Baresani,
Arianna Giorgia Bonazzi, Rosa Matteucci,
Letizia Muratori, Silvia Pareschi, Sofia Silva,
Elena Stancanelli e Nadia Terranova.
Idee e Lifestyle del Sole 24 ORE
www.24ilmagazine.com
IL è in edicola
da venerdì 17 giugno
con Il Sole 24 ORE
OFFERTE DELLA SETTIMANA
ALTA FORMAZIONE
EMOTIONAL FITNESS
Sondaggi e retail a caccia
di analisti e venditori
La sharing economy
debutta tra i top manager
Una palestra per gestire
le emozioni sul lavoro
Daniele Cesariniu pagina 12
Fabio Grattagliano u pagina 12
www.job24.ilsole24ore.com
Lavoro&Carriere
# 021
Guida alle migliori opportunità della settimana
NEOLAUREATI
Aerospazio e hi-tech:
«big» sulle tracce
di talenti under 30
Quasi 1.300 posizioni aperte da multinazionali
e aziende italiane per la seconda metà dell’anno
A CURA DI
Alberto Magnani
pTalent program nella telefo-
nia, consulenti energetici per le
imprese, startup a caccia di risorse per un nuovo polo innovativo
nel cuore dell’Abruzzo. Sono
quasi 1.300 le posizioni rilevate
dal Sole 24 Ore tra le campagne di
assunzione per under 30 attivate
da multinazionali e aziende italiane nella seconda metà del 2016. Il
comune denominatore è la selezione di neoprofessionisti con
curriculum d’eccellenza, competenze specifiche e interesse per
una carriera internazionale.
Tra le campagne “acquisti”
più consistenti ci sono quelle
di Business integrations partners, easyJet e LeonardoFinmeccanica.
Business integrations partners, multinazionale della consulenza con quartier generale in Italia, prevede un’”infornata” di 300
professionisti entro fine anno. Il
profilo ideale? Laureati in discipline economiche e ingegneria,
under 30 e con background nei vari settori coperti dalla società: dalla tecnologia ai servizi finanziari,
dall’energia alle life sciences.
Leonardo-Finmeccanica, nuova veste di Finmeccanica, sta selezionando 65 profili per le sue sedi
nel Regno Unito. Un background
adatto prevede studi in ambito
tecnico-ingegneristico, con competenze ad hoc per posizioni come project engineer, cybersecurty engineer e defence analyst.
A proposito di tecnologie:
due piattaforme giovani dell’It
come Key2 e Teorema sono in
fase di selezione per quasi 100 ri-
sorse. Key2 punta all’assunzione di 50 professionisti nel settore informatico a seguito dell’inaugurazione di Ods (Open
data scientist), un centro di ricerca Big Data inaugurato al tecnopolo dell’Aquila. Si richiede
una base accademica in informatica e skills affinate nei settori di interesse della società, dalle
piattaforme cloud alla gestione
delle frodi sul web.
Teorema, società informatica
triestina partner di Microsoft,
continua la sua ricerca “disperata” di 20 professionisti It con un
elevato tasso di specializzazione.
Tra i profili spiccano analisti sviluppatori Microsoft SharePoint
2010-2013, sviluppatori Microsoft
SharePoint (richiesta conoscenza del linguaggio di programmazione #C), System Engineer Senior, Sistemista Microsoft Senior
e neolaureati in ingegneria con attitudine per l’It. Altre chance sono
PER LE
AZIENDE
@
SCRIVETE AL «SOLE»
UN’EMAIL PER SEGNALARE
LE OFFERTE DI LAVORO
Le imprese che vogliono
segnalare le offerte di lavoro
e i posti disponibili
possono inviare una e-mail
all’indirizzo:
[email protected]
in arrivo dal mondo bancario e
dell’aeronautica. Cariparma sta
selezionando 11 figure per un contratto di tirocinio nelle sue filiali
di Parma, Roma e Napoli. Selettiva, ma corposa, la ricerca di
easyJet. Il vettore low cost ha dato
il via a una campagna di recruitment per 450 unità tra piloti e copiloti nei suoi scali europei. Per i
cadetti che devono completare la
formazione c’è la possibilità di ricevere un prestito dalle 30mila alle 100mila sterline nelle scuole
Ctc Aviation, Cae o Fte Jerez.
Come annunciato a maggio il
colosso britannico della telefonia
Vodafone sta ampliando i canali
di ingresso per giovanissimi con
Care 4 Future, un programma di
inserimento di 200 risorse tra i 18 e
i 25 anni nei Competence center
Vodafone di Milano, Bologna, Pisa, Padova e Catania. Le figure selezionate saranno destinate alle
sezioni digital e social care, con
responsabilità su convergenza
tra linea mobile e fissa e la creazione di “pacchetti” per i clienti
aziendali. Anche Sorgenia, uno
dei principali operatori nel mercato di energia elettrica e gas naturali, sta continuando la caccia a
200 figure per il ruolo di consulenti energetici nel settore delle
Pmi. Le funzioni previste vanno
dalla proposta di soluzioni ad hoc
al servizio di assistenza e confronto con l’azienda sulle esigenze della clientela.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
APPROFONDIMENTO ONLINE
Tutti i contatti delle aziende
24o.it/annunci13giugno
1.296
Lunedì 13 giugno 2016
www.ilsole24ore.com/lavoro
[email protected]
POSTI
450
POSTI
300
POSTI
200
POSTI
200
POSTI
easyJet
Bip
Vodafone
Sorgenia
le posizioni sono
divise tra 400 piloti cadetti e 50
comandanti, con accesso alle 28
basi europee del vettore. Tra le
posizioni già segnalate sul portale
aziendale ci sono 13 posizioni per
il rango di capitano (scali di
Amsterdam, Berlino, Londra
Gatewick, Palma di Maiorca e
Italia – sede non specificata –) e
copiloti (Germania, Paesi Bassi,
Portogallo).
FORMAZIONE AGEVOLATA: I cadetti che
si formeranno nelle scuole Ctc
Aviation, Cae o Fte Jerez avranno
accesso a un prestito tra le
30mila e le 100mila sterline
britanniche sottoscritto in parte o
per intero dalla stessa easyJet.
IL PROGRAMMA: La società di
La multinazionale
britannica ha lanciato Care 4
Future, un programma di
inserimento di 200 giovani tra i
18 e i 25 anni nei Competence
Center Vodafone di Milano,
Bologna, Pisa, Padova e Catania.
LE AREE: Le risorse saranno
impiegate in aree strategiche
come digital e social care, dalla
convergenza tra connettività
mobile e fissa ai pacchetti di
servizi per le imprese. Ulteriori
opportunità sono offerte da
Vodafone internship program
(inserimento annuo di 80 risorse
in azienda) e Vodafone discover
program (assunzione di 100
talenti under 30).
FIGURE CERCATE: consulenti
energetici per il segmento delle
piccole e medie imprese:
professionisti specializzati nella
proposta di soluzioni ad hoc per i
clienti e nella successiva attività
di assistenza e confronto con i
responsabili aziendali.
I REQUISITI: esperienza nelle
vendite, meglio se maturata in
ambito energetico, iscrizione alla
Camera di commercio (Enasarco)
e disponibilità di una vettura
autonoma.
LA FORMAZIONE: sono previsti
percorsi di formazione interna e
possibilità di crescita in azienda,
con affiancamento nelle vendite e
gestione dei portafogli clienti.
FIGURE CERCATE:
65
POSTI
consulenza Business integrations
partners (Bip) ha rinnovato il suo
programma Top talents 2016 e
stima di assumere 300
professionisti entro il 2016.
FIGURE CERCATE: laureati under 30 in
discipline economiche e
ingegneria, con sbocchi nei vari
settori coperti dalla società:
energy&utilities, tecnologia,
media, entertainment e tlc, servizi
finanziari, settore pubblico,
commercio elettronico,
manifattura e scienze della vita. Tra
le posizioni già aperte si segnalano
un manager nell’area tlc, business
analyst nel credit risk management,
contabili e consulenti junior nell’It.
50
POSTI
IL PROGRAMMA:
20
POSTI
Finmeccanica
K2
Teorema
Leonardo-Finmeccanica sta
selezionando un totale di circa 65
figure per le sue sedi nel Regno
Unito, da Bristol ad Edimburgo.
FIGURE CERCATE: profili tecnicoingegneristici (software engineer,
project engineer), specialisti in
sicurezza e sicurezza informatica
(cyber security engineer, security
event analyste) e difesa (defence
analyst), commercial manager,
stores manager e material controller.
I REQUISITI: sono richieste laurea
nell’ambito previsto dalle varie
posizioni, competenze in linea con i
requisiti tecnici del profilo e – in
alcuni casi – esperienza.
K2, società italiana del settore It,
ha annunciato che aprirà 50
nuove posizioni di lavoro entro il
2016 con il lancio di una sua
startup: Ods (Open data
scientist), un centro di ricerca
sui Big Data ospitato presso il
Tecnopolo di Abruzzo (l’Aquila).
FIGURE CERCATE: profili di
formazione tecnico-informatica,
con competenze nelle principali
aree di interesse della società.
K2 produce soluzioni in settori
come public service &
governament, tlc e servizi cloud,
healthcare e farmaceutico,
assicurazioni e servizi finanziari.
Teorema Engineering, azienda
triestina It partner di Microsoft e
insediata in Area Science Park, è in
cerca di 30 figure ad elevato tasso
tecnico per le sue sedi di Trieste,
Padova e Milano.
FIGURE CERCATE: analisti sviluppatori
Microsoft SharePoint 2010-2013
(almeno tre anni di esperienza),
sviluppatori Microsoft SharePoint
(richiesta conoscenza del linguaggio di
programmazione #C), System
engineer senior, sistemista Microsoft
senior (esperienza di tre anni su
tecnologia Microsoft) e neolaureati in
ingegneria con una conoscenza di base
dei linguaggi di programmazione.
11
La «summer
school»
per l’arte
pIn partenza il 18 luglio a Ro-
ma la Summer School Art &
Museum Management della
BusinessSchooldelSole24Ore.
È ancora possibile iscriversi
ed è disponibile anche una borsa di studio a copertura parziale
della quota. La Summer School
si terrà in lingua inglese a Roma
dal18al29luglio2016edèrivolta
astudentiegiovaniprofessionisti interessati ad acquisire conoscenze ed esperienza delle
eccellenze italiane in arte.
Nel programma, oltre a temi
quali l’organizzazione del sistema museo, il marketing applicato all’arte, la comunicazione nel mondo della cultura,
vi sono visite guidate ad alcune
delle principali realtà culturali
e museali, Gagosian Gallery,
Maxxi, Musei Vaticani e Fondazione Pastificio Cecere. Per
iscriversi: http://www.bs.il
sole24ore.com
Rds Academy
Il talent
per chi sogna
la radio
pÈ in onda ogni giovedì su
POSTI
Cariparma
SEDI DI LAVORO: Parma, Roma e
Napoli.
GIOVANI
FIGURE CERCATE: addetto alla direzione
territoriale, addetto al mercato di
impresa, credit risk analyst, addetto
servizio di rete applicazioni estero,
addetto servizio Rwa e reporting,
addetto servizio demand
management, addetto servizio
regolamenti interbancari, addetto
servizio distribuzione affari, addetto
servizio controlli, addetto servizio
contratti.
I REQUISITI: laurea triennale o
quinquennale, conoscenza delle
lingue straniere (inglese o francese,
in genere con un livello B1) .
Sky Uno Hd Rds Academy, talent show per chi sogna di entrare nel mondo della radio.
Un’accademia radiofonica per
diventare speaker professionisti, da quest’anno in collaborazione con Radio 24, emittente news and talk del Gruppo 24
Ore. Il vincitore di Rds Academy firmerà un contratto radiofonico di un anno con Rds,
mentre Radio 24 selezionerà
uno tra gli 8 concorrenti per
un’esperienza professionale
presso l’emittente. Tra i docenti della Academy, Sebastiano Barisoni, Alessandro Milan
e David Parenzo. Giuseppe
Cruciani è infine confermato
nel ruolo di giurato insieme ad
Anna Pettinelli (direttrice dell’Academy) e Matteo Maffucci
degli Zero Assoluto.
12
Lavoro & Carriere
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
OFFERTE DELLA SETTIMANA
GLI ANNUNCI
IN EVIDENZA
Sondaggi e catene retail:
spazio ad analisti e venditori
Offerte
last minute
per il lavoro
stagionale
Dal mentoring al coaching,
la condivisione dei saperi
debutta tra i top manager
A CURA DI
Fabio Grattagliano
Ancora aperte anche le selezioni per lavorare d’estate
8 FORMAZIONE E INCENTIVI
Daniele Cesarini
pLa sharing economy de-
Thun
POSIZIONI APERTE:
Stagionali.
In vista
dell’estate
l’agenzia per il
lavoro
Humangest
segnala una
carrellata di
«missioni»:
dagli event
manager ai
barman, fino ai
sales assistant
Daniele Cesarini
p Dal
commercio alle
agenzie di ricerca, ecco le
aziende a caccia di talenti
junior e senior in Italia.
Tra i piani più corposi vi è
quello di Thun, azienda di
Bolzano specializzata in articoli da regalo e da collezione
che conta di aprire 40 nuovi
punti vendita entro la fine
dell’anno, generando così
180 posti di lavoro. Al momento sono aperte posizioni
per addetti ai punti vendita,
store manager, designer e
specialisti di prodotto, ma
anche responsabili amministrativi e contabili.
Tra le catene retail assumono anche Bimbo Store,
specializzata in prodotti
per l'infanzia, e i supermercati Despar.
In entrambi i casi si cercano addetti alle vendite, specialisti di reparto e impiegati
nella logistica.
Despar offre anche opportunità di lavoro presso la sede centrale di Bolzano, per
stagisti e professionisti più
esperti da inserire nell'area
acquisti, in ambito risorse
umane, nei trasporti e nel
centro grafico.
Sondaggi e non solo
Opportunità interessanti per i
giovani in Doxa, società di ricerca indipendente, in cerca
di mystery client diplomati o
laureati, anche già impegnati
in altre attività di studio o lavoro; di rilevatori face to face
per le ricerche di mercato in
ambito telefonia mobile; e di
possessori di smartphone disposti a installare e utilizzare
l'app Doxa Roamler, che ricompensa gli utenti con crediti PayPal man mano che rispondono a domande e scattano foto sul territorio.
Rivolto a professionisti
qualificati il recruiting di
Wurth, società attiva nella
distribuzione di prodotti e
sistemi per il fissaggio ed il
montaggio. Si cercano venditori e agenti di commercio,
ingegneri gestionali e logistici, neolaureati per tirocini
in ambito vendite e hr, ma anche figure particolari come
quella del promotore equipment, un esperto dell'allestimento officina con conoscenza approfondita dei sistemi di diagnosi e attrezzature di allestimento.
Spazio agli staglionali
In vista dell'estate, infine,
l'agenzia per il lavoro Humangest segnala una carrellata di inserimenti stagionali
presso aziende terze nel
Centro-Nord Italia: duecento profili per le località balneari (event manager, receptionist, chef, aiuti cuoco,
camerieri, barman, addetti
alle pulizie); 150 addetti per il
comparto alimentare, 50 per
il farmaceutico, 80 per le lavanderie industriali e cento
peratori da inserire all’interno di call center.
Seguono altri venti lavoratori in somministrazione
per la gestione della manutenzione straordinaria durante le chiusure aziendali
e cento sales assistant per i
negozi durante il periodo
dei saldi estivi.
«Le risorse – commenta
Gianluca Zelli, direttore generale Sgb Humangest Holding – saranno impiegate in
vista della stagione estiva,
per far fronte all'afflusso turistico e per la sostituzione
di lavoratori assenti per ferie e permessi. Tuttavia, per
chi è in cerca di occupazione, queste opportunità possono rivelarsi un ottimo
banco di prova per una successiva assunzione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Raccomandata Digitale
DA OGGI È ANCHE ON LINE,
DITE ADDIO ALLA FILA.
DOPPIO FORMATO
COMODITÀ
Cartaceo e digitale
Tanti punti Nexive
per il ritiro.
PIN segreto per
scaricarla on line
180
CONTRATTI: stage, tempo
indeterminato
FIGURE CERCATE: addetti ai punti
vendita, store e It manager,
district manager, creative
designer, product design
specialist, contabile, responsabile amministrativo
SEDI: Bolzano, Agrigento,
Lanciano (Ch), Rozzano (Mi),
Novara
Wurth
POSIZIONI APERTE:
10+
CONTRATTI: agenzia, tempo
indeterminato, tirocinio
FIGURE CERCATE: venditori agenti
di commercio, specialista
sistemi logistici, promotore
equipment, ingegnere
gestionale-logistico, store
manager
SEDI: tutta Italia, in evidenza
Bolzano, Trento, Milano
Doxa
POSIZIONI APERTE:
50+
CONTRATTI: in base al ruolo
FIGURE CERCATE: rilevatori face
to face smartphone, mystery
client, possessori di smartphone per Doxa Roamler,
rilevatori face to face
SEDI: tutta Italia (principalmente Napoli, Milano, Roma,
Bologna e Bari)
Bimbo store
POSIZIONI APERTE:
9
CONTRATTI: apprendistato
professionalizzante, tirocinio
di 3 mesi (con rimborso di
600 €), contratto a chiamata
FIGURE CERCATE: addetti vendite,
reparto e magazzino, cassieri
SEDI: Piacenza,Reggio Emilia,
Padova, Rovigo, province di
Varese, Bergamo, Genova,
Venezia
Despar
POSIZIONI APERTE:
20+
CONTRATTI: stage, part-time,
altri in base al ruolo
FIGURE CERCATE: addetti e
specialisti di reparto, addetto
ufficio contenzioso e normativa del lavoro, addetto
ufficio spedizioni, stage in
diverse aree aziendali
SEDI: sede centrale di Bolzano,
punti vendita sul territorio
Teatro delle Voci
POSIZIONI APERTE:
5
CONTRATTI: collaborazione
FIGURE CERCATE: collaboratori
elettrotecnica di base,
dipartimento di musica
elettronica, tecnici audio
SEDI: Treviso
Humangest
POSIZIONI APERTE:
SICUREZZA
EFFICIENZA
Il digitale con
lo stesso valore
legale del cartaceo
Più consegne
per il mittente
700
CONTRATTI: somministrazione
e lavoro stagionale
FIGURE CERCATE: 200 event
manager, receptionist, chef,
camerieri, barman, addetti
alle pulizie per le località
balneari di Abruzzo, Emilia
Romagna, Liguria, Marche e
Veneto; 150 addetti al
confezionamento di prodotti,
50 per il rifornimento scaffali
nel farmaceutico, 80 addetti
per lavanderie industriali e
100 operatori di call center;
20 lavoratori per manutenzione straordinaria durante le
chiusure aziendali e 100
sales assistant, per il periodo
dei saldi estivi; in Piemonte
ed Emilia Romagna operai e
metalmeccanici, addetti al
montaggio, all’assemblaggio,
al controllo qualità e allo
stampaggio
SEDI: Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Veneto,
Lombardia, Piemonte
24o.it/annunci13giugno
Tutti i contatti delle aziende
butta nell’alta formazione
manageriale. A essere condivisi, in questo caso, non
sono oggetti come automobili, appartamenti o spazi di
lavoro, ma le esperienze e le
competenze dei top manager, una “merce” di scambio assai preziosa, anche in
virtù del crescente peso che
le soft skills rivestono nel
mix di valutazione delle risorse e dei talenti.
Il meccanismo è ovviamente complesso e si radica
in un metodo formativo che
Beyond International, società di di consulenza direzionale focalizzata su executive search e change management
ha registrato e brevettato per
supportare le imprese a costruire percorsi di sviluppo
individuali o di team nell’ambito delle risorse umane.
Un metodo che si sviluppa
integrando le attività di mentoring, coaching e tutoring
(da qui il nome Mecotu). In alcune di queste fasi il manager,
in sostanza, può ritrovarsi sia
come soggetto del percorso
formativo, sia come testimonial, tutor o coach di un suo
“collega”. Condividere le
proprie competenze e mettere a disposizione il proprio
tempo, a patto che si superino
i criteri di selezione, assicura
la possibilità di partecipare in
un secondo momento come
“soggetto” della formazione.
Come dire: conoscenze, competenze ed esperienze in
cambio di alta formazione.
Il metodo
«Il primo step prevede una
valutazione e una presa di
consapevolezza delle aree di
miglioramento - spiega Luisa Bagnoli, amministratore
delegato di Beyond International -. Qui si definisce insieme al coach e all’azienda
le aree critiche su cui lavorare per intraprendere un percorso di sviluppo delle proprie potenzialità».
L’attività di mentoring viene assicurata con l’apertura
virtuale di una linea telefonica sempre attiva dove rivolgersi per un supporto continuo di aiuto pratico, di consiglio, ascolto, racconto delle
difficoltà e dei risultati ottenuti. «La figura del mentore aggiunge Bagnoli - è ricoperta
una tantum da profili professionali o manager identificati
attraverso il network di
Beyond International o quello di Pnc (The Power of New
Culture) e che si prestano a
condividere qualche ora con
la risorsa individuata per dare
consigli, raccontare le sue
esperienze e supportarlo nei
nuovi incarichi». Il mentoring è integrato con le attività
di coaching e e di tutoraggio,
ma una case history già andata a buon fine può aiutare a
rendere più chiaro l’iter.
Il caso
In un’ottica di riorganizzazione interna, un’azienda
aveva individuato una figura
adatta a ricoprire il ruolo di
responsabile delle risorse
umane. La persona è in azienda da diversi anni ma non ha
mai ricoperto il ruolo, pur dimostrando un’attitudine ad
argomenti umanistici e alle
relazioni umane oltre ai buo-
ni risultati ottenuti negli altri
ruoli ricoperti. «Il piano è stato strutturato in cinque fasi spiega Luisa Bagnoli - partendo da quella propedeutica
dell’assessment, attraverso
questionari di personalità e
interviste di validazione. Siamo poi entrati nella fase della
formazione, articolata in base a un programma di contenuti specifici (tipo best practice Hr, metodi e processi di
selezione del personale, comunicazione), teoria, pratica
e role play per consentire alla
risorsa individuata di impostare, creare e gestire la funzione assegnata». Successivamente la risorsa è entrata
nello step del tutoraggio, seguita direttamente in azienda
dove è stato impostato in modo pratico il lavoro e sono state riscontrate direttamente i
problemi e le criticità e individuati il metodo e l’approccio per superarli.
«In questo modo la presenza in azienda di un consulente affianca la figura selezionata nelle prime fasi di costruzione del ruolo, seguendolo durante la giornata
lavorativa e restituendo un
feedback immediato su approccio, modalità e strumenti» prosegue Bagnoli.
Si entra poi nella fase del
coaching con un lavoro individuale one to one mentre
quella del mentoring è trasversale. «In tutto l’iter conclude Bagnoli - prevediamo in alcuni momenti l’utilizzo di manager di alto profilo che potranno a loro volta
disporre per loro stessi del
nostro metodo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nuovi bandi. Oltre 11 milioni per ricerca, innovazione e turismo
Veneto, tris di aiuti per le startup
Francesca Barbieri
pOltre 11 milioni di euro
per le imprese venete, sotto
forma di finanziamenti a favore della ricerca, dello sviluppo tecnologico, dell’innovazione e della competitività dei sistemi produttivi.
Sono infatti stati approvati i primi tre bandi relativi al Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Fesr) per il
periodo 2014 – 2020.
Un bando è dedicato al
«Sostegno alla creazione e
al consolidamento di startup innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e alle iniziative di
spin - off della ricerca». Per
queste finalità sono destinate alle aziende venete, in
collaborazione con il mondo accademico e della ricerca, 5 milioni di euro.
Il secondo “avviso” riguarda «Interventi di supporto alla nascita di nuove
imprese sia attraverso incentivi diretti, sia attraverso l’offerta di servizi, sia attraverso interventi di micro finanza» e mette a di-
sposizione del mondo
produttivo veneto 4,5 milioni di euro, a sostegno di
nuove iniziative imprenditoriali delle piccole e medie
imprese di recente o prossima costituzione, operanti
nel settore manifatturiero,
delle costruzioni, del commercio e dei servizi, sup-
NUOVA PROGRAMMAZIONE
Approvati i primi tre avvisi
relativi al Por regionale
per il periodo 2014-2020
Canale privilegiato
per micro e piccole imprese
portandole nelle loro fasi di
nascita e crescita.
Il terzo bando, invece, è
diretto a promuovere e finanziare l’attivazione di
nuove imprese, anche complementari al settore turistico tradizionale, per la realizzazione di prodotti innovativi riguardanti in particolare il cicloturismo e il
turismo enogastronomico.
Il bando, che sarà pubblicato nei prossimi giorni
sul Bur del Veneto, con una
dote da 1,6 milioni dà attuazione all’asse 3, azione
3.3.4 “Sostegno alla competitività delle imprese
nelle destinazioni turistiche, attraverso interventi
di qualificazione dell’offerta e innovazione di prodotto/servizio, strategica
ed organizzativa”.
Potranno beneficiare dei
fondi le nuove micro, piccole e medie imprese, indipendentemente dalla loro
forma giuridica, localizzate nei Comuni che hanno
formalmente
aderito
all'Organizzazione di gestione della destinazione
“Dolomiti” e quelle nei Comuni attraversati (o con
essi confinanti) dai principali itinerari cicloturistici
e dai percorsi riconosciuti
nell'ambito della rete
escursionistica Veneta.
Per informazioni è possibile consultare la sezione dedicata ai programmi comunitari all’intero del sito della
Regione: www.regione.veneto.it/web/programmicomunitari/fesr-2014-2020.
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Lavorare all’estero. Il portale Eures segnala posti per informatici
Dalla Ue agli States, caccia ai developer
pAAA cercansi informati-
ci, con sedi di lavoro dalla
Finlandia alla Germania, fino
agli Stati Uniti.
A segnalarlo è il portale Eures dell’Unione europea che
ha appena pubblicato due annunci dedicati agli esperti di
software e programmazione.
Il primo riguarda frontend developer, figure che
garantiscono la messa a punto e il funzionamento di interfacce web, seguendo le
indicazioni specifiche di un
cliente e facendo riferimento al target di utenza.
Numerosi i requisiti indispensabili per presentare la
propria candidatura: ottime
competenze in JavaScript,
CSS e HTML; attitudine al lavoro di gruppo; conoscenza
fluente della lingua inglese
sia scritta sia parlata.
L’offerta di lavoro prevede
per i candidati selezionati
“eccellenti” opportunità di
carriera e la possibilità di dedicare il 10% del lavoro ai propri progetti; orari di lavoro
flessibili; stipendi e benefit
competitivi.
Sede di lavoro: Germania
o Finlandia.
Il secondo annuncio riguarda Java developer, in
possesso dei seguenti requisiti fondamentali: esperienza
nell’utilizzo di JavaScript; di-
sponibilità a viaggiare; conoscenza della lingua inglese.
L’attività si svolgerà in
Germania, Finlandia o
Stati Uniti.
Per informazioni e candidature per entrambi gli annunci di lavoro è necessario
contattare il seguente indirizzo di posta elettronica:
[email protected].
È possibile anche consultare
il portale Eures (https://ec.europa.eu/eures/public/it/homepage), che punta a facilitare
l’accesso a centinaia di posti di
lavoro vacanti, rendendone disponibili fino a 1,4 milioni.
Fr.Ba.
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Lunedì
13 Giugno 2016
www.ilsole24ore.com
@ 24ImpresaTerr
IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE
t
INTERNAZIONALIZZAZIONE
STILI&TENDENZE
MOTORI
Cosmetica,
La Mer
punta forte
sull’Italia
Fiat lancia
la 124 Spider
e «riscopre»
i due posti
Micaela Cappellini u pagina 15
Marta Casadei u pagina 16
Massimo Mambretti u pagina 17
Sei mesi di libero scambio nell’Asean:
le opportunità per le imprese italiane
Innovazione. Poco meno del 10% degli scambi tra imprese viene gestito con strumenti online: a utilizzarli è un numero limitato di aziende
IN BREVE
Il B2b digitale muove 260 miliardi
Idee & Lifestyle
VENERDÌ CON «IL SOLE»
Dal 2009 la dematerializzazione dei documenti è quadruplicata - Ora serve una fase 2.0 per le Pmi
Enrico Netti
pIl miglior risultato indotto dalla
digitalizzazione nei rapporti tra le
imprese italiane è stato raggiunto
con la fatturazione elettronica.
Obiettivo raggiunto solo grazie all’obbligo cogente di adottarla nei
rapporti con la Pa. Ora è necessario
passare alla fase 2.0, diffondendo il
digitale nei processi tra le imprese.
Sono queste le conclusioni che
emergono dalla nona edizione dell’«Osservatorio fatturazione elettronicaedematerializzazione»della School of management del Politecnico di Milano, che sarà presentato giovedì prossimo nel corso del
convegno«Trasformazionedigitale: B2b... or not to be» che si terrà nel
capoluogo lombardo.
Nel 2015 le imprese hanno transato in via telematica con altre imprese un valore pari a 260 miliardi
di euro, poco meno del 10% del totale dei rapporti commerciali B2b
del nostro Paese, che raggiunge i
2.700 miliardi. Ma nello stesso periodo sono stati scambiati “solo”
80 milioni di fatture elettroniche,
di cui 23,3 milioni verso la Pa.
Un’inezia, visto che si tratta solo
del 6% di tutte le fatture (1,3 miliardi) scambiate nel 2015.
«Il grado di digitalizzazione
delle imprese italiane sta crescendo, ma è ancora inadeguato,
con solo il 10% di scambi B2b online - sottolinea Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori digital innovation -.
Nelle Pmi gli strumenti digitali
sono diffusi in maniera limitata e
molto spesso manca un percorso
organico di innovazione e trasformazione che faccia evolvere
e renda ancor più efficace e meno
costosi i rapporti tra le aziende».
L’Osservatorio evidenzia come sia anche mancato l’effetto
volàno portato dall’obbligo verso
la Pa. La maggioranza delle imprese si è fatta carico degli oneri
per rispettare le nuove norme
senza approfittare, anche a causa
della lunga recessione che ha abbattuto gli investimenti, dell’occasione per aggiornare e far evolvere i processi gestionali.
Sono solo 650mila le aziende
che portano in conservazione di-
gitale le proprie fatture. Lo scorso
anno 75mila aziende, di cui il 40%
grandi e il 18% Pmi, ha utilizzato
strumenti di ecommerce B2b nei
rapporti con clienti e fornitori. Ancora una volta siamo di fronte a
una pattuglia di pionieri che nel fare business utilizza soluzioni di
Edi (Electronic data interchange),
extranet e portali B2b. Saranno
pionieri, ma pure molto attivi, visto che il numero dei documenti
digitali scambiati cresce in maniera esponenziale ed è quadruplicato tra il 2009 e il 2015. Si sta anche
diffondendoilnumerodelleextranetedeiportaliB2b:sonocirca400
POCHI PIONIERI
Sono 650mila le aziende
che a fine 2015
portavano
in conservazione digitale
le proprie fatture
LA PAROLA
CHIAVE
Ecommerce B2b
7È un modo più efficiente per
organizzare l’azienda grazie a
processi digitali. I modelli principali
sono tre: l’eBusiness; i portali di
eCommerce B2b per la vendita
online a clienti professionali; i
marketplace B2b, piazze virtuali
online dove si incontrano domanda e
offerta di beni e servizi. Supportano
l’eCommerce B2b gli strumenti di
eSupply chain management
finalizzati allo scambio in formato
elettronico strutturato di
informazioni che accompagnano la
transazione oppure informazioni
collaborative e strategiche come le
previsioni degli ordini e delle
vendite, i piani di produzione e altro.
Gli strumenti di eProcurement
agevolano la ricerca e la selezione di
fornitori o le soluzioni digitali per la
gestione dei riordini “a catalogo”.
utilizzati da 100mila imprese.
«A oltre un anno dell’obbligo
della fatturazione elettronica verso la Pa si è visto solo un debole effetto contagio verso la digitalizzazione del pubblico e del privato sottolinea Perego -. Sono le aziende che devono decidere se essere
digitali, e quindi competitive all’interno di un mercato unico europeo digitale, o continuare a restare analogiche con il rischio di
non esserci domani».
Una scelta che si scontra con la
dura realtà delle imprese, già stremate dal lungo ciclo recessivo e
spesso alle prese con resistenze al
cambiamento. La ricerca evidenzia come il principale freno all’innovazione risieda, in due casi su
tre, proprio nella gestione del
cambiamento. Tra le concause ci
sono anche le difficoltà nel convincere le persone a cambiare
modo di lavorare, l’avversione
verso le novità, la complessità e
l’incertezza normativa.
«Gli incentivi proposti alla fatturazione elettronica nel B2b potrebbero stimolare un processo
importante di alfabetizzazione digitale, in particolare delle imprese
più piccole, ancora escluse dalle
relazioni digitali B2b» suggerisce
Irene Facchinetti, direttore dell’Osservatorio fatturazione elettronica e dematerializzazione. La
contropartita di questi investimenti si misura in un risparmio,
stimato dai ricercatori del Politecnico, tra i 5,5 e gli 8,2 euro per
ogni fattura elettronica in formato strutturato. Analizzando, invece, la completa gestione del ciclo,
dall’ordine all’incasso, il vantaggio si misura nella forchetta tra i 25
e i 65 euro per ciclo.
Tra le priorità delle aziende impegnate nella digitalizzazione dei
processi c’è la conservazione digitale, la gestione elettronica della
documentazione e dei flussi di lavoro. Per il 40% degli interpellati ci
sono piani d’investimento in soluzioni di Edi, extranet o portali B2b
oltre a progetti in ambito “mobile”
per la forza vendita. Irrinunciabili
iniezioni di competitività.
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Lenti progressi
2.700
Quante imprese utilizzano
la conservazione digitale delle fatture
Numero d’imprese
e variazione % sull’anno precedente
miliardi l’anno
Valore degli scambi
B2b tra le aziende
in Italia
di cui
260
+28%
+23%
+21%
+32%
1.965 2.510
3.086
3.800
5.000
2009 2010
2011
2012
2013
+2.500%
+400%
130.000
650.000
2014
2015
miliardi l’anno
Gestiti con strumenti
digitali, circa il 10%
Quante imprese sono in grado di digitalizzare lo scambio
dei documenti con clienti e fornitori
Numero di imprese e variazione % sull’anno precedente
Quanti documenti vengono scambiati in formato
elettronico strutturato Edi
Dati in milioni e variazione % sull’anno precedente
16.000
160
12.000
+4%
7.500
7.200
+8%
+8%
+11%
8.300
9.000
+3%
+10%
9.700 10.000
11.000
+38%
120
+32%
80
4.000
+12%
+17%
35
40
+22%
50
+20%
110
80
0
2009 2010
2011
2012
38,5
2013
2014
2015
2009 2010
2011
2012
2013
2014
2015
La fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione
Milioni di fatture
2.893
2.800
milioni
Le fatture elettroniche
inviate alle Pa
2.450
2.100
1.750
750
1.400
1.050
mila
700
I fornitori che hanno
inviato le fatture tramite
il Sdl
350
0
G L A S O N D G F M
2014
2015
A
M G
L
A
S
O
N
D
G F M A
2016
M
Fonte: School of management Politecnico di Milano
Mezzi di trasporto e beni strumentali
spingono lo sviluppo del leasing
re delle operazioni di leasing
per i beni strumentali ha segnato un aumento di quasi il 7% rispetto al primo trimestre del
2015, quello per i veicoli commerciali del 25%, per i mezzi industriali del 39% e per le auto
del 21 per cento. Arretrano di
poco solo i contratti legati agli
immobili, che segnano un -4,3
per cento. Per i principali settori del leasing il primo trimestre
del 2016 è stato all’insegna della
continuità, «lungo un percorso
di crescita costante al traino
del cauto ritorno degli investimenti delle Pmi», spiega
Gianluca De Candia, direttore
generale di Assilea, l’associazione che raggruppa i principali operatori del comparto.
Questo ciclo positivo sembra
destinato a continuare alla luce
dei dati preliminari di aprile, anticipati dallo stesso De Candia:
+36% per i veicoli industriali,
+22% per i commerciali, +18%
per le auto, mentre per i beni
strumentali si conferma un +9
per cento. «Anche se i giudizi in
merito a una ripresa sono ogni
giorno contrastanti - aggiunge il
direttore di Assilea -, dati più incoraggianti arrivano invece
dalle Pmi innovative, che investono anche attraverso il leasing, grazie alle misure in vigore
a sostegno degli investimenti
come il super-ammortamento e
la Nuova Sabatini». Se questo
trend continuerà, a fine anno il
valore complessivo dei contratti dovrebbe arrivare a 18 miliardi, uno in più rispetto al 2015.
In un anno di crescita moderata del Pil (+1,1%), come ha evidenzato l’Istat la scorsa settimana, che dovrebbe innescare una
ripresa degli investimenti stimata in un +2,7% grazie al miglioramento del mercato del
credito, la metà degli investimenti proviene da aziende con
sede in cinque regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto, EmiliaRomagna e Lazio.
È quanto emerge dall’analisi
della distribuzione territoriale
dello stipulato leasing calcolata
da Assilea, da cui emerge come
sia il Nord a fare da volàno al resto del paese. Le regioni nella
top five sono infatti quelle che
più contribuiscono all’export
nazionale ed è qui che le imprese
stanno rimpiazzando i vecchi
macchinari e rinnovando il parco veicoli. Infatti, con un valore
di poco superiore a 1,8 miliardi,
nel trimestre è il settore dei
mezzi di trasporto quello con il
miglior trend di crescita. Con oltre 440 milioni di finanziato nei
beni strumentali è la Lombardia
la regione sul gradino più alto
del podio, seguita da Veneto ed
Emilia-Romagna.
«I beni strumentali continuano la loro crescita costante
intorno al 10%, mentre l’auto
sale in modo importante anche
grazie al super-ammortamento» commenta Massimo Macciocchi, direttore commerciale di Ge capital. Dopo un decennio di investimenti congelati
tra le Pmi cresce l’urgenza di
rinnovare beni strumentali e
attrezzature. È quanto evidenzia una ricerca di Ge Capital, da
cui emerge come in circa
un’azienda su due si punti all’aggiornamento dei macchinari per migliorare l’efficienza
e la produttività. L’altra priorità avvertita è la riprogettazione
dei processi interni con l’obiettivo di ridurre i costi operativi.
Con piani d’investimento che,
nell’arco del prossimo anno, si
concentreranno, in un caso su
due, sulle nuove tecnologie,
sull’It e sul software. Le colonne portanti dell’Industria 4,0, il
manifatturiero di domani.
E.N.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il valore dei contratti per i principali settori in Italia, da gennaio a marzo 2016. In migliaia di euro
Mezzi di trasporto
Variazione
Valore
su 2015
Fonte: Assilea
È in edicola (a 6,90 € più il
quotidiano) il numero di giugno de «L’Impresa», il mensile di management del Sole
24 Ore, dedicato all’innovazione e ai nuovi modelli di
crescita. Con i contributi di
Dan Rodrick, docente presso
l’Harvard School of Government, Yuri van Geest, cofondatore e ceo della Singularity
University olandese, Rowan
Gibson, tra migliori esperti
di innovazione al mondo,
premiato con il Global Leader of Innovation 2015, Josef
Nierling, ad Porsche Consulting Italia, Marco Calvelli,
ceo di Cmw Engineering e
Dario Simoncini, fondatore e
vice-presidente del Complexity Institute.
Giornalismo
Il Nord guida la crescita
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia-Romagna
Friuli-Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino-Alto Adige
Umbria
Valle d'Aosta
Veneto
Totale
Management
L’innovazione
vista dagli esperti
de «L’Impresa»
30
0
Globalizzazione, e poi? Società e mercati aperti hanno
diffuso ricchezza e progresso. Ma aumentano anche le
critiche e il disagio. A questo
delicato tema sociale ed economico è dedicata la coverstory del numero di luglio di
«IL», il mensile di Idee e Lifestyle del Sole 24 Ore, in edicola venerdì prossimo, 17 giugno, a 0,50 euro oltre al prezzo del quotidiano. Su IL di luglio anche otto racconti
inediti per l’estate.
IN EDICOLA
60
Congiuntura. Secondo i dati Assilea nel primo trimestre il valore delle operazioni ha segnato una performance positiva del 7%
pTra gennaio e marzo il valo-
La globalizzazione
nel nuovo numero
del mensile «IL»
45.783
12.182
29.993
150.111
191.789
36.927
165.302
36.036
373.387
43.435
9.810
134.570
72.623
24.655
86.186
120.420
43.112
35.524
2.454
209.884
1.824.182
56,90%
59,80%
21,70%
43,60%
32,80%
17,10%
26,30%
13,30%
18,20%
49,70%
94,90%
17,40%
29,80%
19,20%
34,80%
26,10%
37,70%
17,50%
2,80%
25,40%
27,00%
Beni strumentali
Variazione
Valore
su 2015
Immobili
Variazione
Valore
su 2015
23.556 -7,40%
7.429
51,90%
6.466 47,20%
599 144,80%
11.298 -27,10%
2.572 42,60%
87.801 42,70%
9.481 -37,60%
165.268 -8,60% 182.490 87,30%
27.477
-5,50% 12.361 88,30%
102.218
6,80% 32.015 -34,00%
17.267 -33,40%
7.028 -57,10%
442.526
8,90% 233.640 -14,70%
46.956 27,90%
7.824 -61,70%
6.219 105,90%
371 152,60%
129.258 -7,90% 34.497
18,40%
34.737
5,10%
7.748 -44,10%
19.298 59,50%
9.251 -34,40%
50.082 -0,30%
8.702 70,30%
81.718 24,30% 39.384
4,90%
30.332 35,80% 20.287 153,80%
17.443 55,20%
7.775 -34,80%
767 12,60%
791 23,90%
205.510
7,00% 64.127 -43,40%
1.506.196
6,60% 688.370
-4,30%
A Biondi
il «Premio
Charlot»
pAdAndrea
Biondi del
Sole 24 Ore e a Roberto Ritondale dell’agenzia Ansa
di Milano va il Premio
Charlot 2016, che sarà consegnato il 29 luglio all’Arena del Mare di Salerno.
Biondi riceve il Premio
Charlot come giornalista
dell’anno, mentre a Ritondale va il riconoscimento
per il miglior libro dell’anno, «Sotto un cielo di carta». Nella serata di gala saranno premiati anche Peppino Di Capri (premio
Charlot cinema per «Natale con il boss») e Wind
(Premio Charlot per il miglior spot pubblicitario).
Il Premio Charlot, che
è alla 28esima edizione,
viene assegnato ogni anno da una giuria di esperti nelle eccellenze del
mondo dello spettacolo e
della cultura.
14
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
Impresa & territori 15
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
Internazionalizzazione. Bilancio dopo sei mesi di libera circolazione delle merci tra i dieci Paesi dell’area di scambio del Sudest asiatico
Asean calamita degli investimenti
Oltre 420 imprese italiane sono già presenti ma cresce la concorrenza tedesca e inglese
Micaela Cappellini
pIl suo Pil ha già raggiunto i
2.500 miliardi di dollari ed è in
crescita costante del 5-6% all’anno. Tanto che nel 2050 potrebbe diventare la quarta economia al mondo. Non si tratta
di uno stato unitario, ma di un
insieme di 10 Paesi del Sudest
asiatico che si raccolgono nell’Asean, e che da sei mesi a questa parte stanno sperimentando la libera circolazione dei
beni, primo step per la creazione di una comunità economica
a tutti gli effetti.
Come sono andati questi
primi sei mesi di libero scambio? A Kuala Lumpur si è appena concluso il World economic forum dedicato all’Asean.
Le statistiche sul commercio
intra-area sono ancora premature, ma le previsioni sui prossimi anni sono tutte ottimistiche: l’Asean è già la quarta potenza mondiale dell’export,
dietro (nell’ordine) all’Unione europea, al Nordamerica e
alla Cina. E anche i suoi consumatori ormai hanno gusti global: qui vengono acquistati in
media il doppio dei prodotti
americani comprati dai consumatori cinesi e nove volte più
prodotti americani rispetto ai
consumatori indiani.
E per l’Italia, quali vantaggi
sono arrivati dall’avvio del libero scambio nell’Asean? Dal
punto di vista della bilancia
commerciale, novità non ce ne
sono «né ce ne potrebbero essere», avverte Romeo Orlandi,
economista e vicepresidente
dell’Associazione Italia Asean. «Non bisogna dimenticare
- ricorda - che la comunità economica dell’Asean non prevede una tariffa esterna comune,
come fa la Ue»: chi esporta verso l’Asean, insomma, non trae
alcun beneficio dall’area di libero scambio nata sei mesi fa.
I vantaggi, per le imprese ita-
liane, arrivano però nel momento in cui vanno a investire
nei Paesi Asean: «L’eliminazione pressoché completa dei
dazi intra-area - spiega il professor Orlandi - facilita gli
scambi fra i dieci Paesi che fanno parte dell’Associazione: chi
investe in uno di questi poi può
esportare liberamente negli altri. Una base manifatturiera in
uno di questi dieci Paesi, soprattutto se a basso costo dei
fattori di produzione, può così
incontrare un mercato di8 630
milioni di persone».
LE DESTINAZIONI MIGLIORI
Vietnam e Indonesia
offrono grandi mercati interni,
buone infrastrutture
e un clima favorevole
agli imprenditori stranieri
CHE COS’È L’ASEAN
Una storia lunga 50 anni
 L'Associazione dei Paesi
del Sudest asiatico nasce a
Bangkok nel 1967 e a oggi
riunisce dieci membri:
Vietnam, Thailandia,
Singapore, Filippine,
Myanmar, Malaysia, Laos,
Indonesia, Cambogia e
Brunei Darussalam. A parire
dal 31 dicembre 2015 l’Asean
ha dato vita alla comunità
economica, che garantisce la
libera circolazione delle
merci all’interno dei dieci
Paesi che fanno parte
dell’associazione. La sua
implemetazione non è stata
completata al 100%. Il livello
di integrazione raggiunto da
questi Paesi è più o meno
paragonabile a quello
raggiunto in Europa dai
membri dell’allora Cee nel
periodo tra il 1957 e il 1967
E questa opportunità dell’investire, le aziende italiane,
sembrano averla capita. Nel
suo ultimo censimento il professor Orlandi ha contato una
presenza di 421 imprese made
in Italy sparse nei 10 Paesi dell’Asean: più delle 380 italiane
presenti in India (stando ai dati dell’Osservatorio Asia), un
Paese da 1,2 miliardi di abitanti, il doppio dell’Asean. La
maggior parte (118) delle imprese sono a Singapore, dove
per la verità si contano uffici e
non fabbriche; ma anche Indonesia, Malaysia e Vietnam mostrano di saper attrarre l’interesse dei nostri imprenditori.
«Le basi migliori? Sono il Vietnam e l’Indonesia - sostiene
Romeo Orlandi - per tre ragioni: sono due grandi mercati dal
punto di vista dei consumi, offrono un clima di business favorevole agli investitori esteri
e godono di una discreta, anche se non ottimale, dotazione
infrastrutturale».
L’export italiano verso questi dieci Paesi, invece, oggi vale
solo l’1,7% del totale delle nostre esportazioni nel mondo.
Poca cosa, certo, «ma è pur
sempre il doppio di quanto
vendiamo all’India - ricorda
Orlandi - e più di quanto esportiamo in Giappone».
Non è però solo l’Italia ad
aver puntato l’attenzione sull’Asean: nell’area crescono
anche gli investimenti della
Gran Bretagna, della Francia
e in particolare della Germania. Un dato, soprattutto, testimonia le potenzialità dell’area: i suoi sei Paesi membri
più piccoli, da soli, nel 2014
hanno ricevuto più investimenti di tutta la Cina messa
insieme. Se fosse un unico stato, insomma, l’Asean oggi sarebbe la prima meta al mondo
per i capitali esteri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PECHINO. Dal nostro corrispondente
pUn coordinamento rafforza-
Export italiano
e numero di aziende
che hanno investito
nei 10 paesi
Asean
EXPORT ITALIANO
AZIENDE ITALIANE
1.680
Quota %
421
milioni di euro
20
40
60
Numero di aziende che hanno investito nell’area
80
100
Singapore
29,6
118
Thailandia
17,8
57
Indonesia
16,8
73
Malaysia
16,4
72
Vietnam
10,3
76
Filippine
6,2
18
Myanmar
1,6
3
Cambogia
0,6
1
Brunei
0,6
0
Laos
0,1
3
Fonte: Osservatorio Asia
SE L’ASEAN FOSSE UN UNICO PAESE SAREBBE...
3°
Al mondo per popolazione
L’Asean ospita una comunità di
630 milioni di potenziali
consumatori. Più di un terzo
(circa 250 milioni di persone)
risiedono nella sola Indonesia,
mentre il Vietnam ospita una
popolazione di circa 95 milioni di
persone
4°
Al mondo per l’export
La comunità Asean è uno dei
principali player degli scambi
commerciali mondiali. Per l’Italia
rappresenta l’1,7% delle
esportazioni: la cifrà in sé è
piccola, ma è pur sempre il doppio
dell’export italiano verso l’India e
più di quello verso il Giappone
7°
Al mondo per valore del Pil
Insieme, i dieci Paesi che
compongono l’Asean
rappresentano oggi la settima
economi al mondo. Seconod i
calcoli degli economisti, entro il
2050 l’area è destinata a
diventare addirittura la quarta
economia al mondo
IN ONDA E IN RETE
EnergyGate è la soluzione di Invent, produttore di pannelli fotovoltaici intelligenti e gestore luce e gas
CALCIO
Agli Europei di Francia
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che giorno dopo giorno viene
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degli Europei con la cronaca e le analisi dei risultati,
gli aggiornamenti di Dario
Ricci direttamentedalla
Francia, i commenti di
«Tutti convocati» (alle 14
da lunedì a venerdì, la domenica alle 17.00) per tutta
la durata del torneo, soprattutto per gli impegni
della Nazionale, con interviste ai protagonisti e gli interventi degli ascoltatori.
I programmi possono
anche essere seguiti via internet: www.radio24.ilsole24
ore.com (anche per riascoltare i programmi in
podcast).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PER LE IMPRESE
Good Energy Award,
tempo di candidature
pC’è tempo fino al 24 giu-
gno per presentare la candidatura al Good Energy
Award, il premio organizzato da Bernoni Grant Thornton in collaborazione con Il
Sole 24 ORE Eventi e che verrà assegnato in occasione
dell’Italian Energy Summit
previsto a Milano il 26 e 27
settembre 2016.
Obiettivo del Premio, quest’anno alla settima edizione, è conferire un riconoscimento alle imprese italiane
che maggiormente si sono
distinte per avere scelto di
operare in modo responsabile e sostenibile verso l’ambiente ed il territorio e che
hanno saputo utilizzare i fattori di risparmio e di efficienza energetica come presupposti per il loro sviluppo
e competitività. Anche l’edizione 2016 del premio si articola in 4 categorie: industria,
terziario, pubblica amministrazione e no profit, giovani
speranze e start up.
Per concorrere al Good
Energy Award è necessario
sottoporre gratuitamente
la propria candidatura e
presentare una documentazione specifica entro il 24
giugno. I vincitori verranno
decretati a seguito dell’analisi delle candidature da
parte di una giuria composta da esperti del settore,
accademici, ricercatori e
giornalisti. Maggiori informazioni sul sito www.eventi.ilsole24ore.com/goodenergy-award-2016 oppure
telefonando allo 02.783351
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Risparmio energetico efficace
e innovativo: rivoluziona la famiglia
Un risparmio energetico evoluto, innovativo, efficace e
che “rivoluziona le famiglie”,
soprattutto la loro bolletta
energetica. Accade con la
soluzione messa a punto da
Invent, l’azienda di Noventa
di Piave nata nel 2006 per la
produzione di pannelli fotovoltaici italiani di qualità,
tra i quali il micro-impianto
intelligente Ècomodo. Alla
sua natura manifatturiera – suo è anche
il coppo fotovoltaico
-, Invent ha deciso di
unire quella di gestore di luce e gas,
“ in grado di fornire
il servizio in tutta
Italia”. Una doppia
natura che consente
la fornitura di apparecchi e servizi,
a tutto vantaggio
dell’utente finale. È da questi presupposti che è nata la
nuova soluzione per il risparmio energetico EnergyGate,
che consente l’azzeramento
per un periodo della bolletta elettrica, risparmio netto
per due anni sul gas e per
vent’anni sulla luce (componenti materia prima). Tutto
ciò con una minima spesa
iniziale che viene recuperata
in soli due anni. Ècomodo,
spiega il fondatore e presidente di Invent Sante Bortoletto, “è un micro-impianto
fotovoltaico
equipaggiato
con l’innovativa tecnologia
Alterna: per dare energia pulita non ha bisogno di quadri
elettrici e/o inverter esterni.
Il micro-impianto genera
direttamente elettricità in
corrente alternata”. Perciò la
sua installazione è semplicissima: si innesta direttamente
a una presa elettrica dedicata di casa e si può portare
con sé come un quadro se si
Task force Italia-Cina
per costruire un argine
alla contraffazione
Rita Fatiguso
Le relazioni tra Asean e Italia
0
E-commerce/1. Il vino è tra i prodotti più colpiti
cambia abitazione”. Una
volta collegato Ècomodo, si
attiva la nuova fornitura di
energia che, attraverso l’innovativa “RicaricaLuce”, ideata da Invent, darà tutta l’elettricità che serve alla casa.
La ricarica darà all’utente
corrente elettrica per 52.000
Kwh (materia prima) pari
a circa 20 anni di consumo,
stimando 2.600 Kwh/anno.
Con questa card l’utente potrà davvero azzerare la sua
bolletta per qualche anno.
ÈcoModo Zero di EnergyGate permette, quindi, con un
investimento iniziale accessibile, di “risparmiare per due
anni sulla fornitura di gas
– elenca Bortoletto - e per
vent’anni sulla fornitura di
energia elettrica e di vedere
per un periodo le bollette di
energia finalmente a
zero”. Una soluzione,
dunque, innovativa che
può dare un importan-
La sua rete commerciale è
perciò in costante crescita in
tutta Italia, con possibilità di
nuovi ingressi per agenti e
tecnici commerciali, che l’azienda prepara con corsi di
formazione sui prodotti e sul
sistema di vendita. Insieme
alla sua dimensione prettamente aziendale e produttiva, Invent non dimentica un
proprio apporto alla “responsabilità sociale d’impresa”,
declinandola in una particolare attenzione al futuro per
eccellenza, i giovani. Per loro
IL MICRO-IMPIANTO FOTOVOLTAICO ÈCOMODO
Grazie ad EnergyGate, oltre
alla “RicaricaLuce”, sarà data
anche una “RicaricaGas” di
2mila metri cubi (materia
prima) che corrispondono a
quasi 2 anni di consumi (stimando un consumo medio di
1.000 smc per anno). Infine
sarà fornita la “ZeroCard“
equivalente ad un ulteriore sconto di mille euro sulle
bollette di energia elettrica.
te contributo alla sostenibilità. “Immaginiamo una città
in cui tutte le case grazie a
Ècomodo generano ognuna
autonomamente un 10% di
energia pulita”, sottolinea
l’imprenditore, “allora avremo davvero dato un contributo per lasciare un mondo
migliore ai nostri figli”. Invent è una finestra sul futuro delle energie rinnovabili.
è nata Invent for you, una divisione “tesa a promuovere
occasioni di stimolo e formazione perché i ragazzi imparino a credere nei propri sogni
e sappiano renderli concreti,
afferma Bortoletto. L’azione
è ad ampio raggio, con iniziative legate all’arte, allo sport,
fino ai ragionamenti su come
migliorare se stessi e superare
i conflitti in famiglia.
INVENT SRL - Noventa di Piave (VE) - tel. +39.0421 307393 - www.energygate.info
to tra Cina e Italia per difendere
il made in Italy dalla contraffazione e dalle frodi, anche nel
commercio elettronico. Necessario e urgente. Se ne è discusso
nella capitale cinese, protagonisti l’ambasciata italiana, l’Ice, la
Camera di commercio e anche
enti e istituzioni attivi in Italia,
che hanno come mission la lotta
alla contraffazione.
Con l’avvento dell’e-commerce e del commercio crossborder (si veda l’articolo sotto
sulle novità normative) la necessità di innalzare le difese è
molto forte. Aspettare che siano i giganti cinesi dell’online a
difendere i nostri prodotti è
una pia illusione.
«Nei primi minuti ben sette
Maserati sono state vendute –
confessa Claudio Pasqualucci,
direttore di Ice Shanghai - quando, in occasione della Festa della
Repubblica, abbiamo organizzato una promozione italiana tra
operatori già presenti su
Tmall». L’e-commerce potrà essere un ottimo volàno. Fervono
le attività per creare una piattaforma di soli prodotti made in
Italy, ma tutto ciò rende ancora
più necessaria la tutela della proprietà intellettuale.
Claudio Bergonzi, segretario
generale di Indicam, l’Istituto di
Centromarca per la lotta alla
contraffazione, ha fatto parte
del gruppo di discussione ed è
intervenuto anche all’EU-China Seminar Online Ip Protection & E-Commerce Business to
Business Exchanges, organizzato da IPkey2, un programma
Europa-Cina sull’Ip.
«Il coordinamento va assolutamente fatto – afferma Bergonzi - Indicam creerà in Italia un
gruppo Italia-Cina e trasmetterà l’informazione che qui le istituzioni italiane fanno molto più
di quanto i soci non percepiscano. Ma bisogna coordinarsi in
maniera strutturata».
Preziosa sta risultando anche l’interazione con i programmi europei: oltre a Ipkey2,
anche Iprhelpdesk per le imprese piccole e medie.
Un fronte che sta montando è
quello delle bevande: la Cina è il
più grande mercato di consumo
del mondo, la domanda per i prodotti importati di bevande continua ad aumentare. Qui la contraffazione non solo può causare
danni ai marchi e alle imprese
originali, ma anche rischi per la
salute dei consumatori.
Il prossimo 21 giugno un web
seminar raccoglierà la testimonianza di Giorgio Vinciguerra,
ceo di Guala Closures. «Spiegheremo – puntualizza il manager - perché l’imballaggio è importante nella vendita dei prodotti in Cina e come le moderne
tecnologie potrebbero proteggere le marche da attività di contraffazione, facilitando la comunicazione ai distributori e ai consumatori finali in Cina. L’imballaggio, in pratica, è l’ultima
frontiera di difesa».
LA CONFEZIONE CONTA
L’imballaggio svolge
una funzione chiave
sia nel proteggere i marchi
sia nel preservare
la sicurezza alimentare
Anche perché, aggiunge
Alexander Bayntun-Lees, che
coordina il progetto “In vino veritas”, per China Ipr Sme helpdesk «esiste un grosso problema di
etichettature false». Secondo
China Wine Statistics, la crescita media annua del consumo di
vino cinese è pari al 4,3% a partire dal 2011, 38 milioni di bevitori
di vino importato nel 2015, rispetto ai 19 milioni nel 2011. La Cina è il quinto più grande consumatore di vino nel mondo e il
65% delle importazioni di vino
cinese proviene dall’Europa.
Nick Bartman, investigatore,
stima che ben una bottiglia di vino su tre in Cina sia falsa. Bernard Medina, chimico di fama,
sostiene che quelli falsi sono difficili da snidare anche per lui che
in materia è un’autorità. Qui la sicurezza alimentare è un problema enorme, perché l’alcol isopropilico utilizzato in molte bevande false può risultare letale.
Risulto: in Cina circolano veri e
propri vini killer, e bisogna sapersi difendere per tempo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
E-commerce/2. Le novità normative
Vendite cross border,
un passo indietro
di Marco Leporati
U
n periodo di transizione di un anno per le
nuove regole di tassazione sulle commodities importate in Cina che, invece,
sarebbero dovute entrare in
vigore già l’8 aprile scorso. Lo
hanno deciso le autorità di
Pechino, in testa il ministero
delle Finanze, approvando un
progetto di supervisione di
ben 24 mesi.
Questo è lo scenario che si
profila, allo stato dell’arte: 1)
vendite online di prodotti regolarmente importati in Cina
(è il caso della promozione
Alibaba Tmall); 2) vendite
online di prodotti presenti
nelle bonded area cinesi; 3)
vendite di prodotti in depositi
di Stati geograficamente adiacenti al territorio cinese
(Hong Kong, Taiwan e Giappone). Il tutto a scelta dei singoli operatori. Attualmente è
la caratteristica del prodotto a
determinare la strategia concreta: per esempio i cosmetici,
soggetti a una tassazione più
favorevole, ma che richiedono
per essere venduti in Cina un
lungo processo autorizzativo
della Cfda, vengono venduti
direttamente dall’estero.
Cao Lei, direttore del China
E-Commerce Research Centre di Hangzhou, non a caso sostiene che «si andrà verso una
situazione in cui pesci e dragoni coesisteranno in un’entità in
cui ci saranno poche creature
giganti». Insomma, sarà il caos
con parecchie vie di uscita.
Qualche mese fa (si veda Il
Sole 24 Ore del 17 febbraio
2016) avevamo affrontato la
problematica del commercio
online in relazione alle transazioni crossborder (acquisti fatti all’estero). Un passo indietro, dunque. Nel 2014 i clienti
cinesi hanno speso 140 miliardi
di yuan, ma il Governo centrale
ha incassato solo 1,3 miliardi di
yuan con una cospicua perdita
in termini di entrate per l’Erario. Il 24 marzo 2016 il ministero
delle Finanze, insieme a General Administration of Custom
(Gac) e State Administration
of Taxation, avevano annunciato che dallo scorso 8 aprile
tutte le vendite online crossborder sarebbero state assoggettate a una tassazione inclusiva di dazi, Iva e, in certi casi,
anche della consumption tax.
Una mossa destinata a fare
una prima scrematura tra società o soggetti individuali che
offrivano prodotti stranieri su
piattaforme online, acquistandole dall’estero in esenzione di
imposta. La nuova legge ha anche l’obiettivo di tutelare le imprese che, con una propria stabile organizzazione, importano e vendono sul territorio cinese assoggettando la propria
attività al regime fiscale vigente rispetto a chi operava importando prodotti analoghi con il
beneficio fiscale.
La legge, che per il momento almeno è stata differita,
configura due categorie: quella dei beni soggetti a dazio, Iva
e, se applicabile, consumption
tax, e quella dei beni considerati ancora personali secondo
il Postal Composite rate, che
possono beneficiare dell’esenzione se l’ammontare
della tassazione risulta inferiore a 50 renminbi.
Savino Del Bene Shanghai
© RIPRODUZIONE RISERVATA
16
Impresa & territori
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
STILI&TENDENZE
In breve
ACCESSORI/1
Cruciani festeggia
5 anni di bracciali
Cosmetica. Il best seller Crème de la Mer realizzato con alghe oceaniche raccolte in modo sostenibile
L’Italia mercato chiave di La Mer
Marta Casadei
ACCESSORI/2
Le sciarpe preziose
di Destin
importante per noi: in primis
perché è un Paese circondato dal
mare e La Mer è un brand fortemente legato ad esso. E poi i consumatori locali sono esigenti, sofisticati e orientati a scegliere
sempre i prodotti migliori, soprattutto quando si parla di lusso». Sandra Main, Global Brand
President di La Mer, sinonimo di
skin care di fascia alta, non può rilasciare dati economici in merito
alle performance del brand, che
fa capo al gruppo americano
Estée Lauder, 10,8 miliardi di dollari di ricavi nel 2015 di cui il 42%
generati da prodotti skin care.
Ma conferma l’importanza dell’Italia: «Gli italiani si prendono
cura della propria pelle in modo
costante e approfondito - spiega
-: credo sia una questione culturale e, insieme, anche uno degli
effetti della particolare rete distributiva dei prodotti cosmetici
nel vostro Paese».
Secondo Sandra Main le profumerie giocano un ruolo chiave
in Italia: «Sono attività indipendenti, l’una diversa dall’altra,
ognuna gestita da quello che io
considero non un negoziante
ma un imprenditore. E la gente
ha sempre più voglia di fare acquisti in punti vendita nei quali è
possibile avere un consiglio valido e mirato. Dunque sì, ritengo
la rete distributiva un punto di
forza di questo mercato, soprattutto per i prodotti di alta qualità». A far crescere il mercato è
arrivato anche il mini Euro: «Il
dollaro forte ha portato in Italia
molti turisti che hanno comprato i nostri prodotti».
La crisi non ha intaccato il
business di La Mer - che, secondo l’ultima relazione trimestrale del gruppo Estée Lauder
si conferma uno dei driver delle vendite di prodotti skin-care: «Le nostre creme - spiega
Main - sono più accessibili rispetto ad altri
prodotti di lusso come una
borsa o un abito, ma offrono
un’esperienza
di benessere di
altissimo livello: prendersi
10 minuti per
sé, per stender-
si una maschera sul viso, è un
modo per sentirsi speciale».
Nonostante si dica sia alla base
della beauty routine di molte star
di Hollywood, la genesi di La
Mer è lontana dalle atmosfere
patinate da red carpet: il dottor
Max Huber, scienziato impegnato in studi aerospaziali, ustionatosi al volto in seguito a un esperimento finito male, si mise alla
ricerca di un prodotto che potesse aiutare la propria pelle a rigenerarsi. Dodici anni (e seimila
tentativi ) dopo nasceva la Crème de la Mer. La formulazione di
questo prodotto, creato 51 anni
fa, ha il proprio cuore nel Miracle
Broth, un concentrato di estratti
di alghe
Special
edition. Per
il World Oceans
Day 2016
(a lato).
Sopra: Sandra
Main, global
brand manager
Sfilate. Lo stilista legato al gruppo Aeffe ha presentato la primavera-estate 2017
Nato nel 2008 da
un’intuizione di Giuseppe
Garbaccio, il marchio
Destin è specializzato in
sciarpe made in Italy al
100% con le più preziose
materie prima, dal
cashmere all’alpaca.
www.destinsurl.com/it
SFILATE
La moda maschile
tra Londra e L.A.
Dopo la sfilata di Moschino,
che si è svolta sabato, per la
prima volta a Los Angeles,
oggi si conclude London
Collections Men,
manifestazione nell’ambito
della quale sono state
svelate le collezioni uomo
di Paul Smith e Burberry
tra gli altri.
www.moda24.ilsole24ore.com
In edicola/2
Domani
inizia Pitti:
Sandra Main, global brand manager: le profumerie sono il punto di forza 32 pagine
di Speciale
p«L’Italia è un mercato molto
Dal 2 giugno 2011, quando
venne lanciato a Forte dei
Marmi il primo
braccialetto quadrifoglio, il
marchio Cruciani C ha
venduto 25 milioni di pezzi
in tutto il mondo dei bijoux
lavorati a macramé. Per
festeggiare cinque anni di
record, è nato il bracciale
Clover Lover, fatto di
quadrifogli (clover, in
inglese), sempre a
macramè e intrecciati tra
loro. Molti i colori
disponibili (fucsia,
metilene, blu navy e
geranio fluo) per i bracciali,
impreziositi da una
chiusura in argento 925.
In edicola/1
Cédric Charlier sui tetti di New York
Giulia Crivelli
pDetto, fatto: in marzo, men-
tre impazzava il dibattito sulla
possibilità di cambiare i calendari delle fashion week e sulla
necessità di sfoltire il numero di
presentazioni e collezioni, lo
stilista belga Cédric Charlier
aveva annunciato la sua personale soluzione. A partire dalla
stagione primavera-estate 2017,
avrebbe unificato la precollezione con la “main”, facendole
sfilare in giugno e poi in gennaio
per l’autunno-inverno.
Il primo appuntamento è stato a Manhattan martedì scorso,
il 7 giugno. Suggestiva la location: il tetto del Shop Studio, dove le modelle hanno sfilato all’aperto all’ora del tramonto.
«L’istinto mi ha spinto verso
una nuova “attitudine”, dove
elementi opposti si fondono
senza alcuna disciplina ma grazie alla loro diversità – spiega lo
stilista, prodotto e distribuito
nel mondo dal gruppo Aeffe –.
TV A CURA DI CRISTINA PIOTTI
Ho esplorato il glamour a modo
mio, aggiungendo dettagli insoliti e nuove parole al mio vocabolario, sempre pensando che le
differenze e i contrasti possano
portare nuove soluzioni e visioni e inattese possibilità».
Per Charlier sfilare a New
York è sempre stato un «sogno»
e la città è sembrata ancora più
adatta per segnare il cambiamento annunciato in marzo:
«Credo che le scadenze della
moda abbiano bisogno di un
cambio drastico, ogni stilista
cerca di adattare il tempo ai propri ritmi, nel rispetto della creazione artistica però anche del
processo di produzione – spiega
–. Credo che abbiamo bisogno di
meno abiti , ma di maggiore creatività, invenzione e qualità. Per
raggiungere questo obiettivo
abbiamo bisogno di più tempo,
di una riflessione più lunga e accurata. L’eccessiva velocità sta
minando l'originalità delle proposte dei brand».
Forse non dovrebbe stupire
che Charlier faccia scelte controcorrente: per sei anni ha lavorato a Parigi con Alber Elbaz,
una delle personalità più forti e
originali della moda francese
degli ultimi anni. «Lavorare con
Alber per sei anni è stata la mia
prima grande scuola, dal punto
di vista professionale e non solo
– racconto lo stilista –. Il team di
quegli anni è stato uno dei punti
di forza della maison Lanvin,
abbiamo fatto un percorso bellissimo. Il distacco però non è
stato difficile, sentivo fosse arrivato il momento di continuare
per la mia strada».
La crescita del marchio
Cédric Charlier – che ha debuttato a Parigi nel 2012 – ha sicuramente beneficiato dell’accordo
di licenza con Aeffe, il gruppo
guidato da Massimo Ferretti
quotato alla Borsa di Milano e
che ha in portafoglio Alberta
Ferretti, Philosophy di Lorenzo
Serafini, Moschino, Pollini,
marine uniti a minerali e vitamine. La Crème de la Mer - che come ogni anno l’azienda crea in
una speciale limited edition per
il World Oceans Day - è tuttora il
best seller del marchio: «Non
l’abbiamo mai cambiata», dice la
global brand manager.
Nel tempo l’azienda, che conta
2.500 dipendenti nel mondo, ha
ampliato il proprio portfolio prodotti fino ad arrivare a 58 referenze - il prossimo lancio, in Italia,
sarà l’acqua micellare, a luglio - e
senza mai tradire il proprio dna:
«Il mare è la nostra fonte di ispirazione e l’origine degli ingredienti dei nostri prodotti, raccolti in modo sostenibile: questo rimane un punto fermo per noi. E
continuiamo ad essere dei “puristi” della skin care», dice
Main. I nuovi prodotti sono rivolti a una clientela sempre più
giovane: «I Millennials non sono un target specifico per noi,
crediamo che La Mer sia un
marchio per tutte le età». E non
solo femminile: «Il 10% dei nostri consumatori è maschio.
Del resto il brand è stato fondato da un uomo».
Sul «Sole»
il Rapporto
Orologi
per l’estate
pLa maggior parte degli
pDomani all’interno del So-
Jeremy Scott. Il 2015 è stato un
anno positivo per Aeffe, nonostante le molte incognite economiche e geopolitiche: il fatturato è arrivato a 268,8 milioni (+7%
a cambi correnti e +5,1% a cambi
costanti rispetto al 2014) e l’utile
è stato di 1,5 milioni. Charlier è
molto orgoglioso di poter mettere l’etichetta made in Italy su
larga parte delle collezioni. «Il
90% delle mie creazioni è prodotta in Italia e la collaborazione
con Aeffe è sempre in divenire e
ricca di entusiasmanti progetti.
Dopo aver siglato un accordo in
Francia con Michel Vivien per
le calzature, mi piacerebbe aggiungere categorie di prodotto
come gioielli e borse».
Un altro sogno di Cédric è
aprire un monomarca, anche
se non ha ancora individuato
la città. Quanto invece ai social
network, lo stilista belga, notoriamente poco incline ad apparire, dice: «Non sono molto
a mio agio nel condividere tutto, per una questione di carattere. Riconosco l'importanza
che hanno oggi i social media e
cerco di trovare il mio modo di
appropriarmene».
operatori di settore, gli
imprenditori da un lato e i
buyer dall’altro, la considerano la fiera di riferimento per l’abbigliamento e gli accessori da uomo.
A livello mondiale. Pitti
Uomo, a tutti gli effetti una
vetrina internazionale per
le aziende del made in
Italy e non solo (il 44% degli espositori è straniero),
torna alla Fortezza da Basso di Firenze da domani a
venerdi 17 giugno con la
sua 90esima edizione a tema “Lucky Numb3r5”. Una
quattro giorni ricca sia in
termini di proposte in fiera - i marchi sono oltre
1.200 - sia di eventi e sfilate, immancabile coté della
manifestazione fieristica.
In concomitanza con la
kermesse fiorentina torna
lo Speciale Pitti Uomo di
Moda24, in edicola domani in allegato al Sole 24 Ore:
uno speciale di 32 pagine
che stringe il focus sul settore moda uomo e, partendo da un’analisi congiunturale, spazia dalla fiera alle tendenze del menswear
internazionale, dalle ultime novità di prodotto che
le aziende presenteranno
a Pitti all’approfondimento di alcuni casi aziendali
tra bilanci e strategie di
sviluppo. Senza dimenticare l’occhialeria - con la
sezione Eye Pop di Mido a
Pitti Uomo - e il beauty. I
consumi di prodotti cosmetici da uomo, infatti,
assorbono circa il 24% del
totale nazionale.
Non mancherà una sezione dedicata eventi che
animeranno Firenze questa settimana: inaugurazioni di negozi, mostre,
sfilate e progetti speciali,
entro e fuori le mura della
Fortezza da Basso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Contrasti. Look Cédric Charlier
RADIO 24
IL TEMPO
Visionari
Il faccia a faccia
23.00 | RAITRE
Corrado Augias ci parla di Virginia Woolf (nella foto)
9.05 | MIX 24
Giovanni Minoli ospita Carlo Calenda (foto), ministro dello Sviluppo economico
Frequenze:800-080408
Per intervenire alle trasmissioni:
800-240024 SMS 349-2386666
I Gr possono essere ascoltati anche su:
www.radio24.it
www.ilsole24ore.com/meteo
Oggi
Milano
ALBA E TRAMONTO:
05:34
MINIMA
L'Aquila
7
MASSIMA
DA NON PERDERE
21.10 | SKY CINEMA1
The Walk.
Un’ora di passeggiata su un
cavo teso tra le Torri Gemelle:
è il 7 agosto del 1974 e il
funambolo francese Philippe
Petit realizza il suo sogno,
irripetibile. Nel finale, un
tributo alle vittime dell’11
settembre.
23.15 | RAI5
Pink Floyd: The Story of Wish
You Were Here.
Il documentario che permette
di rivivere la storia e il dietro
le quinte di una band e di un
album leggendario, datato
1975. Scritto e diretto da John
Edginton, il film parte dalla
reunion al Live Aid del 2005.
ATTUALITÀ
14.20 | LA7
Tagadà.
Il programma pomeridiano
con Tiziana Panella, uno
spazio di approfondimento
dedicato a storie di attualità,
cronaca, costume.
21.20 | RAI PREMIUM
Sea Patrol.
Prima stagione della serie
australiana che racconta la
vita e le avventure
dell’equipaggio di una nave
della guardia costiera, tra
pesca illegale, contrabbando,
immigrazione clandestina e
vere emergenze.
SPETTACOLO
22.35 | SKY CULT
Non è un paese per vecchi,
di Ethan e Joel Coen, con
Tommy Lee Jones, Javier
Bardem, Usa 2007 (122’).
Tratto dall’omonimo romanzo
di Cormac McCarthy, quattro
Oscar per un piccolo
capolavoro sanguinario, sullo
sfondo in un paesaggio
selvatico e feroce.
22.50 | PREMIUM COMMEDY
La maledizione dello scorpione
di giada,
di Woody Allen, con Woody
Allen, Helen Hunt, Charlize
Theron, Dan Aykroyd, Usa
2001 (102’). Un ladro
ipnotizzatore manovra sia il
detective di una compagnia
di assicurazioni sia la collega
di lui, appena assunta per
ottimizzare il lavoro
d’ufficio. Basta una parola
sussurrata al telefono dal
mago perché i due, sotto
ipnosi, rubino per lui.
23.45 | RETE4
Presunto Innocente,
di Alan J. Pakula, con Harrison
Ford, Greta Scacchi, Brian
Dennehy, Raul Julia, Bonnie
Bedelia, Usa 1990 (128’). Ford
è un vice procuratore che
conduce le indagini
sull’omicidio di una collega, di
cui era stato amante. Presto
diviene il principale
sospettato.
6.15 | America 24
di Mario Platero
6.30 | 24 mattino - L’Italia si desta
con Alessio Maurizi
7.00 | Gr 24
7.20 | In primo piano
8.15 | 24 mattino - Attenti a noi due
con Oscar Giannino
9.05 | Mix 24
di Giovanni Minoli, con Pietrangelo
Buttafuoco e Mario Sechi
9.05 | Il faccia a faccia
9.30 | Bolle e salamini
10.05 | I gialli della storia
10.30 | Cuore e denari
15.30
Il falco
e il gabbiano
TECNOLOGIA E STALKING
Michel Petrucciani (foto), il grande
pianista jazz francese, ci insegna che il
talento e il carattere possono più della
malattia. Una rara condizione genetica
detta “malattia delle ossa di vetro” lo
condannerà a vivere un'esistenza
afflitta dal dolore, ma nonostante ciò
per anni Petrucciani dominerà il
panorama musicale contemporaneo.
di Nicoletta Carbone e Debora Rosciani
12.05 | Melog, cronache meridiane
di Gianluca Nicoletti
13.00 | Effetto giorno,
le notizie in 60 minuti
di Simone Spetia
13.40 | America 24
di Mario Platero
13.45 | #autotrasporti
14.05 | Tutti convocati
di Carlo Genta e Pierluigi Pardo
15.30 | Il falco e il gabbiano
di Enrico Ruggeri
16.30 | La versione di Oscar
di Oscar Giannino
le 24 Ore i lettori troveranno
otto pagine di approfondimento sugli orologi, nella sezione Rapporti24. Accanto a
un’analisi sulle prospettive
del settore in Italia e all’estero
e sulle differenze tra i vari segmenti dell’orologeria, ci saranno articoli sui grandi gruppi del settore, in particolare
per la parte “Swiss made”, e su
singole aziende italiane e straniere. Non mancano ovviamente le vetrine con tutte le
novità, dagli orologi “complicati” agli sportivi.
Focus inoltre sugli smartwatch, una delle categorie
più promettenti dell'orologeria, presidiata sia dalle aziende specializzate in wearable
technology sia dai marchi del
lusso. Su uno dei trend più importanti del settore, il mix tra
retail, wholesale e digitale,
sul Rapporto interviene
Chiara Fiorentino, direttore
generale di Pisa Orologeria,
realtà milanese da 40 anni all’avanguardia nella proposta
di orologi di lusso.
L’offerta del Gruppo 24
Ore per gli appassionati di
orologi prosegue con il magazine trimestrale 24Hours:
il prossimo numero sarà in
edicola il 24 giugno. Nel 2015 il
mercato degli orologi ha dato
segnali di ripresa anche in
Italia (si veda Il Sole 24 Ore
del 16 marzo): secondo l’annuale indagine sugli acquisti
di Gfk Retail&Technology
per Assorologi, nello scorso
anno nel nostro Paese sono
stati venduti poco meno di 7
milioni di pezzi, per un valore
di 1,41 miliardi, in crescita del
12% rispetto al 2014. Il dato è
particolarmente significativo perché è riferito ai soli
consumatori italiani (senza
contare cioè le vendite ai turisti) e va sottolineato l'aumento del prezzo medio, passato da 183 a 209 euro.
Alessandria 28
17.05 | Focus economia
di Sebastiano Barisoni
Roma
21:11
05:34
20:45
Nord:
variabile su Alpi, Triveneto ed est Emilia con
precipitazioni sparse, specie dal pomeriggio,
più soleggiato al Nordovest. Temperature in
lieve calo, massime tra 21 e 24.
Centro e Sardegna:
instabile su dorsale e adriatiche con rovesci e
temporali in intensificazione al pomeriggio,
più sole sulle Tirreniche. Temperature in calo
sulle adriatiche, massime tra 21 e 24.
18.30 | La zanzara
di Giuseppe Cruciani
20.55 | Smart city
di Maurizio Melis
Sud e Sicilia:
21.00 | Effetto notte,
le notizie in 60 minuti
di Roberta Giordano
piogge e temporali su Puglia, dorsale e
Calabria, in attenuazione la sera su tirreniche,
più sole altrove. Temperature in calo,
massime tra 22 e 26.
22.05 | Focus Economia R
23.05 | Mix 24 R
Domani
Milano
ALBA E TRAMONTO:
05:34
MINIMA
GR 24: all’ora
STRADE IN DIRETTA: ai 15’ e ai 45’
BORSE IN DIRETTA: alla mezz’ora
L'Aquila
10
MASSIMA
Nuoro
31
Roma
21:12
05:34
20:46
Nord:
instabile su est Alpi, Triveneto ed Emilia con
rovesci e temporali sparsi in attenuazione la
sera, più sole al Nordovest. Temperature
stabili, massime tra 21 e 25.
Centro e Sardegna:
prevale il sole sulle tirreniche, variabilità su
adriatiche e dorsale con piovaschi e alcuni
temporali in attenuazione serale. Temperature
in lieve rialzo, massime tra 21 e 26.
Sud e Sicilia:
passaggio di piovaschi o temporali tra Puglia,
dorsale e Calabria ma in esaurimento in
serata, più sole altrove. Temperature stabili,
massime tra 22 e 26.
Temperature
Italia
OGGI
DOMANI
Europa
OGGI
DOMANI
Parigi
13 19
10 19
Ancona
18 21
18 22
Atene
18 30
19 29
Stoccolma
7 20
9 20
Bari
19 24
18 23
Berlino
11 13
11 20
Tirana
20 24
19 25
Bologna
16 24
14 25
Bruxelles
12 20
12 19
Vienna
11 21
10 22
Cagliari
18 25
18 26
Bucarest
18 31
16 26
Zurigo
6 18
Firenze
16 24
16 26
Copenaghen
14 17
14 19
Mondo
Genova
19 23
20 23
Dublino
9 19
8 18
Hong Kong
25 30
25 31
Milano
17 25
16 24
Francoforte
12 19
10 18
Los Angeles
12 24
13 26
Napoli
19 23
18 24
Istanbul
15 36
18 30
New Delhi
32 43
32 42
Roma
22 26
21 25
Lisbona
18 25
16 23
New York
12 26
13 30
Palermo
16 25
15 25
Londra
12 21
11 19
Rio de Janeiro
12 20
12 22
Torino
14 26
13 25
Madrid
15 32
15 32
Singapore
28 29
29 29
Venezia
17 23
17 22
Mosca
8 19
7 20
Tokyo
17 19
OGGI
Debole Moderato
Sole
Poco
nuvoloso Nuvoloso Coperto
Var
Pioggia
Pioggia Temporali
Neve
Nebbia
Calmo
Mosso
7 19
DOMANI
15 25
Forte
Agitato
Motori 17
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
MOTORI
Mercedes. Il debutto della Classe E Sw
In breve
FORD
Tre porte addio:
la Ka+ ne ha cinque
Si chiama Ka+ ed è la nuova
piccola a cinque porte che
manda in pensione la
seconda generazione della
Ka (che di porte ne ha
sempre avute tre), gemella
diversa della 500 e come la
baby Fiat prodotta in
Polonia. Concluso il patto
Fca-Ford, l’Ovale blu
ripropone ora una
“supermini” prodotta in
India con una lunghezza
inferiore ai quattro metri e
cinque posti a sedere, oltre
al motore a benzina di 1.200
cc da 70 cv per la versione
di base o da 85 cv per la Ka+
Ultimate, accreditato di un
consumo medio di 5 l/100
km. La Ka+ si affianca alla
Fiesta con misure più
contenute, un’altezza
superiore di 29 mm per
lasciare più spazio per la
testa e un prezzo base che in
Italia parte da 9.750 euro,
1.500 euro in più per la
Ultimate, che costa 11.250
euro. Lo stile della nuova
citycar firmata Ford è
ispirato a quello della Ka
Concept del 2013. Le forme
compatte e piuttosto
rialzate si abbinano al
meglio con la griglia
trapezoidale cromata
“made in Ford”. All’interno
l’ambiente è analogo a
quello dei modelli Ford più
recenti con un pizzico
di hi-tech, visto che
la plancia include il sistema
di infotainment Sync.,
mentre nella console
centrale c’è il portaoggetti
MyFord Dock, dove
si può ricaricare lo
smartphone. (C.Ca.)
PEUGEOT
Arriva una 208
in serie limitata
Ora la station wagon
guida un po’ da sola
Iconica. Il frontale e il posteriore
richiamano subito la Fiat 124
«storica». Gli interni sono
abbastanza curati e denotano
un’impostazione classica, senza
fronzoli e con una concessione
all’hi-tech costituita dal display a
centro plancia. Sotto il cofano ci
sono 140 cavalli erogati dal
Multiair turbo di 1,4 litri
Corrado Canali
STOCCARDA
pSvelata la sesta generazione
Fiat. La 124 Spider è sviluppata sulla base della Mazda Mx-5 ma è diversa per stile, motori e temperamento
La «riscoperta» dei due posti
Agile e divertente grazie alla trazione posteriore e al 1.4 da 140 cavalli
Massimo Mambretti
VERONA
pAvanti nel futuro, rivalutan-
do il passato: sembra essere proprio questa la filosofia che ha
ispirato la Fiat 124 Spider e le ultime mosse di Fca. Infatti, dopo
aver riproposto il nome Giulia e
la trazione posteriore nei ranghi
Alfa Romeo, ora fa altrettanto
con la marca italiana che ripropone una vettura aperta.
Erede dell’iconica scoperta
prodotta tra la metà degli anni
Sessanta e Ottanta, riporta sulle
strade dopo una decina d’anni (la
Fiat Barchetta è uscita di scena
nel 2005) una roadster di taglia
compatta (è lunga 4 metri) di cittadinanza italiana, a dispetto del
fatto che sia prodotta in Giappone, poiché frutto di un progetto
sviluppato con la Mazda, dal
quale è scaturita la Mx-5. Con
quest’ultima la 124 Spider condivide l’architettura e l’arredamento, ma l’apparentamento,
com’è noto, non genera un’operazione di rebadging. Infatti la
124 Spider non ha solo vesti che
richiamano l’antenata con i tratti
decisi, le proporzioni che si definiscono seguendo un andamen-
to orizzontale, ma ha anche una
motorizzazione made in Fiat. È
spinta dal Multiair turbo di 1,4 litri con 140 cv e 240 Nm di coppia a
2.250 giri che, per la prima volta, è
disposto longitudinalmente anziché trasversalmente per soddisfare l’architettura da trazione
posteriore e abbinarsi al cambio
a 6 marce “made in Mazda”, sebbene con specifica rapportatura.
Anche per questi motivi è frutto
di una ricalibratura “ad hoc”.
In vendita a prezzi che partono da 27.500 euro, negli allestimenti Normale e Lusso che sono molto completi, la nuova
scoperta Fiat ispira anche l’interpretazione firmata dalla
Abarth, che però sarà nelle concessionarie a settembre. Proposta a un listino che parte da
40mila euro, è mossa dalla variante del Multiair di 1,4 litri da
170 cv con 250 Nm di coppia a
2.500 giri, che può abbinarsi anche con il cambio automatico a
6 marce anziché con il manuale
con analogo numero di rapporti
e, ovviamente, ha una livrea e un
temperamento consoni alla tradizione dello Scorpione.
Le gemelle-diverse sono, ov-
Lo Scorpione.
La Abarth 124
Spider si
riconosce a
prima vista:
il motore eroga
170 cavalli.
Disponibile il
cambio
automatico
viamente, accomunate da alcune particolarità come il peso
(1.050 kg quello della Fiat, appena 10 kg in più quello dell’Abarth) e la massa ripartita equamente fra avantreno e retrotreno, oltre che concentrata in gran parte
fra di essi grazie a un’attenzione
che ha portato a posizionare
persino le pinze dei freni fra i
due assali per centrare l’obiettivo. Ovviamente ci sono anche
altri punti di contatto come la
capote che isola bene l’abitacolo
e che si solleva e si abbassa facilmente anche senza scendere
dalla vettura o, ancora, l’assenza
di portaoggetti degni di questa
definizione nell’abitacolo.
Quest’ultimo è un ambiente
gradevole, arredato come quello
della Mx-5 con la plancia che, optando per il pack Radio, viene
sormontata dal display da 7” del
sistema d’infotainment, ma è rifinito in maniera più curata e personale tanto nel caso della 124 firmata Fiat (215 km/h, 0-100 7”5,
15,6 km/l) quanto in quello dell’Abarth (232 km/h, 6”8, 15,6 km/
l) e, infine, poco contagiato dai
vortici quando si viaggia openair, grazie all’inclinazione del parabrezza e al piccolo frangivento
sistemato dietro i sedili tra i rollbar di sicurezza.
Alla guida si assume una postura d’impostazione sportiva,
ovvero a gambe distese, e si può
contare sul corretto allineamento dei comandi principali, sebbene (come sulla Mx-5) non ci si
possa avvantaggiare né della regolazione in profondità del volante né della registrazione continua dello schienale del sedile.
In movimento, la 124 Spider
sfodera un apprezzabile brio a
partire dai regimi intermedi e
una buona propensione a marciare in souplesse a bassa velocità, anche utilizzando i rapporti alti del cambio che, dal
canto suo, vanta un’ottima manovrabilità grazie alla ridotta
escursione della leva. Ma più
che per il temperamento la 124
Spider impressiona per l’equilibrio del comportamento e per
l’agilità, avvantaggiata dalla reattività dello sterzo e del retrotreno nel recepire gli input che
arrivano dall’acceleratore.
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APPROFONDIMENTO ONLINE
I dettagli tecnici e tutte le foto
www.motori24.ilsole24ore.com
della familiare di punta di Mercedes, la Classe E Station wagon.
Realizzata,ovviamente,sullabase della berlina, esibisce uno stile
molto classico, che contrasta
con il look degli interni all’insegna della massima connettività e
dell’hi-tech. Le dotazioni e gli accessori riprendono quanto già
proposto sulla nuova Classe E
berlina. Oltre alla plancia con il
doppio schermo da 12,3 pollici,
vanno segnalati il sistema di infotainment aggiornato con il
Concierge Service e il pacchetto
d’intrattenimento con iPad più
l’Intelligent Drive, che include i
sistemi di assistenza alla guida,
tra cui il Drive Pilot per la guida
semi-autonoma attiva fino alla
velocitàdi210km/h.Insomma,la
familiare guida un po’ da sola.
Quanto alla versatilità, la “vocazione”dituttelefamiliari,ilbagagliaio offre una capacità variabile da 670 a 1.820 litri e nei prossimi mesi sarà offerta anche la
possibilità d’installare una terza
fila di sedili ripiegabili.
Lo schienale del divano posteriore può essere regolato per
offrire molto più spazio ed è dotato di uno sblocco elettrico, con
la suddivisione di serie 40:20:40
per offrire la massima praticità a
KIA
Sette controlli
per viaggiare sereni
Come tradizione di inizio
estate Kia, anche
quest’anno, lancia il
Summer Check-up.
Sette i controlli gratuiti
previsti: impianto frenante,
sospensioni, pneumatici
con il controllo della
pressione e dell’usura;
e ancora, efficienza
dei fari e del loro
orientamento, controllo
dei livelli dell’impianto di
raffreddamento, del
circuito freni, dell’olio
motore e del liquido
lavavetri, batteria,
alternatore e spazzole
tergicristallo. (C.Ca.)
OGGI
ON
LINE
Volvo. Con le nuove S90 berlina e V90 familiare la marca svedese torna a sfidare le case tedesche
Il grande rilancio delle ammiraglie svedesi
Nicola Desiderio
ESTEPONA
pVolvo vuole diventare gran-
de e, dopo la XC90, torna a parlare di ammiraglie nei due modi
che le sono tipici: la berlina S90 e
soprattutto la station wagon
V90, figlie di una tradizione svedese che punta a stupire attraverso la funzione. Parliamo di
auto lunghe quasi 5 metri (4,96
per la precisione), basate come
il suv sulla piattaforma modulare Spa (Scalable Product Architecture), che prevede una scocca costruita in acciaio per un terzo forgiato a caldo e alluminio
solo per la struttura che integra
parafiamma e paraduomi anteriori. Nel mirino ci sono ovviamente le grandi berline e wagon
di passaporto tedesco.
Lo stile è fatto di linee semplici,
superfici lisce e proporzioni canoniche, insolitamente sportiveggianti sulla V90, se si pensa
che è l’erede della 240. Il cambio
di passo è ancora più evidente
nell’abitacolo, dove la pelle cucita a vista, le modanature metalliche e il legno naturale, in alcuni
punti lavorato magistralmente,
dà alle S90 e V90 una consistenza
che alza di qualche grado la temperatura del puro minimalismo
svedese senza cavalcare le walkirie tedesche. Pochi i pulsanti,
grande la superficie di visualizzazione dell’head-display, della
strumentazione Lcd da 12,3 pollici e dello schermo verticale da 9
pollici del sistema Sensus, che fa
a meno di manopole e comandi
integrativi sul tunnel puntando
su touche e comandi vocali. riesce a “specchiare” dispositivi
Android e iOs e, visto che lo si deve fare con il cavetto Usb che prevede anche la ricarica, gli uomini
di Volvo hanno pensato bene che
la piastra wireless fosse inutile.
Funziona invece perfettamente l’integrazione con Spotify per avere un database musicale digitale immenso da sparare attraverso i 18 altoparlanti
dell’impianto Bowers&Wilkins
da 1.400 Watt.
Il bagagliaio non è il punto forte: passino i 500 litri della S90,
ma i 560-1.526 litri li offrono wagon ben più corte della V90. In
compenso: vano ben rifinito con
soffietto, schienali e portellone
elettrici e un doppio fondo sotto
il piano che si solleva a compasso
e integra anche una paratia a
scomparsa di ripartizione del
carico. Lo spazio per i passeggeri, invece, è ampio e i sedili offrono, come è tradizione su una
Volvo, un grande comfort oltre
alla ventilazione e al massaggio e
a una struttura particolare che
protegge meglio la schiena in caso di uscita di strada.
Il capitolo sicurezza è ricchissimo e racchiuso nel capitolo IntelliSafe, del quale fa parte anche
il Pilot Assist II, il pacchetto di
guida semi-autonoma che riesce
a guidare la vettura fino a 130 km/
h e senza averne un’altra che precede. Si attiva facilmente e la sua
Imponenti. La berlina Volvo S90 (sopra) e la V90 station wagon (sotto)
sfiorano i 5 metri, ma il bagagliaio non è grande in relazione alle dimensioni
esterne. Offerte con unità a 4 cilindri benzina e diesel: l’ibrido è in arrivo
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Salone. Lo show al Parco del Valentino
Torino è tornata
capitale delle auto
www.motori24.ilsole24ore.com
Lettere alla redazione motori del Sole 24 Ore
[email protected]
voglia di un Salone dell’auto in Italia: la seconda edizione della rassegna al Parco del Valentino, che
ha chiuso ieri i battenti, non soltanto ha fatto registrare un’affluenza record, ma ha anche presentato otto prime mondiali, fra
cuilarinnovataAbarth595,cheèla
versione con motore 1400 cc TJet
da180cvrealizzatasullabasedella
500 ristilizzata. Le altre sono tutte
conceptohypercaratiraturalimitatissima, in gran parte elettriche,
in più di un caso di marchi inediti.
Il Salone dell’auto di Torino
ha riproposto anche quest’anno
il suo originale format all’aperto,
con orario continuato fino alle
24 di ogni giorno d’apertura e ancora un ingresso completamente gratuito e un layout di presenza alla rassegna uguale per tutti i
brand partecipanti, con l’obiettivo dichiarato di riportare di
conseguenza l’automobile al
centro dell’esposizione.
Sono state ben 43 le Case automobilistiche presenti, mentre 12
eranoicarrozzierieicentristilead
avere aderito all’evento torinese.
Fra gli approfondimenti il più gettonato al Salone sono state le celebrazioni italiane del centenario di
Bmw e dei cinquant’anni di Bmw
È la porta d’ingresso nel mondo
Harley-Davidson. Abbiamo
provato la Street 750 a listino a
7.700 euro. La moto americana si
fa apprezzare per la facilità di
guida, grazie alla sella bassa, al
manubrio largo, e al peso ben
distribuito. Peccato per alcune
economie nelle finiture fin troppo
spartane e per l’assenza dell’Abs
in Italia: il Gruppo tedesco ha festeggiatoaTorinoi100annidistoria di Bmw, ma anche di RollsRoyce e Mini, raccontandoli nel
cortile del Castello del Valentino
nel fine settimana scorso.
Riflettori accesi anche sul Gran
Premio Parco Valentino, la sfilata
di45chilometridiconcept,edizioni limitate e supercar, che è partita
da piazza Vittorio Veneto per
giungere alla Reggia di Venaria,
passando per le colline torinesi e
per l’area pedonale Via Mensa nel
comune di Venaria, aperta per dare spazio all’intrigante passerella
di collezionisti. Infine grande successo per una delle novità di quest’anno, la possibilità di effettuare
test drive delle auto esposte.
Soddisfatto dell’edizione 2016
anche l’ideatore della manifestazione, Andrea Levy: «Il Salone di
Torino è una rassegna dell’auto
fra le più suggestive a livello internazionale, perché si svolge all’interno di una location splendida
come quella del Parco Valentino.
Le auto sono valorizzate dalla bellezza sempre diversa della natura,
che esalta i modelli esposti». L’appuntamento è ora per la terza edizione dal 7 all’11 giugno 2017.
C.Ca.
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Anteprima in pedana. Il Salone di Torino è stato organizzato senza
i classici stand, ma con espositori (nella foto: la debuttante Fiat 500 S)
INNOVAZIONE
PROVA
In sella alla Street 750
Harley-Davidson:
facile e costa poco
entrata in azione è segnalata sulla
strumentazione da un volante
verde, mentre i radar e i sensori
vari guardano in giro se ci sono
pedoni, ciclisti o grossi animali.
Tutti 4 cilindri 2 litri i motori
della famiglia Drive E: la T5 ha
254 cv, la T6 Awd con compressore e turbo arriva a 320 cv, mentre la D3 ha 150 cv, la D4 biturbo
ha 190 cv e la D5 Awd ha 235 cv
grazie a uno dei turbo a geometria variabile e al Power Pulse, un
getto d’aria accumulato da un
piccolo serbatoio che provvede
a riaccelerare la turbina dopo
ogni decelerazione per migliorare la prontezza. Tutte hanno di
serie od optional il cambio automatico a 8 rapporti, le più potenti
anche la trazione integrale.
Più avanti arriverà la T8
AwdD ibrida plug-in da 407 cv,
che chiude lo 0-100 km/h in 5,2
secondi, consuma 2,1 litri/100
km pari a 47 g/km CO2 e percorre 45 km in elettrico.
Qualsiasi sia la scelta, le S90/
V90 e il viaggiare sono una cosa
sola: per il comfort, la compostezza dell’assetto e la sensazione di sicurezza che abbassano
naturalmente i battiti di chi guida, facendo percorrere chilometri su chilometri senza stancarsi.
L’arrivo nei concessionari è
previsto a settembre con prezzi
a partire da 45mila euro e una
differenza tra S90 e V90, a parità di allestimento e motore, di
circa 3mila euro.
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Classica (ma solo fuori). La Classe E Sw esternamente è molto
tradizionale; all’interno e sotto pelle, invece, c’è tantissima tecnologia
pMa allora c’era davvero tanta
Entra a far parte della
gamma Peugeot 208 una
variante a tiratura limitata,
la Ice White. Basata
sull’allestimento GT Line
e disponibile in soli 150
esemplari, è in vendita
nella sola versione
a cinque porte, con il
motore 1.600 cc
turbodiesel BlueHdi da 100
cavalli. Costa circa 21.500
euro ed è contraddistinta
dalla vernice opaca bianca
e rispetto alle altre GT Line
offre di serie una dotazione
più completa che include,
fra l’altro, l’Active City
Brake, il tetto panoramico
di cristallo con tendina
scorrevole manualmente,
il Park Assist con
retrocamera, il navigatore
satellitare e gli alzacristalli
posteriori elettrici. (C.Ca.)
bordo. Il portellone è dotato di
serie di movimento elettrico e di
apertura regolabile e in opzione
sarà proposto il sistema keylessgo con apertura automatica grazie al solo movimento del piede
sotto al paraurti.
La nuova Classe E Sw sarà disponibile sin dal lancio con una
gamma particolarmente ampia
di motori. Fra i benzina troviamo
i quattro cilindri E 200 da 184 cv
ed E 250 da 211 cv e la E 400 4Matic
con il V6 di 3.000 litri da 333 cv,
mentre tra i turbodiesel la scelta
sarà tra la E 200 “d” da 150 cv, la E
220 “d” da 194 cv e la E 350 “d” V6
3.000 cc da 258 cavalli. Le wagon
della stella saranno disponibili
all’inizio solo con il cambio automatico 9G-Tronic a nove marce,
mentre per gli acquirenti più
sportivi è dedicata la Mercedes
Amg E Sw43 4Matic. Il modello
dal carattere più dinamico è
equipaggiato con il V6 3.000 cc
biturbo in una variante da 401 cv
e 520 Nm, abbinato esclusivamente al cambio automatico e alla trazione integrale. In questa
configurazione la nuova station
Mercedes dichiara un’accelerazione da 0-100 km/h in 4,7 secondi e una velocità massima autolimitata a 250 km/h. I prezzi non
sono noti, ma dovrebbero ricalcare il listino attuale.
IMMATRICOLAZIONI
Guida autonoma:
Tutti i dati di vendita
come stanno le cose del mercato italiano
tra mito e realtà
e di quello europeo
18
Commenti e inchieste
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Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
Fisco & cultura
La biblioteca
Pagar le tasse con arte (e pazienza)
L’infinita
costruzione
del gusto
di GIORGIO DELL’ARTI
VERSAMENTI INSOLITI
Riparte il «baratto» opere-Erario: nel 2015 sì a 12 beni per 2 milioni
Christian Martino
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PRESIDENTE: Giorgio Squinzi
IMPRESE & LEGALITÀ
Crisi e omertà:
la mafia insidia
la Lombardia
di Lionello Mancini
C
apita che per capire il rapporto imprese-criminalità, a volte serva più leggere certi freddi (ma
chiari, persino divulgativi) atti giudiziari che
non le cronache più o meno informate, emotive o politicamente orientate. Come la richiesta di sequestro
urgente disposta dal Gip su richiesta dalla Dda di Milano per le quote di un’impresa edile finite in mano
alla ‘ndrangheta.
Siamo nel cuore della Lombardia, a metà strada tra
Monza e Varese. I titolari di un’impresa edile fondata 50
anni fa (“produzione e trasporto di calcestruzzo, nolo di
mezzi, demolizioni e movimento terra” recita il sito) in
difficoltà con l’intero settore vengono “avvicinati” da
personaggi calabresi, pronti – dicono – a iniettare liquidità in cambio di quote societarie. «All’inizio la famiglia
accetta – scrivono i pm milanesi – ma è restia a cedere
l’azienda. Poi però, complici anche due intimidazioni
subite, la cessione avviene a favore di un prestanome».
Una vicenda, si legge ancora nell’atto di sequestro,
«che può dirsi paradigmatica dei rapporti impresacriminalità: un’impresa storica, di prestigio, ampiamente affermata e con ottime credenziali in termini
bancari, colta in un momento di crisi» travolge l’etica
dei proprietari i quali sanno perfettamente chi stanno
imbarcando, tanto che «adottano un atteggiamento
ambivalente: si avvalgono del nuovo “socio” per minacciare i debitori insolventi; manifestano disappunto per la progressiva spoliazione dei beni sociali e per il
mancato pagamento del dovuto per le quote, ma non
disdegnano di addossare alla nuova gestione la responsabilità di un eventuale fallimento, accontentandosi di ripianare i propri debiti. Capiscono che è in atto
la progressiva distrazione delle risorse societarie, ma
non vogliono/possono fare nulla, perché anche per loro la soluzione che si prospetta è in qualche modo conveniente». E la famiglia di imprenditori, con un surplus di furbizia moralmente inaccettabile, racconta
così sul sito aziendale l’alleanza con la malavita: «Nel
2015, dopo anni di collaborazione, la totalità delle quote societarie viene acquisita dal sig. […], la cui intraprendenza e voglia di fare sono un dato di fatto».
Come sono un dato di fatto, però, le origini familiari
sue e dei suoi accoliti, collegati ad ambienti inequivocabili e ben noti alle cronache, perché riportano a inchieste
arcinote come “Infinito” e “Tenacia”. Caratteristiche
tanto evidenti, che l’imprenditore lombardo, dovendo
riscuotere crediti, si fa aggressivo con i clienti-debitori,
come racconta lui stesso, intercettato intorno a metà
marzo: «Allora ho detto alla moglie: guardi, ascolti, io
aspetto ancora fino a domani, poi da lunedì in poi le cambiali non le vengo più a prendere io. Le mando a prendere a qualcun altro. Però non le mando a prendere con calma come sono qua io, ma da gente che fa un po’ di casino
[…]. O mi dà le cambiali o vengo qua e gli disfo il locale».
Solo un’inchiesta? Un caso isolato in una Lombardia
ben protetta dai suoi anticorpi? Dall’osservatorio della
Procura, la squadra diretta da Ilda Boccassini non è così
tranquilla. E infatti usa quella parolina – «paradigmatico» – che richiama decine di altri episodi di possibile
contiguità o di omertà spudorata. Ben sapendo che i
processi si fanno a persone in carne e ossa, e non inseguendo massimi sistemi né schemi sociologici, la Dda
precisa che certe condotte dei protagonisti assumono
«connotati giuridici diversi a seconda del momento in
cui li si analizza: imprenditori-vittime, guardando al
termine della parabola, ma allargando lo sguardo anche
alla fase iniziale del rapporto, emergono tratti di contiguità e di compiacenza […] difficilmente inquadrabili
sotto il profilo giuridico, ma certo non descrivibili in
termini di sola vittimizzazione. Basti pensare all’atteggiamento di sostanziale omertà emerso durante le loro
audizioni davanti al Pm, omertà tesa a difendere coloro
che li hanno dapprima costretti a cedere l’impresa e che
poi l’hanno depredata votandola al fallimento. Una
scelta forse accettata come male minore rispetto a un
proprio coinvolgimento diretto nel dissesto».
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Antonello Cherchi
I
l fisco si inchina alla cultura. Siamo in tempi di dichiarazione dei
redditi e va ricordato che le pretese dell’Erario non sempre vanno esaudite in moneta sonante. Possono andar bene anche quadri, reperti archeologici, statue, immobili, carte geografiche, spartiti musicali,
manoscritti, carteggi, incunaboli,
stampe, fotografie, pellicole cinematografiche. Purché abbiano un rilevante interesse culturale.
Non è una novità. La normativa che
chiede al fisco di rinunciare ai soldi e
“accontentarsi” di beni storici e artistici ha più di trent’anni. È stata, infatti,
la legge 512 del 1982 a introdurre questa
possibilità, che, però, è stata utilizzata
poco e male. I casi di scambio si possono contare sulle dita di una mano. L’ultima proposta andata in porto - su sette presentate - è stata quella relativa
alla tela di Alberto Burri “Bianco e nero”, stimata circa 100mila euro. L’operazione è stata perfezionata nel 2010 e
il quadro è ora esposto presso la Galleria nazionale dell’Umbria.
E questo la dice lunga sul funzionamento della commissione interministeriale Beni culturali-Economia che
deve dare il via libera, dopo un’articolata istruttoria, alla compensazione
delle tasse attraverso le opere d’arte.
Durante questi ultimi trent’anni, infatti, la commissione si è riunita a singhiozzo e per lunghi periodi è stata
inattiva, complice le continue riorganizzazioni del ministero dei Beni culturali. Dal 2010, dopo aver deliberato
sull’opera di Burri, non si è riunita per
quattro anni. Ha ripreso a funzionare
a ottobre 2014, quando l’attuale ministro della cultura, Dario Franceschini,
l’ha ricostituita.
Da quel momento, la commissione ha ricevuto 16 nuove proposte e
altre otto le ha tirate fuori dai casset-
di Elio Silva
G
li italiani, oltre che santi, poeti e navigatori, sono anche un popolo di
mecenati? La domanda, fino a un
paio d’anni fa, avrebbe avuto il sapore della provocazione: nel mezzo della crisi più
lunga e profonda dell’ultimo secolo, più
che alla filosofia illuminata dell’età augustea ci si ispirava al “primum vivere” di
hobbesiana memoria. Anche le diverse indagini sulla generosità dei donatori relegavano costantemente le erogazioni liberali per i beni artistici e culturali agli ultimi
posti tra le scelte dei benefattori.
Oggi, invece, il clima che si respira intorno a questo argomento è completamente
diverso. Quando, il 26 maggio scorso, dal
palco dell’assemblea di Confindustria il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha invitato ciascun imprenditore ad
adottareunmonumento,lapropostanonha
fatto sobbalzare nessuno sulla sedia, anzi è
sembrataingrandesintoniaconilmooddel-
Opera
Chiesa Madonna della luce
Archivio Bonardi con autografi di Giuseppe
Zanardelli e altri documenti
Pezzi archeologici provenienti dallo scavo della
Necropoli di Lucifero in deposito presso il museo
nazionale di Locri Epizefiri
Archivio Niccolò Fraggianni
Jacopo Robusti detto il Tintoretto: Madonna col
Bambino e santi (olio su tela)
Antonio Maria Viani: Padre eterno con la croce tra
angeli (carta acquerellata)
Fondo di 300 lettere autografe di Gabriele
D’Annunzio
Giuseppe Capogrossi: Paesaggio con case
(olio su tela)
Virgilio Guidi: Cielo antico (olio su tela)
Sei arazzi di manifattura reale francese di Beauvais
Piazza del Popolo a Roma (inchiostro bruno a penna
e colore): attribuzione ambito Gian Lorenzo Bernini
Ritratto del cardinale Vincenzo Maria Altieri, ora in
deposito presso il museo di Palazzo Altieri: olio su
tela su modello della ritrattistica di Pompeo Batoni
Totale
Luogo
Scorrano (Lecce)
Brescia
Locri
(Reggio Calabria)
Valore
250.000
10.329,14
348.302
Pescara
65.000
Torino
80.000
Alessandria
18.265,17
Milano
200.000
Brescia
23.000
Brescia
Brescia
12.000
1.000.000
Roma
40.000
Roma
8.500
2.055.396
Fonte: ministero dei Beni culturali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la platea. E a confermarlo ci sono i dati del
crescente successo dell’art bonus, l’agevolazione fiscale del 65% per chi eroga contributi alla cultura: 77 milioni raccolti in un annoemezzodaoltre2.700donatori(deiquali
due terzi sono privati cittadini), con una
progressione impressionante, visto che,
nell’ottobre 2015, i milioni incamerati erano
34 e gli apprendisti mecenati meno di 800.
Che cosa è intervenuto, in così poco
tempo, per modificare tanto visibilmente
comportamenti e aspettative? Una prima
risposta si trova proprio nei dati appena richiamati:lalevafiscalestafunzionandobene. L’art bonus consente un credito d’imposta importante, soprattutto per le grandi
imprese (per le persone giuridiche il limite
è il 5 per mille dei ricavi annui, mentre per le
persone fisiche è il 15% del reddito imponibile). E la norma non è un fiore isolato in un
campo incolto: la mano pubblica si sta facendosentiremoltopiùcheinpassatointema di tutela dei beni monumentali e culturali. Tra le agevolazioni di natura tributaria
Politica industriale e slogan
di Stefano Manzocchi
u Continua da pagina 1
I
n questo senso, dunque, non va mai
dimenticato che politica fiscale, riforma della giustizia civile e riorganizzazione della Pa in direzione probusiness sono primari strumenti attraverso i quali misurare l’orientamento
della politica industriale.
Secondo punto: aumento dell’occupazione e aumento della produttività sono obiettivi non necessariamente congiunti nel breve termine, ma connessi invece nel medio periodo. Entrambi hanno a che fare con la partecipazione delle
nostre aziende ai network internazionali del valore. Le catene globali del valore
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici o meccanici
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Le opere d’arte accettate dagli inizi del 2015 a oggi per ripianare i debiti tributari dei
contribuenti. Valori in euro
si è aggiunto, infatti, da quest’anno il 2 per
mille per le associazioni culturali, non ancora noto a tutti, anche per la sovrapposizione ad altri “per mille”, ma potenzialmente in grado di rimpinguare ulteriormente le entrate delle organizzazioni.
Tuttisostenitoridelbelloperconvenienzafiscale,allora?Nonproprio,quantomeno
agiudicaredalpareredeifundraiserprofessionisti, gli “intermediari” tra i potenziali
mecenatieleoperedasalvare.«Iltemadella
convenienza tributaria è importante, ma
non spiega tutto», osserva Marianna Martinoni, consulente in fundraising per lo sviluppo del non profit e già dirigente nazionale dell’associazione di categoria Assif, con
una lunga esperienza proprio nel settore
culturale. «Negli ultimi anni – le fa eco Elisa
Bonini,fondatriceeceodiSillabarte,società
specializzata nel fundraising culturale – si
sono diffuse modalità di partecipazione
nuove, riassumibili nella formula “amici
di…”, ossia gruppi di sostenitori di un museo, un teatro, un’orchestra o un sito, che
prendono parte alla vita di quel bene culturale non solo con donazioni, ma anche con
attività di fruizione inedite. Le realtà con
gruppi di sostenitori erano l’anno scorso
1.206, secondo il dato contenuto nel rapporto Unioncamere-Fondazione Symbola, ma
il loro numero sta salendo rapidamente».
Come rafforzare il trend? Per la Martinoni «è il momento di dare importanza ai
temi della trasparenza e della valutazione
d’impatto che gli enti e le attività culturali
sono in grado di generare sui territori, così
da incoraggiare ulteriormente i potenziali sostenitori. Occorre ampliare tutti i canali, dal crowdfunding ai lasciti, perché
c’è un potenziale enorme ancora da valorizzare. Per questo serve che gli enti investano in figure professionali competenti,
in grado di maneggiare bene le norme fiscali, ma anche e soprattutto i processi che
gli anglosassoni riassumono nell’espressione “Donor Care”».
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L’EDITORIALE
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Contribuenti in cultura
i soldi ma con le opere d’arte.
La situazione di stallo - assicurano
al ministero - è stata però superata. I
soldi per ripianare i conti dell’Erario
sono stati trovati e ora si sta procedendo con la predisposizione dei decreti
con i quali comunicare agli interessati
l’esito positivo della loro richiesta e il
valore accordato all’opera.
L’iter prevede, infatti, che si presenti la domanda alla soprintendenza, la
quale istruisce la pratica, effettua una
valutazione della congruità del valore
del bene proposto dal contribuente e
gira il fascicolo a Roma, alla direzione
generale di competenza, che predispone una propria relazione e sottopone il tutto alla commissione interministeriale. Quest’ultima tira le fila
del procedimento, esprimendo un parere sia sul “prezzo” dell’opera da convertire in tasse sia sulla convenienza e
opportunità di acquisire al patrimonio statale un nuovo bene culturale.
Se il parere è positivo, la direzione
generale prepara un decreto a firma
del ministro dei Beni culturali, di
concerto con quello dell’Economia,
con il quale illustra al contribuente
l’esito della richiesta e il valore accordato al bene. Il contribuente ha
due mesi per accettare.
La legge 512 (più volte modificata) stabilisce che con le opere
d’arte possano essere pagate l’imposta di successione e tutti i tributi di competenza statale. C’è, però,
una differenza di procedimento:
infatti, mentre nel caso dell’imposta di successione, la richiesta di
farvi fronte con le opere d’arte interrompe il termine di pagamento, nel caso delle imposte dirette,
la domanda da parte del contribuente non sospende il versamento di quanto chiesto dal fisco. Un
motivo in più per velocizzare le
procedure.
Il patrimonio riesce a farsi sempre più amici
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co dell’arte Tomaso Montanari in
una recente lettera con cui ha comunicato a Franceschini le dimissioni
dalla commissione perché riteneva
il lavoro inutile, anche le dodici proposte che hanno ricevuto il via libera
non sono potute andare avanti perché nel bilancio dell’Economia
c’erano solo poco più di 31mila euro
per far fronte ai due milioni di minori
entrate determinate dal fatto che i
contribuenti pagherebbero non con
MECENATISMO
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ti, dove giacevano in attesa di risposta. La metà delle richieste avanzate
dai contribuenti ha passato il vaglio,
per un valore complessivo di oltre 2
milioni di euro di beni proposti al fisco per azzerare i debiti (si veda la
scheda). E altre quattro domande sono al momento in istruttoria. A riprova che l’intuizione di trent’anni
fa non è caduta nel dimenticatoio.
Anche questa volta, però, c’è stato
un intoppo. Come ha scritto lo stori-
Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati di uso
redazionale è il direttore responsabile a cui, presso il Servizio Cortesia, presso Progetto Lavoro, via Lario, 16 - 20159 Milano, telefono (02
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previsti dal D.Lgs. 196/03.
Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
disperdono le fasi produttive dell’industria e dei servizi a essa connessi tra nazioni diverse, per poi “riaggregare” le
merci in vista del passaggio verso il fruitore finale: in questi network si concretizza la produttività delle imprese, mentre la loro dimensione ne caratterizza
per molti aspetti il ruolo. Posizionarsi
nelle fasi dove prevale l’apporto del capitale intangibile, siano esse quelle a
monte della progettazione, della ricerca,
dell’elaborazione dell’informazione,
oppure in quelle a valle del marketing,
della gestione della proprietà intellettuale e dell’organizzazione delle reti di
distribuzione, si accompagna a maggior
crescita della produttività e dei salari.
Ricerche recenti svolte con Cecilia
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Jona e Valentina Meliciani presso il Luiss Lab mostrano la forte rilevanza ai fini
del posizionamento lungo le catene del
valore non solo dell’investimento in
R&S o nuovo software e competenze
informatiche, ma anche in capitale organizzativo e manageriale. Il concetto
stesso di Industria 4.0 è quello di rendere pervasivo l’apporto non solo delle
nuove tecnologie, ma anche del capitale
intangibile nelle fasi intermedie del processo manifatturiero, quelle in passato
più caratterizzate da una maggior standardizzazione e dal ristagno della produttività. Si tratta di fasi nelle quali è tuttora concentrata gran parte dell’occupazione manifatturiera e che potrebbero ricevere una spinta verso l’efficienza
e l’aumento delle retribuzioni, mentre
nel tempo un’industria nel complesso
più competitiva può consentire aumenti dell’occupazione, diretti o indiretti
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nei servizi alle imprese o alle persone.
Nel disegno di una nuova politica industriale occorre chiarire bene che
l’obiettivononèunacrescitadelleimprese meramente quantitativa, ma funzionale e dunque qualitativa. Si tratta, appunto, di investire nelle competenze tecniche, ma anche organizzative e manageriali, che consentano alle aziende italiane
di connettersi con altre entità produttive
in Italia o all’estero, partecipando progressivamente alla transizione che sta interessando una porzione crescente dei
segmenti un tempo standardizzati e meno flessibili della manifattura.
Per definizione, una Industria 4.0 italiana esisterà se ben radicata e posizionata nelle catene globali del valore, e da
questo non potrà prescindere qualsiasi
prossima politica industriale.
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Volere. «Una persona può fare ciò che
vuole, ma non può volere ciò che vuole»
(Schopenhauer)
Foucault. Il programma di Michel
Foucault, rimasto incompiuto a causa
della sua morte precoce, prevedeva di
investigare le “tecnologie del sé”, ossia i
modi in cui nella storia l’individuo si è
formato attraverso pratiche di azione
sulla propria mente e sul proprio corpo,
per trasformare se stesso allo scopo di
raggiungere la felicità, la purezza, la
saggezza.
Gusto. «Costringo me stesso a
contraddirmi, in modo da evitare di
conformarmi al mio stesso gusto»
(Marcel Duchamp)
Alter ego. La scrittrice Chiara
Gamberale, nel libro Per dieci minuti
(2013), racconta la vicenda del suo alter
ego Chiara, la quale per uscire da una
crisi esistenziale decide di impegnarsi
ogni giorno – per dieci minuti – in
qualcosa che non ha mai fatto né mai
pensato di voler fare: mette lo smalto
fucsia, balla l’hip-hop, assiste alla laurea
di una sconosciuta, fissa per lunghi
minuti un quadro di Vermeer, guarda
video pornografici, si veste da
Babbo Natale ecc.
Predilezioni. L’illusione della fine della
storia è un fenomeno studiato nel 2013
dagli psicologi di Harvard Jordi
Quoidbach e Daniel Gilbert. I due hanno
svolto una ricerca che ha coinvolto
ventimila persone, cui hanno chiesto di
rispondere sui propri gusti attuali e su
quelli del passato. Pur ammettendo che
le proprie predilezioni fossero
cambiate nel tempo, la maggioranza ha
affermato di considerare i gusti attuali
stabili e definitivi.
Piacere. Il piacere è il senso di benessere
e felicità che segue il soddisfacimento di
un bisogno. È indotto dal rilascio di
endorfine e altre sostanze oppioidi
endogene, i cosiddetti «ormoni della
felicità». Studi su topi di laboratorio
hanno mostrato che dosi di endorfina ed
oppiacei sopprimono la produzione di
dopamina e rendono gli animali del tutto
soddisfatti e quindi privi di bisogni. I topi
allora perdono qualsiasi stimolo ad agire
e finiscono per morire di inedia anche
con il cibo sotto il naso.
Desideri. Per il filosofo Harry Frankfurt
«l’abilità di riflettere sui miei desideri è
ciò che mi distingue da un animale, il
quale può avere desideri ma non può
riflettere su di essi e individuare quelli in
conflitto con altri».
Padrone. «Ma non è strana questa
espressione? Perché se uno è padrone di
sé, è anche servo di sé, e viceversa, dato
che si tratta sempre della stessa
persona» (Platone, Repubblica)
Mente. Secondo i biologi Ajit Varki e
Danny Brower la mente umana si
sarebbe sviluppata proprio dall’impulso
a negare la realtà, in particolare nei suoi
aspetti insopportabili, come la morte. La
capacità di negare l’esistenza della
morte avrebbe costituito infatti un
formidabile vantaggio evolutivo e spinto
gli individui a pianificare le proprie
azioni nel lungo o lunghissimo termine,
a osare e correre rischi, a sopravvalutarsi
senza lasciarsi sopraffare dalla paura
paralizzante della fine.
Interessante. «Che cosa è interessante?
Perlopiù, ciò che in precedenza non è
stato ritenuto bello (o buono). I malati
sono interessanti, come osserva
Nietzsche. E anche i malvagi. In tale
termine si ammira l’ingegnosità
dell’applicazione, non la sua veridicità:
l’insolenza e la trasgressività che esso
alimenta, non il rispetto. In quanto
criterio di valore, “l’interessante”
promuove una predilezione per i
contrasti, non per l’armonia; il suo
antomino è “noioso”» (Susan Sontag)
Ipocrita. «L’essere umano è l’unico
animale che impara facendo l’ipocrita.
Fa finta di essere educato e poi, alla fine,
diventa educato» (Jean Kerr, Finishing
Touches)
Notizie tratte da: Emanuele Arielli,
Farsi piacere. La costruzione del gusto,
ed. Raffaello Cortina, Milano, pp. 169,
euro 13,00.
STAMPATORI: Il Sole 24 ORE S.p.A., via Busto Arsizio 36, 20151 Milano e via
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Certificato Ads n. 7879 del 19-02-2015
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La tiratura del Sole 24 Ore di oggi 13 Giugno 2016
è stata di 165.867 copie
Commenti e inchieste 19
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
Europa al bivio
«Introspezione» democratica. Il Vecchio continente
deve cercare di recuperare il rapporto con i cittadini
Winston Churchill. Il primo ministro
inglese, in carica durante la Seconda
guerra mondiale, nel 1946 pronunciò
un discorso sulla necessità di creare
una sorta di Stati Uniti d’Europa
NON SOLO BREXIT
Le sei spine nel cuore dell’Unione
Industria. Favoriti i concorrenti Ue
Dal voto inglese all’Unione bancaria ancora incompleta: Ue alle prese con troppi nodi
di Chiara Bussi
u Continua da pagina 1
T
ra dieci giorni, il 23 giugno, i cittadini
britannici dovranno infatti scegliere
se restare nell’Unione europea o se
voltare pagina. L’ipotesi di una Brexit
è però solo l’ultima spina che si è conficcata nel
fianco della Ue e ne minaccia l’identità. Ce ne
sono almeno altre cinque che possono rappresentare un rischio per la tenuta dell’area: il continuo allarme di una Grexit - l’abbandono della
Grecia -, la crescente affermazione dei partiti
anti-Ue, lo scricchiolio dell’area Schengen, la
complessa governance economica e il cantiere
incompleto dell’Unione bancaria.
«Il rischio di Brexit - dice l’economista del
thinktankBruegel,AndréSapir-èilpiùimponderabile: se Londra sceglie l’addio alla Ue si apre un
periodo di grande incertezza e si sconfina in una
terra sconosciuta, con implicazioni politiche ed
economiche. Se resta, i pericoli saranno minori,
maleincognitenonmancheranno,perchélafrattura si è consumata e dovranno essere ripensati i
rapporti tra la Gran Bretagna e la Ue. Questi due
scenari, combinati agli altri cinque fronti aperti
rappresentano una minaccia reale, ma al tempo
stesso un’opportunità per costruire una nuova
identità europea. Comunque vada, tuttavia, si
tratterà di un processo lungo e doloroso».
L’incubo di una Grexit è stato nuovamente
scongiurato lo scorso 25 maggio, quando i creditori (Ue e Fmi) dopo l’ennesima maratona notturna hanno deciso di versare ad Atene nuovi
aiuti per 10,3 miliardi di euro nel quadro del terzo
piano di salvataggio avviato nell’agosto 2015. La
prima tranche dovrebbe essere sborsata in questigiorni,lasecondadopol’estate.Macomesempre i rubinetti verranno aperti solo dopo un’attenta verifica che in questo caso riguarderà
l’avanzata del piano di privatizzazioni e della riforma delle pensioni. Almeno a parole Atene ha
poi ottenuto, per la seconda volta in meno di cinque anni, un nuovo alleggerimento del debito,
ma solo a partire dal 2018 e in presenza di condizioni significative. Insomma, la strada per portare il Paese lontano dalla crisi è ancora lunga.
A Bruxelles, però, è vietato adagiarsi sugli allori. C’è infatti un’altra data da monitorare con
attenzione:il26giugno,quandolaSpagnatornerà alle urne dopo sei mesi di paralisi politica.
«Con una forte affermazione di Podemos - spiega Sapir - il Paese si aggiungerebbe a Grecia e
PortogallonelcreareunasortadifrontedeiPaesi debitori che hanno sperimentato un programmadiaiutidivariotipo,oppostiaicreditori
più virtuosi come Germania, Olanda e Finlandia. La sfida sarà trovare un punto di equilibrio
tra le due visioni». Soprattutto a partire da una
governance economica complessa, che tende
all’equilibriodeicontipubblicinelmediotermine e concede solo timide concessioni alla ricerca della crescita e della competitività perduta.
Qualche spiraglio è arrivato con l’annuncio della revisione delle regole sull’output gap (la distanza tra il Pil reale e quello potenziale) e dai
margini di flessibilità concessi a maggio all’Italia.Maiprossimimesisarannodecisivipercapire se è in atto un vero cambiamento di rotta.
Il periodo d’incertezza si protrarrà anche nel
2017-chequalchecommentatorehagiàribattezzatol’annodellatempestaperfetta.LaUesaràinfatti messa a dura prova dal test elettorale in
Francia - con il rischio di un’avanzata del Front
National - e in Germania, dove il partito euroscettico di destra Alternative für Deutschland
cercherà la definitiva consacrazione.
Un laboratorio tra euroentusiasti ed euroscetticiègiàfind’oral’accordodiSchengensulla
libera circolazione dei cittadini, simbolo dell’Europa senza frontiere. I costi di un flop dell’intesa si aggirano, secondo le stime della Fondazione Bertelsman, intorno ai 1.400 miliardi per
l’intera Ue nell’arco di dieci anni. Oltre all’inestimabile contraccolpo politico di un altro sogno
dei padri fondatori infranto alla prova della realtà. Secondo Sapir, una delle soluzioni possibili
potrebbeessereun’intesapiùforteconun’unica
gestione delle frontiere esterne.
L’ultima spina nel fianco è l’Unione bancaria,
ancora incompleta con molti ostacoli. Dopo la
vigilanza unica sotto l’egida della Bce e il meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie resta
apertoilcantieredellagaranziaunicasuidepositi. Il nuovo schema, presentato dalla CommissioneUeafinenovembre,dovràsostituireisistemi in vigore nei vari Paesi per tutelare i correntisti in caso di crisi bancaria. La Germania però si
oppone a un modello condiviso, perché teme la
messa in comune dei rischi (e delle perdite).
La Ue è a un bivio tra la solidarietà e la difesa
delle proprie prerogative nazionali. Quale via
imboccherà il Vecchio continente per superare
l’impasse? Il sogno dei padri fondatori si trasformerà nell’incubo di un’Europa à la carte? Sapir
nonècosìpessimista:«Unapossibileviad’uscita
potrebbeessereun’Unioneaduevelocità:trachi
concepiscelacasacomunesolocomeunmercato unico e chi invece sente la spinta per un’integrazione più stretta. Occorrerà una buona dose
di realismo e la Ue dovrà fare un esercizio di introspezione democratica e cercare di recuperareilrapportoconicittadini».L’unicacertezza,almeno per ora, è che gli Stati Uniti d’Europa di
Churchill non sono all’orizzonte.
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MARKA
Auto, spazio, R&S:
con la Brexit
c’è chi ci guadagna
A
I capitoli più scottanti
BREXIT
GREXIT
EUROCRITICI ED EUROSCETTICI
Il 23 giugno si tiene il referendum sulla
possibile uscita della Gran Bretagna dalla Ue.
Una vittoria del «sì» avrebbe implicazioni
economiche per Londra ma anche per i partner
europei e creerebbe un periodo di forte
incertezza perché sarebbe la prima volta che
un Paese lascia l’Unione. L’uscita, infatti non
sarà immediata e occorreranno circa 2 anni per
negoziare il nuovo status come prevede
l’articolo 50 del Trattato Ue. Anche se fossero i
«no» a prevalere, si aprirebbe un periodo di
incertezza perché i rapporti tra Ue e Londra
dovrebbero ripartire con nuove basi.
L’ultima minaccia di una Grexit, ovvero
l’uscita della Grecia dall’Unione europea, è
stata scongiurata lo scorso 25 maggio
quando i creditori (Ue e Fmi) hanno trovato
un accordo su nuovi prestiti da 10,3 miliardi
nell’ambito del terzo programma di aiuti.
L’esborso è però condizionato alla verifica di
passi avanti sulla riforma delle pensioni e sul
piano di privatizzazioni.
Negli ultimi sei anni a ogni round la trattativa
corre sul filo dell’incertezza. Nell’accordo di
Bruxelles sono state poste le basi di un
alleggerimento del debito, ma solo dal 2018
Il 26 giugno si tengono le elezioni spagnole
dopo sei mesi di impasse. Una forte
affermazione di Podemos, il partito di
sinistra fortemente critico con le politiche
di austerità della Ue, potrebbe portare alla
creazione di un fronte dei Paesi debitori
contrapposto ai Paesi creditori più virtuosi.
Sarà dunque necessaria la ricerca di un
nuovo equilibrio.
È incerto anche lo scenario in vista delle
elezioni del 2017 in Francia e in Germania
con la possibile avanzata dei partiti anti-Ue
Front National e Afd
GOVERNANCE ECONOMICA
SCHENGEN
UNIONE BANCARIA INCOMPIUTA
È tradizionalmente uno dei terreni di scontro
tra i Paesi più virtuosi e quelli fuori rotta sui
conti pubblici. Le regole recenti sul
coordinamento delle politiche economiche,
come il fiscal compact, sono sempre più spesso
criticate per l’eccessivo peso dato al rigore e
alle correzioni degli squilibri anziché alle
politiche per cercare il rilancio e la crescita.
Nel gennaio 2015 la comunicazione della
Commissione Ue ha introdotto un certo
margine di flessibilità ma i prossimi mesi
saranno decisivi per verificare se è in atto un
cambiamento di rotta
L’accordo di libera circolazione siglato nel
1985 tra 26 Paesi (di cui 22 della Ue)
prevede l’abolizione dei controlli alle
frontiere e la collaborazione tra le forze di
polizia. L’emergenza migranti ha messo a
dura prova l’intesa: in seguito alla
sospensione temporanea in alcuni Paesi
come Austria, Danimarca, Svezia e
Slovenia, si è diffuso il timore di una sua
abolizione definitiva che avrebbe tuttavia
costi elevati per l’area. Una delle soluzioni
secondo gli esperti è la negoziazione di un
nuovo accordo rinnovato e rafforzato
Dopo la vigilanza bancaria unica sotto
l’egida della Bce e il meccanismo di
risoluzione delle crisi bancarie manca
all’appello l’ultimo tassello dell’Unione
bancaria: il sistema unico di garanzia sui
depositi per tutelare i correntisti in caso di
crisi bancarie. La Commissione Ue ha
avanzato la sua proposta lo scorso
novembre con una piena operatività nel
2024. Prevista la costituzione di un fondo
unico che sostituirà le iniziative nazionali.
La Germania però si oppone e rischia di
ritardare l’intesa
erospazio, automotive, difesa,
servizi di ingegneria. Tenete a
mente questi settori: in caso di
Brexit, saranno quelli più
penalizzati in Gran Bretagna, ma anche
quelli che in Italia e nel resto d’Europa
potranno trarre i vantaggi maggiori
dall’uscita di Londra dalla Ue.
Che cosa spinge i capitali stranieri a
investire in Gran Bretagna? Gli esperti
della Roland Berger non hanno dubbi:
uno su due lo fa perché considera Londra
la migliore porta d’ingresso per il mercato
Ue. E se fra dieci giorni il Regno Unito
chiuderà la porta in faccia a Bruxelles?
Qualcuno di questi investitori potrebbe
andare altrove.
I settori in qualche modo legati
all’ingegneria, si legge nel report Roland
Berger, oggi rappresentano il 44% di tutto
l’export inglese: ecco perché saranno
proprio questi i comparti più a rischio per
gli inglesi e più ricchi di opportunità per
tutti gli altri. Prendiamo per esempio
l’automotive: «Nel Regno Unito oggi si
producono 1,6 milioni di vetture all’anno spiega Roberto Crapelli, ad di Roland
Berger Italia -: in caso di Brexit, si aprirà
un’opportunità per i fornitori italiani delle
filiere automotive che vorranno seguire i
produttori non inglesi ». Colossi come
Honda, Toyota o Nissan, del resto, hanno
tutti investito in Inghilterra per puntare al
mercato europeo.
Sul fronte dell’aerospazio, oggi, il
maggior player che opera nel Regno
Unito è Airbus e non è inglese: «Il gruppo
- sostiene Crapelli - potrebbe dover
rivedere il proprio ruolo nello scacchiere
globale per non rimanere
geopoliticamente isolato». Lo stesso
discorso vale per la difesa: gli aerei da
combattimento Tornado e Typhoon non
sono più prodotti interamente in Gran
Bretagna, ma vengono in parte realizzati
in Germania, in Italia e in Spagna. Tutti
Paesi che potrebbero trarre vantaggio
dalla Brexit almeno nel breve periodo.
«Un’eventuale uscita di Londra dalla Ue
- conclude Crapelli - potrebbe essere
un’opportunità contingente da cogliere:
il 45% dell’export inglese è verso
l’Europa e qui si aprirebbero ampi spazi
di mercato, in particolare per il sistema
produttivo italiano e per quello tedesco».
Mi.Ca.
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Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
20
C’è una grande impresa
per tutte le imprese
Dalla fusione con Seat PagineGialle nasce la nuova Italiaonline, che unisce
la creatività dello stile italiano all’innovazione tecnologica.
Siamo il partner ideale di ogni azienda, piccola e grande: una realtà proiettata
al futuro, in grado di proporre servizi e soluzioni a 360°, dalla stampa
al digitale, su misura per ogni tipo di business e sempre più vicino al cliente,
grazie alla rete di consulenti più grande d’Italia.
Italiaonline. Passione impresa.
italiaonline.it
Lunedì
13 Giugno 2016
EDILIZIA E AMBIENTE
Solare, i primi passi
del modello unico
Aquaro, Rezzonico e Voci u pagina 25
LA SETTIMANA DI NORME & TRIBUTI
La riduzione
dell’orario
va sempre
concordata
LUNEDÌ: Edilizia e ambiente, Il merito, Autonomie locali e Pa
MARTEDÌ: Condominio
MERCOLEDÌ: Diritto dell'economia
GIOVEDÌ: Giurisprudenza / Il merito
VENERDÌ: Incentivi e agevolazioni
Rossi u pagina 23
Imprese, Imu in cinque mosse
Debutta la rendita senza imbullonati - Resta la quota statale sui fabbricati D
pPrimo
appuntamento per
gli “imbullonati” con la rendita
depurata delle componenti impiantistiche. I titolari di immobili in categoria D ed E che
provvedono a presentare i
Docfa rettificativi entro dopodomani (mercoledì 15 giugno),
potranno utilizzare la nuova
rendita catastale già in occasione della prima rata Imu/Tasi in
scadenza giovedì 16.
La previsione è contenuta
nella legge di Stabilità 2016, secondo cui per tali tipologie immobiliari occorre distinguere
gli impianti che valorizzano il
fabbricato da quelli funzionali
al processo produttivo. I primi
continuano a essere rappresentati nella rendita catastale, mentre i secondi, a partire da quest’anno, ne devono essere esclusi (circolare 2/E/2016). Se si
“sfora” la data del 15 giugno, gli
effetti della nuova rendita decorrono dal prossimo anno.
Quello sulla rendita catastale
è un punto-chiave ai fini del pagamento di Imu e Tasi per gli
immobili d’impresa. Ma ci sono
anche altri aspetti da monitorare e che riguardano la base imponibile, i soggetti passivi, l’aliquota e la deducibilità.
Per i fabbricati D, occorre ricordare la speciale regola di determinazione della base imponibile relativa alle unità non
censite. In caso di fabbricati interamente posseduti da imprese e distintamente contabilizzati, si assume infatti il costo contabilizzato, rivalutato sulla base
di appositi indici ministeriali. Il
costo va considerato al lordo
delle quote di ammortamento e
comprende anche le spese incrementative. Una volta ottenuta la rendita catastale, questa
retroagisce alla data di richiesta.
Sotto il profilo degli obbligati
al pagamento, la soggettività
passiva Imu è di coloro che sono
proprietari o vantano un diritto
reale sul bene. Ma ci sono due significative eccezioni:
e il leasing;
r le concessioni demaniali.
In riferimento ai contratti di
leasing il soggetto passivo è
sempre l’utilizzatore, per tutta
la durata del contratto. Qualunque sia l’immobile concesso in
locazione finanziaria (area edificabile o fabbricato), dunque, il
pagamento di Imu e Tasi dovrà
essere eseguito dal locatario.
Sussistono però alcuni dubbi
circa l’esatta individuazione
della data a partire dalla quale,
in caso di risoluzione del contratto per inadempimento, la
soggettività ritorna alla società
di leasing. Nella disciplina della
Tasi è infatti espressamente
previsto (articolo 1, comma 672,
legge 147/2013) che l’obbligo tributario passa alla concedente
solo dalla data di effettiva riconsegna del bene da parte dell’utilizzatore; mentre a tal proposito la normativa Imu non dispone nulla. Si potrebbe quindi ritenere che, in questo ambito, la
posizione della concedente diventa rilevante già nel momento in cui si verifica la risoluzione
del contratto per inadempimento, a prescindere dal concreto rilascio del bene.
Per quel che riguarda gli immobili oggetto di concessione
demaniale, invece, il soggetto
passivo Imu è sempre e solo il
concessionario, anche se l’oggetto dell’affidamento fosse un
fabbricato già realizzato.
Le aliquote d’imposta sui beni d’impresa sono decise a livello locale. Per i fabbricati di categoria D è previsto che allo Stato
spetti una quota d’imposta Imu
pari al 7,6 per mille. Se il Comune ha elevato l’aliquota fino al
limite concesso del 10,6 per mille, tutto l’extragettito va quindi
versato all’ente locale (codice
tributo 3930 per il Comune,
3925 per lo Stato).
Per i fabbricati merce delle
imprese costruttrici vale l’esenzione dall’Imu, a condizione
LA PAROLA
CHIAVE
Beni merce
7Si tratta dei beni destinati alla
rivendita e che sono nel patrimonio
delle imprese costruttrici. Per poter
beneficiare dell’esenzione dall’Imu,
gli immobili devono essere
contabilizzati nell’attivo circolante
o, per i soggetti non obbligati al
bilancio Ue, tra le rimanenze di
merci. Non è necessario che
l’impresa abbia direttamente
costruito l’unità immobiliare,
perché potrebbe averne appaltato a
terzi la realizzazione. L’esonero
spetta inoltre a prescindere
dall’oggetto principale dell’attività
del possessore, che potrebbe quindi
anche non consistere nella
costruzione di edifici.
che gli immobili non siano locati. Bisogna tuttavia ricordarsi di
presentare la denuncia entro il
30 giugno dell’anno successivo,
per non decadere dall’agevolazione. Tali unità immobiliari
sono soggette a Tasi, salvo diversa deliberazione comunale,
nella misura base dell’1 per mille, che i Comuni possono aumentare fino al 2,5 per mille.
Questo tetto massimo non può
essere superato neppure nei
Comuni che abbiano confermato nel 2016 la maggiorazione Tasi dello 0,8 per mille.
Sotto il profilo della deducibilità dei tributi comunali va infine segnalato che l’Imu è “scalabile” dal reddito d’impresa
nella misura del 20%, in relazione ai fabbricati strumentali, per
destinazione e per natura, e a i
fabbricati merce; nelle stesse
ipotesi la Tasi è integralmente
deducibile. Non è invece ammessa alcuna deduzione per gli
immobili patrimoniali abitativi,
poiché concorrono alla formazione del reddito d’impresa con
i criteri dei redditi fondiari.
Sia per l’Imu che per la Tasi,
la deducibilità si verifica nell’esercizio del pagamento (articolo 99 del Tuir).
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Dal calcolo al pagamento
1
RENDITA
CATASTALE
Per i fabbricati di categoria D
ed E, la rendita catastale non
deve più tener conto degli
impianti e dei macchinari
funzionali al processo
produttivo. I contribuenti
devono quindi presentare un
Docfa rettificativo agli uffici
dell’agenzia delle Entrate. Se
il documento viene presentato
entro il 15 giugno, la minore
rendita può essere utilizzata
già in sede di primo acconto.
Se invece il Docfa viene
presentato oltre quella data, la
decorrenza slitta al prossimo
anno. In linea di principio, si
considerano le rendite
risultanti in catasto al 1°
gennaio di ciascun anno
2
BASE
IMPONIBILE
Per i fabbricati di categoria
catastale D non censiti,
interamente posseduti da
imprese e distintamente
contabilizzati, si assume quale
base imponibile il costo
contabilizzato, al lordo delle
quote di ammortamento,
rivalutato secondo gli appositi
indici ministeriali. Si includono
anche le spese per gli eventuali
incrementi, a partire
dall’esercizio successivo a quello
in cui sono state sostenute. La
rendita che si ottiene retroagisce
alla data della richiesta, per cui è
necessario effettuare i conguagli
tra quanto versato con il criterio
contabile e quanto dovuto con
l’ordinario criterio catastale
3
SOGGETTO
PASSIVO
I soggetti passivi Imu sono il
proprietario e i titolari di
diritti reali di godimento.
Mentre la Tasi chiama in causa
anche il detentore, per una
quota tra il 10 e il 30 per cento.
Nel leasing, per tutta la durata
del contratto il soggetto
passivo è l’utilizzatore. In caso
si verifichi la risoluzione per
inadempimento, ai fini Tasi la
soggettività passa alla società
di leasing solo a decorrere
dalla riconsegna del bene.
Per i fabbricati oggetto di
concessione demaniale, il
debitore dell’Imu è sempre il
concessionario; mentre per la
Tasi si applicano le regole
ordinarie
4
ALIQUOTA
L’aliquota dei beni d’impresa
è decisa dal Comune. Occorre
dunque leggere con
attenzione le delibere locali,
anche per poter applicare le
regole stabilite per eventuali
agevolazioni. Per i fabbricati
merce delle imprese
costruttrici spetta l’esenzione
Imu, purchè non siano locati.
Tali fabbricati sono invece
soggetti a Tasi, salvo diversa
delibera comunale, entro
l’aliquota massima del 2,5 per
mille. Questo limite si applica
già in sede di primo acconto,
anche nei Comuni che l’anno
scorso avevano deliberato la
maggiorazione Tasi dello 0,8
per mille
5
DEDUCIBILITÀ
L’Imu sui fabbricati delle
imprese commerciali è
deducibile dal reddito
d’impresa nella misura del
20% (la Tasi è invece
integralmente deducibile).
Questa regola vale per gli
immobili strumentali per
destinazione e per natura,
nonché per i fabbricati merce.
Non sono deducibili i tributi
sui fabbricati abitativi
patrimoniali, che concorrono
a formare il reddito d’impresa
secondo i criteri dei redditi
fondiari. In base all’articolo
99 del Tuir, la deduzione
avviene nell’esercizio del
pagamento dell’imposta e non
in quello di competenza
Procedure concorsuali. Ai fini Imu valgono le stesse regole già previste per l’Ici: il versamento si interrompe fino alla vendita dell’immobile
Il fallimento non sospende la rata della Tasi
Gian Paolo Tosoni
pPer gli immobili interessati
da procedure concorsuali o
operazioni straordinarie, l’Imu
e la Tasi sono oggetto di specifiche disposizioni, anche in deroga alle regole ordinarie.
Le procedure concorsuali
Ai fini Imu, l’articolo 9, comma
7 del Dlgs 23/2011 (che ha istituito e disciplinato l’imposta) fa
esplicito richiamo all’articolo
10, comma 6 del Dlgs 504/1992,
ovvero alla disposizione che,
con riferimento all’Ici, regolava il trattamento degli immobili interessati da una procedura
concorsuale. In base a questa
norma, il curatore deve:
1 entro 90 giorni dalla sua nomina, presentare al Comune
dove sono ubicati gli immobili
una dichiarazione attestante
l’avvio della procedura;
1 entro tre mesi dalla data del
decreto di trasferimento dell’immobile, versare l’imposta
maturata dall’inizio della procedura fino alla vendita.
All’apertura del fallimento,
pertanto, il versamento dell’Imu è sospeso fino all’atto di
vendita dell’immobile stesso;
mentre l’imposta che matura
prima dell’inizio della procedura è un debito concorsuale
per il quale il Comune dovrà insinuarsi al passivo.
La disposizione riguarda solo il fallimento e la liquidazione
coatta amministrativa, quindi
per le altre procedure (concordato preventivo, piani attestati,
accordi di ristrutturazione)
non si verifica alcun differimento del termine di versamento, che dovrà avvenire alle
scadenze ordinarie: in due rate
(16 giugno e 16 dicembre) o in
un’unica (16 giugno).
Per quel che concerne la Tasi, invece, non è previsto alcun
riferimento all’articolo 10 del
Dlgs 504/1992 e – come chiarito
dal dipartimento delle Finanze
– il pagamento deve dunque avvenire entro i termini ordinari
del 16 giugno e 16 dicembre.
Tutto ciò crea ovviamente dei
problemi ai curatori, che al momento del versamento potrebbero non aver realizzato l’attivo fallimentare e non avere le
disponibilità necessarie.
Le operazioni straordinarie
Nei casi di immobili posseduti
da società interessate da operazioni straordinarie, ferme restando le ordinarie scadenze, si
pone il problema di stabilire chi
è il soggetto passivo. Eccetto la
trasformazione societaria, che
non incide sulla continuità dei
rapporti giuridici preesistenti
(articolo 2498 del Codice civile), le altre operazioni straordinarie comportano infatti il trasferimento della titolarità dei
beni, generando un subentro
nella soggettività passiva.
Nei casi di cessione di azienda ricomprendente beni immobili o di conferimento, l’imposta resta a carico delle parti
in proporzione al periodo di
possesso in cui è stata effettuata la cessione o il conferimento.
La decorrenza scatta dal mese
del trasferimento (se avvenuto
nei primi 15 giorni) oppure da
quellosuccessivo.
Nelle operazioni di fusione,
come previsto dall’articolo
2504-bis del Codice Civile, la
t
LAVORO
Tributi locali. Le somme versate entro il 16 giugno sono deducibili nell’esercizio in cui avviene il pagamento
Luigi Lovecchio
www.ilsole24ore.com
@ 24NormeTributi
IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI
società risultante si fa carico
dei diritti e degli obblighi delle
società partecipanti alla fusione, anche se sono anteriori alla
fusione stessa: compreso
quindi il pagamento dell’Imu
dovuta sugli immobili.
Infine, per quanto riguarda la
scissione, si devono distinguere due casi. Nell’ipotesi di scissione totale con conseguente
estinzione della società scissa,
sarà la società risultante a provvedere al versamento. Se invece si realizza una scissione parziale, che non comporta l’estinzione della società scissa, l’Imu
è dovuta sia da quest’ultima che
dalla beneficiaria dell’immobile, ciascuna in proporzione al
periodo di possesso.
Resta inteso che, qualora
l’immobile resti di proprietà
della società scissa ancora
esistente, questa dovrà provvedere al versamento per l’intero ammontare.
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L’AGENDA DEL PARLAMENTO A CURA DI Roberto Turno
Un’altra settimana di Parlamento a fari quasi spenti in omaggio ai
ballottaggi di domenica 19 per l’elezione dei sindaci. Il Senato si
ferma del tutto e rimanda al 21 giugno la ripresa col pacchetto
concorrenza e processo penale-prescrizione in primo piano. La
Camera dovrebbe lavorare al più fino a mercoledì e, in aula, tra oggi
e domani ha in agenda il varo definitivo delle misure di sostegno
per i disabili senza alcun sostegno familiare. Possibile anche l’incardinamento del decreto-banche, trasmesso giovedì scorso dal
Senato, che scade il 2 luglio.
• Novità rispetto alla settimana precedente
DECRETI LEGGE
Provvedimento
N.
N. atto
Scadenza Stato dell'iter
Procedure esecutive e
concorsuali, misure per
investitori in banche in
59 C 2362
liquidazione, misure a
sostegno imprese,
recupero crediti
2-lug
Approvato dal
Senato
Proroga di missioni
internazionali
15-lug
All’esame
delle Commissioni
riunite Esteri e
Difesa del Senato
67 C2389
Completamento
procedura cessione dei 98
complessi gruppo Ilva
•
•
8-ago
DISEGNI DI LEGGE
Misure sanitarie omnibus Ddl Lorenzin (De Biase, Pd)
Semplificazioni e
competitività nel settore
agricolo -coll. manovra
2015 (Formigoni, Ncd)
Approvato dal Senato presentato da 842 gg
Approvato dalla Camera. La
comm. Agricoltura del
S 1328 b
Senato ha concluso l’esame
in III lettura – 848 gg.
C 3868
Delega al Governo per
riforma del processo civile - S 2284
coll. alla manovra 2015
Approvato dalla Camera. In
II lettura a comm. Giustizia
Senato – 459 gg.
Legge annuale concorrenza
– coll. manovra 2015
S 2085
(Marino, Ap; Tomaselli, Pd)
Approvato dalla Camera.
All’esame comm. Industria
del Senato - 447 gg.
Responsabilità
professionale degli
operatori sanitari
(Bianco, Pd)
Approvato dalla Camera.
All’esame della comm.
Igiene e sanità del Senato in
II lettura – 1.004 gg.
S2224
Riforma del processo penale
S2067
(Cucca e Casson, Pd)
Approvato dalla Camera.
All’esame della comm.
Giustizia Senato - 548 gg.
Contrasto alla povertà - coll.
manovra 2016 (Piazzone e C 3594
Giacobbe, Pd)
All’esame delle Commissioni
Lavoro e Affari sociali della
Camera - 125 gg
SU INTERNET
Quotidiano
del Diritto
GLI APPROFONDIMENTI
Unioni civili,
la giurisprudenza
prima della legge
Dal 5 giugno è in vigore la legge 76 del 2016 (la “Cirinnà”),
ma prima - nel silenzio delle
norme - sono state le sentenze dei giudici a riconoscere
alcuni diritti e doveri alle coppie di fatto, sia etero che omosessuali. Sul Quotidiano del
diritto di oggi un approfondimento curato da Giuseppe
Buffone mette in evidenza i
punti chiave della vita in comune già affrontati in passato
e chiariti dalla giurisprudenza (della Corte costituzionale
e della Cassazione).
Non solo diritto di famiglia. Il Quotidiano del diritto
di oggi offre anche i commenti a due sentenze della Cassazione civile in tema di esecuzione (una sui mutui fondiari
e l’altra sull’opposizione agli
atti esecutuvi) e a una pronuncia della Cassazione penale in materia di sospensione del processo con messa alla prova dell’imputato. Spazio, poi, alle rubriche del
lunedì: l’agenda parlamentare e il valzer delle poltrone
negli studi legali.
www.quotidianodiritto.ilsole24ore.com
22
Norme e tributi
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
FISCO E SENTENZE
www.quotidianofisco.ilsole24ore.com
Patrimonio. Per la Ctr Milano vale l’analogia con gli effetti prodotti dalla figura giuridica della risoluzione per mutuo consenso
Revoca del trust con prelievo leggero
La «chiusura» unilaterale paga l’imposta di registro ma non quella di successione
Sara Mecca
pLa revoca unilaterale di un
trust sconta l’imposta di registro e non quella sulle successioni e donazioni: l’effetto è, infatti, l’eliminazione dal mondo
giuridico del trust stesso, al pari
di quanto si realizza con la risoluzione per mutuo consenso,
per il quale è previsto l’assoggettamento a imposta di registro. A chiarirlo è la Ctr di Milano, sezione staccata di Brescia,
con la sentenza 2937/67/16 del
16 maggio 2016 (presidente
Montanari, relatore Calà).
La vicenda
Un notaio riceveva un avviso
di liquidazione con cui l’Agenzia rideterminava le imposte
dovute a seguito di un atto di
revoca di un trust con conferimento immobiliare. Secondo
l’ufficio, il trasferimento dei
beni a titolo gratuito, conseguente alla revoca della disposizione, andava assoggettato
all’imposta di successione e
donazione prevista per i trasferimenti a favore di altri soggetti e non all’imposta di registro.
Il notaio impugnava l’atto
impositivo in Ctp, lamentando
che l’atto di revoca di un trust
va equiparato a una risoluzione per mutuo consenso e, pertanto, deve scontare l’imposta
di registro. A tal proposito richiamava il chiarimento della
Dre Lombardia (risoluzione
130662/2012), secondo cui la risoluzione per mutuo consenso
della donazione di un immobile, intervenuta tra gli stessi
soggetti originari, è soggetta
alle imposte ipocatastali e registro in modo proporzionale e
non a quella di donazione.
La Ctp accoglieva il ricorso
del professionista e la sentenza di primo grado veniva impugnata dall’ufficio. In particolare, secondo l’Agenzia, si
trattava di atti con due «strutture giuridiche» diverse: la risoluzione per mutuo consenso, ha forma di nuovo contratto e presuppone l’accordo tra
le parti; la revoca unilaterale
del trust, invece, non prevede
intese tra soggetti diversi. Pertanto, la tassazione non poteva
essere la medesima.
Il giudizio d’appello
La Ctr di Brescia respinge l’appello del fisco, confermando
l’annullamento dell’avviso di
liquidazione.
I giudici del collegio ricordano innanzitutto che - pur trattandosi di un atto unilaterale l’effetto della risoluzione del
trust è di eliminare dal mondo
giuridico il trust stesso, al pari
di quanto si realizza con la disciplina civilistica del mutuo
consenso. Inoltre, sebbene per
gli atti unilaterali non sia prevista una specifica disciplina all’interno del Codice civile, l’atto istitutivo del trust può
espressamente prevedere la facoltà per il disponente di revocare gli effetti, come era avvenuto nel caso di specie.
La tesi dell’ufficio, secondo
cui i due atti risulterebbero
strutturalmente diversi, non è
quindi fondata, poiché occorre
verificare gli effetti degli atti. E
nel caso specifico sia per la revoca unilaterale sia per il mutuo dissenso l’effetto è di porre
nel nulla un precedente negozio giuridico. Ne consegue, così, che anche la tassazione deve
essere la medesima.
I giudici richiamano la riso-
LA PAROLA
CHIAVE
Mutuo consenso
7L’articolo 1372 del Codice civile
dispone che il contratto ha forza di
legge tra le parti e non può essere
sciolto che per mutuo consenso o
per cause ammesse dalla legge. Il
mutuo consenso nel sistema
civilistico è inteso come l’accordo
delle parti circa lo scioglimento del
contratto tra loro concluso. Il
mutuo consenso va espresso nella
stessa forma che riveste il contratto
da sciogliere ed ha efficacia ex tunc
(retroattiva): intervenuto il mutuo
dissenso, sarà come se il contratto
non fosse mai stato stipulato.
luzione 20/E del 2014 con cui la
Direzione centrale normativa
dell’Agenzia aveva specificato
che la risoluzione per mutuo
consenso, senza previsione di
alcun corrispettivo, di un atto
di donazione di immobili deve
essere assoggettato all’imposta
di registro. In conclusione, secondo la Ctr, la revoca dell’atto
di disposizione del trust, essendo assimilabile al mutuo consenso, va assoggettato all’imposta di registro e non a quella
sulle successioni e donazioni.
Da qui l’accoglimento del ricorso del professionista, con
condanna dell’ufficio al pagamento delle spese di lite.
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IN ESCLUSIVA PER GLI ABBONATI
Le sentenze commentate in pagina
www.quotidianofisco.ilsole24ore.com
Riscossione. L’Agenzia deve dimostrare che esiste un reale pericolo di perdita del credito anche nel caso di soggetti che non presentano le dichiarazioni
No ai ruoli straordinari per l’impresa ignota al fisco
Giorgio Gavelli
Mario Paccapelo
pVanno annullate le cartelle
esattoriali emesse sulla base di
un’iscrizione in ruoli straordinari fondata esclusivamente
sull’omissione delle dichiarazioni fiscali, senza alcun riferimento alla consistenza patrimoniale del contribuente o ad
un suo eventuale comportamento, anche successivo alla
verifica, tale da mettere a repentaglio l’aspettativa di riscossione da parte dell’Erario.
È un tema molto delicato
quello affrontato dalla Commissione tributaria regionale
dell’Emilia-Romagna con la
decisione 717/07/16 depositata il 17 marzo scorso (presidente Marchesini, relatore
Aponte), che ha annullato
un’iscrizione a ruolo per quasi
2 milioni di euro.
La norma
L’articolo 15-bis del Dpr
602/73 consente all’Agenzia di
derogare all’iscrizione frazionata provvisoria a ruolo disciplinata dal precedente articolo 15, prevedendo una iscrizione a ruolo «straordinaria» di
imposte, interessi e sanzioni
per l’intero importo risultante
dall’avviso di accertamento,
anche se quest’ultimo non è
definitivo. A norma dell’articolo 11 del medesimo decreto,
questa iscrizione può avvenire solo quando sussiste pericolo per la riscossione.
Nel caso di specie, tale situazione di pericolo veniva individuata dall’Agenzia nell’omissione della presentazione di qualunque dichiarazione
fiscale, nonostante le risultanze della verifica fiscale avessero fatto presupporre l’esistenza di una attività d’impresa nel
settore finanziario mai segnalata al fisco.
I giudici emiliani, ribaltando l’esito della decisione di
primo grado, hanno ritenuto
illegittimo il ricorso al ruolo
straordinario in presenza di
questi soli presupposti, mancando ogni riferimento alla
prova che la situazione economica del contribuente non
offrisse garanzie idonee a soddisfare la pretesa fiscale.
Le altre situazioni
Va ricordato che sono state ritenute situazioni idonee ad integrare il requisito del fondato
pericolo per la riscossione, la
dichiarazione di fallimento del
contribuente (Cassazione
12887/2007) o il suo assoggettamento a concordato preventivo (7654/2009). Più in generale, deve trattarsi di situazioni
caratterizzate da un’evidente
sproporzione tra il patrimonio
residuo del contribuente e il
credito erariale, tale da rendere
elevato il rischio di perdita del
credito stesso da parte dell’amministrazione finanziaria.
Al contrario, il requisito richiesto non è stato considerato
sussistente, ad esempio, in caso
di mero richiamo alla fondatezza dell’avviso di accertamento
(Ctp Milano 803/1998) ovvero
per il fatto che la società contribuente fosse in stato di liquidazione (Ctp Pistoia 176/2015
commentata sul Sole- 24 Ore
del 25 maggio 2015).
La sentenza in esame conferma che spetta all’agenzia delle
Entrate fornire, nell’atto di accertamento o in quelli successivamente notificati, adeguata
motivazione in ordine all’esistenza concreta del fondato pericolo per il positivo esito della
riscossione, gravando su di essa l’onere di provare la sussistenza dei requisiti di legge. Tale motivazione appare fondamentale per garantire il diritto
di difesa del contribuente (Ctr
Lombardia 57/01/2012 e Ctr
Emilia-Romagna 31/2010).
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Imposte indirette. Se l’importo non è contestato
Iva, senza modello
il credito è «salvo»
ma non si compensa
Ferruccio Bogetti
Gianni Rota
pIl
credito Iva relativo a
un’annualità d’imposta della
quale si è omessa la dichiarazione non può essere disconosciuto se risulta da registri Iva e liquidazioni periodiche e non è
contestato nel suo ammontare.
Tale credito non può essere però usato in compensazione, perché manca il requisito della continuità temporale tra i periodi di
imposta che è stata interrotta
dal mancato riporto. Lo ha stabilito la Ctr Lombardia, sentenza
1721/44/16 (presidente Proietto,
relatore Colavolpe).
Una Srl genera un credito Iva
per oltre 1,2 milioni per l’anno
2008 ma non presenta la dichiarazione Iva. Tuttavia riporta la
somma come credito dell’anno
precedente nella dichiarazione
del 2009 e lo compensa. L’amministrazione disconosce il credito, annulla le compensazioni effettuate e iscrive a ruolo imposte, interessi e sanzioni.
Il contribuente si oppone
sostenendo che:
1 il credito Iva maturato nell’anno in cui la dichiarazione è omessa non viene perso, se emerge dai
registri Iva e dalle liquidazioni
periodiche e, di conseguenza, la
somma può essere compensata
nell’anno successivo;
1 le sanzioni non vanno irrogate
anche in caso di parziale utilizzo
del credito con le modalità della
compensazione.
L’amministrazione resiste rilevando che ci sono due norme
sia ai fini delle imposte dirette sia
ai fini Iva che permettono di correggere gli errori nel riporto delle eccedenze d’imposta risultanti dalla dichiarazione annuale e
dalle precedenti dichiarazioni.
Fa inoltre notare che la circolare
21/E del 2013 sanziona per inde-
bito utilizzo la compensazione
del credito Iva riferito a un’annualità in cui è stata omessa la dichiarazione non potendosi riportare a nuovo.
La Ctp fa propria la tesi della contribuente ma l’amministrazione ricorre in appello e
la Ctr riforma parzialmente
la sentenza impugnata per i
seguenti motivi:
e circa il riconoscimento del
credito Iva riguardante un’annualità d’imposta per la quale la
dichiarazione risulta omessa,
esso va riconosciuto dall’amministrazione se risulta dai registri Iva e dalle liquidazioni
periodiche e non è contestato
nel suo ammontare. La mancata ricezione del modello Iva
dell’anno precedente legittima
quindi l’amministrazione a
sanzionare l’eventuale parte
del credito Iva oggetto di compensazione ma non a disconoscere a favore del contribuente
l’integrale spettanza del credito Iva dell’anno precedente;
r la compensazione del credito Iva riguardante un’annualità
d’imposta per la quale la dichiarazione risulta omessa, è invece preclusa alla luce dei principi consolidati della giurisprudenza di legittimità secondo
cui «il credito d’imposta esposto nella dichiarazione da considerare omessa non può essere riportato nella dichiarazione annuale Iva relativa all’anno
successivo, ostando all’utilizzo in detrazione di detto credito il principio della continuità
temporale dei periodi di imposta cui è subordinata, ai sensi
dell’articolo 30, comma 2, Dpr
633/72 l’operatività della compensazione tra il credito ed il
debito tributario» (Cassazione
15651/2014 e 1845/2014).
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Persone fisiche. Le norme valide fino al 2012 fissavano un limite tra la formazione del titolo e il recupero
Pretese fiscali da Paesi Ue:
decadenza dopo cinque anni
Antonio Tomassini
pDopo cinque anni decade il
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potere dello Stato comunitario
estero di riscuotere in Italia il
credito tributario vantato nei
confronti di un contribuente italiano. Non è infatti possibile
azionare la collaborazione amministrativa volta alla riscossione delle imposte in ambito comunitario contemplata dalla direttiva 76/308/Ce vigente pro
tempore, una volta spirato tale
termine quinquennale, con la
conseguenza che gli atti di recupero emessi a tal fine dall’amministrazione finanziaria italiana
risultano irrimediabilmente
nulli. Questo il principio di diritto fissato dalla Ctr Piemonte con
la sentenza 101/34/16 (presidente Bonadies, relatore Maiorca).
La vicenda contenziosa riguarda diverse cartelle di pagamento emesse a carico di un con-
tribuente persona fisica residente in Italia per gli anni dal 1985 al
1990 sulla base di una richiesta di
collaborazione richiesta dall’ufficio finanziario tedesco di
Bonn. Agli atti risulta che il titolo
esecutivo alla base dell’azione di
recupero fosse stato formato nel
2000, mentre la richiesta di collaborazione diretta al fisco italiano ex Dlgs 69/2003 era stata presentata nel 2010. L’articolo 8 del
decreto, che ha recepito la direttiva 2001/44/Ce (di modifica
della direttiva 76/308/Ce ) in
materia di assistenza reciproca
tra Stati nel recupero di risorse
comunitarie, esclude la collaborazione nei casi in cui «il periodo intercorrente tra la formazione del titolo esecutivo nello
Stato richiedente e la richiesta
di recupero per il credito è superiore a cinque anni».
A fronte dell’eccezione con-
tenuta nel ricorso del contribuente e fondata su tale disposto normativo, la Ctp di Alessandria, nel rigettarla, argomentava che sarebbe stato
onere del contribuente dimostrare che il ruolo tedesco si fosse formato nel 2000 e non nel
2010 (come invece sostenuto
dall’agenzia delle Entrate).
La Ctr Piemonte, ribaltando
l’esito del giudizio di primo grado, accoglie invece le doglianze
del contribuente statuendo che
sulla base degli atti di causa «non
vi è dubbio alcuno» circa la formazione del ruolo in Germania
nell’anno 2000 e che pertanto,
essendo la richiesta di assistenza
pervenuta in Italia nel 2010, tardiva, le cartelle di pagamento
notificate in Italia in esecuzione
di tale ruolo sono da annullare.
La sentenza insiste su un tema
particolarmente attuale (quello
del recupero dei crediti verso i
contribuenti residenti in Paesi
membri) visti pure i numerosi
casi di trasferimento di residenza delle persone.
In proposito il Dlgs 149/2012
ha recepito in Italia, con decorrenza dal 1° gennaio 2012, la direttiva 2010/24/Ue (cui ha fatto
seguito il regolamento di attuazione 1189/2011) in materia di riscossione di tributi e dazi all’interno dell’Unione europea, che
ha sostituito la previgente disciplina. La direttiva ha introdotto
il «titolo esecutivo uniforme»,
universalmente riconosciuto
nel territorio degli Stati membri, e ridisegnato la dinamica dei
rapporti tra lo Stato richiedente
e lo Stato adito. Per ciò che attiene alle modalità di attuazione
del recupero trovano oggi applicazione le previsioni dello Stato
adito, mentre per ciò che riguarda il regime giuridico del credito, ovvero l’an e il quantum della
pretesa, ivi inclusa la disciplina
della decadenza, trovano applicazione le disposizioni dello
Stato richiedente.
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Terzo settore. Il limite di 250mila euro va rapportato all’intero anno e non ai periodi di effettiva operatività
Sport dilettantistico, il plafond
non si riduce in base ai mesi
Rosanna Acierno
pAnche per le associazioni
sportive dilettantistiche di
nuova costituzione, il plafond
dei proventi fissato a 250mila
euro per il regime fiscale agevolato deve essere sempre
rapportato all’intero anno, e
non in proporzione ai giorni
di effettiva operatività dell’ente. È questa la principale
conclusione cui è giunta la
Ctp di Pesaro, con la sentenza
319/1/2016 del 19 aprile (presidente e relatore Fanuli).
Secondo quanto stabilito
dalla legge 398/1991, le associazioni sportive dilettantistiche e gli altri enti senza fini di
lucro possono optare per la determinazione forfettaria del
reddito imponibile e dell’Iva,
nonché per la semplificazione
di alcuni adempimenti conta-
bili e di certificazione dei corrispettivi, a condizione che abbiano conseguito proventi derivanti da attività commerciale per un importo non
superiore a 250mila euro.
La pronuncia trae origine da
un avviso di accertamento
emesso dalle Entrate di Pesaro-Urbino nei confronti di
un’associazione sportiva dilettantistica, sulla base di un
controllo da parte della Siae, e
con cui venivano revocate le
agevolazioni previste dalla
legge 398 per asserito superamento del plafond, ricalcolato
in rapporto ai giorni di effettiva operatività dell’ente e non
all’intero anno. In particolare,
l’associazione era stata costituita il 22 giugno 2010, e gli accertatori avevano ricalcolato
il massimale di proventi in rap-
porto ai giorni di operatività,
riducendolo da 250mila a
131.507 euro e disconoscendo i
benefici del regime forfettario
a partire dal mese successivo a
quello in cui la soglia così ridotta era stata superata.
Impugnato l’atto, l’associazione faceva rilevare che i proventi commerciali conseguiti
nel 2010 erano comunque inferiori 250mila euro e che il limite
massimo doveva considerarsi
invariato anche in caso di attività temporalmente limitata da
parte dell’ente: la riduzione relativa ai giorni di attività, infatti,
sarebbe stata inapplicabile perché non prevista dalla legge.
Costituitosi in giudizio, l’ufficio ribadiva l’esistenza di precisa documentazione ministeriale chiarificatrice che legittimava la riduzione operata in
sede di accertamento.
Nell’accogliere il ricorso, la
Ctp ha innanzitutto precisato
che nella legge 398 non vi è alcun riferimento al computo
del plafond in giorni per il primo anno di attività, con la conseguenza che resta fermo il limite massimo di 250mila euro
a prescindere dalla data di costituzione dell’associazione.
Inoltre, in tutti i casi di regimi
speciali, il legislatore quando
ha inteso individuare una particolare applicazione per il primo anno di attività lo ha
espressamente stabilito, come
nel caso dei contribuenti minimi per i quali ha previsto che il
limite dei ricavi o compensi da
non superare ai fini del trattamento agevolativo fosse ragguagliato ad anno.
Pertanto, in assenza di una
specifica disposizione normativa e di un trattamento diverso
per il primo anno, è evidente
che anche gli enti neocostituiti
possano beneficiare per intero
del massimale stabilito.
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Norme e tributi 23
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
FISCO
www.quotidianofisco.ilsole24ore.com
Operazioni straordinarie. Le indicazioni della circolare 6/E per il trattamento dei passaggi di proprietà guidati dall’interno
Lbo ancora in salita per i manager
Restano penalizzati alcuni aspetti operativi quali stock option e carried interest
A CURA DI
Marco Lanza
Francesco Nobili
pA distanza di qualche mese
dalla diffusione della circolare
delle Entrate sulla questione
del Leveraged Buy Out (6/E del
30 marzo 2016) è opportuno
tornare a concentrarsi sull’argomento. Secondo l’Agenzia,
si ha un’operazione di Lbo (con
possibile aggiunta della fusione o merger a completamento
dell’acquisizione, da cui il termine Mbo o M-Lbo), allorché
si manifesta un’«acquisizione
di un’impresa o di una partecipazione che consenta il controllo della target» mediante
indebitamento.
L’analisi svolta sinora dai
commentatori (così come l’impostazione seguita dall’Agenzia) presuppone la presenza tra
i soggetti acquirenti di fondi di
private equity: ciò non è strettamente necessario e può indurre
a interpretazioni fuorvianti.
Nella pratica aziendale, invece,
sono frequenti i management
buy out - operazioni alternative
al cosiddetto «passaggio generazionale» - in cui i manager
dell’azienda acquisiscono il
controllo della società per cui
lavorano. Operazioni, peraltro,
che il sistema dovrebbe tutelare, se non stimolare.
I management buy out richiedono di solito il sostegno di soggetti finanziatori (banche o fondi) che però svolgono una funzione di supporto al cambio della proprietà e non di controllo
della target. L’intervento di
questi soggetti avviene sovente
tramite partecipazioni di minoranza che, al momento dell’acquisizione, i fondi già prevedono di vendere dopo un determinato lasso di tempo.
Sono inoltre frequenti le ope-
razioni di Lbo quale modalità di
acquisizione di una società terza da parte di gruppi industriali
(B2B) ovvero di Lbo all’interno
dello stesso gruppo. Ad esempio, la controllante di un gruppo che acquista il 100% di una
controllata, in precedenza detenuta con una quota di maggioranza relativa, al fine di liquidare i soci di minoranza.
Queste operazioni di Lbo –
anche alla luce delle posizioni
assunte nella circolare – pongono essenzialmente quattro macro-questioni in ordine al trattamento fiscale:
e il tema della riqualificazione
debito/capitale rispetto alla
proliferazione di possibili
strumenti di finanziamento
dell’impresa acquisenda e dell’operazione;
r il tema degli strumenti ibridi
LA PAROLA
CHIAVE
Leveraged buy out
7Si ha un Lbo quando un’azienda
viene acquisita da un investitore
o gruppo di investitori che
finanziano l’acquisizione
indebitandosi (facendo quindi
‘leva' col debito). Il corollario,
naturalmente, è che la nuova
azienda che si viene a formare,
fondendosi con
l'acquirente, si troverà
appesantita da questo debito.
Quando è il management stesso
dell’impresa a lanciare
un’operazione di Lbo sulla
propria azienda, si parla di Mbo
(Management buy-out).
in relazione alla remunerazione e incentivazione dei manager (carried interest / stock option), soprattutto in sede di exit
dall’investimento;
t il tema dei servizi intercompany post acquisizione;
u il tema delle perdite future
(o degli interessi passivi)
post acquisizione e quello
delle perdite pregresse (o degli interessi passivi) rispetto
all’alternativa fusione/consolidato nazionale.
Sul primo tema, l’Agenzia
sottolinea la possibilità di riqualificare debito in equity. Un
primo interrogativo è se la riqualificazione può operare anche nella direzione opposta
(cioè da equity a debito); andrebbe a tal proposito chiarito
su quali basi tecniche la riqualificazione possa operare in entrambe le direzioni, vista la citazione delle linee guida Ocse fatta nella circolare, che non tiene
conto delle modifiche Beps.
In ogni caso, sul punto è opportuno rammentare i paletti
normativi esistenti (articolo 46
Tuir): poi, se il presupposto applicativo per la riqualificazione
è l’articolo 10-bis della legge
212/2000 («abuso del diritto»),
qualcuno potrebbe dubitare dei
«vantaggi fiscali indebiti». In tal
senso, ritenere oggi il debito più
vantaggioso (con i tassi correnti) di un investimento di equity
(con l’attuale tasso di remunerazione dell’Ace) appare quanto meno singolare.
Ne dovrebbe conseguire che
l’adozione di un finanziamento
soci, a maggior ragione se infruttifero (si veda l’articolo 5,
comma 2, del decreto legislativo
147/2015 su transfer price interno), non dovrebbe discendere
da motivazioni di tipo fiscale,
essendo del tutto inefficiente.
Sul secondo tema, la remunerazione dei manager in sede di
exit manca di una regolamentazione appropriata: per le stock
option (acquisto della partecipazione a prezzo di favore e
uscita dei manager con la successiva rivendita) la disciplina
ha ritrovato un suo equilibrio
per le start-up e Pmi innovative
(articolo 27 del decreto Crescita-bis, n. 179/2012, con esenzione dal reddito di lavoro di azioni, quote o strumenti finanziari
assegnati ai dipendenti) che sarebbe ragionevole estendere a
tutti i contribuenti.
Quanto al carried interest, se
costruito intorno a una partecipazione societaria dei manager (che vendono la partecipazione a un prezzo più elevato
proprio per tener conto del
carried interest), dovrebbe beneficiare di un trattamento fiscale di favore riconducibile,
ad esempio, alla disciplina della participation exemption:
ciò che deve essere riconosciuto è il concetto del prezzo
differenziato a seconda del
venditore (prezzo maggiore
per i venditori che hanno maturato carried interest).
Per quanto attiene al carried
interest non configurato in una
partecipazione societaria (pagamento cash a favore dei manager), la tassazione come
compenso di lavoro dipendente appare eccessivamente penalizzante e non coerente con
le finalità dello strumento. Un
intervento legislativo di favore in materia sarebbe più che
mai opportuno.
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IN ESCLUSIVA PER GLI ABBONATI
Le circolari e le norme citate
www.quotidianofisco.ilsole24ore.com
ULTIMO COMMA
Voluntary sui conti, Ivafe
in misura fissa già per il 2012
di Fabrizio Cancelliere
e Giulio Tombesi
G
li uffici dell’agenzia
delle Entrate entrano
nel vivo della lavorazione delle pratiche di voluntary disclosure più rilevanti
e, come forse era prevedibile, emergono alcune posizioni non del tutto condivisibili
sul piano giuridico. È il caso
dell’Ivafe su conti correnti (e
libretti di risparmio) detenuti in Paesi non appartenenti
alla Ue o allo Spazio economico europeo (See) che garantiscono un adeguato
scambio di informazioni
(Svizzera, in primis). Su questi conti, alcuni uffici ritengono corretto applicare,
per la sola annualità 2012,
l’aliquota percentuale prevista per le altre attività finanziarie, (all’epoca) pari
allo 0,1%, anziché l’imposta
in misura fissa, pari a 34,20
euro, sostenendo che que-
sta sarebbe entrata a regime solo dal 2013.
Per comprendere meglio i
termini della questione, vale
la pena di svolgere un breve
excursus normativo. Non appena introdotta, la disciplina
Ivafe prevedeva, infatti, l’applicazione dell’imposta in
misura fissa, solamente su
conti correnti e libretti di risparmio detenuti in Paesi appartenenti alla Ue o al See.
Questa distinzione era stata introdotta con l’obiettivo
di rendere equiparabile il
trattamento fiscale applicabile al soggetto residente in
Italia, che detiene un conto
corrente in un Paese europeo, a quello applicabile – in
regime di imposta di bollo – al
medesimo soggetto che detiene un conto corrente in
Italia. La legge di Stabilità per
il 2013 ha poi esteso l’applicabilità dell’Ivafe in misura fissa anche agli altri Paesi, diversi da quelli Ue o See senza
più alcun distinguo. E ciò, come rilevato dalla stessa agenzia delle Entrate nella circolare 12/E del 3 maggio 2013, al
fine di rendere la norma coerente anche con il principio
di libera circolazione dei capitali; principio che, a differenza delle altre libertà fondamentali dell’Unione, tutela anche i soggetti extra-Ue.
Su queste basi sono dunque molteplici le ragioni che
rendono applicabile tale novità già a partire dal 2012. La
prima è che si tratta di una
modifica normativa che deve necessariamente avere
un carattere interpretativo e
non innovativo, e dunque
come tale è svincolata dalla
decorrenza ordinariamente
prevista per la legge di Stabilità 2013 (vale a dire il 1° gennaio 2013). Infatti, trattandosi di modifica a una norma
che violava, ab origine, il
principio della libera circolazione dei capitali, la sua at-
tuazione non può che decorrere dall’anno di prima applicazione della norma stessa, cioè dal 2012.
La seconda ragione, invece, si riscontra nel testo delle
istruzioni al modello Unico
Pf relativo al 2012, che, a differenza di quelle relative al
precedente periodo d’imposta, non riportano alcun distinguo tra conti correnti e libretti di risparmio detenuti
in Paesi della Ue o del See, lasciando dunque intendere
che la modifica fosse già operativa per il 2012.
Concludendo, non pare
condivisibile il comportamento di alcuni uffici periferici, volto a recuperare l’imposta proporzionale, in luogo
di quella fissa, sui conti correnti extra-Ue, per l’anno
2012. Sotto il profilo pratico,
va tuttavia osservato che il
contribuente potrebbe essere indotto, per mere ragioni
di opportunità, ad accettare
ugualmente la valutazione
fornita dall’ufficio, solo al fine di preservare il diritto allo
sconto massimo sulle sanzioni, pari a un sesto, in quanto
garantito solo in caso di definizione degli inviti.
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Le iniziative del Sole. La rivista di approfondimento e dottrina curata dagli esperti del quotidiano
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dagli esperti del Sole 24 Ore.
Tra le molte proposte di questo numero, le analisi sulle novità portate dal decreto internazionalizzazione.
Il Dlgs 147/2015 ha infatti rivisto il trattamento delle rinunce
ai crediti da parte dei soci, modificando il regime Ires e qualificando come «apporto» la sola
parte di rinuncia che corrisponde al valore fiscalmente riconosciuto del credito. Ugualmente
legato alle innovazioni introdotte dallo stesso decreto internazionalizzazione è il tema della
deducibilità degli interessi passivi per finanziamenti garantiti
da ipoteca su immobili destinati
alla locazione: le modifiche dettate dall’articolo intendono superare le incertezze interpretative per l’ambito soggettivo del
regime speciale, limitando l’applicazione alle sole società che
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Un esempio di «M-Lbo»
La società X è detenuta dalla famiglia A e dalla famiglia B. Alcuni manager
di X (non soci) sono interessati a un maggior coinvolgimento nella
gestione e a ottenere una remunerazione collegata ai risultati societari
LA COSTITUZIONE DELLA NEWCO
Il gruppo familiare B e i manager costituiscono una Newco alla quale
vengono forniti mezzi finanziari mediante:
8 capitalizzazione (equity) da parte dei soci (gruppo familiare B e
manager), con l’applicazione dell’Ace;
8 finanziamenti soci fruttiferi o infruttiferi, con: deducibilità degli
eventuali interessi per il soggetto finanziato ma tassazione degli stessi
in capo ai soci; rimborso più agevole a favore dei soci rispetto all’equity;
8 inanziamenti di terzi (banche, fondi eccetera) con deducibilità degli
interessi passivi in capo al soggetto finanziato
NEWCO ACQUISTA LA QUOTA DI «A»
La famiglia A non è più interessata a detenzione e gestione della società X
e vende a Newco la sua partecipazione. Newco paga il prezzo con i mezzi
finanziari ricevuti dai soci o da terzi. Anche la famiglia B potrebbe cedere a
Newco la partecipazione in X per poi reinvestire il prezzo di cessione (o
una parte) nella Newco.
Per il capital gain si ha tassazione diretta in capo alle persone fisiche o
tassazione in capo alla holding a suo tempo creata dal gruppo familiare (in
questo caso è in genere applicabile la Pex e il capital gain è tassato al 5%).
Negli accordi tra i nuovi soci (famiglia B e manager) si prevede in genere
una possibilità/obbligo di exit dall’investimento per i manager con
riconoscimento di una remunerazione/incentivazione (carried
interest/stock option)
LA SCELTA TRA FUSIONE E CONSOLIDATO FISCALE
Newco incorpora la società X o, in alternativa, le due società esercitano
l’opzione per il consolidato fiscale. Nella scelta vanno valutati:
8 la deducibilità fiscale degli interessi da indebitamento per acquisizione
sia in caso di fusione sia in caso di opzione per il consolidato fiscale;
8 il trattamento delle perdite fiscali pregresse;
8 il trattamento delle perdite fiscali post acquisizione;
8 la disciplina Iva (con la fusione consolidamento immediato delle
posizioni Iva);
8 il trattamento fiscale dei costi per servizi intercompany post operazione
(anche a favore di società del gruppo)
I passi successivi. I comportamenti della Newco
Interessi passivi
post-acquisizione:
il fisco «apre»
pLa frequenza delle operazio-
ni di Lbo all’interno o quale strumento di aggregazione dei gruppi industriali pone le questioni
della deducibilità dei costi per
servizi intercompany post operazione e delle opzioni di struttura fiscale post acquisizione (fusione o consolidato fiscale).
Sul primo tema, aver posto la
questione sugli Lbo per i fondi di
private equity può aver condotto
a interpretazioni non consistenti.
Se infatti si inquadra il tema nell’ambito degli Lbo all’interno dei
gruppi, l’accentramento dei servizinellacapogrupposullabasedi
un contratto di service non pone
solitamente dubbi sulla loro deducibilità (salvo il tema dello shareholder cost, vale a dire i costi sostenuti nell’interesse del socio e
non delle partecipate).
Sul tema consolidato fiscale/
fusione la circolare 6/E (punto
2.2) riconosce molto opportunamente la deducibilità degli interessi passivi da indebitamento
per acquisizione, sia che essi vengano compensati con il consolidato nazionale, sia mediante fusione. Suggerisce anche un riesame (pro-contribuente) dei contenziosi sugli M-Lbo, «salvo che
nei singoli casi (…) si riscontrino
(…) profili di artificiosità (…) come nel caso in cui all’Lbo abbiano
concorso i medesimi soggetti che
(…) controllano la target»; poiché
il presupposto normativo è l’articolo 10-bis della legge 212/2000, si
tratterà di vedere se – preso atto
della riconosciuta inerenza e
quindi della deducibilità degli interessi passivi a seguito della citata circolare – possano sussistere
ancora gli elementi di artificiosità
dettati da «operazioni prive di sostanza economica» che realizzano «vantaggi fiscali indebiti».
Un motivo di natura fiscale
che rende preferibile la fusione
rispetto al consolidato deriva
dalla disciplina Iva di gruppo: attenderecirca1anno(vd.Dm12dicembre 1979) per poter consolidare ai fini Iva la società acquisita
può rappresentare una criticità
rilevante, proprio per Lbo che
hanno come sottostante un’integrazione industriale.
Sempre sul tema consolidato
fiscale/fusione viene sovente asserita nella circolare ministeriale
una sostanziale indifferenza tra
l’opzione della fusione della target e quella del consolidato nazionale tra newco e target con riferimento alla riportabilità delle perditefiscali;ciòècorrettoperquanto riguarda le perdite (future) che
si possono generare post acquisizione per effetto del maggior indebitamento,manonperleperditepregresse;perlequali,insintesi,
possono aversi tre situazioni differenti: perdite maturate da
NewCo nel periodo interinale
pre-fusione; perdite pregresse di
Target;perdite pregresse del
gruppo acquisito (in cui c’è anche
Target) che ha già optato per un
suo consolidato nazionale.
Nei tre casi l’opzione del consolidato fiscale con la Target non
produce in genere gli stessi effetti
di una fusione di NewCo con Target: infatti, con il consolidato fiscale, le perdite pregresse non si
possono utilizzare, mentre con la
fusione il riporto delle perdite è
possibile entro i limiti di cui all’articolo172comma7Tuiro,comunque, per effetto dell’esito positivo
dell’interpello,lacuiobbligatorietàèconfermatadallacircolare(vd
anche la circolare 337/E del 2002).
Quanto alle perdite fiscali post
acquisizione, l’indifferenza tra
consolidato e fusione è invece
corretta; differente il discorso per
il riporto di interessi passivi e Rol
(cfr. risoluzione 42/E del 2011).
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24
Norme e tributi
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
DIRITTO DELL'ECONOMIA
www.quotidianofisco.ilsole24ore.com
Società. Vigilare sull’adeguatezza dell’assetto aziendale è uno dei doveri principali del collegio secondo il Codice civile
Organizzazione al vaglio dei sindaci
L’allontanamento o la mancata sostituzione di dirigenti sono indicatori di rischio
PAGINA A CURA DI
Luca Bicocchi
Davide Rossetti
pVigilare
sull’adeguatezza
dell’assetto organizzativo
aziendale è uno dei doveri
principali del collegio sindacale, previsto dall’articolo 2403
del Codice civile, e questo controllo rappresenta uno degli
aspetti chiave su cui devono vigilare i sindaci, all’inizio dell’incarico e nel corso del suo
svolgimento, compresa la “stagione dei bilanci”.
Un assetto organizzativo
adeguato e rappresentato da
personale competente e qualificato impiegato in posizioni e ruoli idonei implica, infatti un minor rischio per l’azienda sia sotto il profilo della violazione della legge e dello
statuto, sia sotto l’aspetto amministrativo-contabile e del
controllo interno.
L’organizzazione è il requisito primario da cui trae origine la
natura stessa dell’impresa, come si evince dalle definizioni civilistiche di imprenditore e
azienda sancite dagli articoli
2082 e 2555 del Codice civile.
Gli indicatori da valutare
L’assenza di personale con
competenze appropriate riguardo alla contabilità e al bilancio (oppure l’allontanamento di figure chiave a livello
dirigenziale) sono due condizioni che possono indicare rischi di errori significativi nell’informativa finanziaria che il
revisore deve valutare in base
al principio di revisione Isa Italia 315, così come la perdita di
amministratori o di dirigenti
chiave senza una loro sostituzione è un indicatore gestionale di allarme previsto dal principio di revisione Isa Italia 570
che il revisore deve valutare ai
fini della verifica della sussistenza del presupposto di continuità aziendale.
La struttura organizzativa
Un assetto organizzativo adeguato è, dunque, il requisito primario che ingloba le altre caratteristiche che un’azienda deve
possedere per poter raggiungere i propri obiettivi di business e
garantirsi una efficace sopravvivenza patrimoniale, economica e finanziaria.
L’assetto organizzativo è il
LA PAROLA
CHIAVE
Assetto organizzativo
7L’assetto organizzativo della
società è il complesso di direttive
e procedure stabilite per
garantire che il potere
decisionale sia assegnato ed
effettivamente esercitato a un
appropriato livello di competenza
e responsabilità. Un assetto
organizzativo è adeguato se
presenta una struttura
compatibile alle dimensioni della
società, alla natura e alle
modalità di perseguimento
dell’oggetto sociale. Al crescere
della dimensione aziendale si
rende necessario adottare
procedure volte a monitorare i
diversi processi aziendali (si
vedano i principi di
comportamento del collegio
sindacale redatti dal Consiglio
nazionale dei dottori
commercialisti e degli esperti
contabili).
TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI VARESE
Immobili industriali e commerciali, strutture turistiche
AVVISO DI VENDITA DI BENI IMMOBILI
FALLIMENTO N. 3630 REG. GEN. ANNO 2007
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risultato della combinazione
tra la struttura organizzativa che definisce e assegna i compiti e le responsabilità alle singole
unità organizzative- e i sistemi
operativi che regolano e guidano i comportamenti delle persone nello svolgimento delle
attività aziendali.
La struttura organizzativa
è descritta:
1 nell’organigramma aziendale che elenca le unità organizzative in cui è articolata l’impresa
e le relazioni gerarchiche;
1 nel mansionario che raccoglie le descrizioni delle mansioni corrispondenti alle singole
posizioni all’interno delle unità
organizzative.
I controlli dei sindaci
Il collegio sindacale svolge
compiti di alta sorveglianza basati sull’approccio al rischio.
La sua attività si concentra di
conseguenza su metodi, procedure e strumenti con cui
l’azienda organizza la propria
attività
amministrativa.
L’obiettivo del collegio quindi
è quello di accertare l’esistenza
di adeguate procedure interne
e di verificare l’adeguatezza e
l’efficacia dei flussi informativi
generati da tali procedure.
Il collegio sindacale vigila
sull’adeguatezza dell’assetto
organizzativo e sul suo concreto funzionamento; ciò vuol dire
che l’attività di vigilanza si
esplica all’inizio dell’incarico e
nel corso dello stesso.
e All’inizio dell’incarico, il
collegio sindacale acquisisce la
conoscenza dell’assetto organizzativo, prendendo in considerazione l’oggetto sociale, il
settore di attività e il mercato in
cui la società opera mentre nel
corso dell’incarico vigila sul
concreto funzionamento del-
TRIBUNALE
BERGAMO
DI
AVVISO DI VENDITA
PROC. N. 194/10 R.F.
***
ESTRATTO AVVISO DI GARA
SENZA INCANTO
Il fallimento “HARCA S.R.L.”, tenuto conto che non è pervenuta alcuna offerta con
riferimento ai primi due tentativi di vendita,
propone in vendita i seguenti lotti, attualmente liberi, meglio descritti da perizia del
Geom. Enrico Ambrosini consultabile sui
siti internet oltre indicati, così brevemente
descritti:
Lotto n. 1: GORO (Ferrara). Prezzo base
terzo tentativo di vendita euro 166.400,00.
Fabbricato via Giuseppe Garibaldi n° 115Via Alessandro Manzoni al civico 42-44.
Lotto n. 2: Mesola (Ferrara). Prezzo base
terzo tentativo di vendita euro 124.160,00.
Fabbricato in Via Cristina al civico 40, in
Lotto n. 3: Comacchio (Ferrara), Prezzo base terzo tentativo di vendita euro
307.200,00. Lido delle Nazioni, via Lungomare Italia. Stabilimento balneare attrezzato con servizio spiaggia, bar ristorante,
in parte, con “diritto di insistenza” e rilascio di concessione idraulica (si rimanda ai
dettagli nella relativa perizia), su suolo di
relative comunicazioni per il subentro nella
concessione demaniale n. FE13T0005, oltre che a rimborso al fallimento del deposito cauzionale e della quota parte canone
di competenza.
Lotto n. 4: Codigoro (Ferrara). Prezzo base
terzo tentativo di vendita euro 58.240,00.
Fabbricato con parcheggio, in fregio alla
strada statale 309 Romea al civico 36/d Lo
Lotto n. 5: Comacchio (Ferrara). Prezzo base terzo tentativo di vendita euro

Strada Statale Romea n. 309. Mappali 172,
10 e 85.
Lotto n. 6: Comacchio (Ferrara). Prezzo base terzo tentativo di vendita euro
112.852,00. Immobile in fase di costruzione Catasto Fabbricati, al foglio 49 mapp.
306.
In merito a tutte le ulteriori precisazioni
catastali, descrittive ed alle eventuali dif  alla perizia del Geom. Enrico Ambrosini
nonché all’avviso di vendita pubblicato sui
siti internet più oltre indicati.
La gara per la vendita senza incanto com ­
per il giorno 4 agosto 2016 alle ore 15,30.
In caso di gara deserta, il successivo tentativo di vendita senza incanto competitiva
€ ­
giorno 11 ottobre 2016 alle ore 16,30 avanti
al Notaio per i seguenti prezzi:
Lotto n. 1: GORO. Prezzo base quarto tentativo di vendita euro 124.800,00.
Lotto n. 2: MESOLA. Prezzo base quarto
tentativo di vendita euro 93.120,00.
Lotto n. 3: COMACCHIO. Stabilimento
Balneare ed attrezzature. Prezzo base quarto tentativo di vendita euro 230.400,00.
Lotto n. 4: ‚ƒ„…ƒ†ƒ  quarto tentativo di vendita euro 43.680,00.
Lotto n. 5: COMACCHIO. Mappali 172,
10 e 85. Prezzo base quarto tentativo di
vendita euro 522.480,00.
Lotto n. 6: COMACCHIO. Mapp. 306.
Prezzo base quarto tentativo di vendita euro
84.639,00.
Ulteriori informazioni per la gara, le
 di aggiudicazione devono essere reperite sui siti www.tribunale.bergamo.it,
www.asteannunci.it, www.asteavvisi.it e
www.canaleaste.it
l’assetto organizzativo, con
specifico riferimento ai processi di gestione dei rischi, di
controllo interno e di informativa finanziaria.
L’attività di vigilanza del
collegio sindacale sull’assetto
organizzativo si realizza sulla
base della valutazione delle
informazioni richieste e arrivate allo stesso collegio dai
soggetti preposti ai diversi
ambiti operativi (ad esempio
internal auditing e società di
revisione) e sulla base delle
informazioni e notizie autonomamente acquisite dal collegio sindacale tramite atti di
ispezione e di controllo.
r Nel corso dell’incarico, il
collegio, in caso di rilevi, verifica l’efficacia delle azioni correttive adottate dalla società.
Se queste azioni sono ritenute
insufficienti, spingono il collegio a dar luogo alle iniziative
previste dalla legge per rimuovere le violazioni riscontrate
(convocazione dell’assemblea ovvero denunzia al tribunale a seconda della gravità
dei comportamenti).
La verbalizzazione
Dal punto di vista della verbalizzazione sul libro, il collegio
sindacale si occupa della verifica dell’assetto organizzativo in sede di insediamento, di
pianificazione delle attività,
di vigilanza periodica e in ultimo nella relazione al bilancio, nella quale, in un paragrafo ad hoc, sono riassunte le
conclusioni dell’attività di vigilanza espletata.
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IN ESCLUSIVA PER GLI ABBONATI
Le norme e i principi citati
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Società Interporto di Torino
S.I.TO S.p.A.
Sede Legale: Interporto di Torino Km. 20 + 500 - Tang. Sud - Prima
Strada n. 2 - 10043 ORBASSANO (TO)
- Tel. 011/3975975 - Fax 011/3975775
- e-mail: [email protected]. –
www.sitospa.it
AVVISO di gara per procedura aperta per l’affidamento dei servizi di
raccolta e trasporto ad impianti autorizzati di recupero/smaltimento/
trattamento dei rifiuti urbani e assimilati, ivi inclusi quelli derivanti
dalla raccolta differenziata, spazzamento manuale e meccanizzato e
prestazioni accessorie da eseguirsi
presso l’Interporto di Torino. CIG:
6708496A05
Luogo principale di esecuzione: Interporto di Torino
Criterio di aggiudicazione: Criterio
del prezzo più basso espresso mediante massimo ribasso percentuale
rispetto all’importo dei servizi posto a
base di gara, ex art. 95 - comma 4 Lett. b) del D. Lgs. n. 50/2016.
Appalto di Servizi - Oggetto principale: Servizi. CPV 90511000 - 2 e
90512000- 9
L’importo complessivo stimato a base
di gara per anni due ammonta a Euro
427.447,26, di cui Euro 423.847,26 per
servizi ed Euro 3.600,00 per Oneri di
Sicurezza.
Termine di presentazione, a pena di
esclusione, delle offerte: entro le ore
12,00 del 12 luglio 2016.
Indirizzo a cui devono pervenire le
offerte, a pena di esclusione: S.I.TO
S.p.a. - Km. 20,500 Tangenziale Sud
- Prima Strada n. 2 - 10043 Orbassano (TO).
Data e luogo di aperture delle offerte: a partire dalle ore 9,30 del 13
luglio 2016 c/o la sede legale della
S.I.TO S.p.A.
Responsabile del Procedimento: Ing.
Davide Giaquinta.
Tutti i documenti di gara sono consultabili presso la sede legale della S.I.TO
S.p.A. - Km 20+500 Tang. Sud - Prima
Strada n. 2 - 10043 Orbassano (TO) oppure presso il sito societario www.
sitospa.it - sezione “Gare e Appalti”.
Informazioni complementari: potranno essere richieste entro e non
oltre il primo luglio 2016.
Il presente bando è pubblicato in
base alle vigenti disposizioni di legge.
Orbassano, 25 maggio 2016
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
(Ing. Davide GIAQUINTA)
Da ricostruire
le responsabilità
di ogni profilo
pL’organigramma aziendale
I punti cardine dei controlli
I REQUISITI PER L’ADEGUATEZZA DELL’ASSETTO
01 CHIAREZZA SU FUNZIONI E RESPONSABILITÀ
L’organigramma aziendale deve avere una chiara
identificazione delle funzioni, dei compiti e delle linee di
responsabilità
02 DECISIONI COLLEGATE AI POTERI
L’attività decisionale della società deve essere esercitata
dai soggetti ai quali sono attribuiti i relativi poteri
03 GESTIONE EFFICACE DI RISCHI E CONTROLLI
Devono essere previste procedure che assicurano
l’efficienza e l’efficacia della gestione dei rischi e del
sistema di controllo, anche con riferimento alle società
controllate. Deve essere presente personale con adeguata
competenza a svolgere le funzioni assegnate e conoscenza
delle direttive e procedure aziendali
LE ATTIVITÀ OPERATIVE DEL COLLEGIO SINDACALE
01 ORGANIGRAMMA SEMPRE AGGIORNATO
Il collegio deve chiedere alla direzione l’esibizione
dell’organigramma e gli aggiornamenti se, nel corso del
mandato, ci sono state variazioni nell’organico aziendale
02 COLLOQUI CON LA DIREZIONE
Deve effettuare interviste alla direzione e ai soggetti
responsabili delle varie unità organizzative/divisionali,
così come indicati nell’organigramma
03 VERIFICA SULLA CONOSCENZA DEI RUOLI
Deve verificare la conoscenza di ruoli e funzioni da parte del
personale in azienda, la corrispondenza con quanto
indicato nell’organigramma e il suo aggiornamento in caso
di mutamento di ruoli o di variazione del personale
TRIBUNALE DI BERGAMO
rappresenta la struttura organizzativa della società. I modelli più usati per rappresentare la struttura organizzativa
fanno riferimento a:
e strutture funzionali, ovvero
organizzazione delle attività di
impresa in gruppi omogenei di
compiti definiti «funzioni», affidando ciascuna funzione a un
responsabile che si pone a livello intermedio tra il vertice e le
unità operative. Ai responsabili di funzione sono affidate precise responsabilità e relativa
autonomia per perseguire gli
obiettivi stabiliti nella programmazione;
r strutture divisionali, tipiche
delle imprese che operano in
contesti competitivi complessi
con prodotti diversi o in molteplici aree geografiche. La divisione in genere riguarda gruppi
di prodotti ovvero diverse aree
geografiche in cui opera l’impresa. La direzione centrale
produce per tutte le divisioni i
servizi interni che si ritiene più
conveniente mantenere centralizzati. Le divisioni si muovono sotto il controllo della direzione centrale (corporate),
in autonomia rispetto al proprio ambito competitivo e si
strutturano al loro interno per
funzioni. La struttura centrale
definisce la strategia unitaria
dell’impresa, assegna gli obiettivi e le risorse alle divisioni e
controlla i risultati da queste
conseguiti sui vari mercati.
Nell’organigramma e nel
mansionario devono essere indicate le linee funzionali che
collegano le unità operative ai
vari livelli gerarchici, deve essere mappata tutta la struttura organizzativa e devono essere descritti le responsabilità e i doveri
principali relativi a un particola-
Giudice delegato D.ssa Giovanna Golinelli – Liquidatore giudiziale Dott. Nicola Sodo
AVVISO DI VENDITA PER ESTRATTO DI BENI IMMOBILI
Il Liquidatore Giudiziale dott. Nicola Sodo
COMUNICA
Che in data 02 agosto 2016 alle ore 15.00 a Bergamo, presso il proprio studio in Bergamo via Scotti
n. 11 si terrà una procedura competitiva per l’aggiudicazione del compendio immobiliare industriale
chimico
Milano-Venezia a distanza di 2 Km dal casello di Capriate (BG) e ubicato all’interno del primario
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Legge Seveso). Il compendio occupa una areaƒ„…†­‡‡
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legge. Termine per la presentazione delle offerte 01 agosto 2016 ore 15.00 in busta chiusa presso lo studio del Liquidatore giudiziale. Il disciplinare di vendita completo a cui si
 ‡ –‡ 
–––‡‡, –––; –––; –––
–––, –––; ––– Per ogni ulteriore informa —ƒ  ˜  Š ­ˆ‘Ž……‘ ­‘ ™ ‰
[email protected]™š€’‰ˆ…­ …‡›.
TRIBUNALE DI BERGAMO
FALLIMENTO (R.F. 43/2016) - FONDERIE PILENGA BALDASSARRE & C. S.p.A.
Il Collegio dei Curatori pone in vendita congiuntamente: ramo aziendale e relativo stabilimento,
sito in Lallio (BG), Via Provinciale n. 29, per l’esercizio dell’attività d’impresa di Fonderie Pilenga
ai seguenti valori costituenti base d’asta: (a) Euro 5.804.616,00 per il ramo d’azienda, di cui Euro
3.052.000,00 per l’immobile, (b) Euro 2.174.044,00 per gli impianti, i macchinari e gli apparati
industriali e (c) Euro 578.572,00 per il magazzino tecnico e per il magazzino prodotti obsoleti
(oltre al magazzino residuo a valore di fusione), con subentro dell’acquirente (i) nei rapporti con
i dipendenti in forze presso l’azienda e (ii) nei contratti di leasing in corso, il tutto come meglio
descritto nel bando. L’asta senza incanto si terrà avanti Notaio Dott. Armando Santus in Bergamo,
via Divisione Julia, 7, il 28 luglio 2016 ore 16.00. Le offerte irrevocabili di acquisto, cauzionate
con assegno circolare intestato al Fallimento, per importo pari al 10% dell’offerta, dal contenuto
conforme allo schema di offerta contemplato dal bando, dovranno essere presentate in busta chiusa
indirizzata allo studio del Notaio, entro le ore 12:00 del giorno precedente la gara. In caso di più
offerte valide, si procederà alla gara sulla base dell’offerta più alta, con rilanci minimi non inferiori
ad Euro 10.000,00. Tutti le imposte di legge e gli oneri accessori all’aggiudicazione saranno a
carico dell’aggiudicatario. Per tutte le informazioni si rimanda al disponibile sul sito del Tribunale
di Bergamo e ai documenti consultabili presso la data room, rivolgendosi direttamente al Collego
dei Curatori: dott. Sergio Almici (tel. 035.4349518), dott. Alberto Carrara (tel. 035.223225), avv.
Federico Almini (tel. 035.211430), Pec: [email protected].
Sono aperte le selezioni. Programma, borse di studio
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George’s Court
54-62, Townsend Street
Dublino 2, Irlanda
SOCIETÀ DI GESTIONE
Fondo Comune d’Investimento di Diritto Lussemburghese
FONDITALIA
AVVISO AI SOTTOSCRITTORI
Si informano i sottoscrittori di FONDITALIA che sarà avviato il collocamento
di un nuovo compartimento, FONDITALIA FINANCIAL CREDIT BOND (“F45”),
al prezzo di emissione iniziale di 10 Euro per quota dal 16 giugno 2016
al 25 giugno 2016.
Gli articoli 2.3.4.9 e 17 del Regolamento di Gestione sono stati modificati
con efficacia dal 16 giugno 2016.
Il Prospetto, il Regolamento di Gestione e le Informazioni Chiave per gli
Investitori (KIID) in corso di aggiornamento saranno disponibili presso
la Società di Gestione nonché presso FIDEURAM BANK (Luxembourg) S.A.
e presso le Società incaricate del collocamento.
Lussemburgo, 13 giugno 2016
La Società di Gestione
COMUNE DI FERRARA
Avviso di procedura aperta
Il Comune di Ferrara, P.zza Municipale, 2 - 44121
Ferrara - tel. 0532/419284 - fax 0532/419397
- [email protected] indice procedura aperta per la fornitura dei libri di testo agli
alunni delle scuole primarie residenti nel Comune d Ferrara per gli aa.ss. 2016/2017-2017/20182018/2019 (CIG: 6701753D84). Importo a base di
gara per il triennio contrattuale Euro 429.784,39
criterio di aggiudicazione: minor prezzo ai sensi dell’art. 95, comma 4, lett. b) d.lgs 50/2016;
Termine ultimo per la presentazione delle offerte: 4/07/2016 ore 13, corredate dai documenti
indicati nel bando di gara spedito in G.U.U.E in
data 27/05/2016 e pubblicato in forma integrale
unitamente al disciplinare di gara, ai capitolati d’appalto e relativi allegati sul sito internet
www.comune.fe.it/contratti, e affissi all’Albo
Pretorio del Comune di Ferrara in pari data.
Apertura delle offerte 06/07/2016 ore 10 presso
la Residenza Municipale. Resp. del Procedimento dott. Mauro Vecchi - Direttore Istituzione dei
Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie.
estratto Gara n. 9034/2016
in nome e per conto di IREN SERVIZI E
INNOVAZIONE S.p.A.
PROBIS - Supporting public procurement of
building innovative solutions. Indagine di
mercato ex art. 36 comma 2 lett. b del D.Lgs.
50/2016 per l’affidamento di incarico professionale avente ad oggetto la progettazione
definitiva ed esecutiva inerente alla manutenzione straordinaria degli impianti tecnologici presso lo stabile di proprietà della Città di Torino di via Bologna 74 – Torino. L’importo ammonta fino alla concorrenza di €
55.000,00 (IVA esclusa). Per visionare il bando:
http://www.gruppoiren.it/appalti.asp.
Scadenza presentazione domande: ore 12,00
del 27/06/2016
IREN S.p.A.
IL DIRIGENTE ASSISTENZA APPALTI E LAVORI
(dott. Mauro Oddi)
AVVISO DI PROROGA TERMINI
re profilo professionale.
Il collegio sindacale - con
l’esame dei manuali interni
aziendali in cui sono trascritte le
procedure operative - verificherà che ci sia un adeguato supporto organizzativo per l’efficacia
delle procedure che garantiscono la corretta registrazione delle informazioni aziendali nel sistema informativo, di quelle relative alla gestione del personale e di quelle sul sistema di
pianificazione e controllo. Con
riferimento a quest’ultimo, potrà verificare l’esistenza del piano strategico e dei budget, monitorando gli aggiornamenti (almeno annuali) dei documenti, la
fattibilità dei piani e la loro coerenza con le strategie aziendali.
È importante verificare la
corrispondenza fra la struttura
decisionale aziendale e le deleghe depositate al registro delle
imprese, fare una ricognizione
complessiva dello statuto sociale, delle delibere assembleari e consiliari relative alla attribuzione di poteri e delle procure rilasciate dagli organi titolati, nonché la presenza di
piani di formazione del personale dipendente.
Nelle imprese più piccole la
semplicità della struttura organizzativa consente una limitata
formalizzazione degli assetti organizzativi. Il collegio sindacale
svolgerà i propri compiti di vigilanza verificando che il maggior
coinvolgimento dei soci nella
gestione della società non comprometta l’adeguatezza dell’assetto organizzativo. Potrebbe
esserci infatti una ridotta o assente formalizzazione delle direttive e delle procedure aziendali , per la concentrazione su
uno stesso soggetto, di funzioni
operative e di controllo.
FIDEURAM ASSET MANAGEMENT (IRELAND) LIMITED
CONCORDATO PREVENTIVO PEMCO EMAILS SRL
IN LIQUIDAZIONE – C.P. 34/2012
AUTORITÀ PORTUALE
DI LIVORNO
Con riferimento alla gara mediante procedura ristretta ex art. 55, comma 6, del d.lgs.
n. 163/2006, di finanza di progetto a fase unica ex
art. 153, commi 1-14, del medesimo decreto, per
l’affidamento de: “La progettazione definitiva
ed esecutiva della Prima Fase della Piattaforma
Europa del porto di Livorno, comprensiva del
terminal per contenitori e di tutte le opere ad
esso connesse, nonché l’esecuzione dei lavori di
realizzazione, l’allestimento e la gestione del
Terminal per lo svolgimento di operazioni portuali ex art. 16 della L. 84/1994” (CIG:6548209901;
CUP:B41H15000170005; CPV:45241000-8), pubblicata sulla G.U.U.E. n.2016/S 056-092748 del
19.03.2016 e sulla G.U.R.I. n.33 del 21.03.2016, 5a
Serie Speciale, atteso che è in corso l’aggiornamento dello Studio di Fattibilità e della relativa
Relazione tecnico-illustrativa;
SI RENDE NOTO
che il termine per la presentazione delle domande di partecipazione, già stabilito per il giorno 30
giugno 2016 alle ore 12.00, è prorogato al giorno
30 settembre 2016 alle ore 12.00. Conseguentemente il termine per la proposizione di quesiti
scritti o richieste di chiarimenti, già fissato per il
giorno 16 giugno 2016 alle ore 12.00, è prorogato al
giorno 16 settembre 2016 alle ore 12.00.
Livorno, 7 giugno 2016
IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
Avv. Giuliano Gallanti
I modelli. L’articolazione in funzioni o divisioni
La Banca Depositaria
COCIV
CONSORZIO COLLEGAMENTI
INTEGRATI VELOCI
AVVISO DI APPALTO
AGGIUDICATO
1) Ente Aggiudicatore: COCIV (Consorzio Collegamenti Integrati
Veloci), via Renata Bianchi 40,
Genova 16152, Italia, in qualità di
General Contractor
2) Procedura di aggiudicazione:
Procedura aperta, ex art. 55 del
D.Lgs. n. 163/2006, a massimo
ribasso
3) Data di aggiudicazione dell’appalto: 07/03/2016
4) Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso
5) Oggetto dell’appalto: Procedura aperta, ex art. 55 del D.Lgs.
n. 163/2006, interamente gestita per via telematica, per l’affidamento dei lavori di realizzazione delle opere civili di linea
e relative opere connesse da
pk 29+958,49 a pk 36+280,64
nell’ambito dei lavori di realizzazione della Tratta AV/AC
“Terzo Valico dei Giovi” - LOTTO
SERRAVALLE.
CUP: F81H92000000008 - CIG:
6398382FD8
6) Numero di offerte ricevute: 3
7) Aggiudicatario: Grandi Lavori
Fincosit S.p.A., Piazza Fernando
De Lucia, 60/65 - 00139 Roma
8) Importo di aggiudicazione: Euro
164.669.326,39 IVA esclusa
9) Ribasso offerto: 13,366%
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
F.to Ing. Andrea Ottolin
Norme e tributi 25
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
LAVORO
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Crisi aziendali. Le assenze degli addetti vanno gestite con attenzione per tener conto delle indicazioni giunte dalla giurisprudenza
La riduzione d’orario va pattuita
Accordi tra le parti per fronteggiare i cali produttivi e limitare le retribuzioni
A CURA DI
Stefano Rossi
pQuando il lavoratore è “co-
stretto” da cali produttivi o altre
circostanze eccezionali a lavorare meno ore rispetto a quelle
previste dal contratto individuale, le aziende rischiano delle
conseguenze sul piano retributivo e contributivo, se la situazione non viene gestita correttamente. E gli effetti si accentueranno dal prossimo 1° gennaio, quando il libro unico del
lavoro - su cui le ore in meno
vengono registrate come assenze - sarà trasmesso per via telematica. Gli uffici periferici del
ministero del Lavoro, infatti,
potranno riscontrare direttamente eventuali anomalie nella
gestione delle presenze.
Gli orientamenti
Sul tema della riduzione degli
orari richiesta dal datore di lavoro bisogna tenere conto di due
orientamenti.
Da un lato, la Cassazione, infatti, ha affermato che l’obbligazione retributiva costituisce il
corrispettivo della prestazione
di lavoro. Quindi, quando la
prestazione manca per causa
imputabile al datore di lavoro, il
lavoratore può ottenere soltanto il risarcimento del danno (in
linea generale nella misura corrispondente alla retribuzione)
subìto a causa dell’impossibilità di svolgere la prestazione cagionata dal rifiuto ingiustificato del datore di lavoro (Cassazione 16413/2013).
In sostanza, il comportamento del datore che lascia in condizione di inattività il dipendente
non solo viola l’articolo 2103 del
Codice civile, ma è al tempo stesso lesivo del fondamentale diritto al lavoro, inteso soprattutto
come mezzo di estrinsecazione
della personalità di ciascun cit-
tadino, nonché dell’immagine e
della professionalità del dipendente, mortificate dal mancato
esercizio delle prestazioni tipiche della qualifica di appartenenza (Cassazione 7963/2012,
Sezioni unite 2334/1991).
Un’altra linea interpretativa ha affermato che costituisce un principio fondamentale della disciplina dei rapporti
di lavoro subordinato quello
secondo il quale la retribuzione non è dovuta dal datore solo nel caso in cui:
e la prestazione lavorativa sia
divenuta impossibile (articoli
1206, 1256, 1258 del Codice civile);
r oppure sia stato stipulato un
accordo modificativo del contratto individuale di lavoro, in
forza del quale le parti convengano che per un certo tempo non
saranno eseguite le prestazioni e
le controprestazioni (sospensione del rapporto).
Insomma, solamente l’impossibilità sopravvenuta della
prestazione, per fatti non addebitabili al datore di lavoro, lo libera dal pagamento della retribuzione. Ma l’impossibilità deve essere non prevedibile, né
evitabile, né riferibile a carenze
di programmazione od organizzazione aziendale o a cali di
commesse o crisi economiche
(Cassazione 7300/2004 e
14905/2012). Se si dovesse seguire questa tesi, la conseguenza
potrebbe essere l’emissione
della diffida accertativa per crediti patrimoniali (articolo 12 del
Dlgs 124/2004) per le ore non lavorate e registrate come assenze sul libro unico del lavoro.
Tuttavia, bisogna ricordare
che i crediti oggetto di diffida accertativa possono essere solo
quelli che, già prima dell’intervento dell’ispettore, abbiano i
caratteri della liquidità e della
esigibilità e rispetto ai quali l’in-
tervento accertativo miri a consacrare la “certezza”. Il che potrebbe produrre a volte in un effetto paradossale: da un lato, i
presunti crediti del lavoratore
per ore non lavorate assumono
la valenza di titoli esecutivi; dall’altro, il fatto sostanziale oggetto dell’atto di accertamento (la
quantità di ore non lavorate o il
motivo per cui non sono state lavorate) potrebbe essere oggetto
dei rimedi amministrativi o giuridizionali previsti dalla legge.
I rimedi
Per evitare contenziosi, esistono diversi rimedi. Tralasciando in questa sede il ricorso agli ammortizzatori sociali,
ricordiamo che aziende e dipendenti possono:
1 sottoscrivere accordi individuali in sede protetta aventi a oggetto la sola disponibilità della
retribuzione in relazione alle
ore o ai giorni non lavorati, giustificandoli anche in ragione del
calo delle commesse;
1 stipulare un accordo modificativo del contratto individuale di lavoro in forza del quale si conviene che per un certo
periodo di tempo non saranno
eseguite le prestazioni o le
controprestazioni;
1 modificare l’orario di lavoro
trasformandolo, con il consenso
del dipendente, in part time, con
contestuale sottoscrizione di
clausole elastiche che consentano di articolare la prestazione di
lavoro solo in base alle effettive
esigenze aziendali, eventualità,
del resto, resa ancora più flessibile dalle modifiche introdotte
dal Dlgs 81/2015.
LE SOLUZIONI PER INQUADRARE LA RIDUZIONE D’ORARIO PER CALI PRODUTTIVI
GLI ACCORDI
SINDACALI
IL PASSAGGIO
A PART TIME
IL CONTRATTO
DI PROSSIMITÀ
In caso di situazioni variabili dell’impresa si può ricorrere agli
strumenti di integrazione salariale che consentono la sospensione delle
obbligazioni principali, cioè la prestazione di lavoro e la retribuzione. In
particolare, si potrà ricorrere alla cassa integrazione guadagni, anche
straordinaria, al fondo di solidarietà settoriale o al contratto di
solidarietà
In caso di calo di commesse o contrazione economica dell’attività,
anche al fine di evitare i licenziamenti, si potranno sottoscrivere degli
accordi in sede sindacale ai sensi dell’articolo 411, comma 3, del Codice
di procedura civile, per disciplinare le ore o i giorni non lavorati
Per evitare le registrazioni delle assenze per carenza di lavoro, si
potrà consensualmente modificare l’articolazione dell’orario di
lavoro, con passaggi da tempo pieno a tempo parziale, attraverso la
sottoscrizione di clausole flessibili ed elastiche che consentano di
distribuire l’orario di lavoro in base alle esigenze aziendali.
Occorrerà rispettare comunque il monte ore anche annuale e i limiti
fissati dal Dlgs 81/2015
La gestione dell’orario di lavoro può essere oggetto del contratto
di prossimità ai sensi dell’articolo 8 del Dl 138/2011 (convertito in
legge 148/2011). In particolare, l’azienda con le rappresentanze
sindacali potrà sottoscrivere un accordo finalizzato alla gestione
delle crisi aziendali per poter regolare l’orario di lavoro
rendendolo più flessibile e, quindi, adattabile alle esigenze
contingenti dell’impresa
LE RICADUTE SUL CALCOLO DELL’IMPONIBILE
I VINCOLI
SUI CONTRIBUTI
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IN ESCLUSIVA PER GLI ABBONATI
Le sentenze e i documenti citati
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Sui contributi
versamenti minimi
senza deroghe
pLa gestione delle assenze
Le opzioni per il datore e i dipendenti
GLI
AMMORTIZZATORI
Le conseguenze. L’imponibile non diminuisce
Sul piano contributivo l’articolo 12 della legge 153/1969 stabilisce
che alla base dei contributi deve essere posta la retribuzione
dovuta per legge o per contratto collettivo o individuale e questo
anche in presenza di rinuncia del lavoratore alle spettanze
retributive già maturate e non versate. È un principio di carattere
generale, confermato dalla prassi più recente. Inoltre, i contratti di
prossimità eventualmente firmati non possono derogare alla
determinazione dell’imponibile contributivo
per cali produttivi ha anche riflessi sul piano contributivo,
dovendo il datore di lavoro versare i contributi sui minimali
previsti dalla legge. In sostanza,
la determinazione del prelievo
contributivo si origina nell’individuazione della retribuzione imponibile utile ai fini previdenziali. Secondo l’articolo 12
della legge 153/1969 il reddito
imponibile è costituito da tutte
le somme e i valori a qualunque
titolo maturati nel periodo di riferimento in relazione al rapporto di lavoro, al lordo di qualsiasi trattenuta sia contributiva
sia fiscale. Quindi il calcolo
contributivo dovrà essere preceduto da due momenti:
e la determinazione della
retribuzione minima quale
base di calcolo per i contributi previdenziali (minimale
retributivo);
r l’accertamento del minimale
contributivo (il minimo dei minimi) quale soglia economica
sotto la quale le aziende non
possono scendere.
La legge 338/1989 prevede
che la retribuzione-base per il
calcolo dei contributi previdenziali e assistenzali non può
essere inferiore all’importo
delle retribuzioni stabilito da
leggi, regolamenti, Ccnl, ovvero da accordi collettivi o contratti individuali (se più favorevoli). Ma la disposizione non
muta, tuttavia, il principio di
corrispettività dei rapporti di
lavoro, secondo il quale la retribuzione su cui calcolare i contributi previdenziali è determinata in funzione della prestazione effettivamente resa.
Nondimeno, al fine di garantire
l’adeguatezza delle prestazioni previdenziali, nel determinare la retribuzione minima ai
fini contributivi si deve tener
GIURISPRUDENZA | IL MERITO
Concordato, no alla «bad company»
Non è ammessa l’esdebitazione della società che accede alla procedura concorsuale
pNo al piano di concordato
preventivo che, attraverso la
scissione, consente alla società in
crisi di continuare l’attività, lasciando il compito di pagare i debiti alla società risultante dalla
scissione (scissionaria), con la liquidazione del patrimonio a essa
trasferito. È il principio affermato, nel decreto dell’8 marzo scorso, dalla Corte d’appello di Firenze (presidente Riccucci, relatore
Paparo) che, accogliendo un reclamo al decreto di omologazione di una procedura di concordato preventivo con continuità
aziendale, non ha ritenuto condivisibili le motivazioni della pronuncia di primo grado (decreto
37 del 27 febbraio 2015) del Tribunale di Arezzo (si veda Il Sole 24
Ore del 27 luglio 2015).
Il Tribunale
L’elemento centrale della proposta concordataria era rappresentato dal compimento - in ese-
cuzione del piano - di una operazione di scissione, in base alla
quale la società scissa avrebbe
continuato la sua attività imprenditoriale liberata da qualsiasi posizione debitoria, mentre
la società risultante dalla scissione (scissionaria) avrebbe provveduto, con la liquidazione del
patrimonio a essa trasferito, a
pagare i debiti concorsuali.
Un piano che il Tribunale di
Arezzo aveva promosso. I giudici
avevano sottolineato, in primo
luogo, che la società scissa si era
comunque impegnata a versare
alla procedura una parte dei proventi della continuità aziendale.
Inoltre, il tribunale aveva adottato un’interpretazione “correttiva” della proposta; nei fatti, si legge nel decreto, la società non si era
liberata dai debiti con la scissione
perché l’articolo 2506-quater,
comma 3, del Codice civile afferma che in caso di scissione ciascuna società resta responsabile in
solido dei debiti. Di conseguenza,
la proposta di concordato non
aveva violato l’articolo 2740 del
Codice civile: norma generale
che prevede il granitico principio
che tutto il patrimonio del debitore deve essere destinato a garantire e soddisfare i suoi debiti.
I giudici d’appello
Contrariamente a quanto affermato dal tribunale, la corte d’appello ha invece ritenuto che la
proposta concordataria difetti
del requisito della fattibilità giuridica, proprio nella parte in cui
prevede la liberazione della società scissa dai propri debiti fin
dal giorno successivo al perfezionamento della scissione (da
compiersi in esecuzione di piano
concordatario). L’esdebitazione
e il ritorno “in bonis” della società scissa concordataria sono infatti contrari proprio alla norma
imperativa dell’articolo 2506quater del Codice civile in materia di solidarietà tra società partecipanti alla scissione. La corte
d’appello, quindi, non ha seguito
l’interpretazione “correttiva”
LA PAROLA
CHIAVE
Scissione
7Si tratta di un’operazione
straordinaria con cui una società
(detta scissa) assegna tutto il suo
patrimonio a più società (dette
scissionarie), già esistenti o di
nuova costituzione. La scissione
può anche riguardare solo una
parte del patrimonio della società
scissa: in questo caso, può essere
assegnato anche a una sola
società. Con la scissione la
società scissa può attuare il
proprio scioglimento senza
liquidazione o continuare la
propria attività. La
partecipazione alla scissione non
è consentita alle società in
liquidazione che abbiano iniziato
la distribuzione dell’attivo.
della proposta concordataria
adottata dal tribunale.
Inoltre, secondo la corte d’appello, non è applicabile in questa
ipotesi il nuovo articolo 182 della
legge fallimentare, che, richiamando l’articolo 105, consente la
cessione di aziende o rami di
aziende senza l’assunzione, da
parte dell’acquirente, dei debiti
anteriori dell’azienda ceduta. Infatti, nel caso sottoposto al vaglio
dei giudici, è la stessa società
scissa - proponente il concordato preventivo - a restare nella gestione dell’azienda.
Quindi, la corte d’appello,
evidenziando il difetto di fattibilità giuridica, ha revocato il
decreto di omologazione del
concordato preventivo.
La riforma in cantiere
Il problema del coordinamento
tra le operazioni societarie a carattere straordinario e le operazioni straordinarie di risanamento è tra i tanti aspetti che la
legge delega proposta dalla
commissione Rordof si propone di risolvere.
La legge delega propone di rivisitare l’istituto del concordato
preventivo, prevedendo, tra l’altro, che in caso di operazioni societarie poste in essere nel corso
della procedura l’opposizione dei
creditori possa essere proposta
solo in sede di controllo giudiziale sulla legittimità della domanda
concordataria. Inoltre, la legge
delega prevede che gli effetti delle operazioni siano irreversibili,
anche in caso di risoluzione o annullamento del concordato, salvo
il diritto al risarcimento dei soci o
terzi danneggiati. Ancora, per la
legge delega i soci non hanno diritto di recesso in conseguenza di
operazioni incidenti sull’organizzazione o sulla struttura finanziaria della società.
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IN ESCLUSIVA PER GLI ABBONATI
Le decisioni citate
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Gratuito patrocinio. Dal 1° gennaio tempi stretti agli avvocati per presentare l’istanza di liquidazione del compenso
Parcella prima della fine del giudizio
Selene Pascasi
pL’avvocato che ha difeso un
cliente ammesso al gratuito patrocinio deve chiedere il proprio
compenso prima che si chiuda la
causa. Solo così il giudice, nell’emettere il provvedimento
conclusivo, potrà liquidare anche la sua parcella. Diversamente, al professionista, per ottenere le proprie spettanze, non resterà che agire in via ordinaria o
ingiuntiva. A ricordarlo, in applicazione di quanto previsto
dalla legge di Stabilità 2016 (su
cui si veda Il Sole 24 Ore dell’8
febbraio scorso), è il Tribunale
di Milano (giudice Buffone), con
decreto del 22 marzo 2016.
Il caso, che si apre a seguito
della richiesta di liquidazione
formulata in udienza da parte di
un legale, consapevole che in
quella sede si sarebbe definito il
procedimento, lancia al tribunale milanese l’occasione per soffermarsi sulla questione inerente il pagamento del compenso al
difensore dell’assistito ammesso al patrocinio statale. Ebbene,
ricorda il giudice, nelle ipotesi in
cui il decreto di pagamento sia
I VINCOLI
Il lavoratore non può
scendere al di sotto
del limite di compenso
giornaliero neppure
con il contratto di prossimità
naliera è pari a 47,68 euro. E gli
atti abdicativi eventualmente
concordati tra le parti per la
corretta gestione delle assenze
non si possono estendere ai
contributi previdenziali e assistenziali. Lo ha chiarito anche
con l’interpello 26/2015 il ministero del Lavoro, specificando
che il lavoratore non può disporre dei profili contributivi
collegati al rapporto di lavoro.
Invece, in materia di contratti
di prossimità, il ministero del
Lavoro con interpello 8/2016
ha affermato che l’articolo 8 del
Dl 138/2011 non prevede, tra i
possibili contenuti delle «specifiche intese» aziendali e territoriali, la determinazione dell’imponibile contributivo.
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Crisi d’impresa. La Corte d’appello di Firenze boccia la scissione che consente all’impresa di liberarsi dai debiti e continuare l’attività
Giuseppe Acciaro
Roberto Campesi
conto anche dei «minimali di
retribuzione giornaliera stabiliti dalla legge».
In particolare, il reddito da
assoggettare a contribuzione,
compreso il minimale contrattuale, deve essere adeguato, se
inferiore, al limite minimo di
retribuzione giornaliera, che ai
sensi dell’articolo 7, comma 1,
del Dl 463/1983 non può essere
inferiore al 9,50% dell’importo
del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti in vigore al 1° gennaio di
ciascun anno. L’Inps con circolare 11 del 27 gennaio 2016 ha così stabilito che per quest’anno il
minimale di retribuzione gior-
pronunciato dopo il 1° gennaio
2016, si applica l’articolo 83,
comma 3-bis, del Dpr 115/2002,
innestato dall’articolo 1, comma
783, della legge di Stabilità 2016
(208/2015). La disposizione, infatti, ha natura processuale e si
applica, quindi, anche ai processi in corso. In base alla norma, «il
decreto di pagamento è emesso
dal giudice contestualmente alla pronuncia del provvedimento che chiude la fase cui si riferisce la relativa richiesta».
È quindi necessario, sottolinea il tribunale, che il decreto di
pagamento – che va pronunciato, come ha osservato la sentenza 7504/2011 della Cassazione,
con atto separato e distinto dalla
sentenza – intervenga «contemporaneamente alla pronuncia
del provvedimento definitivo
del giudizio, a seguito di rituale
istanza». Questo perché, prosegue il tribunale, con l’emissione
del provvedimento «che chiude
il giudizio davanti a sé, il giudice
si spoglia della potestas decidendi e non può più provvedere
alla liquidazione avendo perso il
relativo potere».
Sul punto, peraltro, la giurisprudenza di legittimità era già
intervenuta. Con la sentenza
18204/2008, la Cassazione aveva
precisato – seppur con riferimento alla liquidazione del
compenso degli ausiliari del giudice – che la stessa va effettuata
dal giudice dinanzi al quale pende il processo, dato che, una volta dichiarata l’estinzione, egli
perde il potere di provvedere alla liquidazione, che potrà avvenire solo in esito a un giudizio ordinario o per ingiunzione. Nel
sostenerlo, però, la Cassazione
marca che l’eventuale decreto di
liquidazione pronunciato dal
giudice a processo estinto è viziato ma non abnorme, dunque
reclamabile entro 20 giorni.
Comunque, precisa il Tribunale di Milano, il difensore che
non ha chiesto il compenso prima della fine del processo non
decade dal diritto di ottenerlo,
ma può sempre domandarlo
«con procedimento ordinario o
con ingiunzione di pagamento». Attenzione, allora, se si è difensori di clienti ammessi al
gratuito patrocinio a non dimenticare di depositare l’istanza di liquidazione della propria
parcella prima che si definisca
la fase di giudizio cui si riferisce
l’attività difensiva. Il rischio? Di
dover recuperare l’onorario
con causa a parte.
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Informatica. Sanzionato il difetto di organizzazione
Processi telematici,
una semplice svista
non ferma gli atti
Antonino Porracciolo
pNel processo civile telemati-
co c’è l’errore che non impedisce
all’atto di raggiungere il suo scopo e c’è la distrazione che blocca
la causa dal suo inizio. I Tribunali
di Milano e di Torino hanno affrontatoquestionirelativea“sviste” dell’avvocato negli adempimenti telematici. Che sono state
superate se si è trattato di omissionioerrorididigitazione.Eche
sono state ritenute ingiustificate
se dovute a difetto di organizzazione del legale.
Senza numero di ruolo
Una parte ha tempestivamente
riassunto, con deposito telematico al Tribunale di Milano, un
giudizio interrotto ma l’atto è
stato rifiutato perché non conteneva il numero di ruolo generale
della causa. La parte ha poi depositato un altro ricorso, quando,
però, erano trascorsi i tre mesi
previsti dall’articolo 305 del Codice di procedura civile per la
riassunzione. Con ordinanza del
23 aprile, il Tribunale afferma
che l’assenza del numero di ruolo poteva essere superata con
l’apertura del file contenente il
ricorso (inviato attraverso il software applicativo), in cui erano
evidenziati, oltre che sezione e
nome del giudice, anche il dato in
questione. Peraltro, l’errore non
rientra tra quelli che impediscono materialmente l’accettazione
dell’atto. Poiché il primo deposito del ricorso in riassunzione è
intervenuto entro i termini di
legge,ilgiudicedisponequindila
prosecuzione del giudizio.
Anno di iscrizione sbagliato
Nel caso esaminato dal Tribunale di Torino (giudice Ciccarelli),
la convenuta ha depositato per
via telematica una comparsa di
costituzione e risposta. L’atto è
stato rifiutato perché l’anno di
iscrizione a ruolo della causa era
indicato come 2016 anziché 2015.
La convenuta ha quindi chiesto
al giudice di ritenere valido il deposito o, in subordine, di essere
rimessa in termini per una nuova
costituzione. Il tribunale accoglie la prima richiesta. Si è trattato, infatti, di «un errore “non grave” (o, se si preferisce, di un “meroerroremateriale”odiuna“svista”)». Un errore che, in caso di
deposito nelle forme tradizionali, non determina «alcuna conseguenza, se non quella di una rettifica (“correzione a mano”) dell’atto in fase di deposito» quando
il cancelliere rileva e segnala
l’imprecisione. Così il giudice
ordinaallacancelleriadiaccettare il primo deposito telematico.
Pec non ricevuta
A conclusioni opposte è giunto il
Tribunale di Milano (presidente
de Sapia, relatore Angelini) in
un’ordinanza del 27 aprile. Una
parte ha depositato un reclamo
contro l’ordinanza prevista dall’articolo 624 del Codice di procedura civile. Il presidente del
collegio ha fissato l’udienza per
la comparizione delle parti, assegnando alla reclamante il termine per notificare ricorso e decreto. Ma il legale non ha fatto la notifica e ha chiesto al tribunale
l’emissione di un nuovo decreto,
sostenendo che il precedente
non gli era stato comunicato. Il
tribunale ha respinto l’istanza.
Infatti, il provvedimento è stato
inviato con Pec che il difensore
non ha ricevuto perché la sua casella di posta era piena. La mancata ricezione del decreto è dunque «ascrivibile alla sfera di organizzazione del legale di parte
reclamante, che non ha fatto diligente uso del proprio account di
Pec». Così il reclamo è stato dichiarato inammissibile.
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Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
26
P R O S SI MA I N SER Z I O N E 1 1 / 07/2 016 - V E ND IT E IM M OBILIA RI E F A LLIM E NT I
TRIBUNALI DELLA CORTE D’APPELLO DI MILANO
LE VENDITE GIUDIZIARIE
Sono aperte a tutti e per parteciparvi non è richiesta l’assistenza di un legale o di altro
professionista. Si tengono presso l’Ufficio del Giudice o del Professionista Delegato alla
vendita. Le vendite si svolgono con il sistema dell’asta senza incanto salvo differenti
modalità specificate nell’ordinanza o nell’avviso di vendita. Le vendite si svolgono in
Tribunale o presso lo studio del Professionista Delegato. Oltre al prezzo sono dovuti i
soli oneri fiscali (IVA o IMPOSTA DI REGISTRO) con possibilità di utilizzare le agevolazioni
di legge (prima cosa, imprenditore agricolo etc…). Il trasferimento della proprietà e la
consegna avvengono all’atto del decreto di trasferimento, previo versamento del saldo
prezzo nel termine previsto e delle spese di registrazione, trascrizione e voltura catastale.
L’immobile viene venduto libero da iscrizioni ipotecarie e da trascrizioni di pignoramenti.
Se esistenti al momento della vendita saranno cancellate a spese e cura della procedura.
Non è previsto l’intervento del Notaio.
COME PARTECIPARE
Chiunque sia interessato all’acquisto deve depositare, nel termine indicato dalle
condizioni di vendita del singolo procedimento verificabili nell’ordinanza o avviso di
vendita, un’offerta di acquisto in busta chiusa: l’offerta deve contenere l’indicazione
del prezzo offerto, che potrà essere inferiore al prezzo indicato come prezzo base fino
PER INFORMAZIONI SU TUTTI
GLI ANNUNCI CONSULTARE I SITI
www.tribunale.milano.it
www.tribunale.bustoarsizio.giustizia.it
ad ¼ (è quindi valida la offerta che indichi un prezzo pari al 75% del prezzo base) e il
versamento di una cauzione pari al 10% del prezzo offerto, salva diversa indicazione
contenuta nell’ordinanza / avviso di vendita, (le modalità di versamento della cauzione,
saranno determinate dalla singola ordinanza di vendita). La offerta non è revocabile. Alla
udienza fissata per la vendita verranno aperte le buste e, se vi saranno più offerte, si
procederà ad una gara sulla base dell’offerta più alta e con la offerta in aumento indicata
nella ordinanza/avviso di vendita. La aggiudicazione è definitiva: non sono possibili
offerte in aumento dopo la aggiudicazione neppure se il prezzo offerto fosse superiore
di oltre un quinto a quello di aggiudicazione. Dopo l’aggiudicazione l’acquirente deve
versare, nei termini fissati dall’ordinanza / avviso di vendita (dai 90 ai 120 gg.), il
saldo prezzo: in mancanza perderà la cauzione e il bene verrà posto nuovamente in
vendita. Il versamento del saldo prezzo è effettuabile a mezzo di pattuizione di prestito
bancario ai sensi dell’art. 585 c.p.c.: l’istituto bancario eroga la somma destinata a
saldo prezzo direttamente al delegato alla vendita e nel decreto di trasferimento si da’
atto della modalita’ di pagamento del prezzo disponendo che il pignoramento non
venga cancellato se non contestualmente alla iscrizione della ipoteca di primo grado a
garanzia della restituzione del prestito. Il bene viene venduto nello stato di fatto e di
diritto in cui si trova; quanto alle condizioni del bene, alla sua natura e tipologia, alle
sue caratteristiche distintive (presenza di abusi, possibilità di sanatoria, oneri, etc…) gli
interessati possono prendere visione della perizia sul sito internet del Tribunale. Attesa
l’entrata in vigore della legge 132 del 2015 e la riforma delle modalità di vendita si
raccomanda agli interessati di prendere contatto con il Professionista che si occupa
della vendita del singolo bene e che è indicato in calce ad ogni avviso. Sarà costui a
fornire tutte le indicazioni circa le modalità in dettaglio della vendita e ad agevolare e
accompagnare l’acquirente in ogni fase dell’acquisto.
PRIMA DI PARTECIPARE ALL’ASTA CONSULTARE LA DOCUMENTAZIONE UFFICIALE (AVVISO
/ ORDINANZA DI VENDITA, PERIZIA) DISPONIBILE SUL SITO INTERNET DEL TRIBUNALE:
WWW.TRIBUNALE.MILANO.IT.
Milano ha dichiarato aperta la procedura di Concordato Preventivo con
continuità proposta dalla società. Ha nominato Giudice Delegato il Dott.
Rolfi e Commissari il Prof. Benigno, Avv. Sanzo e Dott. Agresti. L’adunanza
dei creditori dinanzi al Giudice Delegato è fissata per il 28-09-2016 ore
11:40. Per informazioni si indica il seguente indirizzo di posta elettronica
certificata della Procedura: [email protected]. Rif. C.P.
75/15 M0030771
seminterrato; - box doppio al piano seminterrato. Prezzo base Euro
183.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro
137.250,00. Vendita senza incanto 29/07/16 ore 11:00. G.E. Dott.ssa E. Tosi.
Professionista Delegato alla vendita Avv. G. Piazza. Custode Giudiziario
GIVG srl tel. 0332335510. Rif. RGE 136/2013 BU326570
CASTELLANZA (VA) - VIA BRAMBILLA, 21 - LOTTO 2) DUE APPARTAMENTI
con annesso locale cantina, lavanderia, sottotetto e box, inseriti in un
complesso residenziale che si sviluppa su due piani fuori terra e uno
interrato. Prezzo base Euro 332.000,00. Vendita senza incanto 25/07/16
ore 15:30. G.D. Dott.ssa E. Fedele. Professionista Delegato alla vendita
Dott.ssa B. Ceriani tel. 03311816055. Curatore Fallimentare Dottssa. M P.
Sala tel. 0331639249. Rif. FALL 1932/2013 BU325663
GALLARATE (VA) - SEZ. CRENNA - VIA MONTE NEVOSO, 48 - LOTTO 3)
APPARTAMENTO con annesso locale cantina e box, posto al piano primo
di un complesso residenziale che si sviluppa su tre piani fuori terra e uno
interrato. Prezzo base Euro 120.000,00. Vendita senza incanto 25/07/16
ore 15:30. G.D. Dott.ssa E. Fedele. Professionista Delegato alla vendita
Dott.ssa B. Ceriani tel. 03311816055. Curatore Fallimentare Dottssa. M P.
Sala tel. 0331639249. Rif. FALL 1932/2013 BU325664
GALLARATE (VA) - VIA PAGANINI, 9 - LOTTO 2) - APPARTAMENTO al piano
primo composto da soggiorno-pranzo, camera, cucinotto, bagno,
disimpegno e due balconi; - box al piano interrato. Prezzo base Euro
105.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro
78.750,00. Vendita senza incanto 29/07/16 ore 11:00. G.E. Dott.ssa E. Tosi.
Professionista Delegato alla vendita Avv. G. Piazza. Custode Giudiziario
GIVG srl tel. 0332335510. Rif. RGE 136/2013 BU326571
GORLA MINORE (VA) - VIA ROTONDI, SNC - LOTTO 16) VILLETTA A SCHIERA
CENTRALE disposta su tre piani, terra e primo ed interrato, collegati tra
loro a mezzo scala interna, composta da soggiorno, cucina, camera,
bagno e disimpegno a piano terra, con antistante e retrostante portici
ed aree esclusive adibite a giardino; da camera, locale ripostiglio,
bagno, disimpegno e balcone a piano primo e da vano ad uso cantina
e locale centrali a piano primo sottostrada, oltre ad adiacente vano
ad uso autorimessa doppio sempre a piano primo sottostrada (lotto
37 della perizia). Prezzo base Euro 140.000,00. Offerta minima ai sensi
dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 105.000,00. PIAZZA EUGENIO MONTALE,
SNC - LOTTO 17) VILLETTA A SCHIERA CENTRALE disposta su tre piani, terra
e primo ed interrato, collegati tra loro a mezzo scala interna, composta
da soggiorno, cucina, camera, bagno e disimpegno a piano terra, con
antistante e retrostante portici ed aree esclusive adibite a giardino; da
camera, locale ripostiglio, bagno, disimpegno e balcone a piano primo e
da vano ad uso cantina e locale centrali a piano primo sottostrada, oltre
ad adiacente vano ad uso autorimessa sempre a piano primo sottostrada
(lotto 38 della perizia). Prezzo base Euro 130.000,00. Offerta minima ai
sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 97.500,00. LOTTO 18) VILLETTA
A SCHIERA CENTRALE disposta su tre piani, terra e primo ed interrato,
collegati tra loro a mezzo scala interna, composta da soggiorno, cucina,
camera, bagno e disimpegno a piano terra, con antistante e retrostante
portici ed aree esclusive adibite a giardino, da camera, locale ripostiglio,
bagno, disimpegno e balcone a piano primo e da vano ad uso cantina
e locale centrali a piano primo sottostrada, oltre ad adiacente vano ad
uso autorimessa doppio sempre a piano primo sottostrada (lotto 40
della perizia). Prezzo base Euro 130.000,00. Offerta minima ai sensi
dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 97.500,00. Vendita senza incanto
29/07/16 ore 10:00. G.E. Dott. Marco Lualdi. Professionista Delegato alla
vendita Rag. P. Ravetta. Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510. Rif.
RGE 11/2014 BU326437
LEGNANO (MI) - VIA AUGUSTO RIGHI, 6 - APPARTAMENTO della superficie
commerciale di mq 272,90 sito al piano secondo, composto da soggiorno,
cucina, due camere, doppi servizi ed accessori, con sovrastante piano
terzo (sottotetto) unito da scala interna e composto da soggiorno, due
camere, servizio, lavanderia, ripostigli ed accessori, con cantina al
piano interrato, nonché box doppio composto da autorimessa unica
al piano terra della superficie commerciale di mq 26,50. Prezzo base
Euro 280.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.:
Euro 210.000,00. Vendita senza incanto 26/07/16 ore 09:30. G.E. Dott. C.
Leotta. Notaio Delegato Dott. Giorgio Zanini. Custode Giudiziario GIVG srl
tel. 0332335510. Rif. RGE 110/2014 BU326237
MARNATE (VA) - VIALE LOMBARDIA, 54 - LOTTO 2) VILLETTA A SCHIERA
CENTRALE della superficie commerciale di 136,64 mq. l’immobile
si sviluppa su tre piani, due fuori terra ed uno entro terra destinato
a locali accessori, collegati tra di loro per mezzo di una scala interna.
l’immobile non risulta ancora ultimato. Prezzo base Euro 120.000,00.
LOTTO 3) VILLETTA A SCHIERA CENTRALE della superficie commerciale di
138,33 mq. l’immobile si sviluppa su tre piani, due fuori terra ed uno
entro terra destinato a locali accessori, collegati tra di loro per mezzo di
una scala interna. l’immobile non risulta ancora ultimato. Prezzo base
Euro 120.000,00. LOTTO 4) APPARTAMENTO della superficie commerciale
di 102,03 mq posto al piano terreno direttamente comunicante, tramite
scala interna, con locali accessori al piano interrato. dispone di giardino
di proprietà. lÐimmobile non risulta ancora ultimato. Prezzo base Euro
88.000,00. LOTTO 5) APPARTAMENTO della superficie commerciale di
82,23 mq posto al primo piano con cantina, di modeste dimensioni, al
piano interrato. l’immobile non risulta ancora ultimato. Prezzo base
Euro 72.000,00. LOTTO 9) APPARTAMENTO della superficie commerciale di
81,52 mq posto al secondo piano. dispone di un locale ad uso cantina
al piano interrato. lÐunità immobiliare non risulta ancora ultimato.
Trattasi di unità immobiliare recuperata nel sottotetto. Prezzo base Euro
76.000,00. LOTTO 10) BOX DOPPIO della superficie commerciale di 45,61
mq adibito al ricovero di due automezzi. Prezzo base Euro 12.800,00.
LOTTO 11) BOX DOPPIO della superficie commerciale di 45,61 mq adibito
al ricovero di due automezzi. Prezzo base Euro 12.800,00. LOTTO 12) BOX
DOPPIO della superficie commerciale di 34,10 mq. adibito al ricovero di
due automezzi. Prezzo base Euro 13.600,00. LOTTO 13) BOX DOPPIO della
superficie commerciale di 29,42 mq. adibito al ricovero di due automezzi.
Prezzo base Euro 13.600,00. LOTTO 14) BOX DOPPIO Della superficie
commerciale di 28,51 mq. adibito al ricovero di due autoveicoli. Prezzo
base Euro 13.600,00. LOTTO 15) BOX SINGOLO della superficie commerciale
di 14,04 mq. adibito al ricovero di un singolo automezzo. Prezzo base
Euro 7.200,00. LOTTO 16) BOX SINGOLO della superficie commerciale di
14,04 mq. adibito al ricovero di un singolo automezzo. Prezzo base Euro
7.200,00. LOTTO 17) POSTO AUTO SCOPERTO non contrassegnato sul posto
della superficie commerciale di 12,50 mq. Prezzo base Euro 4.000,00.
LOTTO 18) POSTO AUTO SCOPERTO non contrassegnato sul posto della
superficie commerciale di 12,50 mq. Prezzo base Euro 4.000,00. LOTTO
19) TERRENO RESIDENZIALE della superficie commerciale di 1.456,00 mq.
il lotto risulta ubicato totalmente in fascia di rispetto autostradale. tale
cabatura può essere venduta ad altri lotti edificabili allÐinterno del
comune di marnate. Prezzo base Euro 88.000,00. Vendita senza incanto
25/07/16 ore 10:00. G.E. Dott. C. Leotta. Professionista Delegato alla
vendita Dott.ssa B. Ceriani tel. 03311816055. Custode Giudiziario GIVG srl
tel. 0332335510. Rif. RGE 527/2013 BU325719
MESERO (MI) - VIA GIUSEPPE GARIBALDI, 25 - COMPLESSO IMMOBILIARE
costituito come segue: 1. APPARTAMENTO (il più ampio di due facenti
parte del medesimo fabbricato ad uso residenziale) della superficie
commerciale di 217,78 mq. distribuito su due piani fuori terra abitabili
(piano rialzato composto da: ingresso, bagno, tinello, cucina, soggiorno
con scala di collegamento ai piani primo e seminterrato; piano
primo composto da: due camere, bagno, disimpegno e ripostiglio
ed uno seminterrato composto da locale caldaia, ripostiglio, bagno e
magazzino); 2. APPARTAMENTO (il più piccolo di due facenti parte del
medesimo fabbricato ad uso residenziale) della superficie commerciale
di 55,00 mq. distribuito su parte del primo piano e composto da ingresso,
soggiorno con angolo cottura, camera, bagno con antibagno; 3. DEPOSITO
ARTIGIANALE della superficie commerciale di 32,00 mq. costituito da
un corpo di fabbrica indipendente ad uso deposito/magazzino, di un
solo piano fuori terra e composto da un vano principale e da un locale
destinato a servizio igienico con antibagno; 4. DEPOSITO ARTIGIANALE
della superficie commerciale di 76,00 mq. costituito da una porzione
di corpo di fabbrica a pianta rettangolare allungata, a uso deposito/
magazzino, è composto da un unico ampio locale e di un solo piano fuori
terra; 5. TERRENO RESIDENZIALE della superficie commerciale di 57,00
mq. commerciali, pressoché pianeggiante avente forma geometrica
riconducibile ad un rettangolo in corrispondenza dell’accesso carraio e
pedonale; 6. TERRENO RESIDENZIALE della superficie commerciale di 25,00
mq., pressoché pianeggiante, avente forma geometrica riconducibile
ad un triangolo rettangolo. Si precisa che una parte degli immobili e
precisamente la porzione ovest del piano rialzato è gravata da un diritto
di abitazione a favore di un soggetto terzo estraneo alla procedura.
Prezzo base Euro 288.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II
comma, c.p.c.: Euro 216.000,00. Vendita senza incanto 29/07/16 ore
15:00. G.E. Dott. Marco Lualdi. Professionista Delegato alla vendita Dott.
A. Sanna. Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510. Rif. RGE 270/2014
BU325784
Tribunale di BUSTO ARSIZIO
Abitazioni e box
FALLIMENTI
Abitazioni e box
VERUCCHIO - FRAZ. VILLA VERUCCHIO - LOTTO A: VILLA 2 LIVELLI, mq totali
257 per abitativo 60 mq terrazzo, 2 box 60 mq. Prezzo base Ð 221.480,00.
Vendita senza incanto 12-7-16 h 09. G.D. Dr.ssa Bruno. Liquidatore Dr.ssa
Banfi. Notaio delegato Graffeo Luca tel. 0331576303. Rif. CP 44/2010
M0030413
RESCALDINA - VIA CAVALIERI DI VITTORIO VENETO - LOTTO D: ABITAZIONE.
Prezzo base Ð 100.000,00. Vendita senza incanto 12-7-16 h 09.G.D.
Dr.ssa Bruno. Liquidatore Dott.ssa Banfi. Notaio delegato Graffeo Luca
tel. 0331576303. Rif. CP 44/2010 M0030413
IMMOBILI INDUSTRIALI
E COMMERCIALI,
STRUTTURE TURISTICHE
CASCIANA TERME LARI (PI) - VIA LISCHI 3: IMMOBILE DEST. ALBERGHIERA,
5 piani, 80 camere, ampio resede circostante terreno in prevalenza
incolto, C.E. carenza requisiti emissione. Prezzo base Ð 900.000,00.
Offerte entro il 30-06-16. G.D. Dott.ssa Simonetti. Curatore Fallimentare
Dott.ssa Ortelli tel. 0276001452. Rif. RG 845/11 M0031439
MILANO - ZONA 8 - VIA GALLARATE 224: FABBRICATO ad uso commerciale
composto da mq 568 al piano terreno adibiti a locale discoteca, servizi
e bar, mq 192 al piano primo destinati a ristorante, mq 124 di cortile con
accesso carraio, tettoia aperta con struttura metallica di mq 66 al piano
terreno ed una tettoia coperta riscaldata di mq 100 ed una scoperta di
mq 90 al piano primo. Prezzo base Ð 550.000,00. Vendita senza incanto
14-09-2016 ore 09:50. G.D. DR. D’ Aquino. Curatore Dr.ssa Goldoni Tel.
0273953562. Rif. FALL.817/11 M0030874
RESCALDINA - LOTTO C: CAPANNONE e abitazione. Prezzo base Ð
819.200,00. Vendita senza incanto 12-7-16 h 09. G.D. Dr.ssa Bruno.
Liquidatore Dr.ssa Banfi. Notaio delegato Graffeo Luca tel. 0331576303.
Rif. CP 44/2010 M0030413
SEGRATE - VIA EDISON 6/8: FABBRICATO INDUSTRIALE di circa 1546 mq,
fabbricato ad uso residenziale (abitazione custode) 66 mq, cabina
elettrica. Prezzo base Ð 550.000,00. Vendita senza incanto 14-09-2016
ore 12:00. G.D. Dott.ssa Lupo Irene. Liquidatore Giudiziale Dott. Giuseppe
Moretti tel. 3489490792. Rif. CP 39/2011 M0030813
SESTO SAN GIOVANNI - VIA G. DI VITTORIO 307/24: FABBRICATO INDUSTRIALE
in SESTO LAMBRO di mq 1036 su 3 piani (rialzato-primo-seminterrato)
ristrutturato nel 1990, LIBERO. Maggiori dettagli in perizia. Prezzo base
Ð 203.000,00. Vendita senza incanto 08-09-2016 ore 12. Eventuale 2°
esperimento 15.12.2016 ore 12. G.D. Dr. Macripò. Curatore e Custode Dr.
Guastella tel. 02/5461319. Rif. FALL. 205/14 M0030775
VERUCCHIO - FRAZ. VILLA VERUCCHIO - LOTTO B: CAPANNONE mq 110,
spogliatoi mq 32, uso lavoro mq 900. Prezzo base Ð 435.200,00. Vendita
senza incanto 12-7-16 h 09. G.D. Dr.ssa Bruno. Liquidatore Dr.ssa Banfi.
Notaio delegato Graffeo Luca tel. 0331576303. Rif. CP 44/2010 M0030413
AZIENDE
CP 162/2015 Idealbox Srl con sede legale in Milano Via Durini n. 14
operante nel settore della “produzione e vendita sia all’ingrosso che
al dettaglio di tutti i materiali termoidraulici, sanitari, ceramici e
mobili, arredamento bagno, accessori per la casa, stoviglie e posaterie
in genere nonché materiali per l’edilizia in genere”, è stata ammessa
alla procedura di concordato preventivo. La proposta di concordato
preventivo è caratterizzata dall’esistenza di una offerta irrevocabile
d’acquisto, da parte di un soggetto già individuato, per il prezzo di
Ð 661.192,00: offerta formulata per l’acquisto del complesso dei beni
costituiti da avviamento, magazzino, cespiti e canone di affitto d’azienda
di Ð 2.500,00 + iva mensile, conteggiato per 24 mesi. Chiunque sia
interessato è invitato a manifestare il proprio interesse entro e non oltre il
30.06.2016 al seguente indirizzo pec: cp162.2015milano@pecconcordati.
it. Al medesimo indirizzo pec potranno essere richieste al Commissario
Giudiziale le informazioni utili all’eventuale manifestazione di interesse.
Il Commissario Giudiziale Dott.ssa Letizia Cristina Nociti relazionerà il
Giudice Delegato Dott. Guido Macripò che ne riferirà al Tribunale ai fini
dell’emissione dei provvedimenti di cui all’art. 163 bis, c.2 e segg. l.f.
BENI MOBILI
Vendita in un unico lotto dei marchi e delle testate ad essi collegate di
proprietà del Fallimento “Editoriale Secondamano s.r.l.” con esclusione
dei domini internet. Possibilità di cessione di ramo d’azienda se richiesto.
Prezzo base Ð 450.000,00 oltre iva. Asta in data 28-07-2016 ore 14:30,
presso lo studio del Curatore Dott.ssa Ornaghi Valeria. G.D. Dr.ssa Lupo
Irene. Maggiori informazioni sul sito del Tribunale di Milano e presso lo
studio del Curatore tel. 028693766. Rif. RG 556/2014 M0031280
INVITO AD OFFRIRE
Il fallimento L’Idea Casa S.r.l., in forza di procura speciale a vendere
rilasciata dal Comune di Motta Visconti, raccoglie offerte irrevocabili di
acquisto dell’edificio sito in Motta Visconti (MI), alla piazza San Rocco
n. 1, classificato dal vigente PGT “Zona a servizio pubblico e di uso
pubblico” ai sensi della Tavola PR_2 del Piano delle Regole e soggetto
a riconversione in destinazione d’uso prevalentemente residenziale/
terziaria ai sensi della tavola DP_1 del Documento di Piano mediante
Programma Integrato di Intervento (art. 17-1 della NTA). Le offerte non
potranno essere inferiori al prezzo di Euro 760.908,80 e dovranno
essere cauzionate con assegno circolare, non trasferibile, intestato a
“Fallimento L’Idea Casa S.r.l.”, pari al 10% del prezzo offerto. Le spese
relative al trasferimento di proprietà saranno a carico dell’acquirente.
Le offerte dovranno pervenire presso lo studio del curatore, avv. Daniele
Portinaro, in Milano, via Solferino n. 7, entro il 30 settembre 2016. Per
info e visita dell’immobile - avv. Daniele Portinaro, tel. 02/76.02.84.98,
[email protected]. Rif. FALL. 552/09 M0030864
VENDITE DI QUOTE - RAMI D’AZIENDA
Il Fallimento BIMECAR TRADE S.R.L. R.G.N. 503/2015, cede Ramo d’Azienda
avente ad oggetto l’attività di vendita, noleggio ed assistenza carrelli
elevatori nuovi ed usati, in Liscate (MI) Via Curiel n. 22/28, attualmente
concesso in affitto a società interamente controllata dalla Fallita. Il
prezzo base di vendita è stabilito nella misura di Ð 3.600.000,00; gli
oneri fiscali, imposte e spese anche notarili connessi con il trasferimento
del Ramo d’Azienda saranno a carico esclusivo dell’aggiudicatario. Gara
informale in caso di pluralità di offerte il giorno 18 luglio 2016 ore 12:15
presso lo studio del Curatore Dott. Antonio Mallardo tel. 02/36630814. Rif.
R.G. 503/15 M0030788
CONCORDATO PREVENTIVO
SUISSEGAS ITALIA SPA IN CONCORDATO PREVENTIVO - Il Tribunale di
BUSTO ARSIZIO (VA) - VIA CAPRERA, 37/B - APPARTAMENTO ai piani terzo
e sottotetto composto al piano terzo da soggiorno, cucina, camera,
due bagni, ripostiglio, corridoi disimpegno e due balconi e, al piano
sottotetto, da locale hobby, corridoio, ripostiglio, bagno, due locali studio
e tre balconi al piano sottotetto; con scala interna di collegamento; con
annessi cantina e autorimessa doppia al piano interrato. Prezzo base
Euro 360.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.:
Euro 270.000,00. Vendita senza incanto 29/07/16 ore 16:00. G.E. Dott.
C. Leotta. Professionista Delegato alla vendita Avv. G. Piazza. Custode
Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510. Rif. RGE 359/2013 BU327891
BUSTO ARSIZIO (VA) - VIA MACERATA, 4 - LOTTO 1) - UNITA’ IMMOBILIARE
al piano terra composta da soggiorno con angolo cottura, disimpegno,
camera e bagno. Con annessi porzione di giardino e cantina al piano
interrato. - BOX TRIPLO al piano interrato. Prezzo base Euro 120.000,00.
Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 90.000,00.
- LOTTO 2) - UNITA’ IMMOBILIARE al piano primo composta da soggiorno
con angolo cottura, disimpegno, due camere, due bagni e balcone. Con
annessa cantina al piano interrato. - BOX DOPPIO al piano interrato.
Prezzo base Euro 116.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II
comma, c.p.c.: Euro 87.000,00. - LOTTO 3) - UNITA’ IMMOBILIARE al
piano primo composta da soggiorno con angolo cottura, disimpegno,
due camere, bagno e balcone. Con annessa cantina al piano interrato.
- BOX DOPPIO al piano interrato. Prezzo base Euro 104.000,00. Offerta
minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 78.000,00. LOTTO 4) UNITA’ IMMOBILIARE al piano secondo composta da soggiorno con angolo
cottura, disimpegno, due camere, bagno e balcone. Con annessa cantina
al piano interrato. - BOX SINGOLO al piano interrato. Prezzo base Euro
104.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro
78.000,00. LOTTO 5) - UNITA’ IMMOBILIARE al piano quarto composta da
soggiorno con angolo cottura, disimpegno, camera, studio e bagno. Con
annessa cantina al piano interrato. - BOX SINGOLO al piano interrato.
Prezzo base Euro 96.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II
comma, c.p.c.: Euro 72.000,00. LOTTO 6) - UNITA’ IMMOBILIARE al piano
terra composta da soggiorno con angolo cottura, disimpegno, camera e
bagno. Con annessi porzione di giardino e cantina al piano interrato.
- BOX SINGOLO al piano interrato. Prezzo base Euro 88.000,00. Offerta
minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 66.000,00. LOTTO 7)
- UNITA’ IMMOBILIARE al piano terra composta da soggiorno con angolo
cottura, disimpegno, camera e bagno. Con annessi porzione di giardino
e cantina al piano interrato. - BOX SINGOLO al piano interrato. Prezzo
base Euro 68.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma,
c.p.c.: Euro 51.000,00. LOTTO 8) - UNITA’ IMMOBILIARE al piano terra
composta da soggiorno con angolo cottura, disimpegno, camera, bagno
e balcone. Con annessi porzione di giardino e cantina al piano interrato.
- BOX SINGOLO al piano interrato. Prezzo base Euro 60.000,00. Offerta
minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 45.000,00. LOTTO 9) UNITA’ IMMOBILIARE al piano secondo composta da soggiorno con angolo
cottura, disimpegno, camera, studio, bagno e balcone. Con annessa
cantina al piano interrato. - BOX SINGOLO al piano interrato. Prezzo base
Euro 72.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.:
Euro 54.000,00. LOTTO 10) - UNITA’ IMMOBILIARE al piano terzo composta
da soggiorno con angolo cottura, disimpegno, camera, bagno e balcone.
Con annessa cantina al piano interrato. - BOX SINGOLO al piano interrato.
Prezzo base Euro 68.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II
comma, c.p.c.: Euro 51.000,00. LOTTO 11) - UNITA’ IMMOBILIARE al
piano terzo composta da soggiorno con angolo cottura, disimpegno,
due camere, bagno e balcone. Con annessa cantina al piano interrato.
- BOX SINGOLO al piano interrato. Prezzo base Euro 80.000,00. Offerta
minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 60.000,00. LOTTO
12) - BOX SINGOLO al piano interrato. Prezzo base Euro 10.000,00. Offerta
minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 7.500,00. Vendita
senza incanto 29/07/16 ore 14:00. G.E. Dott. Marco Lualdi. Professionista
Delegato alla vendita Avv. G. Piazza. Custode Giudiziario GIVG srl tel.
0332335510. Rif. RGE 231/2015 BU326579
BUSTO ARSIZIO (VA) - VIA MARCO TULLIO CICERONE, 1 - LOTTO 1) UFFICIO/
STUDIO: al piano terra, composto da sala attesa, ufficio, disimpegno e
bagno. Prezzo base Euro 32.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571,
II comma, c.p.c.: Euro 24.000,00. LOTTO 2) APPARTAMENTO: al piano
terra, composto da soggiorno/cottura, disimpegno, camera e bagno.
Prezzo base Euro 40.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II
comma, c.p.c.: Euro 30.000,00. LOTTO 3) APPARTAMENTO: al piano terra,
composto da ingresso, soggiorno, disimpegno, camera, ripostiglio
e bagno. Prezzo base Euro 40.000,00. Offerta minima ai sensi
dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 30.000,00. LOTTO 4) APPARTAMENTO:
al piano terra, composto da ingresso, soggiorno, disimpegno, camera,
ripostiglio e bagno. Prezzo base Euro 40.000,00. Offerta minima ai sensi
dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 30.000,00. LOTTO 5) APPARTAMENTO:
al piano terra composto da ingresso, soggiorno, disimpegno, camera,
ripostiglio e bagno. Prezzo base Euro 32.000,00. Offerta minima ai sensi
dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 24.000,00. LOTTO 6) APPARTAMENTO:
al primo piano, composto da ingresso, soggiorno/cottura, disimpegno,
camera, bagno, balcone e terrazzo. Prezzo base Euro 56.000,00. Offerta
minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 42.000,00. LOTTO
7) APPARTAMENTO: al primo piano, composto da ingresso, soggiorno/
cottura, disimpegno, camera, bagno e balcone. Prezzo base Euro
48.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro
36.000,00. LOTTO 8) APPARTAMENTO: al primo piano, composto da
ingresso, soggiorno/cottura, disimpegno, camera, bagno. Prezzo base
Euro 44.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.:
Euro 33.000,00. LOTTO 9) APPARTAMENTO: al primo piano, composto da
ingresso, soggiorno/cottura, disimpegno, camera e ripostiglio. Prezzo
base Euro 52.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma,
c.p.c.: Euro 39.000,00. LOTTO 10) APPARTAMENTO: al primo piano,
composto da: soggiorno/cottura, disimpegno, camera, bagno, ripostigli e
terrazzo. Prezzo base Euro 64.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571,
II comma, c.p.c.: Euro 48.000,00. LOTTO 11) APPARTAMENTO: al secondo
piano, composto da ingresso, soggiorno/cottura, disimpegno, camera e
bagno. Prezzo base Euro 68.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571,
II comma, c.p.c.: Euro 51.000,00. LOTTO 12) APPARTAMENTO: al secondo
piano, composto da ingresso, soggiorno, disimpegno, camera e bagno.
Prezzo base Euro 56.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II
comma, c.p.c.: Euro 42.000,00. LOTTO 13) APPARTAMENTO: al secondo
piano, composto da soggiorno/cottura, disimpegno, camera e bagno.
Prezzo base Euro 48.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II
comma, c.p.c.: Euro 36.000,00. LOTTO 14) MONOLOCALE: al secondo piano,
composto da disimpegno, camera, bagno e ripostiglio. Prezzo base Euro
60.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro
45.000,00. LOTTO 15) APPARTAMENTO: al secondo piano, composto da
soggiorno/cottura, disimpegno, camera, bagno e ripostiglio. Prezzo base
Euro 60.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.:
Euro 45.000,00. LOTTO 16) CANTINA: al piano interrato. Prezzo base Euro
8.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro
6.000,00. Vendita senza incanto 26/07/16 ore 09:00. G.E. Dott.ssa E. Tosi.
Professionista Delegato alla vendita Dott.ssa M.V. Bruno - Cooperativa
Adjuvant tel. 0331020151. Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510. Rif.
RGE 681/2010 BU326061
CASORATE SEMPIONE (VA) - VIA DEL LONGINO, 8 - VILLA SINGOLA su
tre livelli con annesso giardino in proprietà esclusiva composta da
soggiorno, cucina, disimpegno, bagno oltre a patio esterno al piano
terreno, da taverna con angolo cottura, locale ad uso lavanderia, bagno
e centrale termica al piano interrato, da disimpegno, due bagni, tre
camere, locale ad uso cabina armadio e due balconi al piano sottotetto
oltre ad autorimessa doppia al piano seminterrato. Prezzo base Euro
352.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro
264.000,00. Vendita senza incanto 26/07/16 ore 11:00. G.E. Dott. Marco
Lualdi. Professionista Delegato alla vendita Dott. Masci M. - Cooperativa
Adjuvant tel. 0331020151. Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510. Rif.
RGE 768/2013 BU327946
CASSANO MAGNAGO (VA) - VIA TRENTO, 35 - LOTTO 1) - APPARTAMENTO
al piano secondo composto da ampio soggiorno-pranzo, tre camere,
cucina, due bagni, disimpegno, terrazzo e balcone; - cantina al piano
SEZIONE FALLIMENTI TRIBUNALE DI MILANO
Gli interessati devono depositare la cauzione tramite bonifico bancario sul conto
intestato a TRIBUNALE DI MILANO - SEZIONE FALLIMENTARE pari ad 1/10 del prezzo
offerto e formulare l’offerta di acquisto, che è irrevocabile ai sensi dell’art.571
c.p.c. MODALITÀ: Entro le h. 13.00 del giorno antecedente la data fissata per
l’esame delle offerte e/o per la gara tra gli offerenti l’offerente trasmette a mezzo
fax al numero 02-45503393 1) copia del bonifico effettutato con numero di CRO
2) offerta di acquisto 3) fotocopia documento di identità e/o copia certificato
aggiornato emesso dal registro imprese se l’offerente è società 4) dichiarazione,
in duplice copia, relativa alle modalità di restituzione della cauzione. ATTENZIONE:
Sono comunque salve le eventuali diverse condizioni previste nell’ordinanza o
nell’avviso di vendita di ogni asta sezione fallimenti.
Novità: GARA TELEMATICA beni mobili
www.benimobili.it il sito ufficiale dell’Associazione Nazionale IVG d’Italia per le le
vendite mobiliari on-line
IVG di Milano SIVAG SPA - per contatti e informazioni sulle vendite
[email protected] www.sivag.com - tel. 02.580.11.847
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in vendita, consultare, oltre ai siti dei singoli tribunali sottoindicati,
i seguenti portali nazionali: per Milano www.asteannunci.it;
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della corte d’appello di Milano i siti www.portaleaste.com,
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848-800583; VIA FAX: inviando la richiesta al fax n° 0393309896
MORNAGO (VA) - VIA MONASI, 10 - FABBRICATO RESIDENZIALE DI TIPO
BIFAMILIARE con area pertinenziale consistente in: - porzione
immobiliare composta al piano terra da ingresso, cucina, soggiorno,
camera matrimoniale e bagno; al piano seminterrato da locale ripostiglio
e centrale termica; - porzione immobiliare composta al piano terra
da ingresso, soggiorno, cucina, due bagni, due camere, altra camera
con cabina armadio; al piano primo da locale ripostiglio; al piano
seminterrato da locale stireria, locale cantina, centrale termica e wc.;
- locale pompe e vano scale comuni alle due porzioni; - autorimessa
al piano seminterrato. Prezzo base Euro 580.000,00. Offerta minima
ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 435.000,00. Vendita senza
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alla vendita Avv. G. Piazza. Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510.
Rif. RGE 430/2015 BU326457
ROSIGNANO MARITTIMO (LI) - FRAZIONE CASTIGLIONCELLO - VIA ARNO LOTTO 4) APPARTAMENTO con annesso locale cantina e box, posto al piano
rialzato di un complesso residenziale che si sviluppa su due piani fuori
terra e uno seminterrato. Prezzo base Euro 224.000,00. Vendita senza
incanto 25/07/16 ore 15:30. G.D. Dott.ssa E. Fedele. Professionista Delegato
alla vendita Dott.ssa B. Ceriani tel. 03311816055. Curatore Fallimentare
Dottssa. M P. Sala tel. 0331639249. Rif. FALL 1932/2013 BU325665
SOMMA LOMBARDO (VA) - VIA MORGAMPO, 6 - LOTTO 1) SUB. 10 + SUB.
19 TRATTASI DI PORZIONE DI APPARTAMENTO completamente arredato,
pur essendo unità immobiliare accatastata C/2 come locale di deposito,
composto da ingresso in soggiorno con angolo cottura, disimpegno,
camera e bagno più due balconi e cantina, oltre a posto auto. Prezzo
base Euro 32.680,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma,
c.p.c.: Euro 24.510,00. LOTTO 2) SUB. 11 E SUB. 20 PIENA PROPRIETÀ PER
LA QUOTA DI 1/1 DELLA SOCIETÀ DEBITRICE DI PORZIONE DI APPARTAMENTO
completamente arredato, pur essendo unità immobiliare accatastata C/2
, come locale deposito. Risulta così composto: ingresso in soggiorno con
angolo cottura, disimpegno, camera e bagno, due balconi e cantina,
oltre a posto auto. Prezzo base Euro 30.655,00. Offerta minima ai sensi
dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 22.991,00. LOTTO 3) SUB. 12 E SUB.
21 PIENA PROPRIETÀ PER LA QUOTA DI 1/1 DELLA SOCIETÀ DEBITRICE DI
APPARTAMENTO completamente arredato, pur essendo unità immobiliare
accatastata C/2 come locale deposito. L’unità risulta composta da
ingresso in soggiorno con angolo cottura, disimpegno, camera e bagno,
due balconi e cantina, oltre a posto auto. Prezzo base Euro 32.133,00.
Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 24.100,00.
LOTTO 4) SUB. 501 E SUB. 16 PIENA PROPRIETÀ PER LA QUOTA DI 1/1 DELLA
SOCIETÀ DEBITRICE DI APPARTAMENTO completamente arredato composto
da ingresso con angolo cottura, disimpegno, camera e bagno più due
balconi e cantina, oltre a box singolo. Prezzo base Euro 69.540,00.
Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 52.155,00.
LOTTO 5) SUB. 502 E SUB. 17 PIENA PROPRIETÀ PER LA QUOTA DI 1/1 DELLA
SOCIETÀ DEBITRICE DI APPARTAMENTO completamente arredato composto
da ingresso in soggiorno con angolo cottura, disimpegno, camera
e bagno e balcone (balcone comune sub. 3 da cui si accede), oltre a
ripostiglio a piano interrato e box singolo. Prezzo base Euro 63.916,00.
Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 47.937,00.
LOTTO 6) SUB. 503 E SUB. 18 PIENA PROPRIETÀ PER LA QUOTA DI 1/1 DELLA
SOCIETÀ DEBITRICE DI APPARTAMENTO completamente arredato composto
da ingresso in soggiorno con angolo cottura, disimpegno, camera, bagno
e due balconi (balcone comune sub. 3 da cui si accede), oltre a ripostiglio
al piano interrato e box singolo. Prezzo base Euro 68.843,60. Offerta
minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 51.633,00. LOTTO 7)
SUB. 504 E SUB. 13 PIENA PROPRIETÀ PER LA QUOTA DI 1/1 DELLA SOCIETÀ
DEBITRICE DI APPARTAMENTO completamente arredato composto da
ingresso in soggiorno con angolo cottura, disimpegno, camera, bagno
e due balconi (balcone comune sub. 3 da cui si accede), con annesso
ripostiglio a piano interrato e box singolo. Prezzo base Euro 71.166,00.
Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 53.375,00.
LOTTO 9) SUB. 506, SUB. 15 E SUB. 22 PIENA PROPRIETÀ PER AL QUOTA
DI 1/1 SOCIETÀ DEBITRICE DI APPARTAMENTO completamente arredato
composto da ingresso in soggiorno con angolo cottura, disimpegno,
camera, bagno e due balconi, cantina della superficie commerciale di
mq. 4 posta la piano interrato, oltre a box singolo. Prezzo base Euro
71.106,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro
53.329,00. LOTTO 10) SUB. 25 E SUB. 24 PIENA PROPRIETÀ PER LA QUOTA
DI 1/1 DELLA SOCIETÀ DEBITRICE DI VILLETTA MONOFAMILIARE composta da
ingresso e ampio soggiorno con angolo cottura e bagno a piano terra,
scala interna, due camere, bagno e balcone al primo piano, oltre a box
singolo. Prezzo base Euro 123.052,52. Offerta minima ai sensi dell’art.571,
II comma, c.p.c.: Euro 92.289,00. - LOTTO 8) SUB. 505 E SUB. 14 PIENA
PROPRIETÀ PER LA QUOTA DI 1/1 DELLA SOCIETÀ DEBITRICE DI APPARTAMENTO
completamente arredato composto da ingresso in soggiorno con angolo
cottura, disimpegno, camera, bagno più balcone, ripostiglio al piano
interrato e box singolo. Prezzo base Euro 66.834,00. Offerta minima ai
sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 50.125,50. Vendita senza incanto
25/07/16 ore 12:00. G.E. Dott. Marco Lualdi. Professionista Delegato alla
vendita Avv. L. De Lisa. Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510. Rif.
RGE 220/2013 BU326100
IMMOBILI INDUSTRIALI
E COMMERCIALI,
STRUTTURE TURISTICHE
BESNATE (VA) - VIA JERAGO, 29 - UFFICIO al piano terra composto da tre
locali, bagno, archivio; - APPARTAMENTO al piano primo composto da
tre locali, bagno, wc, rispostiglio, disimpegno e balcone; - in corpo di
fabbrica in aderenza al principale: AUTORIMESSA al piano terra e cantina
al piano interrato, con scala interna di collegamento tra i piani. Prezzo
base Euro 340.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma,
c.p.c.: Euro 255.000,00. Vendita senza incanto 29/07/16 ore 17:30. G.E.
Dott.ssa E. Tosi. Professionista Delegato alla vendita Avv. G. Piazza.
Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510. Rif. RGE 551/2014 BU326582
BUSTO ARSIZIO (VA) - VIA QUINTINO SELLA - VIALE DELLA REPUBBLICA, 9342 - COMPLESSO IMMOBILIARE composto da un fabbricato industriale
e un unità abitativa, con annesse aree di pertinenza. - FABBRICATO
ABITATIVO con area pertinenziale AVENTE ACCESSO DALLA VIA LATEMAR N. 6
e composto da ingresso, soggiorno, cucina, disimpegni, bagno e camera,
oltre a locale caldaia, e due locali sgombero al piano interrato. Prezzo
base Euro 800.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma,
c.p.c.: Euro 600.000,00. Vendita senza incanto 29/07/16 ore 16:30. G.E.
Dott.ssa Alessandra Ardito. Professionista Delegato alla vendita Avv. G.
Piazza. Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510. Rif. RGE 844/2014
BU326588
SAN GIORGIO SU LEGNANO (MI) - VIA ISONZO , 30 - TRATTASI DI FABBRICATO AD
USO INDUSTRIALE, in stato di abbandono, sito in un quartiere residenziale
periferico nel comune di San Giorgio su Legnano e confinante con la
periferia del comune di Canegrate. Prezzo base Euro 320.000,00. Offerta
minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 240.000,00. Vendita
senza incanto 25/07/16 ore 15:30. G.E. Dott. Marco Lualdi. Professionista
Delegato alla vendita Dott. A. Mancini. Custode Delegato GIVG srl tel.
0332335510. Rif. RGE 378/2014 BU326080
TERRENI
CARDANO AL CAMPO (VA) - VIA SAN ROCCO ANGOLO VIA SANDRO PERTINI,
SNC - APPEZZAMENTI DI TERRENO edificabili della superficie catastale di
mq. 5740. Prezzo base Euro 600.000,00. Vendita senza incanto 26/07/16
ore 15:00. G.E. Dott. S. Passafiume. Professionista Delegato alla vendita
Avv. U. Aiello. Ausiliario e Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510.
Rif. RGE 123/2012 BU327948
SAMARATE (VA) - ZONA VIA PUCCINI - LOTTO 3) APPEZZAMENTO DI TERRENO.
Prezzo base Euro 23.000,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II
comma, c.p.c.: Euro 17.250,00. Vendita senza incanto 29/07/16 ore 11:00.
G.E. Dott.ssa E. Tosi. Professionista Delegato alla vendita Avv. G. Piazza.
Custode Giudiziario GIVG srl tel. 0332335510. Rif. RGE 136/2013 BU326573
SOMMA LOMBARDO (VA) - ZONA PROSSIMA ALL’AEREOPORTO DELLA MALPENSA
- LOTTO 4) APPEZZAMENTI DI TERRENO. Prezzo base Euro 28.200,00. Offerta
minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro 21.150,00. VIA ZONA
PERIFERICA - LOTTO 5) APPEZZAMENTI DI TERRENO. Prezzo base Euro
22.300,00. Offerta minima ai sensi dell’art.571, II comma, c.p.c.: Euro
16.725,00. Vendita senza incanto 29/07/16 ore 11:00. G.E. Dott.ssa E. Tosi.
Professionista Delegato alla vendita Avv. G. Piazza. Custode Giudiziario
GIVG srl tel. 0332335510. Rif. RGE 136/2013 BU326574
Norme e tributi 27
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
EDILIZIA E AMBIENTE
www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com
Autorizzazioni. Operativo da gennaio l’iter semplificato per installazioni fino a 20 kW
Fotovoltaico, i primi passi
del nuovo modello unico
Ma la conoscenza
ancora limitata
della procedura
frena le pratiche
Silvio Rezzonico
Maria Chiara Voci
pModello unico fotovoltai-
co, i primi passi. In vigore dallo
scorso 24 novembre, la procedura semplificata per l’autorizzazione dei piccoli impianti di
produzione di energia elettrica, aderenti o integrati sui tetti
degli edifici, è pienamente operativa. E a dimostrarlo sono i
dati forniti dal Gse (Gestore dei
servizi energetici) che, da gennaio a oggi, ha ricevuto dai gestori di rete 600 richieste di at-
600
richieste
Attivazioni nel 2016
Le domande di scambio sul posto
inoltrate al Gse dai gestori di rete
tivazione del servizio di scambio sul posto e ha stipulato quasi 200 convenzioni.
Tuttavia, a frenare l’impiego della nuova procedura –
che snellisce i passaggi per installare i sistemi domestici – è
anche la scarsa conoscenza
del modello stesso.
Secondo Anie (associazione
confindustriale delle imprese
elettrotecniche ed elettroniche) esiste un problema di scarsa informazione, anche a livello
comunale, che inceppa il buon
funzionamento di un meccanismo di per sé virtuoso.
Procedura più snella
Approvato dal ministero dello
Sviluppo economico con il decreto del 19 maggio 2015 (che agisce su norme preesistenti), il modello è denominato “unico” perché sostituisce tutta la modulistica eventualmente adottata dai
Comuni, dai gestori di rete (ad
esempio Enel) e dal Gse, e riduce i
diversi adempimenti finora previsti a due soli passaggi: la comunicazione preliminare e quella di
fine lavori. Entrambi i passaggi
possono oggi essere indirizzati a un solo soggetto, cioè
l’impresa distributrice sulla
cui rete insiste il punto di connessione esistente, che si incarica di svolgere il ruolo di
interfaccia unitaria con tutti
gli altri soggetti coinvolti nell’iter autorizzativo.
La semplificazione è riservata
agli impianti di piccola taglia, con
potenza nominale fino a 20 kW e
comunque non superiore a quella già disponibile in prelievo. Impianti aderenti o integrati ai tetti
con la stessa inclinazione e lo
stesso orientamento della falda,
installati presso clienti finali già
dotati di punti di prelievo in bassa
tensione (dove non ci sia ulteriore produzione fotovoltaica), e
per i quali sia richiesto l’accesso al
regime di scambio sul posto.
«La procedura – commenta
Davide Valenzano, responsabile
degli Affari regolatori del Gse – è
notevolmente snellita rispetto al
passato. Prima dell’inizio dei lavori, chi intende realizzare l’impianto compila una comunicazione preliminare che viene trasmessa, per via informatica, al gestore della rete. Un passaggio che
sostituisce ogni adempimento
autorizzativo. Allo stesso modo,
al termine dei lavori va poi inviata
la seconda parte del documento,
che comprende dati tecnici sull’impianto, la dichiarazione di
conformità alle disposizioni normative di riferimento e la presa
visione e accettazione del regolamento di esercizio e del contratto
di scambio sul posto con il Gse».
Il modello, spiega lo stesso
Gse, sta iniziando a funzionare.
«Il flusso di domande processate
dai gestori di rete, che sono oltre
un centinaio in Italia, è partito da
gennaio. Certo – prosegue Valenzano – come tutte le nuove procedure, per tirare bilanci complessivi bisogna ancora attendere».
Difficoltà applicative
In concreto, non mancano però
le difficoltà. Soprattutto perché
chi dovrebbe applicare la nor-
LA PAROLA
CHIAVE
Scambio sul posto
7Lo scambio sul posto consente
al proprietario di un impianto
fotovoltaico di immettere in rete
l’energia elettrica prodotta ma
non autoconsumata, per poi
prelevarla in un momento
differente da quello in cui avviene
la produzione. Il meccanismo è
governato dal Gse (Gestore dei
servizi energetici), che eroga
anche il contributo in conto
scambio, cioè il rimborso di una
parte degli oneri sostenuti
dall’utente per il prelievo di
energia elettrica dalla rete.
ma dimostra spesso di non conoscerla a fondo.
Durante questi primi mesi di
applicazione, si sono infatti registrati casi di pratiche interrotte per la richiesta di documentazioni aggiuntive (fotografie, planimetrie, schemi dell’impianto), che il gestore della
rete non era in realtà tenuto a
presentare e che sono “ricadute” sull’utente finale. Il tutto
evidentemente in contrasto
con lo spirito di semplificazione della disciplina. Un altro tipo di ostacolo è poi nato intorno alla questione dell’autorizzazione paesaggistica che, come chiarito anche dallo stesso
decreto del Mise, non è invece
richiesta per l’installazione degli impianti in edilizia libera o
soggetti a Dia (cioè quelli trattati dal modello unico), se non
in casi di vincolo peculiari.
«A complicare la situazione –
commenta Alberto Pinori, presidente di Anie – c’è sicuramente il fatto che, come spesso accaduto in Italia in altri casi simili, il
modello unico è contenuto in
una norma non redatta ex novo,
ma che a sua volta rimanda ad
altre norme precedenti. Questo, aggiunto alla scarsa conoscenza dello strumento da parte di alcun funzionari degli enti
locali, ha favorito in certi casi gli
impedimenti, obbligando i titolari a rinunciare all’uso del modello unico. In fin dei conti,
un’occasione mancata, pur in
presenza di una procedura che
costituisce una reale semplificazione per gli utenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IN ESCLUSIVA PER GLI ABBONATI
Le norme e le circolari citate
www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com
Procedura in due click
LA COMUNICAZIONE PRELIMINARE
Il modello unico si compone di due parti (due click) e va
sempre trasmesso online al gestore di rete. Il primo click da
parte dell’utente scatta a monte dell’avvio dei lavori, con la
comunicazione preliminare per la realizzazione
dell’impianto fotovoltaico e la richiesta di connessione.
Il documento contiene i dati catastali e dell’impianto, e
quelli anagrafici del richiedente (proprietario, titolare di
altro diritto reale di godimento, amministratore di
condominio su mandato dell’assemblea, o altro delegato)
IL RUOLO DEL GESTORE DI RETE
L’incarico passa quindi al gestore di rete: è ora questo
soggetto a dover interagire con i Comuni e le Regioni per
quanto concerne l’iter autorizzativo; con Terna per la
registrazione anagrafica dell’impianto; con il Gse, per la
dichiarazione di volersi avvalere dello scambio sul posto (e,
nella fase del secondo click, per l’attivazione del servizio).
Anche le comunicazioni fra il gestore di rete e i diversi enti
coinvolti avvengono in via telematica
L’AVVIO DELLA PROCEDURA
Entro 20 giorni lavorativi dalla ricezione della
comunicazione, il gestore di rete verifica che la domanda
sia compatibile con i requisiti richiesti e che per la
connessione siano previsti lavori semplici, limitati
all’installazione del gruppo di misura (contatore). L’esito
positivo comporta l’avvio automatico dell’iter. Il gestore
informa quindi il richiedente, che deve versare il
corrispettivo per la connessione (quota fissa di 100 euro)
LE INFORMAZIONI SUL SISTEMA
Conclusa l’installazione, si giunge al secondo click. L’utente
comunica al gestore di rete la fine dei lavori, insieme alle
informazioni su marca e modello degli inverter, sistemi di
protezione d’interfaccia ed eventuali sistemi di accumulo.
La comunicazione include la dichiarazione di conformità
dell’impianto alle disposizioni normative, la dichiarazione
di presa visione e accettazione del format del regolamento
d’esercizio e del contratto di scambio sul posto con il Gse
L’ATTIVAZIONE DEI SERVIZI
L’azienda distributrice attiva la connessione entro 10 giorni
lavorativi dalla ricezione. Per ciò che riguarda lo scambio
sul posto, dopo aver ricevuto i dati presenti nel modello
unico il Gse provvede ad attivare la convenzione e a
comunicare all’utente (direttamente via email) il codice e il
link per visualizzarla sul portale Ssp. La convenzione parte
dalla data di attivazione della connessione, così come è
stata comunicata dal gestore di rete
I bonus. Sì al cumulo con lo scambio sul posto
Con la detrazione
sono incentivate
anche le batterie
Dario Aquaro
pBonus
fiscale e scambio
sul posto. Chi intende collocare un impianto fotovoltaico
sul tetto di casa può sfruttare
due agevolazioni, cumulabili
tra loro: una legata all’installazione in sé, l’altra alla gestione
dell’energia prodotta.
Il primo beneficio è quello
offerto dalla detrazione Irpef
del 50% dedicata ai lavori di ristrutturazione, che copre anche gli interventi di risparmio
energetico realizzati pur senza opere edilizie propriamente dette. La legge di Stabilità
2016 ha prorogato al 50% la detrazione per le spese sostenute nel corso di quest’anno (si
guarda la data del bonifico
“parlante”), con limite massimo di spesa di 96mila euro per
unità immobiliare. Mentre a
partire dal 2017 si tornerà – salvo ulteriori modifiche – al
36%, con limite a 48mila euro.
Al contrario di quel che si
potrebbe pensare, dunque, i
pannelli fotovoltaici domestici non sono fiscalmente incentivati dall’ecobonus sulla riqualificazione energetica
(prorogato al 65% per tutto il
2016), perché – come hanno
già spiegato le Entrate con la
risoluzione 207/E/2008 – sono «finalizzati alla produzione di energia elettrica e non alla riduzione del consumo per il
riscaldamento invernale».
L’articolo 16-bis, comma 1,
lettera h) del Tuir, che ha reso
strutturale l’incentivo del
36% (ora 50%), afferma invece che alla detrazione per il
recupero edilizio sono ammessi gli interventi «relativi
alla realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di
risparmi energetici con particolare riguardo all’installa-
zione di impianti basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia». Quindi il fotovoltaico «posto direttamente
al servizio dell’abitazione
dell’utente» (risoluzione 22/
E/2013), il quale non deve certificare il valore del risparmio
energetico derivante dall’impianto, ma solo conservare i
documenti relativi all’acquisto e all’installazione. Nella
nozione di impianto indicata
dal Tuir rientra, in via interpretativa, anche il sistema di
accumulo (batterie) a cui si
vuol eventualmente abbinare
il fotovoltaico.
Ma in assenza di un sistema
di accumulo domestico, resta
comunque possibile usare la
rete elettrica come “storage
virtuale”, grazie allo scambio
sul posto. Si tratta di un meccanismo – compatibile con il bonus fiscale del 50% – governato dal Gse e attraverso cui il
proprietario di un impianto
può immettere in rete l’energia elettrica prodotta ma non
direttamente autoconsumata,
per poi prelevarla in un momento diverso da quello in cui
avviene la produzione: ad
esempio, durante le ore serali.
Con lo scambio sul posto si
ottiene dal Gse una compensazione tra il valore dell’energia immessa e quello dell’energia prelevata: un “contributo in conto scambio” calcolato tenendo presenti le
caratteristiche dell’impianto e
le condizioni contrattuali di
ciascun utente. In sintesi,
l’energia immessa in rete viene rimborsata a un prezzo inferiore rispetto a quello pagato in bolletta per l’energia prelevata (il rimborso varia tra il
50 e il 70% del costo lordo).
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TRIBUNALE DI REGGIO EMILIA
Sezione Fallimentare
CONCORDATO PREVENTIVO: Antichi Pellettieri Spa N. 23/2013
GIUDICE DELEGATO: Dott. Virgilio Notari
LIQUIDATORI GIUDIZIALI: Dott. Mauro Macchiaverna - Dott. Damiano Manini
Estratto del Bando e Regolamento per la
proposta e la valutazione di Offerte di Acquisto
I liquidatori giudiziali del Concordato Preventivo di ANTICHI PELLETTIERI S.p.A. invitano a manifestare interesse per l’acquisto della quota di partecipazione pari al 60%
del capitale sociale della BALDININI S.r.l. con sede in San Mauro Pascoli (FO), Via Rio
Salto 1, codice fiscale e numero iscrizione al Registro delle Imprese di Forlì-Cesena
01727100404, detenuta da ANTICHI PELLETTIERI S.p.A.
Baldinini disegna, produce e commercializza calzature di lusso e accessori per uomo
e donna. L’azienda è presente in più di 35 Paesi e conta oltre 120 negozi monobrand.
I soggetti interessati dovranno far pervenire la propria manifestazione di interesse
entro e non oltre il 03/07/2016. Condizioni, termini e modalità per la presentazione
delle manifestazioni di interesse sono riportate per intero nel Regolamento disponibile sui siti internet:
www.fallimentireggioemilia.com / www.antichipellettieri.it
I soggetti che avranno manifestato interesse saranno ammessi, previa sottoscrizone
della documentazione richiesta, alla virtual data room che si svolgerà dal 27/07/2016
al 09/09/2016.
I liquidatori giudiziali
Dott. Mauro Macchiaverna e Dott. Damiano Manini
COMUNICAZIONE
PUBBLICITARIA
DIREZIONE GENERALE
FILIALE CENTRO-SUD
Via Monte Rosa, 91
Piazza Indipendenza, 23 b/c
20149 Milano
00185 Roma
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Tel. 06 3022 6100
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28
Norme e tributi
Il Sole 24 Ore
Lunedì 13 Giugno 2016 - N. 161
AUTONOMIE LOCALI
www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com
Contabilità. La riforma del Codice appalti impone la previsione biennale per tutte le operazioni di valore unitario pari o superiore a 40mila euro
Nel nuovo Dup il programma degli acquisti
Documento da approvare entro il 31 luglio ma crescono le incognite sulle competenze
Anna Guiducci
Patrizia Ruffini
pSono ancora molti i dubbi e le
incertezze procedurali che accompagnano la nuova edizione
del documento unico di programmazione. Entro il 31 luglio la giunta
deve presentare al Consiglio lo
schema di Dup per la nuova programmazione 2017 e anni successivi con il parere di attendibilità e
congruità dei revisori dei conti.
In base all’articolo 151 del Tuel, il
Dup è composto dalla sezione
strategica, di durata pari a quella
del mandato amministrativo, e
dalla sezione operativa, triennale.
La sezione strategica sviluppa le
linee programmatiche di mandato e individua gli indirizzi strategici, anche con riferimento alle partecipate, mentre la sezione operativa contiene i principali atti programmatori dell’ente, quali il
piano delle opere pubbliche, i fabbisogni del personale, il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, il piano degli acquisti e i
piani triennali di razionalizzazione e riqualificazione della spesa.
Il Dup al 31 luglio anticipa i tempi previsti dalla legge per la programmazione degli acquisti di beni e servizi e dei lavori pubblici.
Secondo l’articolo 21 del nuovo
Codice degli appalti (Dlgs
50/2016), le amministrazioni pubbliche devono adottare il programma delle acquisizioni, che si
compone del programma biennale degli acquisti di beni e servizi
(di importo unitario pari o superiore a 40mila euro) e del programma triennale dei lavori pubblici. In attesa che sia emanato il
I RIFLESSI SUL BILANCIO
Per ogni intervento
occorre presentare
il cronoprogramma
che determina
l’imputazione della spesa
decreto attuativo del ministro
delle Infrastrutture (il termine è
di 90 giorni dall’entrata in vigore
del Codice), le amministrazioni
sono infatti tenute ad applicare la
disciplina precedente, in base alla
quale la giunta deve adottare il
programma dai lavori pubblici
entro il 15 ottobre dell’anno antecedente al triennio di riferimento.
Per garantire la coerenza del sistema di programmazione occorre verificare la corrispondenza fra
le previsioni di bilancio e quelle di
realizzazione delle opere pubbliche già in sede di Dup. Anche se la
normativa sulla programmazione dei lavori pubblici non lo pre-
Armonizzazione. Indispensabile l’adozione dei provvedimenti di accertamento
vede (perché non in linea con l’armonizzazione), per ogni intervento programmato occorre produrre il cronoprogramma,
attraverso cui individuare l’esigibilità e quindi l’imputazione della
spesa per ogni esercizio. Per le
opere per le quali non è possibile
predisporre il cronoprogramma
dovrebbe essere fornita adeguata
motivazione e seguire le indicazioni del principio contabile.
Anche la programmazione
del fabbisogno del personale
presente nella sezione operativa
del Dup appare poco coordinata
con la normativa di settore, secondo cui la competenza all’ado-
zione dell’atto è assegnata alla
giunta (Consiglio di Stato, sentenza 1208/2010).
Tempi e competenze per l’approvazione di questi diversi strumenti di programmazione dovranno dunque essere allineati. La
presentazione del documento al
consiglio entro il 31 luglio costituisce infatti il primo passo dell’intero ciclo di programmazione dell’ente. Il Consiglio potrà successivamente approvare il Dup come
presentato dalla giunta o chiedere
integrazioni e modifiche per la
predisposizione dell’eventuale
nota di aggiornamento. Poiché la
legge non ha fissato un termine
per la deliberazione consiliare,
spetta al regolamento di contabilità disciplinarne le modalità. In
ogni caso il Consiglio deve deliberare in tempo utile per consentire
alla giunta la presentazione dell’eventuale aggiornamento del
Dup entro la scadenza del 15 novembre. Entro quel termine, infatti, la giunta deve presentare al consiglio, con lo schema di delibera
del bilancio di previsione, la nota
di aggiornamento del Dup, corredata dalla relazione dei revisori.
Ciò in vista dell’approvazione
consigliare entro il 31 dicembre
del Dup e del preventivo 2017.
vo sblocca gli impegni di spesa
per investimenti, i cui provvedimenti devono tener conto del
nuovo contenuto delle attestazioni di copertura finanziaria.
Negli atti di spesa in conto capitale finanziati da entrate imputate
ai titoli 4, 5 e 6 del bilancio l’attestazione di copertura finanziaria
va infatti resa indicando gli estremi del provvedimento di accertamento, il titolo giuridico e la classificazione in bilancio. Questo richiede l’adozione dei provvedimenti di accertamento anche per
IL BOLLINO
Per gli investimenti impegnati
negli esercizi futuri
va precisato se la copertura
è costituita dal fondo
pluriennale vincolato
tutte le entrate in conto capitale.
Con riferimento agli impegni
imputati a esercizi successivi è
poi necessario precisare se la
copertura finanziaria è costituita dal fondo pluriennale vincolato di entrata (e quindi da entrate accertate e confluite nel fondo di spesa dell’esercizio precedente) o da risorse esigibili in
esercizi successivi, mediante
manifestazione di volontà pienamente discrezionale dell’ente o di altra Pa (per esempio contributi a rendicontazione).
Gli investimenti finanziati dal-
la quota consolidata del margine
corrente previsto nel preventivo
devono essere analiticamente
elencati nella nota integrativa allegata al bilancio e l’attestazione
di copertura finanziaria è resa
dopo avere verificato, per ogni
esercizio, il rispetto dell’importo
massimo del saldo positivo dell’equilibrio di parte corrente in
termini di competenza finanziaria, come risulta dal prospetto
degli equilibri, eventualmente
variato, allegato al preventivo.
Lo strumento attraverso cui ogni
ente deve disciplinare tempi e
modi per la resa delle nuove attestazioni finanziarie è il regolamento di contabilità.
Le novità si aggiungono alle vaste verifiche in capo ai responsabili finanziari e della spesa. Prima
di tutto l’adozione degli atti di gestione presuppone il rispetto delle linee strategico-operative declinate nel Dup, dove trovano
esplicitazione le politiche urbanistiche e patrimoniali, quelle
ambientali e dei lavori pubblici, i
modelli organizzativi dell’ente e
delle partecipate. Compete al responsabile di spesa e, in successione, al responsabile del servizio
finanziario, la verifica del rispetto delle linee programmatiche.
Nel regolamento di contabilità
sono disciplinati i casi di inammissibilità e improcedibilità delle deliberazioni del consiglio e
della giunta che non sono coerenti con il Dup o con il preventivo. L’ok con il parere tecnico e
contabile presuppone la corretta
QUOTIDIANO ENTI LOCALI
La natura autorizzatoria
fa crescere la pressione
sulle previsioni di cassa
Sul Quotidiano degli enti
locali e della Pa tutti i giorni
l'offerta informativa del
Gruppo Sole 24 Ore e gli
approfondimenti originali per
amministratori, dirigenti,
funzionari e revisori dei conti.
Nell'edizione online oggi:
- Un articolo di Daniela Ghiandoni ed Elena Masini sugli
equilibri di cassa nel nuovo
ordinamento contabile
- Un articolo di Luciano Cimbolini sui limiti per l’acquisto
di farmacie
- Un articolo di Nicola Tonveronachi sulle incompatibilità
previste per i revisori dei
conti
A.Gu.
P.Ruf.
www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com
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FINANZIAMENTI PUBBLICI
AVVISO
CONDIZIONI VALIDE dalle ore 12:00 del giorno 10/06/2016 alle ore 11:59 del giorno 17/06/2016
COMUNI E PROVINCE
Presto Ordinario
Presto Flessibile
15
20
25
29
1,230
1,410
1,540
1,630
1,710
2,090
2,350
2,500
1,250
1,420
1,550
1,640
1,760
2,120
2,370
2,520
1,300
1,460
1,580
N/D
1,860
2,190
2,420
N/D
Inizio ammortamento
01/01/18 01/01/19 01/01/20 01/01/21 01/01/22
Amm.to
(anni)
10
15
20
24
1,170
1,380
1,540
1,640
Spread unico per Tasso variabile e fisso
Prima data di pagamento Prima data di pagamento
30/06/16
31/12/16
Numero Scadenza
Spread
Scadenza
Spread
rate
contra”o unico (%)
contra”o unico (%)
1,250
1,400
1,550
1,670
1,250
1,400
1,550
1,700
1,380
1,530
1,650
1,730
20
30
40
50
60
31/12/25
31/12/30
31/12/35
31/12/40
31/12/45
N/D
N/D
N/D
N/D
N/D
30/06/26
30/06/31
30/06/36
30/06/41
30/06/46
0,950
1,210
1,380
1,500
N/D
Presto a Erogazione Mulpla
2017
Numero
max rate
20
30
40
50
60
1,250
1,400
1,550
1,740
1,830
Scadenza Periodo di ulizzo
2018
2019
2020
Spread unico (%)
per Tasso variabile e fisso
N/D
N/D
N/D
1,900
1,980
N/D
N/D
1,550
2,000
2,000
N/D
N/D
N/D
N/D
N/D
2021
Cassa deposi­
e pres­­
società per azioni
Via Goito, 4
00185 Roma
N/D
N/D
N/D
N/D
N/D
AZIENDE SANITARIE, ENTI PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA, UNIVERSITA’
E ISTITUTI ASSIMILATI, ENTI REGIONALI PER IL DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO,
AGENZIE REGIONALI PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE
Mutui Fondiari
senza Preammortamento
a Erogazione Unica
Numero
rate
10
20
30
40
50
60
Prima data di pagamento
31/12/16
Scadenza
Spread
Scadenza
contra”o Tasso variabile contra”o
(%)
30/06/21
30/06/26
30/06/31
30/06/36
30/06/41
30/06/46
0,520
0,990
1,260
1,420
1,550
1,660
30/06/21
30/06/26
30/06/31
30/06/36
30/06/41
30/06/46
Pres Chirografari
con Piano di Erogazione non Predefinito
(quadro cauzionale senza fideiussione dell’ente territoriale di riferimento)
Spread
Tasso fisso
(%)
0,520
1,000
1,290
1,480
1,620
1,740
Tasso variabile
Tasso fisso
Inizio ammortamento
Inizio ammortamento
Capitale sociale
€ 3.500.000.000,00 i.v.
• Iscria presso CCIAA
di Roma al n. REA
1053767
• C.F. e iscrizione al
registro delle imprese
di Roma 80199230584
• Par„ta IVA
07756511007
01/07/16 01/01/17 01/01/18 01/01/19 01/07/16 01/01/17 01/01/18 01/01/19
Amm.to
(anni)
Spread (%)
5 0,620 0,750 N/D
10 1,140 1,250 N/D
15 1,400 N/D N/D
20 1,550 N/D N/D
N/D
N/D
N/D
N/D
che, in base alle stesse norme
(comma 20 dell’articolo 31),
nel caso in cui la certificazione, seppur in ritardo, è trasmessa in ogni caso entro 60
giorni dal termine fissato per
l’approvazione del conto
consuntivo e attesta il rispetto del patto, l’unica sanzione
applicabile delle cinque previste in caso di violazione del
patto (riduzione del fondo
sperimentale o del fondo perequativo, spese correnti
sotto gli impegni medi annui
dell’ultimo triennio, stop all’indebitamento per investimenti, taglio del 30% di indennità e gettoni di presenza
sul totale al 30 giugno 2010) è
il divieto di assunzione di
personale a qualsiasi titolo,
compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, di somministrazione, i processi di stabilizzazione in corso, e i contratti
stipulati nell’ambito di contratti di servizio con privati.
Il controllo sul rispetto del
Patto e le relative sanzioni sono state confermate dalla
stessa legge di stabilità 2016
(comma 720 della legge
208/2015) e il divieto di assunzioni di personale vale ora
anche per il ritardo delle certificazioni sul saldo di finanza pubblica. Su queste nuove
regole la stessa Ragioneria
Spread (%)
0,620 0,750 N/D
1,150 1,250 N/D
1,400 N/D N/D
1,550 N/D N/D
N/D
N/D
N/D
N/D
www.cdp.it
citi professionali incidenti sull’integrità e sull’affidabilità dell’operatore economico deve essere svolta a spettro ampio,
considerando non solo le risoluzioni di contratti, ma anche le
condanne definitive per una serie di reati che riguardano l’attività professionale.
L’Autorità nazionale anticorruzione ha posto in consultazione (con osservazioni da presentare entro il 27 giugno; si veda anche Il Sole 24 Ore di sabato) un
secondo gruppo di linee-guida
attuative del nuovo Codice appalti, per disciplinare l’analisi dei
gravi illeciti professionali commessi dagli operatori economici
nella verifica dei motivi di esclusione, il rating delle imprese partecipanti agli appalti pubblici e il
monitoraggio degli interventi
realizzati con il partenariato
pubblico-privato.
Il documento che analizza le
modalità con cui devono essere
gestiti i requisiti di ordine generale previsti dall’articolo 80,
comma 5, lettera c) del Dlgs
50/2016 evidenziano che tra i
gravi illeciti professionali rientrano le condanne definitive per
esercizio abusivo della professione, delitti di falso, reati fallimentari, societari e tributari. Nel
complesso degli elementi indicativi di comportamenti scorretti rientrano anche i provvedi-
menti dell’Antitrust e quelli sanzionatori della stessa Anac.
Per la verifica delle risoluzioni
contrattuali, la stazione appaltante può accedere al casellario
informatico dell’Anac o chiedere alle amministrazioni che hanno risolto il contratto con l’operatore economico.
Sul motivo di esclusione determinato da tentativi del concorrente di influenzare il processo decisionale dell’amministrazione o di ottenere dati riservati,
RISOLUZIONI DEL CONTRATTO
Le Pa possono accedere
al casellario giudiziario
o chiedere informazioni
agli enti che hanno
già «bloccato» le imprese
le linee-guida evidenziano la necessità di una denuncia all’autorità giudiziaria. Analogo percorso va rapportato alle false dichiarazioni o alla presentazione di
falsi documenti fuorvianti le decisioni dell’amministrazione, rese in sede di sviluppo della gara.
Il documento posto in consultazione è utile per le stazioni
appaltanti come primo riferimento per l’applicazione della
norma contenuta nell’articolo
80 in questa prima fase di applicazione del Codice.
L’Anac prefigura anche le ba-
S
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generale (circolare 5/2016)
ha chiarito che in ogni caso
«ai fini della verifica del rispetto del termine di invio, la
data di riferimento è quella
risultante dalla ricevuta rilasciata dal sistema web che attesta che la certificazione risulta nello stato di inviato e
protocollato», oltre a ribadire che le sanzioni valgono
nell’anno successivo a quello
della violazione.
La Corte ha spiegato che la
regola generale fissata dalle
stabilità 2012 (comma 28 dell’articolo 31) prevede lo stop
alle assunzioni nell’anno successivo a quello dell’accertamento della violazione soltanto se l’accertamento non
sia avvenuto nell’anno seguente alla violazione ma dopo. In questo caso, ad esempio, il Comune non potrà assumere nell’esercizio 2016, cioè
in quello successivo al 2015
per cui si è verificato il ritardo,
e dovrà farlo, come stabilito in
diversi casi dalla giurisprudenza contabile, rispettando
l’interpretazione estensiva
del concetto di «assunzione di
personale», quella cioè «estesa al più generale divieto di incremento della spesa di personale conseguente all’utilizzo in concreto, a qualunque titolo, di altro lavoratore».
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Gare, verifica ad ampio raggio
per le cause di esclusione
Alberto Barbiero
REGIONI E PROVINCE AUTONOME
Presto a Erogazione Unica a Quota Capitale Costante
Patto di stabilità, il Comune
che ha trasmesso in ritardo la
certificazione alla Ragioneria
generale dello Stato non può
aggirare le sanzioni previste
nell’anno successivo all’accertamento, e quindi deve
bloccare ogni tipo di assunzione anche se ha concluso le
procedure di selezione pubblica di personale.
A precisarlo è la Corte dei
conti della Puglia nella delibera 111/2016 della sezione di
controllo, rispondendo a un
Comune che per l’esercizio
2015 aveva rispettato gli obiettivi di finanza pubblica ma che
per disguidi tecnici nella linea
dati non era riuscito a inviare
per via telematica il prospetto
del saldo finanziario in termini di competenza entro il termine del 31 marzo, ma solo cinque giorni dopo. L’ente nello
stesso mese aveva concluso
un concorso per personale
apicale e aveva quindi chiesto
alla Corte in quale anno finanziario applicare il divieto di
assunzione a qualsiasi titolo
fissato dalla legge di stabilità
2012 (articolo 31, comma 26,
lettera d della legge 183/2011),
quindi l’esercizio in cui poter
rinnovare l’organico come
previsto dal piano annuale.
La sezione ha ricordato
pLa valutazione dei gravi ille-
Spread unico (%)
1,090
1,330
1,500
1,610
Francesco Clemente
Appalti. Le indicazioni Anac su illeciti professionali e rating
Cassa depositi e prestiti spa
Inizio ammortamento
01/07/16
01/01/17
01/01/18
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso
Tasso Tasso
Amm.to variabile fisso variabile fisso variabile fisso
(anni) Spread su (%) Spread su (%) Spread su (%)
Euribor (%)
Euribor (%)
Euribor (%)
blocca assunzioni e concorsi
pAnche se ha rispettato il
Partecipate,
la riforma
inciampa
sul calendario
si per il futuro sistema di rating
per le imprese partecipanti alle
gare di appalto, ma sottopone
alla consultazione un documento che sollecita un’analisi a
spettro ampio sul metodo per
calcolare il rating, sugli indici
reputazionali da valutare (per
evitare che siano utilizzati più
volte nella gara con finalità diverse) e sulla ponderazione di
questi elementi.
Il sistema di rating è peraltro
destinato a una fase di sperimentazione, che dovrà consentire di comprendere anche come calibrare al meglio le metodologie per attribuire premi e
penalità agli operatori.
Infine l’Anac propone in consultazione le linee-guida per il
monitoraggio sugli interventi
realizzati mediante partenariato pubblico-privato, focalizzando l’attenzione sull’analisi che
le stazioni appaltanti devono
svolgere sulla permanenza in
capo all’operatore economico
dei rischi allo stesso trasferiti
(come il rischio di domanda e il
rischio di disponibilità).
Gli strumenti principali per il
monitoraggio sono individuati
in un articolato sistema a matrice
e nella definizione di clausole
contrattuali molto strutturate,
nonché nella dettagliata regolazione delle circostanze e delle
modalità di revisione del piano
economico-finanziario.
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Sanzioni. Basta sforare il termine di pochi giorni per congelare anche le selezioni
applicazione del principio di
competenza finanziaria potenziata, per cui tutte le obbligazioni
di entrata e di spesa devono essere imputate secondo la loro esigibilità e nel rispetto della classificazione del Dlgs 118/2011.
Un ruolo determinante dovrà
essere svolto dai singoli responsabili di procedimento, ai quali
compete la verifica della gestione
di entrate e spese. Il controllo non
investe solo la competenza, ma
anche i valori di cassa. In base all’articolo 183, comma 8 del Tuel,
per evitare ritardi nei pagamenti
e la formazione di debiti, nell’adozione dei provvedimenti
che comportano impegni di spesa il responsabile deve accertare
preventivamente che il programma dei pagamenti sia compatibile
con gli stanziamenti di cassa e
con le regole del pareggio di bilancio, pena le sanzioni per responsabilità disciplinare e amministrativa. L’assunzione degli impegni di spesa deve avvenire, oltre che nel rispetto del pareggio di
bilancio, entro i tetti imposti dagli
ulteriori vincoli di finanza pubblica che assoggettano a restrizioni le uscite per autovetture, locazioni e acquisizioni immobiliari, pubblicità, pubbliche relazioni, rappresentanza, convegni,
mostre e formazione. Da non trascurare, inoltre, la correttezza del
regime fiscale e contributivo
connesso agli atti di gestione.
Stefano
Pozzoli
i stanno moltiplicando le
delibere delle sezioni
regionali della Corte dei
conti sui piani di
razionalizzazione delle
partecipate proposti dagli enti.
Un esempio importante, per i
temi che affronta, arriva dalla
delibera 141/2016 della sezione
Lombardia. Soprattutto è
interessante la lettura delle
norme sui commi 611 e
seguenti della legge 190/2014.
In particolare, nel caso di
specie. si stigmatizza il fatto
che non ne siano state
rispettate le indicazioni (nel
caso di specie acquisendo una
partecipazione, operazione
non prevista).
Tutto ciò ricorda che non si
può pensare a questi piani
come a qualcosa di scritto sulla
sabbia, ma che devono essere
meditati e realistici. Vedremo
cosa accadrà con il nuovo
Testo unico sulle partecipate,
che prevede pesanti sanzioni
nel caso di «mancata adozione
degli atti». Proprio per questo,
però, sarebbero utili norme
chiare in materia, cosa che ad
oggi non si ritrova nella prima
versione del Testo unico.
L'articolo 25 impone che la
revisione straordinaria delle
partecipazioni sia approvata
entro sei mesi dalla data di
entrata in vigore del decreto.
Come è stato notato, già si
andrebbe oltre il 31 dicembre,
cioè al termine previsto
dall'articolo 20 per la
razionalizzazione periodica.
Per aggiungere altra
confusione, però, l'articolo 25
precisa al comma 2 che la
revisione straordinaria
«costituisce aggiornamento
del piano operativo di
razionalizzazione adottato ai
sensi del comma 612 (…), fermi
restando i termini ivi previsti»
(ovvero 31 marzo).
Individuare chiaramente una
sola data per il tutto non
sarebbe una scelta più sensata?
La previsione di approvare la
relazione consuntiva (articolo
20) per il 31 dicembre non ha
senso, visto che il periodo
di piano si esaurisce a quella
data e che manca il tempo
materiale per redigerla
e farla approvare dal
consiglio comunale.
Un tema ovviamente
connesso alla riduzione delle
partecipate è quello del
personale. La riforma dedica
un articolo, il 26, alla
risoluzione del problema,
immaginandosi una
procedura di improbabile
successo, e certo non
preferibile a quella stabilita
dalla legge di Stabilità 2014 di
cui in molti auspicano il
mantenimento. Anche su
questo il Testo unico lancia
messaggi contraddittori.
Infatti l’articolo 25, comma 8
prevede l’applicabilità del
comma 614 della legge
190/2014, il quale stabilisce che
ai piani si applica la mobilità.
Al contrario, l’articolo 29 la
abroga. E quindi?
Un dubbio, ancora, suscita
la apparentemente tassativa
indicazione dell’articolo 25,
comma 1, in base al quale le
partecipazioni che non
rispondono ai criteri della
riforma «sono alienate o sono
oggetto delle misure di cui
all'articolo 20, commi 1 e 2».
L’impressione è che la norma
dica che queste partecipazioni
«sono alienate oppure no»,
visto che l’articolo 20 ha un
sapore assai meno
inderogabile. Troppo
imperativa e contraria
all’interesse generale - oltre
che lesivo degli interessi
soggettivi dei soci terzi - è
infine la previsione del comma
5, che impone la liquidazione
della quota dell’ente locale
detentore di una
partecipazione, per il solo fatto
che non sia riuscito a venderla
entro un anno dalla redazione
del piano di razionalizzazione
straordinaria e che ne faccia
richiesta alla società. Questa
previsione pare priva di di
equilibrio e di senso pratico.
Sotto esame le entrate in conto capitale Il ritardo del certificato sul Patto
pL’approvazione del preventi-
L’ANALISI