Chiesto il processo per 20 imputati
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Chiesto il processo per 20 imputati
LA SICILIA 46. DOMENIC A 11 FEBBRAIO 2007 Gela LA LOTTA ALLA MAFIA Fissata per marzo, davanti al Gup di Caltanissetta, l’udienza preliminare per l’operazione antimafia «Discovery» dei carabinieri Vittorini: telefonini sulla cattedra IL TABELLONE CON GLI INCRIMINATI DELL’OPERAZIONE ANTIMAFIA «DISCOVERY» m.c.g.) Dopo i fatti accaduti a Catania ed i casi di abuso di immagini porno trasmessi su Internet attraverso i cellulari, il preside del Liceo scientifico "Vittorini". Luciano Vullo, che è anche assessore all’Istruzione, ha inviato una circolare a tutte le classi del suo istituto chiedendo agli alunni di spegnere i cellulari in aula e lasciarli sulla cattedra. Il dirigente scolastico, partendo dal presupposto che dei mezzi tecnologici quali il cellulare, spesso, viene fatto un uso che contrasta con il lavoro didattico, chiede il deposito dei telefonini in luogo in cui possono essere sorvegliati "in modo che le lezioni possano svolgersi senza le interferenze di chiamate ed Sms che creano ansia e nervosismo sia per chi riceve, sia per chi deve rispondere, sia per gli altri che vengono distratti ed impossibilitati a concentrarsi sugli argomenti di apprendimento". Dovrebbe essere assodato che in au- la i cellulari devono stare spenti, se il dirigente scolastico sente l’esigenza di lanciare un invito in tal senso ai suoi alunni; evidentemente la realtà è diversa. Il dirigente - assessore prevede un’eccezione alla regola: se i cellulari dovessero servire per connessioni a fonti di informazioni e di apprendimento diverse rispetto a quelle cartacee ed in un momento in cui non sia possibile usare il computer, saranno gli stessi docenti ad autorizzarne l’uso. Chiesto il processo per 20 imputati Alcuni degli accusati devono rispondere di spaccio di droga e di alcune estorsioni ai danni di commercianti E’ stata fissata per i primi giorni di marzo l’udienza preliminare contro i 20 presunti affiliati al clan della Stidda incriminati nel giugno dello scorso anno con l’operazione antimafia "Discovery", dall’inglese "scoperta", per indicare il carattere esplorativo che caratterizzò l’attività d’indagine dei carabinieri volta ad appurare il ruolo ricoperto da alcuni soggetti legati alla Stidda ed apparsi quasi come "comparse" in precedenti inchieste che avevano permesso di disarticolare il clan. Associazione a delinquere di stampo mafioso, spaccio di droga, estorsioni, tentata estorsione, sono le accuse per le quali il nutrito gruppo di imputati comparirà davanti al Gup del Tribunale di Caltanissetta che dovrà pronunziarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio già formulata per gli imputati dalla Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta. Con l’operazione "Discovery", condotta dai carabinieri della locale Compagnia e da quelli del Comando provinciale dopo due anni di indagini condotte con intercettazioni ambientali e telefoniche, vennero incriminati Gaetano Bagarella, Alessandro Catania, Giuseppe Cavallo (classe ’86) Paolo Di Maggio, Salvatore Di Maggio, Cristoforo Domicoli, Vincenzo Gueli, Nicola Liparoti, Enrico Maganuco, Fortunato Mirko Migliore, Francesco Morteo, Vito Nobile, Emanuele Palazzo, Nicola Palena, Nunzio Salerno, Marcello Scerra, Giuseppe Alessio Scicolone, Francesco Scilio, Gaetano Tomaselli e Massimiliano Tomaselli. Un contributo all’inchiesta, che permise tra le altre cose di fare chiarezza su due episodi estorsivi e su altrettanti incendi, giunse anche dal collaboratore di giustizia Salvatore Cassarà. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche eseguite dai carabinieri durante la fase investigativa emerse inoltre che il gruppo criminali aveva anche la disponibilità di armi "pulite" o modificate con le quali, sovente, gli affiliati si allenavano in campagna in modo da essere preparati in caso di necessità. Conclusa la fase delle indagini preliminari, la Procura distrettuale antimafia ha chiesto il processo a carico degli imputati, ritenendo di aver raccolto numerosi elementi a sostegno della te- si accusatoria e che adesso passeranno al vaglio del giudice per le udienze preliminari. L’inchiesta ha portato alla scoperta del ruolo ricoperto da alcuni soggetti che sarebbero stati legati alla Stidda e apparsi quasi come "comparse" durante le fasi investigative di altre indagini antimafia, come la "B-Side" e la "Fallout" che, tra il 2002 e lo scorso anno, hanno permesso di disarticolare la cosca. D.V. Studente picchiato dai compagni ecco le scuse da parte dei genitori Una stretta di mano, un abbraccio e le scuse da parte dei genitori per il comportamento non proprio corretto dei propri figli. In questo modo si è risolta la furibonda quanto incredibile lite tra quattro ragazzi avvenuta venerdì scorso all’uscita della scuola media "Giovanni Verga". Vittima dell’aggressione da parte di tre compagni di classe è stato A.S. di 12 anni, "reo" solo di non aver voluto fare copiare i compiti ai compagni. Lo studente, al suono della campanella, era uscito da scuola, quando tre compagni di classe lo hanno malmenato, procurandogli una contusione al dito della mano destra, giudicata guaribile dai medici del pronto soccorso in 4 giorni. Un fascicolo era stato aperto da parte della Procura dei minori di Caltanissetta, diretta dalla dott.ssa Caterina Chinnici, che ha dato mandato alla polizia di Gela di fare piena luce su quanto è accaduto venerdì all’interno dei cancelli dell’istituto comprensivo "Giovanni Verga". Ieri mattina gli agenti di polizia hanno ascoltato i quattro ragazzini rimasti coinvolti nella lite e i loro genitori. Tutto però è stato fortunatamente risolto per il meglio. I genitori di A.S. non hanno infatti manifestato alcuna intenzione di sporgere denuncia. Ieri mattina i quattro ragazzini di 12 anni si sono stretti la mano e sono ritornati tra i banchi di scuola, come se nulla fosse successo. In compenso non è stato ancora risolto il caso del lancio di una bottiglia avvenuto in via Salonicco, poco distante dall’istituto comprensivo "Giovanni Verga" in cui è stato colpito S. M. di 12 anni. Anche per questa delicata vicenda. gli inquirenti ascolteranno il dodicenne, colpito dalla bottiglietta lanciata da uno studente della I media dello stesso istituto per vedere di ricostruire la dinamica di quanto accaduto e per cercare di acquisire quanti più elementi possibili per cercare di risalire all’autore del gesto teppistico in questione. in breve PER LA STATUA DELLA MADONNA Oggi ai Cappuccini una festa per ringraziare il sindaco Oggi alle 18, alla chiesa dei Cappuccini, il comitato Madonna delle Grazie, guidato da Rocco Maniscalco, offrirà un rinfresco per ringraziare la giunta del contributo di 50 mila euro per una gran statua della Madonna alta 5 metri che sarà posta sul tetto del convento. La statua è stata commissionata allo scultore Frà Gesualdo Maria Ventura. D’Anca, Salvatore Guttilla, Fabio Gentile, Santo Privitera e Mattia Giuliano. LITE IN AGRITURISMO Due donne si sono recate al pronto soccorso Due delle tre donne, coinvolte nella furibonda lite registratasi nel piazzale di un noto agriturismo, ieri mattina si sono recate al pronto soccorso avendo riportato contusioni ed ecchimosi. UNIONE COMITATI DI QUARTIERE Respinte le dimissioni di Crocifisso Moscato L’Unione dei comitati di quartiere, al termine di un incontro tenutosi nell’ex chiesetta di San Biagio, ha respinto le dimissioni presentate dal coordinatore Crocifisso Moscato. PALAZZO DUCALE I Vivangel stasera in concerto INFORTUNIO SUL LAVORO Sospetta frattura della gamba per un marittimo Infortunio sul lavoro ieri per un marittimo. L’uomo, 45 anni, mentre si trovava sull’imbarcazione, è scivolato procurandosi una sospetta frattura della gamba. Da qui il suo ricovero in ortopedia. Concerto questa sera alle 19 a Palazzo Ducale. Si esibirà il gruppo cameristico "Vivangel" composto da Viviana Bagnato, Angelo Lo Cicero, Calogero Tulumetto, Salvatore FARMACIE DI TURNO Servizio diurno: Cipolla, via Francesco Crispi, 192 tel. 0933912604. Servizio notturno: Bordonaro, corso Vittorio Emanuele, 224 tel. 0933-917756. GIOVEDÌ UNA NUOVA SEDUTA «DIFFAMA ANCHE CHI LO TRASMETTE» Il Consiglio deve decidere Video hard di una minore sulla quote della «Ghelas» è «caccia» al responsabile Il consiglio comunale torna a riunirsi giovedi prossimo alle 20,30. Tra gli argomìnti in discussione la delibera riguardante l’acquisizione delle quote di Italia lavoro della Ghelas multiservizi da parte del Comune e la proposta di sospensione del pagamento della Tosap sugli scivoli. La proposta viene dal consiglio comunale, ma con parere sfavorevole del dirigente del settore. Probabilmente il consiglio chiederà la verifica dei criteri con cui sono state inviate le cartelle di pagamento ai cittadini. Una mozione a firma dei consiglieri Massimo Catalano, Angela Galioto e Ciccio Liardo riguarda l’archeologia e vuole dare forza alla richiesta di Archeoambiente perchè i reperti sequestrati nell’operazione Ghelas rimangano a Gela. Il presidente del consiglio comunale Pino Federico ha incontrato due giorni fa l’assessore regionale ai Beni Culturali, l’on. Leanza, che ha garantito l’impegno a verificare come possono rimanere a Gela e della perimetrazione del parco archeologico di Gela. Da qualche mese è oggetto di curiosità ed illazioni un video con scene porno cui è stato associato il nome di una minorenne gelese, inserito su Internet in un famoso programma che utilizza la tecnologia peer to peer. I familiari della minore hanno sporto denuncia alla polizia in quanto viene usato il nome della figlia che però è del tutto estranea alle scene di sesso riportate nel video.Il legale della famiglia della minore, l’avv. Salvo Macrì, su mandato della stessa, ha scritto una lunga lettera aperta ai cittadini per informarli che ci sono indagini per l’identificazione di chi ha immesso il video nel circuito Internet e per diffidare quanti siano in possesso del video su computer e telefonini cellulari a disfarsene immediatamente perchè anche l’acquisizione di quelle immagini può integrare il reato. La famiglia della minore è intenzionata a promuovere querela nei confronti di tutti quei soggetti che, a partire da oggi, diffonderanno il video con qualsiasi mezzo. L.M. O TRE GIOVANI AI DOMICILIARI Chiedono il rito immediato per la rapina al Punto Vigas Saranno processati col rito immediato i tre gelesi che, a fine ottobre, si resero autori della rapina da 205 euro al "Punto Vigas". Giuseppe Cocchiara, di 26 anni; Mirko Greco ed Orazio Nissellino, entrambi di 22, saranno processati per rapina a mano armata il prossimo 16 marzo dai giudici del Tribunale. Sottoposti ancora a regime di arresti domiciliari, i tre vennero individuati nell’immediatezza dei fatti dai carabinieri della locale compagnia che li arrestarono nei pressi di Ponte Olivo al termine di un rocambolesco inseguimento. Nel corso dell’udienza di IL TRIBUNALE convalida, Cocchiara, Greco e Nissellino non si tirarono indietro di fronte alle loro responsabilità ed al Gip ammisero i fatti. Una confessione che fece guadagnare ai tre il beneficio degli arresti domiciliari: misura alla quale sono ancora sottoposti. La rapina al "Punto Vigas" si registrò la sera del 25 ottobre scorso. La banda raggiunse la via San Valentino, dove è sito il supermercato, a bordo di una Fiat Bravo presa in prestito da un pregiudicato e, pochi minuti prima della chiusura, entrò in azione. Secondo la ricostruzione dei fatti effettuata dai carabinieri, Nissellino rimase fuori a bordo della vettura a fare il "palo", mentre Cocchiara e Greco col volto coperto da collant ed armati di una pistola "scacciacani" fecero irruzione nel supermercato. Ad impugnare l’arma sarebbe stato Greco che immobilizzò una dipendente, puntandole la pistola in testa. Cocchiara, invece, avrebbe rovistato tra i registratori di cassa arraffando la modica somma di 205 euro. Col "magro" bottino i due raggiunsero il complice per darsi alla fuga. Nella zona giunsero i carabinieri, allertati da una telefonata anonima che segnalava quanto stava accadendo al supermercato. Al loro sopraggiungere, i carabinieri notarono una Fiat "Bravo" con tre persone a bordo che ad alta velocità tentavano di tagliare la corda in direzione della Ss 117 bis per Catania. Ne nacque un inseguimento conclusosi a "Ponte Olivo" con l’arresto dei tre. Durante la fuga, la banda si era "sbarazzata" della pistola, gettandola dal finestrino e poi recuperata dai carabinieri. La refurtiva, invece, fu trovata sul sedile della "Bravo". D.V.