Schemi di certificazione dei Tecnici del Freddo nel mondo

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Schemi di certificazione dei Tecnici del Freddo nel mondo
N° 393
AN
NI
CSG
ORGANO UFFICIALE
CENTRO STUDI GALILEO
per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione
Presentato a Dubai in anteprima il libro delle Nazioni Unite su
“Schemi di certificazione dei Tecnici del Freddo nel mondo”
Shamila
Nair-Bedouelle
direttore UNEP
con dr.
Saad Al Numeiri
consigliere
Ministro Ambiente
degli Emirati
Arabi Uniti
A Dubai il
VicePresidente AREA
e direttore CSG
presenta, oltre al
libro, le attività AREA
nella formazione
e certificazione
riproducibili in ogni
paese del mondo
Momenti del lancio del libro da parte dell’autore Marco Buoni, durante il MOP27, conferenza in
cui è stata finalmente riconosciuta la necessità della eliminazione degli HFC a livello globale
Anno XXXIX - N. 9 - 2015 - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato
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tramite il Centro Studi Galileo:
“Corso impianti ad idrocarburi”
Le nuove frontiere della qualificazione della professione
Centro Studi Galileo si mantiene fedele alla propria mission: offrire un’ampia
qualificazione ai Tecnici del Freddo. Innovare affinché il mestiere del Tecnico del
Freddo sia riconosciuto e rispettato per la preparazione tecnica dei suoi addetti.
Molti frigoristi, in particolare nei periodi caldi dell’anno, non si possono muovere verso
una delle 15 sedi dei corsi Centro Studi Galileo in Italia. Stare lontano dai clienti e dal
lavoro a volte non è possibile.
Quindi Centro Studi Galileo ha creato un nuovo portale, che si affianca al sito
tradizionale www.centrogalileo.it: www.galileo-online.it
E’ un portale di formazione a distanza che consente di approfondire le tecniche
frigorifere, la climatizzazione e le energie rinnovabili comodamente con il proprio
smartphone da casa e dal luogo di lavoro.
La novità di questi giorni è il nuovissimo corso sugli impianti ad idrocarburi in 2
video per un totale di 4 ore di corso circa, con a disposizione diapositive stampabili.
PROGRAMMA
– Gli Idrocarburi come refrigeranti, R290 propano – R600a isobutano
– Come riconoscere il refrigerante e l’impianto
– Come usarli
– La scelta dei componenti
– Quando usarli
– Le performance, confronti con gli altri refrigeranti
– Il Tecnico del freddo – Frigorista:
– Attrezzatura idonea da utilizzare per la manutenzione e la riparazione
– Adempimenti normativi
– Limiti di impiego e limiti di carica
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FORMAZIONE ON LINE
(e-learning)
Gli stessi argomenti trattati nei
videocorsi possono essere
seguiti anche come
Formazione on line:
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percorso formativo per la
figura del tecnico delle energie
rinnovabili
(con il rilascio dell’Attestato
Energy Management
Technician in EU-EMTEU).
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Tecnici di 3 generazioni in 40 anni di corsi con una media di oltre 3000 allievi allʼanno si sono specializzati al CSG
Tecnici specializzati
negli ultimi corsi e patentini
del Centro Studi Galileo
GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO
ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL
DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ
Gianfranco Cattabriga, docente CSG con esperienza
pluridecennale, istruisce alcuni Tecnici provenienti dall’Est
Europa e dall’Asia, inviati a Casale Monferrato dalle Nazioni
Unite per studiare i meccanismi di certificazione da
replicare in Patria. Le tutele in materia ambientale e del
lavoro è molto importante vengano trasmesse alle
Nazioni in via di sviluppo: ciò permetterà di far cessare
la concorrenza sleale del lavoro sottopagato e l’alto tasso
d’inquinamento che proveniente da queste aree danneggia in
maniera irreversibile l’intero pianeta.
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
A ROMA
D’Uffizi Emiliano
3R DI D’UFFIZI
Roma
Addeo Alessio
Pofi
Armillei Marco
AGROS srl
Roma
Filippi Fabrizio
AGROS srl
Roma
Lʼelenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici
specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può
trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”)
DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI
SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE
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Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo
Giammaria Omar
COOP SERVICE scpa
Reggio Emilia
Ordine Vincenzo
DIAMANTE49 srl
Ostia Lido Roma
Vitonesc Adrian Gruia
DAL SOLE ENERGY srl
Roma
Ciotti Fabio
EDILEFFE COSTRUZIONI srl
Roma
Fagioli Cristiano
DC CLIMA srl
Roma
Rimanoti Rino
EDILIA srl
Roma
De Angelis Corrado
DCM ELETTROTECNICA snc
Roma
Cerasia Mario
ENERGY MAX PLUS srl
Casoria
Narciso Aristotle Gotoman
DE GASPERIS srl
Roma
Anania Salvatore
ENERGY MAX PLUS srl
Casoria
Erbo Riccardo
Fonte Nuova
Giannessi Ferdinando
EUROPROGET srl
Civitavecchia
Morad Anibi
FIR 2010 srl
Nettuno
Lucchini Claudio
FIR 2010 srl
Nettuno
Vettoretto Carlo
GIUSTINIANA GAS
DI VETTORETTO
Roma
Veneziano Francesco
GNODI SERVICE srl
Somma Lombardo
D’Alessandro Fabio
GTI CONSULTING srl
Roma
Pulcrano Angelo
HIGH TECH SERVICE srl
Roma
Tripano Roberto
INSEAN
Roma
Suozzo Gerardo
ITIM srl
Pomezia-Santa Palomba
Pasquali Bernardo
ARSTEC DI R. UGOLINI sas
Roma
Cirilli Marco
BANCA D’ITALIA
Roma
Petriglia Mauro
BANCA D’ITALIA SERV. ATT.
IMMOB.
Roma
Bernardini Mauro
Mazzano Romano
Carella Fabio
Palermo
Castro Alfio
Giarre
Corvino Marco
CC SERVIZI DI CORVINO
Roma Acilia
Petruccioli Emanuele
COOP SERVICE scpa
Reggio Emilia
Sede CSG dei Corsi di Roma, Marco Buoni presenta le nuove tecnologie e regolamentazioni ad un corso di Tecniche Frigorifere.
11
Romani Alessandro
ITM srl
Roma
Lucchini Leandro
LORETUCCI
TERMOIDRAULICA
Roma
Cabrini Moreno
MCS CLIMA TECNOLOGY srl
Roma
D’Alleva Mauro
MD’A IMPIANTI
& MANUTENZIONE
Orsogna
Guerrini Fabrizio
ORSINI DI F. GUERRINI
P.S. Stefano
Pandolfi Maurizio
Roma
Piaggesi Federico
Aprilia
Cocciarelli Sabatino
PLANET CLIMA sas
Roma
Foglietti Massimo
POLARE srls
Roma
Paiotti Claudio
PROJECT CLIMA srl
Roma Borghesiana
Tosti Gian Luca
RECIR srl
Roma
Roberto Ferraris (secondo in piedi da destra), Docente Centro Studi Galileo, ha appena terminato un corso di Tecniche
Frigorifere Base e posa con gli allievi presso il laboratorio CSG di Casale Monferrato. La presenza femminile all’interno del
settore è in aumento, dato testimoniato dalla sempre maggiore presenza ai corsi del Centro Studi Galileo.
Aliveri Matteo
RECIR srl
Roma
Finn Owen Francis
SAMIT srl
Roma
Goga Daniel
SCAGLIOTTI FABIO
Monteporzio Catone
Altana Andrea
SITEF srl
Roma
Calzetta Riccardo
RECIR srl
Roma
Sedona Marco
SC DI SEDONA MARCO
Roma
Fiorucci Marco
SEMIT srl
Roma
Caporro Davide
SOLIMI srl
Roma
Buffa Bruno
RIGA srl
Roma
Scagliotti Fabio
Monteporzio Catone
Cerreoni Benedetto
SITECNO srl
Tivoli
Murzilli Massimo
TERMOEMME srl
Roma
Altomare Vittorio
THYSSENKRUPP AIRPORT
SERVICES
Roma
Planas Martorell Guillermo
THYSSENKRUPP AIRPORT
SERVICES
Roma
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
A NAPOLI
Esposito Gaetano
CARAVAGGIO SPORTING
VILLAGE
Napoli
Crognale Antonio
CR IMPIANTI DI CROGNALE
Castel Frentano
Francesca Vincenzo
MODENA DISTRIBUTORI srl
Benevento
A Bologna, presso la sede CSG, i docenti Stefano Sarti e Madi Sakande danno il benvenuto nella comunità dei Tecnici del Freddo
ad un gruppo di allievi che hanno appena frequentato con successo un corso di preparazione al del Patentino Italiano Frigoristi.
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Di Meo Michele
ODM IMPIANTISTICA srl
Ruviano
BF IMPIANTI srl
Benni Alessio Maria
Specia Antonio
Roma
BOSCOLO FEDERICO
DI BOSCOLO R.
Boscolo Roberto
Trino
C&L SERVICE AND
SOLUTIONS srl
Caioli Giovanni
Lisi Tiberio
Roma
CACCIANI srl
Cacciani Tarcisio
Montebuono
CARLUCCI PAOLO
Pomezia
CARP ALLESTIMENTI srl
Alessandri Edoardo
Fonte Nuova
Marco Buoni, Direttore Tecnico del Centro Studi Galileo, tiene una relazione nell’ambito del Tour “No Pif – No gas” nato per
sensibilizzare i Tecnici del Freddo all’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi per l’acquisto a norma di legge del gas refrigerante.
Siclari Angelo
Taurianova
Testa Alberto
TIM srl
Benevento
Coppola Giuseppe
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Agrillo Vitale
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DI SPALLIERA
Spalliera Alessandro
Roma
AUTELCOM spa
D’Agostino Andrea
Sambuceto di San Giov.
Teatino
AG TECHNOLOGY
SOLUTION srl
Ridolfi Luigi
Roma
BARATELLI ANDREA
Suisio
ATLAS SERVICE srl
Dominijanni Andrea
Roma
BC SISTEMI srl
Calafiore Marco
Roma
CASA DI CURA PIO XI
Savi Claudio
Roma
CAST srl
Ricci Diego
Roma
CFMA IMPIANTI
DI CARNEVALE
Carnevale Fabio
Pico
CICATIELLO srl
Cardarelli Stefano
Di Vilio Orlando
Fiumicino
MAIA CAR CARROZZERIA
Masuzzo Daniele
Moncalieri
ELECTRICA srl
Fumagalli Paolo
Grandate
FUMAGALLI MOTOR srl
Fumagalli Giorgio
Inzago
GARELLI RECUPERI
AMBIENTALI srl
Delfino Sergio
Margarita
SILKAR srl
Serag Eldin Kareem
Settimo M.se
NORD EST snc
Hoxha Leart
Milano
NEW SERVICE BICOCCA snc
Mazza Gennaro
Milano
Sede dei Corsi CSG di Agliana (Toscana): l’Ing. Stefano Sarti, docente bolognese del Centro Studi Galileo, consegna gli
Attestati ad un gruppo di allievi che, visibilmente soddisfatti, hanno appena terminato con profitto un corso di brasatura. Una
brasatura senza imperfezioni tutelerà l’impianto frigorifero da perdite di gas, dannoso per l’ambiente, e guasti. Ogni Tecnico
del Freddo deve saper eseguire una perfetta brasatura anche all’interno dell’esame PIF.
13
CIMA SERVICE srl
Varanelli Alfredo
Roma
CLIMA ASSISTENZA srl
Ronchetti Paolo
Modena
CLIMA CONTROL
DI D’AMARIO GIANNI
D’Amario Gianni
Bellante
CLIMA PROJECT 2000
DI DEL PIANO
Del Piano Antonio
Bologna
CLIMAMICO DI PALOSCHI
Paloschi Alberto
Soncino
CLIMATEC DI CAVALERI
Cavaleri David
Roma
COGENLAB srl
Grassi Nicola
Bettona
COMITEC COSTRUZIONI
IMPIANTI srl
Fratarcangeli Antonio
Albano Laziale
CS IDRAULICA snc
Castelli Saverio
Granarolo Emilia
DAL SOLE ENERGY srl
Vitonesc Adrian Gruia
Roma
DE GASPERIS srl
Narciso Aristotle Gotoman
Roma
Sede dei Corsi Centro Studi Galileo di Roma. Un folto gruppo di allievi posa con il Docente Donato Caricasole al termine della
due giorni di approfondimento con il corso di Tecniche Frigorifere Specializzazione
DE MARCO FRANCESCO
Fiumicino
DIAMANTE49 srl
Ordine Vincenzo
Ostia Lido Roma
DR D’AMELIA & RENZI srl
D’Amelia Walter
Roma
ECOSINERGY srl
Monaco Matteo
San Benedetto del Tronto
ECOTECNOLOGIE
DI ALECCIA
Aleccia Giuseppe
Alcamo
ECR ITALY spa
Ledda Gianluca
Ruffi Nicolò
Milano
EDILIA srl
Sorrentino Gioachino
Roma
EFAL CLIMA snc
Franceschini Emanuele
Rieti
EMACOOP srl
Biscetti Emanuele
Bracciano
ELETTRODIGIT srl
Fanti Giulio
Piubega
EMMETI
DI SQUARATTI & C. snc
Rimedio Manuel
Squaratti Marco
Squaratti Elena
Morbegno
ELETTROTERMICA
DI AGNETTI
Agnetti Gianluca
Massa Martana
ESSEDICLIMA DI SORBI
Sorbi Spartaco
Fiumicino-Passoscuro
EUROTERMICA srl
Moccagatta Diego
Casale M.to
EUROTHERM IMPIANTI srl
Ceccalupo Francesco
Roma
FAMA DI MANINI FABIO
Manini Fabio
Nepi
FIORENZANO FABIO
Gaeta
FL IMPIANTI srl
Costea Liviu George
Foligno
FORMULA SERVIZI soc. coop.
Messina Nicola
Forlì
FRIGOMAR srl
Bravi Marco
Roma
Il Docente Centro Studi Galileo Madi Sakande, valuta la brasatura di un aspirante Tecnico del Freddo durante una sessione
di Patentino Italiano Frigoristi. Di origine burkinabè, Sakande, ha tenuto molti seminari formativi per conto di Centro Studi Galileo
e delle Nazioni Unite nelle aree francofone dell’Africa.
14
GEOCLIMA srl
Bolognesi Antonio
Roma
GLORIOSO MATTEO
Lascari
GNODI SERVICE srl
Veneziano Francesco
Somma Lombardo
IANNUCCILLI LUIGI
Valle Agricola
ICI SERVICE srl
Bruni Sabrina
De Pascale Mauro
Castelverde
ICR FRIGO srl
Bravi Fabrizio
Roma
IDROKALOR srl
Landi Lorenzo
Roma
ILIEV ILIAN KRASNODAROV
Roma
INNOCENTI LUCA
Orte
ISOLA MULTY ENERGY scarl
Serra Stefano
Monastir
Il Docente Centro Studi Galileo Donato Caricasole consegna gli attestati al termine di un corso di Tecniche Frigorifere, utile
strumento di formazione per affrontare l’esame del PIF con la corretta preparazione.
IT srl
Trenta Fabio
Roma
LABRANDALESE srl
Cecchettin Paolo
Robecco sul Naviglio
ITAF srl
Cerrito Franco
Cipriani Claudia
Laghezza Romano
Chiazzano
LAFUENTI GUIDO
Brindisi
ITIM srl
Suozzo Gerardo
Pomezia-Santa Palomba
LD DI LEMMA
Lemma Giambattista
Montalbano Jonico
LEVANTACI CRISTIANO
Cormano
LOIACONO ANTONIO
Roma Ostia
LOIODICI ALESSIO
Ardea
M2 SERVIZI srl
Mastrototaro Mauro
Cormano
MAC LIDO IMPIANTI srl
Bora Gervasio
Roma Antica
MAGICA srl
Farina Andrea
Roma Sacrofano
MERCK SERONO spa
Iozzi Andrea
Guidonia Montecelio
MANFREDI DANILO
San Cesareo
METODO 86 srl
Maida Domenico
Aldrovandi Mauro
Roma
MARIANI LUCA
Roma
MARTIELLO DINO
Roma
MODUS FM spa
Ciamarone Bruno
D’Alfonso Fabio
Di Stasi Matteo
Vacca Federico
Pescara
MP CLIMA srl
Palombi Massimo
Roma
MULATTIERI Srl
Mulattieri Roberto
Roma
NEWTEKNOLOGY srl
Colacino Adriano
Pepe Mirko
Aprilia
NORDCLIMA
DI ANGELO CHIARI
Chiari Angelo
San Paolo
NUOVA CLIMAIR snc
Carbonara Marco
Roma
ODG IMPIANTI
DI DI GIOVANNI
Di Giovanni Orazio
Roma
Sede dei corsi Centro Studi Galileo di Bologna. Gli aspiranti Tecnici del Freddo si avviano alle prove pratiche di misurazione.
La prova del laboratorio didattico è una delle prove pratiche essenziali per l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi.
E’ bene ricordare che senza Patentino l’acquisto del gas refrigerante non può avvenire.
OPERA COOP. SOCIALE
ONLUS
Sida Stefano
Cagliari
15
ORLANDINA BEVANDE srl
Ridolfo Nicolò
Capo Orlando
SACCIR spa
Agostini Chiara
Roma
PETRACCHINI ANDREA
Roma
SALVETTI SPIRIDIONE
Roma
PIAGGESI FEDERICO
Aprilia
SAMIT srl
Finn Owen Francis
Roma
PLALAM spa
Scarpone Nerio
Milano
PLANET CLIMA sas
Cocciarelli Simone
Roma
RAI RADIOT. ITALIANA
ROMA
Cotugno Antonio
Pullano Antonio
Roma
RCSOFT DI FEBBO & C. snc
Iaria Bruno
Gioia Tauro
REA
DI CLEMENTE OSVALDO
Di Clemente Osvaldo
Teramo
SARDACLIMA DI PIPERE
Pipere Gabriel
Siniscola
SARICO srl
Grelli Roberto
Ponte S. Giovanni
TECHNO SKY srl
Petrachi Claudio
Piscitelli Luigi
Roma
TECNO IMPIANTI BOCCEA srl
Carbonetti Giuseppe
Roma
TECNO PONARD srl
Passa Massimo
Roma
TELESPAZIO spa
Aluisi Roberto
De Baggis Roberto
Roma
SCROPPO SILVIO
Albano Laziale
TERIS soc. coop.
Renzetti Andrea
Roma
SERVICES BRER srl
Brandi Alessio
Monterotondo
TERMICA DEMAR
De Francesco Salvatore
Foiano Valfortore
SEVERA DAVIDE
Roma
TERMINAL FLAVIO GIOIA spa
Grasso Marco
Napoli - Interno Porto
SIT SISTEMI E IMPIANTI
TECNOLOGICI srls
Angius Davide
Eusebi Giacomo
Roma
THERMOSERVICE
DI BELARDO
Belardo Marco
Terme Vigliatore
RM IMPIANTI sas
Rivetti Salvatore
Mondragone
SITEF srl
Cannone Marco
Altana Andrea
Roma
VACO snc
Mascolino Francesco
Zinnanti Stefano
Artena
ROMA IMPIANTI
Chiaraluce Roberto
Roma
TATANO F.LLI snc
Tatano Domenico
Cammarata Scalo
VIRGONA VINCENZO
Siracusa
ROSSI REFRIGERAZIONE
INDUSTRIALE surl
Rossi Sandro
Roma Dragona
TATANO ROSALIA
San Giovanni Gemini
REINA FILIPPO
Cammarata
Una brasatura ben fatta! Il futuro Tecnico del Freddo affronta
l’esame in possesso delle corrette attrezzature di sicurezza
che devono essere sempre indossate per la brasatura:
occhiali, guanti e grembiule in pelle.
Laboratorio della Sede Centrale Centro Studi Galileo di Casale Monferrato. L’Ing. Marco Buoni, VicePresidente di AREA (Associazione Europea dei Tecnici
del Freddo che vanta una partecipazione di 125mila tecnici da 22 nazioni) posa con un numeroso gruppo di allievi di un corso di preparazione al Patentino
Italiano Frigoristi. Tutti i tecnici hanno sostenuto il test per la verifica di competenze ATQ, premessa all’esame PIF.
16
(da Newsletter AREA – scaricabile su www.associazione ATF.org)
Efficienza energetica – In base alla Direttiva sull’efficienza energetica
gli Stati membri devono fissare un obiettivo nazionale di efficienza
energetica e riferire poi sui progressi compiuti su base annuale. Inoltre,
da aprile 2014, devono anche predisporre piani operativi nazionali di
efficienza energetica. Essi devono contenere il consumo energetico stimato, le misure di efficienza energetica previste ed i miglioramenti che
i singoli Paesi dell’UE si aspettano di raggiungere.
Legislazione – Revisione Regolamenti UE F-gas / Competenze degli
installatori / Ecodesign: disposizioni per implementarla sugli impianti di
refrigerazione / Revisione della Direttiva sull’etichettatura energetica /
Revisione della Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici / Norme più
severe per gli edifici pubblici / Efficienza energetica
Refrigeranti – Progetto Real Alternatives
Energia – Strategia europea
REFRIGERANTI
Progetto Real Alternatives – Il 30 settembre si è concluso il progetto
Real Alternatives, riguardante i refrigeranti alternativi a basso GWP.
Tale progetto prevede la possibilità di formazione a distanza del personale che opera nel settore del freddo mediante un programma di elearning.
Maggiori informazioni su http://www.realalternatives.eu
NOTIZIE
DALL’EUROPA
Traduzione a cura
di Pierfrancesco Fantoni
LEGISLAZIONE
Revisione Regolamenti UE F-gas – Durante l’estate gli Stati membri
dell’Unione Europea hanno potuto prendere visione delle bozze di revisione di alcuni Regolamenti europei, in particolare il Regolamento
303/2008 (riguardante le modalità di certificazione del personale e
delle imprese che operano sugli impianti fissi di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad
effetto serra) ed il Regolamento 1494/2007 (riguardante la forma delle
etichette e i requisiti di etichettatura ulteriori per i prodotti e le apparecchiature contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra). AREA è soddisfatta della bozza predisposta per il Regolamento 303 in quanto tiene
conto delle osservazioni che aveva proposto a suo tempo per la revisione di tale Regolamento. Nelle prossime settimane sono attese le
versioni definitive di tali norme.
Competenze degli installatori – Proseguono i lavori a livello internazionale per definire uno schema condiviso riguardante le competenze
che devono possedere gli operatori del freddo. Lo scorso luglio AREA
ha esposto le proprie convinzioni durante un meeting organizzato
dall’AHRI in USA. Alla fine del mese parteciperà ad un meeting un
Cina.
Ecodesign: disposizioni per implementarla sugli impianti di refrigerazione – L’8 luglio 2015 sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale
dell’Unione Europea i Regolamenti 2015/1095 e 2015/1094. Tali atti
stabiliscono le norme per l’etichettatura energetica e l’ecodesign (efficienza energetica e informazione minima) per le apparecchiature di
refrigerazione professionale.
Per quanto riguarda gli ambiti, la norma Ecodesign riguarda gli armadi
refrigerati e gli abbattitori, le unità di condensazione ed i refrigeratori di
processo. La norma sull’etichettatura si concentra solo sugli armadi
refrigerati ed i congelatori professionali, inclusi quelli per prodotti alimentari e alimenti per animali.
Le prime disposizioni entreranno in vigore il 1 luglio 2016.
Revisione della Direttiva sull’etichettatura energetica – Il 15 luglio
la Commissione Europea ha pubblicato la sua proposta di revisione
della Direttiva sull’etichettatura energetica. Viene confermato il proposito di ritornare alla scala A-G per l’etichettatura di quei prodotti che
consumano energia elettrica per il loro funzionamento. Il ritorno alla
vecchia scala impone di riscalare le etichette esistenti. Gli installatori
non sono coinvolti dall’introduzione di tali novità.
Revisione della Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici - La
Commissione europea ha pubblicato la sua tabella di marcia riguardo
la valutazione del rendimento energetico nell’edilizia. Essa spiega lo
scopo e il contenuto della revisione.
Norme più severe per gli edifici pubblici - Il 9 luglio, due norme che
mirano a promuovere l’efficienza energetica negli edifici pubblici sono
diventate più severe. Infatti, rispetto a quanto previsto dalle direttive originali, la soglia citata nell’articolo 5 della Direttiva sull’Efficienza
Energetica e nell’articolo 12 della Direttiva sull’Efficienza Energetica degli
Edifici è stata abbassata da 500m? a 250m?. Pertanto, deve essere rilasciato un attestato di certificazione energetica per gli edifici occupati da
enti pubblici e aperti al pubblico in cui si hanno metrature oltre 250m?.
Inoltre, il 3% degli edifici statali (sopra 250m?) deve essere rinnovato
ogni anno, per soddisfare i requisiti minimi di prestazione energetica stabiliti dalla Direttiva sull’Efficienza Energetica degli Edifici (articolo 4).
ENERGIA
Strategia europea – Nei primi mesi del 2016 è attesa la pubblicazione da parte della Commissione Europea della Strategia riguardante le
tecnologie di riscaldamento e di raffreddamento. Essa porterà ad una
revisione della Direttiva sull’Efficienza Energetica, della Direttiva sulle
Prestazioni Energetiche degli Edifici e della Direttiva sulle Energie
Rinnovabili.
Ulteriori Notizie dall’Europa
(da www.refripro.eu)
POLITICA & AMBIENTE
Meeting Protocollo di Montreal di Dubai: accordo sulla necessità
di lavorare al phase-down degli HFC – La settimana scorsa a Dubai,
in occasione di un meeting tra i paesi del Protocollo di Montreal, le Parti
si sono accordate per lavorare, nel 2016, a un emendamento del
Protocollo riguardante il phase-down degli HFC.
Una buona qualità dell’aria interna migliora le capacità cognitive –
Secondo un nuovo studio, le persone che lavorano in uffici ben ventilati con un livello di CO2 e di particelle inquinanti basso dispongono di
capacità cognitive superiori rispetto a chi lavora in locali con una qualità dell’aria inferiore. L’effetto positivo si farebbe sentire soprattutto in
occasione di attività come lo sviluppo di strategie e le reazioni in caso
di situazioni di crisi.
INDUSTRIA & TECNOLOGIA
L’EPEE presenta il suo “gapometro” per la misurazione della
conformità al regolamento sui gas fluorurati e dei progressi compiuti – Il Partenariato europeo per l’energia e l’ambiente (EPEE), che
rappresenta l’industria europea della refrigerazione, della climatizzazione e delle pompe di calore, oggi ha organizzato un laboratorio nell’ambito del 27° Meeting delle Parti firmatarie del Protocollo di Montreal di
Dubai. I partecipanti hanno così scoperto un nuovo strumento che permette di misurare la conformità al regolamento sui gas fluorurati e, in particolare, al phase-down degli HFC.
Climate World in Russia dal 2 al 5 marzo 2016 – Dal 2 al 5 marzo si
terrà la dodicesima edizione del Climate World all’Expocentre di
Mosca. Il salone professionale dedicato all’industria della refrigerazione, della climatizzazione, della ventilazione e del riscaldamento è organizzato dall’Euroexpo e dall’associazione russa APIC.
ECONOMIA & GENERALITÀ
La CO2 transcritica ha il vento in poppa – Secondo uno studio
dell’Istituto di ricerca britannico MarketsandMarkets, l’Europa è il mercato più importante per i sistemi con CO2 transcritica. Entro il 2020,
dovrebbe raggiungere i 26 miliardi di US$ con una crescita annua complessiva del 42,1% dal 2015 al 2020.
Joint-Venture: Johnson Controls e Hitachi – Johnson Controls e
Hitachi Appliances hanno firmato l’accordo di una joint-venture mondiale. Secondo i termini dell’accordo, Johnson Controls acquisisce una partecipazione del 60% nella nuova entità, le cui vendite annue arrivano a
più di 350 miliardi di yen (ossia circa 2,8 miliardi di dollari). Hitachi
Appliances è proprietario del rimanente 40% della società.
17
Industria&Formazione:
boom di lettori e stiamo
raggiungendo i principali
online anglosassoni!
Oggetto: 6000 visitatori in un giorno,
350 articoli tecnici, 60 mila visitatori unici
I NUMERI DI I&FOnline
Grazie ai nostri lettori
e ai nostri Partners,
che dall’inizio hanno creduto
in noi, con una scommessa
che si sta rivelando
vincente!
18
La notizia, per noi redattori di notizie è estremamente soddisfacente. Quando pensammo ad un portale Online della storica rivista Industria&Formazione, giunta al traguardo dei 40
anni di attività, non prevedemmo un successo tanto esplosivo.
I dati invece iniziarono sin dai primi mesi a confortarci. Dai poco più
di 100 accessi al giorno delle prime settimane iniziarono i picchi
sino a 5800 visualizzazioni in un giorno! In questo anno I&FOnline
ha accolto più di 60 mila visitatori unici con circa 350 articoli tecnici
e di attualità sul mondo del freddo e del condizionamento.
Abbiamo ricevuto visite da 112 Nazioni mondiali e commenti da tecnici frigoristi di oltreoceano!
Il paragone nasce spontaneo con i principali competitor in lingua
inglese. E’ ovvio che un giornale online in lingua inglese gode di un
vantaggio iniziale importantissimo: 1 miliardo di possibili lettori nel
mondo (Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia e tutte le persone che
parlano tale lingua…) contro i nostri 60 milioni circa della popolazione italiana!
Ebbene, nonostante il gap fosse difficile da colmare ci siamo quasi
riusciti!
Uno dei principali giornali online del settore ha pubblicato la scorsa
settimana questo grafico che si avvicina molto a quello successivo
che è relativo ai nostri accessi.
Sommario
Direttore responsabile
Enrico Buoni
Responsabile di Redazione
M.C. Guaschino
Comitato scientifico
Marco Buoni, Enrico Girola,
PierFrancesco Fantoni, Alfredo Sacchi
Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo
11
Industrie che collaborano all’attività della rivista mensile
Industria&Formazione divise in ordine categorico
20
Editoriale
Da Dubai, conferenza Nazioni Unite sul futuro dei refrigeranti:
segnali positivi per il clima in vista di Parigi COP21
M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA
Redazione e Amministrazione
Centro Studi Galileo srl
via Alessandria, 26
15033 Casale Monferrato
tel. 0142/452403
fax 0142/525200
e Segretario Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF
Soluzioni che il nostro settore può proporre per il clima – 3 Eventi – Le sfide dei
Tecnici del Freddo per l’installazione manutenzione e riparazione – presentato
a Dubai il libro delle Nazioni Unite sulla certificazione dei frigoristi
Pubblicità
tel. 0142/453684
La qualificazione e certificazione dei tecnici del freddo
Didier Coulomb – Direttore International Institute of Refrigeration - IIR
Grafica e impaginazione
A.Vi. Casale M.
Fotocomposizione e stampa
A. Valterza - Casale Monferrato
E-mail: [email protected]
www.industriaeformazione.it
www.centrogalileo.it
continuamente aggiornati
www.EUenergycentre.org
per l’attività in U.K. e India
www.associazioneATF.org
per l’attività dell’Associazione dei
Tecnici del Freddo (ATF)
Corrispondente in Argentina:
La Tecnica del Frio
Corrispondente in Francia:
CVC
La rivista viene inviata a:
1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di:
A) impianti frigoriferi industriali,
commerciali e domestici;
B) impianti di condizionamento e
pompe di calore.
2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione.
3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.
24
Introduzione – Standard internazionali – Istruzione per il funzionamento –
Manutenzione e riparazione – I requisiti per il recupero, il riutilizzo e lo smaltimento – Standard Europei e regolamentazioni – Standard Europeo EN
13313:2010 “sistemi refrigeranti, condizionamento e pompe di calore – competenza del personale” – Studi di casi, La situazione in alcuni paesi europei – Studi
di casi, La situazione in alcuni paesi emergenti e in via di sviluppo – Conclusioni
Costo del ciclo di vita e prestazioni climatiche dei refrigeratori
30
Elementi di metodologia per l’analisi tecnico-economica
Paul De Larminat – Johnson Controls
Introduzione – Criteri di analisi – Applicazione a grandi refrigeratori raffreddati
ad acqua – Conclusioni
34
Situazione aggiornata della certificazione delle persone
e aziende in Italia
Cristina Norcia
Dati dei soggetti presenti a registro – Ricordiamo quali sono gli obblighi – A
chi ci si può rivolgere per la certificazione? – Cosa deve dimostrare la persona per ottenere il certificato? – Cosa deve dimostrare l’azienda per ottenere il certificato? – Cosa accade al soggetto che decide di non certificarsi? –
Quali sono le novità del Reg. (CE) 517/2014
R32: il nuovo refrigerante per il condizionamento residenziale
P.F. Fantoni – 167ª lezione
37
Introduzione – Alte temperature di lavoro nei condizionatori split – Iniezione
di liquido – L’iniezione non è per tutti – Controllo dell’iniezione
Il Regolamento F-Gas ed i nuovi gas refrigeranti alternativi a basso GWP
Ennio Campagna – Rivoira Refrigerants
39
Refrigeranti Naturali – HFO puri – Miscele a base di HFO
Manutenzione e riparazione degli impianti con refrigeranti alternativi
41
Real Alternatives Project
Introduzione – Pericoli connessi all’uso dei refrigeranti alternativi – Differenze
nelle procedure di assistenza – Refrigeranti infiammabili
Problemi di ritorno dell’olio al compressore: l’uso del separatore
P.F. Fantoni – 187ª lezione
N. 393 - Periodico mensile - Autorizzazione
del Tribunale di Casale M. n. 123 del
13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo
(10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp
10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.
22
48
Introduzione – Ricapitoliamo – Capacità del separatore d’olio – Dimensionamento del separatore d’olio
Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento
50
(Parte centocinquantunesima) – A cura di P.F. Fantoni
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Industrie che collaborano alla attività della rivista mensile
Industria & Formazione divise per ordine categorico
Per ogni informazione gli abbonati possono rivolgersi a nome di Industria & Formazione ai dirigenti
evidenziati nelle Industrie sottoelencate, oppure alla segreteria generale tel. 0142 / 452403
SCONTI PER GLI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEI TECNICI ITALIANI DEL FREDDO-ATF
PRODUZIONE
COMPONENTI
BITZER ITALIA
compressori
Pietro Trevisan
36100 Vicenza
Tel. 0444/962020
www.bitzer.it
CASTEL
valvole, filtri, rubinetti,
spie del liquido
Giorgio Monaca
20060 Pessano c/Bornago
Tel. 02/95702225
www.castel.it
CORE EQUIPMENT
componentistica per
refrigerazione e condizionamento
Daniele Passiatore
50127 Firenze
Tel. 055/334101
www.core–equipment.it
FRASCOLD
WIGAM
MORELLI
produzione compressori per
refrigerazione e condizionamento
Giuseppe Galli
20027 Rescaldina
Tel. 0331/742201
www.frascold.it
componenti, gruppi
manometrici, pompe vuoto,
stazioni di ricarica, lavaggio
Gastone Vangelisti
52018 Castel San Niccolò
Tel. 0575/5011
www.wigam.com
accessori per refrigerazione e
condizionamento, compressori,
condensatori, evaporatori
Fausto Morelli
50127 Firenze
Tel. 055/351542
www.morellispa.it
FRIGOR GAS
ricambi, riparazione e revisione
compressori
Alessandro Trezzi
20091 Bresso
Tel. 02/6100048
www.frigorgas.com
OLAB
elettrovalvole, raccordi, pompe
Jessica Rota
25030 Torbole Casaglia
Tel. 030/2159411
www.olab.it
compressori, filtri, spie del
liquido, valvole
Massimo Alotto
10137 Torino
Tel. 011/3000511
www.danfoss.com
DENA
RIVACOLD
accumulatori di liquido, filtri
Daniele Francia
15033 Casale Monferrato
Tel. 0142/454007
www.dena.it
gruppi frigoriferi preassemblati
Giorgio Signoretti
61020 Montecchio
Tel. 0721/919911
www.rivacold.com
DORIN
TERMORAMA
compressori
Giovanni Dorin
50061 Compiobbi
Tel. 055/623211
www.dorin.com
componenti e compressori
Vittorio Massariello
20098 San Giuliano Milanese
Tel. 02/9881005
www.termorama.com
EMBRACO EUROPE
TESTO
compressori ermetici
Marek Zgliczynski
10023 Riva presso Chieri
Tel. 011/9437111
www.embraco.com
apparecchi di controllo,
sicurezza e regolazione
Fabio Mastromatteo
20019 Settimo Milanese
Tel. 02/335191
www.testo.it
EMERSON CLIMATE
TECHNOLOGIES
compressori, componenti
Floriano Servizi
21047 Saronno
Tel. 02/961781
www.ecopeland.com
20
CENTRO COTER
unità condensanti,
aeroevaporatori, accessori
Nicola Troilo
70032 Bitonto
Tel. 080/3752657
www.centrocoter.it
ECR ITALY
REFCO
produzione e fornitura
di componenti e strumenti per
la refrigerazione
Daniel Meyer
6285 Hitzkirch
Svizzera
Tel. 0041/41/9197294
Alessandro Bergamaschi
Tel. 344/1992030
+41419197882
www.refco.ch/it
DANFOSS
NEW COLD SYSTEM
RIVENDITORI
COMPONENTI
VULKAN ITALIA
cercafughe, connessioni tubi,
giunti lokring
Riccardo Turolla
15067 Novi Ligure
Tel. 0143/310230
www.vulkan.com
compressori, controlli, gas
refrigeranti chimici
Marco Curato
20128 Milano
Tel.02/25200879
www.ecritaly.it
ELVE
revisione compressori frigoriferi
Franco Boraso
30020 Fossalta di Piave
Tel. 0421/303177
www.elve.it
FRIGO PO
ricambi e guarnizioni per
refrigerazione professionale
Luigi Moretti
42045 Luzzara
Tel. 0522/223073
www.frigopo.it
FRIGO PENTA
accessori per refrigerazione
e condizionamento
Giuseppe Sciarretta
09030 Elmas
Tel. 070/241160
componentistica per
refrigerazione e condizionamento
Madi Sakande
40131 Bologna
Tel. 051/6347360
www.newcoldsystem.it
RAIME
refrigerazione industriale e
commerciale
Gennaro Affabile
80146 Napoli
Tel. 081/7340900
www.raime.it
RECO
componenti e impianti
per la refrigerazione e il
condizionamento
Stefano Natale
70123 Bari
Tel. 080/5347627
www.re-co.it
SAMA GREGORIO & FIGLI
condizionamento, refrigerazione,
riscaldamento
Vittorino Pigozzi
23900 Lecco
Tel. 0341/1885728
www.samagregorio.it
VIOLA
componenti per refrigerazione e
condizionamento, saldatura, impianti
Vittorio Chinni
70123 Bari
Tel. 080/5061742
REFRIGERAZIONE
COMMERCIALE
FRIGOPLANNING
ventilatori, frigoriferi industriali
e componenti
Antonio Gambardella
83100 Avellino
Tel. 0825/780955
www.frigoplanning.com
MONDIAL GROUP
armadi frigoriferi
Claudio Fossati
15020 S. Giorgio Monferrato
Tel. 0142/478211
www.mondialgroup.it
LF RICAMBI
ricambi per refrigerazione
commerciale e cucine professionali
Michele Magnani
47522 Cesena
Tel. 0547/341111
www.lfricambi724.it
SANDEN VENDO EUROPE
distributori automatici
Valter Degiovanni
15030 Coniolo
Tel. 0142/335153
www.sandenvendo.com
ZANOTTI
FRIGORIFERI SPECIALI
ANGELANTONI FRIGORIFERI
camere climatiche, criogenia,
tecnologie avanzate
Cesare Angelantoni
20126 Milano
Tel. 02/9397011
www.angelantoni.it
ELETTRONICA VENETA
apparecchiature didattiche
Gian Andrea Cesaratto
31045 Motta di Livenza
Tel. 0422/765851
www.elettronicaveneta.it
PRODOTTI CHIMICI
ERRECOM
soluzioni tecnologiche per la
refrigerazione e il condizionamento
Paolo Mattavelli
25030 Corzano
Tel. 030/309719096
www.errecom.it
N.C.R. BIOCHEMICAL
tecnologie chimiche per la
refrigerazione
Marco Novi
40050 Castello d’Argile
Tel. 051/6869611
www.ncr-biochemical.it
STUDIO BORRI ROBERTO
prodotti chimici, torri raffreddamento
10096 Collegno
Tel. 011/4056337
SALDATURA
ITALBRAS
saldatura e brasatura
Nicola Bordin
36100 Vicenza
Tel. 0444/347569
www.italbras.com
trasporti refrigerati
Nancy Marchini
46020 Pegognaga
Tel. 0376/555156
www.zanotti.com
CELLE FRIGORIFERE
ARREDAMENTI
FRIGORBOX
celle e magazzini frigoriferi,
pannelli isolanti
Contardo Fantini
42019 Scandiano
Tel. 0522/983565
www.frigorbox.it
REFRIGITAL
indumenti e accessori per il freddo
Andrea Taccone
17100 Savona
Tel. 019/802426
www.refrigital.it
SPERANZA FRANCESCO
accessori per la refrigerazione
e condizionamento
89029 Taurianova
Tel. 0966/645463
SALDOGAS
gas e componenti per la saldatura
Antonio Marotta
80146 Napoli
Tel. 081/2280111
www.saldogas.it
CAMION FRIGORIFERI
COLD CAR
trasporti refrigerati
Giuseppe Morano
15040 Occimiano
Tel. 0142/400611
www.coldcar.it
SACIRT
lubrificanti minerali
Carlo De Rinaldis
00157 Roma
Tel. 06/41793441
www.sacirt.it
FLUIDI FRIGORIGENI
HONEYWELL FLUORINE
gas espandenti, gas refrigeranti
chimici
Giancarlo Matteo
20090 Assago
Tel. 348/2641783
www.honeywell.com
RIVOIRA
fluidi secondari monofasici, gas
refrigeranti chimici
Ennio Campagna
Alessandro Borri
20157 Milano
Tel. 02/35793309
www.rivoiragas.com
REFRIGERAZIONE
INDUSTRIALE
TECHNOBLOCK
unità monoblocco, unità
condensatrici, chiller
Nancy Marchini
48029 Suzzara
Tel. 0376/555156
www.zanotti.com
SOFTWARE
ENERCLIMA
software condizionamento,
refrigerazione
Marcello Collantin
35125 Padova
Tel. 049/8829652
ENERGIE RINNOVABILI
CLER ENERGIE
ALTERNATIVE
installazione solare fotovoltaico
Giovanni Filippi
15033 Casale Monferrato
Tel. 0142/454216
www.clersrl.it
GMP ENGINEERING
REGOLAZIONE
E STRUMENTAZIONE
CAREL
regolazione elettronica,
sistemi di supervisione
Mauro Broggio
35020 Brugine
Tel. 049/9716611
www.carel.it
DANFOSS
compressori, filtri, spie del
liquido, valvole
Massimo Alotto
10137 Torino
Tel. 011/3000511
www.danfoss.com
ECONORMA
RIV.O.GAS.
gas refrigeranti chimici
Paolo Secco
15033 Casale Monferrato
Tel. 0142/452202
www.rivogas.it
LUBRIFICANTI
regolatori di temperatura e umidità
Alessandro Mattiuzzi
31020 San Vendemiano
Tel. 0438/409049
www.econorma.com
EUROLAB
taratura per strumentazione
industriale
Virgilio Prussi
20813 Bovisio Masciago
Tel. 02/39677257
www.eurolab.mi.it
INFICON - SERVICE TOOLS
cercafughe, recuperatori
e bilance
Maurizio Roncoroni
40060 Osteria Grande
Tel. 051/0361054
www.tdm-sas.it
KRIWAN ITALIA
ingegneria dei sistemi
Paolo Molteni
23868 Valmadrera
Tel. 0341/1765501
www.kriwan.com
LABORATORIO
METROLOGICO VENETO
impianti solari termici
Giuseppe Pullini
20093 Cologno M.se
Tel. 02/27207599 - 02/25410672
www.gmpengineering.it
ARIA CONDIZIONATA
ARGOCLIMA
impianti condizionamento, split,
multisplit, VRF, pompe di calore
Domenico Zanchetta
21013 Gallarate
Tel. 0331/755111
www.argoclima.com
DAIKIN AIR
CONDITIONING ITALY
aria condizionata, vendita
condizionatori
Marco Dall’Ombra
20097 S. Donato M.se
Tel. 02/51619205
www.daikin.com
RECIR
riscaldamento e condizionamento
Giovanni Migliori
00159 Roma
Tel. 06/43534503
TERMOIDRAULICA
AGOSTINI
accessori condizionamento
Fabrizio Agostini
00178 Roma
Tel. 06/7183958
www.t-agostini.com
ENTI CERTIFICATORI
BUREAU VERITAS ITALIA
ente certificatore
Cristina Norcia
Massimo Dutto
20126 Milano
Tel. 02/270911
www.bureauveritas.com/certificazione
tarature, calibrazioni,
realizzazione strumenti
Nicola Occari
35010 Limena
Tel. 0423/724340
www.laboratoriometrologicoveneto.it
TECNEA
TESTO
TUV ITALIA
GRUPPO TUV SUD
apparecchi di controllo,
sicurezza e regolazione
Fabio Mastromatteo
20019 Settimo Milanese
Tel. 02/335191
www.testo.it
ente certificatore
Francis Lanaud
15033 Casale Monferrato
Tel. 0142/540705
www.cemafroid.fr
ente certificatore
Francesco Lega
20099 Sesto San Giovanni
Tel. 02/241301
www.tuvitalia.it
21
Editoriale
Da Dubai, conferenza Nazioni Unite
sul futuro dei refrigeranti:
segnali positivi per il clima in vista
di Parigi COP21
MARCO BUONI
Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA
Segretario Generale Associazione dei Tecnici italiani del Freddo - ATF
SOLUZIONI CHE IL NOSTRO
SETTORE PUÒ PROPORRE PER
IL CLIMA
In qualità di VicePresidente dell’Associazione europea dei Tecnici del
Freddo AREA ho partecipato al 27°
meeting delle Parti per il Protocollo di
Montreal (MOP27), Dubai 31 ottobre –
5 novembre.
Questo summit mondiale, che è stato
inaugurato dal Ministro dell’Ambiente
degli Emirati Arabi Uniti UAE, è riconosciuto da tutto il mondo come il progetto che ha avuto più successo nella
storia dell’umanità con l’adesione di
180 paesi del mondo, tutti sotto uno
stesso programma e budget per salvare il nostro ambiente da un problema planetario.
Questo stesso protocollo ha ora il
compito di combattere il problema dei
cambiamenti climatici per cui è sotto
gli occhi di tutti che il nostro pianeta si
sta riscaldando, i ghiacciai sciogliendosi, le alluvioni e i cicloni moltiplicandosi e l’acqua scarseggiando in diverse parti del pianeta.
Abbiamo quindi una responsabilità
enorme come settore del freddo, condizionamento e pompe di calore,
responsabile del 25% dei consumi
energetici mondiali, percentuale destinata ad aumentare nei prossimi anni
se non si interviene.
Si sta quindi decidendo per la prima
volta nella storia di includere i potentissimi gas ad effetto serra fluorurati nel
processo di eliminazione graduale,
come già iniziato in Europa con la rego-
22
Riunione del consiglio dell’AREA a Bruxelles – Da sinistra: Richard Biffin FETA/BRA, UK Stig Rath VKE, Norway - Tonko Curko Craca, Croatia - Coen van de Sande NVKL, Netherlands
- Seamus Kerr - IRI, Ireland - Marco Buoni ATF, Italy - Wolfgang Zaremski VDKF, Germany Vahe DAGDEVIRENEL Sosiad, Turkey - Marco Masoero ATF, Italy - Per Jonasson KYL,
Sweden - Aslantas Kivanc Sosiad, Turkey - Grzegorz Michalski KFCH (NRF), Poland - Olivier
Janin Orgalime, Belgium - Scott Gleed B&ES RACHPG, UK - Graeme Fox B&ES RACHPG, UK
- Matthias Schmitt BIV, Germany - Peter Bachman BIV, Germany - Philippe Maison SNEFCCA,
France - Kim Valbum AKB, Denmark - Peter Tomlein SZ CHKT, Slovakia - Jiri Broz SCHKT,
Czech Republic - Declan Fitzmaurice IRI, Ireland - Russell Beattie FETA/BRA, UK
lamentazione 517/2014, obbligatoria
ed implementata ora anche in Italia.
E’ stato infatti deciso di iniziare un
Gruppo di Contatto per stabilire come
questi gas refrigeranti debbano essere eliminati. Personalmente ho rappresentato AREA al MOP27 durante i 3
eventi legati a questo summit.
1° EVENTO (27-28 OTTOBRE)
Questo incontro tecnico è parte del
programma di lavoro per lo studio degli
standard delle singole nazioni e di quelli della lega araba per l’uso dei refrigeranti alternativi, per quanto riguarda la
progettazione, l’installazione, la manutenzione e la pratica di utilizzo. Gli stan-
dard internazionali sono in procinto di
essere stabiliti.
2° EVENTO (31 OTTOBRE)
Forum Tecnico sulla ricerca dei progetti per i refrigeranti alternativi
negli ambienti ad alta temperatura –
La formazione è una soluzione (5th
Symposium on Alternative Refrigerants
for High Ambient Countries).
3° EVENTO (2 NOVEMBRE)
Le sfide dei Tecnici del Freddo per
l’installazione manutenzione e riparazione – L’evento si prefiggeva di sottolineare le sfide che il settore dei
Tecnici del Freddo ha. In particolare
sarà critico per gli anni futuri il dover
maneggiare gas refrigeranti che
saranno infiammabili, tossici e ad alta
pressione, che quindi richiederanno
differenti conoscenze.
PRESENTATO A DUBAI IL LIBRO
DELLE NAZIONI UNITE SULLA
CERTIFICAZIONE DEI FRIGORISTI.
SCARICA LA TUA COPIA GRATUITA!
Il vicepresidente AREA Marco Buoni presenta alla Lega Araba a Dubai lo studio degli standard
per la formazione sull’uso dei refrigeranti alternativi.
Presentato ieri a Dubai il libro delle
Nazioni Unite sulla certificazione dei
Frigoristi “National Certification Schemes for Refrigeration and Air Conditioning” (scarica gratuitamente una
copia). Il Consigliere del Ministro dell’ambiente e delle acque degli Emirati
Arabi Uniti Hon.Saad Al Numeiri, presente all’evento ha enfatizzato l’opera
ritenendo la dispersione dei gas fluorurati in atmosfera una delle principali
cause dei cambiamenti climatici che
sferzano il mondo e causano, in particolare nei paesi caldi, una progressiva
desertificazione.
Marco Buoni, autore dell’opera, ha
voluto intensificare l’impegno internazionale che l’ha visto protagonista
negli ultimi anni nel ruolo di direttore
tecnico del Centro Studi Galileo, per il
quale ha tenuto corsi a frigoristi di 50
nazioni in via di sviluppo con il duplice
obiettivo di migliorare la capacità delle
maestranze e salvaguardare gli sforzi
europei in materia ambientale, altrimenti vanificati dalle condotte poco
ortodosse dei paesi del sud del mondo.
Un ruolo importante nella formazione
dei Tecnici è stato riconosciuto
all’Associazione dei Tecnici italiani del
Freddo e all’Associazione Europea
AREA, che raduna in sé 22 associazioni nazionali con 125mila tecnici
aderenti.
L’editore del testo è l’agenzia per
l’ambiente delle Nazioni Unite l’Unep
che, di concerto con l’agenzia per lo sviluppo industriale Unido, sta seguendo
direttamente la formazione dei Tecnici
del Freddo. L’incontro è stato infatti introdotto da Shamila Nair Bedouelle capo
del settore dell’UNEP che si occupa
della problematica del buco dell’ozono.
Il testo, che riassume lo schema di certificazione europeo, è utile a tutti i paesi
in via di sviluppo per implementare i
propri programmi di sviluppo.
Interessa la refrigerazione per la conservazione
degli alimenti?
EXPO2015 HA PARLATO DI CIBO MA HA DIMENTICATO DI PARLARE
DI CONSERVAZIONE! UNA GRAVE LACUNA MITIGATA DAL DUPLICE
APPUNTAMENTO ORGANIZZATO DALLE NAZIONI UNITE E DAL CENTRO STUDI GALILEO SULLA CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI
TRAMITE LA CATENA DEL FREDDO.
EXPO2015 è alle spalle. Già si pensa ai nuovi appuntamenti che coinvolgeranno l’Italia nei prossimi mesi, Giubileo in testa. I più lungimiranti pensano all’Expo intermedia di Astana e a EXPO2020 Dubai che si prevede scintillante!
Occorre però mantenere il messaggio che EXPO ci ha lasciato: “Nutrire il pianeta” con forme di produzione sostenibili.
La grave lacuna che più volte abbiamo evidenziato, e per la quale ci siamo
spesi in prima persona, è stata che EXPO non ha posto sufficientemente
l’accento sulla questione della conservazione degli alimenti prodotti.
Tutti sappiamo che, segnatamente nelle Nazioni in via di sviluppo, il cibo che
non raggiunge le tavole dei consumatori finali arriva a picchi del 40%.
E’ impossibile pensare di “Nutrire il Pianeta” senza un’adeguata rete di conservazione delle produzioni tramite la catena del freddo.
Quali interessi insistono sulla volontà di produrre sempre più alimenti, con uno
sfruttamento importante del suolo che può anche pregiudicarne la produttività,
che vengono poi gettati poiché non commestibili a causa del deperimento?
Perché EXPO non ha previsto approfondimenti riguardo le modalità di conservazione dei cibi?
Accortici della grave lacuna abbiamo provveduto ad organizzare, uno in fase
mediana e uno in fase conclusiva (il 13 giugno ed il 13 ottobre, con il supporto di tre agenzie ONU (FAO. UNIDO, UNEP) due convegni di livello internazionale che approfondissero necessità ed esperienza nella conservazione
delle produzioni alimentari.
Dai simposi è emerso un ampio dibattito sulle possibilità che le innovazioni
della tecnica offrono e un interesse marcato da parte delle Nazioni in via di
sviluppo, particolarmente del continente africano, che permettano loro di trasportare i cibi nelle aree più remote e organizzare delle economie di stampo
industriale nella commercializzazione dei prodotti tipici di riferimento (ad esempio il mango di straordinaria qualità prodotto in Gambia che non può essere
esportato per mancanza di celle di conservazione nei luoghi di raccolta).
Una corretta conservazione degli alimenti prodotti favorirebbe inoltre le esportazioni dell’agroalimentare italiano di qualità, garantendo le proprietà delle
eccellenze inalterate sino ai luoghi di destinazione.
Questo testimonia come quello della conservazione avrebbe dovuto essere
uno dei temi fondamentali dell’Esposizione Universale. Così non è stato.
Speriamo in un futuro più consapevole.
23
Speciale scenario mondiale patentino frigoristi
La qualificazione
e la certificazione
dei tecnici del freddo
DIDIER COULOMB
Direttore International Institute of Refrigeration - IIR
28ª Nota informativa sulle tecnologie
nel campo della refrigerazione
INSTITUT INTERNATIONAL DU FROID
177, Bd Malesherbes - 75017 Paris
Tel. 0033/1/42273235 - www.iifiir.org
L’IIR pubblica, regolarmente, la Nota
Informativa ideata per soddisfare i
bisogni delle persone competenti a
livello mondiale. Queste note
riassumono le conoscenze nel
campo della tecnologia della
refrigerazione e in quello
dell’applicazione della
refrigerazione. Ogni nota propone
futuri assi di priorità di sviluppo e
fornisce le raccomandazioni dell’IIR
in questo contesto.
Per via della riduzione dello strato
d’ozono e delle preoccupazioni
legate al riscaldamento globale,
alcuni refrigeranti usati nei sistemi
di refrigerazione sono in fase di
eliminazione graduale, per essere
sostituiti da refrigeranti più
ecologici. Alcuni di essi sono
tossici, infiammabili o funzionano
ad alte pressioni.
Di conseguenza, l’utilizzo sicuro di
questi sistemi che funzionano con
refrigeranti alternativi richiede
qualifiche teoriche e pratiche
specifiche. L’obiettivo di questa
Nota Informativa è quello di
riassumere gli standard globali,
regionali e nazionali e le
regolamentazioni relative alla
qualifica e certificazione del
personale che lavora con i sistemi
24
refrigeranti. Questa nota descrive lo
standard internazionale ISO 5149, la
regolamentazione europea sugli Fgas e lo standard europeo EN
13313. Viene rappresentato l’attuale
stato dell’arte della certificazione
nei vari stati sviluppati e in via di
sviluppo.
Per concludere, l’IIR fornisce alcune
raccomandazioni che potrebbero
ridurre i rischi di danno e
problemi ambientali, sostenendo
l’attuazione della certificazione
nei paesi.
Questa nota informativa è stata
redatta da Didier Coulomb
(Direttore dell’IIR), Ina Colombo
(vice direttore dell’IIR), e Boubacar
Sagna ed è stata controllata da
alcuni esperti delle commissioni
dell’IIR.
INTRODUZIONE
I gas fluorurati sono usati in numerose
applicazioni come i sistemi di refrigerazione, d’aria condizionata e pompe
di calore (RACHP), schiume, sistemi
antiincendio, aerosol, processi industriali etc. Alcuni di questi sono stati
eliminati attraverso il Protocollo di
Montreal in seguito alla riduzione dello
strato d’ozono (ODP). Un esempio è
dato dai clorofluorocarburi (CFC) la
cui produzione è cessata nel 1996 nei
paesi sviluppati e nel 2010 nei paesi in
via di sviluppo. Lo stesso vale per gli
idrofluorocarburi (HCFC) che saranno
eliminati nei paesi sviluppati e in via di
sviluppo, rispettivamente, tra il 2020 e
2030. Come conseguenza i CFC e gli
HCFC sono stati sostituiti per lo più da
sostanze che non riducono lo strato
d’ozono (ODS) come gli idrofluorocarburi (HFC). Nel 1992, gli HFC sono
stati inclusi nella Convenzione di Rio
come gas a effetto serra (GHG), per
via del loro alto potenziale di riscaldamento globale (GWP). Di conseguenza, i paesi devono ridurre le
emissioni di HFC, e le negoziazioni
internazionali che sono ora in corso
puntano a eliminare gli HFC nei prossimi dieci anni.
L’uso di GWP e refrigeranti non ODP
come l’ammoniaca, gli idrocarburi,
l’anidride carbonica, gli HFC con
basso GWP, includendo gli HFC insaturi o le idrofluoroolefine (HFO) e le
miscele HFO rispondono alle preoccupazioni di riduzione dello strato
d’ozono e al problema dei cambiamenti climatici. Tuttavia, l’ammoniaca
presenta un problema di tossicità, gli
idrocarburi sono molto infiammabili,
l’anidride carbonica funziona ad alte
pressioni, e gli HFC con basso GWP,
includendo gli HFO, sono mediamente infiammabili.
Di conseguenza, l’utilizzo dei sistemi
refrigeranti richiede una formazione
specifica dal punto di vista teorico e
pratico mirata a ridurre le perdite del
refrigerante, gli incidenti e i problemi
ambientali. È responsabilità di ogni
paese impostare delle appropriate
misure legali a livello nazionale
conformi con gli impegni assunti con
il Protocollo di Montreal volti a eliminare gli HCFC e altre sostanze che
riducono lo strato d’ozono.
Per aiutare i paesi, ci sono stantard
internazionali e regionali che definiscono i requisiti per la formazione, la
valutazione e la certificazione del personale e delle imprese che lavorano
con i sistemi di refrigerazione. Questi
requisiti sono concepiti per limitare i
rischi di danno alle persone, alla proprietà e all’ambiente in seguito a un
utilizzo improprio dei refrigeranti e dei
sistemi di refrigerazione. Oggi giorno,
sono in discussione vari accordi,
requisiti e regolamentazioni, e in alcuni casi già in uso a livello internazionale, regionale e nazionale.
La nota informativa è progettata per
riassumere gli standard globali, regionali e nazionali e le regolamentazioni
inerenti alle certificazioni del personale e delle imprese che lavorano con i
sistemi di refrigerazione. Questa
descriverà gli standard internazionali
ISO 5149 sui “Sistemi di refrigerazione e pompe di calore - sicurezza e
requisiti ambientali”, e ISO 817 sui
“Refrigeranti - designazione e classificazione di sicurezza”, la Regolamentazione europea degli “F-gas” n°
517/2014, lo standard europeo EN
13313 sulla “competenza sui sistemi
di refrigerazione, condizionamento e
pompe di calore”, e la certificazione di
alcuni paesi.
quanto riguarda il funzionamento, la
manutenzione e la riparazione dei
sistemi di refrigerazione il recupero, il
riuso e lo smaltimento di tutti i tipi di
refrigerante, olio refrigerante, fluido di
scambio, i sistemi di refrigerazione e
parti di essi.
Si sottolinea:
Istruzione per il funzionamento
Il personale incaricato del funzionamento, della supervisione, manutenzione dei sistemi refrigeranti sarà adeguatamente istruito e competente
riguardo i compiti che dovrà svolgere.
Dovrà conoscere i requisiti di controllo
(Annex D ISO 5149-4), avrà la conoscenza e l’esperienza della modalità
di funzionamento, il monitoraggio quotidiano del sistema e conoscerà il processo di cambiamento di tipo di refrigerante (ISO 5149-4 5.4), le proprietà
e la gestione del refrigerante usato, le
misure di sicurezza da osservare.
Ogni sistema di refrigerante avrà un
libretto aggiornato (ISO 5149-4 4.3)
su cui registrare: i dettagli dei lavori di
manutenzione e riparazione, le quantità, la provenienza e i tipi (nuovo, riusato e riciclato) di refrigerante con cui
ogni volta è stato caricato il sistema o
trasferito dal sistema, i cambiamenti e
la sostituzione dei componenti del
sistema, ecc.
STANDARD INTERNAZIONALI
L’International Organization for Standardization (ISO) è una federazione
mondiale per gli enti nazionali di normazione, si è formato nel 1947 e
attualmente conta di 162 paesi. Gli
standard internazionali sono preparati
e adottati dai comitati tecnici ISO (TC).
Tuttavia, questi standard non sono
obbligatori. Questi si basano su un
meccanismo consensuale all’interno
di un’ampia rete di membri nazionali e
parti interessate. Eppure, molti paesi
in via di sviluppo hanno limitato
l’impegno nel processo di normazione
e di conseguenza non possono controllarli, votare e contribuire agli standard e al processo di miglioramento di
questi.
L’ISO 5149 “Sistemi di refrigerazione, condizionamento e pompe di
calore - Requisiti di sicurezza e
ambientali” specifica i requisiti per gli
aspetti di sicurezza e ambientali per
Manutenzione e riparazione
Ogni sistema di refrigerazione sarà
soggetto a una manutenzione preventiva secondo le istruzioni del manuale
(ISO 5149-2).
La persona responsabile per il sistema di refrigerazione si assicurerà che
il sistema sia stato ispezionato, periodicamente controllato e manutenuto.
Inoltre, dimostrerà la competenza
nella procedura di scarico condensa
(ISO 5149-4:2014 Annesso A) e conoscerà quelle circostanze in cui sono
richiesti periodici test di perdita, le
ispezioni e il controllo della sicurezza
del dispositivo (ISO 5149-4:2014
Annex D).
Si richiede che il responsabile del
sistema di refrigerazione conosca le
riparazioni del sistema: il processo di
riparazione dei componenti contenenti refrigerante (ISO 5149-4:2014
5.3.1), i compiti richiesti dopo ogni
periodica manutenzione o ogni riparazione (ISO 5149-4:2014 5.3.3).
I requisiti per il recupero, il riutilizzo
e lo smaltimento
Tutte le parti del sistema refrigerante
es. refrigerante, olio, fluido di trasporto di calore, l’isolamento del materiale, saranno recuperate, riutilizzate e/
smaltite correttamente secondo le
regolamentazioni nazionali (ISO
5149-4:2014 6.5). Per ridurre le perdite di refrigerante, lo specialista
seguirà il processo richiesto per la
gestione e lo stoccaggio dei refrigeranti (ISO 5149-4:2014 Annex C) e
assicurerà che i refrigeranti recuperati
seguano i percorsi richiesti (test dell’acido e dell’umidità) prima di essere riutilizzati.
Un altro standard internazionale, ISO
817 “Refrigeranti - Designazione e
classificazione di sicurezza” è
anche molto importante in questo contesto. Lo standard specifica le differenti classi di refrigeranti secondo la
loro infiammabilità e tossicità ed è preparato dalla stessa TC dell’ISO 5149,
TC 86 “Refrigerazione e aria condizionata”. L’ISO 817:2014 individua 8
gruppi di sicurezza di refrigeranti: A1
(non infiammabili, bassa tossicità),
A2L (bassa infiammabilità con una
ridotta velocità di propagazione della
fiamma, bassa tossicità), A2 (bassa
infiammabilità, bassa tossicità), A3
(infiammabilità più alta, tossicità superiore), B1 (non infiammabili, tossicità
più alta), B2L (bassa infiammabilità.
Bassa propagazione della fiamma, tossicità più alta), B2 (bassa infiammabilità, tossicità più alta) e B3 (infiammabilità più alta, tossicità più alta).
Questi standard internazionali non
sono obbligatori, ma possono essere
usati come punto di riferimento per gli
standard regionali o le regolamentazioni di istituzione es. norme europee.
STANDARD EUROPEI
E REGOLAMENTAZIONI
Regolamentazione europea “F-gas”
N° 517/2014
La regolamentazione “F-gas” su certi
Gas fluorurati ad Effetto Serra punta a
ridurre le emissioni di HFC, PFC e SF,
che contribuiscono al cambiamento
climatico se emessi nell’atmosfera. La
regolamentazione interessa tutti i 28
stati membri. La prima edizione
842/2006 entrata in vigore il 17 mag-
25
gio del 2006 è stata sostituita dall’attuale 517/2014 che è diventata effettiva il 1 gennaio 2015. Questa regolamentazione si applica alle persone
che eseguono i seguenti compiti: recupero dei gas fluorurati ad effetto serra,
installazione, assistenza, manutenzione, riparazione, smantellamento o
controllo della perdita dei dispositivi di
refrigerazione, dei dispositivi d’aria
condizionata, delle pompe di calore,
dei dispositivi antiincendio, delle unità
di refrigerazione nei camion refrigerati
e rimorchi e quadri di comando elettrici. La regolamentazione degli “F-gas”
richiede che tutto il personale e le
imprese abbiano una certificazione che
dimostri la loro capacità di utilizzare
sistemi che usano “F-gas”. La certificazione del personale si ottiene dopo una
valutazione teorica e pratica (EC N° 303
& 304/2008 per i requisiti d’esame). Per
il personale dei sistemi di refrigerazione
e d’aria condizionata, la regolamentazione della Commissione Europea
303/2008 si riferisce a 4 diversi livelli di
certificazione. Sono queste: categorie I,
II, III, e IV (si riferiscono alla tabella).
Per ottenere la certificazione della
azienda, le regolamentazioni (EC) No
303 & 304/2008 richiedono di impiegare personale certificato per quelle
attività significative in un numero sufficiente in grado di ricoprire l’entità delle
attività previste, e che possa dimostrare che si sono resi disponibili gli strumenti e le procedure necessarie al
personale incaricato a quelle attività.
Oltre agli obblighi di formazione e certificazione, la regolamentazione degli
F-gas stabilisce testi legislativi sulla
prevenzione delle emissioni di Gas
fluorurati, sui controlli delle perdite, sui
sistemi di rilevamento, sulla tenuta di
registri, sul recupero, sull’etichettatura dei sistemi, sulla riduzione degli
HFC sostituiti sul mercato, sulla raccolta dei dati di emissione, etc. La
regolamentazione F-gas è obbligatoria a differenza dell’EN 13313 & 378.
Standard Europeo EN 13313:2010
“sistemi refrigeranti,
condizionamento e pompe di calore
– competenza del personale”
Il principale standard europeo inerente ai sistemi di refrigerazione è lo standard EN 378, “Requisiti di sicurezza e
ambientali dei sistemi di refrigerazione
e delle pompe di calore” , che è attual-
26
Categoria
Operazioni che potrebbero
eseguire
Tipo di sistemi RAC
I
Tutte le attività che interessano
i refrigeranti
Sistemi RAC di qualsiasi
grandezza che contengono
HFC
II
Recupero del refrigerante,
installazione, manutenzione,
e assistenza
Sistemi che contengono meno
di 3 kg di “F-gas”
Meno di 6 kg per i sistemi
ermeticamente sigillati
III
Recupero del refrigerante
Sistemi che contengono meno
di 3 kg di “F-gas”
Meno di 6 kg per i sistemi
ermeticamente sigillati
IV
Controlli della perdita
Qualsiasi impianto
senza intervenire nel circuito
dell’F-gas
mente in fase di revisione. Sebbene fu
stabilita prima l’ISO 5149 è meno
avanzata. I suoi requisiti sono simili a
quelli dell’ISO 5149 descritti precedentemente.
Questa sezione si concentrerà principalmente sull’EN 13313, “la competenza del personale dei sistemi refrigeranti e delle pompe di calore”.
Questo standard definisce le attività
inerenti ai circuiti di refrigerazione e la
competenza associata che descrive e
stabilisce le procedure per valutare la
competenza delle persone che eseguono queste attività. Secondo lo
standard, le persone responsabili
della progettazione, costruzione,
installazione, ispezione, verifica,
messa in servizio, manutenzione,
riparazione, ritiro definitivo, e smaltimento dei sistemi refrigeranti e delle
loro parti, devono avere le seguenti
competenze che dovranno essere
certificate da un’organizzazione riconosciuta a livello nazionale:
• prassi corretta per la salute, la sicurezza e la tutela ambientale e energetica di ogni compito nel campo
della refrigerazione viene trattata
dall’EN 378-1, EN 378-2, EN 378-3
e EN 378-4;
• sufficiente conoscenza inerente alla
legislazione in tema di salute, sicurezza e ambiente;
• sufficiente conoscenza della teoria
fondamentale sulla refrigerazione;
• le attività di progettazione e miglioramento saranno assegnate al personale qualificato dotato di risorse adeguate;
• compiti di specifica prestazione saranno assegnati al personale qualificato sulla base di una corretta forma-
zione e/o esperienza, come richiesto.
Questo standard non si applica a
quelle persone che sono state supervisionate da persone competenti
durante le operazioni, a coloro che
eseguono lavori che non interessano il
circuito del refrigerante o che operano
secondo i manuali di funzionamento.
Anche le società che lavorano in altri
campi della refrigerazione saranno
certificate da una organizzazione
nazionale riconosciuta. In seguito alla
certificazione, le società avranno personale formato (con certificazione di
refrigerazione) e attrezzature adeguate per permettere alle persone di eseguire il lavoro. A livello nazionale, questi requisiti sono spesso adattati o
adottati da enti nazionali di standardizzazione o regolamentazione che soddisfano gli accordi locali.
STUDI DI CASI
La situazione in alcuni
paesi europei
Francia: la regolamentazione europea sugli F-gas N0 842/2006 fu implementata in Francia con il decreto
2007-737 il 7 maggio 2007. Gli standard nazionali e regolamentazioni sono
simili a quelli europee con certe misure
complementari specifiche per la
Francia. Nella regolamentazione degli
“F-gas” in Francia il personale certificato è valido a vita e il certificato della
società deve essere rinnovato ogni 5
anni. A tutte le società francesi viene
richiesto di comunicare la quantità di
“F-gas” acquisito, caricato, recuperato,
riutilizzato e smantellato alla fine di ogni
anno. Queste direttive consentono di
controllare la quantità di “F-gas” usati.
Nel 2015, 30.000 società e 75.000 persone (includendo il settore degli
impianti di condizionamento automobilistico) sono state certificate secondo la
regolamentazione degli “F-gas”.
Germania: gli standard sono disciplinati dall’Istituto Tedesco per la
Standardizzazione, DIN (Deutsches
Institut für Normung). La regolamentazione Betriebssicherheitsverordnung
include i requisiti per l’uso sicuro degli
impianti di refrigerazione ad anidride
carbonica. Betreiben von Kälteanlagen, Wärmepumpen und Kühleinrichtungen (BGR500Kap.2.35) “Funzionamento dei sistemi di refrigerazione,
pompe di calore e apparecchiature di
raffreddamento” include i requisiti per la
periodica formazione dei lavoratori,
l’introduzione di dispositivi adeguati di
protezione personale sia per i pericoli
derivanti dal refrigerante sia per gli
impatti di basse temperature, lo stoccaggio dei refrigeranti e l’obbligo di alcuni controlli speciali. Nel 2014, 25.000
persone e 1.800 società sono state certificate secondo la Regolamentazione
degli F-gas.
Italia: la regolamentazione degli “F-gas”
rientra nel decreto 43/2012 entrato in
vigore il 5 maggio 2012. Questa legge
richiede ai tecnici (e aziende) di eseguire i compiti inerenti alla refrigerazione, dopo essere stati inseriti nel
registro dell’F-gas nazionale. Ciò
avviene ottenendo un certificato rilasciato da un ente accreditato di certificazione in seguito a un esame teorico
e pratico; l’esame sarà sulla cono-
scenza e capacità di utilizzare in modo
sicuro un sistema di refrigerazione.
Dal 2013, ogni anno al 31 maggio, tutti
gli operatori “F-gas” devono sottomettere una dichiarazione che contiene
informazioni sulla quantità di “F-gas”
persa nell’atmosfera nell’anno precedente. In Italia, 43.000 persone, circa,
sono in possesso di una certificazione
e 12.000 aziende sono certificate.
Paesi Bassi: STEK (Stichting Emissie
preventie Koudetechniek: fondazione
per la prevenzione delle emissioni
nella refrigerazione ) è un programma
olandese di certificazione delle imprese e delle persone introdotto nel 1992.
Questo programma punta a ridurre le
emissioni di refrigeranti CFC e HCFC
attraverso il contenuto e una periodica
manutenzione. Nei Paesi Bassi, la certificazione è stata garantita dal 1993
alle imprese e alle persone che lavorano nel campo degli CFC, HCFC e HFC
nelle installazioni refrigeranti. La regolamentazione sugli “F-gas” è stata
attuata nei Paesi Bassi il 1 gennaio
2010. Nel 2011, il 98,7% del personale
e il 100% delle società sono state certificate secondo la Regolamentazione
“F-gas”. Dall’introduzione della certificazione delle compagnie e del personale, le emissioni sono state ridotte dal
20% (all’inizio) al 3,5% media nei 18
anni. La qualità dei dispositivi è stata
migliorata dai produttori e si deve alla
formazione e certificazione del personale la qualità dell’installazioni che è
stata migliorata in modo significativo.
Regno Unito: le norme sono stabilite
dal British Standards Insitution (BSI). I
Distributore SUNISO
leader mondiale lubrificanti minerali
e sintetici (P.O.E.) per compressori frigoriferi
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requisiti degli standard Britannici BS
EN 13313 sono simili a quelli dell’EN
13313. Le qualificazioni riconosciute
per coloro che desiderano lavorare
come professionisti nella refrigerazione, aria condizionata e pompe di calore sono basati sugli standard occupazionali nazionali. Si distingue il tipo differente di qualifiche certificate dagli enti
di controllo come City and Guilds. Nel
campo della refrigerazione, aria condizionata e pompe di calore, ci sono qualifiche professionali nazionali, National
Vocational Qualifications (NVQ 6187,
7189, 6127, 6087) nel riscaldamento e
ventilazione ci sono NVQ (NVQ 7188,
6188, 6088 and 6128). Una certificazione separata secondo le regolamentazioni “F-gas” esiste come una qualifica obbligatoria (City & Guilds 2079 or
CITB J11-14 e sono anche riconosciute le unità di alcune qualifiche precedentemente menzionate). A marzo
2015, c’erano 36.000 individui in possesso del certificato di categoria 1, e
6.200 aziende sono state certificate
secondo la regolamentazione “F-gas”.
Situazioni in alcuni paesi sviluppati
al di fuori dell’Europa
Australia: l’Australian Refrigeration
Council LTD (ARC) amministra le
licenze d’uso dei refrigeranti (RHL) e
le autorizzazioni di commercio dei
refrigeranti (RTA), per conto del governo australiano, ai professionisti nel
RAC e nell’industria automobilistica.
Secondo le regolamentazioni australiane (le regolamentazioni della gestione
dei gas ad effetto serra sintetici e di
protezione dell’ozono 1995/ACT 1989),
qualsiasi persona che esegue lavori
connessi ai dispositivi RAC deve essere in possesso dell’RHL, privati o
dipendenti di aziende, e qualsiasi persona che possieda o stia smaltendo
del refrigerante fluorocarburo deve
essere in possesso dell’RTA. La regolamentazione si applica solamente ai
gestori di Gas ad effetto Ferra GHG e
distruttivi dell’ozono ODS, non viene
richiesta certificazione per l’utilizzo dei
nuovi refrigeranti alternativi.
Giappone: i dispositivi di refrigerazione sono regolati dall’“High Pressure
Gas Safety aCT” e dalla “Refrigeration
Safety Regulaitons”. Queste regolamentazioni richiedono dei tecnici della
27
refrigerazione che abbiano un “certificato di sicurezza dell’impianto di refrigerazione del gestore”. Ci sono tre
categorie di certificazione e ogni classe è stabilita secondo il tipo di impianto di refrigerazione che il titolare del
certificato può utilizzare a seconda
della capacità frigorifera. Ci sono
anche certificati privati come “ il certificato per il tecnico che tratta il refrigerante”, fornito dalla nuova legge inerente la restrizione per la perdita del
refrigerante, e il certificato per il tecnico della refrigerazione e aria condizionata” rilasciato dalla Società giapponese degli ingegneri RAC (JSRAE).
Nuova Zelanda: il disastro avvenuto
nel 2008 con l’incendio di un magazzino frigorifero nella località di Tamehere
rappresentò per l’industria un motivo
ulteriore per perseguire un quadro normativo più forte. Gli enti industriali
HVAC&R stabilirono la Refrigeration
License New Zealand (RLNZ) nel
2012, con l’ottica di fornire un’alta formazione alle persone che utilizzano
refrigeranti secondo l’Environmental
protection Agency che ha approvato i
requisiti dei dispositivi di riempimento
e degli addetti. I principali distributori
di refrigerante in Nuova Zelanda
hanno concordato che dal 1 gennaio
del 2015, i refrigeranti saranno venduti solamente a tecnici formati e in possesso della licenza. L’accordo richiede
ai compratori di essere in possesso di
un dispositivo di riempimento (bombola) approvato o un certificato come
addetto o una licenza all’uso del refrigerante e che si applichi a tutti i refrigeranti. Un accordo volontario esiste
dal 2011. Soltanto le persone in possesso della certificazione nazionale
RAC (livello 4, NZWA 130) sono autorizzate a installare, far manutenzione,
assistenza e attivare impianti di refrigerazione d’aria condizionata.
Stati Uniti: secondo le regole di riciclo
dei refrigeranti stabilite dall’EPA (sezione 608 del Clean Air Act 1990), a tutti i
tecnici della refrigerazione che non
sono strettamente e continuamente
controllati da tecnici già certificati viene
richiesto di superare un test approvato
dall’EPA fornito da un’organizzazione
certificata EPA per essere certificato
secondo il programma obbligatorio stabilito dall’EPA. Questa regolamentazio-
28
ne si applica agli addetti che usano
CFC e HCFC, e l’EPA sta cercando di
estenderlo all’HFC. L’EPA sta anche
prendendo altre misure, come il programma Significant New Alternatives
Policy (SNAP). Il proposito di questo
programma è di consentire una sicura
e tranquilla transizione dai componenti
che hanno il problema di riduzione
dello strato d’ozono identificando sostituti con bassi rischi per la salute umana
e l’ambiente. É disponibile una lista di
regole SNAP.
Ci sono qualifiche volontarie come la
North American Technician Excellence
(NATE) il programma di certificazione
che stabilisce una conoscenza base
dell’individuo sui sistemi HVAC e sulle
tecnologie, e la Refrigeration Engineers
and Technicians Association (RETA)
che offre due livelli di certificazione:
CARO per gli assistenti operatori della
refrigerazione (Certified Refrigeration
Operator) e CIRO per l’operatore di
refrigerazione industriale (Certified
Industrial Refrigeration Operator).
Alcuni stati e giurisdizioni locali specificano i requisiti di licenza e certificazione
per i tecnici ma non sono applicabili a
livello nazionale.
Situazione in alcuni paesi
emergenti e in via di sviluppo
Nella maggior parte dei paesi emergenti e in via di sviluppo, la certificazione dei tecnici della refrigerazione
non è obbligatoria. Tuttavia in alcuni
paesi, alcune iniziative sono già o si
stanno adottando per stabilire un
sistema di certificazione.
Argentina: i tecnici sono formati nella
scuola media e non hanno bisogno
una certificazione per lavorare nel
campo della refrigerazione. Ma ci
sono alcune società come l’AAF
(Asociación Argentina del Frío) i cui
tecnici interessati superano un esame
simile alla certificazione ASHRAE.
Cina: HEFEI General Machinery Research Institute è responsabile per la
certificazione. Il comitato normativo
nazionale di dispositivi SAC/TC238
RAC è l’ente di standardizzazione tecnica approvato dalla Standardization
Administration of China (SAC). I requisiti per la certificazione dei tecnici
della refrigerazione vengono definiti
secondo lo standard nazionale GB
9237 “sistemi di refrigerazione meccanica per i requisiti di sicurezza di refrigerazione e riscaldamento” e sono
simili ai requisiti della ISO 5149.
Colombia: non c’è una qualifica obbligatoria o certificazione dei tecnici
della refrigerazione ma i tecnici hanno
i requisiti di certificazione. Secondo il
National Training service of Colombia,
SENA che definisce la metodologia di
formazione e valutazione, ci sono
11.707 certificazioni concesse nel settore dei sistemi RAC.
Sud Africa: il progetto e il funzionamento dei sistemi RAC devono rispettare lo standard nazionale SANS
10147 che in molti aspetti è simile
all’EN378. Il SANS 10147 fa parte
dell’Occupational Health & Safety Act
(OSH) che tutti i macchinari e impianti
devono rispettare. Il SANS 10147
richiede che tutti i tecnici d’assistenza e
i refrigeranti che si stanno utilizzando
devono essere registrati come essere
competenti nei campiti specifici nel
RAC e tale registrazione viene fornito
dal SAQCC (south African Qualification
6 Certification Committee).
Tunisia: c’è un progetto collaborativo
tra il Technical Center for Mechanical
and Electrical Industries (CETIME) e il
centro francese di competenza nella
refrigerazione, Cemafroid, per la formazione di un sistema di certificazione.
CONCLUSIONI
La sostituzione dei gas CFC, HCFC e
HFC dai refrigeranti alternativi più ecologici potrebbe avere un impatto significativo sulla riduzione dello strato
d’ozono e il riscaldamento globale.
Tuttavia, la diversità, la complessità
d’uso, le proprietà infiammabili e tossiche di alcuni refrigeranti li rendono pericolosi e potenzialmente difficili da gestire. Considerando questo, la formazione
del personale che si occupa di refrigerazione, e la certificazione obbligatoria
per tutti gli addetti ai sistemi di refrigerazione risulta vitale; questo è l’unico
modo per diffondere conoscenza e
nuove competenze per un uso più sicuro. Le organizzazioni internazionali e
regionali hanno giocato un importante
ruolo nello sviluppo della formazione e
certificazione contribuendo al progresso e all’attuazione degli standard
internazionali e regionali, e le regolamentazioni come l’ISO 5149 & 817,
EN 378 & 13313, la regolamentazione
europea degli F-gas.
Questi documenti sono serviti come
punti di riferimento per il Sud Africa, la
Cina e paesi europei per la creazione
delle regolamentazioni, dei testi legislativi, formazione e certificazione inerenti
ai sistemi di refrigerazione. L’attuazione
di un sistema di certificazione e di una
politica inerente all’uso di refrigeranti
ha segnato un importante progresso
nella protezione ambientale, nel rilevamento della perdita e l’uso sicuro di
nuovi refrigeranti. Per esempio, con il
programma olandese STEK, le emissioni sono state ridotte del 20% a 3,5%
in media negli ultimi 18 anni nei Paesi
Bassi. Dall’entrata in vigore della
Regolamentazione degli F-gas, la frequenza dei controlli della perdita è
aumentata e le imprese di refrigerazione e i tecnici sono più conformi con i
requisiti. Tuttavia, nonostante l’utilità
della certificazione, e la necessità di
ridurre le emissioni di ODS e GHG,
molti paesi in via di sviluppo non richiedono ancora una certificazione per il
personale che lavora nel campo della
refrigerazione, limitando, in questo
modo, il contributo nello sviluppo di
standard, regolamentazioni o testi legislativi, e nel raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Montreal e della
Convenzione di Rio. Pertanto, per raggiungere gli obiettivi mondiali di riduzione del riscaldamento globale e delle
emissioni di gas a riduzione dell’ozono
ODS, per ridurre i rischi di lesioni derivanti dall’uso improprio di refrigeranti o
dei sistemi di refrigerazione, si dovrebbero adottare delle misure più forti per
riuscire a coinvolgere ogni paese in
questo periodo di transizione.
RACCOMANDAZIONI
Per ridurre i rischi di lesioni e di problemi ambientali derivanti dall’uso improprio dei refrigeranti e dei sistemi con
refrigeranti, l’IIR sottolinea l’importanza
e il bisogno di:
1. aumentare le interazioni con i paesi
in via di sviluppo nello sviluppo degli
standard internazionali con il fine di
coordinare e sincronizzare l’avvio
dei periodi di formazione e certificazione per gli imprenditori in modo da
evitare conflitti tra le norme;
2. investire e promuovere in ricerca sui
refrigeranti alternativi e i sistemi
refrigeranti per ridurre i rischi associati all’infiammabilità e tossicità;
3. incoraggiare i paesi a stabilire regolamentazioni obbligatorie inerenti al
personale che lavora nel campo della
refrigerazione e inerenti alla certificazione delle aziende, al funzionamento dei sistemi di refrigerazione, alla
manutenzione e riparazione;
4. assistere i governi dei paesi in via di
sviluppo a stabilire delle certificazioni attraverso un accordo di cooperazione con organizzazioni di formazione nei paesi con esperienza;
5. istituire scuole di refrigerazione per
attivare la certificazione all’interno
dei loro programmi di formazione.
29
Speciale consumo energetico impianti di refrigerazione
Costo del ciclo di vita e prestazioni
climatiche dei refrigeratori
Elementi di metodologia per l’analisi
tecnico-economica
PAUL DE LARMINAT
Johnson Controls
INTRODUZIONE
Fra gli sforzi per ridurre il potenziale
impatto climatico dei sistemi RAC
(refrigerazione e aria condizionata), si
stanno cercando soluzioni che utilizzino fluidi a basso GWP; ma si è
anche convenuto che la prestazione
climatica del ciclo di vita (LCCP),
incluse le emissioni indirette da consumo energetico, sia il fattore più rilevante. L’LCCP è anche in funzione al
costo del ciclo di vita (LCC) di tali
sistemi.
Una delle condizioni per un controllo
degli HFC che forniscono una reale
riduzione delle emissioni di CO2 equivalente, verrà fornita dal giusto equilibrio tra costi e prestazioni dei sistemi,
durante il loro ciclo di vita. Finora, non
esiste una sintesi metodologica in
grado di combinare entrambi gli
approcci e di valutare contemporaneamente l’impatto delle scelte tecnologiche sull’LCC e sulle prestazioni.
Il presente documento suggerisce elementi che possano condurre verso un
metodo in grado di colmare questa
lacuna e fornire gli strumenti per
l’analisi, con esempi applicati alle tec-
30
Total cost
Articolo tratto dal
16° Convegno Europeo
nologie di refrigerazione.
L’analisi del costo del ciclo di vita è un
approccio classico per valutare il costo
totale del possesso di un prodotto. Per
una stessa applicazione, un prodotto
più costoso ha normalmente maggiore qualità, quindi un costo operativo
inferiore per quanto riguarda le spese
relative al consumo di energia o
manutenzione.
La figura 1 allegata è una dimostrazione tipica di questo problema che
mostra l’equilibrio ottimale tra costi iniziali e costi di funzionamento.
Optimization
point
Operating
cost
Initial
cost
Possible configurations
Nel nostro settore, ci sono metodi specifici per valutare l’LCCP di un prodotto. Il più utilizzato è l’analisi “TEWI”
descritta, tra le molte altre fonti, nella
norma EN-378.
Tale norma valuta l’equivalente totale di
emissioni di CO2 lungo il periodo di vita,
tenendo conto delle emissioni “indirette” e “dirette”.
Le emissioni dirette corrispondono alle
perdite di refrigerante; sono il prodotto
tra il GWP del fluido e la somma delle
fughe di refrigerante dovute alle perdite e alla fine vita.
Le emissioni indirette provengono dal
consumo di energia; esse sono il prodotto del consumo totale di energia in
kWh dovuto all’impronta di carbonio in
kg di CO2 per kWh. Il TEWI non comprende fattori secondari come le emissioni durante la produzione e il trasporto del prodotto, ma queste emissioni risultano piccole rispetto alla fase
di utilizzo.
CRITERI DI ANALISI
In riferimento alla figura 1, è facilmente comprensibile che un sistema
più costoso possa avere un minor
consumo di energia; potrebbe (e
dovrebbe) avere anche perdite più
basse. Questo è un esempio di interrelazione tra LCC e LCCP.
Questo articolo presenta un tentativo
di formalizzare le relazioni tra questi
due fattori. Chiaramente, il consumo di
energia è il fattore principale coinvolto
sia nel costo del ciclo di vita sia nelle
prestazioni climatiche, quindi sarà fondamentale in questa analisi. Secondo
la pratica comune, l’efficienza energetica sarà valutata come media annuale attraverso il parametro “SEER”
(variazione stagionale di efficienza
energetica).
Il punto chiave nell’analisi è il seguente. RAC è un mercato maturo e competitivo con soluzioni che sono state
già altamente ottimizzate. Pertanto,
ulteriori limiti riguardanti la riduzione di
fluidi GWP devono essere aggiunti al
costo iniziale delle attrezzature, a
causa di un maggior costo del fluido se
sintetico, di ulteriori misure di sicurez-
Durata anni 20
Sistema più basso GWP
Incremento costo
%
Delta di efficienza/Delta costi
% eff/cost
“Convenzionale” potenziato
6
6
0.5
Moltiplicatore di energia di raffreddamento
1.03
Emissioni indirette
Progettazione capacità di raffreddamento
Kw
100
100
Raffreddamento massimo annuo
MWh/yr
876
876
0.6
0.6
526
526
5.0
5.2
Moltiplicatore di energia da reffreddamento
Energia effettivo annuo di raffreddamento
MWh/yr
SEER
Consumo annuale di energia
MWh/yr
105
102
Impronta di carbonio dell’elettricità
T CO2MWh
0.6
0.6
Emissioni indirette totali/Vita
T/Eq CO2
1261
1225
Emissioni dirette
Perdite / profilo perdite EOL
Very
Low
Low
Med.
High
Very
high
Tasso di perdita
%/yr
0.5
2
4
10
30
Recupero EOL
%
95
80
60
30
0
Very
Low
Low
Med.
High
Very
high
16.8
33.6
75.6
196
Perdite / Durata
%
10
40
80
200
600
Perdita totale di carica / Durata
%
15
60
120
270
700
Carica refrigerante
kg/kW
0.28
kg
4.2
16.8
33.6
75.6
196
Emissioni dirette / Durata
T/Eq CO2
0.04
0.2
0.3
0.8
2.0
6.01
24.0
48
108
280
Emissione totale eq. CO2
Perdita totale di carica / Durata
GWP
0.28
10
4.2
1430
T/Eq CO2
1261
1262
1262
1262
1263
1231
1249
1273
1333
1505
Emissioni dirette totali
%
0.0
0.0
0.0
0.1
0.2
0.5
1.9
3.8
8.1
18.6
Differenza emissioni totali
%
-2.4
-1.0
0.9
5.6
19.1
Differenza in consumo di energia
%
za per la maggior parte dei fluidi naturali, o di una maggiore complessità.
Dando per scontato che questo costo
più elevato sia da pagare per avere
un sistema che utilizzi un fluido a più
basso GWP, è legittimo porsi le
domande: che cosa accadrebbe se la
stessa quantità di denaro fosse investita nel miglioramento di un sistema
“convenzionale”? Che tipo di guadagno di efficienza potrebbe allora
essere ottenuto? Quale sarebbe
l’impatto sul TEWI o LCCP? Per cercare di rispondere a queste domande, bisogna basarsi sul confronto tra
due calcoli TEWI.
Il primo riguarda il fluido a minore
GWP: si parte da un sistema HFC
preso come riferimento; supponiamo
che un sistema con un più basso
GWP e prestazioni identiche sia fattibile, ma ad un costo diverso e generalmente più elevato; facciamo dunque una prima analisi TEWI sul sistema a più basso GWP, utilizzando la
stessa efficienza di quello preso
come riferimento per la valutazione
-3.00
delle emissioni indirette, e utilizzando
il fluido a più basso GWP per la valutazione delle emissioni dirette.
Il secondo calcolo è per il “sistema
convenzionale potenziato”; ha ancora
lo stesso fluido del sistema di riferimento ma si presume che abbia una
migliore efficienza grazie al costo
aggiuntivo, ora equivalente a quello
del sistema a più basso GWP. Ciò
richiede una ipotesi circa il miglioramento delle prestazioni che può essere ottenuto ponendo nel sistema convenzionale lo stesso incremento di
costo che si avrebbe dal passaggio ad
un fluido a più basso GWP. Possiamo
quindi confrontare le emissioni totali di
entrambi i sistemi.
La tabella sopra mostra un esempio di
calcolo. I dati di ingresso sono nelle
celle in ombra. La maggior parte delle
linee parlano da sole. Chiarimenti
aggiuntivi sono:
• “Delta di efficienza / Delta costi” esprime l’incremento di efficienza che ci si
può aspettare dall’unità con incremento dei costi. Ad esempio, un rap-
porto di 0,5 significa che l’aumento
dell’1% dei costi può fornire lo 0,5% di
miglioramento dell’efficienza. La valutazione di tale relazione sarà discussa
di seguito.
• Il “Raffreddamento massimo annuo”
sarebbe l’energia refrigerante fornita
annualmente dalla unità funzionante
al 100% della capacità. Il “moltiplicatore di energia di raffreddamento”
riflette il profilo di carico; 50% significa che l’unità fornisce una capacità
di raffreddamento annua equivalente
al 50% del tempo per il funzionamento a piena capacità.
• I tassi e le perdite di fluido, a fine vita,
sono proposti in una tipica classifica
su cinque livelli da “molto basso” a
“molto alto”. I dati della tabella parlano da soli. Questa scala è molto
ampia per coprire tutti i tipi di applicazioni, ma è limitata per un’applicazione specifica. Pertanto la condizione perfetta dei refrigeratori dovrebbe
stare in un range che va da “molto
basso” a “basso” (da 0,5 a 2% di perdite), anche il generale “tasso medio”
31
Allegato: Risultati dell’esempio proposto
Temperato
Clima
Colonna N.
Caldo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Durata della vita
20
20
10
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
Incremento costo
6
6
6
6
6
6
6
4
8
6
6
6
6
Delta efficienza / Delta costo
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.5
0.3
0.7
0.5
0.5
Moltiplicatore di energia di raffreddamento
0.2
0.2
0.2
0.2
0.4
0.9
0.6
0.9
0.9
0.9
0.9
0.9
0.9
SEER
9
9
9
9
9
9
8
8
8
8
8
8
8
Impronta di carbonio per elettricità
0.5
0.6
0.6
0.7
0.6
0.6
0.7
0.6
0.6
0.6
0.6
0.8
0,5
Differenza di consumo di energia (%)
-3
-3
-3
-3
-3
-3
-3
-2
-4
-2
-4
-3
-3
Differenza emissioni CO2 (%)
Tasso di perdita (%)
VL
0.5
0.5
-0
0.5
-1
-1.6
-2.3
-2.3
-1.5
-3.3
-1
-3.5
-2.5
-2.2
Molto basso / Medio
M
2
11
7.3
11
5.9
2.2
-0.6
-0.3
0.1
-1.8
0.3
-2.0
-1.4
-0.2
Alto
H
4
24
18
24
15
7.3
1.6
2.3
2.1
0.2
2.3
0.0
0.1
2.5
del 4% può essere considerato molto
elevato per un refrigeratore, e il 10%
sarebbe addirittura esagerato; mentre la refrigerazione ad uso commerciale tende a stare tra “alto” a “molto
alto”. Le linee “differenti” mostrano la
percentuale di differenza nel consumo di energia e le emissioni totali tra
le due soluzioni. Se il risultato sulle
emissioni totali è negativo, dirigersi
verso un fluido a basso GWP è controproducente in termini di emissioni
totali. Per un sistema con le caratteristiche del precedente esempio, utilizzare un fluido a basso GWP è
controproducente in termini di emissioni totali se le perdite sono “basse”
o “molto basse”. Il beneficio è estremamente marginale per perdite
“Medie”: le emissioni nel tempo di
vita sono poco superiori allo 0,9%
per il sistema HFC potenziato, mentre il suo consumo di energia è inferiore del 3%.
APPLICAZIONE A GRANDI
REFRIGERATORI RAFFREDDATI
AD ACQUA
Il metodo, come mostrato sopra, è
molto generico e può applicarsi a qualsiasi tipo di sistema RAC. Ciò significa
che per vari segmenti di sistema richiede ordini di grandezza rilevanti per i dati
di ingresso. Mostreremo ciò sull’esempio di grandi refrigeratori raffreddati ad
acqua con capacità di raffreddamento
superiore a 500 kW.
Dati in ingresso:
• Queste macchine utilizzano in genere il fluido HFC134a, con compres-
32
sori a vite o centrifugo.
• Per i tassi di perdita dei refrigeratori,
la classifica “generica” per il calcolo
dei campioni è stata cambiata per
riflettere le specificità dei refrigeratori. I tassi di perdita “molto basso” e
“basso” sono mantenuti uguali, ma
consideriamo il tasso di perdita del
4% e il 60% di recupero di fine vita
come “Alto”. Le macchine di nuova
generazione vanno normalmente da
“basso” a “molto basso” per questa
scala.
• Lo stato di efficienza dei refrigeratori
raffreddati ad acqua è spesso molto
alto, con un SEER dell’ordine di 9 o
addirittura superiore per le migliori
macchine sul mercato, nei climi temperati. Il SEER è inferiore in climi
caldi, dell’ordine da 7 a 8.
• Il “moltiplicatore di energia di raffreddamento” è estremamente variabile.
Per una climatizzazione confortevole,
più bassa del 20% in clima temperato,
è dell’ordine di 60% in climi caldi. Per
il processo di raffreddamento, può
essere prossimo al 100%.
• Il tempo di vita di tali macchine è dell’ordine dei 20 anni.
• L’aumento dei costi è stimato a circa
il 6%. Esso si basa sul presupposto
che un fluido HFO viene usato al
posto dell’HFC134a. Questo costo
incrementale per GWP più bassi si
riferisce al costo previsto del fluido,
all’elevato flusso volumetrico e a
ulteriori misure di sicurezza per un
fluido lievemente infiammabile.
• L’impronta di carbonio dell’elettricità
varia tra 0,45 gCO2 / kWh (valore
medio UE) e 0,8 con una media 0,6.
Il rapporto di “Differenza Efficienza /
Differenza costo” non è una questione
semplice. Molti sono i fattori che
hanno un impatto sull’efficienza energetica. Scelta del fluido, tipo di compressore, tecnologia e dimensioni
degli scambiatori di calore, strategia di
controllo, uso di trasmissioni a velocità
variabile, ecc.
Tutti questi fattori sono correlati e motivo di compromessi. Il più classico è
legato alla scelta dei fluidi: fluidi a più
bassa pressione hanno una migliore
efficienza, ma richiedono flussi volumetrici più grandi e tendono dunque
ad essere più costosi.
Per piccole variazioni intorno a un disegno di riferimento, il fattore di regolazione più semplice per adattarsi alla decisione dell’utente in merito al compromesso tra costo iniziale e il costo dell’energia, è di solito la dimensione degli
scambiatori di calore. La nostra stima in
questo caso è che guadagnando l’1%
in efficienza l’aumento di prezzo è dell’ordine del 2%. Dovremo quindi considerare “Differenza Efficienza/Differenza costo” = 0,5.
Eseguendo il calcolo con un campione di dati in ingresso compresi nella
gamma descritta sopra si ottengono i
risultati esposti nella tabella sotto. Il
refrigeratore di riferimento utilizza un
fluido HFC134a, e si presuppone che
il GWP più basso sia un HFO con
GWP = 5.
Mentre tale tabella non sembra particolarmente attraente in questo caso,
una analisi più accurata delle cifre
porta alle seguenti conclusioni:
• Per applicazioni a basso utilizzo, cioè
con basso “moltiplicatore di energia”
(come A/C in clima temperato), e
bassa impronta di carbonio dell’energia elettrica, la soluzione a basso
GWP cede emissioni di CO2 equivalente leggermente più elevate.
• Ma per applicazioni a utilizzo più elevato (colonna 6) l’unità a HFC potenziata fornisce minori emissioni anche
in clima temperato, salvo nel caso di
un anomalo alto tasso di perdita.
• Nei climi caldi, dove il riferimento
SEER è inferiore e l’uso di energia
superiore, l’unità HFC potenziata dà
minori emissioni.
La tabella fornisce anche le variazioni
dei parametri in ingresso. Si dà
un’idea della sensibilità dei dati in
ingresso.
CONCLUSIONI
In molte applicazioni è inequivocabile
che l’utilizzo di fluidi a basso GWP è
vantaggioso in termini di LCCP. In altri
casi, il vantaggio non è evidente, come
mostrato nell’esempio dei refrigeratori:
in questo caso, le soluzioni a basso
GWP possono offrire un beneficio marginale in termini di emissioni di CO2
equivalente per il condizionamento dell’aria ambiente in climi temperati. Ma in
climi caldi o per applicazioni industriali,
si scopre essere piuttosto controproducente per l’uso supposto.
Una ragione è che il beneficio potenziale dato dai fluidi a basso GWP è mitigato dal basso tasso di perdita inerente alla tecnologia del refrigeratore. Ciò
mostra che concentrarsi solo sul GWP
dei fluidi è un po’ troppo semplicistico in
alcuni casi.
Quindi, le soluzioni realmente sostenibili non possono essere valutate
senza prendere in considerazione
l’LCCP. Ma anche in questo caso, il
paragone potrebbe essere fuorviante
se non posto in relazione con una
valutazione del costo del ciclo di vita
che consente un confronto tecnico ed
economico tra le varie opzioni. Ciò è
quel che il metodo proposto in questo
lavoro stava cercando di fare. E’ ancora in una fase iniziale. C’è ancora
molto da fare per perfezionarlo e svilupparlo ulteriormente, ma crediamo
che questo tipo di esercizio debba
essere fatto e spero che questo tentativo iniziale verrà notevolmente migliorato in futuro.
Altra questione importante da prende-
re in considerazione è che ci si sta
concentrando sul totale delle emissioni di gas serra come criterio principale; ma ciò non tiene conto dei benefici
economici e ambientali derivanti da un
minor consumo di energia nel caso
del “convenzionale potenziato”.
L’efficienza energetica è una questione di per sé molto importante anche al
di là dell’impatto dovuto alle emissioni
di gas serra.
●
ULTIME NOTIZIE
Prima edizione Swiss Cooling Expo
All’inaugurazione interventi del docente Centro Studi Galileo Girola
e del Vicepresidente AREA Buoni
La nuova Swiss Cooling EXPO si preannuncia un evento di grande respiro internazionale e mira, per la prima volta ad unire le
tre regioni linguistiche della Svizzera per
uno scambio professionale del freddo.
Conferenze, mostre, e campionati di tecnica frigorista. Il 25 novembre nella cittadina svizzera di Friburgo (da non confondere con l’omonima tedesca) presso il Forum.
Alla cerimonia di apertura terrà l’introduzione il docente Centro Studi Galileo
Enrico Girola, presidente dell’Associazione Ticinese Frigoristi e Marco Buoni,
VicePresidente AREA, parlerà della regolamentazione europea 517/2014.
Per maggiori info www.swisscoolingexpo.ch
APE e efficienza energetica: scarica qui tutte le risposte
utili del Ministero dello sviluppo economico
Grande efficienza dal Ministero dello Sviluppo Economico che pubblica rapidamente le risposte utili a fugare ogni dubbio in materia di “Efficienza Energetica”,
“Requisiti minimi” e “Linee guida APE” che sono entrate in vigore il primo di ottobre. Il documento è stato redatto in collaborazione con ENEA e CTI e si riferisce
al Decreto 26/05/2015.
Continua a leggere su industriaeformazione.it
I dati dell’aria condizionata nel mondo
L’Associazione Nazionale giapponese Jraia, omologo dell’italiana Associazione
dei Tecnici del Freddo, ha pubblicato un interessantissima ricerca, in lingua inglese ma con grafici di semplice lettura, snocciolando i reali numeri del mercato dell’aria condizionata nel mondo.
Come abbiamo più volte avuto modo di trattare dalle colonne di Industria&
Formazione con i due dossier “IL MERCATO DELL’ARIA CONDIZIONATA
NEL MONDO” e “IL FUTURO DELL’ARIA CONDIZIONATA” l’AC è un mercato florido e in netta crescita a livello mondiale.
Continua a leggere su industriaeformazione.it
EPEE presenta Gapometer per misurare la conformità
e il progresso delle norme UE sui gas fluorurati
In un seminario organizzato dal Partenariato europeo per l’Energia e l’Ambiente
(EPEE), che rappresenta l’industria del riscaldamento, del raffreddamento e
della refrigerazione europea, nel quadro del Meeting delle parti del protocollo di
Montreal a Dubai, i partecipanti sono stati introdotti in uno strumento nuovo e
innovativo per misurare la conformità con il regolamento sui gas fluorurati
dell’UE, e in particolare la Phase Down HFC.
Il cosiddetto “Gapometer”, che è attualmente in fase di sviluppo da parte di
EPEE, ha lo scopo di definire un percorso verso il Phase Down degli HFC in
Europa e individuerà il gap tra progresso richiesto e quello effettivo.
Continuare a leggere su industriaeformazione.it
33
Speciale Patentino Frigoristi
Situazione aggiornata
della certificazione delle persone
e aziende in Italia
CRISTINA NORCIA
Bureau Veritas Italia
A distanza di circa 2 anni dall’istituzione del Registro Telematico Nazionale
delle Persone e delle Aziende operanti nel settore del Reg. CE 303/2008, e
quindi da quando è interamente attivo
il sistema di certificazione e attestazione previsto dal DPR43 del 2012,
possiamo iniziare a tirare le prime
somme.
Considerando il solo Regolamento
303/2008, ciò significa che vi sono
ancora circa 24.000 persone iscritte al
registro, e quindi consapevoli dell’obbligo di certificazione, che ancora non
hanno provveduto a ottenere il “patentino” e che operano al di fuori della legge.
Allo stesso modo vi sono ancora circa
30.000 aziende nelle medesime condizioni. Chiaramente i dati forniti non considerano i soggetti che non si sono neppure iscritti al registro nazionale.
Recentemente il Ministero per lo
Sviluppo Economico ha dichiarato di
voler amplificare i controlli sulle eventuali inadempienze agli obblighi di legge
e, stando ai dati sopra, molti soggetti
non conformi al regolamento rischiano
di incorrere nelle sanzioni previste.
DATI DEI SOGGETTI
PRESENTI A REGISTRO
RICORDIAMO QUALI SONO
GLI OBBLIGHI
Al 18 maggio 2015, questi i dati dei
soggetti iscritti a registro e dei soggetti certificati:
In forte ritardo rispetto a quasi tutti i
paesi dell’Unione Europea, l’Italia si è
allineata nel 2012 al resto d’Europa
Articolo tratto dal
16° Convegno Europeo
Sintesi persone iscritte al Registro FGAS
303/2008
304/2008
305/2008
306/2008
307/2008
Totale iscritte
70.000
9.303
2.550
2.090
41.200
Totale certificate
46.000
730
590
–
31.600
Sintesi imprese iscritte al Registro FGAS
303/2008
304/2008
305/2008
306/2008
307/2008
Totale iscritte
46.000
6.200
1.319
1.557
33.939
Totale certificate
15.000
229
N.A.
N.A.
N.A.
34
circa gli obblighi di qualifica del personale e delle aziende operanti in taluni
settori che prevedono l’uso di refrigeranti fluorurati ad alto effetto serra.
In paesi europei come la Francia e la
Germania già dal 2008 i lavoratori e le
aziende del settore della refrigerazione
e del condizionamento hanno dovuto
dimostrare di possedere le competenze necessarie all’espletamento delle
loro attività, seguendo le regole del proprio paese di appartenenza.
Ogni Stato Membro ha infatti interpretato il Reg. (CE) 842/2006 e definito regole particolari al sistema di certificazione
e qualifica dei soggetti interessati.
In Italia è stato introdotto il Registro
Telematico Nazionale, che costituisce
un elemento di novità rispetto agli altri
paesi europei.
Esso ha come primo scopo quello di
censire tutti i soggetti ricadenti nell’ambito dei nuovi obblighi di certificazione.
Secondo quanto stabilito dalla legge
italiana, le aziende operanti nel settore della refrigerazione, condizionamento e pompe di calore, così come
le persone che operano sulle medesime apparecchiature, hanno l’obbligo
di iscriversi al Registro.
Questa iscrizione è una condizione
necessaria affinchè l’azienda sia riconosciuta dalle autorità competenti e
dal mercato come una realtà operante
ufficialmente nel settore.
Infatti, il Registro è pubblico e ogni
cliente può cercarvi l’azienda o la persona di cui utilizza i servizi di manutenzione e installazione per verificare
che questa abbia effettivamente
assolto agli obblighi di legge e pos-
segga tutte le qualifiche necessarie ad
effettuare il proprio lavoro con competenza e professionalità. In seguito all’iscrizione, il soggetto deve provvedere
all’ottenimento della certificazione.
A chi ci si può rivolgere per la
certificazione?
Gli obblighi legali delle aziende e delle
persone non si esauriscono una volta
che esse hanno provveduto all’iscrizione.
Infatti, prima di iniziare a operare con i
gas fluorurati devono ottenere il
Certificato ai sensi del Regolamento
CE 303/2008.
Questo Certificato ha una durata di 5
anni per l’azienda e 10 per la persona
e per conseguirlo è necessario rivolgersi a un Ente di Certificazione.
L’Ente di Certificazione deve essere
accreditato da Accredia e approvato
da Ministero dell’Ambiente.
Per rendere le informazioni accessibili
al pubblico e far si che non si generino
equivoci presso il sito www.fgas.it
chiunque può verificare se un ente ha
tutte le carte in regola per poter erogare il servizio. Sul sito è sufficiente
accedere alla sezione “Consultazione”
e poi scegliere “Ricerca per Sezione”
selezionando la Sezione “A”.
Qui è possibile inserire tra i campi di
ricerca, alla voce profilo “ Organismo di
Certificazione di Persone e Imprese” e
verificare che l’ente sia autorizzato a
rilasciare il Certificato secondo il
Regolamento Europeo di riferimento.
Cosa deve dimostrare la persona
per ottenere il certificato?
La persona deve superare un esame di
certificazione teorico e pratico durante
il quale dimostrare di possedere tutte le
conoscenze e competenze descritte
nel regolamento 303/2008.
Nei nove anni successivi all’esame, la
persona deve effettuare il mantenimento della certificazione, attraverso
la presentazione di documenti all’ente
di certificazione.
Cosa deve dimostrare l’azienda
per ottenere il certificato?
L’azienda deve sottoporsi a una verifica di certificazione.
In quest’occasione un ispettore dell’ente di certificazione si reca presso
l’azienda per verificare che tutti i requisiti siano conformi a quanto richiesto.
Il Regolamento Europeo, il DPR 43
del 2012 ed il Regolamento Tecnico di
Accredia RT29 definiscono i requisiti
che l’azienda deve soddisfare per
poter superare positivamente l’audit di
certificazione ed ottenere il certificato
definitivo.
In ultimo, anche le procedure elaborate dall’Ente di Certificazione danno
alcune indicazioni sui requisiti di audit.
Il prerequisito senza il quale l’azienda
non può ottenere il certificato è che
essa dimostri di essersi iscritta alla
corretta sezione del registro e di essere dunque in possesso dell’Attestato
di Iscrizione al registro.
Il primo vero requisito da soddisfare
prevede che l’azienda utilizzi personale
certificato per le attività ricadenti sotto
obbligo di certificazione in numero sufficiente a coprire il volume delle attività.
Per valutare il numero minimo di persone che l’azienda deve certificare è
stata elaborata una griglia di corri-
spondenza tra il fatturato derivante
dalle attività specifiche ed i dipendenti
aziendali, per cui se un’azienda rileva
un dato fatturato medio per le attività
dovrà prevedere un numero minimo di
persone certificate in coerenza con il
fatturato dichiarato.
E’ importante che questo concetto sia
interpretato correttamente, in quanto il
Regolamento Europeo e le leggi italiane chiariscono che ogni persona che
manipola gas fluorurati ad effetto serra
deve essere certificata prima di poter
proseguire le proprie attività lavorative, dato l’alto rischio ambientale che
comporta la manipolazione di queste
apparecchiature da parte di personale
non qualificato o poco esperto.
Ciò significa che la griglia fornisce un
dato minimo indicativo, ma qualora
l’azienda usufruisca di un numero di
persone più alto di quelle indicate
nella griglia, in ogni caso esse dovono
essere certificate tutte, non solo il
numero di persone che corrisponde
alle indicazioni della griglia.
Il primo obiettivo dei Regolamenti
Europei resta infatti quello di impedire
che personale poco preparato manipoli le apparecchiature contenenti
gas refrigeranti.
Un altro requisito prevede che
l’azienda dimostri di possedere e di
mettere a disposizione del personale
le procedure e le attrezzature necessarie ad effettuare le proprie attività.
Le aziende che hanno già implementato un sistema di gestione o che sono
già certificate ai sensi della ISO 9001
sono sicuramente già vicine a soddisfare questo requisito.
Infatti, l’azienda deve predisporre un
sistema di gestione che permetta di
lavorare “in ottica di qualità” così da
poter eseguire le attività di installazione, manutenzione e riparazione con
un buon grado di sicurezza.
Tra le procedure necessarie vi sono
sicuramente procedure di tenuta sotto
controllo e qualifica del personale,
tenuta sotto controllo delle attrezzature, procedura di gestione dei reclami e
delle non conformità.
Ovviamente, ogni azienda operante
nel settore possiede anche tutte le
attrezzature necessarie all’erogazione
del proprio servizio. L’azienda deve
dimostrare che tali attrezzature sono
adeguate ed a disposizione del personale per i propri interventi.
35
Un ulteriore requisito necessario,
come richiesto nel DPR num. 43 del
2012 è il Piano della Qualità.
Il Piano della Qualità è un documento
che specifica le procedure applicabili
all’erogazione del servizio e le risorse
che devono essere utilizzate per realizzarlo, i compiti e le responsabilità, le
registrazioni. E’ quindi un documento
che entra nel dettaglio descrivendo da
chi e quando deve essere eseguita
l’attività e come l’azienda tiene sotto
controllo l’intero processo.
Può essere utile ed efficace utilizzare
ed archiviare anche i cosiddetti “Rapporti di Intervento” che spesso le
aziende del settore utilizzano per
segnalare al tecnico che farà l’intervento i dati in loro possesso (dove si
svolge l’intervento, se si tratta di una
manutenzione ordinaria o se il cliente
ha rilevato un malfunzionamento, e
così via) e che il tecnico compila e
restituisce in azienda in seguito all’intervento.
Una volta superato l’audit di certificazione, l’Ente di Certificazione rilascia il
certificato quinquennale e provvede a
segnalare all’interno del Registro che
l’azienda ha ottenuto il certificato definitivo.
Per mantenere attiva la certificazione,
ogni 12 mesi l’azienda deve sottoporsi
alle verifiche di mantenimento.
Si tratta quindi in totale di 4 verifiche di
mantenimento documentali.
In occasione di queste verifiche è
richiesto all’azienda di inviare alcuni
documenti all’ente affinchè questo
possa procedere ad un controllo
documentale, senza doversi recare in
azienda, con grande risparmio di
36
risorse per quest’ultima.
Durante le verifiche documentali
potranno essere richiesti documenti
volti a verificare il mantenimento della
conformità legislativa, un aggiornamento delle apparecchiature, un
aggiornamento alla lista del personale
certificato, l’autodichiarazione dell’azienda sull’assenza di reclami ricevuti
o eventuali informazioni sulla natura
dei reclami ricevuti.
In seguito ad ogni verifica di mantentimento, l’Ente di Certificazione deve
confermare nel Registro che l’azienda
ha eseguito la verifica di mantentimento
e che il suo certificato è ancora attivo.
Cosa accade al soggetto che decide
di non certificarsi?
Il Regolamento Europeo num. 842 del
2006 all’Articolo 13 stabilisce che ogni
stato membro dell’Unione Europea
deve definire delle sanzioni “efficaci,
proporzionate e dissuasive” per i soggetti inadempienti.
Per tale ragione, l’Italia ha emanato il
Decreto legislativo 26 del 2013 in cui
sono indicate le sanzioni cui incorrono
i soggetti che non si certificano, che
non si iscrivono al registro o che utilizzano personale non certificato.
Le sanzioni hanno un importo che va
da 10.000 a 100.000 euro.
Quali sono le novità
del Reg. (CE) 517/2014?
Il Regolamento 517/2014 conferma
l’attenzione della Comunità Europea
sulle tematiche ambientali relative
all’immissione in atmosfera di gas
fluorurati.
Tutte le novità sono in coerenza con
quanto in precedenza stabilito dal
Reg.(CE) 842/2006, che quindi non
viene disconosciuto ma il cui campo di
applicazione viene semmai ampliato.
Molti sono i punti su cui si pone
l’accento nel nuovo regolamento.
Il Regolamento 517/2014 tratta dell’obbligo di controlli delle apparecchiature e della tenuta dei registri relativi
agli impianti contenenti gas fluorurati.
Ha come tema inoltre il recupero del
gas, aspetto molto importante che
viene trattato dettagliatamente, così
come gli obblighi di etichettatura dei
prodotti contenenti gas fluorurati. Uno
dei punti più rilevanti è senza dubbio la
regolamentazione e controllo di produzione, importazione ed esportazione dei gas.
Il nuovo regolamento infatti istituisce un
meccanismo di mercato delle quote di
emissione simile a quello tutt’ora esistente relativo ai GreenHouse Gases.
L’articolo 10 è quello dedicato ai temi
della certificazione e della formazione.
In questo articolo si afferma che gli
stati membri devono assicurare la certificazione di chi si occupa di installazione manutenzione e riparazione,
controllo delle perdite e recupero del
gas sulle attrezzature già sotto obbligo, e fin qui nulla di nuovo.
L’obbligo di certificazione è esteso
adesso anche a coloro che si occupano di celle frigo e rimorchi frigo, commutatori e cicli Rankine.
Per i programmi di formazione e certificazione il Reg.(CE) 517/2014 rimanda ai singoli regolamenti 303-307 del
2008, che già conosciamo.
Nell’articolo 10 si conferma inoltre che
tutti i certificati e gli attestati già emessi secondo il Reg.(CE) 842/2006
restano validi. Sono gli stati membri a
dover assicurare la disponibilità della
formazione per chi voglia restare
aggiornato sulle tematiche oggetto di
questi regolamenti.
Come avvenuto in precedenza, si
lascia agli stati membri infatti di definire
i dettagli e le modalità pratiche di realizzazione della conformità legislativa.
Ciò significa che in Italia sarà il
Ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’ente di accreditamento
Accredia a fornire le specifiche affinchè i soggetti interessati dai nuovi
obblighi possano adeguarsi ad essi e
agire quindi nella legalità.
●
Speciale principi di base del condizionamento dellʼaria: nuovi refrigeranti a R32
R32: il nuovo refrigerante per
il condizionamento residenziale
Particolarità dei compressori
PARTE QUARTA
167ª lezione
PIERFRANCESCO FANTONI
CENTOSESSANTASETTESIMA
LEZIONE DI BASE SUL
CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA
Continuiamo con questo numero il
ciclo di lezioni di base semplificate
per gli associati sul
condizionamento dell’aria, così come
da 15 anni sulla nostra stessa rivista
il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni
tiene le lezioni di base sulle tecniche
frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it.
Il prof. Ing. Fantoni è inoltre
coordinatore didattico e docente del
Centro Studi Galileo presso le sedi
dei corsi CSG in cui periodicamente
vengono svolte decine di incontri su
condizionamento, refrigerazione e
energie alternative.
In particolare sia nelle lezioni in aula
sia nelle lezioni sulla rivista vengono
spiegati in modo semplice e
completo gli aspetti teorico-pratici
degli impianti e dei loro componenti.
È DISPONIBILE
LA RACCOLTA COMPLETA
DEGLI ARTICOLI
DEL PROF. FANTONI
Per informazioni: 0142.452403
[email protected]
È vietata la riproduzione dei disegni su
qualsiasi tipo di supporto.
INTRODUZIONE
Come visto in qualche numero fa,
l’R32 è un refrigerante che presenta il
problema delle alte temperature di
scarico. Per ovviare a tale inconveniente si può ricorrere all’iniezione di
liquido nel compressore. Tale tecnologia non è l’unica soluzione possibile in
quanto ne esistono di altro tipo che
garantiscono il medesimo risultato.
L’impiego dei moderni compressori
scroll consente di applicarla in maniera proficua.
ALTE TEMPERATURE DI LAVORO
NEI CONDIZIONATORI SPLIT
Fra le tante positive caratteristiche
dell’R32 troviamo anche una particolarità negativa: le elevate temperature
di scarico. Questo è un problema serio
per il compressore, dato che le alte
temperature possono provocare problemi di natura meccanica ma anche
di tipo elettrico su alcuni dei componenti che lo costituiscono.
Anche l’olio risente negativamente
delle alte temperature. Infatti l’eccessiva quantità di calore può portare alla
formazione di vapori d’olio che possono entrare in circolo nel circuito.
Ma anche il circuito stesso può andare incontro a problematiche di funzionamento: se nelle tubazioni è rimasta
presente una certa quantità di umidità
residua, a causa di un cattivo vuoto,
essa può dar origine, proprio a causa
delle alte temperature, a reazioni chimiche con il refrigerante o con l’olio
stesso e portare alla formazione di
acidi, fonte di problemi per il funzionamento del compressore.
Appare evidente, quindi, che vanno
prese delle contromisure per limitare
le alte temperature di scarico, soprattutto per quanto riguarda le apparecchiature del condizionamento che giocoforza devono lavorare a pieno regime proprio nel periodo più caldo dell’anno, quello estivo. Assieme a tali
soluzioni non va mai scordato, da
parte dell’installatore, che il posizionamento dell’unità esterna in posti “freschi” risulta fondamentale nelle macchine a R32, ancor di più rispetto a
quelle a R410A.
INIEZIONE DI LIQUIDO
Per contenere la temperatura di scarico del gas compresso una possibile
soluzione è quella di togliere calore a
tale gas durante la fase di compressione che subisce durante il passaggio nel compressore. Per sottrarre tale
calore si può pensare ad iniettare una
certa quantità di liquido all’interno
della camera di compressione, quando il gas non è stato ancora completamente compresso. Tale minima quantità di liquido, a seguito delle elevate
temperature che incontra, è obbligata
ad evaporare e, così facendo, richiede
calore che va a sottrarre proprio al
vapore che sta subendo la compressione. In seguito a tale perdita di calore la temperatura del vapore compresso diminuisce, permettendo così di
raggiungere lo scopo desiderato.
37
Per avere un’idea di ciò che succede,
come esempio puramente indicativo,
consideriamo che l’R32 alla pressione
atmosferica ha un calore latente di
vaporizzazione pari a circa 360 kJ/kg.
Ciò significa che per far evaporare 1
kg di R32 liquido è necessario fornirgli
tale quantità di calore.
Per quanto riguarda il vapore, invece,
possiamo assumere che, sempre a
pressione atmosferica, l’R32 ha un
calore specifico pari a circa 0,85 kJ/kg
K. Questo significa che per far raffreddare 1 kg di vapore di R32 di 1 grado
Kelvin (corrispondente a 1 °C) bisogna sottrargli 0,85 kJ. Con queste premesse possiamo ora calcolare, a puro
titolo esemplificativo, quanto vapore è
possibile far raffreddare di, poniamo,
20 °C, facendo evaporare 1 kg di R32
liquido.
Facendo i dovuti calcoli troviamo circa
21 kg. Ossia 1 kg di liquido evaporando riesce a raffreddare di 20 °C circa
21 kg di vapore. Questo ci dà un’idea
della “vantaggiosità” della tecnologia
dell’iniezione di liquido, anche se poi,
nella realtà, occorre tenere presente
che tale fenomeno in un compressore
non avviene a 1 bar ma ad una pressione ben diversa e che per un calcolo più realistico occorre prendere in
considerazione modelli matematici e
fisici ben più rigorosi. Ma non è questo
lo scopo che ci prefissiamo ora: ci
basta, infatti, avere un’idea intuitiva su
quale fondamento teorico si basa
l’iniezione di liquido.
L’INIEZIONE NON È PER TUTTI
A questo punto viene spontaneo
domandarsi come sia possibile che
del liquido refrigerante venga immesso all’interno della camera di compressione del compressore.
Solitamente, infatti, siamo (giustamente) abituati a pensare che all’interno
del compressore non deve giungere
liquido. Questo è sicuramente vero per
i compressori alternativi, ma soprattutto per quelli rotativi. In realtà alcuni tipi
di compressori a pistoni riescono a tollerare piccoli colpi di liquido senza
subire danneggiamenti. Invece i compressori rotativi (a palette fisse o
mobili) proprio non sono in grado di
accettare nemmeno piccole quantità
di liquido.
38
Figura 1.
Schema semplificato di un circuito frigorifero con evidenziato il tratto
relativo all’iniezione del liquido.
Purtroppo i compressori alternativi
non sono adatti a funzionare sulle
apparecchiature split anche a causa
della loro rumorosità. Chi, invece, riesce a sopportare bene l’arrivo dei
colpi di liquido è il compressore scroll,
grazie alla possibilità delle due spirali
di potersi disaccoppiare all’occorrenza. Questo risulta molto importante
anche in considerazione del fatto che
l’arrivo di liquido nella camera di compressione ha come conseguenza, grazie alle alte temperature che si registrano, la repentina sua evaporazione
con la formazione di vapore.
Quest’ultimo, a seconda della temperatura, può avere un volume specifico
anche di centinaia di volte maggiore
di quello del liquido e quindi richiedere la disposizione di uno spazio supplementare: nel compressore scroll
questo è possibile, anche se entro
certi limiti.
In definitiva la tecnologia ad iniezione
di liquido può essere, così, impiegata
solo nei compressori scroll e non nelle
altre tipologe. Ovviamente se lo scroll
equipaggia il climatizzatore split si
avrà una ripercussione sui costi
d’acquisto.
CONTROLLO DELL’INIEZIONE
Anche se il compressore scroll è in
grado di gestire la presenza di liquido
al suo interno, essa non deve eccede-
re determinati limiti. Ecco perchè è
importante regolare con accuratezza
la quantità di liquido da iniettare nel
compressore.
Per ottenere tale obiettivo si può
impiegare una valvola d’iniezione che
preleva il refrigerante allo stato liquido
dalla tubazione del liquido sottoraffreddato e lo fa convogliare all’interno
della camera di compressione secondo un’opportuna modulazione. La
modulazione avviene proprio grazie
ad un sensore, di cui è dotata la valvola di iniezione, che è in grado di sentire la temperatura di scarico del compressore.
Esistono altre soluzioni tecnologiche
per raggiungere lo scopo come, ad
esempio, l’uso di un capillare e di una
valvola solenoide.
●
Ultime informazioni su
www.associazioneATF.org
Continua a seguire
Centro Studi Galileo su:
Speciale nuovi refrigeranti
Il Regolamento F-Gas ed i
nuovi Gas Refrigeranti Alternativi
a basso GWP
ENNIO CAMPAGNA
Rivoira Refrigerants
Articolo tratto dal
16° Convegno Europeo
Il mondo della refrigerazione, a partire
dal 1987, anno in cui si è siglato il
Protocollo di Montreal, ha avuto una
continua evoluzione, alla ricerca di fluidi con sempre minor impatto sull’ambiente e ciò ha portato dapprima ad
una completa eliminazione (almeno
nella UE) dei gas (CFC ed HCFC) che
distruggono l’ozono stratosferico ed
ora ad un piano ambizioso di riduzione dai gas “serra”, che sono la principale causa del Riscaldamento Globale della Terra.
Con il Regolamento EU 517/2014 (o
Regolamento F-Gas), l’Unione Europea si è dotata di una legislazione all’avanguardia a livello mondiale, che prevede una riduzione del 79% dell’impatto dei Gas Fluorurati ad Effetto Serra
(F-Gas) entro il 2030.
Non starò ora ad illustrare il Regolamento F-Gas, ma vorrei solo evidenziare che esso agisce sia riducendo progressivamente l’introduzione dei fluidi
nell’UE, sia vietando gli F-Gas a più
elevato GWP (cioè a maggiore effetto
serra) per particolari applicazioni.
Preso atto delle indicazioni del Regolamento F-Gas, ora il problema è analizzare quali alternative sono attualmente disponibili per sostituire i fluidi a
più elevato “Effetto Serra”.
I parametri per la scelta dei gas refrigeranti alternativi sono i seguenti:
1. Conformità dei fluidi al Reg. F-Gas
(presente futuro): quindi con bassi
valori di GWP.
2. Capacità di Refrigerazione simile a
quella ottenibile con gli attuali fluidi.
3. Efficienza Energetica (COP) non inferiore a quella realizzabile con i
vecchi gas.
4. Temperature di scarico dei compressori non troppo elevate.
5. Non infiammabilità (o, in alcune piccole applicazioni, infiammabilità limitata).
6. Piena disponibilità commerciale di
compressori e componentistica.
7. Costi del Sistema simili ai costi attuali (con i vecchi gas).
8. Piena disponibilità commerciale dei
fluidi.
9. Prezzi dei refrigeranti “accettabili”.
Per ridurre l’impatto sul Riscaldamento
Globale, sono possibili diverse soluzioni:
• Refrigeranti “Naturali”
• HFC a basso GWP (<2500)
• HFO Puri
• Miscele a base di HFO
REFRIGERANTI NATURALI
I Refrigeranti cosiddetti “Naturali”, sono
fluidi utilizzati ai primordi dell’industria
della refrigerazione, ma che poi erano
stati in gran parte soppiantati da altri
prodotti di più facile e sicuro utilizzo, e
che ora vengono riproposti per alcune
applicazioni.
In tabella sono riportati i principali fluidi
“Naturali”, con l’indicazione dei rischi
associati e delle principali applicazioni
per le quali vengono utilizzati.
HFO PURI
Vediamo ora i nuovi fluidi HFO
(HidroFluoroOlefine): si tratta di una
nuova generazione di prodotti che è
stata sviluppata appositamente per
ottenere un impatto praticamente tra-
39
Refrigeranti Alternativi Opteon®
scurabile sull’effetto serra: infatti il GWP
è qualche migliaio di volte inferiore ai
fluidi correntemente utilizzati ed è simile a quello della CO2 ed inferiore a
quello degli idrocarburi (Propano,
Butano, ecc.).
Le due molecole HFO più conosciute
sono: HFO-1234yf e HFO-1234ze.
Entrambi i fluidi possono sostituire il
gas R-134a ed l’ YF è ormai il prodotto
comunemente utilizzato per il condizionamento dell’auto, nelle automobili di
più recente omologazione.
Ricordiamo infatti che ci sono già oltre
2 milioni di auto che utilizzano questo
gas refrigerante.
MISCELE A BASE DI HFO
Il problema degli HFO puri attualmente individuati è che non sono adatti ad
un corretto funzionamento degli
impianti di refrigerazione in condizioni
di bassa temperatura.
Ricordiamo infatti che il primo obiettivo
del Reg. F-Gas è eliminare i fluidi a più
elevato GWP ed il primo livello di eliminazione riguarda i gas con GWP>2500.
Tra questi gas ad elevato GWP ci sono
anche i refrigeranti R-404A ed R-507
(entrambi con un GWP di quasi 4000),
correntemente utilizzati nella maggior
parte degli impianti di refrigerazione a
bassa temperatura industriale e commerciale (es. supermercati).
40
La proposta di Miscele HFO / HFC di
classe A1 (non tossici e non infiammabili) con GWP<2500 è quindi una
buona soluzione per sostituire i fluidi di
bassa temperatura presenti negli
impianti, senza dover cambiare tecnologia e mantenendo gli stessi parametri di sicurezza.
Non entrerò nei dettagli, ma vorrei
solo sottolineare che, con un prodotto
come l’Opteon XP40 (R-449A), è possibile sostituire il gas R-404A, nella
maggior parte delle applicazioni, riducendo a circa 1/3 l’impatto diretto sul
Riscaldamento Globale.
Un fluido simile, l’Opteon XP44 (R452A), è stato sviluppato per la sostituzione del R-404A e del R-507 nei
Trasporti Refrigerati ed in tutte le altre
applicazioni nelle quali il compressore frigorifero deve operare con alti
rapporti di compressione.
Più difficile, o quasi impossibile, è
invece individuare dei refrigeranti
alternativi al R-404A, che possano
quindi operare alle basse temperature
(T< -30 °C), che siano contemporaneamente non infiammabili ed a bassissimo GWP.
Una soluzione di compromesso sarà
utilizzare dei nuovi fluidi, a base di
HFO, leggermente infiammabili (Classe A2L), che possono essere un’alternativa al Propano (R-290), altamente
infiammabile, nei piccoli sistemi ermetici di refrigerazione commerciale (es.
* IPCC ASS. REPORT 4
** ASHRAE 34 - ISO 5149
banchi frigoriferi singoli per surgelati,
utilizzati nei negozi e supermercati),
per i quali la Normativa F-Gas prevede, dal 2022, di scendere ad un
GWP<150.
Il vantaggio di questi nuovi fluidi “A2L”,
attualmente in fase di sviluppo e non
ancora “commerciali”, sarà la possibilità
di utilizzare in sicurezza una maggiore
quantità di gas, rispetto al limite di 150 g
fissato per i gas “A3” (come ad es. il
Propano) ad elevata infiammabilità.
Un esempio di fluidi a moderata
infiammabilità è l’Opteon XL20 (DR3), che potrebbe sostituire sia l’R-22,
sia l’R-404A nelle applicazioni di
refrigerazione nei sistemi ermetici, nei
quali, dal 1.1.2022 sarà obbligatorio utilizzare nella UE fluidi con GWP<150.
I dati preliminari di prestazione sono
incoraggianti e riteniamo che questi
fluidi possano dare un efficace contributo alla riduzione del Riscaldamento
Globale.
Per concludere: i fluidi naturali possono essere una soluzione per alcune
applicazioni, ma per problemi di complessità progettuale, di costi e di sicurezza, non possono essere considerati
una scelta valida per tutti i sistemi,
mentre, in molti casi, l’uso di HFO, o
miscele a base di HFO, non infiammabili, o leggermente infiammabili, possono essere l’alternativa più semplice ed
efficace.
●
Speciale formazione sui refrigeranti alternativi per i soci ATF
Manutenzione e riparazione
degli impianti
con refrigeranti alternativi
REAL ALTERNATIVES PROJECT
www.realalternatives.eu
INTRODUZIONE
In questo modulo parleremo delle differenze esistenti nell’assistenza e
nella manutenzione degli impianti che
funzionano con un refrigerante alternativo.
Esso riporta le prassi operative frigorifere ottimali assieme ad ulteriori informazioni che sono rilevanti per lavorare con i refrigeranti infiammabili, tossici o che comportano elevate pressioni
di funzionamento.
Inoltre vengono riportate le informazioni relative alla sicurezza del luogo
in cui si opera, così come le seguenti
importanti procedure:
PERICOLI CONNESSI ALL’USO
DEI REFRIGERANTI ALTERNATIVI
La seguente tabella è un riassunto dei
pericoli connessi all’uso dei refrigeranti
alternativi; per una visione più completa vedi il Modulo 1. L’uso dei colori permette di evidenziare la maggiore pericolosità rispetto a quella dell’R404A.
Prima di eseguire qualsiasi intervento è
bene predisporre un’analisi e valutazione dei rischi connessi. I rischi sono stati
valutati con riferimento al tipo di lavorazione, all’ambiente ed alla presenza di
altre persone nelle vicinanze.
Differenze nelle procedure
di assistenza
Le proprietà dei refrigeranti alternativi,
in particolare la loro pericolosità,
determinano le modalità con cui si
deve eseguire l’assistenza e la manutenzione degli impianti. La seguente
tabella riassume le principali procedu-
Tabella 1 – Pericoli connessi all’uso dei refrigeranti alternativi
• Ricerca fughe
• Recupero / smaltimento
• Vuotatura
• Brasatura e sbrasatura
• Carica
• Sostituzione di componenti.
Non vengono riportate le procedure
complete – vengono evidenziati i punti
critici che differiscono da quelli relativi
ai refrigeranti tradizionali. Le informazioni sono rivolte a tecnici con esperienza nel settore dell’assistenza e
manutenzione degli impianti.
Viene dato per scontato che ogni singolo tecnico sia già in possesso di una
certificazione individuale per gli F-gas
che attesti la sua competenza nell’utilizzo dei refrigeranti tradizionali in
modo tale che così possa acquisire
ulteriori competenze riguardo i refrigeranti alternativi.
Verde – simile a R404A o non molto diverso;
Ambra – maggiore diversità rispetto a R404A;
Rosso – significativamente diverso rispetto a R404A
41
Tabella 2 – Differenti procedure di assistenza
Apparecchio per la ventilazione
Quando si deve intervenire sul circuito
o se si sospetta la presenza di fughe
si deve controllare e monitorare l’area
utilizzando un rilevatore di gas HC.
E’ importante che il rilevatore non
possa essere azzerato ai livelli di refrigerante infiammabile di fondo e che gli
allarmi si attivino al 20% del limite inferiore di infiammabilità.
La foto mostra un rilevatore specifico
per HC.
* Sono considerate piccole le quantità inferiori a 150 g.
Quando si lavora con qualsiasi refrigerante e quando si brasa e si salda devono essere indossati guanti e occhiali di sicurezza.
Ricorda
Se hai qualche dubbio o incertezza - Non procedere oltre.
Blocca il lavoro e chiedi informazioni !
re che risultano diverse da quelle dei
tradizionali refrigeranti HFC. Maggiori
dettagli possono essere trovati nel
seguito di questa guida.
REFRIGERANTI INFIAMMABILI
Ambienti di lavoro sicuri e DPI
Questa sezione si occupa della sicurezza nell’uso di:
• Idrocarburi (R600a, R290, R1270);
• R32 (vedi anche la sezione relativa
agli F Gas);
• R1234ze (vedi anche la sezione relativa agli F Gas);
• R717 (vedi anche la sezione relativa
all’R717).
42
Ambienti di lavoro sicuri
e Dispositivi di Protezione
Individuale (DPI)
Quando si lavora con refrigeranti
infiammabili l’area deve:
• essere ben ventilata
• essere esente da fonti d’ignizione
entro 3 m (tipica area di sicurezza
quando si lavora su impianti con
refrigeranti infiammabili).
Se necessario si può ricorrere all’uso
di un opportuno apparecchio di ventilazione come Care Air. Il motore del
suo ventilatore ha la designazione Ex.
Inoltre è dotato di un cavo lungo 5 m
che permette che il dispositivo per la
sua accensione sia posizionato al di
fuori dell’area di sicurezza.
Rilevatore di gas infiammabili
Deve anche essere disponibile un
estintore.
A
B
A) Estintore a polvere secca
B) Estintore a CO2
Questo deve essere o del tipo a polvere secca con capacità di almeno 2
kg, o del tipo a CO2 con contenuto in
peso equivalente.
Attrezzatura
Alcune attrezzature e macchinari
standard possono essere utilizzati in
maniera sicura anche con i refrigeranti infiammabili, come ad esempio i
gruppi manometrici.
Nota – questo non è però il caso
dell’R717.
con gli HFC e HCFC non risultano
essere sicuri e sensibili ai refrigeranti
infiammabili, così è necessario utilizzare apparecchiature specifiche per i gas
infiammabili (o soluzioni acqua/sapone) come viene spiegato nel paragrafo dedicato alla ricerca delle fughe.
Ricerca fughe
La ricerca fughe su circuiti caricati con
refrigeranti infiammabili va condotta
usando un metodo sicuro e sensibile a
questi gas:
• Soluzioni acqua e sapone
• Cercafughe elettronico specifico per
refrigeranti infiammabili (esempi sono
riportati nelle foto).
Se non è possibile utilizzare questi
due metodi è necessario recuperare
la carica rimanente nel circuito e procedere alla ricerca delle fughe pressando con azoto puro o con azoto con
tracce di elio o idrogeno.
Esempio di attrezzatura utilizzabile
nell’assistenza agli impianti con HC
Molte pompe per il vuoto standard possono essere usate in maniera sicura
poichè di solito l’unica possibile fonte di
ignizione è l’interruttore di accensione.
Inoltre, il refrigerante infiammabile scaricato dalla pompa viene disperso in
aria e non porta a creare concentrazioni potenzialmente pericolose nella
zona di lavoro, a patto che la pompa sia
situata in una zona ben ventilata. Il
paragrafo sulla vuotatura riportato in
seguito spiega come è possibile evitare
situazioni di pericolo connesse all’accensione/spegnimento della pompa.
Le apparecchiature di recupero standard non possono essere utilizzate in
maniera sicura per recuperare refrigeranti infiammabili. A differenza delle
pompe per il vuoto presentano numerose fonti d’ignizione (ad esempio interruttore d’accensione, relè, pressostati).
Inoltre una perdita di refrigerante può
creare un’area infiammabile nei dintorni della macchina. Tale potenziale
pericolo non si può evitare e perciò si
deve ricorrere all’utilizzo di un recuperatore appropriato come specificato
nel paragrafo dedicato al recupero.
Molti cercafughe elettronici impiegati
Cercafughe elettronici adatti
all’uso con HC
Recupero del refrigerante
Per il recupero di refrigeranti infiammabili si devono usare recuperatori specifici per questi gas come il recuperatore
Care Saver (non si deve usare un recuperatore standard per HFC).
Nota – questo non è adatto per l’uso
con R717.
• Evacuare la bombola di recupero per
rimuovere l’aria prima di immettervi il
refrigerante infiammabile.
• Nella bombola di recupero non
mischiare refrigeranti infiammabili
con altri tipi di refrigerante.
• Quando si recuperano refrigeranti
idrocarburi non riempire la bombola
di recupero oltre il 45% del limite di
sicurezza in peso degli HFC.
• Etichettare la bombola di recupero in
modo da segnalare che essa contiene sostanze infiammabili.
Macchina per il recupero idonea all’uso
con HC, R32 e R1234ze
Vuotatura
La pompa del vuoto va verificata per
accertarsi che l’interruttore di accensione sia l’unica fonte di ignizione presente.
Se ciò è verificato la pompa per il
vuoto può essere usata in modo sicuro con refrigeranti infiammabili se si
rispettano le seguenti condizioni:
• Azionare l’interruttore (posizione ON)
e collegare successivamente la
pompa ad una presa di corrente
posta al di fuori della zona di 3 m e
controllare il funzionamento della
pompa da questa presa.
• Utilizzare la pompa in un’area ben
ventilata o all’esterno.
Sbrasatura
Per sbrasare in modo sicuro i giunti:
• Monitorare continuamente l’area di
lavoro usando un cercafughe per gas
infiammabili.
• Assicurarsi che ci sia una buona ventilazione, naturale o forzata.
• Recuperare il refrigerante infiammabile dal circuito (vedi procedura di
recupero), accertandosi di aver recuperato il refrigerante da tutto il circuito.
• Far funzionare il recuperatore per
lungo tempo in modo tale che il circuito vada in vuoto e che venga recuperato più refrigerante possibile.
• Immettere nel circuito azoto esente
da ossigeno fino alla pressione di 0,1
bar rel.
43
• Collegare al circuito una tubazione
che scarichi in atmosfera.
• Sbrasare il giunto.
Brasatura
Per brasare in modo sicuro i giunti:
• Monitorare continuamente l’area di
lavoro usando un cercafughe per gas
infiammabili.
• Assicurarsi che ci sia una buona ventilazione, naturale o forzata.
• Quando si ri-brasano giunti, assicurarsi che almeno un punto del circuito sia collegato in atmosfera e flussare con azoto anidro.
Carica
• Assicurarsi che ci sia una buona ventilazione, naturale o forzata.
• Utilizzare HC specifici per impianti
frigoriferi, non utilizzare gpl o altri gas
combustibili.
• Se le fruste per la carica non sono
state preventivamente svuotate, svuotarle attentamente (aprendo e chiudendo la valvola della bombola).
• Non sovraccaricare il circuito (per
esempio, la carica in peso di un HC
è approssimativamente il 45% della
carica di un circuito equivalente ad
HFC).
• Pesare con accuratezza la carica
quando si caricano circuiti in modo
non completo. La tolleranza è tipicamente del ±5%. Non modificare la
carica del circuito, attenendosi sempre alle indicazioni del costruttore.
Usando refrigeranti HC la carica
necessaria è il 45% in peso della
carica con HFC.
Sostituzione componenti
• Nella sostituzione di componenti elettrici e compressori utilizzare sempre
componenti adatti per HC.
• Assicurarsi che le scatole elettriche
sigillate vengano realmente ri-sigillate
prima di riavviare l’impianto.
• Non apportare modifiche ai componenti e non cambiare la loro posizione.
R744
Quando si lavora con R744 si ha la
particolarità di avere pressioni molto
alte. Inoltre aumentano i rischi e si ha
la probabilità di intrappolare del liquido
con problemi connessi alla formazione
di ghiaccio secco.
44
Ambienti di lavoro sicuri e DPI
L’area di lavoro deve essere molto ben
ventilata e controllata con un rilevatore di CO2 (eseguendo o la rilevazione
fissa nella zona o con rilevatore individuale specifico).
Tipici livelli di allarme sono:
• Pre allarme all’1%, 10.000 ppm.
• Se si utilizza una valvola limitatrice di
pressione assicurarsi che essa sfiati in
direzione sicura.
Le foto mostrano esempi di idonee
apparecchiature per la carica .
Allarme individuale per CO2
Sono altresì necessarie protezioni per le
orecchie quando si
sfiata l’R744 dall’impianto.
Prima di operare su
un impianto a R744 è
necessario avere un’approfondita conoscenza su come l’impianto lavora e qual
è la funzione dei singoli componenti,
specialmente per quanto riguarda le
valvole di isolamento.
Attrezzatura
Negli impianti trans-critici le pressioni
possono arrivare fino a 120 bar rel,
mentre negli impianti a cascata sub-critici si può arrivare fino a 45 bar rel. La
pressione delle bombole è elevata, ad
esempio di 70 bar rel quando la bombola è a una temperatura di 30 °C.
Attrezzature e strumenti devono essere idonei a queste pressioni:
• Tubi (trecce d’acciaio, tubo di rame o
tubo pneumatico);
• Manometri / gruppo manometrico;
• Collegamenti alle bombole;
• Riduttore di pressione per azoto e
manometro per test di pressione può essere necessario pressare fino
a 120 bar rel (un riduttore idoneo si
può vedere a fianco).
Quando ci si collega al circuito:
• Assicurarsi che l’R744 non sia rimasto intrappolato nelle tubazioni, raccordi ecc;
Riduttore di pressione specifico per
pressare un impianto a R744
Bombola
Dispositivo per la connessione al circuito
Dispositivo per la connessione
ad una bombola
Ricerca fughe
Rispetto ai refrigeranti HFC, la CO2 ha
una molecola più piccola e perciò può
disperdersi più facilmente. Questo
fatto, associato alle più alte pressioni
di lavoro, conferisce agli impianti a
R744 una più alta probabilità di potenziali perdite.
I metodi per la ricerca delle fughe possono essere:
• Controllo visivo - ad esempio presenza di olio esternamente al circuito;
• Soluzioni saponate;
• Cercafughe elettronici specifici come
quello mostrato nella foto (in atmosfera è presente CO2, così questo
strumento è in grado di individuarla
al di sopra di tale livello).
Leak Detectors suitable for R744
Smaltimento
Di solito l’R744 viene sfiatato piuttosto
che recuperato:
• Sfiatare in una zona ben ventilata o
all’aperto;
Vuotatura
I circuiti vanno vuotati se sono in collegamento con l’atmosfera o dopo che
se ne è verificata la pressione:
CO2 + umidità = acido carbonico
Nei cicli trans-critici l’aria causa maggiori problemi perchè è un gas non
condensabile e provoca un aumento
delle pressioni nel circuito (come succede in tutti gli impianti frigoriferi, ma
tale pressione addizionale risulta
essere maggiormente critica per gli
impianti a R744).
• Assicurarsi che venga usata CO2 specifica per impianti frigoriferi;
• Assicurarsi che le bombole siano in
posizione verticale e siano fermate,
per esempio con un opportuno
porta-bombole;
• Aprire i rubinetti delle bombole lentamente, ricordarsi che l’alta pressione
può destabilizzare la bombola;
• Pulire i tubi di collegamento con attenzione per eliminare l’aria, l’umidità ed
altri contaminanti contenuti al loro
interno.
Per prevenire la formazione di giaccio
secco è importante:
• Caricare il gas (dalla bombola) fino a
quando la pressione nel circuito è
superiore al punto triplo di 4,2 bar rel
(ad esempio caricare fino a 10 bar
rel);
• In seguito caricare liquido (dalla bombola o dal serbatoio).
Per gli impianti in cascata è importante la sequenza di carica - iniziare dal
lato di alta prima.
Dopo la carica ci si deve accertare
che dell’R744 non sia rimasta intrappolata nelle attrezzature di carica o nei
tubi: per questo vanno aperte tutte le
valvole delle attrezzature di carica.
Non chiudere le valvole fino a quando
non vi è la certezza che nella linea a
bassa pressione c’è solo R744 allo
stato gassoso, ad esempio gas a 10
bar rel.
In molti impianti la regolazione delle
valvole limitatrici di pressione, che proteggono il tratto di impianto che si sta
caricando, è inferiore alla pressione
dell’R744 nella bombola.
Per questo motivo è necessario caricare lentamente e con attenzione in
modo da evitare che la valvola limitatrice di pressione intervenga e sfiati in
atmosfera.
Carica
Molti impianti presentano un attacco
fisso permanente per la carica in
modo da ridurre la movimentazione
delle bombole (vedi l’esempio nella
foto). I collegamenti possono avere sia
una valvola ad un sola estremità in
modo da non imprigionare refrigerante sia essere dotati di una valvola limitatrice di pressione per essere sempre innescati con gas.
Quando si esegue la carica con R744:
• Assicurarsi che l’area sia ben ventilata;
Isolamento/Sostituzione componenti
L’R744 può essere rimossa dal circuito sia:
• sfiatandola, come sopra già descritto;
o
• trasferendo il liquido in un’altra parte
del circuito;
o
• facendo evaporare il liquido come
descritto di seguito.
1. Collegare il manometro a B1
2. Chiudere A (B e C sono aperti)
3. Continuare ad aspirare dallo scambiatore per 15 min
• Fare attenzione al rischio di asfissia;
• Fare attenzione all’elevato livello di
rumore (indossare para-orecchie);
• Fare attenzione alla formazione di
ghiaccio secco nel circuito (ad esempio negli orifizi) e nella linea di sfiato
quando ci si avvicina al punto triplo;
• Indossare guanti appropriati - la temperatura dei tubi tende a scendere;
• Fare attenzione alle elevate pressioni - assicurarsi che il tubo di sfiato sia
ben ancorato;
• Non lasciare l’impianto incustodito
durante lo sfiato del refrigerante.
Ghiaccio secco
Se si forma ghiaccio secco la pressione scende a 0 bar rel. Quando il ghiaccio secco sublima la pressione tende
ad aumentare rapidamente a causa
del cambiamento di stato e all’aumento di temperatura. Controllare la pressione nel circuito prima di collegarsi
ad esso.
Se si forma ghiaccio secco:
• Non riscaldarlo;
• Isolare la linea di sfiato e controllare
la pressione nel circuito – attendere
che il ghiaccio secco sublimi – è
necessario attendere molto tempo;
• Continuare a sfiatare.
45
4. Chiudere B
5. Sfiatare l’R744 rimanente dalla valvola A, controllando la pressione in B
6. Collegare il manometro in A1 e controllare la pressione
Assicurarsi che …
• non resti intrappolata R744 liquida;
• non vengano usate valvole di controllo come valvole d’isolamento;
• non vengano brasati o saldati tubazioni o componenti contenenti R744.
Nota - un magnete potrebbe non aprire una valvola
solenoide a causa dell’alta
pressione presente - verificare che esso apra.
Ghiaccio secco
Quando si sfiata l’R744 si potrebbe
formare del ghiaccio secco.
A causa del freddo intenso, quando si
apre il circuito l’umidità a contatto con
le superfici molto fredde condensa
rapidamente. Essa deve essere asciugata nel modo più completo possibile
ed il circuito evacuato prima di essere
rimesso in servizio.
Le foto seguenti mostrano un esempio
di tali operazioni eseguite durante la
sostituzione di una cartuccia di un filtro.
R717
Ambienti di lavoro sicuri e DPI
Oltre alle precauzioni che si devono
avere con gli altri tipi di refrigerante
infiammabile, può essere necessario
utilizzare un dispositivo di respirazione
a pressione positiva.
Prima di utilizzare questo dispositivo
di sicurezza è necessario essere
istruiti su di esso.
I dispositivi di protezione personale
devono essere indossati quando si
lavora con R717 e quando si scarica
l’olio. Essi dovrebbero includere guanti resistenti alle sostanze chimiche,
occhiali di protezione ben aderenti e
un respiratore a bombola.
Pompa per il vuoto adatta per R717
Esempio di ausilio per la respirazione
Devono essere disponibili soluzioni
per il lavaggio degli occhi e una doccia
di emergenza con temperatura dell’acqua controllata nel caso di cariche
del circuito superiori a 1000 kg.
Tutte le procedure che prevedono
l’apertura del circuito devono essere
soggette ad una dettagliata valutazione dei rischi e corredate da una
descrizione delle più appropriate azioni da adottare per minimizzare i rischi
del personale.
La ventilazione è fondamentale.
La Guida citata nel riferimento sottostante fornisce informazioni più dettagliate e prevede, per esempio, la raccomandazione di non lavorare mai da
soli, e di fornire informazioni sul lavoro
da eseguire ad una terza parte.
Esempio di ghiaccio secco e umidità
all’interno dell’alloggiamento della
cartuccia di un filtro
46
nenti e adattatori in ottone. Soprattutto
ricordare che l’attrezzatura usata per i
refrigeranti HFC non è idonea per
l’uso con R717.
La foto mostra una pompa per il vuoto
con trasmissione a cinghia adatta
all’uso con R717.
Attrezzatura
Tutta l’attrezzatura che viene impiegata deve essere adatta all’uso con
R717.
Non deve essere usato rame, compo-
Ricerca fughe
Le fughe di R717 possono essere
ricercate con i seguenti metodi:
• Controlo visivo - per esempio attraverso la ricerca di tracce d’olio;
• Soluzione saponata;
• Idoneo cercafughe elettronico;
• Carta fenolftaleina.
Rimozione del refrigerante
per l’assistenza
Per poter eseguire la dovuta assistenza di solito nei circuiti si esegue il
pump-down – sia in un’altra parte del
circuito sia in apposite bombole di
stoccaggio.
Una piccola quantità di gas può anche
essere sfiatata.
Gli impianti più grandi possono essere
corredati di dispositivi di recupero:
Pompa ammoniaca
• Per il vapore - solitamente un gruppo
motocondensante in grado di funzionare sulla bassa pressione;
• Per il liquido - una pompa opportuna.
CALENDARIO CORSI 2016
ed esami certificazione frigoristi Centro Studi Galileo
Per programmi, informazioni e dettagli: Tel. 0142 452403 - Fax 0142 909841
Recupero dell’olio
A causa della totale immiscibilità tra
ammoniaca e olio minerale, qualsiasi
lubrificante che entra dal lato di bassa
del circuito tende a rimanere lì, sottoforma di strato di olio al di sotto dell’ammoniaca, a meno che non esistano dispositivi di recupero dell’olio o
che l’olio venga spurgato dal circuito.
Per tale motivo in alcuni circuiti l’olio
deve essere periodicamente recuperato manualmente per pote eseguire
la carica del nuovo olio.
L’olio deve essere scolato in un opportuno contenitore metallico aperto e poi
smaltito secondo le relative norme che
riguardano la gestione dei rifiuti. L’olio
non va mai rimosso dal circuito senza
aver prima messo in vuoto ed isolato i
componenti o la sezione del circuito
da cui si sta recuperando l’olio.
Per ragioni di sicurezza è indispensabile seguire le corrette procedure e
che le stesse siano eseguite da personale addestrato e certificato. La
Guida presente alla fine di questo
modulo su www.realalternatives.eu
nelle Risorse aggiuntive fornisce una
procedura appropriata.
●
www.centrogalileo.it (alla voce “corsi”)
RIVISTA DIGITALE
Tutte le riviste possono essere pure
sfogliate online in formato digitale.
Al seguente link:
http://bit.ly/rivista8-2015
può prendere visione delle ultime
notizie dal mondo della refrigerazione
e del condizionamento
47
Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF
Problemi di ritorno dell’olio
al compressore:
l’uso del separatore
187ª lezione di base
PIERFRANCESCO FANTONI
ARTICOLO DI
PREPARAZIONE AL
PATENTINO FRIGORISTI
CENTOTTANTASETTESIMA
LEZIONE SUI CONCETTI
DI BASE SULLE TECNICHE
FRIGORIFERE
Continuiamo con questo numero il
ciclo di lezioni semplificate per i
soci ATF del corso teorico-pratico
di tecniche frigorifere curato dal
prof. ing. Pierfrancesco Fantoni.
In particolare con questo ciclo di
lezioni di base abbiamo voluto, in
questi 15 anni, presentare la
didattica del prof. ing. Fantoni, che
ha tenuto, su questa stessa linea,
lezioni sulle tecniche della
refrigerazione ed in particolare di
specializzazione sulla
termodinamica del circuito
frigorifero.
Visionare su www.centrogalileo.it
ulteriori informazioni tecniche
alle voci “articoli”
e “organizzazione corsi”:
1) calendario corsi 2015,
2) programmi,
3) elenco tecnici specializzati negli
ultimi anni nei corsi del Centro
Studi Galileo divisi per provincia,
4) esempi video-corsi,
5) foto attività didattica.
È DISPONIBILE
LA RACCOLTA COMPLETA
DEGLI ARTICOLI
DEL PROF. FANTONI
Per informazioni: 0142.452403
[email protected]
48
Introduzione
Se in un circuito frigorifero funzionante si verifica che l’olio fatica a far ritorno al compressore, è necessario pensare all’installazione di un separatore
d’olio sulla mandata del compressore,
in modo da evitare tutte le problematiche connesse al funzionamento di un
compressore mal lubrificato.
La scelta del separatore si può fare
facilmente calcolando quale deve
essere la sua sezione, una volta note
le condizioni di funzionamento del circuito, quali pressioni di lavoro, surriscaldamento e sottoraffreddamento.
Ricapitoliamo
Quattro lezioni orsono (vedi Industria
&Formazione 388 – n. 4/2015) abbiamo iniziato a parlare del separatore
d’olio, del suo funzionamento e della
sua utilità. Riassumendo brevemente,
ricordiamo che il separatore serve a
fare in modo che la quantità d’olio che
esce dal compressore, assieme al
refrigerante compresso, venga quasi
interamente intercettata prima di poter
entrare in circolo nel circuito frigorifero
per essere, invece, inviata nuovamente al compressore che così non rischia
di rimanere a corto di lubrificazione. A
beneficiare di questa funzione non è
solo il compressore, ma anche gli
scambiatori di calore (soprattutto
l’evaporatore) che così non rimangono imbrattati internamente dall’olio e
mantengono inalterata la loro capacità
di scambio di calore. Oltre a tale fun-
zione il separatore agisce anche
come smorzatore delle pulsazioni che
si formano nel flusso del gas refrigerante a seguito dell’azione del compressore alternativo. Per tale ragione
esso va installato possibilmente il più
vicino possibile allo scarico del compressore. Ulteriore accorgimento è
quello di accertarsi che il separatore
rimanga sempre al di sopra di una
certa temperatura quando il compressore si ferma, in modo da evitare la
condensazione del vapore di refrigerante che contiene. Se ciò avviene,
infatti, il liquido avrebbe la possibilità
di far ritorno al carter del compressore
assieme all’olio stesso che è stato
intercettato, con le ben note conseguenze che tutti conosciamo riguardo
i colpi di liquido.
Quando si ha il dubbio che il separatore possa raffreddarsi eccessivamente,
conviene coibentarlo o dotarlo di resistenza elettrica che lo mantiene caldo
durante i fermi del compressore. Altra
eventualità in cui il separatore può contenere liquido refrigerante si ha quando
tale liquido è in grado di migrare dal
condensatore, a ritroso, verso il separatore, sempre con compressore
fermo: in questo caso è necessario
installare una valvola di non-ritorno tra
condensatore e separatore che impedisca tale flusso di liquido.
Capacità del separatore d’olio
Durante il suo normale funzionamento, il separatore accumula una certa
quantità d’olio, che viene trattenuta
sino a quando non raggiunge il livello
pre-tarato che, attraverso il galleggiante contenuto al suo interno, determina
l’apertura della valvola interna che
permette il ritorno dell’olio al compressore. A seconda della grandezza del
separatore, la quantità d’olio che può
rimanervi intrappolata è variabile.
Occorre, quindi, riferirsi al costruttore
del separatore per sapere quanto olio
può rimanere intrappolato all’interno
del separatore prima che il galleggiante faccia aprire la valvola e permetta il
ritorno dell’olio al compressore.
Ovviamente tale quantità, fintantochè
è contenuta nel separatore non risulta
presente nel compressore, che così si
trova in difetto d’olio. Inoltre, subito
dopo l’installazione, la mancata presenza di olio all’interno del separatore
potrebbe provocare danni al dispositivo di funzionamento del galleggiante.
Ecco perchè l’installazione di un separatore d’olio in un circuito frigorifero
richiede l’aggiunta di una certa quantità d’olio supplementare proprio al
suo interno (la cosiddetta pre-carica
d’olio). I manuali di istruzione del
costruttore danno indicazioni precise
in tal senso.
Quando il separatore deve essere
installato in un circuito frigorifero destinato a lavorare con alte temperature di
fine compressione è plausibile attendersi che una parte dell’olio vaporizzi
durante la compressione.
I vapori d’olio che si producono occupano un certo volume che obbliga alla
scelta di un separatore d’olio di capacità maggiore di quella che sarebbe
necessaria senza il verificarsi di tale
fenomeno provocato dalle alte temperature di fine compressione.
Dimensionamento
del separatore d’olio
Quanto grande deve essere un separatore d’olio? Ossia come faccio a
scegliere un separatore idoneo al circuito frigorifero su cui devo installarlo?
Innanzitutto occorre conoscere la
potenza frigorifera P (kW) del compressore installato.
In secondo luogo deve essere determinato l’effetto frigorifero ∆h ottenibile
specificamente dal ciclo frigorifero in
questione. Per ottenere tale dato
devono essere noti i parametri di fun-
Figura 1.
Esempio di ciclo frigorifero teorico disegnato nel diagramma pressioni
entalpia: noti i dati di progetto (pressione di evaporazione, pressione di
condensazione, ecc.) si può ricavare l’effetto frigorifero ed il volume
specifico del gas compresso.
zionamento principali dell’apparecchiatura: temperatura di evaporazione, temperatura di condensazione,
surriscaldamento, sottoraffreddamento, temperatura di fine compressione
che si desidera avere, tipo di refrigerante utilizzato.
Con essi si può disegnare il ciclo frigorifero nel diagramma presso-entalpico come mostra la figura 1. La lettura del diagramma fornisce le grandezze necessarie per poter dimensionare
il separatore.
La prima è l’effetto frigorifero, ossia
quanto calore è in grado di “prelevare”
un chilogrammo di refrigerante quando transita all’interno dell’evaporatore.
La seconda è il volume specifico Vs del
gas compresso in uscita dal compressore, ossia quanto “spazio” occupa un
chilogrammo di gas refrigerante quando dal compressore si dirige verso il
separatore.
Nota la potenza frigorifera P necessaria si possono conoscere i chilogrammi di refrigerante che devono circolare
in un secondo, cioè la portata massica
q attraverso il seguente calcolo:
q = P/∆h (kg/s)
Ora si può conoscere la portata volumetrica del gas che viene scaricato
dal compressore ricordando il suo
volume specifico Vs:
Q = q · Vs (m3/s)
Infine si può calcolare la sezione che
deve avere il separatore d’olio. Per
fare questo bisogna assumere che il
gas che lo attraversa non abbia una
velocità superiore a circa 0,5 m/s, per
fare in modo che non abbia un moto
troppo turbolento. In tale modo la
sezione A che necessariamente deve
avere il separatore è data da:
A = Q / 0,5 (m2).
A questo punto il separatore risulta
dimensionato, in quanto è subito ricavabile il diametro che deve possedere.
Consultando il catalogo del costruttore
si può già individuare che modello di
separatore scegliere.
●
È vietata la riproduzione dei disegni su
qualsiasi tipo di supporto.
49
GLOSSARIO
DEI TERMINI
DELLA
REFRIGERAZIONE
E DEL
CONDIZIONAMENTO
(Parte centocinquantunesima)
Quindicesimo anno
A cura dell’ing.
PIERFRANCESCO FANTONI
Adsorbimento: È la capacità da
parte di un solido di fissare sulla sua
superficie molecole o atomi di un
liquido o di un gas, che in tale modo
si addensano su di esso.
L’adsorbimento non comporta il
verificarsi di alcuna reazione chimica.
La quantità di gas che un solido è in
grado di adsorbire dipende dalla
pressione del gas (maggiore è la
pressione maggiore è la quantità di
gas adsorbito) e dalla temperatura
(maggiore è la temperatura minore è
la quantità di gas adsorbita).
L’adsorbimento è il fenomeno su cui è
fondato il funzionamento dei filtri
deidratatori, utilizzati negli impianti
frigoriferi, per eliminare le tracce di
umidità indesiderate presenti
all’interno del circuito. Per realizzare
ciò vengono utilizzate opportune
sostanze particolarmente porose che
sono in grado di trattenere sulla
propria superficie le molecole di
umidità. Per quanto sopra detto è
preferibile non installare mai il filtro
deidratatore in prossimità di fonti di
calore.
Calore latente di evaporazione:
Quantità di calore che è necessario
fornire ad un chilogrammo di una
certa sostanza per farla passare
interamente dallo stato liquido a
quello di vapore. Tale grandezza
risulta fondamentale per i refrigeranti
che, grazie al processo di
evaporazione, sono in grado di
sottrarre calore all’ambiente da
raffreddare: maggiore è il calore
latente di evaporazione del
50
refrigerante maggiore è l’effetto
frigorifero che esso produce. Il calore
latente non è, comunque, l’unica
grandezza fisica da prendere in
considerazione per la scelta del
refrigerante più idoneo per un dato
circuito frigorifero ed una determinata
applicazione. La sua unità di misura
nel Sistema Internazionale è kJ/kg.
FLA: Full Load Amperes (ampere a
pieno carico). Assorbimento di
corrente da parte di un motore
elettrico nelle condizioni di pieno
carico, che risultano essere le più
gravose per la marcia. Nei cataloghi
per impianti frigoriferi, alla voce FLA
viene indicata la massima corrente
assorbita durante la marcia del
motocompressore. Solitamente viene
espresso in Ampere.
ICARHMA: International Council of
Air-Conditioning, Refrigeration, and
Heating Manufacturers Associations
(Consiglio internazionale delle
associazioni di produttori di materiale
per la refrigerazione, la
climatizzazione ed il riscaldamento).
Nata nel 1991, questa associazione
vede tra i suoi associati più di 1000
dei produttori mondiali di materiale
per la refrigerazione e per gli impianti
di climatizzazione per un fatturato di
quasi 100 miliardi di dollari. L’obiettivo
del suo Consiglio è quello di discutere
questioni di carattere comune che
interessano il settore della
refrigerazione, del condizionamento e
del riscaldamento, comprese
eventuali azioni di cooperazione che i
membri del Consiglio raccomandano
alle rispettive associazioni. ICARHMA
è composta da associazioni nazionali
e continentali di categoria che
rappresentano una quota significativa
del mercato HVACR. Essa ha tra i
suoi obiettivi il miglioramento della
qualità di vita delle persone nel
mondo assieme ad un continuo
incremento dell’efficienza energetica
ed alla salvaguardia dell’ambiente nei
processi produttivi di materiali e
apparecchiature per la refrigerazione,
il condizionamento ed il
riscaldamento. All’interno di questa
mission ha trovato spazio lo sviluppo
di nuovi refrigeranti eco-compatibili.
Tra i suoi membri si annoverano
ABRAVA (Brasile), AHRI (Stati Uniti),
AREMA (Australia), CRAA (Cina),
EPEE ed Eurovent (Europa), HRAI
(Canada), JRAIA (Giappone), KRAIA
(Corea). L’ICARMA ha sede ad
Arlington (Virginia, USA).
Valvola di espansione automatica:
È un dispositivo di espansione del
refrigerante, utilizzato per
l’alimentazione degli evaporatori degli
impianti frigoriferi. Il principio di
funzionamento di tale valvola è
basato sul valore che assume la
pressione di evaporazione nelle varie
fasi di lavoro dell’impianto. Il suo
utilizzo permette di ottenere una
pressione di evaporazione
sensibilmente costante ma non
consente di adattare la quantità di
refrigerante che giunge
all’evaporatore ad eventuali e
repentine variazioni del carico
termico. Per tale motivo è possibile
che nel caso di forti aumenti del
carico termico l’evaporatore risulti
sottoalimentato di refrigerante, che
così esce molto surriscaldato da
esso, o che, in caso di riduzioni del
carico, l’evaporatore risulti
sovralimentato, con rischio di colpi di
liquido al compressore. Per tali ragioni
la valvola d’espansione automatica
viene generalmente utilizzata in
impianti frigoriferi dove il carico
termico si mantiene sensibilmente
costante e non presenta repentine
variazioni. All’arresto del compressore
l’aumento della pressione di
evaporazione che si verifica provoca
la chiusura della valvola.
Zero assoluto: È la più bassa
temperatura raggiungibile in natura,
misurata secondo la scala di
temperature assolute, o scala Kelvin.
Essa corrisponde a –273,15 °C. Per
tale ragione, non essendo possibile
raggiungere temperature inferiori a
quella dello zero assoluto, la scala
Kelvin prevede solamente
temperature positive. Secondo la
teoria, un gas che si trovi a tale
temperatura risulta avere una
pressione ed un volume nulli. In
esperimenti di laboratorio si è giunti a
temperature molto prossime a quella
dello zero assoluto
●
Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.
I gas refrigeranti alternativi DuPont® Opteon®
Ridurre le emissioni di “gas serra” oggi è semplice e possibile,
senza cambiare tecnologia ed in sicurezza
Opteon® XP10
Opteon® XP40
Opteon® XP44
R-513A
R-449A
R-452A
GWP
631
1.397
2.141
CLASSE
A1
A1
A1
SOSTITUISCE
R-134a
R-404A, R-507
R-404A, R-507
APPLICAZIONI
Refrigerazione
TN, Chiller
Refrigerazione
BT
Trasporti
refrigerati
Capacità
frigorifera
superiore
al R-134a e
COP simile
Efficienza
energetica
superiore
al R-404A
ed R-507
Efficienza
energetica
e temperature
di scarico simili
a quelle con
R-404A ed R-507
REFRIGERANTE
N° ASHRAE
NOTE
Rivoira Refrigerants S.r.l. - Gruppo Praxair
Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428
[email protected]
Il Regolamento Europeo F-Gas n°517/2014
richiede di abbandonare rapidamente
l’uso dei gas refrigeranti ad elevato GWP
(indice di “Riscaldamento Globale”).
I primi gas ad essere eliminati saranno
quelli con GWP>2500, come i refrigeranti
per le basse temperature R-404A ed R-507.
Le alternative sono ora disponibili: i gas DuPont
Opteon® sono refrigeranti a base di HFO, a basso
GWP, che possono essere utilizzati in sicurezza
(classe A1 = non infiammabili e non tossici)
negli impianti di refrigerazione tradizionali.
Rivoira Refrigerants è a disposizione per qualsiasi
informazione sui prodotti e per un supporto
tecnico al fine di facilitare la transizione verso i
nuovi refrigeranti Opteon®.
* il costo della chiamata è determinato dall’operatore utilizzato.
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DEI COMPRESSORI.
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assistenza del Gruppo BITZER, offriamo un servizio clienti rapido e flessibile per il Vostro compressore.
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informazioni potete contattare Green Point Italia: Tel. 0444-284184 e-mail: [email protected]