La donna Tarzan. "La mia infanzia con le scimmie"

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La donna Tarzan. "La mia infanzia con le scimmie"
La donna Tarzan. "La mia infanzia con le scimmie"
Martedì 23 Ottobre 2012
Da bambina fu rapita e abbandonata nella giungla. Cinquant’anni dopo, lo racconta per la
prima volta
Fonte: la Repubblica
di Enrico Franceschini
"Io Tarzan, tu Jane". Memorabile battuta cinematografica. Ma nel mondo della realtà va
rovesciata: l'essere umano che vive con le scimmie, saltando da un albero all'altro, è una
donna. E l'uomo che un giorno la incontra, anziché salvarla, la porta in una giungla più
pericolosa, sebbene d'asfalto. La storia di Marina Chapman, oggi sorridente gentildonna inglese
di 60 anni, suona incredibile, da fumetto, romanzo d'avventure o film di Hollywood: eppure a
quanto pare è vera, come racconteranno nei prossimi mesi un libro e un documentario sulla
prima "donna- scimmia" del nostro tempo.
"Tarzana, regina della giungla ", la chiama il Sunday Times di Londra, che ieri ha anticipato la
sua straordinaria vicenda. Comincia in Colombia, il paese in cui probabilmente è nata. Dove
vivesse, come si chiamasse, cosa facesse la sua famiglia, è ignoto, ma l'ipotesi è che fu rapita
poco più che bambina, per un riscatto in denaro. "Il mio più lontano ricordo è un fazzoletto di
cloroformio sulla bocca", dice. Forse il rapimento andò storto e i rapitori, per liberarsi di un
ostaggio ingombrante, a un certo punto la abbandonarono nella foresta amazzonica. Da quel
momento, secondo la ricostruzione della casa editrice che pubblicherà The girl with no name
(questo il titolo del suo libro - diritti già venduti in sette paesi), la ragazzina avrebbe vissuto
cinque anni con un gruppo di scimmie cappuccino, copiandone lo stile di vita, imparando a
muoversi sugli alberi, nutrendosi di banane e bacche selvatiche, comunicando con gli animali
usando i loro stessi suoni gutturali.
Finché un giorno le scimmie si imbattono in alcuni cacciatori di frodo. Gli uomini vedono la
ragazza nuda, lei fugge spaventata, quelli la inseguono. Ma non per riportarla nella civiltà. La
conducono invece a Cucuta, una città nel nord est della Colombia, dove la vendono a un
bordello locale - in cambio di un pappagallo raro. La ragazza viene picchiata e avviata alla
prostituzione. Ma dalle scimmie ha imparato a fare cose di cui gli umani non sono capaci: salta
da una finestra, scende da un albero, scappa. Ha anche imparato a vivere di espedienti, così
per vari anni tira avanti senza un posto per dormire, procurandosi cibo nei modi più disparati.
Forse vorrebbe tornare nella giungla, tra le scimmie, ma è troppo lontana. Ha 17-18 anni,
quando una famiglia colombiana la raccoglie dalla strada e la tiene con sé come serva. Le
chiedono come si chiama: da un anfratto della memoria risponde Marina Luz, ma non è chiaro
se sia il suo nome. Qualche anno più tardi, la famiglia si trasferisce per lavoro in Inghilterra e
porta Marina con sé. Lì, nella città di Bradford, conosce in chiesa un giovane biologo, i due si
innamorano, si sposano e Marina diventa cittadina britannica.
È il 1977. Solo molto tempo dopo le nozze ha il coraggio di rivelare al marito il suo passato. E
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Martedì 23 Ottobre 2012
solo ora, con il sostegno delle due figlie, decide di raccontarlo in un libro autobiografico. "Da
bambine ci aveva insegnato a chiedere cibo facendo strani versi, come gli animali", dice
Vanessa, una delle figlie. "E per farci addormentare ci raccontava favole su una bambina nella
giungla. Pensavamo fossero frutto della sua fantasia. Invece erano la sua storia". Gli zoologi le
credono: ci sono altri casi di bambini che hanno vissuto con i primati e poi sono riusciti a
riadattarsi alla vita tra gli umani. Ma nessuno così a lungo come lei. Due anni fa Marina è
tornata in Colombia in un vano tentativo di ritrovare la sua famiglia. Avrebbe anche voluto
visitare la giungla, ma le autorità non le hanno dato il permesso. Chissà se il richiamo della
foresta l'avrebbe riportata dalle scimmie della sua infanzia.
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